La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a...

33
ITALICUM settembreottobre 2014 Periodico di cultura, attualità e informazione del Centro Culturale ITALICUM Anno XXIX Editoriali Luigi Tedeschi: Quanto durerà la "gabbia d'acciaio" europea? 2 Marco Della Luna: Dove portano queste riforme 5 Focus: La quarta guerra mondiale Costanzo Preve: La quarta guerra mondiale 9 Franco Cardini: Ancora sull'Isis: un tocco di esoterismo, una punta di simbolismo... 15 Agostino Fusar Poli: L'Italia a rimorchio di UE ed USA contro la Federazione russa 17 Claudia Regina Carchidi: L'Argentina marcia verso un altro incubo 19 Attualità Mario Porrini: La Farnesina senza guida dimentica i marò 20 Augusto Sinagra: Enrico Letta, Scozia indipendentista ed unione europea 21 Cultura Adriano Segatori: Relativismo buonista e perbenismo ipocrita 24 Eugenio Orso: Un'altra specie 25 Luca Lonello Rimbotti: Giovanni Gentile: dal marxismo all'umanesimo del lavoro 27 Carlo Bertani: Andarsene 30 F F o o c c u u s s La quarta guerra mondiale

Transcript of La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a...

Page 1: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1ITALICUM settembre­ottobre 2014

Settembre - Ottobre 201 4

Periodico di cultura, attualità e informazione del Centro Culturale ITALICUM

Anno XXIX

EEddiittoorriiaalliiLLuuiiggii TTeeddeesscchhii:: Quanto durerà la"gabbia d'acciaio" europea? 2MMaarrccoo DDeellllaa LLuunnaa: Dove portanoqueste riforme 5

FFooccuuss:: LLaa qquuaarrttaa gguueerrrraa mmoonnddiiaalleeCCoossttaannzzoo PPrreevvee:: La quarta guerramondiale 9FFrraannccoo CCaarrddiinnii:: Ancora sull'Isis: untocco di esoterismo, una punta disimbolismo... 15AAggoossttiinnoo FFuussaarr PPoollii:: L'Italia arimorchio di UE ed USA contro laFederazione russa 17CCllaauuddiiaa RReeggiinnaa CCaarrcchhiiddii::L'Argentina marcia verso un altroincubo 19

AAttttuuaalliittààMMaarriioo PPoorrrriinnii:: La Farnesina senza guida dimentica imarò 20AAuugguussttoo SSiinnaaggrraa:: Enrico Letta, Scoziaindipendentista ed unione europea 21

CCuullttuurraa

AAddrriiaannoo SSeeggaattoorrii:: Relativismo buonista eperbenismo ipocrita 24EEuuggeenniioo OOrrssoo:: Un'altra specie 25LLuuccaa LLoonneelllloo RRiimmbboottttii:: Giovanni Gentile: dalmarxismo all'umanesimo del lavoro 27CCaarrlloo BBeerrttaannii:: Andarsene 30

FFooccuuss

La quarta guerra mondiale

Page 2: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

2 ITALICUM settembre­ottobre 2014

L'Europa è chiusa in una "gabbiad'acciaio". La politica di austerity

ha generato solo vittime immolatesugli altari dei parametri diMaastricht, del Fiscal Compact, delpareggio di bilancio, delle riformestrutturali del lavoro, dello statosociale, del debito pubblico. Lacausa prima della presente fase direcessione / deflazione sistemica èl'unificazione monetaria. Ladecadenza italiana si collocanell'ambito generale di unadecadenza europea, allo stato deifatti, irreversibile.Renzi, al di là delle declamazioniparolaie verso la CommissioneEuropea, si è rivelato un puntualeesecutore delle direttive europee intema di osservanza dei parametrieuropei di stabilità e riforme strutturalidel lavoro. Renzi infatti, ha ottenutouna minima soglia di flessibilità del

parametro deficit / Pil, ma qualora iparametri non dovessero essererispettati, la UE imporrà nuove ulteriorimanovre fiscali per l'Italia suicide, purdi drenare le risorse necessarie, qualil'aumento programmato dell'IVA, chenella fase di deflazione attuale avrebbeeffetti devastanti. La UE pretendeinflessibilmente il rispetto dei parametri,a prescindere dalle conseguenzedistruttive sulle economie degli statimembri.La legge di stabilità, contiene una seriedi provvedimenti di naturademagogica, quali il declamato taglio ditasse di 18 miliardi, basato suagevolazioni contributive per nuovepresunte assunzioni, difficilmentequantificabili nello stato di attualerecessione, su tagli alla finanza localeche si convertiranno presumibilmentein aumento della fiscalità locale. Ma lacarenza più rilevante nella attualelegge di stabilità è costituita dallascarsità di risorse destinate agliinvestimenti strutturali, i soliprovvedimenti che potrebbero favorirela crescita. La riforma del mercato dellavoro, il "Job Act", è comunque unariforma introdotta su mandato europeo,che avrà maggior rilievo strutturalenell'economia italiana. Essa sancisce lafine del posto fisso, e con esso, lagraduale scomparsa dello statuto dei

lavoratori e il contratto collettivo dilavoro. Si vuole gradualmenteomologare l'Italia al modelloanglosassone europeo. Con le "tutelecrescenti" si istituzionalizza, nei fatti,per lunghi periodi una precarietàgeneralizzata del lavoro, a "tuteledecrescenti" del salario e dei dirittisindacali. Si realizza quindi unmutamento istituzionale dellalegislazione del lavoro, che comporteràun reale deprezzamento dei salari, chepuò generare solo ulteriore recessionee impoverimento generalizzato dellapopolazione.I dati recenti sull'occupazione sonosignificativi del progressivo declinoitaliano. Alla crescita degli occupati di82.000 unità, fa riscontro un aumentodella disoccupazione del 12,6%. Talidati non sono contraddittori: glioccupati aumentano, a fronte di unmaggior numero di lavoratori in cerca di

occupazione. L'aumento di questi ultimirivela il progressivo esaurimento deipatrimoni familiari e degliammortizzatori sociali, che finorahanno sostenuto i disoccupati.Potrebbe trattarsi di una mareacrescente nei prossimi anni.

Immobilismo europeo e dominiotedescoDinanzi alla recessione l'Europa rimaneimmobile, a causa dell'insufficienteimpatto dei provvedimenti della BCE esoprattutto della rigidità della Germaniae dei suoi satelliti, circa la politica diausterità. La Germania vuolesalvaguardare la stabilità finanziaria, adiscapito della crescita. Eppure i rischidel debito sono infinitamente minori diquelli derivanti dal calo dell'inflazioneche rischia di trascinare l'Europa versouna depressione economicairreversibile. La Germania nel 2014 harallentato la propria crescita, mentremolti paesi europei sono in pienarecessione. L'immobilismo tedesco e lasua rigidità sulle politiche di austerity,non derivano da motivazionieconomiche, ma da una strategia didominio finanziario sull'Europa. Infatti,l'ulteriore decadimento europeo nonpuò che accrescere il primatofinanziario tedesco sull'Europa.I recenti risultati degli stress ­ test sui

bilanci delle banche europee, effettuatia seguito della unificazione europeadella vigilanza bancaria, ne sono lachiara dimostrazione. Gli stress ­ testconsistono nel vagliare l'adeguatezzadel capitale delle banche a far fronte adeventuali crisi finanziarie: gli organi divigilanza effettuano tali test simulandoplurimi scenari di crisi. Il sistemabancario italiano è risultato debole, puravendo superato tali stress ­ test (aeccezione di MPS e Carige). Lebanche italiane, non sono risultateesposte come quelle europee alla crisidei titoli subprime del 2008 e pertantonon sono state ricapitalizzate dallostato, come invece quelle inglesi,tedesche, spagnole. I parametri di talistress ­ test erano concentrati più sullasostenibilità degli impieghi relativi alcredito piuttosto che su quelli legati allaspeculazione finanziaria. Pertanto lebanche italiane sono risultate molto

meno solide rispetto a quelle tedesche(vedi Deutsche Bank), che pure sonomolto più esposte negli investimenti aelevato rischio finanziario. La Germaniaha inoltre preteso l'esclusione da talicontrolli delle loro banche regionali,notoriamente dedite a investimenti adalto rischio. Ne fanno fede gli scandaliscoppiati nel 2008. E' stato inoltreescluso dolosamente dalle simulazionicomprese negli stress ­ test lo scenariodella deflazione, assai probabile nelprossimo futuro. La debolezza delsistema bancario italiano richiederàulteriori ricapitalizzazioni, oltre acomportare nuove restrizioni nellaerogazione del credito, misure checontribuiscono all'aggravarsi dellarecessione. Le banche italianepotrebbero divenire pertanto facilepreda di acquisizioni straniere in unfuturo non lontano. Come non scorgerein tali manovre una strategia di dominiotedesco sull'Europa?

Le strategie impotenti della BCEA fronte della recessione / deflazione,la BCE ha effettuato ulteriori manovreper quanto concerne il ribasso dei tassidi interesse, ora vicini allo zero, hapromosso l'acquisto dei titoli bancaricartolarizzati, ha adottato misure perfornire liquidità alle banche perchéqueste ultime erogassero credito alle

LLuu iigg ii TTeeddeesscchh ii

Quanto durerà la "gabbiad'acciaio" europea?

Editoriali

Page 3: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

3ITALICUM settembre­ottobre 2014

imprese. Ma ormai tutti i possibilistrumenti finanziari sono esauriti. Assaiscarsa è stata infatti la domanda diliquidità da parte delle banche (solo82,6 miliardi contro aspettative dialmeno 100), peraltro fornita a tassiquasi a zero dalla BCE. Lo scenariodeflattivo ha determinato la cadutadegli investimenti e quindi la domandadi credito delle imprese. Nell'Eurozonadomina l'incertezza e le prospettive dideflazione rendono i tassi non cosìfavorevoli come sembra.Sono rimaste del resto deluse leaspettative degli investitoricirca la possibilitàdell'acquisto diretto da partedella BCE del debito pubblicodegli stati. A parte il vetotedesco su tali manovre, c'èda rilevare in tale contestouna carenza strutturalecongenita alla stessacostruzione europea: avendoprivato gli stati membri dellasovranità economico ­finanziaria, la UE ha resoimpossibile alle banchecentrali nazionali il sostegnoal debito pubblico degli stati,dando luogo alle note crisi del debito,che altrimenti non si sarebberoverificate.

L'Europa dei rimedi impossibiliNell'ambito italiano sembranodefinitivamente tramontate le speranzedi successo delle strategie diispirazione europea per far fronte allariduzione del debito. Ne vogliamoelencare le più note.­ Privatizzazioni. Vi è da premettereche dopo le privatizzazioni degli anni'90, le partecipazioni statali sono statein massima parte dismesse. La quotaresidua delle partecipazioni pubblicheprivatizzabili è pari attualmente allo 0,7del Pil. In passato si sono rivelate diimpatto modesto ed hannoprofondamente inciso sull'efficienza edil costo dei servizi: il costo economico esociale delle privatizzazioni si èriversato unicamente sui cittadini.­ Alienazione del patrimonioimmobiliare pubblico. Oltre acomportare procedure burocraticheassai lente e difficili, in questa fasedeflattiva, dato il calo dei prezziregistratosi nel settore immobiliare, lacollocazione degli immobili pubblicisarebbe assai difficile e assai pocoredditizia per lo stato. Il patrimonioimmobiliare pubblico potrebbe essereconferito in una società apartecipazione pubblica costituita a talfine, che potrebbe emettere titoligarantiti dal patrimonio immobiliare. La

gestione del patrimonio presenterebbenotevoli difficoltà e tempi lunghi per leristrutturazioni necessarie. I titolidovrebbero offrire tassi più elevati esarebbero in tal modo concorrenziali aquelli del debito pubblico che potrebbeentrare in crisi.­ Riserve auree. Una società veicolo acapitale pubblico potrebbe acquistaregrandi quantità di titoli di stato a frontedelle garanzie offerte dalle riserveauree. L'Italia annovera riserve aureetra le più elevate d'Europa. Ma taliriserve sono indisponibili da parte dello

stato e non possono essere usate permisure di finanza pubblica, in quantoesse costituiscono una garanzia perl'Eurosistema e per la BCE.­ ESM. I fondi Esm sono posti agaranzia delle crisi del debito. Ma laconsistenza di tali fondi è oggi assaiesigua dopo la crisi greca, portoghese,irlandese, cipriota. Rimangono solo 450miliardi, cifra inadeguate per l'Italia.­ Eurobond. L'emissione di titoli europeiposti a garanzia del debito degli stati,oggi assai superiore nella maggioranzadei paesi dell'Eurozona al 60% del Pil.La ostilità tedesca verso gli eurobond ènota. Tale misura comporterebbe laristrutturazione dei debiti degli stati, conconseguenze imprevedibili sui mercatie i bilanci delle banche.­ Swap. Ossia la vendita dei vecchi titolicontro nuovi titoli a scadenza più lunga.I nuovi titoli perderebbero valore e larisposta dei mercati sarebbe negativaperché tale manovra potrebbe essereinterpretata come una misura disalvataggio in presenza di unimminente default. Inoltre le banche,hanno in portafoglio 400 miliardi di titolidi stato acquistati con prestiti dellaBCE, che andranno restituiti nel corsodel 2015: esse non possono acquistaretitoli a scadenza ultradecennale.

L'insostenibilità del debito pubblicoitalianoLa schiavitù del debito impostaall'Europa ha sortito i suoi effetti,

rendendo la situazione italianairreversibile. La crisi del debito appareoggi superata, con lo spread tornato ailivelli pre ­ crisi. Tuttavia, ci si chiede seun debito pubblico giunto al 132% delPil, tenuto conto del calo di quest'ultimodello 0,3% previsto per il 2014, siasostenibile. Occorre premettere chequando lo spread era giunto a 518punti, il tasso di interesse sui titoli distato decennali era del 6,50%. Tuttavia,poiché il tasso di inflazione era del3,1%, l'interesse reale era del 3,4%.Superata la crisi del debito,

attualmente il tasso di interessesui titoli decennali è del 2,70%,che, depurato dell'inflazione oggiallo 0,3%, è del 2,40%. Bisognaperò rilevare che nel 2011 altasso del 6,50%, corrispondevaun tasso medio del 4,1% equest'ultimo, depuratodell'inflazione del 3,1%,ammontava in termini reali all'1%.Oggi invece, al tasso suirendimenti decennali del 2,70%,corrisponde un tasso medio del3,9% che, depurato dell'inflazionedello 0,3%, ammonta in termini ditasso reale al 3,6%. Pertanto il

tasso medio attuale sul debito pubblicoè superiore a quello corrente ai tempidella crisi del debito (3,6%, contro 1%).In tempi di recessione e calo del Pil,per rendere sostenibile il debito italianodovrebbe realizzarsi una crescita delPil oggi impensabile, tale cioè dagenerare un avanzo primario del 4,5%,che attualmente è del 2,6%. Se ildebito è insostenibile, pretendere ilrispetto dei parametri europei e delfiscal compact è pura fantascienza. Lasostenibilità del debito sarebbepossibile solo mediante la ripresadell'inflazione oltre il 3­4%, oltre cioè ilprevisto 2%. Bisognerebbe quindicapovolgere la logica istitutiva dellaEurozona incentrato, su ispirazionetedesca, sulla politica del rigoredeflattivo. Occorre infine rilevare che lamassa dei risparmiatori tedesca èconcentrata sugli investimenti finanziarie pertanto, una ripresa dell'inflazionerappresenterebbe per loro unasvalutazione dei propri investimenti del3­4%. Da quanto precede, emergechiaramente come l'Europa non siauna comunità di stati, ma unaproiezione su scala continentale degliinteressi tedeschi. (Fonte dei dati: LuigiZingales, «Whatever it takes» due annidopo, il Sole 24Ore del 27/07/2014).

Il destino dell'Europa è irreversibile?La crisi dunque, vista nella prospettivadella "gabbia d'acciaio" europea èirreversibile. Il problema italiano allora,

Editoriali

Page 4: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

4 ITALICUM settembre­ottobre 2014

Non dobbiamo smettere di esplorare perchè alla fine delle nostre esplorazioniarriveremo laddove siamo partiti e vedremo il luogo in cui viviamo comese fosse la prima volta (T.S. Eliot)

Pubblichiamo dal 1998 studi e ricerche in forma saggistica, che propongono analisie indagini autorevoli, approfondite e documentate del mondo in cui viviamo, conparticolare attenzione al rapporto tra uomo e natura, affrontando temi e argomenticulturali, sociali, politici, economici e storici. Testimoni di una crisi planetaria cheavvilisce e impoverisce l'essere umano, i popoli e il Pianeta Terra, proponiamodifferenti stili di vita e cultura, ispirati alla sobrietà e al senso del limite, con unavocazione pluralista.Per questo ci identifichiamo con un modello comunitario che cerca di comprenderela complessità della condizione contemporanea, proponendo relazioni socialiantiutilitaristiche, basate sulla partecipazione e il dono, l'autosufficienza economicae finanziaria, la sostenibilità con energie rinnovabili e tecnologie appropriate. La nostra proposta editoriale si propone di offrire - in forma rigorosa, madivulgativa e possibilmente economica - gli strumenti per scoprire le cause chehanno prodotto l'attuale stile di vita dissipativo e consumista e,contemporaneamente, esplorare le possibili soluzioni ecologiche legate aun paradigma olistico.La proposta editoriale si snoda secondo tre differenti percorsi che danno vita alleseguenti collane:Consapevole: testi di informazione indipendente e denuncia dal tagliogiornalistico e divulgativo che suggeriscono maggiore consapevolezza sociale, stilidi vita coerenti e una nuova qualità dell'esistenza. Questa collana ha uno strettolegame con la rivista Consapevole.Un'altra storia: testi di attualità che pongono domande non scontate suargomenti di attualità di grande interesse pubblico. Con un denominatore comuneche li lega tutti: dare risposte non conformiste a questioni trascurate o affrontate inmodo superficiale e parziale dai mezzi di comunicazione dominanti.Autosufficienza e comunità: nuovi libri con contenuti pratici e operativi perpercorrere per la via dell’autosufficienza comunitaria e della sostenibilità ecologica.Perchè i consumi non migliorano la nostra qualità di vita, ed è arrivato il momentodi cambiare, di adottare uno stile di vita sobrio ed equilibrato.E book: una selezione dei nostri libri resi disponibili in formato digitale, per poterneusufruire in modo economico e diffuso, su ogni supporto informatico.

Arianna editrice dal 2005 fa parte del gruppo Macro che ci ha consentito diproseguire un percorso di indipendenza editoriale che ci caratterizzafondativamente.

www.ariannaeditrice.it

Alessio ManninoImmigrazione

Arianna Editrice, 2014euro 9,80

Enrica Perucchetti­ Gianluca MarlettaLa Fabbrica della manipolazione

Arianna Editrice2014 pagg. 207 euro 9,80

non è quello del dibattito ideologico traeuropeisti ed euroscettici, ma semmai,come poter restare in Europa. La crisiseguirà il suo corso e non potrà cheportare l'Europa ad un tragico bivio trala dominazione tedesca ol'autosmembramento, salva lapossibilità, oggi assai remota, di unasua rifondazione su basi politiche.Sorge infatti la domanda: l'euro puòessere salvato? Da chi? Ne vale lapena salvarlo? La attuale leadershiptedesca impone il dogma di unastabilità attuabile attraverso le politichedi austerity. Ma la stabilità si convertein immobilità dinanzi alla recessione /deflazione che sta distruggendo gli statimembri. Di stabile, immobile,irreversibile nella storia, così comenella vita, c'è solo il rigor mortis. Lestesse strategie anticrisi della BCE si

rivelano fallimentari perchésemplicemente l'economia così comela finanza non possono curare i maliche hanno generato, in assenza di unapolitica che governi l'economia.L'Europa è quindi senza futuro. Nonpuò avere alcuna prospettiva perl'avvenire perché ha reciso le proprieradici storiche e culturali identitarie,vive del solo presente americanizzato,necessario, immanente, intrascendibile.Occorrerebbero soluzioni politiche, manel contesto italiano, non si puòpretendere che una classe dirigentelegittimata dalla Germania e dalla BCEpossa rivendicare una sovranità cui harinunciato aderendo alla UE. In Europainvece l'avanzare della crisi non faràche far crescere i partiti euroscetticiche, in concomitanza con la prevedibilefuoriuscita della Gran Bretagna dalla

UE, una volta al governo potrannospezzare le sbarre della "gabbiad'acciaio" europea. Parafrasando Marx,si può affermare che conl'accelerazione della crisi, se gli uomininon sono stati in grado di trasformare lecircostanze, saranno le circostanze atrasformare gli uomini.E' stata l'Europa a creare un modelloliberale oggi esteso a livello globale,Ma l'Europa è anche il luogo di nascitadello stato sociale, così come delleideologie novecentesche tese alsuperamento del capitalismo. Spettadunque storicamente all'Europa ilcompito di affermare il primato delladecisione politica sull'economia e conessa, la creazione di un modellosociale e politico per il superamento delcapitalismo.Luigi Tedeschi

Editoriali

Page 5: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

5ITALICUM settembre­ottobre 2014

Ci sono due linee di riforme“indispensabili per la crescita”.

Linee convergenti. Pericolosamente.La prima linea è istituzionale­strutturalee sta producendo:­svuotamento dei poteri edell'autonomia degli Stati nazionaliparlamentari­concentrazione dei poteri politici inorganismi sovrannazionali­isolamento tecnocratico degliorganismi decidenti­soprattutto, indipendenza e gestioneautoreferenziale delle banche centrali edella politica monetaria­riduzione della partecipazione edell'influenza democratiche sugliorganismi decidenti­riduzione della trasparenza, dellaresponsabilità, della controllabilità degliorganismi decidenti­riduzione della conoscibilità dei loroobiettivi di medio e lungo termine edegli effetti di medio e lungo terminedelle loro decisioni.

