L'emergenza, il primo soccorso e esodo, di Veronica Galli
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20/04/15 2
� NORMATIVA SPECIFICA
� DESCRIZIONE DELLE EMERGENZE
� MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
� SITUAZIONI CORRETTE/NON CORRETTE
SOMMARIO
20/04/15 3
D. Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo I -‐ Capo III – Sezione VI
GesFone delle emergenze
NORMATIVA
20/04/15 4
Ai fini degli adempimen9 di cui all’ar9colo 18, comma 1, le>era t), il datore di lavoro: a) organizza i necessari rapporF con i servizi pubblici competenF in materia di primo soccorso, salvataggio, loQa anFncendio e gesFone dell’emergenza; b) designa prevenFvamente i lavoratori di cui all’arFcolo 18, comma 1, leQ. b); c) informa tuV i lavoratori che possono essere esposF a un pericolo grave e immediato circa le misure predisposte e i comportamenF da adoQare; d) Omissis ... e) Omissis ... e-‐bis) garanFsce la presenza di mezzi di esFnzione idonei alla classe di incendio ed al livello di rischio presenF sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle parFcolari condizioni in cui possono essere usaF. L’obbligo si applica anche agli impianF di esFnzione fissi, manuali o automaFci, individuaF in relazione alla valutazione dei rischi.
Art. 43 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
20/04/15 5
Ai fini delle designazioni di cui al comma 1, leQera b), il datore di lavoro
Fene conto delle dimensioni dell’azienda e dei rischi specifici
dell’azienda o della unità produVva secondo i criteri previsF nei decreF
di cui all’arFcolo 46.
I lavoratori non possono, se non per gius9ficato mo9vo, rifiutare la
designazione. Essi devono essere formaF, essere in numero sufficiente e
disporre di aQrezzature adeguate, tenendo conto delle dimensioni e dei
rischi specifici dell’azienda o dell’unità produVva.
Art. 43 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
20/04/15 6
Il datore di lavoro, tenendo conto della natura della aVvità e delle dimensioni dell’azienda
o della unità produVva, senFto il medico competente ove nominato, prende i
provvedimenF necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza,
tenendo conto delle altre eventuali persone presenF sui luoghi di lavoro e stabilendo i
necessari rapporF con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunaF.
Le cara>eris9che minime delle a>rezzature di primo soccorso, i requisi9 del personale
adde>o e la sua formazione, individuaF in relazione alla natura dell’aVvità, al numero dei
lavoratori occupaF ed ai faQori di rischio sono individuaF dal decreto ministeriale 15 luglio
2003, n. 388 e dai successivi decreF ministeriali di adeguamento acquisito il parere della
Conferenza permanente per i rapporF tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano.
Art. 45 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
20/04/15 7
Nei luoghi di lavoro soggeV al presente decreto legislaFvo devono essere
adoQate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l’incolumità
dei lavoratori.
3. Omissis ...
4. Fino all’adozione dei decreF di cui al comma 3, conFnuano ad applicarsi i
criteri generali di sicurezza anFncendio e per la gesFone delle emergenze nei
luoghi di lavoro di cui al decreto del Ministro dell’interno 10 marzo 1998.
Art. 46 - D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
NORMATIVA
20/04/15 8
Gestione emergenza incendio
v Procedure
v Piano di evacuazione
Individuazione addetti antincendio
v Nomina e Lettera di incarico
Formazione addetti antincendio
Ø Rischio basso - 4 ore
Ø Rischio medio - 8 ore
Ø Rischio elevato - 16 ore
Sicurezza an9ncendio e ges9one delle emergenze – D.M. 10 marzo 1998
NORMATIVA
20/04/15 9
Aziende del gruppo A
Aziende con l’obbligo di noFfica (D.lgs 334/99), centrali termoeleQriche, laboratori nucleari, aziende estraVve, lavori nel soQerraneo, fabbriche di esplosivi.
Aziende con piu’ di 5 lavoratori appartenenF a determinaF gruppi tariffari INAIL.
Aziende con oltre 5 lavoratori a tempo indeterminato del comparto agricoltura.
Aziende del gruppo B
Aziende con 3 o piu’ lavoratori che non rientrano nel gruppo A.
Aziende del gruppo C
Aziende con meno di 3 lavoratori che non rientrano nel gruppo A.
