Lezioni corso orl_dangelo
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Seconda Università degli Studi di NapoliSeconda Università degli Studi di NapoliFacoltà di Medicina e ChirurgiaFacoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di Laurea in Medicina e ChirurgiaCorso di Laurea in Medicina e Chirurgia
Dipartimento di Patologia della Testa
Prof. Dott. Luigi D’ANGELO Professore Ordinario e Direttore della Scuola
di Specializzazione in Otorinolaringoiatria
e del Collo, del Cavo Orale e della Comunicazione Audio-Verbale
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ORECCHIOCorpi estranei
Con questo termine si identificano sia i corpi estranei animati (insetti) sia quelli inanimati (semi, perline, pezzetti di carta, etc.), la cui introduzione volontaria introduzione volontaria (o accidentale) nel condotto uditivo esterno determina disturbi auricolari.
Ragno nella porzione profonda del C.U.E.
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Segni clinici
La sintomatologia varia in rapporto al tipo di corpo estraneo: se trattasi di corpo estraneo animato, esso si muove determinando prurito intenso, otodinia e talvolta acufeni; se trattasi di corpo estraneo inanimato, esso provocherà soltanto una sensazione di ostruzione meccanica del condotto
Diagnosi differenzialeDiagnosi differenzialeDeve essere posta con i seguenti quadri clinici:
- Tappo di cerume- Otomicosi- Esostosi del condotto uditivo- Otite esterna
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Trattamento
• Strumentario: • Siringa a tre anelli contenente 100
cc di acqua tiepida• Specchio frontale• Serie di speculi auricolari• Serie di speculi auricolari• Portacotone• Scatola di Hartmann (piccole
pinze auricolari)• Due uncini smussi e protetti• Aspiratore sottile• Pinza a baionetta corta• Garza orlata sterile
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TAPPO DI CERUME
Il tappo auricolare è costituito da una massa ceruminosa igroscopica; esso può comprendere:
- Cerume
- Squame epidermiche
- Entrambe le componenti
Segni clinici• Ipoacusia trasmissiva
• Senso di occlusione auricolare
• Autofonia
• Acufeni
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Prima del lavaggio valutare:- Se il paziente abbia avuto otiti con
perforazione- Se ha dolore auricolare
Attenzione: Quando si procede alla manovra
Trattamento
Quando si procede alla manovra di irrigazione del condotto può qualche volta determinarsi una sindrome vertiginosa da stimolazione labirintica, che si risolve spontaneamente in pochi minuti. Inoltre è possibile provocare accidentalmente una perforazione timpanica ovvero piccole soluzioni di continuo a livello del condotto uditivo esterno
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Otodinia ed Otalgia
Il dolore auricolare può essere conseguente ad una patologia dell’orecchio (otodinia) ovvero ad una lesione extra-auricolare (otalgia)
Eziologia
L’otodinia può essere determinata da patologie a carico dell’orecchio:
- Esterno (otite esterna – foruncolosi - pericondrite – corpo estraneo -miringite bollosa influenzale – herpes zoster oticus – otomicosi – traumi -congelamento del padiglione – neoplasie – dolenzia post-chirurgica)
- Medio (otosalpingite acuta – otomastoidite acuta – otite media barotraumatica - empiema della mastoide - otite media cronica riacutizzata – traumi – neoplasie – dolenzia post-chirurgica)
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L’otalgia può essere secondaria a diversi processi patologici, la cui innervazione sensitiva dolorifica afferisce attraverso:
- V nervo cranico:
Processi flogistici e neoplastici a varie sedi: naso, seni paranasali, rinofaringe, denti (VIII incluso), gengive
Altri: artrite temporo-mandibolare, malocclusione dentaria, patologie ghiandole salivari, nevralgia trigeminale, nevralgia sfeno-palatina
- VII nervo cranico: nevralgia del ganglio genicolato
- IX e X nervo cranico: processi flogistici e neoplastici a varie sedi (lingua, faringe, laringe, esofago, processo stiloideo allungato)
Nevralgia del glossofaringeo
- Nervi del plesso cervicale: lesione della colonna vertebrale
- Connessioni nervose miste: carotidodinia, linfoadenite retroauricolare
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Diagnosi
Corretto approccio al paziente con dolenzia auricolare:
- Anamnesi patologica remota, rivolta al rilievo di patologie internistiche (diabete, insuff. epatica, etc.) e patologie locali (otiti, foruncolosi, etc.)
- Anamnesi patologica prossima per la valutazione di eventuali processi - Anamnesi patologica prossima per la valutazione di eventuali processi patologici recenti generali (influenzali, catarrali, etc.) o locali (dentari, etc.)
