La questione della lingua nella letteratura italiana da Dante a Manzoni 2. Dante e il Trecento.

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La questione della lingua nella letteratura italiana da Dante a Manzoni 2. Dante e il Trecento

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La questione della lingua

nella letteratura italiana

da Dante a Manzoni2. Dante e il Trecento

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Dante Alighieri (1265-1321) nel canto XXVI del

Paradiso – Adamo, primo uomo

Opera naturale è ch’uom favella; ma così o così, natura lascia poi fare a voi, secondo che v’abbella [...] l’uso de’ mortali è come fronda in ramo, che sen va e altra vene.

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La filologia umanistica il mutamento

naturale della lingua i vari stati diacronici

di un idioma Petrarca:

l’edizione critica di Livio

lo smascheramento del Privilegium maius

a faecibus ad fontes

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De vulgari eloquentia

un frammento di due libri 1304-5 1577 da Jacopo Corbinelli a Parigi Cum neminem ante nos de vulgaris

eloquentie doctrina quiequam inveniamus tractasse, atque talem scilicet eloquentiam penitus omnibus necessariam videamus...

il volgare = la lingua naturale la grammatica = la lingua artificiale la traduzione di Giangiorgio Trissino del 1529

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Lingua naturale e lingua artificiale Dicω, che ’l parlar vωlgare chiamω quellω, nel quale i fanciulli

sωnω assuefatti da gli assistεnti, quandω primiεramente cωmincianω a distinguere le vωci; o verω cωme più briεvemente si pùo dire, il vωlgar parlare affermω εssere quellω, il quale sεnz’altra rεgωla imitandω la Balia s’apprende. Ecci anchωra un altrω secωndo parlare, il quale i Rωmani chiamanω Grammatica; ε questω secωndariω hannω parimente’ i Grεci, εt altri, ma nωn tutti; perciò, che pochi a l’habitω di essω pervεngωnω; Cωnciò sia, che senωn per spaziω di tεmpω, εt assiduità di studiω si pωnnω prεndere le rεgωle, ε la dωttrina di lui. Di questi dui parlari adunque il vωlgare è più nobile, sì perché fu il primω, che fωsse da l’humana generaziωne uςatω, sì εziandiω perché di essω tuttω ’l mωndω ragiωna; avegna, che in diversi vωcabωli, ε diverse prωlazioni sia divisω; sì anchωra per εssere naturale a nωi, εssendω quell’altrω artificiale. E di questω più nobile è la nostra intenziωne di trattare.

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Il volgare italico il latino – artificiale e meno nobile il volgare – più nobile, perché più

antico, e naturale l’origine del linguaggio la costruzione della torre di Babele tre gruppi predominanti: la lingua d’oc la lingua d’oïl la lingua del sì 14 dialetti principali

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L’illustre loquela dell’Italia Essεndω il vωlgare Italianω per mωlte variεtà

dissωnante, investighiamω la più bεlla, εt illustre lωquεla di Italia; εt acciò che a la nostra investigazione pωssiamω havere un picciωlω calle, gettiamω prima fuori de la selva lj’ arbωri attraversati, ε le spine.

I Sardi anchωra, i quali nωn sωnω d’Italia, ma a la Italia accωmpagnati, gettiam via; perché questi sωli ci paiωnω εssere sεnza propriω vωlgare, εt imitanω la Grammatica cωme fannω le Simie lj huomini; perché dicωnω, Domus nova, εt dominus meus.

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Il dialetto toscano il siciliano in poesia una lingua municipale Cino da Pistoia, Guido Cavalcanti, e

Dante Bologna, centro storico del notariato Dωpω questi vegniamω a li Tωscani, i quali per la lωrω

pazia insensati, pare, che arrωgantemente s’attribuiscanω il titωlω sωl vulgare Illustre; εt in questω nωn sωlamente la ωpiniωne de i plebεi impazisse, ma ritruovω mωlti huomini famωςi haverla havuta.

nessun dialetto migliore degli altri il denominatore comune di tutti i mezzi

d’espressione regionali

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Il compromesso linguistico Dapoi che havemω cercatω

per tutti i salti, ε pascωli d’Italia, ε nωn havemω quella Panthera, che cerchiamω, trωvatω; per pωtere essa mεljω trωvare, cωn più ragiωne investighiamωla; [...] si può diςcεrnere il vωlgare, che disωpra cercavamω, εssere quellω, che in ciascuna città appare, ε che in niuna ripoςa.

i quattro aggettivi: illustre cardinale aulico curiale un trattato di retorica e di

poetica i modelli del provenzale Bertrand del Born nelle

armi Arnaut Daniel nell’amore Giraut de Borneil nella

virtù

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I modelli provenzali O frate, disse, questi [Arnaud] ch’io ti cerno

col dito, e additò, un spirto innanzi,fu miglior fabbro del parlar materno.Versi d’amore e prose di romanzisoverchiò tutti; e lascia dir li stoltiche quel di Lemosì [Gérard] credon ch’avanzi.

le capacità espressive del latino uno stile alto e sublime per gli eventi tragici un volgare mezzano per la letteratura comica un volgare umile per le creazioni elegiache

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Convivio opera in volgare composta di rime e di un

commento 14 trattati progettati i primi quattro compiuti nel 1307 il latino più nobile, perché stabile [...] lo latino è perpetuo e non corruttibile,

e lo volgare è non stabile e corruttibile. più regolarizzato, perché artificiale [...] lo volgare seguita uso, lo latino arte. troppo nobile per versi in volgare troppo artificiale per i sentimenti il latino [...] non sa s’è cane o lupo o becco.

