La Riforma Digitale per innovare l’Italia...E’ stato costruito da zero un “sistema di...

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Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie La Riforma Digitale per innovare l’Italia Consuntivo di legislatura 2001–2006 Linee guida legislatura 2006-2011 Roma, febbraio 2006

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Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie

La Riforma Digitale per innovare l’Italia

Consuntivo di legislatura 2001–2006 Linee guida legislatura 2006-2011

Roma, febbraio 2006

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INDICE INDICE.................................................................................................................................1 PREMESSA.........................................................................................................................2 LA RIFORMA DIGITALE IN SINTESI..................................................................................3 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO ......................................................................................5 POLITICHE DELLA LEGISLATURA 2001-2006 .................................................................8

1. Cittadini: la “i di informatica” ........................................................................................8 2. Pubblica Amministrazione: al via la riforma digitale...................................................11 3. I Grandi Sistemi Nazionali in Rete .............................................................................16 4. Imprese: una politica integrata per l’innovazione.......................................................17 5) Sud: Una politica per la Società dell’Informazione ....................................................20 6) Infrastrutture: le nuove autostrade digitali .................................................................21 7) Attività internazionali: un ruolo di guida per l’Italia.....................................................22

RISULTATI E VALUTAZIONI ............................................................................................24 1. Cittadini: il computer e internet entrano in casa.........................................................24 2. L’Italia, punto di riferimento per l’e-Government........................................................25 3. Le imprese entrano in rete.........................................................................................28

LINEE GUIDA PER LA PROSSIMA LEGISLATURA ........................................................29 1) La cultura dell’innovazione ........................................................................................30 2) Dalle infrastrutture ai contenuti digitali.......................................................................31 3) Pubblica Amministrazione digitale.............................................................................32 4) Sei Grandi Programmi Digitali ...................................................................................33 5) Impresa Italia .............................................................................................................34 6) Il Sud, motore dell’innovazione..................................................................................36 7) ICT Made in Italy .......................................................................................................37 8) Una dimensione internazionale per l’Italia.................................................................37

L’ITALIA CHE SARA’.........................................................................................................39

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PREMESSA

Le tecnologie digitali hanno un forte impatto sulla nostra vita. Promuovono nuovi

paradigmi economici e organizzativi; influenzano la crescita e la produttività del sistema

pubblico e privato; stimolano la riqualificazione, lo sviluppo tecnologico del settore

produttivo e cambiano i nostri stili di vita.

In Italia è maturata solo negli ultimi anni la consapevolezza di quanto l’innovazione e le

tecnologie siano importanti per la crescita e il benessere. Fino al 2001, questo tema non

rientrava nell’agenda dei governi italiani.

La “i di informatica” del programma della Casa delle Libertà è stata attuata durante questa

legislatura attraverso una politica ampia e coerente, volta a costruire le infrastrutture

digitali e a promuovere l’innovazione tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.

E’ stata costituita una nuova figura istituzionale, il Ministro per l’Innovazione e le

Tecnologie, che ha usato tutte le leve per diffondere e favorire l’innovazione, con una

politica integrata e di sistema, al fine di attivare un circolo virtuoso tra sviluppo del

contesto, stimolo della domanda e crescita dell’offerta.

La modernizzazione dell’Italia continuerà a essere al centro del programma della

prossima legislatura. L’innovazione e l’uso intelligente di nuovi strumenti e tecnologie

sono la base per la trasformazione dell’Italia, per la competitività dell’assetto industriale,

per una Pubblica Amministrazione efficiente e per un miglioramento complessivo della

qualità della vita dei cittadini.

Questo documento ha l’obiettivo di sintetizzare il bilancio della “Riforma Digitale per

innovare l’Italia”, promossa dal Governo in questa legislatura e di definire le prospettive e

le linee guida per la prossima.

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LA RIFORMA DIGITALE IN SINTESI

Periodo Principali iniziative ed evidenze

Da dove siamo partiti

L’ICT non era nell’agenda del Primo Ministro Nessuna politica industriale per l’ICT e l’innovazione Nessun coordinamento centrale delle politiche dell’innovazione Iniziative a macchia di leopardo, principalmente nella P.A. centrale, gestite da uffici ed enti diversi Limitata attenzione e integrazione delle iniziative di innovazione di enti locali, cittadini, imprese L’Italia era agli ultimi posti dell’Unione Europea per diffusione di PC, TV digitale, Internet, e larga

banda

UNA POLITICA PER L’INNOVAZIONE AL CENTRO DELL’AGENDA DEL GOVERNO Nasce il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie e una struttura di governance forte per

l’innovazione Definiti obiettivi ambiziosi per l’innovazione nelle imprese, cittadini, amministrazioni, infrastrutture Investiti 3,5 mld € aggiuntivi per l’innovazione, creando volano nell’indotto, generando valore e

risparmi Sviluppati nuovi processi, strumenti, servizi, norme, competenze, sistemi per avviare il cambiamento

CITTADINI: i di informatica

Avviata una grande campagna di alfabetizzazione informatica

Incentivi per l’acquisto di PC

Iniziative di formazione informatica

Strumenti e norme per la sicurezza e per la fiducia in internet

Ridotto il digital divide, anche nelle famiglie svantaggiate

Il 58% famiglie oggi ha un computer

P.A.: La rivoluzione del Codice Digitale

Al via il Codice Digitale: il cittadino ha diritto a essere servito telematicamente

Creati gli strumenti per rendere più efficiente la P.A.

Promosso l’ e-Government anche a livello locale: 134 grandi progetti al via – 86% già completati

Al via l’e-democracy

IMPRESE: ICT per innovare

Avviata una politica integrata per l’ innovazione digitale

I distretti diventano digitali

Nascono i Poli Tecnologici per sviluppare i settori del futuro

Finanziata l’ innovazione con risorse e fondi garanzia

Viene promosso il Venture Capital

Le imprese entrano in rete

INTERNAZIONALE: Italia attiva nell’e-Government

L’Italia partecipa allo sviluppo di Internet

L’Italia è un riferimento per l’e-Government in Europa

L’Italia guida la cooperazione internazionale per ridurre il digital divide (22 iniziative)

L’Italia è considerata un modello per le sue iniziative sull’ e-Government

2001-2006 Politiche e risultati

della

legislatura

INFRASTRUTTURE, GRANDI SISTEMI E SUD: un valore per la Società dell’Informazione Ogni Regione condivide un Accordo di Programma Quadro per la Società dell’Informazione, attivando investimenti per oltre un miliardo di euro

Forte spinta per lo sviluppo della Società dell’Informazione nel Sud, supportando: domanda, infrastrutture, contenuti e servizi

I Grandi Sistemi Nazionali entrano in rete: turismo, sanità, scuola, giustizia, beni culturali Al via il Sistema Pubblico di Connettività, l’Autostrada Digitale che connette tutte le amministrazioni Promosso lo sviluppo della banda larga, a partire dal Sud: 6,6 milioni di accessi nel 2005 (0,3 nel 2001)

Sviluppate anche le altre piattaforme: l’Italia è ai primi posti in Europa nell’UMTS e nella TV interattiva

L’Italia che sarà:

CONTINUARE LA RIFORMA DIGITALE, COLLABORANDO PER UN CAMBIAMENTO INTENSO DEL PAESE 1. Cultura dell’innovazione: dopo l’alfabetizzazione informatica, si avvierà una campagna per

promuovere l’innovazione in tutte le categorie, con il supporto di un osservatorio / think tank di esperti

2. Dalle infrastrutture ai contenuti digitali: verrà completata l’opera infrastrutturale e si punterà sui contenuti digitali per creare valore per cittadini ed imprese

3. P.A. digitale: si attuerà la riforma del Codice, per aumentare la produttività e servire meglio il cittadino, anticipando le sue esigenze; verranno razionalizzati e consolidati i processi grazie alle tecnologie

4. Sei Grandi Programmi Digitali: attuate ed estese le piattaforme digitali per Scuola, Sanità, Turismo, Beni Culturali, Logistica e Infomobilità, Giustizia e Sicurezza

5. Impresa Italia: si continuerà la politica integrata e di sistema per stimolare il Made in Italy, l’High-tech, i Servizi al fine di creare economie di rete e innovare l’offerta, con il supporto di una nuova

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finanza 6. Sud: opportunità per il cambiamento e l’innovazione dell’economia nazionale, attraverso un ruolo da

fornitore di servizi ad elevato valore aggiunto, e lo sviluppo di occupazione qualificata 7. ICT Made in Italy: rilancio dell’ICT italiano, per supportare il sistema industriale e sviluppare i Grandi

Programmi Digitali 8. Una dimensione internazionale per l’Italia: esportare le nostre competenze e punti di forza (es.

Grandi Programmi Digitali) e attirare investimenti esteri per l’innovazione

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IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Fino al 2001, l’Italia non presidiava le tecnologie ICT. Il Governo ha colmato questa carenza, istituendo un Ministro per le politiche dell’innovazione digitale.

Le tecnologie digitali hanno un ruolo primario nei processi di sviluppo economico e sociale. A partire dagli anni ’80 le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) hanno inciso sull’economia delle nazioni più sviluppate, al punto che:

il peso dell’ICT sul prodotto interno lordo mondiale è pari al 6%; questa percentuale è anche maggiore nelle economie più competitive e sovrasta quella di altre industrie tradizionali (la percentuale dell’industria automobilistica1 si ferma al 2,5%);

le tecnologie digitali sono diventate una leva per sviluppare gli altri settori dell’economia, grazie alla loro pervasività e integrabilità;

le tecnologie digitali hanno permesso alle organizzazioni pubbliche e private di far crescere la produttività, specie se il loro impiego si accompagna a interventi sui modelli organizzativi e sulla qualificazione del personale.

Oltre a stimolare le prospettive economiche, le tecnologie digitali cambiano gli stili di vita, aiutano a vivere meglio, aumentano la partecipazione sociale, facilitano il lavoro e incrementano il tempo da dedicare alla famiglia.

Il nostro Paese sconta alcune debolezze strutturali, che vengono da lontano, quali: alto debito pubblico, forte dipendenza dal petrolio in campo energetico, ridotta dimensione delle imprese, specializzazione in settori produttivi a bassa tecnologia. Ciononostante, l’Italia è riuscita a raggiungere benessere diffuso, fino a diventare protagonista tra le nazioni industrializzate, con la partecipazione al gruppo di testa dei Paesi avanzati. Tuttavia, la “crescita potenziale” del nostro Paese è scesa progressivamente negli ultimi 30 anni: negli anni ’70 era del 4%, negli anni ’80 era del 3%, a metà degli anni ’90 era dell’1,5%, per arrivare all’attuale 1,3%2. E’ adesso maturata la generale consapevolezza che l’innovazione è una tra le principali leve a disposizione del Paese e dell’Europa per far crescere e migliorare la produttività, sfidando il basso costo del lavoro e la spinta delle nuove economie3.

L’Italia ha accumulato un ritardo nell’ICT a partire dagli anni ’90, proprio quando è cresciuta l’intensità dell’utilizzo delle tecnologie digitali. L’attenzione dei governi precedenti per l’innovazione e le tecnologie è stata minima: non sono stati previsti investimenti mirati sul fronte industriale e del cittadino. L’innovazione della Pubblica Amministrazione era sporadica e delegata ad alcuni uffici centrali, senza alcun coordinamento. La mancanza di una visione organica e di un’adeguata struttura di governance, ha portato a un’innovazione a macchia di leopardo, con sprechi e duplicazioni degli investimenti pubblici.

1 Assinform/NetConsulting, Rapporto Assinform 2005, 2005 2 DPEF 2005 3 “Creating an Innovative Europe”, gennaio 2005

L’importanza dell’ innovazione

nell’economia moderna

Innovare è una necessità per

l’Italia

Da dove siamo partiti a inizio

legislatura

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Senza un programma per l’innovazione nell’agenda del Presidente del Consiglio, è mancata una politica industriale per l’ICT e le risorse economiche dedicate erano di fatto assenti. Il panorama lasciato dal precedente Governo non induceva all’ottimismo. Non era in corso di realizzazione alcuna significativa iniziativa. L’unica dotazione finanziaria ereditata per l’innovazione e le tecnologie nel 2001 è stata di 400 milioni di €, una quota una tantum e minoritaria (3%) dei proventi dell’asta per le frequenze UMTS. Questa politica del Governo precedente ha penalizzato il settore ICT, drenando ingenti risorse finanziarie, a scapito di futuri investimenti.

Il Governo Berlusconi ha ritenuto prioritario recuperare lo svantaggio tecnologico con gli altri Paesi, fino a far diventare l’Italia un modello di riferimento internazionale nel settore dell’innovazione. La scelta originale e coraggiosa è stata di delegare un Ministro per la definizione e la realizzazione delle politiche di innovazione digitale nella Pubblica Amministrazione e nel Paese: il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie. E’ stata sviluppata una politica unitaria e di sistema per l’innovazione italiana: cittadini, imprese, Pubblica Amministrazione centrale e locale sono tutti coinvolti nella costruzione del futuro italiano. E’ stata data una risposta in termini politici alla sfida dell’innovazione digitale, della competitività e della qualità della vita. Questa politica unitaria ha integrato trasversalmente le competenze sull’innovazione tecnologica, operando, in particolare, in collaborazione con i Ministeri della Funzione Pubblica, dell’Interno, delle Attività Produttive, dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e delle Comunicazioni. L’Italia è stato il primo Paese dell’Europa che si è dotato di un Ministro con competenze specifiche sull’argomento; questo esempio è stato seguito poi da altri governi europei.

