Lezione 0: presentazione corso filosofia antica LM 2013/14
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Programma d’esame Programma d’esame
Storia della filosofia antica 2012/13 (LM)
Programma d’esame Programma d’esame
Storia della filosofia antica 2012/13 (LM)
Aristotele Fisica I
Aristotele, Fisica I
presentazione del corso
argomen6
difficoltà
metodi
obie:vi
programma d’esame esoneri e esame finale criteri di valutazione
[1. argomen6]
fondazione della scienza della natura
fondazione della scienza della natura principi della scienza della natura
fondazione della scienza della natura principi della scienza della natura unità vs molteplicità dell’essere
fondazione della scienza della natura principi della scienza della natura unità vs molteplicità dell’essere
rappor6 tra essere e cambiamento
fondazione della scienza della natura principi della scienza della natura unità vs molteplicità dell’essere
rappor6 tra essere e cambiamento possibilità e intelligibilità del cambiamento
fondazione della scienza della natura principi della scienza della natura unità vs molteplicità dell’essere
rappor6 tra essere e cambiamento possibilità e intelligibilità del cambiamento struCura ontologica degli en6 naturali
fondazione della scienza della natura principi della scienza della natura unità vs molteplicità dell’essere
rappor6 tra essere e cambiamento possibilità e intelligibilità del cambiamento struCura ontologica degli en6 naturali
confronto tra la teoria fisica di Aristotele e quelle dei suoi predecessori
fondazione della scienza della natura
è possibile studiare scien6ficamente gli en6 naturali?
che cosa caraCerizza il sapere scien6fico e quali requisi6 un ente deve soddisfare per essere
conosciuto scien6ficamente?
principi della scienza della natura
come si costruisce una scienza?
quali sono i principi da cui si parte nella costruzione di una scienza e che status
epistemologico hanno?
unità vs molteplicità dell’essere
l’essere è uno o molteplice?
che cosa si intende per essere?
in base a quali criteri e a quali evidenze si può sostenere l’uno o l’altra tesi?
rappor6 tra essere e cambiamento
che cos’è il cambiamento? che relazioni ha con l’essere e con il non
essere? è una forma di essere o di non essere? quale sistema conceCuale ci vuole per
definire il cambiamento e per descrivere il cambiamento di qualcosa (che è)?
struCura ontologica degli en6 naturali
qual è la struCura ontologica interna di en6 sogge: a mutameno
(e in par6colare degli en6 sogge: al mutamento naturale)?
[2. difficoltà]
a) conceCuali/tema6che
a) conceCuali/tema6che b) logico/argomenta6ve
a) conceCuali/tema6che
fa:
principi/assunzioni
fa:
principi/assunzioni
unità vs divisione della scienza
il mondo fisico non è un’unità ma un
patchwork
il mondo fisico non è un’unità ma un patchwork
la frammentazione dei saperi scien6fici ne è la necessaria
conseguenza
-‐ N. Cartwright -‐
il singolo individuo non può più «erigere, in baldanzosa impresa, un’intera costruzione della filosofia», ma deve limitarsi a ques6oni seCoriali perché, «se nel lavoro filosofico affideremo al singolo individuo solo un compito par6colare, come avviene nella specializzazione scien6fica», allora «si guadagna conoscenza su conoscenza in una lenta e prudente costruzione, e ognuno apporta solo ciò che può gius6ficare» -‐ R. Carnap -‐
ar6colazione di un tuCo in par6
