La Finestra febbraio 2011

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Speciale S.Valentino da pag. 41 Finestra nr.2 - febbraio 2011 - anno XXIII Euro 1,00 Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in A.P. – 70% – CNS Bolzano | In caso di mancato recapito restituire a Bolzano CPO per la restituzione al mittente, previo pagamento resi > 25.000 copie < La Serie A-cqua La combinazione vincente Finstral servizio a pag. 4 Bamboccioni Il 50,3% dei giovani trentini vive ancora in famiglia San Lorenzo L’ospedale di Borgo ancora motivo di dibattito Al via il 3° campionato del risparmio idrico pag. 10 pag. 26 pag. 7

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Mensile gratuitamente distribuito in Valsugana e dintorni

Transcript of La Finestra febbraio 2011

SpecialeS.Valentinoda pag. 41

Finestranr.2 - febbraio 2011 - anno XXIII Euro 1,00

Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in A.P. – 70% – CNS Bolzano | In caso di mancato recapito restituire a Bolzano CPO per la restituzione al mittente, previo pagamento resi > 25.000 copie <

La

Serie A-cquaLa combinazionevincente Finstral

servizio a pag. 4

BamboccioniIl 50,3% dei giovani trentini vive ancora in famiglia

San LorenzoL’ospedale di Borgo ancora motivo di dibattito

Al via il 3° campionato del risparmio idrico

pag. 10

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pag. 7

PRIMO PIANO. Ivo Palaoro, bibliotecario a Levico Terme, si racconta

Una vita dedicata ai libriDa decenni Ivo Palaoro è il responsabile della biblioteca comunale di Levico Terme, dove ha visto passare varie generazioni di lettori. Difatti iniziò questa professione nel lontano 1974. Un po’ per caso, perché doveva trattarsi di un impiego temporaneo, per pochi mesi, e invece si è trasformato in un’autentica missione: diffondere il piacere della lettura...

Ivo Palaoro, professione...Bibliotecario alla biblioteca comunale di Levico Terme.Da bambino voleva fare... Non avevo un’idea ben pre-cisa. Dopo il Liceo Scienti-fi co mi iscrissi alla Facoltà di Fisica, ma non la portai a termine. Perché?Mi avevano offerto di lavo-rare per alcuni mesi in bi-blioteca. Da lì nacque il mio interesse per i libri e così, dopo aver vinto un concor-so, mi ritrovai a svolgere un lavoro a cui non avevo mai pensato prima di allo-

ra. Anche perché, eravamo nel no-vembre del 1974, si trattava di una professione nuo-va per l’epoca.Cosa ama del Suo lavoro...Poter trasmettere agli altri il piacere della lettura. Per me è una grande soddisfazione ve-dere in biblioteca persone che par-tono dal quotidia-no sportivo o dai bestseller, e che poi, a piccoli pas-

si, chiedono libri sempre più impegnati. Allo stesso modo sono molto conten-to quando vedo i ragazzi di un tempo che ora ritorna-no con i loro fi gli. Per Lei Il libro è...Cartaceo. Adesso si par-la tanto degli E-book. Non sono un male di per sé, però mi fanno un po’ tristezza.Dà mai dei consigli sui libri? Consigliare un libro è dif-fi cilissimo, perché bisogna conoscere bene la persona. Ma sapendo ciò che uno ha letto e gli è piaciuto, gli posso consigliare un titolo

Ivo Palaoro, bibliotecario a Levico Terme

analogo. Chiedono mai libri sulla storia locale? Come no. C’è un grosso in-teresse per la storia loca-le, soprattutto sui fatti del-la prima guerra mondiale. Per le quinte elementari stiamo anche proponendo degli incontri sulla storia del libro, per arrivare poi a mostrare qualche docu-mento del nostro archivio. Il Suo genere preferito?Libri di storia, romanzi a sfondo storico e libri che parlino di montagna.Della Valsugana Le piace...L’ambiente e il paesaggio, che noi però sappiamo ap-prezzare solo quando ce ne stiamo lontani per un po’.Invece non Le piace...Il campanilismo fi ne a se stesso che spesso impedi-sce iniziative comuni. Hobby?Montagna e falegnameria.Piatto preferito?Gnocchi di patate.Un Suo pregio?La pignoleria... che è anche il mio principale difetto.Non rinuncerebbe mai...Alla mia famiglia: a mia moglie e alle mie fi glie.

Johnny Gadler

Editoriale

Johnny Gadler

Una Valsugana che cresce, ma talvolta non sa fare scelte...

Cari lettori, è una Valsugana che cresce quella fotografata alla fi ne del 2010. So-prattutto per numero di abitanti, in au-mento in particolar modo nei grandi co-muni come Pergine Valsugana che vede la sua popolazione in vertiginosa ascesa tanto che, secondo le stime, nel 2014 do-vrebbe raggiungere i 23mila abitanti. Ciò è dovuto in parte ai nuovi arrivi – fami-glie che nel perginese trovano la comodi-tà di essere da un lato a pochi minuti dal capoluogo e dall’altro a un passo dai la-ghi e dai monti – ma è anche merito di un tasso di natalità molto elevato, in con-trotendenza rispetto alla media naziona-le. Non dappertutto però è così. A Baselga di Piné, ad esempio, dove la popolazione pur continua a salire, per la prima volta si è registrato un saldo naturale negativo. In parole povere nel 2010 ci sono stati più morti che nati e se gli abitanti sono cre-sciuti, quindi, lo si deve solo all’arrivo di persone da fuori.Ciò signifi ca che la Valsugana risulta mol-to attrattiva, nonostante le evidenti diffi -coltà e contraddizioni.I temi scottanti dell’anno scorso senz’al-tro terranno banco anche in questo 2011. A partire dall’acciaieria di Borgo, contro la quale già si sono mossi a gennaio i co-mitati cittadini; l’Ospedale San Lorenzo, sempre di Borgo, per il quale sono in arri-vo lavori per 20 milioni di euro ma sul cui futuro sono circolate voci di un possibile ridimensionamento del reparto di chirur-gia; il nuovo teatro di PSA a Pergine, che deve fare i conti con un comitato di citta-dini contrario all’opera e un “fi nanziatore di maggioranza”, la Provincia, che s’è pre-so una pausa di rifl essione per valutarne i costi effettivi. Ma tanti altri sono i pro-getti attorno ai quali c’è fermento, nuovi, vecchi e “vecchissimi”, come la Valdasti-co che ogni tanto rispunta dalle sue stesse ceneri. Forse consiste proprio in questo il limite attuale della Valsugana: l’incapaci-tà, talvolta, di compiere scelte coraggiose, chiare e defi nitive.

4 STORIA DI COPERTINA

Il nuovo serramento, denomi-nato Lignatec 200 è la sintesi vincente delle varie emozio-ni che può offrire il legno e le positive caratteristiche del pvc. La nuova finestra coniu-ga entrambi i materiali.Il legno, materiale nobile e versatile si trova all’interno del nuovo infisso e conferi-sce all’ambiente un’atmosfe-ra confortevole ed in armonia con la natura.Il lato esterno della finestra è realizzato di pvc in alta qua-lità, che permette di offrire un’elevata protezione dalle intemperie e poca manuten-zione.Con Lignatec 200 è possibile realizzare diverse combina-zioni di colori e di tipologie, adatte ad ogni tipo di costru-zione. Attualmente la gam-ma colori prevede cinque possibilità di scelta per il le-gno interno: rovere sbianca-to con venature, rovere, cilie-gio, noce chiaro e noce scuro. Per il profilo di pvc, la scel-ta è molto ampia con sei co-

lorazioni a disposizione che si adattano ad ogni esigenza abitativa.Proprio per andare incontro alla necessità di preservare l’espressione di vecchi edifi-ci e conservare lo stile archi-tettonico originario, il nuovo serramento legno-pvc di FIN-STRAL, offre la possibilità di essere installato anche senza opere murarie. Questa solu-zione che è particolarmente adatta alle ristrutturazioni di pregio delle abitazioni in pro-vincia di Trento, coniuga l’ in-novazione tecnologica con la

qualità dei materiali, garan-tendo un abitare naturale che dura nel tempo.Anche da un punto di vista tecnico il nuovo serramen-to legno-pvc Lignatec 200, si conferma un prodotto inno-vativo.

