Le donne del mondo · simbolo di amicizia tra Italia e India. Oggi vive tra Italia e India, dove...

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siciliane 28 SICILIAINROSA « R imanere fedeli all’im- magine per testimonia- re il proprio tempo, fer- mando attimi dove co- gliere l’essenziale, de- stinati a scatenare emozioni che resistano agli anni, ai decenni». Così si potrebbe sintetizzare il concetto di arte, per la fotografa e videomaker paler- mitana Shobha, che coincide anche con il suo modo di vedere il mondo, di interpre- tarlo, tradurlo, raccontarlo e di viverlo, soprattutto. «Se fai delle buone foto ma sei una brutta persona, non puoi essere un artista. La bellezza è armonia, un canale energetico misterioso, ampio senza tempo. A volte, guardi uno scatto vecchio di 50 anni e ti fermi a pensare, a contemplare, a riflette- re sul tuo presente, su quello che accade. E’ questo che cerco in ogni mio lavoro ed è anche quello che tento di trasmettere ai miei allievi». Figlia d’arte, sua madre Letizia Battaglia è una famosa fotoreporter, Shobha lo ave- va avvertito sin da giovanissima questo desiderio di conoscere il mondo, la diver- sità delle culture. Già a 16 anni, subisce il ritratto DELLA FOTOGRAFA PALERMITANA SULLA CONDIZIONE FEMMINILE GLOBALE E SICILIANA. UNA RIFLESSIONE INTIMA E SOCIALE SULL’ARTE, SULLA BELLEZZA, SUL DESIDERIO DI CONOSCENZA di Gennaro giacobbe Le donne del mondo E LA LUCE DI SHOBHA

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«Rimanere fedeli all’im-magine per testimonia-re il proprio tempo, fer-mando attimi dove co-gliere l’essenziale, de-

stinati a scatenare emozioni che resistanoagli anni, ai decenni». Così si potrebbe sintetizzare il concetto diarte, per la fotografa e videomaker paler-mitana Shobha, che coincide anche con ilsuo modo di vedere il mondo, di interpre-tarlo, tradurlo, raccontarlo e di viverlo,soprattutto. «Se fai delle buone foto ma sei una bruttapersona, non puoi essere un artista. Labellezza è armonia, un canale energeticomisterioso, ampio senza tempo. A volte,guardi uno scatto vecchio di 50 anni e tifermi a pensare, a contemplare, a riflette-re sul tuo presente, su quello che accade.E’ questo che cerco in ogni mio lavoro edè anche quello che tento di trasmettere aimiei allievi». Figlia d’arte, sua madre Letizia Battagliaè una famosa fotoreporter, Shobha lo ave-va avvertito sin da giovanissima questodesiderio di conoscere il mondo, la diver-sità delle culture. Già a 16 anni, subisce il

ritrattoDELLA FOTOGRAFA PALERMITANA SULLA CONDIZIONE FEMMINILE GLOBALE E SICILIANA. UNA RIFLESSIONE INTIMA E SOCIALESULL’ARTE, SULLABELLEZZA,SUL DESIDERIODI CONOSCENZA

di Gennaro giacobbe

Le donne del mondoE LA LUCE DI SHOBHA

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fascino della cultura orientale e, in India,si appassiona allo Yoga, alla meditazione.E’ lì che riceve il suo nome “Shobha” chevuol dire luce, quella luce che le indiche-rà sempre il suo cammino in giro per ilmondo, partendo proprio dal quotidianol’Ora di Palermo, (come la madre Letizia)con i suoi primi scatti nel 1981. Le sue fotografie raccontano soprattuttostorie di donne, ad ogni latitudine, affron-tano tematiche sociali “forti”, e dopo «unlungo lavoro fatto di studi, di sacrifici», ar-rivano i riconoscimenti. Nel 1998 i suoi reportage sulla nobiltà si-ciliana gli valgono il World Press Photo,nel 2001 riceve l’Hansel Mieth Preis, conil reportage “Chiesa e Mafia”, insieme allagiornalista Petra Reski. Nello stesso annovince ancora il World Press Photo con ilreportage sulla moda africana e parteci-pa, da invitata, al Festival Internacional deFotografia Femeninos, a Madrid.Le viene anche assegnato il Premio Civitasper il coraggioso impegno civile e sociale,simbolo di amicizia tra Italia e India. Oggi vive tra Italia e India, dove portaavanti il progetto Mother India School,(www.motherindiaschool.it) un centroper la fotografia, creato e diretto da Shob-

