La terapia cognitivo-comportamentale · 2011. 1. 21. · comportamentale della persona. Gli stimoli...
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Dott.ssa Barbara Cocchi
La terapia cognitivo-comportamentale
del paziente alcolista
Ser.T di FerraraDott.ssa Barbara Cocchi
La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una psicoterapia sviluppata negli anni ’60 da A.T. Beck. È una terapia strutturata
(si articola secondo una struttura ben definita, benché non in maniera rigida, per assicurarne la massima efficacia), direttiva (il terapeuta istruisce il paziente ed assume attivamente il ruolo
di “consigliere esperto”), di breve durata (cambiamenti significativi sono attesi entro i primi sei mesi) ed orientata al
presente (è volta a risolvere i problemi attuali).Essa è finalizzata a modificare i pensieri distorti, le emozioni
disfunzionali e i comportamenti disadattivi del cliente, producendo la riduzione e l’eliminazione del sintomo e
apportando miglioramenti duraturi nel tempo.La TCC è un terapia adatta al trattamento individuale, di coppia
e in gruppo, e funziona a prescindere dal livello culturale, la condizione sociale e l’orientamento sessuale del paziente.
Dott.ssa Barbara Cocchi
TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
APPROCCIO COMPORTAMENTISTA APPROCCIO COGNITIVO
Paradigmi dell’apprendimento classico (Pavlov) e operante (Skinner)
Teoria dell’apprendimento sociale (Bandura)
Modello neo- comportamentale di Eynseck e Wolpe
Terapia razionale-emotiva di Ellis
Terapia cognitiva di Beck
Approccio COGNITIVO COSTRUTTIVISTA
Scienza cognitiva, Teoria dei costrutti personali di Kelly, Costruttivismo, Teoria
dell’attaccamento
Dott.ssa Barbara Cocchi
Il caso di AntonellaA. ha 54 anni, il padre è deceduto nel 1981 per un tumore e la madre vive sola da tempo in provincia di Ferrara.
E' l'ultima di 5 figli (3 femmine e 2 maschi); un fratello e duesorelle vivono a Torino, dove la sua famiglia ha vissuto per parecchi anni, hanno una famiglia e al momento sono già tutti pensionati; un solo fratello vive in provincia di Ferrara.
A. si è sposata in seconde nozze nel 1998 con un uomo egiziano di 56 anni che fa il cuoco.Ha una figlia di 34 anni, nata dal precedente matrimonio, che vive a Milano, ha una bambino ed è incinta del secondo figlio; A. si in prime nozze si sposa già incinta e il matrimonio dura qualche anno.
A. ha la licenza elementare e dopo avere lavorato come colf, dal1998 è casalinga.
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A. descrive il marito come aggressivo da sempre, per alcuni anniè stato anche violento fisicamente; lui è qui in Italia da molti anni ed è solo, in quanto i suoi familiari sono sparsi per l'Europa.Quando si sono conosciuti il marito aveva già dei problemi con l'alcol e A. inizia a bere nei primi tempi del matrimonio.Da diversi anni il marito è gravemente malato e costretto alla dialisi più volte alla settimana; da quando è ammalato ha smesso di bere.
Il rapporto con il marito, la madre e i fratelli è conflittuale, l'unica buona relazione è con la figlia, che però riesce a vedere raramente. Si deve occupare del marito e della madre e gli spostamenti a Milano sono complessi.
A. riferisce un problema con l’alcol da alcuni anni, non giornaliero, non continuativo ma discontinuo e correlato ai litigi col marito; racconta di aver fatto dei periodi senza bere quandovedeva poco il coniuge. Beve vino, in casa.