E’ stato costruito da zero un “sistema di governo” per l’innovazione del Paese; un modello che ha adottato come metodo di lavoro la condivisione degli obiettivi, il coordinamento, la cooperazione nell’attuazione dei piani, il monitoraggio dei risultati. Si è data vita al Comitato dei Ministri per la Società dell'Informazione, per la definizione e realizzazione di una strategia coerente per lo sviluppo della Società dell'Informazione e delle politiche di settore. Sono stati costituiti il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e, per l’informatizzazione della P.A., il CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione). Queste due nuove strutture hanno razionalizzato e potenziato l’assetto organizzativo precedente. Per l’attuazione dei progetti è stata costituita una Società per Azioni, Innovazione Italia. Sono stati emessi atti di indirizzo quali linee guida, direttive, regole tecniche; le amministrazioni hanno partecipato a comitati tecnici a presidio di obiettivi specifici. Con Regioni ed enti locali, sono stati creati diversi luoghi di discussione paritetica, per l’attuazione delle politiche per l’innovazione sul territorio, fino alla costituenda Commissione Permanente per l’Innovazione Tecnologica presso la Conferenza Unificata. Con il mondo accademico, è stata sviluppata un’ampia consultazione e collaborazione. Con le associazioni d’impresa e le diverse espressioni della società civile, sono stati attivati tavoli tecnici per l’elaborazione di specifici piani e interventi. Questo evoluto modello di governance ha permesso, per la prima volta in Italia, di realizzare una politica a livello di sistema Paese, coerente, complessiva e integrata.

2001: nasce una politica per

l’innovazione

E’ stata costruita la Governance per

l’Innovazione

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Il valore di questo modello è stato sottolineato anche in sede europea: la ricerca “Beyond e-Government”, commissionata dalla Presidenza britannica dell’Unione Europea4, ha sottolineato che in Italia “è stata creata una struttura governativa di forte impatto per l’e-Government”. Grazie a questo presidio unico e forte, nella legislatura sono stati stanziati oltre 3,5 miliardi di € aggiuntivi per l’innovazione digitale, una cifra di quasi 9 volte superiore al lascito del precedente Governo. Alle risorse specifiche del Dipartimento, si devono aggiungere i budget ICT delle singole amministrazioni centrali, pari a 7,4 miliardi di € dedicati al settore per l’intera legislatura: questi investimenti sono stati nettamente superiori rispetto a quelli stanziati nel quadriennio 1997-20005. Queste iniziative hanno creato valore per lo Stato, generando un effetto moltiplicatore: i fondi del Dipartimento sono stati “volano di aggregazione” di fondi europei, risorse locali e investimenti privati.

L’industria italiana dell’ICT, pur se in un contesto di minor sviluppo rispetto alla seconda metà degli anni ’90, ha avuto una crescita superiore rispetto alla media europea: da fine 2000 al 2005, la crescita media annua è stata del 2,4%, contro l’1,3% dell’Europa6. Il risultato è da considerare positivo, nonostante l’effetto di alcuni anni difficili per il settore.

4 “Beyond e-Government”, Booz Allen Hamilton, novembre 2005 5 Dati Cnipa 2006 6 Netconsulting 2005

Il valore della Governance

3,5 mld € per l’Innovazione

La crescita dell’ICT in Italia

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POLITICHE DELLA LEGISLATURA 2001-2006

Sono state attuate politiche per l’alfabetizzazione informatica dei cittadini, per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, per l’innovazione nelle imprese, per lo sviluppo delle infrastrutture immateriali e per il sostegno alle attività internazionali

Il Governo ha identificato e presentato al Parlamento tre obiettivi principali: modernizzare il Paese attraverso la realizzazione di un nuovo modello di Stato

digitalizzato; favorire l’avvento dell’ “economia di rete” nelle imprese, dando sostegno

agli investimenti nell’ICT; disegnare una strategia di innovazione tecnologica per il Paese, basata su

una visione unitaria, articolata e con definite Politiche di Settore.

Per conseguire tali obiettivi, sono stati attivati programmi in sette grandi aree d’intervento: 1. Cittadini 2. Pubblica Amministrazione 3. Grandi Sistemi Nazionali 4. Imprese 5. Sud 6. Infrastrutture Digitali 7. Attività internazionali

1. Cittadini: la “i di informatica”

Il Governo ha sostenuto e accelerato la seconda, storica alfabetizzazione degli italiani: quella informatica

L’Italia del Novecento ha affrontato con caparbietà il problema dell’alfabetizzazione. Chi non sapeva leggere e scrivere era “tagliato fuori” dalla società civile. La sfida del nuovo secolo è l’ “alfabetizzazione digitale”, perché chi non sa usare il computer e le nuove tecnologie è in una situazione di svantaggio sociale. Nel 2000, solo una piccola minoranza di cittadini aveva accesso alle nuove tecnologie digitali. L’Italia era agli ultimi posti tra i Paesi sviluppati per diffusione di Personal Computer e livello di alfabetizzazione informatica. Il Governo, consapevole di questa esigenza, ha sostenuto e accelerato questa seconda alfabetizzazione della storia d’Italia, per rendere disponibili a tutti i vantaggi della cittadinanza digitale.

La seconda grande campagna di alfabetizzazione

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I progressi ottenuti durante la legislatura sono innegabili e devono incoraggiarci. Negli ultimi cinque anni la dotazione tecnologica degli italiani è raddoppiata. Oggi il 58% delle famiglie ha in casa un computer7 (sopra la media europea) e il 43% si collega a Internet. Queste percentuali erano la metà 5 anni fa, ben al di sotto della media europea. E’ da rimarcare, inoltre, che l’Italia negli ultimi cinque anni ha anche assunto una posizione di leadership in Europa nella diffusione di tutte le piattaforme di comunicazione digitali, quali la banda larga, la telefonia mobile di terza generazione e la televisione digitale interattiva.

Il Governo ha contribuito a questi risultati attraverso una politica organica e coerente basata su tre linee di azione:

diffusione e formazione all’uso del Personal Computer; inclusione e riduzione del divario digitale; fiducia e sicurezza come fattori abilitanti.

Il Governo ha aiutato i cittadini a dotarsi di un Personal Computer, con un programma che ha coinvolto tutte le categorie della popolazione, proponendo agevolazioni a studenti, a famiglie meno abbienti, a lavoratori del privato, a insegnanti e a dipendenti pubblici. E’ stato uno sforzo considerevole, che ha portato alla diffusione di oltre un milione di nuovi computer. Chi ancora non ha in casa un PC con connessione Internet, potrà utilizzare i 500 Punti e i 200 Centri di Accesso Pubblico8, in corso di costituzione, finanziati attraverso Accordi di Programma Quadro con le Regioni del Sud.

7 Federcomin, 2005 8 Lista disponibile sul sito www.innovazione.gov.it

Diffusione, formazione,

fiducia, nell’uso del PC

Aumenta la diffusione del PC

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Tabella 1: le iniziative per la diffusione dei computer PC nelle scuole: grazie alla collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, le scuole si sono dotate di circa 600.000 nuovi PC, raggiungendo il rapporto di 1 PC ogni 10 studenti, valore che supera la media europea (a inizio della legislatura il rapporto era di 1 a 28) – è stato attivato un contestuale intervento di formazione informatica dei docenti. PC ai giovani: dal 2003 l'iniziativa "Vola con Internet" offre ai sedicenni un bonus di 175 € per acquistare un PC collegabile a Internet. Sono oltre 200.000 i ragazzi nati tra il 1987 e il 1989 che hanno già utilizzato il bonus e a questi si stima che si aggiungeranno altri 100.000 ragazzi nati nel 1990. I ragazzi hanno diritto anche a un bonus di 100 € per conseguire un attestato di competenza informatica. Portatile agli universitari: con l’iniziativa “Un c@ppuccino per un PC”, gli studenti universitari hanno accesso a un prestito bancario a condizioni agevolate, garantito dallo Stato, per acquistare un PC portatile rimborsabile con 1 € al giorno, il prezzo di un cappuccino; chi è esente dal pagamento delle tasse universitarie, potrà anche godere di un bonus di 200 € PC alle famiglie: 143.000 famiglie, di cui due terzi al Sud, con un reddito complessivo non superiore a 15.000 €, hanno utilizzato nel 2004 e nel 2005 il bonus di 200 € per acquistare un computer; sono stati stanziati fondi per ripetere il programma nel 2006. PC ai docenti: dal 2004, i 900.000 docenti della Scuola Pubblica e dell’Università possono comprare a condizioni favorevoli un PC portatile. PC ai dipendenti pubblici: dal 2005, i dipendenti pubblici possono acquistare i PC a condizioni agevolate, usando le convenzioni del Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie. Computer a chi lavora nel settore privato: i dipendenti di imprese private possono acquistare i PC agli stessi prezzi negoziati dalla propria azienda con i fornitori (l. 80/2005, art. 7 c.3-ter).

In parallelo, sono state lanciate numerose iniziative per stimolare l’alfabetizzazione informatica, tra le quali:

l’insegnamento dell’informatica, previsto a partire dalla scuola primaria, così come previsto dalla riforma scolastica;

il finanziamento di 100 € per conseguire l’attestazione informatica per i sedicenni;

la messa a disposizione di video-corsi di auto-apprendimento gratuiti accessibili via Internet (Moduli di Auto-apprendimento Informatica Studenti, o MAIS9);

la trasmissione sulla televisione pubblica di corsi di informatica di base (“Non è m@i troppo tardi”);

la collaborazione con le Autonomie Locali per la formazione informatica dei cittadini anziani.

Il Governo ha lavorato per ridurre il ”divario digitale” ed evitare una nuova forma di emarginazione. Il già citato “PC alle famiglie” ha facilitato l’accesso delle famiglie meno abbienti a questo tipo di tecnologie. Particolare attenzione è stata rivolta a categorie sociali meno abituate all’utilizzo del PC, quali anziani e casalinghe. Queste categorie utilizzano principalmente la televisione quale mezzo di accesso all’informazione diffusa. Ecco perché l’iniziativa “Non è m@i troppo tardi”, svolta insieme alla Rai, ha utilizzato la televisione per avviare l’apprendimento dell’Informatica e stimolare l’uso di Internet. Il programma è stato trasmesso nel 2004 e nel 2005 e verrà riproposto nel 2006. 9 Accessibile dal sito www.innovazione.gov.it

Inclusione e riduzione del digital divide

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D’altro canto, il computer non è l’unico strumento utile per consentire alle persone di avere contatto con i servizi della Società dell’Informazione. Per raggiungere ampi bacini della popolazione, con strumenti più semplici ed economici, il Governo ha favorito la diffusione anche della televisione interattiva. Quasi 2 milioni di famiglie hanno potuto acquistare un ricevitore per la televisione digitale interattiva, con un buono sconto del valore di 150 € nel 2004 e di 75 € nel 2005. Tali ricevitori sono predisposti per l’utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi e per l’accesso in modo semplice e sicuro ai servizi di pubblica utilità. Sono stati stanziati 10 milioni di € per i servizi della Pubblica Amministrazione su televisione digitale (T-Government). Sempre nell’ambito delle iniziative per favorire l’inclusione, la “Legge sulla disabilità e la tecnologia informatica”10, promossa dal Ministro e approvata con il voto unanime di entrambi i rami del Parlamento, ha introdotto il diritto all’accesso in rete da parte delle persone disabili e ha promosso l’uso delle tecnologie digitali come strumento per una maggiore integrazione. Tale iniziativa ha permesso all’Italia di essere all’avanguardia in questo campo.

La fiducia è un fattore abilitante per l’economia di Rete e richiede un adeguato presidio della privacy e della sicurezza. In questo senso, sono state portate avanti numerose iniziative, tra le quali la creazione del “Codice di Autoregolamentazione Internet e Minori”, la firma digitale, campagne per l’uso consapevole di Internet, la Carta nazionale dei Servizi, la messa in sicurezza delle infrastrutture critiche, la Posta Elettronica Certificata e la direttiva sulla sicurezza informatica, il tutto nel rispetto della privacy per gli utenti e i cittadini.

2. Pubblica Amministrazione: al via la riforma digitale

Con l’approvazione del Codice dell’Amministrazione Digitale, è stata avviata una grande riforma: cittadini e imprese acquisiscono il diritto di essere serviti tramite soluzioni telematiche; gli uffici pubblici si riorganizzano grazie ai nuovi strumenti previsti dal Codice

I 75 articoli del “Codice dell’Amministrazione Digitale”, in vigore in dal 1° gennaio 2006, sono una nuova Costituzione Digitale, una vera e propria riforma per la Pubblica Amministrazione, che definisce nuovi diritti per cittadini e imprese, principi, obblighi, facoltà e prospettive per le amministrazioni. Il Codice ha messo in moto una rivoluzione copernicana, invertendo il rapporto con le amministrazioni: partendo dalle loro esigenze, cittadini e imprese hanno finalmente il diritto a essere serviti sempre e dovunque, anche da casa o dall’ufficio, grazie alle tecnologie digitali.

10 Legge 9 gennaio 2004, n.4

Fiducia e sicurezza

La rivoluzione copernicana del

Codice

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Tabella 2: i nuovi diritti per cittadini e imprese sanciti dal Codice dell’Amministrazione Digitale Diritto all’uso delle tecnologie: Cittadini e imprese hanno il diritto di usare le moderne tecnologie informatiche per tutti i rapporti con qualsiasi amministrazione dello Stato. Le amministrazioni e i gestori di pubblico servizio non potranno obbligare i cittadini a recarsi agli sportelli per presentare documenti cartacei, firmare fisicamente domande o istanze, fornire chiarimenti. Le P.A. devono rendere disponibile un canale digitale sicuro, certificato e con piena validità giuridica, che permetta il dialogo tramite il computer. Diritto all’accesso e invio di documenti digitali: I cittadini e le imprese hanno diritto ad accedere a tutti gli atti che li riguardano e di partecipare a tutti i procedimenti in cui sono coinvolti, tramite le moderne tecnologie telematiche. Le amministrazioni devono quindi organizzarsi per rendere disponibili agli interessati documenti, atti e procedimenti in modo sicuro e trasparente, in formato digitale. Diritto a effettuare qualsiasi pagamento in forma elettronica: I cittadini e le imprese hanno il diritto di effettuare in modo sicuro qualsiasi pagamento verso le Pubbliche Amministrazioni attraverso le tecnologie telematiche, senza passaggio materiale di denaro né tanto meno fare file in banca o alla posta. Diritto a ricevere qualsiasi comunicazione pubblica per e-mail: I cittadini e le imprese che ne fanno richiesta hanno diritto a ricevere tutte le comunicazioni dalle Pubbliche Amministrazioni via e-mail all’indirizzo che avranno dichiarato. La posta elettronica certificata dà certezza della data e ora della spedizione, della sua ricezione e della sua provenienza. Diritto alla qualità del servizio e alla misurazione della soddisfazione: I cittadini e le imprese hanno diritto a servizi pubblici di qualità e che rispondano alle loro reali esigenze. Le Pubbliche Amministrazioni devono organizzare i servizi in modo da verificare periodicamente la qualità e la soddisfazione dell’utenza. Diritto alla partecipazione: I cittadini hanno diritto di partecipare al processo democratico e di esercitare i diritti politici usufruendo delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Diritto a trovare on-line tutti i moduli e i formulari validi e aggiornati: I cittadini e le imprese hanno diritto a trovare in rete tutti i moduli, i formulari e tutti i documenti rilevanti per qualsiasi pratica verso le Pubbliche Amministrazioni.

