L'INTEGRAZIONE SOCIALE SPORTIVA -...
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Cos'è l'INTELLIGENZA?Fino agli anni '90: fattore “g”
↓Gerarchia di abilità molteplici
INTELLIGENZA= insieme di tutte le capacità umane che permettono di adattarsi
all’ambiente, apprendere, formulare ragionamenti e
comprendere il pensiero altrui.
Criteri diagnostici
Per il DSM IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, APA 1994) e per l'ICD-10 (International Classification of Diseases, WHO 1992) i criteri diagnostici sono 3:
Funzionamento intellettivo al di sotto della media Importante compromissione del comportamento
adattivo Esordio prima dei 18 anni
Valutazione del funzionamento intellettivo
Scale Wechsler (WAIS-IV, 2013 per adulti dai 16 ai 90, WISC IV, 2012 per bambini dai 6 ai 16 anni, WPPSI III, 2008 per bambini dai 2,6 ai 7,3 anni):
6 sottoscale per le abilità cognitive di natura verbale (informazione, comprensione, ragionamento aritmetico, analogie, memoria di cifre e vocabolario)→ QI VERBALE
5 sottoscale per le abilità cognitive di natura visiva, spaziale e manipolativa (cifrario, completamento di figure, disegno con cubetti, riordinamento di storie figurate e ricostruzione di figure) → QI DI PERFORMANCE
QI TOTALE = media tra i punteggi verbale e di performance
Valutazione del comportamento adattivo
Scala di Maturità Sociale Vineland (o in alternativa ICF-CY):
Intervista semistrutturata rivolta a genitori e caregiver. I 540 item indagano la frequenza dei comportamenti del soggetto nelle aree della
ABILITÀ QUOTIDIANE (come il soggetto mangia, si veste, quali attività domestiche svolge, come usa tempo e denaro)
COMUNICAZIONE (come il soggetto comprende, legge, scrive)
SOCIALIZZAZIONE (interazione con gli altri, tempo libero) ABILITÀ MOTORIE (grossolane, fini)
Evoluzione del concetto di disabilità
• Mondo greco-romano: selezione preventiva• Medioevo: caccia alle streghe• 1600: nascita dei primi manicomi, guarire i folli è un'impresa impossibile• Illuminismo (1700): la persona menomata comincia ad essere vista come
malata, necessita di cure• Seconda Guerra Mondiale: disabili incompatibili con il culto della razza• Dopoguerra (fino agli anni '70): concezioni antropologiche stigmatizzanti
e dispregiative della persona; vengono usati termini come come imbecillità, idiozia, cretinismo, subnormalità,debolezza mentale e più recentemente oligofrenia, frenastenia, insufficienza mentale, e deficienza mentale
• Anni '80/'90: il termine ritardo mentale sostituisce la terminologia precedente; il ritardo mentale è distinto dalla malattia mentale, inteso come disturbo dello sviluppo ed è considerato profondamente connesso e influenzato da fattori sociali e ambientali.
DSM IV (1994)
Si parla di RITARDO MENTALE, collocato assieme ai disturbi di personalità:
• Funzionamento intellettivo generale significativamente al di sotto della media
• Limitazioni nel funzionamento adattivo in almeno 2 aree: comunicazione, cura della persona, vita in famiglia, capacità sociali, autodeterminazione, ecc...
• Esordio prima dei 18 anni
Ritardo mentale = GENERALE ALTERAZIONE DELLE FUNZIONI MENTALI (tratto assoluto ed invariato della persona)
DSM V (2013)
Si parla di DISABILITÀ INTELLETTIVA (disturbo dello sviluppo intellettivo), collocata nei disturbi del neurosviluppo:
• Deficit delle funzioni intellettive come ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico o dall’esperienza
• Deficit del funzionamento adattivo, cioè mancato raggiungimento degli standard di sviluppo socio-culturali di autonomia e responsabilità sociale che senza supporto limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana
• Esordio durante il periodo di sviluppo
Gradi di gravità
Nel DSM-IV definiti in base ai punteggi di QI: Ritardo mentale lieve: QI 50/55-70 (85% della popolazione) Ritardo mentale moderato: QI 35/40-50/55 (10% della pop.)
Ritardo mentale grave: QI 20/25-35/40 (3-4% della pop.) Ritardo mentale gravissimo: QI<20/25 (1-2% della pop.)
Nel DSM V definiti sulla base del funzionamento adattivo: Disabilità lieve
Disabilità moderata Disabilità grave
Disabilità estrema
Definizione OMS (ICIDH,1980)
Distinzione tra tre concetti principali:• Menomazione (impairment): qualsiasi perdita
o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche. Essa può avere carattere permanente o transitorio. Rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico.
