"La Nostra Voce", Numero Dicembre 2012

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Un anno de “La Nostra Voce”..Grazie. DICEMBRE 2012 ANNO I, numero 10 Sommario: Un Anno de “La Nostra Voce” 1-4 La febbre della ragione 1-2 Il Bastiancontrario 1-3 Il Futuro del Giornalino... 1-4 Auletta: l’avventura dell’oliva 2 Il presepe: metafora della nostra vita... 3 Che ne sarà del Forum!? 4 LA NOSTRA VOCE Il giornale del di Gianluca Addesso diretto da Giuseppe Opromolla La febbre della ragione una finestra sui giovani Con questo numero si chiude il primo anno de “La Nostra Voce”: dodici mesi intensi, ricchi di soddisfazioni e, in alcuni casi, di enormi delusio- ni. C’è chi ha capito il nostro intento, la nostra voglia di comunicare, di urlare il no- stro pensiero. C’è stato anche ci ha cercato di imbavagliarci, chi ha etichettato in un mo- do, ha cercato di intimorirci con vere e proprio lettere minatorie, chi, in definitiva, ha visto in questo foglio un pericolo da eliminare. Queste persone hanno perso ancora una volta l’occasione per av- vicinarsi a noi, per capire le nostre esigenze e i nostri bi- sogni puntando, invece, a difendere le loro pseudo con- quiste. A noi non interessava nulla se non far capire che la nostra è, e resterà, una pre- senza costante nella comuni- aulettese. Un’avventura lunga ma intensa perché chi- unque si è avvicinato a “La Nostra Voce” ci ha messo il cuore, l’anima, la voglia di fare e, soprattutto, ci ha spe- so del tempo senza ricavarne un centesimo, anzi in alcuni casi rimettendoci qualcosa. […] Continua pag. 4. questa volta agli amministra- tori vecchi e nuovi, rei di aver dimostrato scarsa sensibilità per la “questione giovanile”, la vera grande sciagura in assoluto per la nostra rovino- sa comunità, e di nuovo (sigh!) ai genitori aulettesi, mandanti morali dei nostri disagi. La novità è che non farò nessuna cronistoria dei fallimenti (basta l’evidenza del resto a mettervi con le spalle al muro) ma (sorpresa!) una proposta. Chiara e concreta, perché non si dica che noi ragazzi siamo buoni solo ad andarci giù pe- sante con le critiche. Cari signori, basta fare due più due per capire che belle strade, piazze grandi o picco- le, ristrutturazioni civili o inci- vili del centro storico e grandi opere di respiro turistico, saranno un giorno deserte senza un popolo che le calpe- sti. Senza quei giovani che, compreso il sottoscritto, si sono turati il naso per anni e adesso stanno per girare i tacchi, perché si rendono conto che non c’è limite alla desolazione e alla solitudine in un posto così conciato. Domanda: state facendo qualcosa per uscire dal guado o, forse, la cosa non vi attira perché tanto la maggior parte dei ragazzi non ha il diritto di valutare il vostro operato (nel segreto dell’urna intendo)? [...] Continua a pag. 2 di Giuseppe Oprmolla Comune di Auletta Politiche Territoriali Giovanili Rispetto e condivido gli strug- genti appelli al volkgeist (lo spirito del popolo) aulettese che trovate altrove su questo numero (forse l’ultimo) del giornalino, ma non intendo prendere parte alle esequie. Preferisco invece lottare fino all’ultimo rigo per preservare gli interessi della mia catego- ria: i “febbricitanti” ragazzi. L’usuale “j’accuse” è diretto Come tutti gli avvenimenti, anche questo giornalino non è da meno: ha avuto un inizio ed adesso siamo arrivati alla sua conclusione. Un'idea nata così, in una sera calda d'esta- te, in modo quasi naturale e senza nessuna pretesa, resa possibile dalla partecipazione volontaria e straordinaria di molti giovani che si sono ci- mentati nel condividere con il resto della nostra comunità idee, opinioni e pensieri. Insomma, l'unico vero e solo [...] Continua a pag. 4 Il Futuro del Giornalino... Se un amico, nato e vissuto in città, mi chiedesse di raccon- tare com'è la vita qui giù in paese, io, che il paese credo di averlo vissuto e partecipa- to abbastanza nelle sue diver- se espressioni, imposterei la narrazione muovendo dalla percezione del tempo, perché il tempo, in paese, scorre assolutamente più lento e regolare, lineare, a tal punto, che vien quasi da pensare che il paese vive al di fuori del tempo. [...] Continua a pag. 3 di Nino De Maffutiis "Il Bastiancontrario" Il Paese è senza tempo di Mario Addesso

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il giornale del Forum dei Giovani di Auletta (SA)

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Un anno de “La Nostra

Voce”..Grazie.