DM 388/2003 - Classificazione delle aziende
NORMATIVA
20/04/15 10
Aziende del gruppo A
Sistema di raccordo tra il pronto soccorso interno ed il sistema di emergenza sanitaria
Aziende del gruppo B
CasseQa di pronto soccorso
Mezzo di comunicazione idoneo ad aVvare il sistema di emergenza del SSN
Aziende del gruppo C
PaccheQo di medicazione
Mezzo di comunicazione idoneo ad aVvare rapidamente il
sistema di emergenza del SSN
DM 388/2003 - Classificazione delle aziende
NORMATIVA
20/04/15 11
• GuanF sterili monouso (2 paia); • flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125
ml (1); • flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro – 0,9%) da 250 ml (1); • compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3); • compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1); • pinzeQe sterili da medicazione monouso (1); • confezione di cotone idrofilo (1); • confezioni di ceroV di varie misure pronF all’uso (1); • rotoli di ceroQo alto cm. 2,5 (1); • rotolo di benda orlata alta cm 10 (1); • un paio di forbici; • lacci emostaFci (1); • ghiaccio pronto uso (1); • saccheV monouso per la raccolta di rifiuF sanitari (1); • istruzioni sul modo di usare i presidi suddeV e di prestare i primi
soccorsi in aQesa del servizio di emergenza
CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE
NORMATIVA
20/04/15 12
• GuanF sterili monouso (5 paia); • visiera paraschizzi; • flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1); • flaconi di soluzione fisiologica (sodio cloruro – 0,9%) da 500 ml (3); • compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10); • compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2); • teli sterili monouso (2); • pinzeQe sterili da medicazione monouso (2); • confezione di rete elasFca di misura media (1); • confezione di cotone idrofilo (1); • confezioni di ceroV di varie misure pronF all’uso (2); • rotoli di ceroQo alto cm. 2,5 (2); • un paio di forbici; • lacci emostaFci (3); • ghiaccio pronto uso (2); • saccheV monouso per la raccolta di rifiuF sanitari (2); • termometro; • apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa;
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO
NORMATIVA
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Per i designati al pronto soccorso delle aziende del gruppo A sono previsti corsi di formazione di 16 ore
e aggiornamento triennale di 6 ore Per i designati al pronto soccorso delle aziende dei gruppi B e C sono previsti corsi di formazione di 12 ore
e aggiornamento triennale di 4 ore
FORMAZIONE DEGLI INCARICATI – D.M. 388/2003
NORMATIVA
20/04/15 15
Che cos’è l’emergenza ? :
� Si può definire emergenza tuQo ciò che appare come condizione insolita e pericolosa che può presentarsi in modi e tempi non completamente prevedibili
Si può perciò dire che l’emergenza:
� È un fenomeno non interamente codificabile.
� Può evolvere con rischi a persone o cose.
� Richiede un intervento immediato.
DEFINIZIONE DELLE EMERGENZE
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Emergenza circoscri>a � Situazione pericolosa delimitata che può essere affrontata
in maniera rapida ed efficace con i mezzi aziendali di primo intervento.
Emergenza locale � Situazione pericolosa che fin dal suo verificarsi appare di
rapida estensione e che per questo può avere ripercussioni su tuQe le persone presenF nello stabilimento. Deve essere affrontata in maniera rapida con i mezzi aziendali in aQesa dell’arrivo dei VV.F o di altri enF esterni coinvolF nell’emergenza.
Emergenza generale � Situazione pericolosa che fin dal suo verificarsi appare di
vaste proporzioni, facendo temere conseguenze dannose su vasta scala, anche al di fuori dell’area dell’azienda, per le persone e per gli ambienF.
DEFINIZIONI
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Squadra di primo intervento
� Gruppo di dipendenF. incaricato di eseguire talune azioni per fronteggiare le emergenze di seguito indicate.
Coordinatore delle emergenze
� Dipendente formalmente incaricato o il datore di lavoro stesso che promuove e dirige e le azioni di intervento nei casi di emergenza generale.
Responsabile di area per situazioni di emergenza
� Dipendente formalmente incaricato che promuove e dirige le azioni di intervento nei casi di emergenza circoscriQa o locale nell’area di sua competenza..
