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Martedì 14 luglio 2015 IV I Martedì 14 luglio 2015 I V LECCE PRIMO PIANO LECCE PRIMO PIANO AMBIENTE LA GUERRA AI COLOSSI DEL PETROLIO L’INCONTRO DI POLICORO Telefoni bollenti ieri per raccogliere la partecipazione degli enti locali in vista dell’appuntamento di domani in Basilicata LA PIATTAFORMA Si chiede la totale revoca delle licenze che prevedono ben nove prospezioni fra Adriatico e Jonio Trivelle, il fronte dei sindaci incassa l’adesione del Salento Pronti alla trasferta in pullman quasi tuti i primi cittadini o i loro rappresentanti MAURO CIARDO l I sindaci salentini si pre- parano alla trasferta anti-trivel- le in Basilicata mentre ricevono un assist alla protesta dal mondo ecologista. Per tutta la giornata di ieri i primi cittadini del Capo di Leu- ca, che nei giorni scorsi hanno portato avanti uno sciopero del- la fame poi sospeso dopo l’in- tervento dei vertici della Regio- ne, sono stati impegnati in una serie di telefonate per raccoglie- re le adesioni in vista della ma- nifestazione di domani a Poli- coro, quando si ritroveranno in- sieme agli altri rappresentanti delle istituzioni di tre regioni del Sud (Puglia, Basilicata e Cala- bria) per dire no alle prospezioni petrolifere nei mari. Da giorni chiedono di incontrare i vertici del Ministero dell’Ambiente e se non otterranno risposta sono pronti a riprendere lo sciopero e a protestare davanti a Palazzo Chigi. «Ci stiamo organizzando per andare in pullman – ha fatto sapere il sindaco di Salve, Vin- cenzo Passaseo – in queste ore stiamo raccogliendo le adesioni dei sindaci salentini che vorran- no unirsi a noi. Molti verranno di persona – anticipa – altri che avevano già assunto impegni in- vieranno un delegato che sarà autorizzato a indossare la fascia tricolore in rappresentanza del proprio municipio. Speriamo di essere in tanti a far sentire la voce del nostro territorio. Già la manifestazione di Leuca dove ben 22 sindaci hanno costituito un fronte unitario è stata per noi motivo di successo e di ulteriore carica a ribadire il nostro no deciso. Stiamo ultimando i pre- parativi – ha poi aggiunto – fa- remo tutto a nostre spese senza pesare sulle tasche dei cittadini, portando le istanze dell’intera popolazione salentina». Plauso dagli ecologisti che sperano nel risultato di Polico- ro. «Ci sembra una barzelletta il sostegno ad alcuni partiti che a livello nazionale autorizzano scempi ambientali e a livello lo- cale sono contrari – tuona Cor- rado Russo, presidente dell’as- sociazione ambientalista “Gaia” noi siamo ovviamente contrari alle trivellazioni e vo- gliamo alzare quel velo che stan- no cercando di stendere gli Stati Uniti, che tendono a destabiliz- zare quelle aree produttrici di idrocarburi per sostenere le grandi compagnie petrolifere. Basti pensare – argomenta Rus- so – che il costo del petrolio è sceso ai minimi mentre in Italia i costi del carburante sono an- cora elevati. Sul tema delle tri- velle il mondo politico e asso- ciazionistico salentino e puglie- se si è dimostrato unito – pro- segue – dovrebbe avvenire la stessa cosa su altre questioni scottanti come la Tap e la ce- mentificazione con la statale 275. Speriamo che la manifesta- zione di Policoro sortisca i suoi effetti – è l’augurio degli espo- nenti di Gaia – e che il risultato sia lo stop alle trivellazioni». ATTIVISTI A destra, il sindaco di Salve Vincenzo Passaseo; a sinistra, Corrado Russo, presidente dell’associazione ambientalista «Gaia» ALLARME FRA GLI OPERATORI TURISTICI Da sinistra a destra Vito Vergine, presidente del sindacato balneari della Confcommercio, a destra Erminia Licchelli, presidente di Confturismo Lecce; entrambi convergono sulla necessità della revoca di tutte le autorizzazioni alle compagnie petrolifere l SANTA MARIA DI LEUCA. Ambienta- listi e operatori turistici scendono in campo al fianco dei sindaci per dire no alle tri- vellazioni in mare. Il primo effetto sortito dalla manifesta- zione “Laudato si, trivelle no” di domenica scorsa, quando sul lungomare Cristoforo Colombo si sono ritrovati 22 primi cittadini su invito di Italia nostra e del comitato “No trivelle Capo di Leuca”, è stato quello di aprire una discussione molto ampia tra gli operatori del settore turistico-balneare e tra il mondo ambientalista. Si tratta di due ventagli della società che già da tempo si erano espressi contro le prospezioni in ma- re a caccia di idrocarburi, ma che ora so- stengono apertamente l’iniziativa portata avanti dalle fasce tricolori che domani si ritroveranno a Policoro (Matera) per una marcia organizzata dalle regioni Puglia, Ba- silicata e Calabria. «Condividiamo in pieno la protesta dei sindaci – è il commento di Erminia Lic- chelli , presidente di Confturismo Lecce – era ora che si prendessero iniziative così importanti e rumorose per far sentire la voce del territorio. A questo punto gli am- ministratori devono insistere e cercare di farsi ascoltare da chi