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MMPI-2 Il profilo narrativoL' equilibrio timico è nei limiti della norma; il tono dell' umore sembra stabile anche se sono possibili momenti di iperattività motoria.Mostra scarsa tolleranza alla frustrazione e tendenze oppositive nei confronti dell' ambiente. Tali tratti, talvolta, possono essere accompagnati da manifestazioni di ansia.Ha la tendenza ad evitare le situazioni di interazione sociale. Nel gruppo può talvolta agire in modo aggressivo, provocando meccanismi di controaggressivitàsociale nei suoi confronti.Sembra operare ad un buon livello di sicurezza: valuta se stesso in un modo apparentemente realistico senza dubitare delle proprie possibilità.Nella relazione interpersonale il soggetto si presenta disponibile ad interagire senza mettere in atto meccanismi improntati a particolare rigidità, anche se, solo nelle situazioni di particolare stress, può evidenziare una lieve tendenza verso atteggiamenti caratterizzati da formalismo.E' riscontrabile un' ideazione congrua ed aderente alla realtà: non sono presenti elementi disturbanti il contenuto del pensiero nè tantomeno particolari meccanismi difensivi dell' ansia che, dunque, non viene somatizzata.L' equilibrio emotivo pare abbastanza stabile: i meccanismi difensivi sembrano funzionare in modo sufficientemente adeguato.
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MMPI-2 Il codice di Welsh
(CODE-TYPE 40)
Il soggetto si presenta debole, sottomesso, evidenzia caratteristici sentimenti di fallimento, immobilità ed ambivalenza. Sono presenti tratti di inibizione, timidezza, di rigidità e la tendenza ad evitare la compagnia e le situazioni sociali in genere.Nel rapporto interpersonale si mostra infatti ostile ed irritabile evidenziando una marcata incapacità nel mantenere relazioni durature, strette e responsabili sia con i familiari che con amici.E’ un tipo di codice molto comune tra i soggetti che vivono difficoltàfamiliari e che fanno abuso di alcol e/ altre sostanze.
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COMPORTAMENTO
AMBIENTE, CIRCOSTANZE,
SITUAZIONE, EVENTO ESTERNO
O INTERNO
PENSIERI, RICORDI,
CONVINZIONIE IMMAGINI
STATI D’ANIMO ED EMOZIONI
CAMBIAMENTO
Il Ciclo del cambiamento in psicoterapia cognitivo-comportamentale
Center for Cognitive Therapy 1986
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I disturbi piI disturbi piùù spesso osservati in spesso osservati in psicoterapia si presentano in genere come psicoterapia si presentano in genere come rigido asservimento ad un rigido asservimento ad un circolo viziosocircolo vizioso
costituito dai sintomi e dai modi costituito dai sintomi e dai modi stereotipati, irrazionali e disadattivi per stereotipati, irrazionali e disadattivi per
reagire nei loro confronti. Non reagire nei loro confronti. Non èè poi poi importante come si spezza il circolo importante come si spezza il circolo
vizioso, ma spesso un cambiamento anche vizioso, ma spesso un cambiamento anche in un solo singolo elemento, può in un solo singolo elemento, può
condizionare un miglioramento a catena su condizionare un miglioramento a catena su altri aspettialtri aspetti..
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L’ASSESSMENTL’analisi funzionale: l’ABC
Conseguenze emotive e comportamentali
Consequences
Pensieri, percezioni, convinzioni, credenze, immagini, princìpi…
Belief Sistem
Eventi attivanti (interni ed esterni)
Activating Events
CBAMODELLO COGNITIVO-COMPORTAMTALE (Hellis)
•Osservative•Metacognitive (comprendere meccanismi di funzionamento, pensieri, emozioni)•Di Regolazione (distanziarsi dalle cose)•Di Anticipazione (prevedere e pianificare)•Di Autoefficacia (capacità di poter intervenire sugli eventi, senza esserne travolto)
Serve a sviluppare abilità:
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HOMEWORKAnalisi Funzionale - Scheda degli ABC
COMPORTAMENTOINTENSITA’EMOZIONIPENSIERISITUAZIONE ATTIVANTE
Descriva come si ècomportato/a
Da 1 a 5Descriva come si è sentito
Indichi quello che le è venuto in mente
Descriva brevemente la situazione in cui si trovava
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Analisi Funzionale per l’abuso di sostanze
CONSEGUENZE POSITIVE
CONSEGUENZE POSITIVE
COMPORTAMENTO
PENSIERI SENSAZIONI
SITUAZIONE ATTIVANTE
Che cosa èsuccesso di negativo?
Che cosa èsuccesso di positivo?