Lo spessore totale dell’ anta modello “Classi Line” è di 84 mm e può ospitare tripli ve-

tri da 40 mm con integra-to distanziale ad alto potere termo-isolante di serie. Que-sta importante caratteristica tecnica assicura all’intera fi-nestra elevati valori di isola-mento termico di Uw= 0,84 W/m²K ed ottimo isolamento acustico. Questi valori la pon-gono tra i modelli di infissi di qualità a maggior risparmio energetico attualmente sul mercato.Ciò è stato possibile grazie alla moderna tecnologia ed al nuovo ultramoderno im-pianto produttivo, realizzato appositamente, che ha per-messo la costruzione della nuova finestra FINSTRAL Le-gnatec. Per arrivare al model-lo definitivo, l’azienda ha im-piegato circa cinque anni di studi,effettuando prove, test e verifiche in collaborazio-ne con i più importanti isti-tuti europei di controllo e di test. In questo modo si è vo-luto assicurare al mercato un serramento legno-pvc dalle prestazioni superiori con una

La combinazione vincente Finstral

La nuova finestra legno–pvc di Finstral

Particolare della sezione del telaio

Il vasto assortimento di

prodotti FINSTRAL si arricchisce di un’ importante

novità : il sistema di finestre

in legno-pvc.

5STORIA DI COPERTINA

sicurezza funzionale che du-rasse per molto tempo. Come è tradizione dei prodotti FIN-STRAL.La nuova finestra in legno-pvc, sul lato esterno può ave-re a richiesta un rivestimento opzionale in alluminio, per-mettendo di avere una fine-stra in legno-pvc-alluminio. La varietà del sistema con-sente di soddisfare ogni esi-genza di forma e stile ed offre molteplici soluzioni di appli-cazione, declinate secondo le caratteristiche edili locali. Maggiori informazioni posso-no essere consultate visitan-do il sito www.finstral.com.

Noce chiaro

Rovere

Noce scuro

Rovere sbiancato

LA GAMMA DI COLORI

Ciliegio

VALSUGANA 7

In Italia 7 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni vivono ancora in famiglia, in Trentino sono il 50,3%

Ma non chiamateci “bamboccioni”Secondo gli ultimi dati ISTAT sono circa 7 milioni i giovani italiani che tra i 18 e i 34 anni vivono ancora in casa. Un vero e proprio esercito che preferisce la convivenza con i genitori ad una vita autonoma fuori casa. La causa di tutto questo può essere rappresentata, for-

se, da una sola parola: precarietà. E in Valsugana? Per capire quale sia la situazione nella nostra valle abbiamo intervistato alcuni ra-gazzi valsuganotti dai 18 ai 34 anni e abbiamo cercato, attraverso le loro parole, di capire i loro pensieri e, soprattutto, i loro sogni.

Bamboccioni d‘ItaliaIl problema di trovare un la-voro stabile e sicuro che per-metta ai giovani di avere una tranquillità economica, col-legato all’aumento della di-soccupazione dovuto alla crisi economica, sono tra i fattori principali che con-tribuiscono a peggiorare le prospettive future per i no-stri giovani. Difficoltà che si leggono nei dati, i quali indicano come il tasso di disoccupazione gio-vanile abbia raggiunto in Ita-lia il 25%.Tra i giovani occupati la si-tuazione non è comunque migliore, perché spesso i da-tori di lavoro preferiscono offrire contratti a loro più convenienti da un punto di vista economico, ma che of-frono poche garanzie. Princi-palmente contratti a proget-to o a tempo determinato, mentre rari sono i giovani che vantano un lavoro sicu-ro e ben retribuito. V.C.

FOCUSValsugana – Se in Italia i co-siddetti “bamboccioni” pullu-lano, com’è la situazione in Valsugana? Per capirlo abbia-mo intervistato alcuni ragazzi valsuganotti dai 18 ai 34 anni. L’immagine che ci viene dipin-ta dalle loro parole è quella di giovani comunque inseriti nel-la società. Molti, difatti, fanno parte delle tante associazioni che ben caratterizzano la no-stra realtà, con volontà e spi-rito d’iniziativa. Forte è la loro volontà di costruirsi un futu-ro attraverso il lavoro e lo stu-dio anche se, come per il resto d’Italia, i loro desideri devono fare i conti con una forte pre-carietà lavorativa che spes-so impedisce d’intraprendere una vita fuori casa. L’ostacolo maggiore è senz’al-tro quello economico, accan-to alla volontà di rimanere a vivere con i propri genito-ri per motivi di studio e per-ché, comunque sia, per anda-re a vivere fuori casa bisogna essere maturi e pronti ad af-frontare questo passo. Di que-sta opinione è infatti Matteo, un giovane studente univer-sitario 20enne di Scurelle che

ci ha detto come la sua scel-ta di rimanere a vivere a casa sia dovuta a motivi economici perché “io frequento l’univer-sità e non lavorando non pos-so permettermi di mantener-mi”, ma allo stesso tempo ci dice di non aver anco-ra pensato di andare a vivere da solo pro-prio per-ché impegnato nello studio e comunque non ancora pron-to al grande passo. Più si sale con l’età e maggiore sarebbe la volontà dei giovani di usci-re di casa, ma a frenare que-sta loro ambizione sono, come detto, soprattutto le difficoltà economiche.

50,3%RAGAZZI

Percentuale dei ragazzi trentini fra i 20 e i 34 anni che vivono coi genitori

36,8%RAGAZZE

Percentuale delle ragazze trentine fra i 20 e i 34 anni

che vivono coi genitori

Mariangela, studentessa 25enne di Marter di Ronce-gno ci ha raccontato che la vita universitaria è fatta d’im-pegno nello studio e nella ri-cerca di fare qualche lavoret-to per non dipendere ancora

totalmente dai genito-ri. In questa situazione “è pratica-mente im-p o s s i b i l e

pensare di andare a vivere da sola”, ma sottolinea come no-nostante si trovi bene a vive-re a casa sarebbe pronta, una volta trovata una certa stabi-lità economica ad affrontare questa scelta. A Mariangela abbiano anche chiesto un’opi-nione riguardo alla proposta

Per i giovani trovare un lavoro stabile è sempre più difficile, perché...

VALSUGANA8

Mariangela Lenzi, studentessa

Incontro in Commissione per i rapporti internazionali e con l‘Unione europea

Disoccupazione giovanile e la creazione di nuovi postiDisoccupazione giovanile e creazione di nuovi posti di lavoro sono stati i temi al centro di un incontro svol-tosi a metà gennaio in Com-missione provinciale per i rapporti internazionali e con l’Unione europa. Un’oc-casione per approfondi-re, soprattutto, le iniziative “Un’agenda per nuove com-petenze e per l’occupazione: un contributo europeo ver-so la piena occupazione” e “Youth on the move”.“Sono molte le attività rife-rite a questi obiettivi comu-nitari” ha detto il presidente Lorenzo Dellai, elencando borse di studio per favorire l’internazionalizzazione, in-terventi formativi linguistici anche abbinati a stage lavo-rativi, corsi di dottorato fuo-ri sede, agevolazioni per la frequenza di anni scolastici all’estero, progetti per favo-

rire l’inserimento nel mondo del lavoro di alte professio-nalità e specializzazione, ecc.Per Michele Colasanto, Presi-dente dell’Agenzia del Lavoro che ha illustrato le iniziative legate al mondo del lavoro e occupazione, il grande inter-rogativo del futuro è quello delle lauree, mentre di buo-no c’è che le imprese trentine sembrano interessate al per-corso formativo e a ospitare stage e tirocini più che nel re-sto d’Italia.