DEFINIZIONI
20/04/15 18
Preallarme Segnale acus9co intermi>ente di breve durata. � Indica che in un luogo dello stabilimento vi è una situazione pericolosa
per questo le persone che si trovano nel luogo stesso si devono allontanare immediatamente e il personale degli altri ambienF operaFvi si deve tenere in stato di allerta rimanendo al proprio posto di lavoro.
Allarme Segnale acus9co con9nuo di considerevole durata. � Indica l’esistenza di una situazione pericolosa che richiede
l’allontanamento di tuQe le persone dallo stabilimento. In tal evenienza il personale lascerà ordinatamente e con calma il posto di lavoro secondo il piano di evacuazione generale predisposto.
Cessato allarme Segnale acus9co intermi>ente ripetuto di breve durata. � Indica la condizione di cessato pericolo. Il personale rimane comunque
nel luogo di raduno nell’aQesa delle direVve del coordinatore delle emergenze.
DEFINIZIONI
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POSTO DI RADUNO
� I luoghi esterni alla diQa individuaF dal datore di lavoro come luoghi sicuri in caso di emergenza nei quali si dovranno riunire tuQe le persone presenF in caso di evacuazione.
� Sono individuaF da apposita segnaleFca nelle aree esterne
nei pressi di ciascuna unità produVva.
DEFINIZIONI
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Possibili casi in cui si verifica l’emergenza nei luoghi di lavoro
L’emergenza può verificarsi in seguito ad accadimenF causaF da a]vità interna all’ambiente di lavoro, per esempio:
� Incendi di varia origine e natura. � Esplosioni conseguenF a gas, vapori infiammabili od altri
materiali. � Infortuni (asfissia, traumi meccanici, eleQrocuzione,
usFoni, avvelenamento, ecc.) � Rilasci di componenF o prodoV tossici o radioa]vi. � Malfunzionamen9 tecnici di impianF generali (acqua, gas,
distribuzione di energia eleQrica, ecc.).
CAUSE DELL’EMERGENZA
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O causa9 da even9 esterni
� TerremoF, crolli …
� Frane, smoQamenF …
� Condizioni metereologiche estreme: tromba d’aria,
neve, allagamenF, alluvioni …
� InquinamenF ambientali …
� Coinvolgimento di incendi aerei, ferroviari …
� Altre catastrofi naturali o provocate: aQentaF, sommosse, minaccia armata …
CAUSE DELL’EMERGENZA
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Come organizzarsi opera9vamente ?
! Considera9 i lunghi tempi di a>esa degli interven9 esterni, l’evoluzione posi9va dell’emergenza dipenderà in gran parte dal corre>o e tempes9vo intervento dell’organizzazione locale (interna o eventualmente in consorzio con altre aziende limitrofe).
� Venire a conoscenza dell’evento in maniera deQagliata ed in tempi rapidi.
� Conoscere i pericoli ed i rischi Fpici dei possibili evenF e le modalità di approccio all’intervento.
� Saper decidere se aVvare subito il sistema di evacuazione e salvataggio delle persone presenF.
� AVvare le modalità operaFve di intervento (interne e/o esterne) secondo modelli predefiniF.
GESTIONE DELLE EMERGENZE
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La stesura del piano prevede varie fasi principali: � Individuazione del rischio e delle conseguenze. � ObieVvi. � Azioni. � CollegamenF tra soccorso interno ed esterno. � Procedure di allertamento – persone chiave. � Procedure di intervento – coordinamento.
L’individuazione del rischio e delle conseguenze comporta: � L’ubicazione e la quanFficazione dei rischi. � L’esame delle conseguenze ipoFzzabili per persone e cose. � L’individuazione di mezzi, uomini e istruzioni per far fronte al rischio.
PIANO DI EMERGENZA AZIENDALE
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Gli obie]vi del piano possono essere così defini9:
� Salvataggio e protezione delle persone (salvataggio, pronto soccorso, evacuazione …).
� Contenimento e rapido controllo dell’incidente.
� Minimizzazione dei danni ai beni e all’ambiente.
� Bonifica dell’ambiente.
PIANO DI EMERGENZA AZIENDALE: obieVvi
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Il coordinatore dell'emergenza
� Il coordinatore dell'emergenza è la persona formalmente incaricata che
assume la direzione delle operazioni durante le emergenze.