Il Codice promuove la semplificazione e l’efficienza della P.A., attraverso l’integrazione telematica delle amministrazioni. Uno dei risultati è quello di eliminare la grande mole di certificazioni che ancora oggi viene richiesta a cittadini e imprese. Il Codice abilita l’accesso alle amministrazioni attraverso tutte le tecnologie digitali: il computer e, in prospettiva, la televisione e il telefonino, diventano uno “sportello pubblico digitale” sempre aperto. Grazie a questo nuovo paradigma, il cittadino e le imprese diventano più liberi, non devono spostarsi per volere dello Stato a proprie spese e si riappropriano di tempi sottratti al proprio lavoro, al tempo libero e alla famiglia.

Per realizzare la Pubblica Amministrazione digitale, è stata introdotta una molteplicità di strumenti, che sono la leva per una profonda riorganizzazione degli uffici pubblici, volta al miglioramento del servizio e della produttività.

La “cassetta degli attrezzi” per

trasformare la P.A.

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Tabella 3: la “cassetta degli attrezzi” per la P.A. digitale Sistema Pubblico di Connettività: un’ “Autostrada digitale”, che integra le reti telematiche statali, regionali e locali, assicurando sicurezza, qualità del servizio e standard di interoperabilità. Il Sistema Pubblico di Connettività è il più grande e complesso progetto nel campo delle telecomunicazioni mai attuato in Italia. La sua governance è condivisa tra la Pubblica Amministrazione Centrale, le Regioni e le Autonomie Locali. La gara è in fase di assegnazione e produrrà tra l’altro rilevanti economie. Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione: è integrata con il Sistema Pubblico di Connettività, collega 500 uffici dislocati in tutto il mondo e consentirà servizi evoluti, quali ad esempio il voto degli italiani all’estero e la comunicazione vocale via Internet. Carta Nazionale dei Servizi: creando uno standard unico nazionale per l’autenticazione del cittadino, consente l’accesso sicuro ai servizi digitali. Per il 2006 è prevista, in collaborazione con le Regioni, la diffusione complessiva di 20 milioni di carte intelligenti, una cifra che confermerà ulteriormente il ruolo dell’Italia come la nazione di punta in Europa per la diffusione di questa tecnologia. La Carta Nazionale dei Servizi e la Carta di Identità Elettronica, del tutto tra loro intercambiabili ai fini del servizio on-line, diventano l’equivalente del bancomat per gli istituti finanziari: uno strumento semplice e sicuro per “prelevare” servizi pubblici on-line. Firma Digitale: attribuisce valore giuridico a documenti informatici. Posta Elettronica Certificata: è una e-mail che garantisce ora e data di spedizione e di ricezione, provenienza (con una firma digitale) e integrità del contenuto. Questa applicazione è un’invenzione italiana; avrà effetti estremamente positivi per il funzionamento dello Stato: nel 2006, saranno attive almeno 20.000 caselle per la P.A., con rilevanti risparmi. Occorre sottolineare che oggi quasi tutti i lavoratori dello Stato utilizzano già la posta elettronica. All’inizio della legislatura erano solo un terzo. Protocollo Informatico: permette a tutte le Pubbliche Amministrazioni di gestire in modalità elettronica le pratiche: si elimina carta, tutto è più rapido e i controlli sono immediati. Una grande innovazione è stata l‘erogazione del servizio per tutte le amministrazioni da parte del CNIPA, con rilevanti vantaggi. Archiviazione Ottica: la disciplina dell’archiviazione ottica dei documenti, come fatture, ricevute e libri degli inventari, consentirà agli intermediari fiscali di eliminare gli archivi cartacei. Conferenza dei Servizi on line: grazie al Codice, qualsiasi procedimento pubblico può avvenire anche on-line, indicendo una “Conferenza dei Servizi on line”, che può coinvolgere enti diversi, evitando i ritardi e i costi dovuti ai viaggi. E-Procurement: la Pubblica Amministrazione acquista beni e servizi in rete, conseguendo obiettivi di efficienza, velocità e trasparenza. Grazie alla piattaforma sviluppata dal Ministero dell’Economia, attraverso la società Consip, circa 4.000 amministrazioni centrali e locali, Università, Aziende Ospedaliere e ASL, hanno già iniziato a utilizzare i servizi di acquisto in rete, con evidenti vantaggi per lo Stato. L’Italia è considerata oggi un caso di riferimento a livello internazionale nell’e-procurement.

La coesistenza della Carta d’Identità Elettronica (CIE) e della Carta Nazionale dei Servizi (CNS) è determinata dalla loro diversa velocità di diffusione. La CIE, più complessa e costosa, richiede per la sua completa distribuzione molti anni. Viceversa, la progressiva crescente disponibilità di servizi in rete ha reso necessaria la creazione della CNS, del tutto intercambiabile con la CIE, per procedere all’unificazione dei diversi sistemi di identificazione in rete, che altrimenti si sarebbero moltiplicati in attesa della CIE.

In parallelo, sono state emanate un insieme articolato di direttive per l’e-Government, che successivamente sono state integrate nel Codice Digitale.

Direttive per il cambiamento

Carta d’Identità Elettronica e

Carta Nazionale dei Servizi

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Tabella 4: principali direttive sulla Società dell’Informazione • Qualità dei servizi on line e misurazione della soddisfazione dell’utente • Impiego della posta elettronica nelle Pubbliche Amministrazioni • Digitalizzazione della P.A. • Firma digitale • Gestione informatica dei flussi documentali nelle pubbliche amministrazioni • Sviluppo e utilizzazione dei programmi informatici nella P.A. (open source) • E-learning nelle pubbliche amministrazioni • Sicurezza nelle P.A. • Conoscenza e uso dominio Internet ".gov.it" ed interazione con il portale www.italia.gov.it

Tra queste direttive è opportuno sottolineare l’importanza di quella relativa allo sviluppo e utilizzazione dei programmi informatici nella P.A., che obbliga le amministrazioni a considerare sempre l’utilizzo di software open source. Questa direttiva è stata il risultato di una apposita indagine conoscitiva, che ha permesso di valorizzare appieno le opportunità offerte da queste tecnologie.

E’ stato inoltre lanciato un programma di formazione per l’alta dirigenza dello Stato sull’innovazione tecnologica. E’ stato realizzato un Master in Management e Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, per i funzionari e dirigenti pubblici. Sono state avviate diverse iniziative di e-learning, a livello centrale e locale.

Sono stati investiti 1,3 miliardi di € per l’innovazione digitale delle pubbliche amministrazioni nella legislatura, in aggiunta ai fondi locali, europei e agli stanziamenti ordinari delle singole amministrazioni. Si tratta del più rilevante investimento tecnologico mai realizzato nella Pubblica Amministrazione per valore, capillarità territoriale e ampiezza di applicazioni. Il Governo ha trasformato le tecnologie digitali da “strumento” a “politica”, facendone una prioritaria risorsa per il sistema di “federalismo efficiente”. Tutte le amministrazioni centrali e oltre 4.000 amministrazioni regionali e locali hanno partecipato all’attuazione di questo processo di innovazione, che ha visto l’utilizzo integrato di strumenti normativi, tecnologici, amministrativi, organizzativi. In particolare, per la realizzazione del “federalismo efficiente”, con la collaborazione delle autonomie locali, è stato stabilito un metodo di lavoro per molti versi rivoluzionario nella P.A. italiana.

La politica per l’e-Government: il metodo e i servizi

La formazione nella P.A.

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Tabella 5: metodo per l’e-Government • Condivisione degli obiettivi da parte di tutti gli attori coinvolti • Rispetto dell’autonomia delle singole amministrazioni • Strumenti e strutture: Bandi, Accordi di Programma Quadro, Centri Regionali Competenza • Selettività nel finanziamento delle iniziative in funzione degli obiettivi • Co-finanziamento statale al massimo al 50% per stimolare gli investimenti locali • Aggregazione per la realizzazione dei progetti • Riuso delle applicazioni migliori • Monitoraggio ed erogazione dei finanziamenti solo a fronte degli stati di avanzamento • Misurazione della soddisfazione degli utenti • Comunicazione del programma e dei benefici

Il programma di e-Government locale si è articolato in due fasi. La prima fase relativa al periodo tra ottobre 2001 e aprile 2003, ha avuto l’obiettivo di stimolare progetti in modo selettivo e favorire la cooperazione con le amministrazioni, attraverso:

lo sviluppo di infrastrutture in Regioni e Province e di servizi per cittadini e imprese con aumento dell’efficienza nei Comuni;

la definizione di un quadro di riferimento tecnico, organizzativo e metodologico; la creazione di Centri Regionali di Competenza per assicurare il raccordo tra

Stato, Regioni ed enti locali.

Sono stati attivati e co-finanziati 134 grandi progetti, focalizzati sui servizi di maggiore rilevanza per il cittadino e le imprese e sulle infrastrutture; il programma ha un impatto su 20 milioni di cittadini, ed è stato completato all’86%. Secondo i piani questo valore crescerà al 95% a luglio 2006.

La seconda fase, dell’e-Government locale si sta focalizzando sulla capitalizzazione del lavoro svolto e sulla diffusione estensiva dei servizi prioritari, attraverso il metodo del riuso. Menzioni speciali meritano l’e-democracy, che ha definito un modello di cittadinanza digitale per la partecipazione attiva alla vita democratica e sociale e i Centri Servizi Territoriali, diretti a includere gli oltre 5.000 piccoli comuni nel processo di e-Government.

E’ opportuno inoltre ricordare che per la prima volta sono state introdotte delle innovazioni digitali rilevanti in tema di procedimenti elettorali. Con le europee del 2004 e le regionali del 2005 è stato sperimentato il ”conteggio informatizzato del voto”. Ciò porta a un’acquisizione immediata delle espressioni di voto, con la conseguente redazione dei verbali e la più rapida trasmissione agli organi preposti. Nelle politiche del 2006, verrà scrutinato elettronicamente il 20% dei voti e sarà sperimentata l’informatizzazione dei verbali di sezione.

Per mettere a fattor comune il grande lavoro svolto nell’e-Government, è stato lanciato il portale nazionale per i servizi al cittadino "www.italia.gov.it", che consente di raggiungere qualsiasi servizio on-line della Pubblica Amministrazione italiana. Il cittadino ha finalmente a disposizione un punto di riferimento unico per accedere ai servizi pubblici, indipendentemente da chi li eroga. Il portale, organizzato sulla base delle principali esigenze del cittadino, ha riscontrato

Le prima fase dell’ e-Government

locale

Le seconda fase dell’ e-Government locale

Il portale www.italia.gov.it

Lo scrutinio elettronico

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particolare successo, con 3 milioni di utenti nel 2005 (+43% rispetto al 2004) e 14 milioni di pagine viste (+25% rispetto al 2004)11.

In sintesi, è stato messo in moto un radicale processo di trasformazione della Pubblica Amministrazione, che permetterà di aumentare la produttività e ridurre i costi di funzionamento dello Stato (che raggiungono punte del 40% in alcuni uffici). Uno Stato che costa meno e lavora meglio creerà più ricchezza per l’Italia e permetterà di auto-finanziare le risorse necessarie per investire in infrastrutture, nuovi servizi e formazione.

3. I Grandi Sistemi Nazionali in Rete

Il Governo ha guidato lo sviluppo di grandi progetti di settore, che hanno visto il coinvolgimento della Pubblica Amministrazione centrale, degli enti locali e del privato.

Nel corso della legislatura sono stati sviluppati e messi in rete “Grandi Sistemi Nazionali” del Paese.

E’ stato realizzato un grande sforzo di modernizzazione delle scuole italiane attraverso l’introduzione dell’informatica dalla scuola primaria, il potenziamento della dotazione tecnologica in termini di computer e connettività, l’alfabetizzazione informatica diffusa degli insegnanti e lo sviluppo di contenuti digitali per una didattica innovativa. E’ stato inoltre finanziato lo sviluppo di “Biblioteche Digitali” scolastiche. E’ stata garantita la continuità didattica per i bambini ospedalizzati attraverso il progetto “Scuola in Ospedale”, che collega 65 reparti pediatrici con le scuole. A livello universitario, sono state costituite, certificate e rese paritarie le “Università telematiche a distanza”: adesso è possibile laurearsi via Internet.

Il programma “Salute Elettronica”, ha previsto un investimento di oltre 320 milioni di €. Il cuore del sistema della Salute Elettronica è il Fascicolo Sanitario Elettronico di ogni cittadino, perché gli eventi sanitari siano raccolti nell’arco di tutta la vita. La tessera sanitaria è il primo passo per assicurare la coerenza nella identificazione dei pazienti. Il programma condiviso dalle amministrazioni centrali e regionali ha messo in rete tutti i medici di medicina generale del Sud; ha reso disponibili centri servizi di prenotazione on-line anche interregionali; ha inoltre diffuso la firma digitale per circa la metà degli operatori sanitari regionali, al fine di garantire prescrizioni e refertazioni elettroniche; infine, sono stati avviati programmi di prevenzione attiva su 12 Regioni italiane.

Molte Regioni hanno già promosso l’incontro in rete tra la domanda e l’offerta con la costituzione della “Borsa Continua Nazionale del Lavoro”, strumento qualificante della riforma Biagi: grazie all’uso delle tecnologie è cambiato il modo di trovare lavoro.