Che cosa ho fatto?
Che cosa ho pensato?Che cosa ho provato?
Che cosa mi ha spinto all’uso?
Jaffe et al.1998
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Riconosce il comportamento di abuso come un comportamento complesso appreso e mantenuto tramite i principi dell’apprendimento classico, il condizionamento operante, il modellamento (l’apprendimento sociale) , che
sono i pilastri teorici su cui si basa tale approccio.Un presupposto fondamentale della Terapia Cognitivo
Comportamentale è che i comportamenti disfunzionali sono in buona parte frutto di errati o mancati apprendimenti e
quindi possono essere corretti con tecniche ad hoc e riacquisiti in modo che essi siano funzionali alla vita della
persona.
L’approccio cognitivo comportamentale alle dipendenze
MODELLO COMPORTAMENTISTA
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ABUSO ALCOLICO COME COMPORTAMENTO APPRESOche si differenzia dal bere normale sulla base delle situazioni in
cui si manifesta, delle sue modalità, della quantità di alcol assunta e dei danni fisici, psicologici e sociali che determina (Sobell).
Il disturbo non viene suddiviso in varie forme o in stadi distinti, ma è analizzato all'interno di un continuum che va dal bere
normale al bere eccessivo. Quest'ultimo sarebbe appreso, come il bere normale, mediante
processi di condizionamento operante (Skinner)
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Apprendimento sociale(Albert Bandura)
Studia il ruolo del modellamento nell’apprendimento dei
comportamenti e delle emozioni
Autoefficacia percepita: facoltà di generare azioni mirate a determinati
scopi
Le persone acquisiscono nuove capacità osservando altri e
provando a loro volta
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Condizionamento classico(Pavlov)
L’abbinamento ripetuto di uno stimolo ad un altro può produrre una risposta attesa. L’abuso di alcol può essere associato a particolari luoghi, persone,
momenti o stati d’animo.
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Condizionamento operante(Skinner)
La probabilità che un evento venga compiuto dipende dalle conseguenze,
ricompense o punizioni (La Legge dell’Effetto di Thorndike)
Skinner la riformula nel PRINCIPIO DEL RINFORZO L’apprendimento è una contingenza a tre termini
•Stimolo discriminante
•Risposta comportamentale
•Stimolo rinforzatore
•Rinforzo positivo
•Rinforzo negativo
•Punizione
•EstinzioneDott.ssa Barbara Cocchi
I rinforzi aumentano sempre il comportamento:
RINFORZO: QUALSIASI EVENTO CHE AUMENTA LA
PROBABILITA’ DI UN EVENTO PRECEDENTE
RINFORZO POSITIVO: INTRODUCE (+) UNO
STIMOLO
RINFORZO NEGATIVO: TOGLIE (-) UNO
STIMOLO
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Condizionamento operante nell’abuso alcolicoSe in presenza di un determinato stimolo discriminativo il bere produce conseguenze rinforzanti, cioè instaura una condizione positiva o piacevole, oppure attenua una condizione negativa, in futuro la risposta di bere diventerà sempre piùfrequente, quando si presenterà lo stesso stimolo, e si stabilizzerà nel repertorio comportamentale della persona.Gli stimoli discriminativi per la risposta di bere possono essere di ordine situazionale(influenza del gruppo), sociale (solitudine), cognitiva (senso di colpa), emozionale (ansia), fisiologico (astinenza) e spesso volgono la funzione vera e propria di impulsi. (Conger, Ullman e Krasner, Bandura,Hunt e Azrin, Miller)
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Qualora le contingenze di rinforzo inizialmente responsabili del disturbo non siano più attive, l'alcolismo può persistere sulla base di altri meccanismi (instaurarsi
della dipendenza fisica).
Questi fattori di per sé non sono in grado di determinare il bere eccessivo, ma
entrano in gioco molti altri fattori (metabolici, di personalità, patologici,
sociali, ecc.)
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Come inizia a bere Antonella?Antonella racconta di avere iniziato a bere nei primi tempi del matrimonio.
L’alcol era presente in casa in modo massiccio e consumato regolarmente dal marito. Da bevitrice “adeguata” inizia consumarlo in maggiori quantità anche se
solo in alcune occasioni.
