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Dipak PantProposte e idee nuove
per sviluppare territorio, economie ed energia pulita
Claudio Martini Toscana:
dai “soffioni” all’eolico, il nostro tesoro energetico
Augusto Rollandin La Valle d’Aosta ha da sempre
la vocazione alla mobilità sostenibile
periodico delle Comunità Eco sostenibili, Eco-Teck, Distretti energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione tecnologica
Angelo PaladinoA Ravello (Salerno)
la settimana europea dell’energia sostenibile
speciale Co.Svi.G. Toscana: dove lo sviluppo è verde
l’Energia possibile
numero 1 novembre 2008
prezzo di copertina 8,00 euro - copia omaggio
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Oggi tocca ai sindaci, rappresentanti del
territorio, avere un ruolo determinante
nello sviluppo e nella comunicazione
delle iniziative in campo energetico ed ambientale,
così come delle nuove tecnologie, anche perché il
pallino dello sviluppo di questo settore, strategico
per il Paese, è in mano alle realtà locali.
Estese superfici boschive, creste ventose, tor-
renti, piani assolati; gran parte dei Comuni
italiani, in particolare i piccoli, annoverano nel
loro territorio elementi naturali di questo tipo
quando non posseggono, addirittura, energia
geotermica proveniente dalle viscere della terra.
Spesso sono quegli stessi Comuni che hanno
registrato nei decenni passati una forte emi-
grazione da una terra aspra, dove non c’era
lavoro. Ora proprio quel patrimonio naturale di
boschi, sole (garantito ore e ore l’anno), vento,
acqua, risorse geotermiche viene riscoperto
come fonte di ricchezza.
Dai certificati verdi alla creazione di energia da
biomasse, al vento o al fotovoltaico il cambia-
mento climatico spinge le Amministrazioni a
cercare di sperimentare nuove iniziative. Sono
tante, nate innanzitutto per salvaguardare
ambiente e natura, ma che, soprattutto nei
piccoli centri, assumono anche la funzione di
nuove opportunità imprenditoriali e di equili-
brato sviluppo economico del territorio.
Quasi sempre, tuttavia, queste iniziative non
possono essere avviate da singole ammini-
strazioni. E dunque, mai come in questo caso
l’unione fa la forza - i Distretti locali ne sono
un valido esempio- e consente di sfruttare
sinergie e dividere i costi; politiche incorag-
giate dall’Unione Europea con incentivi troppo
spesso non colti. L’ente locale può farsi pro-
motore di progetti misti pubblico-privato o
funzionare da raccordo tra imprenditori, uni-
versità e strutture che fanno ricerca.
In uno scenario mondiale in cui l’uso di determi-
nate fonti energetiche coinvolge profondamente
Comuni, Province, Regioni (a cui spetta una
specifica competenza energetica e ambien-
tale), tutte le piccole comunità non potranno
chiamarsi fuori, senza farsi coinvolgere nella
cosiddetta “sindrome di NIMBY”, cioè l’atteg-
giamento che osteggia quelle opere di interesse
pubblico che si teme possano avere effetti nega-
tivi sui territori in cui verranno costruite.
Dalla parte del territorio Energeo Magazine si schiera dalla parte del
territorio, dando un senso “all’agire local-
mente, pensando globalmente”, raccontando
le vicende e le storie che animano l’intero ter-
ritorio nazionale nell’ambito delle iniziative di
promozione delle energie rinnovabili, (non più
universo misconosciuto) come elemento di
discussione e dibattito.
La pubblicazione, che avrà una periodicità
bimestrale, vuole interpretare e far conoscere
l’efficacissima formula sostenibile individuata
dal prof. Dipak Pant (servizio a pag. 6), utilis-
sima ricetta per rilanciare tutti i paesi con meno
di 5000 abitanti dando loro un futuro Eco-Teck.
I Comuni collocati in queste aree marginali
possono scommettere su energia e tecno-
logie, attraverso una strada realisticamente
percorribile.
E ci sono i Centri di Ricerca, gli incubatori di
impresa, i Poli tecnologici, l’innovazione.Basta
guardarli con la lente di ingrandimento.
La questione meriterebbe una seria indagine
sociologica, forse economica : non c’è Comune,
villaggio o località sperduta, non c’è dibattito
o piano di sviluppo locale che non tenga conto
della possibilità di utilizzare l’energia pulita
e rinnovabile, in linea con altre iniziative sul
risparmio energetico.
E non c’è sindaco o amministratore locale che
non abbia, come sogno nel cassetto, un pro-
getto per lo sviluppo sostenibile da realizzare
nel proprio territorio.
L’energia possibile
EDITORIALE
Le energie rinnovabili, dopo anni di attesa, anche
in Italia stanno vivendo una stagione di grande
sviluppo, assumendo un peso sempre più rile-
vante nella bilancia energetica.
Le notizie riportate da Energeo magazine, già a
partire da questo numero, devono servire per
aiutare, con l’esempio dei Comuni “virtuosi” e
dei Luoghi-sistema, gli amministratori pubblici a
conoscere il percorso affrontato con successo da
molte, tante realtà locali.
Informazioni utilissime per lo sviluppo di questo
settore strategico visto che manca del tutto una
pianificazione precisa sul da farsi, mentre paiono
già abbastanza complicate e farraginose le pro-
cedure burocratiche.
La sfida entro i prossimi cinque anni sarà quella
di indirizzare l’Italia su un sentiero “a bassa
emissione di anidride carbonica”, attraverso
politiche ambientali, fiscali, industriali, di ricerca
e sviluppo forti e integrate.
La strategia dell’Unione europea (-20% Co2,
+20% efficienza energetica, 20% di energia da
fonti rinnovabili) è un’opportunità per l’Italia.
Le notizie che rimbalzano in questi giorni da
Bruxelles rimettono in discussione un po’ tutto
perché alcuni Paesi Membri pensano di riscri-
vere il Protocollo di Kyoto. Vedremo. Ne ripar-
leremo nel prossimo numero. Ricordiamo che è
necessaria una politica nazionale per ripensare
l’attuale modello energetico e renderlo più ade-
guato ai tempi per invertire la rotta.
Al Comitato Scientifico, cui va riconosciuto
grande spessore tecnico e culturale, da Carlin
Petrini, indicato tra i 50 che potrebbero sal-
vare il pianeta, al prof. Dipak Pant, professore
di Antropologia e Economia, fondatore e diret-
tore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per
l’Economia Sostenibile presso l’Università di
Castellanza, considerato il guru dell’economia
sostenibile, un doveroso ringraziamento per
l’aiuto determinante nell’aver indicato, nella
nostra agenda di lavoro, le linee guida.
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
EDITORIALEL’energia possibile
FOCUSProposte e idee nuove per sviluppare territorio, economie ed energia pulita
Un rapporto poco incoraggiante
Dipak R. Pant, il guru dell’economia sostenibile
ASSOCIAZIONI & SOCIETÀEcocity OnlusProgetti e obiettivi in Comune
Che cos’è l’OCES I promotori di Ecocity Onlus
RENAEL: una grande squadra al servizio dei Comuni
Agenzie locali: fare, saper fare, farlo sapere
Local: un ruolo importante per le politiche energetiche
POLI DI RICERCA & INNOVAZIONERicerca e innovazione strozzate in un imbuto
MEDIA & TERRITORIOTutti in onda su Teleluogo-sistema
Dario Carella, vice direttore Tgr:un osservatorio da Bruxelles di assoluta competenza e puntualità
Marcello Masi, vice direttore Tg2:un duro sempre disponibile con il pallino del territorio
APPROFONDIMENTOClaudio Martini, governatore della Regione Toscana: dai “soffioni” all’eolico il tesoro energetico di una terra antica
E se il locale fosse meglio del globale?
Nuovi modi di abitare tagliando i costi dell’energia
H2: l’idrogeno per creare gioielli
A Pontedera dopo la Vespa, nasce un altro mito: l’idrogeno come combustibile pulito
Valdera: consorziare i Comuni per sviluppare robotica e innovazione
Un pieno di idrogeno per viaggiare pulito
A Gorgona il sole accende la luce
Ma i Comuni sanno come si può risparmiare?
Sole e vento nel futuro dell’energia rinnovabile
Si scrive TER, ma si legge Energie Rinnovabili
ICET Industrie: record di affidabilità della famiglia Irani
Quando il sistema economico incontra il mondo della conoscenza
Impianti rinnovabili in Toscana
SOMMARIO
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Energeo Magazineanno 1, numero 1, novembre 2008
chiuso in tipografia il 30 ottobre 2008
Dipak PantProposte e idee nuove
per sviluppare territorio, economie ed energia pulita
Claudio Martini Toscana:
dai “soffioni” all’eolico, il nostro tesoro energetico
Augusto Rollandin La Valle d’Aosta ha da sempre
la vocazione alla mobilità sostenibile
periodico delle Comunità Eco sostenibili, Eco-Teck, Distretti energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione tecnologica
Angelo PaladinoA Ravello (Salerno)
la settimana europea dell’energia sostenibile
speciale Co.Svi.G. Toscana: dove lo sviluppo è verde
l’Energia possibile
numero 1 novembre 2008
prezzo di copertina 8,00 euro - copia omaggio
3COVER STORYToscana dove lo sviluppo è verde
Un luogo-sistema a tutta energia pulita
Vent’anni di storia del Co.Svi.G.
Un’avventura lunga vent’anni:a colloquio con Sergio Chiacchella, Annarita Bramerini, Piero Ceccarelli
Un territorio 110 e lode
La lana dei soffioni
L’oasi Toscana dei saperi e dei sapori
La nuova sfida di Slow Food è partita dall’area geotermica
Viaggio in un’altra Toscana
Il Parco delle Biancane
La chimica moderna nacque da queste parti
Due Centri di Ricerca per lo sviluppo delle nuove tecnologie
Il CITT
Il progetto NEFTIH2
Il CEGL
I numeri del Co.Svi.G.
La sfida per imbrigliare Eolo
Quarant’anni nel segno della qualità
DOCUMENTOMontepaschi:facciamo crescere l’energia pulita
COMUNI VIRTUOSIIn Valle d’Aosta Chamois ha da sempre la vocazione alla mobilità sostenibile
Carmagnola:dall’agricoltura tradizionale allo sviluppo ecosostenibile
Montagne Olimpiche:un luogo-sistema ecosostenibile a cinque cerchi olimpici
NUOVE ENERGIE NEL MEZZOGIORNOSalerno ha un’altra faccia:la sostenibilità energetico-ambientale
Non solo latte: le bufale produrranno energia elettrica
Sant’Agata di Puglia:quando le pale eoliche non ostacolano l’arrivo delle cicogne
Esco Energy: la ricerca e l’innovazione si sperimentano a domicilio
I nomi di questo numero
PERISCOPIO
FILO DIRETTORoyalties e certificati verdi al servizio delle esigenze locali
4950
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606567
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Il costo della pubblicazione EnergeoMagazine è di Euro 8,00
L’abbonamento (6 numeri annuali: Italia 40 euro, estero 65 euro) che
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Direttore responsabile: Taty Rosa Bo [email protected]
Coordinamento redazionale e marketing: Luigi Letteriello [email protected] 334.120.71.85
Grafica: Gustosì snc [email protected]
Redazione: Pierpaolo Bo, Giovanna Lombardi [email protected]
Segreteria di Redazione: Anna Seravelli
Progetti speciali e Pubblicità: Videomedia.com [email protected]
Comitato Scientifico: - Dipak Pant, professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza.- Carlin Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, è tra le 50 persone che «potrebbero salvare il pianeta», secondo l’autorevole quotidiano The Guardian, il quale ha stilato una lista di personalità che si sono distinte per il loro impegno nel combattere inquinamento ed effetto serra, nella salvaguardia degli ecosistemi, nella promozione di metodi di sviluppo sostenibile.- Vincenzo Antonucci, Dirigente di ricerca CNR-ITAE.- Gaetano Caggiola, direttore Istituto di Tecnologie Avanzate per l’Energia CNR Itae.- Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. - Sergio De Sanctis, manager e progettista settore Idrogeno.- Antonio Frattari, direttore Centro Universitario Edifici Intelligenti Università di Trento.- Marco Frey, doc. Economia e Gestione delle Imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.- Alessandro Giari, presidente APSTI.- Arturo Lorenzoni, Università degli Studi di Padova.Direttore di Ricerca IEFE - Bocconi.- Anna Moreno, coordinatrice di Desire-Net-Project. Dipartimento Innovazione-Enea.- Davide Poli, dipartimento di Sistemi elettrici e Automazione Università di Pisa.- Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità.- Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena.
Collaboratori:Gerry Annone (inviato), Micaela Barilari (Toscana), Claudio Chiaves (Piemonte), Puccio Corona (inviato), Diego Favarato (Veneto), Giuseppina Gianquinto (Sicilia), Viviana Lupi (Trentino), Angelo Nicoletti (Campania), Piero Minuzzo (Valle d’Aosta), Luisella Duilia Meozzi (Emilia-Romagna), Marcello Paris (inviato), Laura Quattrocchi (Lombardia), Giuseppe Vetere (Basilicata/Puglia), Igor Vinci (inviato)
Fotografie: Apsti, Luciano Baesso, Blulinda, Coordinamento Agenda 21, Casa dell’Energia Aem, Remo Caffaro, Comune di Carmagnola, Comune di Chamois, Mauro Comodi , Cosvig, Università di Castellanza, Ufficio Stampa Eni, EdiProgetti, Ministero Giustizia, Ufficio Stampa Mps, Polo tecnologico Navacchio, Orano Pippucci, Comune di Pragelato, Comune di Pontedera, Renael, Fabbrica del Sole, Presidenza Regione Toscana, Studio Fotografico Dierre Sant’Agata Di Puglia, Ufficio Stampa Slow Food, Ufficio Stampa Lingotto.
Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeomagazine.
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Questo periodico è associato all’ Unione Stampa Periodica Italiana
numero 1novembre 2008
Diritti
Valori
Innovazione
Sostenibilità
Meetingdei diritti umani
Firenze
Mandela Forum
Dicembre
2009
Festivaldella Creatività
Firenze
Fortezza da Basso
Ottobre
2009
XII Rassegna
Dire&Fare
Firenze
Fortezza da Basso
Novembre
2009
Terra Futura
Firenze
Fortezza da Basso
Maggio
2009
www.regione.toscana.itwww.intoscana.it
In tempi di globalizzazione, sono prima di tutto le nostre testea dover diventare globali.
Ecco 4 appuntamenti che si prefiggono di aprire le menti, leggere la realtà, cogliere le nuove opportunità.
Primo appuntamento a maggio: affronteremo il tema dello sviluppo sostenibile,ovvero come conciliare tutela dell'ambiente, economia e buone pratiche.
Si prosegue con il Festival della Creatività per contagiare il mondocon la fantasia, avvolgerlo di suoni, farlo esplodere di nuove idee.
Sempre alla Fortezza da Basso, XII edizione di Dire&Fare, rassegna dei progettipiù innovativi realizzati dalla pubblica amministrazione.
I diritti umani e le grandi questioni che riguardano il mondo saranno poi al centrodel Meeting che si terrà a Firenze.
Tutti argomenti per migliorare l’oggi e garantirci un eccellente futuro.D’altra parte è là che passeremo il resto della vita.
Per il cervellouna boccata d’aria.
Regione Toscana Diritti Valori Innovazione Sostenibilità
6
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
focusProposte e idee nuove per sviluppare
territorio, economie ed energia pulita
FOCUSIn Italia undici milioni di persone vivono in piccoli Comuni con meno di 5000 abitanti
Ci sono in Italia dieci, cento, mille iniziative diverse, mille progetti,
mille e una proposta di questa entusiasmante corsa a tappe
destinata a portarci all’abbattimento dei gas serra per contri-
buire al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto.
Uno studioso di fama internazionale, il professor Dipak Pant, nepalese,
direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile,
all’università Cattaneo di Castellanza (Varese), ha messo a punto un
metodo - da lui denominato Bussola per la Comunità Eco-Tech - che
dovrebbe indicare la strada a questi paesi per garantirsi un futuro.
La formula, secondo il docente (che fa parte del Comitato Scientifico di
Energeo Magazine) ruota attorno a tre concetti base.
Il primo - spiega - viene chiamato “elemento di comunità”: passa
attraverso il recupero di tutte le risorse culturali, compresi i momenti
di aggregazione locali, le tradizioni, che contribuiscono a rinsaldare
appunto la comunità, lo stare assieme.
Il secondo è un elemento di riordino ambientale: occorre creare luoghi
gradevoli, sostenibili da un punto di vista socio-ecologico, che puntino
decisamente sulle energie alternative.
Il terzo elemento, il più importante, è la connettività: il salto di qua-
lità che potrà rendere i piccoli Comuni appetibili è uno sforzo di
investimento tecnologico per la massima connettività ed operabilità
info-telematica.
É una vera rivoluzione culturale ma che crea un paradosso: luoghi iso-
lati che diventano di colpo luoghi-sistema pregiati, ricercati e collegati,
con tutto il pianeta, creando opportunità infinite.
Il professor Dipak Pant ci potrebbe aiutare lungo questo cammino,
mettendo a disposizione il suo team, anche perché l’inchiesta avviata
da Energeo Magazine vuole toccare l’ampio bacino di utenza dei
Comuni italiani: la Bussola per la Comunità Eco-Tech ha individuato in
Italia undici milioni di persone, ovvero quelle che vivono nei paesi con
meno di 5000 abitanti. Il professor Pant ci ricorda che il nostro Paese
può adottare con facilità questa formula sostenibile, per la cultura e
per la varietà di paesaggi che c’è in Italia, per l’attaccamento ai luoghi
d’origine, che altrove non si riscontra, e perché lo sviluppo si realizzerà
lontano dalle aree urbane ormai intasate ed esauste.
Il professor Dipak Pant ha mostrato molto interesse per la nascente
Associazione Onlus Ecocity, che promuove iniziative e opportunità di
dialogo tra le varie realtà territoriali sullo sviluppo di questi temi speci-
fici e che dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di
un lungo percorso attraverso il Paese dell’energia possibile.
Dipak Pant, professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi
Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza:
“Occorre creare luoghi gradevoli, paesi-laboratorio sostenibili da un punto di vista socio-ecologico, che puntino decisamente sulle energie alternative”.Lo sviluppo sostenibile ha una leva fondamentale nel territorio, in particolare nei piccoli
Comuni, nelle Comunità eco-sostenibili e nei numerosi ambiti territoriali,
denominati Distretti Energetici, che si stanno organizzando nel nostro Paese: quelli che
vengono definiti i luoghi-sistema dell’energia possibile.
Il nostro giornale vuole cominciare la sua storia editoriale analizzando la sfida di tutte le
comunità ecosostenibili radicate sul territorio che rappresentano una riserva di futuro
energetico per l’intero paese.
In questi Comuni-laboratorio vengono investiti molti soldi in campo energetico, molte volte al
fine di strapparli dal declino di zone considerate marginali.
Forniremo, strada facendo, gli esempi di queste comunità eco-sostenibili radicate sul territorio
che idealmente costituiscono un itinerario attraverso l’Italia, dalle città di mare alle località di
montagna, fino a ogni singola città con una storia di sviluppo sostenibile da raccontare.
7
focus !Queste tematiche fanno parte del progetto (integrato, appunto, da una
efficace iniziativa editoriale e di comunicazione) di far lavorare insieme
le realtà locali che hanno realizzato le soluzioni tecnologiche più inte-
ressanti per promuovere l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.
E ci mette sull’avviso:
“La competizione globale non è solamente tra soggetti imprenditoriali,
ma è soprattutto tra i luoghi-sistema.
Ogni città, distretto, regione e paese deve competere con tutti gli altri
luoghi-sistema per produrre e vendere beni e servizi, per attirare e trat-
tenere le risorse e le competenze. La globalizzazione genera una nuova
polarizzazione geo-economica.
I luoghi-sistema più efficienti - per infrastrutture, amministrazione, ser-
vizi - e più attraenti - per la qualità della vita, ambiente, paesaggio, cul-
tura - vinceranno facendo una gara verso l’alto, verso nuovi orizzonti
di sviluppo qualitativo e sostenibile. “Questa sfida va capita da tutti
- ammonisce il prof. Pant - I luoghi-sistema meno attraenti e meno effi-
cienti subiranno le conseguenze della globalizzazione a loro scapito
e, al massimo dovranno accontentare degli investimenti meno quali-
ficanti-inquinanti-usuranti, con basso valore finanziario, tecnologico o
estetico- e saranno costretti a portare avanti una gara verso il basso:
verso la disperata riduzione di costi con l’abbassamento della qualità
dell’ambiente, del capitale umano, della vita.
Con la globalizzazione, con la multi-localizzazione, il mondo degli affari
vedrà una forte polarizzazione tra i luoghi-sistema: alcuni faranno leva
sul vantaggio competitivo-attrattività, specificità, qualità - una gara
verso l’alto -, mentre altri saranno costretti a perseguire solo il van-
taggio comparativo-opportunismo, genericità, quantità, sconti: una
gara verso il basso”.
Il prof. Pant invita gli amministratori pubblici a rimboccarsi le maniche,
come hanno fatto tanti coraggiosi sindaci ed amministratori pub-
blici che hanno realizzato sul proprio territorio strutture esemplari
per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. E ci dice: “L’approccio ecolo-
gico rappresenta una grande opportunità per la creazione di valore.
L’ottimizzazione ecologica sta dando buoni frutti un po’ ovunque nei
Paesi di industrializzazione matura (e satura) dove lo sviluppo è pas-
sato dalla fase dei ‘bisogni’ alla fase dei ‘desideri’, dove la politica pub-
blica è coerentemente orientata verso la sostenibilità del sistema, dove
il consumatore-cittadino è consapevole delle sue scelte, dove la società
civile e i mass media fanno interessi pubblici e non sono appendici dei
partiti politici, dove l’imprenditore-cittadino è responsabile della crea-
zione anche di valore sociale e, soprattutto, dove regnano la legalità e
il rispetto per l’armonia sociale”.
Appare preoccupato il prof. Pant: “A me sembra che in Italia non ci sia
ancora una piena convergenza tra istituzioni, comunità, mercato e il
mondo dell’impresa sul paradigma ‘ecologico’, nonostante il grande
risalto dato dai mass media alle tematiche ambientali”. Dipak Pant
plaude, infine, alla iniziativa di Energeo Magazine e auspica “un grande
mix tra comunità ecosostenibili e filiere distrettuali tra creatività, tecno-
logia e risorse del territorio, come modello vincente di competitività.
Il consiglio dato è quello di ridefinire l’identità territoriale e la competi-
tività del distretto-territorio e misurarla come un marchio complessivo
che conferisca valore aggiunto a tutti i prodotti, servizi e affari emanati
da quell’area”.
Un modello collaudato da replicare al nord come al sud d’Italia con una
strategia che dipende dalla comprensione della realtà e dalla capacità
di proiettarsi verso nuovi orizzonti.
Un rapporto poco incoraggiante
Il documento presentato lo scorso 24 luglio che
passa in rassegna le attività svolte dal Gse, fa
riferimento ai meccanismi di incentivazione della
produzione da fonti rinnovabili e della cogenerazione
ad alto rendimento.
Non è mai stato tanto negativo come nel 2007 il rap-
porto tra produzione totale e produzione da rinnova-
bili. Almeno a partire dal 1994, l’ultimo anno ripor-
tato nel quadro fornito dalle ‘’Statistiche sulle fonti
rinnovabili 2007 in Italia’’ del Gestore servizi elettrici
(Gse). Secondo i dati del Gse, anche la produzione
totale di elettricità rinnovabile nel 2007 (49,4 TWh)
è stata inferiore a quella di molti anni precedenti:
in particolare rispetto a quella di 2006, 2005, 2004,
2001, 2000 e 1999. La produzione massima è stata
toccata nel 2004, con 55,3 TWh. Il Gse indica inoltre
che, nel 2007, pur essendo aumentata del 4,6% la
potenza installata delle rinnovabili, la produzione
di energia elettrica è scesa a 49,4 miliardi di kWh,
rispetto ai 52,3 TWh del 2006. La minor produzione,
che complessivamente ha toccato un -5,5%, è inte-
ramente addebitabile al negativo andamento idro-
logico dell’anno, che ha portato ad una riduzione
della generazione idroelettrica (la fonte di gran lunga
prevalente) dell’11,3%. La generazione da eolico
è invece aumentata del 26,8%, quella da solare
dell’11,4% e quella da biomasse e rifiuti del 3,1%.
Conseguentemente è diminuito anche il rapporto
percentuale tra produzione da rinnovabili e produ-
zione totale di energia elettrica, che è passato dal
16,6% del 2006 al 15,7% del 2007. E da parte nostra
vogliamo ricordare che in Italia c’è ancora tanta
energia possibile da produrre, chilowattora puliti, a
volte dimenticati.
La sfida dei piccoli centri è già cominciata.
In alto a sinistra:Dipak PantA fianco:Università di Castellanza,vista dall’alto
[
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
1234
impresa sostenibile
5
come si sviluppa l’impresa sostenibile
?Nel mondo dell’impresa, la sostenibilità sta entrando in cinque modi:
come rispetto degli obblighi normativi. La produzione legislativa e normativa
su questioni sociali e ambientali è in crescita ovunque nel mondo;
come opportunità di nuova impresa o di rinnovamento dell’impresa esistente
seguendo incentivi e sgravi verso l’ottimizzazione ecologica;
come parte della strategia di “eco-efficienza”, ovvero fare di più con meno
risorse, causando sempre meno impatti, scarti e rifiuti;
come strategia di consolidazione competitiva e culturale d’impresa;
come strategia di marketing e comunicazione per entrare nelle preferenze
etiche dei consumatori.
strategia territorialecheck up per una strategia territoriale
?Qual è l’assetto di marcatura del luogo-sistema del territorio?
Quale il nesso tra realtà aziendale del territorio e valore complessivo dell’immagine-marchio del territorio?
Quali sono i casi di migliori pratiche tra le imprese della zona in termini di sostenibilità?
Quali sono i vantaggi economici, sociali, culturali e pubblici?
Da quale parte della comunità e del territorio proviene la domanda di sostenibilità, e perché?
Le aziende del territorio come sono influenzate dalle domande di sostenibilità da fonti locali ed extra-locali?
La risposta delle aziende differisce in base alla territorialità delle fonti di domanda per sostenibilità?
Quali gli acceleratori e quali i rallentatori o impedimenti per il processo di sostenibilità nelle imprese del territorio?
Quali gli scenari del territorio dal punto di vista dello sviluppo sostenibile e dell’immagine-marca del territorio?
Qual è il ruolo della sostenibilità nel protagonismo delle aziende per la strategia di alto valore
del marchio del luogo-sistema per il territorio?
strategia territoriale
sviluppo sostenibileche cos’è lo sviluppo sostenibile
Dipak R. Pant, il guru dell’economia sostenibile
Il prof. Dipak R. Pant affianca le organizzazioni governa-
tive, non governative e aziendali per questioni politiche
di economia sostenibile e di pianificazione strategica,
legate allo sviluppo sostenibile. Instancabile esploratore
del mondo, viene considerato il pioniere del ‘Programma
delle Terre Impervie (Extreme Lands Program)’, uno studio
che comporta indagini etnografiche, economiche e la pia-
nificazione dello sviluppo sociale ed economico nelle zone
più marginali e difficili, storicamente abitate, del mondo. Il
suo intervento nel dibattito sullo sviluppo internazionale
è basato sulla convinzione che la sostenibilità sociale e
ambientale sia elemento essenziale per ogni strategia per la
competitività nel mercato globale.
Oltre ad essere il fondatore e direttore attuale dell’Unità di
Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile e del pro-
gramma per le terre impervie, il prof. Pant discute su que-
stioni di sostenibilità, di programmazione dello sviluppo e di
sicurezza mondiale dell’umanità presso le istituzioni scien-
tifiche dell’Europa, Cina e Stati Uniti. Le sue competenze,
esperienze e prospettive sono molto richieste nel mondo
degli affari, della cultura e delle scienze.
Esplorando la vastità, la diversità e la complessità delle con-
dizioni umane di un mondo che si sta avvicinando sempre
più grazie al trasporto, alla tecnologia e alla globalizzazione
economica, Dipak Pant illustra con chiarezza le implicazioni di
ampia portata per le organizzazioni, gli affari, le comunità e le
nazioni. Egli fa notare che dal caos globale degli eco-sistemi,
delle identità etniche ed economiche, emergono nuovi rischi,
sfide e opportunità da cogliere. L’originalità e la freschezza
delle esperienze di vita reale vissute in prima persona e la
profondità delle sue riflessioni e visioni sono senza pari.
EEE“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni”
La prima definizione in ordine temporale è stata quella contenuta nel rapporto Brundtland (dal nome della presidente
della Commissione, la norvegese Gro Harlem Brundtland) del 1987 e poi ripresa dalla Conferenza mondiale
sull’ambiente e lo sviluppo dell’ONU (World Commission on Environment and Development, WCED).
Sebbene questa dichiarazione sintetizzi, in maniera molto semplificata, alcuni aspetti importanti del rapporto tra
sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell’ambiente, purtroppo non può essere operabile.
È la cosiddetta regola dell’ equilibrio delle tre E:
Ecologia, Equità, Economia.che lo identifica come « ...un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi
di supporto, dai quali essa dipende ».
Le tre condizioni generali riguardano l’uso delle risorse naturali da parte dell’uomo:
* il tasso di utilizzazione delle risorse rinnovabili non deve essere superiore al loro tasso di rigenerazione;
* l’immissione di sostanze inquinanti e di scorie nell’ambiente non deve superare la capacità di carico dell’ambiente stesso;
* lo stock di risorse non rinnovabili deve restare costante nel tempo.
In tale definizione, viene introdotto anche un concetto di ‘equilibrio’ auspicabile tra uomo ed ecosistema.
“la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura”.
(...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un
mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale.
(Art 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001).
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Si parte. Ecocity, il progetto di un’As-
sociazione Onlus per dare slancio alle
tante iniziative territoriali che si stanno
avviando in Italia per promuovere i luoghi-
sistema dell’energia possibile e dell’economia
sostenibile, è sulla rampa di lancio.
L’iniziativa ha coinvolto quattordici comunità,
grandi e piccole, con l’unico obiettivo di lavo-
rare insieme per avviare un dialogo proficuo
tra queste strutture e un efficace sistema di
comunicazione e di scambio di esperienze at-
traverso il Paese dell’energia possibile.
In sostanza c’è l’invito a rimanere uniti per
salvare il pianeta dai gas serra, avviando, an-
che in Italia, progetti che nascono dallo sforzo
congiunto di aziende innovatrici e ricercatori,
consci che gli elementi naturali non sono beni
eterni se utilizzati in maniera inconsapevole.
Tra i promotori ci sono realtà che nell’ambien-
te ritrovano quotidianamente le ragioni e le
energie per vivere.
Il piccolo Comune di Chamois, che ha soltanto
93 residenti, rappresenta il primo esempio delle
comunità promotrici del progetto Ecocity Onlus.
Le realtà promotrici del progetto che rappre-
sentano Comuni e territori virtuosi, custodi di
una documentata tradizione ecologista, ven-
gono indicate nei riquadri di questo servizio.
Chamois, paese della Valle d’Aosta, 1.815 sul
livello del mare, è l’unico Comune d’Italia non
raggiungibile dalle automobili, una località tu-
ristica incontaminata.
L’unico sistema di trasporto è la funivia che
funziona tutti i giorni dell’anno, con l’alterna-
tiva di affrontare a piedi l’impegnativa salita
in alta montagna o con mezzi aerei (posso-
no atterrare oltre che gli elicotteri anche i
piccoli aeroplani).
Nel territorio possono circolare esclusivamen-
te mezzi elettrici, per assicurare un servizio
di trasporto interno sia per le persone che
per le merci.
In questa località al cospetto del Cervino,
considerata “Perla delle Alpi”, inserita in un
circuito di tutto l’arco alpino che associa i
luoghi montanari più belli d’Eurora, i promo-
tori di Ecocity Onlus, ospiti della Regione Valle
d’Aosta che è anche partner del progetto, si
ASSOCIAZIONI & SOCIETÀNUOVE INIZIATIVEComunità eco-sostenibili e luoghi-sistema
Ecocity OnlusProgetti e obiettivi in Comune
L’Associazione promuove in Italia iniziative che dovranno costituire una grande opportunità di dialogo tra le varie realtà territoriali sullo sviluppo di questi temi specifici e che dovrà consolidarsi negli anni rappresentando le varie tappe di un lungo percorso attraverso il Paese dell’energia possibile.
daranno appuntamento, entro l’anno, per sot-
toscrivere il programma dell’Associazione.
Un progetto che ha l’ambizione di diventa-
re anello di congiunzione di una proposta
destinata a valicare le Alpi (Chamois è vici-
nissima al confine) per agganciarsi alle più
valide iniziative eco-sostenibili di altri Paesi
dell’Unione Europea.
Viste le circostanze favorevoli, in perfetta sin-
cronia con i tempi, il progetto Ecocity Onlus
rappresenta, già al suo debutto, uno stimolo
importante per stabilire stretti accordi opera-
tivi di ricerca e cooperazione, di confronto e
raccordo, anche attraverso identiche organiz-
zazioni internazionali.
L’Associazione guarda all’Europa per promuo-
vere azioni concrete di intervento in linea con
le indicazione della Commissione Europea.
Tra gli obiettivi c’è la promozione di relazioni
con le “stanze” dove si decide la politica ener-
getica, sia a livello nazionale che comunitario,
e l’impegno a imprimere nuovo slancio alle
relazioni internazionali con altre Comunità
eco-sostenibili, organizzazioni economiche
e culturali.
L’attività di Ecocity Onlus dovrà essere indiriz-
zata anche alla promozione di studi e ricerche
in campo economico, finanziario e tecnologico,
a stringere contatti e ad avviare collegamenti e
collaborazione fra gli altri Poli di ricerca istitu-
zionali, economici, culturali e scientifici.
L’obiettivo è di appoggiare le politiche a fa-
vore dei luoghi-sistema locali e di sviluppo
sostenibile e far dialogare le reti di filiere che
producono energia pulita.
11Queste iniziative si identificano nella stra-
ordinaria formula applicativa del prof. Pant
(presiede il Comitato Scientifico di Energeo
Magazine), considerato padre spirituale di
questo percorso di aggregazione tra comunità
Eco-Tech convinte dell’importanza strategica
di trasmettere modelli di sviluppo poco diffusi
e non soltanto limitati all’ambiente.
La formula, vogliamo ricordarlo, viene rappre-
sentata dalla ricerca (Focus pag. 6) del nepale-
se Dipak Pant, fondatore e direttore dell’Uni-
tà di Studi Interdisciplinari per l’Economia
Sostenibile presso l’Università di Castellanza,
che ruota attorno a tre concetti base.
Il primo viene chiamato “elemento di comu-
nità”: passa attraverso il recupero di tutte
le risorse culturali, compresi i momenti di
aggregazione locali e le tradizioni, che con-
tribuiscono a rinsaldare appunto la comuni-
tà, lo stare assieme.
Il secondo è un elemento di riordino ambienta-
le: occorre creare luoghi gradevoli, sostenibili
da un punto di vista socio-ecologico, che pun-
tino decisamente sulle energie alternative.
Il terzo elemento, il più importante, è la con-
nettività: il salto di qualità che potrà rendere i
piccoli comuni appetibili è uno sforzo di inve-
stimento tecnologico per la massima connetti-
vità ed operabilità info-telematica.
Eccolo dunque l’obiettivo di Ecocity Onlus
che vuole rappresentare tutti i luoghi-siste-
ma, come sono stati efficacemente descritti
dal prof. Pant.
Il Comitato promotore del Coordinamento,
istituito lo scorso marzo in Toscana, nell’a-
bito delle iniziative del Distretto Energetico
dell’area geotermica, da tempo sta lavoran-
do per individuare le piccole località d’eccel-
lenza in ogni regione, nonché per stimolare
la crescita sociale ed economica attraverso
l’applicazione di innovativi metodi di cono-
scenza energetico-ambientale delle Comunità
eco sostenibili.
Un primo scopo è stato già raggiunto, con-
frontando e mescolando su tutto il territorio
nazionale le diverse esperienze e conoscenze
delle varie realtà territoriali e delle istituzioni,
per far emergere le idee-guida che hanno trai-
nato il progetto Ecocity Onlus, con il determi-
nante contributo, in questa prima fase, della
Regione Toscana.
Si è proceduto, in questi mesi, a piccoli passi,
nel convincimento che lo sviluppo sostenibile
possa costituire la piattaforma comune per
tutte le attività sociali, che sia cioè l’elemento
propulsore in grado di catalizzare e incremen-
tare tutte le energie possibili da sviluppare in
un determinato luogo.
La nuova Associazione Ecocity Onlus che
vuole rappresentare città grandi e piccole,
Comuni più o meno noti, comunità sostenibili,
distretti energetici, realtà che hanno già appli-
cato modelli di sviluppo eco-compatibili con
il territorio, modelli che vogliono affermarsi
e farsi conoscere in futuro, ha già trovato, in
vista di Milano Expo 2015, una sede di rappre-
sentanza nella Casa dell’Energia (Fondazione
AEM) in Piazza Po, 3 Milano, dove svolgerà
buona parte dell’attività di comunicazione e
di promozione.
“Il progetto che ci è stato sottoposto è ap-
parso subito valido - spiega il direttore della
Comunicazione di A2A, Biagio Longo - questa
iniziativa troverà spazio nella nostra struttura
destinata proprio alla promozione dei progetti
eco-sostenibili”.
Questo nuovo coordinamento dovrà individua-
re i Local Energy Systems, coinvolgendo i Poli
scientifici e di Ricerca, e tutte quelle strutture
che sviluppano nuove tecnologie nella promo-
zione dell’energia pulita, oggi molto ambite e
promosse dalla stessa Unione Europea.
In questa polifunzionale struttura, sarà atti-
vato anche un Osservatorio sulle Comunità
Ecosostenibili (OCES), collegato con due
sedi operative distaccate: il Distretto delle
Energie Rinnovabili della Toscana e il Distretto
Energetico del Parco del Cilento, di recente
costituzione.
L’OCES di Salerno avrà il compito specifico
di far dialogare le Province del Mezzogiorno
che, di recente, hanno sottoscritto un Patto in
materia di sviluppo energetico sostenibile dei
territori di competenza, con le altre realtà eco-
sostenibili del Paese.
Energeo Magazine accompagnerà il progetto
Ecocity Onlus in ogni tappa.
L’OCES (Osservatorio Comunità Eco Sostenibili), coordinato dalla nuova Asso-ciazione Ecocity Onlus e da Energeo Magazine, si basa su un lavoro di map-patura e di ricerca condotto sull’intero territorio nazionale e da indagini ap-
profondite dallo stesso periodico. Il giornale ha elaborato una scheda per acquisire le informazioni prodotte dalle stesse comunità eco-sostenibili (che sarà disponibile anche su Internet). Le schede compilate saranno considerate strumenti utili per individuare un percorso di conoscenza e di confronto che rappresenta un primo passo per istituire gli Stati Generali delle Comunità eco-sostenibili. Lo scopo è far discutere, confrontare e mescolare le diverse esperienze e conoscenze delle varie realtà territoriali e delle istituzioni, e far emergere le idee-guida che trai-
nino il Paese verso gli obiettivi di Kyoto.
“ “
“il paesaggio è quella parte del mondo che esiste realmente per ogni individuo, è la sua realtà, è la sua stessa vita.Il resto dell’universo ha solo un valore astratto. Ed ogni specie animale ha il suo paesaggio ed ogni uomo il suo...”
Che cos’è l’OCES
(J.Ortega y Gasset, “Temas del Escorial”, Madrid, Alianza Editorial)
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Le Regioni italiane a cui appartengono le
realtà locali che hanno aderito alla promo-
zione del progetto Ecocity Onlus :
Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia
Romagna, Veneto, Trentino, Toscana,
Campania, Puglia.
Le Comunità, grandi e piccole, che hanno
deciso di organizzarsi nell’Associazione
Ecocity Onlus, con l’unico obiettivo di lavo-
rare insieme per avviare un dialogo proficuo
tra queste strutture e un efficace sistema di
comunicazione e di scambio di esperienze.
Le Agenzie Energetiche Locali della
Rete Nazionale Renael, promosse dalla
Commissione Europea, che, in stretta sinergia
con le Istituzioni locali, e in collaborazione
con Ecocity Onlus, promuovono e sviluppano
attività sui temi dell’uso razionale dell’energia
e delle fonti energetiche rinnovabili.
I promotori di Ecocity Onlus
NUOVE INIZIATIVEComunità eco-sostenibili e luoghi-sistema
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141 Il Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana Il Distretto delle Energie Rinnovabili della To-
scana, tra i primi ad essere operativo in Italia
e destinato, per le sue specificità, a essere
tra i più avanzati d’Europa, è il naturale luo-
go di sintesi delle esperienze e delle ricerche
maturate, in Italia e negli altri Paesi europei,
per promuovere la sostenibilità e la diffusione
delle energie rinnovabili.
In questo comprensorio di 1.200 chilometri
quadrati, inserito tra i comuni al confine del-
le province di Siena, Pisa e Grosseto, si sono
insediati due centri di eccellenza sulla geoter-
mia, a Larderello, e sulle energie rinnovabili, a
Monterotondo Marittimo.
Il territorio è diventato un luogo di dibattito e
di confronto sui temi ambientali.
In questo ambito è stato promosso il progetto
di coordinamento delle altre realtà eco-soste-
nibili con il programma Ecocity Onlus.
2 ChamoisChamois, paese della Valle d’Aosta, 1.815
sul livello del mare, è l’unico Comune d’Ita-
lia non raggiungibile dalle automobili, che si
presenta in modo emblematico come località
turistica incontaminata.
L’unico trasporto è la funivia che funziona tutti
i giorni dell’anno, con l’alternativa di affronta-
re a piedi l’impegnativa salita in alta montagna
o i mezzi aerei (possono atterrare oltre che gli
elicotteri anche i piccoli aeroplani).
Nel territorio possono circolare esclusivamen-
te mezzi elettrici, per assicurare un servizio
di trasporto interno sia per le persone che
per le merci.
3 La Marca delle due ProvinceLa Marca delle due Province si propone come
luogo naturale di incontro, di contatto e di pro-
poste che rientrano nel programma più artico-
lato dell’Agenda 21.
Il Carmagnolese svolge, infatti, il ruolo cardine
nel rapporto tra la città e la campagna, lavo-
rando sulle relazioni naturali e indotte tra il si-
stema produttivo agricolo, il paesaggio rurale
e gli elementi di natura antropica, in alcuni casi
intervenendo per ripristinare l’equilibrio origi-
nale, in altri valorizzandone e qualificandone i
contenuti in termini di capacità produttiva e di
confronto con il mercato, in altri ancora rico-
struendo gli elementi compromessi.
Il progetto di grande respiro, espressione di
una politica territoriale mirata, raggruppa i co-
muni di Caramagna Piemonte, Carignano, Car-
magnola, Cavallerleone, Lombriasco, Piobesi
Torinese, Racconigi, Villastellone.
4 Il Distretto dell’Idrogeno di PontederaIl progetto di una filiera completa dell’idroge-
no è stato inserito in un Distretto Energetico,
con l’obiettivo di qualificarsi come centro di
ricerca e produzione all’avanguardia, a parti-
re dalla produzione basata sullo sfruttamento
delle fonti di energia rinnovabile, per finire con
la sperimentazione di reti di stoccaggio e di di-
stribuzione e di veicoli alimentati con questo
vettore pulito, perfettamente in linea con le at-
tuali tendenze a scala nazionale ed europea.
La filiera dell’idrogeno si inserisce nell’am-
bito di un progetto più ampio che fa a capo al
Consorzio di sviluppo Valdera che comprende i
Comuni di Calcinaia, Lari, Ponsacco, Pontedera
e si potrà allargare ad altri comuni della zona.
Il programma rientra tra gli obiettivi dell’Agen-
da 21 per lo sviluppo produttivo, turistico e
ambientale del territorio.
5 Il Distretto dell’Idrogenodi ArezzoL’idrogenodotto più lungo del mondo in area
urbana, assoluta novità in campo energetico,
ha sorpreso tutti per l’arditezza del progetto.
É infatti la prima volta che una zona industria-
le è servita da un idrogenodotto sotterraneo
attraverso il quale si eroga idrogeno per pro-
durre energia e per l’utilizzo industriale (com-
parto orafo di Arezzo) a zero emissioni.
L’idrogenodotto è stato ideato e realizzato
dalla Fabbrica del Sole, nel contesto del Pro-
getto Idrogeno per Arezzo.
6 Il Distretto delle Energie Rinnovabili di PolveraraIl Distretto delle Energie Rinnovabili di Polve-
rara (Padova) opera da alcuni anni nell’ambito
della promozione di interventi pubblici e priva-
ti nelle energie rinnovabili. Sono stati effettuati
interventi in agricoltura finalizzati alla produ-
zione di cippato nell’area del distretto, da po-
ter essere impiegato nelle centrali a biomassa.
É stata inoltre costituita una Esco che ha come
soci i Comuni gravitanti nel Distretto e aziende
di primaria importanza nel settore dell’impian-
tistica e dell’energia.
I progetti avviati riguardano il teleriscalda-
mento, impianti di fotovoltaico e interventi di
risparmio energetico nella gestione calore e
nell’illuminazione pubblica degli Enti soci.
7 Il Distretto Tecnologico del Trentino Sono oltre quaranta i soci del Distretto Tecno-
logico del Trentino che si occupano di energie
rinnovabili e alternative.
Pannelli fotovoltaici, collettori solari, impianti
eolici, prodotti bioenergetici, teleriscaldamen-
to, ma anche tecnologie per il recupero energe-
tico e attività di ricerca per l’innovazione scien-
tifica e tecnologica nel settore dell’energia.
Altri soci offrono attività di energy manage-
ment, realizzazione, diagnosi, progettazione e
gestione di sistemi tecnologici riferiti alle fonti
alternative, studi e consulenze sul risparmio
energetico, redazione di piani energetici am-
bientali. Particolarmente sviluppato anche il
settore per la produzione di idrogeno e le sue
applicazioni energetiche.
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
8 Il Distretto Energetico del Parco Nazionale del Cilento Il progetto fa parte di un programma di pro-
duzione e utilizzo di energie rinnovabili più
ampio e diversificato che interessa tutta
l’area del Parco del Cilento: 80 Comuni di-
stesi tra i due versanti (un comprensorio di
181 mila ettari, con una popolazione di 220
abitanti) che, in aggiunta alla già qualificata
valenza ambientale (il Parco viene considera-
to dall’Unesco patrimonio dell’umanità) vuole
concentrare ricerca, diffusione e produzione
di fonti pulite (fotovoltaico e solare termico)
anche sull’energia marina come ulteriore fon-
te rinnovabile di energia.
9 Renael: Rete Nazionale Agenzie Energetiche LocaliLa Commissione Europea ha promosso la crea-
zione di agenzie regionali e locali per la gestio-
ne dell’energia finalizzate ad incentivare l’uso
razionale dell’energia e a valorizzare le risorse
energetiche locali e le fonti rinnovabili, indivi-
duando in questo tipo di azione uno strumento
fondamentale per lo sviluppo sostenibile.
In pochi anni sono sorte oltre 200 agenzie nei
vari paesi dell’Unione Europea. In Italia aderi-
scono quaranta strutture locali che fanno par-
te di Renael, la Rete Nazionale delle Agenzie
Energetiche Locali, che, in stretta sinergia con
le Istituzioni locali, promuovono e sviluppano
attività sui temi dell’uso razionale dell’ener-
gia e delle fonti energetiche rinnovabili.
10 Il Distretto Energetico delle Montagne Olimpiche Un ambizioso progetto di natura collettiva è
stato sottoscritto dai Comuni delle Montagne
Olimpiche per produrre energia da fonti rinno-
vabili e dare concretezza ad iniziative per la
progettazione, costruzione e gestione di edifi-
ci sostenibili dal punto di vista ambientale.
Nell’ambito dell’iniziativa si sta costituendo
un Distretto Energetico-sostenibile, il più alto
d’Europa, con l’importante obiettivo di indivi-
duare le modalità di regolazione delle emis-
sioni di gas serra all’interno del vasto com-
prensorio che ha ospitato le recenti Olimpiadi
delle neve “Torino 2006”.
11 L’isola di GorgonaL’isola di Gorgona, inserita nel Parco Naziona-
le dell’Arcipelago Toscano, ospita una fortez-
za-penitenziario.
In questo carcere-modello, dove si organizza-
no corsi di recupero per i detenuti, si pensa da
tempo ad approfondire e a promuovere la pro-
duzione di energia attraverso le fonti rinnova-
bili. Sono stati gli stessi detenuti ad affrontare
queste tematiche energetiche mettendole,
recentemente, di fatto in pratica, lavorando a
fianco ai tecnici che hanno installato 302 pan-
nelli fotovoltaici.
L’energia prodotta dall’impianto, che consen-
te di produrre in un anno 65.000 kwh e di ri-
durre le emissioni di CO2 di circa 63 tonnellate
l’anno, è immessa nella rete elettrica dell’iso-
la, non connessa alla rete elettrica nazionale,
e viene utilizzata dalle utenze locali, mentre
l’eccesso viene distribuito sul resto dell’isola
dove ci sono molteplici attività ittiche, agricole
e di allevamento.
12 La città nel bosco di MirandolaMirandola guarda all’Europa in qualità di rap-
presentante italiano del Progetto Europeo
Innovative Thinking e si presenta come Comu-
nità modello con l’obiettivo di realizzare “una
città nel bosco”, per creare un’ampia fascia
boscata di 1.300.000 mq, alla quale tutti pos-
sono accedere.
Il progetto eco-sostenibile di Mirandola preve-
de una classificazione energetica degli edifici
pubblici. Servizi di qualità anche nel consumo
e nell’utilizzo delle fonti energetiche rinnova-
bili. Un’illuminazione pubblica intelligente e
un contributo economico per la riqualificazio-
ne energetica degli edifici.
13 Sant’Agata di Puglia, Comunità della Solidarietà SostenibileUn’idea semplice ma efficace.
Elargire le risorse delle royalties ottenute con
l’insediamento di una fattoria eolica nel terri-
torio comunale a totale vantaggio delle fami-
glie meno abbienti che vogliono acquistare la
prima casa e per le coppie desiderose di avere
un figlio. In questo modo l’Amministrazione
comunale di Sant’Agata di Puglia ha trasfor-
mato il Paese in Comunità della Solidarietà
Sostenibile, coniugando in modo inedito e
concreto i benefici ambientali, l’efficienza e
il risparmio. Gli interventi economici devono
concorrere alle spese affrontate dai genitori
per la nascita, crescita e prima educazione
di un figlio e per assegnare finanziamenti a
parziale copertura del tasso di interesse ap-
plicato ai mutui fissi contratti per l’acquisto
di un alloggio.
14 Il comfort tecnologico di MarzioIl modello Marzio (provincia di Varese) vuole
utilizzare la moderna ingegneria, connettività,
energia pulita, innovazioni tecnologiche, per
rendere ottimali ambienti immersi nella natura.
Il traguardo ambizioso è di realizzare un piano
di governo territoriale unico, innovativo e di-
mostrativo, un connubio tra storia, cultura, am-
biente e tecnologia, che proponga un piano di
insediamento alla portata di tutti e di altissima
qualità, che porti a creare villaggi dimensionati
per “autosostenersi” perché ci sia tutto.
Il modello Marzio propone insediamenti inno-
vativi e l’utilizzo di energia pulita.
Il piano prevede alimentazione totale con fon-
ti rinnovabili entro il 2010, un modello urba-
nistico d’avanguardia, strettamente correlato
al progetto “Comunità Eco-Tech” che indica
le linee guida future della comunità, che sarà
ecologica e tecnologica.
La Casa dell’Energia (Fondazione AEM) in
Piazza Po, 3 Milano (nella foto sotto), dove
avrà la sede di rappresentanza Ecocity Onlus,
è stata inserita in una struttura, recentemente
ammodernata, composta da un’Esposizione
didattico/museale con esperimenti e appa-
recchiature, in un ideale percorso nel mondo
dell’energia dedicato soprattutto ai giovani
delle scuole primarie e secondarie. In questo
modernissimo complesso è stata inserita
una struttura flessibile costituita da un
Centro Congressi con sale convegni e spazi
multifunzionali attrezzati con le tecnologie
più all’avanguardia e da una Sala Regia in
grado di gestire in modo flessibile e moderno
tutti i collegamenti e le tecnologie di cui sono
forniti gli spazi della Casa dell’Energia
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
L’ ultimo impegno è stato nei giorni
scorsi a Roma, in ottobre per discu-
tere in un convegno, organizzato in
collaborazione con Adiconsum e Gse, sull’effi-
cienza energetica negli edifici pubblici e nell’il-
luminazione cittadina, ma l’impegno quoti-
diano di Renael, Rete Nazionale delle Agenzie
Energetiche Locali, si manifesta sul territorio
tra la gente, nei Comuni e nelle Province ita-
liane a sostegno dei sindaci e delle Istituzioni.
E il caso di dire in ogni luogo, o quasi. Renael
è una rete di strutture specializzate (agenzie
locali) che hanno specifiche competenze
energetiche e ambientali a favore del territorio.
Renael è appunto tutto questo. L’acronimo
vuole rappresentare una grande squadra affia-
tata di operatori e tecnici sempre pronti ad
affrontare le problematiche ambientali, anche
quelle più difficili e apparentemente irrisol-
vibili. Problematiche di acquisto di energia e
di efficienza e risparmio energetico oltre che
promozione e sostegno delle nuove iniziative
che riguardano le politiche basate su criteri di
sostenibilità e di utilizzo delle risorse senza
squilibri per il territorio.
