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Miscellanea sanità e non solo tessere per il tuo mosaico Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico 11 Maggio 2006 - a cura di [email protected] L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected] [email protected] [email protected] I numeri di Miscellanea sono consultabili anche su *** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map *** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/ *** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4 (se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...) L'alta finanza è l'arte di far passare il denaro di mano in mano in mano fino a farlo scomparire. I nostri auguri più sinceri al neo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per una ferma azione a difesa e sostegno della Costituzione e del Bene Comune. La libertà di cui hai goduto garantiscila anche ai tuoi figli. Vai a votare al referendum costituzionale del 25 - 26 giugno; non c'è quorum e il risultato sarà comunque valido; vota no, contro la modifica della costituzione. 1 Detti, ridetti e in evidenza. 2 E’ mai possibile che il legislatore non riesca a distinguere tra un pericoloso spacciatore e un malato terminale che ha bisogno di morfina? La Fini-Giovanardi rende più complicata la prescrizione di oppiacei ai malati. 3 «Autostrade, rapporto distorto con la politica»: finanziamento a favore di tutti i partiti deliberato dalle Autostrade. Scandalo sotto silenziatore interessato. - Versamenti a pioggia. Il leader Cisl Bonanni: «I contributi ai partiti? Un fatto di gravità inaudita» «In un sistema decente i soldi che avanzano si restituiscono agli utenti». 4 Il caso Ricucci visto da un medico dentista. 5 Giorgio, il «Principe rosso» che violò il tabù del Viminale. - «Giorgio 'o chiatto» sarebbe proprio contento di «Giorgio 'o sicco». Li chiamavano così, scherzosamente, i compagni partenopei che li vedevano sempre insieme. Il grasso, cioè Amendola, era fin da ragazzo il leader ma anche Napolitano, lo smilzo che gli faceva da spalla, prometteva bene. Anzi: alla lunga avrebbe avuto più dell'amico. Il primo comunista a tenere una conferenza all'Aspen Institute, in Colorado. Napolitano è stato il primo ex comunista a sedere al Viminale. Scrive poesie, da giovane fece l'attore. 6 Droga, le regioni contro la legge. - Dire addio a fumo e altri 'vizi' regala fino a 12 anni di vita in più - Deve essere consentito al medico fiscale la esatta individuazione dell'appartamento - Il rene se "aiutato" può rigenerarsi. - Vaccinazioni, omissione dell'obbligatorietà. 7 Rifacciamo due conti sul voto. Non sono aumentati i votanti, solo i voti validi. 8 Il rilancio dei Beni Culturali di S. Settis 9 La beffa dell' energia solare. Il governo nega i contributi e le opportunità promesse 1. Un decreto di febbraio ne sconfessa uno del 2005: 15 tra imprenditori e privati ricorrono al Tar. 10 La beffa dell' energia solare. Il governo nega i contributi e le opportunità promesse 2. Paghi rinnovabile, compri fumi di scarico. 11 Nigeria, bimbi usati dalla Pfizer come cavie per un farmaco. 12 Il conto delle autostrade. 1

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Miscellaneasanità e non solo … tessere per il tuo mosaico

Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico11 Maggio 2006 - a cura di [email protected]

L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected][email protected][email protected]

I numeri di Miscellanea sono consultabili anche su *** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map *** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/ *** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4 (se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...)

L'alta finanza è l'arte di far passare il denaro di mano in mano in mano fino a farlo scomparire.

I nostri auguri più sinceri al neo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per una ferma azione a difesa e sostegno della Costituzione e del Bene Comune.

La libertà di cui hai goduto garantiscila anche ai tuoi figli.Vai a votare al referendum costituzionale del 25 - 26 giugno; non c'è quorum e il risultato sarà comunque valido;

vota no, contro la modifica della costituzione.1 Detti, ridetti e in evidenza.2 E’ mai possibile che il legislatore non riesca a distinguere tra un pericoloso

spacciatore e un malato terminale che ha bisogno di morfina? La Fini-Giovanardi rende più complicata la prescrizione di oppiacei ai malati.

3 «Autostrade, rapporto distorto con la politica»: finanziamento a favore di tutti i partiti deliberato dalle Autostrade. Scandalo sotto silenziatore interessato. - Versamenti a pioggia. Il leader Cisl Bonanni: «I contributi ai partiti? Un fatto di gravità inaudita» «In un sistema decente i soldi che avanzano si restituiscono agli utenti».

4 Il caso Ricucci visto da un medico dentista.5 Giorgio, il «Principe rosso» che violò il tabù del Viminale. - «Giorgio 'o chiatto» sarebbe

proprio contento di «Giorgio 'o sicco». Li chiamavano così, scherzosamente, i compagni partenopei che li vedevano sempre insieme. Il grasso, cioè Amendola, era fin da ragazzo il leader ma anche Napolitano, lo smilzo che gli faceva da spalla, prometteva bene. Anzi: alla lunga avrebbe avuto più dell'amico. Il primo comunista a tenere una conferenza all'Aspen Institute, in Colorado. Napolitano è stato il primo ex comunista a sedere al Viminale. Scrive poesie, da giovane fece l'attore.

6 Droga, le regioni contro la legge. - Dire addio a fumo e altri 'vizi' regala fino a 12 anni di vita in più - Deve essere consentito al medico fiscale la esatta individuazione dell'appartamento - Il rene se "aiutato" può rigenerarsi. - Vaccinazioni, omissione dell'obbligatorietà.

7 Rifacciamo due conti sul voto. Non sono aumentati i votanti, solo i voti validi.8 Il rilancio dei Beni Culturali di S. Settis9 La beffa dell' energia solare. Il governo nega i contributi e le opportunità

promesse 1. Un decreto di febbraio ne sconfessa uno del 2005: 15 tra imprenditori e privati ricorrono al Tar.10 La beffa dell' energia solare. Il governo nega i contributi e le opportunità

promesse 2. Paghi rinnovabile, compri fumi di scarico.11 Nigeria, bimbi usati dalla Pfizer come cavie per un farmaco.12 Il conto delle autostrade.13 Polveri killer. Effetti di una breve esposizione al particolato fine (PM 2,5) sulla

salute umana. – A Baltimora uno studio americano poco tranquillizzante in un bacino di 11,5 milioni di abitanti con età superiori a 65 anni.

14 Bertinotti liberale e Costituzione comunista.15 I furbetti dell’etere di Carlo Rognoni 16 Sanità, contratti in alto mare, le Regioni non pagheranno - Psicologo e boss. Così

lo pagava l'ASL di Locri. - Franca Rame: da senatrice guadagno una barca di soldi; il mio stipendio fa spavento, lo spenderò per lotta sprechi.

17 «Vi serve un organo? Ordinatelo online!» In Cina è business . I trapianti su prenotazione sono migliaia. Si usano i cadaveri dei condannati a morte. In Cina è business.

18 Stranezze. Non aprite quel processo. 19 L'errore medico va provato "oltre ogni ragionevole dubbio. - Cuore: studio canadese,

rischi da Vioxx possibili entro 15 giorni dall'assunzione.20 Estremismo ecologico.21 Per libertà di stampa siamo alla pari con il Botswana e la Turchia. - Un condanna a

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico11 Maggio 2006 - a cura di [email protected]

morte rinviata …22 Notizie in breve.23 Vari modi per affrontare il meteorismo.24 Telecom al servizio del Paese.25 Germania, eroina prescritta con una ricetta del medico. - Giappone, nasce robot-

paziente. - I risultati ottenuti dalle cavie sono poco applicabili all'uomo.26 Un sistema per 'misurare' qualità assistenza. - Non aprire un negozio se non sai

sorridere, e non fare il medico o l'infermiere se non sai parlare alla gente'.27 Spot indesiderati al cinema. Richiesta rimborso biglietto.28 Patto antiprecarietà, il modello spagnolo.29 Amnesy International.30 Disturbi cardiaci: sempre più una questione di testa.31 Arriva il latte di cammella? - La pessima politica della Banca Mondiale in materia di

malaria. - Self service. - Spogliarello con la carta di credito del Comune.32 Il lavoro straordinario va sempre retribuito, specie in presenza di turni predisposti

dall'amministrazione.33 Evasione English Style.34 Diario vince contro Fininvest . Il tribunale di Milano respinge la querela dell’azienda di Silvio Berlusconi

contro il numero speciale che uscì alla vigilia delle elezioni del 200135 I lati oscuri di D’Alema.36 Ha la febbre alta, muore a cinque anni. Sospesi i funerali, disposta l’autopsia. Bari,

i genitori avevano rifiutato il ricovero in ospedale.37 Il Caimano e le Mozzarelle.38 53 medici eletti in parlamento, -30% rispetto a 200139 Inceneritore. (anche) Bruciare le tappe è strumentale. 200 metri a nord o l'Opzione

Zero solo dopo la Valutazione di Impatto Ambientale.40 Gran Bretagna: incinta a 63 anni - Simulatore contenitore di “reggi-seno”.41 Rughe: boom di iniezioni. Filler e tossina botulinica sempre più richiesti. - Botulino

antirughe: a rischio paralisi.42 La giustizia per gli ultrasettantenni è uguale per tutti? - Fuga da Rebibbia.43 Biodiesel per tutti con un microreattore. Un piccolo dispositivo capace di trasformare l’olio vegetale

nel carburante, velocemente e senza problemi di smaltimento.44 Dopo l’attacco a D’Alema, Violante contro Flores e Travaglio: autoreferenziali, è la

gauche caviar (sinistra al caviale). - Sì a Napolitano. Altrimenti Rodotà.45 Disinformafia.46 "Altre" medicine, la sfida regionale.47 Pardon, è la legge.48 Ci sono prime signore e prime signore.- Le coppie omosessuali possono adottare bambini - Centro

specializzato per gravidanze in affitto - I transessuali hanno diritto alla pensione delle donne. - A Berlino ha aperto i battenti il primo bordello per principianti.

49 A Firenze DAL 10 AL 13 MAGGIO Forum nazionale contro la mafia.50 Senza assicurazione sanitaria un americano su cinque. - L'incarico dirigenziale va

conferito solo dopo un attento esame comparativo dei curricula, fra tutti i possibili aspiranti.

51 L'incendio prodottosi nella raffineria di Priolo il 30 aprile scorso. Su Priolo e l'imprevidenza.

52 Distorsioni.Vestivamo alla marinara. A cosa ci tocca assistere!

Nota - Ai sensi dell'art. 13 legge 31/12/96 n. 675 e succ. : questa e-mail è stata spedita da una rubrica personale creata contattando precedentemente questo indirizzo, e si può richiedere la cancellazione se non si gradisce ricevere altri messaggi. Alternativamente si tratta di:- un primo contatto a questo indirizzo;- un indirizzo pubblico o pubblicato;- un messaggio richiesto/autorizzato dal ricevente.In ogni caso, questa comunicazione non è intesa come "spam", e non contiene promozioni commerciali. Se d'ora in poi non si desidera ricevere ulteriori comunicazioni, ritornare questo messaggio al mittente con la scritta "cancella", e si sarà prontamente rimossi dalla rubrica.Nota importante sulla cancellazione - Si richiede gentilmente che le richieste di cancellazione indirizzate a [email protected] contengano l'indirizzo originale a cui il messaggio é stato spedito. Grazie.Nota – Miscellanea è automaticamente e individualmente controllata all'uscita da Norton antivirus system, con aggiornamento automatico on line.

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico11 Maggio 2006 - a cura di [email protected]

1 Detti, ridetti e in evidenza.Occhio per occhio, e il mondo finirà cieco.An eye for an eye makes the whole world blind. - Mahatma Gandhi

Il vino per l'uomo è come l'acqua per le piante: in giusta dose le fa star dritte, in eccesso le fa cadere. – Ippocrate di Kos

Si può ben perdonare a un uomo di essere sciocco per un'ora, quando ci sono tanti che non smettono mai di esserlo nemmeno per un'ora in tutta la loro vita. - Francisco de Quevedo

Il futuro è l'unico tipo di proprietà che i padroni concedono volentieri agli schiavi.L'avenir est la seule sorte de propriété que les maîtres concèdent de bon gré aux esclaves. - Albert Camus

Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro. Depressione è quando lo perdi tu. Panico quando lo perde anche tua moglie. - Boris Makaresko

Il calcio risulta lo specchio di un paese che non è in grado di assimilare il mercato, la legalità, la competizione, la concorrenza, il merito. Dove vincono i furbi e i potenti. Dove le regole e le istituzioni sono considerate vincoli con cui convivere. E i parametri imposti da organismi interni e internazionali sono vissuti con fastidio. Un ostacolo alla nostra creatività e alla nostra flessibilità. Dove i comportamenti illeciti sono tali solo se ti scoprono.

Da il libro "Ahi serva Italia" del prof. Paolo Silos Labini, edito dall' editore Laterza nel 2006, si può apprendere che Massimo D' Alema, dopo un incontro pubblico, gli pose la seguente domanda: "Ma Lei professore mi detesta!" Al che, il nostro professore candidamente rispose : "Non detesto Lei come persona, ma i suoi comportamenti ed atti politici."

Rifacciamo due conti sul voto. Non sono aumentati i votanti, solo i voti validi. - Punto 7

Spot indesiderati al cinema. Richiesta rimborso biglietto. Vedi punto 27

2 E’ mai possibile che il legislatore non riesca a distinguere tra un pericoloso spacciatore e un malato terminale che ha bisogno di morfina? La Fini-Giovanardi rende più complicata la prescrizione di oppiacei ai malati.

Medici contro la legge  sulla droga: “Ostacola  la terapia del dolore”. A contestare la severa legge sulla droga approvata dal governo della Cdl stavolta non sono i giovani dei centri sociali o i soliti radicali antiproibizionisti, ma i medici di famiglia italiani, preoccupati per la ripercussione della nuova normativa sulla terapia del dolore.Secondo la Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia) la legge ostacola le terapie volte ad alleviare le sofferenze dei malati colpiti da sindromi particolarmente dolorose.La legge Fini-Giovanardi, denuncia un comunicato dell’associazione dei camici bianchi, ''ha profondamente modificato, rendendola più complicata, la prescrizione dei farmaci oppioidi per la terapia del dolore''. E dunque va cambiata. Per la Fimmg, le semplificazioni apportate nel recente passato ''sono ormai solo un ricordo''. La Federazione, si legge in una nota pubblicata sul suo sito web, promette ''battaglia'' per snellire al massimo le procedure di prescrizione e si auspica che a farlo siano anche ''tutti coloro che hanno realmente a cuore lo sviluppo della terapia del dolore nel nostro Paese''.Possibile che il legislatore non riesca a distinguere tra un pericoloso spacciatore e un malato terminale che ha bisogno di morfina?

3 «Autostrade, rapporto distorto con la politica»: finanziamento a favore di tutti i partiti deliberato dalle Autostrade. Scandalo sotto silenziatore interessato. - Versamenti a pioggia. Il leader Cisl Bonanni: «I contributi ai partiti? Un fatto di gravità inaudita» «In un sistema decente i soldi che avanzano si restituiscono agli utenti».

dal CORRIERE DELLA SERA 8/5/06 -  ECONOMIA - ROMA - Raffaele Bonanni si dice sicuro che «Romano Prodi non se ne laverà le mani». Non si comporterà, afferma il segretario generale della Cisl, «come i troppi Ponzio Pilato che da dieci anni tacciono sullo scandalo delle Autostrade».

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Scandalo, addirittura? «Lo sa che quando vado a casa mia, in Abruzzo, spendo più di pedaggio che di benzina?». Ecco perché ce l’ha così tanto con loro . «Ci sarebbe da domandarsi perché, se si eccettuano Pierluigi Bersani, Francesco Rutelli, Enrico Letta e pochi altri, intorno a questa vicenda ci sia stato soprattutto silenzio. O politici che parlavano in difesa. È davvero strano, in un Paese dove si fa polemica su tutto». Lei come se lo spiega? «È lo stesso silenzio che ha avvolto tutte le privatizzazioni, fatte per costituire un vero e proprio presidio di potere fra alcune imprese e alcuni leader politici, non per creare concorrenza e aumentare l’efficienza del Paese...». Non generalizza un po’ troppo? «Ci avevano detto che le privatizzazioni sarebbero andate a vantaggio dei cittadini. Invece è successo il contrario. La cessione di Autostrade ha creato un grande monopolio per alcuni privati che non hanno nemmeno rispettato gli impegni sugli investimenti. Per giunta, vedendosi riconoscere aumenti tariffari continui e ingiustificati a fronte di un enorme aumento del traffico. È l’unico settore dove esiste la scala mobile: mi chiedo se non sia il caso di interventi radicali. C’è qualcosa che non va». E cos’è? Il rapporto fra la politica e le società concessionarie? «Dico che non si spiega perché le concessioni sono state date in questo modo, a due lire, mentre il concedente, cioè l’Anas, non ha nemmeno i soldi per pagare gli stipendi. E con un controllore, il ministro delle Infrastrutture che è stato in carica negli ultimi cinque anni, che era progettista delle Autostrade. Ma di questo la politica non discute. Sui giornali si leggono notizie di altro tipo». Allude al finanziamento a favore di tutti i partiti deliberato dalle Autostrade per l’ultima campagna elettorale ? «Credo che sia un fatto di una gravità inaudita. Bisogna chiedersi perché costoro hanno dato soldi ai partiti e perché i partiti li hanno presi, non potendo ignorare che c’è un nesso profondo fra politica e autostrade». Un nesso di che tipo? «Le autostrade dipendono dalla politica per i controlli e le tariffe. C’è da ritenere che, anche alla luce di quel fatto, il silenzio che avvolge la vicenda di questi giorni sia segnale di un rapporto profondamente distorto». Alcuni partiti, però, come i Verdi e Rifondazione comunista, hanno rifiutato il contributo. «E questo va a loro merito. Spero che a questo punto facciano una battaglia di chiarezza sulle privatizzazioni, che sono il vero buco nero della democrazia italiana». Chi li ha invece accettati, quei soldi? «Si faccia un profondo esame di coscienza. Anche se mi rifiuto di pensare che tutti i responsabili politici fossero a conoscenza della situazione». È bene precisare che si tratta di finanziamenti, peraltro piuttosto modesti, consentiti dalla legge. E che alla base dell’offerta c’è la motivazione «anglosassone» di contribuire al funzionamento della democrazia... «Più che una motivazione mi sembra una provocazione. In un sistema decente i soldi che avanzano, pochi o tanti che siano, vanno restituiti agli utenti e non dati ai politici. Dopo aver pagato gli ammortamenti della rete autostradale, ora gli utenti pagano anche la voracità di questo sistema di potere. È davvero il colmo». Magari con gli spagnoli andrà meglio... «Ai proprietari della società sicuramente. Lo sa che spostando la holding in Spagna non pagheranno più alcune tasse in Italia?». Il caso dei contributi ai partiti di Autostrade è stato reso pubblico, qualche giorno prima delle recenti elezioni politiche, dal Corriere della Sera. La società quotata in Borsa, titolare di una concessione pubblica, aveva deliberato di distribuire a tutti i partiti un contributo probabilmente simbolico e proporzionato ai pesi elettorali. Anche se per le cifre bisognerà attendere la prossima semestrale del gruppo. Verdi e Prc avevano però rifiutato. Sergio Rizzo

4 Il caso Ricucci visto da un medico dentista.Gentile dott. Augias, il caso Ricucci può essere un paradigma dell'attuale società. Ricucci ha iniziato come odontotecnico lavorando in un non meglio precisato studio «odontotecnico» o odontoiatrico. C'è una certa confusione, tra odontotecnico (un artigiano) e odontoiatra (medico,

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico11 Maggio 2006 - a cura di [email protected]

iatròs), purtroppo comune a tutta la stampa e non solo. Io appartengo alla categoria non dei «dentisti», ma degli Odontoiatri, vale a dire laureati in Odontoiatria e protesi dentaria, abilitati alla professione, iscritti all'Albo della Provincia di appartenenza, inoltre in possesso di ulteriore specializzazione universitaria in disciplina odontoiatrica. Mi trovo ogni giorno di fronte ad odontotecnici che fanno scempio in maniera abusiva dell'odontoiatria, medici generici che vendono la direzione sanitaria a pseudo studi odontoiatrici gestiti da odontotecnici che «mettono le mani in bocca».Questo succede perché l'università non è in grado di formare professionisti con un corso di laurea adeguato. A questo si aggiunga il diploma di laurea in igiene dentale (Clid), altro grande capitolo dell'istruzione con le lauree brevi, che legittima altre figure border-line (vecchi odontotecnici riciclati a nuovi igienisti dentali) all'esercizio abusivo della professione. In questa situazione il giovane laureato trova subito lavoro come direttore sanitario, eufemismo per 'prestanome', in studi dove nella migliore delle ipotesi può «smanettare» o altrimenti rubare il lavoro con gli occhi ad altri, o addirittura guadagnarsi lo stipendio leggendo il giornale e firmando fatture di lavori e commissioni che il proprietario non può siglare non avendo i titoli necessari. In altri casi il professionista è costretto a lavorare sottopagato in studi market condotti da personaggi che, privi di scrupoli, considerano la professione (degli altri) come un'impresa su cui lucrare. I tanti Ricucci investono in uno studio, chiamano i giovani laureati affamati di soldi, ambizioni e di esperienza, li mettono a lavorare «in regime di consulenza», vale a dire senza tutele previdenzialí ma solo sulla percentuale del profitto, e si arricchiscono con il rìschio professionale degli altri. Reinvestono il guadagno in altre attività simili secondo le leggi finanziarie vigenti e al massimo pagano il concordato fiscale. [email protected] Francamente non avrei mai pensato che il caso Ricucci si presentasse truce e grottesco non solo dal punto di vista delle scalate societarie ma anche da quello degli odontotecnici.Se il dottor Sepe ha ragione e descrive con accuratezza lo stato di fatto, mi pare che le cose vadano proprio male da qualunque lato le si guardi. Sfruttamento del lavoro di chi comincia, abusi e illegalità diffusi in una delicata specialità medica. Se uno immagina di scalare il Corriere della Sera e magari le Generali cominciando come odontotecnico a Zagarolo, deve mettere in conto di poter finire a gambe per aria. Ma i cento piccoli abusi, le cento soperchierie commesse a danno di tanti pazienti e di tanti giovani appena laureati le ho apprese, confesso, con vera sorpresa. Ecco un altro settore dove il governo avrà il suo da fare. Nelfrattempo ognuno controlli che ilsuo dentista (pardon, odontoiatra) abbia non solo il trapano ma anche le carte in regola. - Da la Repubblica del 22.4.2006 Lettere a Corrado Augias

5 Giorgio, il «Principe rosso» che violò il tabù del Viminale. - «Giorgio 'o chiatto» sarebbe proprio contento di «Giorgio 'o sicco». Li chiamavano così, scherzosamente, i compagni partenopei che li vedevano sempre insieme. Il grasso, cioè Amendola, era fin da ragazzo il leader ma anche Napolitano, lo smilzo che gli faceva da spalla, prometteva bene. Anzi: alla lunga avrebbe avuto più dell'amico. Il primo comunista a tenere una conferenza all'Aspen Institute, in Colorado. Napolitano è stato il primo ex comunista a sedere al Viminale. Scrive poesie, da giovane fece l'attore.

dal Corriere - 8 maggio 2006 di Gian Antonio Stella - Il primo a esser additato da Silvio Berlusconi come possibile commissario europeo o addirittura un possibile premier di un governo di decantazione. Il primo a installarsi nell'ex santuario democristiano del Viminale tra gli applausi («A me che gli Interni siano in mano a lui non fa nessuna paura: fossero in mano a Previti mi trasferirei a Lugano») di un vecchio conservatore come Montanelli. E adesso il primo ad essere ufficialmente candidato al Colle.Nato a Napoli nel 1925, deputato dal 1953, laureato in giurisprudenza nella scia del padre, un avvocato liberale lettore fedelissimo e severo del Corriere, vittima di una somiglianza così spiccata con Umberto di Savoia da guadagnargli il nomignolo di «Principe» e tirargli addosso per decenni una miriade di cervellotiche leggende metropolitane, Napolitano scriverebbe la propria biografia, se potesse, nel modo più asciutto, sobrio, burocratico possibile. Si limiterebbe a elencare che «nell'autunno del 1942 è entrato a far parte di un gruppo di giovani antifascisti e comunisti», che «ha aderito al Pci nel 1945 e si è impegnato nel 1945-46 nella costituzione del Movimento studentesco all'Università di Napoli», che «ha partecipato attivamente all'elaborazione della politica meridionalista», che è stato «segretario delle Federazioni comuniste di Napoli e Caserta»...Al massimo, potrebbe aggiungere di avere scritto saggi quali «Intervista sul Pci», «In mezzo al guado», «Oltre i vecchi confini», «La scelta riformista», «Europa e America dopo l'89» o «Dove va la Repubblica—1992-1994. Una transizione incompiuta». Per aggiungere, al massimo, il dettaglio (vanitosetto, per i comunisti di una volta) di aver ricevuto le onorificenze di Cavaliere di Gran

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico11 Maggio 2006 - a cura di [email protected]

Croce dell'Ordine al merito della Repubblica; Grand Cruz de la Orden de Isabel La Catolica (Spagna) e perfino, oibò, di Grand Cordon of the Order of the Rising Sun, cioè del Sol Levante giapponese.Diciamola tutta: sarebbe più semplice e liscio cavarsela col curriculum ufficiale. Come scrisse un giorno Filippo Ceccarelli, l'uomo è infatti «di gran lunga il più straordinario e pignolo autore di lettere e comunicati di smentita, rettifica, chiarimento e precisazione» al punto di avere accumulato una pubblicistica tanto vasta «da illuminare qualsiasi futuro o presente biografo». Una su tutte, l'epistola che mandò a «Repubblica» per lamentarsi di come una sua intervista sulla morte di Alessandro Natta fosse stata tagliata: «Mercoledì a tarda ora mi è stata sottoposta una versione estremamente abbreviata della conversazione, che ne sacrificava i passaggi a mio avviso più significativi, riferendone per di più in termini imprecisi parti di minore importanza...».Ma la storia del senatore a vita che ha dedicato gli ultimi venti anni a illustrare la via «migliorista» è assai più interessante, controversa e per certi aspetti curiosa di quanto sia noto. Basti dire che ai poderosi saggi su citati bisognerebbe aggiungere le poesie pubblicate con lo pseudonimo di Tommaso Pignatelli, autore di «Pe cupià 'o chiarfo», una raccolta di sonetti in dialetto napoletano della quale parlò un giorno al mensile Poesia: «Antonello Trombadori diceva che le mie poesie erano le più anticomuniste che avesse mai letto, Natalia Ginzburg invece le adorava».Che «Giorgio 'o sicco» avesse in gioventù la vena artistica lo dimostrano gli esordi come attore, al teatro Mercadante, nella rappresentazione di una commedia di Salvatore Di Giacomo in cui faceva la parte di un cieco e come protagonista a «Viaggio a Cardiff» di William Butler Yeats. Massimo Caprara, che allora voleva fare il regista e non sapeva che sarebbe diventato il segretario di Togliatti prima di rompere col Pci, ne parlò un giorno: «Era misurato, forbito, la fronte già ampiamente stempiata».Spese allora parole non gentilissime: «Al di fuori delle riunioni ufficiali tutto fra noi si riduceva a qualche battuta cordiale, amichevole, in ascensore, visto che abitavamo a Napoli nella stessa casa, lui al quinto con terrazzo, io al terzo con balconi. Mai uno slancio ma neppure un alterco, soltanto un contrasto sordo ed opaco che aveva inizio e fine nella ristretta segreteria federale e che, fuori, si allungava nella freddezza fra le mogli: lui amendoliano, ossia migliorista, io ingraiano, ossia utopista, lui partito, io masse».Più asciutto ancora fu il ricordo della rottura: «Nel novembre 1969 presentai a lui la lettera di aperta solidarietà con il Manifesto, del quale fui uno dei cinque fondatori. Aprì la lettera dinanzi a me, la scorse attentamente senza emozione. Girò automaticamente i tacchi e mi abbandonò in un angolo del transatlantico della Camera. Andò da Longo e gliela consegnò. Non fece un gesto, non mi lanciò un'occhiata. Consapevole d'essere il messaggero del mio allontanamento dal partito nostro, suo e mio, per circa un trentennio, non mi dedicò più attenzione e io non seppi mai se il suo comportamento fosse di soddisfazione o di imbarazzo».Non era il tipo, il Napolitano di allora, da mettere in discussione la linea del partito. Tredici anni prima, aveva espresso su chi dissentiva dall'invasione sovietica dell'Ungheria un giudizio tombale: «Il compagno Giolitti ha il diritto di esprimere le proprie opinioni, ma io ho quello di aspramente combattere le sue posizioni. L'intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione ma alla pace nel mondo».Certo, non era facile allora, per un giovane cresciuto nel Pci e svezzato da Salvatore Cacciapuoti, un mitico operaio metallurgico che, sopravvissuto a sei anni in carcere sotto il fascismo, dirigeva i comunisti napoletani a bacchetta (sveglia alle 5, arrivo in federazione alle 7, rigore monacale e spirito organizzativo prussiano), mettere in discussione se stesso e il proprio mondo. Sbagliò.Ma perfino i peggiori nemici devono dar atto a Napolitano di avere capito e di essersi guadagnato non solo con le parole ma più ancora con i gesti, giorno dopo giorno, per decenni (e in particolare negli anni in cui ebbe modo di dimostrare la sua onestà intellettuale quale presidente della Camera) la stima di chi un tempo avrebbe diffidato di lui. Fino a farsi assegnare per l'eleganza, la compostezza, la moderazione anche nel linguaggio (mai un insulto, mai uno, in mezzo allo schiamazzo di questi ultimi lustri) il nomignolo di Lord Carrington e a spingere perfino il Cavaliere, come dicevamo, a spendere per lui parole di stima. Gli basteranno, per salire al Colle?

