La mia testa è il mio rifugio

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Poesie

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    La copertina a cura di Anna di Buono

  • Massimiliano Citt

    La mia testa il mio rifugioPoesie

  • La natura avr crepacci nelle rocce dove io potr nascondermi,e vallate segrete nel cui silenzio potr piangere indisturbato.

    Essa appender stelle al cielo notturnocos chio possa passeggiare nelloscurit senza inciampare

    e far soare il vento sulle mie impronteche nessuno possa inseguirmi per farmi del male:

    mi laver nelle sue grandi acquee mi guarir con le sue erbe amare.

    O.Wilde

  • La mia testa il mio rifugio

  • Senza alcuna traccia

    Ci sono scarpeche non vorresti avere ai piedi,eppure ti tocca indossare,mentre insegui viaggiche non avresti voluto iniziare,eppure ti tocca dandare,e quegli occhi, intravisti per sbaglio,che attraversano il giorno,mentre cerchi un cammino.

    il destino che gioca,e poi. . .e poi cala la notte e non resta pi niente.

    Hai visto vite fottute in unora,come cicche bruciate che non lasciano tracce,e forse non erano daltrima tua,e hai detto parole che sembravano verema s subito perso il profumo del dire.

    Hai visto vite fottute in unorae non erano affatto menti eccellenti,semplici scelte obbligate,obbligate a sbagliare,semplici sbagli obbligati,mentre tu non sceglievi.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Dimmi cosa hai nascosto stasera,e dimmi, se puoi,cosa ho io in queste suoleinvecchiate da troppi silenzi?

    Niente di me rimane,se non leco dei passi.

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  • Osanna

    Per ogni povero Cristo bambinoche ha smarrito la stradaa raccogliere chiodia piegarli tra i dentia sputare parolea scucire le suolecon il sangue rappreso;per ogni povero Cristo bambinasvenduta al mercatonel sordido invitodi un sorriso gaudentee aperte le coscee vergate con nientenei paesi lontani che non hanno ricordi;invoco il tuo nome,invano.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Un Prometeo da taverna

    Echi di bisboccia giungono a me,marinai in approdo sulla terra ferma,donne in attesa mentre rantola la notte,e passi senza meta e mete senza ragione,e bicchieri tintinnanti al domani che verr,o che dovr arrivare.Al domani che verr e che dovr passare.

    Echi di bisboccia salgono quasse senza pudore raccontano il dolore,sghignazzano del pianto di un bambino appena natoin attesa del sospiro della morte che verro che dovr passare.Alla morte che verr e che dovr passare.

    E queste mani tese allinfinitosu questa roccia, stretta allinfinitoe questa piaga, viva allinfinitoe il mio rancore che arde allinfinitoper un errore che ha dellinfinito.

    E non poterne morire.

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  • Un letto

    Sono notti che respiro vento,e baci solitarida bordi di bicchiere,e labbra sorridentie nere.Sono notti che respiro stancoi giorni di fatica.E ho scarpe strette,e panni sporchi da mostrare migliori,e occhi spenti allalba da svegliaree un letto grandetanto grande da potermi dimenticare.

    Un lettoda disfare,coprire,riscaldare,per il gusto di fare, in questo semplice direio scrivo,per lincanto di avere.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Duna feniglia

    Splendenti ombre sul mio visoe schizzi donde sulla pellesole che scivoli,

    ditemi

    dentro quali coloriposso ancora nascondermi?

    E per quanto tempo fuggire?

    Splendenti ombre sul mio visonon so pi ascoltarementre scende la notteho occhitremantie non vedono.

    Ci sono statiresti mortalidi puttane annegateche ho creato madonne,

    e uominie tenebreche ho vestito di grazia.

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  • Qui,

    nel silenzio dellimmensoche sapre davanti a mela sabbiasassottiglia tra le dita,il respiro inseguee sollevarmi non so.

    A pochi passi da qui,su una duna divenuta nel tempo riserva naturale,si spegneva Michelangelo Merisi.

    PortErcole, 20 marzo 2012.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Nudit

    Dalle mie nuditsaprono crepee filtra la luceche, calda, incide;ma la vita non sa.

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  • Via villa Trieste

    il latrare di caniannoiatisi perde nellecoripetitivodei treni in corsache sferragliano oltre la siepe

    e scorgo luci fiochedi finestrini in viaggioe ombre sedutesu stoffe sfibrate dagli annitestimonidi incurie e dolorie amorifragili,consumati in rantoli assenti.

