Lezione ADO – Polo didattico di Lucca, 19 maggio 2011 Lezione ADO Il Sistema Sanitario Regionale...
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Lezione ADO – Polo didattico di Lucca , 19 maggio 2011
Lezione ADOIl Sistema Sanitario Regionale (SSR) e il modello di una struttura organizzativa
funzionale in una Azienda USL
Lezione ADO Il Sistema Sanitario Regionale (SSR) e il modello di una struttura
organizzativa funzionale in una Azienda USL
Ing. Oreste Tavanti
19 maggio 2011
Lezione ADO – Polo didattico di Lucca , 19 maggio 2011
Lezione ADOIl Sistema Sanitario Regionale (SSR) e il modello di una struttura organizzativa
funzionale in una Azienda USL
Il Sistema Sanitario Toscano
Principi
e
Piano Sanitario Regionale 2008-2010
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Lezione ADOIl Sistema Sanitario Regionale (SSR) e il modello di una struttura organizzativa
funzionale in una Azienda USL
centralità e partecipazione del cittadinocentralità e partecipazione del cittadino, titolare del diritto alla salute e soggetto attivo del percorso assistenziale;
universalità e parità di accesso ai servizi sanitari universalità e parità di accesso ai servizi sanitari per tutti gli assistiti;
garanzia per tutti gli assistiti di livelli uniformi ed essenziali di assistenza garanzia per tutti gli assistiti di livelli uniformi ed essenziali di assistenza previsti negli atti di programmazione;
unicità del sistema sanitario e finanziamento pubblico unicità del sistema sanitario e finanziamento pubblico dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza;
Il Servizio Sanitario Regionale, in coerenza con i principi e i valori della Costituzione e dello Statuto regionale, ispira la propria azione a:
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concorso dei soggetti istituzionali e partecipazione delle parti sociali concorso dei soggetti istituzionali e partecipazione delle parti sociali agli atti della programmazione sanitaria regionale;
libertà di scelta del luogo di cura e dell'operatore sanitariolibertà di scelta del luogo di cura e dell'operatore sanitario nell'ambito dell'offerta e dei percorsi assistenziali programmati;
valorizzazione professionale del personale del servizio sanitario valorizzazione professionale del personale del servizio sanitario e promozione della sua partecipazione ai processi di programmazione e valutazione della qualità dei servizi.
Il Servizio Sanitario Regionale, in coerenza con i principi e i valori della Costituzione e dello Statuto regionale, ispira la propria azione a:
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sussidiarietà istituzionale e pieno coinvolgimento degli enti locali sussidiarietà istituzionale e pieno coinvolgimento degli enti locali nelle politiche di promozione della salute;
sussidiarietà orizzontale e valorizzazione delle formazioni socialisussidiarietà orizzontale e valorizzazione delle formazioni sociali, in particolare di quelle che operano nel terzo settore;
Il Servizio Sanitario Regionale, in coerenza con i principi e i valori della Costituzione e dello Statuto regionale, ispira la propria azione a:
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GLI SCENARI DI RIFERIMENTO
La cronicità della malattia, La cronicità della malattia, le difficoltà della risposta assistenziale territoriale a fronte di bisogni complessi ed articolati, le disuguaglianze nell’accesso alle cure evidenziano la presenza di iniquità sociale, marcata dalla relazione stretta tra status sociale e condizioni di salute, tra fragilità individuale ed esclusione sociale.
Il tema dell’equitàIl tema dell’equità è questione attuale non tanto per l’universalità dell’offerta, quanto per la disparità nell’accesso e nell’utilizzo.
Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010(la validità del PSR è stata estesa al 2011 in attesa del nuovo piano socio-sanitario integrato di durata quinquennale)
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IL QUADRO ANALITICO
Le scelte della programmazione precedente per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia: la riorganizzazione della rete ospedaliera, la costituzione delle aziende, la nascita delle aree vaste, delle società della salute, degli estav.
Il sistema toscano è passato dalla competizione alla cooperazione tra aziende dalla competizione alla cooperazione tra aziende sanitariesanitarie: contrasto alla prospettiva di consumismo ed agli eccessi delle logiche di mercato, che inducono inappropriatezza, frammentazione del percorso assistenziale, separatezza dagli altri settori e spesa inutile.
Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
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GLI INDIRIZZI STRATEGICI DEI PRECEDENTI CICLI PROGRAMMATORI La promozione dell’uso appropriato degli ospedali: diminuzione dei posti letto
ed incremento delle cure ambulatoriali.