TAVOLA DELLA CRONOLOGIA E DELLA TESTUALITÀ GRECA ANTICA …VIII….VI a.C. Omero Orale/Aurale: esametri da:lici (Epos) VII Esiodo: esametri da:lici (Teogonia, Opere e giorni) VII-‐VI Talete (625-‐550): nessuno scri,o VII-‐VI Anassimandro (610-‐540): prosa (Sulla natura) VI Ferecide di Siro (?): prosa (Teogonia) VI Anassimene (586-‐528) VI-‐V Ecateo (560-‐490) VI-‐V Senofane (570-‐490): esametri da:lici (Sulla natura) VI-‐V Pitagora (570-‐460): nessuno scri,o VI-‐V Eraclito (540-‐470): prosa “ritmica” (Sulla natura) VI-‐V Alcmeone (?): prosa VI-‐V Parmenide (515-‐445) esametri da:lici (Sulla natura) V Anassagora (500-‐428) prosa (Sulla natura) V Empedocle (493-‐432) esametri da:lici (Sulla natura e (?) Purificazioni)
V Zenone (490-‐440) prosa (Sulla natura) V Melisso (485-‐30) prosa (Sulla natura o sull’essere) V Erodoto (485-‐425) prosa (Storie) V Protagora (485-‐420) prosa (Ragionamen< demolitori/Sulla verità, An<logie, Sugli dei, Sull’essere) V-‐IV Gorgia (480-‐370) prosa (Sul non essere o sulla natura, Encomio di Elena, Difesa di
Palamede, Discorso Olimpico) V-‐IV Socrate (470-‐399): nessuno scri,o V-‐IV Tucidide (460-‐dopo 397) V-‐IV Democrito (460-‐380) prosa (cinquanta scri: aCribui6 dalla tradizione tra cui: La piccola cosmologia, Sulla natura, Sulle forme degli atomi, Sulle parole) V-‐IV Ippocrate (460-‐370) prosa V Trasimaco (460-‐dopo 413) V Crizia (455-‐403) V-‐IV Lisia (445-‐380) V-‐IV Isocrate (436-‐338) V-‐IV Senofonte (430-‐355) V-‐IV Plato (428-‐348): dialoghi (34), Apologia di Socrate, 13 leCere, doCrine non scriCe V-‐IV Diogene di Sinope (412-‐323) IV Aristotele (384-‐322): prosa (dialoghi e “traCa6”): 200 6toli di opere (secondo la
tradizione); 50 scri: pervenu6.
rappor6 tra fisica e altri seCori disciplinari
rapporto tra fisica e matema6ca
rapporto tra fisica e valori
finalismo
rapporto tra fisica e matema6ca
«o noi vogliamo specolando tentar di penetrar l’essenza vera e intrinseca delle sustanze naturali; o noi vogliamo contentarci di venir in no6zia d’alcune loro affezioni. Il tentar l’essenza l’ho per impresa non meno impossibile e per fa6ca non men vana nelle prossime sustanze elementari che nelle
remo6ssime e celes6».
se invece noi «vorremo fermarci nell’apprensione di alcune affezioni, non mi par che sia da desperar di poter conseguirle anco ne i corpi lontanissimi da noi, non meno che ne i prossimi, anzi tal una per aventura più esaCamente in quelli che in ques6».
infa:, che sia vano tentare di penetrare l’essenza delle sustanze naturali non impedisce
«che alcune loro affezioni, come il luogo, il moto, la figura, la grandezza» e altre simili, «non possino da
noi esser apprese».
…gli scienzia6 «avendo abbandonate le forme sostanziali e le qualità occulte, si sono rivol6 a ricondurre i fenomeni della natura a leggi matema6che». «il voler traCar le quis6oni naturali senza geometria è un tentar di fare quello che è impossibile a esser faCo».
«la filosofia è scriCa in questo grandissimo libro che con6nuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io
dico l’universo)», ed «è scriCo in lingua matema6ca, e i caraCeri son triangoli, cerchi, e
altre figure geometriche».
«io sento 6rarmi dalla necessità, subito che
concepisco una materia o sostanza corporea, a concepire insieme
ch’ella è terminata e figurata di questa o di quella figura, ch’ella in relazione ad altre è grande o
piccola, ch’ella è in questo o quel luogo, in questo o quel tempo, ch’ella si muove o sta ferma, ch’ella tocca o non tocca un altro corpo, ch’ella è una,
poche o molte, né per veruna imaginazione posso separarla da queste condizioni».
fisica di Aristotele = conoscenza della forma/essenza degli en6 naturali.
fisica galileiana (moderna) = conoscenza delle proprietà quan6ta6ve/matema6che degli en6
naturali.
