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LA GESTIONE DEL RISCHIO CHIMICO NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE MEDIANTE STRUTTURE OSPEDALIERE MEDIANTE SISTEMI DI RILEVAZIONE IN CONTINUO: L’ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DI L’ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DI MODENA Paolo Giuliani (1), Roberto Lombardi (2), Giuseppe Schirripa (1), Antonio Zotti (3) Azienda USL di Modena (1) ISPESL – Dipartimento Igiene del Lavoro, Roma (2) Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 1 25/10/2007 Comitato Tecnico Sanità AICARR ( Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento Refrigerazione ) (3)

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LA GESTIONE DEL RISCHIO CHIMICO NELLESTRUTTURE OSPEDALIERE MEDIANTESTRUTTURE OSPEDALIERE MEDIANTESISTEMI DI RILEVAZIONE IN CONTINUO:L’ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DIL’ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DIMODENA

Paolo Giuliani (1), Roberto Lombardi (2), Giuseppe Schirripa (1), Antonio Zotti (3)

Azienda USL di Modena (1)ISPESL – Dipartimento Igiene del Lavoro, Roma (2)

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 125/10/2007

Comitato Tecnico Sanità AICARR ( Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento Refrigerazione ) (3)

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La gestione del rischio chimico in ospedale, ai sensi dellavigente legislazione di igiene e sicurezza in ambiente di lavoro(D L 626/94 d tti ti i l ti ) è tt bil di t(D.Lgs 626/94 ed atti normativi correlati ) è attuabile medianteun’attenta messa a punto e continua verifica di tutte lenecessarie misure di sicurezza che garantiscono la tutelanecessarie misure di sicurezza che garantiscono la tuteladella salute di tutti i soggetti presenti all’interno della strutturasanitaria.

Lo strumento fondamentale che consente al datore di lavoro dii di id li i ti i t ti di iindividuare gli appropriati interventi di prevenzione eprotezione e di pianificarne l’attuazione, i miglioramento ed ilcontrollo al fine di verificarne l’efficacia e l’efficienza ècontrollo al fine di verificarne l efficacia e l efficienza, èrappresentato dalla valutazione del rischio.

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ASSENZA DI RISCHIO ESPOSITIVO:(in questo caso non sussistono problemi connessi con lo

svolgimento delle lavorazioni);

PRESENZA DI ESPOSIZIONE CONTROLLATA ENTRO IPRESENZA DI ESPOSIZIONE CONTROLLATA ENTRO ILIMITI DI ACCETTABILITÀ PREVISTI DALLANORMATIVA:NORMATIVA:

(la situazione deve essere mantenuta sotto controlloperiodico);

PRESENZA DI RISCHIO ESPOSITIVO:(si dovranno attuare i necessari interventi di prevenzione e(si dovranno attuare i necessari interventi di prevenzione e

protezione previsti dal D.Lgs. 626/94).

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Per una corretta procedura di valutazione del rischio ci si basageneralmente su criteri procedurali che sono stati ben definitig pda specifiche Linee Guida.Le linee guida forniscono, pertanto, alla luce delle attuali

i ifi h li i di i i l i i di i i dconoscenze scientifiche, gli indirizzi relativi a diversi aspetti edin particolare a:

• valutazione dell’esposizione;• sorveglianza sanitaria;g ;• misure di prevenzione;• modalità operative;

i hi l ti i• carichi lavorativi;• suscettibilità individuale.

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Nell’esperienza sviluppata presso i nuovi ospedali modenesisono state considerate le Linee Guida ISPESL sullavalutazione del rischio, focalizzando l’attenzione su quellochimico, nei Laboratori Scientifici e nelle strutture del S.S.N.