6 Droga, le regioni contro la legge. - Dire addio a fumo e altri 'vizi' regala fino a 12 anni di vita in più - Deve essere consentito al medico fiscale la esatta individuazione dell'appartamento - Il rene se "aiutato" può rigenerarsi. - Vaccinazioni, omissione dell'obbligatorietà.

Regioni contro la nuova legge sulla droga. Dopo Toscana, Emilia Romagna e Liguria anche Umbria

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e Lazio hanno presentati ricorso alla Corte costituzionale contro la legge n. 49/2006 sulle tossicodipendenze (la cosiddetta legge Fini-Giovanardi), per gli aspetti considerati lesivi delle prerogative delle regioni stabilite nel Titolo V della Costituzione. La legge non convince innanzitutto per la sua ´approvazione precipitosa'. ´Questa legge', ha detto l'assessore dell'Umbria alle politiche sociali, Damiano Stufara, ´è l'ennesimo attacco all'autonomia delle regioni. Si è arrivati all'approvazione del nuovo testo normativo calpestando anche quelle norme procedurali che avrebbero dovuto portare all'esame del testo in sede di Conferenza stato-regioni per il parere di competenza. E le regioni stesse hanno cercato in tutti i modi di evitare l'approvazione di una legge palesemente illegittima e inefficace'. Per Stufara il nuovo governo dovrà abrogare il testo e approvarne uno nuovo che ´restituisca il giusto peso al ruolo delle regioni'.

Dire addio a fumo e altri 'vizi' regala fino a 12 anni di vita in piùMilano, 26 apr. (Adnkronos Salute) - Niente 'bionde', scegliere le scale al posto dell'ascensore e, in tavola, ridurre i fritti a vantaggio di frutta e verdura. Questi e altri piccoli cambiamenti nei comportamenti quotidiani possono avere un grosso impatto sulla salute, 'regalando' fino a 12 anni di vita in piu'. La buona notizia arriva da uno studio della Cambridge University, condotto su oltre 25.mila persone.

Deve essere consentito al medico fiscale la esatta individuazione dell'appartamentoCorte di Cassazione - Deve essere consentito al medico fiscale la esatta individuazione dell'appartamentoDecade dal trattamento economico di malattia il lavoratore malato che, nonostante la effettiva presenza in casa durante le fasce orarie prestabilite, non abbia consentito di fatto al medico fiscale l'esatta individuazione del proprio appartamento, non avendo apposto sulla porta d'ingresso alcuna indicazione nominativa, né una cassetta per ricevere la posta all'esterno dell'immobile. (avv.Ennio Grassini)

Il rene se "aiutato" può rigenerarsi. Studio dell´istituto Mario Negri.l rene, se opportunamente "aiutato", è in grado di rigenerare i propri tessuti malati. La scoperta arriva dagli esperti dell´Istituto Mario Negri ed apre importanti prospettive: l´obiettivo è quello di arrivare alla completa autorigenerazione del rene malato, evitando così la necessità del trapianto o della dialisi. Lo studio, pubblicato sulla rivista "Kidney International", organo ufficiale della Società Internazionale di Nefrologia, è stato coordinato dall´immunologo Giuseppe Remuzzi, dell´Istituto Mario Negri e direttore del dipartimento Trapianti dell´ospedale di Bergamo.

Vaccinazioni, omissione dell'obbligatorietà Corte di Cassazione. La carenza di informazione da parte della ASL, non giustifica la mancata sottoposizione del minore alle vaccinazioni obbligatorie.Massima - Nel caso d'omissione di vaccinazione obbligatoria, il presupposto stato di necessità va adeguatamente comprovato con una opportuna dimostrazione del concreto pericolo, sia pure ipotetico, cui il vaccinando, in ragione di determinate sue condizioni psico-fisiche, sarebbe soggetto, ove vaccinato senza le appropriate precauzioni. Non si ravvisa pertanto l'esimente dello stato di necessità in ragione della sola ritenuta carenza di informazione e contatto da parte della ASL. (avv.ennio grassini - www.dirittosanitario.net)

7 Rifacciamo due conti sul voto. Non sono aumentati i votanti, solo i voti validi.26.4.2006 - Massimo Bordignon Davide Baldi http://www.lavoce.info/news/view.php?id=9&cms_pk=2138&uid=c3a18b66fb43e098a8711044e98fc397 Sono trascorsi quindici giorni dalle elezioni politiche e ancora oggi sul sito del ministero degli Interni non sono disponibili i dati finali. Confrontando i numeri, poi, emergono contraddizioni, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi del dopo-contestazioni.

Il mistero dei numeriDopo le polemiche sorte nei giorni successivi al conteggio dei voti riguardanti le schede contestate (l’11 aprile erano 43.028 per la Camera e 39.822 per il Senato), la Direzione centrale per i servizi elettorali in data 14 aprile precisava “che in alcune province sono state sommate, per errore materiale, schede contestate e schede nulle o bianche, quindi si riduce il numero delle schede elettorali contestate”; le schede contestate si riducevano di circa 40mila unità alla Camera

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e di 36mila al Senato.In seguito, il 19 aprile, l’U fficio elettorale centrale nazionale costituito presso la Corte suprema di Cassazione forniva i voti finali alla Camera ripartiti per schieramento. In base a questi comunicati, possiamo provare a tirare le somme su votanti e voti validi delle elezioni politiche del 2006

  2006 2001

Differenza 2006-

2001Italia      Totale aventi diritto 47160244           Voti validi 38153343    Voti non validi 511291    Totale votanti 38664634           % Italia 81.99           Estero      Totale aventi diritto 2699421           Schede valide 975414    Schede restituite – valide 160203    Totale votanti 1135617           % estero 42.07           

Totale aventi diritto4985966

54935894

7 500718       Totale voti validi 39128757 37299608 1829149Totale voti non validi 671494 2947266 -2275772

Totale votanti3980025

14024687

4 -446623       % partecipazione totale 79.82 81.54 -1.72

Fonte: elaborazione dati ministero degli Interni e ministero degli Esteri Il dato che colpisce maggiormente è la percentuale di partecipazione al voto. Ancora oggi sul sito del ministero la partecipazione è indicata all’81,4 per cento. I nostri calcoli mostrano una partecipazione del 79,8 per cento del totale votanti (Italia + estero).Ma anche le percentuali di partecipazione parziali sarebbero sbagliate. Secondo il ministero, considerando soltanto l’Italia, la partecipazione sarebbe stata dell’83,6 per cento, mentre i nostri calcoli, riportati nella tabella, danno un 82 per cento circa. Allo stesso modo per quanto riguarda il voto all’estero, l’affluenza segnalata dal ministero è del 39 per cento. Invece se si fa un rapporto fra le schede spedite ai consolati di tutto il mondo con le schede "rispedite" dagli stessi in Italia, si registra un ben diverso 42,1 per cento.Contrariamente a quanto universalmente affermato dalla stampa all’indomani del voto, sembrerebbe dunque che non sia vero che la partecipazione al voto sia aumentata nel 2006 rispetto alle elezioni del 2001. Al contrario, dai dati ufficiali del ministero, appare in diminuzione dell’1,72 per cento. Nel 2006 il corpo elettorale complessivo è risultato di 500mila unità in più rispetto a quello di cinque anni fa, ma i votanti sono stati circa 450mila in meno. Dunque, è minore e non maggiore la partecipazione al voto, con buona pace del dibattito sulla straordinaria mobilitazione degli elettori in quest’ultima tornata elettorale. D’altra parte, è vero che i voti validi sono stati di più nel 2006 rispetto al 2001, per circa 1.800.000 unità. Il mistero si spiega con i voti non validi. Alla fine del conteggio delle schede

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contestate, i voti non validi nel 2006 sono stati solo 670mila, a fronte di quasi tre milioni nel 2001. Una variazione enorme. E' attribuibile solo al fatto che il sistema elettorale proporzionale, e senza preferenze, è risultato più semplice e più comprensibile agli elettori? Sarebbe utile saperne di più. Così come sarebbe utile che il ministero chiarisse definitivamente tutti i numeri sulle elezioni 2006.8 Il rilancio dei Beni Culturali di S. SettisDa ala Repubblica del 28.4.2006 - Nel gioco di società che va sotto il nome di "toto-ministri", i Beni Culturali sono relegati (c´era da aspettarselo) a un ruolo marginale. Ma prima che si cominci a disputare se la scomoda poltrona del Collegio Romano debba andare "in quota" a questo o a quel partito, sarebbe il caso di riflettere sulla miglior collocazione di questo dicastero nella mappa istituzionale. Sempre più chiaro è infatti che il patrimonio culturale può e deve avere una posizione-chiave nello sviluppo del Paese. La sua vera "redditività" non è negli introiti diretti e nemmeno nel turismo e nell´indotto che esso genera, bensì nel profondo senso di identificazione, di appartenenza, di cittadinanza che stimola la creatività delle generazioni presenti e future con la presenza e la memoria del passato. Qualità della vita, identità culturale, solidarietà sociale, sono (lo ripetono sempre più spesso economisti e sociologi in tutto il mondo) fattori di produttività ed economicità non dei musei o dell´industria culturale, bensì della società nel suo insieme. Questo tema è nuovo solo in apparenza: con grande lungimiranza, già lo indicava l´art. 9 della nostra Costituzione, che prescrive la «tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione», in stretta correlazione con lo «sviluppo della cultura scientifica e tecnica» e con «il pieno sviluppo della persona umana» richiamato all´art. 3. Come ha detto il presidente Ciampi in un lucido discorso (Mantova, novembre 2002), «gli insigni monumenti ereditati dai padri, le bellezze artistiche e ambientali, protette, riscoperte e restaurate, non sono soltanto una sorgente di rinnovata fiducia nella propria identità e nelle proprie capacità, ma sono risorse che costituiscono patrimonio e stimolo per la stessa crescita economica».Questa risorsa straordinaria, che nessun Paese al mondo possiede nella stessa misura del nostro, non è appannaggio di nessuna parte politica, ma richiede una strategia condivisa, purtroppo mortificata negli ultimi anni da efferati tagli di bilancio e dall´irresponsabile blocco delle assunzioni. Ma quale è la corretta collocazione istituzionale dei "beni culturali"? In principio fu il ministero della Pubblica Istruzione, con varie direzioni generali, fra cui quella per l´Università e quella per le Antichità e Belle Arti. Ma "antichità" e "belle arti" parvero espressioni antiquate, e la creazione di un nuovo ministero (1975) introdusse la nuova etichetta, vagamente mercantile, di "beni culturali". Le intenzioni erano ottime: puntare sul valore monetario del patrimonio culturale per ottenere più finanziamenti per la tutela. Mancò tuttavia da subito ai Beni Culturali una sufficiente consapevolezza istituzionale della loro centralità nelle strategie di sviluppo del Paese, e dunque una mirata crescita e gestione degli investimenti nel settore. I Beni Culturali nacquero come un dicastero "minore", affidato quasi sempre a figure deboli e inadeguate, di corta visione istituzionale, con scarsa o nulla capacità di iniziativa, ansiose di spostarsi su un ministero più importante. A questa dannosa marginalità volle porre rimedio Veltroni, che da ministro e vicepresidente del Consiglio trasformò profondamente il suo ministero accorpandolo con Sport e Spettacolo e rinominandolo "dei Beni e delle Attività Culturali" (1998). Esperimento generoso, ma che (otto anni dopo) appare molto mal riuscito: se già grande è la distanza fra, poniamo, il cinema e gli archivi di Stato, proprio niente hanno di comune fra loro i musei e il calcio, i circhi equestri e le aree archeologiche. Affidare ambiti tanto difformi alle cure di un solo ministro ha avuto effetti negativi, ha accentuato anziché diminuire la marginalità del patrimonio culturale e dei suoi problemi.Come altri accorpamenti ministeriali della riforma Bassanini messi alla prova durante il governo di centrodestra (per esempio quello di Tesoro, Bilancio e Finanze), anche questo andrebbe dunque ripensato. Della riforma Veltroni va salvaguardata l´idea centrale, fortificare i Beni Culturali mediante l´accorpamento non con sport e spettacolo, ma con altre competenze. Assai più appropriato e costruttivo sarebbe congiungere i Beni Culturali con Università e Ricerca, riprendendo una vecchia proposta di Giulio Carlo Argan e Giuseppe Chiarante. Si darebbe in tal modo un gran segno: che la ricerca conoscitiva è l´asse portante, la vera e sostanziale «attività» che dev´essere il cuore della tutela e della gestione del patrimonio culturale. L´intersezione fra campi del sapere, fra strutture della tutela e università potrebbe diventare la spina dorsale di un progetto vincente, lo stesso che dovrebbe informare l´organizzazione della ricerca in generale (si pensi alle interazioni fra fisici, medici, ingegneri). Si recupererebbe il nesso vitale fra l´università con le sue istanze di ricerca e il valore educativo del patrimonio culturale; si

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potrebbe favorire la mutua permeabilità fra ricerca sul campo e didattica (per esempio del restauro), fra strutture pubbliche della tutela e università. È questo un nuovo esperimento, che varrebbe la pena di tentare, tanto più che l´accorpamento di Università e Ricerca alla Pubblica Istruzione è anch´esso fra i meno riusciti nell´ultima legislatura.Rispondendo sul "Corriere della Sera" del 29 marzo a un appello del Fai, Romano Prodi ha impegnato il suo governo a riportare il bilancio dei Beni Culturali al livello del 2001, «approntando un piano di recupero del patrimonio, con allocazione di risorse adeguate, anche ricorrendo a misure di incentivazione fiscale e tax shelter. L´obiettivo sarà quello di raggiungere nel medio-lungo periodo la destinazione di una quota pari all´1 % del Pil alla Cultura». È una dichiarazione importante, ma non basta: se tale quota dovesse esser destinata in prevalenza allo sport e allo spettacolo, lo stato di acuta sofferenza dei nostri beni culturali non ne risulterebbe alleviato. La crescita ragionata delle risorse deve accompagnarsi a una ripresa delle assunzioni, che miri all´altissima professionalità degli addetti sottraendoli al ricatto delle pressioni politiche esercitato con lo spoils system; al ripensamento dei ruoli di Stato, regioni, enti locali, privati mettendo ordine nella confusione generata dalla sciatta distinzione di tutela e valorizzazione inserita purtroppo nel nuovo Titolo V della Costituzione; all´organico collegamento delle tematiche della tutela con quelle della ricerca e dell´ambiente.Un ultimo punto resta da chiarire. Per realizzare un programma come questo (se Prodi e il suo governo vorranno farlo) è preferibile un ministro tecnico o un ministro politico? Non ho alcun dubbio che un ministro politico, che abbia statura culturale e rispetto per il parere dei tecnici (e il ministero ne ha ancora di ottimi) sia la soluzione vincente, anzi l´unica. Quello dei Beni Culturali non deve, non può essere scenario per discorsi teorici o per un qualche apprendistato politico, ma esige un´azione immediata, forte e mirata, non marginale bensì collocata nel cuore stesso dell´azione di governo. Senza cedimenti a superficiali economicismi, ma con grande attenzione ai problemi della gestione del patrimonio. Solo un politico di provata esperienza può metterli adeguatamente a fuoco, con l´aiuto dei suoi tecnici, e segnare quel riscatto del nostro patrimonio culturale che i cittadini hanno il diritto di aspettarsi.

9 La beffa dell' energia solare. Il governo nega i contributi e le opportunità promesse 1. Un decreto di febbraio ne sconfessa uno del 2005: 15 tra imprenditori e privati ricorrono al Tar.

la repubblica di Firenze del 26.4.2006 - Maurizio Bologni - Il Governo prima li ha spronati a dotarsi di impianti ad energia solare, promettendo contributi e la possibilità di commerciare il surplus di energia prodotta. Poi li ha beffati, tagliando contributi e opportunità. Tutto nell'arco di pochi mesi, con due decreti tra il luglio 2005 e il febbraio scorso, che come mani dì una stessa persona dapprima danno e subito dopo tolgono. Incredibile che autore dei «gioco di prestigio» sia il governo. Contro questo dietrofront scatta la carta bollata. Quindici, tra titolari di aziende e altri privati che avevano seguito le lusinghe del fotovoltaico e che adesso si sentono presi in giro, assistiti dagli avvocati fiorentini Alessandro Tarducci e Iacopo Tozzi, hanno presentato un ricorso al Tar per far dichiarare illegittimo il secondo dei due decreti. Scaduti i termini del ricorso al Tar, un'altra quarantina di soggetti avrebbe deciso di rivolgersi direttamente al capo dello Stato.«da una parte si spinge i cittadini verso le energie rinnovabili, dall'altra vicende come questa rischiano di vanificare la fiducia della gente, sono boomerang culturali» dicono gli interessati. In Toscana sono 481 i soggetti ammessi ai contributi, che adesso sono stati decurtati. Aziende e faniglie sedotte dalla sirena del decreto del 28 luglio 2005: qualcuno ha convertito in fotovoltaico il proprio impianto di riscaldamento, altri hanno deciso di assicurare alle loro imprese l'energia necessaria attraverso l'impianto solare bandendo gas e petrolio. Spese di «riconversione» da un minimo di 20.000 ad un massimo di 400.000 euro. II fatto è che il decreto di luglio prometteva contributi erogati dal Gestore della rete di trasmissione nazionale (Grtn) proporzionali alla quantità di energia prodotta per venti anni dall'installazione, contributi che nel corso del tempo sarebbero stati rivalutati secondo gli indici Istat. Inoltre il decreto prevedeva che l'energia prodotta in surplus rispetto al consumo potesse essere venduta allo stesso Grtn. Fatti bene i conti in sei-sette anni l'investimento sarebbe stato ammortizzato.Vengono pubblicati due bandi. Fioccano le domande:481 provenienti dalla Toscana sono ammesse. Ma il 6 febbraio scorso ecco il «decreto voltafaccia emanato dai ministeri delle attività produttive e dell'ambiente. Le annuali rivalutazioni istat del contributo vengono tagliate, chi ha impianti inferiori ai 20 chilowatt non potrà rivendere il surplus di produzione. Sballano i piani di ammortamento dei privati. Che però non ci stanno. «E' una decisione

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lesiva per quanti avevano già presentato domanda» dicono i legali Tarducci e Tozzi dello studio fiorentino Cnttv, che raccolgono altre adesioni per mandare avanti il ricorso straordinario al Capo dello Stato. «Non è infatti più così conveniente produrre energia rinnovabile. Per gli impianti piccoli non conviene averne più del consumo perché non è più ammessa la commerciabilità del surplus di produzione. E i costi degli impianti sono adesso difficilmente ammortizzabili. E' fortemente danneggiato chi ha già a preso accordi col Grtn, con i progettisti, e magari ha pure contratto un mutuo per realizzare impianti che sono comunque costosi.

Italia - 9.121 sono state dal luglio scorso le domande ammesse per l'installazione agevolata di impianti fotovoltaici in tutto il territorio nazionaleFirenze – 128 domande accolte per l'installazione di impianti di energia solare in provincia di Firenze. Quasi una ogni tre di quelle dalla Toscana.Toscana – 481 sono le domande ammesse in Toscana, che ha mostrato interesse al bando coprendo un decimo del totale nazionale.Potenza - 5.627 i chilowatt che produrranno i 327 impianti autorizzati in Toscana nel quarto trimestre 2005, periodo boom di domande.

10 La beffa dell' energia solare. Il governo nega i contributi e le opportunità promesse 2. Paghi rinnovabile, compri fumi di scarico.

21.4.2006 - A sette mesi dall’avvio del Conto Energia voglio fare il punto della situazione.La legge è stata accolta con entusiasmo dagli italiani: 25.000 domande sono arrivate al Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN), per una potenza complessiva di circa 900 MWp, di cui si prevede siano 19.000 quelle senza errori, per una potenza di circa 700 MWp. Una simile potenza fotovoltaica è in grado di generare l’energia elettrica che verrebbe prodotta da una centrale termoelettrica di circa 140 MW!Purtroppo l’aggiornamento della legge avvenuto a inizio febbraio ha posto un limite di 85 MWp/anno per le domande pervenute dopo il primo marzo, pari a un decimo della potenza installata in Germania nel 2005. Molte richieste rimarranno così insoddisfatte.Sembra che la ragione di tale limite sia nell’eccessivo costo da sostenere se si installassero troppi sistemi fotovoltaici. Infatti le risorse finanziarie per il Conto Energia arrivano dalla componente tariffaria A3, che troviamo nelle nostre bollette con la descrizione “Costruzione impianti fonti rinnovabili”.Su una bolletta di un anno su un totale, per esempio, di 936 Euro si pagano 34 Euro (3,6% del totale) per finanziare le fonti rinnovabili italiane. In realtà solo il 20% circa (meno di 7 Euro) va alle fonti rinnovabili. I 27 Euro rimanenti pagano l’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti “assimilate”, così definite (fonte GRTN): “quelli in cogenerazione; quelli che utilizzano calore di risulta, fumi di scarico e altre forme di energia recuperabile in processi e impianti; quelli che usano gli scarti di lavorazione e/o di processi e quelli che utilizzano fonti fossili prodotte solo da giacimenti minori isolati”.Quanti italiani sanno che dal 1992 ad oggi abbiamo pagato (di tasca nostra) circa 30 miliardi di Euro (pari quindi a due importanti finanziarie) che, stando a quanto scritto sulle bollette, dovevano essere destinati alla “Costruzione impianti fonti rinnovabili”?Alla fine circa solo 6 di quei miliardi di Euro sono serviti per supportare le energie pulite (principalmente idroelettrico).Buona parte degli altri 24 miliardi ha invece gonfiato i ricavi di note aziende petrolifere che bruciavano (e bruciano) gli scarti della loro produzione (che è anche la parte più inquinante) per produrre energia elettrica. E ancora oggi ci scrivono sulle bollette che quei soldi servono per sostenere le fonti rinnovabili invece dei petrolieri.Non vi sembra una grande presa per il c..o? Gli interessi dei grandi (e ricchi) gruppi energetici sono più importanti della maggioranza degli italiani, che ha dimostrato la volontà a sviluppare le vere fonti rinnovabili.Tra i primi provvedimenti il nuovo governo elimini il limite degli 85 MWp/anno, ma soprattutto elimini dalla destinazione “Costruzione impianti fonti rinnovabili” le fonti assimilate o di cogenerazione. Questa situazione riduce investimenti ed occupazione in un settore di protezione per l’ambiente dalle enormi potenzialità di sviluppo.E inoltre aumenta la nostra bolletta per l’importazione di energia.In una conferenza dello scorso febbraio, il neo dipendente Romano Prodi ha detto: “…come

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minimo dobbiamo raggiungere la potenza fotovoltaica installata in Germania”. Ora si tratta di rispettare le promesse.http://www.beppegrillo.it/muro_del_pianto/energia/index.html

11 Nigeria, bimbi usati dalla Pfizer come cavie per un farmacoSecondo un rapporto medico, completato 5 anni fa ma da allora rimasto segreto, nel 1996 un centinaio di bambini nigeriani fu sottoposto dalla società farmaceutica Pfizer a una sperimentazione medica non autorizzata. Nel rapporto - scoperto dalla testata statunitense ‘Washington Post´ e rilanciato dal ‘Daily Champion´, uno dei quotidiani più letti della Nigeria - la commissione medica che lo ha redatto afferma che la Pfizer selezionò nell´ospedale di Kano 100 bambini somministrando loro il Trovan, un medicinale contro la meningite non ancora approvato dalle autorità farmaceutiche americane.