Queste caratteristiche (votate da quasitutto il parlamento, perché comportanola blindatura della partitocrazia controla società civile) sono marcatamenteproprie soprattutto dell'UE: quasi tutto ilpotere, e tutto il potere legislativo, sonoin mano ad organismi non elettivi, nonresponsabili, non trasparenti,burocratici, intergovernativi. L'unicoorgano elettivo, cioè il parlamento, hapoteri limitati, che preferisce nonesercitare (non ha mai costretto laCommissione a un rendiconto), e lasua natura di cagnolino da passeggio èstata evidenziata da come è stato fattovotare il nuovo presidente dell'UE: eraammesso un solo candidato – Juncker– e il voto era segreto. Per giunta,nessun elettore europeo, prima divotare, aveva saputo che sarebbe statoJuncker il candidato unico allapresidenza.Nessuna meraviglia se le medesimecaratteristiche le ritroviamo anche nellaurgente e irresistibile marcia delleriforme istituzionali di Renzi: questeriforme, appunto, diminuiscono lapartecipazione e l'influenza deglielettori, ostacolano i referendum,danno al premier i poteri sia politico­legislativi, che di controllo (su se

stesso) anche solo con un 22% deiconsensi. Nessuna meraviglia: è chiaroche l'Italia e la sua costituzione devonoessere riformate in questo senso perintegrarsi nella struttura autocraticadell'UE.La seconda linea di riforme, iniziata allafine degli anni '70, è quella economico­finanziaria, e punta essenzialmente adifendere e tutelare gli interessi deicreditori finanziari con sacrificio deglialtri interessi sociali: il modello disviluppo keynesiano, caratterizzatodallo Stato che corregge il mercato e fainvestimenti anticiclici per evitare larecessione e assicurare l'occupazione,al prezzo di una costante, fisiologicainflazione, viene sostituito con unmodello da alcuni ritenuto hayekiano,ma che tale non è perché F. Von Hayekvoleva non solo il libero mercato comeunico regolatore dell'economia, maanche uno Stato che tenga il mercatolibero dai monopoli e che si astengadall'assistenzialismo sociale e

imprenditoriale. Il modello economico­finanziario imposto all'UE fa per controtutto questo, anzi in esso i grandimonopoli bancario­finanziari dettano lapolitica degli Stati e dell'Unione.Il detto modello raggiunge lo scopodella tutela degli interessi dei creditori­finanziari mediante alcuni principalistrumenti: indipendenza­irresponsabilità delle banche centralidai parlamenti, vincoli di bilanciopubblico (proibizione della spesapubblica antirecessiva), strettamonetaria, compressione salariale (edella domanda interna) per assicurareun pareggio o un surplus della bilanciaestera, socializzazione delle perditedelle banche. Quando la politicaeconomica è affidata ai banchiericentrali, che, per statuto, deliberano eoperano non solo in autonomia manella segretezza e nellairresponsabilità, la democraziarappresentativa è finita, il consensopopolare è superato.Il risultato – prevedibile e inevitabileperché facente parte degli obiettivi ­ èla deflazione, la disoccupazione,l'avvitamento fiscale, la recessione ostagnazione – che ora si prospetta pureper la Germania.La Costituzione italiana del 1948 è, per

contro, esplicitamente keynesiana: l'art.1 fonda la Repubblica sul lavoro, nonsul capitale, e numerose altre normericonoscono al lavoro (all'occupazione,alla produzione, agli investimenti) ilprimato assoluto e la funzione diperequazione sostanziale tra i cittadini;quindi essa è in opposizione radicale einconciliabile col modello politico­economico costitutivo dell'UE e dellaBCE, che si basa sulla priorità allaprevenzione dell'inflazione (primariaminaccia per le rendite finanziarie), eper prevenirla impone l'austerità, cioèinnanzitutto l'astensione dagliinvestimenti pubblici anticiclici peruscire dalla recessione – sicché larecessione perdura, diviene strutturalee non accidentale.La storia della c.d. integrazioneeuropea è in realtà la storia dellasostituzione di un modello socio­economico­istituzionale con un modelloopposto, ossia dei valori sociali eproduttivi, fondanti per la democrazia

elettiva e la legittimità costituzionale,col loro contrario: parassistimofinanziario e autocrazia. E' la storia diun'inversione non dichiarata, che èavanzata di soppiatto, sotto ilcamuffamento di ideali sbandierati emai attuati di solidarietà integrazionedei popoli, identità comune, dipromesso sviluppo che non arriva mai.Un'inversione di cui oramai sentiamofortemente gli effetti pratici, anche semolti di noi non sanno da che cosaprovengano, e pensano che le causesiano la corruzione o l'evasione ol'articolo 18.In Italia, oltre a queste piaghe, le duelinee di riforme, di cui Napolitano,Monti, Letta e Renzi sono paladini eartefici – soprattutto Napolitano, che,per imporla e accelerarla, debordacontinuamente dalla sua funzione digarante e arbitro per intervenire nellapolitica dei partiti – sul pianoeconomico sta producendo un continuoe rapido aumento del debito pubblico –cioè l'opposto di ciò che promette – el'emigrazione di capitali, imprese ecervelli, con la deindustrializzazione delpaese e la moria delle sue aziende(dirò poi perché queste loro azioni nonvanno condannate, nemmenomoralmente).

Dove portano queste riforme

MMaarrccoo DDeell ll aa LLuunnaa

Editoriali

Page 6: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

6 ITALICUM settembre­ottobre 2014

Lafinanzasulweb rappresenta la versioneelettronica della rivista La Finanza, ed al tempostesso si differenzia dalla testata originaria sia percontenuti che per target, principalmente per lospazio dato alle notizie di stretta attualità, e lapresenza su Facebook, Twitter e Linkedin. in unottica di partecipazione ed interazione cherappresenta la filosofia stessa di questo sito.La Finanza,rivista di finanza economia egeopolitica fondato nel gennaio 2010 da GiorgioVitangeli che ne e’ anche il direttore,

rappresenta la continuazione ideale di “la FinanzaItaliana”, la rivista ugualmente da lui fondata ediretta ininterrottamente per 27 anni, che harappresentato una voce autorevole e “fuori dalcoro” nell’editoria economica e finanziaria.Tra i collaboratori fissi de “la Finanza” compaionodocenti universitari di materie economiche,autorevoli analisti finanziari indipendenti, notigiornalisti economici e personaggi illustri delmondo culturale.Distribuita in tutta Italia per abbonamento e comefree press agli esponenti piu’ rappresentativi delmondo economico e finanziario, oltre chestrumento di informazione aspira ad esseresoprattutto uno strumento di formazione diun’opinione pubblica qualificata.

http: //www.lafinanzasulweb.it

La direzione, la finalità autocratica,essenzialmente dittatoriale, a cui mirala prima linea di riforme, cioè quelleistituzionali, spiega chiaramente laragione per la quale, paradossalmente,ci si ostina a portare avanti la secondalinea di riforme, cioè quella economico­finanziaria, sebbene stia producendoeffetti rovinosi e contrari a quelli chedovrebbe produrre, tra la sofferenza dimilioni di persone: le due linee diriforme convergono in un'operazione diingegneria sociale, di costruzione diuna società radicalmente eapertamente oligarchica che comandiincontrastata le popolazioni fiaccate erassegnate da molti anni di frustrazionie insicurezze, e impoverite di redditi,risparmi, diritti civili, sociali, politici. Ilmodello economico in via diimposizione, con le sue riforme, nonimporta se produce recessione ostagnazione, il suo scopo reale e nondetto non è la crescita, ma una riformadell'ordinamento sociale e giuridico cheassicuri il dominio sulla popolazionegenerale, la possibilità di sfruttarlasenza limiti, l'estrazione da essa direndite certe per il capitale finanziarioanche in periodi di contrazione del pil, eil tutto in modo formalmente legittimo. Aquesto servono le riforme. E leprivatizzazioni, che ieri Padoan haripromesso, parlando in Cina, cheverranno eseguite.

Torniamo alle riforme strutturali:giustizia, amministrazione, lavoro,privatizzazioni . Il governo afferma cheservirebbero per rilanciare il Paeseeconomicamente, ma chiaramente cosìnon può essere.Le privatizzazioni sono state giàampiamente fatte, coi risultati che

sappiamo: regali agli amici del palazzo,peggioramento e rincaro dei servizi peri cittadini, immediato sperpero dei ricavisenza alcuna riduzione del debitopubblico né della spesa pubblica. Leriforme del lavoro ci sono state, ehanno già peggiorato la situazione. Lagiustizia è già stata riformata moltevolte, ed è sempre andatapeggiorando. Il processo civile è statoriformato ogni anno per circa 22 anni,ma la situazione non è affattomigliorata. Quello penale ha pure avutole sue riforme, ma il risultato ènegativo. Si può diminuire il numero deiprocessi aumentando le tasse su diessi, per scoraggiare la domanda digiustizia ­ e anche questo è stato fattomolte volte, l'ultima il mese scorso ­ edè una schifezza. Si può accelerare iprocessi diminuendo le garanzie e idiritti processuali, e così si peggiora laqualità delle sentenze, già molto bassa.La situazione della giustizia, o megliodella giurisdizione, deriva non tantodalle regole processuali, quantodall'incertezza e pletoricità,contraddittorietà e mutevolezza dellenorme, comprese le norme di riforma.Deriva dalla litigiosità della popolazionee dalle manie giudiziarie instillate daimass media. Deriva dalla mentalità edalle prassi dei magistrati. Tutte coseche non si correggono con le leggi esoprattutto che possono cambiare solocon le generazioni. Analogo discorsovale per la pubblica amministrazione,che è per giunta dominata da unamentalità­prassi tradizionalmente, nelsuo insieme, burocratica, corporativa,parassitaria, clientelare, indifferente airisultati pratici per la gente. E anchequesto non lo si cambia con una leggedi riforma.

Quindi è assurdo ciò che prometteRenzi, ossia che queste riformestrutturali rilancerebbero l'economia.Possono solo rilanciare l'affarismospartitorio e screditare ulteriormente ilsettore pubblico ­ e questo credo sia ilvero obiettivo.Ce le presentano come riformenecessarie e salvifiche, ma questesono riforme sbagliate e in mala fedesin dal loro concepimento. Nel 1999l’Ocse tracciava una sintesi delleriforme economiche attuate in numerosipaesi nel decennio che si stavachiudendo. In breve, le linee lungo lequali si era sviluppata l’azione dipolitica economica in quel decennio elungo le quali si sarebbe sviluppatanegli anni seguenti sono queste:i) Ampliamento degli strumentifinanziari e riduzione dellaregolamentazione dei sistemi finanziari;ii) Riduzione delle aliquote per i redditipiù alti;iii) Liberalizzazione dei movimenti deicapitali e ulteriore liberalizzazione delcommercio internazionale;iv) Deregolamentazione eprivatizzazione nei settori delle utilities;v) Restrizioni all’utilizzo delle politicheindustriali;vi) Flessibilizzazione dei mercati dellavoro e irrigidimento dei criteri difruizione del welfare state;vii) Riduzione dell’area dell’interventopubblico nell’economia;viii) Riduzione degli oneri, legali edeconomici, allo svolgimento dell’attivitàd’impresa.

Maurizio Zenezini, in Riformeeconomiche e crescita: unadiscussione critica, Quaderni deldipartimento di economia politica e

Editoriali

Page 7: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

7ITALICUM settembre­ottobre 2014 Politica interna

statistica dell'Università di Siena, n.696­ Aprile 2014, studiando come, negliultimi vent’anni, i paesi europei hannointrodotto numerose riformeeconomiche orientate a rendere leistituzioni economiche più “favorevoli aimercati”, nella convinzione chel’ambiente regolativo costituisca unfondamentale fattore di crescitaeconomica. In base ai dati empirici,ossia sottoponendo queste riforme allaprova dei fatti, gli effetti sulla crescitae l’occupazione dei più recentiinterventi di riforma in Italia appaionovirtualmente nulli nel breve periodo emodesti, nel migliore dei casi, nellungo periodo. O meglio, risultanonettamente negativi: le riformeflessibilizzanti del mercato del lavorohanno peggiorato l'occupazione, leriforme bancarie hanno destabilizzatoil sistema bancario, etc.Di fronte agli insuccessi delle riformeche ha imposto, l'OCSE le difendecon gli argomenti più arbitrari,chiaramente in mala fede, come ildire che, se non le si fosse fatte, orale cose andrebbero molto peggio.Conclude Zenezini:“Se le riforme non mantengono leloro promesse, potremo dichiarareche l’efficacia di una riforma giàeffettuata dipende da qualche altrariforma ancora da effettuare che, asua volta, richiederà quasicertamente riforme in nuovedirezioni: le riforme del mercato dellavoro non funzionano se i mercatidei prodotti restano rigidi, le riformedelle utilities non funzionano se ilcommercio al dettaglio restaimpantanato nelle regolamentazionicomunali, se le lavanderie restanochiuse il sabato pomeriggio, se i giudicinon compilano il “calendario udienze”(Ocse, 2013a, p. 86).In alternativa, si potrà affermare che leriforme agiscono nei tempi lunghi,mentre gli effetti di breve termine sonodifficili da modellare, e potrebberoanche essere negativi: “le riforme […]dovrebbero aumentare il prodottopotenziale di lungo periodo, ma lagrandezza di questo effetto,specialmente nel breve periodo, èdifficile da stimare con qualsiasi gradodi precisione” (Ocse, 2013a, p. 84).Potremmo, infine, puntare il dito controgli indici “formali” dideregolamentazione.Gli organismi economici internazionalihanno misurato le numerose riformefatta in Italia, su questa base esperti eresponsabili della politica economicahanno regolarmente tracciato bilanci ditale attivismo riformatore, ma, dato che

il paese si è infilato in una traiettoria dideclino economico, “si può sospettareche i principi legali dellaregolamentazione delle attivitàeconomiche divergano dalla pratica, odalla loro percezione, in Italia più che inaltri paesi” (Ocse, 2013a, pp. 82 sgg.):se le riforme non funzionano, dovremorivedere gli indici delleregolamentazioni.Sarebbe impossibile fornire

un’immagine più sconcertante dellairresponsabilità che costituisce la cifralatente della politica economica degliultimi decenni. Nessun riesame delleriforme effettuate è permesso, èimpedita la discussione su politicheeconomiche alternative: se le riformenon funzionano, si può sempre dire chesenza di esse le cose sarebberoandate peggio, se gli indici dideregolamentazione non sono correlaticon la desiderata performance potremodenunciare l’insufficienza degli indici,se le riforme hanno effetti trascurabili,si chiederà comunque di rafforzarle e diaumentare la flessibilità, se una riformamirata ad un particolare obiettivo nonha successo, si modificherà l’obiettivo osi punterà in qualche altra direzione.E’ la stessa irresponsabilità cheKeynes denunciava nel 1925esaminando le conseguenze dellapolitica economica del governoChurchill (Keynes, 1925): Poiché ilpubblico afferra sempre meglio le

cause particolari che le cause generali,la depressione verrà attribuita alletensioni industriali chel’accompagneranno, al piano Dawes,alla Cina, alle inevitabili conseguenzedella grande guerra, ai dazi, alle tasse,a qualunque cosa al mondo fuorchéalla politica monetaria generale, che èstata il motore di tutto.”Da quanto detto prima appaiono alcuneevidenti realtà, confermate dai fatti:­in un sistema basato sulla moneta­debito, salvo ripudiare il debito ocondonarlo o eliminare i creditori, èmatematicamente impossibile azzerareo anche solo ridurre il debitocomplessivo;­quindi chi lo propone come principio divirtuosità o come obiettivo o è uncretino o è un mistificatore;­un singolo paese, se è competitivonelle esportazioni, può ridurre epersino azzerare il proprio debitoestero realizzando avanzi dellabilancia delle partite correnti, cioèprendendo denaro da altri paesi, maciò matematicamente aggrava in parimisura l'indebitamento estero di questialtri paesi; analogamente, unparticolare cittadino, un'impresa, unente pubblico può chiudere i propridebiti accumulando attivi negli scambicon gli altri soggetti economici, ma ciòsi traduce in un pari aumentodell'indebitamento di questi; tuttavia,siccome l'indebitamento complessivoinarrestabilmente cresce per effettodell'accumularsi degli interessi, tutti ipaesi, tutti gli altri soggetti incompetizione tra loro tendono adaffondare nell'indebitamento (inmetafora: su una barca che staaffondando io mi posso salvarearrampicandomi sulle tue spalle, masolo provvisoriamente);­ridurre il debito aggregato implicaridurre la liquidità nel sistema, perchétutta la liquidità è debito­credito;­quindi comporta un aumento delleinsolvenze e dei fallimenti;­causa inoltre calo della domandaaggregata, quindi calo degliinvestimenti produttivi, i quali vengonofatti in base alle aspettative diredditività al netto delle tasse; sicchése i potenziali investitori vedono che laprospettiva è di tagli alla spesapubblica, alta tassazione, riduzione deldebito­liquidità, allora prevederannoche la domanda sarà bassa, cioè chenon ci sarà domanda solvibile per i loroprodotti, perciò investiranno altrove.

Attualmente in Italia abbiamo unprogramma di tagli alla spesa pubblica,una pressione fiscale che non può

Marco Della LunaNeuroschiavi

Arianna Editrice, 2012pagg. 535 euro 19,50

Page 8: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

8 ITALICUM settembre­ottobre 2014Politica interna

calare anche a causa dei 40 miliardiall'anno di riduzione del debito pubblicoche il governo dovrà fare in esecuzionedel Fiscal Compact, un reddito e unacapacità di spesa in picchiata anche acausa dell'alta disoccupazione emaloccupazione, soprattutto giovanili;inoltre le banche stanno riducendo ilcredito alle imprese e alle famiglie etengono altissimi i tassi: sanno che gliaspiranti mutuatari, data la mancanzadi continuità del loro reddito, nonavranno i mezzi per ripagare i prestiti,quindi logicamente non eroganoprestiti, se non raramente e con spreadaltissimi, al decuplo dell'Euribor, percompensare il rischio ­ dicono. Quindioggettivamente non ci sono lecondizioni per un'uscita dalladepressione economica. Anzi, è incorso un avvitamento recessivo, chedeterminerebbe rendimenti altissimi suldebito pubblico, senonché qualcuno ­laBCE e/o la Fed­, comprando sulmercato secondario, e distorcendo ilmercato, li tiene artificialmente bassi –come fa ancora più vistosamente conle nuove emissioni del debito pubblicogreco.D'altronde le banche italiane (ma nonsolo italiane) sono piene di sofferenzesommerse, ossia non dichiarate, emagari fanno aumenti di capitale dimiliardi, uno dopo l'altro, per unmultiplo della valorizzazione di borsa,ogni volta bruciando la liquiditàacquista, in base a bilanci falsi, chenascondono questa realtà. Se essaaffiorasse, avremmo il global meltdowndel sistema bancario. A quale clienteuna banca presterebbe il triplo di quelloche vale in borsa? Qui siamo davvero“au bord du gouffre”! Eppure il sistemaglobale non pare aver esaurito la suacapacità di rilanciare e differire. Inumeri sono infiniti, quindi, essendo lamoneta fatta di numeri, infinita è anchela possibilità di rinviare la soluzionedegli squilibri finanziari...Negli ultimi 20 anni o poco più un altrofattore è all'opera, a dannodell'economia reale e dell'occupazione:il settore speculativo, remunerando icapitali in esso investiti in tempi assaipiù brevi del settore produttivodell'economia (consideriamo cheun'operazione speculativa può duraremesi o giorni, mentre il ritorno negliinvestimenti industriali si può averesolo dopo anni), quindi dandorendimenti maggiori di quest'ultimo,sottrae al medesimo molti capitali,tendendo a lasciarlo a secco.Addirittura vediamo che molte banche,dopo aver ricevuto fondi pubblici o dellabanca centrale, non li prestano, ma li

usano in parte per comperare titolipubblici al fine di migliorare la lorocapitalizzazione e di lucrare le cedole,e in parte per speculare, fare trading, inproprio.Conseguenza di questa competizionesui rendimenti, è che il settoreproduttivo, per cercare di trattenere icapitali offrendo loro unaremunerazione competitiva col settorespeculativo, si forza di dare, anno peranno, i massimi utili­dividendi possibili,e a tal fine fa alcune cose aventi unimpatto negativo sull'occupazione, sullaproduzione e sulla competitività,soprattutto nel lungo periodo:a)riduce la produzione dal livello che dàil massimo ricavo totale al livello che dàil massimo ritorno sul capitale investito(quindi fa tagli agli impianti e allemaestranze);b)riduce quanto possibile le spesecorrenti (compresi salari emanutenzione) nonché per investimenti(compresa l'innovazione) necessari amantenere le posizioni sul mercato,cioè sacrifica gli obiettivi di medio elungo termine a quelli di budget – daqui il termine budgetismo, che indicaquesta distorsione della politicaaziendale.

L'ottimizzazione del bilancio è ancherichiesta dal bisogno di avere un buonrating dell'affidabilità bancaria, ondemantenere le linee di credito econtenere i tassi di interesse.Consideriamo anche che i managersdegli investitori istituzionali come i fondidi risparmio e quelli pensionistici sonopagati in ragione al volume degliinvestimenti che attirano, e che questodipende dai rendimenti cheraggiungono, e che questi rendimenti aloro volta dipendono dai rendimentidelle azioni, ad esempio, che hanno inportafoglio. I rendimenti delle azionidipendono ampiamente dai dividendiche si prevede che staccheranno,quindi di nuovo dalla prestazione annoper anno. Anno per anno, perché imanagers restano usualmente in caricapochi anni, sicché non si interessano acome andrà una determinatacorporation nel medio o lungo termine.La strategia delle impresedell'economia reale avrebbe bisogno dipianificazioni e respiro di molti anni,specialmente in campi ad altatecnologia; ma tutto cospira adistorcerla in funzione dei criteridell'economia improduttiva. “Tuttoquesto è il mercato, quindi va bene,interferire sarebbe sbagliato”obietteranno alcuni. In effetti, è ilmercato finanziario che interferisce con

quello produttivo, cioè con quelmercato che, secondo la teoria, selibero e trasparente, dovrebbe, in basealle leggi sue proprie, portare alla pienaoccupazione e alla stabilità. E leinterferenze del mercato finanziarionuocciono palesemente a quelloproduttivo. Molte società valide,quando si quotano in borsa,incominciano in effetti a subire questeinterferenze disturbanti, che le fannodegenerare gestionalmente. Ciòsuccede regolarmente con le bancheitaliane che vanno in borsa. L'idea chela borsa serva a finanziare e apremiare la buona gestione delleimprese è smentita e capovolta daifatti.Alla luce di quanto sopra detto,possiamo tranquillamente concludereche, quando un leader comunitario,soprattutto un leader italiano, promettecrescita o impegno per la crescita,promette la sospirata flessibilità,promette che l'UE porta allo sviluppo –quando promette queste cose, einsieme dice che “le regole europee”, “ilrisanamento”, “il rigore di bilancio”saranno rispettati, mente sapendo dimentire, mente per imbonire la gente: ilmodello che viene implementatoattraverso l'UE e l'Italia in particolarenon vuole crescita, lavoro, sicurezza,rilancio produttivo, ma stagnazione.Come non vuole partecipazionepopolare né diritti sociali. Al massimosono ammessi interventi di riduzionedel disagio sociale per prevenire cheevolva in sommossa, o sussidii acategorie sociali realizzati a spese dialtre categorie sociali (come gli 80 eurodi Renzi), in una logica di divide etimpera. Logica peraltro applicata anchetra gli Stati membri: consentire adalcuni (Germania e soci) un relativo (eprovvisorio) sviluppo a spese degli altri,onde avere il loro appoggio percompletare l'opera di inversionecostituzionale. Che si appalesa,oramai, come un'opera eversiva. Equando ci dicono "fare le riformeistituzionali è condizione per ottenereflessibilità di bilancio dall'Europa", ilsignificato è: "se non ci lasciateriformare la costituzione per realizzarel'autocrazia che vuole la grandefinanza, la grande finanza vi lasciasenza soldi".Diversamente da altri, io non biasimomoralmente i progettisti e gli autori diquanto sopra. Non dico che sonocriminali perché sacrificano il 99% dellapopolazione agli interessi dell' 1%.Infatti, il loro modello socioeconomicodeflativo­parassitario­autocratico è piùadeguato a ciò che i popoli sono, al

Page 9: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

9ITALICUM settembre­ottobre 2014 Focus: La quarta guerra mondiale

loro effettivo livello mentale e diconsapevolezza, che non è moltodiverso da quello del bestiame, comedimostra la bovina docilità con cui silasciano "riformare". Il modellodemocratico, e anche il modello(post)keynesiano, presuppongono che

l'uomo mediano e il popolo sianoqualcosa che in realtà non sono affatto,quindi semplicemente non possonofunzionare. Il modello socioeconomicodeflativo ha, inoltre, il vantaggio diriuscire a imporre coercitivamente edall'alto, di fronte al raggiungimento dei

limiti fisici dello sviluppo e allanecessità di ripiegare, la necessariadecrescita ecologica dei consumi edella stessa popolazione, che in regimedi democrazie nazionali non sipotrebbe ottenere.Marco Della Luna