Per ogni ambiente di lavoro e per ogni tipologia di attività si èindividuato il seguente percorso:individuato il seguente percorso:

identificazione delle sorgenti di rischio:gattraverso una descrizione del ciclo lavorativo (in particolare,nel caso di laboratori, previa identificazione di specifici settoridi li i di i )di analisi o di ricerca);

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individuazione del rischio di esposizione:attraverso l’esame delle modalità operative, entità dellep ,lavorazioni, organizzazione dell’attività, presenza di misure disicurezza e/o sistemi di prevenzione). Si devono individuare ii hi i i i i li l d li à irischi espositivi per i quali le modalità operative non ne

consentano una gestione controllata ovvero i “Rischi residui”;

stima del rischio di esposizione:attraverso una verifica del rispetto dell’applicazione dellep ppnorme di sicurezza, dell’accettabilità delle condizioni di lavoro,delle condizioni di sicurezza ed igiene ed una vera e propria

i d i “f tt i bi t li di i hi ” lmisura dei “fattori ambientali di rischio” per una loroquantificazione oggettiva ed una valutazione attraverso ilconfronto con indici di riferimento

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confronto con indici di riferimento.

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Nel caso delle attività di Laboratorio sono stati esaminati iseguenti aspettig p

•contatto con sostanze caustiche ed irritanti;i l i di l i f i bbi i•inalazione di polveri, fumi, nebbie, gas e vapori;

•sostanze cancerogene e mutagene;•emissioni chimiche da strumentazioni analitiche/fumi•emissioni chimiche da strumentazioni analitiche/fumitossici, solventi etc.)•reazioni violente con formazione di prodotti tossici,p ,infiammabili o sviluppo di calore.

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I t ti di i t i tt tiInterventi di prevenzione e protezione attuati:•interventi procedurali (informazione sui rischi e formazionesulle modalità operative);sulle modalità operative);•individuazione delle caratteristiche di pericolosità e dirischio associato,attraverso un attento esame dell’etichettatura e delle relative schede di sicurezza dei prodotti,nonché quantità e tipo di impiego;

d t bilit d l bil d l l b t i•procedure stabilite dal responsabile del laboratorio;•disponibilità e corretto utilizzo di D.P.I., cappe diaspirazione etc ;aspirazione etc.;•effettuazione di procedure a ciclo chiuso (percancerogeni);g )•sorveglianza sanitaria (attraverso protocolli specifici, ocomunque correlati a rischi di esposizione, o generalizzati

i ll li tti ità di l b t i )Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

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comuni alle normali attività di laboratorio)

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Nel procedere si è tenuto in forte considerazione quantoindicato dal D.Lgs. 25/2002 (“Attuazione della Direttivag (98/24/CE sulla protezione della salute e della sicurezza deilavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante ill ”) h difi d i i i i ilavoro”) che modifica ed integra in varie parti quanto previstodal Titolo VII del D.Lgs. 626/94 introducendo il Titolo VII bis“Agenti chimici” Con l’entrata in vigore del D Lgs 25/02 iAgenti chimici . Con l entrata in vigore del D.Lgs 25/02, iprincipi espressi dal D.Lgs 66/00 (Titolo VII D.Lgs 626/94“Protezione da agenti cancerogeni o mutageni) vengono estesig g g ) ga tutte le altre categorie di pericolo previste dalla normativasulle sostanze pericolose (D.Lgs 52/97) e sui preparati( i l l i i tit it d d iù t ) i l i(miscele o soluzioni costituite da due o più sostanze) pericolosi(D.Lgs 65/03)

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In particolare le novità introdotte da tale decreto risultano inlinea con la nuova filosofia della sicurezza di orientamentocomunitario che, con il D.Lgs. 626/94, affida al datore dilavoro ed al suo staff il compito di “valutare i rischi” e di

i l i i di iporre in atto le necessarie misure di prevenzione,protezione e gestione dell’emergenza al fine di tutelare lasicurezza e la salute dei lavoratorisicurezza e la salute dei lavoratori.

Nell’eseguire il procedimento di valutazione del rischio chimicog pin ospedale e realizzare un’adeguata gestione dello stesso sievidenzia tra gli ambienti a cui dedicare la massima attenzionel l t ila sala operatoria.