“I sindaci, in particolare quelli dei piccoli
Comuni che si trovano troppo spesso in dif-
ficoltà per mancanza di risorse - spiega, con
malcelato orgoglio, il presidente di Renael
Angelo Paladino - non vengono mai lasciati
soli per affrontare e risolvere le problematiche
energetiche”.
Renael offre sempre una possibile soluzione.
Anche per risolvere, oltre alle problematiche
tecniche, le questioni, spesso annose, di
natura finanziaria.
La Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche
Locali (partner del progetto Ecocity Onlus) è
una organizzazione con altissime competenze
a tutto vantaggio dei Comuni.
Con il programma Save (ora EIE - Energia
Intelligente per l’Europa), la Commissione
Europea ha promosso la creazione di
agenzie regionali e locali per la gestione
dell’energia finalizzate a incentivare l’uso
razionale dell’energia e a valorizzare le risorse
PRESENZE SUL TERRITORIOLa Rete ha un’organizzazione capillare in tutte le Regioni italiane
RENAEL: una grande squadra al servizio dei Comuni
I sindaci che si trovano troppo spesso in difficoltà per mancanza di risorse, non vengono mai lasciati soli per affrontare e risolvere le problematiche energetiche. Insieme si trova sempre una soluzione.
energetiche locali e le fonti rinnovabili, indivi-
duando in questo tipo di azione uno strumento
fondamentale per lo sviluppo sostenibile.
In pochi anni sono sorte oltre 400 agenzie nei
vari Paesi dell’Unione Europea.
Nel dicembre 1998 le Agenzie sorte sulla base
dei finanziamenti del programma SAVE II,
nell’incontro di Cork (Irlanda), hanno redatto
e sottoscritto in sede comunitaria una Carta
delle Agenzie Europee regionali e locali per la
gestione dell’energia.
In alto: Marcello Antinucci,vice presidente Renael
A sinistra: Angelo Paladino,presidente Renael
[
17
Questa carta, oltre ad esporre i principi
guida, gli obiettivi e le modalità di funziona-
mento che caratterizzano le Agenzie Locali e
Regionali, sottolinea l’importanza della coo-
perazione e della dimensione di rete per una
più efficace condivisione delle esperienze,
per una migliore diffusione dei progetti e
delle informazioni e per attivare le sinergie
con i livelli istituzionali e locali, nazionali
ed europei, con le collettività locali e con il
mondo produttivo.
Anche in considerazione di queste premesse,
le Agenzie Locali italiane che hanno condiviso
e sottoscritto la carta di Cork, hanno formal-
mente costituito nell’ottobre 1999 a Roma
la Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche
Locali, Renael, alla quale hanno aderito 40
strutture locali (con una organizzazione pri-
vatistica), che integrano, in molti casi, l’atti-
vità di promozione energetica e ambientale
della Provincia competente, favorendo lo
scambio di esperienze e di buone pratiche e
valorizzando il ruolo delle Autorità locali, che
operano a livello comunitario, nazionale e
locale, nella gestione dell’energia.
“Non è sempre facile - ammette Marcello
Antinucci, dell’Agenzia per l’Energia e lo
Sviluppo Sostenibile di Modena e vice pre-
sidente di Renael - le campagne di Renael
mirano alla diffusione delle conoscenze,
ai diversi livelli, sui temi dell’uso razionale
dell’energia e delle fonti energetiche rinno-
vabili. Desideriamo evitare dispersioni anche
perché le informazioni sui temi energetico-
ambientali sono destinate al grande pubblico,
oltrechè ai tecnici di settore”
“Ciascuna agenzia locale - fa ancora notare il
Presidente Paladino - organizza e gestisce in
modo autonomo le attività ed i servizi offerti
dalla rete nell’area di riferimento”.
“Renael - aggiunge Paladino, che è anche
assessore alle problematiche ambientali della
Provincia di Salerno - offre vari vantaggi, sia
sul piano organizzativo con la sua capacità di
ottimizzare risorse umane e materiali, sia sul
piano strategico, poiché, grazie a questo colle-
gamento, è in grado di interagire direttamente
con i diversi livelli istituzionali nazionali ed
europei, facilitando un dialogo fondato sulla col-
laborazione e sul principio di sussidiarietà.”
L’esperienza e il know-how di Renael consen-
tono di ampliare, modificare o sviluppare nuove
proposte operative, adattando la tecnologia
alle esigenze dei Comuni.
“L’obiettivo è quello di costruire una partner-
ship a lunga scadenza e offrire ai Comuni lo
stato dell’arte della tecnologia. Una volta che
i sindaci avranno scoperto i vantaggi offerti
dalla Rete Renael potranno mettere in uso tutto
l’efficace sistema-operativo e i risultati saranno
evidenti. Con il vantaggio - conclude il presi-
dente Paladino - che il tempo risparmiato per il
coordinamento dei progetti significa più tempo
per nuovi progetti”.
Gli operatori di Renael possono garantire
tutto questo.
TSE Srl Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Icet Industrie Spa Sede Legale: Piazza Usilia, 31 int D – 53036 POGGIBONSI (SI) Cod. Fisc. e P. IVA 00278190525 - Cap. Soc. €. 98.800,00 Stab. E Amm.ne: Via G. Galilei, 18 – 50021 BARBERINO VAL D’ELSA (FI) Tel: 0558078060 / 0558078416 - Fax: 0558069171 - e-mail: [email protected]
C.N.E. “Consorzio New Energy”
Sede Legale: Via F.lli Cervi, 31– 56045 Pomarance (PI)
P. I. 01804790507
Tel / Fax: +39 (0) 588 65593
E-mail: [email protected]
TSE Srl Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Icet Industrie Spa Sede Legale: Piazza Usilia, 31 int D – 53036 POGGIBONSI (SI) Cod. Fisc. e P. IVA 00278190525 - Cap. Soc. €. 98.800,00 Stab. E Amm.ne: Via G. Galilei, 18 – 50021 BARBERINO VAL D’ELSA (FI) Tel: 0558078060 / 0558078416 - Fax: 0558069171 - e-mail: [email protected]
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ICET Industrie S.p.A.- 50021 Barberino Val d’Elsa (FI)
Via G.Galilei, 9/11- Loc.SpadaTelefono + 39 055 80561
Fax + 39 055 8078252
Alighiero Irani
ICETdal 1941 esperienza, tecnologia, dedizione
«La nostra storia cominciò nel 1941 quando mio padre Arturo iniziò la prima attività imprenditoriale.
Da allora l’azienda si è sviluppata sempre più, fino a raggiungere i traguardi odierni, passando da interventi in ambito locale a quelli di livello nazionale ed internazionale.
Da tempo ci siamo distinti per la valenza dei nostri progetti e per lo sviluppo dei lavori chiavi in mano destinati a clienti di prestigio nel mondo e per il cuore ecostenibile della nostra attività.
Un prestigio che vogliamo mantenere anche per le nuove iniziative nel settore delle energie rinnovabili. Anche in questo campo vogliamo raggiungere importanti mete».
ICET, l’energia del nostro tempo
Ogni azienda deve conoscere la propria storia, capire fino in fondo chi è, da dove viene, per meglio
programmare la propria continuità ed il futuro.Il Gruppo Icet Industrie Spa è arrivato
alla terza generazione.
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
10 mila Tetti Fotovoltaici AEA (Agenzia Energia e Ambiente)-Torino Tel-011 2257237 - 239 Fax 011 2257238E-mail : [email protected] www.torinoenergiambiente.com
Il progetto “10.000 Tetti Fotovoltaici” rappresenta una concreta inizia-
tiva di AEA che consente ai condomini di alleggerire la bolletta elettrica
con un impianto finanziato fino al 100%.
Per un condominio di medie dimensioni, un impianto fotovoltaico
da circa 15 kWp è in grado di generare l’energia elettrica sufficiente
a coprire tutti i consumi delle parti comuni. A livello condominiale,
installare un impianto FV centralizzato rappresenta perciò la soluzione
capace di sopperire ai consumi delle parti comuni dello stabile (luce
scale, luce garages, cancelli elettrici, ascensore, etc), permettendo al
contempo la fruizione degli incentivi statali che ripagano il finanzia-
mento dell’impianto.
Il tutto con la sicurezza di un impianto fotovoltaico “chiavi in mano”
installato sul tetto condominiale da aziende selezionate e supervisio-
nate dall’Agenzia per l’Energia torinese. L’amministratore potrà con-
tare su una pluralità di imprese qualificate a cui richiedere i preventivi
per l’impianto, assegnate attraverso un meccanismo chiaro e traspa-
rente di cui tutti i condomini potranno prendere atto. Dal momento
che l’incentivo statale è dato sulla produzione di energia, l’Agenzia
per l’Energia a tutela dei condomini ha introdotto lo strumento della
garanzia di risultato GRS-PV. Altre informazioni sul sito.
Un premio per i condomini solariRomaenergia (Agenzia per il Risparmio Energetico) - RomaTel 06 41734416 Fax 06 4511231E-mail: [email protected] www.romaenergia.org
Un premio per un condominio del Comune di Roma che consuma molta
energia e che è disponibile a realizzare interventi significativi non
solo in funzione del risparmio energetico, ma anche per costituire un
modello per altri casi simili.
É il “Premio Condomini Solari” promosso dalla Regione Lazio in col-
laborazione con l’Agenzia RomaEnergia che vuole favorire, in questo
Agenzie locali: fare, saper fare, farlo sapere
INTERVENTIViaggio nell’Italia delle mille iniziative per la sostenibilità ambientale
Impareremo a conoscere i progetti e le realizzazioni degli Associati alla Rete Renael.Energeo Magazine illustrerà le più belle iniziative del territorio.
modo, l’utilizzo virtuoso dell’energia e il ricorso, in maniera collettiva,
a pratiche d’efficienza energetica nella vita quotidiana.
Roma Energia selezionerà un condominio energivoro che potrà bene-
ficiare di una diagnosi energetica, di un progetto di riqualificazione,
della valutazione delle prestazioni energetiche, del supporto alla rea-
lizzazione attraverso delle società specializzate nei servizi energetici
(Esco) e del riconoscimento pubblico di condominio efficiente.
Nei prossimi mesi verrà attivato un fondo di rotazione triennale, per 15
milioni di euro, che sarà di supporto a cittadini e imprese che vogliono
utilizzare le rinnovabili, mentre sono in dirittura d’arrivo gli incentivi
per le caldaie ad alta efficienza, per un milione di euro.
Il Premio Condomini Solari rafforza una linea di intervento già svilup-
pata da RomaEnergia con diversi progetti tra i quali il progetto Altener
European Solar Building Exhibition per la realizzazione di case a basso
consumo e con uso di fonti di energia rinnovabili a Roma e il progetto di
realizzazione di palazzine nel Piano di Zona di Borghetto dei Pescatori
a Ostia con elevata efficienza e uso di fonti di energia rinnovabili.
Altre informazioni sul sito.
Campagna multipartner per il risparmio nella mobilità e nel settore civile
Anea (Agenzia Napoletana per l’Energia e l’Ambiente) - Napoli Tel.081 409459 Fax 081 [email protected] www.anea.eu
L’Assessorato all’Ambiente del Comune di Napoli, in collabora-
zione con la Napoletanagas S.p.A. e l’ANEA (Agenzia Napoletana
Energia e Ambiente), sta realizzando un’importante Campagna di
Sensibilizzazione sul Risparmio Energetico nei Settori Trasporti e Civile,
che prevede la distribuzione di un volantino informativo, in cui sono
riportate le buone norme da seguire per evitare sprechi energetici, e un
kit per il risparmio idrico-energetico, contenente n. 3 rompigetto aerati
per rubinetto e n. 1 erogatore a basso flusso per doccia.
La campagna di sensibilizzazione mira soprattutto all’informazione
di un pubblico più vasto possibile, con la collaborazione di Aziende,
Enti, Università, che attraverso i propri veicoli interni di comunica-
zione (bacheche, sito web, newsletter, intranet), coinvolgano dipen-
denti ed utenti.
Attraverso questa iniziativa, i promotori e i partner si impegnano a
dare risonanza al tema della sostenibilità ambientale, ponendosi, essi
stessi, come catalizzatori del dibattito sull’efficienza energetica.
I partner che hanno finora aderito all’iniziativa, e che distribuiranno
il kit corredato di volantino informativo, si collocano tra gli Enti più
importanti nel territorio napoletano.
Altre informazioni sul sito.
19Premio Energia 2008 per l’utilizzo di Fonti rinnovabili ad uso efficiente di energia
Infoenergia(Rete di sportelli per l’Energia e l’Ambiente) - Milano Tel. 02 77403535 Fax 02 93650857E-mail :[email protected] www.infoenergia.eu
La Rete di Sportelli per l’Energia e l’Ambiente S.c.a r.l., conosciuta come
Infoenergia, braccio operativo dell’Assessorato all’Ambiente della
Provincia di Milano, ha istituito il Premio Energia 2008 che si aggiunge
alle altre iniziative promosse dall’Ente per incentivare la diffusione di
comportamenti virtuosi nel campo dell’energia.
Il Premio Energia è volto ad evidenziare i progetti di qualità nella riqua-
lificazione energetica di edifici esistenti e nella produzione di energia
da fonti rinnovabili.
Il premio, inteso come contributo alla copertura dei costi sostenuti
per la realizzazione dell’intervento, ha lo scopo di diffondere una mag-
giore conoscenza di questo tipo di realizzazioni, giudicate un valido
esempio pratico per chi si appresta ad investire nell’efficienza e nelle
fonti pulite di energia.
Altra iniziativa che ha riscosso un grande successo è il Mutuo a profitto,
destinato a finanziare tutta una serie di interventi diretti ad ottenere
una riqualificazione energetica e un risparmio nei consumi energetici,
quali ad esempio la sostituzione dei serramenti, opere per l’isola-
mento termico, l’installazione di nuovi e più efficienti impianti di riscal-
damento, l’installazione di pannelli solari, pompe di calore. Maggiori
informazioni sono disponibili sul sito della Provincia di Milano o presso
gli spazi o il sito di Infoenergia.
Il risparmio energetico va come la Ferrari
AESS (Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile) - ModenaTel.059.407115 Fax 059.407118E- Mail: [email protected] www.aess-modena.it
Competenza, professionalità, progetti d’avanguardia.
L’AESS di Modena rappresenta un modello innovativo di promozione
energetica sul territorio.
L’ultima iniziativa riguarda 11 Comuni che hanno deciso di mettersi
insieme per lanciare un’unica gara per il risparmio energetico negli
edifici pubblici.
L’Agenzia di Modena ha fornito l’assistenza tecnica alla stazione di
committenza (GEOVEST srl) con l’esecuzione di oltre duecento analisi
energetiche su un totale di circa 400 edifici di varie dimensioni (scuole,
uffici, impianti sportivi).
La gara prevede un risparmio minimo garantito del 15% sul consumo
totale di energia termica ed elettrica. Sarà incentivato, con un sistema
di suddivisione del beneficio, il risparmio ulteriore ottenuto nella
gestione. Per consentire alla ditta aggiudicataria di recuperare gli inve-
stimenti, il contratto ha una durata di nove anni. L’Agenzia di Modena
non è nuova alla preparazione di bandi innovativi di questo tipo, già
aggiudicati per gli edifici della Provincia di Modena (2004), Comune di
Formigine (2005), Comune di Budrio (2006) ed ora bando aperto anche
al Comune di Maranello, con l’obiettivo di realizzare risparmio energe-
tico attraverso soluzioni nuove, scavalcando i problemi di bilancio e le
scarse risorse.
AESS svolge attività di consulenza a committenti pubblici e privati,
rivolta all’esecuzione di diagnosi energetiche degli edifici e studi di
fattibilità tecnico/economica per nuove edificazioni e/o ristruttura-
zioni dell’esistente che adottino soluzioni tecnologiche innovative
improntate all’efficienza energetica e al contenimento dei consumi.
Altre informazioni sul sito.
Rinnovabili ed Efficienza Energetica volàno dello sviluppo sostenibile del Mezzogiorno
Ageas (Agenzia energetica e ambientale) - Salerno Tel. e fax 089 [email protected] www.ageassalerno.net
Gran lavoro nell’utilizzo e promozione dei progetti approvati dalla
Commissione Europea, realizzazioni ecosostenibili soprattutto nel
campo della mobilità sostenibile, sviluppo di progetti locali sulle rin-
novabili, in particolar modo il solare termico e fotovoltaico, il risparmio
energetico e lo sfruttamento della biomassa dalla filiera maggiormente
rappresentativa della provincia di Salerno quale quella legata alla pro-
duzione della mozzarella.
L’agenzia è stata apripista nei progetti di risparmio energetico, con
il progetto “Incontra l’Energia”, carovana itinerante attraverso i 158
comuni della Provincia di Salerno con la distribuzione gratuita a tutte le
famiglie di n. 3 lampade a risparmio energetico e n. 6 rompigetti Aerati
e n. 2 erogatori a basso flusso. Tale campagna ha avuto ed ha il pregio
di parlare di energia alle famiglie ed informarle e formarle sul corretto
utilizzo dell’energia domestica.
1.000 Tetti FotovoltaiciProgetto primo ed unico in Italia, coinvolge le famiglie salernitane rea-
lizzando gratuitamente e senza oneri un tetto fotovol-
taico da 3 kWp, con la partecipazione
di una Esco (Esco Energy srl) locale
che finanzia l’iniziativa. Il pro-
getto ha ottenuto a Firenze (giugno
2007) il Premio dell’Award Energy.
Si promuove con questa iniziativa
l’efficienza energetica per le famiglie
e la generazione distribuita di energia
elettrica, attraverso 1.000 piccoli impianti
produttivi senza stravolgere il tessuto e
l’economia agricola salernitana.
Campagna di efficienza EnergeticaÉ un accordo con la CCIAA di Salerno per la realizzazione di audit ener-
getici nelle aziende manifatturiere e del turismo Salernitane.
Recupero energetico dai liquami zootecnici, siero caseario e scarti agroindustrialiIl progetto, a supporto delle aziende bufaline del territorio salernitano,
realizzerà un impianto di biogas dai liquami zootecnici, siero caseario e
scarti agroindustriali, prodotti che potrebbero limitare oppure impedire
il corretto funzionamento delle aziende bufaline in virtù delle norme in
materia ambientale vigente.
Attualmente l’Agenzia è impegnata nella realizzazione di due Distretti
Energetici, uno solare da realizzarsi nell’ambito del territorio del Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, e l’altro sull’efficienza energe-
tica nell’area omogenea del Vallo di Diano, in ritenendo che il futuro e
lo sviluppo delle tecnologie e le attività di sensibilizzazione per il rag-
giungimento degli obiettivi al 2020 passino attraverso la politica della
creazione di Distretti Energetici su territori omogenei.
Altre informazioni sulle Agenzie locali:www.renael.net[
20
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
“Nasce con obiettivi ambiziosi. Agenda
21 è un programma delle Nazioni Unite
dedicato allo sviluppo sostenibile:
consiste in una pianificazione completa delle
azioni da intraprendere, a livello mondiale,
nazionale e locale dalle organizzazioni delle
Nazioni Unite, dai governi e dalle amministra-
zioni in ogni area in cui la presenza umana ha
impatti sull’ambiente.
La cifra 21 che fa da attributo alla parola
Agenda si riferisce al 21° secolo, in quanto
temi prioritari di questo programma sono le
emergenze climatico-ambientali e socio-eco-
nomiche che l’inizio del Terzo Millennio pone
inderogabilmente dinanzi all’intera Umanità.
L’Agenda 21 è quindi un piano d’azione per
lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala
globale, nazionale e locale con il coinvolgi-
mento più ampio possibile di tutti i portatori
di interesse (stakeholders) che operano su un
determinato territorio.
“Negli ultimi anni - conferma il direttore del
Coordinamento nazionale A21, dott. Eriuccio
Nora - le politiche energetiche hanno assunto
via via sempre maggiore attenzione da parte
dei governi nazionali e locali, supportati da un
forte impegno, anche sotto forma di co-finan-
ziamenti a progetti e partnership, da parte
della Commissione Europea”.
Il dottor Nora sfoglia il taccuino pieno di
appunti. É soddisfatto.
Dall’anno di costituzione del Coordinamento
(1999) sono state attivate molte collabora-
zioni per il raggiungimento degli scopi sociali:
alcune di esse sono state inoltre formalizzate
tramite la firma di convenzioni e protocolli
d’intesa.
Uno degli obiettivi principali del Coordina-
mento e uno dei principi alla base dello svi-
luppo sostenibile è il potenziamento delle reti
per progetti e scambi di esperienze e il conso-
lidamento delle capacità progettuali, tramite
la costruzione di partnership tra soci e partner
nazionali ed internazionali.
Nel corso del 2005, infine, il Coordinamento
AGENDA 21A colloquio con il direttore del Coordinamento nazionale
Local: un ruolo importante per le politiche energetiche
“Gli obiettivi di MUSEC e di RES Publica sono gli stessi - spiega il dottor Nora - anche se seguono approcci diversi e coinvolgono due differenti tipologie
di governi locali: favorire la creazione e l’attuazione di strategie e piani di azione per la promozione delle fonti energetiche rinnovabili e il miglioramento della efficienza energetica”.
Agende 21 Locali Italiane è diventato membro
della Commissione Mediterranea per lo
Sviluppo Sostenibile, organo consultivo per
il Piano d’Azione Mediterraneo dell’UNEP per
la definizione delle strategia per lo sviluppo
dell’area mediterranea. Nel 2006 ha preso
parte a un bando dell’Agenzia Esecutiva per
la Competitività e l’Innovazione proponendo
due progetti, MUSEC (di cui l’associazione
è leader) e RES Publica (di cui è partner),
entrambi valutati positivamente dalla CE.
“Gli obiettivi di MUSEC e di RES Publica sono
gli stessi - ci spiega il dottor Nora - anche se
seguono approcci diversi e coinvolgono due
differenti tipologie di governi locali: favorire
la creazione e l’attuazione di strategie e piani
di azione per la promozione delle fonti ener-
getiche rinnovabili ed il miglioramento della
efficienza energetica”.
Il progetto MusecDi cosa si tratta?
Le “Comunità Energeticamente Sostenibili” (in
inglese SEC - Sustainable Energy Community)
sono alla base del Progetto MUSEC.
Ma che cos’è una SEC?
Ci soccorre il direttore Nora:
“É possibile definirla come ‘un territorio ove
gli abitanti raggiungono un comune accordo
per affrontare le emergenze energetiche sce-
gliendo la strada della sostenibilità’.
Nel caso dell’energia, sostenibilità significa
sicurezza di approvvigionamento, limitazione
dei consumi allo stretto necessario, uso di
fonti rinnovabili ed abbattimento (fino all’az-
zeramento) delle emissioni di CO2.
Le città coinvolte in MUSEC (Ravenna, Asti e
Foggia in Italia; Breda in Olanda con il sup-
porto di Ecofys; Dobrich in Bulgaria coadiu-
vata dalla propria Agenzia Locale per l’Energia;
Crailsheim in Germania in collaborazione con
la propria multiutility e la società Solites;
[
Eriuccio Nora,direttore del Coordinamento nazionale
Agenda 21
[
21
Valby in Danimarca supportata da due società
di consulenza, Kuben e European Green Cities)
devono creare una propria strategia SEC di
sviluppo della sostenibilità energetica, par-
tendo da una analisi della rispettiva situazione
‘energetica’ ed individuando successivamente
obiettivi energetici realistici in una prospettiva
di medio-lungo termine (10-20 anni).
Per aiutare le città nel loro lavoro sono stati
organizzati in ogni Paese coinvolto nel pro-
getto dei gruppi SECA (SEC Advisory Groups,
letteralmente gruppi di ‘consiglieri’), formati
da altri enti locali, organizzazioni e associa-
zioni operanti a livello nazionale, che con la
loro esperienza nel campo energetico hanno
coadiuvato le SEC e fornito un elenco delle
migliori buone pratiche/esperienze a livello
europeo quale base di partenza per l’elabora-
zione delle singole strategie.
In Italia, in particolar modo, le SEC sono state
coadiuvate, oltre che dal SECA nazionale, anche
dal Gruppo di Lavoro del Coordinamento,
Agende 21 Locali per Kyoto (leader è il Comune
di Padova), costituito da Comuni, Province e
stakeholder il cui scopo è proprio la diffusione
di Strategie Energetiche sostenibili e Piani di
Azione locale per il clima”.
Il progetto RES Publica“Diverso l’approccio del progetto RES Publica
- spiega il direttore Nora - L’iniziativa, difatti,
coinvolge 5 province o ‘aree vaste’ europee
(Province di Genova, Modena e Parma in Italia;
il Landratsamt Neuburg-Schrobenhause e la
città di Neuburg an der Donau in Germania, la
Diputació de Barcelona in Spagna, la regione
del Lago Balaton in Ungheria coadiuvata
dall’Agenzia per lo sviluppo regionale del
Lago Balaton) e si prefigge di elaborare Piani
energetici sostenibili utilizzando la metodo-
logia di Agenda 21.
“Questa scelta metodologica - ci conferma
Nora - ha naturalmente comportato un’attiva
ricerca della partecipazione dei portatori di
interessi locali”.
Sono diventati soggetti attivi, di conseguenza,
organizzazioni, agenzie per l’energia, univer-
sità, centri di ricerca, associazioni di categoria,
e cittadini nella fase di consultazione: ogni
territorio ha organizzato, seguendo un
approccio bottom-up comune predisposto dal
Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, un
Forum e degli incontri di Gruppi di Lavoro di
approfondimento su diverse tematiche legate
all’energia.
Gli incontri permetteranno di individuare
le azioni innovative e i programmi d’inter-
vento per l’energia intelligente a livello di
area vasta.
Allo stato attuale, tutti gli ambiti territoriali
coinvolti hanno organizzato i propri Forum ed
è stata avviata la fase di confronto per definire
le Linee Guida comuni di un sistema di moni-
toraggio delle azioni previste dai Programmi
locali per l’energia sostenibile.
La conclusione del progetto è prevista per
Giugno 2009. [ Maggiori informazioni sono contenute sui siti:www.respublica-project.euwww.musecenergy.euwww.a21italy.it
TSE Srl Società con unico socio soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Icet Industrie Spa Sede Legale: Piazza Usilia, 31 int D – 53036 POGGIBONSI (SI) Cod. Fisc. e P. IVA 00278190525 - Cap. Soc. €. 98.800,00 Stab. E Amm.ne: Via G. Galilei, 18 – 50021 BARBERINO VAL D’ELSA (FI) Tel: 0558078060 / 0558078416 - Fax: 0558069171 - e-mail: [email protected]
C.N.E. “Consorzio New Energy”
Sede Legale: Via F.lli Cervi, 31– 56045 Pomarance (PI)
P. I. 01804790507
Tel / Fax: +39 (0) 588 65593
E-mail: [email protected]
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Progetti e tecnologie all’avanguardia
Soluzioni su misura
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Competenza e professionalità
Rapporti con il territorio
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ICET offre risposte concrete e affidabili per le nuove politiche energetiche
22
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
C’è chi guida e conduce la ricerca,
l’innovazione e il trasferimento
tecnologico.
O, almeno, pensa di farlo con buoni risul-
tati. Eppure il sistema italiano non brilla
certo per efficacia e funzionalità.
Lo scenario che si è presentato, fino a oggi,
in un quadro istituzionale caratterizzato
da una carenza di politiche organiche in
grado di attuare nuovi modelli organizzati-
vi e funzionali alla produzione e diffusione
dell’innovazione, lascia intendere che sia-
mo all’emergenza o quasi.
É una situazione che si verifica in caren-
za di sistematicità e complementarietà
nell’utilizzazione dei tanti, (probabilmente
troppi) soggetti Consorzi, Agenzie, Poli,
Parchi che operano o affermano di operare
a sostegno dell’innovazione e del trasferi-
mento tecnologico.
Lo indica l’APSTI - Associazione Parchi
Scientifici e Tecnologici Italiani - network
nazionale, cui aderiscono oltre 30 PST,
rappresentativi della quasi totalità delle
regioni italiane, per sostenere lo svilup-
po economico dei territori attraverso
l’innovazione.
L’Associazione opera affinché queste in-
frastrutture si caratterizzino sempre più
come integratori tra i bisogni di crescita
innovativa delle imprese, con particolare
riferimento a quelle piccole e piccolissime,
e il patrimonio di conoscenza espresso dai
Poli di eccellenza Tecnologica e Scientifica,
dalle Università e dai Centri di ricerca, met-
tendo a sistema le funzioni dei tanti sog-
getti che interagiscono nel campo dell’in-
novazione e del trasferimento tecnologico.
Obiettivo dell’inchiesta, che Energeo
Magazine pubblica in esclusiva a partire
da questo numero, è di identificare le
strutture più innovative, ma anche cogliere
le attese, le speranze e i timori dei ricerca-
tori che, con un certo disagio, si ritrovano
troppo spesso con il problema dei risultati
di interessanti ricerche che non sempre ri-
escono ad essere testati nella prima appli-
cazione dimostrativa perché non si hanno
i contatti con i canali giusti. In altre parole
i ricercatori non hanno rapporti diretti con
chi è operativo nel territorio.
Risultato?
Si sommano gli sprechi perché quasi mai
vengono individuate le “partnership” ver-
ticali, dal punto di vista del ciclo di prodot-
to (parliamo, in questo caso, di tecnologie
di applicazione delle Fer) dalla ricerca fino
all’utilizzatore finale.
Occorrerebbe stabilire una sorta di “fi-
liera” corta, visto che molti progetti di
ricerca si arenano al secondo stadio, e
tutto finisce lì.
POLI DI RICERCA & INNOVAZIONEIntervista al Presidente dell’Apsti: “Il Paese reclamaun rapporto sistematico tra Ricerca e Imprese”
Ricerca e innovazione strozzate in un imbuto
E nella hit parade dei soggetti che danno
risultanti soddisfacenti in relazione alle
risorse pubbliche impiegate, troviamo
pochissimi casi, rispetto agli oltre 300
centri per l’innovazione e il trasferimento
tecnologico censiti in Italia (Indagine IPI
2005), che seppur connotati da provenien-
za, caratteristiche funzionali, giuridiche,
territoriali diverse tra loro, operano in un
campo comune con scarsa integrazione.
C’è qualcosa che non va.
Il presidente di APSTI, dott. Alessandro
Giari non nasconde il disappunto su que-
sta problematica.
Dice: “In Italia c’è sicuramente bisogno
della sistematizzazione del rapporto
Ricerca - Imprese per consentire lo svilup-
po di economie di scala (condivisione di
servizi e spazi comuni) e l’aggregazione su
progetti comuni (commercializzazione, fi-
nanza innovativa, internazionalizzazione),
così come accade in Europa e nel resto del
mondo, dove nei Parchi - strutture si con-
centrano fisicamente e dove difatti è tutto
il sistema organizzativo imprese hi-tech,
centri di ricerca e servizi per esaltare e sti-
molare la propensione all’innovazione”.
ESCLUSIVO In Italia sono stati censiti oltre 300 centri per l’innovazione e il trasferimento tecnologico che operano in un campo comune
con scarsa complementarietà, integrazione e risultati poco soddisfacenti in relazione
alle risorse pubbliche impiegate.Ma c’è qualcosa che non va? Il sistema italiano
non brilla per efficacia e funzionalità.
Alessandro Giari,presidente Apsti
[
23“Tuttavia, questo sistema non potrà
costituirsi in modo naturale, come è av-
venuto in Francia, Inghilterra e nei Paesi
Scandinavi poiché il modello prevalente
che ha caratterizzato l’esperienza italiana
è quella nella quale il flusso di risorse de-
stinate all’innovazione e al trasferimento
tecnologico è andato e va tuttora a soste-
nere quasi esclusivamente l’offerta e non
la domanda che viene direttamente dalle
imprese e dal territorio: l’offerta di know-
how, l’offerta di servizi tecnologici, che
centri di ricerca, università e centri servizi
propongono.”
Oggi, in Italia, fatta eccezione per casi
rarissimi e con l’esclusione del 1-2% di
imprese medio-grandi, è difficile da parte
di chiunque abbia disponibilità di know-
how e di tecnologia attivare in forma
autonoma efficaci azioni di trasferimento
tecnologico.
“In sostanza - sostiene il Presidente
dell’APSTI - appare impraticabile la strada
della crescita innovativa senza entrare
in un complesso e articolato processo al
quale partecipino più soggetti specializ-
zati che collaborino sistematicamente e
che prenda avvio non dalla disponibilità
di conoscenza (offerta) ma dalla eviden-
ziazione e sistematizzazione dei bisogni
delle imprese (domanda). Il criterio è
valido sia per i settori tradizionali, per i
quali è necessaria un’azione di sostegno
per il loro sviluppo e/o conversione verso
produzioni di eccellenza, sia per la crescita
dei settori ad alto contenuto tecnologico.
In sintesi dobbiamo far diventare centrale
e prioritaria la domanda di innovazione
rispetto all’offerta. Non è facile.
Questo rappresenta uno degli elementi
focali e la possibile risposta alla disarmo-
nia di strumenti e di politiche rappresenta
una priorità assoluta per il sistema Paese.
Appaiono quindi necessarie nuove politi-
che e nuovi strumenti in grado di disegna-
re nuove strategie che ci ‘obblighino’ ad
azioni omogenee e complementari, e nuo-
vi parametri per rilevare la produttività di
ciascun organismo”.
“C’è bisogno - insiste il dott. Giari - di una
nuova cultura dell’efficacia e dell’efficien-
za. C’è bisogno di risultati concreti: cre-
scita dei sistemi di impresa, degli addetti,
del fatturato, dei brevetti, del tessuto
economico-sociale dei territori”.
Quali le soluzioni?
“Stiamo provando a cercarle” - rispon-
de il Presidente dell’Apsti, sfogliando
continuamente appunti e mostrando quel-
la che potrebbe essere la sua ricetta.
In sostanza il dott. Giari, partendo da un
contesto generale dove troviamo i Parchi
che, pur molto diversi tra loro, per dimen-
sioni e struttura organizzativa, hanno al-
cuni fattori comuni come la vicinanza con
Università e Centri di ricerca, l’offerta di
strutture immobiliari e di servizi qualificati
per lo sviluppo competitivo di sistemi di
PMI, il supporto e la promozione, attraver-
so gli Incubatori, di start up tecnologiche,
propone una via d’uscita con una riorga-
nizzazione della stessa Associazione che
presiede.
L’APSTI, sotto la guida del Presidente Giari,
si è inventata un ruolo, avviando negli
ultimi anni un forte processo di rinnova-
mento ed è attualmente impegnata nella
valorizzazione del notevole patrimonio di
competenze scientifiche, tecnologiche ed
organizzative presenti nei Parchi, affinché
possa divenire il contenuto condiviso ed
utilizzato dalla rete, evitando duplicazione
di interventi e sprechi di risorse.
La rete di APSTI si sta, in effetti, consoli-
dando e qualificando per affrontare tema-
tiche settoriali e generali per promuovere
in modo sistematico gli strumenti e le
politiche di sostegno e qualificazione le
attività per lo sviluppo dei sistemi di im-
presa hi-tech.
“Si vuole stimolare - continua Giari- in so-
stanza e sostenere l’evoluzione innovativa
dei settori produttivi di valenza strategica
che, insieme, possano garantire una nuo-
va competitività del sistema economico
nazionale”.
La rete dovrà anche facilitare la nascita e lo
sviluppo di nuove imprese high-tech attra-
verso un sistema integrato di incubazione.
Ci saranno sviluppi, in futuro?
“Probabilmente si - con clude il Presidente
dell’APSTI - stiamo lavorando in questa
direzione”.
31 Associati, attivi su tutto il territorio nazionale
3 Commissioni di lavoro:Finanza per l’Innovazione, per definire una strategia di approccio al tema della finanza per l’innovazione, che costituisce ad oggi uno dei limiti principali alla nascita ed allo sviluppo di nuove imprese caratterizzate da un elevato contenuto in termini di ricerca e sviluppo;
Incubatori - Start-up - Spin- off, con l’obiettivo di facilitare e supportare la nascita e lo sviluppo di giovani imprese;
Agroalimentare, per integrare e valorizzare in logica cooperativa le competenze e le strutture tecnologiche di servizio.
14 Incubatori supportano la nascita e sviluppo di nuove imprese
Aziende Hi-tech insediate di cui 140 incubate600Occupati ad elevata specializzazione tecnologica che lavorano presso i Parchi 6.300
Maggiori informazioni sul sito: www.apsti.it
[
24
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
tema del rapporto tra i media e la questione
eco-sostenibilità ambientale, convenendo che
occorre colmare un deficit di comunicazione in
questo particolare settore.
Energeo Magazine prova a dare il suo piccolo
contributo aprendo il dibattito e chiedendo ai
protagosti cosa ne pensano.
Ne parliamo con due autorevoli personaggi:
Dario Carella, vice direttore della Tgr, cura-
tore della rubrica Regioneuropa e corrispon-
dente da Bruxelles per i tg regionali e Italia
Agricoltura e con Marcello Masi, vice diret-
tore del Tg2 (segue le edizioni del mattino e
quella delle ore 13,00 e le rubriche Eat parade
e Si, viaggiare, legate ai tanti aspetti del ter-
ritorio, anche sotto il profilo ambientalistico
e di sviluppo).
MEDIA & TERRITORIODalla sede Rai di Bruxelles, agli studi del Tg2 di Saxa Rubra, ai collegamenti in diretta da piccoli e grandi località eco-sostenibili con gli inviati di Ambiente Italia e delle sedi Ra
Tutti in onda su Teleluogo-sistema
Ne parliamo con Dario Carella e Marcello Masi
che ogni giorno per le rispettive testate
individuano gli scenari sui problemi del
territorio, anche quelli che possono aiutare a
produrre energia pulita e a fissare le regole per
una nuova prospettiva dell’agire localmente.
Éfinita l’epoca dell’informazione som-
maria e paludata su questi attualissimi
argomenti.
Anche la radio ne parla in notiziari e rubriche
sempre più informate.
I giornali e le agenzie di stampa non stanno a
guardare, mentre sul web c’è tanta confusione.
Cambierà ancora?
Fino a qualche tempo fa queste notizie veni-
vano considerate di nicchia o per gli addetti
ai lavori.
In televisione venivano trasmesse, quando
andava bene, in seconda fascia oraria.
La radio ne parlava, sì. Qualche volta.
Gli approfondimenti erano e sono ancora
sporadici.
In una recente tavola rotonda si è dibattuto sul
Le notizie sul “local” diventano sempre più intriganti. In alcuni casi poi, l’informazione diventa Glocal.
25La storica presenza sul territorio di Ambiente ItaliaÉ doveroso ricordare il grande lavoro che svolge
Ambiente Italia, l’unica trasmissione che, da
oltre quindici anni, ha mandato i suoi inviati su
e giù per l’Italia a scoprire le storie di piccoli e
grandi realtà locali.
La rubrica affronta, in diretta, le problematiche
dei luoghi che hanno progetti finalizzati a svi-
luppare nuove idee e soluzioni avveniristiche
per produrre e usare l’energia pulita e rinnova-
bile, più comunemente individuati oggi come
luoghi-sistema.
Il programma, realizzato con grande impegno
e con un notevole sforzo redazionale, sabato
dopo sabato ha scelto di presidiare il territorio,
senza studi a far da filtro, con il conduttore
che sta fisicamente nel cuore del problema,
a rimarcare la scelta di stare comunque dalla
parte di chi aspetta risposte e torna poi a
verificarne l’esito.
Ambiente Italia, per la consistenza dei conte-
nuti, meriterebbe una collocazione più pre-
miante per l’ascolto, anche se la rubrica della
Tgr può, comunque, vantare un pubblico di
fedelissimi che il sabato pomeriggio (14,50)
rimangono incollati davanti allo schermo per
ascoltare i protagonisti di un confronto costrut-
tivo delle principali emergenze ambientali.
Non sono certamente pochi gli appassionati
di tematiche ambientalistiche, perché questi
argomenti interessano tutti.
Il conduttore Beppe Rovera e il capo redattore
centrale della sede di Torino, Carlo Cerrato,
entrambi curatori del programma, danno vita a
un programma vivace e accattivante. La regia è
affidata a Mia Santanera.
Nella stessa fascia oraria, sulle altre reti, ven-
gono messi in onda programmi generalisti che
distraggono, di fatto, il grande pubblico. Ma
poco importa.
Parlare di questi argomenti che sono spesso
di denuncia o di approfondimento, sulla
strada dell’eco sostenibilità, non è sempre un
compito facile.
E Beppe Rovera ha raccolto in un libro edito
da Eri lo sforzo di anni e anni di viaggi da un
capo all’altro dell’Italia per raccontare “Il paese
com’è”, alle prese con la discarica di rifiuti tos-
sici, l’incubo elettrosmog, i disastri dell’allu-
vione, i morti per inquinamento, le costruzioni
abusive sulla spiaggia, i campi transgenici,
i parchi osteggiati, le scommesse sulle fonti
alternative di energia, le scelte controcorrente
di chi ha a cuore il bello, la salute, la biodi-
versità. Quasi la sceneggiatura di un film in
cui cittadini, comitati spontanei, associazioni,
esperti, scienziati, ministri si accalorano in
un confronto schietto e paritario, a volte fuori
dai denti, per protestare, discutere, cercare
risposte.
E lo share è di tutto rispetto. É stato organizzato
un filo diretto con la redazione torinese della
sede Rai: si può telefonare al numero verde
800017792 o per e-mail a:
[email protected] fax 011.8121272.
È la stampa, bellezza!Non vogliamo desacralizzare i prodotti edito-
riali e chi li fa spiegando, come ha fatto il col-
lega Anonimo che ha riassunto nel pamphet di
successo “È la stampa, bellezza”, per la prima
volta senza retorica, cosa succede davvero
in una riunione di redazione, nel corso della
quale i capi dei giornali decidono gli articoli che
verranno pubblicati il giorno dopo; come mai
alcune notizie non verranno mai pubblicate.
Occorre far circolare le notizie con più serietà,
in linea con la deontologia professionale.
Il danno che può provocare un certo modo di
fare giornalismo (parliamo per fortuna di pochi,
irresponsabili colleghi) è enorme, almeno a
livello locale.
Un luogo-sistema rappresenta un’organizza-
zione complessa e di sviluppo per il territorio,
come segnala l’intervista al prof. Pant nella
rubrica Focus (pag. 6) di questa pubblicazione.
I più noti magazine a grande tiratura hanno
cominciato, dal canto loro, ad approfondire
questi argomenti: il profilo rimane però legato
ai “massimi sistemi “ di queste problematiche.
In pochissimi casi ci sono esempi di realizza-
zioni significative che possano costituire un
esempio per il territorio.
Il Sole 24 Ore? Un’altra storia. Chapeau!
Attingiamo volentieri dal lavoro prezioso degli
inviati del giornale della Confindustria, leg-
gendo con attenzione anche i dorsi regionali.
News in diretta agli utentiLe principali agenzie di stampa, invece, si
sono attrezzate da tempo destinando rubriche
dedicate alla sostenibilità e alla promozione
energetica.
Un settore nuovo che funziona anche come
business proponendo le notizie quasi sempre
soltanto agli abbonati, news che possiamo
ritrovare spesso negli sms e che rappresentano
almeno lo spunto o l’inizio per una ricerca inte-
ressante, o una segnalazione necessaria per
poter approfondire una notizia.
Il conduttore di Ambiente Italia Beppe Rovera intervista il Nobel Carlo Rubbia[
26
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
In abbonamento viene distribuita La Staffetta
petrolifera, storico quotidiano di settore che dal
1933 si distingue per la sua indipendenza e la
sua autorevolezza, tanto da essere punto di rife-
rimento indiscusso nel business dell’energia,
fornendo oltre 9.000 notizie l’anno, un’in-
formazione precisa e puntuale, commenti
ed approfondimenti di esperti, e un’attenta
analisi dei dati.
Nel 2005 è nato Quotidiano Energia per rispon-
dere alla crescente domanda di informazione
specialistica delle imprese e dei professionisti
del settore, raggiungendo i propri lettori attra-
verso le più avanzate tecnologie informatiche
declinate secondo gli attuali criteri di usabilità
e accessibilità.
Al sito www.quotidianoenergia.it, aggiornato
in tempo reale, si affiancano ogni giorno:
Quotidiano Energia, giornale in formato pdf
(spedito via mail o scaricabile dal sito); QE24,
la newsletter che riporta ogni giorno, in ordine
cronologico, tutte le notizie pubblicate sul sito
nelle ultime 24 ore; QEmobile, il servizio che
permette di consultare sul telefonino le notizie
e gli approfondimenti del giorno.
I principali tg nazionali vengono, invece, assor-
biti dal “tourbillon” della cronaca (tranne
qualche eccezione, come vedremo per le scelte
che ha fatto da tempo il Tg2), relegando questo
compito agli speciali.
Le rubriche che appartengono alla fascia dei
programmi parlamentari, trasmesse il sabato,
sono in genere attente a queste informazioni.
Ma la radio ne parla? Certo che ne parla! Una trasmissione storica,
Radio Habitat, condotta da Roberto Pippan, è
sempre puntuale con una variegata sfaccetta-
tura di argomenti e informazioni.
E c’è L’Italia che va, un programma ideato e con-
dotto da Daniel Della Seta e Stefania Giacomini
che va in onda il venerdì , su radio 1, dalle 12:35
alle 12:55.
Molti si chiedono che faccia abbia Roberto
Pippan la “voce” radiofonica dell’ambiente e
del territorio. Ricordate la storica “Agricoltura,
alimentazione, ambiente”?
La voce è quella familiare di sempre che snoc-
ciola con professionalità titoli e argomenti.
Aveva cominciato molti anni fa, forse trenta,
sempre dai microfoni della radio.
Oggi è caporedattore dell’economia e curatore
di rubriche radiofoniche di successo: Questione
di soldi (ore 07.30), Radio Habitat (ore 08.47),
Questione di borsa (ore 10,00), trasmesse dal
lunedì al venerdì.
Il programma Radio Habitat che affronta i grandi
temi ambientali e le relazioni tra ambiente, agri-
coltura e alimentazione è puntuale prima del
Gr delle 9. Il programma di approfondimento
Habitat Magazine viene trasmesso, invece la
domenica mattina, dopo il Gr delle 9 e dura una
ventina di minuti.
Il Web? Un gran casino!E c’è poi il web.
Capita che la rete inghiotta tutto.
Si trova lo studio di professionisti che utilizza
un finto giornale come specchietto delle allo-
dole, per rilanciare anche informazioni di carat-
tere commerciale e ci sono portali più o meno
schierati.
Ogni regola ha la sua eccezione: il settimanale
e-gazette.it ha compiuto dieci anni da poco e ha
garantito una presenza costante sui principali
argomenti di energia, ambiente, territorio con
serietà e competenza.
Bisogna però stare molto attenti alle “bufale”, la
disinformazione crea soltanto ingorghi.
La rete offre informazioni su questo particolare
settore, ma sono tante, e non sono facilmente
consultabili nè sempre attendibili.
Il problema è vecchio.
L’Ordine dei Giornalisti ha preso le distanze da
questi “erogatori “di informazioni.
Quasi sempre c’è il trucco. Vi invitiamo a essere
un po’ scafati per individuare la notizia giusta.
In televisione, intanto, qualcosa è cambiato.
Altre cose cambieranno.
Ci sarà presto una rubrica su Rai Due dedicata a
queste problematiche.
ITALIA AGRICOLTURA Quando le nuove frontiere della bio-agricoltura non hanno segreti in TvPuntualmente ogni sabato, RAI 3, ore 11.45
Italia Agricoltura si rivolge contempora-
neamente ai produttori e ai consuma-
tori, ma anche a chi vuole saperne di più
sulla bio-energia come la nuova frontiera
dell’agricoltura. La Rubrica, coordinata
da Lisa Bellocchi (Cr Sede di Bologna),
racconta la campagna italiana, le produ-
zioni regionali, le sfide tecnologiche, la
tipicità garantita: punti d’eccellenza che
contribuiscono in maniera determinante
alla fama e ai conti del “made in Italy”
nel mondo. Tra le sfide tecnologiche tro-
viamo, appunto, i progetti innovativi per
risparmiare energia e l’organizzazione di
alcuni poli italiani che utilizzano tecno-
logie destinate allo sfruttamento energe-
tico delle fonti rinnovabili, l’integrazione
dei servizi e le energie pulite.
Gli agricoltori sono molto interessati al
tema delle bioenergie di origine agricola,
considerate, da molti, una grande oppor-
tunità per gli operatori del settore.
Col piglio sciolto del telegiornale tematico
e il contributo di tutte le redazioni regio-
nali della Tgr, Italia Agricoltura propone
notizie ed approfondimenti sulla valoriz-
zazione dell’agricoltura e dell’agrindu-
stria italiana. Con gli occhi bene aperti
anche su quanto viene deciso dall’Unione
Europea, si rifletterà sulle tasche dei pro-
duttori e sulle tavole dei consumatori
e sulle iniziative avviate per produrre
energia pulita dalle filiere agricole.
Roberto Pippan, la “voce” radiofonica
dell’Ambiente e del territorio
Lisa Bellocchi, coordinatrice di Italia Agricoltura
[
[
27
Cominciamo con le domande a Dario
Carella, Vice Direttore della Tgr, i tg
regionali della Rai e curatore della
rubrica settimanale “RegionEuropa”, sito web
www.regioneuropa.rai.it, in onda la domenica
su Rai Tre alle ore 11,45.
Giungono puntualmente da Bruxelles i repor-
tage del Vice Direttore della Rai Dario Carella,
trasmessi nelle rubriche RegionEuropa e Italia
Agricoltura.
Nell’ambito delle energie rinnovabili e dell’effi-
cienza energetica, è difficile valutare situazioni
e prospettive locali e regionali senza prima ana-
lizzare le correlazioni internazionali esistenti.
A Bruxelles vengono fissati gli obiettivi in tema
di sviluppo di queste tecnologie.
Dottor Carella, Lei che da un osservatorio privi-legiato segue da vicino l’evoluzione di queste notizie, che idea si è fatto del contesto gene-rale? Può decollare, senza ulteriori indugi, il mercato delle Fer anche in Italia?Certo che sì, e anzi iniziative come quelle
che voi curate dal punto di vista anche della
comunicazione istituzionale sono importantis-
sime: per fare un esempio, se non vi fosse stata
la vostra segnalazione a proposito dell’interes-
santissimo ed importantissimo evento che si
è tenuto qualche mese fa in Toscana, oppure
del lavoro che viene fatto in altri territori, dalle
Langhe al Trentino e la stessa Valle d’Aosta, noi
stessi - che come servizio pubblico radiotele-
visivo dobbiamo dare sempre conto di questi
avvenimenti che interessano le nostre comunità
locali - non ne avremmo saputo nulla.
Invece una stretta relazione fra i comunicatori e,
chiamiamoli così, i “realizzatori” per la pubblica
opinione di quanto viene fatto e comunicato,
porta alla realizzazione di servizi come quelli che
il nostro collega Antonio Silvestri ha realizzato
sulle vostre esperienze sia in RegionEuropa che
in Italia Agricoltura. É un rapporto utile, interes-
sante, necessario e che sicuramente continuerà
nel tempo, perché il tema delle Fer è troppo
importante per essere lasciato cadere, soprat-
tutto dopo che la Commissione Europea ha
varato il suo progetto cosiddetto del 20/20/20
sulle fonti energetiche.
Le principali iniziative innovative in corso in Italia forniscono in maniera esaustiva un quadro della ricerca nel settore energetico nazionale.Energeo Magazine ha l’obiettivo di far cono-scere, tra l’altro, lo stato di sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza in Italia e far
comprendere da chi e dove vengono realizzati i principali impianti alimentati a fonti rinnova-bili presenti sul mercato. É un impegno gravoso e non completamente esaustivo. A noi è parso che RegionEuropa affronti volentieri il local; anche Italia Agricoltura (coordinata dalla brava Lisa Bellocchi) fa chiarezza e fornisce conoscenze obiettive ed imparziali sulle energie rinnova-bili, in modo particolare su quelle prodotte in ambito agricolo. In questo spazio televisivo potremo aspettarci sempre più notizie su questo emergente settore?Come ho detto prima, certamente sì, perché
non solo è doveroso per un servizio pubblico
quale noi siamo, ma anche e soprattutto
perché le tematiche del global e del local che
si incontrano nel glocal, ossia nella globalizza-
zione che si fa locale, sono oggi le tematiche
che a livello europeo ed italiano le istituzioni,
gli attori economico-sociali, i comunicatori,il
mondo dell’informazione deve affrontare.
Lo stesso destino dell’Europa unita, secondo
gli osservatori più accreditati, dipende dalla
capacità di governare il glocal: ecco perché la
collaborazione fra le reti, reti di comunicazione,
reti di informazione nel nostro caso, è decisiva.
Allora, dottor Carella, non è vero che non ci sono le notizie su questi argomenti, basta sol-tanto cercarle nel contenitore giusto?Si, diciamo di sì, e ovviamente le due tra-
smissioni della Tgr, “RegionEuropa” e “Italia
Agricoltura”, servono a questo, anche se ovvia-
mente non pretendono di essere le uniche.
Ma, come ripete spesso il Direttore della Tgr
Angela Buttiglione, fare informazione di pros-
simità è fare servizio pubblico. Noi ci atte-
niamo a questa regola e speriamo di riuscire
nel nostro intento.