DICEMBRE 2012 ANNO I, numero 10

Sommario:

Un Anno de “La Nostra Voce”

1-4

La febbre della ragione 1-2

Il Bastiancontrario 1-3

Il Futuro del Giornalino... 1-4

Auletta: l’avventura dell’oliva

2

Il presepe: metafora della

nostra vita...

3

Che ne sarà del Forum!? 4

LA NOSTRA VOCE

Il giornale del

di Gianluca Addesso

diretto da Giuseppe Opromolla

La febbre della ragione una finestra sui giovani

Con questo numero si chiude

il primo anno de “La Nostra

Voce”: dodici mesi intensi,

ricchi di soddisfazioni e, in

alcuni casi, di enormi delusio-

ni. C’è chi ha capito il nostro

intento, la nostra voglia di

comunicare, di urlare il no-

stro pensiero. C’è stato anche

ci ha cercato di imbavagliarci,

chi ha etichettato in un mo-

do, ha cercato di intimorirci

con vere e proprio lettere

minatorie, chi, in definitiva,

ha visto in questo foglio un

pericolo da eliminare. Queste

persone hanno perso ancora

una volta l’occasione per av-

vicinarsi a noi, per capire le

nostre esigenze e i nostri bi-

sogni puntando, invece, a

difendere le loro pseudo con-

quiste. A noi non interessava

nulla se non far capire che la

nostra è, e resterà, una pre-

senza costante nella comuni-

tà aulettese. Un’avventura

lunga ma intensa perché chi-

unque si è avvicinato a “La

Nostra Voce” ci ha messo il

cuore, l’anima, la voglia di

fare e, soprattutto, ci ha spe-

so del tempo senza ricavarne

un centesimo, anzi in alcuni

casi rimettendoci qualcosa.

[…] Continua pag. 4.

questa volta agli amministra-tori vecchi e nuovi, rei di aver dimostrato scarsa sensibilità per la “questione giovanile”, la vera grande sciagura in assoluto per la nostra rovino-sa comunità, e di nuovo (sigh!) ai genitori aulettesi, mandanti morali dei nostri disagi. La novità è che non farò nessuna cronistoria dei fallimenti (basta l’evidenza del resto a mettervi con le spalle al muro) ma (sorpresa!) una proposta. Chiara e concreta, perché non si dica che noi ragazzi siamo buoni solo ad andarci giù pe-sante con le critiche. Cari signori, basta fare due

più due per capire che belle

strade, piazze grandi o picco-

le, ristrutturazioni civili o inci-

vili del centro storico e grandi

opere di respiro turistico,

saranno un giorno deserte

senza un popolo che le calpe-

sti. Senza quei giovani che,

compreso il sottoscritto, si

sono turati il naso per anni e

adesso stanno per girare i

tacchi, perché si rendono

conto che non c’è limite alla

desolazione e alla solitudine

in un posto così conciato.

Domanda: state facendo

qualcosa per uscire dal guado

o, forse, la cosa non vi attira

perché tanto la maggior parte

dei ragazzi non ha il diritto di

valutare il vostro operato (nel

segreto dell’urna intendo)?

[...] Continua a pag. 2

di Giuseppe Oprmolla

Comune di Auletta

Politiche Territoriali Giovanili

Rispetto e condivido gli strug-

genti appelli al volkgeist (lo

spirito del popolo) aulettese

che trovate altrove su questo

numero (forse l’ultimo) del

giornalino, ma non intendo

prendere parte alle esequie.

Preferisco invece lottare fino

all’ultimo rigo per preservare

gli interessi della mia catego-

ria: i “febbricitanti” ragazzi.