rapporto tra fisica e valori
rapporto tra fisica e valori finalismo
la natura non fa nulla invano, ma a par6re dalle possibilità fa sempre ciò che è meglio in relazione all’essenza di ciascun genere di vivente. perciò, se così è meglio, allora è così che è secondo natura (De inc. an. 2, 704b12-‐8)
l'an6ca alleanza è infranta; l'uomo finalmente sa di essere solo nell'immensità indifferente
dell’universo da cui è emerso per caso. Il suo dovere, come il suo des6no, non è scriCo in nessun
luogo. A lui la scelta tra il Regno e le tenebre -‐ J. Monod, Il caso e la necessità –
-‐ l’universo supporta i nostri sforzi morali? -‐ il mondo, per come lo conosciamo, ci fronisce ragioni per ritenere che staremo meglio e saremo più felici se seguiremo un percorso di virtù morale piuCosto che l’inverso? -‐ l’universo ci fa sen6re a casa come agen6 morali? -‐ la bellezza e la bontà sono presen6 nel mondo indipendentemente da noi? -‐ possiamo imparare qualcosa su come condurre le nostre vite dall’osservazione dell’universo?
Timeo 90c-‐d Vi è un solo modo per curare qualcosa: fornirgli il nutrimento e i movimen6 che gli sono propri. E i movimen6 affini a ciò che vi è in noi di divino sono i pensieri e i movimen6 circolari dell’universo. Ques6, certamente, sono i movimen6 che ciascuno di noi dovrebbe seguire. Noi dovremmo correggere le rivoluzioni che hanno luogo nella nostra testa e che sono state deviate alla nascita e dovremmo correggerle studiando le armonie e le rivoluzioni dell’universo. Così dobbiamo rendere il soggeCo della contemplazione simile all’oggeCo contemplato come era all’origine e, una volta resi simili, giungeremo al fine della vita migliore che gli dei hanno predisposto per gli uomini per il presente e per il futuro.
Metaph. 12.10 In che modo la natura del mondo possiede ciò che è buono e ciò che è migliore, come qualcosa di separato e indipendente o come il suo ordine proprio? Ritengo in entrambi i modi, come avviene in un esercito. L’eccellenza di un esercito risiede sia nel suo ordine interno sia nel suo generale, e sopraCuCo in quest’ul6mo. Infa:, egli non dipende dall’ordine, ma l’ordine dipende da lui. E tuCe le cose – pesci, uccelli e piante – hanno un loro ordine, che però non è lo stesso; e non succede che non ci siano connessioni tra una cosa e un’altra, ma c’è una connessione.
finalismo
essere pensiero linguaggio
b) difficoltà logico/argomenta6ve
natura degli scri: di Aristotle
passaggio dall’oralità alla scriCura (fase aurale)
il mezzo è il messaggio -‐ M. McLuhan -‐
TAVOLA DELLA CRONOLOGIA E DELLA TESTUALITÀ GRECA ANTICA …VIII….VI a.C. Omero Orale/Aurale: esametri da:lici (Epos) VII Esiodo: esametri da:lici (Teogonia, Opere e giorni) VII-‐VI Talete (625-‐550): nessuno scri,o VII-‐VI Anassimandro (610-‐540): prosa (Sulla natura) VI Ferecide di Siro (?): prosa (Teogonia) VI Anassimene (586-‐528) VI-‐V Ecateo (560-‐490) VI-‐V Senofane (570-‐490): esametri da:lici (Sulla natura) VI-‐V Pitagora (570-‐460): nessuno scri,o VI-‐V Eraclito (540-‐470): prosa “ritmica” (Sulla natura) VI-‐V Alcmeone (?): prosa VI-‐V Parmenide (515-‐445) esametri da:lici (Sulla natura) V Anassagora (500-‐428) prosa (Sulla natura) V Empedocle (493-‐432) esametri da:lici (Sulla natura e (?) Purificazioni)
V Zenone (490-‐440) prosa (Sulla natura) V Melisso (485-‐30) prosa (Sulla natura o sull’essere) V Erodoto (485-‐425) prosa (Storie) V Protagora (485-‐420) prosa (Ragionamen< demolitori/Sulla verità, An<logie, Sugli dei, Sull’essere) V-‐IV Gorgia (480-‐370) prosa (Sul non essere o sulla natura, Encomio di Elena, Difesa di
Palamede, Discorso Olimpico) V-‐IV Socrate (470-‐399): nessuno scri,o V-‐IV Tucidide (460-‐dopo 397) V-‐IV Democrito (460-‐380) prosa (cinquanta scri: aCribui6 dalla tradizione tra cui: La piccola cosmologia, Sulla natura, Sulle forme degli atomi, Sulle parole) V-‐IV Ippocrate (460-‐370) prosa V Trasimaco (460-‐dopo 413) V Crizia (455-‐403) V-‐IV Lisia (445-‐380) V-‐IV Isocrate (436-‐338) V-‐IV Senofonte (430-‐355) V-‐IV Plato (428-‐348): dialoghi (34), Apologia di Socrate, 13 leCere, doCrine non scriCe V-‐IV Diogene di Sinope (412-‐323) IV Aristotele (384-‐322): prosa (dialoghi e “traCa6”): 200 6toli di opere (secondo la
tradizione); 50 scri: pervenu6.