I lettori saranno soddisfatti di queste risposte. In futuro ci darà ancora qualche anteprima da Bruxelles?Quando vorrete e quando avremo, insieme,
cose interessanti su cui informare.
Antonio Silvestri,inviato RegionEuropa [
RegionEuropa e Italia Agricoltura, rubriche gioiello del TGR, attente al local anticipano le notizie e i progetti dell’Unione Europea.
Un osservatorio da Bruxelles
di assoluta competenza e puntualità
28
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
“Abbiamo il dovere di accendere
costantemente i riflettori delle informazioni sulle
tematiche ambientali. Il Tg2 ha anticipato
scelte editoriali che oggi appaiono scontate.
Non possiamo far finta di niente”.
Lo spazio destinato alle iniziative locali
è sempre molto limitato, special-
mente in Tv.
Il Tg2 della Rai ha invertito questa tendenza. In
assoluto, è stata la prima testata giornalistica
televisiva a occuparsi di Distretti Energetici
Locali, grazie all’impegno del dinamico vice
direttore Marcello Masi che, interpellato da
Energeo Magazine che gli segnalava l’esi-
stenza di queste nuove iniziative territoriali,
ha risposto, senza esitare: “Mi piace. Tenetemi
informato”.
Dopo un primo servizio ne sono seguiti altri,
sempre ben collocati nell’edizione delle 13,
sul Distretto del comprensorio geotermico
toscano, sulla prima Comunità Mondiale del
Cibo ad energia pulita e sull’utilizzo del vettore
idrogeno ad Arezzo.
E ancora: il recupero della canapa a
Carmagnola, e la sostenibilità ambientale
nella bioedilizia sviluppata dal Distretto del
Trentino.Ogni proposta è stata prontamente accettata. Allora c’è proprio spazio in tv per queste inizia-tive? Il tg2 ha voluto fare da apripista, Dottor Masi perché questa scelta?Si tratta di una scelta obbligata. Non capire che
il mondo sta cambiando anche, o soprattutto,
per colpa delle attività umane, è pura irrespon-
sabilità. Noi abbiamo il dovere di accendere
costantemente i riflettori delle informazioni
sulle tematiche ambientali. Forse la sensibilità
del Tg2 ha anticipato delle scelte editoriali, oggi
diventate scontate. Ma certamente non si può
nel 2008, fare finta di niente. Le conseguenze
sempre più drammatiche del riscaldamento glo-
bale, della crisi energetica, dello stato di salute
dei nostri mari e delle nostre culture non pos-
sono essere relegati al rango di curiosità. Sono
vere e proprie emergenze umanitarie che vanno
raccontate giornalmente con competenza e
decisione. In futuro anzi prevedo maggiori spazi
informativi capaci di soddisfare le richieste dei
telespettatori e dei cittadini in genere. E tutte le
iniziative concrete capaci di favorire maggiore
responsabilità rispetto al mondo che ci circonda
meritano di essere comunicate adeguatamente.
La tutela dell’ambiente non è una moda, è una
priorità. Abbiamo il dovere etico e morale di
conservare per i nostri figli l’unico pianeta che
abbiamo a disposizione. Ripeto: chi ancora
spera che sia un allarme passeggero deve ricre-
dersi. Senza un cambiamento di rotta radicale
nei nostri comportamenti politici ed individuali
rischiamo di compromettere irrimediabilmente il
futuro del pianeta. Io sento molto l’onere di una
responsabilità che ogni anno diventa sempre
più gravosa, ma non certo per questo mi fer-
merò, anzi.
Parafrasando una famosa frase di Nunzio Filogamo, si può dire che il TG2 guarda con interesse alle realtà eco-sostenibili “ vicine e lontane”. Il Tg2, che ha al suo attivo il grande successo
di rubriche come ” Eat parade” e “Si Viaggiare”,
vuole guardare con la lente di ingrandimento le
numerose realtà locali, provinciali, regionali che
hanno almeno un modello di sviluppo sosteni-
bile da raccontare.
Occorre credere nella possibilità di dialogo con
questi gruppi di lavoro locali.
In questo noi italiani non siamo secondi a nes-
suno. Abbiamo risorse in termini di creatività
praticamente inesauribili. La politica locale
ora sembra prestare molta più attenzione che
in passato alla ricerca di soluzioni ecososteni-
bili in termini di tutela ambientale ed energia
alternativa. É un fatto che l’impulso che arriva
da molte realtà locali si sta rivelando prezioso e
capace di alimentare nuove e concrete speranze.
Credo moltissimo a queste esperienze che si
stanno moltiplicando. Molte soluzioni studiate
sono già in via di realizzazione e costituiscono
esempi importantissimi. Dal mio osservatorio
riesco a vedere tanti piccoli, ma costanti passi
avanti in molte regioni. Da questo punto di vista
posso affermare che bisogna essere ottimisti e
credere nei risultati delle nostre ricerche e delle
loro applicazioni.
Abbiamo spesso ricordato in precedenti inizia-tive, con una frase efficace che ci sono sogni e bisogni di energia pulita.Non si sente il bisogno di una rubrica dedicata a questi specifici argomenti?É soltanto un sogno? Sicuramente non è un sogno, ma una esigenza
fondata su solide basi. Credo, però, che sia
giusto trattare questi argomenti in ogni con-
tenitore informativo, primo fra tutti quello dei
telegiornali. Non voglio essere frainteso, ma le
tematiche energetico-ambientali meritano ampi
spazi in tutti i palinsesti. Oggi una rubrica dedi-
cata a questi temi è necessaria e auspicabile, ma
non più sufficiente.
Ecocity Onlus si è posta tra gli obiettivi la promozione e il coordinamento di questi pro-getti, il Tg2 continuerà a dare ascolto a queste proposte?Si’. É un impegno che prendo formalmente.
Marcello Masi, un duro
sempre disponibile con il pallino del territorio
Il vice direttore del Tg2 risponde alle nostre domande.
In alto: Marcello MasiIn basso: lo studio televisivo del Tg2 [
30
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
“L’ambiente visto in chiave positiva
come opportunità di crescita e occa-sione di sviluppo. Presidente, Lei ha
annunciato che vuole una regione più soste-nibile e meno dipendente dal petrolio. Qual è la ricetta, il ruolo dei Comuni, l’impegno della Regione e delle Province?Con il Piano energetico regionale abbiamo
fatto una scelta: creare le condizioni perché
l’energia da fonti rinnovabili - e non più quella
derivante dal petrolio e da altre fonti fossili -
diventi il motore dello sviluppo della Regione.
Naturalmente, nel rispetto delle caratteristiche
dei nostri territori, della salvaguardia dei
nostri paesaggi, del nostro patrimonio storico.
Per far questo dobbiamo agire in squadra:
Regione, Province e Comuni sono chiamati a
contribuire al raggiungimento di questo obiet-
tivo. Solo per fare alcuni esempi del ruolo che
potranno avere i diversi livelli istituzionali: i
Comuni dovranno indicare le aree dove poter
costruire nuovi impianti per la produzione di
energia pulita e quelle dove invece non sarà
possibile per la presenza di vincoli paesaggi-
stici, storici o culturali; le Province dovranno
realizzare un Piano energetico con precisi
obiettivi; la Regione coordinerà il lavoro, defi-
nirà le linee guida, verificherà i passi avanti e
le correzioni di rotta via via necessarie.
Quali sono le precondizioni essenziali per attuare una politica di questo tipo?É necessario che Enti locali, mondo imprendi-
toriale, sindacati, associazioni diventino sog-
getti attivi di questa sfida. In secondo luogo
occorre un salto di qualità nella capacità di
coordinamento dei soggetti coinvolti, perché
ciascuno faccia la propria parte. Infine dob-
biamo riuscire ad affermare una “cultura del
risparmio energetico”, un contesto educativo
aperto al cambiamento, disponibile al con-
fronto e cosciente della necessità di utilizzare
meno energia per la vita di tutti i giorni e di
spostarne la produzione verso le fonti rinno-
vabili e pulite.
Che posizione ha la Regione Toscana rispetto alle politiche ambientali di Bruxelles?Gli obiettivi europei sono anche i nostri. A
partire dai tre traguardi fissati dal Consiglio
d’Europa per il 2020: 1) ridurre del 20% i
consumi di energia, attraverso una maggiore
efficienza e minori sprechi; 2) aumentare del
20% la quantità di energia prodotta con fonti
rinnovabili (tra il 40 e il 50% dell’energia
elettrica); 3) diminuire le emissioni di CO2 in
atmosfera del 20%.
APPROFONDIMENTOIntervista al governatore della Regione Toscana Claudio Martini
Toscana: dai “soffioni” all’eolicoil tesoro energetico di una terra antica
“Il nostro è un gioco di squadra: Regione, Province e Comuni devono
imporsi gli obiettivi di Kyoto. Con il Piano energetico regionale abbiamo fatto una scelta: creare le condizioni perché l’energia da fonti rinnovabili - e non più quella derivante
dal petrolio e da altri fonti fossili - diventi il motore dello sviluppo della regione.”
La Regione Toscana ha l’obiettivo di far cre-scere l’utilizzo delle fonti alternative fino al 40-50 per cento in modo da produrre così l’energia elettrica che serve allo sviluppo del territorio. Per farlo è stato approvato un Piano energetico che contiene indicazioni fino al 2020, una sorta di bussola per garantirsi un futuro ecosostenibile. É questo il percorso vir-tuoso da seguire?Il nostro Piano energetico è valido fino al 2010,
ma contiene previsioni fino al 2020 e delinea
le scelte della Toscana verso un futuro energe-
tico libero dal nucleare, meno dipendente dal
petrolio, più attento all’efficienza, in grado di
ridurre i consumi, le emissioni di gas serra in
atmosfera e soprattutto accrescere fino al 50%
la produzione di energia elettrica da rinnova-
bili. Per realizzare questi obiettivi entro il 2020
sono previsti investimenti per 500 milioni di
euro, 252 nel triennio 2008-2010. Interverremo
su imprese, enti locali e famiglie con incentivi
per il passaggio alle fonti rinnovabili (vento,
sole, biomasse, acqua, geotermia), e miglio-
rare l’efficienza energetica. Sono già state
individuate le aree nelle quali realizzeremo,
con un investimento regionale di 5 milioni,
20 nuovi “distretti energetici” con 500 alloggi
ad altissima efficienza, che permetteranno
risparmi del 40-50%. Ridurremo di 7,2 milioni
di tonnellate le emissioni di CO2: 2 milioni in
meno grazie alla riconversione a metano delle
centrali Enel di Piombino e Livorno; 5,2 milioni
in meno per la riduzione dei consumi nell’in-
dustria, nella mobilità, nelle abitazioni.
Che cosa suggerisce per declinare uno svi-luppo sostenibile e accettabile da tutti?
Lo scenario mondiale non è dei migliori. Dal
2000 al 2004 le emissioni globali di gas serra
sono aumentate dell’11-13%. Con questo
ritmo, nel 2030 la temperatura crescerà di 0,6
- 0,7 gradi, e nel 2100 sarà più alta di 3 gradi.
L’Italia importa energia per l’84,3%, cioè
[
31
“produce solo il 15,7% di ciò che consuma. Il
costo di un kilowattora per le aziende italiane
è superiore del 40% a quello della media Ue,
il doppio di quello francese, tre volte quello
svedese. Per assicurare un futuro alle nuove
generazioni e far crescere la competitività,
dobbiamo intervenire. Sviluppo e sostenibilità
devono poter convivere. Per me la tutela del
paesaggio, dell’ambiente, delle risorse natu-
rali e della qualità è altrettanto importante
quanto la crescita delle imprese e delle pro-
duzioni. Ci dobbiamo mettere in testa che lo
sviluppo o sarà sostenibile e compatibile con
la tutela dell’ambiente o non sarà. Per questo
è molto importante che si crei una diffusa cul-
tura ecologica, del risparmio e dell’efficienza
energetica, dei nuovi stili di vita eco-compa-
tibili. La Regione farà la sua parte con la cre-
azione di sportelli ad hoc rivolti ai cittadini e
alle imprese per migliorare l’informazione, la
diffusione di buone pratiche, la formazione
professionale.
Il progetto Energy Made in TuscanyLa Regione Toscana che si caratterizza come uno dei “laboratori delle nuove energie pulite e rinnovabili”, sarà orientata a un’attività in progress mirata alla promozione di questa attività. I modelli di sviluppo eco-compati-bili, che adottano le più avanzate soluzioni basate sulle energie rinnovabili, rientrano nel progetto “Energy Made in Tuscany”. Oggi sono maturi i tempi per organizzare gli Stati Generali dei luoghi-sistema economicamente sostenibili della Toscana?Qui abbiamo esperienze avanzate di ricerca
nel settore delle energie rinnovabili. Fra
queste ricordo il “distretto dell’idrogeno” di
Pontedera, che integra le attività di ricerca e
le sperimentazioni con i progetti industriali
e le vocazioni del territorio. Oggi il distretto
sta portando avanti un progetto che mette
insieme imprese, organismi di ricerca, uni-
versità, centri di servizio e istituzioni pub-
bliche con lo scopo di coordinare, nella zona
Pisa - Pontedera - Livorno, azioni di ricerca
e applicazioni sperimentali sulla tecnologia
dell’idrogeno applicata ai mezzi di trasporto
pubblico. La seconda esperienza significativa
è quella del Centro di eccellenza della geo-
termia di Larderello, unico del suo genere in
Italia, che si propone come punto di riferi-
mento per studiosi ed operatori del settore
di ogni parte del mondo. A Pisa ha sede il
centro ricerche Enel che coordina le attività
delle aree sperimentali e i laboratori Enel
distribuiti su tutto il territorio nazionale ed è
impegnato nella ricerca per l’utilizzo di nuove
tecnologie e per la riduzione delle emissioni
degli inquinanti. Ad Arezzo è stato da pochi
mesi inaugurato il primo idrogenodotto
urbano del mondo, un impianto capace di ser-
vire quattro aziende orafe con 53.000 metri
cubi l’anno di gas. L’obiettivo è di portare a
100.000 mc la quantità di gas erogato entro la
fine di quest’anno, per gli usi energetici delle
aziende del distretto orafo. Quella di Arezzo è
una prima esperienza che dimostra che si può
concretamente pensare all’idrogeno come
fonte alternativa, e abbiamo registrato un forte
interessamento al progetto da parte di Cina,
Giappone e Germania. Ed infine il “Distretto
delle energie rinnovabili della Toscana”, tra
i primi ad essere operativo in Italia e desti-
nato a diventare tra i più avanzati d’Europa.
Il Distretto, finanziato dalla Regione Toscana
con oltre 6 milioni di euro, rappresenta un
esempio sperimentale di economia dell’inno-
vazione e del trasferimento tecnologico, nella
promozione e nella diffusione dell’energia
pulita. Queste esperienze, e le altre presenti,
possono e devono riuscire a “fare sistema”,
scambiandosi esperienze e conoscenze con
l’obiettivo comune di fare della Toscana la
regione dell’energia pulita.
“La Regione dovrà coordinare il lavoro, definire le linee guida, verificare i passi avanti e le correzioni di rotta via via necessarie.I Comuni dovranno indicare le aree dove poter costruire nuovi impianti per la produzione di energia pulita e quelle dove invece non sarà possibile farlo per la presenza di vincoli paesaggistici, storici o culturali. Alle Province toccherà realizzare un Piano energetico con precisi obiettivi.”
Claudio Martini,Governatore della Regione Toscana [
33
Energeo Magazine entra nel cuore delle
realtà locali.
É appassionante assistere all’impegno
ambientalistico dei luoghi-sistema d’Italia,
alle tante iniziative delle varie regioni italiane
per la promozione delle energie rinnovabili.
Ci sono in Italia mille iniziative diverse, pro-
getti, proposte di questa entusiasmante corsa
a tappe destinata a portarci all’abbattimento
dei gas serra per contribuire al raggiungimento
degli obiettivi di Kyoto. Energeo Magazine
inizia dalla Toscana il primo grande viaggio nel
cuore delle realtà locali.
Ecco quindi come questa Regione vuole fare
da traino agli altri progetti.
La Toscana è la regione più ecosostenibile
d’Italia, quella che ha mostrato maggior dina-
mismo nell’affrontare le problematiche su
lavoro e ambiente.
É quanto emerge dalla ricerca dell’autorevole
centro studi Sintesi di Venezia, pubblicata nel
mese di luglio, sul Sole 24 Ore.
In questa Regione, tra il 2000 e il 2007, si
sono registrati i migliori risultati sul fronte
dell’occupazione, dell’innovazione della coe-
sione sociale e soprattutto della sosteni-
bilità ambientale. Non ha nascosto la sua
soddisfazione il governatore della Regione
Toscana, Claudio Martini, nel commentare
l’indagine sulla situazione economica delle
Regioni italiane.
“Sono state premiati il dinamismo e la qua-
lità del nostro impegno, così come la scelta,
contenuta del nuovo Piano regionale di svi-
luppo, di puntare tutto sullo sviluppo soste-
nibile. Sia pur nella difficile congiuntura mon-
diale, abbiamo imboccato la strada giusta e
siamo in linea con gli obiettivi europei”.
La Toscana figura al tredicesimo posto per
l’innovazione, all’undicesimo per coesione
sociale, al terzo per l’occupazione e al primo
per la sostenibilità ambientale. Con le “per-
formances” fatte registrare nel periodo 2000-
2007, la Toscana è balzata decisamente al
primo posto di questa speciale classifica (con
un indice di 25,1), staccando di oltre 3 punti il
Molise, segue un terzetto di regioni meridio-
nali (Puglia a 14,2 Calabria a 14 e Sardegna a
12,8) e poi la Liguria al sesto posto con 11,1 e
ENERGY MADE IN TUSCANYLa Regione Toscana avanti a tutta energia, ma pulita e rinnovabile
E se il locale fosse meglio del globale?
Abbattere le emissioni e far fruttare le energie
pulite: un salto verso un nuovo modello
di sviluppo.
Il duomo e i tetti di Firenze [
l’Emilia Romagna al settimo con 10,5, ultima
delle regioni in doppia cifra.
L’analisi condotta dal Centro studi Sintesi ha
riguardato 12 indicatori economico-sociali rag-
gruppati in quattro aree tematiche e confron-
tati con gli obiettivi europei al 2010 stabiliti a
Lisbona dai Paesi dell’Unione europea.
In queste pagine vengono esaminati alcuni
casi esemplari che rappresentano l’eccellenza
nella vocazione sostenibile della Regione
Toscana. Iniziative che, in qualche modo,
hanno contribuito a raggiungere il prestigioso
risultato. E racconteremo la storia di copertina,
quella del Co.Svi.G. che compie vent’anni.
34
meno gas serraENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
COMFORT & RISPARMIOTecniche e soluzioni per vivere la casa moderna
Nuovi modi di abitare tagliando i costi dell’energia
e
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realizzazione entro la fine del 2010. L’iniziativa
consiste nell’incentivare - mediante la corre-
sponsione al costruttore di un contributo sugli
extra costi, da parte del Comune, da sostanziare
attraverso l’abbattimento degli oneri di urba-
nizzazione (contributo poi compensato dalla
Regione, che erogherà un analogo contributo,
in conto capitale, al Comune) - la riqualifica-
zione o la realizzazione di edifici o complessi
di edifici, di volumetria di norma superiore a
10.000 metri cubi.
Dal confronto tra i consumi di un’abitazione priva
di interventi migliorativi e una energeticamente
adeguata, emerge che per la prima sono neces-
sari 71 chilovattora al metro quadro all’anno,
per la seconda il fabbisogno energetico scende
a 33 Kwh annui per ogni metro quadro.
Il metodo di sviluppo è semplice perché uti-
lizza gli accordi volontari territoriali, come
sono stati definiti gli strumenti di politica
ambientale appropriati dal Consiglio dei
Ministri dei Paesi dell’Unione europea compe-
tenti in materia energetica.
Il soggetto pubblico o privato titolare del pro-
getto di riqualificazione o di costruzione di un
D.E.A. si impegna a presentare in Municipio
l’idonea certificazione di collaudo delle opere
eseguite e di verifica della conformità tecnico-
economica degli interventi realizzati con gli
obiettivi di efficienza energetica, applicando
un mix di soluzioni tecnologiche in grado di
ottimizzare l’interazione tra consumo e gene-
razione locale dell’energia, riducendo i con-
sumi e ricorrendo alle fonti rinnovabili.
La Regione può vantare il record di
aver elaborato, prima di ogni altro, un
modello di sviluppo basato sui Distretti
energetici (idrogeno a Pontedera e delle Fer
nell’area geotermica), con l’obiettivo di farne
nascere altri, e sperimentare progetti inno-
vativi come quelli che vengono raccontati in
questa inchiesta.
Il governatore Claudio Martini in queste stesse
pagine annuncia che ci saranno 20 distretti
energetici abitativi (D.E.A.), residenze e inse-
diamenti ad altissima efficienza, capaci di
far risparmiare a ogni famiglia oltre 500 euro
all’anno sulla bolletta energetica, e in grado di
ridurre di oltre la metà i consumi e le emissioni
di gas serra in atmosfera.
La Regione Toscana, con uno stanziamento
di cinque milioni di euro, ha così inaugurato
un innovativo percorso sostenibile dando
vita a piccoli collaudati luoghi-sistema. Tanti
villaggi-satelliti dislocati in sedici Comuni
della Toscana.
In via Canova a Firenze, grazie a un finanzia-
mento di 278 mila euro, saranno realizzati da
Casa Spa 20 alloggi di questo tipo.
Oltre al capoluogo toscano, i finanziamenti
regionali sono destinati ai progetti presentati
dai Comuni di Livorno, Lucca, Prato, Siena,
Aulla, Calenzano, Capannori, Castelfranco di
sotto, Figline Valdarno, Gavorrano, Monte-
murlo, Montopoli Valdarno, San Giovanni Val-
darno, Sesto Fiorentino e Villafranca.
Si tratta di appartamenti che hanno un’am-
piezza media di 85 metri quadrati e che saranno
realizzati con tecniche e soluzioni innovative.
Complessivamente saranno 48.200 i metri
quadrati di abitazioni realizzati con i nuovi
accorgimenti, il cui costo medio è di circa
8.800 euro per ogni unità abitativa.
Ogni amministrazione dovrà ultimarne la
35
meno gas serra
dell’idrogeno e delle energie rinnovabili, ideato
e realizzato nel contesto del Progetto Idrogeno
per Arezzo) e, in tempi strettissimi, anche alle
abitazioni della zona di San Zeno.
La produzione energetica avviene attraverso
l’utilizzo di generatori a idrogeno che hanno
come unica emissione vapore acqueo. É infatti
la prima volta che un’area urbana è servita da
un idrogenodotto sotterraneo attraverso il quale
si eroga idrogeno per produrre energia e per
l’utilizzo industriale a zero emissioni. L’intero
Progetto Idrogeno per Arezzo è stato realizzato
da un partenariato pubblico e privato.
La Regione Toscana ha cofinanziato i primi 4 lotti
al 50%, la Fabbrica del Sole ha coordinato tutto
il progetto e realizzato l’HydroLAb, un consorzio
pubblico dei comuni aretini per la distribuzione
del gas metano, che ha realizzato la tubazione
per consentire al sistema (attraverso le fuel
cells) la distribuzione dell’idrogeno alle industrie
orafe del Distretto aretino che da sempre usano
il vettore come materia prima per le saldature e
l’eliminazione degli ossidi. La sperimentazione è
stata realizzata dalla Fabbrica del Sole.
Nel mese di luglio, lo stesso gruppo di lavoro ha
messo in funzione, a scopo dimostrativo, l’im-
pianto di solar cooling integrato a idrogeno per
la produzione di aria condizionata a zero emis-
sione e a costo irrisorio.
Anche questo intervento dimostrativo rappre-
senta un record mondiale perché si è combinato,
per la prima volta, il solare con l’idrogeno per
questo tipo di applicazione, utilizzando solo
idrogeno ed energia solare, per alimentare il
circuito di raffreddamento dell’aria condizionata
dell’HydroLAb ad Arezzo, fino a raggiungere la
temperatura di 16,7°C.
“Un importantissimo passo avanti verso il
risparmio energetico e la sostenibilità - com-
menta Emiliano Cecchini, Presidente del
Comitato Scientifico della Fabbrica del Sole - che
dimostra come l’idrogeno in combinazione con
le altre energie rinnovabili sia una strada molto
promettente”.
ALTA TECNOLOGIA La sperimentazione è stata realizzata dalla Fabbrica del Sole
H2: l’idrogeno per creare gioielli
In pratica si combina il calore dei pannelli solari
termici di produzione della Fabbrica del Sole con
il calore di scarto di una fuel cell come quelle
già installate ad Arezzo da Exergy e si introduce
quindi acqua calda sopra gli 80°C dentro un
assorbitore a bromuro di litio. Il sistema genera
liquido gelido a ca 10°C, utile per fare aria condi-
zionata attraverso dei normali fan coil.
Per la movimentazione delle pompe, dei rotori
ed altri componenti occorre anche dell’energia
elettrica che viene fornita dai pannelli fotovol-
taici dell’HydroLAb.
In pratica il condizionatore puo’ funzionare
ovunque vi sia sole.
“La messa a punto di questa tecnologia - spiega
Andrea Baldini responsabile del progetto per La
Fabbrica del Sole - è semplice ma apre tutta una
serie di possibilita’ di utilizzo molto importanti
soprattutto nel Nord Africa dove abbiamo già
avviato dei progetti, in particolare in Egitto.”
La cooperativa ha anche terminato e messo in
produzione, collegandolo alla rete ENEL, un
impianto fotovoltaico da 152 kWp in grado di pro-
durre grandi quantità di elettricità che potrebbe
essere convertita in idrogeno puro come si vuole
fare a San Zeno per il potenziamento di quello
che oggi è l’unico idrogenodotto sotterraneo in
area urbana al mondo.
L’idrogenodotto di Arezzo, realizzato con condotte sotterranee, è considerato il più lungo del mondo in area urbana. L’impianto, che porta idrogeno puro alle ditte orafe, rappresenta un’assoluta novità in campo energetico. L’HydroLAb ha sorpreso tutti per l’arditezza del progetto.
Il viaggio in Toscana prosegue con altri iti-
nerari. La Regione ha imboccato con deter-
minazione la strada dell’accelerazione
tecnologica.
La sfida dell’idrogeno è appena cominciata e
ha avuto un’alta risonanza sui media dei prin-
cipali circuiti televisivi internazionali e una
vasta eco anche a Bruxelles nell’importante
vetrina della “Settimana dell’energia sosteni-
bile dell’Unione europea” come interessante
progetto tutto italiano.
L’idrogenodotto più lungo del mondo in area
urbana, un’assoluta novità in campo energetico,
ha sorpreso tutti per l’arditezza del progetto.
Il meccanismo è semplice: l’idrogenodotto,
attraverso un percorso sotterraneo profondo
circa un metro e 20 centimetri, porta idrogeno
puro alle ditte orafe di Arezzo, all’HydroLAb (che
è un laboratorio dimostrativo per le tecnologie
In alto: Il governatore della Toscana Claudio Martini al taglio del nastro, accanto a Emiliano Cecchini (Fabbrica del Sole), l’Assessore Regionale Ambrogio Brenna, il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, il presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli.Sotto: il primo caffè ottenuto da una Moka alimentata a idrogeno.
[
36
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Cosa strana parlare di un avveniristico
progetto verso l’impiego dei combu-
stibili a basso impatto ambientale e
dell’idrogeno come vettore energetico, in un
paese che è stato testimone della nascita di
un mito, la Vespa: lo scooter più famoso del
mondo progettato nel 1946 negli stabilimenti
della Piaggio di Pontedera.
L’industria che da oltre sessant’anni ancora
la produce, e con essa Pontedera, parte-
ciparono attivamente al boom economico
degli anni Sessanta.
A distanza di tanti anni, la cittadina toscana
è nuovamente sotto i riflettori, protagonista
di un progetto che ha suscitato un’atten-
zione sempre più vasta da parte di soggetti
imprenditoriali locali, Università di Pisa e delle
Istituzioni (Comune, Provincia, Regione), chia-
mate a progettare uno sviluppo ambiental-
mente sostenibile che è destinato a proiettare
Pontedera verso il futuro.
Il progetto di una filiera completa in quest’area,
inserita in un Distretto energetico dell’idro-
geno, che si qualifichi come centro di ricerca e
produzione all’avanguardia, a partire dalla pro-
duzione basata sullo sfruttamento delle fonti
di energia rinnovabile, per finire con la speri-
mentazione di reti di stoccaggio e di distribu-
zione e di veicoli alimentati con questa energia
pulita, è perfettamente in linea con le attuali
tendenze su scala nazionale ed europea, in
quanto l’Unione europea ha indicato l’idro-
geno come uno dei temi di sviluppo prioritari
sul medio-lungo termine.
Tutto questo è di ottimo auspicio per l’ini-
ziativa, promossa con determinazione dalla
Regione, che, utilizzando un finanziamento di
5 milioni di euro, assegnato dal Ministero della
Ricerca tramite un Valutatore indipendente
all’Università di Pisa, ritiene il tema dell’idro-
geno e delle celle a combustibile, di interesse
prioritario, pur dedicando evidente attenzione
anche agli altri combustibili a basso impatto
ambientale.
Il sindaco di Pontedera, Paolo Marconcini, ha
accettato la sfida e, consapevole della poli-
tica dei piccoli passi, ha messo sulla rampa
di lancio il progetto “H2 Filiera Idrogeno” con
RICERCANuove tecnologie per la mobilità del futuro
A Pontedera, dopo la Vespa, nasce un altro mito: l’idrogeno come combustibile pulito
l’ambizioso programma di trasformare questo
insieme territoriale di assets di grande pregio
in un sistema coordinato ed efficiente, in movi-
mento accelerato verso le tecnologie sulle
quali si fonderà la mobilità del futuro.
“Questa ci sembra la direzione giusta - spiega
il sindaco Marconcini - Il progetto teso a pro-
muovere lo sviluppo e la sperimentazione di
sistemi di mobilità basati sull’uso dell’idro-
geno come vettore di energia, oltre ad una
notevolissima rilevanza sul piano locale, ha,
di riflesso, una valenza anche nazionale ed
europea ed è soprattutto in tali ambiti che ne
vanno valutati motivazioni e obiettivi”.
L’idrogeno è il vettore di energia pulita su cui
maggiormente punta l’industria veicolistica
mondiale: di fatto, l’idrogeno rappresenta ad
oggi, per i maggiori produttori di veicoli del
mondo, una scelta obbligata per raggiungere
il traguardo della produzione di veicoli ad
emissioni nulle, economici ed efficienti.
La mobilità basata sull’idrogeno richiederà
però cambiamenti epocali, non solo nella
tecnologia motoristica, ma anche nelle com-
plesse infrastrutture di produzione e distribu-
zione del carburante.
Il progetto riguarda una filiera completa, inserita nel
Distretto Energetico nell’ambito del Progetto produttivo del
Consorzio Sviluppo Valdera. La Regione ha finanziato l’iniziativa, assegnando
5 milioni di Euro all’Università di Pisa che ha già realizzato
scooter che usano l’idrogeno come combustibile.
H2
Pontedera
Pontedera
Lari
Ponsacco
Calcinaia
37
H2Da queste parti è stato capito lo scopo del pro-
getto e gli ingredienti per sviluppare queste
nuove tecnologie ci sono tutti.
Il Forum Italiano dell’IdrogenoA Pisa è nato e ha sede il Forum Italiano
dell’Idrogeno, centro di dibattito e promozione
degli studi di filiera, dal quale sono partite le
iniziative che hanno portato l’Italia a essere il
primo Paese europeo a dotarsi di una norma-
tiva sulla sicurezza dei sistemi per la distribu-
zione dell’idrogeno.
A Pisa, nei laboratori universitari di Ingegneria,
motori ad idrogeno hanno “girato” fin dai primi
anni ’80, mentre più recentemente hanno visto
la luce scooter a idrogeno basati su “pile” che
usano l’idrogeno come combustibile.
A Pontedera, nei Laboratori del Polo Sant’Anna
Valdera, si sperimentano sensori di nuova
generazione per la sicurezza dei sistemi per la
distribuzione e l’utilizzazione dell’idrogeno.
Senza trascurare la presenza di importanti realtà
industriali legate alla produzione di veicoli.
Non solo la Piaggio, che come grande azienda
produttrice di motori ha ovviamente anche
strategie proprie nel settore idrogeno, ma
anche molte realtà dell’indotto e le aziende
della componentistica automobilistica del
livornese, possiedono know-how tecnologici
importanti, utilizzabili nel progetto.
Da ultimo, non è da sottovalutare la dispo-
nibilità degli Enti locali e della Società SAT
(Aeroporti Toscani) a collaborare alla spe-
rimentazione su flotte di veicoli e sistemi
di distribuzione, nonché l’impegno della
Società Pont-Tech di Pontedera che ha svolto,
su sollecitazione del Comune, il ruolo di pro-
motore del progetto “H2 Filiera Idrogeno”.
Il coordinamento e il Project management
sono stati affidati all’Università di Pisa (prof.
Emilio Vitale, Preside di Ingegneria) che sta
utilizzando i finanziamenti sinora concessi
destinati all’attività di ricerca di base di com-
petenza universitaria. Il dottor Giuseppe
Pozzana, direttore della Pont-Tech con-
ferma la ricerca industriale e ricorda come
“si potranno aprire nuovi scenari, quando
saranno reperite le risorse necessarie per
un settore in continua espansione”. La
società è partecipata da Comune con il
(25%), Piaggio (20,45%), Provincia di Pisa
(25%), altre quote suddivise tra S.S.S.A, Fidi
Toscana, le banche di Lajatico e Fornacette,
Unione Industriale Pisana, Cna e, infine, i
Comuni di Bientina e Calcinaia.
Nel progetto H2 Filiera Idrogeno, un ruolo
chiave è stato svolto da EDI PROGETTI, come
spiega l’Ingegner Marco Doveri, responsabile
di quest’ultima:“Le vetture Bi-Power a ben-
zina ed idrogeno, da noi messe a punto su
base Fiat Multipla e Doblò, sono state il tram-
polino di lancio del progetto idrogeno dimo-
strando che una soluzione alternativa alle
Fuel-Cell è tuttora rappresentata dai motori
a combustione interna con il vantaggio della
doppia alimentazione e quindi dell’autonomia
garantita. Ulteriore vantaggio del sistema da
noi sperimentato è di non stravolgere l’attuale
tecnologia di produzione delle auto”.
Il progetto filiera dell’idrogeno evidenzia altri
punti di forza del progetto nelle linee di attività
della squadra di prestigiosi partners. Tra gli
altri sono coinvolti 5 Dipartimenti dell’Univer-
sità di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna.
La prima riguarda la messa a punto di veicoli
con motori endotermici trasformati per poter
funzionare efficientemente utilizzando idro-
geno (eventualmente miscelato con altri gas)
come combustibile. La seconda linea di attività
riguarda i veicoli elettrici alimentati con celle a
combustibile che utilizzano idrogeno per pro-
durre energia elettrica in modo assolutamente
pulito. Qui le sfide riguardano il miglioramento
del rendimento e dell’affidabilità delle celle,
nonché l’abbattimento dei costi.
Il Progetto è poi caratterizzato da attività tra-
sversali a tali linee di ricerca, che riguardano
l’elaborazione di proposte per la produzione
sul territorio di idrogeno “pulito”, i sistemi di
accumulo dell’idrogeno a bordo dei veicoli,
la sensoristica necessaria per controllare gli
apparati e renderli sicuri, la sperimentazione
di prototipi, lo studio dell’impatto economico
ed ambientale per il territorio, il contributo alla
messa a punto di normative per l’omologazione
di componenti e sistemi.
Insomma, tutto ciò che serve per portare i risul-
tati delle ricerche dai laboratori all’utilizzazione
stradale. E la strada che ha percorso in questi
anni la Vespa lascia veramente ben sperare.
Paolo Marconcini,sindaco di Pontedera
[
38
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Un impianto esemplare, il primo in Italia, che trasforma il
futuro in presente e segna una tappa importante verso l’eco-
nomia dell’idrogeno. La Toscana, che ha creduto da subito in
questo progetto di stazione di servizio che eroga l’idrogeno
insieme agli altri carburanti ed è autosufficiente da un punto
di vista energetico sfruttando le fonti rinnovabili e la coge-
nerazione, si pone ancora una volta all’avanguardia.
La stazione “Multienergy” Agip di Grecciano, sulla super-
strada Firenze-Pisa-Livorno nel comune di Collesalvetti,
che è stata realizzata dalla Divisione Refining & Marketing
dell’Eni, fa parte dei progetti che la Regione ha finanziato in
misura del 25% (con i Fondi Docup Obiettivo 2 2000-2006)
per le sue caratteristiche fortemente innovative e interes-
santi sotto il profilo della sostenibilità.
La stazione, che eroga già vari tipi di carburante a basso
impatto ambientale, distribuisce da oggi anche idrogeno
per rifornire un parco di veicoli a idrogeno pubblici e pri-
vati. Si stima che possa garantire 433 “pieni” all’anno, il
che equivale a rifornire 4 veicoli che percorrano anualmente
10.000 chilometri. L’H2 viene ottenuto - e poi stoccato - con
le fonti di energia rinnovabile installate da tempo nella sta-
zione, cioè i pannelli fotovoltaici da 20 Kw, montati sopra
la pensilina, e le tre pale eoliche da 20 Kw ciascuna che si
trovano sul lato interno dell’area.
A questa “centrale” di energia rinnovabile, che può cedere
l’eventuale surplus energetico alla rete locale, si affiancherà
un sistema di generazione (che produce cioè sia energia
elettrica che termica e di raffreddamento) da 30 Kw, ali-
mentato a gas naturale e utilizzato per il condizionamento
dei locali. Con il suo forte investimento nella integrazione
tecnologica per una filiera sostenibile per l’idrogeno, la
stazione Multienergy segna la direzione in cui è necessario
muoversi in un contesto di assottigliamento delle risorse
fossili e di indispensabile riduzione delle emissioni in atmo-
sfera di sostanze inquinanti. Ed offre un modello pratica-
bile di impegno comune pubblico e privato per sviluppare
opzioni energetiche sostenibili e riproducibili sia in tema di
ecoefficienza e fonti rinnovabili, che in quello della mobilità
a basse emissioni, fino alle emissioni zero dell’idrogeno.
PROGETTIA Collesalvetti la prima stazione Multienergy
Un pieno di idrogeno per viaggiare pulito
INSEDIAMENTIIl territorio cresce grazie al progetto produttivo del Consorzio Sviluppo Valdera
Valdera: consorziare i Comuni per sviluppare robotica e innovazione
Svettano nel cielo di Pontedera 4 aerogeneratori eolici alti 98 metri (2 Mw di
potenza nominale), in grado di produrre 16 milioni di kwh, equivalenti al consumo
annuo di 5.000 famiglie.
La fattoria eolica, inaugurata a settembre, eviterà l’emissione in atmosfera di
14.400 tonnellate di CO2, 20,16 tonnellate di SO2, 27,36 tonnellate di Nox.
I progetti futuri riguardano la robotica e la logistica e, naturalmente, come si è
visto, il Distretto dell’Idrogeno e l’attività del Consorzio Sviluppo della Valdera
che raggruppa i Comuni di Calcinaia, Lari, Ponsacco oltre
che Pontedera.
Si scommette sull’innovazione e la ricerca, e sui prodotti
ad alto valore aggiunto. Ci sono tuttora forti segnali posi-
tivi, in un territorio che ha saputo attrarre investimenti,
mantenendo un forte tessuto industriale e produttivo.
“Le scelte fatte in questo territorio - spiega il presidente
del Consorzio, Giovanni Bonario - prima con il progetto
Pontedera e poi con il Consorzio Sviluppo Valdera, sono
andate nella direzione di riqualificare le attività produt-
tive. Il merito va a tutti coloro che hanno svolto questa
azione, che l’hanno coordinata, l’hanno attuata”.
La Valdera oggi è, per questo, sinonimo di un territorio
valido economicamente, molto attivo, ricco di centri di
innovazione industriale ma anche culturale, ambientale,
agricolo e turistico.
A poco più di dieci anni dalla sua costituzione il Consorzio
può già vantare la realizzazione di opere pubbliche per 30
milioni di euro, la gestione dell’insediamento di circa 50 nuove imprese nell’area
industriale di Pontedera, la prossima attivazione di oltre 700 mila metri quadrati
per aree industriali. Complessivamente il polo industriale di Pontedera e della
bassa Valdera che ha una estensione di circa un milione e mezzo di metri quadrati,
conta alcune centinaia di aziende e circa diecimila dipendenti.
Su queste basi si poggia l’economia di questo esteso comprensorio in provincia
di Pisa. Nei mesi scorsi sono stati inaugurati i laboratori di Pont-tech (Cerfitt)
che saranno assegnati alle neonate aziende innovative.“Occorre - dice Giovanni
Bonario - che tutti comprendano l’importanza di questi tasselli. Senza innova-
zione non c’è futuro. Senza scommettere sulla qualità del mondo produttivo si è
destinati a ruoli secondari nel panorama dell’economia globalizzata”.
Prom
ozione delle Fonti Rinnovabili
Conv
enien
za: le migliori condizioni di mercato
Serv
izi
e assist
enza ai Soci
La Società Consortile Energia
Toscana (CET) nasce nel 2003 sotto l’impulso della Regione Toscana
come stazione appaltante, per conto dei soci, per l’acquisto sul libero mercato
di Energia Elettrica e Gas metano. Il fine del Consorzio è di aggregare la domanda di energia degli Enti Pubblici per ottenere prezzi migliori, minimizzando le spese di Bando degli Enti ed ottimizzando la gestione dei dati e degli atti necessari ai cambi di fornitore.
Ad oggi CET acquista circa 370 GWh di Energia elettrica e 16 milioni di mc
di Gas Naturale.
TrasparenzaIl Consorzio
opera attraverso bandi pubblici di rilevanza Europea
effettuati annualmente in pieno rispetto del Decreto Legislativo
163/06. Tramite una clausola posta all’interno del bando per la fornitura di energia elettrica viene garantito che le tariffe ottenute siano migliori di quelle CONSIP. Inoltre sono introdotte all’interno del bando clausole di
aggiudicazione che garantiscono il Consorzio dall’instaurazione
di “cartelli”.
I Soci hanno a disposizione un ufficio
specializzato per il controllo dei contratti e l’aggiornamento
sull’evoluzione normativa del Mercato dell’Energia senza dispendio di risorse. Viene fornita assistenza ai soci anche tramite servizi di interfaccia verso i fornitori, controllo delle fatturazioni (sia a campione che su
richiesta), verifica dei consumi, informazione sulle modifiche
normative del Mercato elettrico.
Effi ci
enza e risparmio energetico
Oltre ad ottenere le migliori
condizioni di mercato, il CET si pone come obiettivo
quello di diminuire i consumi al fine di ottenere vantaggi ambientali ed economici.
Poiché rispettare
l’ambiente significa investire in un futuro migliore,
il Consorzio promuove le Fonti Rinnovabili e si propone ai soci
come strumento per lo studio, la progettazione, il reperimento dei finanziamenti e la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (Idroelettrico,
Fotovoltaico, Solare termico, Biomasse, Eolico).
CET Società Consortile Energia Toscana www.consorzioenergiatoscana.it [email protected]à Consortile Energia Toscana scrlVia Vincenzo Bellini, 5850144 - Firenze Tel. +39 055 353888 +39 050 2217350 Fax +39 055 3217026
Ridurre il costo dell’energia?Insieme si puo’ CET Consorzio pubblico per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, per il risparmio energetico e per la promozione delle fonti rinnovabili
Società Consortile Energia Toscana
40
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
La luna piena illumina il mare e la fortezza
dell’isola di Gorgona, nell’arcipelago
Toscano, più delle lampade alimentate,
fino a ieri, a gasolio.
Un raggio insiste sulla Torre Vecchia costruita
nel XII secolo dai Pisani che sovrasta le case
rosse del villaggio.
Sullo sfondo la fortezza, silenziosa, fino
all’alba, si raggiunge arrampicandosi su un
viottolo ciottoloso.
Quando non c’è la luna le lampade delle case
sono accese dal sole, con un modernissimo
impianto fotovoltaico (attraverso un’alimenta-
zione verde, moderna e rinnovabile, metafora
dell’evoluzione ambientalista), che consente
di produrre in un anno 65.000 di kwh e di
ridurre le emissioni di CO2 di circa 63 tonnel-
late l’anno.
L’isola di Gorgona sembra un luogo di ritiro e
di preghiera.
Lo è stato, per secoli, quando vi abitavano ere-
miti e monaci, soprattutto benedettini (fino al
secolo XIV) e certosini (dal XIV al XVIII secolo),
anche se la Repubblica Pisana e il Granducato
di Toscana hanno lasciato tangibili testimo-
nianze della loro egemonia.
Dal 1869 l’isola, che conserva la genuina
espressione urbanistica dei villaggi di pesca-
tori, è sede di una Colonia Penale che ne occupa
tutto il territorio e che ha finito per smembrare
la comunità civile autoctona, ridotta oggi a
pochissimi abitanti.
La presenza del carcere fa sì che la Gorgona sia
la meno conosciuta delle isole dell’Arcipelago.
Gli aspetti naturalistici che la caratterizzano
sono sorprendenti.
Unica fra le piccole isole del Mediterraneo, è
coperta da boschi e la macchia mediterranea,
si arrampica sugli scoscesi strapiombi, abi-
tati da numerose colonie di gabbiani ed altri
volatili padroni assoluti di un panorama d’in-
canto, dove soffia la brezza marina su spiagge
deserte, calette appartate, sentieri nascosti.
Dal 1991 l’isola di Gorgona fa parte del Parco
Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Le caratteristiche geografiche facilitano la pos-
sibilità di promuovere la produzione di energia
attraverso le fonti rinnovabili, coinvolgendo i
detenuti che hanno lavorato a fianco ai tecnici
-installatori dei pannelli fotovoltaici.
Un’esperienza interessante ed unica.
I detenuti del Penitenziario (in totale sono
60, ma presto saranno 90-100) non sono
INNOVAZIONEIl progetto si caratterizza per la sua valenza ambientale
A Gorgona il sole accende la luce
nuovi a questi exploit di inserimento nella
vita normale.
Sull’isola ci sono varie attività lavorative, dislo-
cate nelle diverse sezioni del penitenziario. È nei
programmi dell’Amministrazione affidare, d’in-
tesa con l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano e gli altri Enti territoriali competenti, a
cooperative sociali la gestione di attività pro-
duttive e di accoglienza dei limitati flussi turi-
stici che saranno autorizzati a visitare l’isola.
Attualmente i detenuti presenti sono impegnati
nelle attività necessarie al mantenimento e al
miglioramento della vita per tutti i residenti : ci
sono pertanto detenuti idraulici, muratori, alle-
vatori, pasticceri, meccanici, falegnami, pesca-
tori, e altri stanno imparando nuovi mestieri in
quanto il lavoro costituisce un importante ele-
mento del trattamento penitenziario ed offre
una concreta opportunità per un futuro reinse-
rimento sociale.
A breve potrà essere avviato un progetto di
formazione a distanza per detenuti, in collabo-
razione con il CITT (Centro per il Trasferimento
L’impianto, installato dagli stessi detenuti del
penitenziario-modello dell’Arcipelago Toscano,
consente di produrre in un anno 65.000 di Kwh e di ridurre le emissioni di
CO2 di circa 63 t/h.Nel carcere
i detenuti impareranno il mestiere di installatore
di pannelli fotovoltaici. In alto: Carlo Mazzerbo,direttore del Penitenziario della GorgonaA destra: i pannelli fotovoltaici installati sull’isola
[
41
dell’innovazione tecnologica sulle energie
rinnovabili) di Monterotondo Marittimo (sono
state avviate le procedure) che ha accolto la
proposta del direttore del carcere di avviare
un progetto di recupero delle risorse umane
negli istituti di pena della Toscana attraverso
un programma di formazione a distanza desti-
nato alla professionalizzazione dei detenuti
nel campo delle applicazioni delle energie
rinnovabili, considerati, senza dubbio, i
mestieri emergenti.
Recentemente in un programma di Rai Uno,
il dottor Mazzerbo ha potuto spiegare come
“vengono realizzati i corsi di recupero desti-
nati ai detenuti, sull’isola di Gorgona e nella
fortezza di Porto Azzurro. L’iniziativa punta
su lavoro e scuola, per accompagnare, ogni
giorno, i detenuti nei loro percorsi formativi”.
L’obiettivo sta nella missione del carcere che
tende alla rieducazione e al reinserimento
nella società dei detenuti.
L’impianto fotovoltaico realizzato in collabo-
razione con i detenuti, costituisce, in effetti,
un autentico fiore all’occhiello per la struttura
carceraria dell’isola di Gorgona, la più piccola
e la più settentrionale delle isole del Parco
Nazionale dell’arcipelago toscano.
“Il progetto - spiega il dott. Carlo Mazzerbo - si
caratterizza per la sua valenza ambientale con-
fermando il nostro impegno, primi tra le strut-
ture carcerarie, per lo sviluppo delle energie
rinnovabili e, contemporaneamente per offrire
ai detenuti un patrimonio di competenze spen-
dibili in termini di occupazione”.
Il programma riguarda l’utilizzo del fotovoltaico,
tecnologia fornita dalla Mitsubishi Electric, che
ha fatto installare dai tecnici della Solar Energy,
i propri moduli nelle strutture del carcere.
L’impianto, costituito da 302 moduli in silicio
policristallino ognuno con una potenza nomi-
nale pari a 165Wp, per un totale di 50kW, è
costato 300 mila euro, ottenuti con un finan-
ziamento pari al 60% della Regione Toscana
e con il contributo del 40% del Ministero di
Grazia e Giustizia.
L’energia prodotta dall’impianto è immessa
nella rete elettrica dell’isola e viene utilizzata
dalle utenze locali, mentre l’eccesso viene distri-
buito sul resto dell’isola dove ci sono molteplici
attività ittiche, agricole e di allevamento.
Gorgona, infatti, non è connessa alla rete elet-
trica nazionale e la produzione primaria è affi-
data a tre gruppi elettrogeni da 300kW, colle-
gati in parallelo e alimentati a gasolio.
La produzione stimata dell’impianto, si ricorda,
è di almeno 65.000 kWh/anno con una ridu-
zione del fabbisogno elettrico del 10% e una
riduzione di emissioni di CO2 di circa 63 ton-
nellate l’anno ed un risparmio economico di
circa 50 mila euro.
“La ragione della nostra collaborazione - sot-
tolinea l’Ing. Gualtiero Seva, Division Manager
di Mitsubishi Electric - può essere sintetizzata
nella volontà di diffondere una maggiore
conoscenza di queste tecnologie innova-
tive e di una politica energetica con rilevanti
aspetti etici”.
ISOLA DELLA GORGONA
42
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Nell’attuale scenario energetico si fa
un gran parlare di iniziative di con-
tenimento dei consumi elettrici o di
ricorso alle fonti rinnovabili come panacea di
tutti i mali. É un interesse spesso legato al
ritorno d’immagine e alle potenzialità di riso-
nanza mediatica di simili iniziative; tuttavia, la
complessità tecnologica e normativa, i tempi
di ritorno di lungo periodo e i ridotti mar-
gini di flusso di cassa non ammettono errori
di improvvisazione, in nessuna delle fasi di
ideazione, realizzazione e conduzione degli
interventi.
Nel frattempo molti utenti, fra cui troppe
Pubbliche Amministrazioni, stanno colpevol-
mente ignorando le opportunità di immediato
risparmio assicurate da un’attività molto
meno rischiosa e strutturalmente impattante:
l’acquisto di energia elettrica sul mercato
libero. La liberalizzazione del settore elettrico,
avviata nel ’99, è infatti giunta a piena matu-
razione, consentendo oggi a qualsiasi utente,
domestico e non, la scelta del fornitore di
energia più economico per il proprio profilo di
consumo.
Anche in questo caso, il corretto allineamento
delle offerte (magari in esito a un bando
pubblico che va redatto con estrema cura)
richiede esperienza e professionalità, dato
il complesso quadro tariffario e di mercato.
Questo problema può essere facilmente risolto
tramite un aggregato di acquisto, che si occupi
di tutti gli aspetti commerciali e normativi,
gestendo centralmente la trattativa o la gara;
l’aggregato potrà valorizzare al meglio le eco-
nomie di scala di una contrattazione comune a
molte utenze, nonché l’attrattiva commerciale
sottesa a un significativo volume energetico.
Come agire in pratica? Per un ente pubblico,
c’è intanto la possibilità di aderire alle con-
venzioni stipulate annualmente dalla Consip,
la società del Ministero dell’Economia e delle
Finanze che si occupa degli acquisti centraliz-
zati di beni e servizi per le PPAA.
In Toscana esiste poi la Società Consortile
Energia Toscana (CET), nata nel 2002 su inizia-
tiva della Regione con il supporto tecnico del
Dipartimento di Sistemi Elettrici e Automazione
dell’Università di Pisa. Il CET è un consorzio
aperto a sole PPAA, che agisce nel pieno
rispetto della normativa comunitaria, selezio-
nando il fornitore con bandi pubblici su base
europea e con un preciso vincolo di risparmio
rispetto alle convenzioni Consip in vigore.
INIZIATIVEUna costosa inerzia rispetto alle opportunità del mercato libero dell’energia
Ma i Comuni sanno come si può risparmiare?