Si è positivamente conclusa la sperimentazione relativa al processo civile telematico, condotta da sette Tribunali e si può quindi procedere alla sua diffusione

11 Cnipa

Scuola

Lavoro

Salute

Giustizia

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sul territorio nazionale. Inoltre, è finalmente possibile trasmettere telematicamente gli atti giudiziari, come decreti ingiuntivi e atti di Tribunali, tra Giustizia e Agenzia delle Entrate. Oltre 1 milione e mezzo di comunicazioni all’anno vengono smaterializzati, riducendo i tempi medi di trasmissione da 8 mesi a 15 giorni. Infine, il progetto “Notizie di Reato” consente la trasmissione telematica tra gli organi di polizia e l’autorità giudiziaria con rilevanti risparmi in termini di tempi e costi.

Nell’ambito della sicurezza, è stato lanciato un progetto per la creazione del “numero unico” di gestione delle chiamate d’emergenza, in ottemperanza alle direttive europee12. Il 112 diventerà l’unico numero per le emergenze, coordinando l’azione di Carabinieri, Polizia di Stato, Soccorso Sanitario, Vigili del Fuoco. E’ stato inoltre attivato il servizio on-line della Polizia che consente anche di fare segnalazioni e denuncie o ricevere informazioni su temi come passaporti, immigrazione, minori. Il Governo ha anche affrontato il tema dell’immigrazione e asilo, attraverso l’istituzione di uno Sportello Unico per l’immigrazione, che integra i sistemi informativi dei Ministeri competenti.

Il turismo è un settore chiave del Paese, rappresenta il 12% del PIL e occupa oltre 1,5 milioni di italiani. Internet sta diventando un canale fondamentale per l’informazione e l’organizzazione di viaggi. Sono stati investiti 45 milioni di € per la costituzione di una piattaforma digitale per l’aggregazione delle amministrazioni centrali, regionali, locali e delle imprese e la creazione in rete dei contenuti relativi all’offerta turistica, culturale, paesaggistica e dei prodotti tipici del Paese. Il portale nazionale del turismo, www.italia.it sarà disponibile in italiano e inglese e gradualmente anche in francese, tedesco, cinese, russo, giapponese e spagnolo: sarà la “vetrina digitale” del nostro Paese nel mondo.

4. Imprese: una politica integrata per l’innovazione

Il Governo ha avviato una politica integrata per lo sviluppo di un nuovo assetto industriale, che aiuta le imprese del Made in Italy, dell’High Tech, dell’ICT con interventi su contesto, domanda, offerta, finanza

Solo facendo sistema le aziende italiane possono confrontarsi con le grandi imprese globali e con l’impetuosa crescita delle economie asiatiche. Il Governo ha usato tutte le leve per favorire l’innovazione, intervenendo con una politica integrata e di sistema al fine di attivare un circolo virtuoso tra sviluppo del contesto, stimolo della domanda, sviluppo dell’offerta. Attraverso l’azione contemporanea di strumenti regolamentari, economici, infrastrutturali e culturali, si è messo in moto un cambiamento della struttura del sistema economico italiano, utile per rilanciare le produzioni tradizionali e per primeggiare nei settori del futuro.

E’ stato predisposto il “Piano per l’Innovazione Digitale nelle Imprese”, che ha stimolato la diffusione delle tecnologie tramite diverse leve: agevolazioni fiscali,

12 CEE 2002/22/CE

Una politica integrata per l’innovazione

Sicurezza

Turismo

Il Piano per l’Innovazione Digitale nelle

Imprese

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misure di sostegno alla creazione di imprese innovative, interventi di comunicazione e formazione, norme sui finanziamenti agevolati. A questo proposito, nel 2004 i Commissari europei Bolkestein e Busquin hanno espresso il loro apprezzamento per le iniziative di innovazione digitale nelle imprese in Italia. Al riguardo, il Commissario Bolkestein ha scritto: “Questo è il tipo di piano strategico che dobbiamo ricevere dagli Stati membri se vogliamo fare dell’Unione Europea l’economia della conoscenza più dinamica e competitiva del mondo”. Il commissario europeo Busquin ha definito il piano “un chiaro esempio del tipo di governo della Ricerca che è oramai necessario in Europa”. Il piano è stato diffuso dal Commissario Bolkestein ai servizi europei che si occupano di commercio elettronico, di proprietà intellettuale e industriale.

Le produzioni manifatturiere tradizionali e del “Made in Italy” sono state sostenute attraverso una maggiore integrazione di filiera, grazie alle tecnologie digitali. Questo approccio ha permesso di potenziare ed estendere il modello di distretto, favorendo l’integrazione in rete. Attraverso agevolazioni, per un complessivo di risorse pari a 382 milioni di €, le imprese si sono integrate maggiormente e hanno messo a fattor comune le proprie competenze.

Nelle produzioni ad alta tecnologia, il Governo ha lavorato per far nascere dei “poli di competitività” nei settori del futuro, in analogia con il sistema francese. Con uno stanziamento di 360 milioni di €, è stata promossa la realizzazione di poli ad alto contenuto tecnologico: raggruppamenti di grandi imprese con le piccole aziende dell’indotto e con le università, con programmi di sviluppo di prodotti ad alta tecnologia e ritorno industriale a breve-medio termine.

Sono stati promossi due strumenti finanziari fondamentali per la promozione dell’innovazione nel Paese: un fondo di garanzia per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e un fondo di Venture Capital per la partecipazione al capitale di rischio delle nuove aziende innovative. Il “Fondo Centrale di Garanzia” ha una dotazione di 140 milioni di €, destinata a innescare investimenti in innovazione digitale per almeno 2,8 miliardi di € da parte delle imprese. Questa iniziativa permette di farsi finanziare investimenti immateriali dalle banche, superando i limiti imposti da “Basilea 2”. E’ stato rilanciato il “Venture Capital” per le imprese e start-up ad alta tecnologia, colmando una lacuna storica del sistema finanziario italiano, attraverso un fondo dotato di 100 milioni di €; il meccanismo ideato e le risorse messe a disposizione spingono i fondi di Venture Capital a investire di più nelle imprese hi-tech di nuova costituzione, aumentando la propensione al rischio.

Una finanza per l’innovazione

I Distretti e Filiere Digitali

Poli Tecnologici

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Tabella 6: risorse e progetti per l’Innovazione Digitale nelle Imprese AGEVOLAZIONI ALLE IMPRESE Agevolazioni per poli di competitività e innovazione di processo in distretti e filiere digitali: 360 milioni di € per la promozione dei poli tecnologici; 270 milioni di € per l’innovazione dei processi e l’integrazione di distretti e filiere; 112 milioni di € a fondo perduto per l’innovazione di processo di filiera e-Commerce: 225 milioni di € di agevolazioni per favorire il commercio elettronico. Agevolazioni per programmi di ricerca per soluzioni ICT: 35 milioni di € per programmi di ricerca e sviluppo di soluzioni ICT per la reingegnerizzazione dei processi della logistica all’interno di distretti e filiere. CREDITO AGEVOLATO Fondo di Garanzia: 140 milioni di € per favorire l’ accesso al credito bancario delle piccole e medie imprese per investimenti in innovazione digitale. Consente di effettuare investimenti per almeno 2,8 miliardi di €. PARTECIPAZIONE AL CAPITALE DI RISCHIO Venture Capital: 100 milioni di € per l’istituzione del fondo di partecipazione al capitale di rischio per la nascita e lo sviluppo di piccole e medie imprese ad alta tecnologia nel Sud; lo Stato co-investe al 50% insieme ai fondi privati. FINANZIAMENTO DI PROGETTI DELLE ASSOCIAZIONI Formazione nelle imprese: insieme alle associazioni d’impresa, sono state avviate iniziative di formazione per la cultura dell’innovazione negli imprenditori nei settori industria e commercio. Innovazione delle micro-imprese: in accordo con alcune associazioni nazionali d’impresa, sono stati finanziati programmi di innovazione e trasferimento tecnologico destinati alle micro-imprese avendo come priorità i settori dell’agricoltura e dell’artigianato.

Anche grazie a queste iniziative, nel corso della legislatura, le imprese hanno compreso meglio il valore dell’ICT: la quasi totalità delle aziende è oramai collegata in rete, per interagire meglio con la Pubblica Amministrazione, con i propri clienti e con i partner. La crescita del portale del Governo per le imprese, “www.impresa.gov.it”, testimonia le potenzialità della rete per le aziende: gli adempimenti verso Camere di Commercio, INPS e INAIL sono oggi possibili on-line. Nei primi undici mesi di funzionamento del portale si sono registrati oltre 200.000 accessi13. In alcune città (Pordenone) è stato realizzato uno Sportello Unico digitale per le imprese che include tutti i servizi e grazie alla strategia sul riuso potrà essere adottato in tutte le realtà locali. Anche la Firma Digitale ha avuto accettazione nel mondo delle aziende e dei professionisti e ha cambiato il paradigma di rapporto tra Pubblica Amministrazione e imprese. L’Italia è al primo posto in Europa, con 2,1 milioni di dispositivi di firma già diffusi.

13 Cnipa

Le imprese entrano in rete

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5) Sud: Una politica per la Società dell’Informazione

Per la prima volta, un governo ha promosso una politica per l’innovazione digitale nel Sud

Si è attuata una politica per l’innovazione in ogni singola Regione, attraverso la sottoscrizione di Accordi di Programma Quadro per la Società dell’Informazione. Gran parte di questi finanziamenti sono stati destinati al Sud, con uno stanziamento complessivo di oltre 900 milioni di euro.

GOVERNOUE, RE-

GIONALI E LOCALI

TOTALE

Il distretto del “turismo termale”: tra tradizione e tecnologia (programma "Territori di Eccellenza" del Sud)Servizi integrati catastale e geografici per il monitoraggio amministrativo del territorio Centro Servizi sul Turismo CulturaleSviluppo competitivo delle aziende del distretto dell’imbottito (programma "Territori di Eccellenza" del Sud)Centri di Accesso Pubblico ai Servizi Digitali AvanzatiServizi di telemedicina avanzataAgroalimentare biologico: potenziamento delle infrastrutture tecnologiche per la connettività tra imprese e mercato (programma "Territori di Eccellenza" del Sud)Rete dei Medici di Medicina Generale Diffusione della Società dell'Informazione nelle piccole e medie imprese e-EnterpriseRealizzazione metadistretto regionale del settore dell’ICT (programma "Territori di Eccellenza" del Sud)Distretti digitali a supporto della filiera produttiva del tessile-abbigliamento nel SudCentri di Accesso Pubblico a Servizi Digitali Avanzati Processo di sviluppo e consolidamento di reti d’imprese promuovendo la connettività e l’infrastrutturazione digitale (programma "Territori di Eccellenza" del Sud)Sistema di vigilanza ambientaleInfrastruttura Wireless Regionale e Centro SicurezzaInnovazione di prodotto e di processo del distretto calzaturiero attraverso l‘ICT ("Territori di Eccellenza" del Sud)ICT per rinnovare il vantaggio competitivo della componentistica auto barese ("Territori di Eccellenza" del Sud)Rete di accesso al sistema sanitario regionale Polo eccellenza per la ricerca post-genomica e per la sperimentazione medicina personalizzata ("Territori di Eccellenza" del Sud)Servizi di telemedicina specializzata Centri di Accesso Pubblico ai Servizi Digitali AvanzatiMedicina rigenerativa: dalla ricerca all'impresa attraverso le tecnologie ICT; ICT per l’Etna Valley: rafforzare la rete di PMI; Innovazione e sviluppo imprenditoriale a partire dalla ricerca in ambiente marino e ittico (programmi "Territori di Eccelenza" del Sud)Distretti digitali a supporto della filiera produttiva del tessile-abbigliamento nel SudRete dei Medici di Medicina Generale

TOTALE SUD 651 261 912

Tabella 7: Accordi Programma Quadro nelle Regioni Obiettivo 1 (Sud inclusi Abruzzo e Molise)

93,4

BASILICATA 48,1 17,5 65,6

ABRUZZO 71,4 22,0

CALABRIA 41,3 32,4 73,6

27,3 5,6 32,9

151,7CAMPANIA 73,9 77,8

244,4

SARDEGNA 100,8 14,8 115,6

134,8

MOLISE

SICILIA 185,9 58,5

PUGLIA 101,9 32,9

Regioni e Province Autonome

STANZIAMENTI (milioni di euro)

ALCUNI ESEMPI DI PROGETTI PROMOSSI DAGLI APQ

Sono stati stanziati anche 240 milioni di euro per le Regioni del Centro-Nord. Il totale complessivo dei finanziamenti relativi agli Accordi Quadro di Programma è stato di 1.150 milioni di euro, di cui 790 milioni finanziati dal Governo e 360 milioni erogati da fondi comunitari, regionali e locali.