- Descrizione del dolore, per la valutazione:
• Della sede e delle eventuali irradiazioni
• Dell’epoca d’insorgenza
• Dell’andamento del dolore (continuo o intermittente)
• Del carattere (pulsante o gravativo)
• Dell’eventuale associazione con altri sintomi otologici (ipoacusia, prurito auricolare, otorrea, vertigini)
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Trattamento
Non è possibile indicare un unico protocollo terapeutico in quanto il trattamento va prescritto in base all’eziologia della sensazione dolorosa
Il provvedimento immediato per il controllo del dolore prevede:
- Somministrazione di analgesici - Somministrazione di analgesici
- Prelievo di eventuale secrezione auricolare per un esame colturale con antibiogramma (con ricerca miceti)
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Pericondrite
Processo infettivo che coinvolge il pericondrio del padiglione auricolare
EziologiaL’infezione è sostenuta da germi piogeni ed è favorita da:
• Traumi con conseguente otoematoma
• Congelamenti
• Ustioni
• Eczemi
• Interventi chirurgici sull’orecchio esterno
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Segni clinici
La cute del padiglione auricolare nella fase sierosa si presenta:
• Tesa
• Tumefatta• Tumefatta
• Arrossata
• Dolente alla pressione
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Nella fase suppurativa, l’essudato purulento scolla il pericondrio e si raccoglie tra quest’ultimo e la cartilagine (otoematoma)
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Trattamento
Il protocollo terapeutico prevede un trattamento antibiotico ad ampio spettro ed antiflogistico (FAS)
Attenzione:
Segni di colliquazione rendono necessaria l’incisione della cute, in posizione declive, al punto di massima fluttuazione alla palpazione; talora può essere opportuna una incisione multipla (in punti diversi)
In genere si applica un sottile drenaggio tubulare, di tipo Redon, ad aspirazione continua, per circa tre giorni
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Foruncolosi
E’ una infezione piogenica del derma, che origina dai follicoli pilosebacei e coinvolge solo il terzo esterno (fibro-cartilagineo) del condotto uditivo esternocondotto uditivo esterno
EziologiaL’agente eziologico più comune è lo Stafilococco aureo, il cui impianto risulta favorito da:
- Lesioni da grattamento
- Clima caldo-umido
- Bagni in acque inquinate
- Otomicosi
- Turbe dismetaboliche
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Otite media acuta
Processo flogistico, a decorso acuto, che interessa l’orecchio medio
Nell’ambito delle patologie, che possono richiedere un trattamento urgente, devono essere prese in considerazione:
- Otite media catarrale acuta
- Otite media purulenta acuta
Il processo infiammatorio, oltre la cassa timpanica, può interessare anche la tuba di Eustachio (oto-salpingite) e la mastoide (oto-mastoidite nell’adulto ed oto-antrite nel lattante)
È possibile riscontrare otiti medie acute dopo una brusca variazione della pressione atmosferica (otite barotraumatica)
Le otiti medie acute possono essere espressione di processi cronici riacutizzati (catarrali o purulenti)
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Eziologia
L’otite media catarrale acuta può essere sostenuta da una patogenesi:
• Meccanica (trasudativa, sierosa ed emorragica), secondaria prevalentemente all’ostruzione tubarica
• Infiammatoria (essudativa), successiva ad un processo flogistico tubarico• Infiammatoria (essudativa), successiva ad un processo flogistico tubarico
L’otite media purulenta acuta è un processo infiammatorio sostenuto da una componente batterica (cocchi piogeni)
I germi raggiungono il cavo timpanico attraverso tre vie:
- Tuba
- Condotto uditivo esterno
- Torrente ematico
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Reperto otoscopico normale in orecchio sinistro
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Segni clinici
Otite media catarrale acutaSensazione di “orecchio chiuso”, con
lieve ipoacusia di trasmissione
• Autofonia e, talora, acufeni
• Vertigini labirintiche • Vertigini labirintiche
• Otodinia
Il quadro otoscopico può rilevare:
• Iniziale iperemia (a livello della pars flaccida e del manico del martello)
• Successivamente una diffusa e marcata iperemia della membrana timpanica
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Otite media purulenta acutaPrima fase (iperemica)
• Sensazione di “orecchio chiuso” con ipoacusia trasmissiva
• Rialzo termico
• Otodinia (sorda e continua)
Seconda fase (essudativa)
• Otodinia pulsante (specie di notte)
• Febbre elevata
• Insonnia
• Cefalea gravativa
Terza fase (perforativa)
• Cessazione improvvisa di dolore
• Fuoriuscita dal condotto uditivo esterno di essudato muco-purulento
L’esame otoscopico evidenzia:
• Prima fase: iperemia diffusa
• Seconda fase: iperemia diffusa con ispessimento ed estroflessione
• Terza fase: perforazione timpanica con eventuale secrezione siero-ematica
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Trattamento• Antiflogistici (FANS)
• Fenilefrina cloridrato
• Efedrina
• Antibiotici
Nelle forme gravi somministrare in associazione un FAS
Le gocce auricolari vengono utilizzate in base alle condizioni della
Attenzione:Nella valutazione clinica dell’otite media acuta deve essere riconosciuto con precisione il suo stadio evolutivo e l’eventuale necessità di procedere ad una in base alle condizioni della
membrana timpanica
Con membrana integra impiegare un anestetico locale da contatto:
- Procaina cloridrato
Con membrana perforata utilizzare composti di tipo antiflogistico ed antibiotico:
- Fluocinolone acetomide + neomicina solfato + polimixina B solfato
necessità di procedere ad una paracentesi timpanica, al fine di evitare una perforazione spontanea della membrana timpanica, che potrebbe diventare permanente
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Paracentesi timpanica
Intervento di elezione nei casi di otite media purulenta acuta quando sia la sintomatologia soggettiva (febbre elevata, otodinia, cefalea) che quella oggettiva (membrana timpanica iperemica, estroflessa) non accennino a risolversi dopo alcuni giorni dall’inizio della terapia antibiotica ed antiflogisticaantiflogistica
Attenzione:
