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    bmete - n. 1 nn V

    Welfare, in giocoil nostro futuro.LItli ull vi dll ifmdll plitih ili.

    Il Magazine ManpowerGroupdi Economia e Cultura del Lavoro

    Per unEuropa pi forteA colloquio con Martin Schulz,Presidente del Parlamento Europeo

    Un nuovo welfare.Di tutti, per tuttiLopinione di Stefano ScabbioAD ManpowerGroup Italia e Iberia

    Favorire una culturadellattivazioneLa parola a Carlo DellAringa

    laVori n corso

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    2011 MawG. All gs sd.

    La sa mss aa l azd l md a sm l zal lbad la aga dll ss ma. Dalla cca, slz maz d al alla gs dll ca,sam sa da ma all d ambzs ssaza a bsss a. mawg.

    Lvr, n ()

    attesa della riforma

    prefazione di Francesco Maria Gallo

    Il primo numero del 2012 di Lavori

    in Corsovede la luce in un momen-

    to cruciale della storia del lavoro

    nel nostro Paese.

    Mentre la crisi continua a stringere la sua

    morsa sulloccupazione, lesecutivo or-

    mai alle battute finali del varo di una Rifor-

    ma mai cos attesa e auspicata, e proprio

    per questo carica di aspettative e speran-

    ze da parte di tutti i cittadini. Dopo aver

    riconquistato credibilit e leadership in

    Europa, il Governo ora davanti a una sfida

    altrettanto decisiva per le sorti dellItalia,

    di oggi e di domani. La contingenza, le evo-

    luzioni sociali, i cambiamenti demografici:

    il Paese esige una profonda revisione del

    sistema di welfare, che dovr fondarsi suassetche rendano la protezione sociale

    pi adeguata ai bisogni di cittadini e lavo-

    ratori, e pi sostenibile sul piano finanzia-

    rio. Equit e inclusivit sembrano essere,

    allunanime, i tratti distintivi delle future

    politiche sociali, con lassoluta priorit di

    favorire e difendere loccupazione per tut-

    te le fasce della popolazione.

    Il Welfare State assurge quindi con pie-

    no diritto a tema centrale del nostro ma-

    gazine di economia e cultura del lavoro,

    quel LinCche vi accingete a leggere e che,

    nel suo quinto anno di vita, segna unim-

    portante novit. Gli approfondimenti, le

    riflessioni, i contributi al dibattito e agli

    avvenimenti che investono il mondo del

    lavoro, leconomia e la societ, viaggeran-

    no da questanno insieme al Corriere della

    Sera, con il quale ogni due mesi LinCsar

    diffuso in allegato a IO Donnasu tutto il

    territorio nazionale. Ed proprio ai lettori

    del Corrieree di IO Donnache va il mio

    personale, entusiastico, benvenuti!.

    Analisi, visioni e proposte sono affidate in

    questo numero a voci autorevoli come il

    Presidente del Parlamento Europeo Martin

    Schulz, che ci ha rilasciato unintervista in

    esclusiva sul futuro del welfare in Europa; ai

    professori Andrea Ichino e Carlo DellAringa,

    sagaci osservatori del mercato

    italiano; al Presidente dellInps A

    strapasqua, mai come oggi centr

    ma del sistema previdenziale; a

    Francesco Vallacqua, esperto dGli interventi portano le firme, t

    del Presidente di ManpowerGro

    Scabbio, forte della sua expertise

    lavoro, e le sapienti penne di Walt

    ni, Giulio Sapelli, Luca Solari e il

    del Cnel Antonio Marzano. Senza

    il panorama aziendale, con i co

    Indesit Company, Nestl, CFT.

    Istituzioni, mondo accademic

    rio imprenditoriale, stakeholde

    di mercato, lavoratori e gente c

    questo il network relazionale d

    Corso. Una pluralit di voci e atto

    giorno costruiscono la cultura

    discutono e si confrontano alla

    good practice e proposte inno

    meglio vivere la societ contem

    Il nuovo linc tra la riflessione e

    A tutti i lettori, consueti e nuo

    lettura!

    Francesco MarIa GaLLo

    External & Internal RelationsManager ManpowerGroup

    POLITICHE SOCIALI / EQUIT / INCLUSIVIT / RELAZIONI / SOCIET CONTEMPOtags

    PUbbLICAZIONILITALIA COME SOCIET E COMUNIDENTIT CULTURALEG. Caloli, F. Galgano, G. De VeCompositori, 2012

    AbSTRACT / Equite inclusivit semranoessere, allunanime,i tratti distintivi dellefuture politiche sociali,con lassoluta prioritdi favorire e difendereloccupazione per tuttele fasce della popolazione.

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    Pidt

    Stefano Scabbio

    Ditt pil

    Francesco Maria Gallo

    rdi

    Antonella Guidotti, Silvia Bordiga, Alessandra Rizzuto

    sgti di di

    Angelica Durante

    [email protected]

    02.230037100

    H llt qut um

    Antonio Angioni, Michele Avitabile, Antonio Barletta,

    Stefano Basile, Ada Del Castello, Francesco Guidara,

    Elisabetta Limone, Antonio Marzano, Marco Morganti,

    Flora Nascimbeni, Walter Passerini, Paolo Preziosi,

    Giulio Sapelli, Serena Scarpello, Luca Solari, Isidoro Trovato,

    Francesca Vinacci

    Pgtt gfi, pti impgii

    Gramma - agenzia di comunicazione soc. coop. sociale Milano

    www.grammacomunicazione.it

    Ditiui

    Distribuito in tutte le edicole italiane in allegato a

    Io Donna - Corriere della Sera - RCS

    MpwGup

    Via Rossini 6/8

    20122 Milano

    www.manpowergroup.it

    Ttt dtt svt.

    Nessuna parte di questo periodico pu essere riprodotta

    con mezzi grafici e meccanici, quali la fotoriproduzione e la

    registrazione. Manoscritti e fotografie, su qualsiasi supporto

    veicolati, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.

    n. 1 anno V, Marzo 2012

    Registrazione Tribunale di Milano n. 620 del 16/10/2008

    Il Magazine ManpowerGroupdi Economia e Cultura del Lavoro

    laVori n corso

    LinC

    Pfi

    01 LAVORO, IN(fiduciosa) attesaDELLA RIFORMAdi Francesco Maria Gallo

    editil

    04 UN NUOVO WELFARE.DI TUTTI, PER TUTTIdi Stefano Scaio

    ctditil

    06 DAL bIG STATE ALLAbIG SOCIETy: UNAPROSPETTIVA PERIL NOSTRO PAESEdi Antonio Marzano

    ctpputi

    08 CASSA INTEGRAZIONE,CONTRATTI DISOLIDARIET,FORMAZIONE.GLI AMMORTIZZATORISOCIALI SECONDOCGIL, CISL E UILdi Michele Avitaile

    10 LA RIFORMA DELLAVORO TRAPRIORIT E TAb.bOMbASSEI ESQUINZI: LE POSIZIONIDEI DUE CANDIDATIALLA PRESIDENZADI CONFINDUSTRIAdi Francesca Vinacci

    12 FAVORIRE UNACULTURADELLATTIVAZIONE.LA PAROLA A CARLODELLARINGAdi Paolo Preziosi

    14 AI GIOVANI UN MONDO

    MIGLIORE DI COMELAbbIAMO TROVATOdi Walter Passerini

    16 RIAVVICINARE LEDONNE AL MERCATODEL LAVORO: ECCOUN MODELLO MADEIN ITALydi Serena Scarpello

    Hr ll sphi

    18 LE TUTELE DEILAVORATORI: ILGOLDEN TRIANGLETRA AZIENDA,SINDACATI EGOVERNOdi Flora Nascimeni

    sit Titi22 PER UNEUROPA PI

    FORTE. A COLLOQUIOCON MARTINSCHULZ, PRESIDENTEDEL PARLAMENTOEUROPEOdi Francesco Guidara

    24 PER UN MODELLO DIFLESSIbILIT TUTTOITALIANO: I NODI DASCIOGLIEREdi Ada Del Castello

    28 A TRENTO PROVEDI FLExSECURITy A

    FAVORE DEI GIOVANIdi Silvia bordiga

    sti dImp

    30 CFT: AL CENTRODELLIMPRESA, ILLAVORO E LUOMOdi Antonella Guidotti

    cttd

    32 HELP TALk, LUCy, bIGLAUNCHER E LE ALTRE:LA TECNOLOGIA E ILWELFARE DEL FUTUROdi Marco Morganti

    34 NUOVI STRUMENTIDI WELFAREdi Antonio Angioni

    36 IL MODELLO DELLESMART CITIES: ILSENSO DI FRANCESCOPROFUMO PER LASCUOLAdi Stefano basile

    In questo numero

    Welfare, in gioco il nostro futLItli ull vi dll ifm dll plitih

    02

    Wkhp opiiLd

    38 INCLUSIVO ED EQUO.IL WELFARE SECONDOIL PRESIDENTEGIORGIO NAPOLITANOdi Antonio barletta

    40 SENZA TUTELE:NELLA TRAPPOLA DELSOMMERSO.INCONTRO CONIL PRESIDENTEDELLINPS, ANTONIOMASTRAPASQUAdi Isidoro Trovato

    42 UN PICCOLO SOGNO:SCUOLE COMECENTRI CIVICI PERUN WELFARE FUORIDAGLI SCHEMIdi Elisaetta Limone

    Wlf Tlt

    43 PER UNIMPRESA-COMUNIT E LARISCOPERTA DELWELFARE AZIENDALEdi Giulio Sapelli

    Lttu,alti & Vii

    46 SE LASCIARE SIGNIFICA LAGLI ITALIANI...di Alessandra Rizz

    Ptfi

    48 VERSO UN NUPATTO TRA STE CITTADINIdi Luca Solari

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    Un nuovo welfare. Di tutti, per tutti

    hi lo disegn, quasi 70 anni fa, lo aveva immaginato

    alla culla alla tomba. Un sistema di provvedimenti

    garanzie che si ritenevano fossero tutti obiettivi pri-

    ari dello Stato: loccupazione, lassistenza sanitaria,

    struzione di base, la previdenza, labitazione.

    ellidea di welfare, mutata a fondo nel corso degli anni, oggi

    rca affannosamente una dimensione nuova, consapevole che in

    llo, questa volta, c la sua stessa sopravvivenza. Tutti i governi

    on solo quello italiano - sono chiamati a rivedere il proprio siste-

    a di welfare, il costo finanziario e la sostenibilit, contemperando

    tto questo con la necessit di mantenere la coesione sociale.

    rossimo welfare dovr essere frutto di unevoluzione culturale,

    risposte non scontate, di processi ispirati alle migliori esperienze

    ternazionali. Senza risorse, gli Stati non saranno pi in grado di

    rnire risposte a una domanda di servizi che inesorabilmente

    escer con il passare degli anni.

    prattutto nel nostro Paese, la cui struttura demografica rappre-

    nta un unicum a livello mondiale. Poche settimane fa stata

    tat a definire lItalia il Paese pi anziano al mondo. Un Paese

    e nel 2050 avr un rapporto di 10 giovani ogni 26 anziani, frutto

    lla congiuntura di due fenomeni: laumento della sopravvivenza

    bassi tassi di natalit. Tutto questo impatta sulla spesa pubblica

    eFano scabbIo

    mministratore delegatonpowerGroup Italia e Iberia

    bSTRACT / La costruzione di questoelfare avr isogno dellapporto di

    molti e non potr essere pi prerogativai un unico centro di potere, politicoeconomico che sia. GARANZIE / COESIONE SOCIALE / SOSTENIbILIT / CAPITALE PROFESSIONALE / IMPEGNtags

    Ditoriale di Stefano Scabbio

    PUbbLICAZIONIRAPPORTO SULLO STATO SOCIALE 2011. QUESTIONEGIOVANILE, CRISI E WELFARE STATEa cura di F. R. Pizzuti - Edizioni Giuridiche Simone, 20

    sanitaria, in molte regioni fuo-

    ri controllo: oggi rappresenta

    da sola il 7% del Pil ma cresce

    talmente rapidamente che vi

    sono preoccupanti previsioni di

    raddoppio in pochi anni.