Il CET riunisce attualmente oltre 60 PPAA, tra
cui 13 aziende sanitarie locali e ospedaliere,
due Università, la Regione, oltre 45 Comuni
e due Province, l’ANCI e l’UNCEM toscane.
Ad oggi, il volume energetico annuo è di oltre
360 milioni di Kwh e 15 milioni di metri cubi di
gas. Per limitarci alla sola parte elettrica, tali
volumi si traducono in un risparmio netto per i
soci di oltre 5 milioni di euro all’anno (media-
mente 1,50 €/kWh), rispetto alle tariffe che
essi pagherebbero non contrattando l’energia
sul libero mercato.
Oltre a competenze di acquisto, il CET mette
in campo anche attività di promozione per la
razionalizzazione degli usi finali dell’energia,
nonché capacità di analisi delle modalità di
consumo energetico del settore pubblico.
Recentemente, con il supporto dell’Univer-
sità di Pisa, il CET ha condotto un’analisi del
fabbisogno elettrico delle PPAA toscane,
con l’obiettivo di dare separata evidenza ai
consumi corrispondenti alle varie categorie
(Comuni, Province, Sanità), alle diverse tipo-
logie d’uso (media tensione, bassa tensione,
illuminazione pubblica) e a ciascun regime
tariffario (mercato libero, di maggior tutela e
di salvaguardia). Infatti, vista l’ampia gamma
Gli Enti Pubblici devono affrontare l’annoso problema di pagare a caro prezzo le tariffe di fornitura di energia elettrica.
Una ricerca dell’Università di Pisa analizza i vari aspetti di questo problema e indica le scorciatoie per i Comuni
e gli Enti Pubblici, in tempi di vacche magre, per poter risparmiare su questa particolare voce di bilancio.
Il mercato dell’elettricità a prezzi competitivi è aperto anche per gli enti locali.
Davide Poli,*ricercatore presso il Dipartimento di Sistemi Elettrici e Automazione dell’Università di Pisa
[ di Davide Poli*
43
di tariffe applicate, i bilanci elettrici regionali
non riportano dettagli sufficienti a determi-
nare l’ammontare dei costi che i nostri enti
pubblici continuano a sostenere annualmente
per effetto del loro incompleto passaggio al
mercato libero. Per evidenziare in quali set-
tori, aree geografiche e usi finali sia maggiore
tale inerzia, sono stati messi a punto modelli
di analisi aggregata dei consumi elettrici
di alcune tipologie di PPAA (in particolare i
Comuni), partendo dal campione di utenze
conferite al CET e correlando i fabbisogni elet-
trici a variabili sociali e geografiche, come il
numero di abitanti e di famiglie, l’estensione,
la densità e la vocazione lavorativa.
In estrema sintesi, emerge che solo il 60% del
fabbisogno elettrico delle PPAA toscane (1,34
TWh/anno) viene approvvigionato nell’ambito
del mercato libero (in parti pressoché uguali
a opera del CET e di altri soggetti operanti
sul mercato, come aggregatori privati o PPAA
che si approvvigionano in proprio mediante
contratti bilaterali); cambiando prospettiva,
acquista energia sul mercato libero solo il
45% delle utenze non afferenti al CET. Tra le
categorie caratterizzate da una maggiore
lentezza di risposta alle logiche del mercato
libero, spiccano purtroppo i Comuni, a cui
afferisce quasi tutta la pubblica illuminazione.
Si noti che oltre il 90% dei consumi non ancora
transitati sul mercato libero è soggetto alle
tariffe elettriche più onerose, quelle “di salva-
guardia” praticate dal luglio 2007 dal fornitore
di ultima istanza.
In termini economici, le utenze pubbliche già
presenti sul mercato libero godono di risparmi
annui di circa 11 milioni di euro rispetto alle
tariffe amministrate; se si facessero transi-
tare sul mercato libero tutte le PPAA toscane,
si potrebbero risparmiare ogni anno quasi 8
milioni di euro in più.
Visti questi numeri, per un amministratore
pubblico non agire appare ormai una colpe-
vole trascuratezza: si acceda alle convenzioni
Consip, si aderisca al CET o si agisca da soli.
Ma si agisca.
Fabbisogni annui di energia elettrica delle PPAA toscane
1 Comuni (pubblica illuminazione) 363 GWh; 28%
2 Comuni (Mt e BT) 180 GWh; 2%
3 Province 35 GWh; 2%
4 Regione 5,5 GWh; 0,4%
5 Comunità Montane o,5 GWh; o,o%
6 Camere di Commercio 3 Gwh 0,2%
7 Arpat 3 GWh; 0,2%
8 Az. Osp e AUSL 230 GWh; 17%
9 Università e ricerca 110 GWh; 8 %
10 Diritto allo studio 10 GWh; 1%
11 Consorzi di bonifica 320 GWh; 25%
12 Altri (FFAA, Polizia) 80 GWh; 6%
1
2
38
910
11
12
456 7
ISOLVERda quarantanni nel segno della qualita’
Nata nel 1969, ISOLVER SPA opera nel settore industriale al servizio di grandi società pubbliche e private garantendo sempre alti livelli di professionalità, qualità e sicurezza.
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
▲ Geotermia
La Toscana qui fa la parte del leone: gli
impianti geotermici rappresentano il
9,76% della produzione energetica
totale da fonte rinnovabile e negli ultimi anni
ha subito un forte incremento passando da
4.705 Gwh nel 2000 a 5.400 Gwh nel 2004
(rapporto «Fonti rinnovabili 2005» dell’Enea)
che rappresenta il fabbisogno di 1.800.000
famiglie.
Per il geotermico si tratta di passare da 711 Mw
del 2004 a 911 Mw nel 2020.
Gli impianti geotermici sono concentrati in
larga parte in Toscana. Proprio in Toscana la
produzione energetica da geotermia soddisfa
il 25% del fabbisogno regionale, evitando
l’emissione in atmosfera di anidride carbonica
per 3.6 milioni di tonnellate.
A Larderello i maggiori insediamenti (Poma-
rance ha 288 Mw installati), seguono Radi-
condoli con 120, Castelnuovo Val di Cecina con
114,5, Monterotondo Marittimo con 100, gli
altri comuni geotermici con potenze installate
inferiori.
Con un accordo storico, firmato recentemente
a Roma da Claudio Martini governatore della
Regione Toscana e dal Direttore Generale
di Enel Fulvio Conti sulla geotermia, è stato
sottoscritto un protocollo d’intesa, siglato
presso la sede del Ministero dello Sviluppo
Economico anche da 15 Comuni della Toscana,
5 comunità montane e le Province di Siena,
Arezzo e Grosseto.
Tra gli obiettivi dell’accordo figurano lo sviluppo
sostenibile della coltivazione geotermica, il
miglioramento delle tecnologie utilizzate per
l’estrazione del vapore e la valorizzazione dei
territorio per passare dagli attuali 711 a 911 Mw
(+ 28%) entro il 2020, con garanzie per una
geotermia sostenibile e vantaggi per le comu-
nità locali interessate dagli impianti.
Con questo accordo si è aperta la strada a una
nuova e più intensa collaborazione tra Regione
ed Enel, perché l’intesa rappresenta una
svolta con significativi benefici per i territori
interessati, ed è il risultato di un lungo lavoro
che ha coinvolto tutti gli enti locali e riguarda
molteplici aspetti relativi alla produzione, alle
garanzie ambientali, a ulteriori investimenti
per ricerca e innovazione.
Complessivamente ammontano a 650, i milioni
di euro investiti per lo sviluppo dei territori
interessati, ossia 15 comuni per un totale di
42 mila abitanti. Tra gli impegni che Enel dovrà
portare a termine entro la scadenza dell’ac-
cordo, fissata per il 2024, figurano lo sviluppo
sostenibile della produzione con la realiz-
zazione di nuove centrali e l’applicazione in
Toscana delle più moderne tecnologie del set-
tore per ridurre le emissioni di CO2 e delle altre
sostanze liberate dall’attività geotermica.
Come figura dagli obiettivi del protocollo Enel
si impegnerà a investire fino a 250 milioni di
euro in ricerca e innovazione tecnologica nel
campo delle energie rinnovabili.
La freccia dell’indicatore punta diritto
verso l’alto.
▲ Fotovoltaico Il fotovoltaico continua a crescere a ritmi verti-
ginosi in Toscana in maniera abbastanza omo-
genea tra le dieci province.
Attualmente solo nella regione Toscana
gli impianti installati sono 935 pari ad una
potenza di 10125,4 kWp.
La Provincia che registra un maggior numero
di impianti fotovoltaici in esercizio è Firenze
con 185 impianti (circa 1.925,7 kWp), seguono
Pisa con 132 installazioni (circa 794,1 kWp),
Arezzo 103 impianti (2.452,7 Kwp),Livorno con
92 impianti (circa 1.020,5 kWp) e Lucca con 77
impianti fotovoltaici e 517,6 kWp).
Gli indicatori ambientali urbani, utilizzati
dall’Istat, evidenziano, anche in Toscana, un
utilizzo sempre piu’ diffuso sia del solare ter-
mico sia del fotovoltaico.
▲ Biomasse L’interesse della Toscana per questo tipo di
energia sta tutto nella sua vocazione forestale
e agricola visto che per realizzare il cippato si
utilizzano sia gli scarti della produzione fore-
stale (interventi selvicolturali, diradamenti,
ecc.) che di quella agricola (le potature di frut-
teti, di viti e di olivi).
E la Toscana è, in entrambi i casi, ben fornita:
basti pensare che circa metà del territorio
regionale è boscato, e che quasi 180mila ettari
del territorio ospitano colture.
Attualmente la quantità di biomassa legnosa
che potrebbe essere destinata a uso energe-
tico senza impoverire le nostre foreste supera
il milione di tonnellate annue.
Ci sono poi i vantaggi ambientali (l’emissione
di anidride carbonica è 25 volte inferiore
rispetto a un impianto a gasolio), e economici
(50 per cento in meno di costi rispetto a chi
usa gasolio o Gpl e a parità di rendimento).
L’occasione è importante e la Toscana si sta
impegnando per coglierla.
La Regione, attraverso la sua agenzia agricola
(l’Arsia) ha investito fortemente dal 2000 a
oggi per studiare e sperimentare la potenzia-
lità energetica delle biomasse.
Gli impianti però sono ancora pochi.
Nel 2004 è stato inaugurato il primo impianto
sperimentale a Rincine di Rufina (Firenze),
più di recente è toccato a Fivizzano (Massa
Carrara), Loro Ciuffenna (Arezzo) , Careggine
e Camporgiano (Lucca) e sono arrivati altri
impianti nel senese (Monticiano e Casole
d’Elsa), nell’aretino (Loro Ciuffenna e Cetica),
nella montagna pistoiese (San Marcello) e in
quella fiorentina (Tavarnelle e Pomino).
Si tratta di centrali che servono a riscaldare
locali pubblici, sale conferenze, piccoli nuclei
abitati, scuole.
A questi poi, si vanno aggiungendo oltre
cento impianti questa volta privati, che hanno
però fruito di un aiuto pubblico. La Regione
Quando spunta il sole sull’isola di Gorgona, si fa più luce con i pannelli fotovoltaici
CHI SALE ▲ CHI SCENDE ▼
Sole e vento nel futuro dell’energia rinnovabile
45
*Toscana, come si evince nel Pier (Piano d’indi-
rizzo energetico regionale) approvato recen-
temente, ha previsto di passare dagli attuali
34 Mwt installati a 600 Mwt entro il 2020 e di
ulteriori 100 MWe alla scadenza degli obiettivi
di Kyoto.
La Regione intende sviluppare le filiere corte
con impianti di cogenerazione dimensionati
fino a 3 Mwt. La freccia dell’indicatore è spo-
stata verso l’alto.
▲ Eolico La promozione dell’eolico rappresenta in
Toscana una sfida.
La potenza effettivamente installata dall’eo-
lico oggi è di 35,75 Mw.
Si attende uno sviluppo maggiore da questi
nuovi impianti, dove si punta a 300Mw di
potenza prodotta.
Attualmente in Toscana sono in esercizio gli
impianti realizzati nel Comune di Scansano (20
MW), Montemignaio (1,8 Mw), Chianni (5,95
MW), e quello di Pontedera (8 MW), inaugu-
rato il mese scorso (pag.38). Sono in corso i
lavori per realizzare l’impianto di Montecatini
Val di Cecina che produrrà 9 Mw (pag. 74).
Il piano dell’eolico prevede da 15 a 25 siti con
una potenza installata indicata tra 15-25 Mw
che faranno crescere dieci volte l’energia utile
prodotta dal vento.
In questa regione si sta realizzando una mappa
con le zone più adatte in località prive di vin-
coli ambientali, e per questa fonte energetica
pulita sono previsti investimenti per enti locali
e imprese private con uno stanziamento di 500
milioni di euro. Prende parte a questa sfida
anche il Consiglio Regionale della Toscana che
ha voluto dare l’esempio, in questo senso: è
il primo ente pubblico a dotarsi di un proprio
impianto da fonti rinnovabili. Ha, infatti, predi-
sposto l’iter per realizzare un aerogeneratore
eolico nel comune di Monterotondo Marittimo
(Grosseto) per produrre autonomamente
energia verde.
L’opera rientra negli obiettivi del progetto
“Consiglio regionale a emissioni zero - dalle
manutenzioni all’innovazione”. La pala sor-
gerà all’interno di un nascente parco eolico e
fornirà l’energia prodotta al Consiglio regio-
nale. Per il progetto saranno investiti circa
3,5 milioni di euro, ammortizzabili in 10 anni.
L’iniziativa, tra l’altro, prevede l’avvio nei pros-
simi mesi di un intervento, per 1,6 milioni di
euro, per il rinnovo completo degli impianti di
condizionamento e riscaldamento della sede
del Consiglio per avere una migliore efficienza
energetica.
Tra le novità del Pier figurano il ricorso all’eolico
off-shore (la cui competenza è del Ministero
dei trasporti) con grandi parchi al largo delle
coste e la possibilità di redigere un Piano
regolatore dell’eolico marino, la creazione di
sportelli unici per l’energia e un monitoraggio
semestrale degli effetti attesi e dei progressi
energetici registrati nei vari settori.
In questo periodo gli uffici regionali stanno
esaminando e valutando numerosi progetti
per la realizzazione di oltre 200 Mw da fonte
eolica. Freccia verso l’alto.
▼MiniidroelettricoL’idroelettrico è il settore delle rinnovabili
in cui, negli anni scorsi, si è prefigurata una
crescita, utilizzando le residue risorse idriche
marginali, lungo le principali aste fluviali
dell’appennino.
Progetti per 35 Mw, realizzati e finanziati
con un investimento complessivo di oltre 60
milioni di euro e un contributo pubblico pari a
14 milioni di euro.
Questi impianti che rappresentano comunque
una consistente produzione energetica a
copertura del fabbisogno delle realtà locali,
oggi vengono portati a termine, soltanto in
quei luoghi dove è possibile valutare effettiva-
mente i costi benefici, utilizzando la contabilità
ambientale per verificare se un determinato
impianto garantisce sostenibilità in termini
ambientali, sociali ed economici.
Obiettivi che non sempre, in alcuni luoghi, si
sono concretizzati, in quanto, troppo spesso
sono intervenuti fattori esterni, comunque
determinanti, perché i promotori del progetto
non hanno saputo dare, in alcuni casi, segni
di continuità di presenza nel territorio e di
concreta affidabilità, tanto da dover rinun-
ciare, giocoforza, ai preventivati finanziamenti
regionali.
Rimangono i progetti per la realizzazione di
piccoli impianti ad acqua fluente, che oggi
vengono esaminati dalle amministrazioni pro-
vinciali per le procedure di autorizzazione.
Il Pier indica comunque un incremento del
31% entro il 2020, per passare dagli attuali
318 a 418 Mw da raggiungersi attraverso pic-
coli impianti.
Anche se le procedure sono state difatti sem-
plificate a livello provinciale, i sindaci devono
valutare con più attenzione le possibili ina-
dempienze strutturali di qualche progetto o
per il mancato dialogo con le popolazioni, al
fine di evitare successivi contrasti e improv-
visate proteste dei comitati spontanei locali,
quasi sempre sorti dopo che sono stabilite le
linee guida progettuali.
Il nostro indicatore indica “giù”.
CHI PRODUCE *Si scrive TER, ma si legge
Energie Rinnovabili
TER è un’azienda che offre soluzioni in campo
ambientale, ma il suo core business sta sicu-
ramente nel promuovere ed effettuare investi-
menti nel settore delle energie rinnovabili.
Anche se si tratta di un’azienda particolarmente gio-
vane (la società è stata costituita a Firenze nei primi
mesi del 2008) TER, che è l’acronimo di Toscana
Energie Rinnovabili, ha scelto una struttura in grado
di operare a livello nazionale ed internazionale, con
particolare attenzione all’Europa, ma anche a tutta
l’area del Mediterraneo.
La società fiorentina ha stipulato accordi con impor-
tanti aziende europee di settore, in possesso della
più avanzata tecnologia per il risparmio energetico
e per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Nel fotovoltaico TER opera in sinergia con il gruppo
SOLON, affermata azienda produttrice di moduli
fotovoltaici quotata alla borsa di Francoforte.
TER propone soluzioni tecniche, progettuali e finan-
ziarie, capaci di andare incontro alle diverse esigenze
sia di Enti pubblici che di privati.
www.terenergia.com
Know how e rispetto per l’ambienteICET Industrie: record di affidabilità della famiglia IraniIl gruppo di Poggibonsi è ope-rativo nel settore delle energie rinnovabili.
Quante idee ha in testa Alighiero Irani!
É più facile dire che, da buon toscano, una
ne fa e cento ne pensa.
Basta conoscerlo questo capitano di industria che
ancora si commuove quando pensa al suo “babbo
Arturo” che, nel lontano 1941, mise in riga la famiglia
per lanciare un progetto ambizioso: creare a Poggi-
bonsi, in questo lembo della provincia di Siena, un
modello industriale dalla forte connotazione fami-
liare che guardasse verso un’ imprenditorialità inno-
vativa. La storia di Icet Industie si riassume nel lungo
elenco delle aree di attività: Siderurgico, Chimico,
Alimentare, Saccarifero, Geotermico, Estrattivo,
Energetico, Petrolchimico Meccanico, Minerario,
Cementiero, Ceramico, Laterizio, Ecologico, Vetrario.
Ed infine la società CNE, un Consorzio New Energy,
attivo nel settore delle fonti rinnovabili, progetta-
zione, realizzazione impianti, installazione di foto-
voltaico, solare termico, eolico, idroelettrico.
Un successo in tutti campi, per l’azienda di Poggi-
bonsi della famiglia Irani, attiva da circa 70 anni.
www.icetindustrie.it
46
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
CHI SPERIMENTAA Navacchio si sviluppano i bisogni di crescita innovativa
É proprio dietro l’angolo, dopo la curva,
al numero 13 di via Giuntini. La strada
è stretta ma si è praticamente arrivati.
La struttura è quasi nascosta tra la chiesa
e la ferrovia.
Il luogo conserva ancora il fascino dell’antica
distilleria, un valido esempio di archeologia
industriale.
I locali nuovi, di grande fascino, sono stati ben
ristrutturati.
Ottima l’operazione di recupero che lascia
intravedere le tracce del complesso indu-
striale. Oggi si respira comunque, in questo
luogo, un’atmosfera di moderno, tra design
e hi tech, laboratori di ricerca e robot, aule e
sale convegni.
É il Polo Tecnologico di Navacchio che, con le
sue 60 imprese e i suoi 60 mila metri cubi di
edifici, si accredita come una delle strutture
più significative, in Toscana, dedicate all’in-
tegrazione tra il sistema della ricerca e della
conoscenza e quello dell’impresa.
Si raggiunge facilmente in soli 5 minuti, par-
tendo da Pisa, fino alla località Navacchio, pic-
cola frazione di Cascina.
Per la Toscana il Parco Tecnologico rappre-
senta un autentico fiore all’occhiello: un mix
vincente di idee e di progetti di ricerca, che si
caratterizza come incubatore e acceleratore di
imprese hi-tech.
Sviluppatosi su iniziativa di Provincia di Pisa e
Comune di Cascina, a seguito di un accordo di
programma sottoscritto con la Regione Toscana,
oggi ha come partner anche FidiToscana.
L’infrastruttura, sviluppatasi gradatamente e
progressivamente in questi anni, è in grado di
accogliere nuove imprese hi-tech, centri ser-
vizi, laboratori di ricerca, operanti in partico-
lare nei settori dell’ICT, della robotica avanzata
e della sensoristica applicata a agroalimen-
tare, automotive, biomedicale e telecomunica-
zioni. “Abbiamo lavorato - spiega il presidente,
Alessandro Giari - per invertire il rapporto tra
domanda e offerta di innovazione, partendo
dai bisogni di crescita innovativa delle imprese,
la maggior parte delle volte non palesemente
espressi, cercando di integrare in sostanza,
l’offerta in termini di competenze, strumenti,
servizi, prodotti e spingendo costantemente
la collaborazione tra le imprese e queste e il
mondo della ricerca”.
Attraverso servizi e strutture il Polo Tecnologico
di Navacchio ha fatto della rete tra le imprese
hi-tech l’elemento prioritario per lo sviluppo
dell’innovazione e dei livelli competitivi, e della
crescita dimensionale delle stesse. Di fatto si
è così creato un ambiente ideale per stimolare
la domanda di innovazione, per avere un rap-
porto efficace con il mondo della ricerca, per
sviluppare la collaborazione tra le imprese
come condizione che consente una costante
crescita di competitività sul mercato.
Uno degli elementi determinanti del sistema
dei servizi del Polo è l’incubatore d’Impresa
avviato nel 2003 sulla base dell’analisi dei
fabbisogni delle giovani imprese che erano
insediate nel Polo dal 2000, e delle valu-
tazione di criticità tipiche di certi percorsi
imprenditoriali.
L’incubatore, progettato e attuato dal Polo
Navacchio, ha completato il proprio iter
attraverso un progetto congiunto tra Polo,
Università e Provincia di Pisa.
La struttura fornisce oggi, in modo stabile, un
supporto alle piccole imprese innovative nella
fase di avvio a partire dal momento del conce-
pimento dell’idea imprenditoriale fino ai primi
due/tre anni di vita dell’azienda.
“L’obiettivo - conferma il presidente Giari - è
quello di far crescere la cultura della gestione
dell’impresa al fine di favorirne la competitività
e quindi la sua crescita sul mercato”.
Grazie al sistema organizzativo di supporto
al consolidamento innovativo delle imprese
e al trasferimento delle tecnologie orientato
dalla domanda di mercato, sono stati ottenuti
importanti risultati: per citare qualche numero,
rispetto al 2006 si è avuta una crescita del fat-
turato aggregato + 28,39% e una crescita degli
occupati del + 9,7%, sono state sviluppate
collaborazioni tra le imprese che hanno por-
tato alla realizzazione di circa 60 tra progetti,
prodotti e servizi per il mercato, si sono avviate
150 collaborazioni tra imprese e mondo della
ricerca e dell’eccellenza che hanno visto il coin-
volgimento di ben 45 dipartimenti universitari.
Quando il sistema economico incontra il mondo della conoscenza
Il Polo Tecnologico con le sue 60 imprese ed i suoi 60 mila metri cubi di edifici, si accredita come una delle strutture più significative, in Toscana, dedicate all’integrazione tra il sistema della ricerca e quello dell’impresa.
Alessandro Giari,presidente Polo Tecnologico di Navacchio
[
47Questa crescita dimensionale e qualitativa ha
spinto il Polo di Navacchio nello scenario nazio-
nale dei Parchi Tecnologici al terzo posto per
il numero di imprese insediate (60), al quarto
posto, per il numero di occupati (500).
Risultati che soddisfano i vertici e i partner del
Polo e che hanno portato a investire ancora in
questa struttura, in considerazione della dimo-
strata capacità attrattiva. Basti pensare che
gli spazi del terzo lotto, inaugurato lo scorso
ottobre, erano già stati assegnati un anno
prima del suo completamento, e si è quindi
avviato l’iter per l’ampliamento infrastrut-
turale che vedrà la costruzione di un quarto
e di un quinto lotto con ulteriore recupero di
aree industriali dismesse, adiacenti all’at-
tuale struttura, per circa 8.000mq di superfici
utili in grado di dare risposta alle numerose
richieste per l’insediamento di nuove imprese
e laboratori e per l’espansione e la crescita
delle imprese esistenti. Il IV e V lotto saranno
caratterizzati da un sistema di produzione di
Energia Pulita basata sul Fotovoltaico integrata
nella struttura edilizia, ed è in programma
inoltre la realizzazione di un impianto fotovol-
taico da installare sulle coperture attuali dello
stesso Polo Tecnologico e sulle pensiline del
parcheggio che garantiranno una potenza di
circa 300 kW , per un investimento pari a quasi
2 milioni di euro che consentirà a partire dalla
fine del 2008 di raggiungere uno standard di
autosufficienza energetica. Il Polo sarà inoltre
impegnato nelle prossime settimane, d’intesa
con ANCI Toscana, a promuovere la realizza-
zione di sistemi fotovoltaici nell’ambito dei
Comuni della nostra Regione.
Impianti rinnovabili inToscana
CHI PROGETTA E REALIZZA
AREZZO
Arezzo: idrogenodotto in loc. San Zeno
Arezzo (in costruzione): impianto fotovoltaico su 1000 mq (42 mila kWh annui) sul tetto dell’azienda Caffé River
Poppi: smart house
Castel San Nicolò: teleriscaldamento da biomasse legnose
FIRENZE
Campi Bisenzio: fotovoltaico
Campi Bisenzio (progetto): geotermia
Fiesole: casa di Archimede (fotovoltaico) in loc. Pian di Mugnone
Firenze (progetto): trigenarazione Ospedale di Careggi
Firenze (progetto): copertura fotovoltaica su 130 edifici di edilizia popolare
Londa (progetto): parco eolico in loc. Croce a Mori
Montespertoli (progetto): estrazione CO2 in loc. Acquabolla
Sesto Fiorentino (progetto): copertura fotovoltaica su 5000 mq (550 mila kWh annui) sul tetto dell’Ipercoop
GROSSETO
Monterotondo M.mo (progetto): parco eolico in loc. Il Poggio Poder Nuovo
Roccastrada: parco fotovoltaico ad inseguitori solari in loc. Sticciano
Roccastrada: trivellazioni per metano in loc. Ribolla
Scansano: parco eolico in loc. Murci
Scansano (progetto): centrale a biomasse
Strillaie (progetto): parco fotovoltaico
LIVORNO
Collesalvetti : impianti fotovoltaici
Campiglia (progetto): fotovoltaico in loc. Macchialta
Livorno: rigassificatore OLT
Piombino: centrale a biomasse
Porto di Livorno: fotovoltaico
MASSA-CARRARA
Marina di Carrara (progetto): fotovoltaico con pannelli solari
PISA
Chianni: parco eolico
Lajatico (progetto): parco eolico
Montecatini Val di Cecina: parco eolico
Monteverdi M.mo (progetto): parco eolico in loc. Monte Canneto-Poggio Ricciardo
Monteverdi M.mo (progetto): teleriscaldamento
Pontedera: parco eolico in loc. Gello
Peccioli: parco fotovoltaico
Santa Luce - Loc. Poggio alla Nebbia (progetto): parco eolico
PISTOIA
Pescia (progetto): minicentrale idroelettrica
Sammommè (progetto): centrale a biomasse
PRATO
Loc. Calvana (progetto): parco eolico
SIENA
Casole d’Elsa: (produzione fotovoltaico, minieolico)
Casole d’Elsa: centrale a biomasse del polo scolastico
Chianciano (sperimentale): parco eolico
49
Questo comprensorio rappresenta un prezioso scrigno che, oltre ad uno straordinario patrimonio di tesori ambientali e beni culturali, possiede una ricchezza unica che viene dal sottosuolo: il vapore endogeno.Le potenzialità di questa
Natura, arte, storia. Ma anche sviluppo ed ecosostenibilità
inestimabile risorsa hanno attratto investimenti e sviluppo, evoluzione sociale ed economica. Tecnologie innovative hanno prodotto soluzioni avveniristiche per la produzione e l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile.Un luogo simbolo che testimonia al mondo che gestire gli obiettivi economici in un’ottica ambientale e sociale è possibile.
Toscana dove lo sviluppo è verde
50
Un luogo-sistema a tutta energia pulita
ANNIVERSARIAmarcord di una sfida possibile
Chi l’avrebbe mai detto che il complesso
di Cenerentola maturato in quella piccola
stanza di via dei Servi n.21 a Firenze, nei
paraggi del Duomo, avrebbe dato impulso alle
future iniziative di coloro che oggi tirano le fila
e sono stati allora tra i promotori del Distretto
delle energie rinnovabili della Toscana?
Giugno 1988. Nasce il Co.Svi.G.
E comincia una coraggiosa scommessa con
l’obiettivo di realizzare in un vasto compren-
sorio della bassa Toscana, definita area geo-
termica tradizionale, uno sviluppo economico
compatibile con la realtà sociale e gli ecosi-
stemi, operante quindi in regime di equilibrio.
Quasi in contemporanea nella Conferenza
mondiale sull’ambiente dell’ONU veniva
introdotta la regola dell’equilibrio delle tre E:
Ecologia, Equità, Economia, concetto espresso
soltanto molti anni dopo, con la definizione di
sviluppo sostenibile.
In quella stanza, in tempi non sospetti, si stava
introducendo, per la prima volta, almeno in
Toscana, un modo nuovo di promuovere un
territorio garantendo uno sviluppo che offre
servizi ambientali, sociali ed economici di
base a tutti i membri di una comunità, senza
minacciare l’operatività dei sistemi naturali e
sociali da cui dipende la fornitura di tanti ser-
vizi, molti essenziali.
Un lavoro che ha contribuito a far crescere,
in maniera determinante, la coscienza di un
territorio che si sentiva appunto Cenerentola,
introducendo il termine partecipazione come
parola d’ordine.
Si, perché, oggi, tutti partecipano alle iniziative
del Co.Svi.G.: Regione, nove piccoli Comuni,
tre Province, tre Comunità Montane, Istituti
universitari, ricercatori, stagisti, una miriade
di collaboratori e, soprattutto, il territorio.
Il rilancio del territorioUn comprensorio di 1.200 chilometri quadrati,
inserito tra i Comuni al confine delle province
di Siena, Pisa e Grosseto, dove si sentiva il
bisogno di un forte rilancio.
Da questa parte vive gente generosa, intelli-
gente, curiosa e aperta, gente che è interes-
sata alla lotta, anche personale, non sempre
demandata ad altri, contro l’effetto serra.
Gente che si impegna quotidianamente, senza
tanti clamori, e che ben sa oggi cosa sono le
fonti rinnovabili, utilizzando in modo intelli-
gente le opportunità offerte dai bandi e dalle
iniziative della Regione per la promozione
delle energie rinnovabili, in sintonia con le
scelte di programma per incentivare l’uso
delle energie rinnovabili da parte dei cittadini
e delle aziende.
Vent’anni fa si sapeva che la geotermia
era una risorsa.
Una risorsa pulita e inesauribile.
Da area geotermica, considerata una Cenerentola nel panorama energetico, a
luogo della sostenibilità ambientale.É la storia di un comprensorio della
Toscana centro meridionale che oggi viene rappresentato dal Distretto delle Energie
Rinnovabili e da due Centri di Ricerca.Vent’anni fa partì il progetto ambizioso di
coinvolgere gli enti locali e la popolazione.Parlano i protagonisti di questa
straordinaria scommessa.
Ma che potesse trasformare il destino di un
territorio che aveva ricevuto molti segnali
negativi, con il rischio di precipitare verso il
declino industriale, pochi lo sapevano.
C’erano grosse avvisaglie di abbandono di
quelle terre; in quel periodo le strutture eco-
nomiche-produttive stavano subendo una
radicale trasformazione. Il sistema produt-
tivo era basato sulla tecnologia e gestito da
grande impresa: con l’introduzione dell’au-
tomazione degli impianti venivano lasciati a
casa molti dipendenti, incentivati per limiti di
età, e non sostituiti.
51
Altro che terra di migranti. I giovani sono rimasti, avviando nuove attività anche grazie all’aiuto del Co.Svi.G.
Nel piccolo ufficio erano arrivate due scrivanie
seminuove.
Nel cassetto non mancavano i block-notes,
alcune penne, le matite, le forbici, lo scotch,
la gomma per cancellare. Oggetti semplici
che arredavano il piccolo ufficio: due mensole
alle pareti con i libri, un attaccapanni, una tar-
ghetta sull’uscio. C’erano il telefono e la mac-
china per scrivere, la mitica 82 Diaspron, con il
carrello lungo della Olivetti.
A una scrivania aveva preso posto Maura. Oggi
è la segretaria del direttore, ha due figli grandi
e rappresenta la memoria storica di quanto è
accaduto in vent’anni. C’era anche l’attuale
direttore Sergio Chiacchella, meno capelli
grigi, identica determinazione ostinata.
Vent’anni di storia del Co.Svi.G.L’acronimo era sembrato subito brutto, ma
bisognava abituarsi.
In effetti il vero significato di Co.Svi.G. è
“Consorzio per lo sviluppo delle aree geoter-
miche”. Sviluppo, appunto, la ricetta magica
per sottrarsi all’inevitabile declino.
Quelle aree, all’epoca, non erano inserite nelle
cartine destinate ai turisti.
Le strade sono ancora oggi strette e piene di
curve, ma più percorribili e tutte asfaltate.
Un’anziana migrante che era venuta dalla
Sardegna trasferendosi negli anni 50 con
tutto il suo gregge, trasportato nella stiva
della nave traghetto con famigliola al seguito,
ricorda ancora come quelle terre fossero
abbandonate.
Oggi la nonnina fila ancora la lana, quella delle
sue pecore.
Ma i figli hanno fatto fortuna, producono ottimi
formaggi, curano la vigna, fanno i ristoratori e
conducono avviati agriturismo.
In queste zone sono arrivati anche i turisti.
Quelle terre sono diventate una ricchezza, una
vera risorsa, anche con l’aiuto della geotermia.
La gente è rimasta.
Altro che terra di migranti. I giovani sono
rimasti, avviando nuove attività anche grazie
all’aiuto del Co.Svi.G. attraverso i contributi
per gli usi diretti del calore della terra, finaliz-
zato al riscaldamento di abitazioni e serre o per
l’itticoltura, la florovivaistica e la produzione
di formaggi e salumi prelibati, a tal punto che
le somme messe a disposizione con l’ultimo
bando di sostegno non saranno sufficienti per
“eccesso di interesse” da parte dei cittadini.
I fondi vengono utilizzati anche per rilanciare
forme di agricoltura sostenibile e per recupe-
rare produzioni tradizionali, dando vita a filiere
produttive pulite, in moderne strutture.
E veniamo alla prima Comunità Mondiale del
Cibo ad Energia Rinnovabile.
E si tratta di energia pulita e rinnovabile.
Rappresenta la nuova sfida di Slow Food (vedi
riquadro a pag. 59) che vuol tener conto, d’ora
in avanti, anche del tipo di energia utilizzata
per ottenere i prodotti dalla terra. L’idea nasce
proprio nell’area geotermica tradizionale e
rientra a pieno titolo tra le scelte future del
Distretto Energetico, nell’ambito della rete
locale di Terra Madre Toscana. Oggi questo
comprensorio rappresenta il luogo-sistema
per eccellenza dell’economia della sosteni-
bilità della Toscana. Il Distretto, finanziato
dalla Regione Toscana con oltre 6 milioni di
Euro, rappresenta con due centri di Ricerca,
infatti, un esempio sperimentale di economia
dell’innovazione e del trasferimento tecno-
logico, nella promozione e nella diffusione
dell’energia pulita.
Un esempio unico nel suo genere, dove si uti-
lizzano anche altre forme di energia rinnova-
bili: biomasse, fotovoltaico, eolico.
Qui l’energia è possibile recuperarla davvero.
Inesauribile, con una capacità produttiva
superiore rispetto al solare e all’eolico. Eppure
la geotermia viene sfruttata ancora poco,
anche da queste parti. Ma c’è un programma
di rilancio stabilito da un accordo di pro-
gramma tra la Regione, l’Enel e Enti Locali che
si occupa degli impianti di trasformazione dell’
energia geotermica in elettrica (vedi scheda a
pag.44). L’energia geotermica, una risorsa che
si sprigiona dal sottosuolo, permette, da sola,
di coprire oltre il 25% del fabbisogno toscano
di elettricità.
Grazie al contributo dell’”energia bollente”, la
Toscana ha già superato gli obiettivi comuni-
tari legati al protocollo di Kyoto.
Uno studio incoraggia ricerche e investimenti.
“L’energia geotermica ha diversi vantaggi se
comparata ad altre fonti rinnovabili - fa notare
l’analista Gouri Nampbubripad - uno dei mag-
giori è che il calore contenuto nella crosta
terreste è per sua stessa natura una fonte ine-
sauribile e continua”. Questo rende l’energia
geotermica, con una capacità di produzione del
70% del fabbisogno, una fonte più efficiente del
solare e dell’eolico che, per via della loro natura
sporadica, possono offrire solo il 20-35%.
Un settore destinato a diventare sempre più
strategico nei prossimi anni.
Ma noi vogliamo raccontare in queste pagine,
la storia di un sogno cominciato nel 1988,
quando lo sviluppo sostenibile era ancora una
chimera. Un sogno che ha portato all’ ambi-
zioso progetto Energy Made in Tuscany in un
comprensorio dove il futuro è già presente.
Lasciamo parlare i protagonisti, in particolare
quelli che hanno cominciato a lavorare in via
dei Servi n. 21.
2008
1988Vent’anni
di storia del
Co.Svi.G.
Nonna Caterina intervistata dall’inviato di Ambiente Italia (Rai 3)Nella Pagine precedenteIn alto: una centrale geotermicaIn basso: Via dei Servi, Firenze
[
52
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Dottor Chiacchella, lei c’era in quel pic-colo ufficio vent’anni fa.Cosa aveva in mente di fare?
Il progetto Co.Svi.G. era nato, in realtà,
alcuni mesi prima nell’ufficio del Sindaco di
Radicondoli. La geotermia - diceva - è una
risorsa, il territorio ne subisce l’impatto, gli
utili se ne vanno sulle linee elettriche. Da
queste considerazioni, già da allora, emer-
geva la necessità di un uso diversificato della
risorsa geotermica, uno stretto raccordo e
un’alleanza fra le varie Amministrazioni locali
per valorizzare la geotermia e il suo potenziale
effetto per la crescita dei territori. Un rapporto
più diretto con la Regione Toscana per uti-
lizzare al meglio le poche risorse compensa-
tive che cominciavano ad arrivare grazie alla
L.896/86 - la cosiddetta legge geotermica.
E così è nato il Co.Svi.G.?Da quelle prime riunioni nacque l’idea di
costituire una società consortile per realizzare
progetti di sviluppo di area che superassero
i confini amministrativi sommando le risorse
dei singoli Comuni; dopo molte discussioni
e verifiche, nel giugno dell’88 i Sindaci di
Radicondoli, Chiusdino, e Castelnuovo Val di
Cecina, insieme ad alcune società operanti a
livello territoriale nel settore dello sviluppo
economico costituirono il Co.Svi.G.”.
Trovò subito la collaborazione con i Comuni e le Province?Co.Svi.G. ha dovuto accreditarsi nel tempo,
dimostrando la sua utilità e la capacità di
sviluppare progetti e convogliare risorse sul
territorio
Ma la Regione Toscana credeva fino in fondo nel progetto?La Regione Toscana ha subito compreso l’im-
portanza di uno strumento di raccordo con
un territorio vasto, frammentato dal punto di
vista amministrativo ma omogeneo per carat-
teristiche storiche, geografiche, ambientali
e soprattutto con una risorsa unica: la geo-
termia. Risale al 1992 il primo protocollo di
intesa fra la Regione Toscana e Co.Svi.G.; oggi
il ruolo di Co.Svi.G. è pienamente riconosciuto
nell’Accordo generale sulla Geotermia firmato
fra Regione Toscana, Enti Locali geotermici ed
ENEL il 20 dicembre 2007.
Non vi siete resi conto di aver introdotto in Toscana il concetto di Sviluppo sostenibile?Il concetto di sviluppo sostenibile si è svilup-
pato negli ultimi anni in modo sempre più
definito. I progetti di sviluppo del territorio
promossi da Co.Svi.G., fin dalla sua nascita,
miravano a una valorizzazione integrata delle
diverse risorse e potenzialità della zona. Oggi
I PROTAGONISTIA colloquio con Sergio Chiacchella, direttore del Consorzio
Un’avventura lunga vent’anni
con la nascita del Distretto delle Energie
Rinnovabili la scelta dello sviluppo sostenibile
è divenuta una scelta formalmente espressa
e un percorso che si concretizza nelle singole
attività e progetti realizzati.
Dottor Chiacchella, lei in questi anni ne ha fatta di strada, intesa come chilometri maci-nati tra stradine e curve. Sembra che conosca il territorio a menadito, anche le zone più impervie. Ha avuto voglia qualche volta di cambiare mestiere? Oppure tutti questi sacri-fici hanno ripagato lo sforzo?Ritengo che nella vita professionale di ognuno,
ci siano dei momenti in cui la domanda che
sorge spontanea è - ma vale la pena? O ma chi
me l’ha fatto fare?
Oggi vedendo i risultati raggiunti, in termini
ambientali, di occupazione, di nascita di nuove
iniziative, di visibilità e conoscenza della zona,
di curiosità suscitata nei media, considerando
il lungo percorso che si prospetta davanti a
noi e le opportunità che il quadro socio-eco-
nomico regionale, nazionale e internazionale,
ci prospetta, rispondo con maggior serenità
che in passato: ne valeva la pena, è necessario
impegnarsi quotidianamente per contribuire
allo sviluppo sostenibile di un’area fuori dalle
rotte dei grandi interessi.
Com’è nata l’idea del Distretto delle Energie Rinnovabili?L’idea del Distretto è nata proprio dalla neces-
sità di valorizzare le risorse, le produzioni
tipiche del territorio, legando tradizione, inno-
vazione tecnologica, energie rinnovabili in un
percorso, appunto, di sviluppo sostenibile.”
Oggi che ruolo ricopre il Co.Svi.G.?
Oggi il Co.Svi.G., con l’allargamento della base
sociale alle Amministrazioni locali dell’Amiata,
assume il ruolo di promotore, punto di raccolta e
Sergio Chiacchella,direttore del Co.Svi.G.
[
53
coordinamento dei progetti di sviluppo dell’area
geotermica toscana. É, inoltre, con le iniziative
del CITT e del CEGL punto di riferimento per tutti
coloro che operano nel settore delle rinnovabili
o hanno interesse ad investire in iniziative pro-
duttive sul territorio geotermico.”
Dottor Chiacchella, cosa bisogna fare per diventare un bravo manager di territorio?Ritengo che, oltre alla preparazione e a una
buona dose di conoscenza dei settori specifici,
sia indispensabile una disponibilità all’ascolto
delle esigenze e delle sensibilità che emer-
gono dal territorio, una capacità di resistere
a fughe in avanti su progetti non compresi e
non condivisi dalle popolazioni, ma anche una
forte determinazione nel superare gli ostacoli
e le difficoltà operative che inevitabilmente
si incontrano ogni qualvolta si interviene a
modificare lo stato di fatto dei territori.
In questi anni Lei ha collaborato con tante per-sone interessate allo sviluppo del territorio. Vuole ricordare qualcuno in particolare?Tante sono le figure, professionisti, ammini-
stratori, imprenditori, singoli cittadini, che
hanno contribuito con l’impegno e le capacità
personali, a rimuovere gli ostacoli e favorire
uno sviluppo sostenibile del territorio. È quindi
difficile indicarne solo alcuni. Certo un ricordo
particolare va necessariamente a chi si è impe-
gnato in progetti a favore del territorio e non
ha potuto cogliere il risultato dei propri sforzi.
Penso, per esempio, a Massimiliano Ciompi,
ex sindaco di Castelnuovo Val di Cecina, che
oggi vedrebbe completato il proprio sogno/
progetto di teleriscaldamento geotermico per
tutte le comunità della zona.
Penso a Roberto Orlandini, di cui cerchiamo
di onorare il ricordo, portando a completa-
mento un progetto in cui personalmente si
è impegnato fino agli ultimi giorni della sua
troppo breve vita: favorire la crescita del pro-
prio Comune, gli interessi dei cittadini, portare
un personale contributo alla riduzione dei
gas serra mediante la realizzazione del parco
eolico “La Miniera”.
Cosa suggerisce agli altri Comuni che si vogliono organizzare come Distretti?C’è una scorciatoia?Non esistono scorciatoie, la ricetta è la dispo-
nibilità a condividere le conoscenze, fare rete
con le realtà già esistenti, impegnarsi quo-
tidianamente anche con piccole azioni in un
ottica di crescita delle coscienze.
Assessore, circa un anno fa è stato sot-toscritto un importante accordo di pro-gramma tra la Regione Toscana e l’Enel
valido per i prossimi anni. Qual è il significato di questo accordo?L’accordo generale sulla geotermia rappre-
senta una svolta nei rapporti tra la Toscana ed
Enel perchè per la prima volta tutte le ammini-
strazioni interessate hanno condiviso un per-
corso e hanno superato quelle frammentazioni
che in passato avevano permesso ad Enel di
trattare separatamente le questioni aperte
sul territorio, perdendo di vista una strategia
comune per uno sviluppo sostenibile della
geotermia, per una maggiore valorizzazione
dei territori, per una più estesa collaborazione
sui temi della ricerca, dell’incremento delle
fonti rinnovabili. Il protocollo recepisce la spe-
cificità dell’Amiata, tanto da subordinare l’atti-
vità geotermica agli esiti degli studi effettuati
dall’Università di Siena sui rischi derivati dal
suo sfruttamento, oltre a prevedere un detta-
gliato elenco di impegni che Enel, in quanto
concessionaria, si impegna a portare avanti
dal 2008 al 2024.
Assessore, Lei conosce bene questo compren-sorio e i problemi del Monte Amiata. Il Pier, recentemente approvato, prevede un impor-tante sviluppo della geotermia. Quali sono le linee guida per l’area geotermica?Le previsioni di sviluppo della coltivazione
geotermica (un aumento di 200 MW di
potenza installata, sperimentando le nuove
frontiere della media entalpia, attraverso
l’installazione di piccoli impianti da parte di
una imprenditoria nuova e diversificata) sono
connesse al contemporaneo incremento delle
attività di ricerca in questo settore. Su questo
fronte l’attenzione si concentra sulla necessità
di migliorare l’impatto generale, sulla salute e
sull’ambiente, degli impianti geotermici. Allo
stesso tempo attività di ricerca sono rivolte
ad innovare la tecnologia impiegata per ren-
dere più efficiente la resa produttiva degli
impianti e per favorire l’impiego del calore
anche in aree distanti da quelle di produzione.
A tali attività contribuiranno anche gli enti
creati dai Comuni dell’area, come il Centro
di Ricerca sulla Geotermia di Larderello ed il
Centro di Ricerca sulle Energie Rinnovabili di
Monterotondo.
La coltivazione geotermica presenta, tuttavia,
criticità per le popolazioni delle aree interes-
sate e per l’ambiente circostante in particolare
per quanto riguarda l’acquifero e le coltiva-
zioni dell’Amiata. Pertanto, al fine di assicu-
rare uno svolgimento sostenibile di tale atti-
vità, soprattutto tenuto conto della specificità
rappresentata dalle coltivazioni sull’Amiata,
sono stati attivati studi rivolti a scongiurare
rischi di inquinamento e di danni alla salute
dei cittadini. La previsione di sviluppo dell’atti-
vità geotermica in queste aree, pertanto, resta
subordinata alla verifica, sul piano scientifico,
delle condizioni di assoluta salubrità della col-
tivazione geotermica, attraverso una ricerca
che sta conducendo l’Agenzia regionale di
sanità e che riguarda tutti i cittadini residenti.
Il Co.Svi.G., negli ultimi vent’anni, ha avuto un ruolo di rilievo per il rilancio dell’area geotermica. Oggi si pensa di affidargli un ruolo ancora più delicato, come strumento di raccordo fra gli enti locali geotermici e la Regione. In cosa consiste quest’incarico?Il Co.Svi.G. fa parte del Tavolo istituzionale
della geotermia. Sulla base dell’accordo
volontario territoriale con Comuni, Comunità
montane e Province, il Co.Svi.G. ha l’incarico
di curare l’attuazione dei Piani pluriennali
di sviluppo dell’area geotermica e l’istrut-
toria dei bandi, secondo quanto previsto nel
protocollo generale sulla geotermia firmato
nel dicembre 2007.
Annarita Bramerini,assessore all’ambiente della Toscana
[
3domande all’assessore
Annarita Bramerini
54
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Presidente Ceccarelli, dopo vent’anni qual è la rotta che deve seguire Co.Svi.G.?
La rotta è tracciata dai documenti di program-
mazione della Regione e dai programmi delle
Amministrazioni Locali che devono agire in un
territorio che merita altissimi volti per lo svi-
luppo delle energie rinnovabili. Al Co.Svi.G.
spetta il compito di aiutare i Comuni a rea-
lizzare i loro obiettivi per quanto riguarda lo
sviluppo socio economico dei loro territori e
concorrere al raggiungimento degli obiettivi
fissati dal PIER per quanto riguarda l’apporto
delle energie rinnovabili fissato al 50% del fab-
bisogno regionale al 2020. Dobbiamo inoltre
collaborare per rendere operativi i Centri di
Larderello e Monterotondo e l’incubatore di
Castelnuovo Val di Cecina.
Lei rappresenta i Comuni soci, quali sono le principali richieste che vengono dai suoi col-leghi amministratori?I teleriscaldamenti civili sono stati realizzati
nei comuni di Pomarance, Castelnuovo Val
di Cecina, Monterotondo Marittimo e Santa
Fiora, ora molti Comuni dell’area senese e
dell’Amiata intendono anch’essi realizzare
questi impianti quindi ci dovremo impegnare
e dar loro tutta l’assistenza necessaria per
risolvere le questioni di ordine finanziario
e progettuale che dovranno affrontare;
abbiamo inoltre Comuni che hanno realizzato
aree servite da energia geotermica per l’inse-
diamento di aziende per cui ci viene richiesto
di sviluppare azioni tese a individuare aziende
e imprenditori che per le loro produzioni pos-
sano trarre particolare vantaggio dall’uso del
calore geotermico, fortemente incentivato
dalla legislazione nazionale; dobbiamo infine
promuovere azioni per lo sviluppo del fotovol-
taico, raccogliendo in tal senso l’invito della
Regione Toscana affinché gli edifici di partico-
lare importanza come scuole, palestre, siano
dotate di tetti fotovoltaici. Infine, daremo il
nostro contributo alle Comunità Montane
per un progetto finalizzato al miglior uso del
patrimonio forestale di proprietà pubblica,
mediante lo sviluppo di impianti a biomassa.
I responsabili politici devono stabilire un’azione strategica per promuovere lo svi-luppo e la ricerca nei due centri di eccellenza. É facile collaborare con la Regione Toscana?Direi di si, non solo è facile collaborare, ma
la Regione ci ha caricato, in accordo con i
Comuni, di ulteriori responsabilità, indivi-
duando Co.Svi.G. come strumento di coordina-
mento per l’elaborazione dei piani triennali di
sviluppo, previsti dall’accordo volontario per
la geotermia che sarà firmato nelle prossime
settimane. Per quanto riguarda i due centri
di eccellenza, non c’è dubbio che la Regione
e in particolare l’assessore Bramerini li ritiene
di interesse per la Toscana, e quindi Co.Svi.G.
darà il suo contributo affinché i due centri
meritino tale riconoscimento.
Quali priorità di ricerca e quali azioni devono essere realizzate in modo da garantire lo svi-luppo della geotermia?
Il centro di Larderello, in particolare , dovrà dare
il suo contributo per lo sviluppo delle basse
entalpie. L’Italia oggi si trova agli ultimi posti
in Europa per l’utilizzo delle basse temperature
per i riscaldamento delle utenze domestiche,
dovrà elaborare progetti in campo ambientale
per rendere sempre più compatibile l’attività
geotermica con il contesto territoriale, dovrà
collaborare con il sistema industriale per ricer-
care le migliori soluzioni impiantistiche per
l’uso di questa particolare fonte energetica,
dovrà inoltre sviluppare un’attività di livello
internazionale, ricordando gli impegni auspi-
cati in questa direzione dal governatore Martini
rivolti soprattutto ai Paesi in via di sviluppo,
ricchi di risorse geotermiche ma bisognosi di
assistenza tecnologica e finanziaria.
“I due centri di ricerca rappresentano una
grande vetrina per la Toscana. Il mondo ci
guarda per sapere come sfruttare al meglio le
basse entalpie e imparare ad utilizzare
la geotermia”.
I PROTAGONISTI Il presidente di Co.Svi.G. Piero Ceccarelli “Non ci fermiamo all’uso diretto della geotermia”
Piero Ceccarelli,presidente del Co.Svi.G..
[
56
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
RISORSE Quando si trasformano le idee in progetti e i progetti in successi
Un territorio 110 e lode
Sono 16 i Comuni dove si concentra la
gran parte della produzione geoter-
mica italiana.
Sono compresi tra le Province di Siena, Pisa e
Grosseto. Grazie a questi impianti, si sono pro-
dotti 5.324 GWh nel 2005 pari al fabbisogno
elettrico di circa 2.129.000 famiglie.
Il territorio geotermico toscano garantisce oltre
il 28% del fabbisogno elettrico della Regione.