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IL RISCHIO CHIMICO IN SALA OPERATORIA

Si è ritenuto indispensabile osservare le indicazioni delle LineeGuida ISPESL inerenti gli standard di sicurezza e di igiene

bi l d i i i d i l iambientale dei reparti operatori e documenti correlati acompletamento di quanto illustrato nel DPR del gennaio 1997sui requisiti minimi per l’esercizio delle attività sanitariesui requisiti minimi per l esercizio delle attività sanitarie.

E’ di conseguenza di fondamentale importanza il monitoraggiog p gged il controllo degli agenti inquinanti presenti nei gruppioperatori per evitare l’insorgere di varie patologie e la riduzioned ll i il d ll f d l l di ldella vigilanza e della performance del personale di salaoperatoria che è quasi sempre soggetto a ritmi stressanti.

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Nella gestione del rischio chimico in sala operatoria vi sonoalcuni aspetti particolarmente critici che in generalep p gcorrispondono a:

A ll l i i lli•Accesso alle sale operatorie senza opportuni controlli•Movimento del personale di sala in entrata ed uscita dalblocco senza precauzioni e senza rispetto dell’asepsiblocco senza precauzioni e senza rispetto dell asepsi•Struttura di accesso alla sala priva di zone filtro•Manutenzioni superficialip•Impianti meccanici di ventilazione e condizionamentoinesistenti o inefficaciI i ti d' i i i t ti i ffi i•Impianti d'evacuazione gas inesistenti o inefficaci

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 1225/10/2007

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E i di t i i d ti hi i iIng. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

USL di Modena 1325/10/2007

Esempio di contaminazione da agenti chimici

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Si definiscono due tipi di anestesia in chirurgia: la narcosi oanestesia generale, che agisce sulle strutture nervose centralig , ge la periferica, che agisce sulle zone nervose periferiche.Non si ritiene che questi due tipi di anestesia, se ottenuti peri fil i i i hi i hi di i i iinfiltrazione nei tessuti, provochino rischi di natura igienicoambientale dovuti a contatto o inalazione dei prodotti utilizzati.

Per quanto concerne l’anestesia generale per inalazione, siritiene che, a motivo del possibile inquinamento degli ambienti, p q gdelle sale operatorie, possano sussistere problemi diesposizione professionale nei confronti degli operatori addetti.

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 1425/10/2007

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Gli anestetici volatili per lo più impiegati sono costituiti daProtossido di Azoto in associazione ad un componentepalogenato tra cui :IsofluoranoS flSevofluoranoDesfluorano

Le concentrazioni di anestetico nella miscela variano di normanel corso dello stesso intervento, necessitando quantità più, q pelevate nella fase d' induzione rispetto a quelle dimantenimento dell’anestesia.

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L’inquinamento ambientale è funzione del tipod'apparecchiature di erogazione, della natura e qualità dei gas,pp g , q g ,dell’impianto di evacuazione, della cubatura della salaoperatoria, dell’impianto di condizionamento e relativi ricambid’ i hé d ll d d ll’id’aria, nonché della durata dell’intervento.

Per quanto riguarda le sale operatorie e in minor misura i localiPer quanto riguarda le sale operatorie e in minor misura i localiadiacenti (preanestesia, risveglio, preparazione chirurghi,sterilizzazione, lavaggio strumenti, sala gessi ecc.), le indagini, gg , g ), gdel Dipartimento Igiene del Lavoro dell’ ISPESL da diversi anniriscontrano un' elevata diffusione dell’inquinamento

bi t lambientale.

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Numerosi studi hanno evidenziato che nelle persone espostesi riscontrano casi di aborto, epatopatia, alterazioni, p p ,ematologiche e neurologiche sia centrali che periferiche.

