Liberamente tratto dal testo: “Alunni con BES” di D. Ianes e S. Cramerotti, Erickson, Trento,...
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![Page 1: Liberamente tratto dal testo: “Alunni con BES” di D. Ianes e S. Cramerotti, Erickson, Trento, 2013 A cura di Sergio Carlesso (Funzione Strumentale Area.](https://reader036.fdocument.pub/reader036/viewer/2022062512/5542eb72497959361e8d9aa1/html5/thumbnails/1.jpg)
Liberamente tratto dal testo: “Alunni con BES” di D. Ianes e S. Cramerotti, Erickson, Trento, 2013
A cura di Sergio Carlesso (Funzione Strumentale Area BES) – novembre 2014
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• Quali effetti hanno portato o dovrebbero portare la Direttiva 27/12/2012 e la successiva Circolare del 6 marzo 2013?
• La loro divulgazione ha provocato dubbi e resistenze, previsioni di difficoltà operative, o anche prospettive positive e speranze?
• Proviamo ad analizzare in parallelo i due documenti e ad avanzare alcune considerazioni.
• Ecco di seguito una lettura degli effetti prodotti.
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1) MAGGIORE EQUITA’ NELLA LETTURA DEI BISOGNI DEGLI
ALUNNI•Gli alunni con Bes non rappresentano una terza categoria di alunni problematici.
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Gli alunni con BES sono una macrocategoria che comprende:
-Disabilità
- DSA
- Altre forme di difficoltà
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Dopo la legge 104/92 (disabilità) e la legge 170/2010 (DSA), la normativa lasciava esclusi ampi strati di popolazione scolastica, con problemi ma senza diagnosi cliniche.
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Con le recenti disposizioni sui BES si amplia la gamma di alunni che hanno diritto alla personalizzazione, comprendendo situazioni che non sono né certificate, né diagnosticate.
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2) MAGGIORE RESPONSABILITA’ PEDAGOGICO-DIDATTICA
• Al Consiglio di Classe e agli insegnanti viene attribuito un compito pedagogico-didattico fondamentale: individuare i soggetti con situazioni di Bes non clinicamente rilevate.
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Le disposizioni ministeriali dicono che, anche in assenza di documenti specifici, il Consiglio di Classe, fondandosi su considerazioni pedagogico-didattiche, si esprime in merito al funzionamento problematico dell’alunno e alla personalizzazione necessaria per il suo percorso formativo.
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3) MAGGIORE CORRESPONSABILIZZAZIONE
DEGLI INSEGNANTI CURRICOLARI RISPETTO ALLA
TENDENZA A DELEGARE A QUELLI DI SOSTEGNO
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Un terzo punto che vale la pena sottolineare riguarda il
coinvolgimento esplicito di tutti i docenti, nessuno escluso, nel
progettare e realizzare una didattica più inclusiva e forme
specifiche di personalizzazione (PDP).
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La delega degli interventi speciali soltanto agli
insegnanti di sostegno è uno dei mali cronici della
scuola italiana.
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• Le disposizione ministeriali parlano di una didattica inclusiva per tutta la classe mediante:
• Strutturazione di strategie di adattamento
• Differenziazioni adatte ad includere le varie tipologie di BES
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4) MAGGIORE INCLUSIVITA’ ORDINARIA NELLA DIDATTICA, MAGGIORE ADATTABILITA’ E
FLESSIBILITA’ PER ACCOGLIERE
INDIVIDUALIZZAZIONI
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• Questo è senz’altro il punto più sfidante per gli insegnanti, soprattutto per quelli che usano da sempre format didattici frontali e trasmissivi, cioè la maggioranza.
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• Si tratta per i docenti di provare, collegialmente, a progettare insieme forme didattiche strutturalmente più inclusive.
• A questo proposito presento quattro grandi aree di strategie che possono portare più inclusività diffusa nelle classi.
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1) Scelta di materiali didatticiche permettano di scegliere
livelli graduati di difficoltà
facilitazioni, semplificazioni, complessificazioni a seconda
delle caratteristiche individuali.
Per operare
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2)Modalità con cui si apprende
•Dovrebbero essere tante e differenti da permettere di raggiungere gli obiettivi in modi diversi:
Linguaggi diversi
Qualità delle intelligenze
Modalità espressive diverse
Ruoli diversi
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3) Mediazione dei pari
Aiuto reciproco
Cooperazione strutturata
Se riuscissimo a costruire almeno una parte della nostra attività didattica per piccoli gruppi di apprendimento cooperativo o con modalità di tutoring, realizzeremmo un format didattico già predisposto alla diversificazione dei ruoli, dei materiali, degli obiettivi.
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4) Didattiche laboratoriali
• Uso inclusivo delle tecnologie
• Contesti reali
•Problemi veri
•Costruire e creare attivamente
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5) MAGGIORE INTELLIGENZA SISTEMICA
A LIVELLO DI SCUOLA
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GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI)
• Riceve e rielabora le progettazioni dei Consigli di Classe e Team
• è il cuore e il motore dell’inclusione a livello macro.
• ha il compito di costruire una progettazione sistemica a livello d’Istituto
• Fornisce consulenza ai colleghi.
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GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI)
• Raccoglie le proposte dei singoli Consigli di Classe
• Costruisce il PAI (Piano Annuale per l’Inclusività) che sarà incluso nel POF.
• Il PAI costituirà la base per la trattativa delle risorse necessarie nel prossimo anno scolastico.
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• Si tratta, in conclusione, per i docenti di provare, collegialmente, a progettare insieme forme didattiche strutturalmente più inclusive.
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GRAZIE PER
L’ATTENZIONE