1. La quarta guerra mondialeattualmente in corso ha come oggetto ildominio geopolitico USA sul resto delmondo. Non si tratta ovviamente diassicurarsi un unico dominio dispoticostatale unificato sul mondo intero,obiettivo che non è allo stato attualenelle possibilità economiche e militariUSA e che non è neppure desiderato eperseguito, perché implicherebbe un

controllo capillare talmente esteso esoffocante da trasformare l'interopopolo americano in popolo guerriero,secondo il modello dell'imperogiapponese in Asia orientale fra il 1931ed il 1945. Gli americani voglionogodersi il loro altissimo livello diconsumi(si pensi alla cilindrata delle automobiliche circolano sulle loro autostrade) enon intendono certamente gridarecome i giapponesini che gridavano"Banzai!" inseguendo Cinesi, Coreani,Mongoli e Manciuriani. Per fare unparagone storico, il loro imperoassomiglierà piuttosto all' imperoromano del tempo di Augusto, che nonaveva ancora una burocrazia unificatacome poi arriverà al tempo diDiocleziano e di Costantino,comprendeva un insieme di territori condiversissimi statuti giuridici e legali,dagli Stati formalmente indipendentialle città alleate, dalle tribù con liberalicenza di assoggettamento schiavisticoai semistati a sovranità limitata conguarnigione militare romanapermanente.Non bisogna neppure pensare che laMissione Speciale conferita al popoloamericano dalla divinità onnipotenteprotestante­sionista di tipoveterotestamentario (con Gesùtestimonial da esibire in concerti rockcon annesse danze tribali della pioggiaper salvare il pianeta o per fingere di

spedire cibi avariati a negretti con il visoricoperto dalle mosche) sia qualcosa diteleologicamente predeterminato apartire dal 1776. Questa è proprio larappresentazione provvidenzialisticacon cui la classe dirigente USA pensase stessa, e cioè che Dio, nella suaprotestantica inesorabilità, aveva giàdeciso dai tempi di Tutankamen che ilbuon popolo anglofono avrebbe

dominato il mondo, accompagnato dalsuo esclusivo clero levitico­sionista edalla sua religione dell' inchiodamentoperpetuo della vecchia Europa al suosenso di colpa eterno. In realtà la storiaè anche (non solo) regno dellacontingenza, e ciò che è avvenutoavrebbe anche potuto non avvenire.Bisogna quindi liberarsi dai modi dipensare consolidati di tipo teleologico­narrativo, e farò qui solo due esempielementari.Prendiamo il modo in cui vienedisegnata divulgativamente la teoriadell'evoluzione, imprinting che dai testidella scuola elementare ciaccompagnerà poi per tutta la vita. Inprincipio ci sono solo piantine umidiccee schifose, amebe non altrimenti note,spugne ed altri conglomerati paludosi.Arrivano poi insetti, ragni, dinosauri,mammut, uomini scimmieschi con ilmuso proteso in avanti come i teppistidi periferia, ed infine emerge da questobrodo primordiale un uomo biondo ederetto che cammina guardando davantia sé, diretto probabilmente a PiazzaAffari, che sappiamo essere ilcoronamento destinale provvidenzialedella storia della specie umana. Ilpoliticamente corretto ci ha già aggiuntouna donna e fra poco avremosicuramente anche altri uomini e donne"diversamente colorati", tutti sorridenticome si conviene a "gente"postclassista, postborghese e

postproletaria.E prendiamo anche il modoprovvidenzialistico­lineare con cui imanuali di storia ci raccontano ilpassaggio di Roma da cittadina dibriganti sradicati provenienti dalleeccedenze demografiche delle vicinetribù (ver sacrum ecc.) ad un imperoche va dalla Scozia alla Mesopotamia edalla Dacia alla Mauritania. Al principio

per alcuni secoli si hanno soloestenuanti lotte campanilistiche con letribù delle vicine, province di Viterbo,Rieti e Frosinone, poi si passa a cosepiù serie, tipo Etruschi, Galli dellaPadania bossiana e Cartaginesi, edinfine ci si espande sempre di più, e sidiventa talmente forti da potereaddirittura permettersi delle sanguinoseguerre civili interne (Mario e Silla,Cesare e Pompeo, Ottaviano edAntonio ecc.). Non dico che non siaavvenuto tutto questo. Dico soltantoche questa immagine lineare diprogressione geografica a macchiad'olio può comportare ­ e quasi semprecomporta ­ una ricaduta psicologica ditipo inevitabilmente provvidenzialistico.E su questo immaginarioprovvidenzialistico ­ lineare giocanoappunto gli apologeti dell'imperoamericano.

2. L'espansione geopolitica delle TrediciColonie avviene secondo una logicageograficamente razionale. Si tratta diacquisire prima le terre oltre i MontiAlleghani, inizialmente riservate dallaCorona britannica alle tribù indiane, poidi acquistare da un distratto edinsopportabilmente egocentricoNapoleone la valle del Mississippi, poitentare di conquistare l'intero Canadanella guerra del 1812­1815 contro laGran Bretagna (guerra di cui si èsempre parlato poco perché per una

CCoossttaannzzoo PPrreevvee

La quarta guerra mondialeda "La quarta guerra mondiale" Edizioni All'Insegna

del Veltro, 2008

Page 10: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 0 ITALICUM settembre­ottobre 2014Focus: La quarta guerra mondiale

volta gli USA presero una beneficabatosta) ed infine di completare laconquista dello spazio continentaledall'Atlantico al Pacifico rubandoquesto stesso spazio al Messico. E unavolta diventata la grande nazione deiDue Oceani, si trattava di capire daquale oceano sarebbe iniziatal'espansione geopolitica imperiale.Non poteva trattarsi che del Pacifico,per il fatto che l'area atlantica eraancora dominata dalle grandi potenzeeuropee, che l'avrebbero persa soltantocon la seconda guerra mondiale. GliUSA mandarono una flotta percostringere il Giappone ad aprire i suoiporti, divorarono le isole Hawaii conl'aiuto di bande di missionari protestantie soprattutto si mangiarono le Filippinenel 1898. La conquista delle Filippine,che prima dello sbarco militare USAavevano già di fatto conquistato sulcampo l'indipendenza dalla Spagna(Aguinaldo era stato il Bolívardell'arcipelago), fu per gli USAl'equivalente di quanto erano stati HongKong per l'Inghilterra, l'Indocina per laFrancia e l'Indonesia per l'Olanda. Einfatti ­ come ho già rilevato nel terzocapitolo, ma repetita juvant ­ laseconda guerra mondiale per gli USAnon fu per nulla una guerra ideologica"antifascista", come raccontano lefavole per accademici politicamentecorretti, ma fu una guerra geopoliticaper la conquista permanentedell'Europa e del Giappone.Con il 1945 I'impero USA è giàstabilmente insediato in Europa e inGiappone e si e già dotato dei "residui"e delle "derivazioni" ideologicheantifasciste (uso qui la terminologia diVilfredo Pareto) con cui legittimare lapropria occupazione permanente. Iprocessi di Norimberga e di Tokyocontro i vinti sono infatti necessari perlegittimare simbolicamente lapermanenza della occupazione. Nellaterza guerra mondiale l'impero USA siimpadronisce militarmente del VicinoOriente dopo il 1956 e l'incautaoperazione veterocoloniale franco­inglese, e riesce anche ad impedirecon un massiccio intervento militareindiretto (ed in alcuni casi anchediretto, da Santo Domingo 1965 aPanama 1989) I'espansione delcomunismo in America Latina, per cuiCuba resta un'eccezione assediata.Resta ancora l'Africa, che fino alla finedella terza guerra mondiale è ancorariserva di caccia, per la Francia e perl'Inghilterra; e resta soprattutto il cuorecontinentale dell'Asia, o megliodell'Eurasia, la zona che la vecchiageopolitica aveva sempre

(correttamente) definita in termini diHeartland, il cuore del continenteeurasiatico. A tenere questo cuore eraancora l'URSS, che si era decisa ancheall'intervento in Afghanistan nel 1979per garantirsene il controllo, interventocriticato da tutto il concerto sfiatato dei"sinistri" del tempo (ma non certo da chiscrive, e non certo per adesioneideologica al baraccone brezneviano ­e per quello che vale ne ho ancora letestimonianze scritte e pubblicate).

Nel 2001 gli USA si impadronisconodell'Afghanistan e tentano anche diimpadronirsi dell'Uzbekistan e delKighisistan facendo leva sullecorrottissime oligarchie postcomunistee sulle caricature delle cosiddetterivolte "arancioni" sponsorizzate dallospeculatore Soros. Nello stesso tempo,approfittando del vuoto di potere inAfrica e del pretesto della guerra controil terrorismo islamico, mettono per laprima volta piede stabilmente in Africacon basi militari permanenti in Somaliaecc.). Anche in questo caso, si servonodi apparati governativi subalterni excomunisti (Etiopia ecc.). Per chiudere ilcerchio, utilizzano governi corrotti ecompletamente degenerati di paesi excomunisti (Polonia, Repubblica Cecaecc.) per installare nuove basi militaririvolte contro la Russia, indiscutibilecuore geografico dell'Eurasia, ed usanocome pretesto la difesa preventivadell'Europa contro gli "Stati canaglia"(rogue states) dell'Iran e della Corea

del Nord.Sarebbe necessario pubblicare ognianno un album di cartine del mondointero con tutte le basi militari e ledislocazioni delle flotte USA nel mondo,senza paura che la semplicepubblicazione di queste cartinegeografica venga accusata diantiamericanismo (e magari anche diantisemitismo). In ogni caso, il cerchiosi sta chiudendo ed è giunta l'ora dicominciare a decidere se intendiamoaccettare questo nuovo impero globaleUSA oppure se non intendiamoaccettarlo.

3. La strategia geopolitica globaledell'impero USA non si esauriscecertamente con l'euro­atlantismo.L'euro ­ atlantismo ne è soltanto unsettore particolare, sia pure importante,e la sua premessa ideologica consistenell' imporre all'Europa una concezioneunilaterale di Occidente inteso comeciviltà di cui I'impero americano stessonon solo è il garante militare in ultimaistanza (la sovranità nello statod'eccezione di cui parla Carl Schmitt),ma è anche l'unico soggetto abilitato adarne una definizione politico­militareoperativa. E tuttavia in quanto imperomondiale si servono di molti elementigeopolitici, e non solo ovviamentedell'euro­atlantismo. Utilizzano lasolidarietà linguistica anglosassone conl'Australia e la Nuova Zelanda.Rinfocolano l'ostilità ed il contenziososimbolico pregresso fra Cina eGiappone per assicurarsi l'alleanza conil Giappone. Utilizzano il contenziososimbolico pregresso fra indù emusulmani per impedire ogniriavvicinamento tra l'India e Pakistan. Inaltre parole, l'euro­atlantismo con cui gliUSA tengono legata a sé l'Europa èsolo un pezzo di una più vasta,complessa ed articolata strategiageopolitica globale.Per l'Europa, invece, l'eurasiatismoresta la sola possibilità strategica realeper garantirsi alleati che non intendanoanche dominarla ed occuparla con basinucleari. Un'Europa isolata edeurocentrica è certamente un datoeconomico e culturale credibile, ma idati economici e culturali sonoinsufficienti se ci si colloca all' interno diuno scenario geopolitico mondiale. Legrandi cattedrali romaniche e gotiche,la pittura rinascimentale ed i marmigreci e romani non sono fattorisufficienti per un confronto geopoliticoglobale. La stessa alleanza privilegiatafra l'Europa e il continente africano èormai un dato storico tramontato deitempi (da non rimpiangere) del

Costanzo PreveLa quarta guerra mondiale

Edizioni All'Insegna del Veltro,2008pp.198, euro 20,00

Page 11: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

11ITALICUM settembre­ottobre 2014 Focus: La quarta guerra mondiale

colonialismo ottocentesco eprimonovecentesco. Non vi è dunquealternativa all'eurasiatismo. Solo ilpacifismo struzzesco, che mettesistematicamente il capo sotto lasabbia e ritiene che le sfilate belantiritualizzate siano già di per sé unfattore politico importante, e noncomprende che queste sfilate belantisono l'equivalente politico dei cantisciamanici degli stregoni davanti apatologie gravi che richiedonointerventi chirurgici, può censurarequesta inevitabile necessità. So beneche in questo preciso momento storico(Sarkozy in Francia, Merkel inGermania, irrilevanti pecoronifinidalemiani in Italia ecc.) questaprospettiva è soltanto teorica edastratta, perché gli apparatidiplomatico­militari europei asservitivanno nella direzione opposta: quelladella servitù volontaria euro­atlantica. Etuttavia tocca agli studiosi indipendentinon asserviti e non politicamentecorretti segnalare una possibilesoluzione alternativa, anche senessuno può sapere se e quandomuteranno le condizioni storichemateriali per una inversione ditendenza eurasiatica. In fondo i libri siscrivono anche e soprattutto perfavorire un mutamento di percezionedei fatti storico­sociali.

4. Ribadita l'ovvia evidenza per cuinella presente quarta guerra mondialein corso l'impero USA tende ad undominio geopolitico globale, sia purecon gradi di controllo differenziati(alcuni diretti, altri indiretti) e ribaditaanche la tesi, certamente meno ovviama non per questo menorazionalmente argomentabile, per cui lasoluzione eurasiatica è la più credibile,resta da esaminare il secondo aspettodi questo dominio, quello ideologico­culturale. E' bene allora ribadire qualisono i significati che do ai due termini"ideologico" e "culturale".Con il termine "ideologico", intendosostanzialmente il significato propostoda Karl Marx, e poi posteriormenteribadito modificato e concretizzato, percui l'ideologia sistematizza la realtà noncertamente "così com'è", ma comedeve diventare per giustificare elegittimare interessi economici e politicidi potere e di dominio. La dimensioneideologica è necessaria per lariproduzione delle società umane,indipendentemente dal giudizio divalore positivo e/o negativo che si dà diesse, ed è quindi sempreinevitabilmente presente, così come losono l'arte, la religione, la filosofia, la

scienza ecc. Sintomo infallibile dellapresenza dell'ideologia èI'affermazione, non si sa se più ingenuao più sciocca, per cui chi parla ritiene, adifferenza del resto del mondo, di "nonessere ideologico", ma soltantoreligioso, filosofico, scientifico ecc. Ingenerale l'ideologia è accompagnatadalla "falsa coscienza necessaria",relativamente facile da diagnosticare inse stessi. Ad esempio il marxismo, cheha sempre utilizzato a tonnellate inquantità industriali il concetto diideologia come falsa coscienzanecessaria, non è quasi mai riuscito adapplicarlo a se stesso ed alle suevicende. Causa non ultima, questa, delsuo tragicomico crollo a fineNovecento.Con il termine "culturale", da nonconfondere con "ideologico", in quantoassai più ampio, comprensivo edimportante intendo la riproduzionesimbolica integrale di una determinataforma di vita associata, e cioè(utilizzando il già segnalato linguaggiodi Habermas) l'imposizione di un'unicagrammatica standard delle forme divita, grammatica accompagnata da unaprogressiva colonizzazione capillaredella vita quotidiana. È allora evidenteche la dimensione culturale è piùimportante della dimensione ideologica,che resta del tutto subalterna. Ilcomunismo storico novecentesco, chepure ha praticato sotto Stalin e sotto ilprimo Mao Tse Tung la strategia dellacolonizzazione della vita quotidiana (ilcosiddetto "uomo nuovo"' Dio ce nescampi e liberi), ha sempre dovutosupplire alla sua pittoresca mancanzadi egemonia con l'imposizioneideologica, e questa è stata una delletante ragioni della sua catastroficasconfitta.

5. Dopo questa necessaria parentesiterminologico ­ concettuale, è beneperò dire subito che I'attuale imperoamericano non cerca neppure diessere veramente "credibile", edutilizza invece una sorta di(parzialmente inedita nella storia)Menzogna palese. Che cos'è lamenzogna palese? La menzognapalese è una menzogna che non cercaneppure di essere credibile, in quantosi pone fin dal principio comepalesemente falsa.La menzogna palese rappresenta amio avviso un grado superiore,darwinianamente parlando, dellaprecedente menzogna occulta. Lamenzogna occulta dava infatti luogo astrategie di smascheramento o di"demistificazione" (come si diceva negli

anni Sessanta) e queste strategienutrivano gruppi appositi di intellettuali,che si qualificavano comesmascheratori e demistificatori,secondo il modello di quelli che ilfilosofo francese Ricoeur avevachiamati "maestri del sospetto" (Marx,Nietzsche, Freud). La menzognapalese, lungi dall'essere "sciocca",riflette invece la dura realtà dei rapportidi forza, Il suo modello è la favolaantica del lupo e dell'agnello, in cui illupo, avendo comunque già deciso didivorare l'agnello, attua pro forma undialogo demenziale, accusandolo diintorbidare l'acqua che lui sta bevendo,laddove l'agnello stesso si trova a valledel lupo e non a monte.Nelle tre guerre mondiali precedentil'impero USA aveva dovuto usareapparati ideologici di vario tipo(antigermanesimo nella prima,antifascismo nella seconda,anticomunismo nella terza), mentre inquesta quarta si trova a dovergiustificare il suo progetto di capillaremilitarizzazione del pianeta con lateoria del terrorista islamico diffuso e/odegli "stati canaglia", indicati questiultimi dal sacerdozio levitico sionista,cui è delegata in ultima istanza lasovranità di definire il Male ed il Benenel mondo. La debolezza di questonemico, imparagonabile ai vecchiKaiser, Hitler, Stalin ecc., comportaanche la spartizione virtuale di ognitentativo di ricoprire con unagiustificazione credibile le propriescelte di aggressione unilaterale.Con I'aggressione geopolitica allaJugoslavia del 1999 (Camp Bondsteelecc., trasformazione del Kosovo inministato mafioso e criminale dotatoperò di basi militari permanenti NATO)si era resa ancora necessaria unagiustificazione ideologica, e cioèl'invenzione di un inesistente genocidiodegli Albanesi, genocidio non solopalesemente inesistente (si trattava diuna guerra civile etnica a bassissimaintensità fra lo Stato jugoslavo ed ungruppo separatista albanese), maanche smentito da osservatori in locodi organizzazioni europee (OCSEecc.).L'aggressione all'Afghanistan del 2001coinvolse la NATO in quella che erapalesemente una mossa dioccupazione strategica geopoliticadello Heartland eurasiatico. Se loscopo fosse stato quello ufficialmenteproclamato (la cacciata di Bin Laden,ritenuto responsabile dell'11 settembre2001), sarebbe stato perseguito moltomeglio trattando con il governotalebano afgano ed imponendogli la

Page 12: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 2 ITALICUM settembre­ottobre 2014Focus: La quarta guerra mondiale

cacciata o la consegna di Bin Laden.Ma Bin Laden non era che un pretesto,e ciò risultò palese con i tentativi USA(sembra per il momento fortunatamentefalliti) di mettere le zampaccegeopolitico­militari con basi permanentiin Uzbekistan, Kirghizistan ecc.La criminale aggressione all'Iraq del2003 mostra chiaramente che non èpiù necessaria la credibilità pergiustificare I'aggressione. Tuttiricordano Colin Powell che agitava unaprovetta al consiglio di sicurezzadell'ONU, e la totale e paleseincredibilità delle accuse a SaddamHussein (partecipazione al complottodell'11 Settembre e detenzione dipericolose armi di distruzione di massa,che notoriamente nella zona possiedesoltanto Israele). Ed è interessante,anche se poco rilevato per lavigliaccheria del circo mediaticooccidentalistico­USA, che leargomentazioni per le nuove basimilitari USA in Polonia ed in Cechiasono state non solo incredibili, maaddirittura surreali (difendere la vecchiaEuropa dall'Iran e dalla Corea delNord).Ancora una volta, ripeto che questastrategia della Menzogna Palese edella Incredibilità Ostentata e Manifestanon deve essere giudicata con criteriesclusivamente moralistici e tantomeno semantici, ma deve essereintesa come un segnale bellico diretto.Questa brutalità toglie ovviamentespazio agli intellettuali­vaselina, chedistinguerò nei tre gruppi dei cappellanimilitari dell'impero, dei giullari di cortedell'aristocrazia imperiale ed infine (ilpiù importante di tutti) degli eunuchi delpalazzo. Esaminiamoli separatamente.Prima, però un chiarimento generale.

6. Sulla questione degli intellettuali èbene non lasciare spazio ad equivoci dialcun genere. Un uomo generoso edintelligente come Antonio Gramsci,infatti, si sbagliò di grosso a questoproposito. Un intellettuale, se èveramente tale, non può essere"organico" a nulla, se non alla propriacoscienza. Se poi quello che riesce a"produrre", o meglio la "ricaduta"espressiva del suo pensiero, puòservire a scopi di mobilitazione e diidentificazione politica, è tanto diguadagnato. L'ostrica produce la perlanon certo perché intende essere"organica" ai gioiellieri ed alle madamebenestanti, ma perché lo fa per il suogratuito piacere. Chi intende essere"organico" ad una classe sociale siillude. Chi intende essere "organico" adun partito o gruppo politico non fa altro

che fornire apparati ideologici ai suoidirigenti. Spinoza, Kant, Hegel o Marxnon sono certamente stati degli"intellettuali". Sono stati dei libericreatori critici, e se avessero dovutopensare "su commissione"' oppurearmonizzare quanto pensavanoliberamente con vincoli ideologico­politici esterni, non sarebbero riusciti aconcludere nulla di importante.Gli intellettuali sono un gruppo sociale,uno dei più miserabili e servili cheesistano all'interno della divisione dellavoro sociale. Essi non sono deicreatori, ma dei produttori di profiliideologici e dei consulenti subalterni di

ceti politici che si riservano sempre ladecisione sovrana in ultima istanza. Inquanto produttori di profili ideologici econsulenti subalterni di decisionitattiche, gl'intellettuali fanno parte di unvero e proprio clero, infinitamente piùmiserabile di quello medioevale, perchénon tramandano neppure più la culturaantica e non promuovono neppure lacostruzione di cattedrali romaniche ogotiche.Marx è stato un creatore, non certo unintellettuale. E questo vale per altrecentinaia di grandi creatori minori, tuttistimabili. Un creatore non fornisce sucommissione profili ideologici prét­a­porter. Le tre categorie di cui oraparlerò invece lo fanno.

7. I cappellani militari hanno comefunzione quella di galvanizzare letruppe dicendo loro che si apprestanoad uccidere per una causa giusta. Nelpassaggio alla cosiddetta "modernità",e cioè al contesto culturale e socialedel capitalismo borghese, i cappellanimilitari sono passati in massa dai Dirittidi Dio ai Diritti dell'Uomo. Chi pensache Schmitt sbagli quando afferma chele categorie politiche moderne sono ilfrutto di una preventivasecolarizzazione di precedenticategorie teologiche ha qui uninteressante campo di indagine e diriflessione.In una prima fase, che va dal tempodelle Crociate alla conquistacinquecentesca dell'America fino alleguerre religiose del Cinquecento e delSeicento in Europa, erano i Diritti di Dioche il ceto intellettuale agitava. Poi Diofu sostituito dalla Scienza e dalProgresso, i due idoli con cui ilcolonialismo giustificò la sua strategiadi occupazione del mondo intero. Poi cifurono le tre guerre mondiali, in cuigl'intellettuali suonarono il loro sfiatatopiffero: prima per il nazionalismo, poiper l'antifascismo ed infine perI'anticomunismo. Siamo però arrivatioggi ad una fase completamentenuova. In questa quarta guerramondiale si riciclano certamentevecchie risorse ideologiche non ancoracompletamente sfruttate, come lasuperiorità della civiltà occidentale sullealtre (ed in particolare sull'islamica) ecome la lotta contro il totalitarismo(totalitarismo = minimo comundenominatore diabolico di fascismo ecomunismo), ma si attua soprattuttouna secolarizzazione dei vecchi Dirittidi Dio nei nuovi Diritti dell'Uomo.Il discorso qui si farebbe lungo. Ma chinon ha ancora capito che l'agitare ilturibolo sciamanico dei Diritti dell'Uomoè soltanto una protesi ideologica perlegittimare un intervento imperialeunilaterale è veramente un casodisperato. Con chi confonde gli angelicon i diavoli non è possibileintraprendere nessun confrontoteologico.