Rimodellamento organizzativo dell’offerta territorialeRimodellamento organizzativo dell’offerta territoriale: sperimentazione della società della salute; promozione dell’associazionismo di mmg e pls.
Creare le condizioni strutturali finalizzate a favorire le sinergie di rete, la cooperazione piuttosto che la competizione fra produttori interni.
Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
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Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
I PRINCIPI ISPIRATORI
Appropriatezza: dare a ciascuno secondo il bisogno senza sprechi e senza carenze – programmazione d’area vasta, estav come strumento di supporto logistico- amministrativo, SdS come strumento di integrazione e di governo dei servizi socio-sanitari, riorganizzazione degli ospedali per intensità di cura, ridisegno del ruolo dei piccoli ospedali.
Qualità: il più alto livello di valorizzazione e miglioramento continuo delle competenze professionali, delle tecnologie e dell’organizzazione, garantendo il controllo continuo da parte del cittadino utente – accoglienza per l’avvio dei percorsi assistenziali attraverso il sistema CUP di Area Vasta, formazione del personale, cultura della sicurezza attraverso la gestione del rischio, sviluppo della ricerca.
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Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
Produttività: contrasto alle inefficienze e piena valorizzazione delle risorse tecnologiche – utilizzo degli strumenti della formazione e dello sviluppo personale e professionale, allineamento del sistema premiante all’effettiva prestazione realizzata con valorizzazione delle differenze nella valutazione del contributo individuale.
Iniziativa: i servizi sono rivolti prima di tutto ai più deboli attraverso l’attuazione di modelli di intervento che individuino chi ha più bisogno per intercettarlo ed essere proattivi nei suoi confronti.
I PRINCIPI ISPIRATORI
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Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
I PROGETTI OBIETTIVO
Salute mentale Dipendenze Disabilità Anziani Materno infantile e Consultori Salute immigrati Salute in carcere
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I GRANDI PROGETTI
1. Il CUP di Area Vasta e la Carta Sanitaria Elettronica del cittadino
2. Il Pronto Soccorso: i percorsi di miglioramento
3. La rete ospedaliera
4. La sanità di iniziativa
Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
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1.1 IL CUP DI AREA VASTA
Collegamento dei sistemi CUP attivi presso le diverse aziende sanitarie in modo da realizzare un’architettura di tipo distribuito con un centro organizzativo in ogni AV. Snellire le strutture di call center Ampliare l’accesso dei cittadini ai servizi Ampliare la disponibilità dell’offerta in rete
Coinvolgimento dei mmg attraverso l’utilizzo del sistema CUP sia per la definizione e l’applicazione di percorsi e priorità d’accesso, sia per la prenotazione delle visite.
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1.2 LA CARTA SANITARIA ELETTRONICA
Esigenza di semplificazione dell’esercizio del diritto alla salute: dati a cui il cittadino potrà accedere attraverso la carta sanitaria saranno quelli anamnestici, legati al consumo di farmaci, alla documentazione sanitaria accessibile (cartelle cliniche informatiche, referti di laboratorio, immagini e referti di radiologia).
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2 IL PRONTO SOCCORSO
Circa un terzo degli accessi ai PS toscani è stato classificato con codici a bassa priorità. Tentativo di deospedalizzare non ha dato risultati. L’Ospedale ed il PS hanno assunto la dimensione rassicurante della complessità e dell’efficacia diagnostica e terapeutica.
Cura degli aspetti relazionali e psicologici del momento urgenza
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2 IL PRONTO SOCCORSO
Diversificazione dei flussi in PS tra paziente ad alto o basso bisogno assistenziale
Diversa gestione dei flussi intraospedalieri. L’attuale flusso delle dimissioni determina indisponibilità di accoglienza per larga
parte della giornata. Possibili soluzioni: discharge room; migliore organizzazione dei trasporti.