Nei primi nove mesi del 2010 c’è stato un lieve calo dell’oc-cupazione (con un tasso di di-soccupazione vicino al 4,4%) e una particolare preoccupa-zione sul versante del lavo-ro giovanile. Cresce anche la precarietà lavorativa. I con-tratti a termine rappresenta-no più di 7 lavoratori su 10, nella fascia 15-19 anni e au-mentano di oltre il 6% dal 2008 al 2009 nella fascia 20-24 anni. “In ogni caso, è come se l’Europa desse per scon-

tato che fino a 20 anni ci si dedica a formazione ed istruzione, mentre i nostri parametri per gli interven-ti in ambito di politica del lavoro partono dai 15 anni: questo è un elemento che ci riposiziona su una serie di iniziative ed attività e ci fa immaginare un intervento di politiche attive e del la-voro diverso, ha osservato Colasanto. Il contributo del-la Provincia si articola co-munque su azioni concrete tese a favorire il lavoro dei giovani, attraverso inter-venti formativi, il sostegno al reddito per i disoccupa-ti, per i lavoratori sospesi e nella fase di ricerca, misure anticrisi e reddito di quali-ficazione. L’apprendistato, che a Trento ha sempre rap-presentato un punto di for-za, continua ad esserlo per la nostra Provincia”.

Matteo Bressanini

del ministro Brunetta di fare una legge per spronare i ra-gazzi ad uscire di casa già a 18 anni: “Sono contraria perché questa è una scelta che dipen-de oltre che da una questione economica anche dalla maturi-

tà della persona che non sem-pre è la stessa alla stessa età”. Mariangela ci sottolinea come il problema principale sia un forte divario tra la formazio-ne che si riceve all’università e quella invece richiesta all’in-terno del mondo del lavoro. Qui, infatti, sempre più spes-so si richiede esperienza, cosa che i giovani appena usciti dal mondo degli studi difficilmen-te possono avere. Ci dovrebbe essere quindi “maggiore sinergia tra istitu-zioni ed università per realiz-zare dei percorsi formativi con l’obiettivo di agevolare l’entra-ta dei giovani nel mondo del la-voro”.Andrea, invece, è un ragazzo di 28 anni di Borgo che lavora già da molti anni come impie-gato tecnico e ci ha mostrato anche un altro aspetto impor-tante del perché i giovani at-tendano nell’andare a vivere da soli e cioè la necessità di mettere da parte delle risorse per poter costruirsi una casa che è una “cosa molto difficile

da realizzare se si vive in affit-to con i prezzi e la vita sempre più cara”. Ci ha anche detto che farà il grande passo nel momento del matrimonio. Infatti nella mag-gior parte dei casi chi rimane a vivere a casa lo fa fintanto che non si sposa o va a convi-vere, perché in questo modo si riesce piano piano a costruirsi una casa, oppure in due si ri-esce a pagare l’affitto e tutte le spese che la vita ci mette di fronte. Ad Andrea abbiamo an-

che chiesto come si trova a vi-vere in famiglia: “La conviven-za – dice – ha i suoi pregi e i suoi difetti. Io comunque vedo più pregi e non è un limite per la mia libertà”.Quello che traspare dai rac-conti dei ragazzi intervistati è la forte volontà di costruirsi un futuro fuori dalla propria fa-miglia, desiderio limitato dalla difficile situazione socio-eco-nomica che vede i giovani tra i più colpiti. Nonostante questo negli occhi dei ragazzi intervistati è pre-sente una forte fiducia e spe-ranza nel futuro, nella possibi-lità di realizzare i propri sogni, ma anche una forte consape-volezza della fatica e dell’im-pegno che in questo cammino li attende. Per tutti questi motivi non de-vono di certo essere definiti come dei “bamboccioni”, ma dei ragazzi che cercano di co-struirsi con tanti sforzi un futu-ro che possa essere il migliore possibile. Valentina Campestrini

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Borgo Vals. – L’Ospedale San Lorenzo di Borgo è nuovamen-te motivo di dibattito in Valsu-gana. Da un lato c’è chi paventa la possibilità di un suo ridimen-sionamento, dall’altro chi rassi-cura affermando che la struttu-ra verrà ampliata e potenziata. Come sempre, saranno poi i fat-ti a stabilire chi ha ragione. Un dato certo, intanto, è che dal 2006 il San Lorenzo ha perso il suo punto nascite. Una decisio-ne che suscitò molte polemi-che in Valsugana, sit-in davan-ti all’ospedale e una petizione popolare promossa dalla Lega Nord per chiedere la riapertura del reparto maternità.

Un documento con 1.054 firmeIn poche settimane erano state raccolte 1.054 firme, consegna-te sei mesi fa a Giovanni Kes-sler, allora presidente del con-siglio della PAT, dal capogruppo in consiglio provinciale della Lega Nord Alessandro Savoi, accompagnato dal consigliere comunale di Novaledo Rober-

All’ospedale di Borgo sono previsti lavori per 20 milioni di euro, ma non mancano i timori per il futuro

San Lorenzo: tra speranze e paure

Un rendering che mostra come verrà trasformato l’Ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana

to Paccher.Il 12 gennaio scorso tale docu-mento è approdato sul tavolo della quarta commissione per-manente, davanti alla quale sono stati convocati, per un’au-dizione, i primi firmatari della petizione.

L’audizione in commissioneRoberto Paccher ha espresso l’assoluta necessità di dotare la Valsugana di un punto nascite moderno ed efficace, aspetto ribadito dal consigliere Savoi – “Noi vogliamo garantire servizi efficienti anche a chi vive nei territori periferici”, ha detto – e dall’europarlamentare Enzo Erminio Boso che ha ricorda-

to come “la presenza del pun-to nascite a Borgo sia di vitale importanza per i residenti del Tesino, lontani ore di auto da Trento”.Quando va bene, visto che – ha aggiunto Pino Morandini, com-ponente effettivo della quarta commissione – “ci sono state puerpere della Valsugana che hanno partorito a Cles o a Tio-ne, perché il reparto di Trento era ingolfato”.Assente Ugo Rossi, assessore provinciale alla salute e politi-che sociali, in sua rappresen-tanza ha parlato la dottoressa Ferrario: “Per noi – ha detto – il limite di sicurezza è quello dei 500-600 parti l’anno, per i qua-

li garantire la presenza del pe-diatra. A Borgo nel 1995 c’era-no 200 parti che sono andati calando fino alla chiusura del punto nascite”. Il direttore generale dell’Azien-da sanitaria, Luciano Flor, ha ricordato come la scelta di chiudere il punto nascite di Borgo sia stata presa per mo-tivi di vario ordine: qualità e sicurezza, organizzazione ed economia. Ad esempio “non è auspicabile – ha detto – che arrivi una partoriente e si trovi qualcuno che non ha visto un parto nell’ultimo mese, questo espone a rischi pazienti e ope-ratori”.L’esame della mozione è stato

Punto nascite e reparto di chi-rurgia. Sono questi i temi caldi che continuano a infiammare il dibattito politico e non solo attorno al futuro dell’Ospedale San Lorenzo di Borgo.

BORGO VALSUGANA 11

rinviato alla seduta del 2 feb-braio e pertanto ve ne daremo conto nel prossimo numero.

I nuovi timori per chirurgiaIntanto, però, in questo inizio d’anno si è aperto un nuovo fronte, legato a insistenti voci di un possibile ridimensiona-mento del reparto di chirurgia per il quale si è diffuso il timore – come scrive anche Pino Mo-randini in un’interrogazione – “che vengano ridotte le reperi-bilità notturne del reparto, così come nel fine settimana, il che implicherebbe il venir meno di un servizio fondamentale”. Di più. “A causa della probabilità che uno dei chirurghi respon-sabili lasci l’incarico – asseri-sce Morandini – pare essere in forse la stessa permanenza del reparto di chirurgia”.I primi a scendere in campo in difesa della struttura sono stati ancora una volta gli esponenti del Carroccio, che il 29 dicem-bre scorso hanno organizzato un presidio.