Nel 1997, infatti gli Usa approvarono l´utilizzo del medicinale sugli adulti (sottoponendolo comunque due anni più tardi a forti restrizioni) ma non concessero mai i permessi per l´infanzia. La stessa medicina non è approvata dell´Unione Europea. Non è chiaro se i piccoli scelti fossero davvero affetti da meningite, ma cinque di quelli che presero il farmaco morirono, altri svilupparono l´artrite o ebbero danni celebrali; anche altri sei bambini cui era stato dato un placebo di controllo persero la vita. Non fu possibile stabilire se la morte dei bambini o l´insorgenza di altre malattie fossero in correlazione con l´esperimento. Secondo la commissione medica nigeriana non ci sono prove che le famiglie furono adeguatamente informate dei rischi della sperimentazione; inoltre il certificato del comitato etico della Nigeria, in cui si approvava l´operazione, risultò essere stato falsificato dal capo dei ricercatori della Pfizer a Kano.

Nel rapporto stilato all´epoca dei fatti dalla commissione medica nigeriana incaricata si affermò che l´esperimento era "un test illegale di una medicina non registrata", in contravvenzione alla Dichiarazione internazionale di Helsinky e alla Dichiarazione Onu dei diritti dell´infanzia, e un "chiaro caso di sfruttamento dell´ignoranza della gente". Il panel di medici suggerì alle autorità di "sanzionare adeguatamente" la compagnia farmaceutica, di chiedere risarcimenti e di pretendere le scuse ufficiali al governo e alla popolazione nigeriana ma anche di prendere misure affinché simili episodi non si ripetessero. Nulla di ciò venne fatto e il rapporto non è stato mai reso pubblico, prima dell´inchiesta giornalistica.

A novembre - ricorda il Washigthon Post - una corte federale statunitense aveva respinto l´incriminazione nei confronti della Pfitzer, azienda con quartier generale a New York, per non aver informato le famiglie nigeriane del rischi del Trovan mentre era ancora in attesa dell´approvazione della ‘U.S. Food and Drug Administration´; nella sentenza si afferma che le autorità competenti sul caso sono quelle nigeriane. In un comunicato della società farmaceutica, citato dal ‘Daily Champion´, la compagnia continua a sostenere che le autorità nigeriane erano al corrente dei fatti e respinge le accuse di comportamento non etico. – 10.5.06http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=56164

12 Il conto delle autostrade.Gilberto Benetton mi invitò qualche mese fa a pranzo. Io presi informazioni e rifiutai. Non volevo essere io a pagare il conto. Di solito faccio alla genovese, il conto lo paga sempre l’altro.Mi sarei trovato a tavola con una delle persone più indebitate d’Italia dopo il tronchetto dell’infelicità, che condivide con lui debiti e maglioni da regata.

Ho chiesto ad un paio di consulenti finanziari come andasse Benetton e si sono messi le mani sui c...ni.Qualche settimana fa per togliermi ogni dubbio sulla solvibilità di Gilberto al ristorante ho dato un’occhiata al bilancio di Autostrade. Un bilancio che si può riassumere in profitti spaventosi: intorno al miliardo di euro, debiti spaventosi: quasi nove miliardi di euro, investimenti per le autostrade: non pervenuti.

E qui devo fare un attimo un po’ di storia per arrivare all’epilogo con la vendita-fusione alla spagnola Abertis di questi giorni.Nei favolosi anni ’90 il solito governo di centro sinistra fa la solita privatizzazione alla c..o, detta

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appunto privatizzazione di centro sinistra, o a debito.Una cessione moderna di beni dello Stato in cui chi compra paga poco chiedendo i soldi in prestito alle banche, e compra un bene che gli italiani hanno costruito in generazioni con le loro tasse.Benetton e soci, tra cui Unicredit, entrano quindi nel 1999 nel business delle autostrade.Dal allora, secondo la Repubblica di sabato 29 aprile, gli investimenti da effettuare sulla rete autostradale per la convenzione con lo Stato avrebbero dovuto essere di circa 7.500 milioni di euro. Gli investimenti effettivi sono stati circa 2.400 milioni di euro. All’appello mancano, sempre circa, cinque miliardi di euro; fatto peraltro certificabile da qualsiasi guidatore. Dove sono questi cinque miliardi di euro?Il debito non diminuisce, gli investimenti prima o poi bisogna farli, che fare? Cosa farebbe un amico del tronchetto?Ma vende naturalmente. Vende al solito partner europeo che consentirà sinergie e la nascita di un colosso mondiale con il c..o degli italiani. Intasca un miliardo di euro da spartirsi con i soci, tra cui Unicredit. E lo fa in un momento di vuoto istituzionale, senza un governo in carica. Ma cosa c’entra il Governo? C’entra, c’entra...Infatti le tariffe autostradali vanno concordate con il Governo in quanto sono in regime di concessione. Se lo Stato volesse potrebbero costare la metà o un decimo. O non avere aumenti per uno o più anni.Caso unico in Italia, l’amministratore delegato di Autostrade Vito Gamberale si è dissociato dall’operazione. Onore al merito.L’operazione va bloccata subito (pedalare Prodi, pedalare). A Gilberto, in amicizia, considerata la situazione disperata in cui si trova, farò avere due buoni pasto da consumarsi in trattoria.http://www.beppegrillo.it/2006/04/post_16.html

13 Polveri killer. Effetti di una breve esposizione al particolato fine (PM 2,5) sulla salute umana. – A Baltimora uno studio americano poco tranquillizzante in un bacino di 11,5 milioni di abitanti con età superiori a 65 anni.

Sono molte le indagini epidemiologiche che hanno descritto la correlazione tra esposizione al particolato atmosferico (PM) e gli effetti negativi sul rischio di morbilità e mortalità. Sono pochi, invece, gli studi che hanno indagato gli effetti sulla salute umana di una breve esposizione al particolato fine (PM 2,5), l’inquinante atmosferico estremamente pericoloso per la facilità con la quale esso è in grado di penetrare attraverso l’albero respiratorio e di raggiungere gli alveoli. Se ne occupa questo studio dei ricercatori della John Hopkins University di Baltimora recentemente pubblicato su JAMA, che si sofferma in particolare sul rischio di ricoveri ospedalieri per patologie cardiorespiratorie. Analizzando una banca dati nazionale, in cui sono stati riportati i dati giornalieri relativi sia ai tassi di ricovero per esiti cardiorespiratori sia ai livelli ambientali di PM 2,5 in 204 realtà urbane statunitensi (equivalenti a un bacino di 11,5 milioni di abitanti con età > 65 anni), gli autori dimostrano che l’esposizione a PM 2,5 si associa a un aumento a breve termine del numero di ricoveri per tutti gli esiti cardiorespiratori indagati, in particolare per scompenso cardiaco. Jama Maggio 2006

14 Bertinotti liberale e Costituzione comunista.26.4.2006 di Marco Travaglio - Dunque è ufficiale. Dire, come fa Bertinotti, che Mediaset «deve dimagrire in pubblicità e reti» non si può. È un «pensiero liberticida» (Schifani, FI), un’«entrata a gamba tesa» (Calderoli, Lega), una «vendetta» (Volontè, Udc), «illiberale» (Berlusconi, FI-Mediaset), «un reato» (Crosetto, FI), una «posizione inquietante e avventurista» (Bondi, FI), una «vendetta contro Berlusconi» (Mentana, Mediaset), un’«idea comunista» (Mastella, Udeur), una «legge contro» (Pecoraro Scanio, Verdi), una «visione punitiva per castigare Berlusconi» (Polito, Dl), un’«ingiustizia per i lavoratori Mediaset» (Rizzo Pdci, Fede Rete4).Per carità, è comprensibile che il proprietario di Mediaset, i suoi cari e gli ospiti fissi delle sue tv si stendano come scudi umani a protezione di quanto hanno di più prezioso. Ma che pretendano di difendere il monopolio della tv commerciale e della pubblicità, per giunta incostituzionale, in nome del libero mercato, confondendo la concorrenza col comunismo, è singolare. Il fatto è che proprio quel monopolio, saldato col controllo militare della Rai, ha prodotto il pensiero unico e la paura di chiamare le cose con il loro nome. Una mutazione genetica che impedisce oggi agli uomini del centrosinistra di pensare e di dire ciò che pensavano e dicevano tranquillamente dieci o cinque anni fa. Un breve promemoria non guasterà.La cura dimagrante per Mediaset non è un'idea balzana del compagno Berty. È quanto ha stabilito

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per ben due volte la Corte costituzionale. Il 7 dicembre 1994 la Consulta dichiara illegittima la legge Mammì e intima al Parlamento di cambiarla perché viola l'articolo 21 della Costituzione: «Il legislatore è vincolato a impedire la formazione di posizioni dominanti nell'emittenza privata e favorire il pluralismo delle voci nel settore televisivo... L'esistenza di un'emittenza pubblica non vale a bilanciare la posizione dominante di un soggetto privato... La posizione dominante data dalla titolarità di 3 reti su 9 assegna un esorbitante vantaggio nella utilizzazione delle risorse e della raccolta della pubblicità». Le frequenze sono limitate e chi possiede 3 reti su 9 (di fatto 3 su 6 o 7) deve cederne una. Il Parlamento ha tempo fino al 27 agosto 1996 per provvedere.Nel '95 si vota un referendum, che fissa il tetto antitrust a una sola rete. Ma, grazie all'ignavia della sinistra in campagna elettorale e al martellante bombardamento pubblicitario sulle reti Fininvest, vince il No. Commenta amaro Norberto Bobbio: «Il motivo principale per cui Berlusconi ha vinto il referendum che tendeva a diminuire il suo potere televisivo è stato il fatto stesso che aveva questo potere».Resta però da attuare la sentenza della Consulta. E l'Ulivo nel '96 s'impegna a farlo nella tesi 51 del programma di Prodi: «obiettivo intermedio» la discesa di Mediaset da 3 a 2 reti; «obiettivo finale, consentire a ogni editore di avere un solo canale generalista via etere terrestre e di cedere quelli in più». I leader dell'Ulivo dicono cose ben più spinte del Bertinotti odierno. D'Alema: «Si rimuove la Mammì, si fa tabula rasa, si riparte da zero. E si fa l'Antitrust assumendo come base la sentenza della Corte costituzionale che dichiara illegittima la proprietà di tre reti tv da parte di un unico soggetto». Prodi: «La prima cosa che faremo al governo sarà attuare la sentenza della Consulta del '94 che comporta la riduzione delle reti Fininvest via etere da 3 a 2».Con quel programma, il centrosinistra vince le elezioni e va al governo. Il ministro Maccanico, nella legge sulle tv, fissa i tetti antitrust al 30% del mercato per la pubblicità in tv e al 20% per le frequenze nazionali disponibili (non più di due reti sull'analogico terrestre).Ma poi, fra compromessi e ostruzionismi del Polo, tutto viene rinviato a quando esisterà «un effettivo e congruo sviluppo dell'utenza dei programmi via satellite o via cavo». Espressione quantomai vaga, che lascia tutto come sta. Sine die.Intanto Berlusconi quota Mediaset in borsa e azzera i debiti, proprio perché Rete4 è sempre lì. Ma, il 20 novembre 2002, la Consulta dichiara incostituzionale pure la Maccanico e impone a Mediaset di dimagrire a due reti entro il 31 dicembre 2003. Oltretutto Rete4 è «abusiva»: nel '99 ha perso la gara per le concessioni a trasmettere su scala nazionale. La gara l'ha vinta Europa 7 di Francesco Di Stefano, che però non può trasmettere perché le frequenze sono occupate da chi seguita a farlo senza concessione.Ultima puntata: nel dicembre 2003, allo scadere dell'ultimatum della Consulta, il governo Berlusconi salva Rete4 dal passaggio su satellite con l'apposita legge Gasparri.Ciampi però la rimanda indietro. Allora si provvede, in zona Cesarini, col decreto salva-Rete4 e con la Gasparri-2. I berluscones agitano due spauracchi: l'oscuramento di Emilio Fede (come se non potesse traslocare su Canale5) e il licenziamento di «migliaia di lavoratori» (che in realtà sarebbero poche centinaia,e potrebbero essere ampiamente assorbiti da Europa7, che legalmente dovrebbe trasmettere sulle frequenze di Rete4). Ora gli stessi argomenti farlocchi echeggiano anche a sinistra. Chi non accetta il sistema Mammì- Maccanico-Gasparri e invoca due sentenze della Consulta, è comunista. Ma chi l'ha detto che Berlusconi ha perso?

15 I furbetti dell’etere di Carlo Rognoni26.4.2006 - Si dice che chi tocca i fili, muore! E chi tocca la Tv? Basta leggere le reazioni furibonde alle dichiarazioni di Fausto Bertinotti su Rai e Mediaset, per capire che «la questione televisiva» sarà uno degli scogli più minacciosi sulla strada del nuovo governo.Ma che cosa ha detto esattamente il segretario di Rifondazione? «Credo - ha detto - che debbano essere combattute le condizioni di monopolio, duopolio, oligopolio... anche con la legge». Fin qui, parola di liberale. C'è forse qualcuno del centro destra che si ripropone pubblicamente e senza vergogna di difendere monopoli, duopoli, oligopoli... e magari con una legge ad aziendam?È quando Lucia Annunziata, da brava intervistatrice, gli ha chiesto se «questo significa che Mediaset dovrebbe essere dimagrita», che Bertinotti è caduto, per così dire, nella trappola. Ha risposto: «Direi di sì, ad occhio». Ad occhio? E quando l'Annunziata insiste: «Nella pubblicità e nelle reti?» la risposta è stata: «Direi in entrambi». Bertinotti - secondo me - è sulla parola «dimagrita» che ha sbagliato a non reagire. Noi del centro sinistra non vogliamo far dimagrire nessuno - avrebbe forse dovuto dire. Vogliamo, tuttavia, che le regole della concorrenza siano rispettate e pensiamo che più mercato voglia dire più soggetti imprenditoriali, più pluralismo.

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È dunque la parola «dimagrita», assai poco politically correct, che ha scatenato l'inferno. È diventata l'immagine da strumentalizzare, a cui attaccarsi per dimostrare quanto sono cattivi i comunisti.Ma quanta ipocrisia! Siamo o no d'accordo che bisogna intervenire sulla legge Gasparri? E quali sono i punti che non stanno in piedi? Prima di tutto l'idea che il digitale terrestre potesse in due anni diventare il motore del pluralismo. Di anni ce ne vogliono molti di più. E comunque sono necessarie da subito regole che impediscano che dall'analogico al digitale resti in campo il duopolio. Poi che si potessero togliere di mezzo tutte le norme antitrust sulla pubblicità (oggi Mediaset ha il 65 per cento della pubblicità nazionale televisiva), inventando il Sic, il sistema integrato delle comunicazioni. È un paniere così ampio da autorizzare l'ulteriore crescita proprio del ramo privato del duopolio. E infine la «privatizzazione a la Gasparri», talmente irrealistica che si è trasformata in un nulla di fatto, in una specie di farsa di cui non si sa se piangere o ridere.Eppure, non appena si è parlato di televisione, non sono solo alcuni portavoce del centro destra che hanno alzato i toni, ma si sono sentite strane riflessioni da bar anche nel campo del centro sinistra. La più inquietante è la tesi di chi sostiene che bisogna vendere una rete Rai per poter creare più mercato. È una tesi che aveva un senso qualche anno fa, prima della rivoluzione digitale. Oggi assomiglia tanto a una pigra ripetizione di cose sentite dire, una triste coazione a ripetere.Lo scenario dentro il quale si muove la tv è profondamente cambiato grazie alla convergenza digitale. Non ha più senso parlare di reti, di canali, di programmi, di palinsesti. Bisogna ripartire da un concetto nuovo, dalla «capacità trasmissiva», cioè dalla quantità di bit al secondo che possono essere distribuiti via etere. È allora la percentuale di questa capacità trasmissiva che va regolamentata - e non il numero delle reti - in modo da garantire che ce ne sia a disposizione per più soggetti imprenditoriali e non solo per i soliti noti.Come si affronta la nuova realtà tecnologica, avendo l'idea di una politica industriale che aiuti il paese a crescere e non a dimagrire? Intervenendo, per esempio, sulla risorsa frequenze (oggi l'80 per cento delle frequenze nazionali sono controllate da Mediaset e Rai). Una separazione proprietaria fra chi fa i contenuti tv e fra chi questi contenuti li trasporta è di fatto una scelta moderna, europea. Va incentivata. Si creano così operatori di rete il cui massimo interesse è sfruttare al meglio le frequenze di cui dispongono per offrire al mercato la maggior quantità possibile di capacità trasmissiva. Tutte le compagnie telefoniche che ormai guardano alla tv come a un servizio in più da vendere dovrebbero essere interessate. Insomma la strada che la Rai aveva scelto vendendo a Crown Castle il 49 per cento di Raiway, la sua società degli impianti e delle torri, è una strada da ripercorrere.E per la pubblicità? Vanno ripristinati tetti antitrust fin tanto che durerà l'analogico. Con il tutto digitale potrà bastare il controllo dell'Autorità ex post, per evitare che ci siano posizioni dominati che impediscono al mercato di crescere. Al fine di evitare di imporre subito tagli sconvolgenti, tuttavia, proprio per non penalizzare nessuno, neppure Mediaset, va comunque messa in campo una riduzione dei tetti pubblicitari consentiti per tappe temporali prefissate, per esempio ogni anno. E si potrebbe immaginare di consentire percentuali più alte a chi non è «verticalmente integrato», cioè non è contemporaneamente il controllore della distribuzione e il produttore di contenuti tv. Per portare il sistema radiotelevisivo a regime, per togliere di mezzo l'anomalia del duopolio, è bene mettersi in testa che ci vogliono almeno tutti gli anni di una legislatura. È una materia troppo seria e importante per la crescita industriale del paese per lasciare che prevalgono improvvisazioni o scelte da apprendisti stregoni.

16 Sanità, contratti in alto mare, le Regioni non pagheranno - Psicologo e boss. Così lo pagava l'ASL di Locri. - Franca Rame: da senatrice guadagno una barca di soldi; il mio stipendio fa spavento, lo spenderò per lotta sprechi.

Sanità, contratti in alto mare, le Regioni non pagheranno(Il Sole 24 Ore: pag. 1 - 29 aprile 2006)Restano in sospeso i contratti dei 700 mila dipendenti, (medici, dirigenti e personale non medico) del SSN. Le Regioni hanno rifiutato, infatti, di pagare 100 mln di euro in più di spesa che l'attuale Governo voleva accollare ai loro bilanci per il contratto dei 560 mila operatori non dirigenti. In alto mare anche l'accordo dei 137 mila medici e dirigenti non medici, che, dopo la firma per intesa del 9 marzo, aspetta il via libera di Palazzo Chigi. Anche Aran nel mirino delle Regioni, che chiedono di sostituire l'Agenzia con una struttura interregionale analoga alla Sisac. I sindacati sono sul piede di guerra, minacciando scioperi qualora la vicenda non venga chiusa dal nuovo Governo. 

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Psicologo e boss. Così lo pagava l'ASL di LocriCorriere della Sera del 29 aprile 2006 - Il Governo ha deciso lo scioglimento dell'ASL di Locri: alla base del provvedimento la relazione consegnata dal Prefetto Luigi De Sena, che dichiara il riscontro di 'un'arbitraria occupazione da parte della criminalità locale organizzata e una compressione dell'autonomia dell'Azienda sanitaria, la cui volontà è risultata fortemente diminuita'. In 6 anni, infatti, l'ASL di Locri ha speso più di 88 mln di euro, il doppio di quanto autorizzato ed anche gli appalti sono stati pilotati, spartiti tra le cosche.Franca Rame: da senatrice guadagno una barca di soldi; il mio stipendio fa spavento, lo spenderò per lotta sprechi.I miei obiettivi sono la lotta agli sprechi di Stato, ai costi del Parlamento, del Senato, del  Quirinale. Il debito pubblico non è provocato dai cittadini, ma è un debito di grandissimi costi di Stato, io stessa ho uno stipendio che mi ha fatto veramente spavento, una barca di soldi. Conoscere realtà - conclude - in cui si fa fatica a comprare le zucchine perché costano 3,5 euro al chilo e vedere che riceverò tutti quei denari è imbarazzante. Senza parlare dei contributi, degli aiuti, dei viaggi, della casa. Comunque lo stipendio che prenderò, lo spenderò per questa faccenda: ne spenderò buona parte per combattere gli sprechi delle Istituzioni.

17 «Vi serve un organo? Ordinatelo online!» In Cina è business . I trapianti su prenotazione sono migliaia. Si usano i cadaveri dei condannati a morte. In Cina è business.

SHENYANG - La pubblicità online sul sito del Centro internazionale di assistenza ai trapianti della città di Shenyang, nel Nord Est della Cina, ostenta senza complessi: «Donatori d’organi disponibili immediatamente! Contattateci prima di ammalarvi troppo gravemente! Un consiglio: sappiate che dicembre e gennaio sono la stagione buona, quella in cui il numero dei donatori è più elevato; ciò vi permetterà di attendere il minimo del tempo prima di farvi trapiantare l’organo».Il centro, un’organizzazione privata niente affatto illegale in base alle norme cinesi, è cionondimeno sede di un’attività commerciale fra le meno scrupolose che si possano immaginare, sul piano morale: qui si fa intermediazione fra i «donatori» cinesi di organi e i riceventi stranieri. Vi si vendono reni, fegati, cornee, pancreas come fossero beni di consumo... Il sito propone i suoi servizi non solo in cinese ma anche in russo, in giapponese, in coreano e in inglese. Una precisazione: gli organi provengono nell’80 per cento dei casi dai cadaveri di condannati a morte cinesi giustiziati.La pubblicità di questo centro va decodificata così: «Organi disponibili immediatamente» significa che l’utilizzo di parti del corpo di condannati a morte assicura altissime probabilità di trovare rapidamente un donatore compatibile. «Dicembre e gennaio sono la stagione buona» si riferisce al fatto che il numero delle esecuzioni è tradizionalmente più elevato nelle settimane che precedono il Capodenno cinese. Una tradizione immemorabile vuole infatti che in Cina non si eseguano condanne a morte dopo l’inizio della primavera, simbolo di rinnovamento.Se si volessero spingere le cose all’estremo, come ha di recente riferito un servizio di una rivista appartenente al gruppo Phoenix di Hong Kong, c’è da credere che uno straniero fortunato, utilizzando i servizi d’intermediazione di questo centro così poco sensibile alle più elementari regole internazionali di deontologia, riesca ad acquistare i suoi organi in Cina quasi sui due piedi. Sarebbe dunque possibile «ordinare» un rene, un fegato, addirittura prima dell’esecuzione del condannato? Il reportage di questo mensile sembra rispondere in maniera affermativa: un giornalista cinese che si è fatto passare per il familiare di un paziente in attesa di un rene in un ospedale di Zhengzhou (capoluogo della provincia di Henan) si è accordato in questi termini con un certo dottor Shi: «Venite presto se volete un trapianto rapido, i donatori non mancano questa settimana...».La procedura per l’espianto è sempre la stessa: un’ambulanza arriva sul posto e preleva l’organo per dirigersi immediatamente verso l’ospedale dove il paziente è già pronto per l’operazione. Questo lascia supporre che le analisi di compatibilità in termini di gruppo sanguigno siano state eseguite prima dell’esecuzione.Il Centro internazionale di assistenza ai trapianti di Shenyang si presenta bene. Situato al diciassettesimo piano di una torre ultramoderna di questo ex centro siderurgico di epoca maoista - ora in pieno boom economico - non è che una branca di un’impresa di consulenza creata da giapponesi. Qui, in un ufficio luminoso, ci riceve un uomo d’affari il cui lucroso business sembra aver superato le più rosee aspettative. Sotto il vincolo dell’anonimato ci confida: «Mio povero signore, ci sono così tanti giapponesi che vengono qui in Cina a farsi trapiantare gli organi che non riusciamo più a tenere il ritmo!». Sul sito del centro è esposto senza vergogna il tariffario: 62 mila dollari per un rene, un centinaio di migliaia per un fegato, un pancreas fra i 150 mila e i 170 mila, un cuore 160 mila, una cornea 30 mila. Viaggio escluso... Secondo il nostro interlocutore «un centinaio di giapponesi sono venuti a farsi trapiantare un rene negli ospedali di Shenyang e Shangai negli ultimi anni».

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Il quotidiani Asahi Shimbun di Tokyo ha ipotizzato di recente la cifra di 350 persone. Poi ci sono coreani, ucraini, israeliani. Più tardi, sempre a Shenyang, un intermediario nipponico, che a sua volta vuol restare animino, ci dice che «questo business arricchisce tutti, dall’ospedale ai funzionari pubblici locali. Tutti fanno soldi con i pazienti stranieri».Alla fine di febbraio un dispaccio dell’agenzia giapponese Jiji ha imbarazzato le autorità cinesi: sette pazienti nipponici di età compresa fra i 35 e i 50 che erano venuti a farsi trapiantare un rene in Cina sono morti negli ospedali di Shenyang, di Shangai e di Changsha (capoluogo della provincia dello Hunan) poco dopo le operazioni, fra il 2004 e il principio del 2006. Le autorità giapponesi hanno aperto un’inchiesta per appurare in quali condizioni avevano avuto luogo tali operazioni. In seguito si è avuta notizia di pazienti malaysiani morti in circostanze analoghe.Una ventina di migliaia di trapianti vengono effettuati ogni anno in Cina e in lista di attesa nel Paese ci sono due milioni di persone bisognose di organi nuovi; eppure la Cina è la principale destinazione in Asia di pazienti stranieri che vogliono un trapianto. Questo business sta diventando motivo di crescente imbarazzo per le autorità di Pechino. Per lungo tempo la questione dell’utilizzo dei cadaveri di condannati a morte è rimasta tabù in Cina; fino a quando in una conferenza internazionale organizzata di recente a Manila il viceministro cinese della Sanità, Huang Jiefu (che fra l’altro è di persona un chirurgo specializzato in trapianti di reni) ha annunciato che «il 95 per cento degli organi espiantati in Cina proviene da condannati giustiziati». L’affermazione non è stata peraltro recepita agli altri livelli governativi, visto che a marzo un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che «tale pratica riguarda pochissimi casi» e ha aggiunto che «è una menzogna che si prelevino organi dai condannati a morte senza il loro consenso».