    Alle porte non bussa una ri-

    presa, ma un decennio in cui

    la disoccupazione diverr una

    vera emergenza sociale, come

    ha evidenziato il rapporto Glo-

    bal Employement Trend 2012.

    Nei prossimi 10 anni il sistema

    economico globale dovr crea-

    re almeno 400 milioni di nuovi

    posti di lavoro per assorbire la

    crescita annua di persone in

    et di lavoro, stimata in circa

    40 milioni di unit per anno.

    Ripensare il welfare significa

    provare a dare soluzioni coe-

    renti a tutto questo. Significa

    agire in un modo pragmatico

    per capire cosa resta e cosa

    evolve di quellinsieme di ser-

    vizi e di assistenze che tutti

    abbiamo imparato a conosce-

    re e che naturalmentesiamo

    indotti ad aspettarci a livello di

    servizio pubblico.

    Significa anche iniziare ad agi-

    re, adesso, cominciando ad

    affidare alla scuola messaggi

    chiari e risposte certe nella

    formazione dei cittadini di do-

    mani, e alla cultura lo sviluppo

    dei cittadini di oggi. L80% de-

    gli italiani tra i 16 e 64 anni ha

    uninsufficiente competenza

    alfabetica funzionale, non pa-

    droneggia cio la lingua. Dato

    scioccante per un Paese che

    vuole considerarsi avanzato.

    C chi come il professor Carlo

    DellAringa, che leggerete nel-

    le pagine di questo numero

    di Lavori in Corso, ritiene che

    inevitabilmente dovr esserci

    uno spazio importante - allin-

    terno di questa ridefinizione

    - al Terzo settore, a quelluni-

    verso del volontariato che inItalia ha raggiunto punti di

    eccellenza nel confronto con

    il resto dEuropa.

    Credo che la costruzione di

    questo welfare avr bisogno

    dellapporto di molti e non

    potr essere pi prerogativa

    di un unico centro di potere,

    politico o economico che sia.

    Unoperazione di pulizia e di

    efficienza, per insegnare alle

    nuove generazioni (ma anche

    alle vecchie) cosa attendersi

    dalloStato, cosa costruire in-

    siemeallo Stato, cosa costruire

    senzalo Stato.

    Lo ha spiegato recentemente

    Lord Wei, linventore del con-

    cetto di Big Society, portato in

    politica dal premier inglese

    David Cameron: arrivato il

    momento di spostare il bari-

    centro del potere dallo Stato

    alla societ. Non vi sar vera

    ripresa economica senza ripre-

    sa sociale. Abbiamo bisogno

    di una presenza diffusa di una

    sana etica pubblica.

    Proprio la Gran Bretagna ha

    rappresentato un esempio di

    Stato sociale spesso iniquo e

    confuso, a dispetto dellenor-

    me quantit di denaro pubbli-

    co speso. In Gran Bretagna

    - ha ricordato Phillipp Blond,

    altro teorico della Big Society

    - abbiamo avuto uno Stato so-

    ciale che ha erogato decine dimiliardi di euro nel corso degli

    ultimi trentanni. Se fosse sta-

    to un sistema efficiente avreb-

    be liberato dal dramma della

    povert milioni di persone.

    Invece, quella met di popo-

    lazione che nel 1976 deteneva

    il 12% della ricchezza liquida,

    oggi dispone solo dell1%.

    Il nuovo welfare sapr imporsi

    solo se sar sostenuto da un

    cambio di atteggiamento in

    ognuno di noi. Saremo chiama-

    ti ad assumere, nei confronti

    del mercato del lavoro, una

    posizione pi attiva. Non un

    mistero che lItalia sia rimasto

    lunico Paese europeo a privi-

    legiare ancora le politiche pas-

    sive del lavoro. Il nostro un

    sistema dove restano centrali

    (anche nel dibattito politico)

    istituti come la cassa integra-

    zione, la mobilit, la conserva-

    zione del posto fisso.

    Tutte cose che non richiedo-

    no alcun impegno attivo da

    parte del soggetto coinvolto.

    A queste condizioni, il lavo-

    ratore in difficolt attende

    passivamente che qualcunogli risolva il problema. Non

    pi tempo di attese che bru-

    ciano inutilmente il capitale

    professionale, soprattutto dei

    pi giovani. Il futuro di equit

    ed efficienza passa attraverso

    un attento mix di pubblico e

    privato, di famiglie e di impre-

    se sociali. Con laccortezza da

    parte dei governi di garantire

    quel minimo di riso

    sarie ad alimentare

    energie della societFaccio mie le rifles

    Maurizio Ferrera ha

    merito al nuovo ru

    Stato: La condizio

    saria sar la dispo

    una cultura politic

    capitale sociale ca

    ti da elevato civism

    rispetto delle regol

    fra i vari soggetti.

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    Dal big State alla big Societ:una prospettiva per il nostro Paese

    ontroeDitoriale di Antonio Marzano

    CRISI/VALORI/VOLONTARIATO/SISTEMA/RIFORMtags

    iamo assistendo a grandi processi di trasformazio-

    e ed evoluzione degli ordinamenti sociali a livello

    anetario. La stessa storia degli ordinamenti sociali

    delle corrispondenti organizzazioni economiche

    continua evoluzione. In economia si contano ormai

    uattro capitalismi: si passati dal New Deal americano

    New Labour inglese, dal liberismo al socialismoberale della Terza Via.

    cune di queste svolte sono state storicamente favorite da crisi

    onomiche e sociali. Cos la grande crisi del 1929 port allado-

    one di politiche keynesiane con il risultato di un crescente rap-

    rto sia della spesa pubblica sul prodotto interno lordo, sia di un

    escente rapporto del debito pubblico sullo stesso Pil. A queste

    litiche si sono poi aggiunti gli interventi pubblici. In particolare

    bSTRACT / La crisi spinge i soggetticonomici a tentare soluzioni individuali,

    ma alla lunga sopravviene linadeguatezzai quei rimedi e la necessit di soluzionii sistema. E qualsiasi soluzione distema, se democratica, presuppone

    a coesione sociale.

    PUbbLICAZIVERSO UNA SOCIE

    SUSSIDIARIA. TEORE PRATICHE DELLASUSSIDIARIET IN P. Donatibononia University P

    nel 2008 e che stiamo ancora

    vivendo. E la crisi, insieme al

    ridimensionamento del welfa-re per migliorare saldi e debi-

    to pubblici, suscitano tensioni

    sociali anche gravi.

    La via di uscita da questo in-

    treccio di negativit non

    facile ma tra le strade vi la

    prospettiva di una transizione

    dal Big State alla Big Society.

    Lultimo Rapporto Censis sul-

    la societ italiana coglie nel

    segno. La crisi spinge inizial-

    mente i soggetti economici a

    cercare adattamenti, a tentare

    soluzioni individuali. Ma alla

    lunga sopravviene la perce-

    zione di una inadeguatezza di

    quei rimedi e della necessit disoluzioni di sistema. E qualsia-

    si soluzione di sistema, se de-

    mocratica, presuppone la co-

    esione sociale. La Big Society

    si basa proprio sullesistenza

    di un sistema coeso, monito

    ripetuto in pi occasioni dal

    Capo dello Stato.

    Tuttavia, un Pil fermo o in di-

    minuzione rende pi difficile

    la coesione sociale: per inten-

    derci direi che il prodotto in-

    terno lordo come una torta,

    e se questa non cresce chi ne

    prende di pi lo fa a scapito

    degli altri e in genere gli altri

    sono anche i pi deboli. Dun-

    que, la politica della crescita

    indispensabile alla stessa

    coesione sociale.

    Nel nostro Paese esistono mol-

    ti presupposti per la coesione:

    la cultura della famiglia, i valori

    condivisi di natura culturale

    e religiosa, lattitudine al ri-

    sparmio, il desiderio di intra-

    prendere sono fenomeni che

    vanno nellinteresse di tutti.

    Sempre il Censis ci dice che

    il 26% degli italiani opera nelvolontariato gratuito e il 57%

    si dice disposto a sacrificare

    il proprio tornaconto nellinte-

    resse generale del Paese. Sono

    dati importanti, ma il numero

    o le percentuali di individui

    non sono necessariamente il

    dato principale. Le aggregazio-

    ni di soggetti, le associazioni,

    le corporazioni - e le loro rap-

    presentanze - lo sono forse di

    pi. Voglio dire che in ogni Pa-

    ese c una parte della societ

    dinamica in contrapposizione

    con una pi conservatrice che

    difende vantaggi, rendite poli-

    tiche, privilegi e che si oppone

    al cambiamento. Larticolazio-

    ne nei due sensi della societ,

    e la volont politica di dare

    adeguata voce e rappresen-

    tanza alle componenti dinami-

    che, mi appare determinante.

    La Big Society si basa su una

    maggiore fiducia nei cittadini

    e nella comunit. Fiducia nella

    loro capacit di provvedere di-

    rettamente alle loro

    non solo individua

    lettive. Il potere api potere a livello

    incoraggiare il vol

    sono cose che si chi

    la cura di un parco,

    numento, per un pre

    tario o un reparto os

    o di una scuola, per

    za di quartiere ai b

    per un campo spo

    giovani delle perife

    microcredito, con la

    per i poveri. Si tratt

    pi che, se condotti

    diventano soluzion

    grande vitalit.

    nTonIo Marzano

    esidente del Cnel

    in Italia si sono concretizzati

    nel salvataggio delle imprese e

    banche o nellespansione con-tinua del welfare, considerati

    necessari per garantire la sta-

    bilit sociale.

    Il cosiddetto Big State ha dei

    limiti intrinseci: il moltiplicar-

    si dei compiti assegnati alla

    sfera pubblica rende pi dif-

    ficili i controlli di efficienza e

    di rigore, laumento continuo

    della pressione fiscale deter-

    mina evasione e contraccolpi

    sul reddito, linflazione appare

    prima o poi connessa alla cre-

    scente domanda pubblica di

    beni e non certo che i mer-

    cati finanziari siano disposti

    ad assicurare coperture sen-za limiti alle emissioni di tito-

    li pubblici. Questi fenomeni,

    attualmente in corso, spingo-

    no inevitabilmente a frenare

    lespansione del Big State. Di

    conseguenza, se non si at-

    tuano le riforme necessarie a

    surrogare il sostegno pubblico

    alleconomia, questa entra in

    un vortice di stasi e recessio-

    ne che saranno tanto pi gravi

    quanto pi la svolta delle po-

    litiche avviene in una fase di

    crisi grave come quella iniziata

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    ontrappUnti di Michele Avitabile

    difficolt economiche. La straor-dinaria, invece, utile in caso di

    ristrutturazioni. Se questultima

    non esistesse, passeremmo in

    un lampo da 2 milioni e 300 mila

    a oltre 3 milioni di senza lavoro.

    Saremmo primatisti europei di

    disoccupazione.