L’i i di i i i l i ò d iL’impiego di gas anestetici in sala operatoria può determinare,in funzione delle apparecchiature impiegate, delle dimensionidegli ambienti della ventilazione presente e del tipo d'degli ambienti, della ventilazione presente e del tipo dintervento eseguito, un inquinamento indesiderato e nonnecessariamente connesso con l’attività di lavoro svolta.

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Sotto un profilo operativo il monitoraggio ambientale deveprevedere:p

•l’identificazione di tutte le sostanze tossiche presenti, perdi li ff i i i itener conto di eventuali effetti sinergici;

•il monitoraggio quantitativo delle stesse nelle diverse zone•il monitoraggio quantitativo delle stesse nelle diverse zonedell’ambiente, consentendo la compilazione di mappe spazialidell’inquinamento;q ;

•la valutazione temporale delle variazioni di concentrazioned t il t di ldurante il turno di lavoro.

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Risulta necessario attuare in maniera sincrona ed integratavari livelli di intervento:

Perseguire elevati livelli di formazione del personale ini i ll i h ll ili i di lmerito sia alla asepsi che alla sterilizzazione mediante la

compilazione e messa in opera di un protocollo operativo

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Garantire elevati standard realizzativi per gli impianti, ingrado di soddisfare integralmente le norme vigenti :g g g

• mantenere condizioni termoigrometriche adeguate;• mantenere un’areazione efficace dell’ambiente in grado di contenere• mantenere un areazione efficace dell ambiente, in grado di contenere

le concentrazioni ambientali di contaminanti chimici;• mantenere una concentrazione di particolato aerodisperso al di sotto

d i li iti fi ti i f tt l di t d t filt idei limiti fissati in fase progettuale, mediante adeguata filtrazionedell’aria immessa, efficacia di distribuzione dell’aria, con particolareriguardo all’isola chirurgica

• mantenere un adeguato livello di sovrapressione tra le sale operatorieed i locali limitrofi, isolando l’ambiente chirurgico da contaminantiesterni.

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Passare dai controlli periodici, puntuali ed occasionalidell’inquinamento da gas anestetici, ad un monitoraggioq g , ggin continuo (h24/365gg) della qualità dell’aria, convalutazione complessiva e contemporanea di :ffi i d ll il i• efficacia della ventilazione

• livello di pressione differenziale• livelli di concentrazione delle particelle• livelli di concentrazione delle particelle• microrganismi (di utilità non per il rischio chimico , ma quale

garanzia per la tutela da agenti biologici)g p g g )• livelli di concentrazione degli agenti chimici contaminanti

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IL SISTEMA DI RILEVAZIONE IN CONTINUO E L’ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DI MODENA

Nei nuovi ospedali di Modena in ragione di quanto sopraill i i è i l’ bi i di l i b lillustrato ci si è posti l’obiettivo di superare la ormai obsoletaimpostazione di controlli periodici e puntiformi anche seprogrammati che non offrono garanzie di conoscere l’effettivoprogrammati, che non offrono garanzie di conoscere l effettivostato della qualità dell’aria e non permettono alcun prontointervento, passando ad un sistema di monitoraggio in, p ggcontinuo della qualità dell’aria (h24/365gg/anno) per quantoconcerne gas, vapori, polveri, pressione differenziale,t di d ll til i d ll’i i t i bistudio della ventilazione e dell’inquinamento microbico.

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Sistema di rilevazione in continuo che consente di:

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che consente di:

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Verificare quotidianamente le prestazioni dichiarate in fasedi progetto e di collaudo del sistema impiantistico delp g pgruppo operatorio, definendo le differenze operative diperformance tra la fase “at rest” ed “operational“ legatell’i i HVAC (di il i di i )all’impianto HVAC (di ventilazione e condizionamento )

inerenti:inerenti:

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•la non completa o manchevole attuazione di quantoprevisto nel protocollo operativo da parte del personaleoccupanteoccupante

•l’andamento storico del calo prestazionale legatol andamento storico del calo prestazionale legatoall’utilizzo del sistema impiantistico (usura)