Interessanti prospettive di sviluppo riguardano
impianti di piccola dimensione che sfruttano
lo scambio termico con il terreno e dunque
la possibilità di utilizzare il sottosuolo come
“serbatoio” di calore o freddo integrato a
impianti per usi civili.
Gli usi diretti del calore geotermicoTrasformare le idee in progetti e i progetti in
successi. Il vapore endogeno rappresenta un
patrimonio naturale, pulito e rinnovabile di ine-
stimabile interesse, la cui valorizzazione merite-
rebbe maggiore attenzione, in special modo per
gli aspetti che riguardano l’uso diretto di questa
risorsa. Non c’è quindi soltanto la produzione
geotermoelettrica nei programmi di sviluppo
della geotermia in Toscana. Soprattutto, c’è la
volontà di promuovere e incentivare l’utilizzo del
vapore endogeno per quanti hanno interesse a
mettere in atto processi di uso, ampliamento e
innovazione in questo campo.
Il Co.Svi.G. offre servizi che supportano e aiutano
le imprese a migliorare la competitività, impo-
stando, appunto, iniziative produttive basate
sugli usi diretti della fonte geotermica. É questo
un primo, importante tassello di promozione
ambientale che favorisce e facilita l’accesso
all’eco-efficienza produttiva. I progetti fino ad
ora realizzati, hanno ricevuto la qualifica di eco-
efficienza da parte della Regione Toscana che
premia, da alcuni anni, le iniziative di successo nel
rispetto della tutela ambientale e del territorio.
Innovazione nei processi produttiviLa particolarità che incuriosisce e viene
apprezzata, è rappresentata dall’innovazione
nei processi di produzione di molte aziende
locali che hanno inserito l’uso diretto del
vapore geotermico (una risorsa fortemente
localizzata, com’è appunto il caso della geo-
termia) in sostituzione, spesso totale, dei
combustibili tradizionali fossili.
Queste tecnologie per il risparmio e l’efficienza
energetica vengono applicate a piccole strut-
ture artigianali e agricole che hanno avviato le
lavorazioni utilizzando il vapore che proviene
dalla terra.
Applicazioni che caratterizzano, per la qualità
e la sostenibilità, le produzioni agro-alimen-
tari del territorio, dove sono state individuate
soluzioni innovative nelle fasi di allevamento
di bestiame e di produzione di formaggi,
salumi, ortaggi ed erbe officinali.
Formaggi, salsicce e prosciutti di cinta senese
con DNA Toscano e con tanto di certificazione
eco-compatibile si trovano nei punti vendita.
E piacciono.
Le aziende che funzionano in strutture eco-
compatibili, coadiuvate dal vapore endogeno,
sono legate soprattutto all’agroalimentare.
Ma ci sono anche applicazioni che prevedono
l’utilizzo della geotermia negli allevamenti
specializzati (piscicoltura soprattutto) e nella
serricoltura e floricoltura.
Altre applicazioni sono utilizzate nell’evapo-
razione e concentrazione di soluzioni saline e
nella sterilizzazione.
Devono la loro fortuna al saper fare manuale
con l’aiuto della tecnologia che consente un
forte risparmio energetico e dell’ambiente.
Anche in questo settore tradizione e innova-
zione rappresentano, dunque, il futuro.
Questa lungimirante iniziativa rappresenta un
valido supporto per confrontare e trasferire,
a livello planetario, know-how del nuovo
modello tecnologico ecocompatibile toscano
di produrre in agricoltura, nel rispetto della tra-
dizione, in modo pulito e innovativo, attraverso
la Rete Mondiale delle Comunità del Cibo.
Promuovere e sviluppare l’imprenditorialità nel territorio geotermico Co.Svi.G. è impegnato nella promozione e
gestione dei bandi che concedono ai privati
(siano essi persone fisiche o giuridiche) il 30%
di contributo a fondo perduto per iniziative che
prevedano la produzione e l’utilizzo di energia
da fonti rinnovabili, con particolare attenzione
alla geotermia, agevolando lo sviluppo di
nuovi insediamenti eco-energetici.
La popolazione locale adesso intravede, con
questi progetti, nuove occasioni di lavoro nel
Distretto delle Energie Rinnovabili, conside-
rato il punto focale delle iniziative di rilancio
del territorio.
dati cessione di calore
area geotermica Toscana 2007
57L’uso diretto della geotermia: una tecnica ormai consolidataL’uso diretto della geotermia è una tecnica già
ampiamente sperimentata e consolidata .
Il vapore endogeno viene utilizzato per la fra-
zione “calore” contenuta nei fluidi in diversi
impieghi.
Attualmente, l’uso diretto della geotermia, nei
vari cicli produttivi, permette di ottenere un
risparmio energetico annuale di circa 15.000 ton-
nellate di petrolio e una riduzione di emissioni in
atmosfera di circa 47.000 tonnellate di CO2.
Il teleriscaldamento geotermicoNell’area geotermica, negli ultimi anni, si è
sviluppata da parte delle Amministrazioni
Locali una decisa azione tesa a sostituire i
vecchi sistemi di riscaldamento con innovativi
impianti collettivi di teleriscaldamento che uti-
lizzano il vapore geotermico. Le prestazioni e i
costi sono assolutamente competitivi.
Il “sistema teleriscaldamento” dell’area geo-
termica viene utilizzato da oltre 4.300 utenze
e per una volumetrica complessiva riscaldata
di circa 1.300.000 mc.
I Comuni interessati dal teleriscaldamento
geotermico sono, ad oggi, Pomarance, Monte-
rotondo, Castelnuovo Valdicecina, Marittimo,
Santa Fiora (in fase di completamento).
Complessivamente si ottiene una riduzione di
emissioni di CO2 di circa 23.000 Tonnellate e
un risparmio energetico annuo di oltre 7.400
TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).
La collaborazione tra il Co.Svi.G., la
Comunità Montana Alta Valdicecina,
l’Agenzia Lane d’Italia, il Lanificio
Piacenza, ha permesso la realizzazione di un
progetto sperimentale per la valorizzazione di
un pregiato prodotto dell’allevamento ovino
locale: la lana.
Il progetto ha l’obiettivo di risolvere un pro-
blema ambientale con forti ripercussioni eco-
nomiche. Attualmente, nella zona di interesse
della Comunità Montana Alta Valdicecina,
insistono numerosi allevamenti ovini preva-
lentemente di razza sarda. Tali allevamenti
vengono sfruttati per il latte e la carne, rima-
nendo trascurabile dal punto di vista econo-
mico la produzione di lana.
Il prezzo della lana proveniente da questa
particolare razza, infatti, è molto basso sul
mercato e si traduce, spesso, in un costo
aggiuntivo per l’allevatore, il quale è tenuto
a smaltire il tosato in maniera corretta, cioè
non impattando sull’ambiente.
Ciò che il progetto si propone è studiare
la possibilità di trasformare questo costo
aggiuntivo in una ulteriore risorsa economica
per l’allevatore, ed eventualmente ipotizzare
la creazione di uno stabilimento dedicato alla
COMUNE USO UTENZE SERVITE CONSUMO RISPARMIO ANNUO CO2 EVITATA
COMUNE n° mc Gcal/anno TEP CH4 (M3) ton
POMARANCE TR 1.099 292.581 19.320 1.932 2.576.048 5.989
CASTELNUOVO V.C TR 2.340 738.000 34.168 3.417 4.555.986 10.592
MONTEROTONDO M.MO TR 399 102.524 8.917 892 1.188.967 2.764
SANTA FIORA TR 550 190.000 11.934 1.193 1.591.188 3.700v
TOTALE 4.388 1.323.105 74.339 7.434 9.912.189 23.045
FORNITURE CALORE USO RISPARMIO ANNUO CO2 EVITATA
AZIENDA TEP CH4 (M3) ton
ARCADIA Produzione alimenti 1 867,00 2,00
GUPPY Allevamento ittico 153,2 203.686,36 473,53
ISOLVER Usi industriali 15,00 20.000,00 47,00
SOLEMME Usi industriali 15,00 20.000,00 47,00
SCL Usi industriali 1.500,40 2.000.065,32 4.649,73
FLORAMIATA Serre 11.329,60 15.106.133,00 35.121,76
LA BORACIFERA Serre 916,10 1.221.306,47 2.839,62
PARVUS FLOS Serre 751,30 1.001.559,59 2.327,99
SAN MARTINO Produzione alimenti 50,00 66.655,10 138,00
TOTALE 14.731,60 19.640.272,84 45.646,63
lavorazione di lana sarda che possa creare
anche occupazione.
Si è realizzato uno studio approfondito riguar-
dante le potenzialità del tosato, in modo da
valutare anche quale prodotto fosse meglio
realizzare con quella tipologia di lana. Si
trattava di realizzare dei prototipi, valutare
le valenze economiche dell’operazione e fare
uno studio di fattibilità.
I risultati sono stati incoraggianti e hanno con-
sentito una prima stima: la lana della pecora
sarda può essere convenientemente utilizzata
per plaid, capi d’abbigliamento, oltre che per
le classiche imbottiture per materassi o per
la realizzazione di pannelli (termoassorbenti,
fonoassorbenti, etc.).
Si è compreso che esiste una tipologia pro-
duttiva sfruttabile, nonchè nicchie di mercato
che consentirebbero di impiantare un ciclo
produttivo inedito per questo tipo di materia
prima. Un ciclo produttivo che potrebbe
essere una sorgente di ricchezza ed occupa-
zione che trarrebbe dal territorio la propria
fonte di energia (il vapore geotermico indi-
cato per i cicli di lavaggio e lavorazione) e la
propria materia prima (la lana proveniente dai
numerosi allevamenti presenti nell’area).
La lana dei soffioniQuando la tutela dell’ambiente si trasforma in occasione di sviluppo
dati cessione di calore
area geotermica Toscana 2007
58
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Il Distretto delle Energie Rinnovabili rap-
presenta il nuovo spazio tecnologico,
definito “l’Oasi Toscana dei Saperi”, per
consentire il trasferimento di conoscenze in
materia di utilizzo di risorse energetiche pulite
e di esperienze maturate nel loro ambito, in
sinergia con altre competenze realizzate sia in
ambito nazionale che internazionale.
Quella lanciata dalla Toscana è una sfida che
punta sulla ricerca di qualità, l’ideazione, la
sperimentazione di nuovi prodotti e sui bene-
fici dei trasferimenti delle ultime esperienze
nel settore strategico delle energie rinnovabili.
Se, da una parte tecnologie e processi pro-
duttivi, come il miniidro, vengono conside-
rate mature (anche se il settore non è ancora
saturo), dall’altra sono in continua evoluzione
altre forme di produzione di energia elettrica
che rispettano l’ambiente e rappresentano un
mercato in forte crescita.
Un progetto pilota della Regione ToscanaLa Toscana guarda al futuro attraverso gli
occhi del Distretto delle Energie Rinnovabili
( w w w. d i s t r e t t o e n e r g i e r i n n o va b i l i . i t ) ,
realizzando un progetto pilota che è diventato
operativo nel campo dello sviluppo e della pro-
mozione delle attività di ricerca e innovazione
e che prevede un incremento dei processi di
internazionalizzazione delle fonti energetiche
rinnovabili, con un caleidoscopio di iniziative e
di azioni promosse dalla Regione Toscana.
Il Ruolo del Distretto delle Energie RinnovabiliUna struttura multifunzionale al centro di un
importante progetto di sviluppo e di ricerca
che riguarda tutta la Toscana e non soltanto.
In nove Comuni interessati al progetto del
Distretto, investire sulle fonti rinnovabili di
energia si è rivelato vincente, sia sotto il pro-
filo energetico e ambientale, sia per la qualità
dello sviluppo.
Il vapore endogeno, utilizzato già in pas-
sato per l’ambiente, rappresenta infatti un
patrimonio territoriale inestimabile, la cui
valorizzazione meriterebbe ancora maggiore
attenzione.
Questi piccoli paesi hanno la caratteristica di
avere in comune un territorio atipico, dove
si concentra uno straordinario patrimonio di
risorse naturalistiche di grande suggestione,
oltre a uno straordinario patrimonio artistico,
storico, archeologico e di biodiversità.
Il Distretto vuole anche diventare soggetto
attivo per monitorare le tendenze della respon-
sabilità sociale (in collaborazione con Energeo
Magazine) in campo energetico ambientale
a livello internazionale e per diffondere in
Italia, attraverso la promozione del dialogo
tra gli stakeholders e gli esempi di eccellenza
nel mondo imprenditoriale, la cultura della
responsabilità sociale delle imprese e della
società nel suo complesso.
Si vuole così favorire l’aggregazione delle
migliori competenze nazionali ed internazionali
L’oasi Toscana dei saperi e dei sapori
Il Distretto delle Energie Rinnovabili rappresenta il nuovo spazio tecnologico, definito “l’Oasi Toscana dei Saperi”, per
consentire il trasferimento di conoscenze in materia di utilizzo di risorse energetiche pulite.
sulle tematiche di CSR (responsabilità sociale)
in campo ambientale con lo scopo di pro-
muovere studi e soluzioni innovative su CSR e
sostenibilità in campo energetico-ambientale.
L’obiettivo è di appoggiare le politiche a
favore dei sistemi locali di sviluppo sostenibile
e far dialogare le reti di filiere che producono
energia pulita, promuovendo concretamente
iniziative come Ecocity Onlus e dell’Osser-
vatorio (OCES) su queste interessanti realtà.
Insediarsi nel Distretto tecnologico vuol dire
appartenere a una realtà dalle alte potenzia-
lità di sviluppo e in grande crescita.
La struttura multifunzionale, affidata ad un team
multidisciplinare di professionisti, sarà, infatti,
al centro di un importante progetto di sviluppo e
di ricerca che non si limita alla sola Toscana.
Pomarance
Radicondoli
Casole d’Elsa
ChiusdinoMontieri
CastelnuovoVal di Cecina
MonterotondoMarittimo
Monteverdi
Montecatini Val di Cecina
SFIDEIl rilancio punta sulla ricerca
59
Chiusdino
La geotermia, un’energia pulita il cui sfruttamento per attività economiche legate all’allevamento, all’agricoltura e alla produzione di squisiti prodotti alimentari, ben si collega alla filosofia di Slow Food del “buono, pulito e giusto”.
Al Salone del Gusto e Terra Madre 2008, la
più grande fiera sul cibo di qualità, il più
importante meeting di comunità del cibo
provenienti da tutto il mondo che si è svolto, nei
giorni scorsi, a Torino, è entrato a pieno titolo il
progetto della prima Comunità Mondiale del Cibo
ad energia pulita, anche perchè gli organizzatori
dei due eventi hanno considerato a tutti gli effetti
il ridotto impatto ambientale uno dei punti di forza
della rassegna torinese.
L’iniziativa, nata in punta di piedi un anno e mezzo
fa in Toscana, si è integrata con le scelte strate-
giche del grande evento internazionale, inventato
da Carlin Petrini che, con la filosofia del messaggio
“buono, pulito e giusto” ha tracciato questo nuovo
percorso agli associati della chiocciolina.
Il tema delle risorse energetiche pulite è stato
ripreso nel discorso ufficiale di Carlin che ha
ricordato come “la sostenibilità salverà le eco-
nomie malate”.
In primo piano si sono ritrovati gli espositori del
Distretto, con formaggi, salsicce e prosciutti di
cinta senese con DNA Toscano e con tanto di cer-
tificazione eco-compatibile, “perchè - come sot-
tolinea il presidente della Fondazione Slow Food
Piero Sardo - questi produttori si sono preoccupati
per primi del tipo di energia utilizzata per ottenere
i loro squisiti prodotti”. Aggiunge: “L’esperienza
della Comunità del Cibo della Toscana è stata valo-
rizzata ampiamente anche a livello internazionale.
I soci di questo nuovo sodalizio (la sede è nell’in-
cubatore di Castelnuovo Val di Cecina) hanno la
fortuna di stare seduti sul calore, ma tutti hanno
maree, aria, sole. Inoltre, quando parliamo di
cibo pulito, possiamo far riferimento soltanto alle
pratiche agronomiche, ai marchi ‘bio’ o alla natu-
ralità di certe produzioni tipiche? Non dovremmo
anche preoccuparci di quale energia sia stata
utilizzata per ottenere quel prodotto? pulita? rin-
novabile? Ecco una nuova sfida anche per Slow
Food. Esagerati, direte voi, non potremo mica pre-
tendere tutte quelle informazioni! Ma non vi pare
che il destino del pianeta e le nostre vite valgano
qualche sforzo in più? ”
É questa l’idea originale della prima Comunità
mondiale ad Energia pulita che adesso ha anche un
marchio che caratterizza i prodotti del territorio
In quest’area si vogliono anche sviluppare poten-
zialità e ricchezze della biodiversità che il territorio
ha conservato nei secoli, continuando a salva-
guardare valori ambientali e nobilissime tradizioni
culturali e agroalimentari.
Il progetto, frutto di un’intesa tra Slow Food
Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità
e Co.Svi.G., ha l’obiettivo di dare vita in questo
comprensorio ad una iniziativa assolutamente
nuova, individuando soluzioni appropriate per la
produzione agro-alimentare con sistemi innova-
tivi per il risparmio energetico e la tutela dell’am-
biente, puntando sulle produzioni caratteriz-
zate dalla tecnologia di processo (Comunità del
pulito).
Il progetto si caratterizza, infatti, per la qualità e la
sostenibilità delle produzioni agro-alimentari del
suo territorio, dove sono state individuate solu-
zioni innovative per la riduzione dell’impatto e per
lo sviluppo sostenibile, nelle fasi di allevamento
di bestiame e di produzione di formaggi, salumi,
ortaggi ed erbe officinali.
La nuova sfida di Slow Food che vuol tener conto,
d’ora in avanti, anche del tipo di energia utilizzata
per ottenere i prodotti dalla terra, è partita proprio
nell’area geotermica tradizionale, e rientra a pieno
titolo tra le scelte del Distretto Energetico, nell’am-
bito della rete locale di Terra Madre Toscana.
Slow Food è presente in questi territori con le con-
dotte Slow Food Monteregio, Slow Food Volterra-
Alta Val di Cecina, Slow Food San Gimignano Colli
Senesi. Tutte queste “condotte” hanno come fat-
tore comune la geotermia, un’energia pulita che
qui viene utilizzata per attività economiche legate
all’allevamento, all’agricoltura, ecc, e che ben
si collega alla filosofia di Slow Food del “buono,
pulito e giusto”.
Nel corso del 2008 sono stati organizzati incontri
enogastronomici, laboratori del Gusto, mostre
tematiche, l’istituzione di un corso che ha avuto
come tema la produzione del cibo con l’energia
pulita. E ancora: si sono svolte iniziative per gli
studenti che hanno realizzato la rete “Orti in con-
dotta” ed hanno visitato le aziende agroalimen-
tari che utilizzano energia geotermica.
In alto: Piero Sardo,presidente Fondazione Slow Food
In basso: Carlin Petrini,
fondatore e presidente di Slow Food
La nuova sfida di
Slow Food è partita dall’area
geotermica
[
60
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Ad occhio sono almeno una ventina i
borghi, con le frazioni sparse qua e
là, in un territorio ricco di sorgenti
naturali calde, lagoni, putizze, emergenze
geotermiche.
Muri, tetti e vicoli, tra fortificazioni medievali
e palazzotti rimaneggiati, sono composti in un
panorama suggestivo che sicuramente è reso
unico dalla risorsa geotermica.
Viene voglia di curiosare tra quegli scorci e le
diroccate cinte murarie di castelli e torri che si
intricano attorno alle stradine piene di luce,
in un ambiente naturale ricco di storia e di
grande fascino.
Diversi gli odori.
Bisogna annusarli uno ad uno nell’aria, e poi
riconoscerli fra silenziosi borghi medievali e
solitarie campagne.
Questa Toscana sa di zolfo ma non solo.
Sbuffano dalle viscere della terra mofete,
bulicami e solfatare, acque minerali, piriti,
gas-acidi e salse pregne di una quantità por-
tentosa di acido borico. Molti sono composti
solforati; proprio in virtù dell’atomo di zolfo
che contengono, sono dotati di spiccati - ma
non sempre gradevoli - odori aromatici.
A partire dall’acido solfidrico (H2S), acido
inorganico che ha odore di uovo marcio, fino
ai tanti composti che ricordano, tra mille sfu-
mature, la bruciatura di caffé, l’aglio secco,
cipolle e patate marce.
Riconoscerli, in realtà non è tutto così sem-
plice. Questi odori non sono così agevolmente
associabili a qualcosa che conosciamo.
E poi ci sono i rumori.
Quello dei bollori nelle vasche, il sibilo e il bron-
tolio che annunciano la nebbia di acque salse,
di solfatare, di lagoni, o fumacchi in questo
territorio che occupa una superficie di 1.200
chilometri quadrati, con un filo che unisce
questo groviglio di letti di fiumi, borri, torrenti
e da strade, in questa valle misteriosa.
Qui la terra “fuma” da sempre e naturalmente,
poi cominciano i bianchi fuochi fatui (le bian-
cane), con il fuoco del profondo che sbuffa e
freme. Le fumarole e i getti di vapore, consi-
derati come segni dell’esistenza di Divinità
sotterranee (alcune delle quali benevole, altre
malvagie e pericolose) erano conosciuti già
nel Paleolitico.
Le emissioni di vapore acqueo e di gas si spri-
gionano dal profondo, energia indispensabile
ITINERARIOUna natura potente e magica, unica al mondo, ricca di odori, suggestioni e paesaggi straordinari
Viaggio in un’altra Toscana
L’aria di mistero si coglie quasi d’istinto attorno a fumarole, biancane e
sorgenti calde.Un’altra Toscana spalanca le braccia agli arditi profili
di tanti piccoli paesi nascosti sui dorsi dei colli,
tra prati verdissimi e fitta vegetazione, incastonati
nel verde intenso di estesi boschi
di querce e castagni.
61per lo sfruttamento geotermico, così impor-
tante per l’economia.
Gli impianti geotermici, vicino ai paesi, hanno
acquisito con il passare degli anni il loro inte-
resse, integrandosi nello splendido ambiente.
La geotermia, risorsa economica e fonte di
suggestione, ha segnato il tipico paesaggio
dell’alta Maremma e dell’alta Val di Cecina.
I lagoni, sfruttati per ricavare zolfo, vetriolo e
allume, erano già noti agli Etruschi che sfrut-
tarono le acque calde per le proprietà terapeu-
tiche, da queste parti venivano estratti anche
altri minerali, in particolare argento, rame,
piombo.
In queste pagine vengono presentate le schede
dei nove paesi che costituiscono il Distretto
delle Energie Rinnovabili e che fanno parte del
Co.Svi.G., come comuni soci dell’area geoter-
mica tradizionale.
Gli etruschi e i soffioniÉ facile capire come questi borghi, ai tempi
degli Etruschi prima, dei Romani poi, e, in
seguito con le grandi dinastie che governa-
rono dal X al XII secolo, per finire a Napoleone
Bonaparte, divennero il terreno di tumultuose
vicende storiche, per contendersi questo ter-
ritorio atipico: un vero giacimento di mine-
rali e di energia che ancora oggi possiamo
ammirare.
I numerosissimi castelli assolsero nel medioevo
la funzione di organizzazione e controllo delle
attività di produzione dei metalli le cui tracce
sono ancora ben visibili nel territorio. Lungo i
vari itinerari troviamo i suggestivi paesaggi
caratterizzati da resti dell’attività mineraria
ormai quasi del tutto rinaturalizzate.
Le colline (dette, appunto, metallifere) con il
sottosuolo scavato fin dal tempo degli etruschi,
sono attraversate da centinaia di chilometri di
gallerie minerarie, le cui vestigia spuntano in
mezzo ai boschi. Ancora oggi è viva questa cul-
tura nei ricordi degli abitanti.
Suggeriamo un’interessante escursione in
questo territorio, suddiviso in nove tappe par-
tendo dal crocevia di Colle Val d’Elsa, che si
raggiunge percorrendo la superstrada Siena-
Firenze fino all’uscita Colle Val d’Elsa Sud.
Strada bella e rettilinea, nel primo tratto, poi
tortuosa con tratti panoramici.
Incastonati nel verde intenso di estesi boschi di
querce e castagni. Percorrendo queste strade
non è difficile imbattersi in fagiani, lepri, istrici
e caprioli, nonché in moltissime specie di uccelli
rapaci, dal piccolo gheppio alla regale poiana.
Ma l’incontrastato re della macchia è il cinghiale
e può capitare di vederlo uscire dai boschi di
querce o di castagno, o aggirarsi tra vigne ed
oliveto.
Casole d’Elsa m. 418, ab. 3716
Il borgo medievale di Casole d’Elsa si
raggiunge seguendo le indicazioni per
Volterra-San Gimignano e appena passata
la località ‘Le Grazie’ sulla sinistra, già si
intravede il caratteristico borgo in posizione
panoramica sul dorso di un colle, originario
insediamento etrusco, ancora cinto in parte
dalle mura medievali ancora in piedi. Sul lato
sud della cinta muraria si erge la Rocca antico
edificio del borgo (attuale sede del Municipio),
costruito nel XII secolo e rimaneggiato più
volte, e in seguito rafforzata da due torri dise-
guali, di forma quadrata e coronate da merla-
tura Guelfa.
Molto bello il portale gotico ad arco ribassato
sormontato dallo stemma Senese con delle
arciere ben conservate ai suoi lati.
I colori dello stemma del paese sono il bianco
e il rosso, dovuti alla dominazione fiorentina
del 1259, ma anche per volere della potente
famiglia, del signore di Casole d’Elsa, Ranieri
del Porrina, famosa per essersi ribellata contro
Siena nel 1312.
Oltre al bellissimo centro storico, ricco di
fascino e di storia, a Casole d’Elsa pos-
siamo ammirare: la Collegiata di Santa Maria
Assunta, eretta nel XII secolo su un prece-
dente edificio religioso, è realizzata comple-
tamente a mattoni e conserva al suo interno
numerose opere di importanti artisti toscani
(Della Robbia, Pisani, etc.); la Galleria del
Novecento, raccolta di opere di pittori senesi
del ‘900. Numerose sono le pievi che si trovano
nei borghi di Mensano, Pievescola, Marmoraia
del comune di Casole d’Elsa, immerse nei tipici
paesaggi della Toscana più autentica.
Ancora oggi Casole conserva le caratteristiche
da ultimo avamposto e affiorano ovunque le
vestigia di fortificazioni e di palazzi lentamente
adattate nel tempo ai bisogni degli uomini.
L’insieme dei vicoli, piazze a palazzi medie-
vali ne fanno uno dei borghi più affascinanti
e meglio conservati. A Casole d’Elsa è stato
realizzato un impianto di teleriscaldamento a
cippato di legno che servirà per riscaldare e
rifornire di acqua calda un complesso scola-
stico, nell’ambito del progetto “Sviluppo della
filiera foresta-legno-energia”.
Municipio: Piazza Luchetti, 1 tel. 0577-949711
fax 0577- 949740. e-mail: [email protected]
Radicondolim. 509, ab. 978
É la seconda tappa del nostro itinerario.
Le tracce archeologiche, che risalgono al
paleolitico superiore, passando per il periodo
etrusco e l’età romana, sono state cancellate
per lo sviluppo del borgo in epoca medievale.
Infatti è prevalso nel tempo l’aspetto di borgo
medioevale, che si conserva oggi quasi total-
mente inalterato, sia nella struttura urbana,
sia nel paesaggio.
Radicondoli, castello della famiglia
Aldobrandeschi, come quelli di Belforte,
Falsini, Fosini e Elci, fu costruito durante il
XII secolo, su un insediamento urbano già
esistente.
Il borgo si sviluppa attorno alla cinquecen-
tesca Chiesa Collegiata, accompagnata da un
alto campanile, e raccoglie vie e vicoli carat-
teristici, oltre a importanti palazzi d’epoca
rinascimentale.
Gli edifici religiosi di maggiore rilievo sono
la Pieve Vecchia della Madonna, la Chiesa
Collegiata dei Santi Simone e Giuda e il
Convento dell’Osservanza.
Alto, a cavallo tra la Val d’Elsa e le Colline
Metallifere, Radicondoli domina l’alta
Val di Cecina.
Su un’unica direttrice, nelle giornate limpide,
Casole d’Elsa
Radicondoli
62
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
si vedono in lontananza Casole d’Elsa e San
Gimignano con le sue torri.
L’economia locale si basa prevalentemente
sullo sfruttamento della risorse boschive,
sulle attività agricole, sul turismo e sull’atti-
vità di produzione di energia elettrica da fonte
geotermica.
Il bosco e l’acqua, sia fluviale che termale,
hanno rappresentato risorse importanti per
l’economia locale e anche oggi, la gestione
delle aree boschive e delle acque, accanto allo
sviluppo turistico, rimane priorità nello svi-
luppo socio-economico di questo territorio.
Vicende alterne hanno caratterizzato la storia
del Castello di Radicondoli, che si trovò sotto
l’influenza dei Conti Aldobrandeschi, i quali
nel 1216 ne assunsero ufficialmente il con-
trollo e la proprietà annettendolo ai propri
possedimenti.
Terreni e proprietà che nel 1221 vennero ceduti
alla Repubblica di Siena.
I Conti Aldobrandeschi e la Repubblica di Siena
si contesero a lungo il borgo di Radicondoli che
passò alternativamente agli uni e agli altri.
La vicenda bellica si ripete nei secoli succes-
sivi, con il borgo e il castello, ripetutamente
conteso tra Senesi e Granducato di Toscana,
posseduto da Cosimo I de’ Medici, fino all’av-
vento dei Duchi di Lorena al potere, cosa che si
verificò dopo il trattato di Vienna del 1735.
In quest’ultimo periodo il borgo di Radicondoli
accrebbe ulteriormente la propria economia
grazie alla politica dei Duchi, la cui domina-
zione venne interrotta dall’invasione francese
del territorio avvenuta nel primo decennio
dell’Ottocento.
Nel 1861 Radicondoli venne annessa al Regno
d’Italia ad opera del Re Vittorio Emanuele II di
Savoia.
All’inizio della via principale del paese, poco
lontano dalla sede legale del Co.Svi.G., una
moderna e divertente struttura espositiva
accoglie nel Museo didattico “Le Energie del
territorio”.
Municipio: Via T. Gazzei 22,
tel. 0577-790903 fax. 0577-790577
e-mail: [email protected].
Sede Co.Svi.G.: Via T.Gazzei 89,
tel./fax 0577-752950 e-mail:[email protected]
Chiusdinom. 564, ab. 1.923
Abbandoniamo un attimo il nostro itine-
rario principale per fissare la terza tappa, prima
di lasciare la provincia di Siena. Si prende la
Ss.73 in direzione di Follonica, passato Rosia
(di interessante lungo il percorso, la visita
al Ponte di Pia de Tolomei, menzionato nella
Divina Commedia, Purgatorio), e il Castello
di Frosini, prima del bivio per San Galgano, si
svolta a destra in direzione di Chiusdino, dove
si giunge dopo circa 7 Km. di salita.
Eccolo il borgo di Chiusdino posto su un cucuz-
zolo nel versante sud-orientale delle colline.
Il nome deriva dal latino ”clausum o clusum”
che significa chiuso, con probabile riferimento
ad una chiusa presente in Val di Merse. La
storia ci narra che la nascita risale intorno al
XII secolo intorno ad un castello di proprietà
dei Vescovi di Volterra. Nel secolo successivo,
per lo stesso sito, vi è stata una disputa tra gli
stessi vescovi e la Repubblica di Siena, poiché
i primi vantavano un diritto per una dona-
zione di Matilde di Canossa, mentre Siena
ne reclamava il diritto di proprietà dovuta ad
una precedente cessione. Questo portò ad un
lungo assedio che terminò con l’annessione
di Chiusdino a Siena (è rimasto nella stessa
provincia). Era nel destino del nome di questo
paese diventare, nei secoli, punto strategico
per controllare un territorio ricco di risorse
minerarie.
Nel 1554, durante l’invasione dei francesi, ci
fu l’annessione alla Repubblica di Firenze di
Cosimo I de Medici (la storia si ripete anche
in questo caso), un periodo fortunato, durante
il quale Chiusdino raggiunse il massimo svi-
luppo anche in seguito al sapiente sfrutta-
mento delle risorse minerarie.
Chiusdino conserva un centro storico con un
impianto medievale in ottima conservazione,
circondato da mura con case basse che danno
vigore al profilo urbano. Tra i monumenti
più importanti troviamo la Chiesa di San
Sebastiano, la Chiesa della Compagnia di San
Galgano, posta presso la casa natale di San
Galgano Guidotti (1148- 1181), il Castello di
Miralduolo, e i Palazzi Lenzi.
Abbazia di San GalganoIl luogo dei misteri
Abbazia con pianta a croce latina a tre navate.
Dal punto di vista architettonico corrisponde
perfettamente ai criteri della Regola dell’Or-
dine Cistercense sia nella scelta del luogo di
costruzione (vasta pianura, priva di abitati cir-
costanti, vicina a corsi d’acqua importanti) .
L’edificio è imponente e testimonia, così, la
diffusione ed il grande seguito del culto di san
Galgano. L’abbazia raggiunse, nel XIV secolo,
una grande potenza, anche grazie alle immu-
nità ed ai privilegi imperiali concessi ed alle
munifiche donazioni ricevute.
Fu protetta e generosamente benificata dagli
imperatori Enrico VI, Ottone IV e dallo stesso
Federico II, compreso il diritto di monetazione.
La ricchezza raggiunta nel Cinquecento fu tale
da scatenare una contesa tra la Repubblica di
Siena ed il Papato. Altre vicende storiche die-
dero ancora lustro al monumento.
Dopo questo periodo di splendore, iniziò
quella lenta decadenza che l’avrebbe ridotto
ad un grandioso e mistico rudere. Quel che
rimane, però, acquista un fascino particolare,
circonfuso di magia e mistero che permane
inalterato.
Il rudere superstite ammalia e sconvolge pre-
cipitando il visitatore in quel Medioevo in cui
ha avuto origine.
Si direbbe quasi che non di un rudere si tratti
bensì di un originale lasciato volutamente
incompiuto.
Anche nell’attuale stato, comunque - e anzi
forse proprio per questo - è al centro di un
fitto immaginario che la collega, attraverso i
Cistercensi, alla leggenda del Graal e a miste-
riose conoscenze esoteriche. Il monumento
rappresenta un inno alla spiritualità, accomu-
nando in questo l’abbazia a quelle di Melrose e
di Kelso, in Scozia,a quella di Cashel, in Irlanda
e a quella di Eldena in Germania.
La spada nella roccia Galgano Guidotti, figlio di Guido e
Dionisa, nacque nel 1148 a Chiusdino,
dopo una vita di prepotenza e spensiera-
tezza (siamo in pieno medioevo) si rese conto
dell’inutilità del suo modo di vivere e abban-
donò il suo mondo, disgustato dalle nefan-
dezze commesse e da quelle che vedeva con-
tinuamente commettere, per dedicarsi ad una
vita di eremitaggio e penitenza nella ricerca di
quella pace che il suo tempo non consentiva e
di quel desiderio e contemplazione di Dio che
solo la vita ascetica poteva permettere.
Come segno tangibile di rinuncia perpetua
ad ogni forma di violenza prese la sua spada
Chiusdino
63e la conficcò in una roccia che affiorava dal
terreno, con l’intenzione di usarla come croce
dinanzi a cui pregare anzichè come arma con
cui offendere. Un grande gesto simbolico di
estrema forza. Era l’anno 1180. Galgano il 3
dicembre 1181 morì.
Nel 1185 fu dichiarato Santo da Papa Lucio III.
Negli anni immediatamente successivi alla
sua morte venne costruita sul suo eremo una
chiesetta, attigua all’Abbazia di San Galgano,
meglio nota come la Rotonda o Cappella di
Montesiepi.
Municipio: Piazza Plebiscito, 2.
tel. 0577-751055 fax 0577-750221;
e-mail:[email protected].
a un generale decadimento del paese, dal XV
secolo le attività economiche furono costituite
dall’agricoltura, dall’allevamento e dallo sfrut-
tamento dei boschi.
Il secolo dopo l’intero territorio venne conqui-
stato dalla potente città di Firenze e entrò a far
parte del Granducato de’ Medici.
Durante il periodo della dominazione medicea,
l’attività estrattiva venne ripresa e intensificata
rilanciando nuovamente l’economica locale.
La dominazione dei Granduchi de’ Medici si
protrasse fino al XVIII secolo quando, alla
morte dell’ultimo discendente del casato
mediceo, i Duchi di Lorena salirono al potere,
governando Montieri quasi ininterrottamente
fino all’Unità d’Italia che avvenne nel 1861.
Ed è proprio con il XIX secolo che le escava-
zioni minerarie riprendono con più vigore,
nella zona delle “Merse” e di “Boccheggiano”;
lo sviluppo minerario durerà fino alla fine
del secolo scorso, quando nel 1994 chiude
“Campiano” l’ultima miniera delle Colline
Metallifere. Attualmente la memoria di quel
glorioso passato è rivendicata dall’attività del
Parco Nazionale Archeologico e Tecnologico
delle Colline Metallifere.
Oggi il piccolo borgo sembra un set cinema-
tografico, impreziosito dalle sue case torri,
dalla Parrocchiale dei Santi Paolo e Michele,
dal castello, dalla chiesa di San Giacomo, dal
cui sagrato si può ammirare un panorama
mozzafiato che si affaccia direttamente sulle
Colline Metallifere.
Da lontano si possono scrutare i soffioni.
L’aria è frizzante, salutare. La località è
inoltre una rinomata meta di villeggiatura
estiva grazie alla bellezza dei paesaggi e dei
monumenti e alla presenza di qualificate
strutture alberghiere.
Municipio: Piazza Gramsci, 4
tel. 0566-99681 Fax 0566-997800;
e-mail: [email protected]
Monterotondo Marittimom. 539, b. 1300
Si arriva da sud dalle uscite della superstrada
di Follonica o Venturina, mentre da nord si
arriva dalla strada regionale 398, al chilometro
3,2 già si scorge l’antico borgo dalle case in
pietra che si trova tra il torrente Milia e il fiume
Cornia, nel punto di intersezione di quattro
province diverse: Pisa, Livorno, Grosseto e
Siena.
Il nome della località, Mons Ritundus, deriva
dalla forma tondeggiante del colle, “monte
rotondo”, appunto e di “marittimo”, con un
chiaro riferimento alla Maremma.
La fondazione del tipico borgo medievale, cir-
condato da boschi di castagni, si può collocare
prima dell’anno Mille, anche se il più antico
documento fa risalire Monterotondo all’anno
1228. Nell’area più alta del borgo, sono visibili
i resti della Rocca degli Alberti, che prende il
nome dai signori che che presero possesso del
castello nel 1208, quando alla morte del padre
Alberto IV, il Conte Rinaldo lo ebbe in eredita’.
Nel maniero si è conservata anche una parte
del cassero, che fu innalzato nel Trecento,
quando Monterotondo, già compreso nel terri-
torio di Massa Marittima dal 1263, passò sotto
il dominio di Siena.
Le vicende storiche che videro i Senesi domi-
nare l’intera zona, determinarono un nuovo
splendore per Monterotondo Marittimo, por-
tato al rango di Vicariato e potenziato con
nuove fortificazioni.
Di quell’epoca sussistono avanzi medievali
e altri monumenti come la Parrocchiale della
Madonna col Bambino e angeli, raffigurata in
una tavola di un tardivo pittore della scuola di
Duccio che da quest’opera prende il nome di
Maestro di Monterotondo Marittimo.
Nei dintorni, la deliziosa chiesetta romanica
di S. Croce, costruita dai frati sulla sommità
di un’altura nel XIII secolo; il coevo Castello
minerario di Cugnano, sito archeologico di
grande importanza; le rovine dei Bagni del Re
Porsenna, popolare centro termale durante
Montierim. 704, ab. 1.248
Terra ricca di giacimenti minerali e di alberi
secolari: maestose querce, con una netta
predominanza di faggi e castagni, Montieri,
in provincia di Grosseto, è adagiato sul fianco
settentrionale del monte che porta lo stesso
nome, il Poggio di Montieri.
Il nome della località deriva con tutta probabi-
lità dal latino “mons aeris” che letteralmente
significa “monte del “ rame”. Già gli Etruschi
si insediarono nella zona di Montieri, prati-
cando l’estrazione del rame, attività che venne
continuata successivamente dai Romani e che
vide la sua massima espansione nel medioevo
quando, diventato un centro industriale fioren-
tissimo si trovò lungamente conteso tra Siena
e Volterra che volevano il predominio sulle
miniere d’argento, di rame e piombo.
Fino al XIV secolo Montieri, grazie allo sfrut-
tamento dei suoi giacimenti, visse un periodo
di floridità economica che si affievolì nel corso
del secolo successivo, seguendo il declino
della Repubblica di Siena.
L’esaurimento delle risorse minerarie condusse
Abbazia di San Galgano
Montieri
Monterotondo Marittimo
64
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
l’VIII secolo; il Santuario della Madonna del
Frassine, meta di pellegrinaggio.
La guerra tra la Repubblica di Siena e quella
di Firenze diede avvio ad un lunga contesa per
il possesso di alcuni territori di Monterotondo
Marittimo.
Il 26 Ottobre 1554 Monterotondo combatté a
fianco di Siena e venne assalita dalle truppe
dei Medici, alleati con Spagna ed Austria, che
persero 500 uomini, ma riuscirono a conqui-
stare il Castello ed a distruggerlo; buona parte
della popolazione fu uccisa. Il 7 dicembre il
Comune di Monterotondo si sottomise al Duca
di Firenze, pur continuando a far parte dello
Stato di Siena.
Ma la Repubblica di Siena dovette alla fine
piegarsi, in quel periodo Monterotondo
Marittimo, venne annesso al Granducato de’
Medici che governò fino al XVIII secolo quando
i Duchi di Lorena salirono al potere.
Durante la dominazione medicea la comunità
visse un periodo di pace e di stabilità politica,
in quel periodo il borgo venne ristrutturato e
l’economia locale incrementata.
Monterotondo che ha dato i natali allo scrit-
tore Renato Fucini (8 aprile 1843 - Empoli, 25
febbraio 1921), noto anche con lo pseudonimo
e anagramma di Neri Tanfucio, fino all’Unità
d’Italia avvenuta nel 1861, venne occupato
dai francesi.
Il Comune si sta caratterizzando come località
modello dello sviluppo sostenibile per gli usi
diretti della geotermia (pag 57) e per la pre-
senza del CITT (pag 69). Recentemente oltre
ad aver conseguito le certificazioni ISO 14001
ed EMAS, gli è stato conferito il Premio “la
Città per il Verde”, giunto alla nona edizione,
un riconoscimento di rilievo per la qualità
della vita: il verde pubblico.
Municipio: Via Bardelloni, 64 tel. 0566-917511
fax. 0566-916390;
www.comune.monterotondomarittimo.gr.it
e-mail ufficio turistico “Porta del Parco”:
Monteverdi Marittimo m. 364, ab. 701
Il comune di Monteverdi Marittimo si estende
per una superficie di circa 100 kmq che inte-
ressa un territorio in larga parte collinare,
compreso tra l’alta valle del fiume Sterza e
quella del Cornia, uno dei più vasti della pro-
vincia di Pisa. É formato da due nuclei urbani,
l’antico borgo di Monteverdi e il castello di
Canneto. Sullo sfondo si trovano le alture
che corrono parallele al litorale tirrenico e a
ridosso degli aspri contrafforti del versante
sud-occidentale delle Colline Metallifere, dove
restano ancora tracce delle miniere attive
fino alla metà del secolo scorso (manganese,
lignite, magnesite e soprattutto calcedonio
di elevata qualità e assai ricercato già nella
Firenze dei Medici). Nel corso dei secoli la
sua posizione di “cerniera” tra nord e sud lo
ha reso strategicamente importante fin dal
tempo degli Etruschi, come zona di transito
facile per le merci che da Populonia (e dalle
miniere di ferro dell’Elba) venivano traspor-
tate a Volterra, Siena, Firenze.
Non a caso Walfredo, nobile longobardo
pisano, nel 754 pose le basi di quella che
sarebbe diventata una importante e ricca
abbazia benedettina proprio alla base del
poggio su cui oggi si distende l’abitato di
Monteverdi, in un luogo sicuramente di tran-
sito tra il mare e l’interno, dove già il tempo
di Roma era stata costruita una villa patrizia.
L’abbazia di S. Pietro in Palazzuolo nel periodo
di maggiore importanza aveva possedimenti
che si estendevano dalla Maremma a Pistoia
all’Isola d’Elba. Quando venne abbandonata
intorno al 12esimo secolo per una nuova
Abbazia costruita su un colle vicino, in posi-
zione dominante e quindi più protetta, un
grumo di case costituiva il primo insedia-
mento del Castellum Monteverdi (1128). Meno
di un secolo dopo, il 20 giugno 1204, 90 abi-
tanti di Monteverdi chiedono protezione sot-
tomettendosi a Volterra: è l’inizio di una lunga
serie di contese tra la stessa Volterra, Massa
Marittima, Pisa, Firenze per il dominio del terri-
torio, che portarono Monteverdi ad essere, fra
l’altro, Marchesato sotto la famiglia Incontri o
parte del Granducato di Toscana con i Medici
prima e i Lorena poi, fino all’annessione nel
Regno d’Italia nella seconda metà del 1800.
Monteverdi Marittimo che ha conosciuto negli
ultimi sessant’anni una massiccia emigra-
zione, oggi è in fase di rilancio con lo sviluppo
di attività turistico-residenziali, agriturismi,
resort , confortevoli villaggi insediati in un gra-
devole paesaggio. La località, caratterizzata
dalla presenza dalla presenza di due centrali
elettriche dell’Enel alimentate dal vapore geo-
termico, utilizzerà presto il teleriscaldamento
nei centri urbani di Monteverdi e di Canneto.
Nella zona tra Monte Canneto e il vicino Poggio
Ricciardo sarà realizzato un Parco eolico con
nove aerogeneratori con una produzione pari
al consumo di un paese di 10.000 abitanti.
A Monteverdi opere d’arte si trovano nella
parrocchiale di S. Andrea, in particolare un
“Cristo nero” che ogni tre anni viene por-
tato in processione, mentre nella chiesa di
San Lorenzo a Canneto è custodito un pre-
zioso crocifisso astile.
Municipio: Via IV Novembre, 1
tel. 0565-78511 Fax 0565-784410
Castelnuovo Val di Cecina m. 576 ab. 2.476
L’abitato, in un ambiente ricco di storia, è
immerso in un paesaggio che assume tratti
pre-appenninici, sulle pendici orientali di un
colle coperto di castagneti, in una zona incon-
taminata, ricca di boschi e paesaggi naturali,
tra le valli della Cornia e del Cecina.
Il borgo medievale, arroccato sulla collina,
risale all’anno mille.
Un documento del 1176 precisa che il castello
faceva parte dei beni dell’Abbazia di San Pietro
in Palazzuolo, presso Monteverdi, al decadere
del potere dell’Abbazia il castello passò nelle
mani della famiglia Alberti e ci rimase fino alla
“rivoluzione” del 1213, per passare sotto la
protezione di Volterra.
In questo periodo l’economia e la vita civile
conobbero un notevole sviluppo: la struttura
integra del nucleo medievale più antico è
il borgo: sulla parte alta si trova la chiesa di
S.Salvatore di origine medievale a tre navate
ed i segni delle antiche fortificazioni con basa-
menti a scarpa, in un tessuto edilizio svilup-
pato lungo assi viari lastricati paralleli alle
curve di livello.
Alla base del nucleo originario si sviluppa il
borgo contadino, contraddistinto da un’edilizia
Monteverdi Marittimo
Castelnuovo Val di Cecina
65più povera, con scalette, sottopassaggi, strette
stradine.
Il borgo cinquecentesco è sviluppato invece in
senso lineare lungo la statale.
Anche l’area di Castelnuovo ha conosciuto
l’utilizzazione delle sue risorse naturali fin
dall’antichità, come testimoniano le terme
etrusche in località Bagnone, recentemente
venute alla luce, trasformate in un Parco
Archeologico (vedi riquadro).
In epoca medievale costituiva un importante
castello sotto la giurisdizione di Volterra,
subendo poi, a metà del XV sec., l’invasione
dell’esercito di Alfonso D’Aragona, venendo
riconquistato dai volterrani di lì a poco, per
passare poi sotto il dominio di Firenze e dive-
nire feudo granducale nel 1639, con la famiglia
degli Albizzi, che la mantenne fino al 1776,
anno in cui Pietro Leopoldo I, sovrano illumi-
nista la ricostituì come autonoma comunità ed
avviò la rinascita industriale e sociale del suo
territorio. Il territorio, nel 1861, venne annesso
al regno d’Italia, e nel secondo conflitto mon-
diale durante la Resistenza, fu teatro delle
azioni della XXIII Brigata Garibaldi; nel 1944,
a seguito di una battaglia ingaggiata con i
tedeschi in ritirata, ci fu una rappresaglia di 82
ostaggi civili.
Municipio: Via Verdi, 13 tel. 0588-2351 -
fax 0588-20727;
e-mail: [email protected]
Complesso Termale etrusco-romano di Sasso Pisano
L’eccezionale complesso di Sasso Pisano costitu-
isce l’unico esempio di terme etrusche di epoca
tardo-ellenistica pervenutoci fino ad oggi.
Gli Etruschi si insediarono nella Valle del dia-
volo molto prima che Roma, la città eterna,
diventasse la grande potenza economica
e militare che fu, poi, il terrore del popolo
etrusco.
Questa zona della Toscana, interessata dai
soffioni boraciferi e percorsa da fiumi e tor-
renti, fu, grazie alla sua particolare morfologia,
un territorio molto ambito dagli Etruschi. Alla
fase più antica (III secolo a.C.) risalgono i
resti di un grande cortile quadrangolare con
porticato, su cui si aprono i diversi sistemi di
vasche e i vani d’uso, tutti coperti da tegole,
molte delle quali marcate con solito bollo, e
da coppi di diversi tipi e dimensioni. L’ampio
portico sorretto da pilastri quadrangolari rea-
lizzati in un morbido calcare locale di colore
beige o violaceo, è chiuso sul fondo da un
altro muro, dove i blocchi squadrati, alternati
a tramezzi in piccole bozze di pietra legate con
argille, creano un vivace effetto decorativo che
doveva essere arricchito da colonne e semico-
lonne sormontate da capitelli dorici. Sui lati
est e nord del piazzale porticato si aprono le
vasche, quadrangolari o rotonde, isolate o tra
loro comunicanti con pavimenti in cocciopesto
e pareti intonacate. Un accurato sistema di
canalizzazioni convogliava dalle vicine sor-
genti direttamente nelle vasche, con canalette
strette e profonde, l’acqua calda, e attraverso
l’ampio cortile centrale, in canalette ampie e
basse, l’acqua fredda.
Il lato sud del cortile si apre in un’ampia
esedra-fontana, che doveva essere alimen-
tata dall’alto attraverso un piccolo bacino in
cocciopesto.
Tutto il lato ovest del complesso è invece occu-
pato da un vasto edificio, ancora solo parzial-
mente scavato, suddiviso in numerosi vani,
forse una struttura destinata all’accoglienza
dei visitatori e dei pellegrini che, venendo da
lontano, avevano la necessità di soggiornare
in questo loco. Una possibile funzione sacrale
dell’impianto, che si giustificava con la pre-
senza di acque curative, è documentata dal
ritrovamento di una statuetta di Minerva in
piombo e stagno e di una piccola offerente
in bronzo, che presuppongono per lo meno la
presenza di un piccolo luogo di culto. I mate-
riali più antichi (ceramica a vernice nera) e la
paleografia del bollo laterizio etrusco soprac-
citato consentono di collocare la fondazione
del complesso tra la fine del III e l’inizio del II
secolo a.C.
L’ENERGIA DAL CUORE DELLA TERRAIl Parco delle BiancaneA passeggio tra fumarole, lagoni e soffioni boraciferi
Appena fuori dal paese di Monterotondo Marittimo si trova il Parco delle Biancane dove, grazie ad un percorso guidato è possibile ripercorrere le tappe della storia della geotermia. Nella parte inferiore del Parco si possono osservare da vicino un Lagone Naturale in piena attività e la “Sorgente di Chiorba”, dove l’acqua, proveniente dalle profondità della terra, sgorga ad altissima temperatura.Da qui, seguendo il sentiero che si inerpica sul monte, si raggiunge la parte superiore del Parco: “Le Biancane”. Il terreno emana calore, l’aria è impregnata di zolfo, colonne di vapore si dissolvono nell’aria e lo sguardo è attratto dai colori insoliti delle rocce e della vegeta-zione. Proseguendo la passeggiata si assiste a fenomeni stupefacenti come le solfatare, le fumarole, le mofete e i soffioni boraciferi. Il calore del luogo favorisce la presenza di specie vegetali inconsuete a questa altitudine come la sughera e l’erica. Il silenzio, i colori caldi del paesaggio e il lento susseguirsi di emissioni di vapore sulfureo, rendono le biancane un posto estremamente suggestivo e rilassante.
Terme di Sasso Pisano
Il colore insolito delle rocce
66
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Pomarance m. 370 ab. 6.323
Si trova nell’area geotermica tradizionale
toscana, lungo la strada che da Volterra porta
a Massa Marittima, con interessanti vedute
sulla dorsale dei colli che fiancheggiano la
vallata.
Pomarance è il Comune più popoloso del
Distretto, nell’alta Val di Cecina, oggi impor-
tante centro industriale.