MODELLAMENTO
Antonella non apprezza il gusto del vino, ma apprezza le conseguenze del bere, ovvero si sente maggiormente “disinibita” sul piano della comunicazione e all’altezza delle situazioni. Ogni volta che beve diventa capace di esprimere le proprie idee, fare
valere le proprie ragioni in particolare con il marito. Bevendo cambia in modo positivo il suo modo di sentirsi: piu’ sicura di se’, meno timida, piu’ fiduciosa, piu’ forte…
Come inizia ad abusare di alcol?
CONDIZIONAMENTO OPERANTEDott.ssa Barbara Cocchi
ANTONELLA SI SENTE PIU’ SICURA DI SE’, MENO TIMIDA ED INIZIA A
RISPONDERE ALLE AGGRESSIONI VERBALI DEL MARITO
MAGGIORE ASSERTIVITA’
IL MARITO SI ARRABBIA PER IL MINIMO PRETESTO E DIVENTA
AGGRESSIVO
ANTONELLA FATICA A REAGIRE E ANCHE PER QUESTO SI SENTE OFFESA,
GIUDICATA NEGATIVAMENTE E SOPRAFFATTA
ANTONELLA BEVE
IL MARITO NON ACCETTA CHE ANTONELLA SI PERMETTA DI
“TENERLGLI TESTA”
RINFORZO
POSITIVO
PROCESSO DI APPRENDIMENTO
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ANTONELLA BEVE E SI SENTE PIU’SICURA DI SE’, E RIESCE A
FRONTEGGIARE LE AGGRESSIONI VERBALI DEL MARITO E GESTIRE LA
TENSIONE
ANTONELLA BEVE
CONDIZIONE DI TENSIONE FAMILIARE
IL MARITO NON ASCOLTA LA MOGLIE E NON DA’ IMPORTANZA ALLE SUE
PAROLE PERCHE’ “HA BEVUTO”; ANCHE GLI ALTRI FAMILIARI NON LA PRENDONO PIU’ IN CONSIDERAZIONE
E COMINCIANO AD OFFENDERLA.
ANTONELLA SI SENTE IN COLPA, NON ALL’ALTEZZA DELLE SITUAZIONI,
PROVA ANSIA E UNA GRANDE RABBIA NEI CONFRONTI DEI FAMILIARI
RINFORZONEGATIVO
PROCESSO DI MANTENIMENTO
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ANTONELLA BEVE
CONDIZIONE DI TENSIONE EMOTIVA: A. SI SENTE “INTRAPPOLATA” IN UNA
RELAZIONE CHE SI REGGE UNICAMENTE SUL SENSO DEL DOVERE.
E’ ARRABBIATA CON SE STESSA (SI SENTE UNA FALLITA E INCAPACE DI FARE
DELLE SCELTE)
E’ ARRABBIATA E RISENTITA CON IL MARITO CHE DA SEMPRE LA
MALTRATTA E NON LA “RICONOSCE”
SITUAZIONE DI TENSIONE FAMILIARE
ANTONELLA TROVA IL MODO DI ESPRIMERE LA RABBIA E IL
RISENTIMENTO
RINFORZOPOSITIVO
2° PROCESSO DI MANTENIMENTO
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Dott.ssa Barbara Cocchi
Negli anni il bere si è consolidato non solo come un “mezzo per fronteggiare” gli scontri con il marito, per sentirsi più assertiva e per gestire gli stati emozionali
quali l’ansia e la rabbia, ma come un comportamento di fuga dalle stesse situazioni.
In piu’ occasioni si presenta come un comportamento di evitamento, per cui Antonella inizia a bere non durante
le situazioni di conflitto, né dopo aver ricevuto critiche/offese, ma ancor prima di relazionarsi con il
marito e anche con altri familiari.