    Qui sedutoconsideroquanto siano reali le distanze

    nel profumodella tua pelle che credo candidama non conosco

    nelle stradeda camminareche vedr distanti

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  • La mia testa il mio rifugio

    nel suonodi una voce smarrita nellobliocome il latrare dei caniper il campocome il sibilo di una corsamancata.

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  • Fragore

    iotuttospirito e corpo,cadente e morenteuccisoin un pomeriggio dautunnoin novembresulla baia dun portoche non chiede pi approdi,tra dita tremantilegate lun laltrache non chiamo per nome.

    Tu,che ti lasci dormirein un verde ricordoche vorrei ricordare,mentre spegni le labbra,ultimo sorso di Brandy.

    Tu,biondi capelli da cancellare,passi insabbiati che chiedonoaiuto o perdono,mentre muore la sciache gi soffio di vento.

    Molte sono le solitudinie molti i silenzi graffiantiin questa notte di marzo

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  • La mia testa il mio rifugio

    e noi l,entrambi in attesadel fragore che ci esploder dentro.

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  • Le promesse

    Eccovi promesse, tutte l, vi vedo.Schierate come un plotone desecuzione.A puntare sorrisi beffardi contro i miei occhi.Languidele vostre parole scivolano lungo la mia sconfitta.

    Eccovi promesse, tutte l, vi sento.Una savvicina,il profumo minebria,e stordisce il respiro.Punta lo specchio contro il mio voltoe mostra la vita a solcare le rughe.Unaltra saltella e sbeffeggia gli errorie li conta,cantando.

    Eccovi promesse, tutte l, vi lascio.A marcire dinvidia,voi rimaste irrisolteed io qui con la voce in affannoe le spalle piegate,e le gambe che tremano, forse,ma hanno strada da fare.

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  • La mia testa il mio rifugio

    La stagione

    Il vento freddo di una stagione che non vuole cambiarescivola tra le mie dita e non c pioggia a bagnare le memoriee non ci sono memorie a lavare lanima.

    La luce della notte che non vuole cambiarescivola fin dentro le paure e non c ombra a nasconderle,nessuna scia sulla strada che riesca a trovarmi.

    Il sapore del sangue soffoca sospiri fatuie piega ogni ricordo, e rimane sulla bocca stancain cui fremono, violente, parole di vita.

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  • Gocce di sangue

    Non replicare,non dire nulla.Per queste mani,per queste mani che non possono contenerlo,e stringono lacqua, e provano a farlo,e strappano a denti strettigocce alloceanoche sentiresti vibrare sulla pelle,se soltanto adesso fossi qui.

    Le senti?

    No,non replicare, non dire nulla.Ecco, l, scivolano piano, come parole mai dettee ritornano a largo,immergendomi nel sapore di lacrime mute.

    Hanno viaggiato,di labbra in labbra,gocce di piacere,urla di terrore,gemiti di una notte fottuta alloblio,fottuta alla luna,fottuta a noi stessi.

    Hanno viaggiato,graffiando talvoltaquello che di noi rimane,e adesso si spengono oltre.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Torneranno ancora,a disperdersiper laria,perch ancorae ancorae ancora una volta pioversulle nostre teste,

    quando non saremo pi capaci di amarequando il sole disegner maschere nuovesui resti delle nostre menzogne,meravigliose artiste,puttane che sussurrano,per non far rumore.

    No, adesso no.Non replicare.Non dire nulla stasera,ascolta.

    Ascolta il lamento di un uomo che rideascolta il sibilo daria che sfiora la pellee bagna i miei occhi,provati dal gelo.

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  • Immagini

    Mi piace il fragore delle onde,puntare la linea dellorizzonte che inseguo a perdifiato,e ritornare stanco a riva dopo essere stato a largo.e ascoltare il silenzio della notte,ha di che parlare e non conosce parole,e seguire con gli occhi la voce del ventoche strappa alle foglie storie da raccontare.

    Mi piace la luce tremante di una candela ostinatanel non piegare la fiamma al primo soffio impudente,e la neve nel silenzio che dicee il candore che tace il rumore di colori sgargianti,mentre il crepitare del fuocofa danzareil profumo della zuppa che mi scalder le ossa

    e mi piace lodore di casache ritrovo lontanoogni volta che disfo il bagaglioe mi piacetornare alla quiete che ho perduto,immaginarla leggera,che scorra come acqua tra le ditae nelle lacrime sul velluto delle labbra che mi dai.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Potrai un tempo trovare amore, non amare

    Prendi un tulipano, torna a nasconderlo ancora,piangi un triste tormento, ascoltalo, non aspettare,piega uomini, tienili tesi, anni negli anni.Potrai un tempo trovare amore, non amare.