Il toponimo è attestato per la prima volta nel
1128 come Ripomarrancia. Mentre il primo
elemento del nome è il latino ripa (“riva”), il
secondo è più incerto e potrebbe derivare da
un nome di persona romano Arranciae (forse
di origine etrusca). Il toponimo potrebbe però
derivare dall’italiano antico pomarancia, col
significato di “melarancia”. Le origini risalgono
al Medioevo, ma i primi insediamenti abitativi,
dopo il ritrovamento in zona di alcuni reperti
archeologici, fanno pensare ad una presenza
nell’età neolitica e successivamente all’epoca
etrusco-romana. I primi documenti ufficiali
risalgono, però, al X secolo come possedi-
mento conteso tra i Vescovi-conte e il Comune
di Volterra e che nel 1325 lo cinse di mura. Nel
‘500 vi nacquero i pittori Niccolò Cercignani
(o Circignani) e Cristoforo Roncalli, che ebbero
entrambi il soprannome di Pomarancio che
lasciarono importanti opere nella parrocchiale
San Giovanni Battista.
In quel periodo(1513) il borgo era stato elevato
al rango di comune autonomo, in precedenza
la Repubblica di Firenze aveva posto sotto il
proprio controllo le miniere di allume presenti
nel territorio.
Il casato de’ Medici prima e, a metà settecento,
i Duchi di Lorena che erano succeduti per
eredità alla dinastia medicea ormai estintasi,
diedero ulteriore impulso alla crescita e allo
sviluppo delle attività estrattive e, all’inizio
dell’Ottocento, alla nascita dei primi stabili-
menti industriali.
Nel 1861 anche Pomarance venne annessa al
Regno d’Italia.
Tra i monumenti di maggiore rilievo a
Pomarance oltre alla già citata Parrocchiale di
San Giovanni Battista, ci sono la casa natale
di Paolo Mascagni (anatomista), la Torre
dell’Orologio, il Palazzo Pretorio, il Palazzo de
Larderel, con annesso teatrino neoclassico, la
casa-museo Bicocchi, e la Rocca Sillana.
Municipio: Piazza Sant’Anna, 1
Tel. 0588-62311 fax. 0588-65470;
e-mail: [email protected]
Larderello e la “Valle del diavolo”
Il fumigante paesaggio, già annunciato da
qualche isolato sbuffo, si manifesta in questa
valle tra Montecerboli e Larderello, con i
caratteristici soffioni boraciferi e le colonne
di vapori bianchi (già noti all’epoca di Dante
Alighieri e a lui ispiratrici dei paesaggi dell’In-
ferno). I paesaggi della Valle del diavolo ricor-
dano infatti l’inferno dantesco.
Scriveva Dante : “Versan le vene le fumifere
acque, per il vapor che la terra ha nel ventre.
Che l’abisso le tira suso in alto”.
Le gigantesche torri di refrigerazione delle
centrali elettriche e soprattutto la ragnatela
delle condutture argentate, un andirivieni di
vapordotti tra monumenti sicuramente insoliti
e affascinanti: serbatoi, vapordotti, pozzi di
produzione e di reinezione, turbine, centrali
alimentate con il fluido geotermico, scam-
biatori di calore. In questi luoghi, la natura,
impressionante e potente, ha incontrato
l’uomo, forte e testardo, che ha saputo domi-
narla e sfruttarla.
Il paese della geotermia
Il paese prende nome da François Jacques
de Larderel, industriale di origine francese
che intorno al 1827 perfezionò l’estrazione
dell’acido borico dai fanghi dei cosiddetti
“lagoni”, già iniziata con metodi poco effi-
cienti nel 1818.
L’avventura industriale che all’epoca sembrò
pioneristica, si avviò nel 1812 con la costitu-
zione di una società che per prima tentasse
l’utilizzo industriale dei sali borici delle mani-
festazioni endogene di Larderello.
In seguito, fu Francesco De Larderel ad avviare
l’utilizzo industriale dell’acido borico e a fon-
dare l’attuale area industriale e lo stesso
paese che ha preso il suo nome: Larderello.
Nel 1904, il Principe Piero Ginori Conti, riuscì,
dopo una serie di esperienze, ad accendere
5 lampade elettriche collegando un motore
a pistoni alimentato a energia geotermica a
una dinamo.
Si trattava del primo esempio di sfruttamento
elettrico della geotermia.
Larderello è la prima esperienza al mondo
di sfruttamento dell’energia geotermica per
la produzione di energia elettrica. Nel 1905,
grazie al principe Piero Ginori-Conti, si è ini-
ziato ad utilizzare l’energia dei soffioni per la
generazione di energia elettrica.
Undici anni dopo, nel 1915, entrò in esercizio
la prima centrale geotermica, con due gruppi
da 2570 KW di potenza, con torri di raffredda-
mento in legno.
Da allora la produzione di energia elettrica da
vapore endogeno ha avuto un grande sviluppo
mettendo in esercizio molte centrali geoter-
miche realizzate e oggi, gestite dall’Enel.
Qualche anno dopo, nel 1930 erano in servizio
turbine e centrali per 12 MW, nel 1950 erano
già salite a 211 MW e nel 1963 a 311 MW.
La moderna tecnologia e le tecniche d’avan-
guardia di utilizzo dei soffioni hanno fatto il
Pomarance
Soffioni boraciferi e fumarole
67resto. Oggi la geotermia costituisce un’impor-
tante risorsa energetica per la Toscana e l’in-
tero Paese.
Larderello ha allestito un interessante Museo
della geotermia, continuamente visitato dalle
scolaresche.
Montecatini Val di Cecina m.416, ab. 2.008
Il nome della località deriva dal composto di
“monte”, con riferimento alla sua posizione
elevata, e del nome proprio di persona latino
“Catinius”, al quale venne successivamente
aggiunta la specificazione “Val di Cecina”, con
riferimento alla valle del fiume Cecina in pros-
simità della quale il paese sorge.
I numerosi reperti archeologici che risalgono
all’epoca romana, rinvenuti in zona, fanno
pensare a insediamenti databili a tale epoca.
Al tempo della dominazione romana, il ter-
ritorio di Montecatini Val di Cecina fu teatro
di una battaglia contro la città etrusca
di Volterra.
Dopo la caduta dell’Impero Romano e la suc-
cessiva discesa dei Barbari il territorio venne
abbandonato per essere ripopolato solo
durante il Medioevo.
Il consolidamento dell’attuale borgo avvenne in
epoca medievale quando, intorno al X secolo, i
potenti feudatari Belforti, legati all’imperatore
Ottone I, fecero erigere un castello.
Un documento ufficiale risalente alla fine dello
stesso secolo documenta l’esistenza del borgo
e il suo trovarsi sotto la diretta giurisdizione
del Vescovado di Volterra.
Anche Montecatini Val di Cecina venne
annesso ai domini della Repubblica di Firenze,
trovandosi dapprima sotto la dominazione dei
Granduchi de’ Medici e successivamente sotto
quella dei Duchi di Lorena, seguendo la stessa
sorte delle altre comunità vicine.
Il borgo, dopo l’Unità d’Italia, diede impulso
all’economia e agli insediamenti demografici,
grazie alla miniera di rame di Camporciano
rimasta in attività fino al 1907. In questo luogo
cominciò la storia affascinante (vedi riquadro)
di uno dei più importanti gruppi industriali
estrattivi europei: la Montecatini Spa divenuta
Montedison.
Gli etruschi furono i primi a sfruttare le abbon-
danti risorse naturali di questa zona, utiliz-
zando il prezioso minerale per forgiare utensili
e suppellettili ornamentali.
Per ricordare questi importanti momenti sto-
rici è stato realizzato, nell’ex-area mineraria,
ed in ciò che rimane delle strutture, un parco
museale di archeologia industriale con un
importantissimo centro di documentazione,
e le gallerie originali ottocentesche della
miniera con le diverse tipologie di strutture
ancora intatte, il pozzo di estrazione del rame
e la torre che conserva il macchinario utiliz-
zato per procedere alle eduzione delle acque
sotterranee.
Altri monumenti di rilievo la Chiesa di San
Biagio, il Palazzo Pretorio e la Torre dei
Belforti.
E per i tempi che verranno, presto ci sarà da
visitare, a scopo didattico, la fattoria eolica
con 6 modernissimi aerogeneratori che si
sta costruendo sul crinale, tappa itinerante
del distretto energetico che mette in mostra
questi moderni monumenti che producono
energia pulita.
Municipio: Via Roma 1,
tel. 0588-31611 fax. 0588-31615
e-mail: [email protected].
LA CHIMICA MODERNA NACQUE DA QUESTE PARTI La Montedison nacque nel 1966 dalla fusione tra Montecatini ed Edison; la Montecatini fu costituita nel 1888 a Montecatini Val di Cecina (PI) per lo sfruttamento delle locali miniere di rame; negli anni ’10 del ‘900 entrò nel settore chimico e nei decenni successivi diventò, a colpi di brevetti e di acquisizioni, la maggior azienda chi-mica italiana, pressoché monopolista in alcune produzioni come l’acido solforico, i concimi, i coloranti (tramite la control-lata ACNA); nel 1936, in collaborazione con l’AGIP, costituì l’Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Carburanti), con lo scopo di produrre benzina sintetica, e che sarebbe stato il primo nucleo dell’industria petrolchimica italiana. La Edison nacque nel 1895 a Milano e fu una delle prime aziende a sfruttare in Italia quell’energia idroelettrica che fu alla base della prima industrializzazione italiana, costruendo dighe lungo l’arco alpino, in partico-lare in Lombardia; già ai primi del ‘900 la Edison era uno dei gruppi industriali dominanti in Italia, suddividendosi il controllo del mercato elettrico nell’Italia del Nord con la SIP, concentrata in Piemonte e Liguria, e la SADE, forte nel Nord Est.
Montecatini Val di Cecina
il museo-miniera di Camporciano
68
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Il CEGL (Centro di Eccellenza per la geo-
termia) di Larderello, una frazione di
Pomarance, è operativo da circa un anno
sul fronte della cooperazione internazionale e
della fornitura di know how.
É decollato anche il CITT (Centro per il
Trasferimento dell’innovazione tecnologica
sulle energie rinnovabili) di Monterotondo
Marittimo che si occuperà di trasferimento
tecnologico, brevetti e formazione con forme
di gestione .
Le due strutture che possiamo definire
“laboratori delle energie pulite”, sono state
avviate con il determinante contributo del
Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree
geotermiche).
Il Consorzio geotermico ha coordinato tutte
INNOVAZIONELarderello e Monterotondo Marittimo laboratori delle energie pulite
Due Centri di Ricerca per lo sviluppo delle nuove tecnologie
Le strutture rappresentano gli assi
portanti per le iniziative
sostenibili del Distretto. La Regione Toscana ha
ribadito che sosterrà l’impegno a spingere
sull’innovazione e sulla ricerca nel settore delle
energie rinnovabili, tanto da inserire nei
programmi, come fiore all’occhiello,
la promozione e il lancio definitivo del
“Distretto delle energie rinnovabili.”
le procedure e le pratiche per i finanziamenti
(non soltanto regionali), ha favorito i contatti
con le istituzioni scientifiche e ha seguito gli
stessi lavori per conto della Regione Toscana.
I due Centri, che dovranno dialogare e inter-
facciarsi tra loro per arrivare a una “testa”
unica, rappresentano il motore trainante delle
iniziative sostenibili intraprese sul territorio
e costituiscono gli assi portanti per l’attività
del Distretto.
Lavori in Corso CITT anno 2008-2009Sviluppo dell’innovazione e trasfe-
rimento tecnologico per le FER con
priorità su:
- Mini-micro eolico;
- Fotovoltaico - solare a
concentrazione;
- Biomasse;
- Cogenerazione diffusa;
Diffusione e sperimentazione di
sistemi di risparmio energetico e in
particolare:
- Riduzione dei consumi energetici
nell’ambito dei sistemi residenziali,
degli edifici pubblici, strutture
ricettive;
- Applicazione di soluzione domo-
tiche e di remote control
Formazione nel campo delle risorse
energetiche rinnovabili, della
tutela ambientale e dello sviluppo
sostenibile:
- Formazione finanziata e
riconosciuta;
- Formazione privata a richiesta e
per specifici obiettivi formativi;
- Integrazione con il sistema di
Istruzione pubblica per la defini-
zione di specifici progetti formativi.In alto: uno scorcio di Monterotondo MarittimoIn basso: Viale Obiettivo Kyoto 20-20-20
[
69
Il CITTper trasferire competenze e metodologie per la diffusione delle FER.Per quanto riguarda il CITT, Il Centro
Internazionale per il Trasferimento dell’Inno-
vazione Tecnologica per le Fonti Energetiche
Rinnovabili di Monterotondo Marittimo (GR)
nasce dall’idea di diffondere e trasferire com-
petenze e metodologie tecnologiche innova-
tive per agevolare la diffusione delle nume-
rose forme di energia rinnovabile.
La penetrazione di mercato delle energie rin-
novabili passa, nella maggior parte dei casi,
attraverso la possibilità di individuare tecno-
logie innovative capaci di abbassare i costi
unitari con metodologie in grado di incremen-
tare l’efficienza degli impianti.
Il CITT è il frutto dell’Accordo di Programma
che la Regione Toscana e territori geotermici
hanno siglato.
Diventa operativo grazie ad un’Associazione
Temporanea di Scopo costituita da soggetti
pubblici. Il Consorzio per lo sviluppo delle
Aree Geotermiche fa da capofila dell’ATS, con
la partecipazione della Provincia di Grosseto
e il Comune di Monterotondo Marittimo
(GR). Partecipano, altresì a questo pro-
getto il CNR-ITAE, Consiglio Nazionale delle
Ricerche - Dipartimento Energie e Trasporti e
la Scuola Superiore di Studi Universitari e di
Perfezionamento S.Anna di Pisa.
Il Centro intende fornire i propri servizi per
ridurre il gap fra obiettivi e risultati nell’am-
bito delle Energie Rinnovabili e promuovere
lo sviluppo e la diffusione delle innovazioni
che si rendono disponibili, favorendo il tra-
sferimento di nuovi metodi alle imprese, che
entrano nella filiera energetica a vario titolo.
“È necessario - spiega Sergio Chiacchella,
direttore del Co.Svi.G. e coordinatore del
Distretto - che il trasferimento tecnologico sia
Il progetto NEFTIH2New Energy For Tomorrow Intelligent House
Si tratta di uno studio sulla
realizzazione di un impianto
dimostrativo domotico con l’in-
tegrazione di fonti energetiche inno-
vative. Presso il CITT è stata installata
una piccola unità abitativa energeti-
camente indipendente in grado di non
sovraccaricare la rete elettrica nazio-
nale, ottimizzando le tempistiche
di prelevamento e di immissione di
energia elettrica. Ottimizzazione del
risparmio energetico di una unità
abitativa di tipo tradizionale, succes-
siva alla sua costruzione attraverso
l’integrazione di gestione domotica e
di alimentazione da fonti energetiche
innovative. Informazioni più detta-
gliate sono disponibili sul sito:
www.neftih2.it
accompagnato da una concreta e continua
attività di formazione professionale, che il CITT
intende sviluppare creando le nuove classi di
imprenditoria”.
Inoltre, per favorire la diffusione delle informa-
zioni sulle buone pratiche e sulle tecnologie di
avanguardia per i processi di trasferimento
tecnologico e adattabilità operativa delle
FER, il CITT si propone l’obiettivo di creare un
Centro di Documentazione, che dovrà essere
una vera e propria banca dati delle innovazioni
tecnologie e potrà essere punto di riferimento
per gli operatori del settore.
“L’obiettivo fondamentale del Centro di
Monterotondo Marittimo - conferma Sergio
Chiacchella - è quello di allestire progetti ope-
rativi, studi di fattibilità, ricerche di settore e
rapporti scientifici funzionali in vari campi col-
legati alle FER e in particolare nel campo delle
ricerche e report scientifici di valutazione e
pianificazione energetica. In sostanza occorre
individuare, elaborare e realizzare progetti
regionali, nazionali ed europei finalizzati al
trasferimento tecnologico, al risparmio ener-
getico, alla realizzazione di impianti alimentati
con FER” .
Il CITT nasce con una inclinazione forte al
lavoro in network, definendo partenariati e
siglando accordi formali con APEA, ARSIA,
Agenzia Energetica di Pisa.
Altri partner come il GAL Etruria, Etruria
Innovazione, CITIS, Rivoira, Caritas di Lucca,
l’Università di Siena, collaboreranno con il Citt,
come pure le aziende produttrici-installatrici
che si occupano di energia rinnovabile.
Informazioni: www.distrettoenergierinnovabili.it
In alto e a destra: la casa DomoticaIn basso: La sede del Citt
[
70
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Il CEGLper valorizzare la geotermia facendo ricorso a tecnologie innovative.
Il Centro di Eccellenza sulla geotermia
(CEGL) è nato a Larderello per iniziativa
dell’amministrazione di Pomarance e di
Co.Svi.G. che hanno coinvolto tre Enti di Ricerca
pisani (L’Università di Pisa, la Scuola Sant’Anna
e l’Istituto per le geoscienze del CNR).
Ricordiamo che Larderello (un insediamento
nato e concepito solo per il lavoro) venne fon-
dato nel 1827 da Francesco De Larderel, esule
francese a Livorno che si occupò dello sfrutta-
mento dell’acido borico.
Vi furono costruiti gli uffici, le abitazioni, il
teatro, il centro sportivo e la chiesa progettata
da Michelucci che si affacciano sulla piazza
dedicata al Granduca Leopoldo II°, il nobi-
luomo che proseguì la politica di valorizza-
zione dell’industria boracifera.
Il Centro si occuperà dei diversi aspetti della
geotermia e sarà soprattutto coinvolto per le
attività di ricerca applicata sulle risorse come,
ad esempio, uno screening del territorio toscano
per scoprire ulteriori potenzialità geotermiche e
nei rapporti con gli altri Paesi del pianeta.
Il Centro intende promuovere la diffusione
e la valorizzazione della geotermia facendo
ricorso a tecnologie innovative, e adottando
soluzioni ambientalmente sostenibili e con
elevata accettabilità sociale. Pertanto il CEGL
si propone non solo come punto di riferimento
a livello internazionale sia nella ricerca che
nel trasferimento di know how tecnologico nel
settore geotermico, ma rappresenta un utile
strumento per lo sviluppo di iniziative di col-
laborazione e networking tra partner nazionali
e internazionali.
Nella sua prima fase di attività, il Centro ha
provveduto a predisporre i sistemi informatici
e le strutture di supporto per la gestione degli
studi geotermici.
Un gran lavoro è stato effettuato per adde-
strare e trasferire nel proprio organico ade-
guate competenze scientifiche, tecnologiche,
tecnico-giuridiche ed economiche imple-
mentare una banca dati multidisciplinare e
una piattaforma GIS in grado di favorire l’ag-
giornamento e la razionalizzazione dei dati e
delle cartografie tematiche esistenti. Tra gli
obiettivi troviamo la promozione dell’ attività
di divulgazione (organizzazione di eventi e
predisposizione di materiale informativo)per
implementare nuovi progetti.
Ci si muove su quattro filoni tematici princi-
pali: la valutazione degli effetti degli utilizzi
delle risorse geotermiche a bassa temperatura
e ad alta temperatura, la valorizzazione delle
migliori pratiche di settore e lo sviluppo degli
strumenti di promozione dei piani di gestione
sostenibile della risorsa.
Fra gli approcci applicativi implementati nel
Centro, particolare rilevanza hanno le tecniche
di Life Cycle Assessment e Lyfe Cycle Costing,
di technology assessment, di valutazione delle
performance ambientali, di analisi comparata
delle migliori pratiche di settore per l’integra-
zione degli utilizzi geotermici in ambito pro-
duttivo e residenziale, nonché le più moderne
tecniche di indagine geologica e geotermica.
“Anche in questo caso - spiega il coordinatore
del Distretto Sergio Chiacchella - abbiamo
avviato una complessa rete di collaborazioni
per individuare e possibilmente rafforzare le
opportunità di interazione tra i soggetti locali,
nazionali ed internazionali operanti nella
filiera geotermica nella raccolta ed elabora-
zione di tutte le informazioni scientifiche, tec-
niche, economiche e ambientali su cui basare
lo sviluppo e le analisi di sostenibilità di nuove
tecnologie e applicazioni”.
Il CEGL è in grado di sviluppare collaborazioni
con aziende, pubbliche amministrazioni e ope-
ratori del settore.
Tuttavia la funzione principale di trasferimento
dell’innovazione tecnologica dei due Centri
dovrà essere svolta anche attraverso atti-
vità dimostrativa nel Distretto delle Energie
Rinnovabili, dove è prevista la realizzazione di
impianti di produzione energetica.
Lavori in Corso CEGL anno 2008-2009- Supporto agli enti locali per il tra-
sferimento di adeguate competenze
tecnico-giuridiche in tema di gestione
delle risorse geotermiche;
- technology assesment e valutazioni
economiche ed ambientali comparative
per l’identificazione delle migliori pra-
tiche per lo sfruttamento delle risorse
geotermiche;
- raccolta di dati, informazioni e meto-
dologie al fine di accrescere le attuali
conoscenze scientifiche, tecniche, eco-
nomiche e ambientali ma anche per
favorire lo sviluppo di nuove metodo-
logie di valutazione del potenziale geo-
termico su scala nazionale, regionale o
comunale.
- attività di ricerca, raccolta e divulga-
zione di dati riguardanti la geotermia
al fine di favorire partnership tra le
aziende o le pubbliche amministrazioni
interessati allo sviluppo di progetti.
- approfondimenti delle analisi geo-
elettriche e geochimiche a supporto
della valutazione della sostenibilità
degli utilizzi idrotermali;
- stimolo del dibattito ed organiz-
zazione di eventi internazionali che
riguardino la geotermia;
- attività di monitoraggio ambientale
con particolare riferimento ai parametri
critici per suolo, acque ed atmosfera;
- erogazione di iniziative di formazione
per imprese, professionisti e dipen-
denti delle pubbliche amministrazioni
mediante corsi brevi, seminari residen-
ziali e attraverso il lancio di un master
internazionale sulla geotermia.
In alto: Francesco De Larderel,fondatore di LarderelloIn basso: la chiesa progettata dall’architetto Michelucci
[
INNOVAZIONE
71
Co.S
vi.G
.2 le sedi del Consorzio per lo Sviluppo delle Aree
Geotermiche (Co.Svi.G.)- Radicondoli, (Sede Legale e Ufficio Contabilità) Via Tiberio Gazzei, presso il Palazzo Comunale tel / fax 0577 752950- Firenze (Sede Operativa e Direzione Generale) Via Vincenzo Bellini 58, tel. 055 368123 / fax 055 3217026www.distrettoenergierinnovabili.it
9 i Comuni che fanno parte del Distretto La comunità meno popolosa è Monteverdi Marittimo, 701 abitanti, in provincia di Pisa,mentre il paese più grande risulta Pomarance, in provincia di Pisa.Gli altri Comuni sono Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina, (tutti in provincia di Pisa), Monterotondo Marittimo e Montieri (in provincia di Grosseto), Casole d’Elsa, Chiusdino, Radicondoli (in provincia di Siena).
1.200 chilometri quadrati l’estensione del comprensorio inserito tra i Comuni al confine delle province di Siena, Pisa e Grosseto.
Tep (Tonnellate equivalenti di petrolio) complessive di risparmio energetico annuo ottenuto con l’uso diretto della geotermia nei vari cicli produttivi e nei teleriscaldamenti.
22.000
69.000 tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera grazie all’uso termico della geotermia.
4.300 utenze utilizzano il sistema di teleriscaldamento nell’area geotermica.
1.300.000 metri cubi la volumetria complessiva riscaldata.
i numeri del Co.Svi.G.
72
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
É una corsa contro il tempo, ma si può
fare. Si deve fare.
Le grandi ruspe stanno lavorando da
giorni sul crinale, in località la Miniera di
Montecatini Val di Cecina, dove Energetic
Source (gruppo Avelar Energy-Renova), affer-
mata azienda bresciana nel campo della pro-
gettazione, costruzione e gestione d’impianti
energetici da fonti rinnovabili, tramite la
società di scopo ERT Srl Energie Rinnovabili
Toscana, si è aggiudicato l’appalto per
costruire un Parco eolico costituito da 6 aero-
generatori che prevede grossi benefici econo-
mici, attraverso vantaggiose royalties (e non
solo) alla comunità locale.
É il primo di due progetti eolici che verranno
realizzati nel Distretto delle Energie Rinnovabili
della Toscana, in grado di produrre a regime
circa 16200 MWh di energia elettrica, pari
al consumo annuo di circa 15 mila persone.
Dovrà essere pronto entro la fine dell’anno.
Il secondo sarà costruito a Monterotondo
Marittimo. Tecnici, operai, progettisti lavorano
alacremente di giorno e, qualche volta, anche
di notte. In qualche raro momento di pausa,
quando non c’è foschia, riescono a vedere il
mare, l’arcipelago Toscano e, sullo sfondo
la Corsica.
Ma i ritmi sono tali che non ci si bada. La
squadra al lavoro è formata da gente dai
muscoli d’acciaio abituata a operare in condi-
zioni difficili, anche in alta quota, in mezzo alla
neve, sulle montagne più impervie.
Fanno capo alla Gespi di Brescia che sta realiz-
zando le opere civili e alla Leitner Technologies
di Vipiteno, azienda leader mondiale da oltre
un secolo, degli impianti di risalita, che oggi
ha acquisito un know how anche nel settore
dei generatori eolici.
Sono di recentissima produzione e rappresen-
tano quanto di meglio il mercato possa offrire.
NUOVE ENERGIEAnche il vento entra a far parte del mix energetico dell’area geotermica
La sfida per imbrigliare Eolo
Energetic Source (gruppo Avelar Energy-Renova), affermata azienda bresciana nel campo della
progettazione, costruzione e gestione d’impianti energetici da fonti rinnovabili e del trading
energetico, sta costruendo, tramite la società di scopo ERT Srl Energie Rinnovabili Toscana, un
Parco eolico costituito da 6 aerogeneratori che prevede grossi benefici economici, attraverso
vantaggiose royalties alla comunità locale.
In basso: piattaforma di base degli aerogeneratori
A destra: Stazione di stoccaggiodelle componenti delle torri eoliche
[
73
L’avanzatissima tecnologia della Leitner (è
stato scelto l’aerogeneratore di tipo Leitner
da 1,5 Mw che utilizza fibra di vetro in resine
epossidiche nella costruzione delle pale),
unita alla collaudata capacità progettuale e di
gestione di Energetic Souce, rappresentano la
soluzione ottimale per produrre energia pulita
da fonte eolica, in linea con l’innovazione, l’af-
fidabilità e le norme vigenti.
La produzione di energia elettrica, utilizzando
la forza del vento, permette di evitare l’immis-
sione in atmosfera di pericolosi inquinanti che
sono associati ai fenomeni di combustione
presenti nella generazione elettrica conven-
zionale. In particolare l’impianto eolico “la
Miniera” eviterà ogni anno l’immissione in
atmosfera di 16200 tonnellate di CO2, 22,7
tonnellate di SO2, 30,8 tonnellate di NO2.
La fattoria eolica sarà costituita da 6 aerogene-
ratori alti 61,5 metri che vantano un’innovativa
tecnologia da 1500 kW di potenza nominale.
Le torri eoliche hanno un diametro del rotore
di 77 e una velocità di accensione:di 3 m/s,
mentre la velocità di spegnimento risulta di
20 m/s.
Torniamo ai lavori.
Nel sito le opere civili di scavo delle fondazioni
delle torri sono state da tempo completate, la
base delle torri è stata rinforzata con armature
in ferro e gettate di cemento a completamento
della fondazione. Una seconda squadra di
operai sta realizzando l’area di collegamento
alla rete nazionale. L’impianto eolico sarà
inoltre completato dalle necessarie infrastrut-
ture per il trasporto e l’installazione degli
aerogeneratori, la raccolta dell’energia pro-
dotta, il collegamento dell’impianto alla rete
elettrica nazionale.
La ‘Fattoria denominata “La Miniera”, con un
chiaro riferimento al luogo e alla storia indu-
striale del paese della Val di Cecina (la loca-
lità vide nascere nel 1888 la Montecatini, dal
nome del posto, che divenne poi Montedison,
come descritto a pag. 67), alimentata esclu-
sivamente dal vento, rientra a pieno titolo,
nell’itinerario didattico inserito nel territorio
geotermico. Il progetto nasce dalla collabo-
razione tra il Comune di Montecatini Val di
Cecina e il Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo
delle aree Geotermiche).
L’ impianto rimarrà di proprietà del Consorzio
che ha affidato la concessione alla società
energetica Energetic Source sulla base di una
gara di appalto.
Energetic Source è controllata dal gruppo
Avelar Energy, diretto in Italia da Igor Akmerov
e Marco Giorgi, parte del colosso russo Renova
che fa capo al magnate Viktor Vekselberg.
Sulla base dell’accordo, l’azienda bresciana
(che sta potenziando i piccoli impianti di pro-
duzione da fonti rinnovabili in Lombardia e in
Puglia per circa 55 milioni di kilowatt/ora),
si è occupata della progettazione definitiva,
dell’esecuzione dei lavori pubblici, e dei lavori
ad essi strutturalmente e direttamente colle-
gati, che dovranno comunque rispondere ai
severi requisiti ambientali sia in fase di can-
tiere che in fase di esercizio.
Il progetto prevede la costruzione di un
secondo impianto eolico a Monterotondo
Marittimo.
A seguito della costruzione, Energetic Source
avrà la concessione per ventinove anni per la
gestione dei due impianti eolici (per un totale
di 16,5 MW) che dovranno produrre un quanti-
tativo di energia in grado di soddisfare il fabbi-
sogno di oltre 27 mila famiglie e l’abbattimento
di quasi 28 mila tonnellate di emissioni di Co2.
Gli impianti rimarranno di proprietà del
Co.Svi.G, che ha avviato l’iter procedurale del
progetto preliminare, lo studio di screening e
tutte le pratiche necessarie per le concessioni
comunali e regionali, consegnando all’azienda
assegnataria un progetto praticamente in fase
di definizione.
Al Co.Svi.G, destinatario del contributo regio-
nale di circa 3 milioni di Euro, toccherà veri-
ficare la qualità tecnico-costruttiva dei nuovi
impianti, la capacità e la trasparenza nei rap-
porti con il territorio e, più in generale, la rea-
lizzazione nel pieno rispetto dell’ambiente.
Il Consorzio ha anche il compito di garantire la
promozione dei due impianti eolici.
Ci sono comunque i benefici economici
diretti: Energetic Source, grazie alla vendita
dell’energia prodotta, pagherà alle casse del
Consorzio e dei Comuni sedi d’impianto una
royalty complessiva pari al 6% del fatturato.
Tali somme saranno destinate al crescente
sviluppo economico e sociale dell’area geo-
termica. Il costo degli impianti eolici sarà di 23
milioni euro.
75
Ebbene, questo patrimonio viene gestito e moni-
torato costantemente da squadre di tecnici, di
provata affidabilità ed esperienza. É lo staff tec-
nico di Isolver che, negli ultimi quarant’anni, si
è occupato di particolari attività legate alla pro-
duzione geotermica, intervenendo direttamente
nell’ordinaria e straordinaria manutenzione
degli impianti.
In sostanza si può dire che in questa zona sono
nate nuove professioni, tutte di altissimo livello.
Tanto da avviare una fiorente attività, nata dalla
tenacia di uomini capaci e volenterosi che sono
riusciti a coniugare le esigenze urbanistiche e
ambientali, con la salvaguardia di una vera e pro-
pria « industria della memoria », intervenendo in
un comparto dove fantascienza, surreale e tec-
nologie moderne rappresentano un tutt’uno.
É questa la storia dell’azienda di Castelnuovo Val
di Cecina, una società solida e matura, pronta a
festeggiare i suoi primi quarant’anni.
Dall’album dei ricordi del passato alle più
moderne attività economiche.
Le ultime generazioni di tecnici, manager e
maestranze hanno saputo trasformare il pro-
prio consolidato know how in nuove occasioni
di sviluppo. Condividono con gli uomini che li
hanno preceduti in azienda una costante pro-
pensione al lavoro. Tenacia, preparazione, abne-
gazione: questi i valori che rappresentano gli
elementi propulsori necessari al recupero e alla
manutenzione delle aree industriali che hanno
tipologie a basso impatto ambientale come
quelle geotermiche.
La società ISOLVER SpA fondata nel 1969, che
opera con serietà e professionalità nel settore
industriale al servizio di grandi società pubbliche
e private svolgendo attività specialistiche, oggi
guarda ai prossimi quarant’anni con esperienza
consolidata.
“La nostra azienda - spiega il dott. Massimo
Conti, Amministratore delegato dell’Isolver - ha
cominciato eseguendo lavori di isolamento ter-
mico e termoacustico e di verniciature industriali,
poi si è ampliata, man mano, affermandosi nei
ANNIVERSARI La Toscana che produce
Quarant’anni nel segno della qualità
settori dell’edilizia industriale, movimento terra,
noleggio autogru e piattaforme aeree, garan-
tendo un attrezzato parco macchine in costante
rinnovamento.
Oggi svolgiamo anche l’attività di Bonifica
Ambientale, svolta da personale esperto,
sottoposto ad un’attenta preparazione pro-
fessionale, che assicura un elevato livello di
qualità e sicurezza”.
E per il futuro ? “Desideriamo ancora migliorare
- conclude Massimo Conti - la nostra società può
vantare una lunga serie di certificazioni e atte-
stati di merito e affidabilità. La migliore promo-
zione ce la fanno i nostri clienti che sembrano
soddifatti. Non ci pare poco”.
L’Isolver di Castelnuovo Val di Cecina svolge attività altamente specialistiche legate alla produzione geotermica, intervenendo direttamente nell’ordinaria e straordinaria manutenzione degli impianti.
Chi percorre il territorio geotermico scopre,
poco a poco, un andirivieni di tubazioni
che si inseguono come serpenti di acciaio,
attraverso un reticolo di condotte, utilizzate per
il trasporto del fluido geotermico che alimenta
le centrali.
Ci si chiede come vengano salvaguardati e moni-
torati questi impianti, tecnologicamente avan-
zatissimi, che si contrappongono alle invadenti
strutture del passato, ormai reperti di archeo-
logia industriale destinati a diventare vere e pro-
prie attrazioni, memorie di una storia industriale
che si coniuga, oggi, con l’hi-tech e la natura.
In alto: Massimo Conti,amministratore delegato ISOLVER
A sinistra: un separatore acqua-vaporedell’impianto geotermico del lago boracifero
[
76
“Quali sono le tecniche di finanziamento più uti-lizzate in Italia per i progetti nel campo delle energie rinnovabili?I progetti nel settore delle energie rinnovabili si
differenziano molto in funzione del tipo di fonte
e delle dimensioni dell’impianto, con una vasta
gamma di tipologie di impianti che vanno dal
pannello solare da istallare sopra il tetto della
propria abitazione, agli impianti da biomasse,
fino ai parchi eolici.
La realizzazione di ogni tipo di progetto può
essere sostenuta con varie forme di finanzia-
mento: per gli impianti di medie e grosse dimen-
sioni la tecnica di finanziamento più utilizzata è
senza dubbio quella del project financing, mentre
per i medi e piccoli impianti vengono utilizzate
altre forme: dal finanziamento su base corpo-
rate, spesso con la costituzione di una società
veicolo, al leasing, fino al credito al consumo per
gli impianti domestici.
Chi sviluppa progetti d’investimento nel settore
delle energie rinnovabili è sovente sottocapita-
lizzato ed ha una storia creditizia breve, il che
porta i finanziatori esterni a percepire un rischio
di credito elevato. Ecco quindi che l’intervento
pubblico, attraverso le forme di sostegno al
prezzo dell’energia proveniente da fonti rinno-
vabili, svolge un ruolo propulsivo fondamentale:
permette di ridurre il livello di rischio dell’investi-
mento ed accresce i flussi di investimento.
Elemento comune a tutti questi finanziamenti,
anche quelli su base corporate, è il fatto che la
capacità dell’impresa che realizza l’investimento
di ripagare il debito è valutata sui cash flows
generati dal progetto piuttosto che sulla base
delle garanzie prese a supporto.
Una leva importante può arrivare anche dai fondi
di investimento, ormai messi a punto da alcuni
anni dagli investitori stranieri ed in veloce evolu-
zione anche sul mercato italiano, oltre agli inter-
venti di private equity e venture capital.
Gli istituti finanziari si sono affrettati a svi-luppare nuovi prodotti destinati a favorire la penetrazione sul mercato di sistemi e attrezza-ture energetiche sostenibili e a stimolare inve-stimenti. Cosa propone MPS Capital Services Banca per le imprese?Le tipologie di aziende che si avvicinano a
queste tematiche sono molteplici. Il Gruppo
Montepaschi è in grado di rispondere ad ognuna
delle loro richieste facendo intervenire le diverse
società del Gruppo a seconda del tipo di esi-
genza finanziaria: dal credito al consumo per gli
impianti domestici, al prodotto dedicato a piccoli
impianti, fino al leasing ed all’assistenza specia-
lizzata per impianti di medie e grandi dimensioni
fornita da MPS Capital Services.
MPS Capital Services ha da tempo messo a
punto prodotti di finanziamento per gli impianti
alimentati dalle diverse fonti energetiche rin-
novabili, così declinati: impianti eolici, impianti
fotovoltaici; centrali mini idro; impianti a biogas;
impianti a biomassa.
La nostra Banca fornisce leve finanziarie molto
spinte, con la possibilità di accrescerle ulte-
riormente in caso di investimenti realizzati da
aziende già operative ed in presenza di sponsor
particolarmente qualificati.
La durata può arrivare fino a 18 anni, incluso un
periodo di pre-ammortamento commisurato ai
tempi di realizzazione dell’investimento. Il tasso
può essere variabile o modulare ed il rimborso
avviene mediante un piano di ammortamento
con rate semestrali o annuali.
Le forme di finanziamento spaziano da quelle
su base corporate alla finanza di progetto
(project financing), soprattutto per gli impianti
di grandi dimensioni.
Molto spesso le aziende si rivolgono a noi cer-
cando un supporto ed un confronto su temi che
esulano dal semplice aspetto finanziario: soprat-
tutto per la finanza di progetto, non è molto
frequente trovare operatori in grado di gestire
autonomamente tutti gli aspetti dello sviluppo di
progetti così complessi: ci sono clienti più esperti
dal punto di vista tecnico ed altri più competenti
dal punto di vista organizzativo-gestionale o
finanziario. Con l’attività di advisory, svolgiamo
un ruolo di project management a fianco del
cliente, intervenendo direttamente o coordi-
nando l’attività di altri consulenti indipendenti
ed assistiamo così l’azienda nelle diverse fasi
di realizzazione del progetto. Sono stati messi
a punto anche diversi accordi commerciali con
importanti partner tra i quali Enel.si, Beghelli e
Acea, oltre a alcune medie aziende installatrici
di pannelli fotovoltaici e costruttrici di impianti
energetici alimentati a biomasse.
DOCUMENTOIntervista a Ferdinando Martini, responsabile ufficio sviluppo energie rinnovabili di MPS Capital Services Banca per le Imprese SpA
Montepaschi:facciamo crescere l’energia pulita
Secondo il rapporto Unep - United
Nations Environment Programme il
23% di tutta la nuova energia installata
lo scorso anno viene da fonti verdi, dieci volte
di più di quella nuova ottenuta dal nucleare,
e ormai le rinnovabili rappresentano il 5,4%
della produzione energetica mondiale.
In un contesto variabile l’Italia faticosamente
mantiene il passo. I sostenitori dell’energia
pulita stanno aumentando anche in Italia
dove si osserva un alto livello di attenzione
su investimenti di breve e medio periodo negli
impianti di produzione. Anche l’industria e le
banche stanno diventando sempre più attente
agli investimenti in questo settore.
Ferdinando Martini,MPS Capital Service [
77
“In questi anni abbiamo, quindi, maturato una
forte esperienza avendo sostenuto, con project
financing o con la finanza tradizionale, la rea-
lizzazione di molti impianti che oggi producono
qualche milione di MWh di energia rinnovabile.
Il project financing può contribuire ad allargare il mercato, favorendo l’ingresso di imprese di fascia media con risorse limitate, ma comunque dotate di solidità tecnica e finanziaria. La vostra banca formula architetture contrattuali interes-santi? Ancora: quali sono i tempi per ottenere i finanziamenti?Il Project Financing è una tecnica di finanzia-
mento che indubbiamente si presta molto bene
alle tipologie di investimento del mondo delle
energie rinnovabili.
A differenza dei finanziamenti all’impresa (cor-
porate) basati sulla valutazione dell’equilibrio
economico-finanziario aziendale e degli effetti
dei nuovi investimenti su tale equilibrio com-
plessivo, il Project Financing si basa sull’ana-
lisi dell’equilibrio economico-finanziario di un
singolo progetto d’investimento. É pertanto
un metodo per determinare una struttura otti-
male di finanziamenti per la realizzazione di un
progetto, nel cui ambito trovano applicazione
i tradizionali strumenti di finanziamento, sia a
titolo di capitale di rischio (equity), sia a titolo
di debito (mutui a medio e lungo termine, pre-
stiti subordinati, leasing, prestiti obbligazio-
nari, anticipazioni IVA, ecc.).
Un’altra caratteristica importante del project
financing è il fatto che le garanzie (security
package) sono prevalentemente di natura con-
trattuale (obblighi a carico dei partecipanti alla
realizzazione e gestione del progetto). La garanzia
reale ricorrente è costituita dal pegno sulle quote/
azioni del capitale sociale della Special Purpose
Vehicle, a fianco del ricorso a coperture assicura-
tive specifiche a fronte dei rischi.
La Banca è in grado, quindi, di fornire assistenza
ai promotori per tutti gli aspetti finanziari del
progetto, svolgendo i diversi ruoli:
-advisor (consulenza per fattibilità su basi
project financing);
-arranger (consulenza per bancabilità del
progetto e sindacazione);
-lender (finanziatore), sia singolarmente che
nell’ambito di finanziamenti in pool.
Ritornando alla seconda parte della domanda,
i tempi di erogazione variano molto in funzione
del tipo di progetto, della complessità delle
opere da realizzare, oltre che della tempistica
dell’iter autorizzativo, che nel settore energetico
è particolarmente articolato.
Il Gruppo MP, in questo settore strategico delle energie rinnovabili ha giocato d’anticipo rispetto
ad altri Istituti. In Toscana, in particolare, MPS ha stabilito importanti accordi strategici di collabo-razione con il territorio che possono significare, sotto l’aspetto bancario, le “buone pratiche”. Ci fa qualche esempio?Senza dubbio il Gruppo MP si è mosso su questi
temi con grande tempestività. Un nostro fiore
all’occhiello è sicuramente l’accordo fatto con la
Regione Toscana per lo stanziamento di un fondo
di 150 milioni volto a sostenere gli investimenti
in impianti termici ed elettrici ad energia rinno-
vabile, per interventi di risparmio energetico e
progetti di ricerca e sviluppo in tali ambiti.
Con il ruolo di sponsor, siamo stati a fianco della
Regione Toscana anche nelle diverse edizioni del
Premio Toscana Eco-efficiente, iniziativa volta a
premiare i cittadini, enti e aziende che abbiano
realizzato processi, sistemi, tecnologie e prodotti
innovativi in un’ottica di ecoefficienza, qualità e
sostenibilità della vita dei cittadini.
In Toscana ed a livello nazionale, consideriamo
fondamentali i rapporti con le istituzioni e le
associazioni nel settore dell’energia e gli Istituti
di Ricerca. In quest’ultimo ambito ricordiamo il
sostegno da parte della nostra Banca al progetto
“Solar Energy Report” e la presenza all’interno
del relativo Gruppo di Lavoro della School of
Management del Politecnico di Milano, a cui è
stato assegnato lo studio e la relativa diffusione
di informazioni riguardo la produzione di energia
da solare fotovoltaico, termico e termodinamico
nella varietà delle loro applicazioni.
Dal punto di vista industriale, stiamo valutando
con alcuni imprenditori la possibilità di assisterli
nella realizzazione in Toscana di stabilimenti per
la produzione di pannelli fotovoltaici.
Rinnovabili e profitto, investire convieneAltro tema di grande attualità: i finanziamenti per realizzare impianti (fotovoltaico ad esempio) ad uso familiare. Ci illustri le proposte di MPS.I prodotti sono sostanzialmente due:
1)“PRS Ambiente e Casa” erogato da Consum.it,
la società dedicata al credito al consumo: è un
prestito personale dedicato a quelle famiglie che
intendono realizzare investimenti per la tutela e
salvaguardia dell’ambiente e, necessitando di
importi limitati, vogliono usufruire di una forma
di finanziamento immediata. Il prestito ha tempi
di erogazione veloci e l’importo finanziabile varia
da un minimo di 15.000 euro ad un massimo di
50.000 euro con un piano di ammortamento che
ha una durata compresa, a scelta del cliente, tra
48 e 120 mesi. Il finanziamento è disponibile a
tasso fisso con rata mensile definita e costante.
2) Il pacchetto Welcome Energy, disponibile
presso le reti commerciali del Gruppo, è desti-
nato a finanziare a medio e lungo termine la
realizzazione di un impianto fotovoltaico con
l’eventuale aggiunta di prodotti e servizi assicu-
rativi per coprire a 360° le esigenze dell’azienda
realizzatrice. Tali prodotti consistono in un
conto dedicato, utile per la canalizzazione degli
incentivi e/o degli incassi derivanti dalla vendita
dell’energia, una polizza a copertura assicurativa
contro i rischi quali incendio o furto, oltre alla
polizza “Ecoenergy” dedicata al risarcimento dei
danni derivanti dalla mancata o ridotta produ-
zione di energia elettrica durante un periodo di
inattività dell’impianto.
Il finanziamento, a tasso fisso o variabile può
avere una durata fino a 18 anni ed è stato alle-
stito per far fronte alle esigenze di progetti di
medie dimensioni
Possiamo concludere dicendo che questo set-tore sta vivendo un momento di grande sviluppo. Quali sono i vostri obiettivi a medio e lungo ter-mine in questo ambito?Siamo convinti che lo sviluppo di questo settore
può essere un volano importante per un rilancio
tecnologico ed industriale del nostro Paese: se
prendiamo in considerazione l’intera “filiera delle
energie rinnovabili” notiamo come in Europa
siano già evidenti le ricadute positive sulla com-
petitività industriale e gli aumenti occupazionali
derivanti dallo sviluppo di tecnologie per la pro-
duzione di energia da questo tipo di fonti.
Anche in Italia si stanno concretizzando molte
premesse favorevoli: da parte del Governo,
gli incentivi, Conto Energia e Certificati Verdi,
e le semplificazioni autorizzative; da parte di
molte Regioni l’emanazione di Piani Energetici
Regionali contenenti concreti sostegni allo svi-
luppo delle energia da fonti rinnovabili, che ha
prodotto un fervido interesse ed una vivace atti-
vità da parte del mondo imprenditoriale.
Siamo convinti delle potenzialità di sviluppo
e coscienti di come anche il settore finanziario
giochi un ruolo fondamentale; il Gruppo MP ha
già compiuto passi importanti su queste tema-
tiche cercando di organizzarsi al meglio per
essere in grado di sostenere le aziende che inten-
dono investire in questo ambito e affiancare le
istituzioni nella creazione delle migliori condi-
zioni di sviluppo economico.
C’è da parte nostra poi la continua ricerca per la
messa a punto di nuovi servizi finanziari dedicati
alle diverse tematiche correlate al Protocollo di
Kyoto: siamo infatti in procinto di rendere dispo-
nibili una serie di nuovi servizi nell’ambito del
commercio delle emissioni di CO2; oltre ad essere
a fianco delle imprese italiane nel loro crescente
interesse nei confronti dell’indotto produttivo
legato alla componentistica in ambito di energie
rinnovabili -produzione di pannelli, celle fotovol-
taiche ed il relativo assemblaggio.
78
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Il trattore avanza lentamente portando nel
rimorchio un carico di valigie e zaini, una
visione frequente in un aeroporto, su e
giù dagli aerei ai toboga e viceversa, ma in
questo caso intorno non c’è il minimo rumore
o l’acre odore di carburante; intorno ci sono
solo il silenzio e i colori di una delle più belle
vallate alpine, e sullo sfondo la maestosità
del Cervino, la “montagna” per eccellenza.
Il carico di bagagli sarà man mano scaricato
nelle strutture ricettive di Chamois, un piccolo
paese di poco meno di cento abitanti, total-
mente “car free”.
Qui infatti non arrivano auto e, a parte la
vecchia mulattiera che porta a piedi al paese
vicino, l’unico vero mezzo di collegamento è la
funivia regionale che in quattro minuti sale dal
fondo valle ai quasi millenovecento metri del
centro abitato. I pochi mezzi che girano per le
stradine sono o elettrici o di soccorso, ma in
caso di emergenza è disponibile l’elicottero in
una manciata di minuti.
Le auto rimangono nel parcheggio a valle da
dove parte anche la teleferica per le merci.
L’esperienza “car free” di Chamois è ora
entrata nel gruppo delle “perle delle Alpi”,
un elenco di 22 località alpine, dieci sono in
COMUNI “VIRTUOSI”PERLE DELLE ALPILassù tra le montagne, l’unicità di un luogo-sistema
In Valle d’Aosta Chamois ha da sempre la vocazione alla mobilità sostenibile
L’esperienza “car free” del piccolo Comune di fronte al maestoso Cervino risponde ai
criteri di vacanza sostenibile, tutela del clima e qualità turistica d’eccellenza.
Il presidente della Regione Augusto Rollandin ricorda che la Vallèe è impegnata
in programmi di ricerca sulle energie alternative e su un maggior rispetto e
sostenibilità dell’ambiente.
Italia, che rispondono ai criteri di vacanza
sostenibile, tutela del clima e qualità
turistica d’eccellenza.
Le perle delle Alpi come Chamois debbono
essere facilmente raggiungibili con un mezzo
pubblico, in questo caso la funivia ma possono
essere anche treni e bus; debbono garantire
una facilità di movimento verso le mete turi-
stiche (ad esempio, a Chamois d’estate ci
sono anche le biciclette a disposizione, in
Remo Ducly,sindaco di Chamois
Scorcio di Chamois
[
[
79
altre località le carrozze a cavalli); sono impe-
gnate a perseguire una politica di rispetto
dell’ambiente e risparmio energetico; offrono
molteplici iniziative per lo svago dei turisti e
si impegnano a risolvere eventuali problemi
di spostamento (la funivia in certi giorni
d’estate e d’inverno prolunga le sue corse
fino a mezzanotte). In due parole, l’obiettivo,
promosso dall’UE, è la mobilità dolce, un con-
cetto che va di pari passo con le iniziative di
sostenibilità ambientale promosse da tante
Amministrazioni locali.
Il Sindaco, Remo Ducly, sottolinea come la
vocazione di Chamois per la mobilità soste-
nibile venga da lontano, dalla metà degli
anni sessanta quando si scelse con un refe-
rendum il collegamento funiviario, ma è
dovuto passare ancora del tempo perché la
grande maggioranza degli abitanti si convin-
cesse delle opportunità offerte nel migliorare
l’appeal turistico.
“É chiaro che il mezzo di trasporto “originale”
da solo non basta a invogliare il turista -
sottolinea il Presidente della Regione Valle
d’Aosta Augusto Rollandin - ed è importante
che Chamois sia inserito nella più vasta
offerta di un’ area alpina come la Vallée, ma
è anche importante sottolineare come tutta la
Regione ritenga un’interessante opportunità
i programmi UE anche in accordo con le altre
regioni transfrontaliere. A questo proposito
la Valle d’Aosta è impegnata in programmi di
ricerca sulle energie alternative e su un mag-
gior rispetto e sostenibilità dell’ambiente.”
“L’unico neo da segnalare - aggiunge Rollandin-
riguarda il rischio che l’Unione europea finisca
col mettere troppi paletti in determinati ambiti
come quello ambientale, vincoli che, se non
adeguati allo specifico territorio, non tengono
conto delle particolari esigenze, ad esempio,
delle zone di montagna.”
Ma facendo un bilancio delle iniziative alle quali
partecipa la Regione il Presidente Rollandin
sottolinea come, sia la collaborazione
transfrontaliera, sia quella in ambito locale,
permettano anche ai piccoli territori, senza
grandi numeri, di ottenere ottimi risultati.
“Si tratta a volte di progetti che coinvolgono
piccole comunità - conclude Rollandin - ma
quel che importa è che il progetto sia serio
e garantito da persone competenti e affronti
problemi reali dei cittadini. Solo così si rende
vitale e forte il sistema delle autonomie”.
Chamois ha scelto dunque una strada di
sostenibilità entrando a far parte di un lungo
elenco di amministrazioni locali europee che
perseguono con una miriade di iniziative
l’attenzione verso l’ambiente e l’uso delle
energie alternative e rinnovabili, a beneficio
della qualità della vita dei cittadini. Un lungo
elenco che sempre più spesso fa sistema e
che è destinato a far sentire sempre più forte
la propria voce.
Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Augusto Rollandin mentre viene intervistato dalla Rai per il programma RegionEuropa.
Chamois
Valle d’Aosta
[
80
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Esistono molte iniziative finalizzate a far
conoscere il ricco e complesso territorio
a sud di Torino: il carmagnolese. Ma c’è
ne una che si contraddistingue perché segna
decisamente il territorio che, a cavallo tra le
Province di Torino e di Cuneo, unisce il bacino
metropolitano torinese con i territori rurali del
Piemonte Meridionale.
