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LA VITA OLTRE IL CORONAVIRUS Con questo secondo contributo scientifico, proseguiamo un certo percorso che potremmo chiamare “la vita oltre il coronavirus”. Una strada questa, che vuole essere di preparazione a una vita, speriamo qualitativa, che ci sarà e che dobbiamo cercare di affrontare nel miglior modo possibile. Quasi tutti noi abbiamo vissuto questa terribile e tremenda esperienza del coronavirus. Per fare questo si cercherà di avvalersi di significativi e qualificati contributi medici e biologici, che a chiunque abbia un minimo di coscienza e consapevolezza, oltre che di un minimo di conoscenze scientifiche, darebbe un enorme fastidio definire di medicina alternativa. Quindi che cosa ci deve lasciare d’insegnamento, perché non si riviva e non si subisca nuovamente una cosa del genere? Detto questo, penso che ci sarebbero da imparare da questa storia tante cose, per vedere tutte le sfaccettature di questa storia. Perché qui non dovremmo solo parlare di medicina, ma anche di politica, di storia, di economia, di comunicazione, in pratica di tutto. Nel fare questo ci rifacciamo ad una celebre frase di ANTONIO GRAMSCI La verità è sempre rivoluzionaria “, dove essa è ricerca disinteressata del vero e quindi contestazione radicale del falso nelle forme che si presentano nel nostro tempo come vere, da cui appunto la critica delle ideologie del falso in una prospettiva non relativistica, ma invece centrata sulla ricerca di un vero che non si identifica con il falso, che invece si presenta vero nel nostro tempo.

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LA VITA OLTRE IL CORONAVIRUS

Con questo secondo contributo scientifico, proseguiamo un certo percorso che

potremmo chiamare “la vita oltre il coronavirus”. Una strada questa, che vuole

essere di preparazione a una vita, speriamo qualitativa, che ci sarà e che dobbiamo

cercare di affrontare nel miglior modo possibile. Quasi tutti noi abbiamo vissuto

questa terribile e tremenda esperienza del coronavirus. Per fare questo si cercherà di

avvalersi di significativi e qualificati contributi medici e biologici, che a chiunque abbia

un minimo di coscienza e consapevolezza, oltre che di un minimo di conoscenze

scientifiche, darebbe un enorme fastidio definire di medicina alternativa. Quindi che

cosa ci deve lasciare d’insegnamento, perché non si riviva e non si subisca

nuovamente una cosa del genere? Detto questo, penso che ci sarebbero da imparare

da questa storia tante cose, per vedere tutte le sfaccettature di questa storia. Perché

qui non dovremmo solo parlare di medicina, ma anche di politica, di storia, di

economia, di comunicazione, in pratica di tutto. Nel fare questo ci rifacciamo ad una

celebre frase di

ANTONIO GRAMSCI

“La verità è sempre rivoluzionaria “, dove essa è ricerca

disinteressata del vero e quindi contestazione radicale del falso nelle forme che si

presentano nel nostro tempo come vere, da cui appunto la critica delle ideologie del

falso in una prospettiva non relativistica, ma invece centrata sulla ricerca di un vero

che non si identifica con il falso, che invece si presenta vero nel nostro tempo.

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In questa ottica è molto interessante una recente intervista, diventata virale, del

Dott STEFANO SCOGLIO

candidato al Nobel per la medicina nel 2018, autorevole ricercatore e scienziato a

livello internazionale, che ha messo seriamente in dubbio il reale isolamento del

Sars CoV2, meglio conosciuto come coronavirus, responsabile dell’attuale

pandemia. Perché, sempre secondo Scoglio, questa vicenda del Coronavirus è

fondamentalmente una invenzione. E questa sua ipotesi non parte da una posizione

pregiudiziale, ma dal fatto che quando si vanno ad approfondire gli aspetti

scientifici, cioè a studiarli, iniziano a sorgere forti dubbi non sulla reale esistenza del

virus, ma sul suo reale isolamento. Perché non sarebbe stato isolato? L’invito dello

scienziato Scoglio e di altri ricercatori a lui collegati, che hanno condiviso la sua

posizione, è quella di andare a rileggersi la letteratura scientifica di merito. E in base

ad essa, si è visto che, come già era successo con il virus HIV, responsabile dell’AIDS,

anche con questo virus è avvenuta esattamente la stessa cosa. Nessuno secondo

Scoglio e altri ha mai isolato fisio-chimicamente questo virus, perché non ci sono

prove a tutt’oggi di una sperimentazione microbiologica e quindi scientifica, legata

ai celebri quattro postulati di Koch.