    Pensa un tornado tranquillo, alba nuda. Ammiralo.Porgi un timido tocco al nulla andante.Per un terribile tedio accompagna noiosi amanti.Potrai un tempo trovare amore, non amare.

    Parole, un tratto temibili, annegano nellanima,pensieri, unico timbro, trattengono attimi, non ancore.Potrai un tempo trovare amore, non amare.

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  • Verso loblio

    Piegatedal temporale incessantele parolehanno lo stesso sapore,la pioggiale lava e non lascia nulla attorno,soltanto il ricordo della stagione trascorsa

    un voleredifficile questincedere mioverso loblio.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Brindisi di luna calante

    Alla rugiadache rende leggeri i passi,mentre il candore del mattino vela lo sguardo,marinai in balia del tempo,e strade che scivolano sotto i piedi,

    Al ventoche stanco si nasconde tra gli alberie li gonfia, li sbatte, li piega;in un amplesso senza piacerelamenta una solitudine che non ha parole,

    Allecoche ripete piano memoriedestinate a morire come cani sullasfalto,mentre il sangue lava la strada,e grida,e grida,e gridala cagna sul campo che ha perduto lamore,e cerca una luna lontanache non ha neppure il coraggio di farsi vedere,e chiede,la cagna,al silenzio del boscoperch a lei e quel destino veloceha scelto di correre pi del suo amore,

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  • Alla genteche passa e continua il camminoe non piega il rancore al latrare straziato,alla gente che in fila andr a pagare alla cassa,alla gente che in fila entrer nella fossa.

    Alle lacrimeasciutte di chi ha pianto per nulla,ha tradito per poco e s pentito mentendo,e a me,

    brindo stasera.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Potessi trattenerlo tra le dita

    certe voltescende lieve,ha il sapore del maree nascondele orme di passi fuggiaschie carezza la pelle,e non fa differenze,

    potessi trattenerlo tra le dita,me ne andrei da qui;

    certe volteirrompe dal silenzio,e nel silenzio si nasconde,salzae scivola via radente le cime

    potessi trattenerlo tra le dita,me ne andrei da qui;

    certe volteparla,ma non ha parolee danza,e tira gi la pioggia,e spazza la strada dal fango,e nel fango muore;

    potessi trattenerlo tra le ditame ne andrei da qui;

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  • certe voltecorre,a piedi nudi sulla sabbia,e polvere negli occhi,solleva i passi di un bambino capriccioso;

    potessi trattenerti tra le dita,me ne andrei da qui.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Ho conosciuto

    Ho conosciutosilenzi, figli di parole abusate,e ho provato a dar loro una voce,e vuotida riempire nelle sere dinverno,e fiammeche incrociano ditae altri occhi negli occhi.

    Ho conosciutolamenti da piegare le ossa,lacrimenascoste su labbra avvizzite,e giorni lenti a morire,e consumate notti.

    Ho conosciutodonne che avevano niente da dire,ma lo facevano bene,e polveredi sobborghi violatie ho respiratoil profumo di fiori recisi,e ho sentitola pioggia scivolar sulle mania coprire le rughe,a rigare la pelle.

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  • Mi ricordo

    Mi ricordo.Io mi ricordo capelli bianchi e colorati cappelli.Mi ricordo dei viaggi sgarrupatie i sorrisi innaffiati dalla pioggia.Del baule colmo di vestiti di scena,e le maschere che mai pi hai voluto indossaredalla notte in cui lamico di semprefin di recitare lultimo copione in scena.Mi ricordo.

    Io mi ricordo delle doppie razioni di pastache mangiavamo con piacere,delle seretrascorse a suonare a perdifiato,delle ditache correvano su quelle corde tese,e le chitarre,e quella che mi prestastiaffinch potessi in qualche modo imparare.

    E mi suonano vicine come fossi qui accantole parole con cui mi coccolavi nel cortile della nonna.

    E mi ricordodella volta in cui da bambino ribellemi rifiutai di mettere quella strana parola ziodavanti al tuo nome,che da allora venuto sempre fuori dalle mie labbracome quello di un amico.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Di musiche e maschere, di cammini e ritorni.

    Sono ricordi lontani quelli,offuscati dal tempo che li piega e me li rende.Qui.In questa stanzache non ha nessun sapore di quello che stato.Lontano da casa.Mi ricordo.