Il bere di Antonella al momento della richiesta di aiuto
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Riconosce nel comportamento di abuso ilruolo primario del pensiero, “primato cognitivo”. La teoria
cognitiva di Beck si basa sull’assunto generale che il sistema cognitivo (quindi l’insieme di credenze,
convinzioni e schemi) determini le reazioni emotive e quindi il comportamento degli individui. L’attenzione è
focalizzata quindi su come le persone organizzano la propria rappresentazione del mondo in strutture mentali
che forniscono significato. All’origine dei disturbi vi è, dunque, un modo distorto di pensare, che influenza in
modo negativo l’umore e il comportamento del paziente.
L’approccio cognitivo comportamentale alle dipendenze
MODELLO COGNITIVO
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Beck ipotizza un sistema costituito da tre livelli fondamentali, a partire da un livello più superficiale e facilmente accessibile alla coscienza:
PENSIERI AUTOMATICI NEGATIVI (PAN)Parole e immagini che popolano la nostra mente nella quotidianità.
Sono involontari, di struttura elementare, che compaiono automaticamente senza previa riflessione o ragionamento, quasi come
riflessi condizionati a certi eventi o stati d’animoAd un livello più profondo si trovano le CREDENZE (O BELIEFS)ovvero contenuti in forma preposizionale del tipo se…allora che
possono essere resi espliciti. Influenzano i nostri pensieri automatici e quindi i nostri comportamenti:
Ad un livello ancora più profondo troviamo infine gli SCHEMI, ovvero rappresentazioni consolidate che riguardano giudizi di valore relativi
ad aspetti rilevanti per l’individuo quali:•SU NOI STESSI
•SULLE ALTRE PERSONE •SULLA VITA IN GENERALE
• A.T. Beck (1976, 1983, 1987) Dott.ssa Barbara Cocchi
SCHEMI DISFUNZIONALI
Gli schemi, che si sviluppano nel corso della vita e attraverso le esperienze, possono venire o meno rinforzati
dall’ambiente circostante durante la crescita dell’individuo, fino a consolidarsi in schemi stabili. Gli
schemi hanno la prerogativa di sottendere di controllare i processi percettivi, di codifica e di valutazione degli
stimoli esterni. Gli schemi disfunzionali non sarebbero sempre qualitativamente diversi da quelli funzionali, ma
tenderebbero ad essere “esagerati” e “assoluti” nei contenuti, “rigidi” nella modalità di utilizzo e
applicazione.
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• Sono sempre stata la “pecora nera” della famiglia• Non sono mai stata capace di “farmi valere”• Sono un totale fallimento: mi sono scelta due mariti
sbagliati!• La mia famiglia (sorelle, madre, marito) pensa che io
non valga niente• E’ inutile che io parli, tanto nessuno mi ascolta• Non ho nessuna via d’uscita…solo bere!• Nella mia vita non c’è niente di gratificante…faccio
tutto solo per gli altri
I pensieri disfunzionali di Antonella
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Le distorsioni del pensiero
• PENSIERO DICOTOMICO• DEDUZIONE ARBITRARIA• IPERGENERALIZZAZIONE• ASTRAZIONE SELETTIVA• CATASTROFIZZAZIONE• MINIMIZZAZIONE• PERSONALIZZAZIONE
Si tratta di errori sistematici di attribuzione di significato, di errori ripetuti (bias), di una distorsione degli aspetti formali del pensiero
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Ristrutturazione cognitivaÈ l'insieme dei processi terapeutici che conducono alla modificazione di
convinzioni disfunzionali più o meno consapevoli, relative al mondo esterno e a se stessi. Questa tecnica è tra gli strumenti operativi principali
del trattamento cognitivo e consiste nell’esaminare le cognizioni del soggetto in riferimento ad un evento insieme con le conseguenti reazioni
emotive e comportamentali.
1. Questo pensiero corrisponde alla realtà obiettiva dei fatti?2. Questo modo di pensare serve a proteggere la mia vita?3. questo modo di pensare serve a farmi raggiungere i miei scopi presenti e futuri?4. Serve ad evitare le difficoltà che incontro con gli altri?5. serve a farmi sentire come desidero?6. Serve a farmi comportare come desidero?7. Quali prove esistono della veridicità del mio pensiero?8. Quali prove esistono della falsità del mio pensiero?9. Quali sono le cose peggiori che potrebbero capitare se fosse vero10. Quali sono le cose migliori che potrebbero capitare se fosse vero?11. Che probabilità ho che questo accada?12. Quali cose buone potrebbero capitarmi se gli eventi andassero nel modo in cui io penso dovrebbero andare?13. Sono davvero sicuro/che quello che penso non sia errato?14. Su 100 persone quante penserebbero nel mio stesso modo?15. Cosa direi ad una persona che pensasse quello che penso io?