8. I giullari di corte dell'aristocraziaimperiale hanno grande spazio in unasocietà neofeudalizzata come l'attuale.In una società democratica, sia pureschiavistica come I'antica Atene, losguardo comico che una società nonpuò fare a meno di rivolgere su sestessa prende I'aspetto del teatropolitico (Aristofane ecc.). In una societàfeudale, invece, le oligarchiearistocratiche non possono realmente

Diego FusaroIl futuro è nostro

Filosofia dell'azioneBompiani, 2014

pp. 615, euro 15,00

Page 13: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 3ITALICUM settembre­ottobre 2014 Focus: La quarta guerra mondiale

permettersi la generalizzazione di unvero e proprio teatro politico, cheaffronti le ragioni strutturali di fondo deimali della società. Largo spazio vieneinvece dato ai buffoni, cui è permessoperfino di camminare sulle teste deglioligarchi che si scompisciano dallerisate. La critica sociale vienepersonalizzata, ed in questo modoprivata di ogni carattere realmentepolitico (il cinghialone Craxi, ilpaperone Berlusconi ecc.). Balzano inprimo piano cerimonie pubbliche dipagliacci che mostrano in questo modola loro inarrestabile pulsione verso laregressione bambinesca (i cosiddetti"girotondi" di Nanni Moretti, icona dellagenerazione più rincoglionita dell'interastoria universale). L'incredibilesuccesso del giullare dei neo­potentiRoberto Benigni, che fa "liberare"Auschwitz da un carro armatoamericano, perché oggi sarebbepoliticamente scorretto edimbarazzante farlo "liberare"dall'esercito di Stalin (come è avvenutoin realtà), è in proposito riccod'insegnamenti.Ma gl'insegnamenti, appunto,"insegnano", soltanto a chi ritiene diaver bisogno di problematizzare larealtà e di non "berla" così come essaci viene servita. Ma oggi i "beoni" nonsono soltanto quelli del sabato sera chesi riempiono di liquidi come maiali nellediscoteche e poi travolgono educcidono tranquilli automobilisti sobri epacifici passanti.

9. Gli eunuchi del palazzo, o se si vuolei neo­eunuchi del circo mediaticounificato, sono però in questacongiuntura storica i veri e propri"intellettuali organici" delle oligarchieeuropee che hanno sceltostrategicamente I'euroatlantismo e lasubordinazione servile all'imperoamericano in questa quarta guerramondiale in corso. Gli eunuchi ­ come ènoto ­ sono uomini come gli altri, anchese la loro voce è maggiormente infalsetto, e lo è perché gli hanno tagliatoil membro virile. Naturalmente, nonglielo hanno tagliato per caso e permero sadismo. Dovendo munirsi di unpersonale specializzato che possacircolare liberamente in tutto il palazzoimperiale, dentro il quale sono ancheospitati gli harem di mogli, concubine,vallette, veline, letterine ecc., ènecessario che le oligarchie taglino loroil membro virile e che per tutto il restoinvece si servano delle lorocompetenze. Dagli imperatori bizantinialla dinastia cinese dei Ming, I'utilizzodegli eunuchi di corte ha sempre

adempiuto a ruoli strutturali importanti.E così è ancora oggi.Ma chi sono oggi gli eunuchi di corte,che vengono utilizzati soltanto dopol'asportazione del loro membro virile?Si tratta degli intellettuali antiborghesi,prevalentemente sessantottini (il 1968resta I'anno migliore consigliato da tuttii sommeliers che si rispettino), cui èstato però asportato il membro viriledella precedente intenzioneanticapitalistica. Una critica futuristicaed avanguardistica ai costumi

paleoborghesi e tardosignorili che nonsia accompagnata all'uso del membrovirile anticapitalistico è infatti funzionaleall'edificazione integrale di uncapitalismo assoluto a base socialeplebea e a direzione sociale oligarchico­finanziaria.I moderni eunuchi sono appunto coloroche hanno mantenuto apparentementeintatto il loro corpo, ma sotto gli abitinon dispongono più del precedentemembro virile. In gioventù hannocriticato tutte le dimensioni etico­culturali della precedente società"borghese" dei padri, credendo anchein buona fede (la buona fede è infatti laprincipale virtù degli sciocchi) di aprirela strada al superamento dellosfruttamento capitalistico. Ma nel corsodel successivo processo di delusione edi disincanto (delusione e disincantoeretti a punto più elevato della

saggezza filosofica raggiungibile inquesta vita) hanno accettato di buongrado di farsi castrare, rinunciandoall'inutile aggeggio anticapitalistico.Cappellani militari, giullari di corte edeunuchi del palazzo costituiscono lastragrande maggioranza del cetointellettuale di questo difficile periodostorico. E tuttavia non è certo sucostoro che si fonda il potere diconvincimento e di egemonia culturaledell'impero americano in questa quartaguerra mondiale in corso.

10. Il progetto egemonico del nuovoimpero americano si fonda su di unaomogeneizzazione oligarchico ­plebeadell'intera umanità. Al posto della riccacompresenza di nazioni, popoli e classidel mondo, si avrebbe un'unicapiramide sociale omogeneizzatacomposta di individui preventivamentesradicati e poi risocializzati su basiconsumistiche (ovviamente, basiconsumistiche non egualizzate, ma adifferenziati gradi di potere d'acquisto).Questa piramide, o più esattamentequesto cilindro, o ancora piùprecisamente questo cono, dovrebbeavere al vertice un insieme di oligarchieculturalmente unificate (cultura politicaneoliberale, lingua inglese, letturamattutina dei giornali finanziari e dellequotazioni di borsa, cerimoniepseudonobiliari con puttane, giullari ecampioni sportivi provenienti dallaclasse plebea, se possibile"diversamente colorata"), in mezzo unnew global middle class anch'essaunificata per stili di consumo turistico,alimentare e musicale, ed in basso unavastissima plebe cui però ­ a differenzadi quanto avveniva nei sistemi feudaliprecedenti ­ vengono concessistrumenti di promozione socialerigidamente controllata. Questo quadropresuppone, tuttavia, I'abolizionegraduale della nazione, del popolo edella classe. La nazione è unacategoria storica, il popolo è unacategoria politica e la classe è unacategoria sociologico ­culturale(attenzione, non solo sociologica, maanche e soprattutto sociologico ­culturale).In quanto categoria storica, la nazioneresta inassimilabile al vero e proprioimpero americano, in particolare nellasua forma moderna di esistenza, e cioèlo Stato­nazione moderno. Dalmomento però che I'impero americanotrova la sua origine in un particolareStato­nazione, quello messianico ­espansionista statunitense, ladistruzione di tutte le altre nazioni delmondo (ad eccezione della nazione

Costanzo PreveUna nuova storia alternativa

della filosofiaEditrice Petite Plaisance, 2013

pp. 538, euro 30,00

Page 14: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 4 ITALICUM settembre­ottobre 2014

sacerdotale sionista eletta da Dio, dellanazione dei nonni inglesi e dei cuginiaustraliani e poco altro) deve avveniredistruggendo geopoliticamente la lorosovranità politica e mantenendo per ilmercato turistico alcune caratteristicheesotiche (il sesso in Francia, i fantasmiin Scozia, gli allegri ristoratori panciutiin Italia e Grecia, i pittoreschi venditoridi tappeti levantini, i lottatori di sumogiapponesi ecc.). Il processo saràterminato quando le nazioni resterannosemplici risorse turistiche di mercato, eallora potrà cominciare l'ultimo stadiodella loro esistenza, I'affiancamentodella lingua inglese obbligatoria afianco dei loro decrescenti dialettinazionali.In quanto categoria politica, il popolonon esiste più, e non può certamenteesistere, senza la sovranità su unterritorio. Le organizzazionieconomiche internazionali hannoappunto come compito la distruzioneprogressiva della sovranità monetaria egià oggi i vari signori Draghi, Almunia,Padoa Schioppa ecc., che nessuno haeletto e che non sono passatiattraverso un'elezione democratica,posseggono di fatto poteriincommensurabilmente superiori aquelli di qualsiasi parlamentonazionale. In queste condizioni,ovviamente, il "popolo" italiano nonesiste più. Esiste un insieme dioligarchie finanziarie italiane, esisteuna classe media globale italianaamericanizzata (life is now!) ed esisteuna gigantesca plebe postmoderna agradi differenziati di potere d'acquisto.La classe non è certamente soltantouna categoria sociologico ­ economica,come ha sostenuto per più di un secoloil mascherone sindacalistico che si èspacciato per "marxismo", ma è unacategoria sociologico ­culturale. Essa èstata progressivamente svuotata nelcorso del passaggio dal capitalismotardosignorile e protoborghese alcapitalismo dicotomicoborghese/proletario, fino all'attualeapprodo al capitalismo assolutopostborghese e postproletario, di cui gliUSA restano il modello insuperabile. Laclasse borghese è stata privata delfattore decisivo della coscienza infeliceper la mancata universalizzazionedell'emancipazione illuministica,coscienza infelice che aveva nutrito ilsuo periodo d'oro (Spinoza, Kant,Hegel e Marx). La classe proletaria,indebolita dal passaggio dalleeconomie secondarie industriali alleeconomie terziarie dei servizi, è stataprogressivamente integrata non certonella "borghesia" (le categorie di

proletarizzazione e di imborghesimentosono forse le più stupide della purstupidissima storia della sociologiacontemporanea), quanto nellariproduzione complessiva delcapitalismo assoluto.Se questo è lo scenario, allora chefare? Ma il chiedersi "che fare?"presuppone preliminarmente unadomanda ancora più importante edecisiva, e cioè che cosa non fareassolutamente.E la prima cosa da non fareassolutamente è continuare adintestardirsi a leggere la propriacollocazione politico ­ culturale nelmondo attraverso I'obsoleta dicotomiaDestra/Sinistra.

11. La produzione in generale deimezzi di sussistenza e di riproduzioneè una categoria naturale, ma il modo diproduzione è una categoria storica, nelsenso che non è mai esistito in eterno,si è originato in un certo punto deltempo e dello spazio, si è sviluppato, èfiorito, è tramontato e ad un certo puntoè finito. Nello stesso modo la dicotomiapolitica Destra/sinistra non è unfenomeno genetico ­ naturale come illinguaggio o la sessualità riproduttivaumana, ma è un fenomenointegralmente storico.Questa dicotomia ha accompagnatol'evoluzione storica (non certo però intutto il mondo) in tre fasi successive.Nella prima fase, la dicotomia haaccompagnato il passaggio dallasocietà tardosignorile a quella

protoborghese e protoproleraria (1790 ­1850 circa). Nella seconda fase haillustrato lo scontro diretto fraprotoborghesia e protoproletariato(1850 ­ 1910 circa). In una terza edultima fase, ha illustrato lo scontrodiretto tra tarda borghesia e tardoproletariato, o se si vuole fra borghesiamatura e proletariato maturo (1910 ­1980 circa). In questa attuale fasestorica, caratterizzata da un capitalismoassoluto postborghese e postproletario,questa dicotomia è diventata obsoleta,e viene continuamente reimposta daigestori del sistema simbolico (circomediatico, ceto politico professionale,clero accademico ecc.) come protesipolitologica di manipolazione. Il veroproblema, tuttavia, non sta certo negliirrilevanti pagliacci intellettuali dei talk­show televisivi, che inscenano recitepittoresche a base di scontri retorici framascheroni di destra e di sinistra, manel fatto che, purtroppo esciaguratamente, la grandemaggioranza delle classi popolaricontinua a rappresentarsi i conflittisociali attraverso lo schermo di questadicotomia, divenuta il succedaneo dellevecchie (e ben migliori) categorieteologico ­ religiose.La prima operazione simbolica diquesta quarta guerra mondiale incorso, almeno per quanto concernel'Europa, è mirare a sostituire lamanipolazione politologicaSinistra/Destra con la nuova esplicitaopposizione tra fautoridell'euroatlantismo e dell'imperoamericano da una parte e fautoridell'eurasiatismo e oppositoridell'impero americano dall'altra. Neiquasi vent'anni che sono intercorsi trala fine del comunismo storiconovecentesco e l'oggi (1989 ­ 2008) èstato fatto pochissimo in proposito, equesto non solo e non tanto perché iltriplice circo mediatico, politico eduniversitario ha remato ovviamentecontro, ma perché la dicotomia èrimasta inerzialmente presente anche esoprattutto fra la gente comune.Ed è questo il problema dell'oggi.Costanzo Preve

Costanzo PreveL'ideocrazia imperiale americana

Settimo Sigillo 2004pp. 109 euro 13,00

Focus: La quarta guerra mondiale

Page 15: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 5ITALICUM settembre­ottobre 2014 Focus: La quarta guerra mondiale

Qualcuno mi rimprovera perché, aproposito del cosiddetto Islamic

State of Iraq and al-Sham (ISIS), hodato a suo dire l’ impressione di“sottovalutarlo” dal punto di vistapropriamente storico-religioso,considerandolo una specie di“modernismo islamico” ammalato diutopistica “nostalgia delle origini”musulmane e riduttivamentegiudicandolo un caso di“religionizzazione della politica”.Non sono io a pensarlo: a indurci aintenderlo in tal modo è la storia di tuttoquel che si è nel tempo denominato“fondamentalismo islamico”, quindi –secondo la proposta di Gilles Kepel,che in area francofona restairreprensibile ­, islamisme (il che da orain poi suggerisce anche a noi italiani di

definire “islamista” il musulmanoradicale e semmai “islamologo” lostudioso dell’Islam, che prima sidenominava secondo la precedenteaccezione) e ormai si preferiscedefinire “jihadismo” (secondo me con ilsolito permanente equivoco sul jihad,termine che NON è correttamentetraducibile come “guerra santa”).Diciamo pure che tutto ciò appartiene auna questione storico­semantica e che,sulla sostanza delle cose, bastaintendersi.Eppure – mi si obietta – nel riferimentoal “califfato” non c’è qualcosa di piùprofondo e di propriamentemillenaristico­messianico­escatologicoda considerare? Rispondo partendodalla segnalazione di un articolo editosul n. 34 di “Storia in rete”, Attenzione:l’ISIS viene da molto lontano…, doveun medico attento alle cose storichecome spesso i medici sono, esperto diquestioni musulmane edequilibratamente ma seriamente legatoalla tradizione guénoniana, il dottorMariano Bizzarri, sottolinea in terminiperaltro molto prudenti la possibilitàdell’esistenza – sia pure non segnatada un perfetto “continuismo”, anzi riccadi rotture e di aporie – di un rapportotra le posizioni (magari occulte)dell’ISIS e addirittura il movimento diMuhammad Ahmad (1844­1885), ilMahdi sudanese vincitore tra l’altro diGordon Pascià e conquistatore di

Khartum, l’eredità del quale è raccoltaoggi dal partito sudanese Umma (la“Matria”, termine con il quale si designal’Islam in quanto comunità universaledei credenti) guidata dall’ex ministrosudanese Sadiq al­Mahdi, diMuhammad Ahmad a quel che aprediscendente. Secondo Bizzarri – ecredo di poter confermare il suoassunto – uno dei tanti rivoli dellacosiddetta al­Qaeda sarebbe stata incontatto con i “mahdisti” sudanesi e lostesso Usama bin­Laden avrebbedimorato in Sudan tra 1992 e 1996.Servendosi in modo molto generosoma anche giudizioso del “paradigmaindiziario” di ginzburghiana memoria,Bizzarri fa notare come il sito dell’ISISsi denomini Daqib, con riferimento allaregione geografica tra Damasco e

Aleppo nella quale secondol’escatologia musulmana avverrebbe loscontro finale tra il vero Mahdi (il “BenGuidato”, figura escatologica moltosimile se non affine rispetto al Cristo“della Seconda venuta”, Colui cheguiderà i fedeli in virga ferrea, e ilDajjal, il “Mentitore”, anch’egli figuraescatologica fondamentale, in tuttoequivalente all’apocalittico Anticristo (sipensi alla tradizione inaugurata dal DeAntichristo di Adsone di Montier­en­Der, proseguita dal Ludus deAntichristo germanico del XII secolo emirabilmente culminata negli affreschiquattrocenteschi della cattedrale diOrvieto). L’attesa escatologica delfuturo Mahdi è diffusa in Sudan, nelsalafismo irakeno, nella penisolaarabica, nell’area africana tra Ciad,Mali e Nigeria. Bizzarri, che peraltromolto lealmente richiama – pur nonabbracciandone in forma esplicital’assunto – al libro di Jean MarcAllemand Les Sept Tours du Diable(Trédaniel 1990) nel quale sicommentano le posizioni del Guénon,ricorda peraltro che tra il main streamdi al­Qaeda, rappresentato da al­Zawahiri e vicina al fronte dei sunnitisiriani antiassadisti di al­Nusra, e ilmahdismo sudanese, si sia consumatanel 2013 una decisiva rottura.Ora, anche Muhammad Ahmad eratutt’altro che un “sunnita” ortodosso: delresto, nell’Islam, non esistendo

un’organizzazione propriamenteecclesiale non esiste nemmeno unadisciplina condivisa che possadistinguere tra “ortodossia” ed “eresia”.E’ noto, ma forse è bene richiamarlo,quanto complesso sia il panoramicateologico­confessionale musulmano:non solo “sunniti”, “sciiti” e “kharigiti”,ma anche una quantità di sètte e discuole. Al “millenarismo” mahdista puòessere collegato nella sua radice lostesso movimento wahabita nato nelquinto decennio del XVIII secolo inArabia, i cui leaders sono gli emirisauditi, oggi famiglia regnante delregno dell’Arabia da essi appuntodenominata “saudita” e che, purconsiderandosi rigorosamente sunnita,è alquanto lontano in realtà dallatradizione ordinariamente conosciuta

come Sunna. Legame tra mahdismo ewahabismo sarebbe la tariqa(“confraternita”) nota come samaniyya;ma esiste anche una parte degli sciitiirakeni, i seguaci della Jaysh al­Mahdi(“esercito del Mahdi”) organizzato nel2003 dall’antisaddamista Muktar al­Sadr per contrastare gli invasoriamericani, che si rifà al mahdismo.Al pari dei wahabiti, l’attuale movimentodel “califfo” al­Baghdadi sembrainsistere su una concezione dellaschari’a, la legge coranica, che sidiscosta molto dalla tradizione sunnitanon diciamo ortodossa in quanto taletermine non ha senso riferito all’islam,ma quanto meno maggioritaria. Lachiave di tutto – e Bizzarri lo sottolineacorrettamente, sia pure un po’ troppo“occidentalizzandone” i termini – stanella risorgenza del tema dell’ijtihal, unconcetto che ha accompagnato i primisecoli dell’Islam venendo poi messo dacanto e anzi proibito con laformalizzazione definitiva del testocoranico e della relativa sequenza delle“sure”. L’ijtihal, che concettualmente hasenza dubbio un rapporto disimilitudine con il principio luterano del“libero esame” della Scritture, èfondamentalmente l’esegesi: cioèquello che per altri versi mancherebbeper rendere più flessibilel’interpretazione coranica liberandoladall’ipoteca dell’adesione al sensoletterale del testo sacro.

Ancora sull'Isis:un tocco di esoterismo,

una punta di simbolismo...

FFrraannccoo CCaarrdd iinn ii

Page 16: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 6 ITALICUM settembre­ottobre 2014

GEOPOLITICA

www.geopolitica­rivista.org

Direttore Tiberio Graziani

Rivista dell’Istituto di Alti Studi inGeopolitica e Scienze Ausiliarie èstata fondata nel dicembre 2011 alloscopo di diffondere lo studio dellageopolitica e stimolare in Italia unampio e de­ideologizzato dibattitosulla politica estera del nostro paese.Si tratta della prima ed al momentounica rivista italiana di geopolitica adapplicare la revisione paritaria(double­blinded peer review).È la rivista ufficiale dell’Istituto di AltiStudi in Geopolitica e ScienzeAusiliarie (IsAG) di Roma. Si tratta diun’associazione di promozionesociale, senza fine di lucro, nata nel2010. Essa promuove variepubblicazioni, organizza convegni eseminari ed offre esperienzeformative, il tutto nell’ottica dellarealizzazione dei suoi scopi statutari,che coincidono con quelli della rivistaGEOPOLITICA.La redazione di GEOPOLITICA ècomposta dai ricercatori associatiall’IsAG. Direttore è Tiberio Graziani,condirettore Daniele Scalea. Garantedella qualità della rivista è unComitato Scientifico di rilievointernazionale. La rivista è trimestrale.Il presente sito, oltre a fornire tutte leinformazioni necessarie suGEOPOLITICA, è anche un portaleinformativo a se stante. Non si trattadi una versione elettronica della rivistaed il materiale qui presente noncoincide con quello che si trova inessa. Ma vi si possono trovarenumerose analisi di politicainternazionale, tutte offerte dall’IsAGin maniera rigorosamente gratuita.