finora si è dimostrato sordo e ha cercato di tenere il più possibile nascosto quanto stava avvenendo nelle stan- ze della burocrazia romana. Possibile – stig- matizza – che si sia arrivati a questo punto, con ben nove prospezioni autorizzate nei mari Ionio e Adriatico e altre quattro da esaminare, senza che nessuno, al di là di sporadiche proteste e manifestazioni orga- nizzate sotto diversi vessilli, abbia fatto qualcosa di concreto? Finalmente la ma- nifestazione di Italia nostra è riuscita a uni- re tutti, è questa la forza che viene dal basso. Un’eventuale notizia di piattaforme petro- lifere impiantate davanti alle nostre coste – è il suo allarme – desterebbe particolare preoccupazione tra i tour operator, che po- trebbero decidere di cambiare per sempre le destinazioni da proporre, causando un vero disastro economico per la nostra zona. Non comprendiamo come mai, in un’era in cui si punta verso innovazioni tecnologiche che utilizzano sempre più energie rinnovabili – prosegue – si vada ancora alla ricerca di risorse inquinanti. Naturalmente noi sa- remo accanto ai sindaci, non fisicamente perché in questi giorni siamo impegnatis- simi, ma moralmente». Sulla stessa linea Vito Vergine, presi- dente del sindacato balneari della Confcom- mercio. «Sono convinto che in questo momento il ruolo maggiore lo debbano giocare le isti- tuzioni intermedie come le regioni – è il parere di Vergine – ora più che mai l’Ente è legittimato dal popolo e da tutti gli strati della società civile a interloquire al Mini- stero e farsi dare risposte concrete che non devono essere semplici rassicurazioni sul livello di rischio delle piattaforme offshore, ma veri e propri “mea culpa” che dovranno portare ad annullare le autorizzazioni ri- lasciate. L’obiettivo deve essere solo e sol- tanto questo. Come operatori – ricorda il presidente Sib – ne abbiamo discusso a li- vello regionale e non è escluso che l’ar- gomento sia trattato da Confcommercio a livello nazionale. Il nostro è un settore che fa da traino all’economia locale ed è l’unico per cui non occorreranno nel futuro bo- nifiche o riqualificazioni come succederà per l’Ilva o per le altre industrie inquinanti. La Basilicata è stata trivellata ma le ri- cadute economiche per il suo territorio so- no state pochissime e i costi di riqualifi- cazione forse saranno maggiori dei ricavi ottenuti vendendo i barili di petrolio. Chi opera nel turismo promuovendo coscien- temente il territorio – conclude – non ha costi ambientali ma porta solo migliora- menti». [m.c.] OTRANTO NELLA TAPPA PUGLIESE DI GOLETTA VERDE, LEGAMBIENTE SPINGE SULL’ISTITUZIONE DI UN PARCO CHE TUTELI LA BIODIVERSITÀ DELLA ZONA La penisola salentina area marina protetta per fermare gli assalti delle multinazionali MAURO BORTONE l OTRANTO. No alle trivelle, sì all’area marina protetta: è questo il messaggio che arriva forte e chiaro da Legambiente, nella tappa otran- tina di Goletta Verde, nell’ambito del- la campagna trentennale di monito- raggio dello stato dei mari e litorali nazionali. L’associazione ambientalista ha sottolineato l’importanza strategica di istituire subito l’Area marina pro- tetta della penisola salentina, riba- dendo il «no» alle trivellazioni petro- lifere in Adriatico e compiere così un ulteriore passo verso la tutela della preziosa biodiversità di questi luo- ghi, ridando slancio allo sviluppo eco- nomico e sostenibile del territorio. Del progetto e della necessità di ri- lanciarlo si è discusso più dettaglia- tamente nel corso dell’incontro al ca- stello aragonese, “Otranto, tra vele e parchi”, tenutosi ieri mattina, al qua- le hanno preso parte Luciano Ca- riddi, sindaco di Otranto, il suo pre- decessore Francesco Bruni, oggi se- natore, Maurizio Manna, direttore di Legambiente Puglia, Michele Te- nore, assessore alle Politiche am- bientali di Otranto e Laura Bram- billa, portavoce di Goletta Verde, ol- tre al rappresentante di circolo, Gior- gio Miggiano e al presidente del cen- tro di educazione ambientale “Terre di Enea”, Elio Paiano. Poco prima, invece, a bordo della Goletta Verde si è svolto un flash mob con i ragazzi del campo di volontariato di Legambien- te, proprio per rilanciare l’appello #StopSeaDrilling che l’associazione sta portando avanti dall’inizio del suo tour 2015 per fermare la corsa all’oro nero nel mar Adriatico. Quanto alle aree marine protette, Legambiente, attraverso il direttore regionale Man- na, ha sottolineato come possono que- ste rappresentare “una delle maggio- ri difese della nostra costa e del nostro mare di fronte al rischio devastante rappresentato dall’assalto delle com- pagnie petrolifere che minacciano concretamente di annientare la qua- lità ambientale e le prospettive tu- ristiche ed economiche di una regio- ne”. Per l’occasione sono state anche consegnate al sindaco di Otranto le “5 vele” della Guida Blu di Legambiente e Touring Club: la cittadina salen- tina, infatti, ha messo in piedi in que- sti anni numerose