•il livello qualitativo delle procedure di manutenzione,legato allo scostamento dalle condizioni iniziali in fase dicollaudocollaudo

•il livello di criticità raggiungibile in caso di un eventoil livello di criticità raggiungibile in caso di un eventooccasionale di rottura o malfunzionamento del sistemaimpiantistico e successivo tempo di ripristino delle

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condizioni standard

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e consente di:

Salvaguardare la sicurezza del paziente, garantendo,mediante monitoraggio costante, la asepsi dell’isolahi i l d d ll d ichirurgica per tutta la durata della seduta operatoria

Salvaguardare la sicurezza degli operatori garantendoSalvaguardare la sicurezza degli operatori, garantendo,mediante documentazione costantemente aggiornata, lasalubrità dell’ambiente di lavoro.

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Per la messa a punto e la realizzazione del “ sistema “ sisono considerate le seguenti condizioni operative :g p

•semplicità di realizzazione

•tempo di risposta strumentale estremamente rapido conimmediata rilevazione di situazioni ambientali non accettabiliimmediata rilevazione di situazioni ambientali non accettabili,visualizzabile mediante pannelli di controllo gestibiliinteramente dall’utilizzatore;;

•utilizzo di tecnologie all’avanguardia nella ingegneriz-i d ll’ t t t l d i i ti tizazione dell’apparato strumentale ed impiantistico;

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•utilizzo di tecnologie conformi a quanto previsto da leggi enormative tecniche attualmente in vigore;g ;

•registrazione in continuo della relativa documentazione,l i l b i d i d i di il dla cui post-elaborazione dei dati permetta di conoscere il trenddi inquinamento e di programmare i cicli di manutenzione ditutte le apparecchiature e le strumentazioni dei gruppitutte le apparecchiature e le strumentazioni dei gruppioperatori;

•funzionamento completamente automatico, senza ausiliesterni e materiale di consumo, con necessità di manutenzioneid tt l i iridotta al minimo.

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CARATTERISTICHE DEL SISTEMA DI RILEVAZIONE INCONTINUO

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Modulo per il controllo di Gas e VaporiConsente il monitoraggio in continuo di sostanze inquinanti ingg qambienti a rischio (es. per le sale operatorie, protossido diazoto – alogenati – alcoli – biossido di carbonio).L i l i à d l d l i i d ll i di i d llLa particolarità del modulo risiede nella tecnica di misura dellastrumentazione utilizzata, la spettroscopia fotoacustica, chegarantisce una notevole performance dello stesso modulo :garantisce una notevole performance dello stesso modulo :•sensibilità pari a qualche ppb per la maggior parte dellesostanze misurabili•range dinamico molto ampio – circa 100.000 volte il minimovalore rilevabile

di t i l di•assenza di materiale di consumo•stabilità nella misura con operazioni di calibrazione emanutenzione ridotte (1 volta/anno)

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manutenzione ridotte (1 volta/anno)

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Una importante peculiarità, inoltre, si esprime con la facilità diutilizzo del sistema; grazie alla gestione remota, l’utilizzatore; g g ,può impostare on-line la sequenza e la frequenza dei punti dicampionamento, il calcolo degli indici, quali TLV-TWA, valore

di l i l i i d i i d dmedio, valore massimo, valore minimo e deviazione standard,l’attivazione delle soglie di allarme, la visualizzazione dei daticoncernenti ogni punto di campionamento tramite grafici e/oconcernenti ogni punto di campionamento tramite grafici e/otabelle numeriche e l’archiviazione dei reports.