18 STRANEZZE Non aprite quel processo.Mentre le cronache sull’arresto di Provenzano tendono sempre più pericolosamente al gossip giudiziario (imperdibili i particolari sulla seconda dentiera, quella di riserva, sequestrata al boss nel covo di Corleone), accadono cose strane intorno al processo a Marcello Dell’Utri, cioè all’uomo che per il Tribunale di Palermo stipulò un patto d’acciaio con Provenzano nel 1993, al momento di inventare Forza Italia e anche per questo è stato condannato a 9 anni in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Una serie di eventi naturali, o quasi, ha privato il braccio destro del Cavaliere dei suoi coimputati, sia nel processo principale (ora in fase d’appello), sia in quello parallelo che lo vede accusato di concorso in calunnia pluriaggravata per un complotto di falsi pentiti che dovevano screditare quelli veri (ormai agli sgoccioli in primo grado). Nel senso che, nel giro di due mesi, sono passati a miglior vita sia il suo amico del cuore Gaetano Cinà, condannato in Tribunale a 6 anni per associazione mafiosa (infarto); sia il suo amico ergastolano Cosimo Cirfeta, boss pentito ma non troppo della Sacra Corona Unita, morto in circostanze misteriose nella sua cella di Busto Arsizio mentre sniffava gas da un fornelletto con la finestra aperta, subito dopo aver promesso al Tribunale nuove dichiarazioni prima della sentenza. Sulla sua prematura scomparsa la Procura di Palermo ha chiesto chiarimenti a quella di Busto. Ma s’incontrano stranezze anche uscendo dagli obitori ed entrando nel Palazzo di Giustizia di Palermo. Qui si attende da quasi due anni l’inizio del processo di appello a Dell’Utri, dopo che il primo grado ne era durato otto. La sentenza del Tribunale è dell’11 dicembre 2004. Il deposito delle motivazioni è del 10 luglio 2005. Gli atti di appello della Procura (che ha chiesto una pena più severa, anche in base a nuove prove su fatti recentissimi) e della difesa (che ha chiesto l’assoluzione) sono del settembre scorso. Da allora la Corte d’appello ha dormito sonni profondi e solo nei giorni scorsi ha fissato la data d’inizio del dibattimento al 30 giugno 2006. Il che significa che, fra un’eccezione e un cavillo preliminare, si arriva alla pausa del 15 luglio e ci si rivede a settembre. Se tutto va bene il secondo grado decollerà due anni dopo la fine del primo. La Corte non ha ancora designato i giudici che affiancheranno il presidente Dall’Acqua. Uno potrebbe essere Salvatore Barresi, noto per aver assolto Andreotti, salvo poi esser platealmente smentito in appello e in Cassazione. L’ultima stranezza, in ordine di tempo, è una notizia di due giorni fa. Nessun giornale nazionale, ritenendola routine, ne ha dato conto. Ma forse proprio routine non è. Il procuratore generale di Palermo, Celesti, ha respinto come “inopportuna” la domanda di applicazione dei pm Gozzo e Ingroia, che si erano offerti di affiancare il sostituto procuratore generale per sostenere l’accusa in appello a carico di Dell’Utri. E ha designato un solo Pg, Antonino Gatto, ottimo magistrato. Ma per studiare un processo così complicato, frutto di dieci anni di lavoro su trent’anni di storia della mafia, dell’imprenditoria e della politica, raccolti in centinaia di faldoni con decine di migliaia

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di fogli, e che ha portato a una sentenza di primo grado di 1800 pagine, è evidente che al dottor Gatto non basterà qualche mese. Ed è ovvio che il suo compito sarebbe agevolato dalla presenza dei pm che conoscono l’indagine, avendola condotta dall’inizio. Tantopiù che il processo Dell’Utri s’è arricchito ultimamente di una serie di fatti nuovi (un assegno di Berlusconi al sindaco mafioso Ciancimino; una società antenata della Fininvest nel Sudamerica emersa al processo per il delitto Calvi; le telefonate fra Vito Roberto Palazzolo, boss latitante in Sudafrica, e la signora Dell’Utri). E tantopiù che Celesti denuncia da tempo al Csm gravi vuoti d’organico nel suo ufficio, al punto da aver ottenuto spesso l’applicazione di magistrati venuti da fuori: l’ultimo è arrivato da Treviso, in trasferta permanente a Palermo. Perché allora rifiutare l’offerta di Gozzo e Ingroia, che non vengono da Treviso, ma dal piano di sopra? Perché in un altro processo, quello a carico di Nicky Grauso per il caso Melis, Celesti ha chiesto lui stesso l’applicazione di un pm della Procura e ora respinge la proposta della Procura nel processo Dell’Utri? Gozzo e Ingroia sono forse infettivi? O, in alternativa: cos’ha di speciale Dell’Utri, a parte aver inventato Forza Italia e sedere al Parlamento italiano e al Consiglio d’Europa? 27.4.2006 di Marco Travaglio

19 L'errore medico va provato "oltre ogni ragionevole dubbio. - Cuore: studio canadese, rischi da Vioxx possibili entro 15 giorni dall'assunzione.

L'errore medico va provato "oltre ogni ragionevole dubbioUna infermiera di neonatologia era stata condannata in primo grado a sei mesi di reclusione per aver omesso di soccorrere prontamente una donna in gravidanza di un altro reparto e di aver così provocato la morte del feto. Ma la Corte di Appello di Milano, con sentenza del 16/12/2005, non è giunta alle stesse conclusioni. Non c'è alcun dubbio sulla grave omissione commessa dall'imputata, portatrice per legge di una posizione di garanzia a tutela della salute degli assistiti, ma per arrivare ad una condanna penale questo non basta. Infatti, non esiste la certezza che, di fatto, la diagnosi più tempestiva avrebbe salvato la vita del feto o gli avrebbe consentito concrete chances di sopravvivenza. Siccome non è stato provato il nesso causale tra l'omissione e il danno procurato, che invece va accertato "oltre ogni ragionevole dubbio", l'imputata è stata assolta. La pronuncia della Corte di Appello di Milano applica, praticamente alla lettera, i principi stabiliti dalle Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione in materia di responsabilità medica con la cosiddetta "sentenza Franzese" del 2002. (Sito internet Diritto Sanitario)Cuore: studio canadese, rischi da Vioxx possibili entro 15 giorni dall'assunzione.4 mag. (Adnkronos Salute) - Gli eventuali danni cardiovascolari legati all'assunzione dell'antidolorifico Vioxx* (rofecoxib) potrebbero comparire assai prima del previsto, gia' ''entro i primi 15 giorni dall'assunzione''. A suggerirlo e' uno studio canadese condotto dal McGill University Health Centre, pubblicato online sul 'Canadian Medical Association Journal'. I ricercatori hanno valutato i possibili effetti del farmaco a livello di cuore e vasi in pazienti anziani durante un periodo di tre anni, cosi' stabilire i tempi con cui si manifestano gli eventuali danni.

20 Estremismo ecologico.Estremismo ecologico 1La campagna elettorale inglese si gioca tutta sul risparmio energetico. Tony Blair fa installare all'esterno di Downing Street una lampadina a bassa energia, e allora Ken Livingston, sindaco di Londra e suo rivale politico, rilancia: "Non tiro l'acqua quando faccio la pipi'". Solo perche' non conoscono i nostri riduttori!PS: Illuminante esempio di sforzo in direzione della tutela dell'ambiente da parte del leader conservatore David Cameron: ora va a lavorare in bicicletta, solo che lo segue a pochi passi una macchina in cui il suo autista gli porta la valigetta e le scarpe da ufficio.Estremismo ecologico 2Francie Rehwald, una ricca californiana, voleva una casa rispettosa dell'ambiente e il suo architetto l'ha accontentata, riciclando la carcassa di un Boeing 747. Unico problema: l'aviazione civile ha chiesto di dipingere la "villa" affinche' i piloti che la sorvolano non la scambino per un disastro aereo, dando l'allarme.

21 Per libertà di stampa siamo alla pari con il Botswana e la Turchia. - Un condanna a morte rinviata …

Secondo l'ultimo studio condotto dall'organizzazione non governativa Freedom House, soltanto il 38% dei Paesi del mondo può contare sulla totale libertà di stampa (soprattutto Paesi del Nord

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Europa). Secondo l'inchiesta, nel 54% dei Paesi la stampa è soltanto parzialmente libera. Tra questi rientra anche l'Italia (79.a nella classifica, a pari merito con il Botswana), unica in Europa, con la Turchia, a non contare su un sistema di informazione completamente libero.Un condanna a morte rinviata …La Corte Suprema degli Usa ha severamente bocciato il sistema della pena capitale in South Carolina, annullando una condanna a morte perchè le Corti locali non avevano considerato con sufficiente attenzione possibili indizi dell'innocenza dell'imputato. I giudici di Washington hanno ordinato un nuovo processo per Bobbie Lee Holmes, condannato a morte per lo stupro e omicidio di una donna di 86 anni.

22 Notizie in breve.Corruzione, arrestato dirigente sanitario del Veneto(Il Sole 24 Ore: pag. 1, Corriere della Sera: pag. 20 - 25 aprile 2006) E' stato arrestato il Segretario regionale della Sanità del Veneto, Franco Toniolo, con l'accusa di corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti nelle cliniche private avviata dalla Procura di Trento. Toniolo avrebbe intascato una mazzetta di 50.000 euro in cambio di un 'favore': spostare una cinquantina di posti letto riabilitativi da una struttura pubblica di Marzana (VR), ad una pubblico-privata di Zevio (VR).Tutta la Sanità del Lazio in rete: parte da Roma un progetto-pilota(la Repubblica Affari & Finanza: pag. 16 - 24 aprile 2006)POS (Progetto Sanità) è il nuovo programma messo a punto da Laziomatica per 'webizzare' il sistema sanitario laziale. Nel portale www.sanitalazio.it confluiranno i siti della sanità regionale e col tempo anche i siti aziendali pubblici e privati. Il progetto permetterà, inoltre, già entro la fine del 2006, di avere in tempo reale i dati delle prescrizioni farmaceutiche, garantendo così l'integrazione con il Ministero dell'Economia. Entro 18 mesi, poi, sarà pronto un sistema regionale per la gestione di tutte le aziende sanitarie che permetterà la pianificazione di bilancio, il controllo periodico degli andamenti ed il consolidamento dei dati a livello di 'holding-regione'. Tramite il sito, inoltre, i cittadini potranno consultare i servizi e disporre di un 'assistente personale' che li guidi nel mondo della Sanità.Farmaci: nuove cause in arrivo(International Herald Tribune: pag. 15 - 22/23 aprile 2006)Dopo le cause legali avviate contro Vioxx, ora sotto accusa ci sono altri farmaci: l'antipsicotico Seroquel (AstraZeneca), il cerotto contraccettivo Ortho-Evra (Johnson & Johnson), la terapia ormonale sostitutiva Prempro (Wyeth) ed il farmaco per il trattamento dell'osteoporosi Fosamax (Merck&Co). Secondo i querelanti, questi medicinali provocano effetti collaterali che le case farmaceutiche hanno tenuto nascosti.Truffa delle ASL: sequestrate dieci case e vetture di lusso(Il Messaggero Roma: pag. 39 - 21 aprile 2006)I finanzieri del Nucleo speciale polizia valutaria hanno messo i sigilli a proprietà immobiliari riconducibili a funzionari travolti dalle inchieste sulle fatture false e i pagamenti per prestazioni sanitarie inesistenti delle ASL Roma C e Roma B. I beni, per un valore totale di 4 mln di euro, sarebbero stati acquistati con i proventi delle attività illecite.La pessima politica della Banca Mondiale in materia di malariaSe un medico si fosse comportato come la Banca Mondiale, sarebbe stato condannato per "mala practica", conclude l'articolo di 13 noti specialisti in malaria pubblicato su "The Lancet". Le accuse: aver versato solo un quarto dei 325 milioni di euro promessi in cinque anni, aver alterato i risultati delle iniziative intraprese, aver promosso campagne basate su cure inefficaci. La Banca respinge: sono errori imputabili ai singoli Paesi.

23 Vari modi per affrontare il meteorismo.Rumori sconvenienti addio. Nasce il fagiolo anti-flatulenza.25.4.2006 - I fagioli, si sa, se mangiati in gran quantità possono causare "rumori sconvenienti". Un gruppo di studiosi dell'università Simon Bolivar, in Venezuela, ha però scoperto il modo di produrre legumi che non provochino flatulenze. Gli esperti, il cui studio è stato pubblicato dall'autorevole "Journal of the Science of Food and Agriculture" hanno individuato due batteri, il Lactobaciullus casei e il Lactobacillus plantarum, che, fatti fermentare insieme con i fagioli, diminuiscono del 60% il contenuto di fibre solubili e abbassano dell'88% la quantità di raffinosio, un carboidrato che è tra le principali cause di questi "rumori". Le flatulenze sono infatti provocate da gas rilasciati dai batteri che vivono nell'intestino nel momento in cui scompongono in cibo. La scoperta, spiegano gli studiosi, farà la gioia dei nutrizionisti: i fagioli, infatti, dovrebberto essere assunti più spesso, come spiega Marisela Granito, uno dei ricercatori: "I legumi, e in particolare i

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Phaseolus vulgaris, sono una fonte importante di nutrimento, nonostante le flatulenze non ne promuovano di certo l'immagine".Our Solution: THE FLATULENCE DEODORIZER™The Flatulence Deodorizer is a three-ply activated charcoal cloth pad, that is secured inside the underwear similar to a panty liner. It absorbs the intestinal gas odor right at the source before it gets into the air, and others can smell it.http://flat-d.com/products.html http://flat-d.com/technology1.html

24 Telecom al servizio del Paese.3.5.06 - Telecom Italia veglia su di noi. Giorno e notte, in ufficio o in barca a vela il tronchetto pensa al bene della nazione. Ciò che più gli preme è il nostro futuro.Telecom Italia non è prevalentemente al servizio dei suoi clienti, difficile trovarne uno che affermi il contrario.Telecom Italia è molto di più, è un grande gruppo al servizio del Paese .Il tronchetto ha comprato pagine su pagine di quotidiani, con i soldi delle nostre telefonate, per spiegarci quanto è affezionato all’Italia. Pagine in cui si premura di farci sapere che la Telecom non è fallita, anzi è in salute: “debito netto attuale di circa 39 miliardi di euro: 70% a tasso fisso e durata media di 8 anni”. Ma cos’è? La pubblicità di bond di prossima emissione o la proposta di nuovi servizi telefonici?Il mercato di Telecom Italia è fatto da clienti e investitori soddisfatti: “Oltre 100 milioni di clienti e milioni di investitori dimostrano ogni giorno la fiducia che l’azienda riscuote”. Se non fosse quasi sempre obbligatoria la connessione a Telecom i clienti non avrebbero tutta questa fiducia e sarebbero un bel po’ di meno. Per gli investitori il discorso è diverso. Quali investitori fiduciosi? Voglio conoscerne almeno uno. Mi scriva una email. Il titolo di Telecom dall’avvento del tronchetto ha perso circa la metà del suo valore e solo da inizio anno è diminuito del 9,58%.Le tasche dei clienti per il tronchetto sono sacre: “Un primato tecnologico per offrire servizi innovativi e ridurre i prezzi per i consumatori”. Su quest’ultimo punto non c’è però vero consenso da parte del Paese.Il giudice di Pace di Torre Annunziata, l’avvocato Giuseppe D’Angelo, ha accolto il ricorso di un utente contro il pagamento del canone. Telecom è stata condannata a restituire tutti i canoni percepiti e al pagamento delle spese di giudizio. Secondo Codacons: “questa sentenza apre la strada a oltre venti milioni di cause analoghe dinanzi ai Giudici di Pace da parte degli utenti Telecom”.In Italia non esiste una “class action”. Se ci fosse il canone sparirebbe nel giro di un mese. Esiste però la possibilità di informarsi. Lascerò questo post sulla destra del sito per ricevere testimonianze di altri clienti di Telecom che stanno chiedendo l’abolizione del canone.

Ps: Il tronchetto ne inventa sempre qualcuna. Le spese di spedizione bolletta sono passate da 0,17 euro a 0,37 euro più Iva. Grazie a questo soave aumento Telecom incasserà 52 milioni di euro in un anno. Il tribunale di Catanzaro ha però stabilito che le spese di spedizione delle bollette sono illegittime e il Codacons ha lanciato un’iniziativa con un modello predefinito per contestare l’aumento. http://www.beppegrillo.it/2006/05/post_17.html

25 Germania, eroina prescritta con una ricetta del medico. - Giappone, nasce robot-paziente. - I risultati ottenuti dalle cavie sono poco applicabili all'uomo.

Germania, eroina prescritta con una ricetta del medico. 1.5.2006 la Repubblica - In Germania si va verso l´eroina prescritta con ricetta dal medico. Il governo federale si prepara a varare una legge per permettere appunto ai dottori di prescrivere ufficialmente l´acquisto e il consumo di eroina ai loro pazienti ritenuti tossicodipendenti da lunga durata. Lo ha annunciato Sabine Baetzing, responsabile della politica verso le tossicodipendenze del governo di Grande coalizione guidato da Angela Merkel, in dichiarazioni al quotidiano conservatore Die Welt. Un esperimento-pilota in sette città, ha spiegato la signora Baetzing, ha mostrato che la distribuzione di eroina dosata e sotto controllo medico per alcuni pazienti considerati tossicodipendenti da molto tempo offre risultati molto migliori rispetto alla somministrazione del metadone, il surrogato più comune. «Ritengo che il nostro progetto di eroina su ricetta sia comunque un piccolo passo nella nostra politica di aiuto a chi si droga. Ne approfitteranno da mille a millecinquecento tossicodipendenti gravi», ha continuato l´esponente politico.

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Il governo prevede che la legge in proposito sarà varata e possa entrare in vigore già entro quest´anno. Probabilmente il disegno di legge verrà discusso dai partiti al potere (la Cdu/Csu della Cancelliera Angela Merkel e i socialdemocratici) e sarà votato in Parlamento prima della fine dell´anno. Resta da definire come, con quali procedure e a quali condizioni i tossicodipendenti potranno ricevere l´eroina: sembra escluso che vengano autorizzati a ritirarla e consumarla in privato senza controlli come invece avviene con il metadone. (a.t.)Giappone, nasce robot-paziente.Sara' utilizzato all'universita' dagli studenti di medicina (ANSA) - TOKYO, 2 MAG - Nasce in Giappone il primo robot a uso medico capace di reagire agli stimoli come un paziente in carne e ossa. Se toccato in un punto 'dolente' della testa o dell'addome, il cybermalato e' in grado di rispondere a domande come 'le fa male qui?' e aiutare l'aspirante medico nella formulazione della diagnosi. Il robot reagisce agli stimoli della palpazione grazie a 24 sensori interni. Il padre di questo robot e' il professor Yuzo Takahashi.I risultati ottenuti dalle cavie sono poco applicabili all'uomoAl contrario servono metodi d'indagine alternativi. Anche per avere dati più certi, http://www.eukra.it/cgi-bin/WebObjects/News.woa/wa/clipDetail?extrapolaClip=3559479&extrapolaInfo=59&src=nl&uid=MdFhREFG8tDAqAMG&portalName=Eukra&extrapolaIssue=45092

26 Un sistema per 'misurare' qualità assistenza. - Non aprire un negozio se non sai sorridere, e non fare il medico o l'infermiere se non sai parlare alla gente'.

Roma, 3 mag (Adnkronos Salute) - Un sistema per 'misurare' la qualità delle strutture medico-sanitarie italiane, basato su validi indicatori e parametri di efficienza, fino a stilare una sorta di 'classifica' ufficiale e certificata a livello istituzionale, affinchè i cittadini possano sapere quali sono le aziende sanitarie, gli ospedali o gli ambulatori piu' 'bravi' nel soddisfare le esigenze di salute della popolazione. Non solo. Introdurre un'ora settimanale di educazione alla salute fin dalla scuola primaria; chiamare le societa' scientifiche a esprimere pareri sulla diffusione delle notizie medico-scientifiche; istituire corsi obbligatori di comunicazione con il paziente nelle facoltà di Medicina.

Queste alcune delle proposte 'messe in campo' dagli esperti che hanno partecipato al tavolo tecnico ''Etica e informazione in medicina'' istituito all'interno di 'Meridiano Sanità', progetto promosso da Ambrosetti - The European House per delineare un nuovo modello di assistenza sanitaria nel nostro Paese. Nell'illustrare le proposte, oggi in un incontro a Roma, gli esperti hanno sottolineato infatti ''l'importanza dei rapporti tra etica e informazione in medicina, considerati uno snodo fondamentale in un'epoca nella quale il progresso scientifico e tecnologico, e la moltiplicazione delle fonti di informazione, aumentano le aspettative dei cittadini e pongono ogni giorno i decisori di fronte a scelte e alternative che hanno pesanti ricadute in termini di costi e di qualità della vita delle persone.

Fra le altre proposte anche la creazione della figura di un garante scientifico per la comunicazione del ministero della Salute sui temi più delicati relativi alla salute e alla medicina. Infine la responsabilità, anche di tipo penale, del giornalista che diffonde notizie di natura sanitaria false o non verificate. ''Oggi - afferma il neo-senatore Ds Ignazio Marino, noto chirurgo dei trapianti rientrato dagli Stati Uniti - si tende a valutare sempre più il lavoro del medico in base al numero di prestazioni eseguite tra visite, esami o interventi. Ma questo non ci dice poi nulla sull'effettiva capacità, del medico o della struttura, di curare, sulla qualità del rapporto con i pazienti e sull'effettivo miglioramento della loro salute''. Da qui la proposta di un sistema di valutazione incentrato sulla salute reale.

Ma l'attenzione ai pazienti passa anche attraverso una maggiore capacità del medico di comunicare con loro. Va in questa direzione la proposta di un corso obbligatorio di comunicazione medico-paziente al termine del corso di laurea in Medicina. ''Diversi studi hanno dimostrato - aggiunge Marino, componente del tavolo tecnico - che quanti più minuti il camice bianco dialoga con il paziente, tanto più diminuiscono le denunce per errori in sanità''. ''Preparare i medici a comunicare con il malato - conclude Massimo Biondi, psichiatra all'universita' La Sapienza di Roma - migliora la soddisfazione del paziente e la qualità delle cure, e a distanza, ha un impatto economico favorevole, riducendo le recidive o i ricoveri dovuti alla precoce interruzione delle cure da parte di pazienti male o poco informati''. Per Biondi vale infatti la 'massima': ''Non aprire un

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negozio se non sai sorridere, e non fare il medico o l'infermiere se non sai parlare alla gente''.

27 Spot indesiderati al cinema. Richiesta rimborso biglietto.

SPOT INDESIDERATI AL CINEMA. RICHIESTA RIMBORSO BIGLIETTO 

inviare raccomandata A/R entro 8 giorni dalla data in cui si e’ andati al cinema (la copia per conoscenza all'Aduc va inviata per posta ordinaria)

A- indirizzo del gestore della sala cinematografica - p.c. Aduc, Associazione Diritti Utenti e Consumatori, via Cavour 68, 50129 Firenze

Il sottoscritto ...…………….........., residente in ..……..........., tel..………........ e-mail..……………….....…….....

ha acquistato un biglietto di ingresso presso il vostro Cinema ………………………………., in via …………………………………………………, citta' ……………………..………..

per il film intitolato …………………………………. e proiettato il giorno………....... al prezzo di euro ..………......

Contrariamente a quanto indicato da Voia. sul biglietto (allegato in fotocopia) b. sul cartellone che pubblicizzava lo spettacoloc. nelle inserzioni pubblicitarie (allegate in fotocopia) sui seguenti giornali e/o riviste …………………………………… (indicare nome, data, e pagina del giornale o rivista), la proiezione del film e’ cominciata con …….. minuti di ritardo, in quanto preceduta da spot pubblicitari che il sottoscritto e’ stato costretto a guardare suo malgrado.

Sollecito pertanto la corresponsione1) del prezzo del biglietto di euro ……. 2) del danno derivato da appropriazione indebita del tempo del sottoscritto di euro ……3) del danno derivato dall’esser stato sottomesso a pubblicita’ a mia insaputa e senza il mio consenso ai fini di introiti pubblicitari …….4) del danno per il turbamento psicologico e umorale provocato dalla proiezione della pubblicita’ di euro …….5) delle spese di spedizione della presente raccomandata A/R di euro …….per un totale di euro ……., entro non oltre 15 giorni dal ricevimento della presente messa in mora. In caso contrario mi rivolgero' all'autorita' giudiziaria.

Firma

Data

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Nel caso in cui il tentativo bonario con la messa in mora di cui sopra non desse alcun risultato, segue un facsmile per il ricorso da presentare al giudice di pace della propria città----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

SPOT INDESIDERATI AL CINEMA. RICORSO AL GIUDICE DI PACE

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Al Giudice di Pace dell’Ufficio di………(da presentare in quattro copie – informarsi alla specifica cancelleria del giudice della propria citta')

RICORREIl sig. …………………….., nato a …………………….. il …………

e residente a …………………….. cap …….. via …………………………….. n….

tel ………………… E-mail ……………………….

AVVERSO

Il signor (o l'azienda) ………………………., in via …………………………, citta' ……………………..

Gestore del cinema.............................................., in via .............................. citta'.......................

Premesso che

1. In data ________ alle ore ________ il sottoscritto ha acquistato presso il cinema di cui sopra un biglietto di ingresso per il film ___________________________________________________2. Da quanto indicato dal gestore del Cinema suddettoa. sul biglietto (allegato in fotocopia) b. sul cartellone che pubblicizzava il filmc. nelle inserzioni pubblicitarie (allegate in fotocopia) sui seguenti giornali e/o riviste …………………………………… (indicare nome, data, e pagina del giornale o rivista), la proiezione del film avrebbe dovuto avere inizio alle ore ………. 3. La proiezione del film e’ cominciata con …….. minuti di ritardo, in quanto preceduta da spot pubblicitari a cui il sottoscritto e’ stato sottoposto a sua insaputa e suo malgrado in quanto gia’ seduto in sala in attesa del film.

