"La Nostra Voce", Numero Dicembre 2012
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Transcript of "La Nostra Voce", Numero Dicembre 2012
Un anno de “La Nostra
Voce”..Grazie.
DICEMBRE 2012 ANNO I, numero 10
Sommario:
Un Anno de “La Nostra Voce”
1-4
La febbre della ragione 1-2
Il Bastiancontrario 1-3
Il Futuro del Giornalino... 1-4
Auletta: l’avventura dell’oliva
2
Il presepe: metafora della
nostra vita...
3
Che ne sarà del Forum!? 4
LA NOSTRA VOCE
Il giornale del
di Gianluca Addesso
diretto da Giuseppe Opromolla
La febbre della ragione una finestra sui giovani
Con questo numero si chiude
il primo anno de “La Nostra
Voce”: dodici mesi intensi,
ricchi di soddisfazioni e, in
alcuni casi, di enormi delusio-
ni. C’è chi ha capito il nostro
intento, la nostra voglia di
comunicare, di urlare il no-
stro pensiero. C’è stato anche
ci ha cercato di imbavagliarci,
chi ha etichettato in un mo-
do, ha cercato di intimorirci
con vere e proprio lettere
minatorie, chi, in definitiva,
ha visto in questo foglio un
pericolo da eliminare. Queste
persone hanno perso ancora
una volta l’occasione per av-
vicinarsi a noi, per capire le
nostre esigenze e i nostri bi-
sogni puntando, invece, a
difendere le loro pseudo con-
quiste. A noi non interessava
nulla se non far capire che la
nostra è, e resterà, una pre-
senza costante nella comuni-
tà aulettese. Un’avventura
lunga ma intensa perché chi-
unque si è avvicinato a “La
Nostra Voce” ci ha messo il
cuore, l’anima, la voglia di
fare e, soprattutto, ci ha spe-
so del tempo senza ricavarne
un centesimo, anzi in alcuni
casi rimettendoci qualcosa.
[…] Continua pag. 4.
questa volta agli amministra-tori vecchi e nuovi, rei di aver dimostrato scarsa sensibilità per la “questione giovanile”, la vera grande sciagura in assoluto per la nostra rovino-sa comunità, e di nuovo (sigh!) ai genitori aulettesi, mandanti morali dei nostri disagi. La novità è che non farò nessuna cronistoria dei fallimenti (basta l’evidenza del resto a mettervi con le spalle al muro) ma (sorpresa!) una proposta. Chiara e concreta, perché non si dica che noi ragazzi siamo buoni solo ad andarci giù pe-sante con le critiche. Cari signori, basta fare due
più due per capire che belle
strade, piazze grandi o picco-
le, ristrutturazioni civili o inci-
vili del centro storico e grandi
opere di respiro turistico,
saranno un giorno deserte
senza un popolo che le calpe-
sti. Senza quei giovani che,
compreso il sottoscritto, si
sono turati il naso per anni e
adesso stanno per girare i
tacchi, perché si rendono
conto che non c’è limite alla
desolazione e alla solitudine
in un posto così conciato.
Domanda: state facendo
qualcosa per uscire dal guado
o, forse, la cosa non vi attira
perché tanto la maggior parte
dei ragazzi non ha il diritto di
valutare il vostro operato (nel
segreto dell’urna intendo)?
[...] Continua a pag. 2
di Giuseppe Oprmolla
Comune di Auletta
Politiche Territoriali Giovanili
Rispetto e condivido gli strug-
genti appelli al volkgeist (lo
spirito del popolo) aulettese
che trovate altrove su questo
numero (forse l’ultimo) del
giornalino, ma non intendo
prendere parte alle esequie.
Preferisco invece lottare fino
all’ultimo rigo per preservare
gli interessi della mia catego-
ria: i “febbricitanti” ragazzi.
L’usuale “j’accuse” è diretto
Come tutti gli avvenimenti,
anche questo giornalino non
è da meno: ha avuto un inizio
ed adesso siamo arrivati alla
sua conclusione. Un'idea nata
così, in una sera calda d'esta-
te, in modo quasi naturale e
senza nessuna pretesa, resa
possibile dalla partecipazione
volontaria e straordinaria di
molti giovani che si sono ci-
mentati nel condividere con il
resto della nostra comunità
idee, opinioni e pensieri.