L’usuale “j’accuse” è diretto

Come tutti gli avvenimenti,

anche questo giornalino non

è da meno: ha avuto un inizio

ed adesso siamo arrivati alla

sua conclusione. Un'idea nata

così, in una sera calda d'esta-

te, in modo quasi naturale e

senza nessuna pretesa, resa

possibile dalla partecipazione

volontaria e straordinaria di

molti giovani che si sono ci-

mentati nel condividere con il

resto della nostra comunità

idee, opinioni e pensieri.

Insomma, l'unico vero e solo

[...] Continua a pag. 4

Il Futuro del Giornalino...

Se un amico, nato e vissuto in

città, mi chiedesse di raccon-

tare com'è la vita qui giù in

paese, io, che il paese credo

di averlo vissuto e partecipa-

to abbastanza nelle sue diver-

se espressioni, imposterei la

narrazione muovendo dalla percezione del tempo, perché il tempo, in paese, scorre assolutamente più lento e regolare, lineare, a tal punto, che vien quasi da pensare che il paese vive al di fuori del tempo. [...] Continua a pag. 3

di Nino De Maffutiis

"Il Bastiancontrario" Il Paese è senza tempo

di Mario Addesso

Page 2: "La Nostra Voce", Numero Dicembre 2012

Pagina 2 Dicembre 2012 “La Nostra Voce”

Auletta: l’avventura dell’oliva

È in corso il progetto “ L'Avven-

tura dell’Oliva”, promosso nella

scuola primaria di Auletta, dai

docenti Gerardina Ceglia, Tota-

ro Maria, Zito Onofrio e Lupo

Nicolina, con la collaborazione

del medico specialista la

Dott.ssa Lupo Antonietta, del

Comune e delle aziende agrico-

le del territorio. «È un’iniziativa

– ha riferito il dirigente scolasti-

co, Elio Cantelmi – che ha lo

scopo di far conoscere agli a-

lunni della nostra zona la bontà

dei luoghi nei quali vivono e

studiano, attraverso una abitu-

dine secolare e tradizionale: la

raccolta delle olive e la produ-

zione dell’olio». Il progetto, che

riguarda le classi quarte e quin-

te della scuola primaria, mira

ad avvicinare gli alunni ad una

delle nostre principali risorse,

l’olio di oliva, una ricchezza da

custodire e tramandare alle

generazioni future. Gli obiettivi

specifici sono quelli di far cono-

scere il ruolo che l’olio di oliva

ha sempre avuto nell’ alimenta-

zione dell’uomo, il valore

dell’olio nella dieta mediterra-

nea con i suoi effetti benefici, le

caratteristiche organolettiche e

le fasi del ciclo: dalla coltivazio-

ne alla spremitura.

Continua da pag. 1 […] Poi c’è

la proposta. Si chiama “Casa

dei Giovani” e il concetto è

semplice: si tratta di converti-

re la “Casa delle parole” in

“Casa dei Giovani”. Ovviamen-

te chi ha ideato una casa per le

sole parole non vive ad Auletta

o non ha abbastanza fantasia.

Auletta non ha bisogno di pa-

role, pur belle che siano, sus-

surrate da un palco quattro

giorni all’anno. Quello di cui

ha veramente bisogno è un

punto di riferimento per i ra-

gazzi, perché sappiano dove

andare nelle giornate grigie e

vuote. Io immagino una

“Casa” che dia alloggio alle

idee di noi ragazzi oltre che

alle parole. E’ uno spazio suffi-

cientemente grande da acco-

gliere una biblioteca e una

sala-lettura con wi-fi, una sala

attrezzata per le conferenze e

per le prove musicali (in condi-

zioni dignitose) in cui i giovani

possano incontrarsi per discu-

tere di qualunque cosa, per

giocare, per parlare di politica

o di libri, per distrarsi alla sera

guardando un film. Semplice-

mente uno spazio che mi man-

chi e per il quale io possa poter

dire dalla lontana Bologna:

voglio tornare e andare lì, per-

ché so di trovare tutti. Se tutto

questo per voi è meno impor-

tante di strade, panchine, ta-

belle, sensi unici e tubature

idriche allora non avete ben

chiaro quali sono le vere e-

mergenze; diversamente noi

ragazzi siamo costretti a pen-

sare che vi siete messi folle-

mente d’accordo per fare di

ragazzi responsabili che sap-

piano influenzare positivamen-

te i più giovani, iniziandoli alla

cultura del conoscere e dello

stare insieme, e che sappiano

rimettere i peggiori sulla buo-

na strada, convincendoli che

una comunità si fonda sul ri-

spetto delle regole e che non

ha gran senso quindi sfasciarle.