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GOVERNO UE, RE- GIONALI E

LOCALI TOTALE

Progetti di Rete

Rete privata a banda larga per la P.A. e attivazione di relativi servizi infrastrutturali nel basso ferrarese

Portale della ScuolaServizi per il Portale della SanitàAvvio della nuova Carta Regionale dei ServiziServizi informatici per l'Area Sociale e l'assistenza a categorie svantaggiate Rete dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta Servizi di telemedicina specializzataTerza età e welfare nella Società dell'Informazione in Liguria Carta regionale dei servizi per la terza etàCarta regionale dei servizi per la terza età

Attivazione dei Sistemi informativi di comunicazione telematica degli Enti Locali e creazione di reti locali a banda larga (SISCoTEL e Centri di Servizio Territoriale) Rete wireless Comunità Montane Arco AlpinoArchitettura Comunale di Rete Orientata ai Servizi Sociali Distribuzione della Carta servizi per i cittadini integrata con CIE e CNS Realizzazione del sistema di posta certificataProgetto per lo sviluppo del telelavoroInterventi per la diffusione della banda larga nelle aree marginaliProgettazione e realizzazione infrastruttura tecnologica di interscambio Progetto cablatura banda largaPotenziamento della infrastruttura provinciale di telecomunicazione a banda larga nelle aree sottoutilizzateRealizzazione del sistema di interoperabilità e la coooperazione applicativa tra Regioni e Province autonomeSviluppo dei servizi di e-Government nei piccoli comuni, singoli o associati, e nelle comunità montaneCentri montani per la diffusione della società dell'informazione e per il telelavoro Servizi telematici in larga banda per i piccoli comuni e le comunità montane Digitalizzazione mappe ecografico catastaliRealizzazione rete di stazioni permamenti GPS/GNSS Interoperabilità dei sistemi di protocollo e dei sistemi di posta elettronica certificata Rete Unitaria per la Pubblica Amministrazione Regionale - Infrastrutture e Centro Servizi Interoperabilità e Cooperazione Applicativa tra le Regioni

Progetto per la realizzazione del Centro Sviluppo Servizi Territoriali del Veneto Intervento per l'estensione del progetto My Portal alle Comunità Montane del Bellunese

TOTALE CENTRO-NORD 137 101 238

TOTALE ITALIA 788 362 1.150

Tabella 8: Accordi Programma Quadro nelle Regioni del Centro -N d

21,4

10,6 5,1

LOMBARDIA 14,4

MARCHE

PIEMONTE 18,1

ALCUNI ESEMPI DI PROGETTI PROMOSSI DAGLI APQ

26,7

FRIULI VENEZIA GIULIA

BOLZANO (Provincia Autonoma) 1,0

5,0 6,1

LAZIO 18,0 44,2

STANZIAMENTI (milioni di euro)

14,3 0,9

UMBRIA

2,5

3,7

26,2

2,3 3,3

14,5

6,0

3,5

13,6

9,5

15,6

32,8

30,0

3,3

15,2

11,9

VENETO VALLE D'AOSTA

35,8

13,0

2,6

0,8

0,9

TRENTO (Provincia Autonoma) TOSCANA

10,8

Regioni e Province Autonome

EMILIA ROMAGNA 19,5

LIGURIA

2,2 1,7

9,9

Altre iniziative promosse nel Sud hanno riguardato progetti nel campo della salute, per riqualificare l’offerta sanitaria e ridurre la mobilità interregionale, attraverso il collegamento delle strutture del Sud con i centri di eccellenza del Servizio Sanitario Nazionale per servizi di telepatologia, teleconsulto e telediagnosi. Sono state collegate anche 21 isole minori negli arcipelaghi del Mediterraneo. Sono stati promossi programmi per la integrazione e formazione a distanza per gli operatori sanitari del Sud, attraverso lo sviluppo di infrastrutture e contenuti. Per le pubbliche Amministrazioni del Sud, si segnala il programma per la costituzione di Centri Territoriali per l’aggregazione dei processi di acquisto grazie all’ e-procurement.

6) Infrastrutture: le nuove autostrade digitali

In questi 5 anni, il Governo ha investito per diffondere le infrastrutture immateriali. L’Italia è diventata una tra le nazioni con la maggiore penetrazione delle piattaforme digitali

Nel 2000, l’Italia era agli ultimi posti in Europa nella diffusione di banda larga fissa e wireless. Negli ultimi cinque anni, si è assistito a una crescita, unica in Europa, di tutte le piattaforme digitali.

Nuove politiche per l’ICT nel Sud

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Tabella 9: Crescita delle piattaforme digitali in Italia Banda larga: l’Italia è al quarto posto in Europa (nel 2002 era tra il settimo e l’ottavo posto)14. La crescita italiana nell’ultimo biennio è stata la seconda in Europa, passando da una diffusione di 0,3 milioni di fine 2001 a 6,6 milioni di utenze a fine 2005; la copertura ADSL della popolazione è passata da meno del 60% del 2001 all’88% di fine 200515. Televisione interattiva: a gennaio 200616, con 7,9 milioni di ricevitori televisivi interattivi (digitale terrestre, satellite, IP-TV), l’Italia è diventata il secondo Paese in Europa per diffusione di questa tecnologia, quadruplicando in soli quattro anni la penetrazione della TV digitale. L’Italia è stata la prima nazione in Europa a lanciare la IP-TV via fibra ottica ed oggi è la prima nazione nella diffusione della televisione gratuita interattiva, con 4,1 milioni di ricevitori per la TV digitale terrestre. UMTS: l’Italia è la prima in Europa, per un totale di 8,7 milioni di abbonamenti a fine 2005 (nel 2003 erano 350.000)17.

Questi elementi sottolineano la posizione di leadership assunta in Europa dall’Italia per l’introduzione delle piattaforme digitali.

Nel novembre 2001, a pochi mesi dall’insediamento di questo Governo, una task-force ha definito le “Linee Guida del Piano Nazionale per la diffusione e lo sviluppo della Larga Banda”, che hanno promosso le seguenti aree di intervento:

Sostegno alla domanda pubblica e privata: bonus per il finanziamento dei nuovi collegamenti in larga banda per le famiglie e le imprese e collegamento in rete delle pubbliche amministrazioni su tutto il territorio nazionale. Un esempio è dato dalle scuole italiane, tutte dotate di accesso ad Internet e connesse alla larga banda nell’86% dei casi (nel 2002 erano solo il 20%)18.

Sviluppo di infrastrutture attraverso la realizzazione di cavidotti per le reti locali nelle aree dove i ritorni economici non sono sufficienti per attirare l’iniziativa privata; l’88% della popolazione italiana è adesso raggiungibile dalla banda larga.

Sostegno ai contenuti e servizi in rete: per questa finalità sono stati promossi interventi significativi in aree strategiche, come la telemedicina e l’e-Government. Inoltre, stiamo avviando lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali attraverso un innovativo progetto di formazione e didattica multimediale nelle scuole, in linea con le migliori esperienze internazionali.

7) Attività internazionali: un ruolo di guida per l’Italia

Per la prima volta, l’Italia ha avuto un ruolo di partecipazione attiva alle politiche internazionali della Società dell’Informazione.

L’Italia si è posta l’obiettivo di diventare un referente internazionale nel campo dell’ICT e dei Servizi della Società dell’Informazione. Ciò è stato possibile grazie alla costituzione di uno staff, attivo sia in ambito europeo, che nella cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo. 14 Osservatorio DIT, Federcomin su dati Nielsen/NetRatings – IDC riferiti ai primi due trimestri dell’anno 15 Osservatorio Larga Banda, Between 16 GfK, Sky Italia, Fastweb, analisi Booz Allen Hamilton 17 Osservatorio DIT – Federcomin su dati Nielsen / NetRatings - IDC 18 Osservatorio DIT – Federcomin su dati Nielsen / NetRatings - IDC

Il bisogno di nuove infrastrutture

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L’Italia ha progressivamente assunto un ruolo propulsivo nei tavoli internazionali in cui si formano le politiche di Internet, come accaduto nel primo e nel secondo vertice dell’ONU sulla Società dell’Informazione (World Summit dell’Information Society di Ginevra 2003 e Tunisi 2005). Nel semestre di presidenza europeo, l’Italia ha avuto un ruolo proattivo e di coordinamento nelle politiche dell’e-Government, come evidenziato dai risultati della “Conferenza Europea sull’e-Government” svoltasi a Cernobbio nel 2003.

Il nostro Paese ha inoltre affermato il suo ruolo di laboratorio e la sua propulsività nell’e-Government, nell’ambito dell’ iniziativa “e-Government per lo Sviluppo”, che è stata promossa dal G8 di luglio 2001 con l’obiettivo di realizzare applicazioni nelle Pubbliche Amministrazioni dei Paesi in via di sviluppo per favorire una più veloce crescita economica e democratica. In questo ambito sono in corso di realizzazione, in collaborazione con Nazioni Unite e Banca Mondiale, 22 progetti di e-Government in 16 Paesi. Il valore commerciale dei progetti per lo Sviluppo è di circa 100 milioni di €.

Tabella 10: Progetti attivati nell’ambito dell’iniziativa ‘e-Goverment per lo Sviluppo‘ Albania: e-Accounting, Rete di Governo Bolivia: e-Procurement Caraibi: e-Justice Giordania: e-Procurement, e-Accounting Honduras: Rete di Governo Iraq: Rete di Governo (fase1 e fase 2) Libano: e-Procurement Ex Repub. Jugoslava di Macedonia: e-Taxation Marocco: e-Procurement Mozambico: Rete di Governo, Catasto (LIMS) Nigeria: e-Accounting, e-Statistics Panama: e-Payment Saint Lucia: e-Accounting Saint Vincent e Granadine: e-Accounting Tunisia: e-Procurement Uruguay: e-Taxation

A livello europeo ed internazionale, mai come ora l’Italia è intervenuta “a monte” sulla formazione del pensiero e quindi sui meccanismi decisionali in merito ai temi della Società dell’Informazione, dell’e-Government, dell’e-democracy.

Attenzione ai paesi in via di sviluppo

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RISULTATI E VALUTAZIONI

L’Italia in questi anni è riuscita a ridurre o colmare il divario rispetto alla media europea nella Società dell’Informazione

Le rilevazioni italiane e internazionali sottolineano i risultati positivi ottenuti dal Governo nelle aree di intervento della legislatura:

1) Cittadini e infrastrutture di accesso; 2) Pubblica Amministrazione; 3) Imprese.

1. Cittadini: il computer e internet entrano in casa

Le indagini di mercato hanno rilevato un aumento nell’uso del personal computer e di Internet sul posto di lavoro e a casa. Secondo i dati del 2005:

il 58% delle famiglie ha un computer; nel 2000 era il 37%19; il 43% delle famiglie ha accesso a Internet; nel 2001 era il 18%20; il 65% dei navigatori usa la banda larga: nel 2005 si è registrato il sorpasso

rispetto alla banda stretta21.

Inoltre, è stato raggiunto il rapporto di 1 PC ogni 10 studenti, valore che supera la media europea (a inizio della legislatura il rapporto era di 1 a 28). Aumenta, l’uso di Internet da parte dei singoli cittadini. Di questi, 11 milioni si collegano alla rete almeno una volta a settimana e 5-6 milioni tutti i giorni. Il bacino potenziale di utenti raggiungibile è stimato in 26 milioni. La crescita degli ultimi 5 anni, è stata maggiore nel Sud e nella fascia degli adulti da 35 a 74 anni22. Un ulteriore dato che testimonia l’interesse alla navigazione degli italiani è l’aumento dell’offerta di siti Internet italiani. L’Italia è il primo Paese europeo per numero di “host” (siti) Internet e per la crescita tra il 2001 e il 200423. Gli host a giugno 2005 erano circa 10 milioni, contro 213 milioni degli Stati Uniti e 21 milioni del Giappone. Gli host Internet italiani come percentuale sul totale mondiale erano circa l’1,5% nel 2001; nel 2004 la quota è raddoppiata al 3%. Le ricerche rilevano un cambiamento nei comportamenti digitali: accanto alla posta elettronica e ai motori ricerca, è aumentata la fruizione delle notizie on-line, dei servizi pubblici, dei servizi bancari, degli acquisti in rete e delle applicazioni come le telefonate via Internet.

19 Federcomin, E-family, 2001 20 Federcomin, E-family, 2001 21 Osservatorio DIT, Federcomin su dati Nielsen / NetRatings - IDC 22 ISTAT, famiglie e società, 2005 23 Hostcount

Crescono PC e Internet

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L’introduzione delle smart card, strumento chiave per garantire la sicurezza delle transazioni e la privacy, non ha avuto paragoni rispetto al contesto europeo. In Italia sono state distribuite circa 13 milioni di smart card (CNS, CIE, firma digitale), ossia “carte intelligenti” per accedere a servizi della Pubblica Amministrazione24. Al 2005, tutti gli altri Stati europei considerati assieme hanno emesso appena 1,8 milioni di carte; l’Italia si colloca quindi al primo posto nell’Unione come sviluppo e diffusione di questa nuova tecnologia. Il dispositivo per la firma digitale è stato emesso in 2,1 milioni di esemplari: l’Italia è il primo Paese in Europa per numero di carte per la firma digitale.

In questa legislatura l’Italia ha fatto passi da gigante nella crescita di tutte le piattaforme digitali a banda larga (fibra ottica e ADSL, TV terrestre e satellitare, UMTS), pur non ancora arrivando a una copertura dell’intero territorio italiano. La banda larga ha avuto grande successo: a fine 2005 in Italia erano attivi 6,6 milioni di accessi (di cui 5 milioni relativi all’utenza domestica)25, contro gli 0,3 nel 2001 (0,1 a fine 2000); le famiglie possono accedere all’ADSL con velocità elevate; a breve saranno disponibili anche a livello domestico accessi fino a 20 megabit per secondo- Nel corso degli ultimi tre anni, l’Italia ha inoltre vissuto una rapida crescita della piattaforma di accesso mobile UMTS, che a fine 200526 ha raggiunto gli 8,7 milioni di utenze, utilizzabili anche per l’accesso ai servizi e a Internet veloce in mobilità. Questo valore conferma il ruolo di avanguardia dell’Italia nella telefonia mobile. L’Italia è tra i primi Paesi al mondo per la diffusione della televisione digitale interattiva, tecnologia di accesso dedicata alle famiglie, in grado di garantire servizi interattivi, pubblici e privati, semplici, di semplice utilizzo. Sommando i dati di penetrazione del digitale terrestre, satellite e della TV su IP, a gennaio 2006, le famiglie italiane hanno acquisito 7,9 milioni27 di ricevitori per la televisione digitale interattiva, contro i soli 2 milioni del 2001, quadruplicando un indicatore che vedeva l’Italia agli ultimi posti nell’Unione Europea nella televisione digitale.

2. L’Italia, punto di riferimento per l’e-Government Numerosi report e istituti hanno confermato la qualità del lavoro e il ruolo assunto nell’e-Government dall’Italia. Il report “Beyond E-government” commissionato dalla Commissione Europea e presentato nel novembre 200528 ha evidenziato che l’Italia in questi anni ha recuperato il gap con gli altri Paesi industrializzati, grazie a una struttura di governance forte, a un rapido sviluppo delle infrastrutture e a policy mirate. Secondo il report, l’Italia ha evidenziato numerosi casi di eccellenza, tra cui il Sistema Pubblico di Connettività, il progetto Carta Nazionale dei Servizi e la sua applicazione in Lombardia nel sistema socio-sanitario, il modello di e-procurement, , il Fisco Online, le iniziative nella Scuola.