    Ma quante persone stanno

    usufruendo degli ammortiz-

    zatori sociali?

    Secondo un rapporto Uil di gen-

    naio, dove si analizza come la

    crisi ha cambiato gli interventi

    di tutela negli ultimi anni, i la-

    voratori che hanno usufruito

    del sistema sono passati da

    2 milioni e 500 mila del 2006

    agli oltre 3 milioni e 800 mila

    del 2011, passando per il picco

    degli oltre 4,2 milioni del 2009.

    Come dire che lanno scorso gli

    ammortizzatori sono stati uti-

    lizzati in media da un lavoratore

    dipendente su quattro.

    Sfatiamo un luogo comune

    dice Guglielmo Loy, segretario

    confederale Uil e responsabi-

    le delle politiche del lavoro. A

    finanziare gli interventi non

    solo lo Stato. Perch una parte

    consistente di queste tutele

    AbSTRACT / Ognisigla sindacaleha la sua ricetta,ma concordanosu un aspetto:non lasciaresolo chi vive ildramma di vedersparire certezzeeconomiche eserenit familiari.

    AMMORTIZZATORI SOCIALI/SINDACATI/MObILIT/CASSA INTEGRAZIONE/FORMAZIONEtags

    Giorgio Santini, segretario ge-nerale aggiunto della Cisl - che

    per tutelarsi richiedono pi ore

    di cassa integrazione rispetto a

    quelle effettivamente usate. I

    numeri parlano chiaro. Su circa

    un miliardo di ore richieste nel

    2011, solo il 48% stato effetti-

    vamente utilizzato. La paura di

    fallire gioca un ruolo psicologico

    importante.

    Comprendere se questi stru-

    menti di protezione siano da

    riformare per essere pi effi-

    caci un tema di schiaccian-

    te attualit.

    La cassa straordinaria serve

    oggi e sar utile anche in futuro

    continua Fulvio Fammoni della

    Cgil. Perch contribuir a far

    ripartire molte aziende quando

    arriver la ripresa. Inoltre, bi-

    sogner creare uno strumento

    che uniformi indennit di mo-

    bilit e indennit di disoccupa-

    zione. Questultima dovr avere

    durata e importi maggiori. Oggi

    dura 8 mesi per chi ha meno di

    50 anni (12 per chi ne ha di pi)

    e la riceve solo chi ha lavoratoper 52 settimane. Cos, para-

    dossalmente, se lavori per 40

    settimane con un contratto a

    tempo determinato e 15 con un

    contratto di collaborazione, non

    ricevi lindennit.

    Temi caldi ai quali si aggiunge

    unanalisi sulle prospettive fu-

    ture degli ammortizzatori.

    La cassa in deroga unano-

    malia che va rivista spiega Loy

    della Uil. Andr trasformata

    prevedendo la compartecipa-

    zione delle piccole imprese. Un

    modello simile a quello pratica-

    to delle aziende artigiane, che

    hanno un fondo dove attingono

    risorse in caso di calo delle com-

    messe o crisi congiunturale.

    Cos al costo di 30 euro allanno

    garantiscono ai lavoratori un

    salario per tre mesi. Ma c da

    intervenire anche sul contrat-

    to a termine. Se aumentiamo i

    contributi delle imprese scorag-

    giamo gli abusi su questi con-

    tratti e incrementiamo il valore

    degli ammortizzatori.

    Intanto la Cisl impegnata asollecitare una maggiore at-

    tenzione verso altri tipi di am-

    mortizzatori.

    Quando finir lemergenza -

    spiega Giorgio Santini della Cisl

    - bisogner rafforzare i contratti

    di solidariet. Negli ultimi anni

    sono stati circa 2000 gli accordi

    aziendali di questo tipo, ma van-

    no diffusi ancora di pi. Soprat-

    tutto nelle imprese impegnate

    con le ristrutturazioni. In questo

    modo abbiamo meno ore lavo-

    rate ma teniamo in piedi un pi

    alto numero di posti di lavoro.

    Unopportunit di rilancio per

    le imprese, per, pu arrivare

    anche dalla formazione.

    Loccupazione concentrata in

    qualifiche medio-basse sotto-

    linea Fulvio Fammoni della Cgil,

    ma da uno studio del Centro

    europeo per lo sviluppo della for-

    mazione professionale emerge

    che il lavoro del futuro sar de-

    stinato a qualifiche pi alte. La

    formazione da sola, per, non

    serve se le attivit produttive non

    credono nel lavoro qu

    Sul tema, per, c c

    timista.

    La legge sui fondi in

    sionali ormai matu

    zionando molto bene

    Giorgio Santini di Cis

    permette finanziam

    formazione contin

    settore. Inoltre, prop

    governo di inserire

    componente forma

    terno del nuovo co

    apprendistato.

    Non mancano altre p

    Negli ultimi cinq

    conclude Guglielmo

    Uil - le imprese son

    sensibili al tema. An

    alla necessit di

    allo sviluppo tecno

    tassare chi investe

    zione professionale

    essere utile per mi

    competitivit delle

    incrementare loccu

    PUbbLICAZIIL FUTURO DI TUMA UNO SOLO.V. Fedeli - Ediesse,

    er chi rischia di perdere o ha gi perso il posto di la-ro rappresentano unimportante protezione sociale.

    oprattutto da quando la bufera della crisi economica

    abbattuta su molte imprese italiane.

    no gli ammortizzatori sociali, quel complesso sistema di tutela

    l reddito indirizzato ai lavoratori dipendenti delle aziende in crisi.

    somma, strumenti come la cassa integrazione guadagni (ordinaria,

    raordinaria o in deroga), i contratti di solidariet, lindennit di

    obilit o di disoccupazione sono utili per aiutare chi vive difficolt

    vorative.

    co perch, mentre le trattative governo-sindacati si fanno serrate,

    este tutele sono sempre pi al centro dellattenzione.

    rto ogni sigla sindacale ha la sua ricetta da proporre per affrontare

    burrasca occupazionale che sta colpendo il Paese.

    a concordano sicuramente su un aspetto: non lasciare solo chi vive

    ramma di veder sparire certezze economiche e serenit familiari.

    a cassa integrazione di fondamentale importanza spiega Fulvio

    mmoni, segretario confederale Cgil ed esperto di politiche del

    voro. Quella ordinaria serve alle imprese che vivono temporanee

    Cassa Integrazione,contratti di solidariet, formazioneGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI SECONDO CGIL, CISL E UIL

    pagata da imprese e lavoratori.

    In sei anni, dal 2006 al 2011, a

    fronte di una spesa di circa 80

    miliardi di euro, lo Stato ha in-

    tegrato 30 miliardi. Se aumen-

    tasse lintervento pubblico non

    sarebbe affatto uno spreco. So-

    prattutto se pensiamo a quanto

    ammontano i costi della politica

    e gli interventi per sostenere il

    sistema bancario.

    Intanto c chi si sofferma

    sulleffettivo utilizzo di una par-

    te degli ammortizzatori.

    Gli imprenditori sono cos spa-

    ventati dalla crisi - racconta

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    7/27

    0

    La riforma del lavoro tra priorit e tabOMbASSEI E SQUINZI: LE POSIZIONI DEI DUE CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA

    ontrappUnti di Francesca Vinacci

    e degli ammortizzatori sociali

    e invitando ad andare verso

    unaccurata revisione delle nor-

    me sulle forme di assunzione,

    per evitare fenomeni di abuso e

    situazioni di precariet. In linea

    con quanto fatto recentemente

    da Confindustria, ha elogiato

    il potenziamento dellappren-

    distato, definendolo la forma

    principale di ingresso al lavoro

    per i giovani. Bombassei vive

    come una missione il rinnova-

    mento di Confindustria. Tutti

    cambiano e il mondo cambia

    ripete a tutti coloro che incontra.

    Credo che anche Confindustria

    abbia necessit di evolversi.

    Forte dellappoggio di Assolom-

    barda, ufficializzato attraverso

    unintervista di Diana Bracco

    sul Corriere, e della volont di

    continuit rispetto alloperato

    di Emma Marcegaglia, accusa-

    ta dai falchi bombasseiani di

    avere stretto un legame ecces-

    sivamente forte con la leader

    della Cgil Susanna Camusso

    (troppi incontri segreti fra le

    due dice un industriale milane-

    se), Squinzi gioca, agevolmente,

    il ruolo di colomba. Io sono per

    il dialogo con il sindacato, an-

    che in anni difficili come questi.

    Non ho mai ridotto il personale,

    n mai chiesto unora di cassa

    integrazione, e non ho un pre-

    cario fra i miei dipendenti. Da

    Presidente di Federchimica,

    poi, ho siglato sei contratti na-

    zionali senza unora di sciopero.

    E nellultimo abbiamo ottenuto

    anche la possibilit di derogare

    ai trattamenti minimi economi-

    ci in caso di giustificati motivi.

    Bombassei per non ci sta a

    passare per il falco della con-

    tesa, lamico di Marchionne.

    In unintervista a Dario Di Vico,

    ha voluto precisare come

    nemmeno Marchionne sia un

    falco. E nessun imprenditore

    con la testa sulle spalle pen-

    sa di riproporre il modello del

    padrone delle ferriere. Si pu

    condividere o meno loperato

    di Marchionne, ma dice cose

    nellinteresse comune con

    lberto Bombassei un signor imprenditore, ma

    llarticolo 18 io non la vedo affatto come lui. Per me

    licenziabilit dei dipendenti forse lultimo dei nostri

    oblemi. Con questa frase, Giorgio Squinzi, titolare

    ella Mapei e per 12 anni Presidente di Federchimica,

    a demarcato il confine che lo separa dallaltro can-

    dato per la successione di Emma Marcegaglia alla

    esidenza di Confindustria, Alberto Bombassei.

    AbSTRACT / Squinzi: Io sono per ildialogo con il sindacato, anche in annil m q. Bmb:Eliminare le anomalie per promuovereunoccupazione staile e di qualit. ARTICOLO 18/APPRENDISTATO/POLITICHE DI RICOLLOCAMENTO/CRESCITA/FLEStags

    lintento di mantenere i posti

    di lavoro in Italia. Nonostante

    sia stato per otto anni vice-

    Presidente di Confindustria,

    prima con Luca Cordero di

    Montezemolo e poi con Emma

    Marcegaglia, Bombassei con-

    tinua a chiedere una forte di-

    scontinuit rispetto al passato,

    candidandosi a una presiden-

    za rivoluzionaria. Tutto - ha

    spiegato pi volte - cambiato

    o sta cambiando e non possia-

    mo star fermi. Se vogliamo che

    lindustria conservi la centralit

    dobbiamo muoverci o saremocondannati a subire gli eventi.

    Il sistema delle imprese una

    delle grandi infrastrutture del

    Paese, la componente pi co-

    raggiosa della societ civile.

    Per Squinzi semplicemente

    Confindustria non ha alcun

    bisogno di una rifondazione.

    Per perfettibile, miglio-

    rabile, razionalizzabile. A

    cominciare, ad esempio, da

    una struttura organizzativa

    sclerotizzata e troppo disper-

    siva. Sui temi caldi del lavoro

    Squinzi sembra essere in scia

    alla Marcegaglia. Sullarticolo

    18 condivido la posizione che

    Confindustria ha espresso uf-

    ficialmente: mantenere la pos-

    sibilit del reintegro solo nel

    caso di licenziamenti discrimi-natori o nulli. Confermo per

    che per la crescita delle nostre

    imprese al momento abbiamo

    altri importanti problemi da

    risolvere ha affermato in una

    recente intervista precisando

    poi, in merito agli ammortiz-

    zatori sociali, che nel tempo

    abbiamo costruito un sistema,

    largamente finanziato dalle

    imprese, che in questi anni ha

    consentito di dare adeguate

    risposte ai diffusi problemi

    occupazionali. Tale sistema -

    prosegue - deve ora essere im-

    plementato e razionalizzato in

    relazione alle nuove esigenze e

    alla necessit di realizzazione

    di efficienti ed efficaci politi-

    che di ricollocamento.