D’altronde, il ricorsoall’ijtihal può condurre ainterpretazioni coranicheanche più rigorose eristrette: come sembraavvenire appunto nelterritorio dell’ISIS, nelquale molto ci si discostadalla tradizione secondoal quale le comunità dettejimmi (cioè “soggette”,ma perciò stesso anche“protette”) in quanto ahlal­Kitab (“gente delLibro”, provvisto di unaRivelazione sancita dauna Scrittura: quindiebrei, cristiani, maanchezoroastriani e perfinobuddhisti), non essendokuffar, cioè pagani idolatri

e politeisti, hanno diritto amantenere il loro cultoancorché in unadimensione privata edebbono riconoscere lasuperiorità dell’islam eassoggettarsi a qualchelimitazione civile nonchépagare due tipi di tasse,la jizya e il kharaj, cheperò sono piuttostoragionevoli anche rispettoal zakat, l’”elemosinalegale” ch’è uno degliarkan al­Islam, i “cinquepilastri della fede” cuiciascun musulmano ètenuto a sottostare.Nell’ISIS la jizya èdivenuta un pesointollerabile, che rasentala totale espropriazionedei beni: in alternativa aciò – e a parte i casifrequenti, di altre forme dipersecuzione – ilcristiano non può cheemigrare (perdendocomunque i suoi beni).Quel che appare

confermato, nell’analisi diBizzarri – e chi segue iMinima Cardiniana sache già dalle scorsesettimane anch’io eropervenuto ad analogheconclusioni – è che asostenere il “califfato”dell’ISIS siafondamentalmente il“sunnismo atipico” deiwahabiti, dunque lamonarchia saudita che dauna parte persegue conforza la fitna (“guerracivile” all’internodell’islam) antisciita, dauna parte colpiscespregiudicamente anchealtri sunniti, come i curdi.Le vittime del “califfo” e

della sua “armata” nonsono quindi solo icristiani, gli sciiti, glialawiti, gli yezidi.E gli ebrei? E’ un fattoche, mentre Arabiasaudita e perfino Qatar(in lotta fra loro) finganodi partecipare allo sforzocomune di ostacolarel’ISIS, esso non dice unaparola contro Israele; egli israeliani dal cantoloro, senza dubbiopreferirebbero continuarad avere la Siria di Assadcome loro antagonista nelGolan purtroppo cheveder insediarsidefinitivamente inquell’area la gente del“califfo” che potrebbediventare una vicinamolto più pericolosa; mad’altra parte questaframmentazione delfronte arabo­musulmanonon può che esserle utile.E la Turchia di Erdoğan?Eccoci a un altro

paradosso non troppotale. Tra le fazioni chesostengono il leader turconon mancano i “jihadisti”più o meno moderati, chein fondo, lo ammettano ono, guardano all’ISIS conuna quale simpatìa.Inoltre, va detto chearabo­sauditi, turchi,dente dell’ISIS, israelianie (per quel po’ che è datocapire) “occidentali” ingenere, dannol’impressione di avere siapure per ragioni diversenemici comuni: i sirianifedeli ad Assad, i curdi,l’Iran. Ed è forte ilsospetto che sia propriol’Iran l’obiettivo ultimo

della drôle deguerre che a quelche pare la NATOsta sì e nonconducendo,formalmenteappoggiata daisauditi, control’ISIS. Una voltastabilite basi vicineal confine orientalecon l’Iran, quantosarà facile cheesse se nevadano? L’ISISappare

provvidenziale nonconsentire una generaleridefinizione tattico­strategica delle forze cheormai dal 2003 occupanol’Iraq e che lo hannodistrutto senza consentirenemmeno un sicurorilancio della suacompagine statuale. Ladestabilizzazionecontinua e cronicizzatadel Vicino Oriente apparelo scopo ultimo deigoverni occidentali, diquello turco, di quelloarabo­saudita e di quelloisraeliano in implicita,contraddittoria, brutalealleanza. I musulmanireagiranno ancora piùsconcertati e ancor piùcadranno vittime dellapropaganda radicale edell’utopìa terroristica: siponga attenzione allereazioni di Hezbollah e diHamas, a loro voltainterdette e confuse. Una

Focus: La quarta guerra mondiale

Page 17: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 7ITALICUM settembre­ottobre 2014

forza già ideologicamente incline alradicalismo, se e quando cade nellaconfusione, viene sospinta di fattoverso soluzioni ispirate alla violenzaterroristica e al terrorismo. Da unquarto di secolo, vale a dire dalla prima“Guerra del Golfo”, sappiamo che datutto ciò non può nascere nulla dibuono.Consoliamoci allora con l’ironia dellastoria e magari della metastoria.Nell’area soggetta all’ISIS, le casecristiane vengono contrassegnate dalsimbolo della lettera araba nun, inizialedel termine nassarah, “nazareno”, cioè,nel linguaggio coranico, coloro che nelProfeta Issa ben Mariam, Gesù diNazareth (appunto: nassarah,“nazareno”) identificano Dio stesso: icristiani. La lettera nun ha però

nell’Islam un significato pregnante:costituita da un segno ricurvo dalleapici volte verso l’alto sormontato daun punto, rinvia nientemeno che alhilal, la falce di luna nascente il primoapparire della quale in cielo segnal’inzio del Ramadan. In altri termini la“mezzaluna”, considerata sia pur tramolti dubbi che riguardano al loroorigine il simbolo della fedemusulmana.D’altronde, essere muslim significasemplicemente, in arabo, appartenerealla fede nel vero Dio e conformarsi alSuo volere (tale il senso profondo deltermine Islam, che in arabo – linguacome l’ebraico consonantica – èanalogo al termine Salam, pace). Isedicenti autentici musulmani,segnando così le case dei cristiani,

ignorano di sancire in tal modo appuntoche i fedeli del Cristo sono essi stessidei veri fedeli, autenticamente soggettialla volontà di Dio (mu­slim, mu­Islam)secondo la Rivelazione che Egli ha loroconcesso. Quella lettera che essiappongono sui muri delle dimorecristiane in segno di vergogna acquistail valore obiettivo di un signumelectionis, esattamente come il segnotracciato con il sangue dell’agnellosulle case degli ebrei nella notte delpassaggio dell’angelo,immediatamente prima che essi siapprestassero a lasciare l’Egitto direttiverso la Terra Promessa.Franco Cardinida www.ariannnaeditrice

Focus: La quarta guerra mondiale

E’ veramente bastato pochissimotempo per quella non risibile

parte di occidentali propensi aicommenti più fuorvianti epressappochisti in fatto di politicaestera passare dall’esaltazionesfrenata alla triste analisi dellasituazione economica presente neiconti economici dei vari paesi diappartenenza che hanno nei fattidichiarato una guerra economicaallo Zar Putin.

Parlo ovviamente dei fatti successivi algolpe bianco scaturito a seguito deisanguinosi fatti verificatisi in Ucrainaall’inizio di questo 2014. A partire dallainusuale e poco democratica cacciatadell’allora legittimo presidente ucrainoYanukovich i rapporti tra la Russia el’asse Ue ­ Usa si sono infatti moltodeteriorati. Temendo, anchecomprensibilmente in verità, episodi diviolenza nei confronti della popolazionerussofona presente in quelle terre, loZar Putin ha innanzitutto dato l’ordinedi occupare la penisola di Crimea postain territorio ucraino, ma essendo sulMar Nero avente anche una rilevanteposizione strategica, esuccessivamente aiutato anchemilitarmente i ribelli filorussi contrariall’evoluzione del nuovo corso politiconell’Ucraina occidentalista odierna.Giusto per ricordarci di possedere unminimo di memoria ricordiamo che in

Crimea si è comunque svolto unreferendum consultivo in cui oltre il90% della popolazione ivi residente si ècomunque definita favorevoleall’assorbimento del territorio di Crimeanella Federazione di Russia e cheeffettivamente erano già iniziatesoprattutto nell’area orientaledell’Ucraina violenze e minacce neiconfronti di coloro ritengano sentirsirussi a tutti gli effetti. Il dato di fatto ècomunque che dopo l’insediamento in

Ucraina del presidente filooccidentalePoroshenko e successiva catena diintimidazioni nei confronti dellapopolazione che ancora si sente legataa Mosca con conseguente reazionerussa, si è innescato un clima di guerrafredda che si è espresso in termini diduri provvedimenti economici econseguenti contro sanzioni. Tuttoebbe inizio con le iniziative da parte Uee Usa che comportarono ilcongelamento dei conti correnti dialcuni funzionari del Cremlino ed azionisanzionatorie anche in importantisettori nevralgici dell’economia russacome quello del credito e dell’energia.Basti pensare che ad essere colpiti datali sanzioni sono state aziende privatee pubbliche di fondamentaleimportanza quale Gazprombank eRosneft (entrambe rilevanti per ilsettore energetico). A ciò è seguitaimmediatamente la replica russa con

analogo comportamento nei riguardi dialcuni consiglieri di Obama e del suocandidato rivale alla Presidenza, ilrepubblicano MacCain. E’ sufficientequi ricordare come le controsanzionirusse abbiano portato ad un bruscocalo delle esportazioni italiane nellaFederazione, soprattutto per quantoriguarda la meccanica strumentale,maanche pelli conciate di equini bovinisenza pellicce ed i settoriagroalimentare, moda ed arredamento.

In materia di importazioni per quantoriguarda l’alimentare.E’da aggiungersi inoltre che, qualora siriprenda la propria partnershipcommerciale con la Russia,come iprezzi in questi sette mesi abbianosubito un significativo inasprimentosoprattutto per quanto riguarda patate,carne, zucchero e latte e questo noninciderà certo positivamente nellabilancia commerciale italiana.Ovviamente però sono i fabbisognienergetici provenienti dalla Russia adessere maggiormente guardati conattenzione nell’ottica di una valutazioneprospettica. La Federazione russainfatti è in grado di fornire circa un terzodell’intero fabbisogno energetico aipaesi europei, mentre per quantoriguarda l’Italia si ricorda come il 40%del gas metano provengasostanzialmente da Mosca e tuttotransitante in gasdotti posti in territorio

L'Italia a rimorchio di UE ed USAcontro la Federazione russa

AAggoossttiinnoo FFuussaarr PPooll ii

Page 18: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 8 ITALICUM settembre­ottobre 2014

Europa Libreria Editrice ­ Edizioni Settimo Sigillo

La Europa Libreria Editrices.a.s., con sede in Roma,opera da oltre 30 anni nelcampo editoriale con ilmarchio Settimo Sigillo.Siamo specializzati nelladiffusione di opere dellacultura Anticonformista edel Pensiero Tradizionale,disponiamo di un nutritocatalogo di volumiregolarmentecommercializzati,proponiamo le miglioripubblicazioni sul circuito

internazionale ed offriamo una particolare raccolta di volumi rari.Sul nostro sito è disponibile il catalogo ed è possibile effettuareacquisti online dei titoli in catalogohttp://www.libreriaeuropa.it

Per ulteriori informazioni: [email protected]/fax 06.3972.2166

ucraino, avendo la Russia al momento“chiuso il rubinetto” in fatto diapprovvigionamenti di gas neiconfronti dell’Ucraina (la cui fornituradipende integralmente proprio dallaRussia),si capisce facilmente comequesto fatto abbia degli immediateripercussioni sull’approvvigionamentonazionale proveniente dalla Russia.Per quanto riguarda specificatamentel’Italia in casa Eni in verità non si fannoallarmismi particolari in merito allapossibilità di rifornimento di gasnaturale per uso domestico. Siafferma con certa sicurezza che lescorte attuali sono sufficienti perarrivare almeno fino all’inizio dellaprimavera 2015. Dopo di che ilproblema si ripresenterà e purcalando mediatamente lanecessità di utilizzazione richiestain quel periodo è pur vero che se irapporti resteranno così tesi tali daimpedire qualsiasi nuovoapprovvigionamentoestremamente importante. La Russiaha infatti comunque già partnersostitutivi all’Europa cui rivolgersi edoltre la Cina, Turchia, Egitto, Cile,Argentina e persino Israele.rappresentano già paesi d’interscambiosu cui la Federazione intende contarePer le forniture energetiche di gasoccorrerà prendere in considerazionel’offerta di altri paesi: quella del NordEuropa (in particolare Norvegia e PaesiBassi) e quelli del bacino mediterraneo

relativa ai paesi del Nord Africa (Algeriae Libia in primis). In merito allasituazione dei rapporti commerciali conquesti ultimi in particolare le aspettativesono buone, ma certo le partnershipcommerciali e di altra natura con questipaesi sono di per sé fluttuanti. Benesarà dunque riflettere anche qui sullafortissima rilevanza strategica in otticageopolitica di tutta l’area delMediterraneo africano.Per quanto riguarda poi la possibilità di

fornitura riguardante altri beni, come adesempio nel caso della meccanicaindustriale, va poi riferito che esiste unsistema di “triangolazione” consistentenella vendita a paese amico dellaFederazione Russa che però abbiadeciso di non applicare particolariprovvedimenti restrittivi, chepermetterebbe di aggirare l’ostacolo.Quello su cui però occorrerà ragionareè l’ottica di medio­lungo periodo e cioèl’eventuale presenza di altri partner

commerciali che possano sostituire laRussia qualora la sanzionicontinuassero. E sotto questo punto divista la Russia ha certamente moltomeno problemi della Ue e inparticolare dell’Italia e per la quale laRussia resta partner commercialeirrinunciabile. Per quanto concernespecificatamente l'Italia vi è da dire cheall’adozioni di misure più generali sisono sommate (similmente a quantofatto a danno della Russia da parte

degli Stati Uniti D’America) misurerestrittive di carattere personale chehanno colpito anche amici personalidel personale russo. Ricordiamo adesempio la serie di provvedimentipresi nei confronti di ArkadjRomanovich Rotenberg che hannocausato il sigillo di ville, appartamentied altri beni immobili oltre ilcongelamento di conti correnti per untotale di oltre 190 milioni di euro. Lacosa più sorprendente è però quelladeterminata dal fatto che siffatti

provvedimenti sono rientrati nel noverodelle “misure per prevenire il terrorismoe l’attività contrarie alla pace e allasicurezza internazionale”. In sostanzauna dichiarazione bellicosa neiconfronti della Russia di cuifrancamente sarebbe stato megliofarne a meno.Agostino Fusar­Poli

Cesare FerriScatto d'orgoglio

Settimo Sigillo 2004pp. 192 euro 18,00

Focus: La quarta guerra mondiale

Page 19: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

1 9ITALICUM settembre­ottobre 2014

Paolo Becchi ­ Alessandro BianchiE­ book

Apocalypse euroArianna Editrice 2014, euro 3,99

Su un totale di 1 6 milioni dipersone in età lavorativa sono

complessivamente 7 milioni diargentini disoccupati o sottoccupatio assistiti. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statisticaargentino i poveri sono 1 9 milioni il54% della popolazione.

In Argentina convivono due societàparallele: una con redditi simili a quellidel “primo” mondo e un'altra con redditicome quelli dell’Asia o dell’Africa.Negli anni novanta le cosiddettepolitiche di “riequilibriostrutturale”imposte dal Fondomonetario internazionale fatte propriedalla classe politica argentina sonoculminate nella“dolarizzazione”del peso e nellavendita a capitalistranieri di interisettori dell’impresapubblica,banche,comunicazioni,energia ecc.Politiche questeche hannodeterminato nelcorso di pochianni lascomparsa dellaclasse media, la diminuzione dellacompetitività dell’industria argentina,l’aumento della disoccupazione e dellasottoccupazione, riduzione della spesasociale, pensioni e sanità. Alla fine del2001 il fallimento delle politicheneoliberistiche portò alla svalutazionedel peso argentino di circa il 75%rispetto al dollaro; provocò la chiusuradi migliaia di imprese e la fuga dicapitali all’estero.I titoli pubblici argentini crollarono sulmercato internazionale, le banchecongelarono i depositi e i conti dirisparmio.

Quale futuro per gli argentini?Il futuro dell’Argentina è ora nelle manidi Daniel Pollacak, mediatorefinanziario rappresentante dei fondi diinvestimento privati che potrebberospingere il Paese Sud­americano versoil default.Daniel Pollacak, uomo gelido ha

incontrato i ministri dell’economia edelle finanze di Buenos Aires . UnaTrattativa in extremis che però sedovessimo dare retta ai segnali chearrivano dai mercati finanziari sembradestinata a fallire. L’Argentina, dunque,è ormai vicinissima al suo secondodefault in tredici anni. Era il 2001 e

anche allora il Paese sud­americanoera stato travolto da una crisieconomica e finanziaria. Erano giorni incui per le strade di Buenos aires sisusseguivano le manifestazioni a suonidi pentole e tegami.La popolazione argentina faceva la filadavanti alle banche per ritirare i propririsparmi mentre contemporaneamente

gran parte delle aziende pubbliche eprivate stavano fallendo.Il Paese sud americano dichiarò defaultdisse cioè che non era più in grado dipagare il suo debito che ammontava acento miliardi di dollari, per uscirne loStato argentino offri ai creditori nuovititoli di Stato con scadenze più lunghe eredimenti più bassi. Tra coloro cherifiutarono ci furono tre fondi diinvestimenti che nel 2012 ha vinto lacausa giudiziaria ottenendo da ungiudice di New York una sentenza cheobbligava lo Stato argentino a restituireil 100 per cento di quel debito paricirca a un miliardo e trecento milioni didollari.La sentenza del giudice americanostabilì che se lo Stato argentino nonpagava potevano essere bloccati lerate agli altri debitori. Ed è proprioquello che è successo recentemente.L'Argentina non ci sta e passa alcontrattacco dopo il mancato accordo

sul debito con gli hedge fund che hafatto scattare il default del Paesesudamericano.La Presidente Cristina Kirchner hapuntato il dito contro i "fondi avvoltoi" esi è mostrata agguerrita, con tanto diricorso a metafore belliche."Quando c'èuna guerra ­ ha detto il Capo di Stato ­ i

missili colpiscono anche i bambini e ledonne.Lo stesso fanno, come nel 2001, imissili finanziari, che si prendono le vitedegli argentini". "Rifiutare il dialogo ­ haaggiunto Kirchner ­ in qualunque casoè assurdo nel mondo di oggi, madobbiamo difendere gli interessi delnostro Paese, senza rinunciare alconfronto".Il ministro dell'Economia argentina AlexKicillof rifiuta categoricamente anche laparola "default". "Coloro che parlano didefault ­ ha spiegato ­ lo fanno senzaavere alcuna cognizione dei fatti.Questa situazione non ha un nome, machiaramente il suo nome non èdefault".Nonostante le prese diposizione forti del governo, però, per lestrade di Buenos Aires la gente hapaura.La crisi dei primi anni duemila halasciato il segno e in molti temono chequell'incubo possa ripetersi.Claudia Regina Carchdi

Focus: La quarta guerra mondiale

L'Argentina marcia verso un altro incubo

CCllaauudd ii RReegg iinnaa CCaarrcchh iidd ii

Page 20: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

20 ITALICUM settembre­ottobre 2014Attualità

Sono passati oltre due anni emezzo da quando i due Marò del

2° Rgt S. Marco, il Capo di PrimaClasse Massimiliano Latorre ed ilSecondo Capo Salvatore Girone,hanno iniziato il loro calvariogiudiziario ed umano.Com’è noto, i due, sono stati accusati diomicidio volontario di due pescatoriindiani, che si erano avvicinato troppocon il loro peschereccio – il St. Antony –alla nave mercantile italiana “EnricaLexie”, in navigazione , in acqueinternazionali, al largo delle coste delKerala, uno stato sud occidentaledell’India. I due fucilieri di Marina eranoimbarcati per difendere la navigazionedagli attacchi dei pirati, molto attivi in

quelle zone; all’avvicinarsi delpeschereccio, dopo ripetutesegnalazioni ed avvertimenti rimastiinascoltati, sono stati costretti ad aprireil fuoco. Immediatamente, via radio,sono state informate dell’accaduto leautorità indiane che, dopo alcune ore,adducendo come scusa la necessità dicontribuire all’identificazione di sospettipirati, probabili autori del tentatoassalto, hanno chiesto al comandantedella nave, Umberto Vitelli, di attraccarenel porto di Kochi. Attirata con l’ingannonelle proprie acque territoriali, leautorità indiane hanno posto sottosequestro la “Enrica Lexie” ed arrestatoi due marò con l’accusa di omicidiovolontario di Ajesh Binki e ValentineJelastine. I corpi dei due pescatori sonostati sepolti frettolosamente e senzache alcun rappresentante italianoabbia potuto assistere all’autopsia népartecipare alla prova degli esamibalistici.L’Italia ha subito rivendicato,inutilmente, la competenza giuridica pervicende che coinvolgono organi dellastato, operanti nel contrasto dellapirateria, sotto bandiera italiana ed inacque internazionali che agendo inquesto ambito dovrebbero goderedell’immunità. La presenza di personaledella Marina Militare armato, su navimercantili, rientra nella cosiddetta“Missione Atalanta” che attua lerisoluzione del Consiglio di Sicurezzadella Nazioni Unite in materia dicontrasto della pirateria al fine digarantire la navigazione del navigliocommerciale nazionale. Nell’ambito di

tale missione, il Ministero della Difesa,ha stipulato con armatori privati italianiconvenzioni per imbarcare nucleimilitari di protezione (NMP) dellaMarina Militare, a richiesta e con oneria carico degli armatori. In caso diattacco, nel momento in cui l’NMPdiventa operativo, il sottufficialeresponsabile del nucleo, assume ilcomando delle operazioni ed agiscesecondo le direttive e le regoled’ingaggio dettate dal Ministero dellaDifesa. Al comandante del NMP ed aisuoi membri sono riconosciute lequalifiche e le funzioni, rispettivamentedi ufficiale ed agenti di poliziagiudiziaria in relazione ai reati dipirateria.

I fatti contestati a Latorre e Girone sonoavvenuti in acque internazionali, sunave battente bandiera italiananell’ambito di un’operazione di pirateriaraccomandata da organi internazionalie secondo l’art. 97 della Convenzionedi Montego Bay: “ in caso di abbordo odi qualunque altro incidente dinavigazione in alto mare, che implichi laresponsabilità penale o disciplinare delcomandante della nave o di qualunquealtro membro dell’equipaggio, nonpossono essere intraprese azioni,penali o disciplinari, contro tali personese non da parte delle autoritàgiurisdizionali o amministrative dellostato di bandiera”.L’India ha sempre rivendicato la propriagiurisdizione e non ha mai neancheaccettato il ricorso ad un arbitratointernazionale. L’astio e l’arroganzamostrate dalle autorità indiane hannoraggiunto l’acme in occasionedell’annuncio, da parte dell’alloraministro degli Esteri, Giulio Terzi, delladecisione di non far ripartire i due maròrientrati in Italia per le elezioni politiche.Per ritorsione, il governo di Nuova Delhiha limitato la libertà personaledell’ambasciatore italiano Mancini,impedendogli di lasciare il paese, fino alrientro in India dei due marò, inevidente violazione delle Convenzionidi Vienna sulle relazioni diplomatiche.Al di là delle discussioni ointerpretazioni di natura tecnico­giuridiche, il discorso, in realtà, è unaltro: nelle relazioni internazionali ciòche conta non sono i trattati, gli accordio le convenzioni ma i rapporti di forza.