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Infatti secondo Koch per testare la patogenicità e la tossicità di un qualsiasi

microrganismo (ai suoi tempi c’erano solo i batteri) cosa occorre fare?

1. Bisogna prelevare il sangue o il liquido infetto da un soggetto malato.

2. Isolare e purificare quel eventuale microrganismo, in quel caso il

batterio, ancora non si parlava di Virus.

3. Metterlo in un terreno di coltura pura.

4. Iniettarlo poi ad una cavia sana e vedere poi se si riproduce la stessa

malattia.

Solo nel caso in cui si riproduce la stessa malattia, con lo stesso procedimento si va a

trovare ancora nella cavia lo stesso tipo di microrganismo. Allora solo a quel punto

possiamo dire: SI, quel microrganismo è la causa di quella malattia. Tutto questo è

stato fatto con il SarsCoV2? secondo Scoglio e altri non è stato ancora fatto. In realtà

quello che hanno fatto invece è quello che in biologia si chiama sequenziamento

genico, cioè delle ricostruzioni computerizzate a partire da alcuni frammenti di RNA

(il materiale genetico del Virus) che poi sono stati rimessi insieme in modo casuale.

In sintesi volendo essere ancora più chiari, come si fa a isolare un virus qualsiasi? Si

prende il paziente 0 o uno qualsiasi dei primi pazienti affetti, si preleva il liquido

bronco-alveolare o il liquido rinofaringeo dopodiché con il procedimento di Kock già

descritto prima si procede per isolare il virus.

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Ma che cos’è un Virus?

Molti pensano, sbagliando, che sia un microrganismo. Invece non è altro che un

pezzettino microscopico, nanoscopico, di materia organica, cioè un frammento di

RNA, coperto da un capside lipoproteico. Questo pezzettino di materia organica, se

si vuole dimostrare che è patogeno occorre isolarlo. Invece questo non è stato

ancora fatto. Quello che invece hanno fatto, come già ricordato, è una ricostruzione

computerizzata di esso a partire da alcuni frammenti di RNA. Ma questo RNA si è

sicuri che è del Virus e non del paziente? Si dice questo, perché quando si preleva il

liquido bronco-alveolare o quello rinofaringeo, dentro quel liquido c’è una quantità

enorme di RNA e di DNA. Allora cosa avrebbero fatto? Hanno preso questo liquido,

lo sottopongono a centrifugazione

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e poi isolano quello che si chiama il cosiddetto surnatante, cioè quella parte

superiore che non scende e precipita sul fondo della centrifuga. E allora questo

sarebbe il virus. Ma nel surnatante, lì dentro, abbiamo RNA di tutti i tipi, milioni di

RNA. Si prendono poi quei frammenti di RNA, ne fai al computer un certo numero di

sequenziamenti igienici diversi e questo più o meno è quello che hanno fatto.

Detto questo che il Virus non è stato mai isolato e che con il computer hanno fatto

diverse ipotesi a livello di sequenze igieniche, ci chiediamo con il test tampone cosa si

va a trovare? Questo perché quando si fa il test con il tampone occorre avere un

marker di riferimento, cioè una sostanza che è l’evidenziatore o segnale del Virus e

quindi della malattia. In pratica: Questo è il virus, si fa il tampone, e se si ritrova lo

stesso virus come marker nel liquido, allora vuol dire che si è infetti.

Quelli che si presume siano venuti a contatto con il coronavirus, cioè i contagiati, sono

stabiliti con il test tampone. Ma che credibilità ha il tampone, visto che certi studi

dimostrano che ha l’80% di falsi positivi?

E anche i test sierologici sono esattamente la stessa cosa. Perché quando parliamo di

test sierologici, parliamo del fatto che andiamo a trovare nel sangue del paziente delle

immunoglobuline, che sono degli anticorpi Marker immunitari. Nel nostro caso sono

con il termine scientifico le IgM e le IgG. Le prime sono precoci, le seconde tardive.

Ma sono due per tutti e sono due per tutto. Quindi sono le stesse per tutti gli individui

e per tutte le patologie possibili.

Allora come si fa a dire che quegli anticorpi sono specifici per il Virus? Occorre avere

sempre il Marker per i Virus.

Perché quelli che sostengono che il virus è stato isolato dicono: prendiamo dal sangue

del paziente infetto queste immunoglobuline, le mettiamo in coltura con il Marker del

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Virus, se queste si attivano vuol dire che hanno riconosciuto il marker, cioè quello che

si chiama l’antigene immunitario e quindi vuol dire che hai delle IgM e della IgG che

rispondono a quel Virus. Ma se il Virus non c’è l’hai, cioè non è stato isolato, quelle

IgM e IgG a che cosa rispondono? Forse a un frammento del tuo RNA.

Questa ipotesi del dott Scoglio ha trovato nei giorni scorsi la conferma più

inaspettata in Roberto Burioni, virologo e noto personaggio televisivo

che ha calcato il palcoscenico dei mass media per circa tre mesi durante la

pandemia, soprattutto nella trasmissione di Fabio Fazio” Che Tempo che Fa”. Lo

spezzone di video, diventato virale, che lo vede protagonista come relatore durante

un webinar è degli inizi di giugno e contiene dei passaggi chiave. Burioni si spinge a

fare delle affermazioni per confutare un suo e illustre collega Giulio Tarro, che aveva

affermato che le mascherine sono inutili contro il virus. Allora Burioni si scatena

dicendo: “Ma come fa un mio collega a dire una cosa del genere se non sappiamo

quasi nulla del Virus?”.

Poi fa l’esempio della pallina da tennis: “Se abbiamo una palla da tennis di cui

conosciamo peso, dimensione, struttura, allora possiamo predire come rimbalzerà.

Ma se abbiamo un Virus-palla da tennis di cui non conosciamo né il peso, né la

dimensione, né la struttura, come facciamo a fare qualsiasi predizione?”.

E soprattutto, aggiunge, teniamo conto che qui abbiamo un virus che muta in

continuazione, quindi sarebbe come dire che la palla da tennis di cui non conosciamo

nulla, oltretutto cambia struttura, peso e dimensione in continuazione.

Queste dichiarazioni di Burioni hanno due effetti: Il primo che lui sottoscriverebbe

subito; l’altro che farebbe di tutto per negare, ma che è intrinseco e fortemente legato

alle sue affermazioni. Se non sappiamo nulla del Virus, né il peso, né la dimensione,

né la struttura, che oltretutto cambia in continuazione, Burioni ha ragione nel dire che

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su queste basi il suo collega non può dire se la mascherina ferma o non il Virus. Anche

se dovrebbe essere Burioni e tutti i sostenitori dell’utilità delle mascherine a provare

l’efficacia e non viceversa.

Su queste basi si deve concludere che i test tamponi sono inutili perché cercano un

virus di cui non sappiamo nulla e che oltretutto sarebbe già mutato altre volte. E lo

stesso discorso vale per i test sierologici che sono inutili senza un marker virale di

rifermento.

Quindi l’ipotesi di Scoglio, del dott Montanari e di altri, secondo i quali il virus non è

stato mai isolato e che quindi non se ne conosce la struttura, il peso, le dimensioni, la

sequenza genica-reale, ha trovato ampia conferma indiretta proprio nelle parole del

virologo Burioni.

Di fronte a questa evidenza come è possibile che sia successo questo? Come si spiega

questa posizione? Non ci sono posizioni pubblicate diverse, a parte alcune autorevoli

eccezioni. Tutti o quasi tutti sono schierati da una parte. E incompetenza? Di sicuro

l’incompetenza aiuta molto. Nel senso che come diceva qualcuno “Dove comanda la

mafia, i posti nelle istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini, agli

stupidi “

I poteri occulti e dominanti preferiscono avere dietro persone che siano

incompetenti, cioè che non si pongono domande. Il problema è che siamo e ci

troviamo in una situazione che va avanti da circa 100 anni. In sostanza qui siamo

davanti alla grande battaglia che vide protagonisti da una parte Louis Pasteur e

dell’altra Antoine Bechamp e Claude Bernard. In quell’occasione ha vinto non chi

aveva ragione, ma chi aveva il potere economico per far passare certe posizioni.