    Una posizione decisamente pidiplomatica di quella di Bom-

    bassei che ha spiegato come

    unadeguata liberalizzazione

    del mercato del lavoro sia la

    condizione necessaria perch

    le azioni per lo svilu

    ducano in crescita e

    zione delloccupazio

    tab ideologici, non

    ficati in questi temp

    e profonde riforme,

    affrontare sia i temi d

    bilit in entrata che

    flessibilit in uscita.

    anomalo uso di alcun

    ti legislativi di ingres

    ro la conseguenza

    grave anomalia rap

    dal vincolo in uscita

    dallobbligo dei reint

    sto dallarticolo 18 de

    dei Lavoratori. Ogg

    ancora - giunto il m

    eliminare queste an

    nostro mercato del

    promuovere unoc

    stabile e di qualit.

    sto spirito che Confi

    rende totalmente d

    ad affrontare un c

    confronto con il Gov

    PUbbLICAZILA CONFINDUSTRIAE LO SVILUPPOECONOMICO ITALIAE. belloni - Il Mulino

    mbassei, numero uno di Brembo, luomo che ha dato l endor-

    mentalla rottura di Fiat, che ha portato il Lingotto fuori dallAs-

    ciazione degli Industriali. In Federmeccanica ha inaugurato la

    agione dei contratti senza la Fiom e ha sperimentato la contrariet

    i sindacati al cambiamento anche con lo sciopero nella sua stessa

    bbrica. La posizione di Bombassei sul mercato del lavoro chiara.

    ema della riforma del mercato urgente e complesso. Per questo

    affrontato senza tab come ha ripetuto pi volte nel corso della

    a campagna elettorale, auspicando una riforma dellarticolo 18

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    8/27

    2

    cm impatt qut ui

    tiuti italiai?

    innegabile che ci potr pro-

    vocare tensioni fra gli utenti e

    i cittadini: in una prima fase

    potrebbe essere vissuta e per-

    cepita come una semplice ri-duzione dei servizi. Dipender

    dalle regioni e dalle strutture

    sanitarie e dalla capacit di re-

    agire a questo contenimento.

    A ridosso della sanit ci sono

    altre voci di rilievo, a comincia-

    re dallassistenza per la quale

    abbiamo gi una percentuale

    di spesa molto ridotta. Qui biso-

    gner procedere a una raziona-

    lizzazione secondo principi di

    universalismoselettivoe con-

    dizionato. Selettivo nel senso

    che dovr essere data a chi ef-

    fettivamente ne ha bisogno e

    condizionato dallimpegno da

    parte dellassistito a fare tutto

    il possibile per uscire veloce-

    mente dallo stato del bisogno.

    Ta qui ua dll qutii

    u ui li p ha iitit:

    l plitih dllattivazi.

    Nel nostro Paese mancata ne-

    gli anni una cultura in questo

    senso. Tentativi che abbiamo

    fatto in passato per introdurre

    ontrappUnti di Paolo Preziosi

    Palmt m imma-

    gia qut ipamt?

    Vedo inevitabile una raziona-

    lizzazione delluso di risorse,

    che non potranno pi essere

    aumentate. Tenendo conto

    che la nostra economia, come

    molte altre, si svilupper nei

    prossimi 4-5 anni a ritmi bassi,

    saremo costretti ad applica-

    re una politica fiscale molto

    accorta. Alcune voci potranno

    essere ridotte attraverso ra-

    zionalizzazioni. Qui mi aspetto

    che dagli esercizi di spending

    review vengano indicazioni

    chiare e precise su come si

    possa controllare la spesa a

    parit di servizio. La vera sfida

    sar mantenere la qualit.

    Dvm aituai a dli

    tagli?

    Non vedremo solo riduzione

    dei servizi. Nel nostro Paese

    i tentativi di implementare il

    federalismo fiscale hanno gi

    come primo obiettivo quello di

    contenere i costi della sanit

    senza ridurne la qualit. Sem-

    bra che questo sia possibile

    visto che dal confronto fra le

    varie realt sul territorio si

    evidenziano situazioni in cui

    si erogano gli stessi servizi

    ma a costi minori. Quindi con

    una operazione di pratiche

    migliori, di benchmarking, di

    stretta osservanza dei vincoli

    di bilancio e dando respon-

    sabilit finale maggiore alle

    regioni si spera che la spesa

    per la sanit non debba essere

    semplicemente ridotta.

    rdinario di Economia Politica allUniversit Cattolica

    Milano, Carlo DellAringa uno dei pi acuti osserva-

    ri del mercato del lavoro italiano. Estensore insieme

    professor Marco Biagi, ucciso dalle Nuove Brigate

    osse a Bologna esattamente dieci anni fa, di quel

    bro Bianco i cui contenuti sono stati poi recepiti nella

    gge 30 del 2003 (cosiddetta legge Biagi).

    in quel progetto Carlo DellAringa, insieme ad altri giuslavoristi,

    nterrogava sul futuro del welfare italiano. Quello dello stato so-

    ale e del suo ripensamento - dice DellAringa - un problema che

    uarda non solo lItalia, ma anche gli altri Paesi europei che oggi

    nno problemi di debito pubblico elevato e che imporr in futuro

    contenere e rendere pi efficienti le spese.

    PUbbLICAZIGLI SCENARI DEL WTRA NUOVI bISOGNE VOGLIA DI FUTURa cura del CensisFranco Angeli, 2011

    AbSTRACT / Come gradualmente siimpone una cultura di lotta allevasionel, nn pr h p mprruna cultura dellimpegno dellassistito

    a uscire dallo stato del isogno.

    RAZIONALIZZAZIONE/SERVIZI/QUALIT/IMPEGNO/SINERGIAtags

    Favorire una cultura dell attivazioneA PAROLA A CARLO DELLARINGA

    un reddito minimo garantito

    hanno prodotto come risulta-

    to, in alcune zone del Paese

    in particolare, che le risorse

    siano state date alle persone

    sbagliate, che non ne avevano

    bisogno. Senza peraltro che cifosse condizionato al loro impe-

    gno ad uscire dal bisogno, per

    esempio cercando un lavoro.

    Come faticosamente e gradual-

    mente si impone una cultura di

    lotta allevasione fiscale, e fino

    a qualche anno fa non pensa-

    vamo che potesse essere pos-

    sibile, cos io non dispero che si

    possa anche nel nostro Paese

    imporre come valore positivo

    una cultura dellattivazione, un

    impegno morale dei bisogno-

    si a fare tutto il possibile per

    uscire dallo stato del bisogno.

    Certo occorrono premesse che

    possono facilitare questo im-

    porsi della cultura dellattiva-

    zione. Nel campo del lavoro, ad

    esempio, quello di avere stru-

    menti di intervento efficaci:

    accompagnare cassaintegrati

    e disoccupati a un altro lavoro

    dando anche qualche incentivo

    a loro e non solo alle imprese

    che li assumono. Significa es-

    sere molto professionali, avere

    competenze da parte degli ope-

    ratori, una migliore conoscen-

    za del mercato del lavoro, ma

    soprattutto un impegno forte

    da parte delle istituzioni che

    devono fare pi sinergia, im-

    parare a parlare di pi fra loroe fare economie di scala.

    Purtroppo oggi ciascuno va

    per conto suo e non fa massa

    critica.

    In questo Paese c lInps che

    paga sussidi di disoccupazio-

    ne, ci sono i centri per limpiego

    provinciali che dovrebbero fare

    politiche di accompagnamen-

    to al lavoro, ci sono regioni che

    fanno formazione professiona-

    le, c lo Stato che d incentivi

    alle imprese perch assuma-

    no. In altri Paesi tutte queste

    funzioni sono concentrate in

    una Agenzia spesso articolata

    territorialmente in centri che

    svolgono tutte queste funzioni.

    c qualh lmt h

    fugg all t iflii

    h pt app-

    ta ua vit pad al

    wlfa dl futu?

    Dovremo tenere in maggiore

    considerazione il cosiddetto

    terzo settore, ci sono risorse in

    Italia che possono es

    litate e che non sono

    esclusivamente dal

    e dal profitto.

    Parlo qui di risorse c

    che possono essere

    te da uno Stato am

    efficiente e selettivo

    da non alimentare

    questo caso - oppo

    sfruttamenti.

    Un mondo fatto d

    sociali e volontaria

    trebbe fornire ass

    welfare ai cittadini

    certamente a costi

    nuti, fiscalmente in

    Questa una ricch

    potrebbe essere sfr

    tenendo cos pi we

    qualit, pi lavoro.

    Carlo Dellaringa

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

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    4

    Ai giovani un mondo miglioredi come laiamo trovato

    ontrappUnti di Walter Passerini

    intanto, i giovani, vorrebbero

    restare e trovare un lavoro in

    Italia; preferirebbero lavorare

    in una multinazionale o in unagrande azienda italiana, che

    offrisse loro buone possibilit

    di carriera; sono disposti a un

    percorso che prevede impegno

    e volont, ma non sono dispo-

    nibili a sacrificarsi come han-

    no fatto i loro genitori.

    Gi Y. questa la

    loro immagine, come emerge

    dalla pi importante e recente

    ricerca realizzata dallIstud sul-

    la cosiddetta Generazione Y.

    questa la nuova sfida che le im-

    prese dovranno affrontare nel

    futuro, quando faranno i conti

    con il generation mix, con la

    gestione della convivenza nelle

    aziende di culture e motivazio-

    ni diverse a seconda dellet

    delle persone. Lo confermano

    i dati del campione (1.200 gio-

    vani, unet media di 25,2 anni,

    tutti laureati in maggioranza in

    discipline scientifiche, due su

    tre vivono ancora nella fami-glia di origine).

    ap ttt iv. Un giovane su

    due alla fine del primo percor-

    so di studi cerca un lavoro in

    Italia (52,1%), una fetta signifi-

    cativa continua linvestimento

    in formazione (master, specia-

    listica), ma solo poco pi di uno

    su dieci orientato a cercare

    un lavoro allestero (11,8%).

    Potendo scegliere, un giovane

    laureato su due scegliereb-

    be di lavorare in una grande

    impresa (50,3%), multinazio-

    nale (31%) o italiana (19,3%).