Es.:miopia → menomazione visiva
Definizione OMS (ICIDH,1980)• Disabilità (disability): è interpretata come riduzione
parziale o totale della capacità di svolgere un’attività nei tempi e nei modi considerati come normali. Può essere transitoria o permanente, reversibile o irreversibile, progressiva o regressiva. Può essere una conseguenza diretta di una menomazione o una reazione psicologica ad essa.
Es.:miopia → menomazione visiva → difficoltà a leggere e guidare
Definizione OMS (ICIDH,1980)• Handicap: è una condizione di svantaggio
risultante da un danno o da una disabilità, che limita o impedisce lo svolgimento di un ruolo normale in rapporto all’età, al sesso, ai fattori sociali e culturali. È condizione soggetta a cambiamenti, migliorativi o peggiorativi.
Es.: miopia → menomazione visiva → difficoltà a leggere e guidare → ridotta partecipazione
sociale
Handicap e “Handicappato”In conseguenza a questo
tipo di classificazione, una persona veniva considerata “handicappata” in relazione alle barriere che incontrava davanti a sé:
Barriere fisiche Barriere sociali Barriere psicologiche
La Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF, 2001)
22 maggio 2001: l’OMS perviene alla stesura di uno strumento di classificazione innovativo e multidisciplinare: l’ICF
descrizione dello stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti
esistenziali (sociale, familiare, lavorativo)
ICF (OMS, 2001)
Spiega il funzionamento della persona secondo 4 dimensioni:
• CORPO: funzioni e strutture corporee (ex menomazioni)
• ATTIVITÀ: semplici e complesse (ex disabilità)• PARTECIPAZIONE: nei vari ambiti di vita (ex
handicap)• FATTORI CONTESTUALI: caratteristiche
dell’ambiente fisico e sociale; atteggiamenti; valori.
ICF (OMS, 2001) Descrizione non delle persone, ma delle loro situazioni di vita
quotidiana in relazione al loro contesto ambientale Valorizzazione dell’individuo non solo come persona avente
malattie o disabilità, ma come componente unica e da considerare nella sua globalità
Eliminazione dal lessico professionale del termine “handicap” Assunzione di un atteggiamento più postivo (cosa il soggetto
è abile a fare,...) Enfasi data ai livelli di partecipazione come indicatori
dell'importanza attribuita all'integrazione e alla qualità della vita
Nuova definizione di “Disabilità”La DISABILITÀ non viene più
considerata come malattia, disordine o disturbo, ma come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e una serie di fattori personali e ambientali che rappresentano il contesto di riferimento in cui la persona vive ed esprime le proprie capacità (OMS, 2001).
Nuova definizione di “Disabilità”
“Qualunque persona in qualunque momento della vita può avere una condizione di salute che in un
ambiente sfavorevole diventa disabilità”
Nuovi riferimenti: QUALITÀ DELLA VITA
La QUALITÀ DELLA VITA di una persona è definita da 8 domini principali:
1. Sviluppo personale livello e grado di istruzione, abilità personali, comportamento adattivo
2. Autodeterminazione scelte, decisioni, autonomia, controllo personale, obiettivi personali
3. Relazioni interpersonali rete sociale, amicizie, attività sociali, interazioni, relazioni
4. Inclusione sociale integrazione,partecipazione comunitaria, ruoli, sostegni
5. Diritti umani e legali
6. Benessere emozionale salute e sicurezza, esperienze positive, contentezza, autostima
7. Benessere fisico salute, riposo, tempo libero e divertimento
8. Benessere materiale stato economico, impiego, condizione abitativa, proprietà
Nuove prospettive Graduale scomparsa di
ogni tipo di valutazione “in negativo”
Esaltazione dei punti di forza
Aumento delle risorse e del sostegno
Impegno per il raggiungimento di una migliore Qualità della Vita
Legge 104/92
La legge del 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come Legge 104/92 è il riferimento legislativo per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con
disabilità. ↓
Diritto alle cure e alla riabilitazione, diritto all’educazione e all’istruzione, diritto al lavoro e all’integrazione lavorativa,
diritto di voto+
Eliminazione delle barriere architettoniche, facilitazione di mobilità e trasporti, agevolazioni fiscali
Per quanto riguarda lo sport...“L’attività e la pratica delle discipline
sportive sono favorite senza limitazione alcuna […] Le regioni e i comuni, i consorzi di comuni ed il comitato olimpico nazionale (coni) realizzano, in conformità alle disposizioni vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche, ciascuno per gli impianti di propria competenza, l’accessibilità e la fruibilità delle strutture sportive e dei connessi servizi da parte delle persone disabili”
Integrazione e Inclusione
L'Integrazione è un processo di adattamento reciproco, guarda alla singola persona ed incrementa una risposta speciale
L'Inclusione è un'estensione del concetto di integrazione che coinvolge tutti con le loro difficoltà e diversità, interviene prima sul contesto poi sul soggetto e trasforma la risposta speciale in normalità
I Benefici dello SportLo sport è un mezzo privilegiato nell’integrazione sociale del diversamente abile. Grazie all’attività sportiva:
• Viene favorito lo sviluppo delle capacità innate e l’acquisizione di nuove e diverse abilità
• La persona può mettersi in gioco e sperimentarsi• La persona può imparare a controllare il proprio corpo• La persona può sviluppare un senso di autoconsapevolezza e la fiducia nelle proprie
capacità• La persona può scoprire di avere abilità inaspettate e fare l’esperienza della self-
efficacy• Viene formato e rafforzato il senso di identità• Viene migliorata la capacità di interagire con altri• Le tensioni interne vengono incanalate in manifestazioni motorie socialmente
accettabili permettendo l’inserimento in un gruppo• Viene affermata la solidarietà e la coesione del gruppo sociale attraverso modalità
regolamentate (abbigliamento particolare, regole, tempi di allenamento e gara)• Ansia e depressione vengono ridotte• Migliorano concentrazione e memoria
Orientamento verso quale sport?