    E mi ricordo anchele parole che di nascosto sussurrastialle orecchie di mia madrela prima volta che me ne andai,e quelle che ci siamo scambiati negli ultimi viaggi,quando rintuzzavi i colpi della vitacon i soliti sorrisi beffardi.Mi ricordo.

    Mi ricordo dellultima voltacome fosse destino che due logorroicichiudessero le fila di un discorsosenza sprecare nessuna parola.Non era necessario farlo.

    E gli occhiche sanno dire senza alzare la voce,e i tuoiche dispiaciuti rendono lonore delle armi.Mi ricordo.

    Io, Pippo me lo ricordo bene.

    A Pippo

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  • Gelo dinverno

    La mia povert ricchezza,e camminadentro scarpe abusate.

    Mi vestir di te per averti addosso,con gli stracciche la memoria conserva,mi vestir di teancora qualche giorno,poiil gelo dellinvernocancellerogni profumo.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Il battito lieve dellattesa

    Lattesa ha un respiro di fatica.E cammina stanca su occhi umidi.Il mare si specchianel grigiore dun mattino affannato.

    Il cuore in piena.

    Le voci dei presenti sospiranoe lamentano paure.Il cigolio delle lettighe attraversa la menteda parte a parte.E i pensieri vengono fuoricome schizzi di sangue.

    Anche le angosce devono parlare,mentre leco dei passicammina per i corridoie si spegneoltre lo stridere sordo di una porta chiusa.

    Qualcuno tossisce,altri singhiozzano,altri ancora sorridono forte a coprire la morte.

    Lattesa ha il sapore di un amplessoimpossibile da consumare.Sei l ad un passo e non puoi.

    Non sai.

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  • In camice verde,come formiche operose,vanno e vengono.Hanno poche parole da diree muovono gli occhi,ch la gente non veda.E hanno pacche gentilie strette di mano cortesie fogli svolazzanti per le maniche conducono di stanza in stanza,di consulto in consulto.

    E poi, non sudano mai.

    Lattesa comune si vela di tristezzacome per tutte le cose che non riesci a capire.E vedi lamore a sfiorare le dita,a voler strenuamente trattenere la vita.Mentre il cuore arranca.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Luci e ombre

    La luce copre,nei riflessi,nei coloricarichi di mistificazioni,nelle sfumature cangiantiche ingannano gli occhi.

    Lombra svelanel tono dei pensierinellinflessione della vocenel carico delle ideeche non hanno necessit desser adornate.

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  • Maschere

    Ci sono maschere che hanno storie da nascondere,altre coprono vicende da dimenticare,altre ancora, indomite, continuano la pantomima.

    Ci sono maschere che raccontano,altre che riposano,altre ancora che muoionosenza rischiare daver mostrato qualcosa di diverso.

    Ci sono maschere che dormono,nascoste bene tra i ritagli della memoria,altre ancora che giocano sulle nostre labbrae soffiano parole dolci,per linganno dellalba che verr.

    Ci sono maschere che avrebbero da raccontarese solo potessero dire,ma se ne restano mutealdil della loro superiorit apparente.

    E poiho visto maschere mostrarsi a met,altreche nessuno avrebbe voluto indossareper paura di ritrovarsi vivo.

    E maschere che raccontano ogni giorno della loro vita,e portano il segno del tempo,negli intacchi del giorno vissuto.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Ho visto maschere che riposanoper paura di disturbare,altre ancora per nulla indomiteincapaci di sfidare le convenzioni banali,e muoiono forse,nelle menzogne della notte.

    E poi,

    poi ci sono amori raccontati,

    impossibili a dirsi,

    dicili a credersi veri,

    eppure stanno l,

    e ci guardano

    tra cielo e terra,

    e di questo sorridono,

    perch loro hanno osato.

    Ma anche quelle sono maschere svelate dal tempo.

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  • Vorrei tornare ad essere bambino

    Vorrei tornare ad essere bambino,ai giorniin cui scivolavo senza cura sullerba umida,e il profumo della terra saliva lentoe accarezzava le naricie inebriava il mio respiro.

    Vorrei tornare ad essere bambino,senza affitto da pagaren scadenze cui far fronte,senza se n ma da pronunciareprima ancora daver detto la verit.Gi la verit. . .

    Vorrei tornare ad essere bambinoper credere che in qualche modo ne esista una,e non molteplicie ingannevoli sguardi sovrapposti.

    Una veritche ha il sapore genuino della merenda popolareda dividere con gli amici di sempre,a mani nude,con maniche ancora non conoscono vergognae disprezzo.