    In seconda posizione, e con

    unenfasi molto chiara, poco

    meno di un giovane su quat-

    tro sceglierebbe di lavorare in

    proprio, in unattivit impren-

    ditoriale o in una libera profes-

    uant bella giovinezza, che si fugge tuttavia, diceva

    renzo de Medici qualche anno prima della scoperta

    ellAmerica, concetto sintetizzato anche da altri scrit-

    ri molto pi a noi vicini che, nel dedicare le loro opere

    mito della giovinezza, ne tratteggiavano il carattere

    attimo sfuggente. La giovinezza una fase della

    ta, tutti la conosciamo, ma presto la dimentichiamo.

    che se qualcuno se la ricorda: Avevo ventanni, non permetter

    nessuno di dire che la migliore et della vita (Paul Nizan, 1940).

    orse questo lepitaffio che anche i giovani di oggi potrebbero

    ttoscrivere: vittime del non lavoro, del dualismo, della preca-

    t, assomigliano a degli esploratori senza bussola, schiacciati

    una gerontocrazia di adulti e attempati che si credono eterni.

    pd givil. I giovani perdono economicamente e

    cialmente (sono le vere fasce deboli), ma vincono culturalmente,

    rch i gerontocrati e gli adulti sono preda del giovanilismo dei

    stumi, delle mode, della chirurgia plastica. La societ divisa in

    e, ed la prima volta che ai giovani non sembra dischiudersi un

    uro migliore di quello dei loro padri. Meno ai padri e pi ai figli?,

    rpeggia lo slogan. Ma a noi sembra semplice e fuorviante, perch

    n si capisce come il benessere di alcuni debba per forza avvenire

    capito di altri. I giovani di oggi sono in ogni caso spaesati, diso-

    ntati, in debito di comprensione di una realt che non li accetta

    alorizza. Abbiamo loro risparmiato ogni ostacolo e ogni fatica,

    quando ci siamo riusciti. Ma oggi la crisi ci lascia tutti nudi. Loro

    AbSTRACT / Vittime del non lavoro,del dualismo, della precariet, comeesploratori senza ussola, schiacciati dauna gerontocrazia di adulti e attempatiche si credono eterni: i giovani di oggi.

    GERONTOCRAZIA/GENERATION MIx/LAVORO/RACCOMANDAZIONI/FRATTURA GENERAZIONALEtags

    sione, mentre le altre opzioni

    si distribuiscono tra settore

    pubblico (11,7%), piccole im-

    prese (7,3%) e terzo settore(7,2%). evidente lo scarto tra

    il desiderio di lavorare in una

    grande impresa e il fatto che

    ad assumere sono soprattutto

    le piccole imprese.

    Gli tumti. Mentre si rive-

    lano competenti e determinati

    sulle preferenze professiona-

    li, i giovani laureati appaiono

    pi sperduti e smarriti sugli

    strumenti da utilizzare nella

    ricerca del lavoro. Emerge con

    forza, ma anche con malinco-

    nia, linvio diretto e spontaneo

    del curriculum alle aziende

    (68,2%), che come sappiamo

    rischia di finire nel cestino,

    vista la qualit media delle

    compilazioni e le quantit che

    arrivano nelle imprese, spesso

    senza guizzo e differenziale.

    Nettamente poco utilizzati i

    servizi di placement (24,2%), le

    agenzie per il lavoro (19,4%) e

    le fiere del lavoro (17%). Questa

    osservazione una bella sfida

    e fonte di riflessione per le im-

    prese che puntano sullemplo-

    yer branding.

    ci. Per avanzare nel-

    la professione e nel lavoro,

    i giovani ritengono di dover

    puntare su impegno e volont

    (53,9%), ma anche su compe-

    tenza e merito (53,5%). Seguo-

    no adattivit e curiosit. Alle

    raccomandazioni e alla fortu-

    na i giovani assegnano un ma-

    gro 7%, ma in cuor loro sanno

    di mentire.

    I giti. Il confronto con i

    genitori offre ulteriori spunti.

    I giovani pensano di essere

    pi curiosi (93,2%), pi aperti

    (92,5%) e pi informati (85,5%)

    di mamma e pap; pi consu-

    misti, decisamente (67,5%) ma

    anche meno soddisfatti (58,6%)

    e pi individualisti (68,1%).

    Sono decisamente pi orientati

    ai mezzi, ai linguaggi e alle tec-

    nologie, ma hanno problemi di

    rapporto con le persone e con

    la realt. Sopra tutti c anche il

    fatto che non sono disponibili a

    fare i sacrifici che hanno fatto

    i loro genitori: fine della vitali-

    t, del successo come sforzo e

    come impegno?

    U ptt gil.

    A questo punto, vista lanalisi,

    sarebbe ora di fare qualche

    proposta. necess

    gere un nuovo pat

    zionale, non in-out

    win, nel quale tutt

    portare a casa qualc

    siano soddisfatti. L

    generazionale orm

    mata, bisogna rec

    baratro. Idealment

    di gestire un pass

    testimone, una sta

    giovani e adulti, cult

    nomica, contrattua

    ascoltarli e lascia

    mondo migliore di

    biamo trovato.

    PUbbLICAZIONIMUOVITI! IL PARACADUTE PER I GIOVANI CHE VOGLITROVARE LAVORO E DECIDERE DELLA PROPRIA VITAR. bolles, C. Christen - Sonda, 2011

    aLTer PasserInI

    ornalista, La Stampa

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    10/27

    6

    Riavvicinare le donne al mercatodel lavoro: ecco un modello made in Ital PUbbLICAZICONCILIAZIONE TRDI LAVORO E TEMP

    AA.VV - Ruettino

    TASSAZIONE DIFFERENZIATA/CONCILIAZIONE/CULTURA/CONGEDO PARENTALtags

    ontrappUnti di Serena Scarpello

    na tassazione differenziata per genere per riequili-

    are il mercato del lavoro. questa la proposta che

    ndrea Ichino ha lanciato insieme ad Alberto Alesina.

    che si basa su maggiori incentivi alle persone prima

    he alle imprese per rompere quei condizionamenti

    cio-culturali che ancora oggi in Italia tengono le

    onne lontane dal mercato del lavoro.

    tt Ihi, ph iti util diut di quta ppta?

    rch in Italia il lavoro delle donne come una fonte di energia

    e non stiamo usando nel modo pi efficiente. Cos come quella

    aschile, peraltro. Quella delle donne la usiamo quasi totalmente

    casa; quella degli uomini quasi totalmente nel mercato. Proba-

    mente ci sono molti maschi che vorrebbero dedicare pi tempo

    a famiglia ma non lo fanno perch, nellattuale situazione, i redditi

    miliari sono tali per cui conviene che luomo lavori e la donna

    a a casa, o prenda congedi parentali, il part-time, ecc. Da questo

    nto di vista gli asili servono poco perch consentono alle donne

    avorare di pi, ma non di fare carriera, perch ci che conta chi

    ve smettere alle cinque per andare a pr endere il bambino allasilo.

    bSTRACT / Nel lungo periodocondizionamento culturale soccomerfronte ai mutati incentivi che indurrannocoppie a scegliere lieramente chi starcasa, in modo equilirato tra i sessi.

    gli uomini? I comitati per le pari

    opportunit dovremmo farli in

    casa, non nelle aziende o negli

    uffici pubblici.

    nl li LItalia fatta i

    aa ttlia m i uli

    i famiglia ia mal diti-

    uiti ta umii d,

    m qut ultim lavi

    di pi. I h md i pt-

    upa qutimpa?

    I h md ilia fami-

    glia lav? su a dv-

    puta il gv Mti?

    Il problema non di dare alle

    sole donne lo strumento per

    conciliare la famiglia col lavo-

    ro, perch questo vuol dire ave-

    re dato per scontato che siano

    le donne a doversi occupare

    dei problemi della casa. Per

    cambiare gli equilibri noi pen-

    siamo che si debbano tassare

    le donne meno degli uomini. La

    proposta ha un effetto di breve

    periodo, che deriva da un prin-

    cipio di ottimalit fiscale noto

    agli economisti. Cio che, se lo

    Stato vuole ottenere un certo

    gettito, conviene tassare di pi

    i beni con offerta o domanda

    rigida e meno gli altri.

    Ma quta ppta iflui-

    ah ul dizia-

    mt ti-ultual h

    i Italia pa mlt?

    Si: nel lungo periodo il condizio-namento culturale soccomber

    di fronte ai mutati incentivi che

    indurranno le coppie a sceglie-

    re liberamente chi star a casa,

    in modo equilibrato tra i sessi.

    Quando lattitudine culturale

    sar cambiata le aliquote po-

    tranno tornare ad essere uguali

    per donne e uomini.

    ch lazi ta la miu-

    a auiata dal gv

    Mti di dtaazi dll

    imp h aum d-

    la vta ppta?

    La detassazione delle imprese

    prevista dal governo Monti far

    fatica a risolvere il problema. In

    primo luogo, la ricerca econo-

    mica ha dimostrato che se si

    vuole aumentare loccupazione

    di una categoria di persone

    pi efficace, a parit di costo

    per il bilancio, dare alle perso-

    ne stesse lincentivo a trovarsi il

    lavoro, piuttosto che alle azien-

    de. E questo perch le prime

    hanno motivi pi forti delle se-

    conde per reagire allincentivo.

    singolare che in Italia latten-

    zione sia sempre sulla detas-

    sazione fiscale delle aziende

    e mai su quella delle persone.Ed anche singolare che se si

    propone una detassazione per

    le donne gli uomini insorgono,

    mentre una detassazione per le

    imprese che assumono donne

    passa senza un battito di ciglia.

    Ta l ipti ul tavl

    ah la piil itduzi-

    di u gd patal

    ligati. ca pa?

    Penso che sia una buona idea

    non nella forma di congedo

    maschile obbligatorio, ma nel-

    la forma di congedo maschile

    incentivato attraverso una tas-

    sazione pi favorevole per le

    donne. Il modo per farlo que-

    sto. Consideriamo una famiglia

    che debba assistere figli piccoli

    o genitori anziani. Oggi sar tipi-

    camente la donna (madre, figlia

    o sorella) a rinunciare in tutto

    o in parte al lavoro dato che il

    reddito delluomo (padre, figlio

    o fratello) maggiore. Questa

    situazione cambierebbe, per,

    se le donne potessero accede-

    re ad una significat

    zione di imposta pre

    una certificazione de

    luomo ha preso in l

    congedo parentale pre i familiari. Con qu

    zione (una forma di j

    intra-familiare), lo s

    i sessi generato da

    fiscale avverrebbe in

    allinterno di ciascun

    Al tempo stesso, com

    a diffondersi lidea, a

    imprese, che i comp

    ri possono essere e

    distribuiti tra donne

    sap idia

    dll up a u

    imt?

    No: una volta tanto

    essere noi allavangu

    rimentando la tass

    ferenziata per gene

    riamente a quanto s

    pensare, i modelli s

    non sono un grande

    moltissime donne la

    sono molto segrega

    pazioni particolari. No

    in Norvegia hanno p

    quote rosa nei cda, m

    luzione che non pu f

    c h ti l d l-

    ta dal mat dl lav?