Testualità s6le di pensiero
le teorie e i contenu6 scien6fico-‐filosofici
le forme e i generi leCerari =
acciden6 storici fortemente variabili
che cosa dice Aristotele alle linee xy?
in che modo dice quello che dice?
perché lo dice in quella maniera e in quel punto?
la forma specifica della testualità aristotelica
strategie e metodi di leCura
dialogicità
ipertestualità
esercizi spirituali
dialogicità
1) i tes6 possono essere le: come veri e propri dialoghi tra interlocutori con ruoli e/o con posizioni differen6 (interlocutore immaginario).
2) l’indagine ha il caraCere di un processo di elaborazione progressiva e manifesta la caraCeris6ca spontaneità, immediatezza e casualità, della discussione viva.
3) l’argomentazione ha un adamento non lineare: il discorso non procede in maniera piana e re:linea (per esempio, dalle premesse alle conclusioni, dai da6 alle ipotesi o dalle ipotesi alle rela6ve prove). Al contrario, va avan6 e poi torna indietro, considera un’ipotesi e poi riprende la ricerca dall’inizio a causa di un’obiezione, formula una tesi, la sviluppa e poi si ferma per chiarirne il significato e la portata, proprio come in un dialogo reale i cui risulta6 sono consegui6 in i;nere e insieme ad un determinato interlocutore. L’esito complessivo è che ogni aspeCo della ques6one di volta in volta traCata e ogni punto dell’indagine sono il portato di singole domande e risposte piuCosto che di una traCazione piana, lineare e monologica.
4) queste struCure linguis6co-‐cogni6ve di 6po interlocutorio convivono nella testualità aristotelica con aspe: caraCeris6ci di uno s6le di pensiero più marcatamente alfabe6zzato. La testualità aristotelica presenta i segni di una mentalità che comincia a interiorizzare i primi effe: della tecnologia scriCoria. Per esempio, la progressiva elaborazione, unificazione e sistema6zzazione problema6ca sarebbero probabilmente impossibili senza l’ausilio della scriCura. Si traCa quindi di una situazione complessa e fluida, cioè di una testualità che documenta una fase par6colare dell’auralità greca.
l’immagine di Aristotele e la dis6nzione tra opere conservate e opere perdute
la tradizioonale contrapposizione tra un Platone dialogico e problema6co e un Aristotele monologico e sistema6co è stata contestata con questo argomento. si traCa di una falsa impressione determinata da una serie di concomitanze storiche: l’immagine che abbiamo di Aristotele sarebbe probabilmente molto diversa se gli acciden6 storici che hanno portato alla conservazione di alcune opere piuCosto che di altre fossero sta6 a loro volta differen6, cioè se i dialoghi e le altre opere, aCesta6 dai cataloghi an6chi, fossero giun6 sino a noi.