La paracentesi timpanica non va praticata nelle fasi iniziali di un processo flogistico dell’orecchio medio, qualora sia ancora possibile attuare con successo un trattamento medico
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Trattamento
Strumentario:
- Serie di speculi auricolari
- Pinza a baionetta corta
- Portacotone
- Bisturi lanceolato per paracentesi
- Aspiratore sottile- Aspiratore sottile
- Striscette garza orlata sterile
- Specchio frontale
- Otoscopio elettrico o preferibilmente microscopio operatorio
- Tubicini di ventilazione per eventuale drenaggio post-paracentesi
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Complicanze
- Lesione della parete del condotto, specie quando si presenta congesto ed edematoso
- Lesione della parete mediale della cassa
- Lesione delle finestre, quando durante la paracentesi il bisturi lanceolato penetri troppo in profonditàpenetri troppo in profondità
- Lesione del golfo della vena giugulare, in casi eccezionali, per anomala procidenza di essa dal pavimento della cassa
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Osteomielite della mastoide
È una delle più temibili conseguenze di un processo suppurativo dell’orecchio medio: attualmente la sua incidenza è molto rara per il precoce impiego di antibiotici ad ampio spettro e antiflogistici
In corso di osteomielite della mastoide si può essere costretti ad intervenire chirurgicamente con urgenza per alcune gravi complicanze, quali:chirurgicamente con urgenza per alcune gravi complicanze, quali:
- Ascesso (cerebrale, cerebellare, di Mouret e di Bezold)- Meningite otogena- Trombosi del seno laterale- Gravi labirintiti- Paralisi del nervo facciale per erosione del canale omonimo- Petrositi (sindrome di Gradenigo-Citelli)
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Segni clinici
- Intensa dolorabilità evocata dalla pressione digitale esercitata sulla regione mastoidea
- Ispessimento, nella fase iniziale, del periostio mastoideo che, successivamente, tende ad estroflettersi determinando la scomparsa del solco retroauricolare e lo spostamento in senso anterolaterale del padiglione
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In alcuni casi il processo patologico può esteriorizzarsi propagandosi al di sotto del muscolo sternocleidomastoideo
(mastoidite di Bezold) , all’interno della guaina del muscolo sternocleidomastoideo (mastoidite pseudo-Bezold) ovvero lungo il ventre posteriore del muscolo ventre posteriore del muscolo digastrico (mastoidite di Mouret)
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Trattamento chirurgico
Strumentario:- Specchio frontale- Serie di speculi auricolari- Portacotone- Aspiratore- Bisturi
Complicanze:
- Paralisi del nervo facciale
- Osteite persistente
- Stenosi del condotto uditivo esterno- Bisturi
- Pinze emostatiche curve e sottili- Pinze chirurgiche- Due divaricatori a nastro- Elettrocoagulatore- Scollaperiostio- Trapano con varie frese- Drenaggio di Redon sottile con
ago- Microscopio operatorio
esterno
- Dislocazione o rimozione dell’incudine
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Traumi orecchio medio
Traumi diretti: provocati dal paziente stesso con bastoncini portacotone, forbicine, ferri da calza, etc.
Traumi indiretti: barotraumi conseguenti a improvvise variazioni di pressione dell’aria nel condotto (schiaffi, tuffi)Vanno ricordati i traumi da detonazione d’arma da fuoco; in questo caso il Vanno ricordati i traumi da detonazione d’arma da fuoco; in questo caso il danno può rilevarsi anche a carico dell’orecchio interno
Segni clinici• Otodinia improvvisa ed intensa• Otorragia• Ipoacusia
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Complicanze
I traumi timpanici diretti e indiretti possono associarsi a lesioni della catena ossiculare per la dislocazione degli ossicini e/o frattura dell’apofisi lunga dell’incudine
Trattamento
Terapia antibiotica (a largo spettro) e antiflogistica onde evitare una trasformazione in otite purulenta acuta
Attenzione: occorre evitare che nell’orecchio penetri acqua e che vengano eseguite manovre a livello del condotto
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Otorragia
Fuoriuscita di sangue dal condotto uditivo esterno
EziologiaL’otorragia può essere secondaria a:
- Lesioni della membrana timpanica o della cute del condotto- Lesioni della membrana timpanica o della cute del condotto
- Traumi delle strutture ossee del temporale
- Tumori benigni e maligni dell’orecchio medio
- Tumori glomici
TrattamentoDetersione e tamponamento del condotto uditivo esterno
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Sordità improvvisa
Grave perdita dell’udito di tipo percettivo, generalmente monolaterale e pantonale, che insorge bruscamente senza apparente causa adeguata
Eziologia- Vasculopatie del distretto dell’arteria uditiva interna
- Alterazioni ematologiche
- Ipertensione arteriosa
- Malattie metaboliche
- Agenti tossici
- Infezioni virali (virus parainfluenzali, varicella-zoster, parotite, etc.)
- Allergopatie (la sordità improvvisa è secondaria a liberazione di istamina a livello cocleare con conseguente reazione essudativa-flogistica)
- Fenomeni autoimmunitari (artrite reumatoide, granulomatosi di Wegener)
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Segni clinici- Sordità (ipoacusia percettiva monolaterale)- Acufeni- Senso di tensione endoauricolare- Cefalea- Dolenzia in regione auricolare- Vertigini- Nistagmo spontaneo (o evocato) in direzione dell’orecchio sano
Diagnosi differenzialeDiagnosi differenziale- Ipoacusia fluttuante- Otosclerosi monolaterale- Malattie dismetaboliche gravi (diabete, dislipidemia, etc.)- Ipoacusia iatrogena- Ipoacusia improvvisa in associazione a varie patologie quali: neurinoma
dell’ acustico - barotrauma – infezioni virali (sindrome di Ramsay- Hunt) –malattia di Ménière – ipoacusia post-traumatica
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Trattamento
Il protocollo terapeutico prevede:
- Ricovero del paziente
- Infusione di soluzione di Mannitolo al 18%, 250 ml per flebo ogni 24 ore
- Desametasone 4 mg e.v. 2-3 volte giorno
- Flunarizina 10 mg, 1 cpr ogni 24 ore
- Taurina 1 fiala e.v. ogni 24 ore
- Eventuale trattamento iperbarico
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Naso e seni paranasali
Corpi estranei- Animati (insetti)
- Inanimati (piselli, semi, bottoni, perline, etc.)