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La familiarità e la bontà propria la difesa personale del volgare i vili traditori della lingua comune A perpetuale infamia e depressione de li

malvagi uomini d’Italia, che commendano lo volgare altrui e lo loro proprio dispregiano, dico che la loro mossa viene da cinque abominevoli cagioni. La prima è cechitade di discrezione; la seconda, maliziata escusazione; la terza, cupidità di vanagloria; la quarta, argomento d’invidia; la quinta e ultima, viltà d’animo, cioè pusillanimità. E ciascuna di queste retadi ha sì grande setta che pochi sono quelli che siano da esse liberi.

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La necessità del volgare lo strumento della nuova cultura una nobile missione civile Questo sarà quello pane orzato del quale si

satolleranno migliaia, e a me ne soperchieranno le sporte piene. Questo sarà luce nuova, sole nuovo, lo quale surgerà là dove l’usato tramonterà, e darà lume a coloro che sono in tenebre e in oscuritade, per lo usato sole che a loro non luce.

qui in tenebris et in umbra mortis sedent l’emancipazione dell’uomo attraverso la forza

della parola

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Vita Nuova 1292-94 1a Ecloga: ovis gratissima ubera ... lactis

abundans E lo primo che cominciò a dire sì come poeta

volgare, si mosse però che volle fare intendere le sue parole a donna, a la quale era malagevole d’intendere i versi latini.

una ricerca teorica e personale della lingua degli italiani

una continua sperimentazione di variazioni stilistiche

il multilinguismo del poeta

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La Divina Commedia registri sociali varietà diacroniche

e regionali invenzioni

melodiose (la lingua di Nembrot)

deformazioni di idiomi stranieri

latinismi liturgici e scolastici

dialetto regionale dolce favellar natio

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Le prime produzioni letterarie le varianti

linguistiche la scuola siciliana la poesia umbra quella toscana i romanzi dell’Italia

settentrionale un prototipo della

lingua cortigiana

francesismi: se Dio m’aide – aiuta un clero visaggio –

viso luminoso le garzette –

fanciulle provenzalismi: pascore – primavera risbaldire –

rallegrarsi

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Le particolarità locali Antonio da

Ferrara (1315-1370)

una grammatica vernacolare

le more quando è ben morate – sono ben mature

tratti fonetici della zona d’origine

valise – valigie zoiosi – gioiosi

Francesco di Vannozzo (1340-1390)

-azza (per -accia) in cazza -esse (per -este) in saresse zuoba – giovedì Senuccio del Bene (fine

del Duecento – 1349) Fazio degli Uberti (1301-

67) il fiorentino letterario o il

toscano poetico

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Vincenzo Monti Lettera al Marchese Gian Giacomo Trivulzio: La lingua Italiana, chiamata da Dante (Conv.,

p. 1) Volgare delle città d’Italia (e nota bene d’Italia, non di Toscana), non è tutta lingua creata dal popolo. La più nobile parte di essa dal popolo non intesa, è artificiata: sentenza dello stesso grande dottore. Essa è opera del sapere, che la tira da altre lingue tanto morte che vive, o le trasmuta a piacimento (è sempre Dante che parla), o l’inventa secondo il perpetuo nascere delle nuove idee. Dunque il nome che le vien dato di Lingua Toscana, è fuor di ragione. Altrimenti dovremmo dire Toscano anche il sapere, e Dante uno stolto.

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L’uso del toscano Antonio da Tempo:

Summa artis rithmicae, 1332

la traduzione di Francesco Baratella (1447) :

Se pò domandare per che più tosto usemo parole toscane in ritimi, cha altre. Se responde, che la lingua tusca è più apta a la lettera che altra lingua, perché è più communa e intelligibile.

la poesia del Dolce Stil Nuovo e di Dante

i volgarizzamenti dai classici

il Concilio di Tours (813):

la traduzione in volgare

una liturgia bilingue ut easdem omilias

quiques aperte transferre studeat in rusticam romanam linguam aut thiotiscam, quo facilius cuncti possint intelligere quae dicuntur

nullus se excusare poterit quod non habeat linguam unde possit aliquem aedificare

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La traduzione dei testi sacri Tommaso Gozzadini(?): Fiore di virtù,