La dura replica dell’assessoreSecca la replica di Ugo Ros-si: “Vorrei ribadire – ha detto – che al San Lorenzo non è in atto nessuna riorganizzazione. Si stanno inventando, ancora una volta, problemi dal nulla per er-gersi a paladini di un problema che è inesistente”.Invece c’è da evidenziare – ha proseguito l’assessore – i ri-sultati straordinari ottenuti, soprattutto dall’equipe e dal reparto chirurgici, che sono passati dai 968 interventi del 2009 ai 1081 del 2010, alla data del 14 dicembre”. Inoltre il plesso sta lavorando a pieno ritmo: si è passati dai 2.687 ricoveri ordinari del 2005 ai 2.156 del 2009, day hospital dai 660 del 2005 ai 1.311 del 2009, la degenza media è sce-sa da 7,4 del 2005 a 6,7 del 2009. Per quanto riguarda l’attività chirurgica del blocco operato-rio la chirurgia è passata dai 879 interventi del 2007 ai 1.081 del 2010, l’ortopedia da 243 inter-venti del 2007 agli attuali 699,

mentre il totale degli interven-ti è aumentato progressivamen-te da 1.231 nel 2007 a 1.929 alla data del 14 dicembre 2010. Da notare infine l’intensa attività ostetrico-ginecologica che si è sviluppata a partire dall’ago-sto 2006, data della chiusura del punto nascita, che vede una nuova organizzazione assisten-ziale, un centro ambulatoriale ostetrico-ginecologico, integra-zione con il consultorio familia-re e prestazioni varie da visite, eco e ricoveri per interventi gi-necologici.

La consegna delle firme: da sini-stra Paccher, Kessler e Savoi

Lavori per 20 milioni di euro“In questi giorni – conclude Rossi – è iniziata la ristruttu-razione dell’unità di degenza di chirurgia”, mentre nel 2012 inizieranno lavori per 20 mi-lioni di euro, con tre interven-ti strutturali: l’ampliamento e la ristrutturazione dell’edi-ficio principale; la costruzio-ne dell’autorimessa per le am-bulanze e della sede del 118, l’ampliamento del nuovo edifi-cio per l’introduzione del cen-tro prelievi e raccolta sangue. Un ampliamento di circa 2.200 metri quadri di superficie e la ristrutturazione di circa 8.800 metri quadri esistenti.Dati significativi, ma non per tutti esaurienti. “Certo – affer-ma Roberto Paccher – va dato atto che verrà effettuata una grande ristrutturazione dell’im-mobile, ma ciò di per sé non rappresenta una garanzia circa i servizi che il San Lorenzo po-trà ancora offrire ai pazienti val-suganotti”.

Johnny Gadler

BORGO VALSUGANA12

Borgo Vals. – Un concorso di disegno per sensibilizzare i giovani sull’importanza del volontariato e della solida-rietà all’interno di una socie-tà sempre più individualista.In poche parole un invito a scoprire, o riscoprire, “La gioia del dono” che è stato, non a caso, anche il titolo di questa lodevole iniziativa cui hanno partecipato circa cen-to ragazzi delle scuole medie di Borgo Valsugana, coordi-nati dai professori Olivieri e Dantone. Questo bel progetto, infat-ti, è nato dalla collaborazio-ne tra lo spazio Giovani To-tem di Borgo, l’Associazione AVIS e l’Istituto Comprensi-vo di Borgo Valsugana con lo scopo precipuo di avvicina-re i ragazzi al mondo del vo-lontariato e della solidarietà attraverso la loro creatività.Il tema proposto dall’Asso-ciazione AVIS è stato proprio “La gioia è un dono” e i ra-gazzi coinvolti nel progetto hanno cercato di esprimere con carta e colori il significa-to di questa frase. I risultati sono stati esposti per qual-che giorno presso la sala Guido Polo della Comunità di Valle Valsugana e Tesino a Borgo.I vincitori sono stati Cristina Alberini per le classi prima

media, Alice Fraglica per le classi seconda media e Pa-trick Battisti per le classi terza media. Segnalati come meritevoli i disegni di Gior-gia Degaudenz per la prima media, Marika Campestrin per la seconda media e Ling Ling Zhaa per la terza media.Ai vincitori è stata assegna-ta una borsa di studio di 100 euro, mentre agli autori delle opere segnalate è andata una pubblicazione. In entrambi i casi i premi sono stati mes-si a disposizione dall’AVIS, il cui presidente regionale Aldo Degaudenz – borghigia-no doc – ha voluto sottoline-are l’importanza che i dona-tori di sangue rivestono nella nostra società e, in partico-lar modo, in Bassa Valsuga-na. Territorio, difatti, in cui la presenza di questa associa-zione è storicamente radi-cata, tanto che nel corso del 2010 l’AVIS della Bassa Val-sugana e Tesino ha raccolto ben 1.920 sacche di sangue. Come a dire: da queste parti “la gioia è un dono” non ap-pare solo uno slogan accatti-vante, ma anche una filosofia di vita che anima l’intera co-munità. E la cosa più bella è che, adesso, l’hanno scoper-to anche i ragazzi. Johnny Gadler

Oltre cento partecipanti al concorso di disegno promosso da Totem, AVIS e Istituto Comprensivo

Per i ragazzi “La gioia è un dono”Avvicinare i ragazzi al mondo del volontariato e della solidarietà attraverso la loro creatività. È stato questo l’obiettivo del concorso di disegno riservato alle scuole medie dal titolo “La gioia è un dono”, progetto nato dalla collaborazione tra lo Spazio Giovani To-

tem di Borgo, l’Associazione AVIS e l’Istituto Comprensivo di Borgo Valsugana. Ai tre vincitori è stata assegnata una borsa di studio, ma alla fine hanno vinto tutti, scoprendo il grande piacere del-la solidarietà, ben radicato in tutta la Valsugana e nel Tesino.

I vincitori I meritevoli

“Questa mano offre delle cure alle sofferenze e alle malattie del mondo: è il simbolo della gioia che si può provare quan-do si dona gratuitamente”

Cristina Alberini (1 ª media)

“Ho disegnato un mondo triste in cui le persone non si aiutano e ognuno pensa per sé: poi ho pensato ad un mondo di doni rappresentati nel disegno dal-le frecce che poi nel luogo di destinazione si sviluppano. Il mondo diventa così felice e vivace”

Alice Fraglica (2 ª media)

“L’idea è nata dal senso del donarsi. Ispirandomi all’asso-ciazione AVIS”

Patrick Battisti (3 ª media)

Giorgia Degaudenz (1 ª media)

“Per me la gioia più grande è la mia famiglia e poter donare agli altri la felicità: nel disegno il fiore rappresenta la gioia. I petali che si staccano dal fiore sono i singoli momenti di felici-tà da condividere con gli altri. Le farfalle rappresentano la semplicità di stare con gli altri”

Marika Campestrin (2 ª media)

“La gioia ha diversi colori”

Ling Ling Zhaa (3 ª media)

“Spero che tutti i bambini, anziani, adulti possano donare qualcosa che aiuti gli altri”

Genitori e figli in visita alla mostra “La gioia è un dono” al-lestita presso la sala Guido Polo

Fabio Dalledonne, sindaco di Bor-go, e Aldo Degaudenz, presidente regionale dell’AVIS

Enrico Purin, educatore presso lo Spazio Giovani “Totem” che ha sede a Borgo Valsugana