Segni clinici- Rinorrea sierosa unilaterale che, per i processi infiammatori reattivi locali,
si trasforma in purulenta, maleodorante e resistente alle terapie farmacologiche
- Epistassi omolaterale per processi ulcerativi indotti dalla pressione del corpo estraneo sulla mucosa nasale
- Ostruzione nasale omolaterale
Altri eventuali sintomi: starnutazione, dolore localizzato, cefalea, febbrescaricato da www.sunhope.it
Diagnosi
- Rinoscopia anterioreIn alcuni casi la particolare posizione, l’edema della mucosa e la secrezione possono ostacolarne l’identificazione e, pertanto, risulta necessario ricorrere ad altre metodiche di indagine quali:
- Rinoscopia posteriore
- Esame radiologico (utilissimo nei casi di oggetti radio-opachi)
- Endoscopia con fibre ottiche
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Trattamento
- Dilatazione del vestibolo con le valve dello speculo nasale
- Applicazione di un vasocostrittore per decongestionare ed ischemizzare la mucosa nasaleischemizzare la mucosa nasale
- Anestesia locale
- Rimozione corpo estraneo con pinza di Veil
Per gli oggetti rotondi è preferibile utilizzare un apposito uncino
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Ematoma ed ascesso del setto nasale
Raccolta ematica localizzata al di sotto della mucosa nasale, tra cartilagine e pericondrio, più frequentemente a livello della porzione antero-inferiore del setto
L’ascesso del setto nasale, viceversa, è una raccolta purulenta che si localizza nella stessa sede
EziologiaEziologia- Traumatica (contusioni, fratture del setto)
Raramente rappresenta condizione patologica che può osservarsi in soggetti con:
- Emopatie
- Alterazione della coagulazione
- Malattie infettive
L’ascesso del setto nasale può essere secondario ad una sovrainfezione dell’ematoma ovvero può rappresentare la complicanza di una infezione del vestibolo nasale (foruncolo, follicolite, impetigine)
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Segni clinici
L’ematoma del setto si manifesta con:
- Ostruzione nasale (mono o bilaterale)
- Lieve dolenzia in sede nasale
L’ascesso del setto si presenta con:
- Dolore pulsante
- Febbre
- Cefalea frontale
- Iperemia con edema e tumefazione della porzione inferiore del setto
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Trattamento
Ematoma- Incisione della mucosa nasale
- Aspirazione del sangue e dei coaguli
- Tamponamento endonasale anteriore bilaterale- Tamponamento endonasale anteriore bilaterale
Ascesso- Drenaggio chirurgico, asportazione del tessuto di granulazione e dei
sequestri cartilaginei eventualmente presenti
- Esame colturale con antibiogramma sul pus aspirato per terapia antibiotica mirata
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Traumi del naso
Gli eventi traumatici, diretti e indiretti, possono interessare le ossa proprie del naso, le cartilagini, la mucosa e la cute
Questi eventi traumatici possono agire:
- In senso antero-posteriore
- In senso latero-laterale
- Dal basso verso l’alto e viceversa- Dal basso verso l’alto e viceversa
Eziologia
I traumi nasali si realizzano per incidenti stradali, atti di violenza, competizioni sportive, etc.