    E vorreipoter stringermi la vita tra le dita,le dita di allora,

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  • La mia testa il mio rifugio

    imbrattate di colori a tempera,e fangoe gessoe ingenui sorrisi,

    ditapronte ad esser strofinate al ritornocon la veemenzadi chi vorrebbe qualcosa di meglio per te.

    E vorreipoter sentirne il profumo,come parole dette mille e mille volte ancora, sbagliate,corrette,e ridettee mai dimenticate.

    Vorreipoter affondare le labbra nei capellie scostare il volto solo per riprendermi il respiro.Il mio.

    Quello soffocato dagli anni,e le rincorsealleco di no ripetutiche rimbalza nella mente e attraversa la memoria.

    Vorreiriprendermi il respiroche troppe volte ho bruciato,in fretta,in corsa,a rimediare errori.

    Vorrei ritornare ad esser bambinonelle notti di tempesta,

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  • quando usciti di soppiattosfuggivamo al dogma della paura,del buio,e delle tenebre.

    A inseguire scarpe spaiate,a trattenere il fiato con la pioggiache pesante e dritta sbarra il camminoe nasconde le lacrime.

    Vorreiritornare indietrosenza la malinconia di occasioni mancate,per il gustodi assaporare ancora la pelle dei miei ricordie scorgereper lennesima volta il bagliore intenso della vitache mha sfiorato a lungo,prima che giunga il disincantoa spazzarla via del tutto.

    Vorrei poter ritornare bambino per sentire davvero cosa si prova.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Prima di partire

    Prima di partire ricordache il viaggio non lava la mente,e nessuna strada nasconde ci che sei stato,e le ombre dei palazzipossono a tratti nascondere la tua,ma il mattino,uno qualsiasi,giunge sempre a svelarti.

    Prima di partire ricordadi chiudere il gas,staccare la corrente,la spina,scostare la brina dallo sguardo incrostato,prendere le scarpe di una vitae stringerle bene ai piedich non tradiscanonel passo importante.

    Prima di partire ricordail sorriso che hai sepolto da tempo,e schermisci il mondo con fare irridente,e soffermati poco sulla misera genteche codarda si nutre dinganni,e continua ostinatoa bruciare il tuo tempoe muori ogni giorno nel giorno che muorecome disse il viandante bestemmiando lerrore.

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  • Prima di partire considerala scia del viaggio,lidea del cammino,il solco tracciato,leco delle parole evaporatecome vino andato a male,il puzzo stantio di no ripetutie il ventoche soffia lontano a sfiorarti i pensierie il silenziodelle lacrime che si accende sulle labbrae la memoriadi ieri.

    Prima di partire ricordache i suoi occhi non valgono i tuoiperch mai vedranno quel che vedieppurecontinui ad amarli senza alcuna vergogna,e li cerchi nel buio profondo di una notte a venire,e metti a tacere le voci,e gli insultie le urlache coprono il vostro respiro.

    Prima di partire ricordae non sfuggire a te stesso.Portalo dietro nel viaggio,nonostante sai bene zavorra pesante.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Randagio di citt

    Talvolta si muore senza accorgersene,volgi lo sguardo per un istantee il silenzio ti prende in mezzo alla fronte.

    Le voci che nulla sanno dire intonano un canto sterile,e passeggiano sommesse per la strada.

    Senza correre rischio alcuno,occhi bassi, cuore in cassaforte,nella paura di perdere attendono la morte.

    Sono un cane randagio,bastardo di paesevenuto a nascondersinel cuore oscuro di questa citt.

    Dove tutto il mondo a vista docchio santifica i collie recita salmodie antiche.

    Per le viesascolta nitida leco della liturgia di millenni,che rincorre costumi,e nomi,e azioni,e negazioni.

    Sono un cane randagio,bastardo di paese,venuto in citt per ritagliarsi un guaito migliore.

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  • Eppurei rumori della metropolisoffocanoogni respiroe nelle notti dinverno mi ritrovo a latrare.

    Correggo errori altruie dei miei non ho pi coscienza.Scrivo di notte,nei ritagli di tempo,eppurenon malzo con lintento di farlo.

    Mi ritrovouna musica sorda che sale su dalle mie dita,quasi fossi un pianista,ma suonare non so.

    Batto,mabbatto,martello,compongoe scaricoraffiche di parole sui tasti di un pianoforte muto,e riempioil silenzio della pagina biancacon paroleche ancora non hanno una voce comune,da lasciar per la strada.

    Sono un cane randagio,bastardo di paesevenuto in cittper nascondere al mondola sua solitudine.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Ho svestito casa di ricordi

    Ho svestito casa dei ricordi.Ammucchiati come panni sporchi,li ho messi dentro borse usa e getta.