Insomma, l'unico vero e solo
[...] Continua a pag. 4
Il Futuro del Giornalino...
Se un amico, nato e vissuto in
città, mi chiedesse di raccon-
tare com'è la vita qui giù in
paese, io, che il paese credo
di averlo vissuto e partecipa-
to abbastanza nelle sue diver-
se espressioni, imposterei la
narrazione muovendo dalla percezione del tempo, perché il tempo, in paese, scorre assolutamente più lento e regolare, lineare, a tal punto, che vien quasi da pensare che il paese vive al di fuori del tempo. [...] Continua a pag. 3
di Nino De Maffutiis
"Il Bastiancontrario" Il Paese è senza tempo
di Mario Addesso
Pagina 2 Dicembre 2012 “La Nostra Voce”
Auletta: l’avventura dell’oliva
È in corso il progetto “ L'Avven-
tura dell’Oliva”, promosso nella
scuola primaria di Auletta, dai
docenti Gerardina Ceglia, Tota-
ro Maria, Zito Onofrio e Lupo
Nicolina, con la collaborazione
del medico specialista la
Dott.ssa Lupo Antonietta, del
Comune e delle aziende agrico-
le del territorio. «È un’iniziativa
– ha riferito il dirigente scolasti-
co, Elio Cantelmi – che ha lo
scopo di far conoscere agli a-
lunni della nostra zona la bontà
dei luoghi nei quali vivono e
studiano, attraverso una abitu-
dine secolare e tradizionale: la
raccolta delle olive e la produ-
zione dell’olio». Il progetto, che
riguarda le classi quarte e quin-
te della scuola primaria, mira
ad avvicinare gli alunni ad una
delle nostre principali risorse,
l’olio di oliva, una ricchezza da
custodire e tramandare alle
generazioni future. Gli obiettivi
specifici sono quelli di far cono-
scere il ruolo che l’olio di oliva
ha sempre avuto nell’ alimenta-
zione dell’uomo, il valore
dell’olio nella dieta mediterra-
nea con i suoi effetti benefici, le
caratteristiche organolettiche e
le fasi del ciclo: dalla coltivazio-
ne alla spremitura.
Continua da pag. 1 […] Poi c’è
la proposta. Si chiama “Casa
dei Giovani” e il concetto è
semplice: si tratta di converti-
re la “Casa delle parole” in
“Casa dei Giovani”. Ovviamen-
te chi ha ideato una casa per le
sole parole non vive ad Auletta
o non ha abbastanza fantasia.
Auletta non ha bisogno di pa-
role, pur belle che siano, sus-
surrate da un palco quattro
giorni all’anno. Quello di cui
ha veramente bisogno è un
punto di riferimento per i ra-
gazzi, perché sappiano dove
andare nelle giornate grigie e
vuote. Io immagino una
“Casa” che dia alloggio alle
idee di noi ragazzi oltre che
alle parole. E’ uno spazio suffi-
cientemente grande da acco-
gliere una biblioteca e una
sala-lettura con wi-fi, una sala
attrezzata per le conferenze e
per le prove musicali (in condi-
zioni dignitose) in cui i giovani
possano incontrarsi per discu-
tere di qualunque cosa, per
giocare, per parlare di politica
o di libri, per distrarsi alla sera
guardando un film. Semplice-
mente uno spazio che mi man-
chi e per il quale io possa poter
dire dalla lontana Bologna:
voglio tornare e andare lì, per-
ché so di trovare tutti. Se tutto
questo per voi è meno impor-
tante di strade, panchine, ta-
belle, sensi unici e tubature
idriche allora non avete ben
chiaro quali sono le vere e-
mergenze; diversamente noi
ragazzi siamo costretti a pen-
sare che vi siete messi folle-
mente d’accordo per fare di
ragazzi responsabili che sap-
piano influenzare positivamen-
te i più giovani, iniziandoli alla
cultura del conoscere e dello
stare insieme, e che sappiano
rimettere i peggiori sulla buo-
na strada, convincendoli che
una comunità si fonda sul ri-
spetto delle regole e che non
ha gran senso quindi sfasciarle.
Basta avere un briciolo di fidu-
cia, cari genitori e cari ammi-
nistratori. Preoccupante è la
nostra solitudine, la madre di
ogni problema, che voi ali-
mentate ogni giorno non of-
frendoci spazi. La solitudine
non è mai una scelta. E’ la
diretta conseguenza di una
società che ha fallito perchè
poco umana. Basta, dunque,
con le idiozie! Fate qualcosa.
Facciamo presto!
Auletta un grande ospizio. Delle due l’una. A questo punto entra in scena
(lo so) l’obiezione dei genitori
apprensivi (di cui ormai sono
un acerrimo nemico; la cosa è
reciproca e mi diverte): “ci
mancava il centro sociale!”. Il
seguito ve lo lascio immagina-
re: musica, alcol, fumo, spinel-
li, giù giù fino alla morte. Nien-
te di tutto questo. Che si chia-
mi “Casa dei Giovani” o “Casa
Pound”, l’intento non è quello
di dare alloggio a dissoluzione
e depravazione. E’ ora però di
lasciarsi alle spalle la cultura
della quiete nel segno del bi-
nomio “ordine pubblico e
tranquillità” e di riscoprire la
cultura dell’aggregazione. Io
immagino ovviamente un po-
sto con delle regole, gestito da
di Toni Addesso
Il programma prevede: lezioni
teoriche sulle cultivar diffuse
nel territorio italiano e campa-
no (Pisciottana, Carpellese,
Ogliarola, Ravece, Frantoiana e
Leccina) e sulle tecniche di po-
tatura, laboratori scientifici con
esperti dell’ASL, visite guidate
presso gli uliveti per osservare
in diretta i vari metodi di rac-
cattatura, e visite ai frantoi per
vedere da vicino i processi di
trasformazione in olio. . Il pro-
getto sta suscitando molto inte-
resse negli alunni, e proseguirà
nei prossimi mesi, con la realiz-
zazione di elaborati e cartelloni
riguardanti le esperienze effet-
tuate per la mostra, e le prove
per la drammatizzazione finale.
La febbre della ragione una finestra sui giovani di Gianluca Addesso
Pagina 3
Il Presepe: metafora della nostra vita...
Dicembre 2012 “La Nostra Voce”
Pastorelli, panettoni e regali:
tre simboli che ci rimandano al
Natale. L’etimologia della paro-
la deriva dal termine latino na-
talis che significa “relativo alla
nascita”. Dunque, non possia-
mo non far riferimento alla na-
scita che dalla notte dei tempi
ha affascinato il mondo. Quel
bimbo, concepito al di fuori di
un matrimonio ma allo stesso
tempo donato al mondo per
concedere a quest’ultimo una
delle filosofie più affascinanti di
sempre. Consideriamo dunque
il Presepe. Da quella notte, infi-
niti simboli, hanno bussato al
cuore dell’uomo. La stella co-
meta, luce e guida, i pastori e i
magi con i loro doni per il picco-
lo Gesù e i neogenitori, segni di
ringraziamento e collaborazio-
ne (si sa, è buona morale dar il
proprio superfluo alla famiglia
più disagiata), i suonatori,
tanto i musicisti dedichino la
loro arte anche ai malati. La
musica non sia solo un cd ma-
sterizzato o una notte in disco-
teca ma anche medicina e cura.
Infine, la neofamiglia. Immagi-
nate che la capanna sia la vo-
stra casa, la mangiatoia la vo-
stra famiglia, il piccolo Gesù la
vostra vita, il bue e l’asinello i
vostri sacrifici, quelli che vi per-
mettono di arrivare lontano,
Maria e Giuseppe la passione,
quella passione che vi consente
di credere in qualcosa, di dare
un senso alle vostre vite, di
realizzare i vostri sogni. Adesso
che il Presepe è pronto, fate di
questo il più bel proposito per
gli anni che verranno, arricchi-
telo d’amore, pazienza, perdo-
no e rispetto per il prossimo. A
questo punto non mi resta che
augurare a voi tutti un sereno e
speciale Natale. Auguri!
accorsi all’evento per fare bal-
doria (che festa sarebbe senza
un po’ di musica?), una capan-
na, d’altronde nessuno di noi sa
dove nasce e la casa non fa di
certo la persona; il bue e
l’asinello, quindi l’animale do-
mestico ha vecchie origini; la
mangiatoia, perché anche nella
crisi peggiori la terra darà sem-
pre i suoi frutti. Tralasciate que-
sta ironica rivisitazione del pre-
sepe, armatevi di fantasia e
seguitemi nel “presepizzare” la
nostra vita e la nostra Italia.
Chiediamo a quel bimbo di ren-
dere le Istituzioni tutte, politi-
che, scolastiche, ecclesiastiche,
degne stelle comete in grado di
guidare e sorreggere il nostro
paese; che possano le popola-
zioni tutte essere l’una il pasto-
rello dell’altra, collaborando
nella vita di tutti i giorni. I miei
magi penso siano scontati. Da
un lato metterai le famiglie
benestanti che dovrebbero
prestare aiuto e soccorso mate-
riale ai meno agiati; dall’altro la
categoria dei sapienti d’oggi,
chi ha avuto la fortuna di stu-
diare. Questa fetta di società
non deve dimenticare che dalle
persone umili si può sempre
imparare tanto e, perciò, finché
si ha la fortuna di viverli, pre-
stiamo attenzione alla scuola
dei nostri nonni. Per quanto
riguarda i suonatori, questi
sono portatori di gioia, quindi
anche a distanza di un bel po’ di
secoli, lascio la categoria inalte-
rata ma solo per un semplice
motivo. E’ per me doveroso far
riferimento al settore della sa-
nità al quale dedico una parte
dei miei studi. La musica è rina-
scita, armonia, stimola il cervel-
lo. Quindi, piccolo fanciullo di
Betlemme, fa che almeno ogni
di Lucia Morrone
Come capovolgendo le celebri
sfere di vetro con la neve finta
(souvenir divenuto un cult per
il turista medio) il paesaggio
racchiuso all'interno s’inneva
per pochi istanti e poi ritorna
visibile, cosi in paese talvolta
succedono cose, si tengono
eventi e si consumano scanda-
li, ma ben presto, superato il
temporaneo effetto, rispettiva-
mente di ilarità e di generale
scalpore, tutto ritorna come
prima e l'oblio copre ogni cosa.
Che il paese sia una Madame
Tussauds dei non famosi, un
museo delle cere in versione
popolana, lo realizzi ogni qual
volta ti capita di riuscire nella
non facile impresa di divinco-
larti dalla maglie strette del
paese: che tu stia fuori un
giorno, un mese o un anno, al
ritorno, è straordinariamente
curioso verificare che nulla ha
subito rilevanti modifiche e
che tutti giacciono esattamen-
te nel posto e persino all'ora in
cui ti aspettavi di ritrovarli. E
inizi a pensare che il paese non
sia soltanto un impercettibile
segmento di società, ma la
perfetta realizzazione di una
pièce teatrale, una rappresen-
tazione di parti scritte che si
tramandano in perpetuum.
Non è arduo, così, ipotizzare,
che ogni epoca ha avuto il suo
Pazzo, l'Ubriaco, il Pervertito, il
Ragioniere e l'Avvocato di tur-
no, figure, queste ultime, che
non sono mai soltanto mestie-
ri, ma prima di tutto consape-
voli protagonisti dello
agli ospiti, che quello è soltan-
to un intermezzo: il paese,
quello vero, prima o poi riapre
e non prevede spazio alcuno
per diffidenti spettatori. P.S.
Per me, come per tanti ragazzi
e ragazze che in questi mesi
hanno dato un contributo di
esperienze e conoscenze per-
sonali alla realizzazione di
questa splendida iniziativa,
potrebbe essere l'ultimo arti-
colo. La speranza è che tutti
coloro che hanno la possibilità
di farlo (amministratori in
primo luogo e noi giovani inte-
ressati), si adoperino per evi-
tare che la fine di questo gior-
nalino sia l'ennesima dimo-
strazione che nel nostro paese
non vi è spazio per un “fare”
delle idee.
spettacolo un po' assurdo che quotidianamente si consuma in paese. Perciò, ritengo, che chi volesse attingere all'essen-za del paese, alle sue manife-stazioni più spontanee e rap-presentative, non può che far-lo nei malinconici e intermina-bili mesi di inverno, quando i ruoli hanno confini nitidi e gli attori possono recitare in liber-tà, sottratti allo sguardo so-spettoso dell'osservatore e-sterno. Quanti forestieri illude e ingan-
na il paese nelle intense notti
di agosto. Allora, appare tutto
concitato, la foga subentra alla
quiete, eppure porta con sé un
effetto quasi inspiegabile ossia
il mutare della percezione tem-
po che, improvvisamente, pare
scorrere ad una velocità sor-
prendente, quasi a ricordare,
"Il Bastiancontrario" Il Paese è senza tempo di Mario Addesso
“La Nostra Voce” Dicembre 2012
foglio stampato è letto da un
numero di persone maggiore
rispetto alla sola versione onli-
ne. In secundis, il responsabile
o “direttore del giornalino” ha
altri impegni, soprattutto lavo-
rativi, che non gli consentono
più d'avere la stessa continuità
di responsabilità e di scrittura
che ha avuto fino ad ora. Que-
sta difficoltà potrebbe essere
superata con l’aiuto di altri
ragazzi. Terzo, siccome l'organo
di Rappresentanza del Forum
dei Giovani di Auletta si rinno-
verà come cariche nei prossimi
mesi, è giusto che sia lo stesso
Forum a decidere se sia il caso
di continuare e, soprattutto,
con quale formula farlo. Que-
sta del “giornalino” è un’ottima
base da cui partire, un'idea
nata da pochi, che ha visto una
larga partecipazione e che deve
anche passare “di mano”, per-
ché non è proprietà di nessuno
se non di tutti, anche per ren-
derla ancora più condivisa. Idea
che può essere modificata con
nuove idee e proposte in modo
da garantirgli un’ulteriore cre-
scita. Tuttavia, potrebbe essere
anche che tutto ciò non acca-
da. Qualunque sia la volontà,
sarà di sicuro la scelta migliore
che i nuovi ragazzi faranno.
E' stato un bell'anno, reso pos-
sibile dall'assiduità degli articoli
di Gianluca, Peppe, Lucia, Tonio
e Tony, dalle vignette di Artu-
ro, dalle giovanissime delle
scuole medie Tania ed Antonel-
la, dalla partecipazione ancora
di Luigia, Mario, Donato, Dalila,
Peppe, Donato e di altri ragazzi
giovani ed “adulti”, che ci han-
no sostenuto nelle loro letture
dando vita ad un confronto
d'idee che ha dato senso a
quello che stavamo facendo. A
voi tutti dico GRAZIE.
Continua da pag. 1 [….] scopo
che ha avuto “LA NOSTRA VO-
CE” è stato questo, anche se a
volte, qualcuno di noi ha utiliz-
zato un linguaggio abbastanza
“diretto” per esprimere un
giudizio, ma di certo, non si è
modificata o distorta nessuna
realtà. All'inizio ho accennato
che questa bella esperienza è
giunta a una conclusione, an-
che se forse non definitiva ma
temporanea. Questo dipende
principalmente da alcuni motivi
che di seguito vi enuncio. In
primis, dal 2013 non abbiamo
più a disposizione il finanzia-
mento regionale che ha per-
messo la realizzazione cartace-
a. In verità sono convintissimo
che molti dei nostri lettori sono
disposti a dare un contributo
economico, che non è di certo
oneroso, tale da permetterne
la stampa. Questa necessità è
dettata anche dal fatto che un
(da pag.1) [...] Perché, qualsia-
si cosa si possa pensare, il Fo-
rum dei Giovani di Auletta,
coordinato dal dott. Gerardo
De Maffutiis, ha coperto sol-
tanto i costi di stampa con i
fondi a disposizione. Nessun
ragazzo ha ricevuto compensi.
Ed è giusto rimarcarlo a chi
credeva che chissà quali introi-
ti potesse aver generato
quest’iniziativa. Vorrei dire
grazie a chi ci ha contribuito in
questi dodici mesi a rendere
reale quello che soltanto un
anno fa era un’idea. Un grazie
va anche ai lettori che, in alcu-
ni casi si sono complimentati,
in altri si sono adirati per quan-
to pubblicato. Siamo coscienti
che qualcosa poteva essere
migliorato ma siamo felici della
crescita costante avuta nel
corso dei mesi. Ci scusiamo se
alcuni articoli sono stati poco
comprensibili o siano stati og-
getto di errate interpretazioni,
ma il nostro intento era dare
una scossa alla comunità, sve-
gliare chi da anni sta dormen-
do e lanciare un scialuppa di
salvataggio a chi crede ancora
che qualcosa possa cambiare.
Se questo foglio ci sarà anche
nel 2013 è difficile dirlo. Il Fo-
rum, che si avvia a un cambio
di guardia la prossima prima-
vera, non ha fondi per il prossi-
mo anno. Servirebbe un soste-
gno economico e soprattutto
la voglia dei ragazzi più giova-
ni di prendere in mano questo
progetto e di portarlo avanti.
Se qualcuno è interessato deve
farsi avanti e riceverà tutto il
supporto necessario alla realiz-
zazione del giornalino. In atte-
sa di una vostra risposta, vi
auguriamo buone feste.
Non è da considerarsi una Testata
Giornalistica/Prodotto ai sensi dell’art.
1 della legge n°62/2001.
Un anno de
“La Nostra Voce”
Grazie.
Non so cosa per voi significhi il
Forum dei giovani. Magari per
tanti è soltanto un insieme di
ragazzi che ha il solo scopo di
far vedere che dà vita ad inizia-
tive senza senso e prive di ogni
fondamento culturale. C’è chi
lo ha definito un organo inutile
(forse perché a differenza di
quanto si credeva non c’erano
e non ci sono stati soldi da
“spartire”?) ma non è così. In-
sieme a molti volontari abbia-
mo organizzato diversi eventi
di carattere ludico-culturale al
solo scopo di aggregare, cer-
cando di fare del Forum un
simbolo di unione tra i giovani.
Adesso mi chiedo, in veste di
membro uscente del Forum:
“Ci saranno giovani che vorran-
no continuare a portare avanti
il progetto “Forum”?”. Lo spero
vivamente anche perché, in
caso contrario, sarebbe un falli-
mento totale di tutta la comu-
nità giovanile aulettese. Perché
Auletta non deve essere solo
una meta di vacanze estive per
i molti “emigranti” ma un posto
vivo e attivo nell’arco di tutto
l’anno dove i ragazzi abbiano
un ruolo determinante nel ren-
derlo tale. Non possiamo vivere
Auletta soltanto dieci giorni di
Agosto ma farla vivere dal 1
gennaio al 31 dicembre. Non so
se noi della “vecchia guar-
dia” (inteso come rappresen-
tanti uscenti del Forum) siamo
riusciti in questo intento. Di
sicuro ci abbiamo provato e,
quando tra pochi mesi passere-
mo la mano, salutiamo senza
alcun rimpianto su ciò che è
stato fatto o si poteva fare.
Queste poche righe non servo-
no ad auto-celebrare il lavoro
da noi svolto in questi tre anni
ma è una esortazione ai più
giovani, affinché attraverso il
Forum, diano un apporto signi-
ficativo alla crescita della co-
munità aulettese perché sol-
tanto in questo modo possia-
mo far crescere il nostro bene-
amato paesello e uscire defini-
tivamente dal torpore nel qua-
le si rischia di piombare nei
prossimi anni, quando dei no-
stri antenati ci sarà solo un
vago ricordo. Con la speranza
che queste parole smuovano le
coscienze dei giovani positiva-
mente, vi auguro un Buon Na-
tale e Felice Anno nuovo.
Il Futuro del Giornalino... di Nino De Maffutiis
Che ne sarà del Forum!? di Giuseppe Caggiano