Questo comprensorio, definito la Marca delle
due Province, si propone come luogo natu-
rale di incontro, di contatto e di proposte
che rientrano in un programma più articolato
dell’Agenda 21.
Il Programma, infatti, intende sviluppare il
ruolo cardine che il Carmagnolese svolge nel
rapporto tra la città e la campagna lavorando
sulle relazioni naturali e indotte tra il sistema
produttivo agricolo, il paesaggio rurale e gli
elementi di natura antropica, in alcuni casi
intervenendo per ripristinare l’equilibrio origi-
nale, in altri valorizzandone e qualificandone
i contenuti in termini di capacità produttiva
e di confronto con il mercato, in altri ancora
ricostruendo gli elementi compromessi. É un
progetto di grande respiro, espressione di una
politica territoriale mirata, con una visione glo-
bale e quindi in grado di offrire un panorama
complessivo del comprensorio che raggruppa
i comuni di Caramagna Piemonte, Carignano,
Carmagnola, Cavallerleone, Lombriasco, Pio-
besi Torinese, Racconigi, Villastellone.
La città di Carmagnola sta coordinando questo
ambizioso progetto, integrando in maniera
inscindibile tre fattori fondamentali: l’Am-
biente, l’Economia, la Società.
AGENDA 21La Marca delle due Province
Dall’agricoltura tradizionale allo sviluppo ecosostenibile
É un progetto pilota, di grande respiro, promosso dalla città di Carmagnola e dai Comuni limitrofi che ha l’obiettivo di identificare e valorizzare il comprensorio
attraverso il miglioramento della qualità della vita senza stravolgere l’ecosistema del territorio.
problematiche; la più ampia partecipazione
locale alla definizione delle linee strategiche.
Elementi che sottolineano l’importanza di
conoscere in maniera minuziosa un territorio
per poterne usufruire valorizzandolo nel
migliore dei modi.
“La nostra gente - spiega l’assessore ai lavori
pubblici di Carmagnola, Felice Girando, (inca-
ricato dal sindaco di seguire l’evoluzione di
questo progetto) - in un contesto globalizzato,
vive l’esperienza del proprio territorio sen-
tendolo parte della propria vita quotidiana e
dunque cerca di proteggerlo e valorizzarlo. Ed
Piemonte
In questo ambito sono nati i primi consulti
per uno sviluppo sostenibile dei Comuni
e dei territori.
“Ci siamo impegnati - spiega il sindaco della
Città di Carmagnola, Gianluigi Surra - al fine di
attuare una strategia in favore di un “sviluppo
durevole” definita come qualsiasi forma di
pianificazione e attività che rispetti e preservi
nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e
sociali e contribuisca in modo equo e positivo
allo sviluppo economico delle nostre zone”.
Alla politica, e quindi alle Amministrazioni
Comunali si chiede di realizzare un percorso
condiviso non soltanto di indirizzo.
La Marca delle due Province si basa sui prin-
cipi fondamentali dello Sviluppo Sostenibile,
puntando l’attenzione su due temi centrali: la
conoscenza profonda del territorio e delle sue
carmagnola
Carmagnola
VillastelloneCarignano
Piobesi T.se
Lombriasco
Racconigi
Caramagna
Cavallerleone
Felice Giraudopresidente Assocanapa
[
81è proprio questo principio della valorizzazione
dell’ identità territoriale che servirà alla conse-
guente tutela del luogo d’origine”.
In questo senso, viene ridefinita l’afferma-
zione della responsabilità ambientale del
comparto agricolo, promuovendo un utilizzo
sostenibile delle risorse naturali ed incremen-
tando il livello qualitativo delle produzioni,
sia nel senso della tracciabilità e della salu-
brità dei prodotti destinati al consumo umano
(filiere agro-alimentari e produzioni orticole di
qualità, in particolare il peperone ancora oggi
il prodotto trainante nello sviluppo del settore
orticolo dell’intera zona), sia nel senso dello
sviluppo di materiali innovativi ed eco-compa-
tibili da proporre al mercato per una progres-
siva sostituzione di prodotti con prestazioni
analoghe, ma a maggiore impatto (filiere agro-
industriali).
nell’uso finale dell’energia, hanno avviato
studi di fattibilità per verificare eventuali
utilizzi di energie alternative e di risparmio
energetico.
La zona si caratterizza per la dimensione terri-
toriale che può concretamente “fare sistema”,
puntando ad estendere la ricchezza biologica
che ancora si trova nell’habitat del reticolo
ecologico costituito lungo le sponde del Po e
dalla fitta rete di torrenti e canali, collegati tra
aree di grande rilievo naturalistico.
In questo contesto è inserito il Parco di Racconigi,
annesso al Castello che è una delle Residenze
Sabaude del Piemonte, dove troviamo anche il
Centro Cicogne gestito dalla Lipu.
Fanno parte di questo ecosistema le aree pro-
tette del Parco del Po, compreso l’Oasi del ‘Po
morto’ di Carignano e tante aree boschive ric-
chissime di una varietà di esemplari di vegeta-
zione esistenti (alcuni molto rari), di flora e di
fauna. In particolare nidificano molte specie di
uccelli che vivono in più stretta simbiosi con
ambienti palustri: il tuffetto, l’anatra marza-
iola, il germano reale, la folaga, la gallinella
d’acqua, il martin pescatore.
L’area del “Po morto” vive in stretta connes-
sione, non solo territoriale, con il nuovo corso
che il fiume si è scavato.
Ha cioè tratti a larghi meandri sinuosi, ampi
ghiareti con boschetti ripariali di salici, ontani
neri e cespugli di sambuco, ma anche tratti
dove l’acqua è a corrente veloce.
Le diverse realtà ambientali hanno dato vita,
lungo le sponde del fiume, ad una ricca varietà
di vegetazione e di vita animale, ben diversifi-
cata tra i fitti boschi dove trovano rifugio specie
di volatili, alcune a rischio di estinzione.
Vicino ad alcune grandi querce tipiche della
pianura, si trova una delle poche, preziose
testimonianze superstiti della antica coltiva-
zione della canapa, direttamente legata, per
filo logico, all’Ecomuseo della cultura della
lavorazione della canapa. Si tratta di alcuni
maceratoi, piccole fosse rettangolari, artifi-
ciali, utilizzate in passato per la macerazione
della canapa, primo procedimento per la sua
successiva lavorazione. Cessata questa atti-
vità agricola-industriale, i maceratoi superstiti
si sono gradualmente trasformati in “zona
umida” di grande interesse naturalistico
perchè, con le piogge primaverili che li riem-
piono d’acqua, diventano siti privilegiati per
la riproduzione di molte specie di molluschi e
piccoli vertebrati.
Ma la coltivazione della canapa rivive oggi a
Carmagnola.
Si è rilanciata l’antica produzione, partendo
proprio da questa cittadina che era una delle
capitali internazionali della canapa.
Carmagnola, dove è stato avviato questo
progetto-pilota, difatti è diventata il naturale
crocevia dei progetti di ripristino e rilancio
di questa coltivazione di pregio in Italia e in
alcuni Paesi Europei.
La canapa rappresenta un’opportunità nuova,
e un incentivo alla multifunzionalità delle
imprese agricole.
In questa località dove ha sede Assocanapa
(l’Associazione che coordina in Italia lo svi-
luppo della canapicoltura), è stato attrezzato
un campo per la riproduzione della varietà del
seme di canapa utilissimo per riavviare la pro-
duzione anche in altre regioni d’Italia.
Basti ricordare che il seme di canapa detto
“gigante di Carmagnola” è il più pregiato e
ricercato in Italia e in Europa.
Rivivono, in questo modo, tradizioni e tec-
niche di un’importante “cultura materiale”
del passato.
La canapa, che si adatta ad una pluralità
di usi, può consentire di creare filiere effi-
cienti in grado di rilanciare settori importanti
per la nostra economia, e garantire nuovi
posti di lavoro.
L’obiettivo è proprio il recupero di antiche col-
ture per la produzione di fibre con innovazioni
tecnologiche necessarie per creare fibre più
resistenti, a basso impatto ambientale.
Il nuovo sistema di coltivazione naturale
richiedono, infatti, poco consumo di acqua e
di diserbanti.
Info: www.assocanapa.itwww.comune.carmagnola.to.ittel. 011/9724215
La città di Carmagnola può vantare all’interno
di una filiera agro-alimentare di qualità un
rapporto positivo, ad elevato valore aggiunto,
tra il comparto produttivo agricolo e la qualità
di vita complessiva dell’area, in grado di svi-
luppare una nuova responsabilità ambientale
che, a partire dal settore produttivo tradizio-
nale, si sta estendendo progressivamente agli
altri comparti. In questo contesto una ampia
selezione di aziende agricole vende diretta-
mente, garantendo la qualità e la freschezza
dei prodotti acquistati.
I Comuni appartenenti alla Marca delle due
Province che puntano maggiormente sulle
fonti energetiche rinnovabili e sull’efficienza
L’antica lavorazione della canapanell’Ecomuseo di Carmagnola
Gianluigi Surra,sindaco di Carmagnola
[
[
[
82
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Un ambizioso progetto di natura collet-
tiva è stato sottoscritto dai Comuni
delle Montagne Olimpiche per pro-
durre energia da fonti rinnovabili e dare con-
cretezza ad iniziative per la progettazione,
costruzione e gestione di edifici sostenibili dal
punto di vista ambientale.
Si vuole costituire un distretto energetico-
sostenibile con l’importante obiettivo di
individuare le modalità di regolazione delle
emissioni di gas serra all’interno del vasto
comprensorio che ha ospitato le recenti Olim-
piadi delle neve “Torino 2006”.
Oggi in quest’area, sulle Alpi Cozie, che diventa
il Distretto energetico-sostenibile più alto
d’Europa, sarà prevista l’applicazione della
Direttiva Comunitaria sull’ ”emission trading”
in cui si definiscono le norme per la limitazione
delle emissioni di gas inquinanti.
Ciò implica scelte di sistema di regolazione dei
bilanci ambientali nei singoli comuni olimpici.
É particolarmente importante definire all’in-
terno del costituendo Distretto - che ha i rife-
rimenti territoriali tra l’Alta Val di Susa, la Val
Chisone e Germanasca - l’introduzione di pro-
cedure di efficienza e produzione energetica
e regole che costituiscano elemento di strut-
turazione dell’applicazione della Direttiva, in
particolare mettendo a regime iniziative di
sistema e di rete produttiva.
Iniziative che saranno determinanti per rea-
lizzare l’indipendenza energetica prodotta da
fonti pulite o assimilate.
L’attività si svolgerà in collaborazione con i
Comuni di Bardonecchia, Cesana Torinese,
Chiomonte, Claviere, Pragelato, Prali, Sauze
d’Oulx, Sestriere e con la collaborazione di
privati (Metan Alpi Sestriere e Metan Alpi Val
Chisone, Società di gestione degli Impianti
di risalita, Associazione Albergatori) che si
consorzieranno con la finalità di costruire
un’azione efficace sul territorio.
I Comuni olimpici montani vogliono, in
sostanza, dar vita ad un progetto concordato
MONTAGNE OLIMPICHEIl Distretto più alto d’Europa
Un luogo-sistema ecosostenibile a cinque cerchi olimpici
L’iniziativa, in fase di decollo, servirà per dare ulteriore impulso alle iniziative di promozione del territorio e per creareun nuovo modello turistico che non trascurerà la valenza ambientalista e l’autosufficienza energetica da fonti pulite.
di utilizzo diretto e/o attraverso soggetti
strumentali, delle risorse del territorio per la
produzione di energia elettrica, in particolare
idroelettrica ma anche solare e geotermica,
in termini eco-compatibili e di promozione di
tutte le forme di risparmio energetico nel set-
tore dell’edilizia pubblica e privata.
L’energia elettrica prodotta da cogenerazione
viene già da tempo fornita dalla Metan Alpi
Sestriere, la società che ha trasportato, con opere
tecnologicamente d’avanguardia, il gas metano
ad altezze impensabili in alta montagna.
Gli impianti di teleriscaldamento (tra i primi
a funzionare in alta quota), autentici gioielli
tecnologici, hanno compensato in virtù della
cogenerazione nel corso dei primi dieci anni di
funzionamento, le 150 mila tonnellate di emis-
sioni di gas serra provocati dai Giochi olimpici
secondo le previsioni fatte dall’Agenzia Torino
2006, azzerando di fatto l’impatto ambientale
strategico calcolato in modo esteso con un cri-
terio che considera anche le emissioni provo-
cate, non solo localmente nell’area olimpica,
ma anche dai mezzi di trasporto (aerei, elicot-
teri, automobili, treni, autobus) coinvolti nella
manifestazione.
Quale ulteriore sviluppo dell’iniziativa poli-
tico-amministrativa anche in relazione alla
gestione post- olimpica degli impianti sportivi
ed all’organizzazione turistica in generale, si
fa rilevare la vocazione ambientalista dei ter-
ritori amministrati.
Le montagne Olimpiche vantano numerosi
indicatori della qualità della vita nettamente
migliori di altri contesti turistici e una con-
dizione ambientale decisamente buona. Si
tratta di luoghi che hanno conservato intatto
il proprio carattere rurale-alpino.
In questo ambito il Comune di Pragelato sta
Walter Marin,sindaco di Pragelato
[
83
costituendo la filiera del legno per la pulizia dei
boschi e l’approvvigionamento di biomasse.
Questi indicatori qualificano il comprensorio
come un territorio con buone performance
assolute.
“L’ obiettivo specifico - spiega il sindaco di
Pragelato, arch. Walter Marin - seppur di asso-
luta rilevanza, si inserisce in un programma più
ampio che vede coinvolta la stessa Regione
Piemonte che ha già manifestato la volontà di
aderire allo stesso nella fase costituente.”
L’iniziativa intrapresa dagli amministratori
dei Comuni olimpici può rappresentare un ele-
mento di grande significato e di effettivo coordi-
namento perché si interseca con la gestione del
“post-olimpico” e dell’organizzazione turistica.
É, infatti, in fase di studio la costituzione della
Fondazione Post Olimpica per dare ulteriore
impulso alle iniziative di promozione del ter-
ritorio e per creare un nuovo modello turistico
che non trascurerà la valenza ambientalista
del progetto. Toccherà comunque ad una
cabina di regia con l’intervento dei rappresen-
tati da tutti i comuni del Distretto verificare le
politiche coordinate nel settore turistico e di
sviluppo energetico-ambientale.
Questi comuni montani, d’altro canto, nell’am-
bito dell’organizzazione dei XX Giochi Olimpici
Invernali Torino 2006, hanno sviluppato e
migliorato la capacità di relazionarsi tra loro
nelle diverse fasi (dalla nomina dei propri rap-
presentanti in seno agli organismi del “sistema
olimpico”, alla condivisione di attività orga-
nizzative legate ai giochi olimpici, alla discus-
sione di comuni strategie di sviluppo del terri-
torio) ed hanno avviato, sempre quale attività
“connessa” con l’evento olimpico, percorsi
volti al miglioramento delle “performance”
ambientali, attraverso l’elaborazione di sistemi
di gestione ambientale che hanno portato, tra
l’altro, alla acquisizione della certificazione dei
sistemi secondo le norme UNI EN ISO 14001,
ed, in alcuni casi, la registrazione EMAS e/o la
redazione del “bilancio ambientale” del terri-
torio comunale, acquisendo quindi una ulte-
riore sensibilità in materia ambientale.
Nell’ambito dei ragionamenti condotti è stato
valutato altresì di verificare la possibilità di
estendere, anche in una fase successiva,
la valenza territoriale del progetto a tutti i
Comuni dell’Alta Valle Susa, sia in ragione
della promozione turistica, sia nella creazione
di nuovi luoghi-sistema eco-sostenibili.
Piemonte
piemonte
Bardonecchia
Cesana
Claviere
Sauze
Sestriere
Chiomonte
Pragelato
Prali
La pista del trampolino di Pragelato
[
85
Il detto “S. Matteo ha due facce”, riferito al
Santo Patrono di Salerno, deriva dalla pre-
senza nella Cripta della Cattedrale di Salerno,
di una statua bronzea bifronte dell’Evangelista (a
cui è dedicato il Duomo) ritratto nell’atto di scri-
vere (opera del 1605 dello scultore Michelangelo
Naccherino).
I salernitani, anche se molto devoti, da sempre ci
ricamano su.
Energeo Magazine presenta in questo viaggio al
Sud della penisola, invece, l’altra faccia del capo-
luogo campano: quella nuova e moderna della
sostenibilità energetico-ambientale.
La Provincia di Salerno rappresenta un mondo
separato, tanto diverso da altri centri cam-
pani. Si meriterebbe un ruolo guida almeno
nella Regione.
Un ruolo a cui i salernitani tengono molto per lo
sviluppo di tante iniziative in questo settore.
Cominciamo con la prima.
L’organizzazione di un evento di portata comu-
nitaria che a febbraio è previsto nell’ambito della
Settimana dell’Energia sostenibile proposta su
tutto il territorio europeo.
Si tratta della EUSEW WEEK (9-13 febbraio 2009-
www.eusew.eu).
Ageas, l’Agenzia energetica locale, utilizzata come
A SUD: NUOVE ENERGIE DEL MEZZOGIORNO
Salerno ha un’altra faccia:la sostenibilità energetico-ambientale
L’Ageas (Agenzia energetica locale) viene indicata come “bussola” delle iniziative energetico-ambientali del territorio. É in programma, a febbraio, la Settimana Europea dell’Energia Sostenibile con doppio appuntamento a Bruxelles e a Ravello. L’Assessore provinciale alle politiche ambientali, Angelo Paladino: “Siamo al passo con le altre grandi realtà nazionali e internazionali”.
[
86
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
braccio operativo dalla Provincia di Salerno,
si è assicurata l’organizzazione di due impor-
tanti meeting europei: il primo si terrà il 12
Febbraio a Bruxelles nel Charlemagne Building
alle ore 15,00 (di fronte al palazzo Berlyamont).
Il secondo è in programma a Ravello (20
Febbraio 2009), la perla della costiera amalfi-
tana, qualche giorno dopo. In questo evento
si parlerà, tra l’altro, delle linee energetiche e
delle attività programmatiche della Provincia
di Salerno, mettendo in evidenza le più signifi-
cative iniziative dell’Ageas che possono essere
replicate sul territorio europeo. Questo evento
rappresenta una bella vetrina, insomma, per
l’eccellenza salernitana che si distingue anche
in questo particolare settore.
Saranno coinvolti in queste due giornate di
studio, i soggetti attuatori della politica sosteni-
bile. Interverranno al dibattito decision makers e
rappresentanti politici ai vari livelli, oltre ai rap-
presentanti della politica locale che sono i rea-
lizzatori finali delle politiche definite a Bruxelles.
L’evento rappresenta un momento fondamen-
tale per fare il punto della situazione delle poli-
tiche avviate. In quest’occasione verranno ana-
lizzati i vantaggi e soprattutto le problematiche
tecno-applicative e finanziarie che impediscono
di fatto l’attuazione delle politiche sostenibili, le
innovazioni tecnologiche e finanziarie.
Ravello, sulla costiera Amalfitana, dove è stato
programmato un meeting come sede italiana,
si presenta con il vestito buono del luogo
ameno e conosciuto e con le bellezze della
costiera, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Non è poco.
Lo scenario cambia nella cittadina Belga, sede
del Parlamento Europeo, dove è naturale che
si affrontino queste problematiche, anche
quotidianamente. Nel palcoscenico naturale di
Villa Rufolo, affacciata sul mare del Golfo, sarà
il momento di esporre a 360° le attività eco-
sostenibili territoriali e le opportunità di una
gestione oculata dal punto di vista energetico
ed ambientale del territorio. Un po’ come sta
facendo la Provincia di Salerno.
Quale occasione migliore per discutere di questi
problemi e delle politiche invasive che contra-
stano con il territorio in cui debbono coesistere
preservazione ambientale ed attuazione di poli-
tiche sia per promuovere le Fonti Energetiche
Rinnovabili che l’Efficienza Energetica, partendo
dal settore domestico fino a coinvolgere tutte
le attività produttive del territorio della stessa
costiera amalfitana, che rappresenta una delle
mete più ambite per qualsiasi turista.
Ma perché questa scelta?Tecnologia ed ecologia, efficienza e risparmio
energetico, materiali ecocompatibili, fonti rinno-
vabili e comfort abitativo non hanno segreti per
chi affronta, e a volte risolve, al Sud, seriamente,
queste problematiche.
Nel viaggio nelle terre ecosostenibili del Mezzo-
giorno abbiamo incontrato persone competenti,
professionali e con una grande predisposizione
alle nuove professioni dello sviluppo sostenibile.
Hanno in comune un requisito per il successo,
è l’ingegnosità: saper pensare in modo nuovo,
riconoscere e cercare altri spazi, in una parola
sanno osare, confrontandosi con il mondo della
conoscenza.
Ecco la risposta. L’ha sintetizzata con una battuta
l’assessore provinciale alle politiche ambien-
tali, Angelo Paladino: “Abbiamo saputo osare,
promuovendo l’energia rinnovabile, la mobilità
sostenibile, la riduzione dei consumi energetici
e un uso più consapevole dell’acqua. In questo
modo siamo al passo con altre grandi realtà
nazionali e internazionali”.
Coscienti degli sforzi e dell’innovazione neces-
saria per promuovere l’efficienza energetica, ma
ben consapevoli anche dei traguardi che hanno
saputo, fin qui raggiungere.
Ecco perché ci siamo fermati a Salerno in questa
prima tappa esplorativa.
L’argomento è serio.
Ci accorgiamo subito, entrando negli uffici
dell’Ageas (Agenzia energetica Locale), che
dispone di due sedi, nello storico palazzo
della Provincia in Via Roma e nella sede ope-
rativa di Via Posidonia 301, a pochi passi dal
Lungomare (siamo nel quartiere Torrione),
considerata la “bussola” delle iniziative ener-
getico-ambientali del territorio, che si tratta di
luoghi speciali.
Ci accompagna il direttore, l’ingegnere Angelo
Nicoletti, alto, garbato, sorridente.
Confida:“Tutti i giorni sono alle prese con il
traffico, vado su e giù da Laurino, nel cuore del
Cilento, percorro quasi 150 chilometri al giorno e
faccio ancora tanta strada per effettuare sopral-
luoghi, incontri e contatti con aziende sempre
nella stessa provincia di Salerno.”
Questo territorio, in effetti, è molto esteso.
Risulta ai primi posti (nono) in Italia con 4.918
kmq, 158 Comuni, alcuni ad altissima densità, con
un milione 102.374 abitanti.
“Quando non mi tocca andare in giro per l’Italia o a
Bruxelles...” - dice Nicoletti mentre sfoglia le carte
per sbrogliare pratiche e chiedere contributi.
Subito facciamo una domanda.
Un evento di portata europeaA che punto è l’organizzazione della settimana Eusew “Bruxelles-Ravello” Febbraio 2009? Ci siamo quasi. Stiamo predisponendo i det-
tagli - spiega Nicoletti - per organizzare sia a
Bruxelles che nel nostro territorio un evento
di portata comunitaria che avrà la ribalta in
tutta Europa. Abbiamo scelto Ravello, sulla
costiera Amalfitana, come sede per l’organiz-
zazione italiana della settimana sostenibile, in
quanto la località oltre ad essere la principale
località turistica della costiera, può dimostrare
come turismo e sostenibilità rappresentano
aspetti della stessa medaglia. Siamo già in
fibrillazione, il prossimo febbraio è alle porte.
I contatti con Bruxelles sono costanti, in
questo luogo si svolgeranno diverse iniziative,
come pure ci confronteremo con le altre città
europee. Dobbiamo garantire a consumatori
e produttori di energia che parteciperanno
attivamente a conferenze, workshop, attività
didattiche e visite ad aziende e impianti che
producono o utilizzano energia rinnovabile e
tecnologie per l’efficienza energetica, un’accu-
rata assistenza e informazioni precise.
A questo evento dovranno partecipare due
autorevoli esponenti in materia energetica
come Pedro Ballesteros (Direzione Generale
Trasporti ed Energia dell’Unione Europea),
Andris Piebalgs (Commissario Europeo
per l’energia) e Vincent Berruto (diret-
tore EACI divisione efficienza energetica).
Rappresenteranno l’Italia il Ministro Claudio
Scagliola (MSE), il Presidente del GSE prof.
Carlo Andrea Bollino, il dott. Corrado Clini,
direttore generale del Ministero dell’Ambiente e
RAPPORTODinamismo e processi di innovazione non frenano lo sviluppo
87il dott. Luigi Paganetto, Presidente dell’Enea. Il
Presidente dalla Rete delle Agenzie Energetiche
Locali (RENAEL) l’avv. Angelo Paladino, il
Presidente della Provincia di Salerno Angelo
Villani ed il Presidente di Confindustria Salerno
dott. Agostino Gallozzi rappresenteranno la
Provincia di Salerno”.
Una squadra veramente affiatataQuesta importante iniziativa ci ha un pò sor-
presi. É un ottimo modo per introdurre la
nostra inchiesta, mentre cerchiamo di cono-
scere da vicino i protagonisti del riscatto eco-
sostenibile del Salernitano.
Si capisce subito che dietro questa organizza-
zione c’è un’oliata cabina di regia.
Lo conferma Nicoletti, che ammette: “In effetti
l’assessore alle politiche ambientali Angelo
Paladino ha disposto le linee guida”.
In una pausa, possiamo scambiare al telefono
un breve colloquio con l’esponente politico.
Nato a Sala Consilina, 58 anni, avvocato,
Angelo Paladino è stato in passato assessore
provinciale ai Lavori Pubblici e sindaco del
Comune di Sala Consilina.
Risponde: “Lascio lavorare i miei ragazzi…
Sono una squadra veramente affiatata...”
Assessore, Lei ha sostenuto il progetto di istitu-zione dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio, proprio dalle sue parti, a Padula, mettendo insieme un bel pò di partners. Ce ne parli.Come da programma l’Osservatorio è stato
ufficialmente aperto a fine settembre, il mese
scorso. É stato un successo.
É vero, hanno aderito all’iniziativa le Province
di Barcellona, Nimes, Marsiglia, Alessan-
dria, La Spezia, Torino, Viterbo, Legambiente,
Federparchi e il coordinamento di Agenda 21.
L’inaugurazione è avvenuta in occasione
delle Giornate Europee del Patrimonio 2008,
programmate nella Certosa di San Lorenzo
in Padula.
Siamo in tema con l’ambiente?Sì, certo. L’Osservatorio Europeo del Paesaggio
ha ottenuto un importante riconoscimento da
parte del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, che ha premiato l’iniziativa con
una targa d’argento che mi è stata consegnata
personalmente.
Assessore, questa iniziativa è veramente impor-tante. Ci piacerebbe approfondirla nel prossimo numero. Ma è vero che sta lavorando per miglio-rare la rete di amministrazioni locali di secondo livello dell’arco mediterraneo occidentale, nella
prospettiva europea di sviluppo sostenibile del territorio?Si , devo ammetterlo.
Quando facciamo qualcosa dimostriamo di
saperla fare. Siamo stati premiati recente-
mente, a Firenze, nel Salone dei Cinquecento
di Palazzo Vecchio, con il Premio Award per
il “Progetto 1000 tetti fotovoltaici” che il Gse
(Gestore servizi elettrici) e la Fondazione
Energia hanno assegnato ai migliori e più
innovativi progetti nel campo del risparmio
energetico e delle energie rinnovabili. Insieme
a me sono stati premiati Alessandro Ortis, pre-
sidente dell’Autorità per l’Energia ed il Gas;
Chicco Testa, presidente Wec (World energy
council); Gian Battista Merlo, presidente
Exxon Mobil; Federico Secchioni, presidente di
Confagricoltura; Turiddo Campaini, presidente
Unicoop Firenze. Non abbiamo sfigurato.
Siamo qui per far meglio!
Oltre al Progetto “1.000 Tetti Fotovoltaici”, per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili attra-verso l’installazione di queste nuove tecnologie, state avviando altre iniziative. In particolare: la certificazione con un Marchio di qualità per “cer-tificare”, appunto, il territorio salernitano sia per l’ambiente che per le sue tipicità. Qual è il ruolo del suo Assessorato?Abbiamo iniziato nell’area del Parco del Cilento
con la certificazione ambientale di un gruppo
di Comuni, stanziando 200 mila euro. Ma
bisogna fare la raccolta differenziata, la depu-
razione delle acque, la mobilità sostenibile.
Dopodichè passeremo a una certificazione
aziendale del settore lattiero-caseario, in col-
laborazione con l’Ascom-Confcommercio.
Il bollino blu sarà poi attribuito ad aziende
di altri settori, ristoranti, alberghi che mette-
ranno in pratica una politica ambientale seria.
Il marchio di qualità aziendale favorirà l’export
e il commercio, e di conseguenza il turismo.
E poi ricordiamolo: la provincia salernitana è
una delle più virtuose d’Italia nella differen-
ziata, con una media provinciale superiore al
30 per cento di raccolta. Stiamo facendo la
nostra parte, anche per il recupero del fiume
Sarno (considerato il fiume più inquinato
d’Italia ndr) e per la divulgazione nelle scuole
e tra le famiglie dei nostri progetti.
Il resto glielo racconterà Nicoletti che è ben
informato. Alla prossima! .
Due nuovi distretti energeticiRiprendiamo il discorso con il direttore di
Ageas l’ing. Angelo Nicoletti.
Da buon tecnico in una borsa ha pronte le
scarpe “meno buone” per recarsi in un can-
tiere. Strappiamo ancora qualche battuta.
Allora? Vi tiene sotto pressione l’Assessore Paladino? Si lavora bene con lui,- ammette Nicoletti-.
D’altro canto, l’Agenzia è nata dalla volontà
dell’Amministrazione Provinciale e di un
gruppo di realtà locali di integrarsi nel progetto
ad ampio respiro della Comunità Europea nel
settore dell’energia e dell’ambiente al fine
di creare i presupposti culturali e sviluppare
tecnologie e filiere occupazionali sul terri-
torio per il raggiungimento dello sviluppo
sostenibile. Siamo impegnati per istituire due
distretti energetici. Uno solare da realizzarsi
nell’ambito del territorio del Parco Nazionale
del Cilento e Vallo di Diano, e l’altro sull’ef-
ficienza energetica nell’area omogenea del
Vallo di Diano, in considerazione che il futuro
e lo sviluppo delle tecnologie e le attività di
sensibilizzazione devono passare attraverso
la politica della creazione di ambiti energetici
su territori omogenei.
Intanto l’ing. Nicoletti che non nasconde
l’eventualità dell’ampliamento anche ad altre
province delle competenze di Ageas, che
diventerebbe, di fatto, punto di riferimento di
tutto il Mezzogiorno per le problematiche ener-
getiche, prende due faldoni con altri progetti.
Caspita!
Ne parliamo in altra pagina.
[ In Alto: Angelo Paladino,assessore alle politiche ambientali della Provincia di Salerno, nonchè presidente di RENAEL
In basso a sinistra: Angelo Nicoletti,direttore dell’Ageas
88
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Leggiamo testualmente dai nostri
appunti: “Recupero energetico dai
liquami zootecnici, siero caseari e scarti
agroindustriali”.
Per capirne di più ci siamo spostati verso sud,
percorrendo la Salerno-Reggio Calabria, natu-
ralmente intasata come ripete Isoradio. Uscita
consigliata Campagna, subito dopo lo svin-
colo di Eboli, giriamo a sinistra verso Serre e
le Grotte di Castelcivita. Il percorso è pianeg-
giante, comincia dopo un poco a salire lungo
le estreme pendici nord-occidentali degli
Alburni, rivestite di olivi, viti e fichi.
Alle spalle abbiamo lasciato la piana del Sele,
mentre davanti all’improvviso ci appare la
sagoma di una fattoria eolica, il primo progetto
realizzato una decina di anni fa, in questa pro-
vincia dove il vento soffia forte.
L’accompagnatore mi ricorda che si stanno
progettando altri potenti aerogeneratori
sempre in questa zona. E mi segnala che da
queste parti c’è un’oasi faunistica e, ritor-
nando ai nostri argomenti, che vicino alla
tenuta di Persano (sono famosi gli allevamenti
di cavalli e il Palazzo ex Casino Reale) è stata
installata una delle centrali fotovoltaiche più
famose in Italia, la prima di grosse dimensioni
costruita nel nostro paese.
Gestita dall’Enel, e inaugurata nel 1993, la
centrale di Serre-Persano si estende per circa
5 ettari e mezzo, con una superficie di pannelli
installati complessiva di 26.500 metri qua-
drati. Il campo fotovoltaico è suddiviso in sot-
tocampi: nove sono “fissi” mentre il decimo è
“a inseguimento solare”. La centrale di Serre
ha una potenza installata di 3.3 MWp (mega-
watt di picco) con una produzione media
annua di 3.500.000 chilowattora, pari al con-
sumo annuo di 1400 famiglie.
Ma a noi interessa sapere se è possi-
bile produrre energia elettrica dai liquami
delle bufale.
Si produrrà energia dai liquamiIn questa zona tanti contadini sono diventati
allevatori. Come Domenico Romagnuolo, che
ci accoglie nel suo caseificio.
Racconta la sua storia: “Dopo essermi
Non solo latte: le bufale produrranno energia elettrica
Attualmente il letame viene convogliato in apposite vasche a tenuta e stoccato per sei mesi. In attesa che si apra la strada del biogas per produrre energia elettrica, si continua a produrre ottimo concime.In un prossimo futuro i produttori di mozzarelle ricaveranno in loco, dai liquami delle bestie allevate, l’energia necessaria per ottenere i loro squisiti prodotti. Il progetto di Ageas, in collaborazione con Enea, merita di essere conosciuto, finanziato e valorizzato.
diplomato all’Istituto Magistrale, ho cercato di
far fortuna a Milano come maestro elementare
ma lo stipendio(all’epoca era di 60 mila lire)
non era sufficiente”.
Ricorda: “Mi fermai, qualche anno a lavorare
come impiegato in un’industria ma poi decisi
di tornare al Sud per produrre mozzarelle,
dove è andata bene,lavorando sodo”.
Lo interrompiamo.
Lo sa che potrà produrre oltre alle mozzarelle anche energia elettrica da biogas?
Ma come?
Lo rassicuriamo: ci sono studi e test in corso.
Oggi l’azienda Romagnuolo, avviata alla fine
degli anni ‘70, sorge nei pressi di Serre, in località
Padula. Nella tenuta di 20 ettari, vengono allevate
500 bufale di di razza “Mediterranea Italiana”,
appartenente al genere Bubalus, specie bubalis,
sottospecie River. Fu introdotta nel nostro Paese
alla fine del VI secolo, proveniente dall’Ungheria
in seguito alle invasioni barbariche. Per secoli
è stata allevata nelle zone paludose dell’Italia
centro-meridionale per la produzione di latte,
carne e per lavoro. Questa specie mostra elevate
capacità di adattamento alle condizioni ambien-
tali sfavorevoli grazie alla sua elevata rusticità e
inoltre è marcatamente longeva: una bufala può
produrre per più di 10 anni.
TECNOLOGIE MODERNECon il recupero dei liquami, siero e residui organici
[ In basso: lavorazione della mozzarella di bufala
A destra: l’allevamento di bufale dell’azienda Romagnuolo
89
Il latte bufalino ha sapore dolce, colore bianco
opaco. Le principali differenze di natura chi-
mica e chimico-fisica tra i due tipi di latte
(bufalino e vaccino) sono rappresentate dal
contenuto in grasso e in proteine, caratteri,
questi, fondamentali per la caseificazione.
Per un chilo di mozzarella di bufala servono
circa 4 litri e mezzo di latte, e poiché dalla mun-
gitura di una bufala si ottengono mediamente
12 litri di latte al giorno, è facile calcolare che
ogni animale quotidianamente dà la possibi-
lità di produrre solo 3 chili di mozzarella.
Ma quanta energia elettrica si può ricavare dal biogas dei residui organici delle bufale?Non lo possiamo ancora sapere - spiega l’ing.
Nicoletti - Stiamo sperimentando il sistema in
collaborazione con Enea. Il problema rimane
la fornitura dei residui che dovranno arrivare
alla Centrale di biogas. Occorre creare un’orga-
nizzazione di raccolta sul territorio chiedendo
una particolare collaborazione agli allevatori,
creando una sorta di filiera come si fa per la
fornitura delle biomasse legnose.
Altra storia il recupero dei siero-derivati.
La ricerca di Enea annovera studi importanti
su questi composti, finalizzati a recuperare e
qualificare questi scarti che costituiscono un
problema per gli alti costi di smaltimento.
L’intervento dell’Agenzia energetica saler-
nitana tende anche alla soluzione di queste
problematiche.
La visita in un allevamento di bufale ci
incuriosisce.
Un esperto collaboratore del caseificio di
Serre, Paolo Pierri, ci spiega:
“Al momento della mungitura, le bufale ven-
gono chiamate ognuna con il proprio nome,
che ricordano perfettamente, e all’appello,
fatto sempre dalla stessa persona, si staccano
dal branco e si avviano alla loro postazione
per essere munte.
Sono animali intelligentissimi”.
Infatti, non sono pericolose anche se prefe-
riamo stare a una certa distanza.
Racconta Romagnuolo: “Secondo l’antico rito
il bufalaro, alle prime luci dell’alba, chiama per
nome le bufale per condurle alla mungitura:
ogni bufala ha un nome e il richiamo di una
mandria di bufale suona come una cantilena”.
Nel 1954 per la prima volta al mondo, una bufala
fu munta con una mungitrice automatica.
Ne è stata fatta di strada da allora.
Le aziende moderne sono dotate di sofisticate
apparecchiature che lavano e disinfettano
la mammella prima di mungere la bufala. Al
collo di ogni animale c’è poi un microchip su
cui sono memorizzati un’infinità di dati, una
specie di “carta d’identità” che indica alla
macchina persino la posizione dei capezzoli
e quali di questi mungere. Ogni volta viene
poi effettuato in tempo reale un esame dia-
gnostico sulla carica batterica del latte e sullo
stato di salute dell’animale, e i dati raccolti
vengono inviati per via telematica a una cen-
trale di controllo che sorveglia tutto il lavoro.
Oggi sono poche le bufale che vengono
ancora identificate con un nome, in quanto
una targhetta riportante un numero a 14 cifre,
imposto dall’anagrafe dell’Unione Europea, e
altre due, rispettivamente con il numero azien-
dale e del libro genealogico, contraddistinguono
ogni animale.
Nel corso dei secoli le tecniche di allevamento
e di trasformazione si sono molto evolute e
oggi l’allevamento delle bufale è un settore in
grande espansione.
Grazie alla tecnologia, alle grandi opere di
bonifica e alla trasformazione del territorio si
è sviluppata un’industria zootecnica moder-
nissima: “Gli animali sono tenuti - fa notare
Pierri - in una forma di allevamento stabulato
e al posto delle paludi ci sono dei paddocks
con laghetti artificiali e tettoie per proteggerli
dalla calura estiva. Molte aziende poi hanno
adottato un regime di agricoltura di tipo bio-
logico e nei loro campi producono il mais e il
foraggio senza ricorrere a concimi chimici.
Le bufale pascolano in regime di semilibertà e
i rigidi controlli sanitari mantengono gli alle-
vamenti indenni da malattie come la brucellosi
e la tubercolosi, in modo da poter lavorare il
latte crudo, senza sottoporlo a pastorizza-
zione. Così il gusto della mozzarella si avvi-
cina a quello di una volta, quando gli animali
vivevano nella palude e si nutrivano di vegeta-
zione spontanea.
Attualmente il letame viene convogliato in
apposite vasche a tenuta e stoccato per sei
mesi. In attesa che si apra la strada del biogas
per produrre energia elettrica, si continua a
produrre ottimo concime che si utilizza nella
stessa tenuta”.
E lo sterco?
Il cibo deve essere buono, giusto e pulitoIn un prossimo futuro i produttori di mozza-
relle si preoccuperanno per primi del tipo di
energia utilizzata per ottenere i loro squisiti
prodotti.
Il progetto merita di essere conosciuto, finan-
ziato e valorizzato. Rientra a pieno titolo nella
filosofia di Slow Food (come spieghiamo a pag.
59) sostenuta da Carlin Petrini.
“Il cibo deve essere buono, giusto e pulito”.
L’idea non è strampalata anche perché le bufale
oltre al latte per produrre squisite mozzarelle,
potranno contribuire con i liquami e i residui
organici alla produzione di energia elettrica.
Un ciclo coordinato consentirà, con opportuni
accorgimenti, di produrre energia pulita nella
stessa tenuta agricola.
É questa la nuova sfida dei tecnici di Ageas di
Salerno.
E le mozzarelle? “Saranno buone come quelle
di una volta” assicura Romagnuolo.
90
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Le cicogne sono le benvenute a Sant’Agata
di Puglia, piccolo paese (2.321 abitanti),
arroccato su una collina a 795m s.l.m. nel
Subappenino Dauno Meridionale, in provincia
di Foggia, dove vengono accolte da utili incen-
tivi per far nascere e crescere, almeno nei
primi tre anni di vita, tanti bambini.
La fattoria eolica da 72 MW che funziona alla
periferia del Paese, non ostacolerà l’arrivo di
questi simpatici pennuti che, nella fantasia
popolare, indicano, appunto, l’arrivo di un
nuovo bambino. Anzi.
Il vento imbrigliato dagli aerogeneratori instal-
lati consente oggi la produzione di circa 100
Mwh di energia elettrica.
Le giovani coppie potranno disporre, per ogni
nuovo nato, di una piccola somma, ricavata
dalle royalties, messa a disposizione dal
Comune per le esigenze immediate e favorirà
l’incremento delle nascite.
Un aiuto è anche previsto per aiutare i cittadini
meno abbienti nell’acquisto della prima casa.
I genitori potranno preparare, in questo modo,
anche un nido accogliente per il nuovo arri-
vato, perché l’acquisto di una nuova casa è
particolarmente conveniente da queste parti:
infatti chi dimostra di avere un reddito fami-
liare non superiore a 45 mila euro, potrà avere
interessi dimezzati sui mutui bancari.
Tutto questo grazie all’iniziativa del Comune
Quando le pale eoliche non ostacolano l’arrivo delle cicogne
A Sant’Agata di Puglia soffia il ventodella solidarietà sostenibile.
Le royalties che incentivano la produzione eolica vengono utilizzate dal Comune per incrementare
le nascite e favorire l’acquisto di nuove case, dimezzando gli interessi dei mutui.
É l’intelligente iniziativa di un sindacoattento e responsabile.
e alle royalties determinate dalla vantaggiosa
produzione energetica da fonte eolica.
Una vera cuccagna che, questa volta, non si
trova sopra un albero, ma sulla sommità di
potenti torri eoliche fatte installare nella piana
del piccolo centro , al confine con la Campania
e la Basilicata, denominato La Loggia delle
Puglie perché si affaccia oltre che sulle due
Regioni confinanti anche Tavoliere e sulla bella
veduta del Gargano.
Il 2008, anno bisestile, porta bene ai nuovi
nati, almeno da queste parti, perchè potranno
contare su una somma pari a 1.200 euro l’anno,
corrisposta per tre anni consecutivi.
L’assegno affidato è infatti di 3.600 Euro che
sarà erogato in tre tranches.
Il contributo, come si precisa nella delibera
comunale, verrà elargito anche a tutte le
mamme in attesa.
L’intervento del Comune è rivolto alle famiglie
la cui situazione economica e le condizioni di
organizzazione della vita familiare richiedano
un intervento finanziario per concorrere alla
spesa connessa alla crescita e alla prima edu-
cazione di un figlio.
Le condizioni essenziali per fruire di tali
contributi sono la residenza nel Comune
di Sant’Agata di Puglia della famiglia con il
minore per cui viene chiesto il contributo e
un reddito familiare che non superi, come
abbiamo detto, il valore 45.000 Euro.
Una seconda delibera esecutiva di Consiglio
illustra le misure per favorire l’incremento
demografico e occupazionale nel Comune
di Sant’Agata di Puglia, mentre una delibera
di Giunta ne regolamenta l’assegnazione e
l’erogazione.
Con questi atti formali l’Ente ha adottato il
provvedimento di assegnare finanziamenti a
parziale copertura del tasso di interesse appli-
cato ai mutui fissi contratti per l’acquisto della
prima casa.
Le due delibere giungono oggi a concretizzare
la volontà del Comune, peraltro già annunciata
TECNOLOGIE MODERNETanta energia per aiutare i residenti
91
un anno fa, in occasione di un convegno, di
destinare parte dei fondi derivanti dalle royal-
ties dell’eolico direttamente in favore dei cit-
tadini residenti.
L’intervento da parte del Comune consisterà
nel pagamento di una parte degli interessi
del mutuo fisso per l’acquisto della prima
casa ad uso abitativo nel territorio comunale;
l’Ente, infatti, si accollerà, per tutta la durata
del piano di ammortamento, una quota tesa
ad abbattere il tasso di interesse nella misura
massima del 50% del mutuo stesso.
Il sindaco, Vito Nicola Cristiano, vero pioniere
della solidarietà sostenibile, è raggiante:
“É stato un successo - ammette - i fondi messi
a disposizione sono stati quasi tutti impe-
gnati. In questo modo abbiamo favorito la cre-
scita demografica e impostato un’inversione
di tendenza nell’intero Paese che negli ultimi
dieci anni ha perso circa duecento abitanti”.
Come si vive a Sant’Agata di Puglia?Bene, direi! L’economia si basa principalmente
sull’agricoltura, le cui colture preminenti sono
il grano, la vite, l’olivo. Per l’ottima qualità
dell’olio, Sant’Agata di Puglia è inserita nella
“Strada dell’Olio Extravergine d’Oliva DOP
Dauno”. La produzione dell’olio santagatese
vanta una secolare attività. Un antico frantoio
(famiglia Nova) ne è una suggestiva testimo-
nianza. Il territorio è ricco di aziende agricole
e i tanti borghi costituiscono un vero e pro-
prio itinerario rurale. Le pecurialità ambientali
e la particolare posizione geografica, l’aria
salubre, la storia, l’arte, i tanti monumenti,
le tradizioni, la genuina gastronomia, fanno
di Sant’Agata di Puglia una meta turistica
sempre più frequentata. Per tali caratteri-
stiche, Sant’Agata di Puglia è stata insignita
della Bandiera Arancione-Anno 2002, il mar-
chio di qualità turistico ambientale che viene
assegnato dal Touring Club Italiano alle loca-
lità dell’entroterra.
Il sindaco ricorda poi i beni culturali come il
Castello Imperiale, ristrutturato di recente
dal Comune e il Borgo medievale fortificato
che nasce e si sviluppa a partire dal primitivo
nucleo abitato costituito dal Castello e dalla
Piazza Chiancato.
L’impianto urbano è stato costruito tenendo
conto della orografia del monte, al quale è
stato addossato. La prima cinta murata, lon-
gobardo-normanna, poi restaurata dagli Svevi
e dagli Angioini, è stata eretta a protezione del
Castello. Poggia su falde rocciose e racchiu-
deva il Castello per tre lati. Presenta due torri
circolari e una quadrata. Il borgo medievale
è stato edificato sul versante sud orientale
del monte, delimitato tra le due dorsali late-
rali e fortificato da strutture murarie, spesso
coincidenti con quelle abitazioni, intervallate
da bastioni o torri. Man mano che il borgo si
espandeva, a partire dalla vetta ove sorge il
Castello, verso valle, le mura di cinta prece-
denti venivano superate ed edificate quelle
nuove. A valle il borgo medievale ha avuto la
sua espansione fino alle mura fortificate della
Porta Nuova.
Sant’Agata di Puglia è proprio un bel luogo. Ci
sono chiese antiche che rappresentano auten-
tici monumenti arricchiti con affreschi e scul-
ture, il parco urbano delle opere in pietra che
sono poi i motivi ornamentali,elementi scolpiti
nella pietra ed incastonati sulle facciate, sui
portali, ai cantonali ed ai sottobalconi dei fab-
bricati e tanti storici Palazzi.
Perché andar via da questo luogo magico
ora che in questa comunità soffia il vento
della solidarietà?
Sant’Agata di Puglia
Puglia
[ A sinistra in alto: vista aerea della localitàA sinistra in basso: Vito Nicola Cristiano, sindaco di Sant’AgataIn alto: il parco eolico
92
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Eppur si muove.
Si muove, eccome! Se è vero che nel
Paese il sistema di promozione delle
energie rinnovabili e dell’eco-sostenibilità ha
sempre viaggiato a doppia velocità, va detto
che il divario tra nord e sud diventa ogni giorno
più esiguo.
Lo abbiamo scoperto per caso, e costituisce
quasi una sorpresa.
Tra Eboli e la Lucania raccontata da Carlo Levi
si è realizzato un asse di “ricerca e di innova-
zione” di sistemi di utilizzo delle energie rinno-
vabili che adotta una formula estremamente
interessante. Non soltanto per la ricerca,
ma anche per lo sviluppo e la diffusione di
queste tecnologie innovative a costi molto
accessibili.
Mai avremmo immaginato che la vasta area,
estesa attorno al primo tratto della Salerno-
Reggio Calabria, sarebbe diventata un “luogo
delle idee”.
L’iniziativa si potrebbe definire anche “un
laboratorio innovativo e di ricerca itinerante
del territorio”, perché coinvolge una ventina di
ricercatori, liberi professionisti che effettuano,
(grazie alla rete che facilita i contatti) ognuno
nel proprio luogo di lavoro (a volte in un locale
ricavato nella propria abitazione) una sorta
di “servizio a domicilio di ricerca e di studio”
per conto dell’ Esco Energy di Potenza, una
società che ha di recente inaugurato il Punto
Energia, il primo “negozio” di un progetto in
franchising nazionale abbattendo costi e otti-
mizzando i tempi.
Sono tutti giovani, al di sotto dei quarant’anni,
hanno sposato la cultura delle nuove profes-
sioni, e sono molto motivati. Il più giovane, Vito
Gerardi, che ha soltanto 19 anni, viene conside-
rato un’autentica promessa ed è la mascotte di
un’affiatata squadra di ricercatori.
ECOESEMPIA tutta energia
La ricerca e l’innovazione si sperimentano a domicilio
L’altra faccia del Meridione. Dall’esclusivo progetto del Gel fotovoltaico realizzato in Basilicata, autentica novità, all’edilizia abitativa, con un occhio di riguardo al risparmio energetico e all’abbattimento dei costi e delle emissioni.
Cosa succede nel Mezzogiorno d’Italia? Un gruppo di giovani ricercatori ha dato vita a una formula innovativa per lavorare insieme. Le sorprese non mancano.
Si tratta infatti di un sistema progettato per
dare all’utente finale uno strumento per moni-
torare e pagare l’effettivo utilizzo delle risorse
energetiche (acqua, luce e gas), in totale tra-
sparenza, eliminando così anche eventuali
malcontenti nei confronti del gestore (nel
riquadro a pag. 94 vediamo come funziona).
La più sorprendente novità riguarda la tecno-
logia innovativa denominata Gel fotovoltaico
(il brevetto mondiale appartiene alla Esco
Energy di Potenza) autentica novità, segna-
lata, il mese scorso, da molti organi di stampa
come il futuro dell’energia alternativa.
L’inizio di una grande avventuraIl “cervello” con funzioni di catalizzatore di
questa dinamica organizzazione, è rappre-
sentato dalla Esco Energy, struttura tirata su
con molti sacrifici e con i risparmi di una vita,
soltanto quattro anni fa, nel 2004, a Potenza,
dall’ingegnere materano Giuseppe Vetere, 48
anni, sposato, un figlio di 14 anni, appassio-
nato tecnico: vent’anni passati all’Italgas, nel
campo della progettazione e del controllo.
E con un pallino: lo studio e l’applicazione
delle nuove tecnologie che rendono appetibili
le energie rinnovabili.
L’ingegner Vetere è approdato il mese
scorso nel salotto buono della promozione
Piccole grandi idee per il risparmio energeticoQuesto gruppo di lavoro ha lanciato la sfida ai
Centri di Ricerca più accreditati -quasi sempre
impaludati al secondo stadio della ricerca per
le enormi difficoltà che incontrano prima di
affacciarsi al sistema business - soprattutto
mettendo a fuoco, in maniera assolutamente
elastica, tante, nuove, piccole, grandi idee,
ragionando sui temi di risparmio energetico.
Dalle lampade senza fili che utilizzano dei Led,
all’edilizia abitativa con l’applicazione della
domotica quale serbatoio di energia per i pan-
nelli fotovoltaici durante le ore notturne, fino
alle caldaiette a emissioni zero di Co2.
Il pacchetto di proposte di Esco Energy che
utilizzano progetti superesclusivi (elaborati e
testati in laboratori attrezzati nella sede prin-
cipale), rappresenta una vera rivoluzione per
il mercato delle nuove tecnologie e costitui-
ranno tante sorprese grazie agli interessanti
prodotti competitivi nei costi e con tutte le
caratteristiche di sostenibilità. E altro ancora.
Come la prima Carta Prepagata Ricaricabile,
applicabile a qualsiasi gestore, che serve per
pagare le bollette di luce, gas e riscaldamento
comodamente da casa.
Questo vuol dire mai più code agli sportelli
e una rivoluzione nel campo del risparmio
energetico.
[
93dell’energia (Sala Collina, nella sede mila-
nese del Sole 24 Ore, in via Monte Rosa 91),
dove è stato organizzato l’8° Italian Energy
Summit 2008- dedicato alla nuova economia
dell’energia.