La commistione dei ricoveri di elezione con quelli di urgenza negli stessi spazi. Diagnostica per immagini dedicata
Realizzazione di collegamento informatico fra i segmenti dei percorsi in emergenza urgenza
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3 LA RETE OSPEDALIERA Riqualificare i piccoli ospedali:
Ruolo nella gestione dei ricoveri internistici e nell’ambito della patologia elettiva chirurgica
Ripensamento organizzativo delle funzioni di soccorso: adeguata strumentazione diagnostica
Interventi chirurgici specialistici svolti da team di area vasta Percorsi didattici per i medici in formazione
Graduare l’ospedale per intensità di cura Approccio multidisciplinare centrato sul malato Formazione / addestramento, Consultazione / condivisione dei professionisti
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4 LA SANITA’ D’INIZIATIVA
L’ambito territoriale:
Il Chronic care model: interazione tra paziente esperto (informazione, addestramento) e team multiprofessionale
Disease management: adozione di corretti stili di vita, autogestione della malattia, pratiche assistenziali a domicilio o presso lo studio del mmg, sistema informativo centrato sul paziente
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4 LA SANITA’ D’INIZIATIVA
L’assistenza ospedaliera: individuazione di tre figure professionali col compito di garantire proattivamente la presa in carico e la continuità assistenziale: il tutor clinico il tutor clinico (garantisce la valutazione degli aspetti clinici ed
assistenziali necessari per la programmazione degli interventi); il tutor assistenziale il tutor assistenziale (assicura il collegamento con l’assistenza
infermieristica territoriale); il tutor farmaceutico il tutor farmaceutico (informa il paziente alla dimissione sull’uso
appropriato dei farmaci, sugli effetti collaterali, sulla segnalazione di eventuali eventi avversi).
Il Piano Sanitario Regionale 2008-2010
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Le sfide del Piano Sanitario
LA SOCIETÀ DELLA SALUTE
DAL MODELLO “TO CURE” AL MODELLO “TO CARE”
LA SANITÀ D’INIZIATIVA: IL CHRONIC CARE MODEL
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La Società della Salute
REGIONETOSCANA
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Servizio Sanitario e Servizio Sociale: Servizio Sanitario e Servizio Sociale: punti di contattopunti di contatto tra sistemi diversi tra sistemi diversi Principi costitutivi:
UniversalitàSussidiarietàPartecipazioneProgrammazione
Finalità: Il mantenimento/perseguimento della “salute” (ben-
essere)
I percorsi di accesso Il percorso assistenziale personalizzato –
l’appropriatezzaLa valutazione professionale del bisogno -
competenza
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Coinvolgimento Comunità locali, delle parti sociali e del Terzo Settore nell’individuare i bisogni di salute e nel processo di programmazione
Garanzia di qualità e di appropriatezza delle prestazioni
Controllo e certezza dei costi nei limiti delle risorse assegnate
Universalismo ed equità di accesso alle prestazioni
Obiettivo Generale
S.D.S.
Integrazione delle attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali con le attività socio-assistenziali dei Comuni
Società della Salute
Società della Salute
Sottobiettivi Generali
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Temi prioritari della Società della SaluteTemi prioritari della Società della Salute
Sviluppo di una politica per la salute non affidata esclusivamente al sistema sanitario ma anche alle istituzioni locali
Effettiva integrazione fra soggetti responsabili del governo territoriale e della erogazione di servizi
Ruolo del distretto inteso come livello cui collocare l’organizzazione di base del sistema sanitario integrato con quello socio assistenziale
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Assemblea dei Soci
Giunta Esecutiva
Presidente
Direttore
Collegio Sindacale
Rappresentanti legali di tutti gli Enti aderenti
Di norma 3-5 componenti: Presidente, D.G. Azienda,membri eletti dall’assemblea
Ha la rappresentanza generale del Consorzio
Società della Salute
Assume anche il ruolo di Responsabile di Zona Distretto
Organi della Società della SaluteOrgani della Società della Salute
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Esiti delle diverse esperienze toscaneEsperienze Differenziate Esperienze Differenziate ma riconducibili a:
definizione degli assetti istituzionali ed definizione degli assetti istituzionali ed organizzativi;organizzativi;
adozione di atti obbligatoriadozione di atti obbligatori;
esercizio delle funzioni di programmazioneesercizio delle funzioni di programmazione: elaborazione dei profili/immagine di salute, approvazione dei Piani Integrati di Salute e materie oggetto dell’attività;
esercizio delle funzioni di governo della domanda e esercizio delle funzioni di governo della domanda e offerta dei servizi offerta dei servizi attraverso accordi con i MMG, i PLS o con i presidi ospedalieri di riferimento.