Basta avere un briciolo di fidu-

cia, cari genitori e cari ammi-

nistratori. Preoccupante è la

nostra solitudine, la madre di

ogni problema, che voi ali-

mentate ogni giorno non of-

frendoci spazi. La solitudine

non è mai una scelta. E’ la

diretta conseguenza di una

società che ha fallito perchè

poco umana. Basta, dunque,

con le idiozie! Fate qualcosa.

Facciamo presto!

Auletta un grande ospizio. Delle due l’una. A questo punto entra in scena

(lo so) l’obiezione dei genitori

apprensivi (di cui ormai sono

un acerrimo nemico; la cosa è

reciproca e mi diverte): “ci

mancava il centro sociale!”. Il

seguito ve lo lascio immagina-

re: musica, alcol, fumo, spinel-

li, giù giù fino alla morte. Nien-

te di tutto questo. Che si chia-

mi “Casa dei Giovani” o “Casa

Pound”, l’intento non è quello

di dare alloggio a dissoluzione

e depravazione. E’ ora però di

lasciarsi alle spalle la cultura

della quiete nel segno del bi-

nomio “ordine pubblico e

tranquillità” e di riscoprire la

cultura dell’aggregazione. Io

immagino ovviamente un po-

sto con delle regole, gestito da

di Toni Addesso

Il programma prevede: lezioni

teoriche sulle cultivar diffuse

nel territorio italiano e campa-

no (Pisciottana, Carpellese,

Ogliarola, Ravece, Frantoiana e

Leccina) e sulle tecniche di po-

tatura, laboratori scientifici con

esperti dell’ASL, visite guidate

presso gli uliveti per osservare

in diretta i vari metodi di rac-

cattatura, e visite ai frantoi per

vedere da vicino i processi di

trasformazione in olio. . Il pro-

getto sta suscitando molto inte-

resse negli alunni, e proseguirà

nei prossimi mesi, con la realiz-

zazione di elaborati e cartelloni

riguardanti le esperienze effet-

tuate per la mostra, e le prove

per la drammatizzazione finale.

La febbre della ragione una finestra sui giovani di Gianluca Addesso

Page 3: "La Nostra Voce", Numero Dicembre 2012

Pagina 3

Il Presepe: metafora della nostra vita...

Dicembre 2012 “La Nostra Voce”

Pastorelli, panettoni e regali:

tre simboli che ci rimandano al

Natale. L’etimologia della paro-

la deriva dal termine latino na-

talis che significa “relativo alla

nascita”. Dunque, non possia-

mo non far riferimento alla na-

scita che dalla notte dei tempi

ha affascinato il mondo. Quel

bimbo, concepito al di fuori di

un matrimonio ma allo stesso

tempo donato al mondo per

concedere a quest’ultimo una

delle filosofie più affascinanti di

sempre. Consideriamo dunque

il Presepe. Da quella notte, infi-

niti simboli, hanno bussato al

cuore dell’uomo. La stella co-

meta, luce e guida, i pastori e i

magi con i loro doni per il picco-

lo Gesù e i neogenitori, segni di

ringraziamento e collaborazio-

ne (si sa, è buona morale dar il

proprio superfluo alla famiglia

più disagiata), i suonatori,

tanto i musicisti dedichino la

loro arte anche ai malati. La

musica non sia solo un cd ma-

sterizzato o una notte in disco-

teca ma anche medicina e cura.