E considerato che

4. l’art. 1218 del codice civile sulla responsabilita’ del debitore (i.e. il gestore del cinema) che prevede a. il puntuale adempimento della prestazione. b. che il ritardo della prestazione da parte del debitore puo’ essere giustificata solo da “causa a lui non imputabile”. c. che questo non e’ il caso del gestore su citato, in quanto il ritardo causato dalla pubblicita’ e’ conosciuto e preordinato dal gestore stesso. 5. la Corte di Cassazione (sentenze n. 1629 del 1998 e n. 12849 del 1997) ha previsto il diritto del contraente ad ottenere il risarcimento del danno, che e’ cosi’ ripartito:

a. euro …… per appropriazione indebita del tempo del sottoscritto b. euro …… per esser stato sottoposto a pubblicita’ a mia insaputa e senza il mio consenso ai fini di introiti pubblicitari del gestorec. euro …… per il turbamento psicologico e umorale provocato dalla proiezione della pubblicita’

Per quanto sopra

CHIEDE

All’Illustrissimo Signor Giudice di Pace la corresponsione1. del prezzo del biglietto di euro …….2. del danno subito dal sottoscritto (di cui al punto 5, lettere a,b,c) di euro ……3 delle spese di spedizione della raccomandata A/R di messa in mora inviata al gestore del cinema in data _________ (ricevuta allegata in fotocopia) di euro …….4. delle spese legali

Luogo e data

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Firma

28 Patto antiprecarietà, il modello spagnolo.dal Corriere - 7 maggio 2006 di Maurizio Ferrera - Dopo aver modernizzato i diritti civili, Zapatero ha aperto un nuovo fronte sul terreno dei diritti sociali. Martedì sindacati e imprenditori firmeranno un «accordo sulla riforma del lavoro», che il governo recepirà immediatamente in un decreto legge. Oggetto dell'accordo è la lotta alla temporalidad,al lavoro precario: una sfida particolarmente pronunciata in Spagna, ma che affligge molti altri Paesi, a cominciare dal nostro.L'accordo è l'esito di un lungo negoziato durante il quale il governo è riuscito a comporre i vari interessi in gioco. Il primo interesse è stato ovviamente quello dei lavoratori precari: quasi il 34% degli occupati, il doppio della media Ue. Per arginare questa piaga l'intesa prevede unplano de choque, una scossa immediata: tutti i contratti a termine che saranno trasformati in contratti a tempo indeterminato entro il 2006 beneficeranno di una riduzione straordinaria dei contributi. Le misure strutturali consisteranno invece in un mix di «bastoni e carote». Tra i primi, spicca il «divieto di catenaccio»: le imprese dovranno trasformare in lavoratori stabili tutti quei dipendenti che hanno avuto più contratti temporanei per lo stesso tipo di lavoro nell'arco di un biennio. Fra le carote, vi sono invece sgravi contributivi per l'assunzione a tempo indeterminato dei cosiddetti outsider: giovani fino a trent'anni, donne, disoccupati ultraquarantacinquenni, disabili.I sindacati hanno appoggiato le misure anti-precarietà, ma hanno anche portato a casa una conferma importante perla loro base tradizionale (gli insider): il contratto a tempo indeterminato «ordinario» conserva le tutele esistenti, in particolare quelle che riguardano l'indennità di licenziamento. Inoltre sono state accolte due altre rivendicazioni: l'aumento delle prestazioni di disoccupazione e l'introduzione di limiti alla cessione di manodopera da un'impresa all'altra.I datori di lavoro hanno accettato l'accordo grazie a due importanti concessioni. La prima è venuta da parte governativa: la riduzione dei contributi per l'assicurazione contro la disoccupazione. La seconda è venuta da parte sindacale. I contratti a tempo indeterminato originati dalla conversione di contratti temporanei prevedranno un'indennità di licenziamento più bassa. Questo è stato un punto molto controverso, sul quale era fallito il negoziato promosso da Aznar nel 2003.Secondo alcune stime, la riforma consentirà la trasformazione di almeno mezzo milione (forse persino un milione) di lavoratori precari in lavoratori stabili entro due anni, allineando la Spagna ai valori medi Ue.L'accordo di Madrid è il primo «patto sociale contro la precarietà» a essere siglato in Europa. Zapatero ha bagnato il naso non solo al suo predecessore, ma anche al collega Villepin, che ha infuocato la Francia con il suo «contratto di primo impiego».L'esempio spagnolo è ovviamente di estremo interesse per il nostro Paese. L'obiettivo di un nuovo patto sociale è già di fatto in agenda anche da noi. Teniamo però presente che Zapatero ha impiegato 14 mesi a mettere d'accordo tutti, disponendo di una maggioranza parlamentare ben più ampia e coesa di quella che sosterrà Prodi. Questi tempi sono troppo lunghi: il nuovo governo dovrà dare subito qualche segnale sul fronte economico e sociale. Gli spunti che Zapatero fornisce per il segnale sono almeno due. Innanzitutto il plano de choque: un pacchetto di misure urgenti e straordinarie contro la precarietà e per la crescita potrebbe essere varato subito anche in Italia. Il secondo spunto viene dalle modalità d'avvio del negoziato spagnolo: nel luglio 2004 (tre mesi dopo il suo insediamento) Zapatero siglò con le parti sociali una «dichiarazione sulla competitività, l'occupazione stabile e la coesione sociale», che fissava obiettivi e procedure per le intese da raggiungere (comprese quelle sulle pensioni e sulla contrattazione collettiva, date anch'esse per imminenti a Madrid). Col senno di poi, quella dichiarazione fu una mossa azzeccata. Forse potrebbe esserlo anche per Prodi?

29 Amnesy International.A leggere le cronache parlamentari della primavera 1993 viene la labirintite, Si perde il senso dell‘orientamento. Il 27 marzo di 12 anni fa la Procura di Palermo chiedeva l’autorizzazione a procedere contro Giulio Andreotti per mafia. E chi era, oltre agli andreottiani, il deputato DC più ostile a concederla? Franco Marini. «Le accuse della Procura di Palermo - dichiarava Marini il 16 aprile ’93 - sono incredibili. La gente è sconvolta, no all‘autorizzazione a procedere». Poi fu scavalcato dallo stesso Andreotti che chiese lui stesso il

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via libera all’indagine sul suo conto. Oggi il senatore prescritto si schiera col centrodestra contro Marini per la poltrona più alta del Senato. Lo voterà tutta la CdL. (Al Consiglio federale della Lega, al Lido di Venezia, andavano a ruba le magliette con disegnati Andreotti, Craxi e De Michelis in fuga, inseguiti da un drago leghista con lo spadone di Alberto da Giussano che urlava «Banzai! Alle elezioni vi bruciamo!». Gianfranco Fini, la sera fatidica del 27 marzo, comiziava a Verona. Gli portarono la notizia e lui la diede in diretta. Applausi scroscianti. «L‘avviso di garanzia ad Andreotti per mafia - tuonò - è la fine del regime: lo dimostra l‘autentico boato che ha salutato la notizia da me data alle migliaia di veronesi che affollavano il mio comizio. I giudici si muovono su indicazioni convergenti di alcuni pentiti, come dimostrano anche i casi analoghi di Gava, Misasi e Cirino Pomicino. Pare proprio che il sistema si reggesse sulle tangenti e sulle organizzazioni criminali». L’indomani rincara: «Ormai mi sento a disagio nel frequentare questo Parlamento: chiederò ai gruppi missini di valutare l’opportunità di non partecipare più ai lavori della Camera e del Senato». Poi, citando anche Alfredo Vito, «Mister 100 mila preferenze» indagato a Napoli definì «di una gravità inaudita il tentativo di questi personaggi di sottrarsi alle indagini ora che non possono più condizionare la magistratura. Bisogna fare piazza pulita a Roma. Chiediamo verità su tutto, a cominciare dalle stragi. Chi ha trescato con i mafiosi e i camorristi da posizione di assoluto rilievo politico-istituzionale l’ha fatto per mantenere il potere e le stragi di Stato hanno stabilizzato il potere: è ora che venga fuori tutta la verità, dopo decenni di vile e canagliesca strumentalizzazione» (15.4.1993). Ora Fini & C. si apprestano a votare Andreotti, insieme ai neoeletti Cirino Pomicino (Nuova Dc) e Vito (FI). Ne sarà felice anche il ministro uscente Altero Matteoli, che 12 anni fa era membro dell‘Antimafia presieduta da Violante: «Il sistema - esultava - non ha più difese: perfino Andreotti, passato indenne da una miriade di scandali compreso quello Sindona, è indagato per mafia. Finalmente la magistratura può acclarare il livello di collusione mafia-politica!» (27.3.1993). Poi insinuò addirittura che l’appoggio del Pds al governo Ciampi celasse un accordo con la Dc per «salvare Andreotti dal processo». Tant‘è che votò contro la relazione Violante, che citava Lima e Andreotti: troppo morbida, per lui, «all‘acqua fresca», perché «scarica tutte le responsabilità su Lima, ovattando la parte su Andreotti» (9.4.93). Infine chiese le dimissioni di Violante «per evitare il sospetto che la sua relazione su mafia e politica, votata dalla Dc, sia servita a traghettare il Pds nell’area di governo» (29.4.93). Particolarmente commovente il caso di Marcello Pera, che si appresta a votare Andreotti alla propria successione: nel ‘93 lo definiva «un presidente del Consiglio dell‘era Gromyko», emblema del “trasformismo“, del «vino vecchio in otri vecchi», del «tirare a campare qualunque cosa succeda”, del «principio che le politiche non contano, possono cambiare a ogni stormir di fronde purché gli uomini che le fanno restino al proprio posto... Per queste figure logorate dall‘uso, è venuta l’ora di inaugurare la serie “visti da lontano”... di pagare il conto per ciò che si è fatto o omesso di fare», insomma basta con i «traffici» e l‘«impunità» dei «vecchi marpioni della Dc abituati nell’arte sopraffina del riciclaggio» (16.4.92). Anche Giorgio La Malfa, insieme alla Voce Repubblicana, difendeva i giudici e i pentiti denunciando i rapporti fra Andreotti, la mafia e Sindona (combattuti dal padre Ugo). Qualcuno l’ha per caso sentito, oggi? Poi c’è Ferdinando Adornato, che 12 anni fa tonitruava: «Non siamo disposti a fare alleanze con chi applaude Andreotti al Meeting di Rimini!»(8.9.93). Ora sta anche lui in Forza Italia, che Andreotti non si limita ad applaudirlo: lo vota. Che pezzo d’uomo. 25 aprile 2006

30 Disturbi cardiaci: sempre più una questione di testa.02/05/2006 - I pazienti con cardiopatia cardio vascolare ischemica hanno una composizione di acidi grassi all’interno delle membrane piastriniche (marker biochimici) sovrapponibile a quella di casi di depressione. Questo quanto emerso dallo studio di alcuni semplici acidi grassi che ha permesso per la prima volta di tracciare una linea, non la sola ma che segue un percorso nuovo, tra depressione e patologia cardiovascolare. L’indagine, realizzata da alcuni ricercatori del Centro di Biologia molecolare della Fondazione Villa Maria di Cotignola (Ravenna) su un numero limitato di pazienti, è stata presentata nei giorni scorsi a Bologna, nel corso del Seminario ‘Brain and Heart’ presieduto da Kary Mullis premio nobel per la chimica e promosso dal Centro Ricerche Nutrizione Città di Castel San Pietro Terme e da OSC Healthcare . Se l’indagine dovesse essere approfondita e confermata si tratterebbe della prima dimostrazione ‘biochimica’ della relazione tra patologie cardiovascolari e depressione. Ad annunciarlo a Bologna è stato Massimo Cocchi coordinatore della ricerca e Direttore del Centro

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di Biologia Molecolare della Fondazione Villa Maria. L’indagine si è avvalsa di sistemi informatici avanzati (Reti Neurali Artificiali) per la realizzazione di previsioni diagnostiche che si realizzano sulla combinazione dei dati clinici e dei dati biochimici. “Sulla base della composizione degli acidi grassi ottenuta, per tutti i partecipanti allo studio con analisi gascromatografica delle membrane delle piastrine - spiega Massimo Cocchi - abbiamo individuato con il supporto della Rete Neurale Artificiale, una forte correlazione nella composizione di acido palmitico, linoleico ed arachidonico tra casi di depressione maggiore e patologia vascolare”. “Specifici rapporti fra gli acidi grassi identificati – ha affermato Cocchi - determinano un maggiore livello di saturazione della composizione in acidi grassi delle piastrine dei pazienti con patologia cardiovascolare ischemica. Queste modificazioni di membrana potrebbero essere collegate ad una serie di fenomeni (‘attivazione piastrinica’, modificazione della serotonina, mobilizzazione del calcio ionico intracellulare) strettamente coinvolti nella patologia cardiovascolare ischemica. Poiché evidentemente non tutti i pazienti con patologia cardiovascolare ischemica sono colpiti da depressione (incidenza di ca. il 40%) è evidente che lo studio andrà ampliato per capire i diversi fattori eziopatogenetici delle due patologie che non si accomunano in questo evento”. Si ritiene che tutti i fattori di mortalità cardiovascolare siano legati ad una serie di disordini mentali, comportamentali e psicologici. Molti studi dimostrano che la sola depressione è associata con almeno un raddoppiamento di rischio cardiovascolare, indipendentemente dall’età e da altri fattori di rischio cardiaco. Ma la relazione fra depressione e malattia cardiaca è reciproca con ciascuna di esse che si mutua reciprocamente la morbilità e la mortalità. La disabilità acuta che subentra dopo una cardiopatia, oltre alla perdita di un ruolo sociale e di indipendenza, è associata con una sostanziale incidenza di depressione maggiore. Dall’altro lato l’associazione di fattori quali l’apatia, la perdita di attività fisica, l’incapacità a smettere di fumare, l’abuso di alcool e l’ipercolesterolemia con la depressione predispongono l’individuo alla malattia cardiaca. Studi epidemiologici recenti dimostrano che la depressione rimane uno dei fattori più significativi di predizione della mortalità all’interno dei pazienti sopravvissuti allo stroke e fra quelli affetti da patologia cardiovascolare. Fra i fattori che legano la depressione alla patologia cardiovascolare viene evidenziato il fenomeno dell’attivazione piastrinica e la serotonina. La proteina di trasporto della serotonina e le regioni promotrici del trasporto di legame della serotonina sono condivise dalle piastrine e dai neuroni cerebrali così da attendersi sia effetti centrali che periferici. L’attivazione piastrinica è significativamente più elevata fra i pazienti depressi sia in presenza che assenza di malattia cardiaca. “Tutto questo dimostra l’esistenza di una via comune all’evento ischemico sia a livello cerebrale che cardiaco attraverso cui la depressione, più per via psicologica che comportamentale, aumenta la mortalità .Sebbene lo screening di routine per la depressione nelle condizioni di intervento primario sia controverso, l’incidenza e gli effetti della depressione fra i cardio pazienti e i sopravvissuti allo stroke sono risultati secondo noi argomenti persuasivi per effettuare uno screening fra questi gruppi” conclude Cocchi. La rete neurale artificiale (RNA) è un modello matematico, applicato ad un software, costruito su una base di algoritmi che per risolvere il problema per cui viene creato prende a modello la corteccia cerebrale e la capacità di imparare dall’esperienza e in maniera totalmente autonoma. La maggior parte dei programmi OCR che permettono di riconoscere le lettere di un testo inserito in uno scanner è basata su tecnologia di reti neurali artificiali. Nel caso specifico dello studio in questione si è utilizzata una RNA che passando in rassegna i risultati delle indagini gascromatografiche di volontari arruolati per lo studio, ha trovato delle similitudini tra pazienti depressi e cardiopatici. In Italia sono almeno 1,5 milioni gli adulti che soffrono di depressione, mentre quasi 5 milioni, oltre il 10 per cento della popolazione, ne hanno sofferto almeno una volta nel corso della vita. L’ OMS e la Banca Mondiale, ritengono che la depressione sia oggi la quarta causa di disabilità nel mondo, e che la sua incidenza stia aumentando rapidamente. Nei Paesi occidentali, fino ad un terzo della popolazione ha avuto un episodio di depressione in qualche momento della vita e dal 15 al 20 per cento può essere diagnosticato con depressione cronica. In proiezione la depressione sarà la seconda causa di morte e/o di invalidità nel 2020. La patologia cardiovascolare, che è oggi la prima causa di morte e/o di invalidità nel mondo industrializzato, è proiettata a diventare la prima causa di morte in assoluto nel 2020. http://www.eukra.it/app/WebObjects/News.woa/wa/dynamicMain?uid=MdFhREFG8tDAqAMG

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31 Arriva il latte di cammella? - La pessima politica della Banca Mondiale in materia di malaria. - Self service. - Spogliarello con la carta di credito del Comune.

Arriva il latte di cammella?Con il beneplacito Onu potrebbe arrivare sugli scaffali dei nostri supermercati il latte di cammella africano che a differenza dell'obsoleto latte al quale siamo maleabituati, consente di guadagnare un'infinita' di benefit. A fronte di un solo dato, il sapore piu' salato, pero' garantisce il triplo di vitamina C e dieci volte il ferro contenuto nel latte vaccino. Inoltre potrebbe arrivare anche il camelbert, il formaggio di cammella.La pessima politica della Banca Mondiale in materia di malaria.Se un medico si fosse comportato come la Banca Mondiale, sarebbe stato condannato per "mala practica", conclude l'articolo di 13 noti specialisti in malaria pubblicato su "The Lancet". Le accuse: aver versato solo un quarto dei 325 milioni di euro promessi in cinque anni, aver alterato i risultati delle iniziative intraprese, aver promosso campagne basate su cure inefficaci. La Banca respinge: sono errori imputabili ai singoli Paesi.Self serviceCome un cliente qualsiasi, un orso canadese è entrato nel supermercato di Peace River, nel Nord dell'Alberta e, guidato dal profumo delle torte appena sfornate, si è diretto verso il banco della pasticceria e ha fatto piazza pulita delle leccornie esposte. Una volta sazio, l'animale è stato scortato fino all'uscita del negozio ed è tornato tra i boschi.Spogliarello con la carta di credito del Comune.A Chicago sono un po' arrabbiati con il sindaco, Mike Smith, che ha utilizzato la carta di credito del comune per pagare un conto di 750 dollari in un locale di strip tease. In sua discolpa ha detto che era l'unico che avesse i mezzi per saldare il conto e che, poi, ha restituito la somma. E poi ha aggiunto: "Non sono diverso da nessun altro, sono un essere umano. Nessuno si era alzato per pagare il conto". In fin dei conti, un gentiluomo.

32 Il lavoro straordinario va sempre retribuito, specie in presenza di turni predisposti dall'amministrazione.

Tar Puglia - Il lavoro straordinario va sempre retribuito, specie in presenza di turni predisposti dall'amministrazione. - L'autorizzazione all'espletamento del lavoro straordinario deve ritenersi implicitamente data ogni qual volta si versi in ipotesi di lavori organizzati sulla base di turnazioni tra il personale disponibile nell'ambito di attività cui il dipendente deve obbligatoriamente partecipare o nell'ambito di un servizio che la p.a. è tenuta a garantire. La predisposizione di  turni, infatti, presuppone già l'espletamento del lavoro straordinario, con la conseguenza che al servizio svolto non può disconoscersi la dovuta retribuzione (avv.ennio grassini - www.dirittosanitario.net)

33 Evasione English Style.Vi siete mai chiesti come mai a Londra c'è la maggiore percentuale al mondo di miliardari? Sarà tutto merito della movida londinese, o piuttosto di una vecchia legge vittoriana che permette ai suddetti miliardari di evadere "legalmente" le tasse e vivere a Londra come in una sorta di paradiso fiscale? La legge in questione, creata ai tempi del colonialismo inglese per tutelare i profitti dei proprietari delle piantagioni dell'impero, prevedeva che i proprietari potessero mantenere la residenza in Inghilterra, ma spostare il domicilio (e quindi la residenza fiscale), all'estero dove si trovavano le piantagioni; in tal modo le tasse venivano calcolate solo sul reddito che rientrava in Inghilterra, mentre tutto il resto restava esente dalle tasse.Ora, applicata ai giorni nostri, tale legge (che il buon Blair, amico dichiarato di molteplici miliardari, non intende abolire) consente a ogni miliardario di ottenere la residenza a Londra semplicemente versando in una banca un ingente capitale a tempo indeterminato, ma NON PAGANDO più alcuna tassa sui profitti delle loro imprese all'estero....Ma chi può sfruttare questa legge? Praticamente tutti, ad eccezione degli americani che, causa le restrittive leggi anititerrorismo del dopo 11 settembre, non possono spostare facilmente capitali all'estero. Notevole esempio di evasione fiscale in grande stile è stato il reciclaggio "legale", tramite i Trust Funds (fondi vincolati ad attività specifiche, spesso filantropiche, sulle cui origini di denaro non vengono condotte indagini), di circa 500 milioni di dollari destinati all'istruzione pubblica!

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E per fare una battuta "english style" è proprio il caso di dire che a Londra PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO!http://zeusnews.splinder.com/post/7915642

34 Diario vince contro Fininvest . Il tribunale di Milano respinge la querela dell’azienda di Silvio Berlusconi contro il numero speciale che uscì alla vigilia delle elezioni del 2001

24.4.2006 – http://www.diario.it/index.php? - Berlusconeide, il numero speciale di Diario pubblicato alla vigilia delle elezioni del 2001, non diffamò la Fininvest. Lo ha stabilito la prima sezione civile del Tribunale di Milano, che ha assolto Diario e ha condannato la Fininvest al pagamento delle spese legali per 32.666 euro.In particolare la Fininvest querelò Diario per il contenuto di tre articoli:-La Lobby del Biscione, sui rapporti tra Silvio Berlusconi e la politica prima della discesa in campo, in particolare riguardo al trattamento di favore ricevuto dalla Fininvest nell’assegnazione delle frequenze televisive.- L’ipotesi B., sull’inchiesta, in seguito archiviata, che collegava Silvio Berlusconi alla stagione delle stragi mafiose, tra il 1992 e il 1993.- Tanto denaro dal nulla, sull’origine dei capitali di Berlusconi e la rete di società offshore legate alla Finivest.L'importanza della sentenza non riguarda soltanto l'assoluzione, ma le motivazioni. Il tribunale di Milano afferma come fatti "notori" l'attività di lobbying dell'azienda di Berlusconi ("Il Cavaliere ha sempre trattato affari che con la politica c'entravano, eccome: prima l'edilizia, poi la televisione" "settori nei quali interventi come quelli operati da Fininvest risulterebbero inimmaginabili senza adeguato sostegno politico") e gli interventi della politica in suo favore arrivando a confermare che furono i decreti del governo Craxi a sancire "il duopolio televisivo Rai-Fininvest (tra l'altro in condizioni di assoluto favore per quest'ultima)". Valutazione simile anche sulle origini del patrimonio del gruppo Fininvest. Il tribunale afferma che la ricostruzione che appare in Berlusconeide è di "interesse pubblico rilevante" e, comunque, pienamente legittima come espressione del diritto di cronaca svolto con apprezzabile cautela e circospezione.II legale di Fininvest, Fabio Roscioli, annuncia l'impugnazione della sentenza e si dice convinto che in corte d'Appello "confidiamo di dimostrare le ragioni della società".L’assoluzione. La sentenza del tribunale di Milano http://www.diario.it/content/documents/dl000112.sentenza.berlusconeide.pdf

35 I lati oscuri di D’Alema.8.5.2006 di Marco Travaglio - Oltre ai già dichiarati sponsor di D’Alema, Vittorio Feltri, Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti e don Gianni Baget Bozzo, vorrei ricordare che D’Alema è anche il candidato di altri autorevoli personalità come i pregiudicati Marcello Dell’Utri e Paolo Cirino Pomicino, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, il latitante Oreste Scalzone, Lanfranco Pace, Francesco Cossiga, Piero Ostellino, Pietrangelo Buttafiuoco, Marcello Veneziani, Carlo Rossella, Falco Accame. Bisognerebbe domandarsi perché mai D’Alema piaccia così tanto a personaggi simili. E che cosa si aspettino da lui simili personaggi. E se magari sappiano qualcosa che noi ancora non sappiamo. A questo proposito, vorrei aggiungere qualche concreto elemento fattuale che dovrebbe caldamente sconsigliare l’ascesa al Colle più alto di Massimo D’Alema. Il presidente Ds si è salvato per prescrizione in un processo relativo a un finanziamento illecito di 20 milioni di lire ricevuto a metà degli anni 80 da un imprenditore barese colluso con la Sacra Corona Unita, il re delle cliniche pugliesi Francesco Cavallari, che poi ha patteggiato una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa (perché, fra l’altro, ingaggiava esponenti delle cosche baresi nelle sue cliniche per far pestare a sangue i sindacalisti della Cgil che scioperavano contro le violazioni dello Statuto dei lavoratori e rifiutavano di iscriversi a un sindacato “giallo” allestito dallo stesso imprenditore). D’Alema confessò di aver ricevuto denaro in nero da quel soggetto al termine di una cena nella di lui casa, senza registrarlo fra i contributi elettorali come prevedeva (e prevede) la legge. Insomma, confessò di aver commesso un reato. Può il responsabile accertato di un reato penale aspirare a diventare capo dello Stato e, soprattutto, presidente del Consiglio superiore della magistratura? C’è poi il problema delle amicizie non proprio raccomandabili che Massimo D’Alema ha intrecciato nel corso della sua carriera politica. Un capo dello Stato non solo non dev’essere

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ricattabile, ma non deve neppure sembrarlo. Nella sua Puglia, il nome di D’Alema è associato allo scandalo della Missione Arcobaleno, che ha visto coinvolti alcuni uomini a lui vicini indagati dal futuro sindaco di Bari Michele Emiliano; e alla Banca del Salento, poi Banca 121, gestita da suoi amici con risultati disastrosi soprattutto per i risparmiatori (centinaia di persone sul lastrico per i famosi investimenti nei fondi “My Way” e “Four You”). Quando è stato presidente del Consiglio, D’Alema ha diretto i giochi della più controversa delle privatizzazioni, quella della Telecom, affidata a una congrega di finanzieri senza blasone ma soprattutto senza soldi, che acquistarono il colosso a debito, cioè con i soldi delle banche, riempiendolo di buchi (che oggi ammontano ormai a 53 miliardi di debiti). L’operazione fece dire a Guido Rossi che Palazzo Chigi somigliava a ”una merchant bank dove non si parla l’inglese”. Anche perché la congrega dei “capitani coraggiosi” approdati a Telecom era formata dal ragionier Colaninno, dal dottor Gnutti e dell’ingegner Consorte. Il secondo e il terzo si sono poi ritrovati, insieme ad altri vecchi amici di D’Alema, nella scalata dell’Unipol alla Bnl, che i giudici di Milano definiscono “associazione per delinquere” finalizzata a una serie di gravi reati. Di quella scalata D’Alema s’interessò attivamente: sia in pubblico con dichiarazioni a sostegno di Consorte, in difesa di Gnutti e anche di Ricucci e degli altri “furbetti”; sia in privato, come risulta dalle sue telefonate intercettate con Consorte (diverse volte) e da un contatto telefonico (poi abortito) addirittura con Fiorani. Intanto il senatore suo sodale Nicola Latorre parlava sia con Consorte sia con Ricucci. Seguiva la pratica Unipol lo studio Zulli, da sempre associato con Giulio Tremonti. Quelle telefonate, diversamente da quelle di Piero Fassino subito pubblicate dal “Giornale” berlusconiano, restano al momento segrete. Ma, secondo le denunce degli stessi Ds, Berlusconi sarebbe in possesso del “dischetto” completo delle intercettazioni disposte dai magistrati milanesi. In questo caso, noi non sappiamo che cosa contengano quelle conversazioni, ma Berlusconi sì. Quale uso ne viene o ne può essere fatto, visto che il Giornale ha improvvisamente interrotto la pubblicazione dei testi appena finito con quelli di Fassino? Non sarebbe il caso di renderne noto il contenuto, per dissipare ogni sospetto di ricatti? Finchè ciò non avverrà, intorno a Massimo D’Alema permarrà un fumus oggettivamente ricattatorio. Che è totalmente incompatibile con le sue aspirazioni per la Presidenza della Repubblica.