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Acciaieria: nuovo braccio di ferroBorgo Vals. – Non si può cer-to dire che il 2010 sia stato un anno facile per l’acciaieria di Borgo Valsugana. Infatti il com-plesso siderurgico, che molti chiamano “fonderia”, s’è visto stretto da un lato dalle inchie-ste giudiziarie e da un’opinio-ne pubblica sempre più insof-ferente verso uno stabilimento che, a torto o a ragione, viene considerato pericoloso per la salute pubblica; dall’altro è at-tanagliato dai morsi della cri-si economica che si fa sentire anche in questo settore, tanto che la produzione, dopo il pic-co fatto registrare nel 2008, si è ridotta in maniera significati-va anche se, a quanto sembra, non in maniera preoccupante per i 115 dipendenti dello stabi-limento, 111 dei quali trentini.L’Acciaieria Valsugana, affer-ma infatti il direttore Andrea

Michielan, produce due tipolo-gie di prodotto: acciaio per ce-mento armato e acciaio di qua-lità. In questo modo si riescono a compensare le indubbie diffi-coltà del mercato che, secon-do le previsioni, in questo 2011 dovrebbe mantenersi sui livelli dell’anno scorso, anche se non si nasconde la speranza che nel secondo semestre possa verificarsi una, seppur timida, ripresa. Ciò che sicuramente

riprende, intanto, è il processo per il presunto inquinamento, una questione che in Valsugana tiene banco ormai da più di un anno e che vede in prima linea i Comitati dei cittadini, i quali poco si fidano sia dei controlli “a sorpresa” effettuati nel cor-so degli ultimi mesi dai tecnici dell’Appa, sia delle rassicura-zioni fornite, a più riprese, dal-le istituzioni.Proprio il 20 gennaio scorso è

stato presentato presso l’au-ditorium di Borgo un filmato, della durata di circa venti mi-nuti, nel quale si punta il dito contro le emissioni diffuse che i Comitati giudicano sospet-te, tanto da avere consegnato una copia del video anche alla Procura di Trento, dove sono giunti con un “corteo lumaca” partito da Borgo Valsugana la mattina del 22 gennaio scorso.Forti le ripercussioni sul traf-fico, anche se non così pesanti come era avvenuto il 6 giugno dello scorso anno, per un’ana-loga forma di protesta. Che di certo non sarà l’ultima. Il brac-cio di ferro tra acciaieria e cit-tadini, infatti, sembra destina-to a proseguire, anche perché ben pochi credono che il pro-nunciamento della giustizia metterà la parola fine a questa vicenda. J.G.

L’acciaieria di Borgo Valsugana vista dall’alto

Dopo un 2010 difficile su tutti i fronti, per l’acciaieria di Borgo arriva un’altra stoccata dai Comitati

VALSUGANA14

Una giornata per non dimenticare mai

In biblioteca per non dimenticare gli orrori dell‘olocausto

Levico Terme – In occasio-ne della “Giornata della Me-moria”, svoltasi il 27 gennaio scorso, la biblioteca comu-nale di Levico Terme ha pro-posto una serie di iniziative volte a far conoscere e “non far dimenticare” uno degli aspetti più tragici del XX se-colo.Il 29 gennaio scorso, infatti, proprio presso la biblioteca si è conclusa la mostra “La SHOAH, per non dimentica-re”, con oltre un centinaio di libri sull’Olocausto suddivi-si in quattro grandi aree te-matiche: gli ebrei, la Shoah, i campi di sterminio, lettera-tura e diari.Tra i volumi esposti an-che opere di autori trentini, come Aldo Bertoluzza con il suo “Due innocenti nella sto-ria di Trento: il Simonino e gli ebrei: la prima narrazione

storica dopo la soppressione del culto del Simonino”, e “Au-schwitz”, di Sergio Bernardi, catalogo di una mostra tenu-tasi a Trento nel 2004. Tra i li-bri più famosi “Se questo è un uomo” di Primo Levi” e cinque opere di Elie Wiesel, scrittore sopravvissuto all’Olocausto. Il 28 gennaio, invece, presso il Teatro Oratorio si è svolto un

incontro, riservato agli alun-ni delle classi II e III della scuola media, dal titolo “Tu passerai per il camino. Ricor-do della Shoah”. Un soprav-vissuto di Auschwitz tutte le notti, nel sogno, rivive l’in-cubo del Lager” monologo di e con Alfonso Masi, men-tre Ferdy Lorenzi ha cantato “Auschwitz”. Il 1° febbraio scorso, inol-tre, gli alunni di terza media hanno incontrato lo scritto-re Frediano Sessi (curatore per Einaudi dell’edizione de-finitiva de “Il diario di Anna Frank”) a conclusione del percorso di lettura iniziato nella primavera 2010.L’8 febbraio prossimo, infi-ne, gli alunni delle classi III e V della Scuola Elementare incontreranno Paola Ruffo con letture su Anna Frank e la Shoah.

Valsugana – A molti, proba-bilmente, la piccola città po-lacca di Oswiecim non dice proprio nulla. Ma se traduciamo il suo nome in lingua tedesca, nessuno po-trà trattenere un fremito: un moto interiore di puro terrore per quel che li è stato e che po-trebbe ricapitare altrove, un moto d’ira verso i carnefici, un moto di pietà per le incolpevo-li vittime e di vergogna per la malvagità del genere umano.Perché Oswiecim in tedesco si traduce Auschwitz, parola or-mai divenuta sinonimo di Olo-causto, che ancor oggi, a oltre sessant’anni di distanza, incu-

te orrore in chi la sente pro-nunciare, evocando la follia di quei cinque lunghi e terribi-li anni in cui la terra sprofon-dò nel baratro della seconda guerra mondiale e la coscien-za dell’uomo ritorno allo sta-to primordiale partorendo la famigerata “soluzione finale”.Tra il maggio del 1940 e il gen-naio del 1945, infatti, oltre 1 milione di persone, la maggior parte delle quali ebrei, mori-

rono nel campo di concentra-mento di Auschwitz Birkenau.“Mai dimenticherò quella not-te, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata. Mai dimenticherò quel fumo.Mai dimenticherò i piccoli vol-ti dei bambini di cui avevo vi-sto i corpi trasformarsi in vo-lute di fumo sotto un cielo muto.

Mai dimenticherò quelle fiam-me che bruciarono per sem-pre la mia Fede. Mai dimenti-cherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere. Mai di-menticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai”.È con queste parole, che pesa-no come macigni sulla storia del XX secolo, che lo scritto-re rumeno Elie Wiesel descri-ve nel libro “La notte” il suo arrivo al campo di Auschwitz.Parole che sarebbe bene ognuno di noi portasse im-presse nella memoria, scolpi-te nel proprio cuore per – dav-vero! - non dimenticare, al di là delle celebrazioni e della retorica che spesso le accom-pagna. J.G.

Nel 2000 il Governo italiano, aderendo a una proposta inter-nazionale, dichiarò il 27 genna-io giornata di commemorazio-ne delle vittime del nazionalsocialismo e dell’Olo-causto. Da allora, ogni anno, sono molteplici le iniziative per non dimenticare mai...

IN BREVE

Levico Terme – Il 10 feb-braio prossimo si terrà la Giornata del ricordo, in memoria di una tragedia a lungo negata: quella de-gli italiani d‘Istria, Fiume e Dalmazia che conobbe-ro le persecuzioni, le foibe, l‘esilio.Per ricordare questi tristi eventi, la biblioteca comu-nale di Levico Terme ha al-lestito, fino al 12 febbraio prossimo, una mostra di li-bri sull‘argomento comple-ta di catalogo.