Le fratture delle ossa nasali possono essere:
- Uniche o multiple
- Monolaterali o bilaterali
- Con o senza spostamento dei frammenti
- Con o senza lesioni delle strutture cartilaginee e mucose
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Segni clinici
- Deformità della piramide nasale secondaria a frattura delle ossa nasali- Infossamento del piano osseo- Epistassi - Difficoltà inspiratoria- Deviazione del setto- Ascesso del setto- Ascesso del setto- Dolore alla palpazione della regione nasale- Ecchimosi sotto-orbitaria (mono o bilaterale)
Trattamento
E’ fondamentale che il trattamento sia precoce in quanto l’edema e gli ematomi ostacolano l’ispezione, la palpazione e la correzione della lesione
È utile eseguire sempre un esame radiologico del naso e dei seni paranasali (proiezioni postero-anteriore e latero-laterale)
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Le fratture delle ossa nasali richiedono:
- Opportuno trattamento di riduzione cruenta o incruenta
- Contenzione successiva con apposita piastra di materiale metallico malleabile (splint), fissata con cerotto sulla piramide
- Tamponamento anteriore non compressivo delle fosse nasali per mantenere il setto in asse
- Antibiotici ad ampio spettro di azione, FAS, coagulanti
- Il tamponamento va rimosso dopo 3 giorni - lo “splint” deve rimanere in situ per almeno 7 giorni
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È utile ricordare che le lesioni traumatiche del naso possono associarsi a quelle di altre strutture, quali:
- Strutture infraorbitarie se la forza d’urto si concentra sul dorso del naso
- Processi frontali del mascellare
- Etmoide, a livello della parete mediale dell’orbita
- Tetto e/o lamina cribrosa dell’etmoide; in questi casi ci sarà rino-liquorrea e/o enfisema interstiziale periorbitale
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Epistassi
Le emorragie nasali hanno origine, con maggior frequenza, dalla porzione antero-inferiore del setto nasale (locus Valsalvae), zona molto vascolarizzata per presenza di rami sia della arteria carotide esterna (rami terminali della esterna (rami terminali della sfeno-palatina, palatina anteriore e del sottosetto) che dell’arteria carotide interna (rami mediali delle arterie etmoidali anteriori e posteriori), i cui rami terminali si anastomizzano tra loro formando una fitta rete di sottili capillari
(plesso di Kiesselbach)
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Le epistassi raramente possono originare dalla parete laterale della fossa nasale in corrispondenza della zona di Woodruff, che viene a trovarsi a livello del terzo posteriore del meato inferiore; esse possono anche verificarsi in casi eccezionali, a livello della testa del turbinato inferiore
In rapporto alla localizzazione di origine del sanguinamento, le epistassi si distinguono in:
- Anteriori e mediali (locus Valsalvae)- Anteriori e mediali (locus Valsalvae)
- Posteriori e laterali (zona di Woodruff)
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Eziologia
L’epistassi viene classificata in:
- Essenziale: senza cause manifeste (caratteristica dei bambini con “abitus” linfatico e adolescenti in epoca pre-mestruale)
- Sintomatica: secondaria ad una patologia generale (ipertensione arteriosa, cardiopatie, epatopatie, diabete, uso protratto di anticoagulanti, deficit vitaminici, malattie infettive, patologie renali, emopatie, disfunzioni endocrine, barotraumi, etc.) e/o locale (varici del setto, traumi nasali, corpi estranei, riniti acute, polipo sanguinante del setto, ulcera atrofica di Hayek, allergopatie naso-sinusali, rinopatie granulomatose, tumori nasali e paranasali, tumori rinofaringei)
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Trattamento
Valutare 3 fattori:
- Sede d’insorgenza (anteriore e/o posteriore)
- Causa (generale e/o locale)
- Entità (quantità di sangue perduto)
L’emostasi locale è l’atto terapeutico più comune ed efficace
La compressione digitale (esercitata energicamente per 5-10 min.), è in grado generalmente di arrestare tutte le emorragie anteriori
Nei casi in cui è possibile identificare il vaso (ovvero il suo reticolo anastomotico) sanguinante è consigliabile procedere alla causticazione chimica con nitrato d’argento oppure alla diatermo-coagulazione della zona emorragica
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Tecnica di tamponamento nasale
Tamponamento anteriore:
- Si localizza l’emorragia
- Si rimuovono i coaguli mediante speculo nasale e aspiratore
- Si modella un foglietto di Lyofoam per renderlo di dimensioni adatte, oppure si utilizza un tampone di Merocel e lo si introduce nella fossa nasale, opportunamente dilatata da uno speculo di Killian, con l’impiego di una pinza a baionetta
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Tamponamento posteriore:
- Si introduce il catetere di Nelaton nella fossa nasale fino a farlo giungere nell’orofaringe
- Dopo aver posizionato l’apribocca autostatico, con un abbassalingua autostatico, con un abbassalingua si visualizza la parte distale del catetere e con una pinza di Klemmer lo si estrae dalla bocca
- Si ritira il catetere dalla fossa nasale in modo da far fuoriuscire i due capi del filo di seta cui è ancorato il tampone di garza, che viene posizionato con le dita della mano destra nel rinofaringe
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- Si procede al tamponamento anteriore con una lunghetta di garza (oppure con un tampone tipo Clauden) libera
- Si blocca la lunghetta o il tampone di Clauden mediante legatura dei di Clauden mediante legatura dei due capi di fili di seta che fuoriescono dalla narice
- Si fissano gli altri due fili di seta alla cute della guancia omolaterale del paziente
- Si mantiene “ in situ” il tamponamento posteriore per non oltre 48 ore