36 Ha la febbre alta, muore a cinque anni. Sospesi i funerali, disposta l’autopsia. Bari, i genitori avevano rifiutato il ricovero in ospedale.

Bari. Corsera 4.5.2006 - L’ultimo saluto a Giorgia era fissato per ieri mattina, nella chiesa vicina alla villetta in cui la bimba di cinque anni viveva con i genitori e il fratellino di due anni. Ma all’ora dei funerali le navate della chiesa erano vuote e il corpo della bambina era stato portato nell’istituto di medicina legale di Bari. A decidere il rinvio delle esequie è stato il sostituto procuratore Carmelo Rizzo che ha aperto un’inchiesta per capire cosa abbia causato la morte di Giorgia e ha iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo il medico omeopata che per ultimo l’ha visitata. Un atto dovuto, l’avviso di garanzia, per permettere al medico di nominare un consulente. Un atto necessario, l’autopsia, per stabilire cosa abbia ucciso una bambina di cinque anni. Fino alla scorsa settimana Giorgia stava bene. Andava all’asilo, come tutti i bambini della sua età. Poi è arrivata la febbre, un fastidioso mal d’orecchio e un dolore al piede. Sabato papà e mamma, lui ragioniere in una ditta, lei insegnante, hanno portato la figlia nell’ospedale pediatrico della città per capire cosa avesse. Il pediatra l’ha visitata: quel dolore all’orecchio poteva essere il sintomo di un’otite e per questo il medico ha consigliato ai genitori di far rimanere la bambina per qualche giorno in ospedale, in modo da fare qualche esame in più. Ma la mamma e il papà di Giorgia hanno preferito portarla a casa, per curarla nel suo letto e non costringerla a una degenza in corsia. Credevano si trattasse di una semplice otite, di qualcosa che si potesse risolvere con le medicine prescritte dal medico. La domenica è trascorsa tranquilla. Lunedì era un giorno di festa, il primo maggio, e anche il giorno del compleanno del fratellino di Giorgia, un bimbo di due anni. Nella villetta alla periferia di Bari, però, nessuno ha potuto sorridere quel giorno. Nel pomeriggio le condizioni della bambina che a giugno avrebbe compiuto cinque anni sono peggiorate. La febbre da 38 è salita a quaranta. Allora i genitori hanno chiamato un amico di famiglia, un medico chirurgo specializzato in omeopatia che vive ad Altamura. È arrivato, l’ha visitata. Quando sembrava che stesse meglio è andato via. Durante il viaggio di ritorno ad Altamura, però, il cellulare è squillato di nuovo. Erano ancora i genitori di Giorgia. La bambina stava sempre peggio. Il medico omeopata è tornato a Bari, ma ormai era troppo tardi.

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La bambina era in coma, dicono ora gli inquirenti. È morta poco dopo, nella notte tra lunedì e martedì. Sul referto, stilato dallo stesso omeopata che l’ha assistita nelle ultime ore, è scritto «arresto cardiocircolatorio». Troppo poco per spiegare la morte di una bambina di cinque anni. Oggi pomeriggio sarà il medico legale a stabilire cosa abbia ucciso la piccola. «Aspettiamo l’autopsia prima di avvallare qualsiasi tesi - ripete il pm Carmelo Rizzo - potrebbe anche essersi trattato di una morte causata da una malattia improvvisa». Una malattia come la meningite, che tra i sintomi ha il mal d’orecchio e nelle sue forme fulminanti non lascia scampo. O un’infezione curata male, dalla quale Giorgia si sarebbe potuta salvare. Sono le due ipotesi sulle quali stanno lavorando gli inquirenti. I genitori, sentiti ieri mattina dai carabinieri della compagnia Bari centro, hanno detto di averle somministrato le medicine che il pediatra aveva prescritto in ospedale. Sino a questo momento non risulta che l’omeopata ne avesse date delle altre.

37 Il Caimano e le Mozzarelle.Il Caimano c'è: è una brutta bestia, ha sette vite, è risorto un'altra volta dalle sue ceneri. Non c'è la Mortadella, che s'è rivelata una Mozzarella ed è riuscita a resuscitarlo per l'ennesima volta. Quando si vince per meno di 30 mila voti su 30 milioni dopo aver condotto per mesi la campagna elettorale con molti punti di vantaggio, c'è poco da appigliarsi al premio di maggioranza scattato per la Camera. Quando si pareggia contro un centrodestra che ha portato il Paese al più grave disastro della sua storia, c'è poco da recriminare sulla legge elettorale, alias "porcata". Quando al Senato si resta indietro di 300 mila voti e si è costretti a mendicare un voto da un Andreotti e da un Cossiga, c'è poco da sperare in un governo solido e duraturo. Quale che sia la conseguenza tecnico-istituzionale che questo pareggio sortirà nei prossimi giorni e che al momento non possiamo prevedere (questo giornale chiude nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 aprile), bisogna onestamente riconoscere che, se il centrodestra è stato bocciato, il centrosinistra non è stato promosso. E farebbe bene a non nascondersi dietro i numeretti e i tecnicismi, ma ad aprire immediatamente un severo e impietoso esame di coscienza. Un governo così indecente, catastrofico e impopolare, dunque così facile da battere, non era mai capitato ad alcuna coalizione in Europa, né probabilmente capiterà mai più. Superarlo di poche migliaia di voti alla Camera e farsene addirittura battere al Senato non è un successo esaltante. E' una magra consolazione, la consolazione dei dannati. L'unico elemento positivo è che Silvio Berlusconi non tornerà a Palazzo Chigi. Per il resto, c'è solo da sperare che il governicchio di Prodi duri il più a lungo possibile. Concentrandosi su pochi obiettivi urgenti, quelli che accomunano le varie anime dell'Unione, e accantonando i temi meno centrali, che la dividono. Circondando Prodi di una scorta umana che lo protegga dalle mire ricattatorie di questo o quel partito. Respingendo le tentazioni di inciucio con l'Udc (il partito di Cuffaro) o addirittura con Berlusconi, il quale non chiede di meglio che sedersi intorno a un tavolo purchessia per "dialogare" e mercanteggiare su qualunque favore in cambio delle solite contropartite giudiziarie e affaristiche. E soprattutto, visto che le prossime elezioni non saranno fra cinque anni ma -temiamo- molto prima, concentrare le energie per una draconiana legge sul conflitto d'interessi. Per evitare di ritrovarci, la prossima volta, il solito uomo solo al telecomando. Intanto, recitare il mea culpa e trarne le conclusioni del caso. Il capitolo delle colpe infatti è piuttosto lungo, quasi quanto le 281 pagine del programma dell'Unione. 1) Mentre il Caimano imperversava in tutt'Italia, su tutti i giornali, su tutte le tv, andando a strappare i voti uno per uno negli angoli più reconditi del Paese, le Mozzarelle si cullavano nella certezza di una vittoria schiacciante (illusi da soloni come il professor Ceccanti, il quale giudicava "matematicamente impossibile" quel pareggio al Senato che puntualmente s'è verificato). Complice il suo monopolio illegale sulle televisioni, la campagna elettorale l'ha fatta il Cavaliere solitario, da solo. Gli altri pensavano ai posti da spartire, alle poltrone da assicurare a mogli, parenti, famigli, amici degli amici. 2) Si sono gettati via molti voti utili, impedendo all'unico valore aggiunto dell'Unione, Romano Prodi, di far fruttare il suo contributo. Al Senato s'è gettata la maggioranza alle ortiche perché il signorino Rutelli ha impedito che anche lì, come alla Camera, si presentasse la lista dell'Ulivo, che alla Camera ha totalizzato molti più consensi della misera sommatoria dei Ds e della Margherita. In entrambe le Camere si sono buttati dalla finestra altre migliaia di voti, sbattendo la porta in faccia alle tante liste civiche che chiedevano soltanto di potersi apparentare alla coalizione: il tutto perché Prodi non ha avuto il coraggio di imporsi e perché i maggiori azionisti della sua alleanza, Ds e Margherita, non volevano rischiare qualche centimetro quadrato del proprio orticello. 3) Si sono pagati prezzi altissimi per inseguire i Pannella e i Capezzone nelle loro bizzarrie, in

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cambio del modesto 2 e qualcosa per cento della Rosa nel Pugno, il partito tutto mediatico che ha raccolto poco più di quel che avrebbe totalizzato lo Sdi. Si è addirittura corso dietro a nullità come i socialisti di Bobo Craxi, neutralizzando segnali importanti come le candidature di Gerardo D'Ambrosio e Furio Colombo, ignorando offerte di collaborazione di un pezzo importante di intellettualità e società civile, come quello rappresentato da Paolo Sylos Labini, Elio Veltri e Giulietto Chiesa. 4) Ci si è attardati appresso a polemiche ormai sterili sulla legge elettorale-porcata anziché sfruttarla come un'occasione imperdibile per chiamare gli elettori a scegliere i candidati con una grande campagna di primarie, che avrebbe valorizzato e galvanizzato i 4 milioni e mezzo di italiani che erano corsi ai gazebo per "investire" l'aspirante premier. 5 )Si sono così presentate liste a tratti deludenti, a tratti imbarazzanti, con capilista giurassici come Ciriaco De Mita, personaggi inquisiti come Crisafulli in Sicilia e De Luca in Campania, o condannati come Carra della Margherita, o prescritti come De Piccoli della Quercia, escludendo nomi forti come Nando Dalla Chiesa ed esiliando in zone grigie combattenti come Beppe Giulietti. 6) Si è ceduto alla vanità televisiva, assecondando così (con l'eccezione di Prodi) l'ansia di presenzialismo del Cavaliere. Mentre il Professore, giustamente, limitava al minimo le presenze in video per contestare anche visivamente lo scandalo del monopolio in mano al suo avversario, disertando gli studi di Mediaset, gli altri vanesii leader e leaderini facevano a gara a sfidare a duello il Cavaliere, consentendogli di realizzare quel giudizio di Dio, quel referendum pro o contro se stesso che è stato fin dall'inizio lo scopo della sua campagna solitaria.7) Una tragica sottovalutazione del fattore-tv come vettore di voti, frutto di una vecchia arretratezza culturale e di un'annosa "sindrome da puzza sotto il naso" che porta la sinistra a non comprendere, e dunque a rifiutare uno studio attento delle tecniche di comunicazione televisiva più efficaci. Si pensa che la tv sia un posto da occupare, si piange quando lo occupa il Cavaliere, ma non ci si domanda mai come usarlo quando - sia pure in condizioni di minorità e di impar condicio - se ne dispone. E, soprattutto, si trascura l'effetto devastante della scomparsa dei fatti dalla tv berlusconiana, dell'asservimento dell'informazione con l'espulsione di tutte le voci libere, della sterilizzazione delle notizie e dei temi scomodi. Col risultato di sottoporsi alla demonizzazione berlusconiana a base di accuse false, rinunciando a priori a rispondere con una demonizzazione a base di notizie vere. 8) Gli errori di comunicazione del centrosinistra sono noti, ma solo ora se ne possono apprezzare le devastanti conseguenze nel consentire la rimonta del Cavaliere e nel disperdere il cospicuo vantaggio accumulato per cinque anni fino a due mesi dal voto. Un programma interminabile, verboso e illeggibile. Un messaggio confuso, contraddittorio e cacofonico sul tema cruciale delle tasse, al quale il premier rispondeva regolarmente con un messaggio netto e univoco: il suo. Una squadra di consiglieri e "spin doctor" a dir poco dilettantesca, che non è riuscita a escogitare un solo slogan efficace per dare l'idea del progetto di governo dell'Unione (l'unico messaggio a bucare il video, quello del "cuneo fiscale", non l'ha capito nessuno) o per far sognare la gente. Nemmeno quando è partita la campagna delinquenziale del centrodestra per gabellare il centrosinistra come il governo delle tasse. Il risultato è che Berlusconi era sempre all'attacco, e l'Unione sempre in difesa. Lui la lepre, gli altri gli inseguitori. Lui accusava, loro rispondevano che non era vero. Ma l'agenda la dettava lui per tutti, anche per i suoi trafelati avversari. I quali avrebbero potuto impugnare le bandiere della legalità, della pulizia, della libertà d'informazione, dell'ambiente, insomma di una rivoluzione liberale, invece hanno sprecato il loro tempo a rincorrere la lepre, promettendo moderatismo e continuità a un elettorato ansioso di novità e radicalità. 9) Mentre il Cavaliere s'è concentrato su poche parole d'ordine, rinviando a dopo il voto le fumisterie del partito unico del centrodestra, a sinistra si perdevano energie e tempo prezioso a discettare di Partito Democratico. Un progetto che ricorda sempre più le tragicomiche vicende della "Cosa 2" di dalemiana memoria, visto oltretutto il misero risultato raccolto dai suoi aspiranti fondatori: il deprimente 18 per cento dei Ds, come l'imbarazzante 10 per cento della Margherita, è un ottimo motivo per non riparlarne mai più. E per inventare qualcosa di più appetibile per gli elettori. Magari ripescando l'idea del Grande Ulivo che tante ironie aveva suscitato fra gli strateghi del riformismo senza riforme quando Romano Prodi l'aveva lanciata. Quanti altri fallimenti dovranno collezionare i Fassino e i Rutelli, cioè i grandi sconfitti del 2001, per cedere il passo a qualcuno più vincente di loro? Non dev'essere poi così difficile trovarlo: si parte quasi da zero.

Alla fine dei conti, si ritorna sempre lì: non in piazza Santi Apostoli, ma in piazza Navona. La piazza

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Navona del febbraio 2002, quando Nanni Moretti, prima di occuparsi dei Caimano, si occupò molto opportunamente delle Mozzarelle. E urlò: "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Sarà il caso di replicarlo in tutti i cinema d'Italia, quel film. "Con questi dirigenti non vinceremo mai". Presto o tardi, più presto che tardi, è ora che vadano a casa. - 9-11.4.2006 di Marco Travaglio dalla Primavera di Micromega

38 53 medici eletti in parlamento, -30% rispetto a 2001 4 mag. - Se tra le coalizioni di Centrodestra e Centrosinistra si è rischiato il pareggio, i medici hanno certamente 'perso le elezioni'. Saranno infatti il 30% in meno rispetto alla scorsa legislatura, per un totale di 53 medici parlamentari, dei quali 41 alla Camera e 'solo' 12 al Senato. Tra i prossimi 'inquilini' di Montecitorio ci saranno anche tre farmacisti e due veterinari, mentre a Palazzo Madama è stato eletto un infermiere. Ad analizzare la composizione del nuovo Parlamento è il quindicinale di politica sanitaria 'Il Bisturi', nel prossimo numero del 9 maggio. I risultati delle ultime elezioni hanno quindi drasticamente ridotto la rappresentanza della professione medica nelle aule parlamentari. Un trend negativo che va avanti da 10 anni. Se infatti dopo le elezioni del 1996 si contavano 80 'camici bianchi', il loro numero, dopo quelle del 2001, è sceso a 75, fino ad arrivare ai 53 attuali, almeno secondo gli elenchi pubblicati da Camera e Senato nei rispettivi siti internet. I 12 medici senatori sono stati eletti nelle liste di Forza Italia (4), Democrazia e Libertà (3), Democratici di sinistra (2), Lega Nord (2) e Udc (1), mentre i Comunisti italiani hanno eletto al Senato un infermiere. Alla Camera, invece, i 41 medici eletti provengono dalle liste dell'Ulivo (15), Forza Italia (10), An (4), Udc (4), Udeur (2), Dc-nuovo Psi (2), Comunisti italiani (1), Rifondazione comunista (1), Verdi (1), Italia dei Valori (1). I risultati del voto del 9 e 10 aprile costringeranno anche ad una profonda revisione delle Commissioni parlamentari che si occupano di sanità. Al Senato, infatti, sono stati riconfermati solo 6 dei 25 componenti la Commissione Igiene e sanità nella scorsa legislatura, mentre 3 ex membri di questa Commissione sono passati alla Camera e ben 16 non sono stati rieletti. Potrebbe avere una maggiore continuità la Commissione Affari Sociali della Camera, visto che sono stati riconfermati nell'Aula di Montecitorio 26 dei suoi 46 componenti nella scorsa legislatura, dei quali 2 sono stati eletti al Senato e 18 non hanno visto confermare il mandato parlamentare.

Tra i neoparlamentari medici della XV legislatura, nel centro sinistra spiccano i nomi di Ignazio Marino (chirurgo esperto in trapianti che ha operato a lungo a Pittsburgh, ora eletto tra i Ds), Luigi Cancrini (psichiatra impegnato contro la criminalizzazione delle tossicodipendenze, eletto nel PdCI) e Paola Binetti (neuropsichiatria infantile di area cattolica, ora in Democrazia e Libertà). Nel centro destra, invece, significative le conferme di medici parlamentari che hanno avuto incarichi istituzionali nella passata legislatura: Antonio Tomassini (già presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato), Domenico Di Virgilio e Domenico Zinzi (ambedue sottosegretari alla Sanità), Giuseppe Palombo e Francesco Paolo Lucchese (rispettivamente presidente e vicepresidente della Commissione affari sociali della Camera). Molti anche i nomi noti della politica sanitaria che non saranno nelle aule di Camera e Senato, a cominciare da Eolo Parodi, che in marzo aveva annunciato con amarezza di aver intenzione di chiudere la sua lunga esperienza politica.

Ma non ci saranno, perchè non si sono candidati o perchè non eletti, neanche Monica Bettoni (Ds), Marida Bolognesi (Ds), Francesco Carella (Verdi), Maura Cossutta (Prc), Paolo Danieli (An), Cesare Ercole (Lega Nord), Grazia Labate (Ds), Fabio Minoli Rota (Fi), Giuseppe Petrella (Ds), Rocco Salini (Fi), Flavio Tredese (Fi). Non è passato neanche Serafino Zucchelli, il leader dell'Anaao Assomed candidatosi nelle liste Ds per il Senato. Ma per lui, come per altri, potrebbe scattare la nomina a seguito di qualche rinuncia; oppure, e questo vale ovviamente per diversi esponenti del centro sinistra, potrebbero profilarsi incarichi di governo.

Secondo il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, questa riduzione della rappresentanza professionale non deve preoccupare. ''La rappresentanza - spiega Bianco al quindicinale - può anche bastare, se c'¨è la volontà di intervenire davvero sulle grandi questioni aperte della sanità. Per far questo c'è bisogno di una grande politica, che sappia e voglia ascoltare le ragioni di tutti, comprese quelle dei professionisti''. Bianco ha anche annunciato la volontà di incontrare tutti i medici eletti in Parlamento. ''A questi colleghi chiederemo un incontro per creare quelle sinergie di lavoro, utili a sollecitare grande politica e grandi scelte''. (Com-Fed/Adnkronos Salute)

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39 Inceneritore. (anche) Bruciare le tappe è strumentale. 200 metri a nord o l'Opzione Zero solo dopo la Valutazione di Impatto Ambientale.

Unaltracittà/Unaltromondo ritiene doveroso offrire qualche informazione sul processo formale che sta dietro la proposta di spostare di 200 metri il luogo dove dovrebbe sorgere il futuro inceneritore della Piana. Nessuno infatti ricorda che, al momento attuale, siamo in una fase di pianificazione, cui dovrà seguire un progetto sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale il cui compito, fra l'altro, sarà anche quello di confrontare diverse alternative di localizzazione, e solo in quella fase - e non semplicisticamente a priori non si sa bene in base a quali criteri - affermare che 100 metri più a nord non va bene, 50 metri più a est forse, un chilometro a ovest sì. Unaltracittà/Unaltromondo si augura, e agirà di conseguenza, che le considerazioni sulla tutela della salute pubblica consiglino di ridiscutere la scelta dell'incenerimento prima della fase progettuale, ma, se ciò non avverrà, la Valutazione di Impatto Ambientale non potrà che essere rigorosa nel considerare tutti i fattori in campo, comprese le comprovate ricadute negative sull'ambiente circostante e la salute dei cittadini, e gli effetti cumulativi di eventuali altri impianti in progetto in ambiti limitrofi. E dovrà, come previsto dalla legislazione nazionale e regionale, considerare anche "l'Opzione Zero" ovvero la rinuncia di costruire l'impianto. A questo proposito crediamo che vada posto al centro del dibattito la tutela della salute pubblica e dunque che sia necessario tener conto conto dei risultati dei numerosi studi che dimostrano, senza equivoci, che l'incenerimento dei rifiuti produce una consistente quantità di sostanze nocive, a partire dalle nanoparticelle (PM 2,5 ma anche PM 1) individuate in svariate ricerche scientifiche, non ultima lo studio condotto dalla Società Britannica di Medicina Ecologica che mette sotto accusa i cosiddetti inceneritori di ultima generazione Se il processo politico-amministrativo che porta oggi a desiderare la costruzione di nuovi incenritori è partito nel 1999, sarebbe quindi doveroso confrontarsi con le accresciute conoscenze e le possibili innovazioni che oggi possono essere introdotte, a partire dal trattamento a freddo dei rifiuti proposto più volte dalla società civile e dai cittadini organizzati, fino alle pratiche, che virtuosamente coinvolgono sempre più città, ad esclusione della nostra, di raccolta differenziata spinta. Gli esempi sono molti, da Treviso a New York, ma è quello che accade a San Francisco a colpirci particolarmente. La città statunitense ha infatti, 800mila abitanti, più pendolari e turisti, esattamente il doppio di Firenze. Grazie ad una nuova normativa che sostiene il riciclaggio, in soli 4 anni (dal 1999 al 2002) la raccolta differenziata è passata dal 42% al 63%. Nello stesso periodo Firenze è passata dal 17% al 27%, e oggi è ferma al 32%.

Infine, con una certa frustrazione, non possiamo non notare come i numerosi interventi critici nei confronti dell'incenerimento da parte di medici, esperti, comitati di cittadini, associazioni ambientaliste, forze politiche, siano sempre e sempre di più suffragati e rafforzati da dati scientifici, studi, proposte alternative, che non vengono mai confutati, più spesso ignorati, talvolta derisi o semplicemente negati senza argomentazioni. Tutte le volte che ci troviamo a discutere, e sono troppo poche, ci sentiamo dire semplicemente che gli impianti di oggi sono più moderni di quelli di alcuni anni fa, che sono "sicuri" (ma il significato non è dato sapere: quante tonnellate di PM 2,5 e di PM 1 rilasciano, quanta diossina, quanti furani, quanti metalli pesanti respireremo?), che saranno monitorati. Onestamente, vi sembra sufficiente?