Esco Energy ha scelto l’evento organizzato dal
quotidiano della Confindustria per lanciare il
gel fotovoltaico trasparente, da applicare sulle
vetrate degli edifici rendendoli produttori di
corrente elettrica grazie all’energia del Sole.
É l’ultima creatura del lavoro della squadra
lucana, il Gel Fotovoltaico che propone forme
e applicazioni alternative, di una tecnologia,
il fotovoltaico, per tanti versi non ancora
matura, che ha suscitato in quella sede molto
interesse, scompigliando un po’ le carte, senza
nascondere le perplessità di chi ha cercato, in
qualche modo, di ribadire.
“La novità consiste - spiega l’ing. Vetere -
nella possibilità che hanno gli utenti di pro-
durre a domicilio energia elettrica attraverso
l’applicazione di un gel a base liquida al cui
interno viene innescata una struttura cri-
stallina di silicio”.
La produzione a domicilio di energia elettricaLa promessa è altissima, almeno quanto l’in-
teresse, visto che una soluzione del genere
risolverebbe una volta per tutte l’integrazione
architettonica del fotovoltaico nelle case,
dando una spinta alla microgenerazione,
ovvero la produzione di energia su scala
domestica. Il nuovo prodotto, anche se la sua
commercializzazione su scala industriale arri-
verà soltanto a giugno 2009, e già da adesso
solleva più di un interrogativo.
“Il gel fotovoltaico è un materiale liquido
composto da silicio amorfo, al quale viene
applicato un procedimento nanotecnologico
in modo da renderlo semiconduttore - ha spie-
gato Alessandro Cariani, responsabile della
La promozione dell’uso razionale dell’energiaUn serbatoio di idee e di progetti. Un’unica piat-
taforma che nasce a Potenza, profondo Sud,
nel 2004 come Società di Servizi Energetici con
l’obiettivo primario di ridurre l’incidenza dei
costi, diretti e indiretti, della gestione energe-
tica e di migliorare le condizioni di compatibi-
lità ambientale dell’utilizzo energia.
Da allora la piccola azienda di Potenza pro-
muove e attua un uso razionale dell’energia,
non solo impiegando prodotti o servizi, ma
anche tecnologie finalizzate all’utilizzo delle
fonti energetiche rinnovabili.
Una piattaforma che diventa Esco (Energy
Saving Company), accreditata nell’apposito
elenco dell’Autorità per l’Energia Elettrica e
Gas , in virtù del Decreto del 20 luglio 2004,
per il settore gas ed elettrico, emesso dal
Ministero delle Attività Produttive di concerto
con il Ministero dell’Ambiente e tutela del
territorio, rubricato come “Nuova individua-
zione degli obiettivi quantitativi nazionali di
risparmio energetico e sviluppo delle fonti
rinnovabili”.
La Esco Energy lucana, che opera prevalente-
mente nel settore del risparmio e della riquali-
ficazione energetica relativa a impianti ed edi-
fici, nonché nel settore delle fonti energetiche
rinnovabili, ha una marcia in più grazie alla
squadra creata dal suo fondatore Giuseppe
Vetere, e al contenuto del pacchetto di pro-
spettive e di proposte.
ricerca e sviluppo - all’interno della soluzione
ci sono anche acqua e una soluzione salina”.
Il costo industriale del gel è di 2 euro per watt,
senza i costi di installazione. Per il momento
è pensato per riempire lo spazio tra i doppi
vetri delle fineste. Occupa tra i 4 e gli 8 milli-
metri. Essendo trasparente, la visibilità rimane
buona, anche se sconta un 20% di minore tra-
smittanza. “L’energia solare viene catturata e
assorbita da piccoli terminali elettrici installati
nelle finestre, per essere poi riversata in rete,
permettendo una produzione di 97 watt per
ogni metro quadro di superficie”.
Cariani ha aggiunto che il gel può essere inse-
rito su strutture già esistenti.
Un percorso in salitaLa novità che arriva dai laboratori di ricerca
lucani è certamente interessante, ma la strada
per l’industrializzazione appare in salita.
A giugno 2009, promette il presidente di
Esco Energy, Giuseppe Vetere, partirà la pro-
duzione nella fabbrica di Potenza. “Il nostro
obiettivo è arrivare ad una produzione di
50-60 Mw per anno”.
Le problematiche principali riguardano l’inte-
grazione su vetrate già esistenti che comporta
un aumento di peso della struttura e quindi
una serie di interventi sui serramenti, econo-
micamente non sono trascurabili.
C’è poi l’aspetto dell’efficienza. Per quanto
nelle situazioni ideali, e dunque in labora-
torio, si sia arrivati a quasi 100 watt per metro
quadrato, la situazione reale è ben diversa:
i raggi solari arrivano con un’inclinazione di
novanta gradi solo in alcuni momenti della
giornata, e soprattutto non in tutte le esposi-
zioni. L’aspetto dei costi, e quindi del ritorno
degli investimenti, per il momento invita
alla prudenza.
Il mercato del fotovoltaico in Italia sta vivendo
un vero e proprio boom: la potenza installata
con il nuovo Conto Energia, meccanismo di
incentivazione statale, ha già superato gli
82mila kw. In un contesto del genere il nuovo
gel può comunque trovare delle applicazione.
Appare verosimile pensare ad una soluzione
integrata del nuovo gel fotovoltaico con i
comuni pannelli mono o policristallini, che
“potrebbe portare a un’efficienza effettiva del
25%”. Non ci resta che attendere.
Il futuro? Risponde Vetere:“Sta nel coraggio e
sulla lungimiranza di investire pesantemente
sulla ricerca, della quale il gel è solo il primo
traguardo di un percorso di innovazione tec-
nologica che Esco Energy ha intrapreso e
intende cavalcare”.
[ Giuseppe Vetere,presidente di Esco Energy all’Italian Energy Summit per lanciare il gel fotovoltaico
[ Il gel fotovoltaico, nella sua applicazione sulle finestre
94
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Un pacchetto legato ai sogni e ai bisogni dei
figli di una terra troppe volte raccontata (non
soltanto da Carlo Levi) come se fosse senza
futuro. Invece il futuro c’è, eccome, se si
hanno idee e coraggio (e Giuseppe Vetere ha
mostrato di averne), con l’obiettivo di aprire in
particolare ai giovani che si affacciano ai nuovi
mestieri del settore energia, stabilendo le linee
guida e mettendo a disposizione tutta l’espe-
rienza maturata in aziende di rilievo internazio-
nale, come l’Italgas e l’Eni.
La carta prepagataCome funziona?Il primo step è l’installazione su ogni utenza di un’apparecchiatura che misura continua-mente l’effettivo consumo di energia elet-trica. Si tratta di un sistema Stand-Alone, di grande precisione, in grado di scalare dalla Carta Prepagata l’importo dovuto a seconda della tariffa adottata. All’atto dell’installa-zione, infatti, Esco Energy offre all’utente la possibilità di scegliere il gestore di servizi energetici con le tariffe in quel momento migliori sul mercato (selezione che si può poi ripetere a ogni ricarica).Nello specifico, la Carta Prepagata è un Sistema di Pagamento con memoria chip emessa da Esco Energy a seguito del saldo di un credito prepagato. Inserita nell’ap-parecchio di pertinenza, la Carta permette la sua attivazione e, cioè, il conteggio del flusso di energia e dell’ importo dovuto, che viene quindi automaticamente scalato.A garanzia del corretto funzionamento, l’ap-parecchiatura permette l’erogazione della corrente solo con Carta Prepagata carica, ma soprattutto il credito viene scalato continua-tivamente e non a scatti di 1Kw. Inoltre, per evitare contestazioni da parte degli utenti, sul frontale dell’apparecchiatura è presente
un display che indica i KW consumati.
bando pubblico conclusasi con successo nella
vicina provincia di Salerno.
Esperienza, quest’ultima che è stata una sorta
di banco prova.
C’è un precedente, quindi?
“Si. Il test è stato effettuato attraverso il
bando realizzato in collaborazione con AGEAS
(Agenzia energetica locale) di Salerno, con
una proposta denominata 1.000 tetti fotovol-
taici, destinata alle famiglie che, come requi-
sito, dichiaravano di possedere un immobile
nel territorio della città campana.
In questa località il progetto si è esaurito
in pochissimi mesi e gli impianti sembrano
funzionare”.
Forte dell’esperienza salernitana, Esco Energy
vuole allargare gli spazi di intervento anche
in altre luoghi, realizzando i 100.000 Tetti
Fotovoltaici, sempre con lo stesso sistema
collaudato a Salerno, a titolo completamente
gratuito per i cittadini e con le stesse modalità
del precedente bando.
Allora si può produrre energia pulita a costo
zero? Risponde Vetere:
“100.000 Tetti Fotovoltaici non rappresentano
una follia: l’Ente pubblico deve individuare un
minimo di 1000 tetti per Comune (ma possono
associarsi anche più Comuni limitrofi che col-
laborano per questo intervento.
É il numero minimo richiesto anche ad altra
istituzione pubblica, da raggiungere con un
bando di concorso. Progettazione, realizza-
zione e manutenzione sono completamente a
carico di Esco Energy e, per abitazione, è pre-
visto un impianto fotovoltaico tra 3kWp“.
Com’è possibile?
“Per rientrare dagli investimenti sostenuti,
- chiarisce Vetere - Esco Energy richiede esclu-
sivamente di disporre della tariffa incentivante
riconosciuta dal nuovo decreto (DM 19 febbraio
2007) sul Conto Energia, ovvero il programma
nazionale di incentivazione per la produzione di
elettricità mediante impianti fotovoltaici perma-
nentemente connessi alla rete elettrica.
Secondo tale DM denominato “Conto Energia”
è previsto il riconoscimento, per un periodo di
20 anni, di una tariffa incentivante per ogni kWh
prodotto da sistemi fotovoltaici. Esco Energy
recupera quindi i costi derivanti dal Conto
Energia, lasciando invece all’utente la possibilità
di usufruire dell’energia prodotta. Al termine di
questi 20 anni, l’utente continuerà ad immettere
corrente nella rete e a prelevarla gratuitamente,
pagando eventualmente solo la parte di energia
utilizzata e non prodotta o può scegliere di ven-
dere al Gestore la parte non utilizzata”.
I vantaggi?
“Il privato cittadino risparmia sulla bolletta
senza affrontare l’investimento di un impianto
a energia sostenibile, né curarne i termini
burocratici o i problemi di manutenzione.
L’Amministrazione comunale o l’Ente pub-
blico che indice il bando avranno un notevole
ritorno d’immagine perchè rientrano nella
rosa dei Comuni virtuosi”.
Aggiunge Vetere:“L’Amministrazione comu-
nale potrà risparmiare anche sui costi
dell’energia elettrica dotando gli uffici pub-
blici di impianti fotovoltaici oppure mettendo
a disposizione di Esco Energy un’area inuti-
lizzata o degradata su cui realizzare un’isola
fotovoltaica, con il duplice obiettivo: produrre
energia elettrica pulita grazie a impianti con
impatto ambientale zero e recuperare aree
dismesse”.
L’obiettivo è di ridurre l’incidenza dei costi
della gestione energetica e di migliorare le
condizioni di compatibilità ambientale dell’uti-
lizzo dell’energia.
Il progetto appare vantaggioso per i cittadini
e per le Amministrazioni e gli Enti Pubblici che
lo adottano.
Nasce la prima rete in franchising di Esco Energy Il Punto Energia Esco Energy è il luogo dove la
cultura dell’energia è sempre accompagnata
da quella del servizio all’utente.
Esco Energy ha inaugurato il suo primo eser-
cizio a Potenza, al civico 138 di via Mazzini;
ma si tratta solo del primo esempio di un fran-
chising che vuole diventare un vero e proprio
punto di riferimento in fatto di risparmio ener-
getico e tutela dell’ambiente.
Al Punto Energia ogni cittadino trova personale
specializzato, in grado di rispondere a tutte le
sue domande e fornire soluzioni su misura per
ridurre gli sprechi energetici delle abitazioni,
abbattere i costi delle bollette e ottimizzare le
risorse per riscaldamento, luce ed energia.
Dalla consulenza ai sopralluoghi energetici,
dalla vendita di kit per il risparmio energetico
alla veicolazione di tutti i progetti e i servizi
Esco Energy, con un solo obiettivo: la nascita
di una cultura del risparmio, economico e
ambientale.
Esco Energy, con questo progetto tanto ambi-
zioso quanto socialmente utile, intende for-
nire al cittadino gli strumenti concreti per un
risparmio illuminato.
Quando il sole fa risparmiare “Centomila tetti fotovoltaici non sono pochi,
non sono tanti. E non è nemmeno impossibile
realizzare questo progetto”. É quanto sostiene
il presidente della Esco Energy, ing. Vetere-
che conferma:“Per il futuro, Esco Energy ha in
serbo soluzioni che rivoluzioneranno il modo
di concepire l’energia sostenibile e la sua
applicazione nella vita quotidiana”.
“La nostra organizzazione ha lanciato il pro-
getto ambizioso di realizzare i 100.000 Tetti
Fotovoltaici, installando impianti fotovoltaici
a titolo completamente gratuito per i cittadini,
applicando le stesse modalità di un precedente
96
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
1.000 TETTI FOTOVOLTAICI (SALERNO)
19-87-94
10 MILA TETTI FOTOVOLTAICI (TORINO)
18
100 MILA TETTI FOTOVOLTAICI (POTENZA)
94
8° ITALIAN ENERGY SUMMIT 2008
93
A.E.M. FONDAZIONE 11-14-104
A2A 11-106
ABBAZIA DI SAN GALGANO 62
ADICONSUM 16
AGENDA 21 13-20-80-87
AGENDE 21 LOCALI ITALIANE 20-21
AGENDE 21 LOCALI PER KYOTO
21
AGENZIA ENEREGETICA PROVINCIA DI PISA
69
AGENZIA ENERGETICA E AMBIENTALE DI SALERNO (AGEAS)
19-85-86-87
AGENZIA ENERGETICA PROVINCI DI SIENA (APEA)
69
AGENZIA ENERGIA E AMBIENTE TORINO (AEA)
18
AGENZIA LANE D'ITALIA 57
AGENZIA NAPOLETANA PER L'ENERGIA E L'AMBIENTE (ANEA)
18
AGENZIA PER IL RISPARMIO ENERGETICO DI ROMA (ROMAENERGIA)
18
AGENZIA PER L'ENERGIA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DI MODENA (AESS)
19
AGENZIA PER LO SVILUPPO REGIONALE DEL LAGO BALATON
21
ALFONSO D'ARAGONA 65
ALTA VAL DI SUSA 82
ALTA VAL DI CECINA 61
ALTENER EUROPEAN SOLAR BUILDING EXHIBITION
18
AKMEROV IGOR 73
AMBIENTE ITALIA 24-25-51
ANCI TOSCANA 42-47
ANTINUCCI MARCELLO 16-17
AP ENGINEERING 100
ARCADIA S.R.L. 57
ARCIPELAGO TOSCANO 40-72
AREA PROTETTA DELLA CALVANA
47
AREZZO, COMUNE DI 35-44-47
AREZZO, PROVINCIA DI 44-47
ARSIA TOSCANA 44-69
ASSOCANAPA 80-81
ASSOCIAZIONE ECO CITY ONLUS
6-10-11-12-28-58
ASSOCIAZIONE PARCHI SCIENTIFICI E TECNOLOGICI ITALIANI (A.P.S.T.I.)
5-22-23
ASTI, COMUNE DI 20-100
AULLA, COMUNE DI 34
AVELAR ENERGY GROUP - RENOVA
72
D i pa k Pa n t - M a r c e l l o M a s i , A n g e l o Pa l a d i n o M a r c e l l o A n t i n u c c i - P i e r o S a r d o - C l a u d i o M a r t i n i - C a s a d e l l ’ e n e r g i a - E c o c i t y O n l u s - A u g u s t o R o l l a n d i n - E r i u c c i o N o r a - A l e s s a n d r o G i a r i - B e p p e R o v e r a - R o b e r t o P i p pa n - T g 2 - Pa o l o M a r c o n c i n i - A n n a R i ta B r a m e r i n i - C a r l i n P e t r i n i - M o n t e r o t o n d o M a r i t t i m o - C h a m o i s - S e s t r i e r e - E n e r g e t i c S o r g e - A 2 A - F e r d i n a n d o M a r t i n i - R e m o D u c ly - G i a n l u i g i S u r r a - P r a g e l a t o - M o n t e pa s c h i d i S i e n a - I c e t I n d u s t r i e - Fa b b r i c a d e l S o l e - A g e a s - C a r m a g n o l a - C o m u n e d i M a r z i o - L ’ i s o l a d i G o r g o n i a - S a n t ’ A g a ta d i P u g l i a - C o m u n e d i P o n t e d e r a - F r a n c e s c o D e L a r d e r e l - D a r i o C a r e l l a
Dipak Pant - Piero Sardo
- Marcello Masi - Angelo Paladino
- Sestriere - Marcello Antinucci - Claudio Martini
- Casa dell’energia AEM- Ecocity Onlus - Augusto Rollandin -
Alessandro Giari - Beppe Rovera - Roberto Pippan - Ageas - A2A
- Paolo Marconcini - Annarita Bramerini - Co.Svi.G. -
Carlin Petrini - Monterotondo Marittimo - Chamois
- Metan Alpi Sestriere- Remo Ducly - Energetic Source -
Isolver - Ferdinando Martini - Pragelato - Gianluigi Surra -
- Sant’Agata di Puglia - Eriuccio Nora - Montepaschi di Siena
- Icet Industrie - Agenda 21 - Fabbrica del Sole - Carmagnola -
Comune di Marzio - L’isola di Gorgona - Sant’Agata di Puglia -
Comune di Pontedera - Francesco De Larderel -Medic Air
Tg2 - ESCO Energy - Valle d’Aosta - Dario Carella
Regione Piemonte- Renael -Alighiero Irani
I nomi di questo numero
97AZIENDA AGRICOLA SAN MARTINO
57
AZIENDA GENERALE ITALIANA PETROLI (A.G.I.P.)
38-67
BAGNI DEL RE PORSENNA 63
BALDINI ANDREA 35
BALLESTREROS PEDRO 86
BARDONECCHIA, COMUNE DI 82-83
BASILICATA, REGIONE 90-92
BELLOCCHI LISA 26-27
BERRUTO VINCENT 86
BIENTINA, COMUNE DI 37
BOLLINO CARLO ANDREA 86
BONARIO GIOVANNI 38
BORGHETTO DEI PESCATORI (OSTIA)
18
BORGHI SOSTENIBILI DEL PIEMONTE
100
BRAMERINI ANNARITA 53
BREDA, CITTA' DI 20
BRESSO MERCEDES 100
BRUNDTLAND GRO HARLEM 9
BUDRIO, COMUNE DI 19
BUSSOLA PER LA COMUNITA' ECO-TECH
6
BUTTIGLIONE ANGELA 27
C.C.I.A.A. DI SALERNO 19
C.I.T.I.S. 69
C.N.A. PISA 37
C.N.R. ISTITUTO PER LE GEOSCIENZE
70
C.N.R. ITAE (DIPARTIMENTO ENERGIA E TRASPORTI)
5-69
CALABRIA, REGIONE 33
CALCINAIA, COMUNE DI 13-37-38
CALENZANO, COMUNE DI 34
CAMPAINI TURIDDO 87
CAMPANIA, REGIONE 12
CAMPI BISENZIO, COMUNE DI 47
CAMPORGIANO, COMUNE DI 44
CAMPUS 102
CAPANNORI, COMUNE DI 34
CARAMAGNA PIEMONTESE, COMUNE DI
13-80
CARELLA DARIO 24-27
CARIANI ALESSANDRO 93
CARIGNANO, COMUNE DI 13-80
CARITAS DI LUCCA 69
CARMAGNOLA, COMUNE DI 13-80-81
CARTA PREPAGATA RICARICABILE
92
CASA DELL'ENERGIA 11-14-104-105
CASA MUSEO BICOCCHI (POMARANCE)
66
CASA SPA FIRENZE 34
CASCINA, COMUNE DI 46
CASOLE D'ELSA, COMUNE DI
44-47-58-61
CASSA DI RISPARMIO DI VOLTERRA
55
CASTELFRANCO DI SOTTO, COMUNE DI
34
CASTELNUOVO VAL DI CECINA, COMUNE DI
44-52-53-54-64-75
CAVALLERLEONE, COMUNE DI 13-80
CECCARELLI PIERO 54
CECCARELLI VINCENZO 35
CECCHINI EMILIANO 35
CENTRALE ENEL DI SERRE-PERSANO
88
CENTRO CICOGNE LIPU 81
CENTRO DI ECCELLENZA DELLA GEOTERMIA DI LARDERELLO (CEGL)
13-53-68-70
CENTRO DI TRASFERIMENTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI DI MONTEROTONDO M.MO (CITT)
13-40-53-64-68-89
CENTRO STUDI SINTESI DI VENEZIA
33
CERCIGNANI NICCOLO' 66
CERFITT, LABORATORI 38
CERRATO CARLO 25
CESANA TORINESE, COMUNE DI
82
CETICA, COMUNE DI 44
CHAMOIS, COMUNE DI 10-13-78-79
CHIACCHELLA SERGIO 51-52-53-69-70
CHIANCIANO, COMUNE DI 47
CHIANNI, COMUNE DI 45-47
CHIOMONTE, COMUNE DI 82
CHIUSDINO, COMUNE DI 52-62-63
CIOMPI MASSIMILIANO 53
CITTA' NEL BOSCO DI MIRANDOLA
14
CLAVIERE, COMUNE DI 82
CLINI CORRADO 86
COLLESALVETTI, COMUNE DI 38-47
COLLINE METALLIFERE 61-63-64
COMMISSIONE EUROPEA 10-12-14-16-19-27
COMMISSIONE MEDITERRANEA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
20
COMUNITA' MONDIALE DEL CIBO AD ENERGIA PULITA
28-51-59
CONFINDUSTRIA 25-93
CONFINDUSTRIA SALERNO 87
CONSIGLIO D'EUROPA 30-34
CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
45
CONSIP SPA 39-42-43
CONSORZIO DI SVILUPPO VALDERA
13-36-38
CONSORZIO NEW ENERGY 45
CONSORZIO PER LO SVILUPPO DELLE AREE GEOTERMICHE (CO.SVI.G. SRL)
33-50-51-52-54-69-73-71
CONSORZIO PONT-TECH 38
CONSTRUCTION DAY 102
CONTI FULVIO 44
COORDINAMENTO NAZIONALE A21
20-21
CRAILSHEIM, CITTA' DI 20
CRISTIANO VITO NICOLA 91
CUNEO, PROVINCIA DI 80
DE LARDEREL FRANCOIS JACQUES
66-70
DELLA SETA DANIEL 26
DISPUTACIO' DE BARCELONA 21
DISTRETTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI DELLA TOSCANA
11-13-28-31-50-52-56-58-61-68-69
DISTRETTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI DI POLVERARA
13
DISTRETTO DELL'ENERGIA SOSTENIBILE APPENNINO BOLOGNESE (DESAB)
14
DISTRETTO DELL'IDROGENO DI PONTEDERA
13-31-36-37
DISTRETTO ENERGETICO DEL PARCO DEL CILENTO
11-14
DISTRETTO ENERGETICO DEL TRENTINO
11-13
DISTRETTO ENERGETICO DELLE MONTAGNE OLIMPICHE
14
DOBRICH, CITTA' DI 20
DOCUP OBIETTIVO 2 REGIONE TOSCANA 2000-2006
38
DOVERI MARCO 37
DUCLY REMO 79
EAT PARADE 24-28
ECOFYS 20
EDI PROGETTI 37
EDIPRESS COMMUNICATIONS 4-5
EMILIA ROMAGNA, REGIONE 33
ENEL CENTRO RICERCA DI PISA
31
ENEL SPA 31-35-44-51-52-53-64-66
ENERGETIC SOURCE 73-82
ENERGIA INTELLIGENTE PER L'EUROPA (EIE)
16
ENERGY MADE IN TUSCANY 31-33
ENERGY SAVING TODAY 100
ENI - DIVISIONE REFINING & MARKETING
38
E.R.T. ENERGIE RINNOVABILI TOSCANA SRL
72
ESCO ENERGY SRL 92-93-94
ETRURIA INNOVAZIONE 69
EUROPEAN GREEN CITIES 21
EXXSON MOBIL 87
FABBRICA DEL SOLE 13-35
FANFANI GIUSEPPE 35
FERRARI SPA 19
FIDI TOSCANA 37
FIESOLE, COMUNE DI 47
FIGLINE VALDARNO, COMUNE DI
34
FIRENZE, COMUNE DI 34-47
FIRENZE, PROVINCIA DI 44-47
98
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
FIVIZZANO, COMUNE DI 44
FLORAMIATA SPA 57
FOGGIA, COMUNE DI 20
FOGGIA, PROVINCIA DI 90
FORMIGINE, COMUNE DI 19
FORUM ITALIANO DELL'IDROGENO
37
GAL ETRURIA 69
GALLOZZI AGOSTINO 87
GAVORRANO, COMUNE DI 34
GBC ITALIA 102
GEL FOTOVOLTAICO 92
GENOVA, PROVINCIA DI 21
GEOVEST SRL 19
GERARDI VITO 92
GESPI.COM SRL 72
GESTORE SERVIZI ELETTRICI (G.S.E. SPA)
7-16-86-87
GIACOMINI STEFANIA 26
GIARI ALESSANDRO 22 - 46
GINORI CONTI PRINCIPE PIERO
66
GIORGI MARCO 73
GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2008
87
GIRANDO FELICE 80
GORGONA, ISOLA DI 14-40
GRECCIANO, LOCALITA' COMUNE DI COLLESALVETTI
38
GROSSETO, PROVINCIA DI 44-47
GUPPY ITALIA SRL 57
H2 FILIERA IDROGENO, PROGETTO
35-36
HYDROLAB, LABORATORIO (AREZZO)
35
I.C.E.T. INDUSTRIE spa 17-21-45
IDROGENO PER AREZZO, PROGETTO
35
IDROGENODOTTO DI AREZZO 13-31-35-47
IL SOLE 24 ORE 25-26-33-93
INCONTRA ENERGIA, PROGETTO
19
INNOVATIVE THINKING, PROGETTO
14
IRANI ALIGHIERO 17-45
ISOLVER SPA 43-57-75
ITALIA AGRICOLTURA 24-26-27
KUBEN (DENMARK) 21
KYOTO, PROTOCOLLO 2-6-11-21-30-33-45-51-77
LA BORACIFERA SRL 57
LANDRATSAMT NEUBURG-SCHROBENHAUSE
21
LANIFICIO DI PIACENZA 57
LARDERELLO, LOCALITA' COMUNE DI POMARANCE
13-44-66-67-68-70
LARI, COMUNE DI 13-38
LAZIO, REGIONE 18
LEITNER TECHNOLOGIES 72
LE STRILLAIE, LOCALITA' COMUNE DI GROSSETO
47
LIGURIA, REGIONE 33-67
L'ITALIA CHE VA 26
LIVORNO, COMUNE DI 34
LIVORNO, PROVINCIA DI 44-47
LOMBARDIA, REGIONE 12
LOMBRIASCO, COMUNE DI 13-80
LONDA, COMUNE DI 47
LONGO BIAGIO 11
LORO CIUFFENNA, COMUNE DI
44
LUCCA, COMUNE DI 34
LUCCA, PROVINCIA DI 44
M.P.S. CAPITAL SERVICES BANCA PER LE IMPRESE
76-103
MACCHIALTA, LOCALITA' COMUNE DI CAMPIGLIA MARITTIMA
47
MARANELLO, COMUNE DI 19
MARCA DELLE DUE PROVINCE 13-80-81
MARCONCINI PAOLO 36
MARIN WALTER 82
MARINA DI CARRARA, COMUNE DI
47
MARTINI CLAUDIO 30-31-33
MARTINI FERDINANDO 76
MARZIO, COMUNE DI 14
MASI MARCELLO Tg2 24-28
MASSA-CARRARA, PROVINCIA DI
47
MAZZERBO CARLO 40-41
MEDICAIR ITALIA SRL 101
MERLO GIAN BATTISTA 87
METAN ALPI 84
METAN ALPI SESTRIERE 82
METAN ALPI VAL CHISONE 82
METRO CASH&CARRY 100
MICHELUCCI GIOVANNI 70
MILANO EXPO 2015 11
MILANO, PROVINCIA DI 19
MINIERA DI CAMPIANO 63
MINISTERO DEI TRASPORTI 45
MINISTERO DELL'AMBIENTE 86-93
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
42
MINISTERO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE
93
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
44
MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
36
MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA
41
MIRANDOLA, COMUNE DI 14
MITSUBISHI ELECTRIC 41
MODENA, PROVINCIA DI 19-21
MOLISE, REGIONE 33
MONTE GINEZZO LOCALITA', COMUNE DI CORTONA
47
MONTECATINI SPA 67
MONTECATINI VAL DI CECINA, COMUNE DI
67
MONTEDISON SPA 67
MONTEMIGNAIO, COMUNE DI 45
MONTEMURLO, COMUNE DI 34
MONTEROTONDO M.MO, COMUNE DI
13-44-57-63-64
MONTESPERTOLI, COMUNE DI 47
MONTEVERDI MARITTIMO, COMUNE DI
47-64
MONTICIANO, COMUNE DI 44
MONTIERI, COMUNE DI 63
MONTOPOLI VALDARNO, COMUNE DI
34
MUSEC, PROGETTO 20
MUSEO DELLA GEOTERMIA DI LARDERELLO
67
MUSEO DELL'ENERGIA DEL TERRITORIO DI RADICONDOLI
62
MUSEO DI CASA BICOCCHI 66
MUSEO MINIERA DI CAMPORCIANO
67
MUTUO A PROFITTO 19
NAMPBUBRIPAD GOURI 51
NAPOLETANAGAS SPA 18
NAPOLI, COMUNE DI 18
NAPOLITANO GIORGIO 87
NAVACCHIO, LOCALITA' COMUNE DI CASCINA
46
NEFTIH2, PROGETTO 69
NEUBURG AN DER DONAU, CITTA' DI
21
NICOLETTI ANGELO 86
NEIVE, COMUNE DI 100
NORA ERIUCCIO 20
O.N.U. 9-50
OASI DEL PO' MORTO DI CARIGNANO
81
OLIMPIADI DELLA NEVE TORINO 2006
14-82
ORLANDINI ROBERTO 53
ORTIS ALESSANDRO 87
OSSERVATORE ROMANO 102
OSSERVATORIO EUROPEO DEL PAESAGGIO
87
OSSERVATORIO SULLE COMUNITA' ECOSOSTENIBILI (OCES)
11-58
PADOVA, COMUNE DI 21
PAGANETTO LUIGI 87
PALADINO ANGELO 16-85-86
PANT DIPAK 2-6-7-9-11
PARCO ARCHOMINERARIO DI MONTEROTONDO M.MO
64
PARCO DEL PO' 81
PARCO DELLE BIANCANE 65
PARCO DI RACCONIGI 81
PARCO EOLICO "LA MINIERA" 53
PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E DEL VALLO DI DIANO
11-14-19-87
PARCO NAZIONALE DELL'ARCIPELAGO TOSCANO
14-40-41
PARMA, PROVINCIA DI 21
99PARVUS FLOS COOPERATIVA SOCIALE A.R.L.
57
PECCIOLI, COMUNE DI 47
PESCIA, COMUNE DI 47
PETRINI CARLIN 59-89
PIAGGIO & C. SPA 36-37
PIANO D'AZIONE MEDITERRANEO
20
PIANO DI INDIRIZZO ENERGETICO REGIONALE (PIER) DELLA TOSCANA
45-53
PIEBALGS ANDRIS 86
PIEMONTE, REGIONE 12-80-83-100-102
PIERRI PAOLO 89
PIOBESI TORINESE, COMUNE DI
13-80
PIOMBINO, COMUNE DI 47
PIPPAN ROBERTO 26
PISA, COMUNE DI 37-46-47-50
PISA, PROVINCIA DI 37-44-46-47-50-56
POGGIBONSI, COMUNE DI 45
POLI DAVIDE 42
POLITECNICO DI MILANO 77
POLO SANT'ANNA VALDERA 37
POLO TECNOLOGICO DI NAVACCHIO
46-47
POMARANCE, COMUNE DI 44-57-66
POMINO, LOCALITA' COMUNE DI RUFINA
44
PONSACCO, COMUNE DI 13-38
PONTEDERA, COMUNE DI 13-31-34-36-37-38-45-47
POPPI, COMUNE DI 47
POTENZA, COMUNE DI 92-93
POZZANA GIUSEPPE 37
PRAGELATO, COMUNE DI 82
PRALI, COMUNE DI 82
PRATO, COMUNE DI 34
PRATO, PROVINCIA DI 47
PREMIO AWARD ENERGY 19
PREMIO CONDOMINI SOLARI 18
PREMIO ENERGIA 2008 19
PREMIO TOSCANA ECO EFFICIENTE
77
PUGLIA, REGIONE 12-33-73-100
QUOTIDIANO ENERGIA 26
R.A.I. RADIOTELEVISIONE ITALIANA
27-28-41
R.A.I. SEDE DI BRUXELLES 24-27
RACCONIGI, COMUNE DI 13-80
RADICONDOLI, COMUNE DI 44-58-61
RADIO HABITAT 26
RAVELLO, COMUNE DI 85-86
RAVENNA, COMUNE DI 20
REGIONEUROPA 27
RES PUBLICA PROJECT 20-21
RETE DI SPORTELLI PER L'ENERGIA E L'AMBIENTE DI MILANO (INFOENERGIA)
19
RETE NAZIONALE AGENZIE ENERGETICHE LOCALI (RENAEL)
12-14-16-17-18-19-87
RINCINE, LOCALITA' COMUNE DI RUFINA
44
RIVOIRA SPA 69
ROCCASTRADA, COMUNE DI 47
ROLLANDIN AUGUSTO 78-79
ROMAGNUOLO DOMENICO 88
ROVERA BEPPE 25
S.E.C. (SUTAINABLE ENERGY COMMUNITY)
20
S.E.C.A. (SEC ADVISORY GROUPS)
21
SALA CONSILINA, COMUNE DI 87
SALERNO, PROVINCIA DI 17-19-85-86
SALONE DEL GUSTO DI TORINO
59
SAMMOMME', LOCALITA' COMUNE DI PISTOIA
47
SAN GIMIGNANO, COMUNE DI 61-62
SAN GIOVANNI VALDARNO, COMUNE DI
34
SAN LORENZO IN PADULA, COMUNE DI
87
SAN MARCELLO PISTOIESE, COMUNE DI
44
SAN ZENO LOCALITA', COMUNE DI AREZZO
35-47
SANTA FIORA, COMUNE DI 54-57
SANT'AGATA DI PUGLIA, COMUNE DI
90-91
SANTANERA MIA 25
SARDO PIERO 59
SASSO PISANO 65
SAUZE D'OULX, COMUNE DI 82
SCAJOLA CLAUDIO 86-100
SCANSANO, COMUNE DI 45-47
SCUOLA SUPERIORE SANT'ANNA
37-69
SECCHIONI FEDERICO 87
SESTO FIORENTINO, COMUNE DI
34
SESTRIERE, COMUNE DI 82
SETTIMANA DELL'ENERGIA SOSTENIBILE 2009 EUSEW WEEK
85-86
SEVA GUALTIERO 41
SI' VIAGGIARE 28
SIENA, COMUNE DI 34
SIENA, PROVINCIA DI 44-45-47-50-56
SILVESTRI ANTONIO 27
SLOW FOOD COLLI SENESI, CONDOTTA
59
SLOW FOOD FONDAZIONE PER LA BIODIVERSITA'
59
SLOW FOOD MONTEREGIO, CONDOTTA
59
SLOW FOOD SAN GIMIGNANO, CONDOTTA
59
SLOW FOOD TOSCANA 59
SLOW FOOD VOLTERRA-ALTA VAL DI CECINA, CONDOTTA
59
SOCIETA' CHIMICA LARDERELLO (S.C.L.)
57
SOCIETA' CONSORTILE ENERGIA TOSCANA (CET)
39-42-43
SOCIETA' PONT-TECH 37
SOCIETA' SAT (AEROPORTI TOSCANI)
37
SOCIETA' SOLITES 20
SOLAR ENERGY 41
SOLEMME SRL 57
STAFFETTA PETROLIFERA 26
STAZIONE MULTIENERGY 38
SURRA GIANLUIGI 80
TAVARNELLE VAL DI PESA, COMUNE DI
44
TERRA MADRE TOSCANA 51-59
TESTA CHICCO 87
TORINO, PROVINCIA DI 80-87
TOSCANA ENERGIE RINNOVABILI (TER)
45
TOSCANA, REGIONE 2-30-31-33-68-69
TRENTINO ALTO ADIGE, REGIONE
12
UNCEM TOSCANA 42
UNESCO 9-14-86
UNIONE EUROPEA 2-10-14-16-26-27-33-35-36-79-86-89-100
UNIONE INDUSTRIALE PISANA
37
UNITED NATIONS ENVIRON-MENT PROGRAMME (UNEP)
20-76
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PISA
36-37-42-46-70
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SIENA
53-69
VAL CHISONE 82
VAL DI SUSA 82
VAL GERMANASCA 82
VALBY, CITTA' DI 21
VALLE D'AOSTA, REGIONE 10-12-15-79
VALLE DEL DIAVOLO 65-66
VATICANO, CITTA' DEL 102
VECKSELBERG VIKTOR 73
VENDOLA NICHI 100
VENETO, REGIONE 12
VESPA 36-37
VETERE GIUSEPPE 92
VILLAFRANCA, COMUNE DI 34
VILLANI ANGELO 87
VILLARINI MAURO 102
VILLASTELLONE, COMUNE DI 13-80
VITALE EMILIO 37
WORLD COMMISSION ON ENVIRONMENT AND DEVE-LOPMENT (WCED)
9
WORLD ENERGY COMMIS-SION (WEC)
87
100
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Piemonte e Pugliasi accordano sulle energie rinnovabili I presidenti delle due regioni, Mercedes Bresso
e Nichi Vendola, hanno siglato un protocollo
d’intesa, della durata di cinque anni, basato
sulla piena condivisione degli obiettivi fissati
dall’Unione Europea che prevedono il 20% di
produzione di energia da fonti rinnovabili, una
riduzione del 20% di emissione di gas serra,
un aumento del 20% di risparmio energetico
e un aumento del 10% di biocarburanti rica-
vati non da fonti alimentari, ma da cellulosa e
residui legnosi.
L’accordo prevede lo sviluppo di progetti inter-
regionali, attraverso investenti in ricerca, atti-
vità produttive e formazione, incentivando lo
scambio di buone pratiche tra regioni.
Il Piemonte e la Puglia sono tra le regioni
europee che hanno i più consistenti programmi
di investimento in materia di energie rinnova-
bili e sono i maggiori produttori in Italia rispet-
tivamente di energia idroelettrica (3800 mega-
watt) ed eolica (a fine anno si raggiungeranno
i 1000 megawatt). Grazie a questo accordo
sarà possibile condividere risorse nella ricerca
di punta e avviare un programma comune di
controllo sugli obiettivi, nell’ottica di definire
un piano multiregionale di investimenti che
sarà presentato al Governo.
La Metro Cash&Carry sceglie il solareIl Ministro per lo Sviluppo Economico on.
Claudio Scajola ha inaugurato il primo sistema
di climatizzazione con pannelli solari installato
in un magazzino della Metro Cash & Carry.
L’energia solare viene utilizzata per ridurre
la temperatura all’interno del magazzino in
estate e per riscaldarne gli ambienti in inverno.
Collocato su una superficie totale di 10.000
mq - pressappoco l’estensione di un campo da
calcio - il più grande sistema di pannelli solari
in Italia sostituisce sia l’energia elettrica sia il
gas naturale. In questo modo si riduce il con-
sumo dei combustibili fossili, risparmiando
200 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno.
Quantitativo che corrisponderebbe all’ani-
dride carbonica emessa da un’automobile che
abbia percorso 1,3 milioni di km, in altre parole
più di trenta volte la circonferenza della Terra.
L’azienda che ha già messo in atto numerose
innovazioni per ridurre il consumo di energia e
le emissioni di CO2, è impegnata nel progetto
“Energy Saving Today”. Lo scopo è l’ottimiz-
zazione delle performance tecnologiche dei
novare la tipologia di offerta turistica in una
chiave di sostenibilità ambientale ha trovato
nell’Environment Park quel tessuto di cono-
scenze e tecnologie indispensabile per por-
tare a termine un’operazione di rilancio del
territorio nel suo complesso già avviata da
tempo.
Da qui è nata anche l’idea di supportare l’inizia-
tiva con un idoneo portale dedicato proprio ai
Borghi sostenibili.
All’interno di questo portale, quindi, si potranno
trovare, oltre al ricco corredo di informazioni e
link alle attrazioni turistiche, tutte le informa-
zioni sulle buone pratiche ambientali che ven-
gono attuate sul territorio.
Dagli impianti di produzione di energia da
fonti rinnovabili ai progetti di riqualificazione
ambientale e del paesaggio, dalle strutture in
bioedilizia al decalogo del turista sostenibile.
I comuni a cui sono indirizzate le attività sono
distribuiti su sei province piemontesi.
Nel Cuneese ci sono Neive (CN), Cortemilia,
Bergolo, Levice, Saluzzo.
In provincia di Asti, Mombaldone, Orta San
Giulio nel Novarese, Ricetto di Candelo in pro-
vincia di Biella, Vogogna nel Verbano-Cusio-
Ossola e Volpedo nell’Alessandrino.
www.borghisostenibili.it
supermercati Metro Cash & Carry. e ridurre
così il consumo di energia. Un primo passo
in tale direzione consisterà nell’ammoderna-
mento tecnologico di trenta magazzini entro la
fine del 2008.
L’impianto - in gran parte di tecnologia ita-
liana - è stato progettato dalla AP Engineering,
i pannelli solari sono stati forniti da Riello, lo
scambiatore di calore della potenza di 700
kw è della Carrier mentre EVAPCO ha fornito
le torri di raffreddamento. Gli impianti e la
messa in opera sono stati realizzati dalle ditte
Fintecno, Vercos, Tekind e CDZ-T.
Borghi sostenibiliIl progetto Borghi Sostenibili del Piemonte
nasce per volontà della Regione Piemonte
dall’incontro tra una rete di 10 comuni, appar-
tenenti alle associazioni “Borghi autentici
d’Italia” e “I Borghi più belli d’Italia”, con l’En-
vironment Park, il parco scientifico tecnologico
per l’ambiente di Torino.
L’esigenza di alcune comunità locali di rin-
PERISCOPIO
[ In alto: vista panoramica del Comune di Neive (Cn).In basso: impianto fotovoltaico sul tetto di un magazzino della Metro Cash & Carry.
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ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
Construction Day a VeronafiereEdilizia, certificazione, sostenibilità è il tema
affrontato a Veronafiere, nei giorni scorsi, nel
corso del Construction Day, appuntamento
dedicato al mondo delle costruzioni, della
progettazione e delle committenze pubbliche
e private.
Protagonista della manifestazione il GBC Italia,
l’associazione non-profit per l’edilizia sosteni-
bile promossa dalla società consortile Distretto
Tecnologico Trentino, che oggi conta più di 100
soci. Nel corso della rassegna è stato presen-
tato il rapporto “Il mercato delle costruzioni
2008-2013”.
La certificazione degli edifici è diventata fat-
tore sempre più rilevante per la competitività
nel mercato immobiliare e il GBC Italia, recen-
temente entrato a far parte del comitato mon-
diale per l’edilizia sostenibile World GBC, pro-
muove, in ambito nazionale, la certificazione di
qualità degli edifici come elemento strategico
del mercato del futuro.
In Vaticano debutta il solareÉ quasi pronto il primo impianto a energia
solare del Vaticano. “L’obiettivo è di concludere
e di far entrare in funzione il tutto entro e non
oltre la fine dell’anno”, spiega all’‘Osservatore
Romano’ l’ingegner Mauro Villarini, responsa-
bile dei progetti sulle fonti di energia rinnova-
bile nello Stato della Città del Vaticano.
L’installazione è realizzata sulla copertura
dell’Aula Paolo VI (Aula Nervi) che, per la sua
moderna struttura, si presta bene allo scopo.
“Si tratta dell’installazione di un impianto foto-
voltaico - spiega Villarini - in un certo senso,
l’architetto Nervi fece quasi una progettazione
premonitrice, utilizzando tegole frangisole costi-
tuite da una metà rivolta perfettamente a sud e
da una metà a nord. In pratica, noi non andiamo
a fare altro che sostituire le tegole rivolte a sud
con dei pannelli fotovoltaici. I pannelli a nord
saranno sostituiti con materiale altamente tec-
nologico, la cui peculiarità è di riflettere una
parte della radiazione solare, aumentando così
la produttività dell’impianto”.
Complessivamente la potenza media dei quasi
2.400 moduli fotovoltaici sarà di circa 220 kilo-
wattora. Essa servirà l’Aula Paolo VI, pur non
coprendone l’intero fabbisogno. Ci saranno
momenti, però, nei quali l’Aula non assor-
birà tutta l’energia prodotta e allora si potrà
immettere l’energia eccedente nella rete dello
Stato della Città del Vaticano. “Per farci un’idea
dell’entità della produzione, con quello che pro-
durremo dall’impianto, andremo a soddisfare i
A Marzo, Lingotto Fiere ospita Campus, la prima rassegna sull’agricoltura del futuro
consumi annui equivalenti a quelli di un centi-
naio di famiglie”, spiega Villarini. In Vaticano ci
sono anche altri progetti in corso. Tra gli altri, la
copertura della mensa di servizio in Vaticano.
Un impianto solare, questa volta non più per la
produzione di energia elettrica, ma per la pro-
duzione di calore, sotto forma di acqua calda.
L’impianto potrà entrare in funzione entro
l’anno.
“La nostra sfida - conclude l’ingegner Villarini -
è che lo Stato della Città del Vaticano raggiunga
gli obiettivi europei prima dell’Europa. Il tra-
guardo ben noto, infatti, è che al 2020 gli Stati
europei abbiano almeno il 20% di contributo
energetico da fonti rinnovabili. Con questi primi
impianti realizzati in Vaticano, ci attesteremo a
qualche punto percentuale”.
Da annotare in Agenda
26/29 marzo 2009
Una fiera nuova di zecca si appresta ad
aprire i battenti nel marzo 2009. É Campus,
la nuova rassegna dedicata all’agricoltura
sostenibile in programma a Lingotto Fiere
di Torino dal 26 al 29 marzo 2009. La mani-
festazione, nata da una collaborazione tra
l’Assessorato all’Agricoltura della regione
Piemonte e Promotor International (Lingotto
Fiere), vuole rappresentare un evento dove
gli espositori hanno l’opportunità di mostrare
e condividere le loro soluzioni innovative
per il futuro dell’agricoltura, dov’è possi-
bile incontrare e verificare le applicazioni di
tali innovazioni, tecnologie organizzative,
gestionali, attraverso la presenza in fiera di
aziende agricole che le hanno già adottate
con successo.
A chi espone a Campus viene offerta la pos-
sibilità di presentare in modo interattivo ed
efficace le proprie proposte per l’agricoltura
del futuro.
Campus è dedicato a tutti gli operatori
della filiera, per far crescere conoscenze e
relazioni per le loro attività. In particolare
saranno affrontate le tematiche dell’agricol-
tura sostenibile, dei consumi energetici e
dello spreco delle risorse idriche. La manife-
stazione fieristica intende presentare solu-
zioni che siano di utilità e di interesse per
l’agricoltura, proponendo progetti realizzati,
risultati conseguiti, investimenti e sviluppi
futuri, presentando piccoli impianti per la
valorizzazione energetica di bio-masse resi-
duali da lavorazioni agricole, applicazione di
bio e nano tecnologie e così via.
Tutto questo rappresenta una novità di forte
impatto nel panorama fieristico nazionale,
capace di catturare l’interesse di visitatori
ed espositori.
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A Marzo, Lingotto Fiere ospita Campus, la prima rassegna sull’agricoltura del futuro
26/29 marzo 2009
ENERGEO MAGAZINE - novembre 2008
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In tempi di vacche magre la fantasia aiuta i Comuni “virtuosi”.
Il tema può offrire un nuovo affresco dell’Italia che progetta e pro-
duce energia pulita, attraverso un viaggio tra i Comuni che hanno
favorito la costruzione di nuovi impianti utilizzando fonti alternative.
Queste risorse rappresentano il futuro per lo sviluppo di nuove tecnologie
compatibili con l’ambiente ma, per tanti sindaci, possono anche signifi-
care una significativa voce di entrata per gli asfittici bilanci comunali.
Le risorse derivanti dalle royalties e dai certificati verdi rappresentano,
in effetti, un grande vantaggio per le Amministrazioni comunali che pos-
sono coniugare in modo inedito e concreto i benefici ambientali, l’effi-
cienza e il risparmio energetico, con la capacità di recuperare ulteriori
fondi, da destinare, ogni anno, alle magre casse comunali.
Risorse da utilizzare per svariati usi e ad esclusivo vantaggio del terri-
torio e della popolazione.
Come ha potuto dimostrare il sindaco di Sant’Antagata di Puglia (la
storia la raccontiamo a pag. 90), che ha destinato la quota ricavata dalle
royalties ottenute per l’insediamento di un impianto eolico per favorire
l’incremento delle nascite nel suo paese e aiutare le famiglie in difficoltà
con i mutui della casa, trasformando il paese in una vera e propria comu-
nità della solidarietà sostenibile.
É questa un’occasione per discutere degli strumenti che sostengono le
esigenze locali e i servizi.
Ma che rappresentano un’opportunità per creare coesione, caratteriz-
zando il ruolo degli enti locali nella produzione di benessere economico
e sociale.
In particolare queste esigenze sono più rilevanti nei Comuni con meno
di 5.000 abitanti.
Le aziende che propongono nuovi impianti energetici (comunque
nel rispetto dell’ambiente) ai sindaci, devono tener conto del cosid-
detto progetto “local content”, ovvero lo sviluppo di competenze e
conoscenze locali, che permettano di trasferire le conoscenze e gli
Royalties e certificati verdi al servizio delle esigenze locali
I contributi per gli insediamenti di nuovi impianti rappresentano un’ interessante voce di entrata per gli asfittici bilanci comunali. Ma come vengono spesi?
obiettivi dell’impresa che si vuole insediare, in sintonia con le attese
della popolazione.
Non bastano solo le royalties per innescare lo sviluppo e alleviare i disagi
sul territorio, ma come già insegnò, negli anni cinquanta, Enrico Mattei,
occorre ragionare in termini di dialogo con le amministrazioni locali.
Oggi, come riporta un recente studio di Nomisma energia, il sistema dei
certificati verdi, ovvero il sistema statale che incentiva la produzione di
energia pulita, rende l’investimento positivo sia per le aziende, sia per le
amministrazioni comunali.
I produttori da fonte rinnovabile vendono, infatti, l’energia a un prezzo
medio mensile che si aggira sui 6 centesimi di euro a kilowattora, ed in
più incassano 12,5 centesimi per kilowattora dai certificati verdi.
Insomma, per ogni 100 euro incassati, 66 provengono dai contributi
pubblici.
I certificati verdi sono indispensabili, perché altrimenti il costo di gene-
razione dell’energia rinnovabile sarebbe più alto di quello dell’energia
ottenuta da fonti tradizionali. Ma gli incentivi vengono erogati solo per i
primi 8 anni (ora saliranno a 12, ndr) e quindi il loro effetto va spalmato
sull’intero arco di vita dell’impianto.
In questo quadro si inserisce la questione delle royalties, ovvero la per-
centuale che le aziende produttrici corrispondono ai Comuni a titolo di
“risarcimento ambientale” per la presenza degli impianti energetici.
Quella delle royalties è una prassi ormai consolidata, un modo per
migliorare l’accoglienza dell’investimento: 100mila euro l’anno per un
piccolo centro possono essere una grande risorsa.
Oggi le royalties nette si aggirano sull’1,3-1,4% del fatturato, con una
tendenza in salita fino al 2% che porterà, nei prossimi 4 anni, a una
media dell’1,7-1,8%.
Ad Energeo Magazine interessa conoscere come vengono spesi questi
soldi, arrivati, a volte, come manna dal cielo, per poter raccontare come
vengono utilizzati per lo sviluppo locale e la solidarietà.
In particolare ci piacerebbe sapere dove arriva la fantasia dei sindaci
virtuosi che cercano di non far gravare sulle fasce più deboli certi costi,
fornendo assistenza, servizi nuovi e inconsueti, evitando inutili sprechi
in feste di piazza e per l’organizzazione di discutibili notti bianche.
Invitiamo i sindaci a scriverci ([email protected]) per
farci conoscere le storie più belle e inconsuete che saranno segna-
late e premiate, in un momento ufficiale di confronto e di dialogo,
organizzato nella Casa dell’Energia di Milano, con il patrocinio della
Fondazione AEM.
Il municipio di Monterotondo Marittimo rappresenta il luogo-simbolo di FILO DIRETTO con i Comuni, lo spazio che Energeo Magazine, la Casa dell’Energia e la Fondazione AEM di Milano dedicano alla Solidarietà sostenibile e a tutte le valide iniziative avviate sul territorio dagli Enti Locali.Il piccolo Comune dell’area geotermica (Cover Story), che ha dedicato un viale agli Obiettivi di Kyoto 20 20 20, è stato individuato come crocevia delle iniziative per la promozione delle energie rinnovabili in Italia
FILO DIRETTO
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