iniziative nell’am- bito di un’offerta turistica che rispet- ti l’ambiente e valorizzi il territorio. Il Centro di educazione ambientale del Comune gestito dal circolo di Le- gambiente ha realizzato un progetto sul tema dell’acqua, dal titolo “l'oro blu”, e uno sulla biodiversità (”gred on green”). Altre iniziative hanno ri- guardato il riciclo premiante: “più differenzi più risparmi”; è stata an- che installata una macchinetta in cui smaltire bottiglie di plastica e lattine in cambio di punti e sconti commer- ciali; è prevista la realizzazione della “Casa del riuso” e sono state instal- late due fontane con l’”acqua del sin- daco”. Inoltre, l’amministrazione ha promosso numerose giornate ecolo- giche e di pulizia delle spiagge e dei fondali organizzate di concerto con le varie associazioni del territorio. Tut- to ciò, in attesa dell’istituzione dell’Area Marina Protetta. Pagliaro (Forza Italia) «La Sinistra di Renzi svende il nostro mare» «Sulle trivelle stiamo assisten- do a un paradosso storico. Renzi e le multinazionali sono pronti a di- struggere il territorio italiano». Paolo Pagliaro, responsabile del dipartimento regionalismo dell’uffi- cio di presidenza di Forza Italia, in- terviene in polemica con il Gover- no sulla questione della autorizza- zioni alle prospezioni rilasciate alle compagnie. «A differenza del Pd e della sinistra in generale – commenta Pagliaro - Forza Italia non ha mai ceduto il passo, nell’analisi delle questioni e nelle scelte conseguenti, a pregiu- dizi ideologici di sorta. Eppure, og- gi ci troviamo in un paradosso sto- rico, che ribalta tutte le tendenze valoriali tra schieramenti: Renzi è stretto a doppio filo alle multinazio- nali che vorrebbero annientare i nostri mari per pochissime gocce di petrolio, mentre il centrodestra difende il diritto dei territori ad au- todeterminarsi, nella più eroica tu- tela del paesaggio. Quello delle tri- velle non è un problema solo delle regioni coinvolte - sottolinea - ma un nodo nazionale. Abbiamo una visione diversa dei territori perché la bellezza delle coste italiane rap- presenta una fonte economica, tu- ristica e non solo, inestimabile. Pe- raltro, nei nostri fondali il petrolio, oltre a esserci in quantità ridottissi- me, è anche di pessima qualità. Anche se il Governo dovesse deci- dere di non calpestare la voce delle comunità – conclude - il problema non sarebbe affatto risolto perché è necessario stringere accordi bila- terali con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo». [m.c.] Politiche superate Allarme-turismo «Sarebbe la fine» I tour operator non proporrebbero più queste destinazioni Il flashmob sulla Goletta Verde ALLEANZA AMPIA Il dissenso ambientalista si salda con quello degli operatori economici che temono un tracollo «Per la centrale di Cerano 44 morti l’anno» l «No alla riconversione a gas della centrale di Cerano per risparmiare il Tap a San Foca». Il Movimento 5 stelle replica al consigliere re- gionale Sergio Blasi del Pd, che aveva lanciato l’idea di eliminare la fonte combustibile del carbone in- troducendo il gas naturale per la produzione di ener- gia elettrica. «Un nuovo studio del Cnr di Lecce e Bologna pub- blicato sulla rivista “International journal of en- vironmental research and public health” – riportano il consigliere brindisino Gianluca Bozzetti e altri sette consiglieri regionali pentastellati - conferma che la centrale Enel provocherebbe fino a 44 morti all’anno nei territori tra Brindisi, Lecce e Taranto. Quattro morti ogni 100mila abitanti che si potrebbero certamente evitare se solo ci fosse la reale volontà di invertire quella politica fossile divenuta ormai ob- soleta e insostenibile. La centrale è tra le più grandi d’Europa e quindi tra le più inquinanti - ricordano - non è certo riconvertendola a gas e predisponendola all’approdo di Tap che il problema inquinamento a Brindisi può essere risolto. Questa sembra più che altro essere la solita soluzione di comodo adottata dal Partito democratico, che risparmierebbe le coste di San Foca ma andrebbe a colpire ancora una volta un territorio già martoriato dal punto di vista ambien- tale, pur di preservare in toto il volere del Pd na- zionale e di Renzi». Il M5s ha preparato la richiesta per una com- missione speciale. «Ribadiamo il nostro no Tap ovun- que - concludono gli otto consiglieri regionali - stiamo stilando una richiesta ufficiale per una commissione speciale che studi un piano di riconversione eco- nomica per queste aree in cui i cittadini sono ancora costretti a scegliere tra salute e lavoro». [m.c.] BOERO >> CONTINUA DALLA PRIMA S e si trovasse il petrolio, poi, ci sarebbero i rischi di in- cidente, per non parlare del- le perdite fisiologiche. In un mare chiuso come il Mediterraneo, un incidente come quello della Flo- rida sarebbe di proporzioni quasi irrimediabili. Ma il problema più grave non è quello dei rischi e degli impatti di queste attività. Il problema è che il nostro governo ha