40 Gran Bretagna: incinta a 63 anni - Simulatore contenitore di “reggi-seno”. 04 maggio 2006 - Una donna inglese, secondo quanto riferito dal tabloid Sun, sarebbe al settimo mese dopo un'inseminazione artificiale. - Una donna britannica di 63 anni è incinta di sette mesi dopo essere stata sottoposta ad un trattamento di inseminazione artificiale condotto dal ginecologo italiano Severino Antinori. Lo rivela oggi il tabloid inglese Sun sottolineando che Patricia Rashbrook, una psicologa dell'infanzia, è sulla via di diventare la partoriente più anziana del Regno Unito. La Rashbrook - che ha già due figli adulti da un precedente matrimonio - si è recata a Roma lo scorso ottobre per accordarsi per l'operazione. Secondo il Sun, Antinori avrebbe incassato fino a 75.000 euro per il trattamento.Privacy - In un comunicato diffuso e firmato dalla donna e dal marito John Farrant, i coniugi hanno affermato di non aver preso la decisione alla leggera, ma di aver pensato anche all'impatto medico, sociale e materiale del futuro bebè. Quindi hanno glissato sul tipo di tecnica usata e auspicato che i media rispettino la loro privacy. Perplessità - Nel Regno Unito non esistono limiti d'etá per sottoporsi a trattamenti di fecondazione

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assistita. Il giudizio sull'opportunità è invece affidato ai medici che però generalmente cercano di dissuadere le donne over 45 per ragioni pratiche oltre che sanitarie. Passata una certa soglia d'età, commenta il portavoce dell'Human Fertilisation and Embryology Authority, ci si preoccupa dello stato di salute del nascituro e della possibilitá del genitore di provvedere ai suoi bisogni fino all'etá dell'indipendenza economica del figlio. Qualche critica alla scelta della mamma-nonna anche dalle associazioni come Core (Comment on Reproductive Ethics) secondo cui per un ragazzo è difficile crescere con dei genitori che sono nella realtà dei nonni. Simulatore contenitore di “reggi-seno”.E' stato realizzato un "simulatore" per una pubblicità di un reggiseno che dovrebbe contenere al meglio il seno durante l'attività sportiva in genere..il simulatore consente, appunto, di vedere come si comporta il seno durante l'attività fisica con e senza reggiseno, impostando taglia del seno e l'intensità del movimento... bounce-ometer http://www.shockabsorber.co.uk/bounceometer/shock.html

41 Rughe: boom di iniezioni. Filler e tossina botulinica sempre più richiesti. - Botulino antirughe: a rischio paralisi.

04 maggio 2006 - Donne ( e uomini) italiani puntano sempre di più sull'ago rispetto al bisturi per la loro bellezza e per contrastare l'effetto dell'età. È una tendenza mondiale che attraversa tutto il mercato della bellezza, che vede oggi un vero e proprio boom dei filler che fa seguito a quello del botox e dei vari tipi di laser, già in corso da qualche anno. Così almeno dicono i dati presentati al XVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica in corso a Roma (ma sarebbe interessante sapere che cosa ne pensano i chirurghi, visto che il congresso è proprio sui trattamenti estetici «medici»). Secondo il professor Carlo A. Bartoletti, che presiede il congresso,le ragioni di questo successo «sono da ricercare nella voglia di restare giovani il più a lungo possibile in una società che, al contrario, dal punto di vista anagrafico invecchia sempre di più».Boom dei filler - Protagonisti assoluti di questo boom, come accennato, sarebbero i filler: con un aumento del mercato mondiale del 25% nel 2005 rispetto al 2004 e una crescita stimata intorno al 200% dal 2000 ad oggi. Un mercato valutato intorno ai 442 milioni di dollari nel 2005, che le proiezioni per i prossimi anni fanno arrivare alla cifra di 1,5 miliardi di dollari.La moda , tanto per cambiare, è partita dagli Stati Uniti, ma anche l'Europa e il resto del mondo non sono da meno. Dopo i filler sono i trattamenti al botulino a tenere la scena nel nostro Paese, da quando, due anni, in Italia è stato dato il via libera all'utilizzo della tossina botulinica per uso estetico.Botulino antirughe: a rischio paralisi.Roma, 5 maggio 2006. Al secondo Congresso italiano di medicina estetica e' stata diffusa la notizia che in un anno e' raddoppiato l'uso del botulino per la cura... delle rughe. Cosa non si farebbe per rimanere giovani! Vogliamo pero' ricordare che la tossina botulinica riduce le rughe di espressione (muscolari) della fronte e quelle ai lati degli occhi, ma non ha effetti sui processi di invecchiamento della cute ne' sulle rughe o i solchi dovuti all'effetto del sole che, ricordiamo, e' responsabile del 70% dell'invecchiamento della pelle. Insomma si ha l'effetto di una "stirata". La tossina (veleno) botulinica e' prodotta da un microrganismo patogeno (Clostridium botulinum) che si sviluppa in conserve alimentari mal preparate. Da' luogo a disturbi neurologici, perche' inibisce il rilascio dell'acetilcolina bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli. Infiltrata nell'area da trattare produce come effetto la distensione dei muscoli e quindi della pelle. Un "ringiovanimento" a rischio, perche' le tossine botuliniche sono usate in medicina per il trattamento degli spasmi e la cura estetica puo' provocare la paralisi dei muscoli facciali. I rischi ci sono e la cura e' salata, 500-600 euro a trattamento, da rinnovarsi ogni 4-6 mesi. Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc. http://www.aduc.it/dyn/comunicati/comu_mostra.php?id=143162

42 La giustizia per gli ultrasettantenni è uguale per tutti? - Fuga da Rebibbia.La giustizia per gli ultrasettantenni è uguale per tutti?Non sono un legale e quindi non so se il beneficio degli arresti domiciliari sia un diritto del detenuto in funzione del semplice fatto che sia ultrasettantenne, oppure se la concessione del beneficio possa avvenire solo a fronte della sussistenza di altre particolari condizioni.Stante che nelle nostre carceri sono presenti circa 500 detenuti ultrasettantenni, devo ritenere valida la seconda ipotesi, essendo gravissimo che per incuria, trascuratezza o inefficienza si trattengano in carcere persone che avrebbero diritto ad un più favorevole trattamento.

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Se il riconosciuto reo Previti - che si deve presumere sufficientemente esperto nelle materie giuridiche - ha deciso di costituirsi, mi pare logico dedurre che egli sia consapevole di non avere diritto al beneficio, salvo che la sua costituzione, compiuta in presenza di giornalisti e telecamere, non sia stata solo una messa in scena per sollevare vittimistico pietismo nell’opinione pubblica.Mi associo quindi totalmente alla lettera aperta di cui in riferimento, aggiungendo che l’eventuale diritto di Previti agli arresti domiciliari sia esaminato mantenendo la sua condizione di detenzione, e che in ogni caso - essendo l’ultimo arrivato - egli rimanga nelle nostre galere finchè non sarà accertato che neanche uno degli attuali detenuti ultrasettantenni sia trattenuto in carcere ingiustamente .Mi aspetterei ora che il Parlamento si pronunci per la radiazione di Previti e di tutti quei Parlamentari che hanno espresso velenose critiche nei confronti di questa sentenza, emessa in via definitiva dopo tre gradi di giudizio, nel corso dei quali l’attuale detenuto Previti ha ben dimostrato di sapersi egregiamente difendere.Purtroppo, credo invece che, in ottemperanza di quanto suggerisce l’Avv. Taormina, il Parlamento respingerà le sue dimissioni, decretando così ancora una volta  che da noi nessuno sarà mai colpevole di nulla, anche se tale è stato riconosciuto dal più alto organo giuridico della Repubblica Italiana.Cordiali saluti a tutti. - Roberto Sega [email protected] , ancor più coglione, perchè, oltretutto, anche legalitario.

Fuga da Rebibbia.7.5.2006 - Previti sta fumando dei sigari a Rebibbia. Tra una fumata e l’altra sta riflettendo su chi lo ha fregato. Si sente abbandonato, rilascia una dichiarazione: “Ci hanno lasciati soli a combattere”, e un manipolo di coraggiosi combattenti di Forza Italia fa irruzione nella sua cella 2x3. Tra questi Fabrizio Cicchitto, Gaetano Pecorella, Giorgio Lainati, Valentino Valentini, Giulio Marini, Angelo Maria Cicolani, Antonio Tajani. Molti sono in fila. Altri si sono prenotati. Il direttore del carcere sta approntando delle celle per ospitarli tutti.Infatti, il solito Baget Bozzo si è lasciato sfuggire che il prossimo congresso di Forza Italia, per solidarietà, si terrà a Rebibbia.Il detenuto condannato in via definitiva a sei anni ha un grande sogno nel cassetto: partecipare a Montecitorio al dibattito parlamentare sulle sue dimissioni. Sa che in quell’aula, ben diversa da quella arida dei tribunali, troverà la simpatia e la solidarietà di suoi pari: prescritti, condannati in via definitiva, in primo e secondo grado, ex galeotti.Loro sapranno capirlo e non potranno lasciarlo solo.I Ds si sono subito espressi per voce dell’autorevole Vincenzo Siniscalchi in soccorso dell’ex collega: “Sarebbe corretto che la sua permanenza in carcere venisse commutata nella detenzione domiciliare”, e ha aggiunto: “Nel caso Previti non desterebbe meraviglia se la pena venisse espiata con la detenzione domiciliare tenendo conto dell’età e del comportamento in questa fase: e cioè non aver evitato la carcerazione”. Ma benedetti Ds, inciucinidaleminifassiniviolantini, è una vita che Previti cerca di evitare la carcerazione. E adesso che è in carcere da un giorno volete già tirarlo fuori?Prima Previti era solo Previti, adesso è l’ultrasettantenne Previti. Il carcere lo ha invecchiato?Lo psiconano non s’è fatto vedere a Rebibbia per paura di essere trattenuto. Ha mandato un telegramma con un pizzino augurale: “Ci vediamo a casa martedì”. Ma Previti non ci crede più, si sente innocente.Lui ha eseguito gli ordini. Ha portato a termine un incarico. Va a finire che dovranno vedersi in carcere.http://www.beppegrillo.it/2006/05/fuga_da_rebibbi.html

43 Biodiesel per tutti con un microreattore. Un piccolo dispositivo capace di trasformare l’olio vegetale nel carburante, velocemente e senza problemi di smaltimento.

Corvallis (Stati Uniti) - Arriva dall’Oregon una scoperta potenzialmente rivoluzionaria per il mercato energetico. Il professore di ingegneria chimica dell’università statale dell’Oregon, Goran Jovanovic, ha testato con successo un piccolo reattore chimico, dalle dimensioni di una carta di credito, per la conversione di oli vegetali in biodiesel. COME FUNZIONA - La trasformazione avviene mescolando l’olio vegetale all’alcol e facendoli passare in due tubi più sottili di un capello. Al termine della corsa, si ottiene biodiesel al 100 per

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cento. Al momento i reattori sono in grado di produrre una piccola quantità di carburante, ma visto il poco spazio che occupano è possibile collegarli in parallelo e riuscire a ottenere buone quantità. Se combinati fino a raggiungere le dimensioni di una stampante (il che costerebbe tra i 1000 e i 5000 dollari), i microprocessori sono infatti in grado di trasformare dai 200 ai 400mila litri di biodiesel all’anno. Il vantaggio di questo sistema di produzione sta tutto nella velocità. Con il precedente procedimento ci volevano quasi 24 ore per trasformare l’olio in biodiesel, utilizzando catalizzatori chimici, e i costi dello smaltimento delle sostanze nocive prodotte lo rendevano poco conveniente. Invece grazie al microreattore del professor Jovanovic niente più tempi di attesa, niente più catalizzatori e niente più costi di smaltimento.MAI PIÙ SENZA - «Tutto questo è stato fatto nell’ottica di produrre energia in modo che i consumatori non siano vincolati al sistema di produzione e distribuzione attuale e siano di conseguenza più liberi» spiega Jovanovic. «Poter distribuire la produzione di energia significa poter sfruttare le risorse locali: gli agricoltori potranno produrre tutta l’energia di cui hanno bisogno direttamente dai loro campi». Insomma, una strada per l’autosostentamento degli agricoltori, sperando magari che il miracoloso microprocessore venga utilizzato anche per i mezzi degli automobilisti comuni. Secondo Jovanovic, se gli esperimenti continueranno a dare esiti positivi «nessuno produrrà più biodiesel in altro modo». Gabriele De Palma 24 aprile 2006http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/04_Aprile/20/biodiesel.shtml

44 Dopo l’attacco a D’Alema, Violante contro Flores e Travaglio: autoreferenziali, è la gauche caviar (sinistra al caviale). - Sì a Napolitano. Altrimenti Rodotà.

Corsera 9 maggio 2006 - « Gauche caviar , sinistra al caviale». Così Luciano Violante definisce Paolo Flores D’Arcais e Marco Travaglio, rei di aver criticato (vedi di seguito) la candidatura di D’Alema al Quirinale e la proposta di dialogo con il centrodestra avanzata da Fassino sul Foglio : «C’è una sinistra che invece di assumere una responsabilità collettiva predilige una posizione autoreferenziale», spiega Violante. Altro che caviale, ribatte D’Arcais: «Sono certamente a sinistra, ma io non possiedo barche, non mi vesto da costosissimi stilisti giapponesi e non frequento nemmeno salotti, a differenza di troppi vertici ds - sottolinea il direttore di Micromega -. Il ricorso ad accuse così ridicole dimostra che le nostre argomentazioni hanno colpito nel segno e non trovano controargomentazioni ragionevoli. Una sinistra responsabile avrebbe fatto il nome di Napolitano come candidato vero, non come ripiego». Travaglio si fa una risata: «Se noi fossimo "al caviale", non ci sarebbero migliaia di persone ad affollare i nostri dibattiti. Sono loro quelli autoreferenziali, un’oligarchia trasversale che si autoperpetua e ha perso il contatto con gli elettori».

Sì a Napolitano. Altrimenti Rodotà. www.micromega.net/ di Paolo Flores d'Arcais

Il centro-sinistra ha deciso di candidare Giorgio Napolitano. E’ un atto di responsabilità. Irresponsabile, invece, era la candidatura di D’Alema, candidatura occulta e quindi VERA di Berlusconi (che avrebbe lucrato anche il vantaggio supplementaredi poter scatenare una canea contro la vocazione dittatoriale dei “comunisti”, ecc.). Candidatura inaccettabile del resto per tutte le motivazioni (un vero e proprio mare) richiamate in questo sito da Marco Travaglio, Claudio Rinaldi e Pancho Pardi. MicroMega non è mai stata tenera con Giorgio Napolitano. Neppure in occasione della sua nomina a senatore a vita. Non siamo dunque sospettabili di pregiudizi positivi o di tifo da appartenenza se evidenziamo come la sua candidatura rappresenti da parte del centro-sinistra la scelta di una persona civilissima, e a cui neppure i partiti dello schieramento avverso hanno mai potuto rimproverare (sia come presidente della Camera che come ministro degli Interni) prevaricazioni o forzature di alcun genere. Irresponsabile sarebbe dunque da parte del Polo non votarlo, non accogliere una proposta che sembra davvero seguire il metodo Ciampi, da tutti incensato ma con dosi industriali di ipocrisia, evidentemente. E suicida per Casini e Fini, che a tale scelta hanno indotto il centro-sinistra, e che, incapaci di votarlo a prscidnere dai diktat di Berlusconi, si confermerebbero meri dipendenti del Cav. Ma assolutamente indecente, e davvero insultante nei confronti del senatore a vita Giorgio Napolitano, sarebbe una sua candidatura strumentale, del tipo: se il Polo non ci sta, rinunciamo a sostenerla e torniamo a D’Alema. Questo sì sarebbe un comportamento di una volgarità oltre

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l’immaginabile: contro la persona di Napolitano, contro l’intera storia che rappresenta (quella del Pci e delle sue successive mutazioni), contro le istituzioni (perché non si tira in ballo il carattere “istituzionale” di una candidatura per poi sacrificarla a quella di un “padrone” del partito). Se poi dovessimo assistere al deprimente spettacolo di una candidatura Napolitano rifiutata dal Polo e impallinata dagli stessi Ds (che hanno già posto il veto a una candidatura Giuliano Amato), cioè allo spettacolo dell’inverecondia partitocratica, diventerebbe improcrastinabile tornare alla società civile, a un candidato oggi fuori del parlamento. E all’obiezione che è necessaria una figura di garanzia che sia però politica, la risposta sarebbe assai facile: Stefano Rodotà. Un uomo che venendo dalla società civile ha avuto grandi responsabilità politiche e parlamentari, senza mai subire tentazioni di apparato e partitocratiche, e la cui nomina alla Authority per la privacy ha dimostrato la stima generale di cui godeva, stima che i suoi annni in quella delicatissima ISTITUZIONE non hanno fatto che accrescere.

45 Disinformafia.di Marco Travaglio 27 aprile 2006 - Bisogna prepararsi a chiedere scusa a Bernardo Provenzano. Guardando il "Porta a Porta" dell'altra sera nella sua cella, il vecchio Binnu si sarà probabilmente pizzicato per verificare di essere sveglio e sincerarsi che quel che vedeva su Rai1 non era un incubo notturno. Il salotto dell'insetto somigliava ad una dependance di certi salotti romani, dove s'incontrano guardie e ladri, giornalisti e politici, cardinali e signorine, presunti controllori e presuntissimi controllati.C'erano il procuratore nazionale antimafia Grasso e il superpoliziotto Manganelli, il giornalista Cavallaro, il presidente dell'antimafia Centaro (FI) e il suo predecessore Violante (DS), mentre collegato da Palermo si affacciava pacioso e straripante il governatore Totò Cuffaro (UDC). Clou della trasmissione il filmino inedito della cattura di Provenzano: uno sfocato viavai di gipponi, ricotte e pizzini nell'ormai celebre masseria. Per nulla imbarazzato dalla sua veste di imputato per favoreggiamento nei confronti di due uomini di Provenzano, Cuffaro ringraziava gli agenti e i pm per aver scoperto Provenzano, come se non fossero gli stessi che hanno scoperto lui. E interloquiva col procuratore che ha chiesto il suo rinvio a giudizio, per nulla imbarazzato di dibattere col suo imputato. Almeno, diversamente dalla puntata di Report sulla mafia, nessuno chiederà una puntata riparatrice: la categoria degli imputati, stavolta, era degnamente rappresentata. Invano cavallaro cercava di mettere a fuoco la doppia veste del governatore-imputato e di altri esponenti siciliani del partito di Piercasinando. In attesa che si decrittino i mitici "pizzini", qualche favoreggiatore di Provenzano è già noto da tempo: per esempio il mafioso democristiano Francesco Campanella, che forniva le schede telefoniche a Cuffaro e i documenti falsi a Provenzano per la sua trasferta a Marsiglia, e che si sposò con due testimoni d'eccezione: Cuffaro e Mastella, un governatore uscente e un ministro entrante. A quel punto Vasa Vasa saltava su come un misirizzi: "lasciate fuori Casini, Casini non c'entra!". Doppio autogol carpiato, sia perchè qualcuno potrebbe dedurne che Cuffaro c'entra, sia perchè lo slogan UDC è "io c'entro". Ecco, l'imputato di favoreggiamento mafioso faceva il pm e accusava, complice l'insetto, un cronista del Giornale di Sicilia, ovviamente assente: quello che aveva osato, d'accordo - si presume - con le forze dell'ordine tirar fuori i santini elettorali di Totò nascosti da Provenzano in un barattolo per poterli fotografare.In un paese civile, ci si occuperebbe del fatto che in casa del capo della mafia latitante da 43 anni c'era il materiale elettorale del governatore di Sicilia. In Italia, anzi a Porta a Porta, fa notizia la condotta di un cronista che sposta i santini di un paio di metri per farli vedere ai suoi lettori. La qual cosa consente a Vasa Vasa di processare il cronista, come se i santini nel covo li avesse portati lui. Il governatore imputato trovava pace solo quando il procuratore Grasso precisava che, accanto ai santini di Totò c'erano pure quelli di "altre liste"."Ecco, diciamolo!" urlava Cuffaro visibilmente soddisfatto. Che Bunnu u Tratturi conservasse anche il ritratto di Che Guevara e un santino di Rita Borsellino? Fortuna che in studio c'era Cavallaro a sciogliere l'enigma: "In effetti c'era anche materiale elettorale di Buova Sicilia, il partito di Bartolo Pellegrino", intercettato anni fa mentre consigliava ad alcuni galantuomini come sfuggire agli "sbirri" (i carabinieri), e guardacaso è amico e alleato di Vasa Vasa. A questo punto si cambiava frettolosamente discorso.Centaro domandava, compresibilmente, perchè mai il covo e le sue vicinanze non siano stati sequestrati, divenendo teatro del picnic pasquale di Anna La Garofana. Violante poneva invano il problema dei rapporti mafia-politica, che da un secolo e mezzo garantiscono lunga vita a Cosa

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Nostra. Ma parlarne avrebbe significato ricordare che non siamo all'anno zero; che le indagini dal '92 al '99, negli anni di Caselli a Palermo, hanno scoperto mandanti e esecutori delle stragi del '92-'92 (Vespa, invece titolava: "Falcone e Borsellino, giustizia è fatta", come se prima dell'arresto di Provenzano si fosse dormito) e, subito dopo, hanno trovato le prove dei rapporti tra la mafia e i vari politici: come Mannino, Dell'Utri e Gaspare Giudice, tutti imputati ci concorso esterno, tutti puntualmente rieletti nella CdL il 9-10 aprile. Per non parlare di Andreotti, il prescritto a vita che siede di diritto al Senato e, se tutto fosse andato bene, ne sarebbe stato il presidente.Ma citare quei nomi in casa dell'insetto era come parlare di corda in casa dell'impiccato. Pareva brutto.

46 "Altre" medicine, la sfida regionale.È nato a Firenze un coordinamento tra i dieci assessorati favorevoli alle MnC. I prossimi obiettivi di Elio Rossi * - La riforma del titolo V della Costituzione, che conferisce alle Regioni potestà legislativa concorrente rispetto allo Stato su molte materie, ha spinto molti enti a intervenire a livello sanitario. L'iniziativa regionale nel settore delle MnC quindi è più un fenomeno isolato e sporadico: la scelta coraggiosa di qualche amministratore lungimirante; è ormai una insieme di proposte che, in assenza di una regolamentazione nazionale, responsabilizza a livello locale. Le iniziative sono diverse e numerose. Si va dal sostegno allo sviluppo di progetti di ricerca in questo settore, come avviene in Lombardia, all'istituzione di corsi di formazione su questi temi (Friuli VG, Bolzano); dal progetto di creazione di ambulatori di medicina integrata (Umbria) all'istituzione di una rete di ambulatori pubblici di MnC, come accade in Campania; dalla creazione dell' Osservatorio regionale per le MnC dell'Emilia Romagna allo sviluppo di un vero e proprio laboratorio di integrazione che prefigura a livello regionale uno scenario nazionale possibile una volta che una legge quadro venga approvata dal Parlamento, come succede in Toscana. Alcune Regioni inoltre hanno varato proprie leggi sulle Discipline bio-naturali.Si tratta naturalmente di soluzioni limitate che intendono colmare, parzialmente, un vuoto legislativo nazionale, diventato sempre più inaccettabile data la dimensione del fenomeno della diffusione delle MnC nel nostro Paese. Il punto sulle iniziative regionali in questo settore è stato recentemente effettuato nel corso del convegno promosso dall'Assessorato al diritto alla Salute della Toscana, che si è tenuto a Firenze (mostra Terra Futura). Con i rappresentanti designati dagli assessorati alla Salute di 10 Regioni si è riunito un primo coordinamento. Da tutti i partecipanti all'incontro è stato ribadita l'importanza di un confronto prossimo con il Parlamento, e che le Regioni ci arrivino in modo coordinato: l'obiettivo è uno specifico tavolo che la Conferenza Stato-Regioni potrebbe predisporre in un immediato futuro. * Resp. ambulatorio Asl2 Lucca

47 Pardon, è la legge.Consigliamo ai leader dell’Unione di prendere qualche appunto su quel che sta avvenendo sulle reti Mediaset in questi giorni. Per evitare di scordarsene un’altra volta, quando dovranno metter mano alla legge sul conflitto d’interessi.Bellachioma si autoinvita a Canale5 presso Toni Capuozzo, il lottatore continuo dell’ultrasinistra poi passato al craxismo e ora al berlusconismo, che subito gli allestisce uno «Speciale Terra», come già nel 2001, quando intervistò Dell’Utri perché spiegasse che brava persona era Vittorio Mangano e quanti cavalli accudisse ad Arcore. Poi il niet dell’Authority presieduta da un tizio nominato da Bellachioma, dunque comunista, e il trasloco improvvisato di Bellachioma alla Fiera di Roma (per la serie: il Mercante in Fiera). Intanto, su Rete 4, quell’Emilio Fede che tanti a sinistra trovano simpatico allestisce la sua personale par condicio con le riprese trionfali delle convention di Bellachioma, appaiate (nottetempo) alle immagini sgranate del discorso di Prodi all’associazione marmisti ripreso a chilometri di distanza, di spalle, da telecamere amatoriali affidate a malati terminali di Parkinson. E Irene Pivetti, già presidente del Senato per volontà di Bellachioma e stipendiata da Bellachioma, dopo aver intervistato in ginocchio Bellachioma con l’ausilio di vari salariati di Bellachioma, aggredisce Enrico Letta che ha osato ricordare di esser ospite di una rete di Bellachioma. Titolo del programma: «Liberi tutti». Sacrosantamente Prodi ha deciso di evitare comparsate in casa Bellachioma: «A Mediaset non vado, ho il diritto di scegliere». Il che fa urlare al «regime» Confalonieri, il quale non considera regime possedere tv e occuparle militarmente: considera regime non possederle e non occuparle.Così, in pochi giorni, sono evaporati i pur encomiabili sforzi del Platinette Barbuto, promotore di un memorabile appello per la salvaguardia del conflitto d’interessi del suo datore di lavoro, con le

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prestigiose firme di Piero Ostellino e Massimo Teodori: due «liberali» talmente liberali che in ogni loro articolo devono ripetere di essere liberali, altrimenti non ci credono nemmeno loro. Il Trio Lescano s’era appellato all’Unione per scongiurare il presunto «esproprio» prossimo venturo di Mediaset da parte dell’imminente governo bolscevico, col decisivo argomento che cosa fatta capo ha. Sta provvedendo Mediaset a mostrare agl’italiani a ogni ora del dì e della notte cos’è il conflitto d’interessi.Naturalmente nessuno ha mai proposto di espropriare Mediaset. C’è chi, come il terzinternazionalista Giovanni Sartori, propone l’incompatibilità fra cariche pubbliche e proprietà di mass-media; chi, come i leader dell’Unione, si accontenta del blind trust, cioè di un fondo cieco dove parcheggiare le azioni dell’imprenditore che fa politica; chi, come D’Alema, suggerisce al Cavaliere di spogliarsi delle sue tv passandole ai figli. In realtà è stato Confalonieri, che ci capisce, a ripetere più volte che il blind trust non serve a nulla quando si tratta di tv, e che l’unica soluzione sarebbe la vendita. Ed è stato lo stesso Bellachioma ad annunciare infinite volte che avrebbe venduto le sue tv. Imporgli un tetto antitrust di una rete (il massimo consentito nelle democrazie vere) costringendolo a cederne due non sarebbe un sopruso: sarebbe un tardivo adeguamento alle regole vigenti nel resto d’Europa e negli Usa. Imporgli poi di scegliere fra la vendita anche della tv rimasta (ovviamente non a parenti o prestanomi) e il ruolo di parlamentare o premier o ministro o sindaco o assessore non sarebbe un esproprio (anche perché l’acquirente lo deciderebbe il venditore e il ricavato andrebbe a lui).Sarebbe, semplicemente, il rispetto di una legge dello Stato che è difficile definire “ad personam” visto che entrò in vigore il 30 marzo 1957 (Bellachioma aveva 19 anni), ed è ancor più arduo definire comunista visto che a volerla fu Mario Scelba. È la legge 361, «Testo unico delle leggi elettorali». Articolo 10: «Non sono eleggibili… coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta». Per esempio, i concessionari di frequenze televisive. Per esempio, Bellachioma. Ci scusiamo sin d’ora per aver citato una legge dello Stato. E soprattutto per aver avuto la coglionaggine di usare espressioni volgari e superate come «legge» e «Stato». 6 aprile 2006 di Marco Travaglio

48 Ci sono prime signore e prime signore.- Le coppie omosessuali possono adottare bambini - Centro specializzato per gravidanze in affitto - I transessuali hanno diritto alla pensione delle donne. - A Berlino ha aperto i battenti il primo bordello per principianti.