24 Card Technology, 2005 25 Osservatorio Banda Larga Between 26 Osservatorio DIT – Federcomin su dati Nielsen / NetRating - IDC 27 Elaborazione dati GfK, Sky Italia, Fastweb 28 Beyond E-Government, Booz Allen Hamilton – Insead, 2005

Aumenta la sicurezza

Il successo della banda larga e

delle altre piattaforme

Cresce la considerazione

per l’Italia

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L’Italia è diventata un punto di riferimento nell’ e-Government anche secondo un rapporto Nomisma del 200529, in base al quale “l’implementazione del programma di e-Government da parte del governo prosegue con una forte determinazione e in coerenza con gli obiettivi fissati, supportato da un’efficace politica comunicativa in Italia e in Europa, che fa riscuotere un notevole successo al caso italiano nei ranking e nei centri decisionali delle politiche di eGovernment dell’Unione Europea.” Uno studio dell’Unione Europea30 ha rilevato che dal 2001 al 2005 l’Italia è salita dal dodicesimo all’ottavo posto per la sofisticazione dei servizi pubblici on-line. Dieci servizi sui venti di riferimento sono totalmente disponibili via Internet; in media, le attività di riferimento sono disponibili on line per il 53%, contro una media europea del 46%

La visita ai siti della Pubblica Amministrazione sta diventando un elemento costante nel comportamento degli utenti Internet italiani. Nel quarto trimestre 2005, 13,5 milioni di navigatori (64 su 100) hanno visitato un sito della Pubblica Amministrazione31: il più alto valore tra i maggiori Paesi europei, di dieci punti percentuali superiore rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La qualità dei siti della Pubblica Amministrazione è confermata da un’indagine32 che ha rilevato che il 60% degli utilizzatori Internet intervistati è “abbastanza” o “molto” soddisfatto dell’attuale offerta di servizi on-line della Pubblica Amministrazione e solo una ridotta percentuale (15%) si dichiara “poco” o “per nulla” soddisfatta. E’ interessante osservare che, in base ai dati dell’ultimo trimestre del 2005, il 64% dei navigatori italiani ha visitato siti delle Pubbliche Amministrazioni. Questa statistica è in linea con i risultati della Francia e superiore rispettivamente di 10 e 20 punti percentuali del corrispondente dato nel Regno Unito e in Germania. Nella classifica per categorie tematiche dei siti Web, risulta che i siti della P.A. italiana sono al settimo posto per interesse, mentre in Germania, Regno Unito e Francia, i siti pubblici si posizionano al 13° e 14° posto33.

La Pubblica Amministrazione sta cambiando anche al suo interno, tramite l’impiego sempre più frequente di procedure e strumenti elettronici. Nel 2005 vi è stato un incremento del 33% (da 26.083 del 2003 a 34.570 del 2005) del numero di certificati di firma digitali rilasciati dal CNIPA. Le amministrazioni con maggior incremento sono state l’Agenzia delle Entrate, l’ENAC, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e i Carabinieri34. Nella Pubblica Amministrazione, il 61% delle istituzioni è collegato in banda larga, con una punta di eccellenza tra le strutture sanitarie e la scuola (85% e 86%). La percentuale di documenti protocollati elettronicamente è del 6% nel 2002, del 43% nel 2003, del 66% ad agosto 200535. E’ stato predisposto un “Indice P.A.” accessibile in rete, che contiene gli indirizzi e-mail di 1800 amministrazioni centrali e locali36. 29 Rapporto Nomisma, Tecnologie dell’informazione e imprese, 2005 30 Unione Europea, Internet based Interaction with Businesses and Citizens, 2005 31 Nielsen Netratings, 2006 32 Nielsen/NetRatings, Giugno 2005 33 AudiWeb/Nielsen-NetRatings 2005 34 Nielsen 2005 35 Cnipa 36 Cnipa, gennaio 2006

L’e-Government è a disposizione di

tutti

La P.A. ha avviato il cambiamento dei

processi

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Sono stati perseguiti tutti gli obiettivi sull’e-Government definiti all’inizio della legislatura in modo preciso, misurabile e trasparente.

Tabella 11: obiettivi di legislatura relativi all’e-government

Obiettivi legislatura Risultati37

1. Tutti i servizi ‘prioritari’ disponibili on-line

Il 61% dei servizi prioritari della Pubblica amministrazione centrale è totalmente disponibile.

Stato avanzamento dei 134 progetti sull’e-Government (fase 1) focalizzati sui servizi prioritari attuato all’86% a fine 2005

Entro la fine della legislatura questa percentuale sarà il 95%

2. 30 milioni di Carte di Identità Elettroniche e Carte Nazionali dei Servizi distribuite

13 milioni di carte intelligenti (CIE, CNS, firma digitale) emesse a fine 2005

Primi in Europa in questa tecnologia Nel 2006, è prevista la distribuzione complessiva di 20 milioni di Carte Nazionali dei Servizi e Carte d’Identità Elettroniche

Sono state distribuite o sono in corso di distribuzione nelle rimanenti Regioni le Tessere Sanitarie che consentono l’identificazione digitale del paziente

3. 1 milione di firme digitali diffuse entro il 2003

2,1 milioni di firme digitali in circolazione al 2005 35.000 distribuite ai dipendenti nella P.A. centrale Primi in Europa in questa tecnologia

4. 50% della spesa per beni e servizi tramite e-Procurement

Circa il 60% delle pubbliche amministrazioni centrali usa l’e-procurement

5. Tutta la posta interna alla Pubblica Amministrazione via e-mail

Il 90% dei dipendenti della Pubblica Amministrazione ha la posta elettronica

Introdotta la Posta Elettronica Certificata 6. Tutti gli impegni e mandati di

pagamento gestiti on-line 24 milioni tra mandati e impegni di pagamento on-line nelle amministrazioni centrali.

Nelle amministrazioni locali si sta introducendo l’ordinativo informatico

7. Alfabetizzazione certificata di tutti i dipendenti pubblici eleggibili

Il 90% dei dipendenti usa correntemente il PC; Negli ultimi tre anni 1 dipendente su due ha ricevuto formazione, per complessive 800.000 giornate lavorative

8. 1/3 della formazione erogata via e-learning

Attivata scuola virtuale della PA Emessa una specifica Direttiva in materia Dati non disponibili

9. 2/3 degli uffici della Pubblica Amministrazione con accesso on-line all’iter delle pratiche da parte dei cittadini

Il 66% dei documenti (agosto 2005) è protocollato elettronicamente

20 amministrazioni centrali (tra cui agenzie fiscali ed enti di previdenza) hanno un call center attivo

10. Tutti gli uffici che erogano servizi dotati di un sistema per la soddisfazione dell’utente

Ad agosto 2005 il 52% degli uffici eroga servizi al pubblico misurando la customer satisfaction

Introdotta la rilevazione anche per i servizi on line

37 CNIPA

Gli obiettivi di legislatura

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3. Le imprese entrano in rete L’intero comparto ICT italiano nell’ultimo quinquennio 2000-2005 è cresciuto in Italia con un tasso medio composto annuo del 2,4% a fronte dell’1,3% dell’Europa a 1538. Il settore delle imprese ICT ha, inoltre, dimostrato dinamicità ed espansione, pur in un contesto di limitata domanda interna. Nel 2001 le aziende ICT erano 93.110. Nel 2004 erano 99.452 (+6,5%)39, con un trend in crescita confermato anche per il 2004-2005.

Le aziende italiane, anche quelle più piccole, oramai dispongono delle tecnologie di base e stanno innovando i processi interni. Nel 2005 oltre il 60% delle imprese italiane con 3 o più addetti ha un proprio sito Internet, di cui il 17% consente il commercio elettronico40. Oltre il 70% delle aziende con accesso a Internet (dai liberi professionisti alle grandi imprese) ha un collegamento a banda larga, dato che pone il nostro Paese al secondo posto in Europa dopo la Germania41. Tutte le aziende italiane con più di dieci addetti utilizzano il Personal Computer e hanno una connessione a Internet, rispetto al 77% del 200142. Tra queste, al 2005, il 93% utilizza la posta elettronica, il 96% dispone di Internet, il 56% possiede un proprio sito Web, il 32% connette i computer con reti Intranet e il 13% con quelle Extranet43. Il 35% delle grandi aziende utilizzano l’e-learning44. Cambiano anche le modalità con le quali le imprese s’interfacciano con il mercato. Il peso del commercio elettronico cresce nel fatturato delle imprese italiane: dal 3% del 2003 si è passati al 6% del 200445. Un esempio del grado di innovazione raggiunto nel Paese negli ultimi anni nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese è rappresentato dagli studi notarili46:

99% dei notai connessi con la Pubblica Amministrazione e fra loro; 4 giorni: tempo medio di iscrizione di una società al Registro delle imprese con

l’attuale collegamento telematico. Nel 2000 il tempo medio era di 150 giorni; 680.000: iscrizioni telematiche al Registro delle imprese effettuate nel 2005; 5,2 milioni: visure catastali telematiche nel 2005; 8,5 milioni: visure telematiche in conservatoria nel 2005; 1,8 milioni: atti immobiliari registrati telematicamente nel 2005.

38 Netconsulting 39 Osservatorio permanente sulla società dell’Informazione, 2005 40 Osservatorio sulla banda larga, Between 41 Federcomin 42 Istat, Seconda rilevazione annuale sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nelle imprese, 2002 43 Istat, L’uso delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nelle imprese, dicembre 2005 44 Federcomin 45 Federcomin, Osservatorio semestrale della Società dell’Informazione, Novembre 2005 46 “Il Sole-24-Ore” del 13 febbraio 2006.

Il mercato ICT

Le imprese e l’ICT

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LINEE GUIDA PER LA PROSSIMA LEGISLATURA

Nella prossima legislatura verrà data continuità alla riforma digitale e, in collaborazione con tutti gli attori dell’innovazione, si lavorerà per un cambiamento intenso

La politica per l’innovazione digitale italiana è nata con il Governo Berlusconi. L’Italia della Casa delle Libertà è stata tra i primi Paesi in Europa a comprendere la centralità dell’Innovazione tecnologica. Abbiamo creato una struttura di governo al massimo livello politico: con l’istituzione del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, il Governo ha lavorato per rendere l’Italia più moderna e innovativa. Il percorso intrapreso ha già iniziato a dare risultati e ha la potenzialità per progredire anche nelle prossime legislature, se attuato con coerenza, sostenendo le trasformazioni già in atto. Le tre caratteristiche alla base delle linee guida per la prossima legislatura sono:

• la continuità della “riforma”; • la cooperazione tra tutti gli attori dell’innovazione; • l’intensità del cambiamento.

L’impegno è quello di portare a piena attuazione la “Riforma Digitale” già avviata. Quanto realizzato negli anni passati è un patrimonio che esprimerà il suo intero potenziale nei prossimi anni, grazie alla continuità. La nostra squadra ha lavorato su temi nuovi, pensando al futuro e collaborando con le istituzioni, i cittadini e le imprese. Abbiamo creato basi solide per l’Italia digitale, con governance, infrastrutture, strumenti, servizi, competenze, risorse; abbiamo sviluppato un processo di trasformazione del Paese, che tramite la continuità non può che accelerare; abbiamo dimostrato che questa riforma può essere realizzata con ottimi risultati, se perseguita con costanza e impegno. In particolare, la continuità della Riforma Digitale per innovare la P.A. è un valore importante. Nelle grandi aziende occorrono almeno 2-3 anni per portare a termine una ristrutturazione e diventare più competitive. Lo Stato, per servire 57 milioni di cittadini, dà lavoro a 3,5 milioni di dipendenti, coordina oltre 10.000 enti: ha un’inerzia più forte e una maggiore complessità intrinseca per rispondere a un programma di trasformazione. Di conseguenza, una totale percezione del ritorno dell’investimento non può che realizzarsi nell’arco, quantomeno, di due legislature. Noi crediamo di aver acquisito la necessaria esperienza dal “fare”. Abbiamo meritato credibilità con i risultati conseguiti. Abbiamo maturato la conoscenza dei problemi, perché li abbiamo risolti. Siamo nelle condizioni di poter completare il disegno avviato.

La cooperazione continuerà a essere il nostro metodo di lavoro. Questo metodo e i relativi strumenti di governance saranno rafforzati per condividere e attuare a tutti i livelli la politica dell’innovazione. La cooperazione si rafforzerà ulteriormente in modo traversale: innanzitutto con le amministrazioni centrali; in opportuni ambiti istituzionali con le Regioni e gli enti locali; e, ampliando l’ambito

Continuare la riforma digitale

La cooperazione

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della collaborazione, con il mondo della scienza, della ricerca, dell’accademia, dell’imprenditoria, con il sistema finanziario e con la società civile.

Il lavoro svolto in questi ultimi cinque anni ci pone in condizioni migliori per un cambiamento ancora più intenso. Attivando in modo ancora maggiore le altre leve disponibili, quali il capitale organizzativo, normativo e umano, potremo raggiungere la nostra meta finale: la piena trasformazione e il miglioramento della Pubblica Amministrazione e del Paese.

Per continuare questa trasformazione, le linee guida della prossima legislatura si articolano in otto grandi priorità.

1) La cultura dell’innovazione

L’innovazione deve essere al centro delle attenzioni dalla leadership pubblica e privata

Il Governo ha sostenuto una grande campagna di alfabetizzazione informatica, che ha permesso di avvicinare l’Italia alle nazioni europee più evolute, in merito agli strumenti e alle competenze di base dell’ICT. Nella prossima legislatura queste utili iniziative continueranno, per completare il processo di alfabetizzazione informatica dell’intera popolazione già avviato. In particolare continuerà a essere sostenuta ed estesa la lotta ai divari digitali, che possono penalizzare le categorie più deboli.