scelto la strada della combu- stione anche per il futuro. Il che è alquanto strano. Nell’ultimo G7, la riunione dei sette paesi più in- dustrializzati del mondo (di cui facciamo parte), è stato elaborato un documento che impegna tutti a diminuire il nostro impatto sul clima. E l’impatto più grande sul clima deriva dalla combustione di combustibili fossili. Insomma, dobbiamo smettere di bruciare!!! Perché i combustibili sono a base di carbonio e per bruciare un combustibile ci vuole l’ossigeno (il comburente) e il risultato è l’ani- dride carbonica che, poi, va nell’at- mosfera e provoca l’effetto serra che provoca il cambiamento cli- matico. Le piante sequestrano l’anidride carbonica e il petrolio non è altro che anidride carbonica dalle foreste del passato, seque- strata nel suolo nel corso di mi- lioni di anni. Noi la tiriamo fuori e la bruciamo, in tempi rapidissimi. Le foreste di oggi non ce la fanno a smaltirla. Dobbiamo smetterla. E dobbiamo produrre energia in mo- do diverso. Stiamo cominciando a farlo. Il gas è un combustibile più pulito, ma è solo una transizione. Dobbia- mo smettere di bru- ciare, quante volte lo dobbiamo ripetere? E la Puglia ha dato un esempio mirabile nella produzione di energia pulita (a par- te qualche truffetta). Quella è la direzione, e noi stiamo dando il buon esempio. Pos- siamo anche sacri- ficarci per il bene del Paese e accettare un gasdotto (a patto che venga fatto con tutti i crismi e ci siano opportune compensazioni). Ma le trivellazioni no. Il petrolio non rientra nella via che tutti dicono si debba intraprendere. La mia curiosità è: ma come si fa a dire certe cose durante la riunione del G7 e poi a firmare atti che sono esattamente il contrario di quel che si è firmato? I nostri rap- presentanti in Parlamento che di- cono? Ma poi, dato che abbiamo già avuto troppi esempi di questo tipo, mi viene un dubbio. E se fosse solo una truffa? Mi spiego. Le aziende che ora cercano il petrolio, a seguito di miracolose conces- sioni contrarie ad ogni logica, venderanno azioni. E dato che dicono che ora tro- veranno il petrolio c’è da attendersi che il valore delle loro azioni salga. Gli in- vestitori si affrette- ranno a comprare azioni (che sono dei pezzi di carta in cambio di danaro so- nante). Se poi il pe- trolio non si trova… peccato… l’investi- mento è andato ma- le. Il valore del pezzo di carta si azzera, ma quello dei soldi “in- vestiti” rimane… nelle tasche di chi ha venduto le azioni. Questi giochetti li fanno le banche che, ovviamente, guadagnano anche lo- ro, comprando e vendendo per gli “investitori”. E nessuno vi ga- rantisce che l’investimento andrà a buon fine. Non per niente si chiama “giocare in borsa”. Chi gioca sa che può anche perdere e, comunque, ci saranno di sicuro delle clausole scritte piccolo pic- colo che vi impediranno di ri- chiedere i vostri soldi. Questa del- la truffa agli investitori è l’in- terpretazione che mi piace di più, dopotutto punirebbe solo l’avidità di chi vuol fare soldi con i soldi. Nel caso non corrispondesse a verità, però, c’è da preoccuparsi molto per questa politica ener- getica del paese. E’ una politica fuori dalla realtà, completamente insostenibile e nel disprezzo delle generazioni future. Stiamo la- sciando un brutto mondo ai nostri figli e pare che non riusciamo a capire che la distruzione del ca- pitale naturale in nome della cre- scita del capitale economico sia un perfetto suicidio. Lo dice anche Francesco, nella sua Enciclica Laudato si. Lo spiega con dovizia di particolari, in modo inoppu- gnabile. L’ecologia ha supremazia logica sull’economia, e invece av- viene esattamente il contrario. So- no molto possibilista per alcune imprese. Mi vanno bene le con- dotte a mare, mi va bene il ga- sdotto (se fatti con i criteri dovuti), ma le trivellazioni no. No. No. Non votate più i partiti che sostengono queste politiche. Basta! *(Università del Salento, Cnr-Ismar, Wwf) Ferdinando Boero Proposta del Movimento 5Stelle «Si faccia un referendum abrogativo» Il Movimento 5stelle invita le regioni a presentare la richiesta di referendum abrogativo contro le trivelle entro il 30 settembre. L’iniziativa parte dai consiglieri regionali pentastellati Antonella Laricchia, Viviana Guarini, Mario Conca, Cristian Casili, Marco Galante, Grazia Di Bari, Gia- nluca Bozzetti e Rosa Barone, che hanno accolto la richie- sta avanzata dal Coordinamento nazionale “No Triv” e dall’associazione “A Sud” «E’ necessario che la richiesta referendaria venga deposi- tata entro il prossimo 30 settembre – spiegano i consiglie- ri - affinché si possa andare al voto nella primavera del 2016 ed evitare che i procedimenti per progetti di prospe- zione, ricerca e coltivazione di idrocarburi riavviati dall’ar- ticolo 35 del “Decreto Sviluppo”, arrivino rapidamente a conclusione, anche grazie all’accelerazione impressa dal- lo “Sblocca Italia”. Il referendum abrogativo presuppone un coordinamento urgente delle Regioni». [m.c.]