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Dopo il tamponamento nasale si pratica terapia medica, che prevede antibiotico associato ad acido tranexamico, vitamina K, emocoagulasi Bothops Jararaca
Attenzione:
In entrambi i tipi di tamponamento è necessario prescrivere gli esami di laboratorio di routine, con particolare riguardo per quelli attinenti i laboratorio di routine, con particolare riguardo per quelli attinenti i problemi della coagulazione e, quindi, applicare i protocolli terapeutici opportuni
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Rino-Etmoidite acuta infantile
Processo flogistico acuto della mucosa nasale che coinvolge precocemente anche l’etmoide
Comune nei bambini in rapporto alla particolare anatomia presente in questa età
La rinite nei bambini e nei lattanti tende, attraverso la lamina papiracea dell’etmoide, ad estendersi verso la regione orbitariadell’etmoide, ad estendersi verso la regione orbitaria
EziologiaAgenti eziologici responsabili:
- Haemophilus influentiae
- Escherichia coli
- Micrococcus catharralis
- Bacillo di Pfeiffer
- Bacillo di Friedlander
- Cocchi piogeniscaricato da www.sunhope.it
Segni clinici
- Edema della palpebra superiore ed inferiore nonché della congiuntiva (chemosi)
- Vistosa dislocazione del globo oculare esternamente ed anteriormente- Febbre
L’indagine radiografica dimostra opacamento della regione etmoidale, erosione della sottilissima lamina papiracea e presenza di essudato erosione della sottilissima lamina papiracea e presenza di essudato purulento che comprime medialmente l’orbita
TerapiaCeftriaxone + betametasone disodiofosfato + gocce nasali (fluocinolone acetonide + neomicina solfato)
Attenzione:La forma purulenta, non curata tempestivamente ed adeguatamente, può
rendere necessario il drenaggio chirurgico
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Sinusite acutaProcesso flogistico, catarrale o purulento, acuto di un seno paranasale o di diversi seni (pansinusite)
EziologiaAgenti eziologici responsabili:
- Haemophilus influentiae
- Escherichia coli- Escherichia coli
- Micrococcus catharralis
- Bacillo di Pfeiffer e di Friedlander
Altre cause:
- Infezione di un seno mascellare da germi a provenienza odontogena
- Barotrauma
- Trauma che induce la formazione di un emoseno
Fattori predisponenti:
- Deviazione del setto, ipertrofia dei turbinati, permanenza in ambiente troppo umido o secco
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Segni clinici
Quadro clinico condizionato da:
- Seno paranasale interessato
- Intensità della flogosi
- Forme anatomo-cliniche: catarrale, (muco-)purulenta, ulcero-necrotica
Forma catarrale:Forma catarrale:
Caratterizzata da febbre, cefalea e secrezione nasale
Forma (muco-)purulenta:
Febbre elevata, cefalea e rinorrea muco-purulenta (densa, colore giallo-verde)
Forma ulcero-necrotica:
Secondaria a malattie infettive (morbillo, scarlattina)
Tendenza precoce alle complicanze (orbitarie, osteomielitiche e/o endocraniche)
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Palpazione:
Dolorabilità in corrispondenza di:
- Zona di emergenza del nervo sopra-orbitario (di Ewing) per il seno frontale
- Angolo interno dell’orbita (di Grunwald) per l’etmoide
- Punto di fuoriuscita del nervo sotto-orbitario per il seno mascellare
- Il seno sfenoidale, per evidenti ragioni anatomiche, non ha punti dolorosi evocabili
Rinoscopia anteriore:
- Edema
- Iperemia dei turbinati
- Presenza di pus a livello del meato medio
Esame radiografico del naso e dei seni paranasali:
- Diffuso opacamento del seno interessato
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FaringeCorpi estranei
Corpi estranei prevalentemente di origine alimentare (spine di pesce) possono localizzarsi a livello di:
- Tonsille palatine- Base della lingua- Ipofaringe- Ipofaringe
Segni cliniciOdinofagia (deglutizione dolorosa) con irradiazione:- Alla mandibola (corpo estraneo a livello della tonsilla)- All’osso ioide (corpo estraneo alla base della lingua)- Al collo (corpo estraneo del seno piriforme)
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In alcuni casi per l’identificazione è utile lo studio radiologico ovvero l’endoscopia a fibre ottiche
Attenzione:La sensazione di un corpo estraneo a livello faringeo può venir riferita anche nel caso che lo stesso sia stato ingoiato o rimosso
In alcuni casi deve essere considerato che tale sensazione può essere espressione di uno stato di psicosiespressione di uno stato di psicosi
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Emorragia post-adenoidectomia
Può insorgere entro 2 settimane dall’adenoidectomia
Eziologia
Cause generali: comuni a tutti gli eventi emorragici post-operatoriCause generali: comuni a tutti gli eventi emorragici post-operatori
Cause locali: - Persistenza di residuo adenoideo- Eccessiva profondità del raschiamento rinofaringeo- Alimentazione troppo calda durante il decorso post-operatorio
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Segni clinici
- Vomito ematico improvviso- Nausea- Agitazione- Shock ipovolemico (segno tardivo)
TrattamentoTrattamento
Se è presente shock ipovolemico somministrare:- Infusioni di plasma expander e soluzioni glucosate- Farmaci antiemorragici- Emotrasfusioni se è necessario
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- Tecnica dell’emostasi post-adenoidectomia:
- Posizionamento apribocca autostatico
- Rimozione coaguli con aspiratore di Yankauer
- Compressione del rinofaringe con tampone di garza imbevuto di sostanza emostatica
- Se necessario effettuare diatermo-coagulazione del punto emorragico
- Se persiste emorragia si pratica tamponamento posteriore- Se persiste emorragia si pratica tamponamento posteriore
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Emorragia post-tonsillectomia
Può insorgere entro 2 settimane dall’intervento chirurgico
Eziologia