    Ho lasciato casa,unaltra volta.E le murache traspirano il mio odore,e trattengono le parole,e quelle domande,sempre identiche a cui rispondere pi non so.Adesso quella casa accoglier altri passi,respiri,rantoli di piacere celati per non dar scandalo la notte.Murache hanno nascosto i miei pensierisaranno rifugio daltri,e poi ancora,e ancora altri.Sempre diversi,cos uguali a se stessi,e senza mordente.

    Ho lasciato casa al tempo e quel che stato.

    Adesso in stradaper un viaggio che far non vorrei.E l incontropaure che non so raccontare.

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  • Vengono su,risalendo dalla nottee riempiono il bisogno di dormire.

    Scivolanosulle gocce di sudore che non riesci a controllaree si fermanoin una lunga eco,cos riposano nella nostra mente.

    Tra le muradella vecchia abitazioneleggo paroleche scrivi perch non sai dire.

    Parole codardeche non hanno la forzadi venire fuori dalle tue labbra.E nel ricordodi quella casa,che ho svestito dei miei ricordi,vedo teche esci dalla vasca da bagnomentre mi parli,e il vaporecopre la memoria.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Altrove

    Accadedi ritrovarcitra le mani bricioli di felicitche sdegnatilasciamo scivolare a terra,in attesadi un pasto migliore.

    Poi,volgiamo lo sguardo altrovee la vita finisce.

    Soltanto allora ci rendiamo contodaverla vissutaaspettando.

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  • Silenzi

    Ci sono silenzi che sai ben dire,da coltivarecome fragili roseti,e sfuriate di ventoche tutto spazzano via,e strappanoal tempo i ricordi di quello stato,cos muori due volteperch non scegli di rinascerema devi andare avanti.

    49

  • La mia testa il mio rifugio

    Sigaretta

    La vitaci consuma in frettae in fretta va,

    a chi rimane ad attendere non resta che la morte.

    50

  • Certe volte

    Certe volte scrivo,

    e sono viaggie rincorse a perderee tremori svaniti in un raggio di lucee lalba di un cammino destinato a morire.

    e a volte viaggio,

    e sono scritturesmarrite in fondo alla strada,sorpassi azzardati dallultima filae pensieri veloci perduti dietro la pelle.

    Certe volte piango

    e nascondo la facciadentro mani assentie confondo i miei occhie camuffo la vocee prometto a me stesso che non accadr pi,

    e a volte sorrido,

    ma lo vedono in moltidunque ha poca importanzacome il vecchio che diceio ne ho avuta speranzamentre il rantolo sordo gli scava la fossa.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Certe volte sogno

    di lei che mi porge la tazza da the soffio paureoltre il bordo bollentee la guardo negli occhiche non vedono niente.

    Certe volte muoio,

    ma poi giunge il mattinoa placare la sbronzaa lavarmi feritee destarmi lo sguardoa sputarmi la voce,a pulire la voce.

    Non prego mai,

    eppurecerte voltevorrei saperlo fareper aver tra le bracciaqualcuno pi fortedelle misere spalledella mia triste notte.

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  • Ritorno

    Lasfaltosotto i piedi incostantescivola lungo una via incerta.Perch la certezza muorein ogni goccia di cristallo.

    Il viaggio si muove dentro me a farmi vivo.

    53

  • La mia testa il mio rifugio

    Inventario

    Ho fatto linventarioe messo su un bel po di ricordi.

    Il primolo ritrovo nella voce di mia madreche mi sostienee lenisce il doloredei graffidi qualche buffo capitombolo.

    Sono avvezzo alle cadute, il mio mestiere.Un funamboloin corsa,perennemente in precario equilibrio.

    Ho stilato linventariodelle cose fatte,perdute,lasciate a met.Di tutte quelle cose che ho dimenticato di fare,delle questioni irrilevantiche hanno angosciato molte giornate,e dei colpi di testache hanno sterzato la curva della mia esistenza.

    Per sbagliare ho sempre impiegato un istante.

    Cos come per le scelteche portoindelebili

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  • sulle mie spalle,e sputi sulla pelle,segniche vorresti sgravarti dalla memoriama non hai la forza,quei segniche ti ostini a portare con te,qualunque cosa accada.Sia sole o tempesta.

    Ho fatto linventariodelle mie memoriee maccorgo che qualcuna non ha pi voce.

    Scendeil silenzio sulle cosee lavvolge,come fa la notte con i colori.