� Valuta l'opportunità di aVvare il piano di emergenza locale o generale
e lo dichiara operaFvo quando lo riFene necessario.
� Dirige e coordina tuQe le aVvità che si svolgono mentre l'insediamento
inteso nel suo complesso è in condizioni di emergenza ed aVva gli altri
responsabili sulla base di sue valutazioni in seguito all'evolversi
dinamico della situazione.
� Dichiara la fine dello stato di emergenza.
COMPITI E FUNZIONI
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� È responsabile della chiamata in causa e dell’uFlizzo efficiente di tuQe le risorse umane disponibili, nella sua zona di competenza.
� Avvisa il coordinatore in caso di emergenza locale o circoscriQa.
� In caso di emergenza generale coopera con il coordinatore secondo le istruzioni e le indicazioni dello stesso.
� È responsabile dell’incolumità e del benessere di tuQe le persone operaFve e
evacuate. � Cura l’efficiente assistenza nei punF di raccolta. � Dirige gli incaricaF della squadra di primo intervento della propria zona di
competenza. � In condizioni operaFve normali assicura che gli impianF anFncendio fissi e
portaFli siano mantenuF secondo i criteri della normaFva vigente.
COMPITI E FUNZIONI Responsabile di area per le situazioni di emergenza
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� Seziona gli impianF dietro indicazione del coordinatore per le emergenze.
� Coordina od esegue personalmente tuV gli intervenF miraF a
limitare i danni e riprisFnare dietro istruzione precisa del coordinatore delle emergenze la funzionalità degli impianF tecnici, in parFcolare l'energia eleQrica.
� Collabora con le forze esterne, come i Vigili del Fuoco, i tecnici
degli enF erogatori di acqua, eleQricità e gas per gli opportuni intervenF.
� Si preoccupa di riaVvare al più presto i servizi essenziali e
l'agibilità dei luoghi colpiF dietro indicazione del coordinatore delle emergenze.
COMPITI E FUNZIONI Responsabile impianFsFco
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� E' responsabile della tutela delle macchine e dei daF del sistema informaFco, in modo da minimizzare i danni e facilitare una pronta ripresa delle aVvità.
� Deve aVvare e controllare direQamente la procedura di power-‐down.
� Deve curare il salvataggio dei daF, il loro trasferimento in un luogo sicuro ed il recupero dei daF di back up a livello di daF operaFvi e di programmi.
� Deve proteggere la documentazione di supporto agli applicaFvi ed i manuali.
COMPITI E FUNZIONI Responsabile della salvaguardia del sistema informaFco
20/04/15 31
� Tiene soQo controllo le comunicazioni con i mezzi di informazione e con gli enF esterni, non direQamente coinvolF con l’emergenza.
� Raccoglie, riordina e rielabora le informazioni relaFve all’emergenza, per sFlare comunicaF stampa e pubbliche dichiarazioni dietro disposizioni del coordinatore delle emergenze.
� Funge da intermediario con le famiglie dei dipendenF e dei visitatori.
� GesFsce tuQe le comunicazioni telefoniche con l'esterno secondo le istruzioni del coordinatore delle emergenze.
COMPITI E FUNZIONI Responsabile delle relazioni esterne
20/04/15 32
� E' persona formalmente incaricata e specificatamente addestrata a fronteggiare le situazioni di primo intervento anFncendio.
� Al suono dell'allarme si aVva meQendosi il più rapidamente possibile a disposizione del responsabile di area per le situazioni di emergenza.
� In caso di necessità e dietro indicazione del responsabile di area per le situazioni di emergenza si aQrezza con la dotazione anFncendio (tuta, guanF, sFvali, elmeQo, ecc.) presente in stabilimento nei punF indicaF dalla segnaleFca.
� Fronteggia l’insorgere dell’incendio con i mezzi anFncendio presenF in azienda secondo la formazione ricevuta senza meQere a repentaglio la propria incolumità o quella di altri.
COMPITI E FUNZIONI Incaricato alla loQa anFncendio
20/04/15 33
� E' la persona formalmente incaricata di curare l'esodo di tuQe, o parte
(in caso di più incaricaF) delle persone presenF verso il luogo di raduno
idenFficato nel piano di emergenza.