La giornata del ricordo

Anche in Valsugana numerose iniziative per la commemorazione delle tante vittime dell’Olocausto

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Il direttore Giuseppe Saba e la presidente Piera Janeselli

Levico Terme – Presso il Centro don Ziglio di Levico Terme si è svolto l’annuale in-contro con i famigliari degli ospiti. L’appuntamento è ini-ziato con una S. Messa cele-brata dall’arciprete di Levico don Ernesto Ferretti e solen-nizzata dai canti del Coro Par-rocchiale. Quindi la presiden-te Piera Janeselli, dopo aver dato il benvenuto alle autori-tà e ai ben 142 parenti delle persone ospitate, ha espresso un ringraziamento particola-re alla Parrocchia e al Gruppo Gaia per l’opera di volontaria-to che da anni sta svolgendo. Cento sono gli ospiti (90 uo-mini e 10 donne) e quattro in lista di attesa. Inoltre si sta programmando il progetto dell’appartamento protetto portando avanti una metodo-logia operativa già sperimen-tata e orientata a raggiungere l’obiettivo del buon rappor-to di relazione con l’ospite, al fine di capirne i bisogni e

le necessità. È seguito l’inter-vento del direttore Giusep-pe Saba per illustrare alcuni aspetti tecnici dei progetti in atto. Hanno preso poi la pa-rola il sindaco di Levico Gian-piero Passamani, i consiglieri provinciali Caterina Dominici e Renzo Anderle, l’assessore del comune di Pergine Giorgio Girardi, la rappresentante del

comitato famigliari, Lorenza Preti. Tutti hanno sottolinea-to l’importante e insostituibile ruolo che il Centro don Ziglio sta svolgendo sia verso quan-ti lì hanno trovato l’ambiente ideale per una loro crescita e formazione, che per il sollie-vo che porta alle famiglie de-gli ospiti.

Mario Pacher

Strada di accesso CRM Levico Terme – Ammon-terà a 336 mila euro la spe-sa per la realizzazione del-la nuova strada di accesso al CRM (Centro di Raccolta Materiali) situato in località Someari, il cui progetto ese-cutivo è stato recentemente approvato dalla giunta co-munale.

IN BREVE

Levico Terme – Con una spesa di poco su-periore ai 55mila euro, l‘amministrazione comu-nale di Levico Terme ha de-ciso di rendere migliore e più razionale la segnaleti-ca verticale nel centro della città termale.

Segnaletica in centro

perdona. Ma Italo, agricolto-re convinto, sarà ricordato a lungo dai suoi cittadini per il grande spirito di iniziativa ver-so il sociale, lasciando così se-gni incancellabili del suo ope-rato. A lui infatti va il merito se oggi la strada che collega

Barco di Levico T. – Il cav. Italo Lucca, una delle per-sone di maggior rilievo nel-la storia di Barco, se n’è an-dato. Ha concluso la sua vita terrena in silenzio a 76 anni, dopo aver lottato inutilmen-te contro un male che non

Se n’è andato un benefattore della comunità

Addio al Cav. Italo LuccaLevico a Barco è servita da cavalcavia, un’opera tanto im-portante perché su quel tratto si erano prima verificati tan-ti incidenti che a molti erano costati la vita. Poi tante altre realizzazioni vanno ascritte al suo buon senso e impegno: la ristrutturazione della cano-nica, oratorio, teatro, la stra-da che porta a Sella, tanto per citarne alcune. Il cav. Ita-lo fu anche cofondatore della COFAV di Caldonazzo, presi-dente per 25 anni della loca-le Scuola Materna, vicesinda-co di Levico per cinque anni. Ed ancora alpino e vigile del fuoco. Negli ultimi tempi del-la sua vita si dedicò a fare il nonno affettuoso ai suoi 10 ni-potini perché, diceva sempre: “Ognuno di loro porta un pez-zetto del nonno”. Nel giorno dei suoi funerali svoltisi nel-la parrocchiale di Barco, Ita-lo Lucca è stato ricordato dal parroco don Silvio Pradel per le sue grandi iniziative e per

tutto il bene che ha lasciato al suo paese. Fra la grande moltitudine di gente accorsa per porgergli l’estremo salu-to, c’era anche il presidente della Giunta Provinciale Lo-renzo Dellai, l’ex assessore all’agricoltura Dario Pallao-ro, il consigliere provinciale Renzo Anderle e il cav. Lino Angeli con il quale condivise sempre tante iniziative. Ora riposa nel cimitero del cen-tro termale. Mario Pacher

Il Cav. Italo Lucca

Il centro storico di Levico

Sono stati ben 142 i parenti degli ospiti presenti all’appuntamento annuale

Incontro al Centro Don Ziglio

PERGINE VALSUGANA18

Pergine Vals. – Con l’inizio del nuovo anno non si placa la querelle sul nuovo teatro che Pergine Spettacolo Aperto in-tende realizzare all’ex ospedale psichiatrico, nell’area del Par-co Tre Castagni. Una decisio-ne duramente contestata da un Comitato di cittadini che giu-dicano l’opera inutile – perché Pergine ha già un altro nuovo teatro in via di ultimazione – costosa e impattante dal pun-to di vista ambientale, paesag-gistico e urbanistico.Per esaminare il progetto, il 13 gennaio scorso si sono incon-trati il sindaco di Pergine, Sil-vano Corradi, il presidente di PSA, Paolo Oss Noser, il presi-

Continua la discussione sul progetto per il nuovo teatro di Pergine Spettacolo Aperto. La Provincia, pur confermando lo

stanziamento fatto nel 2007, intende fare un approfondi-mento sui costi. Uno “stop” tecnico, quindi, non politico.

Sul nuovo teatro di PSA la Provincia prende tempo per valutarne i costi, ma non è uno stop politico

Nuovo teatro: frenate e accelerate

dente della Provincia Lorenzo Dellai, l’assessore alla cultura del comune di Pergine, Marco Morelli e il suo omologo a livel-lo provinciale, Franco Panizza, nonché Raffaele De Col, diri-gente del Servizio Infrastruttu-re della Provincia.“Nel corso del confronto e considerata la complessità dell’opera – si legge in un co-municato diramato dalla Pro-vincia – sono emersi alcuni aspetti tecnici sul progetto, che meritano un ulteriore appro-fondimento, alla luce di quan-to previsto dalla normativa vi-gente. Conclusa questa fase di approfondimento, si deciderà quindi come procedere”.

“Il progetto è al vaglio degli uffici tecnici, e sono emerse delle incongruenze rispetto al preventivo del 2007” ha af-fermato l’assessore provincia-le alla cultura Franco Panizza intervenendo presso la Ter-za Commissione permanente che esaminava la petizione del “Comitato cittadini di Pergine Valsugana per la salvaguardia del territorio”.“La Provincia conferma – ha detto ancora Panizza – lo stanziamento fatto allora, ma occorre un confronto con l’en-te proponente e con il Comune per verificare le cifre”. La sospensio-ne della pratica quindi è soltan-to tecnica, non politica.L’assessore ha quindi ricor-dato l’iter del nuovo teatro che prevedeva il rilancio del-la città di Pergine come città della cultura e la necessità di sostituire il tendone colloca-to in centro città con proble-mi di inquinamento acustico e ambientale da traffico. “Tra un anno sarà pronto il teatro al chiuso da 400 posti, mentre il teatro per i grandi eventi è stato collocato vicino all’ex ospedale psichiatrico, unico spazio disponibile non trop-po lontano dal centro stori-co” ha detto l’assessore. Sul-la compatibilità ambientale, la

Sovrintendenza non si poteva esprimere in quanto l’area non è sottoposta a vincoli. “Le di-mensioni di quel tipo servono a rendere unica quella struttu-ra, in modo da non farla subire la concorrenza del Santa Chia-ra. Se avesse solo 1000 posti non avrebbe senso, questo ci hanno detto i promotori”, ha detto ancora Panizza. La Pro-vincia ha confermato 3 milio-ni e 100mila euro di finanzia-mento su una spesa totale di 5 “e questa cifra non sarà cer-to aumentata”. I soldi per un

aumento non ci sono, e in ogni caso la cifra at-tuale è ritenu-ta congrua. Pa-nizza ha detto che il Comune di Pergine rico-nosce strumen-tale la petizio-ne, in quanto le firme non sono state consegna-

te in municipio. “Ma questo – ha aggiunto – non toglie legit-timità all’iniziativa”.Se la pausa di riflessione del-la Provincia è giunta del tutto inattesa, altrettanto sorpren-dente, nonché sofferta, è sta-ta la decisione del Pd pergine-se di votare una mozione, per quanto rivista e corretta, a so-stegno del nuovo teatro di Per-gine Spettacolo Aperto pre-sentata dai consiglieri Diego Pintarelli e Primo Pintarelli di Alternativa Per Pergine di cui riferiamo nella pagina a fianco.