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Atti obbligatori Atti obbligatori
Convenzione tra SdS e soci fondatori
Piano integrato di salute (PIS), relazione annuale sullo stato di salute (sostitutiva nella zona della relazione sanitaria e della relazione sociale)
Bilanci economici di previsione pluriennale ed annuale e bilancio di esercizio
Budget preventivo e consuntivo, come strumento di controllo della domanda e dell’allocazione delle risorse
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Dal modello “to cure” al
modello “to care”
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“TO CURE” = curare
“TO CARE” = prendersi cura
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Ospedale per “ ACUTI “organizzato per intensità di cura
• Il territorio deve prepararsi a gestire tutta una serie di problematiche complesse in precedenza risolte in ambito ospedaliero ma spesso in maniera impropria
Valutare nuovimodelli assistenziali
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MODELLO BIO PSICO SOCIALE
Continuità delle cure percorsi assistenziali
Team assistenziali multidisciplinari
Ruolo diretto del paziente nella gestione della malattia
Spostamento dell’attenzione verso i servizi territoriali
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LA RELAZIONE MEDICO PAZIENTELA RELAZIONE MEDICO PAZIENTE
Medico EDUCATORE diagnosta , terapeuta , informatore
promozione di stili di vita corretti,educazione sanitaria
ristabilire l’asimmetria di conoscenze che caratterizza il rapporto medico – paziente
Paziente informato
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Le differenze tra sistema ospedaliero e sistema delle cure primarie
• Intensività assistenziale• Orientato alla
produzione di prestazioni
• Presidia l’efficienza• Tende
all’accentramento• Punta all’eccellenza
• Estensività assistenziale• Orientato alla gestione
di processi assistenziali• Presidia l’efficacia e i
risultati• Tende al decentramento
(partecipazione)• Punta all’equità
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Dove si sta andando?• La singola “prestazione” non è più sufficiente per
garantire la continuità assistenziale ( presa in carico )
• La complessità e la cronicità vanno gestite sul territorio: presidiare la “porta d’ingresso” (accessi evitabili al Pronto Soccorso ) garantire dimissioni ospedaliera “protette”
• Promuove una forte integrazione socio-sanitaria (società della salute)(società della salute)
• Accordi con terzo settore
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• Garantire la continuità delle cure (dialogo tra professionisti) INTERDISCIPLINARIETA’
• Garantire la continuità dell’assistenza (dialogo tra i diversi livelli organizzativi (ospedale - territorio - cure intermedie - interventi sociali)
• Garantire l’integrazione istituzionale (Enti locali ASL Terzo settore)
Unica cabina di regia
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Territorio per “continuità di cura”
H T
CUREINTERMEDIE
ADI1°2°
3°livello
DIURNIRSA
PACCHETTI ASSISTENZIALI
Semplicicomplessi
PUA-COADUVM
RICOVERI di SOLLIEVO
ASSEGNIdi
CURA
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La medicina d’iniziativa:
chronic care model
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Sanità d’iniziativa
• Medicina non più di “attesa” ma pro attiva
• Attività programmate: costruzione di elenchi di patologia delle principali malattie croniche,richiamo programmato dei pazienti
• Addestramento dei pazienti all’autocura
• Forte azione di prevenzione sui determinanti di salute (es. AFA )
• Capacità di presidiare la continuità delle cure
• Equipe multiprofessionali: medico di generale, infermiere, oss, fisioterapista…..
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INFERMIERE DI FAMIGLIA
Adattamento alla malattia e alla disabilità che ne consegue
Supporto all’autocura Organizzare sistemi di reminding per il
controllo dei processi di cura Consulenza sugli stili di vita counselling -
assistenza alla famiglia in materia di salute Orientamento sui percorsi assistenziali/accesso
ai Servizi Relazione terapeutica non più “prestazione”
Infermiere come
partner
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CHRONIC CARE MODEL
collaborazione fra : collaborazione fra :
Il paziente che è informato formato responsabilizzato
L’equipe che cura assiste educa
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Le Cure primarie e la Medicina del Territorio• La Zona – distretto come il punto d’incontro tra
domanda di salute dei cittadini ed offerta di cure, benessere e nuova socialità
• Il distretto come AREA-SISTEMA comprendente una serie di presidi e servizi, a volte dispersi, finalizzati a dare risposte territoriali ai problemi di salute e di cura dei cittadini
• Il distretto come spazio dell’integrazione delle attività socio sanitarie
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Le funzioni del Distretto• Assistenza medica di base ( MMG. PLS. continuità assistenziale)• Integrazione ospedale territorio - percorsi terapeutici assistenziali• Specialisti ambulatoriali• Assistenza domiciliare (ADI, ADP, percorso oncologico, cure
palliative)• Cure intermedie, assistenza residenziale e semiresidenziale• Assistenza consultoriale• Tutela della Salute mentale • Educazione sanitaria,prevenzione nell’ambiente di vita e di
lavoro,promozione di corretti stili di vita
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Quali riflessioni ?