    Il pacco delle mie sigarette sta l,sulla scrivania,sgualcito,usato,finito.Da qualche giorno vuoto ,e vuoto rimane.Il gesto sacroche scarica la mentenon avviene pi.

    Ho abbandonatoil rituale,e non so per quanto ancora.E intanto scrivouna lettera che sto per concludere.

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  • La mia testa il mio rifugio

    La mia testa il mio rifugio

    E alla fine di ogni giorno ti dico addio,la notte incombee ha il suo bel da farsi in giro.Spazza la via dombre assentie brividi celatidentro impermeabili di bassa stagione,ombre solitariesul ciglio della strada che vaganocome amantiin cerca di un rifugio sicuro.

    La mia testa il mio rifugiourla il folle,la nottelabbraccia e lo stringe a s,perch addio non sa dire.La notte.Scivoladentro coperte rinforzatea nasconderci dal freddo,a seppellire paure fragilicome foglie in autunnopronte a sgusciare fuorial sorgeredi un sole che non vogliamo in frontefisso a scrutarci,oltre la miseria di quello che ci resta.

    E alla fine di ogni giorno ti dico addio.

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  • Mentre il sapore languido della notteviene a mee scivoladentro coperte rinforzatea nascondermi dal freddo.E paura non ho pi.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Squarcio di luce

    Uno squarcio di luce taglientenella notte profonda.Lacera lanima.E non dice parole.Lama che affondae ti fa vivo.E sangue a scivolare sulle labbra.

    Prima che il fiore marcisca sulla mia bocca ti parler.

    Uno squarcio di luce silentenel fragore della notte.Scuote i pensieri.Ma non dice parole.Specchio che scopree sorride.E lacrime a scivolare sulle labbra.

    Prima che il fiore marcisca sulla mia bocca ti parler.

    Uno squarcio di luce accecantenella notte a venire.E la voce conduce il cammino,ma non dice parole.Ha esili bracciae dita fragili.Suoni dimessi e lontani.E labbra a scivolare sulle labbra.

    Prima che il fiore marcisca sulla mia bocca ti parler.

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  • Come soffio lieve

    Una notte lungain cui presagie timorihanno voci sgraziate,e occhi infossatientrano dentroa squarciarmi lanima.per quel che ancora ne resta.

    Freddo tuttintorno,in una casache non ha colore,su sediecariche di solitudine,dentro lettisfatti da lenzuola sudate,in mezzo a librimorti nella polvere,e silenzio.

    Nei voltisenza luce,nei desideriscontati,nelle paroleabusate dalla banalit.

    Come soffio lieveaccarezzi la mia pellee il dolore della notte sembra svanire.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Figlio del vento

    Come figlio del vento,oggi quidomani l,a soffiardove laria si fa pi leggerae rimanerevortice dentro me stesso,per non far male.

    Come figlio del ventoirromperenellacqua stagnantee muoverla a nuova vita.

    Questo vorrei essere,figlio del vento.

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  • Ogni libro

    Ogni librochiede desser letto,ogni vitavissuta,ogni amoreconsumato,ogni gocciobevuto per rimpiangere ancora,

    la campana che suona e richiama a raccolta,la cornacchia sul tetto,e la notteche ascolta il suo triste silenzioin attesa dellalba.

    Cos gira la ruotae non serve fermarsi,perch gira la ruotae non serve piegarsisulle stanche ginocchia,

    vedi casa vicinae la tocchi con mano,ma ti manca il respiroe la senti lontano.

    Ogni librochiede desser lettoma non dice parole.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Ogni vitavissutama la gente lo ignora.

    Ogni amoreconsumatoma vince la paura di mirarsi allo specchioe invecchiare da soli,dunque meglio mentire.

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  • Whisky numero 1

    Una bottiglia di whiskyche porti a sostenerela mia santa inquietudine.

    E poche paroleda mettere in filanel lungo camminodi una scritturadifficile da farsi santa,facile a rimanere inquieta.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Whisky numero 2

    Pochi amicicon cui tirare fino allalba,una bottiglia di whisky,del buon bluese una puttana disponibile,forsemi eviterebbero di cercare lei.

    Ma talvoltagli amicidormono,e il whisky aceto,e la musicasuona stonata,e la puttananon sa di che parlarmi,

    cos ritorno a cercarla.

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  • Il pasto e lattesa

    Accadedi ritrovarci tra le mani bricioli di felicitche sdegnati lasciamo scivolare a terra,in attesa di un pasto migliore.