Il “vecchio” teatro di PSA

L’area in cui verrà inserito il nuovo teatro di PSA

PERGINE VALSUGANA 19

Sul teatro di PSA il consiglio dice sì Approvato a larga maggioranza un testo che impegna la giunta ad accelerare i tempi sull’opera

Pergine Vals. – Sul nuovo te-atro di PSA il gruppo consilia-re di Alternativa per Pergine aveva presentato una propria mozione. Poi i capigruppo con-siliari hanno trovato un accor-do, approvato dal consiglio co-munale di Pergine il 17 gennaio scorso con 22 voti favorevoli su 26 consiglieri votanti.

Nel testo si ribadisce che il nuovo teatro di PSA è “una struttura di livello provincia-le, voluta dalla PAT e finan-ziata dalla stessa, che se non viene realizzata a Pergine, pro-babilmente troverà posto al-trove; struttura di oltre 2 mila posti nella quale possono tro-vare spazio, anche eventi te-

atrali, ma sarà destinata prio-ritariamente a “grandi eventi” (concerti e non solo) diversi per loro natura dalle recite te-atrali e che si differenziano da queste per il grande richiamo di pubblico ma soprattutto per-ché in grado di autofinanziar-si. Un investimento quindi che nel territorio dove troverà col-locazione porterà positive rica-dute e benefici anche alle altre attività economiche (turismo, commercio...). Sarà quindi un contenitore per eventi di va-lenza provinciale ed oltre, non un secondo teatro. Nonostan-te questo vi sono stati inter-venti anche politici che negli ultimi mesi hanno messo in di-scussione la necessità della co-struzione di questa importante struttura con il rischio di bloc-care il contributo concesso a PSA da parte della Provincia.

Preso atto del recente incontro fra l’Amministrazione comuna-le di Pergine, l’Amministrazio-ne Provinciale rappresentata dal Presidente Lorenzo Dellai e l’Associazione Pergine Spet-tacolo Aperto nel quale è sta-to deciso di procedere ad una verifica dei costi economici necessari per la costruzione dell’opera ed è stata confer-mata la volontà di procedere a finanziare la costruzione del nuovo Teatro Tenda, il Consi-glio comunale nell’esprimere piena solidarietà ed appoggio a Pergine Spettacolo Aperto per l’impegno e la professiona-lità dimostrata impegna il sin-daco e la giunta a tenere stretti contatti con la Giunta Provin-ciale al fine di accelerare i tem-pi di erogazione del contributo e di dare inizio ai lavori in tem-pi brevi.

Momento di uno spettacolo organizzato da Pergine Spettacolo Aperto

PERGINE VALSUGANA20

Nuovi parcheggi? Sì ma... Pergine Vals. – Prosegue il percorso di valorizzazio-ne del centro storico di Per-gine, di cui l’assessore al commercio Giorgio Girar-di aveva parlato anche su queste pagine. Archiviata con buoni risultati la prima edizione del “Villaggio delle Meraviglie”, sul tavolo ritor-na il problema dei parcheg-gi in centro, questione più volte sollevata dai cittadini e, soprattutto, dalle catego-rie economiche che opera-no nel nucleo storico della cittadina. A tale proposito l’assessore Girardi fa sape-re che è in via di ultimazio-ne il parcheggio del Tegaz-zo, mentre rilancia l’ipotesi di realizzare nuovi parcheg-gi nelle vicinanze del cen-tro, il quale, tuttavia, dovrà rimanere a misura d’uomo e, soprattutto, di bambino. Quindi senza macchine.

IN BREVE

A Pergine quando il passaggio a livello di Via Molin del Palù è chiuso si formano subito lun-ghe code. La questione è stata oggetto di un’interrogazione della Lega Nord cui ora ha ri-sposto Alberto Pacher, assesso-re provinciale ai trasporti.

Pergine Vals. – Lunghe code di mezzi provenienti dalla SS 47, incolonnati, soprattut-to nelle ore di punta, davanti all’arcaico passaggio a livello di Via Molin del Palù. È quan-to denunciava nell’estate scor-sa la Lega Nord, che sulla stra-da di collegamento tra l’uscita della SS 47 a Pergine Sud e il centro cittadino aveva anche presentato un’interrogazione in Consiglio provinciale. “Ci sembrerebbe corretto – scrivevano i sei consiglieri provinciali del Carroccio – ri-cercare una soluzione seria e fattibile per dare vivibilità al territorio, scorrevolezza al traf-fico ed eliminazione di stazio-namenti che appunto generano smog e inquinamento”.In che modo? Già negli scorsi anni il Carroccio aveva presen-tato al consiglio comunale di Pergine, attraverso i suoi rap-presentanti, la proposta di ve-rificare se nel PRG vi fosse la possibilità di inserire un sotto-passo che partendo dalla stra-da comunale n. 3312, ora cieca, passando sotto l’attuale ferro-via, potesse raccordarsi alla strada n. 3300/2, parallela a Via al Lago, liberando dal traffico parassitario, soprattutto quello pesante, la già stretta via Molin del Palù. La via, infatti, è attual-

In coda all’ora di puntaIl passaggio a livello di Via Molin del Palù continua a far discutere in città

Altri rincari in vistaPergine Vals. – Per gli utenti perginesi questo inizio d’anno riserva una serie di rincari. Dopo l’an-nunciato aumento della tassa dei rifiuti, ora tocca ai biglietti del servizio di trasporto pubblico urbano che, in media, costeranno il 10% in più, ad eccezio-ne degli abbonamenti i cui prezzi non verranno ritoc-cati. Sarà del 2,5%, inve-ce, il rincaro della bolletta dell’acqua per una fami-glia media.

L’assessore Giorgio Girardi

Al passaggio a livello di Via Molin del Palù si formano lunghe code

mente l’unica valvola di sfogo per la viabilità e soprattutto quando le barriere ferroviarie inibiscono il passaggio è imme-diata la formazione di lunghe colonne in attesa in entrambi i sensi di marcia.All’interrogazione ha recente-mente risposto Alberto Pacher, vice presidente della giunta provinciale nonché assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti. La viabilità di com-petenza provinciale – asserisce Pacher – “si limita al tracciato della S.S. N 47 e alle relative rampe di immissione ed uscita verso e dalla stessa”. Allo sta-to attuale, prosegue l’assesso-re, “non è a disposizione del Servizio Infrastrutture stradali e ferroviarie un apposito stu-dio del traffico, che individui il grado di congestionamento di via Molin del Palù in relazione alle varie ore della giornata e le direttrici di provenienza del-lo stesso”.Pacher fa notare che “l’even-tuale realizzazione del sotto-

passo proposto, sfruttando an-che la particella indicata (di proprietà del comune di Pergi-ne Valsugana), comporterebbe peraltro il sacrificio di ulteriori aree coltivate ed urbanizzate, necessarie alla realizzazione degli opportuni raccordi con la viabilità esistente”. Infine alla domanda della Lega quali soluzioni alternative sia-no realizzabili, Pacher rispon-de che sono già stati presi con-tatti con la Rete Ferroviaria Italiana per ridurre in maniera significativa i tempi di chiusu-ra del passaggio a livello di Via Molin del Palù. “Non sono invece previsti – conclude l’assessore – finan-ziamenti per interventi infra-strutturali di medio e lungo termine finalizzati ad una riso-luzione radicale della proble-matica in modo specifico, tut-tavia si sta predisponendo con RFI un piano di interventi che ha come obiettivo anche la ri-soluzione delle problematiche evidenziate”.