L’emorragia è legata alla caduta precoce dell’escara; questo evento emorragico può essere determinato da cause: emorragico può essere determinato da cause:
Generali: comuni a tutti gli eventi emorragici post-operatori
Locali: - Residuo tonsillare- Coagulo in una delle logge- Alimentazione troppo calda durante il decorso post-operatorio
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Segni clinici
Analoghi a quelli dell’emorragia post-adenoidectomia:
- Vomito ematico improvviso
- Nausea
- Agitazione
- Shock ipovolemico (segno tardivo)
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Trattamento
Tecnica dell’emostasi post-tonsillectomia:- Posizionamento apribocca autostatico
- Suturare o eseguire diatermo-coagulazione
- Se l’emorragia non si arresta pinzettare con una Klemmer la zona emorragica procedendo alla sutura mediante una di queste tecniche:emorragica procedendo alla sutura mediante una di queste tecniche:
• Filo di catgut su ago atraumatico
• Ago speciale (Reverdin) da loggia tonsillare
• Sutura in massa dei pilastri
- Se persiste emorragia occorre praticare legatura dell’a. carotide esterna omolaterale, appena al di sopra dell’a. tiroidea superiore
Complicanze- Ascesso latero-faringeo, secondario alle legature
- Broncopolmonite “ab ingestis”
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Ascesso peritonsillare
Raccolta purulenta, monolaterale, che occupa lo spazio compreso tra la capsula tonsillare e la fascia faringo-basilare, che riveste il muscolo costrittore della faringe
EziologiaAgente eziologico responsabile: Streptococco beta-emolitico di gruppo AAgente eziologico responsabile: Streptococco beta-emolitico di gruppo A
Segni clinicifebbre elevata - odinofagia unilaterale - otalgia riflessa omolaterale pseudo-scialorrea – lingua impaniata - alito fetido - alterazione del timbro vocale – adenopatie in sede jugo-digastrica omolaterale - trisma e torcicollo nelle forme più gravi
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All’esame obiettivo si rileva una tumefazione a livello della tonsilla e delle zone adiacenti
La localizzazione topografica dell’ascesso ne consente la classificazione in 4 tipi:
- Antero-superiore (80% dei casi)
- Postero-superiore
- Inferiore
- Esterno
ComplicanzeComplicanzeGenerali:
- Glomerulonefriti
- Endocarditi
- Artriti
- Setticemia
Locali:
- Edema diffuso
- Processi suppurativi peri-faringei
- Tromboflebite del seno cavernoso e del plesso pterigoideo
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Trattamento
Antibioticoterapia in associazione con FAS
Nei casi non si realizzi la regressione del processo flogistico entro 48 ore praticare il drenaggio chirurgico
Attenzione:
L’intervento deve essere praticato senza alcuna anestesia locale; questa, infatti, qualora eseguita per infiltrazione, può dar luogo ad una grave setticemia
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Tecnica di drenaggio dell’ascesso peritonsillare
- Anestesia: assolutamente controindicata per infiltrazione in quanto può determinare il diffondersi dell’infezione (setticemia)
- Puntura esplorativa
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- Incisione con bisturi lanceolato
- Apertura dell’ascesso con Klemmer
- Aspirazione del materiale purulento
ComplicanzeComplicanze- Emorragia
- Setticemia
- Ascesso parafaringeo
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LaringeCorpi estranei
L’inalazione dei corpi estranei è particolarmente frequente nell’età infantile; essi sono costituiti da frammenti alimentari (fagioli, pastina, etc.), spilli, perline, frammenti di giocattoli, etc.
Segni cliniciSegni clinici- Spasmo laringeo
- Tosse secca e stizzosa
Se il corpo estraneo supera la laringe e raggiunge i bronchi induce:
- Dispnea
- Cianosi
- Perdita di coscienza
Se le condizioni di asfissia sono gravissime è necessario procedere alla tracheotomia d’urgenza
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Trattamento
L’estrazione di un corpo estraneo
laringeo si può realizzare attraverso la laringoscopia indiretta o quella diretta
Tecnica di estrazione in laringoscopia indiretta
- Si tira la lingua del paziente in fuori con garza sterile
- Si riscalda lo specchietto laringeo e lo si posiziona a livello del palato molle
- Si effettua laringoscopia per localizzare il corpo estraneo
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Tecnica di estrazione in microlaringoscopia diretta in sospensione
- Si posiziona il protettore dentario a livello dell’arcata mandibolare superiore
- S’introduce il laringoscopio- S’introduce il laringoscopio
- Si localizza il corpo estraneo e si procede alla somministrazione di piccole dosi di anestetico per contatto in modo da ridurre la reflettività laringea
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Emorragia laringea
Si verifica, generalmente, come complicanza successiva ad un intervento chirurgico in microlaringoscopia diretta in sospensione
Può essere:
- Precoce: entro le 12 ore successive all’intervento
- Tardiva: entro le prime 2 settimane
Segni clinici- Tosse
- Dispnea
- Emoftoe
- Grave compromissione generale
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Nel caso di emorragia post-operatoria immediata, che si realizzi nelle prime ore successive all’intervento, è necessario valutare la possibilità dell’eventuale presenza di:
- Epistassi anteriore e/o posteriore come conseguenza di una intubazione rino-tracheale
- Lieve emorragia provocata dal trauma del tubo del laringoscopio - Lieve emorragia provocata dal trauma del tubo del laringoscopio sull’arcata dentaria superiore o sulla lingua
- Nel caso di un’emorragia post-operatoria tardiva, non oltre le 2 settimane, bisognerà valutare la possibilità che la stessa sia indotta da:
- Crisi ipertensiva
- Impiego di farmaci anticoagulanti
- Malattia infettiva in fase iniziale
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Trattamento