    Le donne lavorano in casa il

    doppio degli uomini. Da una

    ricerca che ho realizzato re-centemente con Alberto Ale-

    sina, finanziata da Valore D,

    emerso che sommando il la-

    voro in casa e fuori, le donne

    faticano dai 30 ai 40 minuti in

    pi al giorno rispetto agli uo-

    mini. La peculiarit di questa

    ricerca di aver posto le stesse

    domande a entrambi i membri

    di un campione rappresentati-

    vo di coppie. Ciascun partner

    ha dovuto rispondere per se per laltro. Anche gli uomini

    hanno riconosciuto senza am-

    biguit il maggior lavoro delle

    loro compagne. Data questa

    situazione, come possono le

    donne esprimere nel mercato

    del lavoro la stessa energia de-

    rena scarPeLLo

    ornalista, Class CNBC

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    11/27

    8

    Le tutele dei lavoratori: il golden triangletra azienda, sindacati e governo

    Hr allo speCCHio di Flora Nascimbeni

    partita sulla riforma del mercato del lavoro in pie-

    o svolgimento. Quattro sono i tavoli su cui si aperto

    dialogo: le forme contrattuali, la formazione, la fles-

    bilit e gli ammortizzatori sociali. Proprio su questul-

    mo punto governo e parti sociali hanno aperto un

    onfronto serrato che ad ogni modo porter entro la

    imavera ad un cambiamento radicale del sistema

    tutela dei lavoratori cos come lo conosciamo oggi.

    sistema che secondo Gian Luca Grondona, Direttore Risorse

    mane di Indesit Company si rivelato molto utile per tamponare

    effetti della crisi economica in corso. Tuttavia aggiunge occorre

    vorare sul versante delle politiche attive per rendere possibile il

    mpiego dei lavoratori che sono usciti dalle aziende. Ed pro-

    o questo il principio alla base del modello Indesit di gestione

    lle ristrutturazioni, che ha ricevuto il plauso anche dallOrga-

    bSTRACT /Offrono outplacementdote allesodo, utilizzano i contrattitermine solo per attivit stagionali

    limitate nel tempo, adottano forme pr m bl rmnnnovativi di conciliazione, collaoranoon le universit, sono prese ad esempiovincono premi: sono le aziende cheanno scelto modelli strutturati diolitiche attive e investono sul sociale.

    nizzazione Internazionale del

    Lavoro. Noi ci concentriamo

    su tutto quello che pu aiutare

    il lavoratore a ricollocarsi e a

    gestire il cambiamento, al di ldei tradizionali ammortizzatori

    sociali. Studiamo il territorio

    e scegliamo un advisor e una

    societ di outplacement che

    ci supportino nellindividuare

    opportunit di reindustrializza-

    zione dellarea, di formazione

    e di ricollocamento dei lavora-

    tori presso aziende terze. Agli

    incentivi per i datori di lavoro

    che assumono a tempo inde-

    terminato e oltre ai tradizionali

    ammortizzatori sociali, Indesit

    aggiunge una dote allesodo

    per i lavoratori che preferisco-

    no ricollocarsi autonomamen-

    te. Il tutto gestito con il coin-

    volgimento indispensabile di

    Istituzioni e parti sociali. Per

    citare un caso recente, in meno

    di un anno abbiamo gi trovato

    soluzioni per oltre il 70% dei la-

    voratori coinvolti nelle ristrut-

    turazioni degli stabilimenti di

    Bergamo e Treviso.

    Secondo Grondona il cosid-

    detto golden triangle danese

    (azienda, sindacati e governo)

    in questo modo funziona molto

    bene e anche se non tutte le

    aziende possono permettersi

    lo stesso livello di investimen-

    to sul sociale, un modello cos

    strutturato pu costituire un

    valido esempio di politiche non

    solo assistenzialiste ma ancheattive.

    Al centro della partita tra gover-

    no e parti sociali c poi il fami-

    gerato contratto unico che, si

    tratti della versione Boeri/Ga-

    ribaldi o Ichino, mostra diversi

    punti di interesse dice Grondo-

    na. Penso che sia importante

    lavorare sulle politiche attive,

    su questo si pu e si deve fare

    molto. Ci sono persone che

    rimangono per tanti anni in

    cassa integrazione, una vita

    lavorativa di questo tipo non

    aiuta la crescita n del Paese

    n tanto meno del lavoratore.

    Ma le pulizie di primavera ri-

    guarderanno soprattutto la

    giungla di contratti in cui il

    mercato del lavoro italiano si

    ritrova: parliamo di una cin-

    quantina di contratti atipici

    che secondo alcuni aiuta se-

    condo altri ostacola chi cerca

    lavoro. Per Fausto Palumbo,

    Head of HR del Gruppo Nestl,

    la forma normale di impiego

    il rapporto a tempo inde-

    terminato, in conformit con

    gli standard internazionali di

    social accountability, mentreDOTE ALLESODO / GOLDEN TRIANGLE / SOCIAL ACCOUNTAbILITy / MATERNITy ktags

    i contratti a termine vengono

    utilizzati solo per attivit sta-

    gionali o limitate nel tempo.

    Alla base di questa decisione

    c il fatto che Nestl crede fer-mamente che le persone siano

    lasset strategico dellazienda:

    da qui deriva il nostro impegno

    ad offrire sempre condizioni

    di lavoro di alta qualit, con

    imprescindibili contenuti di

    sicurezza e di coinvolgimento

    delle persone. Semplificare

    corretto risponde Grondona

    a patto che per amore della

    semplificazione non si vadaa pregiudicare una corretta

    flessibilit del lavoro nel no-

    stro Paese. Non dobbiamo mai

    dimenticare che senza flessi-

    bilit il nostro sistema Paese

    non sarebbe competitivo. Cer-

    tamente la flessibilit cattiva

    va disincentivata, ma ricordia-

    moci che dopo le riforme che

    hanno introdotto i contratti

    flessibili loccupazione in Italia cresciuta notevolmente. Le

    statistiche dimostrano inoltre

    che luso dei contratti flessibili

    in Italia ancora minore che

    negli altri Paesi europei. E a

    proposito di altri modelli, spes-

    so economisti e gi

    fanno riferimento a

    danese di flexsecur

    dello che, come spie

    bo fu introdotto pecerte rigidit del m

    lavoro, avendo com

    vo il far convivere

    flessibilit, sia in e

    in uscita, e massi

    per i lavoratori che

    posto o che sono i

    un impiego. Di per

    ta di un modello ch

    reggere bene anche

    della crisi. Tuttavia

    ge, non bisogna na

    te dimenticare che

    e Italia sono Paesi

    storie molto diverse

    sia dal punto di vis

    che economico: no

    pensabile ladozione

    di un modello di ge

    mercato del lavoro s

    essere efficace in u

    te contesto socio-e

    Penso che sia giusto

    quali strumenti ven

    tati allestero per tra

    ed idee nuove, ma a

    tempo non dobbiam

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    12/27

    0

    PUbbLICAZIONIVALORE, IMPRESA E SISTEMA PAESE. STRATEGIE DAZIENDAPER LA GENERAZIONE DI VALORE SOSTENIbILEM. Dallocchio, E. Teti - EGEA, 2011

    di trovare soluzioni pronte

    uso da applicare in Italia.

    nvece sul fronte della colla-

    razione azienda, sindacati e

    ituzioni nelle politiche attive

    r il reimpiego dei lavoratori

    e Grondona vede gli spunti

    interessanti. Se in Italia

    scissimo a garantire pi ef-

    acia nelle politiche di rein-

    duzione al lavoro allora forse

    i sarebbe pi facile parlare

    che di flessibilit in entrata

    n uscita.

    allone dAchille della tanto

    scussa flessibilit resta il suo

    pporto con i diritti dei lavora-

    ri. La competizione globale

    pone alle aziende di essere

    pide nel riorganizzare le pro-

    e attivit quando il mercato

    richiede sottolinea Grondo-

    . Credo che il modo miglio-

    per conciliare i diritti con la

    ssibilit sia proprio quello di

    perare una logica esclusiva-

    ente assistenzialistica per fo-

    calizzarsi soprattutto sul lavoro.

    Aziende, istituzioni e sindacati

    debbono creare le condizioni.

    Secondo Palumbo occorre in-

    nanzitutto chiarire di quale fles-

    sibilit parliamo. Per le nostre

    attivit, per garantire sempre

    al consumatore la freschezza e

    qualit che contraddistingue i

    nostri prodotti, noi abbiamo bi-

    sogno di una grande flessibilit

    della prestazione lavorativa ma

    non abbiamo necessit che il

    rapporto di lavoro sia precario.

    Per questo Nestl, in linea con

    lobiettivo di offrire condizioni

    di lavoro di qualit, negli ultimi

    anni ha concordato con il sinda-

    cato una forma di part time fles-

    sibile che ha permesso a centi-

    naia di lavoratori stagionali di

    avere unoccupazione a tempo

    indeterminato. Conciliare di-

    ritti e flessibilit possibile:

    nella nostra esperienza siamo

    riusciti a conciliare le esigen-

    ze di variabilit e flessibilit

    produttiva con il superamen-

    to della precariet, favorendo

    coinvolgimento e sicurezza

    sul lavoro. Le nostre politiche

    di welfare sono coerenti con

    lobiettivo di offrire un impiego

    di qualit. Cos come chiedia-

    mo flessibilit operativa per

    garantire qualit ai consuma-

    tori, cos offriamo flessibilit ai

    nostri collaboratori per favorire

    un corretto equilibrio tra vita

    professionale e privata. Pro-

    prio per gli strumenti innova-

    tivi di conciliazione sviluppati

    allinterno dellazienda, Nestl

    ha ricevuto nel 2011 il PremioFamiglia Lavoro assegnato dalla

    Regione Lombardia e da ALTIS

    - Alta Scuola Impresa e Socie-

    t - dellUniversit Cattolica del

    Sacro Cuore. Le nostre inizia-

    tive di work life balance sono

    numerose ed in continua evo-

    luzione, per corrispondere alle

    esigenze delle nostre persone.

    Solo per citare alcuni esempi,

    Nestl va dal supporto alla ge-

    stione dei figli, con gli asili nido

    aziendali e con il Progetto 90

    giorni (che permette di ospita-

    re i figli dei dipendenti durante i

    periodi di chiusura delle scuole

    presso la Sede aziendale, dove

    sono coinvolti in attivit ludico-

    educative) sino al telelavoro,

    che apre nuove possibilit di

    flessibilit personale e favori-

    sce laffermarsi di una cultu-

    ra aziendale che valorizza la

    performance, pi della mera

    presenza in ufficio.

    Da sede a sede, da Paese a Pae-

    se variano invece le politiche

    di welfare aziendale di Indesit

    Company. Potrei parlare delle

    convenzioni con asili, palestre,

    negozi o delle polizze assicura-

    tive o di tanti altri servizi, ma

    dovendo fare una sintesi, par-

    tirei dal clima aziendale che

    da sempre aperto, informale

    e genuino. Mi sembra poi im-

    portante sottolineare limpe-

    gno che mettiamo nel cercare

    di assecondare le inclinazioni

    delle persone, fornendo mol-

    te possibilit di job rotations

    anche internazionali. Inoltre,il nostro sistema incentivan-

    te prevede la partecipazione

    di tutti, manager e impiegati

    ma anche operai, ai risultati

    aziendali.

    Le persone al centro dellazien-

    da quindi, a partire dalle cate-

    gorie pi deboli: i giovani, le

    donne, gli over 50. Proprio a

    loro sono rivolte con maggiore

    attenzione le tutele da parte

    delle aziende, a partire dai gio-

    vani per i quali Nestl ha ade-

    rito ed certificata da Bollino

    Ok Stage, liniziativa promossa

    dalla Repubblica degli Stagisti

    per rendere immediatamente

    riconoscibili le aziende che si

    impegnano a utilizzare lo stru-

    mento dello stage secondo

    una serie di criteri virtuosi,

    riassunti nella Carta dei diritti

    dello stagista.

    Per quanto riguarda le don-

    ne, invece, negli ultimi anni

    lazienda leader nellalimenta-

    re ha deciso di approcciarsi in

    modo strategico alla materni-

    t con lobiettivo di salvaguar-

    dare il benessere delle madri

    lavoratrici. A livello di Gruppo,

    infatti, stato sviluppato il

    Maternity Kit, un progetto di

    informazione che fornisce alle

    donne in attesa le linee guida

    per gestire al meglio il proprio

    periodo di maternit allinterno

    dellazienda con benefici per

    entrambe le parti. In partico-

    lare, le aree trattate riguardano

    la gestione del percorso profes-

    sionale durante la maternit,i diritti legati alla maternit, i

    passi amministrativi e i servizi,

    e infine i benefit che il Gruppo

    Nestl mette a disposizione

    alle mamme.