Discussione dei Pensieri irrazionali
Dott.ssa Barbara Cocchi
Questionario sulle abitudini alcolichedi P. Michielin
Fornisce un’ampia gamma di antecedenti, modalità e conseguenze del bere, oltre che i pensieri disfunzionali
Dott.ssa Barbara Cocchi Dott.ssa Barbara Cocchi
Antonella: individuare e favorire la costruzione di RINFORZI all’astinenza
ANTONELLA NON BEVE
SPERIMENTA IL “SUCCESSO” E NON IL
“FALIMENTO”SMETTE DI SENTIRSI IN
COLPA PER IL SUO COMPORTAMENTO
PERCEPISCE UNA GENERALE RIPRESA
DEL CONTROLLO DELLA PROPRIA VITA
AUMENTO DELL’AUTOSTIMAATTEGGIAMENTO PIU’ ASSERTIVO
ASSENZA DI UN QUADRO PSICOPATLOGICO, BUONA DISPONIBILITA’ AL CAMBIAMENTO, SUFFICIENTE LIVELLO DI FUNZIONAMETO DI BASE
Dott.ssa Barbara Cocchi
L’approccio terapeuticoper Antonella
Intervento farmacologico con
sostitutivo: Alcover
Training assertivo e
potenziamento delle abilità
comunicative
Ristrutturazione cognitiva dei
pensieri disfunzionali su se stessi, i familiari e
il futuro
Training di abilitàdi coping e
problem solving Training di autostima
Riconoscimento e gestione delle
situazioni a rischio
Riconoscimento, espressione e gestione della
rabbia
Individuazione degli schemi di
rinforzo disfunzionali e
sostituzione con altri rinforzi
Aumentare la consapevolezza
rispetto alle modalità di abuso
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SITUAZIONE AD ALTO RISCHIO
Modello cognitivo-comportamentale della ricaduta(Marlatt, Gordon, 1985)
Risposta di coping
Aumento dell’autoeffi
cacia
Diminuzione della probabilità
della ricaduta
Mancanza di risposte di
coping
Diminuzione dell’autoefficacia
+
Aspettative positive circa gli
effetti della sostanza
Inizio dell’uso
della sostanza
Effetto di violazione
dell’astinenza
+
Effetti della sostanza
Aumento della probabilità di
ricaduta
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Dott.ssa Barbara Cocchi
Modello cognitivo dell’abuso di sostanze(Beck, Wright, Newman, Liese 1993)
Stimoli ad elevato rischio (interni ed
esterni)
Credenze fondamentali relative alle
droghe attivate
Pensieri automatici
Appetizionepatologica (craving) e
bisogno fisiologico di
sostanze (urges)
Uso continuativo o
ricaduta
Focus sulle strategie srumentali (azione)
Convinzioni facilitanti
(permesso)
Modello atto a spiegare e a concettualizzare i fenomeni del mantenimento dell’abuso e della ciclica tendenza alle ricadute. Il modello consente
d’individuare diversi “step” utili in cui intervenire per rompere le catene di eventi e circoli viziosi intrinseci.