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Martedì 14 luglio 2015IV I Martedì 14 luglio 2015 I VLECCE PRIMO PIANO LECCE PRIMO PIANO

AMBIENTELA GUERRA AI COLOSSI DEL PETROLIO

L’INCONTRO DI POLICOROTelefoni bollenti ieri per raccoglierela partecipazione degli enti locali in vistadell’appuntamento di domani in Basilicata

LA PIATTAFORMASi chiede la totale revoca dellelicenze che prevedono ben noveprospezioni fra Adriatico e Jonio

Trivelle, il fronte dei sindaciincassa l’adesione del SalentoPronti alla trasferta in pullman quasi tuti i primi cittadini o i loro rappresentanti

MAURO CIARDO

l I sindaci salentini si pre-parano alla trasferta anti-trivel-le in Basilicata mentre ricevonoun assist alla protesta dal mondoecolo gista.

Per tutta la giornata di ieri iprimi cittadini del Capo di Leu-ca, che nei giorni scorsi hannoportato avanti uno sciopero del-la fame poi sospeso dopo l’in -tervento dei vertici della Regio-ne, sono stati impegnati in unaserie di telefonate per raccoglie-re le adesioni in vista della ma-nifestazione di domani a Poli-coro, quando si ritroveranno in-sieme agli altri rappresentantidelle istituzioni di tre regioni delSud (Puglia, Basilicata e Cala-bria) per dire no alle prospezionipetrolifere nei mari. Da giornichiedono di incontrare i verticidel Ministero dell’Ambiente e senon otterranno risposta sonopronti a riprendere lo sciopero ea protestare davanti a PalazzoChigi. «Ci stiamo organizzandoper andare in pullman – ha fattosapere il sindaco di Salve, Vin -cenzo Passaseo – in queste orestiamo raccogliendo le adesionidei sindaci salentini che vorran-no unirsi a noi. Molti verrannodi persona – anticipa – altri cheavevano già assunto impegni in-vieranno un delegato che saràautorizzato a indossare la fasciatricolore in rappresentanza del

proprio municipio. Speriamo diessere in tanti a far sentire lavoce del nostro territorio. Già lamanifestazione di Leuca doveben 22 sindaci hanno costituitoun fronte unitario è stata per noimotivo di successo e di ulteriorecarica a ribadire il nostro nodeciso. Stiamo ultimando i pre-parativi – ha poi aggiunto – fa -remo tutto a nostre spese senzapesare sulle tasche dei cittadini,portando le istanze dell’interapopolazione salentina».

Plauso dagli ecologisti chesperano nel risultato di Polico-

ro. «Ci sembra una barzelletta ilsostegno ad alcuni partiti che alivello nazionale autorizzanoscempi ambientali e a livello lo-cale sono contrari – tuona Cor -rado Russo, presidente dell’as -sociazione ambientalista“Gaia” – noi siamo ovviamentecontrari alle trivellazioni e vo-gliamo alzare quel velo che stan-no cercando di stendere gli StatiUniti, che tendono a destabiliz-zare quelle aree produttrici diidrocarburi per sostenere legrandi compagnie petrolifere.Basti pensare – argomenta Rus-

so – che il costo del petrolio èsceso ai minimi mentre in Italiai costi del carburante sono an-cora elevati. Sul tema delle tri-velle il mondo politico e asso-ciazionistico salentino e puglie-se si è dimostrato unito – pro -segue – dovrebbe avvenire lastessa cosa su altre questioniscottanti come la Tap e la ce-mentificazione con la statale275. Speriamo che la manifesta-zione di Policoro sortisca i suoieffetti – è l’augurio degli espo-nenti di Gaia – e che il risultatosia lo stop alle trivellazioni».

AT T I V I S T IA destra,il sindacodi SalveVincenzoPa s s a s e o ;a sinistra,CorradoRusso,presidentedell’associazioneambientalista«Gaia».

ALLARME FRA GLI OPERATORI TURISTICIDa sinistra a destra Vito Vergine, presidente del sindacato balnearidella Confcommercio, a destra Erminia Licchelli, presidentedi Confturismo Lecce; entrambi convergono sulla necessità della revocadi tutte le autorizzazioni alle compagnie petrolifere.

l SANTA MARIA DI LEUCA. Ambienta -listi e operatori turistici scendono in campoal fianco dei sindaci per dire no alle tri-vellazioni in mare.

Il primo effetto sortito dalla manifesta-zione “Laudato si, trivelle no” di domenicascorsa, quando sul lungomare CristoforoColombo si sono ritrovati 22 primi cittadinisu invito di Italia nostra e del comitato “Notrivelle Capo di Leuca”, è stato quello diaprire una discussione molto ampia tra glioperatori del settore turistico-balneare e trail mondo ambientalista. Si tratta di dueventagli della società che già da tempo sierano espressi contro le prospezioni in ma-re a caccia di idrocarburi, ma che ora so-stengono apertamente l’iniziativa portataavanti dalle fasce tricolori che domani siritroveranno a Policoro (Matera) per unamarcia organizzata dalle regioni Puglia, Ba-silicata e Calabria.