ipertestualità
De interpreta*one 1, 16a 1-‐9 InnanzituCo bisogna stabilire che cos’è il nome e che cosa il verbo, e in seguito che cos’è la negazione, l’affermazione, l’enunciazione e il discorso. Dunque, le cose che sono nella voce sono simboli (symbola) delle affezioni (pathemata) dell’anima, e le cose scriCe sono simboli delle cose che sono nella voce; e come le leCere non sono le stesse per tu:, così neppure le voci sono le stesse per tu:; ma ciò di cui queste sono innanzituCo segni sono affezioni dell’anima iden6che per tu:; e ciò di cui queste sono rappresentazioni (homoiomata) sono cose (pragmata) già iden6che. Ma di ques6 temi si è deCo nei discorsi sull’anima (en tois peri psyches) – infa: sono propri di un’altra indagine (pragmateia).
De interpreta*one 4, 16b 33-‐17a 7 Ogni discorso è significa6vo (seman;kos), ma non come uno strumento, bensì, come si è deCo, per convenzione (kata syntheken). Non ogni discorso è apofan6co, ma quello in cui vi è l’essere vero o l’essere falso; e questo non vi è in tu:, per esempio la preghiera è un discorso, ma non è né vera né falsa. Gli altri discorsi li lasciamo da parte – infa: la ricerca è più propria della retorica o della poe6ca. Invece il discorso apofan6co è oggeCo della presente indagine.
De interpreta*one 13, 22b 36-‐23a 26
È evidente che non tuCo ciò che può o essere o camminare può anche le cose opposte, ma vi sono cose per le quali non è vero. InnanzituCo le cose la cui possibilità non è secondo ragione (kata logon), per esempio il fuoco può riscaldare e possiede una potenza a-‐razionale (dunamin alogon). Le potenze razionali (dunameis meta logon) sono le stesse per una pluralità di effe: contrari, mentre non tuCe quelle a-‐razionali (alogoi) sono tali, ma – come si è deCo – il fuoco non può scaldare o non scaldare, e non sono tali neppure le altre cose che sono sempre in aCo (energei aei). (…) non ogni potenza (dunamis) è degli oppos6 (…). È evidente da ciò che si è deCo che ciò che è di necessità è in aCo (kat’energeian); quindi, se le cose eterne sono anteriori, anche l’aCo (energeia) è anteriore alla potenza (dunamis). E alcune cose sono a: (energeiai) senza potenze (dunameis), come le prime sostanze, altre sono a: (egergeiai) unite a potenze (dumaneis), ed esse sono anteriori per natura ma posteriori dal punto di vista del tempo, e altre ancora non sono mai a: (energeiai) ma solo potenze (dunameis).
De anima 1.1, 402a 1-‐7. Poiché riteniamo che la conoscenza sia una delle cose belle e degne di onore, e che una conoscenza lo sia più di un’altra per il rigore o perché riguarda ogge: migliori e che suscitano maggiore meraviglia, per entrambi ques6 mo6vi abbiamo buone ragioni per porre la ricerca sull’anima ai primi pos6. Sembra che la conoscenza dell’anima fornisca un grande contributo alla verità tuCa e specialmente alla ricerca sulla natura. Infa:, l’anima è come un principio dei viven6.
De motu animalium 1-‐2.698a 1-‐b 12 Sul moto degli animali, le caraCeris6che proprie di ciascun genere, le differenze e le cause delle qualità proprie di ciascuno, si è compiuta altrove un’indagine par6colareggiata. Ora si traCa di indagare in generale la causa comune del muoversi secondo un moto qualsiasi (infa: alcuni animali si muovono volando, altri nuotando, altri camminando, altri ancora in altri modi simili). È stato stabilito prima che principio degli altri movimen6 è ciò che muove-‐se-‐stesso, e che questo è il non-‐mosso, e che il primo motore è necessario che sia non-‐mosso (…). Ma questo bisogna comprenderlo non solo per definizione e in generale, ma anche a proposito delle cose singole e degli en6 sensibili: perché è proprio in ragione di ques6 che noi formuliamo i discorsi generali, che ad essi pensiamo debbano aCagliarsi.