Dopo aver acquisito le competenze e gli strumenti di base dell’informatica, siamo oggi pronti per un ulteriore salto di qualità: vogliamo rafforzare la cultura e l’attitudine all’innovazione degli italiani, con linguaggi, contenuti, strumenti appropriati per le diverse categorie della società. Occorre soprattutto creare delle forti motivazioni al cambiamento, rivolgendosi a chi, pur padroneggiando le moderne tecnologie, percepisce solo in parte il valore e i contenuti dell’innovazione. Attiveremo iniziative rivolte verso tutte le categorie: la leadership pubblica e privata dovrà diventare sponsor del cambiamento; le università e il mondo della ricerca dovranno contribuire attivamente a creare e diffondere nuova conoscenza; il mondo del lavoro deve partecipare attivamente al cambiamento. I giovani saranno gli “attivatori” di questo processo di rinnovamento: sono i più propensi all’uso delle tecnologie e possono costituire un esempio positivo per tutta la società. Promuoveremo numerosi strumenti che aiuteranno a diffondere questa nuova cultura: iniziative di comunicazione e educazione; sistemi di valutazione e meccanismi premianti; opportunità di scambio con realtà eccellenti anche a livello internazionale; utilizzo delle tecnologie digitali per condividere le opportunità e il sapere; qualificazione e formazione continua; corsi specializzati sui temi critici (marchi e brevetti, finanza e strategie per l’innovazione, approfondimenti su nuove tecnologie abilitanti), utilizzo di intermediari dell’informazione, sono alcune delle possibilità da attivare nell’ambito di un programma integrato.

Per assicurare un presidio strutturale su questa importante iniziativa, verrà attivato un “think tank” per l’Innovazione che coinvolga anche i grandi cervelli, i massimi esperti della ricerca, dell’industria e dell’economia, che vivono in Italia e nel mondo. Compito di questo “Osservatorio permanente sul rapporto tra cittadini e innovazione”, sarà l’analisi delle percezioni, aspettative, motivazioni e

L’intensità del cambiamento

Completare l’alfabetizzazione

La cultura dell’ innovazione

Un think tank per l’innovazione

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atteggiamenti nei confronti dell’innovazione. Questo organismo dovrà anche generare nuove idee per promuovere un contesto sempre più fertile all’innovazione.

2) Dalle infrastrutture ai contenuti digitali

Completare il piano di sviluppo delle infrastrutture immateriali del Paese, aggiungendo valore con i contenuti digitali

L’impegno è di realizzare la copertura in larga banda su tutto il territorio nazionale. Buona parte del lavoro è stata già svolta: il collegamento di tutti gli uffici pubblici e privati e di 6,6 milioni di utenze, gli oltre 6 milioni di chilometri di fibra ottica e la disponibilità dell’ADSL in quasi l’88% delle case ne sono la prova. La politica della prossima legislatura sarà quella di favorire una dinamica di offerta che aiuti la penetrazione nelle famiglie delle piattaforme digitali fisse e wireless. Verranno anche stimolati gli investimenti nelle zone attualmente senza copertura, utilizzando anche tecnologie wireless di nuova generazione. L’impegno è di completare la diffusione degli strumenti che facilitano l’accesso rapido, sicuro, semplice alle infrastrutture e ai relativi servizi. Proseguirà la politica di diffusione della Carta d’Identità Elettronica e della Carta Nazionale dei Servizi; quest’ultima potrà nel prossimo futuro anche permettere nuovi servizi, dal pagamento elettronico via Internet, all’accesso “contact-less”, ai varchi elettronici dei sistemi di trasporto.

L’elevata diffusione delle infrastrutture immateriali, permette fin da ora la focalizzazione sullo sviluppo dei contenuti digitali. Grazie ai contenuti tutti i cittadini avranno l’opportunità di aumentare il proprio sapere, inserirsi nel dibattito contemporaneo e scoprire nuove forme di intrattenimento. Il 30 e 31 gennaio 2006, su questo tema, per la prima volta l’OCSE ha organizzato una conferenza internazionale in cooperazione con il Governo italiano, al fine di riunire attori diversi (istituzionali, operatori privati, consumatori, fornitori di tecnologie), per sostenere la creazione di nuovi modelli di produzione, distribuzione e accesso ai contenuti digitali e approfondire gli aspetti relativi ai diritti di proprietà intellettuale. Questo grande passaggio dalle infrastrutture ai contenuti comporterà anche ritorni economici. L’industria dei media ha un ruolo rilevante nel mondo, con un mercato di circa 700 miliardi di €47 che cresce con un tasso del 4% annuo. In Italia questa industria ha un valore superiore ai 20 miliardi di €. Con l’avvento del digitale, questo settore dovrà rinnovare completamente i suoi paradigmi e business model, generando opportunità per operatori nuovi o esistenti, che vogliano valorizzare la crescita impetuosa delle piattaforme digitali. Sarà nostra politica sostenere lo sviluppo di un’industria per i contenuti digitali, continuando ad affrontare, in un approccio dialettico con tutti gli attori coinvolti, il tema fondamentale del dilemma digitale: proteggere il valore della proprietà intellettuale e consentire al contempo l’accesso al sapere digitale al più largo numero di persone. Inoltre, nella prossima legislatura, investiremo significativamente per rendere disponibili e accessibili a tutti i contenuti della Pubblica Amministrazione in forma digitale: informazioni statistiche, atti processuali, dati della motorizzazione, informazioni territoriali, archivi di musei e biblioteche, elaborazioni di dati economici, sociali, demografici, informazioni turistiche e altre ancora. 47 “Global Media Outlook”, Price Waterhouse Coopers

Portare avanti l’opera infra-

strutturale

I Contenuti Digitali

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I contenuti digitali possono ridurre i costi di funzionamento dello Stato, facilitando la comunicazione tra i diversi enti e con il cittadino. Possono generare nuove risorse e stimolare la crescita di settori pregiati come quello editoriale.

3) Pubblica Amministrazione digitale

Con il digitale, la Pubblica Amministrazione si sta trasformando, diventando più semplice, più efficiente e più al servizio della comunità

Il nostro impegno sarà quello di attuare pienamente e diffusamente il Codice dell’Amministrazione Digitale, nelle amministrazioni centrali e locali e diffondere le iniziative di e-Government, per attuare il nuovo modello organizzativo e di servizio dello Stato digitale. La continuazione della riforma è importante per essere preparati con l’appuntamento per il riassetto federale, previsto a partire dalla legislatura del 2011. Il governo centrale delegherà infatti molte funzioni agli organi periferici e l’innovazione digitale servirà a garantire servizi e processi sempre più coordinati ed efficienti, in modo da soddisfare tutte le aspettative che la riforma in senso federale porta con sé.

Con il Codice, porteremo a compimento una grande Riforma della Pubblica Amministrazione, per raggiungere due grandi obiettivi: l’efficienza e il servizio. Non è mai stato nostro convincimento che questa trasformazione sia esclusivamente tecnologica. D’altra parte occorre fare attenzione a non asservire la leva tecnologica a quella normativa/burocratica, come sostenuto da altre forze politiche. Vogliamo mantenere una dialettica costruttiva tra l’approccio giuridico-amministrativo e quello tecnologico, rafforzandone la complementarietà e l’integrazione, ognuna con il proprio valore; questo approccio consente di ottenere il massimo risultato, cioè il massimo grado di innovazione. L’efficacia di questa visione è stata anche riconosciuta dal Consiglio di Stato, il quale ha recentemente osservato che “il supporto informatico non è più un semplice strumento tecnico ma diviene, dal punto di vista organizzativo, risorsa strategica dell’agire pubblico48”. E’ lo stesso tipo di cambiamento avvenuto nelle grandi aziende private, che ha visto l’ICT uscire dal diretto controllo delle funzioni di staff od operative, per assumere un ruolo strategico a diretto riporto della direzione e in rapporto dialettico e di stimolo con l’intera organizzazione dell’impresa. Un’ulteriore motivo per mantenere una “governance” unitaria anche nella prossima legislatura, per assicurare una politica dell’innovazione digitale a 360 gradi per l’intero sistema-Paese in cui gli interventi per tutti i settori sono tra loro collegati e interdipendenti.

L’applicazione del Codice ci consentirà di affrontare in maniera significativa la questione della produttività della Pubblica Amministrazione italiana. L’efficienza della Pubblica Amministrazione sarà un grande capitolo della nostra politica: discuteremo con le amministrazioni di temi non solo tecnologici, ma anche della loro organizzazione, della distribuzione delle risorse economiche e del personale e della trasformazione dei sistemi amministrativi e contabili. Oggi le

48 Parere del Consiglio di Stato, 3-2-2006

Attuare la Riforma Digitale per trasformare

la P.A.

Trasformare la P.A.

L’efficienza e la produttività

della P.A.

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Pubbliche Amministrazioni sono enti autonomi e completamente integrati: attraverso la tecnologia bisognerà mettere a fattor comune e razionalizzare diversi processi, consolidandoli all’interno della Pubblica Amministrazione o esternalizzandoli su centri servizi. La potenzialità dei risparmi conseguibili è rilevante e dell’ordine di molti miliardi di euro ogni anno.

Una Pubblica Amministrazione più produttiva avrà più attenzione e risorse da dedicare alla cura al cittadino, migliorando la cultura del servizio. Molti degli adempimenti richiesti dal Pubblico possono essere risolti senza il coinvolgimento dell’utente, come già avviene in altri Paesi. Lo Stato, infatti, ha già a sua disposizione le informazioni che gli permetterebbero autonomamente di svolgere operazioni quali: semplificare gli adempimenti, dare tempi certi, assicurare la qualità, essere proattivo. Alcuni esempi possono essere l’eliminazione dei certificati, la precompilazione e personalizzazione della modulistica da presentare agli uffici competenti, il calcolo predefinito dei pagamenti da effettuare per imposte, tasse e contributi, le informazioni e i preavvisi relativi a documenti e termini in scadenza, ed altri ancora. Con queste attenzioni, si potrà risparmiare tempo e denaro, minimizzare la necessità di controlli fastidiosi quanto inefficaci e rafforzare la fiducia verso le istituzioni. Verranno, infine, create le condizioni per cui chi innova e porta risultati sia premiato.

4) Sei Grandi Programmi Digitali

Occorre focalizzare gli interventi in settori prioritari del Paese, trainando l’innovazione nel Sistema Italia

La P.A. deve andare oltre la ricerca dell’ottimizzazione dei processi interni, assumendo il ruolo di traino dell’innovazione del Sistema Italia, creando un circolo virtuoso tra sistema pubblico e privato, così come avviene nei grandi paesi avanzati.

Promuoveremo 6 Grandi Programmi Digitali, nella scuola, nella salute, nella giustizia e sicurezza, nella infomobilità e logistica, nel turismo, nei beni culturali. Alcuni di questi Grandi Programmi Digitali sono stati già avviati, ma bisogna andare avanti: occorre costruire intorno a queste infrastrutture applicative un ecosistema che coinvolga le aziende del settore, gli enti locali, le istituzioni, le associazioni di categoria, i consumatori e dare valore a ciascuno di questi attori. Il valore di queste iniziative è rilevante per il benessere del cittadino e può diventare un traino importante per lo sviluppo dell’industria nazionale:

la Scuola, settore strategico per l’Italia, grazie alle tecnologie digitali, dovrà innovare i processi didattici e creare nuovi contenuti digitali a servizio della didattica, continuando a sostenere la qualificazione degli insegnanti; proseguiremo nel programma di incremento delle dotazioni tecnologiche delle scuole;

La P.A. si prende cura del cittadino

I programmi digitali per il Paese

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la Sanità incide in Italia sul 7% sul Pil49 e l’aumentare della popolazione anziana e del costo dei nuovi trattamenti porterà a un ulteriore incremento in futuro: le tecnologie digitali nella sanità aiuteranno il settore dei servizi sanitari a migliorare nell’efficienza e qualità, riducendo i costi amministrativi, ottimizzando la tempestività e la bontà degli esiti delle diagnosi e cure per effetto della digitalizzazione dei risultati clinici e delle nuove possibilità di tele-monitoraggio e tele-consulto con i pazienti. Soprattutto grazie alla condivisione delle informazioni, verrà aumentata la prevenzione e il benessere;

il Turismo, una delle maggiori industrie nazionali, è fortemente influenzata dai servizi Internet. Il continuo potenziamento del portale nazionale del turismo, con nuovi contenuti culturali e commerciali, offrirà nuove opportunità di visibilità e di ricavo per il sistema italiano; la cooperazione con le Regioni e il settore privato sarà vitale per il prosieguo del programma

lo sviluppo di servizi digitali di infomobilità e logistica integrata ed intermodale, aiuterà l’Italia a ridurre le carenze del sistema del trasporto, attraverso una migliore condivisione delle informazioni sulla mobilità, sul trasporto, sulla domanda e sull’offerta, anche in un’ottica di collegamenti europei;

la digitalizzazione dei beni culturali permetterà una maggiore diffusione del sapere e una promozione pervasiva della storia e della cultura italiana; nella nascente industria dei nuovi contenuti digitali che viaggiano su varie piattaforme, il grande patrimonio artistico e culturale italiano offrirà anche opportunità di sviluppo economico e culturale del nostro Paese;

la maggiore penetrazione e l’ampliamento dei servizi per la giustizia e per la sicurezza, consentiranno di migliorare le iniziative di prevenzione e controllo e di snellire i tempi e i costi dei processi, facilitando al contempo l’accesso agli atti e la trasparenza; l’introduzione delle tecnologie biometriche permetterà una più sicura e certa identificazione delle persone.

5) Impresa Italia

Il recupero di competitività del sistema economico italiano e dell’impresa passa attraverso l’innovazione e il migliore impiego delle tecnologie digitali.