Tra due stati, chi ha una classe politicache abbia la fermezza e il coraggio difar pesare il peso politico, economico,militare della nazione ha certamente lameglio . I governanti indiani perquestioni interne, relative anche airapporti tra autorità centrale eregionali, oltre che per propagandaelettorale, hanno utilizzato questo“casus belli” per ergersi, di fronte allapopolazione, come paladini degliinteressi nazionali perseguendo condecisione gli assassini di due “poveripescatori” mentre dall’altra parte, lanostra classe politica ha dimostrato, perl’ennesima volta, la propriainadeguatezza e pusillanimità. Findall’inizio, non ci sono mai state prese

di posizioni ferme, coraggiose; èandata, piagnucolando, alla ricerca diappoggi da parte della comunitàinternazionale, ricevendo soltantogeneriche dichiarazioni di solidarietà enulla più. Dal febbraio del 2012 haassunto un atteggiamentoassolutamente passivo edaccomodante volto più a non irritare oindispettire le autorità indiane che araggiungere risultati concreti e nessunapresa di posizione decisa è venuta daivari presidenti del consiglio e ministridegli esteri che si sono succeduti. Dal 1luglio 2014 l’Italia è presidente di turnodell’Ue ma nessun membro delgoverno, a cominciare da Renzi, haposto come priorità la questione deimarò, malgrado la lotta alla pirateriainteressi fortemente tutti i membridell’Unione ; il prossimo 31 dicembre ilperiodo di presidenza terminerà senzache si sarà fatto nulla, sprecando perquesto, una formidabile occasione disfruttare il prestigio e la forzadell’Unione europea per fare pressioninei confronti dell’India e riportare acasa i nostri marinai. La questionesembra caduta nel dimenticatoi, non cisono notizie di azioni serie intrapresedalla nostra diplomazia ma non perchéle si vogliano tenere nascoste per nonpregiudicare il successo delle trattativema perché non esistono! Qualcunosostiene che addirittura si stiavalutando l’idea lanciata dal deputatoPaolo Bernini del M5S, di scambiare idue fucilieri di marina con 18 indianiarrestati nel Canale di Sicilia su duenavi con a bordo 70 tonnellate di droga,

La Farnesina senza guida dimentica i maròMMaarriioo PPoorrrriinn ii

Page 21: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

21ITALICUM settembre­ottobre 2014

degradando in tal modo i duesottufficiali al livello di comuni trafficantidi stupefacenti.Alla Farnesina è stata creata unasquadra di giuristi e diplomatici chesegue costantemente la vicenda, sottola guida di un avvocato londinese. Sipuò comprendere l’utilitàdell’internazionalizzazione del gruppo di lavoroma che in Italia non cifosse nessuno in gradodi guidarlo, stentiamoveramente a crederlo.Pensiamo piuttosto aduna forma diprovincialismo e dicomplesso di inferiorità.Ad un governo e ad unparlamento cheavessero un minimo, nondiciamo di amor di patria,ma di rispetto per ladignità nazionalesarebbe bastatominacciare, fin dall’iniziodella vicenda, il ritiroimmediato di tutte le nostre truppeimpegnate nelle cosiddette “missioniumanitarie”, per ottenere quel sostegnoche potesse mettere pressione al

governo indiano. Con una minaccia diquel genere, Stati Uniti, Gran Bretagna,Francia, non si sarebbero certamentelimitate a semplici dichiarazioni disolidarietà ma si sarebbero attivate perscongiurare quel ritiro che avrebbeavuto ripercussioni pesantissime neivari scacchieri caldi del pianeta. Le

pressioni su Nuova Delhi sarebberostate certamente più decise econvincenti per cercare una soluzionegradita ad entrambi. Purtroppo il

Ministero degli Affari Esteri da troppotempo manca di una guida esperta edin questi anni si sono succedutescialbe figure non all’altezza delcompito. Ora, dopo la nomina diFederica Mogherini a Lady Pesc allaguida della politica estera dell’Ue, alministero è andato un altro esponente

del PD, Paolo Gentiloni, unrenziano della prima orasenza esperienza di politicaestera ad alto livello. L’Italiaha bisogno di un veroministro che abbiacompetenza ed esperienza enon può permettersi unoscolorito funzionario di partitoche arrivi a posizioni diresponsabilitàsemplicemente perl’appartenenza alla correntegiusta! Comunque, comeprimo atto da ministroGentiloni ha telefonato ai duemarò per dare un segnaleforte indicando nella loroliberazione una priorità! Ci

auguriamo che sia effettivamente cosìma nutriamo, purtroppo, fortissimidubbi!Mario Porrini

Quando “uscirà” questo articologià sarà noto da molto tempo

l’esito della consultazionereferendaria per la indipendenzadella Scozia la cui consultazione si èsvolta giovedì 1 8 settembre scorso.

Ma non è questo quello che rileva ai finidelle riflessioni che ora si ha in animodi proporre alla attenzione del lettore,che prescindono, come detto, da qualesarà l’esito della consultazionereferendaria scozzese.Al riguardo, un articolo apparso sul“Corriere della Sera” (che una volta eraun grande quotidiano per i suoicontenuti, indipendentemente dalnumero delle copie vendute) il 14settembre 2014 a firma del DottorEnrico Letta, Deputato in quota PartitoDemocratico, costituisce sicuramenteun buono spunto per svolgere leconsiderazioni che seguono.Si deve premettere che è nellanormalità che un politico, Deputato o

Senatore che sia, dica e scrivacorbellerie, ma quel che stupisce è chenotevoli corbellerie portino la firmadell’On. Enrico Letta il quale, a quantosi dice, pare che sia Ricercatore diDiritto internazionale nella Università

degli Studi di Pisa.Senza malizia vi è da spiegarsi perchél’Enrico Letta, ora non più di primo pelo,sia rimasto Ricercatore senza maiaccedere al ruolo di Professoreuniversitario.Questo pensiero ha trovato già inpassato diversi riscontri e l’ultimo vieneofferto da questo articolo del Letta ilquale pensa di porre a confronto percausalità ed effetti il referendum inScozia e l’attentato di Sarajevo del1914 ad opera del giovane “anarchico”(?) Gravrilo Princip. Già l’“incipit” lasciadi sasso perché davvero non si capiscesulla base di quali ragioni si pensa diproporre tale correlazione.Dice il valoroso studioso Enrico Letta(preda delle “suggestioni del centenario

della prima guerra mondiale”) che ilreferendum scozzese, in caso di esitopositivo, potrebbe avere lo stessoeffetto dell’attentato di Sarajevo per “leconcatenazioni che distrusserol’Europa un secolo fa”.

A parte la ingiustificata visioneapocalittica che affligge il “Letta­pensiero”, c’è da chiedersi se questiquando imputa a quelle concatenazionila distruzione dell’Europa di un secolofa, si rammarichi della cadutadell’Impero austro­ungarico, dell’ImperoOttomano, come dell’Impero germanicodi Guglielmo II. Forse il non più giovanestudioso confonde la distruzione con ilriordino e magari si rammarica che ilTrentino Alto Adige, Gorizia, Trieste,l’Istria, Fiume, Zara e la costadalmatica non siano più sotto il dominiodell’Impero austro­ungarico.Ma quel che più lascia allibiti sono leconsiderazioni lettiane a proposito dellericadute che potrebbe avere sull’Unioneeuropea l’indipendenza della Scozia

Enrico Letta, Scozia indipendentistaed unione europea

AAuugguussttoo SSiinnaaggrraa

Attualità

Page 22: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

22 ITALICUM settembre­ottobre 2014Attualità

Vladimiro GiacchèAnschluss

Editore Imprimatur 2014pp. 352 euro 18,00

Giampaolo PansaEia eia alalàRizzoli 2014

pp. 375 € 19,90

www.eurasia­rivista.orgEditore: Edizioni all’insegna del Veltro, www.insegnadelveltro.itDirettore responsabile: Claudio Mutti

La seconda guerra fredda XXXIII (3-201 4)

EEddiittoorriiaallee

Claudio Mutti, La geopolitica dellereligioni

DDoossssaarriioo –– LLaa ggeeooppoolliittiiccaa ddeellllee rreelliiggiioonnii

Marco Costa, La tradizione confuciananella Cina socialista

Parama Karuna Devi, Narendra Modi eil Risorgimento induista

Ermanno Visintainer, Religioni in Asiacentrale

Carmela Crescenti, Geopolitica delsufismo

Ali Reza Jalali, Geopolitica dell’Islamsciita

Giuseppe Cappelluti, L’Islam russo: ilTatarstan

Vittoria Squillacioti, Le confraternitesufiche in Senegal

Ivelina Dimitrova, Il pilastro ortodossodello Stato russo

Leonid Savin, Chiesa ortodossa russa,Stato e società

Stefano Vernole, L’influenzadell’Ortodossia sulla geopolitica serba

Andrea Turi, Docete omnes gentes. Lageopolitica del Vaticano

Mahdi D. Nazemroaya, Lapersecuzione dei cristiani in Siria e inIraq

Aldo Braccio, Protestantesimo eOccidente

Alessandra Colla, Deus vult. Setteprotestanti e imperialismo statunitense

Kevin Barrett, L’Islam comecontrocultura americana

Gian Pio Mattogno, I fondamentiteologici dell’imperialismo sionista

Ábel Stamler, Una setta sionista inUngheria

(tornano alla memoria le paroleprofetiche di una antica e nondimenticata melodia: “… ma la finedell’Inghilterra incomincia daGiarabub!!!”).E’ ben vero che Enrico Letta èpersonaggio organico del gruppoBildelberg, della Trilaterale, comeanche di altre amenità del genere,come anche è ben vero, ed è risaputo,che egli è uomo di fiducia dei centriinternazionali del monetarismofinanziario, e ben si ricorda la suaesultanza quando fu chiamato apresiedere il governo di questa

disgraziatissima Repubblica il noto, manon divertente, Prof. Mario Monti (alquale si imputa anche, e non senzaragione, la sconfitta dell’Italia da partedella Spagna a Kiev all’esito di quellamemorabile e triste partita di calcio).Tutto ciò non è che renda piùintellegibile il pensiero del soggetto, mane rende altamente sospette le sueconclusioni.Conclusioni che, a tutto volertralasciare, rimangono intrinsecamentedelle corbellerie. Dice il valoroso Lettache l’indipendenza della Scoziasarebbe “Una scelta disgregatrice figlia

di un populismo istituzionale”;“populismo istituzionale” che nellarappresentazione che se ne fa sarebbecome satana dinanzi a un esorcista.Non so se il “populismo”, istituzionale omeno, sia una cosa buona o cattiva,ma certo è che esso è il frutto, ilrisultato consequenziale ed inevitabiledella totale incapacità della classepolitica nazionale italiana a perseguireun risultato minimo di giustizia sociale edi promozione anche economica dellasocietà; incapacità anche della classedirigente, politica e tecnica, dell’Unioneeuropea ormai preda dei suoi deliri di

Page 23: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

23ITALICUM settembre­ottobre 2014 Attualità

libera concorrenza, di mercato unico, dibanche, di consumatori, di pareggi dibilancio, di conti pubblici e di rigore, iltutto finalizzato alla celebrazionedell’Euro per il quale è del tuttosecondario che la gente muoia di famee se non muore di fame, si tolga la vita.E dinanzi a tale soluzione l’uomo delmonetarismo internazionale, “se lapiglia” con il “populismo”!!Ancor di più si paventa l’uscita dellaGran Bretagna (ancora con la Scozia)dall’Unione europea, intesa una iatturaincommensurabile; senzaminimamente riflettere sul fatto cheforse aveva ragione De Gaulle: la GranBretagna è un “corpo” estraneoall’Europa, storicamente epoliticamente, e mai essa si è sentitaparte di questa Unione europea, cometestimoniato specificamente dal fattoche essa (saggiamente) ha rifiutato dipartecipare alla moneta unica. La GranBretagna, come gli eventi di ogni giornodanno conferma, fa “corpo” con gli StatiUniti d’America e, comprensibilmente,con gli Stati del suo Commonwealth.Ma la sconclusionatezza delragionamento raggiunge più alti livelli:l’eventuale indipendenza della Scoziaprima della consultazione del 2017relativa alla permanenza o meno dellaGran Bretagna nell’Unione europea,toglierebbe agli europeisti della GranBretagna “il supporto degli scozzesiche sono la parte più pro europea delPaese”: come dire che gli scozzesidovrebbero rinunciare alla loroindipendenza per fare un favore aglieuropeisti inglesi. Si omette ognicommento.E quali le ragioni per auspicare che laGran Bretagna (con la Scozia)permanga nella Unione europea: lamaggiore spinta che essa da per ilmercato unico! Dunque, quello checonta è solo il mercato unico e nullaconta il fatto che la gente si tolga la vitaper disoccupazione e per disperazioneeconomica. Ma c’è di più: la GranBretagna è necessaria alla più rapida ecerta conclusione del trattato tra ue eusa sul commercio internazionale; cioèper rendere l’Unione europea piùdipendente e più vassalla degli StatiUniti d’America.Soltanto uno stolto può pensare chel’infausto accordo che si pensa diconcludere possa “rompere ilprotezionismo americano” e dunque“aiutare le nostre produzioni”; solo unostolto può nutrire tali aspettative perfavorire soltanto gli interessi egoisticidell’impresa in termini dimassimizzazione del profitto adiscapito dell’occupazione,

specialmente giovanile. E’ evidenteancora una volta come l’attenzione siasempre rivolta solo e soltanto a favorireimprese e banche a discapito deilavoratori.Si parla tanto di riforme costituzionali,ma, allora, per coerenza e perdecenza, si riformino pure gli articoli da39 a seguire della Costituzione cheprevedono la funzione socialedell’impresa (oltre che della proprietàprivata) e la partecipazione degli operainon soltanto agli utili ma anche, esoprattutto, alla gestione delle stesse.Non è un caso, ma è il riemergere dellaverità e dei reali obiettivi perseguiti, ilfatto che il buon Letta e i suoi sodalivedano nella fuoriuscita della GranBretagna dall’Unione europea unindebolimento di questa “nei mercatimondiali” e vedano in Londra una“insostituibile capitale finanziariaeuropea”. Anche il più allenatoimpostore alla fine si tradisce!L’Europa non può perdere “un pezzocosì importante”, quale la GranBretagna, perché questo “rafforzerebbel’idea di un Continente che haimboccato la china discendente”.Enrico Letta non si è reso conto (eallora la smetta di far politica e sidimetta dal pubblico impiego diRicercatore) che l’Unione europea la“china discendente” l’ha già intrapresada moltissimo tempo per le suescellerate politiche antisociali, per il suoburocratismo, per la sua politica del“rigore” e, soprattutto, per le suestrette connessioni con i centri digoverno del monetarismointernazionale. Non è un caso che laBanca Centrale Europea è unorganismo di diritto privatopoliticamente irresponsabile.Che la Scozia, poi, volendolo, nonpossa entrare a far parte dell’Unioneeuropea per il sicuro veto spagnolorivolto a impedire l’“effetto domino” diuna analoga indipendenza dellaCatalogna, è questione che riguardasolo gli scozzesi e non va trascuratodi ricordare che apparterrebbe aduna Scozia indipendente la“proprietà” delle immense ricchezzepetrolifere dei suoi mari.Si dice che alla “dinamica unitaria”non può attribuirsi la “colpa” dellacrisi economica e sociale che vivetutta l’Unione europea e ancor piùtaluni Stati membri di questa. Ma,allora, si domanda: di chi è la colpa?Dire “dinamica unitaria” significa nondire nulla o significa faremistificazione. Certo, la colpa non èdella “dinamica unitaria” ma è dellepolitiche sociali ed economiche che

hanno guidato e continuano a guidarequella “dinamica”.Dice Letta che “Caratteristica tipica delpopulismo è quella di trovare e additarecolpevoli ben visibili e indistinti”.L’affermazione è in parte vera ma conla precisazione che in questi casi icolpevoli vanno puniti ed essi non sono“indistinti” ma sono ben individuabili. Euno di questi è certamente EnricoLetta.Aggiunge il noto pensatore che “Non viè infatti uno solo dei problemi della vitadei cittadini scozzesi o catalani chetroverebbe miglioramento conl’indipendenza”. Ma noi ci domandiamo:qual è uno solo dei problemi della vitadei cittadini degli Stati membridell’Unione europea che è stato risoltoo migliorato dalle scellerate politichesociali ed economiche dell’Unione?Si porta ad esempio il regime diautonomia di cui gode in Italia ilTrentino Alto Adige; dunque “convivereè possibile”, ma convivere non èobbligatorio e l’equiparazione tra ilTrentino Alto Adige e la Scozia è unabuso mentale prima che politico cheancora evidenzia come chi la sostenganon sia adeguatamente attrezzato sulpiano del diritto e sul piano della storia.Certo che tra centralismo (dell’Unioneeuropea, e finalmente lo si riconosce) eindipendenza, siano percorribili altre viequali quelle di diversificate e avanzateforme e contenuti effettivi di autonomia;ma per seguire queste terze vie occorre

Bruno TomasichLo Svendennio

Settimo Sigillo 2014pp.280 euro 22,00

Page 24: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

24 ITALICUM settembre­ottobre 2014Cultura

che venga ridimensionato ilcentralismo dell’Unione europea: ilproblema è proprio lì, ma il notostudioso pare che non se ne rendaconto e preferisca viceversaesorcizzare tutto in una sua personalevisione apocalittica e in unainappellabile sentenza di condanna diquello che lui chiama (ma non spiegain cosa consista) il “populismoistituzionale”.Infine, si dice che i problemi sono quellidella disoccupazione, della mancatacrescita (rectius, recessione), di uno

Stato sociale che non c’è più, ecc.Roba da applausi a scena aperta! Manon si dice cosa l’Unione europeadebba fare e, viceversa, si continua acelebrare l’euro, il mercato comune, lalibera concorrenza e altre amenità diquesto tipo tra le quali spicca quelloscellerato “pareggio di bilancio” cheimpedisce diverse scelte di politicaeconomica come quella keinesianadell’indebitamento per lo sviluppo.Queste cose le sa anche un mediocrestudente universitario, ma di questecose, anzi su queste cose, il noto

studioso Enrico Letta sorvola: “se lapiglia” con il “populismo istituzionale” e,quel che è più divertente, non spiegaperché i cosiddetti euroscettici oantieuropeisti abbiano ottenuto più diun quarto dei voti in Europa alleelezioni di maggio.A noi è sembrato poco. Enrico Letta lachiama deriva. Speriamo che non tornipiù a governare questadisgraziatissima Nazione.Augusto Sinagra

Più passa il tempo, e più sianalizzano le modalità di

comunicazione tra le persone e leistituzioni, più ci si accorge di unasempre più pervasiva e distruttiva<<transvalutazione di tutti i valori>>,per dirla alla Nietzsche.Non c’è più un punto fermo chedefinisca i parametri di orizzontementale, legale, fisico, religioso,simbolico e sociale della nostra realtàcontemporanea. Il bene e il male, ilvero e il falso, la salute e la malattia, il

bello e il brutto, tutto è variabilesecondo una formula precisa:“Dipende”. Il pensiero debole, e quelparadigma interpretativo ad essoassociato che si chiama relativismo, hametastatizzato ogni settore della vitapubblica e privata, scardinando regole,misure e orientamenti.È la stessa realtà, o meglio, il suoesame corretto ad essere statosovvertito, con la pretesa – per altro inmolti campi riuscita – di crearne unanuova, più adatta ai tempi correnti.Prendiamo come esempio l’ultimo fattodi sangue accaduto al quartiere Traianodi Napoli. L’uccisione di un minorennein fuga da un posto di blocco deicarabinieri, su un motorino con altri duepregiudicati dei quali uno latitanteperché evaso, a notte inoltrata, diventaun caso nazionale, superando lamiseria di un semplice evento dicronaca nera. Quando un politico osaaffermare che fermarsi all’alt dellapolizia è un obbligo, apriti cielo!, contutti ad evocare derive securitarie erischi di grilletto facile. L’unica forte echiara valutazione in dissensodall’ipocrita buonismo diffuso è stata

quella del giudice Luigi Bobbio riportatadal quotidiano Il Mattino: «L'identikit delbravo ragazzo una volta era bendiverso da quella che oggi qualchesprovveduto vorrebbe appiccicare almorto dell'altra notte». Il giovane èstato ucciso da <<una realtà schifosala cui mentalità delinquenziale e lainclinazione a vivere violando ogniregola possibile è la normalità». […]giustificazionismo, buonismo,perdonismo e pietà non solo nonservono a niente ma aggravano il male.A 17 anni si è uomini fatti e gli uomini

sono responsabili delle loro scelte, delleloro azioni, dei loro stili di vita». […] ilfatto che sbandati come loro, parenti enon del morto, vogliano giustificarlimostrando di ritenere normale la lorocondotta che evidentemente ritengononormale mi fa solo disgusto». Chiaro,onesto e controfirmabile.Invece, no. Dopo violenze edevastazioni, il giorno del funerale – èscritto su un giornale – non c’è lapresenza della polizia, <<forse perchélo Stato ha deciso di fare un passoindietro>>. Nella stessa occasione, sulCorriere del Mezzogiorno si legge che,prima che fosse osservato un minuto disilenzio in ricordo di Davide, una donnasi è avvicinata al colonnello deiCarabinieri Marco Minicucci perchiedergli di togliersi il cappello “insegno di rispetto”. Il comandanteprovinciale <<ha subito accolto l’invito,si è tolto il cappello e poi, insieme airagazzi, ha osservato il minuto disilenzio>>.Poi, in momenti successivi, c’è ladichiarazione del carabiniere che hasparato che chiede perdono, c’è ilsindaco de Magistris che manifesta

l’intenzione di voler ‘adottare’ l’area incui è avvenuto il fatto, c’è anchequalcuno che suggerisce il disarmo perevitare altri spargimenti di sangue.Non potevano mancare, alla fine, gliinterventi di due opinion makers comeIlaria Cucchi e la madre di FedericoAldrovandi. Grande assente la madre diGiuliani, l’altro bravo ragazzo‘giustiziato’ mentre tentava di far fuoriun carabiniere con un innocenteestintore in piazza Alimonda a Genova.Visto che a questo teppista è statadedicata una piazza e affissa una targa

a Montecitorio, vediamo se anche aglialtri saranno dedicati spazi pubblici oindirizzi stradali.Per fare una valutazione ragionevole ecorretta dell’avvenimento esposto, eper cercare di chiarire il concetto delrelativismo morale sempre più diffuso,torniamo alle parole del giudice Bobbio:<<L'identikit del bravo ragazzo unavolta era ben diverso>>, e da quipartire.Chi è il bravo ragazzo secondo laformula già indicata con “Dipende”?È quello che di notte si aggira a vuotoper i luoghi malfamati non avendoalcuna responsabilità da assumersidurante la giornata? È quello cherientra agitato e aggressivo alle cinquedi mattina dopo aver assunto oppioidi eketamina in discoteca? È il tossicopluripregiudicato che arrestato perl’ennesima volta decide lo scioperodella fame e muore? È quello che siaggira travisato dal passamontagna persfuggire alla regolare identificazione?Si sa che non sono i tipi indicati, maoramai l’autocensura pericolosissimagià denunciata da Orwell è in pienaattuazione, si è definitivamente

Relativismo buonistae perbenismo ipocrita

AAddrrii aannoo SSeeggaattoorrii

Page 25: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

25ITALICUM settembre­ottobre 2014 Cultura

interiorizzata. Per cui: il poliziotto siscusa con il delinquente, l’ufficialerende onore al fuggiasco mortoscappando ai carabinieri, le istituzionipresenziano al funerale del fuorilegge.Nessuno più sa chi è e chi è l’altro.E a proposito di De Magistris, il prodegiustizialista “‘o manetta”, condannatoper abuso di ufficio, invece di dimettersiattacca i suoi colleghi magistrati conuna veemenza ed una violenza verbaledegna del peggiore insurrezionista.Questo personaggio diventa importantenella nostra argomentazione, perchésimbolo negativo della trasmissione diun pensiero corrotto. E così Renzi, chedisquisisce sull’articolo 18 senza avermai timbrato un cartellino. O la ministrasuperstipendiata che rivendica come leipossa mantenersi con ottanta euri dialimenti alla settimana.Viviamo in un vero e proprio climadissociato, nel quale non c’è regola nécoerenza. Un’atmosfera psicotica in cuiciascuno vive in un proprio mondo,negandolo, e pretende di imporlo aglialtri contro ogni ragionevolezza econtro il minimo esame critico.È questa condizione diffusa che fa daterreno di coltura all’illegalità, quadrodirettamente associato al fenomenodella tolleranza.Ormai, da tempo, nessuno più rispondedi nulla, non c’è alcuna certezza nellapena e, soprattutto a livello politico, c’è

una completa alienazione tra ciò che siafferma e tra come si razzola.Nel corso degli ultimi decenni si èperduto ogni slancio di dignità, di amor

proprio e di decoro. Dall’abbigliamentoalla sessualità, dal linguaggio alcomportamento, tutto è indicativo diun’assenza di stile. Si è giunti a quellacondizione di <<proletariatospirituale>> denunciato da Evola: uno

stato sociale e mentale senza ideali,senza etica, senza quel senso delsacro della vita e della morte segnidella migliore condizione umana.La <<transvalutazione di tutti i valori>>è la causa e l’effetto – in simultaneità –del relativismo buonista e dell’ipocrisiaperbenista: è, in altre parole, la vittoriadel pensiero debole. Di quel pensierodel ripiegamento, della debilitazione,che nulla esige, ma tutto interpreta eopina. Di quel pensiero che rifuggequalsivoglia certezza e principio, perlasciarsi andare al potere delle opinionie alla suggestione della discrezionalità.Come sottolinea Claudio Bonvecchio:<<mentre l’individuo responsabile è difatto sanzionato e colpevolizzato,l’irresponsabile assurge a vittima eviene assolto a priori. È il trionfo deidiritti sui doveri>>[i].I giovani trasgressivi, disagiati, deviantio criminali sono figli di padri incoerenti,tolleranti, accondiscendenti ocontraddittori, negatori della realtà esobillatori dell’utopia, con la tempestache ne consegue e che tutti,quotidianamente, assistiamo nei suoieffetti.Adriano Segatori

­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­[i] C. BONVECCHIO, La maschera el’uomo, Franco Angeli, Milano 2002, p.133.