Anche in relazione a queste cose infa: è evidente che il muoversi è impossibile se qualcosa non sta fermo; e ciò in primo luogo negli stessi animali. Se qualcuna delle par6 si muove, occorre infa: che un’altra sia ferma; ed è per questo che gli animali hanno le ar6colazioni. Gli animali si servono delle ar6colazioni come di un centro: e l’intera parte del corpo, in cui sta l’ar6colazione, diviene ora uno ora due, reCa o flessa, mutando in potenza e in aCo in virtù dell’ar6colazione. FleCendosi e muovendosi, un punto si muove, di quelli che sono compresi nelle ar6colazioni, mentre un altro sta fermo, come se di un diametro i pun6 A e D restassero fermi mentre B si muovesse e desse luogo ad AC (…). I pun6 compresi nelle ar6colazioni sono infa: tali da diventare, in potenza e in aCo, ora un’unità ora una pluralità divisibile.
Ma in ogni caso il principio è quello in prossimità del quale, in quanto principio, il movimento si arresta, mentre con6nua a muoversi la parte che sta soCo, come per esempio il gomito quando si muove l’avambraccio, la spalla quando è tuCo l’arto a muoversi, e il ginocchio è principio della gamba, l’anca di tuCo l’arto. È perciò chiaro che ciascuno deve avere qualche cosa in quiete in se stesso, donde proverrà il principio di ciò che si muove e appoggiandosi al quale si muoverà tuCo in massa o parzialmente. Ma ogni quiete interna è ugualmente priva di valore se non c’è esternamente qualche cosa di assolutamente quieto e immobile. Vale la pena di fermarsi a rifleCere su quanto deCo, perché non riguarda solo lo studio degli animali, ma anche quello rela6vo al moto e allo spostamento dell’universo.
De motu animalium 8.702a 21-‐32 È necessario che ciò che per primo muove l’animale si trovi in qualche principio. E si è deCo che l’ar6colazione è principio di qualcosa e fine di qualcos’altro. Per questo, la natura si serve di essa ora come di uno ora come di due. Quando infa: a par6re da lì ci si muove, è necessario che dei pun6 estremi dell’arto uno sia in quiete e l’altro in moto: che infa: ciò che muove deve far perno su qualcosa che è in quiete, si è stabilito prima. È mossa dunque, e non muove, l’estremità del braccio; e del punto di flessione che è nel gomito una parte è anch’essa in movimento, ossia quella che si trova nel tuCo che è mosso. Ma è anche necessario che vi sia qualcosa di immobile, che diciamo essere in potenza un unico punto, capace in aCo di diventare due: così che, se l’animale fosse un braccio, è lì che sarebbe localizzato il principio dell’anima che presiede al movimento.
[3. metodi]
nozioni/informazioni
tecnica di analisi argomenta6va
logica informale (cri6cal thinking)
logica informale ? (cri6cal thinking)
non logica formale (calcolo proposizionale/predica6)
differenza?
«una cosa è conoscere il sen6ero giusto, un’altra è precorrerlo» (morpheus)
logica formale si occupa della regole e modelli di inferenza e della relazione
formale tra le proposizioni
relazione formale tra le proposizioni prescinde dal contenuto
e dal significato
logica informale si occupa di ragionamen6 prendendo in considerazione sia contenuto e significato
struCura argomenta6va
schema del ragionamento
premesse
inferenze
conclusioni
spaccheCare (unpack) gli argomen6, riconoscendo: -‐ premesse -‐ inferenze -‐ conclusioni -‐ conclusioni intermedie
tesi
ragioni
efficacia
[4. obie:vi]
riscostruzione di una porzione della filosofia di Aristotele
difesa di una minoranza culturale
salvaguardia della diversità culturale (noodivesità)
immaginazione
autodifesa
autodifesa intelleCuale
allenamento diale:co/argomenta6vo
esercitare il cervello
chiedere e rendere ragione
logon didonai
sapere di non sapere
pensi di saper pensare?
sce:cismo
immaginazione sce:cismo
“Those explora6ons required both imagina6on and skep6cism.