� Appura inoltre, che tuQe le persone soQo il suo controllo siano presenF sul luogo di raduno. In caso di assenza di una o più persone, si aVva
informando il responsabile di area per le situazioni di emergenza.
COMPITI E FUNZIONI Incaricato all’evacuazione
20/04/15 34
� E' la persona formalmente incaricata e in possesso di specifica formazione per l'assistenza di pronto soccorso.
� In caso di emergenza si meQe prontamente a disposizione del responsabile di area per le situazioni di emergenza e si aVva in base alle necessità secondo le istruzioni del responsabile stesso.
COMPITI E FUNZIONI Incaricato agli intervenF di primo soccorso
20/04/15 35
Vie di emergenza o esodo � Nel rispeQo dei criteri e delle indicazioni della normaFva vigente, devono essere
idenFficaF, tracciaF e segnalaF, percorsi senza ostacoli al deflusso che consentono alle persone che occupano l’edificio di raggiungere un luogo sicuro in caso di emergenza. Tali tracciaF sono di norma segnalaF tramite delle strisce parallele conFnue di colore bianco o giallo di larghezza non inferiore a 120 cenFmetri. Nei casi dove questo non è possibile, è opportuno tracciare delle frecce colorate che indicano il senso dell’esodo.
Le vie e le uscite di emergenza devono essere mantenute sempre sgombre al fine di consen9re, in caso di necessità di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro.
120 cm
SISTEMA DI IDENTIFICAZIONE DI PERCORSI E USCITE IN CASO DI EMERGENZA
20/04/15 36
Segnalazioni di percorso
� Il sistema di segnalazione dei percorsi consiste in frecce colorate disegnate a terra, di lunghezza non inferiore a 50 cm e larghezza non inferiore 20 cm, indicanF la direzione più breve per raggiungere la porta di emergenza più vicina. Tali frecce possono essere disegnate all’interno dei tracciaF delle vie di emergenza oppure in campo aperto quando la realizzazione del tracciato non è possibile o funzionale.
SISTEMA DI IDENTIFICAZIONE DI PERCORSI E USCITE IN CASO DI EMERGENZA
20/04/15 37
Sistema Uscite di emergenza
� Quelle che in base ai criteri della vigente normaFva sono state individuate quali uscite di emergenza sono porte a una o due ante apribili nel verso dell’esodo e sono apribili facilmente in caso di emergenza.
� Le uscite di emergenza sono evidenziate da apposita segnaleFca conforme alle disposizioni vigenF e collocata in luoghi appropriaF.
SISTEMA DI IDENTIFICAZIONE DI PERCORSI E USCITE IN CASO DI EMERGENZA
20/04/15 42
� Nel caso si venga raggiunF dal fumo all’interno dei locali, allontanarsene camminando chini o strisciando sul pavimento avendo posto un fazzoleQo (possibilmente bagnato) sulla bocca e sul naso a protezione delle vie respiratorie.
� Aprite eventuali porte con estrema cautela. Prima di aprire la porta toccatela in alto per senFre se è calda. Se è calda o vi è fuoriuscita di fumo cercate un'altra via di fuga od aprite se non avete alternaFva con estrema cautela.
� Disponendo di indumenF di lana (cappoV, sciarpe, scialli, pullover, ecc.) si consiglia di avvolgerli sulla testa in modo da non esporre i capelli al fuoco.
NORME DI COMPORTAMENTO IN EMERGENZA
20/04/15 43
� In caso di emergenza le persone tendono isFnFvamente a sfollare aQraverso i percorsi che normalmente uFlizzano per entrare.
� Con le esercitazioni anFncendio, obbligatorie per legge, da effeQuare almeno una volta l’anno, le persone memorizzano i percorsi d’esodo previsF nel piano di evacuazione.
ESERCITAZIONI ANTINCENDIO
20/04/15 44
� L’impianto di illuminazione di sicurezza deve fornire, in caso di mancata
erogazione di energia eleQrica e quindi di luce arFficiale, un’illuminazione
sufficiente a permeQere di evacuare in sicurezza i locali (intensità minima di
illuminazione 5 lux). Dovranno pertanto essere illuminate le indicazioni delle
porte e delle uscite di sicurezza, i segnali indicanF le vie di esodo, i corridoi e
tuQe quelle parF che è necessario percorrere per raggiungere un’uscita verso
luogo sicuro.
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA