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La tutela e la valorizzazione dei tratturi I progetti di valorizzazione di Carlo Finocchietti Capostipite dei progetti di valorizzazione dei tratturi è l’iniziativa varata nel 1982 dal Ministero per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, nota come ITC - Itinerari turistico culturali del Mezzogiorno d’Italia, un “progetto speciale” volto a suggerire nuove vie di turismo nelle regioni meridionali. Nelle delibere del CIPE vengono definiti otto itinerari: la direttrice della Magna Grecia, la direttrice dell’Appia antica, la direttrice fenicio-cartaginese-nuragica, la direttrice arabo-bizantina-normanno-sveva, la direttrice della transumanza e delle civiltà sannitiche, la direttrice degli habitat rupestri, le direttrici delle capitali del barocco, la direttrice degli insediamenti greci e romani sulle coste di Lazio e Campania. L’itinerario della transumanza e delle civiltà sannitiche era in particolare proposto per il suo grande interesse paesistico oltre che storico ed artistico e si sviluppava lungo alcune delle principali direttrici tratturali dell’Abruzzo e del Molise, toccando quei centri che, sia in età moderna che in antico, furono maggiormente coinvolti dalla migrazione stagionale delle greggi. Prendendo avvio dalla vasta conca aquilana, dominata dall’imponente mole del Gran Sasso, e percorrendo il lungo rettilineo dell’altopiano di Navelli (disseminato d’interessanti centri arroccati e di monumenti religiosi di grande rilievo e dove, un tempo, era fiorente la coltura dello zafferano) si giungeva, attraverso le pittoresche e strette gole di Popoli, alla Valle Peligna, abbracciata dai Monti del Morrone e dalle pendici occidentali della Maiella. Da qui una panoramica salita portava al solitario piano delle Cinquemiglia da dove, attraverso tortuosi e continui saliscendi, in un inconsueto scenario di alture montuose costellate di antichi paesi coronati da castelli, si giungeva alla parte più interessante del Molise, corrispondente al centro dell’antico Sannio. I percorsi individuati e proposti dalla “direttrice della transumanza e delle civiltà sannitiche” erano tre: la sezione L’Aquila–Centurelle del Tratturo L’Aquila–Foggia, la sezione Sulmona–Pietrabbondante del Tratturo Celano– Foggia e la sezione Alfedena–Sepino del Tratturo Pescasseroli–Candela. Un esempio delle iniziative avviate nel quadro degli ITC è il progetto speciale della Regione Abruzzo, previsto dal programma quinquennale per il Mezzogiorno, per la raccolta e la valorizzazione delle fonti della cultura pastorale. Il progetto si concretizza con l’allestimento curato dalla Soprintendenza regionale per gli Archivi, di una Mostra storico- documentaria sul tema “Tratturi: proposta di un itinerario” e nella produzione di un audiovisivo di supporto didattico dal titolo “Transumanza: i segni del tempo”. L’obiettivo è l’istituzione a Sulmona di una sede museale dedicata alla transumanza. Nel 1986, grazie a un finanziamento ex articolo 15 della Legge 41/1986, il Consorzio nazionale per lo studio e la valorizzazione dei beni culturali dell'ambiente avvia il progetto “Civiltà della transumanza e tratturi: recupero funzionale”. Sessanta giovani soci di cooperative molisane studiano i percorsi delle antiche vie della transumanza e lavorano su cinque direttrici: costituire una banca-dati delle aree archeologiche e dei beni Approfondimenti

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La tutela e la valorizzazione dei tratturi I  progetti  di  valorizzazione  

di  Carlo  Finocchietti    Capostipite dei progetti di valorizzazione dei tratturi è l’iniziativa varata nel 1982 dal Ministero per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno, nota come ITC - Itinerari turistico culturali del Mezzogiorno d’Italia, un “progetto speciale” volto a suggerire nuove vie di turismo nelle regioni meridionali. Nelle delibere del CIPE vengono definiti otto itinerari: la direttrice della Magna Grecia, la direttrice dell’Appia antica, la direttrice fenicio-cartaginese-nuragica, la direttrice arabo-bizantina-normanno-sveva, la direttrice della transumanza e delle civiltà sannitiche, la direttrice degli habitat rupestri, le direttrici delle capitali del barocco, la direttrice degli insediamenti greci e romani sulle coste di Lazio e Campania. L’itinerario della transumanza e delle civiltà sannitiche era in particolare proposto per il suo grande interesse paesistico oltre che storico ed artistico e si sviluppava lungo alcune delle principali direttrici tratturali dell’Abruzzo e del Molise, toccando quei centri che, sia in età moderna che in antico, furono maggiormente coinvolti dalla migrazione stagionale delle greggi. Prendendo avvio dalla vasta conca aquilana, dominata dall’imponente mole del Gran Sasso, e percorrendo il lungo rettilineo dell’altopiano di Navelli (disseminato d’interessanti centri arroccati e di monumenti religiosi di grande rilievo e dove, un tempo, era fiorente la coltura dello zafferano) si giungeva, attraverso le pittoresche e strette gole di Popoli, alla Valle Peligna, abbracciata dai Monti del Morrone e dalle pendici occidentali della Maiella. Da qui una panoramica salita portava al solitario piano delle Cinquemiglia da dove, attraverso tortuosi e continui saliscendi, in un inconsueto scenario di alture montuose costellate di antichi paesi coronati da castelli, si giungeva alla parte più interessante del Molise, corrispondente al centro dell’antico Sannio. I percorsi individuati e proposti dalla “direttrice della transumanza e delle civiltà sannitiche” erano tre: la sezione L’Aquila–Centurelle del Tratturo L’Aquila–Foggia, la sezione Sulmona–Pietrabbondante del Tratturo Celano–Foggia e la sezione Alfedena–Sepino del Tratturo Pescasseroli–Candela. Un esempio delle iniziative avviate nel quadro degli ITC è il progetto speciale della Regione Abruzzo, previsto dal programma quinquennale per il Mezzogiorno, per la raccolta e la valorizzazione delle fonti della cultura pastorale. Il progetto si concretizza con l’allestimento curato dalla Soprintendenza regionale per gli Archivi, di una Mostra storico-documentaria sul tema “Tratturi: proposta di un itinerario” e nella produzione di un audiovisivo di supporto didattico dal titolo “Transumanza: i segni del tempo”. L’obiettivo è l’istituzione a Sulmona di una sede museale dedicata alla transumanza. Nel 1986, grazie a un finanziamento ex articolo 15 della Legge 41/1986, il Consorzio nazionale per lo studio e la valorizzazione dei beni culturali dell'ambiente avvia il progetto “Civiltà della transumanza e tratturi: recupero funzionale”. Sessanta giovani soci di cooperative molisane studiano i percorsi delle antiche vie della transumanza e lavorano su cinque direttrici: costituire una banca-dati delle aree archeologiche e dei beni

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mobili e immobili, realizzare una ricerca storica, effettuare il rilievo dei tratturi con il sistema tradizionale e con il sistema aerofotogrammetrico, creare una cartografia tematica, produrre un modello di fruizione di itinerari e beni censiti e un Parco laboratorio dei tratturi. Nella seconda metà degli anni Novanta parte il progetto dedicato a Le vie della transumanza. Gode del finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale (Programma Operativo Multiregionale 1995/1999 - Sviluppo e valorizzazione del turismo sostenibile nelle regioni dell’obiettivo 1 – Misura 3 – Itinerari culturali interregionali). Ne sono protagoniste le Regioni Abruzzo, Molise e Puglia. Si tratta di un progetto interregionale di recupero, tutela e valorizzazione del patrimonio tratturale che punta su due grandi scelte: il risanamento della fascia viaria e l’organizzazione di centri d’informazione. L’obiettivo fondamentale è quello di proporre un uso innovativo dei percorsi tratturali, esaltandone la valenza naturalistica, culturale e turistica-economica. Il Molise declina il progetto su cinque linee d’azione: la visibilità e l’evidenziazione dei tratturi (segnaletica, cartellonistica, restauro dei tracciati), la fruibilità turistica (aree attrezzate di sosta, punti di ristoro, ricettività, attrezzature per il turismo equestre ed escursionistico), il recupero e la valorizzazione dell’edilizia e dell’architettura tratturale, i centri d’informazione, la definizione degli itinerari e la promozione turistica. Abruzzo e Puglia puntano invece su una linea di documentazione museale dentro strutture di transumanza. Un esempio è il sottoprogetto relativo alla “Valorizzazione integrata dei beni culturali nelle fasce tratturali” che ha affidato alla gestione diretta di sei Comuni abruzzesi il recupero e la valorizzazione di edifici e di strutture significative destinate ad accogliere centri di documentazione (il Palazzo Frattura a Navelli, la Chiesa della Trinità a Barisciano, il Monastero di Santo Spirito a Lanciano, la Chiesa Madonna dei Pastori a Castel del Monte, la Chiesa di Santa Maria di Centurelle a Caporciano e l’area attrezzata di Settefonti a Prata d’Ansidonia). Il sottoprogetto abruzzese ha anche consentito la realizzazione e la posa in opera di 334 segnali turistici e la pubblicazione del volumetto “Abruzzo – le vie della transumanza”. Nel 2001, grazie al finanziamento del Cipe, prende avvio il progetto pilota Le vie materiali e immateriali della transumanza nel quadro più generale del Progetto "A.P.E. - Appennino Parco d’Europa. Capofila è la Regione Abruzzo, con il coinvolgimento delle Regioni Molise e Puglia. Il progetto vuole valorizzare le realtà territoriali e ricostituire il tessuto connettivo socio economico che dava vitalità a tutto il medio Appennino e che era legato al fenomeno della transumanza. La transumanza materiale ed immateriale dei nostri giorni vede come elementi necessari per i territori interessati le tecnologie ed i capitali, l’utilizzazione dei giacimenti storico-culturali, la crescita di specifiche professionalità locali, l’utilizzazione sinergica dei luoghi, la valorizzazione della rete di gestione delle aree protette, la tutela della naturalità e dei cicli e percorsi biologici.!Prevede il mantenimento, la tutela e la valorizzazione dei beni che sono alla base della crescita economica (qualità ambientale, paesaggistica, culturale), la nascita di stabili occasioni di lavoro, le nuove tecnologie dell'informazione, i servizi commerciali di prossimità, il turismo, la valorizzazione del patrimonio culturale, la gestione delle acque, la protezione e manutenzione degli spazi naturali.! Il progetto ha individuato quattro azioni strategiche che sembrano possedere le necessarie caratteristiche di emblematicità, di invarianza su tutto il territorio e di concretezza d’azione: il marketing d’area, gli sportelli informatici assistiti, gli spazi fisici e le reti di immobili funzionali e di beni architettonici, gli accessi materiali alle aree protette e

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ai parchi. Nel 2004-05 parte il Progetto europeo Tratturi e civiltà della transumanza: una rete culturale e ambientale europea. È promosso dalla Direzione per la protezione della natura del Ministero dell’ambiente e della tutela del Territorio ed è co-finanziato dal Programma “Cultura 2000” della Commissione europea. Ne sono protagoniste alcune Università, la "G. d’Annunzio" di Chieti-Pescara, la Cà Foscari di Venezia e l’Università di Valladolid (Spagna). Il progetto nasce dalla constatazione che dalla Spagna alla Francia, all’Italia fino ai paesi balcanici e all’Ungheria, i tratturi sono ancora rintracciabili nelle loro articolazioni di diversa lunghezza e importanza, e nella maggior parte dei casi, offrono anche prodotti della terra e dell’allevamento, cultura locale, architettura, diversità biologica e grandi valori ambientali e naturali, esprimendo, così, grandi occasioni di sviluppo locale sostenibile. Partendo da questa premessa l’obiettivo principale del progetto europeo si definisce nel valorizzare le connessioni culturali e naturali della rete tratturale italiana e degli altri paesi europei, al fine di identificare e veicolare i valori culturali, ambientali e antropici della civiltà della transumanza. Un progetto da cui possono trarre beneficio non soltanto i partecipanti direttamente coinvolti, ma specialmente le comunità locali, che debbono riscoprire questo patrimonio come propria identità e memoria, in grado di costituire elemento di successo anche in campo economico e sociale, e che, come primo risultato, ha già prodotto un museo virtuale della Civiltà della transumanza, basato su di un portale internet e un Cd-Rom interattivo, con documentari filmati, voli virtuali sulle "vias pecuarias" spagnole, censimenti delle vie della transumanza delle greggi e un filmato originale sulla transumanza in alcuni paesi europei. Negli ultimi anni sono stati avviati i lavori preparatori per candidare i Tratturi e la civiltà della transumanza al riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità. Secondo la Convenzione Unesco del 1972 i paesi riconoscono che i siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale che si trovano sul proprio territorio costituiscono un patrimonio “alla cui salvaguardia l’intera comunità internazionale è tenuta a partecipare”. La Convenzione rappresenta, quindi, un accordo, ratificato quasi universalmente, volto a garantire le risorse intellettuali e finanziarie necessarie per la salvaguardia dei siti della Lista del Patrimonio Mondiale. Nel caso dei Tratturi la proposta di riconoscimento è chiamata a identificare con chiarezza: i caratteri di eccezionalità, universalità e unicità che li rendono Patrimonio dell'Umanità; la trans-nazionalità del progetto con l’inclusione di realtà analoghe di altri paesi come, ad esempio, les chemins de la transhumance francese o le vias pecuarias spagnole; il territorio di riferimento e la definizione dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti interessati alla tutela del tratturo; la valorizzazione della rete tratturale come patrimonio storico, culturale, religioso, turistico e ambientale. Il valore turistico, culturale, sociale ed economico del progetto, le notevoli potenzialità di sviluppo delle aree interessate e la possibilità di definire strategie condivise per la promozione unitaria di un territorio, associata a un'ottica di auto-sostenibilità economica dell'iniziativa, hanno visto convergere l’interesse del Ministero dei beni e delle attività culturali con le sue strutture decentrate sul territorio (Direzioni regionali, Soprintendenze), delle Regioni, delle università e di una gamma di altri organismi pubblici e privati. L’iniziativa è scaturita dal progetto europeo di cooperazione transnazionale “La maratona della transumanza”, promosso dal Gal Molise e vedrebbe la Regione Molise nel ruolo di proponente. Il progetto “Le vie della transumanza” si è sviluppato sull’asse della transumanza del Lazio meridionale, seguendo idealmente i pastori che dalle montagne della Ciociaria si

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dirigevano durante il periodo invernale alla ricerca di verdi pascoli verso l’agro romano e l’agro pontino. !Si tratta di un progetto di cooperazione interterritoriale, co-finanziato nel 2007 dalla Regione Lazio e dal Programma comunitario Leader Plus (Asse 2) per lo sviluppo delle aree locali, e attuato dai Gruppi di azione locale (Gal) del versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo (con sede ad Alvito), Ernici e Simbruini (con sede a Vico nel Lazio) e Terre Pontine e Ciociare (con sede a Sabaudia). Diversi i risultati prodotti: un pacchetto turistico “trekking della transumanza”che ha individuato percorsi turistico-escursionistici; il festival della transumanza, basato su incontri di musiche e canti popolari e l’esposizione dei prodotti delle aziende; il video “Le vie della transumanza”; il sito web www.leviedellatransumanzapontineciociare.it/; il ripristino e valorizzazione di alcuni sentieri un tempo ed in parte ancora oggi percorsi dai greggi e dai pastori, al fine di renderli fruibili per gli escursionisti.