Imagina6on will o{en carry us to worlds that never were. But without it, we go nowhere. Skep6cism enables us
to dis6nguish fancy from fact, to test our specula6ons”
-‐ Carl Sagan -‐
fare filosofia an6ca
programma d’esame
Mini-corso di logica informale. (i due volumi sono disponibili presso la biblioteca del dipartimento di filosofia): - A. Varzi, J. Nolt, D. Rohatyn, Logica, McGraw-Hill, Milano 2007 Cap. 1: La struttura delle argomentazioni Cap 2: Valutare un'argomentazione Cap. 8: Le fallacie di ragionamento Cap. 9: Il ragionamento induttivo (solo il primo paragrafo, 9.1: Il concetto di forza) - I.M. Copi, C. Cohen, Introduzione alla logica, Il Mulino, Bologna, 1997 Cap. VII, par. 8: il dilemma
Testo greco di Fisica I (solo per chi conosce il greco antico); (il volume intero è disponibile presso la biblioteca del dipartimento di filosofia): W. D Ross. Aristotle's Physics: a Revised Text with Introd. and Commentary by W.d. Ross. Oxford: Clarendon Press, 1936.
Traduzioni di Fisica I (scegliere almeno due delle seguenti traduzioni, di cui almeno una in inglese o in francese, e lavorare sul confronto delle traduzioni ai fini dell'analisi; alcuni dei seguenti testi contengono una traduzione di tutta la Fisica e non solo del primo libro: si tratta di fotocopiare solo la parte relativa al primo libro): - Aristotele. Fisica (con testo greco a fronte), traduzione di R. Radice, Bompiani 2011. - Aristotele. Fisica (con testo greco a fronte), traduzione di L. Ruggiu, Mimesis 2008 - Aristotele, Fisica, Del cielo, traduzione di A. Russo e O. Longo, Laterza 2001 - Aristotle, Physics I and II, translation and commentary by W. Charlton, Oxford 1970 - The complete works of Aristotle. The revised Oxford translation, Princeton 1984 Aristote. Physique, trad. P. Pellegrin, Flammarion 1999
Analisi di Fisica I (il volume intero è disponibile presso la biblioteca del dipartimento di filosofia): W. D Ross. Aristotle's Physics: a Revised Text with Introd. and Commentary by W.d. Ross. Oxford: Clarendon Press, 1936, pp. 337-348 (Analysis, book one).
Monografia su Aristotele: J. Barnes, Aristotele, Einaudi, Torino 2002.
Saggio su Fisica I: E. Berti, Aristotele. Dalla dialettica alla filosofia prima, con saggi integrativi, Bompiani 2004: pp. 316-393 (con attenzione particolare alle pp. 355-378).
altri testi del programma saranno eventualmente indicati e pubblicati sul sito durante lo svolgimento del corso
non sono previsti programmi per non frequentanti, ma la frequenza è fortemente consigliata
esame
la valutazione sarà basata su una prova scritta svolta durante lo svolgimento del corso e su una prova orale svolta in occasione degli appelli standard
composizione del voto finale - prova scritta: 35% - esame finale: 50% - partecipazione in classe: 15%
gli studenti frequentanti che per qualsiasi motivo fossero impossibilitati o dovessero scegliere di non espletare le prove scritte dovranno rispondere a quesiti analoghi durante la prova orale. nel caso in cui volessero, possono sostenere una prova analoga durante il mio orario di ricevimento.
parte della valutazione della prova avviene sulla base dell’appropriatezza della terminologia usata. questo aspetto non è affatto secondario o ozioso, in quanto riflette il livello di chiarezza nella comprensione degli argomenti. L’uso preciso e testuale di certi termini rivela come lo studente abbia studiato, con quale profondità, e il livello di padronanza della ‘geografia concettuale’ degli argomenti affrontati.
tutti gli studenti sono invitati a partecipare ed essere parte attiva nelle lezioni in classe. non esistono domande stupide, ma solo risposte e atteggiamenti stupidi.
ricevimento
giovedì 13:30-14:40
Programma d’esame Programma d’esame
Storia della filosofia antica 2012/13 (LM)
Fine