L’INDIA. Nella pagina a fianco,in alto, Shobha in unritratto di SalvatorePrestifilippo. Gli scatti di Shobha:nella pagina accanto,in basso India, qui asinistra Operaie Indiae, sotto, FunambolaGoa India.

mother indiaschoolÈ IL PROGETTO CHE LA FOTOREPORTER HA CREATO IN INDIADAL 2007. UN CENTROPER LA FOTOGRAFIA,PONTE TRA ORIENTE EOCCIDENTE, DOVE SI FA ARTE, GIORNALISMO E VOLONTARIATOSOCIALE

ha nel 2007, «un luogo di scambio traoriente e occidente, punto di incontro divarie attività tra cui fotografia, giornali-smo, arte e volontariato sociale». E allora, Palermo Nuova Delhi, Delhi Pa-lermo è spesso il viaggio, la tratta ma an-che la cifra, il significato autentico dellapersona, prima che dell’artista.

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Qualche giorno fa, a Corigliano calabro,ha presentato il suo ultimo lavoro “LeDee della polvere” , un documento sullavita delle donne indiane, impiegate comemanovali nell’edilizia. «Sono persone felici, fiere del loro lavoro,

così dignitose. Questo è il vero cambia-mento. Si ribellano alle tradizioni, ai ma-riti che le sfigurano con l’acido o ai politi-ci che frenano le riforme del Paese. Si ve-stono di rosa e scendono a migliaia inpiazza a manifestare e la polizia non sa

IN GIRO PER IL MONDO Sopra, Senegal; in basso, Siria. Nellapagina a fianco, sopra, Bangladesh,Asmà e la sua piccola Amal e Fahiza,due donne vittime dell’acido. Sotto,Prostitute Thai

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cosa fare, non può intervenire per ferma-re un movimento eccezionale e rivoluzio-nario. Da noi, invece, il cambiamento èmeno violento, più intellettuale ci vuolemolto tempo. Dovremmo imparare dagliorientali per riprenderci la nostra femmi-nilità».

Anche in Sicilia dice?«Le siciliane le ho viste sempre in movi-mento. Penso alle “donne in nero”, vitti-me della mafia, alle “pentite”, ma è ladonna occidentale che deve fare una ri-flessione più ampia. Abbiamo lottato peravere lavoro, divorzio, libertà ma, poi alla

L’IMPEGNO PER LE DONNE VITTIME DELL’ACIDO

L’anno scorso Shobha ha girato il video “Stop AcidViolence Against Humanity” sulla nave ospedale

Emirates Friendships Hospital (EFH), della ONGFriendship, per denunciare le sofferenze e la condizio-

ne delle donne vittime dell’acido in Bangladesh

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fine, molte si sono perse con troppe coseda gestire e senza poter pensare a se stes-se, stritolate da una competizione selvag-gia».Che vuole dire?«Che bisogna andare oltre il ruolo di ma-dri, mogli, lavoratrici e conquistare spazidi tranquillità, di riflessione, di condivi-sione, perché si è prima di tutto persone.In Oriente ci si ribella, in Occidente nonabbiamo più uno straccio di certezza. Sia-mo nel mezzo di una trasformazione do-ve l’unica cosa vera è la voglia e necessitàdi cambiare».Anche la fotografia si trasforma?«Gliel’ho detto, i segnali e gli stimoli glo-bali sono troppi e troppo forti, c’è bisognodi togliere dal caos tutto quello che ci hailluso per ritornare all’essenzialità, men-tre oggi, vedo virtuosismo, foto aggressi-ve, troppa post produzione».Palermo o Delhi, parte o si ferma?«Entrambe. Vado per un lavoro in Cambo-gia sulle donne sopravvissute alla dittatu-ra di Pol Pot facendo finta di essere mor-te, vagando per anni per poi, finalmentetrovare rifugio dai monaci, vivendo neitempli, come i maschi per sfuggire allaviolenza del regime. Voglio raccontare laloro vita, è una cosa molto poetica perchéqueste donne hanno elaborato il dolore.In Sicilia, invece, a Racalmuto fino al 17luglio tengo un workshop, “Un paesestraordinario” sulla memoria dei luoghi,delle persone, degli autori come Sciascia.Perché vale sempre la pena di ricordare aigiovani quello che è accaduto qui in Sici-lia»

LA SICILIA. In alto, Rosaria Schifani, vittima

di mafia. A destra, Sicilia 2013

i progetti«VADO IN CAMBOGIA PERUN LAVORO SULLE DONNESOPRAVVISSUTEALLA DITTATURADI POL POT. A RACALMUTOTENGO UNWORKSHOP SULLA MEMORIADI SCIASCIA»

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