Infine, la neofamiglia. Immagi-

nate che la capanna sia la vo-

stra casa, la mangiatoia la vo-

stra famiglia, il piccolo Gesù la

vostra vita, il bue e l’asinello i

vostri sacrifici, quelli che vi per-

mettono di arrivare lontano,

Maria e Giuseppe la passione,

quella passione che vi consente

di credere in qualcosa, di dare

un senso alle vostre vite, di

realizzare i vostri sogni. Adesso

che il Presepe è pronto, fate di

questo il più bel proposito per

gli anni che verranno, arricchi-

telo d’amore, pazienza, perdo-

no e rispetto per il prossimo. A

questo punto non mi resta che

augurare a voi tutti un sereno e

speciale Natale. Auguri!

accorsi all’evento per fare bal-

doria (che festa sarebbe senza

un po’ di musica?), una capan-

na, d’altronde nessuno di noi sa

dove nasce e la casa non fa di

certo la persona; il bue e

l’asinello, quindi l’animale do-

mestico ha vecchie origini; la

mangiatoia, perché anche nella

crisi peggiori la terra darà sem-

pre i suoi frutti. Tralasciate que-

sta ironica rivisitazione del pre-

sepe, armatevi di fantasia e

seguitemi nel “presepizzare” la

nostra vita e la nostra Italia.

Chiediamo a quel bimbo di ren-

dere le Istituzioni tutte, politi-

che, scolastiche, ecclesiastiche,

degne stelle comete in grado di

guidare e sorreggere il nostro

paese; che possano le popola-

zioni tutte essere l’una il pasto-

rello dell’altra, collaborando

nella vita di tutti i giorni. I miei

magi penso siano scontati. Da

un lato metterai le famiglie

benestanti che dovrebbero

prestare aiuto e soccorso mate-

riale ai meno agiati; dall’altro la

categoria dei sapienti d’oggi,

chi ha avuto la fortuna di stu-

diare. Questa fetta di società

non deve dimenticare che dalle

persone umili si può sempre

imparare tanto e, perciò, finché

si ha la fortuna di viverli, pre-

stiamo attenzione alla scuola

dei nostri nonni. Per quanto

riguarda i suonatori, questi

sono portatori di gioia, quindi

anche a distanza di un bel po’ di

secoli, lascio la categoria inalte-

rata ma solo per un semplice

motivo. E’ per me doveroso far

riferimento al settore della sa-

nità al quale dedico una parte

dei miei studi. La musica è rina-

scita, armonia, stimola il cervel-

lo. Quindi, piccolo fanciullo di

Betlemme, fa che almeno ogni

di Lucia Morrone

Come capovolgendo le celebri

sfere di vetro con la neve finta

(souvenir divenuto un cult per

il turista medio) il paesaggio

racchiuso all'interno s’inneva

per pochi istanti e poi ritorna

visibile, cosi in paese talvolta

succedono cose, si tengono

eventi e si consumano scanda-

li, ma ben presto, superato il

temporaneo effetto, rispettiva-

mente di ilarità e di generale

scalpore, tutto ritorna come

prima e l'oblio copre ogni cosa.

Che il paese sia una Madame

Tussauds dei non famosi, un

museo delle cere in versione

popolana, lo realizzi ogni qual

volta ti capita di riuscire nella

non facile impresa di divinco-

larti dalla maglie strette del

paese: che tu stia fuori un

giorno, un mese o un anno, al

ritorno, è straordinariamente

curioso verificare che nulla ha

subito rilevanti modifiche e

che tutti giacciono esattamen-

te nel posto e persino all'ora in

cui ti aspettavi di ritrovarli. E

inizi a pensare che il paese non

sia soltanto un impercettibile

segmento di società, ma la

perfetta realizzazione di una

pièce teatrale, una rappresen-

tazione di parti scritte che si

tramandano in perpetuum.

Non è arduo, così, ipotizzare,

che ogni epoca ha avuto il suo

Pazzo, l'Ubriaco, il Pervertito, il

Ragioniere e l'Avvocato di tur-

no, figure, queste ultime, che

non sono mai soltanto mestie-

ri, ma prima di tutto consape-

voli protagonisti dello

agli ospiti, che quello è soltan-

to un intermezzo: il paese,

quello vero, prima o poi riapre

e non prevede spazio alcuno

per diffidenti spettatori. P.S.