Perché se noi cominciamo a dire che: Il terreno è tutto e conta poco il germe,

spostiamo e portiamo la responsabilità su di noi. (Bechamp e Bernard)

Se invece diciamo che tutto dipende da un batterio, un virus, un microrganismo

esterno qualsiasi (Louis Pasteur) ne consegue che per prima cosa ci

deresponsabilizziamo e quindi di conseguenza noi ci possiamo trattare nel peggior

modo possibile. In pratica se noi ci ammaliamo non è colpa nostra, ma è per colpa di

un agente esterno. Quindi ci troviamo di fronte allo svuotamento totale della

responsabilità individuale. L’altro aspetto è che poi si costruisce una medicina tutta

anti: antibiotica, antibatterica, antivirale ecc. Quindi una medicina fatta di sostanze

chimiche che presumibilmente distruggono questi germi patogeni esterni, ma che in

realtà distruggono di sicuro il nostro organismo. È chiaro che è stato messo in piedi

questo sistema, che è quello della medicina mondiale. Diciamo a questo punto una

cosa che è molto importante. Non è affatto vero che questa medicina ufficiale,

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chemio tossica, è diventata dominante perché ha vinto e prevalso in un libero

mercato. Perché fino al 1913, in America quando c’era il libero mercato,

la medicina dominante era quella omeopatica.

Infatti nella stessa America la maggior parte degli ospedali erano omeopatici e la

maggior parte della popolazione si curava presso gli stessi ospedali. Allora che cosa è

successo nel 1913? È successo che è stata fondata la Federal Reserve e i grandi

banchieri hanno preso possesso del governo.

Cioè furono i grandi banchieri a gestire i soldi degli americani. Da lì è proprio iniziato

tutto. Hanno introdotto per la prima volta le tasse personali, che prima non

esistevano. Vi erano solo le tasse sui consumi, e guarda caso hanno introdotto le

tasse personali, tirando al contempo molti redditi; e dopo circa 4 anni sono entrati

in guerra.

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Hanno poi fondato la American Society Of Sanitary, dove è entrata la

famiglia Rockefeller

e nel giro di circa 15 anni in America la medicina omeopatica era fuori legge in 48/50

stati. E tutto questo tramite il potere.

Cosa abbiamo oggi? Se oggi andiamo a comprare un farmaco, fino a qualche anno fa

era gratuito, bisogna pagarlo di tasca propria. Quindi c’è questa posizione di potere

e questo vale per tutta la scienza di oggi. Quindi è tutto controllato.

La domanda che ci dobbiamo porre, rispetto al problema del Covid19, è questa:

come hanno fatto a creare questo panico in cui il 95% della popolazione italiana è

caduta in pieno. Perché ad oggi, nonostante le restrizioni non ci siano più o sono

limitate, si va in giro completamente imbavagliati con le mascherine? Come hanno

fatto? Hanno di sicuro utilizzato i media, cioè la comunicazione, ma che cosa è

successo?

Indubbiamente i poteri forti hanno avuto e continuano ad avere un ruolo

determinante. Ci sono a tale riguardo degli studi interessanti che dimostrano che circa

12, 13, 15 famiglie tirano le fila di tutto e praticamente l’80% del fatturato mondiale

è riportabile a circa un 13% di aziende, che poi fanno riferimento a queste famiglie.

Stiamo in un sistema economico estremamente accerchiato, dove controllano tutta

l’organizzazione medico-sanitaria mondiale e la stessa OMS.

Ultimamente Trump se ne sta uscendo, lo stesso sta cercando di fare Putin.

Comunque in Cina, Iran, Brasile, dappertutto in Europa, l’OMS fa riferimento a questo

sistema medico.

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Cosa è successo in Italia?

Come già ricordato nel primo articolo, quando sono iniziate ad arrivare le prime

notizie, le prime diagnosi, si è parlato di polmoniti interstiziali laterali e solo dopo più

di due mesi, si è parlato di altre diagnosi. E questo perché le regioni del nord con la

complicità e l’assenso del Ministero Della Sanità, hanno impedito che si facessero le

autopsie. E solo grazie a qualche medico onesto, che si è ricordato del giuramento di

Ippocrate, è iniziato un processo di verità. Processo di verità che nel Covid19 consiste

nel dire che qui la vera causa non è la mancanza di ossigeno, ma trattasi si trombo-

embolia polmonare. Cioè trombi che bloccano la circolazione del sangue. Quindi per

molto tempo, seguendo erroneamente le indicazioni della famigerata OMS hanno

sparato nelle terapie intensive con grande pressione una enorme quantità di ossigeno

nei polmoni in un sistema venoso incapace di trasportare e far arrivare il sangue ai

polmoni.

Facciamo un esempio: quando abbiamo un tubo e dobbiamo dare acqua alle piante,

se noi spariamo acqua, ma il tubo è completamente otturato a più non posso, succede

che il tubo scoppia. Esattamente quello che è successo per molto tempo. Molte

persone sono decedute perché quei pazienti sono stati intubati, anche quando

avevano solo piccole difficoltà respiratorie temporanee.