«Condividiamo in pieno la protesta deisindaci – è il commento di Erminia Lic-ch e l l i , presidente di Confturismo Lecce –era ora che si prendessero iniziative cosìimportanti e rumorose per far sentire lavoce del territorio. A questo punto gli am-ministratori devono insistere e cercare difarsi ascoltare da chi finora si è dimostratosordo e ha cercato di tenere il più possibilenascosto quanto stava avvenendo nelle stan-ze della burocrazia romana. Possibile – stig -matizza – che si sia arrivati a questo punto,con ben nove prospezioni autorizzate neimari Ionio e Adriatico e altre quattro daesaminare, senza che nessuno, al di là disporadiche proteste e manifestazioni orga-nizzate sotto diversi vessilli, abbia fattoqualcosa di concreto? Finalmente la ma-nifestazione di Italia nostra è riuscita a uni-re tutti, è questa la forza che viene dal basso.U n’eventuale notizia di piattaforme petro-lifere impiantate davanti alle nostre coste –è il suo allarme – desterebbe particolarepreoccupazione tra i tour operator, che po-trebbero decidere di cambiare per sempre ledestinazioni da proporre, causando un verodisastro economico per la nostra zona. Noncomprendiamo come mai, in un’era in cui sipunta verso innovazioni tecnologiche cheutilizzano sempre più energie rinnovabili –prosegue – si vada ancora alla ricerca dirisorse inquinanti. Naturalmente noi sa-remo accanto ai sindaci, non fisicamenteperché in questi giorni siamo impegnatis-simi, ma moralmente».

Sulla stessa linea Vito Vergine, presi-dente del sindacato balneari della Confcom-m e rc i o.

«Sono convinto che in questo momento ilruolo maggiore lo debbano giocare le isti-tuzioni intermedie come le regioni – è ilparere di Vergine – ora più che mai l’Ente èlegittimato dal popolo e da tutti gli stratidella società civile a interloquire al Mini-stero e farsi dare risposte concrete che nondevono essere semplici rassicurazioni sullivello di rischio delle piattaforme offshore,ma veri e propri “mea culpa” che dovrannoportare ad annullare le autorizzazioni ri-lasciate. L’obiettivo deve essere solo e sol-tanto questo. Come operatori – ricorda ilpresidente Sib – ne abbiamo discusso a li-vello regionale e non è escluso che l’ar -gomento sia trattato da Confcommercio alivello nazionale. Il nostro è un settore che fada traino all’economia locale ed è l’unicoper cui non occorreranno nel futuro bo-nifiche o riqualificazioni come succederàper l’Ilva o per le altre industrie inquinanti.La Basilicata è stata trivellata ma le ri-cadute economiche per il suo territorio so-no state pochissime e i costi di riqualifi-cazione forse saranno maggiori dei ricaviottenuti vendendo i barili di petrolio. Chiopera nel turismo promuovendo coscien-temente il territorio – conclude – non hacosti ambientali ma porta solo migliora-menti». [m.c.]

OTRANTO NELLA TAPPA PUGLIESE DI GOLETTA VERDE, LEGAMBIENTE SPINGE SULL’ISTITUZIONE DI UN PARCO CHE TUTELI LA BIODIVERSITÀ DELLA ZONA

La penisola salentina area marina protettaper fermare gli assalti delle multinazionali

MAURO BORTONE

l OT R A N TO. No alle trivelle, sìall’area marina protetta: è questo ilmessaggio che arriva forte e chiaroda Legambiente, nella tappa otran-tina di Goletta Verde, nell’ambito del-la campagna trentennale di monito-raggio dello stato dei mari e litoralinazionali.

L’associazione ambientalista hasottolineato l’importanza strategicadi istituire subito l’Area marina pro-tetta della penisola salentina, riba-dendo il «no» alle trivellazioni petro-lifere in Adriatico e compiere così unulteriore passo verso la tutela dellapreziosa biodiversità di questi luo-ghi, ridando slancio allo sviluppo eco-nomico e sostenibile del territorio.Del progetto e della necessità di ri-lanciarlo si è discusso più dettaglia-tamente nel corso dell’incontro al ca-stello aragonese, “Otranto, tra vele ep a rch i ”, tenutosi ieri mattina, al qua-le hanno preso parte Luciano Ca-riddi, sindaco di Otranto, il suo pre-decessore Francesco Bruni, oggi se-natore, Maurizio Manna, direttoredi Legambiente Puglia, Michele Te-nore, assessore alle Politiche am-bientali di Otranto e Laura Bram-billa, portavoce di Goletta Verde, ol-tre al rappresentante di circolo, Gior -gio Miggiano e al presidente del cen-tro di educazione ambientale “Ter redi Enea”, Elio Paiano. Poco prima,invece, a bordo della Goletta Verde siè svolto un flash mob con i ragazzi delcampo di volontariato di Legambien-te, proprio per rilanciare l’ap p e l l o#StopSeaDrilling che l’associazionesta portando avanti dall’inizio del suotour 2015 per fermare la corsa all’o ronero nel mar Adriatico. Quanto allearee marine protette, Legambiente,attraverso il direttore regionale Man-

na, ha sottolineato come possono que-ste rappresentare “una delle maggio-ri difese della nostra costa e del nostromare di fronte al rischio devastanterappresentato dall’assalto delle com-pagnie petrolifere che minaccianoconcretamente di annientare la qua-lità ambientale e le prospettive tu-ristiche ed economiche di una regio-ne”. Per l’occasione sono state ancheconsegnate al sindaco di Otranto le “5ve l e ” della Guida Blu di Legambientee Touring Club: la cittadina salen-tina, infatti, ha messo in piedi in que-sti anni numerose iniziative nell’am -bito di un’offerta turistica che rispet-ti l’ambiente e valorizzi il territorio.Il Centro di educazione ambientaledel Comune gestito dal circolo di Le-