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 3125/10/2007

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Particolare del Sistema di MonitoraggioIng. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

USL di Modena 3225/10/2007

Particolare del Sistema di Monitoraggio

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La ingegnerizzazione del sistema è stata studiata e curataappositamente nei minimi dettagli: dalla scelta dellapp gstrumentazione (la più utilizzata per questo tipo diapplicazione), alla scelta dei materiali impiegati (totalmentei i i ) ll l li i d i i di iinerti ai gas), alla localizzazione dei punti di campionamento(nelle aree critiche), al design compatto e robusto, allaeconomicità (operazioni di manutenzioni poco frequenti)economicità (operazioni di manutenzioni poco frequenti).

La modularità del sistema, inoltre, permette l’aumento o la, , pdiminuzione dei punti di campionamento, dei gas/vaporimisurabili e l’interfacciamento con ulteriori gestioni on line

ll’ bit d ll’ d lnell’ambito dell’ospedale.

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Lay-Out del Sistema di Monitoraggio

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Modulo per il controllo del Particolato AerodispersoUna volta che l’aria è filtrata nel modo ritenuto idoneo, essa,deve essere immessa nell’ambiente di lavoro dove occorremantenere le condizioni di pulizia prefissate.

Se la filtrazione può rendere il grado di pulizia dell’ariaaccettabile occorre poi che tale aria filtrata sia immessa edaccettabile, occorre poi che tale aria filtrata sia immessa edaspirata dall’ambiente in modo tale che i contaminanti generatiall’interno di esso non arrechino danno.

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 3525/10/2007

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Il sistema di controllo è stato ideato e progettato proprio perevitare l’accumulo di particelle fini (es. 0.5 μ) non visibilip ( μ)dall’occhio umano, ma che possono compromettere la saluteumana (agenti chimici tossici, agenti biologici).L i l i d l ili i l iLa tipologia del sensore utilizzato garantisce la massimaprecisione nella lettura, essendo stato concepito per l’utilizzo inambienti a contaminazione controllata (es camere bianche)ambienti a contaminazione controllata (es. camere bianche),con le seguenti peculiarità :•Dimensioni ridotte•Facilità di installazione•Dotato di sonda isocinetica per il campionamentoMi i ti d ll t i•Misura in continuo della concentrazione

•Collegabile in parallelo con altri sensori

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 3625/10/2007

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Sensore Fig.5 Sonda Isocinetica

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 3725/10/2007

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M d l il t ll i biModulo per il controllo microbicoIl controllo dei microorganismi in ambienti sterili rappresentauno degli aspetti fondamentali nel campo igienico-ospedalierouno degli aspetti fondamentali nel campo igienico-ospedaliero.In risposta alle più avanzate esigenze espresse in questosettore, il modulo permette una valutazione oggettiva dellop ggstato di contaminazione biologica associato alle particelle insospensione.Il d l tili t fi ti t t l iIl modulo utilizza una avanzata e sofisticata tecnologiacostruttiva unita alla fondamentale e consolidata tecnica diclassificazione granulometrica per impatto delle particelle inclassificazione granulometrica per impatto delle particelle insospensione. All'interno del dispositivo il fluido vienemantenuto in regime laminare; in relazione al diametrogaerodinamico delle particelle e alle condizioni fluidodinamicheè quindi possibile determinare in termini la probabilità di

tt d ll ti ll i ll t di di i ttIng. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

USL di Modena 3825/10/2007

cattura della particella in esame sullo stadio di impatto.

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Lo strumento di determinazione ad impatto è stato progettatoal fine di ottenere un'elevatissima probabilità di cattura perp ptutte le particelle di interesse nel campo della contaminazionemicrobica.