Sappiamo per esperienza di vitavissuta che le differenze

generazionali allontanano i giovanidai vecchi, le differenze di genererendono le donne uniche rispettoagli uomini, le differenze culturali, aparità di età e di genere, dividono gliasiatici dagli europei.

E’ questo un mosaico elementare le cuitessere – i giovani e i vecchi, gli uominie le donne, i bianchi e i neri, gli asiaticie gli europei – compongono l’umanità.Anche se le generazioni successivesono diverse dalle precedenti, le donnesono diverse dagli uomini, gli asiaticisono diversi dagli europei, i neri daibianchi, la specie è sempre la stessa,non cambia. Qualcuno può esaltare larazza, altri esprimono un razzismo piùsottile, culturale e non biologico, oaddirittura generazionale, altri possono

sentirsi superiori a chi haun’educazione modesta o un ruolosociale meramente esecutivo, ma laspecie è la stessa per tutti.

Da qualche tempo, nonostante leconsiderazioni fatte, ho l’impressioneche una parte di coloro che vedo

intorno a me, per strada, al lavoro, suimezzi pubblici, nei negozi, appartengaa un’altra specie. Una specie nuova,apparentemente affine alla vecchiaumanità (di cui faccio parte), ma con undiverso modo di intendere e di“leggere” la realtà. Un modo che a noi,appartenenti alla vecchia specie, puòsembrare fuorviante, distorto, Non sitratta solo di giovani e giovanissimi,nati e cresciuti nello sfacelo dellacosiddetta civiltà occidentale e in unhabitat neocapitalistico colonizzato.Sono uomini e donne che percepisco

come distanti, troppo diversi perché iopossa considerarli miei simili.

Non si tratta soltanto del riconoscere ladiversità in profonde differenzeculturali, come potrebbe accadere seincontrassi un uiguro del Turkestanorientale o un calmucco, ma molto di

più, una frattura più grave e forsedefinitiva. Una frattura che traccia unalinea di demarcazione fra ciò che èstato l’uomo del secolo precedente, pur“consumistico”, imborghesito,ideologizzato, comunque prigionieronella “gabbia di ferro” del capitalismo, eciò che è ora questa sua caricatura,che annuncia la comparsa di unanuova specie. L’estinzione dello spiritocritico e indipendente, della capacità dicomprendere il senso delle dinamichesociopolitiche e talora il funzionamentosistemico complessivo, ancora vive nel

Un'altra specieEEuuggeenn iioo OOrrssoo

Page 26: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

26 ITALICUM settembre­ottobre 2014Cultura

secolo precedente, non rientrano nellecaratteristiche di quella che hoprovocatoriamente definito “la nuovaspecie”. Questa si sta affermando inoccidente, a partire dal Nord America, edilaga a macchia d’olio in Europa, doveconsolida la sua presenza, nonrisparmiando però l’est e la Russia.

A volte, con il piglio del “naturalista”d’altri tempi in osservazione dellespecie viventi (Linneo, Lamarck),ascoltando i loro discorsi,osservandone la postura e i movimenti,valutando il loro aspetto e cogliendonegli sguardi, m’illudo di capire e credoaddirittura d’intuirne iprocessi mentali. Chie cosa sono costoro,con i quali difficilmenteriesco a sviluppare undialogo e con i quali, ilpiù delle volte,avvertendo una certaalienità non cerconeppure dicomunicare? Mi sonoposto la domanda eho cercato la risposta, non senzaprovare un senso (non mi vergogno adirlo) di superiorità antropologica eculturale, perché avverto in loro – èdifficile da spiegare, ma ci provo – unagrave carenza, quasi una “mutilazione”,che comporta una discesa lungo lascala evolutiva. Riflettono tuttal’inconsistenza e la vacuità del mondoliquido al quale appartengono, per dirlaalla Bauman.

Con loro in genere parlo pochissimo,causa incomunicabilità, e solo quandoè necessario. Riesco ormai adistinguerli con una certa facilità daimiei simili, che sempre più raramenteincontro. Se mi rivolgo a loro, lo faccioper ottenere informazioni banali equotidiane, scandendo bene le parole.Ad esempio, chiedo << che _ ora _ è?>> non aggiungendo altro, oppure <<si_ ferma_ qui _ questo _ autobus?>>,evitando di dare l’impressione dicercare un dialogo. Se devo risponderea una loro domanda, lo facciolaconicamente, per lo strettonecessario, attenendomiscrupolosamente all’oggetto. Adesempio, rispondo in estrema sintesi<<l’ambulatorio _ lo _ trova _ girato _l’angolo>>, oppure <<il _ negozio _ non_ apre _ lunedì>>, per chiudere in frettaed evitare discussioni estemporanee.

Quando sono costretto ad avere uncontatto più prolungato con unesemplare della nuova specie, mi

guardo bene dall’affrontare argomenticomplessi, riguardanti la politica, lageopolitica, gli assetti sociali, la monetae la sovranità degli stati, leresponsabilità di questo complessivoimpoverimento delle classi subalterne.Meglio evitare anche il classico eapparentemente innocuo <<piove,governo ladro!>>, oppure sbilanciarsiinsinuando qualche dubbio sulla naturae sui veri scopi dell’attuale governo. Micomporto in tal modo per evitareproblemi, nella forma d'inutili edestenuanti discussioni che nonapprodano a nulla e alla fine si rivelanocontroproducenti. Lo faccio perché da

qualche tempo mi sono accorto chenon esiste una controparte con la qualediscutere sensatamente. Non esiste inloro alcuna “sensibilità” per questi temied anche le espressioni uomo, stato,governo, economia, non hanno per lorolo stesso significato che hanno per me,ammesso e non concesso che siano ingrado di attribuirgli un qualche sensocompiuto. Ripeto che non si trattasemplicemente di una questione didifferente cultura, perché le basiculturali, i fondamenti dovrebberoessere gli stessi, o di saltogenerazionale, poiché, nonostantel’appartenenza ad altra generazione, sidovrebbe riconoscere il proprio simile.E’ qualcosa di profondo e di più netto,come se si trattasse della distanza fraspecie diverse, per quanto consignificativi punti di contatto. Mi viene inmente il mistero che avvolge i primicontatti fra l’homo neanderthalensis e ilsapiens sapiens, solo che oggi le partimi sembrano rovesciate. Infatti, laspecie in via di affermazione non èquella con maggiori possibilità evolutive– in termini di linguaggio, elaborazioneculturale, autocoscienza, progettazionedi sistemi sociali complessi – ma l’altra.La seconda differenza di rilievo è che ilneandertaliano apparteneva a unaspecie naturale, mentre la nuova cheosservo ha un’origine manipolatoria,artificiale.

Con loro non discuto, se posso evitaredi farlo, perché la particolare“involuzione” che manifestano riguarda

il livello di comprensione della realtàstorica, sociale e politica in cui vivono,tendente a zero. Inoltre, l’artificialitàdell’origine di questa nuova specie ètestimoniata dall’accettazione acriticadel funzionamento sistemico, lacompleta sottomissione ai suoi dogmi,l’estrema adattabilità all’habitat creatodal modo di produzioneneocapitalistico, che prevede nuoveforme di schiavitù per i dominati edifferenziali di ricchezza, potere eprestigio sociale destinati a schizzarealle stelle. Davanti alla comparsa diquesta nuova “forma di vitaintelligente”, nata dalla vecchia specie

per volontà degliagenti strategicineocapitalisti, persinola spiegazione dinatura classista, chedarebbe un senso allaloro estrema“docilità”, mi pareinadeguata.

Costanzo Prevesosteneva che una

classe dominata, nata all’interno di unospecifico modo storico di produzione, èsempre in condizioni di minorità e nonpuò guidare la trasformazioneintermodale (in termini di passaggio daun modo di produzione all’altro), néliberarsi da sola delle proprie catene. Ilproletariato industriale, nel caso delcapitalismo del secondo millennio, nonha potuto rivoluzionare il sistema dasolo, ma soltanto sotto la guida e ilcontrollo di élite rivoluzionarieappartenenti, in buona misura, allaclasse dominante (Ottobre Rosso,partito dei Bolscevichi, nascitadell’Unione sovietica). Nel nostro caso,la situazione è ancora più grave perchéalcuni decenni di forte manipolazioneantropologica e culturale di massa, inoccidente, non solo hanno resopossibile il passaggio dal capitalismodel secondo millennio alneocapitalismo globale e finanziario,ma hanno diminuito l’uomo fino alpunto di creare una nuova specieintelligente, per sua natura e genesidocilissima, totalmente incapace dipensarsi libera, fuori dalla “gabbia dititanio” neocapitalista.

Basta osservare intorno a noi,ascoltare i discorsi, analizzare icomportamenti, avere attenzione ancheper i dettagli, per capire che non sitratta di un normale, “buon vecchio”condizionamento, al quale ci si puòsottrarre riconoscendo la realtà. Si èandati in profondità, agendo sul lavoro,

ppaauuppeerrccllaassss..mmyybblloogg..iitt ­­ PPaauuppeerr CCllaassss ­­ LLaa vvooccee ddeellllaa nnuuoovvaa ccllaassssee ppoovveerraaddeell vveennttuunneessiimmoo sseeccoolloo

Page 27: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

27ITALICUM settembre­ottobre 2014 Cultura

martellando con i media che creano“realtà parallele”, smantellando dallefondamenta la classe, la comunità, lebasi culturali del vecchio mondo,utilizzando tutto il possibile,dall’alimentazione alla diffusione delledroghe e degli psicofarmaci. Non si èancora arrivati al punto di manipolaregli embrioni prima della nascita,agendo direttamente sulla riproduzioneumana, come preconizzato da AldousAxley nel celebre romanzo Brave NewWorld (Il mondo nuovo), del lontano1932, ma certo i risultati fino ad oraottenuti sono sorprendenti. Qui noncentra l’eugenetica e non c’è ancorariproduzione massiva extrauterina.

Se in passato ho scritto qualcosa ariguardo della costruzione socialedell’uomo precario, in occidente,definendola un gigantesco“esperimento di massa” in dimensionimai viste prima nella storia

dell’umanità, con grande dovizia eimpiego di mezzi, tecnologie e scopertescientifiche, oggi mi sento di andareoltre e di parlare esplicitamente di“nuova specie”. Il processo di“spersonalizzazione” del nuovocapitalismo che ha divorziato dallaborghesia (classe dominateproblematica, talora incline essa stessaalla ribellione), non solo ha creato unanuova classe dominante senzaproblemi di “coscienza infelice”, legataa doppio filo alla riproduzionesistemica, ma una nuova specie,diminuita rispetto alla nostra, che persua genesi non può mettere indiscussione il sistema, o pensarsi alfuori, sia pur limitandosi a un semplice“rivendicazionismo”, per ottenerequalche concessione di naturaeconomica.

Basta guardarsi intorno, qui, in Italia, enotare che nel momento in cui si

negano apertamente, con ferocia, lagiustizia sociale, i diritti del lavoro e allavoro, la redistribuzione dei redditi,una pur limitata partecipazione dimassa alla decisione politica, vi è unpicco di adesioni ai governi elitisti­neocapitalisti e alle politiche contro idominati che questi esprimono. Unasituazione solo apparentementeparadossale e inspiegabile, per laquale in passato, metaforicamente, hoevocato il masochismo e la “sindromedi Stoccolma”. Oggi mi sento diaffermare, in modo meno metaforico emeno allegorico, che siamo davantinon tanto a una nuova classedominata, pauperizzata e ridotta in statidi semi­incoscienza, ma a una “nuovaspecie”, che il neocapitalismo ha creatoda uomo e donna per riprodursi senzascossoni, attraversando indenne tutto ilventunesimo secolo.Eugenio Orso

Nel momento in cui ogni azionepolitica viene di fatto impedita

dall’oggettiva mancanza di ogni purminima condizione favorevole, ciòche si può fare è riposizionare leidee, ricollocare i concetti, insommaoperare uno sforzo di santissimo“revisionismo ideologico” interno, ingrado magari di potenziare gliimmaginari del domani e renderli piùacuminati.

In quest’ambito, ripensare oggiGiovanni Gentile può servire a dotare ilpensiero antagonista di un validostrumento, per nulla superato comepotrebbe apparire a prima vista, ma alcontrario quanto mai vivo bacino diidee radicalmente opposte a quellemondialiste egemoni nella società incui viviamo.Se pensiamo che fu il filosofo sicilianoa studiare tra i primi in Italia il marxismo(si ricordi che Lenin ne conobbe glistudi e ne parlò), a sottoporlo ad analisie a servirsene per meglio comprenderele aporie della modernità, e sepensiamo anche che il marxismo – adifferenza dei marxisti, defunti da unpezzo – ancora nasconde qua e làalcune buone indicazioni generali sulla

crisi del modello borghese­capitalistico,noi vediamo quanto utile potrebbeessere un confronto con queste idee.Nulla deve essere tralasciato percomprendere la gravità della crisiscatenata dal modello capitalistico ecosmopolita oggi egemone. Si tratta diun confronto quasi sempre a contrario,ovviamente, in quanto Marx è frutto eglistesso del sistema economicistaborghese, partendo dall’idealismo

hegeliano ma creando un dogmamaterialistico di totale immanenza, mache ugualmente trattiene indicazioni dimassima meritevoli di essere rilanciate.La concezione della realtà come prassi,innanzi tutto. Essa proveniva del restodal campo dell’idealismo, e fu presentein Fichte che non poca influenza, suquesto punto, ebbe su Marx. Non percaso Gentile chiamò il metodomarxiano un “materialismo metafisico”,fondato su una intuizione del mondoche, se pure alla fine dogmatica elimitata, consentiva di parlarne come diuna grande concezione del mondo: unacompleta “filosofia della storia”, nellaquale poter leggere le virtù di un pienostoricismo.E’ in questo modo che Gentile – nei

suoi scritti giovanili di fine­Ottocento suMarx – scrisse che “la materia delmaterialismo storico, lungi dall’essereesterna ed opposta all’Idea di Hegel, viè dentro compresa, anzi è una cosamedesima con essa”. In un certosenso, il materialismo storico di Marxnasconde al suo interno ancora intattol’idealismo di Hegel, e se pure il primorovescia il postulato fondamentale delsecondo, di fatto ne ricrea il

protagonismo attraverso la convinzioneche il soggetto pensante è l’elaboratoredella realtà e che le contraddizionisociali ed economiche possono edevono essere padroneggiate a partireda un’idea non individualisticadell’uomo. L’uomo è essere sociale:questo nesso, fondamentale in Marx,permane in Gentile. E dunque anche larealtà, affidata alla comprensioneumana, non è semplice cosa data, mapensata, voluta, attuata. Realismo eidealismo, dunque, in Gentile noncostituiscono più antitesi, ma sintesi. Ilmondo è costruito su entrambe ledisposizioni. Questo dette vita adalcune prese di posizione che poiavranno il loro preciso riverbero nellafilosofia matura di Gentile. Vogliamo

LLuuccaa LLeeoonneell lloo RRiimmbboottttii

Giovanni Gentile: dal marxismoall'umanesimo del lavoro

Page 28: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

28 ITALICUM settembre­ottobre 2014Cultura

citare un caso di riflessione “marxiana”di Gentile? Eccolo: “La società, che èun tutto organico, è insieme causa edeffetto delle sue condizioni; e bisognaricercare nel senso stesso della societàla ragione d’ogni suo mutamento” (Lafilosofia di Marx, 1899).La filosofia della prassi, che racchiudein nuce l’attualismo gentiliano, è aquesto punto un movimentorivoluzionario dello spirito che segneràla storia del Novecento, qualcosa chetrascina le idee sul terreno della lororealizzazione, liberandole dallaprigione dorata dell’utopismoimproduttivo.Dopo attraversata la stagione“marxiana”, condotta specialmentedi conserva con l’insegnamento diSpaventa, che fu uno dei pochi, inItalia, a confrontarsi con ciò cheall’epoca era il fondamento delpensiero rivoluzionario, Gentileimboccò una strada che fu tutta suae che, dalla tradizione spiritualisticadei filosofi risorgimentali (Gioberti sututti), lo condusse a ciò chepotremmo chiamare tranquillamentel’unico grande pensiero filosofico­politico prodotto in Italia nel secoloXX. Qualcosa che, perconformazione e intensità, fu moltomaggiore anche di quanto scritto daCroce, spesso arrestatosi sullasoglia di uno storicismo morale dispessore, ma tutto sommatocircoscritto. Gentile, al suo confronto,fece invece vera ideologia, cioèprofonda e totale concezione delmondo, fornendo armi culturali in unmomento­chiave di storia non soloitaliana.La conformazione dell’attualismo comefilosofia dell’individuo assoluto e dellaprassi conduce il discorso verso quellache è la grande sintesi dialettica:l’individuo empirico, quello realmenteesistente, vive ed esiste in quanto attoin atto, come diceva Gentile, cioè comesoggetto che pensa e costruiscesimultaneamente, riflette e agisce,unificando pensiero e azione inun’unica dimensione, in cui ideale e

reale coincidono, alla maniera con cui,in Hegel, la medesima cosa accade frareale e razionale. Questa svolta, intesaa superare dialetticamente i limiti dimaterialismo e idealismo sempreconcepiti in opposizione tra loro,significa che l’individuo è un’unitàassoluta, che serba al suo interno lacoscienza e la consapevolezzadell’universale quanto del relativo.Siamo ad un passo dalla concezionedell’uomo totale. Una volta messo in

relazione piena con la realtà entro cui simuove, vale a dire la società, questosoggetto produrrà lo schema di unapotenza interiore definitiva, e quindirivoluzionaria in senso eminente: “Ognilimite è superabile per quest’intimaenergia che è la stessa essenza delpensiero pensante” (Introduzione allafilosofia, 1933). Assunti di tal generenon saranno privi di ricadute sullapedagogia gentiliana – momentoessenziale dell’attualismo – se solo sipensi al concetto fra discente ediscepolo come organismo unitario, untutt’uno di scambievole simbiosi, cosìdiverso dalla stessa concezionetradizionale, di un sapere cioè che si

tramandi dall’alto in basso,dal “maestro” all’“iniziato”in modo quasi meccanico,oracolare, facendo delprimo un elemento attivo,ma del secondo un’inerziapassiva.Fu Ugo Spirito – il piùimportante allievo diGentile ­ a segnalare chequesti presuppostiportavano assai lontano.L’Io come soggettotrascendentale avvìa la

considerazione verso la certezza che lospirito come atto puro faccia coinciderel’atto dell’Io con il tutto, creandol’artefice filosofico della nuova ontologiarivoluzionaria: l’Uomo­Dio. Colui che,soppiantando l’individuo come cellulasolitaria, gli conferisce una qualità e undestino particolari, tali da renderloindistinguibile dall’insieme della realtà,infine producendo ciò che Aldo LoSchiavo ha definito come “misticasommersione dei molti nell’Uno­tutto”(La filosofia politica di Giovanni Gentile,1971).All’interno di questa totalità si hannoalcuni snodi essenziali: l’indistinzionefra teoria e pratica, l’eticità dell’atto chesi compie, la libertà dello spirito, lastoricità assoluta della volontà. Suquesta base, Gentile dà forma alconcetto di autorità come elementosintetico di male e bene, giustizia ederrore, poiché nello spirito ­ autoritàassoluta che regola tanto l’individuoquanto la comunità – convivono tutti gliaspetti del reale, tanto che persino lalegge e la giustizia, che limitano di fattola libertà umana, sono però essestesse dipendenti dalla volontà, nelmomento in cui questa coscientementelimita se stessa.Questa è la piattaforma su cui Gentilecostruisce lo Stato etico. Somma eriassunto di tutti gli aspetti del reale:l’economia, la politica, la legge, lalibertà, non sono che fasi parziali efinite di ciò che tutte le ricomprende,cioè lo Spirito. Lo Stato etico, in questomodo, è l’aspetto politico­istituzionaledell’attualismo, che vede nel valoreetico la sostanza dell’essere uomo. Inquanto assoluto che ricomprende irelativi, l’eticità dello Stato è la garanziache la realtà non è abbandonata allanecessità individuale, ma sottopostaall’autorità di una legge comunitaria. LoStato gentiliano è stato spessosottoposto a critica aspra, ancheperché molti vi videro una sempliceaccentuazione della concezioneliberale. E’ pur vero che Gentile si rifeceai miti risorgimentali. Ma la sua idea diStato ne costituisce unaradicalizzazione di tali proporzioni, chene fa uscire la sostanza dal recintoliberale, presentandosi – caso mai –come qualcosa di socialista, comunquedi socializzato.Il Tutto che lo Stato racchiude è infattila nazione, è il popolo. Lo Stato non èl’impalcatura burocratica, e neppure ilpotere istituzionale, il mostro freddo dicui parlava Nietzsche. Lo Stato diGentile è piuttosto la struttura diprotezione che raccoglie e stringe inunità il molteplice, ed è anche, su un

Page 29: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

29ITALICUM settembre­ottobre 2014 Cultura

piano pratico, la macchina cheorganizza la vita associata. Ed essa,soprattutto, veicola la sacralità, lareligiosità dello stare insieme comenazione, ciò che accomuna nelcomune destino. Lo Stato di Gentile èdunque un elemento propriamentereligioso. La forza dello Stato, infine,che è l’altra e più vera faccia delloStato forte, consiste non giànell’autorità assoluta del potere neiconfronti dei cittadini, bensìnell’accettazione volontaria dell’autoritàriconosciuta, che costoro liberamentesottoscrivono. Lo Stato etico è lo Statodel consenso, dell’identificazionevolontaria e consenziente di tutti neltutto comunitario. La realtà che, comedice Gentile, è in interiore homine, vuoldire che rappresenta l’unificazione delpensiero e dell’azione degli uominientro uno sforzo comune, ciò checostituisce la sostanza di ogni societàsana. Poiché “tutti gli uomini sono,rispetto al loro essere spirituale, unuomo solo” (I fondamenti della filosofiadel diritto, 1916).Questa concezione solidarista, anziproprio mistica della comunanza, chesi regge sotto l’imperio dellacondivisione volontaria del dovere edel destino comuni, fu come noto allabase della concezione gentiliana delloStato fascista come Stato etico. Ciòche, nella Dottrina del fascismo (scrittain collaborazione con Mussolini),Gentile circonfuse di un alone sacralee religioso, asserendo che il mitonazionale è parte viva del convivere, eche insomma nulla di sociale è fattibileche non sia al tempo stesso spirito inazione, o altrimenti storia del pensiero

in atto.A questo punto, Stato e Nazionediventano indistinguibili e, pertanto,vengono anche a cadere – a parere dichi scrive – anche quelleconsiderazioni critiche che per tantotempo hanno individuato in Gentilenulla più di un liberale, per la sua

preminenza dello Stato sulla società.In realtà, al momento in cui Gentileelabora lo Stato etico e l’Umanesimodel lavoro, di liberalismo (quale ad es.si poteva rintracciare nella riformadella scuola o in certi atteggiamenti“liberali”, come il coinvolgimento dinon­fascisti nel progettodell’Enciclopedia Italiana) non è più il

caso parlare. La stessaconcezione della nazionecome corpo mistico, e deltotalitarismo del potere comemito religioso di popolo,collocano Gentile fuori econtro il liberalismo,facendone un elemento dipunta del pensierorivoluzionario del secolo XX.Infatti, la volontà di abbatteregli atavici vizi del popoloitaliano (impoliticità, apatia,ostilità allo Stato,disinteresse per la politica,individualismo egoista,mancanza di sentimentocomunitario) è in pratica ilmotore di tutto il lungoimpegno politico gentiliano.Che tra l’altro ebbedell’intellettuale un’ideaattiva, militante, interventista.

E questo culminò nel concetto dellapolitica come fede, del sentimentomistico che deve animare la nazione intutte le sue componenti.Tutto questo ci parla non certo diliberalismo, ma di vero e propriosocialismo. Ugo Spirito, che nel 1941stese il suo progetto per un fascismorivoluzionario come comunismogerarchico, chiamò il pensiero diGentile propriamente “comunista”,certo non nel senso marxista obolscevico, ma nel senso del valore dialta etica comunitarista che nesostanziava i presupposti. Del resto, asua volta Gentile definì i comunisti“corporativisti impazienti”, volendosignificare che il fine rivoluzionario –l’erezione di un solidarismo di popolototalizzante – poteva essere simile,differenziandosi solo nei metodi:brutale tabula rasa nel comunismo, afronte di un metodico rivoluzionamentoperseguito dal fascismo, cheattraverso la macchina sociale eistituzionale del corporativismo,pervenne, e ancor più intendevapervenire in futuro, a un modello diStato­Nazione del tutto opposto aquello liberale. In questo quadro,l’Umanesimo del lavoro sancì ilpredominio sociale della figura dellavoratore. Non più il cittadinoborghese, asseriva con forza Gentile,ma il lavoratore è il nuovo soggettoprotagonista della vita politica: “L’uomoreale, che conta, è l’uomo che lavora,e secondo il suo lavoro vale quello chevale” (Genesi e struttura della società,1943).Oggi si parla del pensiero di Gentilecome di qualcosa che presenta una“inattualità radicale”, in grado diveicolare una nuova volontà dirivoluzione nei confronti del poteremondializzato e snazionalizzato. Siscrivono libri e saggi di nuovo rilanciodi una filosofia che è ancora tutta dariscoprire, contenente giacimenti diprezioso antagonismo nei confronti deldominio finanziario globale (si vedanoad es. Riprendersi Giovanni Gentile diValerio Benedetti, ed. La testa di Ferro,oppure l’introduzione di MarcelloVeneziani alla recente antologiagentiliana Pensare l’Italia, ed. LeLettere). Tutto ciò, almeno, ci rassicuraun po’ intorno alla possibilità, ancoraoperante, di schierare un consistentefuoco di sbarramento ideologico aprotezione delle potenzialità politicheancora valide e vive nell’arsenaleculturale europeo.Luca Leonello Rimbotti

Valerio BenedettiRiprendersi Giovanni Gentile

Edizioni Aga 2014pp.120 euro 13,00

Ezra Pound ­ Un'Opera JazzCD ­Musica composta e diretta

da Riccardo BiseoTesti di Giorgio Calabrese

Da un'idea di Giampiero Rubei, 2013

Page 30: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

30ITALICUM settembre­ottobre 2014 Cultura

“C’é un tempo giusto per andarseneanche quando non si ha un posto doveandare.”Anonimo

Chissà perché, ultimamenteaccendo il PC solo per giocare a

Spider: eppure so che l’algoritmodel programma è pianificato perrendere il gioco sempre più difficileman mano che il record scende.Potrei cambiare alcuni dati su certifiles, per aggirare questo“blocco”...troppa fatica: va benecosì, tanto per passare il tempo.

Talvolta provo a scorrere il Web percercare qualche articolo un po’“frizzante”, ma c’è un mortorio che fapaura: nell’era della guerra fra grillini vsresto del mondo (attacché al potere,residuati bellici del comunismo deltempo che fu, integralisti di tutte lerisme, ecc) ogni dialogo si stempera erifluisce nel nulla delle sabbie, ogniuadi viene inghiottito dal deserto.

Peggio ancora, ascoltare il promissoriodi Renzi: fra un po’ ci racconterà cheavremo tutti 800 euro il mese in più,che riconquisteremo la Libia e Nizzatornerà italiana. E’ proprio uno spasso.C’è chi scuote la testa ed afferma che“tanto ci sarà la Terza GuerraMondiale”, ne è sicuro, ogni evento chesi verifica nella geopolitica planetaria loindicherebbe: c’è da chiedersi se quella“certezza” non sia la disperata ancoradi salvezza lanciata a mare da chi èsconfortato, una sorta di “crepiSansone con tutti i Filistei” (e magarianch’io che fingo di crederci, che perafflizione ha raggiunto limitiinsopportabili).Eppure, nel Pianeta, non c’è aria diguerra – almeno per i prossimi anni –dopo, certo, nessuno può azzardareprevisioni: dire che fra un decennio laCina e gli USA si scontreranno, è comeaffermare che fra un decennio ilCatania vincerà il campionato di calcio.Gli USA “non stanno troppo bene” ecercano disperatamente di far fuoril’ennesimo “pacco” aeronautico diproduzione nazionale: fra un po’, cisarà solo l’Italia a credere ancora negliF­35. Che sono la continuazione di unaltro disastro, l’F­22, l’aereo “stealth”che andava in tilt per le chiamate deicellulari.

Gli USA non hanno preso sonorebatoste negli ultimi anni, ma unlogoramento continuo e pernicioso:ancora ricordiamo quando, in Iraq,smontavano le lamiere dei mezzi saltatisulle mine per saldarli sui tank decentie rabberciarli.La Russia ha vinto la sua partita con laGeorgia, ma ad un prezzo troppo alto intermini di perdite (soprattutto velivoli) enon ha nessuna voglia d’imbarcarsi inuna nuova avventura: dopo la Crimea,a lei basta il solo Donbass...poi,l’Ucraina vada a farsi fottere.Israele picchia come un dannato su

Gaza, ma quando ha tentatod’attraversare il Litani (verso il Libano)Hezbollah gli ha distrutto mezzadivisione “Golani”, il fiore all’occhiello diTzahal.La Cina ha bisogno di decenni primad’essere in grado di reggere unaguerra, ma non ne ha motivo: perchédovrebbe distruggere i mercati cheassorbono la sua produzione? Idem perl’India o per il Brasile.Inoltre, il saggio di profitto – investendoin Oriente per rivendere in Occidente –è ancora abbastanza alto da far saltaresulla sedia chiunque parli di guerra: diquanto aumenterà il prezzo del gas? aquanto rinunceremo nelle esportazioni?Ma lasciamo perdere...l’Ucraina è unaffare tedesco, che se la sbrighinoloro...Insomma, sarebbe ora che chi alimentagli “spiriti di Odino” la smetta, perchéabbiamo alle spalle un decennio di“certissima, anzi, imminente” guerraall’Iran: qualcuno l’ha vista?Si sa: il think­tank statunitensi qualcosadevono scrivere, altrimenti i loropadroni tagliano i finanziamenti e listornano verso altri, ancor più decisi,gente che scrive con indosso lamimetica.Poi, ci sono i banchieri, gli istitutifinanziari, le grandi holding dellemonete...per loro, ora, va tuttobenissimo: lucrano sui debiti pubblici –sì, è vero, devono pagare i loro lacchépolitici: probabilmente ne hanno pureschifo – e va bene così. Domaniqualcuno non ce le farà a pagare?Inizieranno le “dismissioni” delpatrimonio pubblico, ossia le“confische” mascherate: preferiscimorire di fame oppure cedere Pompeiad una società del Qatar? Oltretutto,

voi la lasciate andare alla malora...L’Italia, quest’anno, è caduta al 5°posto mondiale per presenze turistiche,dietro a Francia, USA, Cina e Spagna(1). Dopo l’industria e l’agricoltura,anche la principale risorsa nazionalescende a picco: troppe tasse, pocapromozione internazionale, nessunoschema d’intervento sul territorio...edanche il primo Paese al mondo perarcheologia, patrimonio artistico,cultura e cucina va al quinto posto,perché mancano le teste pensanti diuna vera classe dirigente.Così, il principale bersaglio per

cambiare qualcosa e sopravviverediventano i guerrafondai ed i banchieri:giusto. Ehm...qualcuno ha un’idea, unasola idea su come cambiare le regoledel mercato, del liberismo, delle milleguerre dimenticate? Si va a bussare aFrancoforte, al Bilderberg, aBruxelles...oh certo, lor signori hannouna paura terribile.

Qualcuno vuole andarci armato di fucilie pistole: ehi, i tempi della RivoluzioneFrancese o Russa sono finiti...vifarebbero fuori a chilometri di distanza.Magari con un aereo senza pilota.Va benissimo, è attraente fare ipotesi“di scuola” perché dissertared’economia e di filosofia non può chefar bene: soltanto, smettiamod’immaginare che qualcuno che contase ne accorga, o, addirittura che facciasue queste teorie! Oppure, che servanominimamente a risolvere il veroproblema: far fuori questa massa ditarlucchi che si fanno chiamare“politici”. Che rimane sempre la primatappa.

Un breve esempio?Negli ultimi giorni d’Agosto la Camera(all’unanimità) aveva approvato unprovvedimento per “ringiovanire” laclasse docente (la più vecchia delmondo): non erano grandi numeri,4.000 persone, i cosiddetti Quota 96.Ebbene, nel passaggio al Senato ilprovvedimento è stato bocciato (oritirato) dopo l’intervento di “uominidella Ragioneria dello Stato”. Unorgano tecnico che impone uno stop aquello politico! L’ex sen. Imposimato(ed ex Presidente della CorteCostituzionale) ha dichiarato che si ètrattato di un gravissimo vulnus

AndarseneCCaarrlloo BBeerrttaann ii

Page 31: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

31 ITALICUM settembre­ottobre 2014Cultura

costituzionale, da far intervenire subitola Consulta. Sì: aspetta e spera.Riflettiamo su cosa sta ad indicare unsimile evento: c’è un’architetturaistituzionale fatta in un certo modo,ossia il Governo conduce le danze, ilParlamento detta le leggi, il Presidentecontrolla. Facciamo finta che siaancora così.A questo punto, “qualcuno” di unorgano squisitamente tecnico come laRagioneria va in Senato, dice quattroparoline a chi di dovere e – ciò che laCamera ha approvato all’unanimità(notare l’assurdità della vicenda) –viene repentinamente e velocementestralciato o bocciato.Torniamo alla nostra “supposta”(interpretate il termine come vi pare)architettura istituzionale:non serve votarequalcuno che poinominerà il ministrodell’economia, tanto c’èqualcun altro che –magari – prende ordinidirettamente daFrancoforte o daBruxelles (oppure daLondra o daWashington, nonimporta) e può – colpeso della spada diBrenno – far decidereciò che vuole.Non voglio impegnarecol mio canto orecchiegià troppo provate, o che già sannoqueste cose, bensì chiarire alcunimeandri di questo sistema para­mafioso: ad esempio, la figura diFranco Bassanini è sottovalutata. Dopoessere volato in soccorso a Sarkozy (ilnostro uomo è un ex PCI, PdS, PD...)per “rimettere in sesto” il mercato dellavoro francese (cosa parzialmente nonriuscita) torna in Italia e, subito, va asedersi alla poltrona di Poste spa, dovepuò controllare il più copioso serbatoiodi risparmio italiano.Nel frattempo la moglie, LindaLanzillotta, era stata “comandata” arimanere in Italia, nelle file prima dellaMargherita, poi del PartitoDemocratico, quindi di Alleanza perl’Italia (Rutelli) e infine (per ora) èmigrata con Monti in Scelta Civica pertenere d’occhio in conto terzi cosafanno i bimbi­minkia, i mezza età­minkia, gli anziani­minkia delParlamento italiano.

Se la regola è “piatto ricco mi ci ficco”anche all’INPS (soprattutto dopo lariforma Fornero) ci sono i miliardi, etanti! Basta urlare ogni tanto

all’emergenza per poi spennare benegli italioti, regola praticata negli ultimivent’anni alla grande: Berlusconi docet.Ecco che spunta Mastrapasqua, cheoccupa non so quante presidenze dienti pubblici e privati – decine, mi pare– in barba ad ogni regola istituzionale,prima di tutte la decenza. Ma vienescoperto a trafficare con i fondidell’INPS e quelli dell’OspedaleIsraelitico di Roma: nell’inchiesta chesegue, “scoprono” anche che s’eracomprato gli esami per la laurea inEconomia. Le dimissioni sonod’obbligo.Oggi, l’INPS è nelle mani di VittorioConti – un economista vicino allaBanca d’Italia – che ha un incarico atermine fino al 30 Settembre.

Questo per dire cosa?Che, ovunque ci siano dei soldi “veri”gli uomini piazzati sono di sicurafedeltà: lo Stato – come espressionedella tripartizione dei poteri – nonesiste più da tempo.Nessuno è in grado di far cambiareidea a questo ceto politico: nemmeno ilM5S, percepito dagli italiani oramaicome gente che dice cose giuste, mache non sa come realizzarle. Gli “altri”italiani, continuano a far mazzette – dalcentro alla periferia, da Nord a Sud –ed a partecipare al grande gioco apremi “Mafia­ Camorra­N’drangheta­Sacra Corona Unita in torneo”: chiriuscirà a seppellire più rifiuti tossici? Inpalio, ricchi premi e cotillon.Il M5S – da qui in avanti –rappresenterà quelle persone chefurono radicali, oppure che lottaronoall’interno della sinistra, ma anche delladestra e che oggi non sanno più a chesanto votarsi, ma solo una parte.Il problema è che l’altra parte degliitaliani o li percepisce comemoralizzatori, oppure non ha fiducia inloro perché reputa le loro ricette privedello spessore politico necessario:

dopo un “non programma” sarebbe oradi passare ad un programma vero, conquale confrontarsi – in primis – con lapopolazione.Risultato: 20% a vita, senza speranzed’arrivare a nulla. Perché il M5S non hacercato di fare proposte innovative cheavvicinassero una larga fetta d’italiani (inon mafiosi)? Ad esempio, ha quasiabbandonato il problema che più vienedibattuto oggi in Europa, ossia Energiae Trasporti. Cercate un piano di tipotedesco, ossia 80% di rinnovabili per il2050? Accomodatevi: è qui (2), fatenepure quel che volete, basta – per solacorrettezza – citare la fonte.

Ma c’è qualcuno che lotta in silenziocontro questa classe politica: lo fa

senza proferir parola, senzaimpennate, senza scendere inpiazza.Sono anch’essi disperati:sono i cosiddetti “cervelli infuga” (3) che non sonosoltanto “cervelli” ma anchebraccia: ad Ottobre, il miopescivendolo se ne andrà inGran Bretagna, perché làcercano gente brava persfilettare il pesce...nonsaranno più orate e branzini,ma aringhe e merluzzi...eallora? Sempre pesce è:magari c’è più lavoro nelsettore del sushi...e lostipendio? Non può parlare

troppo perché il padrone loosserva...ma fa un gesto con la manoche è più che eloquente.Se ne vanno tutti, ingegneri efalegnami, medici egommisti...chiunque sappia far beneuna cosa non ha motivo per rimanerein un Paese dove le occasioni sonopochissime ed incerte mentre le tassesono altissime e garantite: non mipiace citarmi, però già nell’Aprile del2009 mettevo in guardia contro questarovina in “Questo è un Paese pervecchi” (4).

Scappano ad un ritmo sempre piùserrato (5): gli italiani all’estero, a fine2012, erano 4.341.156, con un trend inaumento di 132.139 unità. Il 44% èrappresentato da neolaureati che nonhanno trovato occupazione in Patria.Anche queste cifre, però, rischianod’essere aleatorie e traballanti: perché?Poiché provengono dalla banca dati delMinistero degli Esteri, il quale è undatabase al quale ci si deve iscrivere:cosa vuol dire? Che l’iscrizione èvolontaria: i nostri lavoratori all’esteropotrebbero essere molti di più e

Page 32: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

32ITALICUM settembre­ottobre 2014 Cultura

nessuno lo sa. Qualcuno sa –censimenti a parte – quanti sono gliextracomunitari presenti nel Paese? E isans­papier?E s’aggiungono anche le persone dimezza età (6): scusate, ma questimeritano veramente una medagliad’onore, perché non è facile lasciarel’Italia a 50 anni, dimenticare ilcaminetto che costruisti vent’anniprima, sperando che quello fosse ilpunto d’incontro di una famiglia felice.Invece, fai le valige e vai in Canada odin Australia e ricomincia da capo: sequelli che si sparano un colpo meritanotutta la nostra pietà ed umanacomprensione, quelli che reagiscono eci provano di nuovo meriterebbero sì la“medaglia del coraggio”.Infine, ci sono anche i pensionati (7) iquali, invece di mangiare – qui, in Italia– pane e latte con le loro pensioni,scappano, vanno in posti comeL’Argentina o le Canarie dove, almeno– grazie alla moneta od al diversopotere d’acquisto – possonopermettersi anche, ogni tanto, due fettedi pesce spada. La Patria? Ah, terragrifagna...

Cerchiamo di tirare le somme di questaanalisi.Una “leva” è composta – oggi – da460.000 nuovi nati italiani e da 70.000infanti stranieri. Vent’anni fa, gli italianierano 550.000 e gli stranieri 20.000(tutte le cifre sono state arrotondate).Che il “seme italico” stia percorrendoun lungo ed inevitabile declino, già losapevamo: che succede se, di quelmezzo milione circa, se ne vanno ognianno in...facciamo 50.000?Ve lo dico io che sono statoinsegnante: se ne vanno i migliori, quei3­4 per classe che fanno la differenza.Col tempo, emigreranno anche 2­3 cheandranno a fare i falegnami od i

saldatori, così – in Italia – rimarranno ipeggiori. I figli degli extracomunitariseguono un percorso similare, mapochi riescono ad emergere, almenoper ora.Una parte dei bimbi­minkia rimanenti sisistemerà – grazie ai buoni uffici dipapà e mammà – in politica, andrannoad ingrossare le fila di quel milioned’italiani che campa credendo d’essereclasse dirigente. Diventeranno, così,mezza­età­minkia ed anziani­minkia:ma benestanti ed in buona salute.Gli altri, si leveranno il sangue perpagare fior di tasse (e mantenerli) eseguiranno una vita ritmata dai pianiindustriali di Marchionne e dallepromesse del Renzi di turno. Morirannopoveri, senza mai arrivare ad unostraccio di pensione, perché i bimbi­minkia, quando cresceranno, alzerannol’asticella ogni anno. Già lo fanno oggi,figuriamoci domani: un vero e proprioscenario da Orwell. A ripensarci, meglioHuxley con le sue allucinate felicità.Andandosene, si raggiungono duespecifici obiettivi: si campa meglio, aldiavolo tutta la retorica sul “belpaese” esulla patria (min). Magari non ci sarà ilmare o il bosco di casa, ma tornate achiedere a quelli che hanno mare ebosco come campano.Il secondo obiettivo è menoappariscente, ma più “strategico”: midite voi, come farà a sopravvivere (od adecollare economicamente) un Paeseche non ha un futuro industriale, unfuturo agricolo e nemmeno turistico? Equando non ci saranno più testepensanti (che già oggi contano poco oniente)?Sarà una nazione che crolleràlentamente, ma più in fretta delprevisto: più in là non mi spingo – lamia età non me lo consente – e ci sonogiovani scrittori che hanno bisogno discrutare il futuro: lo facciano, si

divertano e soffrano un poco anch’essi.Da parte mia, ho già scelto: Madeira.Dovrò prima mettere a posto alcunecose, mettere in mare la Gretel e poiveleggiare. Le mie ceneri riposerannoin Atlantico? Non importa: il mare, apensarci un attimo, è uno solo che tuttocirconda ed accarezza. Sono gli uominia dargli tanti nome diversi, perdistinguersi gli uni dagli altri edimenticarsi così che non esistono lerazze, ma solo la specie.Carlo Bertani

(1) Fonte:http://www.nomisma.it/index.php/it/newsletter/focus­on/item/318­7­febbraio­2010­il­sorpasso­il­turismo­straniero­in­italia­supera­quello­domestico/318­7­febbraio­2010­il­sorpasso­il­turismo­straniero­in­italia­supera­quello­domestico2) Vedi :http://www.lolandesevolante.net/blog/2011/05/perche­siamo­contrari­al­nucleare/3) Fonte :http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/16/giovani­crisi­siamo­messi­cosi­male/231632/4) Fonte :http://carlobertani.blogspot.it/2009/04/questo­e­un­paese­per­vecchi.html5) Fonte :http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/06/emigrati­cervelliinfuga­estero­lavoro/553900/6) Fonte :http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/16/crisi­laddio­allitalia­degli­over­50­li­senza­futuro­anche­le­grandi­aziende­non­pagavano­piu/1023530/7) Fonte :http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/11/pensionati­in­fuga­dallitalia­vita­da­ricchi­con­la­stessa­pensione­e­i­risparmi/955591/

Page 33: La quarta guerra mondiale - centroitalicum.com | …...inflessibilmente il rispetto dei parametri, a prescindere dalle conseguenze distruttive sulle economie degli stati membri. La

ITALICUMPeriodico di cultura, attualità e informazione del

Centro Culturale ITALICUMAnno XXIX

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 28 del 15-1-1985

Direttore Responsabile: Luigi TedeschiComitato di redazione: Maria Carotenuto, Enzo Cipriano, Mario Porrini, Costanzo Preve

Impaginazione ed elaborazioni grafiche: Maria Carotenuto

Copyright (c) 201 3 Centro Culturale Italicum

Il periodico è rilasciato con licenza Creative Commons – Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0Italia. Per consultare la licenza vai all'indirizzo: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/

Versione cartacea del Periodico

E’ possibile ricevere la versione cartacea del periodico, al costo di 5 euro per singola copia (comerimborso delle spese di stampa e spedizione), inviando una richiesta all’indirizzo [email protected] più copie dello stesso numero, o copie di più numeri, è previsto un costo ridotto. Verrà inviata una maildi conferma con l’importo effettivo e gli estremi per il pagamento.

Contatti: www.centroitalicum.it - [email protected]

Il sito del Centro Culturale Italicum è statocompletamente rinnovato, ed è ora un blog.Dal blog è possibile scaricare gratuitamente i numeridel periodico in formato PDF, rilasciati con licenzaCreative Commons, o richiedere delle copiecartacee.E' inoltre possibile lasciare commenti e condividerei contenuti su facebook, twitter, linkdn, google,ecc.

Cliccando su "Segui" e inserendo il vostro indirizzo e­mail, riceverete gli aggiornamenti direttamente nellavostra casella di posta elettronica.N.B. agli indirizzi e­mail così inseriti non verrà inviatapubblicità dal Centro Italicum e non saranno ceduti aterzi.

Iscrivetevi al nostro blog, lasciate i vostri commenti,seguite le novità, condividetene i contenuti !www.centroitalicum.ithttp://centroitalicum.wordpress.com

Il blog del Centro Culturale Italicum

Impaginato con Scribus www.scribus.net, http://scribusstuff.org