~1320 le cose spirituali non si possono sì

propriamente esprimere per paravole volgari come si esprimono in latino

Iacopo Passavanti (1303-57): Specchio di vera penitenza, 1354

la poesia religiosa: Francesco d’Assisi Iacopone da Todi ad docendas plebes

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I notai le Artes dictandi et

concionandi le Institutiones

oratoriae et poeticae l’università di

Bologna Guido Faba (1190-

1240): Gemma purpurea,

1239-1250 Parlamenta et

epistole, 1242

volgare in tre varianti stilistiche

Guittone d’Arezzo (1235-1294)

i precetti della retorica latina

Lettere l’impiego del

cursus latino

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Nuovi elementi lessicali e stilistici Fra Guidotto da

Bologna: Fiore di rettorica, ~1258

Rhetorica ad Herennium

Cicerone: De inventione Brunetto Latini (1230-

1294): Rettorica Latini: Li liures dou

Tresor maestro di Dante Etica nicomachea di

Aristotele – Taddeo Alderotti

arricchire l’espressività del volgare

nuovi elementi tecnici del lessico latino

Bartolomeo da San Concordio (1262-1347):

Esemplo uomo (uomo non si

dee reputare savio) abbo – habeo

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Nel campo della poesia Giacomo da Lentini (fine

del secolo XII – ~1250) Madonna dir vi voglio Madonna, dir vi voglio

como l’amor m’à prisoinver lo grande orgoglioche voi, bella, mostrate, e no m’aita,oi lasso, lo meo core,che ’n tante pene è misoche vive quando moreper bene amare, e teneselo a vita.

Gianfranco Folena: Volgarizzare e tradurre (1991)

in provenzale da Folchetto di Marsiglia:

A vos, midonz, voill retrair’en cantancossi ’m destreign Amors e men’a frevas l’orguoill gran, e no m’aiuda reque ’m mostras on plus merce vos deman;mas tan mi son li consir e l’afan que viu quant muer per amar finamen.

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I centri urbani Mario Sanfilippo: Dentro il

Medioevo (1990): Nel tardo medioevo, data

l’esistenza di numerosi centri urbani (maggiori, medi e minori; maggiori come Firenze, Pisa, Siena e Lucca; medi come Pistoia, Arezzo, Prato, Volterra e San Gimignano; minori come Cortona, Borgo San Sepolcro, Montepulciano, ecc.), la Toscana settentrionale e centrale è il territorio più urbanizzato d’Europa.

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Giovanni Villani: Cronica Firenze al culmine della sua grandezza e

grassezza: Nel detto tempo essendo la nostra città di

Firenze nel maggior stato e più felice, che mai fosse stata dappoi ch’ella fu redificata, o prima,sì di grandezza e potenza,e sì di numero di genti,che più di trentamila cittadiniavea nella cittade, e più disessantamila distrittuali d’armeavea in contado, e di nobiltà di buona cavalleria e di franco popolo e di richezze grandi, signoreggiando quasi tutta Toscana.

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I commercianti e Dante

Boccaccio a Napoli nella compagnia dei Bardi

i Libri di famiglia una specie di autodefinizione L’Acerba di Cecco d’Ascoli (1269-1327) Dittamondo di Fazio degli Uberti Quadriregio di Federico Frezzi

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Francesco Petrarca Rerum vulgarium

fragmenta un linguaggio raffinato e

letterario hic placet ↔ sed nondum

correcta est gli Stilnovisti e i Siciliani i Provenzali Deo o digno † -anza (come

rimembranza) piede → pede condotto → condutto

la rarefazione lessicale

il volgare illustre la lingua sacra del

Vecchio Testamento i classici latini un lessico ricco di

latinismi la tradizione aulica

latineggiante fino all’epoca del

Leopardi

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Giovanni Boccaccio Decameron tutti i ceti sociali (borghese, ecclesiastico,

principesco, contadino) le tre decades Ab urbe condita di Tito Livio Teseida – epico Commedia delle Ninfe – comico Elegia di Madonna Fiammetta – elegiaco le presenti novellette ... le quali non solamente in

fiorentin volgare ed in prosa scritte per me sono una prosa ricca di precetti retorici Umana cosa è aver compassione dègli afflìtti ... il cursus planus (tonico – atono – tonico – atono)

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Avvicinare il volgare al latino il Decameron = una

nuova prosa italiana l’umanesimo

petrarchesco → il neolatino purificato nelle acque delle fonti classiche

nella seconda metà del Trecento

translatio artium: dall’Antichità al Trecento

le tenebrae del Medioevo ignorante

la nuova storiografia in latino

Genealogia deorum gentilium

De claris mulieribus De casibus virorum

illustrium Corbaccio Trattatello in laude di

Dante Croniche dei Villani

(Giovanni, suo fratello Matteo e Filippo, figlio di questo ultimo)

Historiae Florentinae urbis et Florentini populi