Innovare è una grande opportunità e una necessità irrinunciabile. Non serve solamente per difendersi dalla competizione. Chi innova più dei concorrenti, aumenta i propri profitti del 40%50; questo assunto è valido anche nei settori tradizionali. Questa evidenza, continuerà ad ispirare le politiche sull’innovazione per le imprese della prossima legislatura: la galassia delle piccole e medie imprese italiane, pur essendo caratterizzata da una dimensione e capacità di finanziamento limitata, avrà accesso a strumenti e servizi per favorire l’innovazione; le grandi aziende e il mondo dei servizi saranno aiutati per introdurre nuove tecnologie per migliorare la produttività, e cambiare a proprio favore le dinamiche della competizione; le Università e i Centri di Ricerca saranno incentivati a sviluppare legami sempre più forti con il mondo dell’impresa; il settore finanziario sarà stimolato

49 “Creating an Innovative Europe”, Gennaio 2006, http://Europa.eu.int/invest-in-research/ 50 Ricerca sull’innovazione di Booz Allen Hamilton, 2005

Competere con l’innovazione e la

capacità di fare sistema

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a partecipare al sostegno economico dello sviluppo di nuove idee, anche se rischiose. Bisogna favorire un “sistema” competitivo, favorevole all’innovazione, che aiuti i “campioni” che intraprendono la strada del cambiamento. Tutti gli attori devono collaborare in modo coordinato per creare questo nuovo assetto: Stato, Regioni, enti locali, imprese, università, ricerca pubblica, finanza. L’idea di un accordo per l’Innovazione inizia a farsi strada anche a livello europeo, come confermato da un recente studio indipendente, “Creating an Innovative Europe”, pubblicato a gennaio 2006 dall’Unione Europea e che riprende diversi elementi che fanno già parte dell’azione qualificante dell’attuale Governo:

la creazione di un mercato per beni e servizi che stimoli l’innovazione attraverso azioni congiunte sul contesto (nascita di nuovi standard, evoluzione del brevetto europeo), sulla domanda pubblica (v. Grandi Programmi Digitali), sulla formazione e cultura, sullo stimolo dell’offerta;

la destinazione di nuove risorse e Fondi Strutturali alla Ricerca e all’Innovazione, ai centri di eccellenza, all’industria;

l’attenzione allo scambio e all’assorbimento di nuove conoscenze (Knowledge Transfer), anche attraverso una maggiore mobilità delle risorse umane e all’utilizzo di nuove forme di collaborazione via rete;

il cambiamento dei modelli di finanziamento, con l’introduzione di strumenti dedicati alla nascita e allo sviluppo di imprese innovative.

Una politica per lo sviluppo ha bisogno di strumenti specifici e soprattutto di una governance chiara e lungimirante. Deve essere assicurata la coerenza delle iniziative, a tutti i livelli: collaborazioni internazionali, programmi di sviluppo interministeriali, iniziative locali, azioni di formazione e ricerca da parte degli istituti accademici, erogazione di finanziamenti, marketing territoriale. In questo contesto, anche le banche potranno ritrovare convenienza a investire in iniziative di sviluppo a sostegno dell’innovazione. A tal fine, va dato maggior impulso al Comitato Interministeriale per le politiche dell’innovazione e lo sviluppo51 a cui demandare il compito di individuare le priorità e la tempistica degli interventi settoriali, di indirizzare e coordinare interventi attraverso gli incentivi e la realizzazione di infrastrutture materiali ed immateriali. Verrà attuata l’Agenzia per la Diffusione delle Tecnologie dell’Innovazione, prevista nella finanziaria 2006; il suo sviluppo potrà evolversi secondo l’esempio francese . Per assicurare l’attuazione della politica per l’Innovazione, il sistema si avvarrà di strumenti di rating evoluti, per il monitoraggio dell’avanzamento del programma, per la trasparenza e promozione dei risultati ottenuti, per la valutazione del rischio nelle relazioni con gli istituti finanziari.

Per aiutare il riposizionamento strategico del Made in Italy e dei settori tradizionali, occorre aumentare la capacità innovativa e la produttività, attraverso le economie di rete. L’innovazione attuale non è più tanto un’innovazione d’impresa, quanto un’innovazione di rete, di rapporti e di cooperazioni. Usando la leva dell’ICT, bisogna far evolvere il modello tradizionale di distretto, favorendo l’aggregazione di aziende, anche di settori diversi, su base funzionale, oltre che territoriale, per condividere asset immateriali e processi di supporto. Favoriremo l’attuazione della norma della finanziaria 200652, che permette al distretto di costituirsi quale soggetto giuridico e finanziario. 51 Legge 80/2005 52 Legge finanziaria 2006, art. 368

Interventi nei diversi settori

Collaborare e innovare per competere:

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Per i settori ad alta tecnologia, continueremo a stimolare la crescita di poli d’eccellenza e di poli digitali, per condividere e sviluppare i punti di forza di tali settori, le competenze specialistiche, le cooperazioni a livello internazionale. Verrà anche stimolata la crescita del settore dei servizi, oramai strategico in tutte le economie avanzate, la cui produttività e innovatività dipendono primariamente dall’utilizzo delle tecnologie ICT.

La collegialità nell’indirizzo dei programmi di politica industriale deve riguardare il rinnovamento dell’assetto industriale, la domanda pubblica e il rapporto tra imprese, università e ricerca. E’ opportuno superare il paradigma per cui per “Innovazione” si è sempre intesa solo come “Ricerca”. Occorre assicurarsi che le grandi invenzioni e il know-how tecnologico non rimangano nell’ambito strettamente universitario, ma costituiscano l’input d’innovazione di processo e di prodotto del sistema produttivo; creeremo strumenti che agiranno come “cinghie di trasmissione” per facilitare la mobilità e l’assorbimento di conoscenza tra chi scopre e chi deve applicare.

Ogni fase di trasformazione industriale ha avuto bisogno del supporto della finanza. Storicamente, il sistema bancario ha aiutato le imprese tradizionali, grazie alla garanzia dei beni fisici. Per fare innovazione tecnologica basata su asset immateriali, promuoveremo una finanza innovativa, necessaria per sostenere il rischio dell’innovazione tecnologica, ma che oggi ancora è poco sviluppata in Italia. Secondo i dati dell’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital, nel primo semestre 2005, che raggruppa 88 principali istituti finanziari italiani, le start up italiane hanno ricevuto solo 10 milioni di € di finanziamenti. La politica che intendiamo adottare è incentivare la finanza innovativa, condividendo il rischio dell’innovazione con imprese private e banche. Privilegeremo i co-finanziamenti di iniziative coerenti con le politiche di sistema, dedicando più attenzione alle aziende che hanno le potenzialità di crescere anche all’estero, primeggiare e creare indotto. Per le piccole aziende, desiderose di innovare in modo radicale, verranno confermati strumenti di finanziamento adeguati a supportare il Venture Capital e favorire quindi l’ingresso di attori finanziari nel capitale di rischio. Verranno inoltre studiate agevolazioni fiscali, che possano agire in modo selettivo su chi investe in innovazione.

6) Il Sud, motore dell’innovazione

Il Sud è una grande opportunità di sviluppo per il sistema Paese

Il Sud può svolgere un ruolo importante nelle politiche dell’innovazione. Le “autostrade digitali” hanno ridotto le distanze e permettono finalmente al Sud di integrarsi con il tessuto imprenditoriale del sistema Paese e con le filiere digitali promosse dal Governo.

Il potenziale del Sud si lega all’utilizzo delle sue migliori risorse, dotate oggi di un elevato livello di formazione, ma spesso sotto-occupate o costrette a emigrare, impoverendo il potenziale intellettuale del Sud. La rinascita del Sud passa pertanto attraverso l’opportunità di utilizzo di professionalità elevate e di servizi ad alto valore aggiunto, in cui l’ICT può essere il

La collegialità e il ruolo della Ricerca

e dell’ Università

Una finanza a favore dell’

innovazione

Il Sud, opportunità di professionalità

pregiata

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prodotto finale (non solo call center, ma anche aziende ICT per lo sviluppo software o l’outsourcing) o un fattore della produzione chiave per fornire servizi professionali eccellenti (servizi amministrativi, servizi legali, servizi di ingegneria, …). In questo modo si cercherà di invertire il saldo degli investimenti in formazione ed educazione del Sud, con l’idea in prospettiva di attrarre dall’esterno risorse specializzate e aziende, desiderose di lavorare in un contesto caratterizzato da qualità della vita e minori costi. Le esperienze dell’Irlanda, dell’Est europeo, dell’India devono fare scuola in tal senso. Le leve della fiscalità agevolata, le infrastrutture e le professionalità pregiate, renderanno il Sud più attrattivo per la delocalizzazione di servizi ad alta qualità e ad alto valore aggiunto.

7) ICT Made in Italy

L’ICT Made in Italy deve ritornare ad avere un ruolo protagonista, anche grazie a una domanda pubblica qualificata e aggregata.

L’innovazione del sistema Paese dovrà avvalersi del contributo di tutti gli attori presenti sul mercato dell’ICT. Dobbiamo incentivare le imprese straniere a investire in Italia, stimolando l’occupazione locale e importando le esperienze internazionali. Le grandi multinazionali, però, potrebbero trascurare le piccole aziende, o potrebbero essere tentate di offrire soluzioni “standard”, non pensate per le esigenze peculiari del mercato italiano. Diventa necessario far crescere l’ICT “Made in Italy”, oggi caratterizzato da una limitata scala e a volte in ritardo con le nuove tecnologie.

Ecco perché l’industria ICT italiana dovrà essere aiutata anch’essa a svilupparsi in modo organico o per aggregazioni, individuando le aree di specializzazione in cui esercitare una leadership esportabile anche in altri mercati. Le aziende ICT italiane devono anche integrarsi sulla catena del valore, per offrire servizi a valore aggiunto, anziché pura manodopera specializzata nell’ICT. In questo contesto, pur evitando di interferire con le dinamiche competitive del mercato, stimoleremo la crescita dell’industria ICT italiana, attraverso la leva della domanda pubblica di servizi della Società dell’Informazione in cui la conoscenza del contesto locale, la lingua, la storia e cultura italiana, i Grandi Programmi Digitali, i Contenuti Digitali, il riuso dell’e-Government possono essere un forte stimolo per le nostre imprese nazionali affinché sviluppino competenze, nuove idee e prodotti.

8) Una dimensione internazionale per l’Italia

L’Italia deve proporre le sue potenzialità di crescita all’estero e favorire al contempo investimenti e collaborazioni internazionali, continuando la lotta al digital divide

Parlare di innovazione e tecnologie, senza considerare la dimensione internazionale, non ha senso. L’Italia ha già assunto e manterrà un ruolo da

Gli spazi di crescita per

l’industria ICT

La cooperazione internazionale e l’e-Government

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protagonista nel panorama della Società dell’Informazione e dell’e-Government, sia a livello europeo, che nella cooperazione internazionale con i paesi in via di sviluppo: i 22 progetti per i Paesi in via di sviluppo sono stati solo l’inizio di un grande programma per combattere il digital divide internazionale.

L’obiettivo della prossima legislatura è estendere il ruolo internazionale dell’Italia, creando pensiero e stimolando nuove iniziative: collaboreremo con il nostro sistema produttivo, a partire dall’ICT, per proiettarlo in una dimensione internazionale. Le istituzioni agiranno da catalizzatore e traino per le iniziative di collaborazione e crescita, in Europa e a livello globale. Ad esempio, l’Italia deve sfruttare i punti di vantaggio accumulati in questi anni in alcune aree specifiche. Con il nostro aiuto, le aziende italiane parteciperanno e guideranno i grandi programmi di innovazione europei, dalla salute alla cultura, estendendo in una dimensione internazionale gli investimenti sulle infrastrutture applicative realizzate in Italia. Le politiche sul riuso, i Centri Servizi Territoriali, la standardizzazione di strumenti e servizi, sono una leva importante per spingere le aziende italiane a ragionare in una logica di crescita, proponendo prodotti che potrebbero anche affermarsi oltre i confini nazionali. Il nostro obiettivo è che le aziende italiane diventino leader nei settori su cui si gioca la sostenibilità dell’economia italiana ed europea (sanità, sicurezza, media, comunicazioni e altri ancora). Dobbiamo cercare di replicare alcune significative esperienze internazionali, che hanno sfruttato la domanda interna per imporsi sui mercati internazionali. Il ruolo di laboratorio dell‘Italia nell’innovazione, testimoniato dal successo dell’e-Government e delle piattaforme digitali a banda larga, deve aiutarci anche in un altro importante obiettivo: l’attrazione di investimenti dall’estero. Quest’opera è stata già avviata alla fine della legislatura, con due principali azioni a Londra e San Francisco; le esperienze sono state promettenti e ci sono tutte le premesse perché possano essere estese anche in altre realtà interessate ad investire risorse economiche e a creare occupazione in Italia.

Lo stimolo alla crescita

internazionale

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L’ITALIA CHE SARA’ Abbiamo proposto otto linee strategiche perchè nei prossimi cinque anni venga rinnovato l’impegno di questo Governo a far sì che l’Italia diventi un esempio mondiale nell’innovazione. Un’Italia in cui il benessere va favorito da un’amministrazione statale efficiente; in cui la burocrazia sia utile e non opprimente; in cui il cittadino ritorni a essere sostenuto e non vessato. Un’Italia che impieghi l’ICT per affermare nuovi primati imprenditoriali in Europa e nel mondo: la creatività del Made in Italy dovrà rigenerarsi in nuovi prodotti e settori, grazie alle possibilità offerte dall’innovazione. Un’Italia che ritrovi il suo senso di “comunità” e “partecipazione” anche grazie alle nuove tecnologie, accessibili e comprensibili a tutti. Un’Italia che sappia proporsi al meglio all’estero e calamitare investimenti grazie a una maggiore fiducia e a un contesto economico-amministrativo competitivo.

Il nostro Paese si trova a un punto di svolta. Dobbiamo completare il lavoro avviato con le grandi reti informatiche, con i piani nazionali di istruzione, con il Codice dell’Amministrazione Digitale, con i nuovi servizi ICT: lo sforzo è grande ed esaltante. Vogliamo portare avanti il lavoro fatto negli ultimi cinque anni, con la collaborazione di tutti. Lavoreremo insieme per l’innovazione, con orgoglio, fiducia e caparbietà. Abbiamo l’esperienza, le competenze e l’impegno per farlo. L’Italia digitale sarà un’Italia migliore per i suoi cittadini. Questo è il nostro obiettivo come Governo, questo è il nostro sogno come italiani.