Per me, come per tanti ragazzi

e ragazze che in questi mesi

hanno dato un contributo di

esperienze e conoscenze per-

sonali alla realizzazione di

questa splendida iniziativa,

potrebbe essere l'ultimo arti-

colo. La speranza è che tutti

coloro che hanno la possibilità

di farlo (amministratori in

primo luogo e noi giovani inte-

ressati), si adoperino per evi-

tare che la fine di questo gior-

nalino sia l'ennesima dimo-

strazione che nel nostro paese

non vi è spazio per un “fare”

delle idee.

spettacolo un po' assurdo che quotidianamente si consuma in paese. Perciò, ritengo, che chi volesse attingere all'essen-za del paese, alle sue manife-stazioni più spontanee e rap-presentative, non può che far-lo nei malinconici e intermina-bili mesi di inverno, quando i ruoli hanno confini nitidi e gli attori possono recitare in liber-tà, sottratti allo sguardo so-spettoso dell'osservatore e-sterno. Quanti forestieri illude e ingan-

na il paese nelle intense notti

di agosto. Allora, appare tutto

concitato, la foga subentra alla

quiete, eppure porta con sé un

effetto quasi inspiegabile ossia

il mutare della percezione tem-

po che, improvvisamente, pare

scorrere ad una velocità sor-

prendente, quasi a ricordare,

"Il Bastiancontrario" Il Paese è senza tempo di Mario Addesso

Page 4: "La Nostra Voce", Numero Dicembre 2012

“La Nostra Voce” Dicembre 2012

foglio stampato è letto da un

numero di persone maggiore

rispetto alla sola versione onli-

ne. In secundis, il responsabile

o “direttore del giornalino” ha

altri impegni, soprattutto lavo-

rativi, che non gli consentono

più d'avere la stessa continuità

di responsabilità e di scrittura

che ha avuto fino ad ora. Que-

sta difficoltà potrebbe essere

superata con l’aiuto di altri

ragazzi. Terzo, siccome l'organo

di Rappresentanza del Forum

dei Giovani di Auletta si rinno-

verà come cariche nei prossimi

mesi, è giusto che sia lo stesso

Forum a decidere se sia il caso

di continuare e, soprattutto,

con quale formula farlo. Que-

sta del “giornalino” è un’ottima

base da cui partire, un'idea

nata da pochi, che ha visto una

larga partecipazione e che deve

anche passare “di mano”, per-

ché non è proprietà di nessuno

se non di tutti, anche per ren-

derla ancora più condivisa. Idea

che può essere modificata con

nuove idee e proposte in modo

da garantirgli un’ulteriore cre-

scita. Tuttavia, potrebbe essere

anche che tutto ciò non acca-

da. Qualunque sia la volontà,

sarà di sicuro la scelta migliore

che i nuovi ragazzi faranno.

E' stato un bell'anno, reso pos-

sibile dall'assiduità degli articoli

di Gianluca, Peppe, Lucia, Tonio

e Tony, dalle vignette di Artu-

ro, dalle giovanissime delle

scuole medie Tania ed Antonel-

la, dalla partecipazione ancora

di Luigia, Mario, Donato, Dalila,

Peppe, Donato e di altri ragazzi

giovani ed “adulti”, che ci han-

no sostenuto nelle loro letture

dando vita ad un confronto

d'idee che ha dato senso a

quello che stavamo facendo. A

voi tutti dico GRAZIE.

Continua da pag. 1 [….] scopo

che ha avuto “LA NOSTRA VO-

CE” è stato questo, anche se a

volte, qualcuno di noi ha utiliz-

zato un linguaggio abbastanza

“diretto” per esprimere un

giudizio, ma di certo, non si è

modificata o distorta nessuna

realtà. All'inizio ho accennato

che questa bella esperienza è

giunta a una conclusione, an-

che se forse non definitiva ma

temporanea. Questo dipende

principalmente da alcuni motivi

che di seguito vi enuncio. In

primis, dal 2013 non abbiamo

più a disposizione il finanzia-

mento regionale che ha per-

messo la realizzazione cartace-

a. In verità sono convintissimo

che molti dei nostri lettori sono

disposti a dare un contributo

economico, che non è di certo

oneroso, tale da permetterne

la stampa. Questa necessità è

dettata anche dal fatto che un

(da pag.1) [...] Perché, qualsia-

si cosa si possa pensare, il Fo-

rum dei Giovani di Auletta,

coordinato dal dott. Gerardo

De Maffutiis, ha coperto sol-

tanto i costi di stampa con i

fondi a disposizione. Nessun

ragazzo ha ricevuto compensi.