Recentemente un focus a cura dell’Osservatorio del Centro Studi Erickson si è incentrato sulla scelta da parte dei genitori del giusto sport rispetto alla disabilità del proprio figlio.
La scelta dello sport “giusto” è complessa perché si basa su una delicata combinazione tra:
Le caratteristiche del disturbo Le peculiarità individuali del bambino/della persona
adulta Gli aspetti tipici dell’attività sportiva Le necessità organizzative, economiche ed emotive dei
genitori
1. Le caratteristiche del disturbo
Es: Spettro Autistico: disfunzioni sensoriali, problemi nella comunicazione, peculiarità nelle relazioni→nuoto, equitazione, sport di gruppo?
Es: Sindrome di Down: caratteristiche fisiche particolari→ok qualsiasi tipo di sport previo adeguato controllo medico
Le peculiarità individuali Partire dalle proprie preferenze Valutare le reali abilità motorie (se scarso tono muscolare e
difficoltà di coordinazione motoria→nuoto, danza, trekking, arti marziali o ciclismo poiché si possono iniziare senza che sia richiesta un'eccessiva prestazione fisica)
Valutare se c'è una particolare resistenza ad accettare la competizione (in tal caso bisogna pensare ad uno sport a bassa competitività o optare inizailmente per uno sport individuale→trekking, mountain bike, yoga, danza, pesca, golf...)
Valutare se ci sono severe difficoltà nel partecipare agli sport di gruppo o grave isolamento (scegliere sport che presentano caratteristiche apparentemente individuali, ma che hanno in realtà una connotazione gruppale senza la necessità di interpretare i segnali verbali degli altri→nuoto di gruppo, tiro con l'arco, atletica, bocce, scherma,...)
Aspetti tipici dell'attività sportivaNuoto: adatto a bambini o adulti
con difficoltà di socializzazione, permette di interagire in tempi frammentati senza una costante condivisione durante l'attività. Richiedendo principalmente abilità grosso-motorie è uno degli sport migliori per persone con difficoltà nella motricità fine e/o con ipersensorialità (uditiva e tattile), facile frustrabilità e aggressività
Aspetti tipici dell'attività sportivaEquitazione: particolarmente
indicato per chi è a contatto o comunque ama natura e animali. L'ambiente naturale ha un effetto calmante e permette di evitare il sovraccarico sensoriale; è adatto per persone che presentano una sintomatologia ansiosa e per persone con iperattività.
Aspetti tipici dell'attività sportiva
Calcio: permette di scaricare la tensionefisica e per sua natura ha un'implicazione fortemente sociale. L'idea di dover raggiungere in maniera congiunta un obiettivo consente di fare squadra e agisce come rinforzo positivo sull'autostima e la percezione di autoefficacia
Aspetti tipici dell'attività sportiva
Atletica leggera: particolarmente indicato per persone che presentano iperattività o alti livelli di energia. È ideale per sviluppare capacità di pianificazione motoria, strategia, concentrazione e coordinazione fisica fine e grossolana.
Disabilità e Sport
Alcune cose da ricordare…
Chi avete di fronte ha fatto una lunga strada per vedere riconosciute anche le sue capacità e ridotti i pregiudizi riguardanti la sua presunta “inabilità”.
Disabilità e Sport
Pensare esclusivamente alle limitazioni di qualcuno ne limita ulteriormente le possibilità di espressione, non permette alle sue potenzialità di diventare azione.