    Secondo Grondona a livello di

    sistema Paese che c ancora

    molta strada da fare. Ad esem-

    pio, inserendo un meccanismo

    di diminuzione progressiva del

    costo del lavoro per gli over 50.

    Se si vuole che le persone arri-

    vino a lavorare fino a 70 anni,

    bisogna rendere sempre pi

    conveniente alle imprese il fat-

    to di tenerle a bordo. Inoltre per

    facilitare lingresso nel mondo

    del lavoro dei giovani credo che

    vada perseguito il modello tede-

    sco di alternanza scuola lavo-

    ro. In questo senso, Indesit ha

    sviluppato il Progetto Campus

    impegnandosi insieme allUni-

    versit in un affiancamento di-

    dattico finalizzato a preparare

    giovani ad alto potenziale, gi

    durante il percorso universita-

    rio, ad un ingresso veloce ed

    efficace nel mondo del lavoro e

    quindi allinserimento in azien-

    da in posizioni chiave.

    INDESIT COMPANyIdit cmpy t i ld i eup ll pdui mmi lii

    di lttdmtii (lavabiancheria, asciugabiancheria, lavastoviglie, frigoriferi, co

    cucine, cappe, forni e piani cottura). leader assoluta in importanti mercati come

    Regno Unito e la Russia. Il fatturato del Gruppo nel 2010 stato di 2,9 miliardi di eu

    Company ha 14 stabilimenti produttivi (Italia, Polonia, Regno Unito, Russia e Turchia

    16.000 persone. Indesit, Hotpoint e Scholts sono i principali marchi del Gruppo.

    Gi Lu Gd, 41 anni, Direttore Risorse Umane

    Company. Dopo una laurea in Scienze politiche ed esperie

    direzione del personale di Fiat Auto, entra in Indesit Company nel 2001. Nel corso di

    nio ricopre ruoli di crescente responsabilit allinterno delle diverse aree delle risors

    Dopo una prima esperienza in stabilimento, nel 2004 diventa Responsabile delle riso

    per le attivit industriali e poi Direttore delle risorse umane per larea tecnica e in

    gestendo il personale di tutti i siti produttivi e delle Direzioni di prodotto e innova

    2009 completa quindi il suo percorso assumendo la guida del personale per le are

    Marketing e Service.

    GRUPPO NESTLIl Gupp ntl pt i Itli dl 1875, qud tt gitt Mil l

    Fi Ltt ntl, limt mplt p i m ii lttti. Occupa circa 5.

    denti suddivisi in 18 stabilimenti produttivi (oltre alla sede centrale di Milano). Oggi

    diverse realt: Nestl Italiana, Sanpellegrino, Nestl Purina Petcare, Nespresso. leade

    nel food & beverage, con sede in pi di 140 Paesi, con una gamma di oltre 10.000 prod

    della tradizione e della pi avanzata ricerca nutrizionale al mondo. Le dimensioni e la

    bilit di mercati cos ampi e diversi fra loro si traducono nellimpegno a sviluppare e

    un corretto approccio alla nutrizione e a un corretto stile di vita, che non pu presc

    unequilibrata alimentazione ed idratazione.

    Fut Plum, 46 anni, napoletano, sposato con tre figli

    HR Nestl in the Market. Dopo una laurea in Scienze Politiche

    un MBA e successivamente si specializza allestero. Inizia la sua professione in con

    formazione, seguono otto anni in General Electric in Italia e allestero, due anni in A

    Wolters Kluwer. in Nestl dal 2008.

    GIan LUca GronDona

    Direttore Risorse Umanedi Indesit Company

    FaUsTo PaLUMbo

    Head of HR Nestlin the Market

    Hr allo speCCHio di Flora Nascimbeni

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    13/27

    2

    Per unEuropa pi forteA COLLOQUIO CON MARTIN SCHULZ, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

    PUbbLICAZILA COESIONE EUROG. Daeni, A. PalmEdizioni Goliardiche

    REGOLE/EQUIT/COESIONE SOCIALE/OCCUPAZIONE/RILANCIO ECONOMIAtags

    oCiet e territori di Francesco Guidara

    a poche settimane Presidente del Parlamento Eu-

    peo, Martin Schulz accetta volentieri di parlare con

    avori in Corsoe di offrire il suo osservatorio per una

    igliore comprensione del futuro del welfare europeo.

    a premessa - spiega Schulz, 57 anni, socialdemocratico, nato a

    chweiler in Germania - che non si possono risolvere le crisi

    gliando i bilanci. Piuttosto varrebbe la pena di introdurre sui

    ercati finanziari regole migliori, a cominciare da unimposta

    lle transazioni, un intervento deciso contro la speculazione e

    ampliamento del numero delle agenzie di rating.

    AbSTRACT /Siamo la prima generazionea non avere pi la certezza che i nostrigl rnn mgl n.Solo unEuropa unita potr difendereil nostro modello socio-economico.

    certa flessibilit nei percorsi

    professionali, per permette-

    re alle imprese di adeguarsi

    alla domanda e al mercato

    in rapida trasformazione. Ma

    dallaltro lato hanno previsto

    un accompagnamento del la-

    voratore nella re-inserzione

    lavorativa, con sussidi di disoc-

    cupazione adeguati, formazio-

    ne, riqualificazione: un investi-

    mento da parte pubblica per

    affrontare meglio la mobilit

    nel corso della vita lavorativa.

    Qual il u pi ulla

    quti dlla paizza-

    zi h p mlti givai

    appta la faia pg-

    gi llffta di lav?

    I Italia gli ultimi dati di

    h ia 2,7 milii di p-

    za pt fi

    h il 47% di givai ud

    25 ha u tatt a tmi.

    Siamo la prima generazione a

    non avere pi la certezza che

    i nostri figli staranno meglio

    di noi. Dare speranze ragione-voli e realistiche ai giovani

    essenziale, ma io sono convin-

    to che solo unEuropa unita e

    politicamente forte potr di-

    fendere il nostro modello so-

    ciale ed economico. Anche la

    Germania, che il Paese pi

    grande in Europa, rappresen-

    ta in fondo appena l1,2% della

    popolazione mondiale: come

    possiamo pensare di farcela

    da soli nel contesto della glo-

    balizzazione?

    cm pu leupa, i d

    di Palamt di cmmi-

    i, aiuta i igli Pai

    a t la diupazi-

    gi i pimi mi?

    Si tratta di una competenza

    principalmente nazionale,

    ma lEuropa pu sostenere e

    coordinare gli Stati membri

    nella creazione di posti di la-

    voro. A mio avviso, il cosiddetto

    Patto fiscale monco, perch

    manca un pilastro che vincoli

    i governi a raggiungere deter-

    minati obiettivi anche in ter-

    mini di crescita e impiego. Ma

    liniziativa per la crescita della

    Commissione va nella buona

    direzione, il Parlamento cer-cher di rafforzarla.

    LEuropa per ora ha focalizzato

    la sua attenzione pi sulle mi-

    sure di rigore e disciplina dei

    bilanci che sulla crescita e loc-

    cupazione, e questo a mio avvi-

    so un errore. Non si possono

    ridurre i debiti pubblici senza

    un rilancio delleconomia, per

    questo servono investimenti.

    Negli ultimi tempi i leader eu-

    ropei sembrano essersi resi

    conto che le misure per loc-

    cupazione sono essenziali al-

    meno quanto lausterit.

    Il Pidt dlla cmmi-

    i ba ha da p

    laiat ua i di iizia-

    tiv p matt la di-upazi givail. Qual

    il u giudizi?

    Si tratta di un passo nella buo-

    na direzione, anche se non suf-

    ficiente. Purtroppo n

    ancora promossa ne

    ziativa che vincoli i g

    attuare misure per

    e loccupazione. Vor

    que ricordare che le

    sociali e del lavoro

    competenza prim

    nazionale, e che l

    un ruolo di coordin

    di orientamento.

    LItalia, ma ah mlti alti

    Pai upi, ta if-

    mad il mat dl Lav-

    i u tt diffiil di

    pa pulia. Li m im-

    magia il wlfa i pi-

    mi ai i eupa?

    Una cosa certa: i tagli non

    devono essere fatti a spese

    delle fasce sociali pi deboli

    e dei lavoratori, che non han-

    no responsabilit nella crisi

    eppure ne stanno gi pagan-

    do le conseguenze. Il rigore

    fiscale non colpisce i ricchi,

    che hanno meno bisogno dei

    servizi sociali. Per questo la

    crisi non deve rappresentare

    una scusa per rendere an-

    cora pi precari il lavoro e i

    diritti. Per quanto riguarda le

    riforme, non ci sono formule

    valide per tutti: in certi Paesi

    e in certi settori, il mercato

    del lavoro pu essere riforma-

    to per aumentare la compe-

    titivit senza danneggiare i

    lavoratori, in accordo con le

    parti sociali. Questa la cosa

    pi importante: che le riforme

    non penalizzino le fasce pi

    deboli. pensando alle loro

    preoccupazioni che dobbia-

    mo svolgere il nostro lavoro

    quotidiano.

    M i igifih a-

    h m vizi m qua-

    lit p i ittadii. Qut p-

    t mtt a ihi, d

    li, la i ial?

    S, il rischio c. Per questo

    importante che tutte le ri-

    forme siano fatte nel segno

    dellequit e della giustizia

    sociale. In diversi Paesi euro-

    pei i giovani protestano contro

    un sistema economico in cui

    una minoranza accumula pro-

    fitti, facendo pagare il conto

    alla collettivit, un sistema

    in cui cresce il sospetto che

    anonime agenzie di rating del

    credito a New York siano pi

    potenti di governi e parlamen-

    ti democraticamente eletti.

    Per questo essenziale che gli

    sforzi dei governi per far tor-

    nare i conti si concentrino su

    una lotta senza tregua alleva-

    sione fiscale, ai paradisi fisca-

    li, e poi, a livello europeo, sulla

    creazione di una tassa sulle

    transazioni finanziarie e sugli

    eurobond, come il Parlamento

    chiede da tempo.

    Guadad al mat dl

    lav i mdlli,

    i eupa, h i t di

    iglia agli alti Pai?

    empi di u patih

    h pt util

    divid?

    Un buon esempio quello

    scandinavo. La Svezia, la Dani-

    marca, hanno s introdotto unaarTin SChulz

    rancesco GUIDara

    poredattore centrale,Class CNBC

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    14/27

    4

    FLExSECURITy/REDDITO GARANTITO/INDENNIT/TFR/GIOVANItags

    oCiet e territori di Ada Del Castello

    Per un modello di bl tutto italiano:i nodi da sciogliere

    bSTRACT /Occorreree primareare dei seri ammortizzatori sociali

    n caso di perdita del lavoro e poirr n l bl. Qer un semplice motivo: un mercatobl, v h pr l lvrespulso, non serve a nessuno.

    lavorativo non inferiore a quel-

    lo ridotto ai lavoratori che si av-

    valgono della predetta facolt.

    Questo sarebbe un modo per

    coniugare pensioni e lavoro e

    soprattutto a costo zero per le

    imprese. Leffetto ne

    le finanze pubbliche

    po parziale delle rifo

    be a mio avviso com

    quello positivo legat

    alle entrate fiscali,

    ogi Pa ha l u gl

    ma tutti ha u itma

    di tutla p l h

    mmtaamt uitidal md dl lav. p-

    iil itdul ah i

    Italia?