gambiente ha realizzato un progettosul tema dell’acqua, dal titolo “l ' o robl u ”, e uno sulla biodiversità (”g redon green”). Altre iniziative hanno ri-guardato il riciclo premiante: “piùdifferenzi più risparmi”; è stata an-che installata una macchinetta in cuismaltire bottiglie di plastica e lattinein cambio di punti e sconti commer-ciali; è prevista la realizzazione della“Casa del riuso” e sono state instal-late due fontane con l’”acqua del sin-daco”. Inoltre, l’amministrazione hapromosso numerose giornate ecolo-giche e di pulizia delle spiagge e deifondali organizzate di concerto con levarie associazioni del territorio. Tut-to ciò, in attesa dell’istituzionedell’Area Marina Protetta.

Pagliaro (Forza Italia)«La Sinistra di Renzi

svende il nostro mare»«Sulle trivelle stiamo assisten-

do a un paradosso storico. Renzi ele multinazionali sono pronti a di-struggere il territorio italiano».Paolo Pagliaro, responsabile deldipartimento regionalismo dell’uffi -cio di presidenza di Forza Italia, in-terviene in polemica con il Gover-no sulla questione della autorizza-zioni alle prospezioni rilasciate allecompagnie.«A differenza del Pd e della sinistrain generale – commenta Pagliaro -Forza Italia non ha mai ceduto ilpasso, nell’analisi delle questioni enelle scelte conseguenti, a pregiu-dizi ideologici di sorta. Eppure, og-gi ci troviamo in un paradosso sto-rico, che ribalta tutte le tendenzevaloriali tra schieramenti: Renzi èstretto a doppio filo alle multinazio-nali che vorrebbero annientare inostri mari per pochissime goccedi petrolio, mentre il centrodestradifende il diritto dei territori ad au-todeterminarsi, nella più eroica tu-tela del paesaggio. Quello delle tri-velle non è un problema solo delleregioni coinvolte - sottolinea - maun nodo nazionale. Abbiamo unavisione diversa dei territori perchéla bellezza delle coste italiane rap-presenta una fonte economica, tu-ristica e non solo, inestimabile. Pe-raltro, nei nostri fondali il petrolio,oltre a esserci in quantità ridottissi-me, è anche di pessima qualità.Anche se il Governo dovesse deci-dere di non calpestare la voce dellecomunità – conclude - il problemanon sarebbe affatto risolto perchéè necessario stringere accordi bila-terali con i Paesi che si affaccianosul Mediterraneo». [m.c.]

Politiche superate

Allarme-turismo«Sarebbe la fine»I tour operator non proporrebbero più queste destinazioni

Il flashmob sulla Goletta Verde

ALLEANZA AMPIAIl dissenso ambientalista si saldacon quello degli operatorieconomici che temono un tracollo

«Per la centraledi Cerano44 morti l’anno»

l «No alla riconversione a gas della centrale diCerano per risparmiare il Tap a San Foca».

Il Movimento 5 stelle replica al consigliere re-gionale Sergio Blasi del Pd, che aveva lanciato l’ideadi eliminare la fonte combustibile del carbone in-troducendo il gas naturale per la produzione di ener-gia elettrica.

«Un nuovo studio del Cnr di Lecce e Bologna pub-blicato sulla rivista “International journal of en-vironmental research and public health” – ripor tanoil consigliere brindisino Gianluca Bozzetti e altrisette consiglieri regionali pentastellati - confermache la centrale Enel provocherebbe fino a 44 mortiall’anno nei territori tra Brindisi, Lecce e Taranto.Quattro morti ogni 100mila abitanti che si potrebberocertamente evitare se solo ci fosse la reale volontà diinvertire quella politica fossile divenuta ormai ob-soleta e insostenibile. La centrale è tra le più grandid’Europa e quindi tra le più inquinanti - ricordano -non è certo riconvertendola a gas e predisponendolaall’approdo di Tap che il problema inquinamento aBrindisi può essere risolto. Questa sembra più chealtro essere la solita soluzione di comodo adottata dalPartito democratico, che risparmierebbe le coste diSan Foca ma andrebbe a colpire ancora una volta unterritorio già martoriato dal punto di vista ambien-tale, pur di preservare in toto il volere del Pd na-zionale e di Renzi».

Il M5s ha preparato la richiesta per una com-missione speciale. «Ribadiamo il nostro no Tap ovun-que - concludono gli otto consiglieri regionali - stiamostilando una richiesta ufficiale per una commissionespeciale che studi un piano di riconversione eco-nomica per queste aree in cui i cittadini sono ancoracostretti a scegliere tra salute e lavoro». [m.c.]