Ed è giusto rimarcarlo a chi

credeva che chissà quali introi-

ti potesse aver generato

quest’iniziativa. Vorrei dire

grazie a chi ci ha contribuito in

questi dodici mesi a rendere

reale quello che soltanto un

anno fa era un’idea. Un grazie

va anche ai lettori che, in alcu-

ni casi si sono complimentati,

in altri si sono adirati per quan-

to pubblicato. Siamo coscienti

che qualcosa poteva essere

migliorato ma siamo felici della

crescita costante avuta nel

corso dei mesi. Ci scusiamo se

alcuni articoli sono stati poco

comprensibili o siano stati og-

getto di errate interpretazioni,

ma il nostro intento era dare

una scossa alla comunità, sve-

gliare chi da anni sta dormen-

do e lanciare un scialuppa di

salvataggio a chi crede ancora

che qualcosa possa cambiare.

Se questo foglio ci sarà anche

nel 2013 è difficile dirlo. Il Fo-

rum, che si avvia a un cambio

di guardia la prossima prima-

vera, non ha fondi per il prossi-

mo anno. Servirebbe un soste-

gno economico e soprattutto

la voglia dei ragazzi più giova-

ni di prendere in mano questo

progetto e di portarlo avanti.

Se qualcuno è interessato deve

farsi avanti e riceverà tutto il

supporto necessario alla realiz-

zazione del giornalino. In atte-

sa di una vostra risposta, vi

auguriamo buone feste.

Non è da considerarsi una Testata

Giornalistica/Prodotto ai sensi dell’art.

1 della legge n°62/2001.

Un anno de

“La Nostra Voce”

Grazie.

Non so cosa per voi significhi il

Forum dei giovani. Magari per

tanti è soltanto un insieme di

ragazzi che ha il solo scopo di

far vedere che dà vita ad inizia-

tive senza senso e prive di ogni

fondamento culturale. C’è chi

lo ha definito un organo inutile

(forse perché a differenza di

quanto si credeva non c’erano

e non ci sono stati soldi da

“spartire”?) ma non è così. In-

sieme a molti volontari abbia-

mo organizzato diversi eventi

di carattere ludico-culturale al

solo scopo di aggregare, cer-

cando di fare del Forum un

simbolo di unione tra i giovani.

Adesso mi chiedo, in veste di

membro uscente del Forum:

“Ci saranno giovani che vorran-

no continuare a portare avanti

il progetto “Forum”?”. Lo spero

vivamente anche perché, in

caso contrario, sarebbe un falli-

mento totale di tutta la comu-

nità giovanile aulettese. Perché

Auletta non deve essere solo

una meta di vacanze estive per

i molti “emigranti” ma un posto

vivo e attivo nell’arco di tutto

l’anno dove i ragazzi abbiano

un ruolo determinante nel ren-

derlo tale. Non possiamo vivere

Auletta soltanto dieci giorni di

Agosto ma farla vivere dal 1

gennaio al 31 dicembre. Non so

se noi della “vecchia guar-

dia” (inteso come rappresen-

tanti uscenti del Forum) siamo

riusciti in questo intento. Di

sicuro ci abbiamo provato e,

quando tra pochi mesi passere-

mo la mano, salutiamo senza

alcun rimpianto su ciò che è

stato fatto o si poteva fare.

Queste poche righe non servo-

no ad auto-celebrare il lavoro

da noi svolto in questi tre anni

ma è una esortazione ai più

giovani, affinché attraverso il

Forum, diano un apporto signi-

ficativo alla crescita della co-

munità aulettese perché sol-

tanto in questo modo possia-

mo far crescere il nostro bene-

amato paesello e uscire defini-

tivamente dal torpore nel qua-

le si rischia di piombare nei

prossimi anni, quando dei no-

stri antenati ci sarà solo un

vago ricordo. Con la speranza

che queste parole smuovano le

coscienze dei giovani positiva-

mente, vi auguro un Buon Na-

tale e Felice Anno nuovo.

Il Futuro del Giornalino... di Nino De Maffutiis

Che ne sarà del Forum!? di Giuseppe Caggiano