    Direi che allo stato attuale non

    si capisce quale sia la strategia

    politica definitiva sul merca-

    to del lavoro. La cosa che mi

    sento di dire che si cercano

    spesso soluzioni innovative

    tese a ridurre le garanzia dei

    lavoratori. Mi riferisco, tra le

    altre cose, alla messa in di-

    scussione dellart. 18 dello

    Statuto dei lavoratori, quan-

    do invece si potrebbero usare

    meglio strumenti gi esistenti.

    Faccio un esempio. La Legge 23

    dicembre 1996, n. 662, al fine

    di incentivare lassunzione di

    nuovo personale, prevede che

    ai lavoratori in possesso dei re-

    quisiti di et e di contribuzione

    per laccesso al pensionamen-

    to di anzianit pu essere rico-

    nosciuto il trattamento di pen-

    sione e il passaggio al rapporto

    di lavoro a tempo parziale in

    misura non inferiore a 18 ore

    settimanali.

    La facolt di cui sopra vale a

    condizione che il datore di la-

    voro assuma nuovo personale

    per una durata e per un tempo

    flessibilit non qualcosa che va confrontata o

    mportata da altri Paesi ma va calata nella realt

    ciale del nostro Stato. A dirlo Francesco Vallac-

    ua, direttore del Master MAPA presso lUniversit

    arlo Cattaneo LIUC. Come dire, lerba del vicino non

    sempre pi verde.

    sistema di tutela dei lavoratori varia da Paese a Paese, ma la

    alt che la maggior parte dei Paesi europei ha un sistema

    e tutela chi momentaneamente fuoriuscito dal mondo del

    voro. Dalla flexsecurity danese al sistema tedesco e al reddito

    rantito minimo francese, fino allarticolato sistema di aiuti

    onomici inglese, e a molti altri: i welfare prevedono indennit

    disoccupazione, coperture di varie tipologie, con requisiti e con

    gole differenti. Il sistema di indennit fortemente strutturato

    tutti questi casi.

    Italia il tema degli ammortizzatori sociali al centro del dibattito

    a governo e parti sociali. Queste ultime temono che con la scusa

    far quadrare i conti vengano limitate le tutele dei lavoratori.

    altra parte il governo Monti indica la riforma del mercato e in par-

    olare la tanto citata flessibilit come antidoto alla stagnazione

    economica e come calamita

    per gli investimenti allestero.

    I h md la ifma dlmat dl lav dlla Mi-

    ita F i p i

    fti dgli alti Pai u-

    pi?

    Io penso che occorrerebbe

    procedere con un percorso

    inverso a quello di cui spesso

    si parla. A mio avviso occorre-

    rebbe prima creare dei seri

    ammortizzatori sociali in caso

    di perdita del lavoro e poi pro-

    cedere con la flessibilit.

    Questo per un semplice motivo:

    un mercato flessibile dove inve-

    ce chi perde il lavoro espulso,

    soprattutto se in unet sensibi-

    le come quella tra i 40 e 50 anni,

    non serve a nessuno.

    si fa p ifimt al

    mdll di flxuity da-

    . Pu fa da ula p

    il t itma?

    Direi che il sistema re-distri-

    butivo e fiscale non rende

    paragonabili le esperienze.

    In ogni caso sono tra coloro

    che ritengono che venuto il

    momento di guardare un po

    meno fuori per studiare meglio

    le nostre peculiarit. Va studia-

    to un modello di flessibilit che

    si addica al nostro Paese, alla

    nostra realt sociale, anche

    alla nostra cultura.

    rtmt la Gmaia

    i auguata h il gv

    Mti i fmi a mt

    tada. Il mdll td

    pu fa da ula al t

    itma?

    Mi lasci fare una battuta. Ogni

    volta che la Germania ha volu-

    to fare la prima della classe ne

    venuta fuori una nuova guer-

    ra: come si dice se non impari

    niente da una sconfitta vuol

    dire che ne meriti unaltra.

    L ppt dl gv

    Mti a qual Pa up

    i avviia di pi?

    Se fossi un componente del

    governo risponderei con

    le parole usate per spiega-

    re ufficialmente la riforma

    pensionistica: Linsieme dei

    provvedimenti relativi alle

    pensioni abbraccia unottica

    di lungo periodo, ma orienta

    nellimmediato lapplicazione

    di principi di equit, di traspa-

    renza, di semplificazione e di

    solidariet sociale. Questi

    sono principi comuni a tutti!

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    15/27

    6

    ManpowerGroup, c la sa csldaa

    xs, cgl a d c

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    Aas gl c Manpower Academy,gl -dba sll cal qs

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    Diffondiamo idee per una societ in evoluzione

    MANPOWER

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    t

    PUbbLICAZIONIIL DIRITTO AL LAVORO POSSIbILE. LA RIFORMA DEL SISTEMADI GESTIONE AMMINISTRATIVA DEL MERCATO DEL LAVORO EDI NUOVI SERVIZI PER LIMPIEGO IN ITALIAM. Ghirotti - Franco Angeli, 2011

    oCiet e territori di Ada Del Castello

    imismo che un nuovo posto

    lavoro genera soprattutto

    lle giovani generazioni.

    ual dv il

    ppt ta i divi amm-

    zzati iali?

    mplicemente dare un mag-

    ore equilibrio per gli inter-

    nti a favore del sostegno dei

    giovani.

    uali dv pval?

    ccorrerebbe un ripensa-

    ento di istituti quali quello

    l TFR. A mio avviso andrebbe

    teso anche ai lavoratori pa-

    subordinati per consentire

    ro cos un possibile accesso

    ncreto alla previdenza com-

    ementare.

    Quad i pala dl ma-

    t dl lav dl itma

    di wlfa i patila, i

    pu pala di uamalia

    italiaa?

    Guardi, per me lanomalia

    non puntare sulla crescita e

    sulla modifica dei parametri

    economici usati fino ad oggi.

    In tempi di cambiamento ci

    si deve interrogare se i criteri

    che hanno guidato nel pas-

    sato siano validi anche per il

    futuro.

    In sostanza la questione que-

    sta: il PIL ancora lindicatore

    pi valido per misurare il be-

    nessere sociale e la crescita

    di una economia e quindi per

    collegarvi il rendimento delle

    pensioni ed i parametri di ri-

    gore sociale su cui si basano i

    trattati europei?

    Quali a u pa l

    id pi aggi di qu-

    t gv p ifma il

    mat dl lav?

    Forse lidea di forme di decon-

    tribuzione dalla previdenza

    obbligatoria a favore di for-

    me di previdenza integrative.

    Tuttavia suggerisco a chi ha

    scritto la norma di correggere

    il termine schemi di previden-

    za integrativa con schemi

    di previdenza complemen-

    tare perch altrimenti si ri-

    comprendono strumenti che

    niente hanno a che fare con

    le tutele esistenti per il settore

    dei fondi pensione.

    Spesso in diritto un termine

    sbagliato ha impatti deleteri e

    questo a mio avviso il caso.

    In altri termini la norma

    scritta male.

  • 8/2/2019 LinC Marzo 2012

    16/27

    8

    A Trento prove di xrya favore dei giovani

    PUbbLICAZIONIESPERIMENTI DI FLExICURITy.

    AZIONI DI SOSTEGNOAL LAVORO ATIPICOIN PROVINCIA DI TRENTOa cura dellIrs,Universit di Trento, For.EsFranco Angeli, 2011

    FORMAZIONE TECNICA/PLACEMENT/REPLACEMENTtags

    oCiet e territori di Silvia Bordiga

    AbSTRACT /C da lavorare su un

    atteggiamento ormai radicato che tendea snoare il lavoro manuale. La colpa soprattutto dei genitori, che da un latopngn prpr gl vr rrr colletti ianchi e dallaltra li proteggonoe li sostengono senza consentire lorodi fare esperienze manuali.

    dei genitori, che da un lato spin-

    gono i propri figli verso carriere

    da colletti bianchi e dallaltra

    li proteggono e li sostengonosenza consentire loro di fare

    esperienze manuali, ad esem-

    pio durante lestate. Poi ci si

    sono messe anche normative

    che hanno reso il lavoro estivo

    sempre pi difficile da pratica-

    re, per i giovani e per le aziende.

    Noi stiamo lavorando proprio su

    questo fronte. Il nostro obiettivo

    consentire alle nostre impre-

    se di assumere giovani per il

    periodo estivo. In questo modo

    le aziende farebbero fronte alla

    carenza di manodopera che

    annualmente si presenta in

    quel periodo, mentre i giovani

    avrebbero la possibilit di ave-

    re unentrata anche durante il

    periodo di studio e di provare il

    lavoro manuale, a prescindere

    dalloccupazione futura.

    nl vt pgtt utilizzat

    mlt l uv tlgi, i

    ial twk, gi pii-

    l aal p pmtt ai

    givai di fa t: i a-

    ta qualh p

    qut tma?

    Questa la quarta

    nostro progetto, chechiamato Parola a

    Vogliamo offrire lor

    bilit di esprimere

    avanzare proposte.

    Confindustria Trento

    svolgere un ruolo da

    del confronto e da a

    re delle loro voci. Ab

    organizzato quattro f

    distinti per i giovani, i

    insegnanti e le assoc

    vanili. Sono emersi s

    ressanti, che ora svi

    anche attraverso i n

    a cominciare da una c

    su Facebook. Le pro

    zionate saranno pre

    autunno nel corso d

    assemblea general

    interamente dedica

    ni e ai risultati del p

    successo finale dip

    prattutto da loro. No

    che sia una buona occ

    fare la differenza. Mi s

    anche loro comincino

    nello stesso modo.

    raccogliendo le domande di

    adesione delle aziende, con

    indicazioni sui profili richie-

    sti. Nelle prossime settimane

    procederemo con il matching

    di candidati e aziende e quindi

    partiremo con la formazione.

    Il pgtt pvd ah

    alti aptti, ad mpi la

    pmzi dllimpdi-

    tialit givail. ch tip

    di ipta tat avd dai

    givai?

    In Confindustria Trento abbia-

    mo attivato uno sportello per la

    nuova imprenditorialit, al qua-

    le si possono rivolgere giovani

    che hanno idee imprenditoriali,

    ma che non sanno come tradur-

    le in pratica. In Associazione c

    una persona che presidia il desk

    ed effettua il primo incontro.

    Poi, attingendo alle competen-

    ze interne, si mette in piedi una

    task force che assiste il giovane

    nellelaborazione del progetto

    dimpresa. Abbiamo esperti inmateria di fisco, previdenza,

    incentivi economici, diritto

    dimpresa, ricerca, propriet

    intellettuale e tutto quanto

    pu servire alla costituzione di

    una societ. Inoltre lavoriamo

    a stretto contatto con lAgenzia

    per lo sviluppo provinciale e con

    gli incubatori dimpresa, che di-

    spongono di risorse specifiche.

    Pa h ia piil ua

    ivalutazi dlla ultua

    dl lav, ita m il i-

    avviiamt dgli tudti

    ai lavi mauali?

    Io ci credo fermamente. Cer-

    to, c da lavorare su un at-

    teggiamento ormai radicato

    che tende a snobbare il lavoro

    manuale. Lo dico con una pro-

    vocazione. Una volta si sudava

    per guadagnarsi da vivere, oggi

    invece bisogna guadagnare per

    poter sudare, perch lunica

    pagarsi un abbonamento in

    palestra. La colpa soprattutto

    a le migliori provincie in Italia per occupazione - vanta

    ddirittura un recente +2% di nuovi p osti di lavoro - Tren-

    tuttavia non fa eccezione rispetto al resto dItalia