Sistema MultiPoint Strumento di determinazione ad impatto

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 3925/10/2007

ad impatto

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Modulo per lo Studio della VentilazioneModulo per lo Studio della VentilazioneLa maggior parte delle persone conosce la ventilazione solo intermini generici, ma non é abbastanza informata sulla suatermini generici, ma non é abbastanza informata sulla suaimportanza nella vita di tutti i giorni, oppure sui termini usati perdescriverne i differenti tipi. Con la ventilazione si intende ilprocesso di adduzione o aspirazione di masse d'ariamediante mezzi naturali o meccanici.Sul termine di benessere ed asepsi in sala operatoria si sonoSul termine di benessere ed asepsi in sala operatoria, si sonodilungati molti esperti del settore, offrendo soluzionitecnologiche di alto livello, ma spesso si trascura il controllog , pdella Ventilazione e dell’ efficienza che si deve garantire in taleambiente ospedaliero. Al riguardo si è voluto integrare ilSistema di rilevazione menzionato con un modulo che utilizzauna soluzione semplice e a basso costo, ma eccezionale nelvalutare in continuo questo importante parametro

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 4025/10/2007

valutare in continuo questo importante parametro.

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Impiegando la tecnica, universalmente nota, dei gas traccianti,un campionatore e dosatore si interfaccia al modulo Gas epVapori, iniettando il gas tracciante nell’ambiente ecampionandolo in modo sequenziale.

Questa tecnica di misura consente :

•la valutazione accurata del numero di ricambi/ora•la misura in continuo per lunghi periodip g p•la centralizzazione dell’apparato•la misura del grado di efficienza di ventilazionel’ ff tti i di di til i i di i i di l•l’effettivo indice di ventilazione in condizioni di lavoro

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 4125/10/2007

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Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 4225/10/2007

Lay-out dello studio della Ventilazione

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Modulo per il controllo della Pressione DifferenzialeI casi di trasmissione di malattie per via aerea sono purtroppop p ppfrequenti all'interno delle strutture sanitarie: il controllo dellapressione ambientale può essere un metodo efficace perli i l id il i hi di ieliminare o almeno ridurre il rischio di contagio.

In alcuni casi particolari (pazienti affetti da tubercolosi o cheIn alcuni casi particolari (pazienti affetti da tubercolosi o chehanno subito un trapianto, l'esposizione di tessuti duranteun'operazione) gli agenti biologici veicolati dall'aria possonop ) g g g pcomportare problemi molto seri.

L è ll di di t di i ( itiLo scopo è quello di creare un gradiente di pressione (positivoo negativo) per prevenire la diffusione degli agenti infettivi e/odi altri contaminanti

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 4325/10/2007

di altri contaminanti.

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Sensore per il controllo della Pressione Differenziale

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ESEMPI DI DETERMINAZIONI “IN CAMPO “ RELATIVEALL’OSPEDALE DI BAGGIOVARA ED OSSERVAZIONI

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 4525/10/2007

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Gas e Vapori

t i d l bi id di b i il t di ll t d l 22 3 2006Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

USL di Modena 4625/10/2007

concentrazione del biossido di carbonio – rilevamento di allerta del 22-3-2006.

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Gas e Vapori

Concentrazione del sevofluorano anomalia del 22 3 2006Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

USL di Modena 4725/10/2007

Concentrazione del sevofluorano – anomalia del 22-3-2006

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Gas e VaporiGas e Vapori

Controllo con gas tracciante dell’efficacia della ventilazioneIng. Paolo Giuliani – RSPP Azienda

USL di Modena 4825/10/2007

Controllo con gas tracciante dell efficacia della ventilazione

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ParticolatoParticolato

Andamento della concentrazione del particolato di dimensioni di 5 µm nell’arco di

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 4925/10/2007

24h presso una sala operatoria di chirurgia ortopedica.

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ParticolatoParticolato

Andamento della concentrazione del particolato di dimensioni di 0,5 µm nell’arco

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 5025/10/2007

di 24h presso una sala operatoria ad attività chirurgica ortopedica.

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Pressione differenzialePressione differenziale

Andamento dei valori di pressione differenziale nelle 24h all’interno di una sala di hi i l

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 5125/10/2007

chirurgia generale

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Pressione differenzialePressione differenziale

Andamento dei valori di pressione differenziale nelle 24h all’interno di una sala di

Ing. Paolo Giuliani – RSPP Azienda USL di Modena 5225/10/2007

chirurgia generale