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Nucleo delle sedute in terapia cognitivo-comportamentale
con il paziente alcolista
• Valutare le situazioni ad alto rischio• Fare fronte al craving ed al bisogno di bere• Gestire i pensieri sull’alcol• Problem solving• Abilità di rifiuto del bere• Pianificazione delle emergenze• Effetto della violazione dell’astinenza
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LA RELAPSE PREVENTION TERAPY (RPT)
E’ un espressione articolata dell’approccio cognitivo comportamentalecostituita al suo interno da molte tecniche interdipendenti; mira a
sviluppare nell’utente strategie di autocontrollo.Nata per gli alcolisti adesso è utilizzata per poliassuntori di sostanze
stupefacenti e per i dipendenti dal gioco d’azzardo in quanto entrambe le dipendenze sono caratterizzate da pattern comportamentali che,
benché disfunzionali, ottengono una ricompensa immediata (rinforzo).La RPT è un approccio psicoeducativo di autogestione che coniuga
training di abilità con interventi cognitivi mirati ad insegnare al paziente nuove risposte adattive, a modificare convinzioni e
aspettative maladattive perché distorte e a cambiare abitudini e stili di vita. La RPT è finalizzata a fornire al paziente le competenze per la gestione
attiva del craving attraverso tecniche comportamentali, cognitive che promuovono un cambiamento nello stile di vita attraverso la modificazione di
atteggiamenti convinzioni e comportamenti disfunzionali .
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Un passaggio importante nel processo di trattamento è la rilettura, insieme al paziente, delle ricadute come “occasione di
apprendimento”, una fase di transizione utile al cambiamento. Questa riconnotazione positiva della ricaduta consente al paziente di evitare il cd. Effetto AVE ( Astinence Violation Effect) ovvero le conseguenze cognitivo- affettive derivanti dalla violazione dell’astinenza, come il
conflitto interno, il senso di colpa e la vergogna.Il senso di fallimento che può derivare dalla ricaduta si può
accompagnare a pensieri disfunzionali del tipo”Non ce la farò mai”, “Ho compromesso tutto”, “Sono senza speranza”. Questo complesso processo di valutazione cognitiva assieme all’effetto rinforzante della
sostanza, sia a livello neurobiologico che cognitivo, portano facilmente al ritorno ad una condizione di dipendenza conclamata.
GESTIONE DELLA RICADUTA
Dott.ssa Barbara Cocchi
Inizialmente la persona viene addestrata ad individuare le situazioni ad alto rischio di ricaduta che sono suddivise in tre tipologie:
1. Situazioni stimolo esterne.2. Stati emotivi interni3. Entrambe
Per l’individuazione ed il fronteggiamento di queste situazioni vengono utilizzate prima l’analisi funzionale e in
seguito strategie adeguate di evitamento, esposizione e abilità di coping.
La RPT utilizza poi il diario del consumo e del craving come tecnica di automonitoraggio.
SITUAZIONI AD ALTO RISCHIO DI RICADUTA
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3%Stati emotivi positivi18%Pressioni sociali18%Conflitti interpersonali39%INTERPERSONALI11%Desiderio o bisogno9%Prova dell’autocontrollo-Stati emotivi positivi
3%Stati fisici negativi38%Stati emotivi negativi61%INTRAPERSONALI
ALCOLISTI (n°70)
SITUAZIONE DETERMINANTE
Da Marlatt e Gordon, 1980
Determinanti della ricaduta:le situazioni ad alto rischio
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Diario settimanale del consumo/craving
DOMENICA
SABATO
VENERDI
GIOVEDI
MERCOLEDI
MARTEDI
Cosa è accaduto, come mi sono sentito
Bevuto o noChe cosa ho fattoQual’era l’umoreIn cui si manifesta il craving
LUNEDI
RISULTATOBEVUTASTRATEGIAEMOZIONESITUAZIONEGIORNO
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IL CRAVING• Di solito è più intenso in fase iniziale• Può insorgere in ogni momento• È scatenato spesso da situazioni/stimoli• È limitato nel tempo• Condiziona pesantemente il soggetto• Non ha un incremento stabile• L’uso di alcol aumenta il craving
Fronteggiare il craving• Evitare i fattoti scatenanti• Attuare attività distraenti• Superare il bisogno impellente• Sfidare e modificare i pensieri
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Le strategie della RPT
•Individuare situazioni a rischio•Sviluppare modalità di coping •Identificare fattori predisponenti, facilitanti e di mantenimento
Le aree di contenuto della RPT•Assertività•Gestione dello stress•Training di rilassamento•Capacità di problem solving•Potenziamento delle capacità comunicative•Riconoscimento, espressione e gestione delle emozioni•Sviluppo di appropriate modalità comportamentali.