Siccome il famoso protocollo OMS diceva e ordinava: Intubare – ventilazione

polmonare, ecco tutta la corsa che si è fatta nel comprare i ventilatori. In pratica

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prendevano quei pazienti, li mettevano in terapia intensiva, e gli sparavano ossigeno

nei polmoni e questi morivano più o meno velocemente.

Recentemente è venuto fuori che in realtà erano polmoniti derivate da quello che

venne definito la tempesta di Citochine, che poi genera un’infiammazione

generalizzata dei vasi. E tutto questo porta con il tempo alla formazione dei trombi.

Perché in un vaso infiammato, quest’ultimo comincia a stringersi e a formare la

lesione primaria: cioè comincia ad aggregarsi del materiale, che porta a formare la

placca, quindi il trombo. Quando hanno capito questo, con notevole ritardo, sempre

grazie a qualche medico onesto, hanno cambiato diagnosi e strategia terapeutica e in

seguito a ciò il numero dei decessi è diminuito. Oggi muoiono solo quelli che hanno

altre patologie.

Qual era la causa di quelle morti? Dobbiamo parlare del fatto che lì la media dell’età

dei deceduti era di circa 80 anni. Persone che nel 50% avevano tre patologie gravi con

concomitante, nel 25% avevano due patologie gravi concomitante, nel 24% una

patologia grave concomitante. Questo non vuol dire che erano malati, ma che questi

pazienti da tempo facevano uso di farmaci. Probabilmente di molti farmaci. E i danni

che fanno spesso i farmaci sono quelli di generare il più delle volte l’infiammazione

vascolare con tutto il resto che ne consegue.

L’altro aspetto molto interessante è legato ai vaccini. Molte delle zone dove c’è stata

una maggiore mortalità, oltre ad un elevato inquinamento ambientale, già ricordato

dagli studi di Tarro e altri, guarda caso sono quelle zone, hanno avuto una mega

campagna vaccinale. Circa 185mila vaccinazione antiinfluenzali nel giro di due mesi e

circa 80 mila vaccinazioni anti meningococco. Perché a ricordare bene in quelle zone

c’era stato un caso di meningite (emergenza poi rientrata). Però nel frattempo furono

sottoposti anche alla vaccinazione anti- meningococco.

Se poi andiamo a vedere alcuni studi interessanti che sono stati fatti su certi vaccini,

per esempio i vaccini anti Sars dopo il 2002-2003, ci riferiamo al vaccino SarsCov1,

cioè la 1° Sars, si è visto che quando il vaccino veniva iniettato nelle cavie, le stesse

avevano esattamente lo stesso tipo di risposta:

1. Tempesta di citochine

2. Iper-reazione del sistema immunitario

3. Infiammazione dei vasi

4. Crollo degli organi

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Quindi questo vaccino anti SarsCov1 non si è riuscito a farlo, proprio perché la

tempesta di citochine era causata da questo vaccino.E nel caso del Covid19? Il dott

Scoglio e altri autorevoli ricercatori, ritengono che i vaccini usati in modo massiccio in

quelle zone della pianura padana abbiano contribuito molto.

Tra l’altro c’era un aspetto interessante che nessuno riporta, nessuno approfondisce

(la Cina e l’OMS si guardano bene da farlo,) cioè il fatto che i primi casi che sono

successi a Wuhan si dice che siano iniziati a gennaio, ma già se ne parlava a dicembre

2019. E caso strano proprio in Cina il 01/12/2019 è entrata in vigore per la prima volta

nella storia cinese l’obbligo vaccinale generale per tutta la popolazione.

Inoltre altro dato molto interessante è questo: su PubMed, motore di ricerca gratuito

di letteratura scientifica biomedica, si è visto che alcuni medici cinesi onesti, già a

gennaio 2020 avevano pubblicato studi scientifici, in cui già si diceva appunto che non

si trattava di polmonite ma di trombosi. Quindi sembrerebbe che anche la storia che

dalla China siano arrivate informazioni confuse non risponde al vero.

Poi chiaramente entrano in gioco altri aspetti, come quelli politici. Però la Cina ha la

grave responsabilità che è quella di aver voluto nascondere, come del resto hanno

fatto tutti gli altri stati, che alla base della patologia vi era una crisi vaccinale e molto

probabilmente con questa idea farlocca del virus che viene dal pipistrello, poi passa

al pangolino e poi all’uomo, ha voluto nascondere quest’ altro importante aspetto.

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