    Poi,volgiamo lo sguardoaltrovee la vita finisce.Soltanto alloraci rendiamo conto daverla vissuta aspettando.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Noi

    riflessidi esistenze,tracce dalcolevaporate in un sospiro,e fili di fumo,leggeri,che sorvolanoi nostri destini.

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  • Un nuovo vestito

    il viaggioche ci sveste,per ogni voltache ci guardiamoallo specchio,e di spalleci scorgiamo andar via,a rivestirci di nuovo.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Sveltine poetiche

    Scribacchioraccontini per adesso.Concludo subito,sono sveltine da consumare in frettae con gioia.Il romanzo pi impegnativoci vuole faticae tenacia.Ne ho iniziati tanti,troppi.Ho paura di concluderli.Di concludermi.

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  • Rifugiato

    Scrivo letteree sputo canzoni,racconto storiee dentro certe invenzioni mi perdo.Che il temponon dica il mio nome,che il ventonon vengaa strapparmi dalle labbra il silenziodi una notteda passare.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Sterile

    una notte lungae senza vento,e le paroleleggeree vuotesi posano di labbra in labbrasenza aver la forzadi generarealcunch.

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  • La pozzanghera

    La vita tremendamente realee ti schiacciae piega le ossae mette il tuo naso a qualche millimetro dalla polveresulla strada,mentre accanto sfreccianotir pronti a falciarti al minimo scartoe nessuno sta l a riprenderti,non c alcun rewind,e il suonodei violini non sostiene i tuoi passi,schizzi di fangoe acquaci inseguonoe ci coprono la facciafin dentro agli occhia toglierci la vista,mentre proviamo a saltare oltre,fuoridalla nostra misera pozzanghera.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Arenato

    Me ne sto distesoad ascoltareil mareche prima o poida qui dovr passare,mi strapperalla riva in cui mi sono arenato,riportandomi a largo,in baliadelle onde.

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  • Whisky numero 3

    La notte pi lungasmarrisce unora,e vaganel buioalcolico pressantenella speranzadi rivederla,di poterla riprenderealmeno per unora.

    Ma sar gi altro.

    Quel fantasmasvaniscenel semplice gestodi riportareindietrogli orologia cancellarne il sussurro.

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  • La mia testa il mio rifugio

    Whisky numero 4

    Il lieve rossoredellebbrezzache mi sollevadalla miseriaquotidiana,e forsepotrei crederenella bellezzadelle cose,a qualche centimetrodalla merda.

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  • Senza alcuna traccia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7Osanna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9Un Prometeo da taverna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10Un letto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Duna feniglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12Nudit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14Via villa Trieste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15Fragore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17Le promesse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19La stagione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20Gocce di sangue . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21Immagini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23Potrai un tempo trovare amore, non amare . . . . . . . . . . . . . . . . 24Verso loblio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Brindisi di luna calante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26Potessi trattenerlo tra le dita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28Ho conosciuto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30Mi ricordo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31Gelo dinverno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33Il battito lieve dellattesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34Luci e ombre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36Maschere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37Vorrei tornare ad essere bambino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39Prima di partire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42Randagio di citt . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44Ho svestito casa di ricordi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46Altrove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48Silenzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49Sigaretta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50Certe volte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51Ritorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53Inventario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54

  • La mia testa il mio rifugio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56Squarcio di luce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58Come soffio lieve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59Figlio del vento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60Ogni libro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61Whisky numero 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63Whisky numero 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64Il pasto e lattesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65Noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66Un nuovo vestito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67Sveltine poetiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68Rifugiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69Sterile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70La pozzanghera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71Arenato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72Whisky numero 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73Whisky numero 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74

    Senza alcuna tracciaOsannaUn Prometeo da tavernaUn lettoDuna fenigliaNuditVia villa TriesteFragoreLe promesseLa stagioneGocce di sangueImmaginiPotrai un tempo trovare amore, non amareVerso l'oblioBrindisi di luna calantePotessi trattenerlo tra le ditaHo conosciutoMi ricordoGelo d'invernoIl battito lieve dell'attesaLuci e ombreMaschereVorrei tornare ad essere bambinoPrima di partireRandagio di cittHo svestito casa di ricordiAltroveSilenziSigarettaCerte volteRitornoInventarioLa mia testa il mio rifugioSquarcio di luceCome soffio lieveFiglio del ventoOgni libroWhisky numero 1Whisky numero 2Il pasto e l'attesaNoiUn nuovo vestitoSveltine poeticheRifugiatoSterileLa pozzangheraArenatoWhisky numero 3Whisky numero 4