BOERO

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Se si trovasse il petrolio, poi,ci sarebbero i rischi di in-cidente, per non parlare del-

le perdite fisiologiche. In un marechiuso come il Mediterraneo, unincidente come quello della Flo-rida sarebbe di proporzioni quasiirrimediabili. Ma il problema piùgrave non è quello dei rischi edegli impatti di queste attività. Ilproblema è che il nostro governoha scelto la strada della combu-stione anche per il futuro. Il che èalquanto strano. Nell’ultimo G7, lariunione dei sette paesi più in-dustrializzati del mondo (di cuifacciamo parte), è stato elaboratoun documento che impegna tutti adiminuire il nostro impatto sulclima. E l’impatto più grande sulclima deriva dalla combustione dicombustibili fossili. Insomma,dobbiamo smettere di bruciare!!!Perché i combustibili sono a basedi carbonio e per bruciare uncombustibile ci vuole l’ossigeno (ilcomburente) e il risultato è l’ani -dride carbonica che, poi, va nell’at -mosfera e provoca l’effetto serrache provoca il cambiamento cli-matico. Le piante sequestranol’anidride carbonica e il petrolionon è altro che anidride carbonica

dalle foreste del passato, seque-strata nel suolo nel corso di mi-lioni di anni. Noi la tiriamo fuori ela bruciamo, in tempi rapidissimi.Le foreste di oggi non ce la fanno asmaltirla. Dobbiamo smetterla. Edobbiamo produrre energia in mo-do diverso. Stiamo cominciando afarlo. Il gas è un combustibile piùpulito, ma è solo unatransizione. Dobbia-mo smettere di bru-ciare, quante volte lodobbiamo ripetere?E la Puglia ha datoun esempio mirabilenella produzione dienergia pulita (a par-te qualche truffetta).Quella è la direzione,e noi stiamo dando ilbuon esempio. Pos-siamo anche sacri-ficarci per il bene del Paese eaccettare un gasdotto (a patto chevenga fatto con tutti i crismi e cisiano opportune compensazioni).Ma le trivellazioni no. Il petrolionon rientra nella via che tuttidicono si debba intraprendere. Lamia curiosità è: ma come si fa adire certe cose durante la riunionedel G7 e poi a firmare atti che sonoesattamente il contrario di quelche si è firmato? I nostri rap-

presentanti in Parlamento che di-cono? Ma poi, dato che abbiamogià avuto troppi esempi di questotipo, mi viene un dubbio. E se fossesolo una truffa? Mi spiego. Leaziende che ora cercano il petrolio,a seguito di miracolose conces-sioni contrarie ad ogni logica,venderanno azioni. E dato che

dicono che ora tro-veranno il petrolioc’è da attendersi cheil valore delle loroazioni salga. Gli in-vestitori si affrette-ranno a comprareazioni (che sono deipezzi di carta incambio di danaro so-nante). Se poi il pe-trolio non si trova…p e c c at o … l’investi -mento è andato ma-

le. Il valore del pezzo di carta siazzera, ma quello dei soldi “in -ve s t i t i ” rimane… nelle tasche dichi ha venduto le azioni. Questigiochetti li fanno le banche che,ovviamente, guadagnano anche lo-ro, comprando e vendendo per gli“i nve s t i t o r i ”. E nessuno vi ga-rantisce che l’investimento andràa buon fine. Non per niente sichiama “giocare in borsa”. Chigioca sa che può anche perdere e,

comunque, ci saranno di sicurodelle clausole scritte piccolo pic-colo che vi impediranno di ri-chiedere i vostri soldi. Questa del-la truffa agli investitori è l’in -terpretazione che mi piace di più,dopotutto punirebbe solo l’av i d i t àdi chi vuol fare soldi con i soldi.Nel caso non corrispondesse averità, però, c’è da preoccuparsimolto per questa politica ener-getica del paese. E’ una politicafuori dalla realtà, completamenteinsostenibile e nel disprezzo dellegenerazioni future. Stiamo la-sciando un brutto mondo ai nostrifigli e pare che non riusciamo acapire che la distruzione del ca-pitale naturale in nome della cre-scita del capitale economico sia unperfetto suicidio. Lo dice ancheFrancesco, nella sua EnciclicaLaudato si. Lo spiega con doviziadi particolari, in modo inoppu-gnabile. L’ecologia ha supremazialogica sull’economia, e invece av-viene esattamente il contrario. So-no molto possibilista per alcuneimprese. Mi vanno bene le con-dotte a mare, mi va bene il ga-sdotto (se fatti con i criteri dovuti),ma le trivellazioni no. No. No. Nonvotate più i partiti che sostengonoqueste politiche. Basta!

*(Università del Salento, Cnr-Ismar, Wwf)

Ferdinando Boero

Proposta del Movimento 5Stelle«Si faccia un referendum abrogativo»Il Movimento 5stelle invita le regioni a presentare la

richiesta di referendum abrogativo contro le trivelle entroil 30 settembre. L’iniziativa parte dai consiglieri regionalipentastellati Antonella Laricchia, Viviana Guarini, MarioConca, Cristian Casili, Marco Galante, Grazia Di Bari, Gia-nluca Bozzetti e Rosa Barone, che hanno accolto la richie-sta avanzata dal Coordinamento nazionale “No Triv” edall’associazione “A Sud”«E’ necessario che la richiesta referendaria venga deposi-tata entro il prossimo 30 settembre – spiegano i consiglie-ri - affinché si possa andare al voto nella primavera del2016 ed evitare che i procedimenti per progetti di prospe-zione, ricerca e coltivazione di idrocarburi riavviati dall’ar -ticolo 35 del “Decreto Sviluppo”, arrivino rapidamente aconclusione, anche grazie all’accelerazione impressa dal-lo “Sblocca Italia”. Il referendum abrogativo presupponeun coordinamento urgente delle Regioni». [m.c.]