Ci sono prime signore e prime signore.Durante la campagna elettorale dell'anno scorso la signora Blair e' andata dal parrucchiere tutti i giorni e adesso ha presentato il conto al partito laburista: 7.700 sterline pari a 11.120 euro per 28 giorni di pettinature e messe in piega. Cioe' circa 398 euro al giorno.BELGIO / Le coppie omosessuali possono adottare bambiniIl Senato belga ha approvato, con un solo voto di scarto, la possibilita' d'adozione per le coppie omosessuali. A questo punto, tutti i Paesi che hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso -Spagna, Olanda, Canada, Belgio- permettono anche l'adozione. Il Belgio e' stato il secondo Paese al mondo ad autorizzare il matrimonio omosessuale (nel 2003), ma non aveva incluso il diritto d'adozione.OLANDA / Centro specializzato per gravidanze in affittoL'ospedale dell'Universita' Libera di Amsterdam, struttura pubblica, intende aprire un centro specializzato per gravidanze in affitto. E' destinato a donne prive di utero ma con le ovaie, o a coloro che corrono il rischio di morire durante la gestazione, ma sono escluse le donne che hanno tentato senza successo la fecondazione in vitro. Il nuovo servizio, che non ha scopo di lucro, riguardera' una cinquantina di donne l'anno.U.E. / I transessuali hanno diritto alla pensione delle donneLa Corte di Giustizia europea ha stabilito che la transessuale signora Richards ha acquisito il diritto d'andare in pensione a 60 anni, come prescrive la legislazione britannica per le donne e non dovra' lavorare fino a 65 anni, eta' minima prevista per gli uomini. Nonostante avesse vissuto da uomo quasi tutta la sua carriera contributiva. A Berlino ha aperto i battenti il primo bordello per principianti.A Berlino ha aperto i battenti il primo bordello per principianti.  "Sì, siamo una scuola di sesso", ha detto la responsabile del postribolo al tabloid B.Z. "I nostri allievi sono uomini che o non hanno

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ancora avuto rapporti sessuali o non sono mai stati in un bordello", ha aggiunto la maitresse, secondo cui le ragazze in servizio si sono appositamente esercitate per intrattenere clienti alle prime armi. "Sono dotate della necessaria sensibilità e della giusta dose di capacità a insegnare l'arte dell'amore. E devono sapere inoltre quanto coraggio e forza di volontà richiede talvolta la prima visita a un bordello".

49 A Firenze DAL 10 AL 13 MAGGIO Forum nazionale contro la mafia.

www.democrazialegalita.it periodico on line diretto da Elio Veltri

FIRENZE DAL 10 AL 13 MAGGIO ...Forum Nazionale Contro la Mafia ...quattro giorni di studio, dibattiti, convegni con: Umberto Santino Giancarlo Caselli Giuseppe Lumia Maurizio Pascucci Giovanna Maggiani Chelli Piero Luigi Vigna Roberto Piscitello Luca Tescaroli Marco Travaglio Elio Veltri Antonio Ingroia Rosario Crocetta Francesco La

Licata e tanti altri giornalisti, giudici, associazioni.... un'iniziativa degli Studenti di Sinistra Programma completo a questo link: http://www.forumcontrolamafia.info/index.php

Per conoscenza – importante forum nazionale contro la mafia----- From: Pietro de Anna <[email protected]>

A maggio la seconda edizione del Forum Nazionale Contro la Mafia organizzato dagli Studenti di Sinistra. 4 giornate a tema: Sistemi mafiosi, Mafia e politica, il rapporto con il territorio, le esperienze dirette.

La mafia è ancora viva, fa ancora male e non a mai smesso di farne. Sia essa Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorra o qualsiasi altra definizione si dia, si comporta sempre nello stesso modo.Per Mafia si intende l'insieme di organizzazioni criminali, di cui la più importante ma non l'unica è Cosa Nostra, che agiscono all'interno di un vasto e ramificato contesto relazionale, configurando un sistema di violenza ed illegalità finalizzato all'accumulazione del capitale ed all'acquisizione ed alla gestione di posizioni di potere, che si avvale di un codice culturale e gode di un certo consenso sociale.

Come Studenti di Sinistra, da anni proponiamo un'idea di Università al cui centro sia la cultura del confronto e della partecipazione: questo ci ha spinto a promuovere e organizzare un "Forum Contro la Mafia".Lo scopo di questo Forum è culturale, è nostra intenzione dare spazio a tutte le voci e consentire a tutti di esprimersi e soprattutto, sensibilizzare gli studenti e con loro l'opinione pubblica, davanti a questi temi. Ogni giornata avrà un tema specifico [Storia della Mafia, Rapporti con il territorio, con la politica, esperienze dirette dei Giovani e conclusioni] che verrà analizzato da vari esponenti della lotta alla mafia, sia istituzionale che non. Crediamo anche che sia un modo efficace di coinvolgere gli studenti a partecipare a un momento di riflessione, discussione e apprendimento su uno dei più grandi nemici dell'Italia. Pensiamo che un iniziativa del genere possa essere interessante non solo per gli studenti universitari fiorentini, ma potrebbe essere una occasione di coinvolgimento per altre realtà studentesche universitarie italiane.

L'iniziativa, patrocinata dal Comune di Firenze, Provinia e Regione, si svolgerà nei locali del Polo delle Scienze Sociali di Novoli dal 10 al 13 Maggio.

Per gli iscritti al Foruma sarà messa a disposizione una palestra per l'alloggio notturno, e un pasto completo alla mensa universitaria a 2.80€.

Per tutte le informazione visita il sito:www.studentidisinistra.org <http://www.studentidisinistra.org>  oppure www.forumcontrolamafia.info  <http://neo.math.unifi.it/users/r_epifani/forum/>

Il Programma:

*10 maggio - storia delle mafie*

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ore 9:00 inizio delle registrazioni

ore 10 plenaria di apertura "sistemi mafiosi"Giancarlo Caselli, Procuratore capo di TorinoGiuseppe Lumia, membro della Commissione Parlamentare AntimafiaUmberto Santino, Centro di Documentazione Siciliano Giuseppe Impastato;Fondazione CaponnettoLiberaAssiociazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

ore 14:30 - 16:00 seminario "storia della 'ndrangheta" Vittorio Mete Maria Grazia Laganà, vedova di Franco Fortugno

ore 16:00 - 17:30 seminario "storia della mafia campana" Roberto Saviano, giornalista e scrittore

ore 16:00 - 17:30 seminario "storia della mafia siciliana" Umberto Santino Centro di Documentazione Siciliano Giuseppe Impastato;

ore 17:30 - 19:00 seminario "La Mafia in Toscana" moderatrice dell'incontro Michela Gargiulo - giornalista free lens LiberaFondazione Caponnetto

ore 21 spettacolo teatrale "Come la mosca nel bicchiere" - Associazione "Studio 900"

*11 maggio - mafia e politica*

ore 9:30 seminario "mafia e gli altri poteri occulti" (P2, chiesa...) Augusto CavadiUmberto Santino

ore 11:00 "agenti di scorta e collaboratori di giustizia" Roberto Piscitello procuratore DDA PalermoAssociazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di via dei GeorgofiliEzechiele 37 - Ass. che lavora per Testimoni e Collaboratori di GiustiziaTestimonianza di Agenti di Scorta

ore 14:30 "mandanti esterni alla mafia e interni alla vita politica" Luca Tescaroli sostituto procuratore RomaChelli Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di via dei Georgofili

ore 16:30 la trattativa tra mafia e politica Marco TravaglioAntonio Ingroia

*12 maggio - il rapporto con il territorio*

ore 9:30 plenaria "mafia e il suo rapporto con il territorio" Fabio Licata - giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo Rosario Crocetta sindaco di Gela Piero fantozzi sociologo. Mario Caniglia vittima del raket

ore 11:45 – seminario: "l'arresto di Provenzano"

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intervista Piero GrassoMariagrazia Mazzola Giornalista Rai

ore 14:00 - seminario: "speculazione edilizia" Giuseppe Arnone - LegambienteFrancesco Erbani - Giornalista repubblicaGaetano Benedetto

ore 15:30 seminario: "mafia e comunicazione: dai media al linguaggio"Francesco La Licata - giornalistaPatrizia Bellucci - Docente Unifi lettere Maria Grazia Mazzola - Giornalista Rai Andrea Cozzo – Sociologo

*13 maggio: ora basta*

ore 10 - assemblea plenaria: "le esperienze dirette" - *Giulia*Dott. Vincenzo Sanfilippo - introduce nuovi percorsi per la fuoriuscita dal sistema mafioso Liberaaddio pizzo giovani per la locride Giovanni Fo'

ore 12:30 "assemblea studentesca"per discutere con tutte le realtà universitarie e redarre un documento per chiedere ai senati accademici e/o al ministero di istituire dei corsi appositi che trattino di mafia all'interno dei vari atenei d'Italia.

ore 14:00 pranzo sociale con i prodotti di Libera

ore 17:30 concerto RossoColore Alessio Lega – cantautore Martinicca Boisson Il Parto delle Nuvole Pesanti Le Clan Banlieu MenaMenaMò – gruppo musica popolare salentina

a seguire DJset___________________________________________

per informazioniRoberto 339 3882957email [email protected] <mailto:[email protected]>  

50 Senza assicurazione sanitaria un americano su cinque. - L'incarico dirigenziale va conferito solo dopo un attento esame comparativo dei curricula, fra tutti i possibili aspiranti.

Senza assicurazione sanitaria un americano su cinque.Un americano su 5, con un lavoro e un reddito fra i 20 mila e i 40 mila dollari l'anno, è rimasto senza assicurazione sanitaria per buona parte del 2005. Non può permettersela. Negli Usa sono sempre di più le persone senza copertura assicurativa, dal 28% della popolazione a reddito medio nel 2001 all'attuale 41%. I dati arrivano da un rapporto del Commonwealth Found. L'aumento degli americani senza assicurazione sanitaria "è allarmante - sottolinea il presidente del Commonwealth Found e coautrice dello studio, Karen Davis - soprattutto in un momento in cui la nostra economia sta migliorando. Se non si agisce in fretta per aumentare la copertura, la salute della popolazione americana, la produttività della nostra forza lavoro e la nostra economia sono a rischio". Oltre la metà (51%) degli adulti senza assicurazione, confessa di aver contratto debiti o di avere problemi

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a saldare il conto delle cure.. Si tira la cinghia e si fanno rinunce, anche a scapito della propia salute. Fra i non assicurati, solo il 35% ha fatto un controllo dal dentista nel corso dell'anno, solo il 41% ha un proprio medico contro all'86% degli assicurati. Per chi non è coperto da un'assicurazione, infine, sono maggiori le probabilità di ritardi nell'accesso alle cure o nel ricevere i risultati di un esame o la cartella clinica.Tar Puglia - L'incarico dirigenziale va conferito solo dopo un attento esame comparativo dei curricula, fra tutti i possibili aspiranti.Qualora presso l'Amministrazione siano presenti più dirigenti astrattamente in possesso di titoli idonei, è necessario che il provvedimento di nomina sia specificamente motivato con riguardo alla professionalità degli aspiranti, quale è desumibile dai titoli, in relazione agli aspetti specifici di professionalità ed esperienza richiesti per ciascun incarico da ricoprire ed agli obiettivi e programmi da realizzare, con esplicitazione delle valutazioni operate non soltanto in punto d'interesse pubblico all'avvicendamento nella funzione, ma anche in relazione agli altri elementi (oggettivi e soggettivi) individuati dall' art. 19 del D. Lgs. nr. 29/93, e segnatamente alle attitudini e capacità professionali degli aspiranti, alle competenze tecniche ed esperienze maturate nel corso della carriera . (Avv.Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

51 L'incendio prodottosi nella raffineria di Priolo il 30 aprile scorso. Su Priolo e l'imprevidenza.

E’ stato segnalato che in occasione del grave incidente prodottosi nella raffineria di Priolo il 30 aprile il sindaco ha invitato gi abitanti di Priolo a rimanere in casa con infissi e porte chiuse a causa del denso fumo. «Il problema al quale si può andare incontro in questo caso - ha spiegato il sindaco di Priolo, Massimo Toppi - è legato all'inalazione e ai fastidi che ne potrebbero scaturire. Ecco perchè invitiamo, piuttosto che cedere alla tentazione di abbandonare in fretta e furia le abitazioni, a rimanervi all'interno. I fumi, per altro, al momento sono alti sul nostro abitato ed il vento li sta trasportando in direzione opposta». Il sindaco ha dichiarato che nel corso dell'incendio «si sono udite distintamente più esplosioni. Ad Augusta una folla di persone si è raccolta sulle pendici dell'isola e presso la nuova darsena che danno sulla rada».Tutta la mia solidarietà per gli abitanti alle prese coi fumi, e la mia tristezza: Augusta, Priolo, sono (erano) luoghi bellissimi, e cari nel ricordo.Ma se il lettore vuole che condivida il suo sdegno per quella raffineria inquinante e pesante, non l'avrà.Perché quella raffineria, gli abitanti l'hanno voluta, reclamata, pretesa. Se non gli abitanti di oggi, i loro genitori e i loro nonni. E' stato quasi mezzo secolo fa.La Sicilia, e il Meridione in generale, chiedevano e pretendevano industrie, illusi che i loro mali secolari, l'arretratezza e la disoccupazione, richiedessero la cura delle fabbriche e delle ciminiere.La popolazione locale manifestò; i preti locali si misero a capo di queste proteste del Sud «dimenticato», la grande cosca chiamata «sindacati» (ovviamente) li appoggiò, i politici locali si fecero un merito e un vanto di portare le industria nel Sud, in cui vedevano la possibilità di infiniti clientelismi e commesse per le loro cosche di riferimento.Troppo debole e sparsa la voce di chi avvertiva, allora, che la vera vocazione di quei luoghi bellissimi era il turismo.Ed accolta con rabbia e popolare indignazione: il turismo? Mai! Ci volete mantenere in eterno al rango di servitori e camerieri! Per mera ignoranza.Si ignorava, e si continua ad ignorare, non solo che il turismo è un settore economico ad alta intensità di manodopera, adatto cioè a creare occupazione con investimenti tutto sommato modesti.Si ignora che è anche un settore molteplice e diverso, che crea anche lavori altamente qualificati, specie quando - come in Sicilia - può coniugare la bellezza del mare con quella dell'antica cultura, dei segni della Grecia.Non c'era argomento che convincesse i siciliani a puntare su un futuro di servizi e di bellezza.Ci volete mantenere inchiodati alla nostra storica subalternità, gridavano; e preti e sindacati, e politici e mafiosi, tutti a dar loro ragione. La moda sociologica del tempo non era, come oggi, l'ambientalismo, era

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l'industrializzazione. E la ebbero.Ora vedo che quella stessa gente, o almeno i loro figli e nipoti, denunciano la raffineria di Priolo come colpevole di un «olocausto silenzioso». Denunciano «i morti di cancro», i «bambini malformati», il «disprezzo della vita umana e di quella dei pesci» (sic). Come se chissà quale potere malvagio e superiore avesse voluto quegli impianti.Spiace dirlo: quel potere, è il vostro. Perché questo è solo un esempio di quel che accade in un Paese senza classe dirigente, dove comanda chi «non deve comandare», ossia loschi buffoni, demagoghi da quattro soldi, preti ignoranti, tutti senza visione del futuro e senza capacità di progettarlo.Ma è anche la storia di un «popolo» che, una classe dirigente, positivamente, la rifiuta. Che, come lo zappatore e il cafone quando va al mercato in città, diffida del colto dottore, e invece crede ciecamente al venditore ambulante d'olio di tigre e di altre pozioni da miracolo, si affida ai loschi buffoni e ai saltimbanchi che lo lisciano per il suo verso, lo contentano nelle sue richieste immediate, nei suoi impulsi istantanei.Perché l'assenza di classe dirigente in Italia ha due facce.Da una parte, i dirigenti veri sono rari. Dall'altra, quei pochi incontrano la diffidenza ermetica di un popolo che rifiuta, o non sa, mettere la sua forza al loro seguito.Questa chiusura ermetica - come quella di un'ostrica - alle suggestioni sincere e agli incitamenti migliori, si chiama «indocilità»: nel suo senso proprio, ossia di «rifiuto di imparare». Da qui la ricorrenza degli stessi errori, la ripetitività permanente degli accecamenti.Accadde lo stesso a Gioia Tauro: oliveti millenari, che avrebbero potuto dare ombra a futuri alberghi di lusso, furono sradicati perché si voleva, si esigeva un porto industriale, e il caporione socialista locale (mi pare si chiamasse Mancini) mise tutto il suo potere di ricatto e la sua violenza eversiva verso quel progetto eradicatore.I guasti delle scelte cieche si producono poi ogni giorno, ripetitivamente: non molte ore fa, una frana ad Ischia ha sterminato una famiglia. Risulta che la casa era abusiva, come almeno altre quattromila nell'isola.E il sindaco che cosa dice? «non parlate di speculazione. Questo è abusivismo per necessità».Così dunque ad Ischia, il gioiello del Tirreno, con tutto il suo turismo, c'è la miseria?L'abusivismo «di necessità» da senzatetto e da profughi? Ecco uno dei loschi saltimbanchi all'opera, intento a lisciare per il suo verso il «popolo» che «ha bisogno» e perciò deturpa il suo proprio patrimonio, quello da cui dipende il futuro dei suoi figli.Certo, il sindaco saltimbanco s'è aggiudicato i voti sicuri dei 4 mila abusivi. Poveretti, egli è «dalla loro parte», è vicino a loro. E a lui danno la forza per comandare. Pronti anche a morire sotto una frana, per non aver dato ascolto a competenti veri.Un pari abusivismo di necessità - necessità di seconda casa al mare - ha devastato per sempre la costa sotto Taormina.E la costa a nord di Messina. Un quarto di secolo fa, era una distesa di aranceti che la coprivano fino alla spiaggia; una Polinesia mediterranea, con gli agrumi in fiore al posto delle palme.Oggi, non voglio più nemmeno vederla, fa troppo male.Un'orribile, oltraggiosa, densissima fungaia di casette sordide e casotti non finiti hanno preso il posto degli aranceti.Ci sono erbacce, muraglie, spazzatura. Chiunque aveva un suo metro quadro di coltivo ci ha costruito sopra il «capanno», in muratura, più vicino possibile alla battigia, il più possibile attaccato al contiguo e orrendo capanno: quasi tutti poi chiusi per mesi (sono case estive).Secondo il principio supremo di un popolo indocile e ignorante: «sul mio faccio quello che mi pare».Vi diranno: non si poteva fare altrimenti, mancavano i capitali. Non vogliono investire nel sud disgraziato.Gli orrendi casotti hanno il secondo piano non finito in eterno, con gli spuntoni dei tondini arrugginiti che spuntano da pilastri tronchi: per «necessità»; «siamo poveri». La povertà non c'entra. C'entrano l'egoismo sordido, la chiusura mentale, la diffidenza ad unirsi per fare qualcosa di bello insieme.La soluzione possibile?

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Ecco: che i proprietari degli agrumeti potevano fare un consorzio, a cui conferire i coltivi per la costruzione di hotel a bungalow indipendenti, strutture leggere, poco visibili, facilmente smontabili, sotto gli aranci, non «contro» gli aranci.in un buon progetto, ciascuno avrebbe avutola sua casetta-bungalow in comproprietà, oppure (o anche) la partecipazione agli utili, dovuti allo sfruttamento intelligente della bellezza costruita nei secoli dagli avi: quelli, per necessità vera, piantarono aranci, non mostri abusivi. Un consorzio? Impensabile: l'invidia, il tagliarsi i panni addosso, la paura atavica che un vicino si avvantaggi più di te, tutto questo rende impossibile ogni solidarietà ed ogni comune impresa. Ma è maturo il tempo in cui i figli dei costruttori di casotti abusivi grideranno allo scempio ecologico. Perché ora la moda è ecologica, e bisogna sempre seguire l'ultima moda. Non si creda che parli male solo del Meridione. Il Nord ha anch'esso la sua sediziosa chiusura mentale, anche lì manca la classe dirigente. Basta pensare alle rivolte contro l'ampliamento di Malpensa da parte degli abitanti delle villette (eppure lì l'aeroporto c'era già, il rumore esisteva già quando costruirono le villette); la rivolta contro la TAV nella vallata alpina, contro le centrali nucleari. Lo so, lo so. Basta citare TAV e nucleare, e già mi arrivano 200 e-mail di gente che mi dice che la TAV è satanica, che il nucleare è letale, che invece il fotovoltaico è buono. E' lo stesso male. Questa incapacità di accogliere - anche solo come regola del dibattito, in via provvisoria - gli argomenti dell'altra parte, di ribattere sempre con gli stessi argomenti, ripetitivi, indicano menti chiuse come ostriche, incapaci di imparare, indocili. Non mandatemi e-mail.Vorrei fosse chiaro: io non sono «per la TAV» o per «il nucleare».Sto solo dicendo questo: attenti a imporre, gridando e strepitando, scelte di cui fra vent'anni vi pentirete. Ma so che anche questo avvertimento è inutile. C'è infatti, al fondo di un Paese senza classe dirigente e che la rifiuta, un male più radicale: l'incapacità di prevedere le conseguenze, di preparare il futuro pensando ai propri figli. Così il sud ha distrutto un paesaggio ricevuto da meridionali antichi che erano davvero poveri, ma seppero mantenerlo bello e pieno di promesse. E il Nord degrada: a forza di bocconiani arroganti che fingono di essere grandi manager di multinazionali (e non ci sono multinazionali qui); case editrici che non fanno che copiare i best-seller USA, e hanno steso un sudario di incultura, di morte di ogni riflessione, di ogni novità intellettuale. Ognuno a suo modo, porta il suo contributo all'imbarbarimento, alla perdita di civiltà. E proprio l'imprevidenza lo dimostra - l'incapacità di agire salvaguardando il futuro, di pensare al domani (di petrolio scarso, di traffici europei, o di turismo di alta qualità) sacrificandolo invece senza un rimorso ad un presente di casotti e di particolarismi sediziosi e ignoranti; il rifiuto di trattare un progetto condiviso e comune, in accordo nazionale, e leale buona fede. L'imprevidenza infatti è la caratteristica saliente (insieme al particolarismo) dei negri africani. Sulle rive del Lago Victoria, vecchi negri mi hanno parlato con nostalgia di come i coloni inglesi, padroni delle piantagioni, li pagavano: settimanalmente, metà della paga in contanti, metà su un libretto di risparmio vincolato. Perché altrimenti il negro, la paga, se la beveva tutta in una notte. E per il resto della settimana viveva da povero, «per necessità» doveva rubacchiare. I britannici compensavano l'imprevidenza negra, la sua incapacità di pensare al domani: ecco una classe dirigente. Da quando se ne sono andati, mi dicevano i vecchi, i giovani si bevono le paghe, e le mogli restano senza un soldo per i figli. Quand'è che finisce l'indipendenza?, finì per chiedermi un vecchio negro saggio.  Non c'è dubbio, noi stiamo diventando negri. E in piena indipendenza. - Maurizio Blondet http://www.effedieffe.com - 02/05/2006

52 Distorsioni.Vestivamo alla marinara. A cosa ci tocca assistere!Ora che Marini è passato al Senato, resta da capire quante cadreghe occorrono per insegnare ai clementi tiratori a chiamarlo Franco. Ora che Berty è passato alla Camera, resta da capire quanto impiegheranno i massimi tiratori per rassegnarsi all'idea che Fausto è sinonimo di letizia e che

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Romano deve restare a Roma almeno un mese, fino alla battaglia del Quirinale. Probabilmente gli elettori dell'Unione (la metà degli italiani + 24.755) avevano sperato di godere di più, ma non si può avere tutto dalla vita.Inizia l'era del "menopeggismo". E poi, via, dopo settimane di allenamento Bellachioma ha pronunciato la parola "dimissioni", e chissà quanto gli è costato. E poi Porompompera e Piercasinando non presiederanno più nulla, cioè sè stessi. E poi Andreotti ha gettato la maschera (mancava solo qualche voto per Francesco Marino Mannoia): c'è pure il caso che perda qualche fan nell'Unione. E poi la corsa alle due Camere è stata molto più facile della prossima scalata al Colle. A questo proposito D'Alema dovrebbe far causa a chi ha lanciato la sua candidatura: sponsor come Lanfranco Pace, Oreste Scalzone, Giuliano Ferrara, Piero Ostellino, Giano Accame e Carlo Rossella non sono proprio il massimo della vita.Certo, quel via vai di imputati di mafia in Senato, a Andreotti a Dell'Utri, da Mannino a Cuffaro, proprio mentre la parola "pizzino" faceva il suo ingresso trionfale in Parlamento, era uno spettacolo niente male.Avvincente come Bruno Vespa avvistato in piazza del Pantheon che inseguiva trafelato Marini all'ora del pranzo, attratto come una calamita dal nuovo potente e ansioso di carpirgli menu da rivelare in esclusiva nel suo prossimo libro.Come Schifani che nel cuore della notte insegna "la sacralità delle regole" a Scalfaro. Come il ragionier Pera in lacrime dinanzi alla dipartita della poltrona. O come la triste fine di Tremonti ministro fortunatamente uscente, ridotto a mendicare uno strapuntino da capogruppo e trombato da un Vito qualunque ("me l'avevavo promesso", piagnucola inconsolabile minacciando la fuga nel gruppo misto come un Udeur qualsiasi). Quadretti da fine impero, come quello di Silviolo Augustolo - da molti scambiato per il "padre del bipolarismo" e il "fondatore della Seconda Repubblica" - costretto a riesumare il simbolo peggiore della Prima per mancanza di uno straccio di candidato.E, al seguito, gli ex amici della Prima Repubblica come la Lega e An ridotti a votare Andreotti, perchè il boss voleva così. Alla fine tutti i tasselli sono andati a posto: l'ex muratorino di Gelli alleato con l'ex confratello di Bontate e Badalamenti, all'insegna del nuovo che avanza o del vecchio che è avanzato. Sfogliando i giornali di ieri, per trovare un titolo su Bellachioma, bisognava andare a pagina 12 o 13, il che non accadeva dal 1993. Sotto la sua ultima foto dal balcone, insieme alle consuete molestie alle neoelette in Forza Italia ("qui vige lo jus primae noctis, noi le donne le preferiamo di facili costumi..."), erano annotate le sue penose profferte all'Unione perchè gli lasci tenere almeno un gomito sul tavolo: "Se il centrosinistra rinuncia a Prodi, siamo disposti a votare il nuovo governo, anche guidato da un altro esponente del centrosinistra. L'importante è che Prodi non si insedi al posto mio". Poveretto, come s'offre."Non possiamo - dice - esporre il Paese a queste figuracce indegne". Peggio delle sue sarà difficile. "Comunque l'Unione al Senato non ha la maggioranza e dipende dai senatori a vita". Esattamente come il Polo che nel '94 elesse Scognamiglio per un voto, e solo dopo aver comprato un paio di senatori dell'opposizione. Il pover'uomo ricorda il protagonista di "Polvere di stelle" con Alberto Sordi, il vecchio guitto bollito che tenta di strappare l'ultimo applauso replicando le gag dei bei tempi.Ormai lo prende per i fondelli persino un Pomicino che, sentendosi chiamare "vecchio leone", lo fulmina: "guarda presidente che sono più giovane di te".Nell'ora del menopeggismo, anche queste sono soddisfazioni. - di Marco Travaglio 30.4.2006

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