- Ospedalizzazione del paziente - Infusioni di soluzioni reidratanti - Acido tranexamico- Vitamina K- Emocoagulasi Bothops Jararaca- Emocoagulasi Bothops Jararaca
Nel caso in cui l’emorragia laringea post-operatoria non si arresti con la sola terapia medica, si ricorre alla diatermo-coagulazione in microlaringoscopia diretta in sospensione
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Dispnea acuta da patologia laringeaImprovvisa difficoltà respiratoria da ostacolo a livello laringeo
EziologiaCause più frequenti nel bambino:
- Congenite -
• Diaframma (atresia)• Diaframma (atresia)
• Cisti
• Laringo(tracheo)malacia
- Acquisite -
• Corpi estranei
• Traumi
• Laringite acuta
• Laringospasmo
• Papillomatosi
• Paralisi corde vocali vere in adduzione
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Cause nell’adulto:- Corpi estranei
- Traumi
- Neoformazioni benigne (polipo, edema di Reinke)
- Edema angioneurotico allergico di Quincke
- Laringospasmo
- Paralisi delle corde vocali vere in adduzione
- Cheratosi- Cheratosi
- Neoplasie
Segni cliniciDispnea inspiratoria – modificazione della voce – abbassamento della laringe nel corso della fase inspiratoria – innalzamento della laringe nel corso della fase espiratoria - stridore respiratorio (cornage) in inspirazione - tosse sorda - rientramento (tirage) nel corso della fase inspiratoria - polso di Kussmaul riconoscibile dall’indebolimento (o scomparsa) del polso durante la fase inspiratoria
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DIAGNOSI DIFFERENZIALE FRA LA DISPNEA LARINGEA E QUELLA BRONCHIALE
SINTOMI DISPNEA LARINGEA DISPNEA BRONCHIALE
Dispnea Inspiratoria, con prolungamento Prevalentemente espiratoria,
della fase inspiratoria con fase espiratoria allungata
Voce Alterata Normale
Posizione del paziente Capo iperesteso Capo flesso in avantiPosizione del paziente Capo iperesteso Capo flesso in avanti
Movimenti della laringe Abbassamento in fase inspiratoria Nessuno
ed innalzamento nell’espiratoria
Tosse Sorda Abbaiante e produttiva
Stridore respiratorio Inspiratorio (“cornage”) Principalmente espiratoria
Rientramento di zone Inspiratorio, evidente soprattutto Prevalentemente espiratorio,
del torace al giugulo e alle regioni evidente soprattutto negli sovraclavicolari (“tirage”) spazi intercostali ed alla
regione epigastrica
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Trattamento
- Dispnee lievi:• FAS • Terapia antibiotica• Terapia antiedemigena
- Dispnee gravi:• Intervento chirurgico
(tracheotomia di urgenza)• Ossigenoterapia • FAS a dosaggi elevati
- Dispnee di media gravità:• Ossigenoterapia• FAS a dosaggi elevati• Terapia antibiotica• Terapia antiedemigena
• FAS a dosaggi elevati• Terapia antibiotica• Terapia antiedemigena
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Traumi della laringe
Traumi:
- Aperti (da incidenti stradali, ferite da taglio, etc.)da taglio, etc.)
- Chiusi (da lesioni contusive di varia natura)
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Segni clinici
Traumi aperti- Shock- Emorragia- Dispnea
Traumi chiusiTraumi chiusi- Sincope respiratoria- Dispnea - Afonia- Disfagia- Enfisema sottocutaneo cervicale- Emoftoe
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Traumi laringei:
* da agenti meccanici interni:- Intubazione laringea
- Chirurgia endoscopica laringea
- Penetrazione di corpi estranei nel lume laringeo
* da agenti chimici:
* da agenti fisici:Sono provocati da radiazioni ionizzanti, utilizzate nella radioterapia di patologie laringee (tumori maligni) ed extralaringee (adenopatie laterocervicali, neoplasie della ghiandola tiroide)
- Radiomucosite
- Edema localizzato o diffuso delle * da agenti chimici:Per inalazione di agenti chimici con azione irritativo-ulcerativa sulla mucosa laringea
- Edema localizzato o diffuso delle mucose
- Alterazioni a livello delle cartilagini e/o delle articolazioni laringee
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Complicanze
Immediate:- Edema di una plica ari-epiglottica
- Edema del vestibolo
- Edema delle corde vocali- Edema delle corde vocali
Tardive:- Granuloma da intubazione
- Stenosi laringee
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Trattamento
• Trattamento dello shock
• Tracheotomia
• Emostasi chirurgica (eventuale) dei vasi sanguigni
• Farmaci emostatici
• Farmaci antiedemigeni
• Terapia antibiotica
• Riposo vocale assoluto
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Legatura dell’arteria carotide esterna
Intervento chirurgico che viene effettuato in diverse condizioni responsabili di emorragie, quali:
- Gravi ferite traumatiche del distretto cervico-facciale
- Intense emorragie da lesioni vascolari per estesi tumori maligni della testa e del collo
- Lesioni accidentali di un’arteria proveniente dall’arteria carotide esterna
- Infiltrazione neoplastica dell’arteria carotide esterna da neoplasie della ghiandola parotide ovvero da adenopatie metastatiche latero-cervicali
- Interventi chirurgici sul distretto cervico-facciale
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Queste emorragie possono essere: Immediate, nel corso di un intervento
Tardive, per caduta precoce dell’escara
Tecnica di legatura dell’arteria carotide esterna
- Incisione cutanea, di circa 7 cm, lungo il margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo, dall’angolo della mandibola fino al limite inferiore della laringe, con punto centrale in corrispondenza dell’osso ioide
- Individuazione del fascio vascolo-nervoso del collo con l’ausilio dei - Individuazione del fascio vascolo-nervoso del collo con l’ausilio dei divaricatori
- Isolamento della v. giugulare interna ed esposizione dell’a. carotide comune nel suo punto di biforcazione
- Legatura dell’a. carotide esterna subito al di sopra dell’origine dell’a. tiroidea superiore
- Emostasi e posizionamento del drenaggio di Redon
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