ISTITUTO COMPRENSIVO DI ATTIGLIANO SISTEMA GESTIONE QUALITA (SGQ)
Le prove sono riferite agli aspetti - IC ATTIGLIANO
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PROVE D’INGRESSO CLASSE 3° SCUOLA PRIMARIA
Lingua italiana
Le prove d’ingresso sono riferite agli aspetti dell’educazione linguistica, desunti dalle Nuove
Indicazioni per il Curricolo, indicati nei criteri di valutazione disciplinari inseriti nel Curricolo della
scuola primaria.
Ascolto e comprensione: “ Le foglie in città” (6 items p. 1 x 6)
Lettura e comprensione: “ Leggi il testo e inventa un titolo” e “ Il vento e il sole”( 8+8 items p. 1x
16)
Produzione scritta :” rileggi il testo e inventa un finale”
lessico p.9
ortografia p. 9
coerenza p.9
contenuto p. 9
Riflessione linguistica: 8+34 items p. 1x 42
TOTALE: 6+16+42+36= 100
STORIA – GEOGRAFIA - SCIENZE
Per quanto riguarda le suddette discipline ogni insegnante predisporrà dieci domande relative al
programma svolto.
Ascolto e comprensione
Le foglie in città
Le foglie aspettavano l’autunno con ansia.
Erano stanche di stare legate a un ramo e di dondolare su e giù per tutto il tempo.
Soprattutto, non volevano cadere a morire senza aver visto la grande città che di
notte si illuminava a festa in fondo all’orizzonte.
Da quando erano nate, in primavera, le foglie del bosco non avevano fatto altro che
sognare di andare un giorno verso quelle luci, di andare a vedere com’è fatta una
città.
Così , aspettavano legate al loro ramo il primo vento autunnale che, con la sua forza,
le avrebbe portate via.
Il vento arrivò fortissimo e improvviso in un mattino freddo e nebbioso.
Staccò via le foglie, senza dare il tempo di salutare il grande albero di pioppo bianco
che aveva insegnato loro tante cose.
Le fece volare in alto in modo violento, poi in basso e poi ancora più su.
Alle foglie girava la testa da morire: furono sballottate in tutte le direzioni e, quando
finalmente arrivarono in città, erano stanche e stropicciate.
Erano però ancora piene di curiosità.
Alcune caddero sulla strada, ma vennero subito portate via dallo spazzino; altre si
posarono sui balconi, ma vennero raccolte e buttate nel secchio dell’ immondizia.
Altre ancora finirono sui tetti e dentro le grondaie e si bagnarono tutte, o si
posarono sui marciapiedi e furono calpestate dai passanti.
Soltanto poche foglie rimasero in vita; ormai pentite di essere andate in città, si
fermarono sul bordo di una fontanella, che faceva rumore proprio simile a quello del
ruscello del loro bosco.
Decisero di aspettare lì, sperando che il vento le riportasse indietro.
E invece … arrivò un gruppo di bambini che si fermarono ad osservarle, incuriositi
dal colore e dalla loro forma.
E così, le foglie del pioppo bianco rimasero per sempre in città: una diventò un
segnalibro, un’ altra finì in una bella cornice, altre ancora andarono ad arricchire la
collezione di foglie degli alunni di una scuola.
Consegna: segna con una crocetta la risposta giusta.
1) Dove vivevano le foglie?
☐ in città
☐ nel bosco
☐ in un giardino
2)Dove volevano andare?
☐ in un bosco
☐ in un giardino
☐ in città
3)Perché volevano andare via dal loro bosco?
☐ perché volevano conoscere le foglie di un altro bosco
☐ perché si erano stancate della solita vita e volevano conoscere la città
☐ perché avevano litigato con gli scoiattoli
4)Come riuscirono le foglie a raggiungere la città?
☐ si fecero trasportare dalle farfalle
☐ si fecero trasportare dal ruscello
☐ si fecero trasportare dal vento
5)Cosa fecero i bambini?
☐ si fermarono ad osservarle
☐ le calpestarono
☐ si misero a parlare con loro
6)Le foglie del pioppo bianco rimaste per sempre in città cosa diventarono?
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Produzione e comprensione
1)Leggi il testo e inventa un titolo
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Tino era un … gattino? No.
Era un … tigrotto? No.
No, no, no, Tino era un vermettino.
Un vermettiiiiino?
Non si era mai sentita la storia di un vermettino.
Appunto, era ora, ci voleva proprio.
Tino aveva solo una settimana, era un vermettino neonato, però già bello lunghetto,
vispo e allegro. La vita gli piaceva proprio, soprattutto gli piaceva rotolarsi nel fango
con i suoi settecento fratellini vermettini.
Quando si faceva buio, mamma verme li chiamava:
⚊ Venite, venite, basta giocare, è ora di cena!
⚊ Ancora cinque minuti, mamma, ti prego.
Dopo cinque minuti naturalmente non arrivava nessuno, e la mamma ricominciava a
gridare:
⚊ Venite, venite, basta giocare, è ora di cena!
E finalmente arrivavano. Tutti e settecento in fila, con i loro bei codini arricciati. Tino
era sempre l’ ultimo, il più sporco, il più nero. La mamma lo metteva sotto le gocce
dell’ annaffiatoio: era una doccia perfetta.
Una sera, però, nonostante tanto chiamare, Tino non tornò a casa. La mamma lo
cercò dappertutto. Niente. Papà verme diventò serio serio. Capì che il loro grande
nemico, l’uomo pescatore, era tornato. Con la mamma verme strisciò a più non
posso fino alla riva del fiume. Il pescatore, per fortuna, non aveva ancora cominciato
a pescare. I genitori vermi sbirciarono nel suo cestino: eccolo lì, Tino, tutto
spaventato.
2) Rileggi il testo e inventa un finale.
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Rispondi alle domande.
Chi era Tino?
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Cosa successe un sera?____________________________________________
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Chi lo aveva catturato?___________________________________________
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Perché? ________________________________________________________
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Chi va a cercare Tino? _____________________________________________
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