Pergine Vals. – È la più an-tica associazione culturale del perginese, tanto che nel 2010 ha potuto festeggiare i 110 anni di storia e ora si appresta a dar lustro anche alle importanti celebrazioni

in programma per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Stiamo par-lando della Banda sociale di Pergine che il 17 gennaio scor-so, col voto una volta tanto unanime del Consiglio comu-nale di Pergine, è stata rico-

nosciuta “gruppo d’interesse comunale”. Un titolo che nei prossimi giorni permetterà ai bandisti perginesi di esibirsi nella città di Roma, presso la sede del Museo delle Arti e Tradizioni popolari.

Riconosciuta “gruppo d’interesse comunale” dal voto unanime del Consiglio

La Banda sociale va a Roma per l’Unità

PERGINE VALSUGANA22

(1200 a.C. – 1100 a.C.) quan-do il numero delle abitazioni crebbe in maniera considere-vole.Per il periodo romano e l’Alto Medioevo mancano dati preci-si sulla popolazione, tuttavia si può supporre che nel terri-torio perginese vi fosse una di-screta presenza umana.Notizie più certe si trovano a partire dal XIII secolo. Nel 1247, infatti, la comunità di Pergine e Zivignano conta-va tra le 110 e le 170 perso-ne. Nel 1308 tutto il perginese aveva circa 1.500 abitanti, sa-liti a 5.781 nel 1590. Nel 1621 gli abitanti di Pergine erano 1.032, che diventarono 1.057 nel 1664. Nel 1759 se ne con-tarono 1.480, 2.341 nel 1795 e 2.410 nel 1800.Ma il vero boom si ebbe nel XX secolo. Nel 1921 furono censiti 11.740 abitanti, nume-ro che rimase pressoché sta-bile fino al 1961, dopodiché si passò ai 13.721 del 1981, ai 15.009 del 1991 e, infine, ai 20.579 del 2010.

Pergine Vals. – Sempre più città, pur mantenendo la vi-vibilità tipica dei paesi, luogo eletto a propria dimora da gio-vani famiglie trentine, ma an-che da tanti extracomunitari che ormai costituiscono l’8% della popolazione. Così Pergi-ne Valsugana alla fine del 2010 ha toccato quota 20.579 resi-denti che, in previsione, nel 2014 dovrebbero salire addi-rittura a 23mila, in un trend di crescita continuo e per cer-ti versi anomalo, come dimo-stra l’elevato tasso di natalità che sta costringendo l’ammi-nistrazione perginese a reperi-re nuovi spazi scolastici.Sarà per la vicinanza a Tren-to, sarà per la presenza di la-ghi e monti, fatto sta che Per-gine piace sempre di più e così il terzo comune del Trentino, forte anche delle sue frazio-ni, si sta ingrandendo a vista d’occhio. Un processo, peral-tro, che appartiene, seppure in maniera non così vistosa, alla sua lunga storia.“Sta a piedi del monte ad un

lato della pianura più ampia di tutta la Valle; e circondato da villaggi frequenti, da frut-tiferi monti, da prati e cam-pagne forma una gradita vaga prospettiva, e con ragione si dice, che il Perginese è un bel teatro”. Così scriveva nel 1793 Giuseppe Andrea Montebello nella sua opera “Notizie stori-che, topografiche e religiose della Valsugana e del Primie-ro”. Ma nel perginese i primi in-

sediamenti umani erano mol-to più antichi, tanto da risa-lire all’età dell’Eneolitico. Scavi archeologici condotti negli anni ‘60 del secolo scor-so documentano la presenza dell’uomo ai Montesei di Ser-so già a partire dal XIX secolo avanti Cristo. È plausibile che tale centro abitato sia notevol-mente regredito tra il XVII e il XVI secolo a.C., ma poi si sa-rebbe ripreso durante il Bron-zo Medio e il Bronzo recente

Alla fine del 2010 Pergine Valsugana contava 20.589 abitanti che diventeranno 23mila nel 2014

Una città in continua espansione

Una veduta dall’alto di Pergine Valsugana

Polo della riabilitazione: Renzo Anderle interroga

Villa Rosa: le prospettive

di eccellenza per motulesi, cerebrolesi ed altre gravi pa-tologie, facendo confluire, in tale struttura, le attività fin qui svolte nell’attuale centro di cura (vecchio Villa Rosa), nonché parte di quelle poste in capo, fino ad oggi, al Cen-tro Ortopedico di Villa Igea”; “se è stato predisposto un preciso programma operati-

vo relativo agli indirizzi cir-ca le future attività di Villa Rosa, anche con riguardo ad ampliamenti di quest’ul-time sui citati versanti della domotica, della formazione professionale e della speri-mentazione”; “in quali tempi – infine –si prevede di porta-re a compimento il progettocomplessivo”.

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Pergine Vals. – Quali sono le prospettive del polo della riabilitazione di Villa Rosa?Lo chiede il consigliere pro-vinciale Renzo Anderle, ex sindaco di Pergine, in un’in-terrogazione. “In più occasioni – scrive il consigliere dell’UpT – la stampa locale ha dedicato puntuali attenzioni allo sta-to dell’arte relativo al pro-getto del cosiddetto “polo della riabilitazione”, indivi-duato presso l’Ospedale Vil-la Rosa a Pergine Valsugana. Si è così evidenziato come il nuovo centro sanitario, la cui operatività è attesa ormai da molto tempo, do-vrebbe ospitare, a lavori di ristrutturazione conclusi, i circa 65 pazienti già presen-

ti nell’attuale struttura, con le relative attività anche di “day hospital”, nonché parte delle cure precedentemente allo-cate presso il centro ortope-dico di Villa Igea ed altre ini-ziative legate al recupero ed alla riabilitazione di alto livel-lo per diverse patologie. Infat-ti, accanto agli interventi per motulesi gravi, così come per cerebrolesi, per reumopatie importanti, per portatori di protesi, si è ipotizzato anche di dar corso presso il nuovo Villa Rosa ad azioni sanitarie riabilitative cardiologiche e per altre gravi patologie”.Nel suo documento Anderle chiede “se corrisponde a ve-rità l’ipotesi di attivare presso il nuovo Villa Rosa il suddet-to “polo della riabilitazione”

Il nuovo Villa Rosa di Pergine Valsugana

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VALSUGANA 23

Code per i lavori nella galleria dei Crozi e treni ancora in ritardo, ma per la ferrovia c’è uno spiraglio

Valsugana – Se da un lato è vero che negli ultimi decenni la viabilità in Valsugana è note-volmente migliorata, dall’altro è risaputo che basta niente per mandarla in tilt. Qualche fioc-co di neve, un tamponamento o un cantiere stradale ed ecco scoppiare il caos. Se ne sono accorti anche gli automobilisti che nelle prime settimane dell’anno sono stati

costretti, provenendo da Tren-to, a delle lunghe code per la messa in sicurezza della vec-chia galleria dei Crozi. Infatti all’imbocco ovest del tunnel, subito dopo il lungo viadotto sul Fersina, è avvenu-to lo stacco di alcuni frammen-ti di calcestruzzo.La limitazione del traffico a una sola carreggiata è bastata a creare un lungo serpentone

d’auto nelle ore di punta.Della vicenda si è occupato an-che il consigliere provinciale Renzo Anderle, che in aula ha presentato un’interrogazione.“Poiché da tempo si parla di un impegnativo lavoro di ma-nutenzione straordinaria al via-dotto e alla galleria, si chiede se quanto si dice corrisponde al vero, se esiste già un pro-gramma dei lavori e, in caso affermativo, come si intende-rà organizzare l’intervento li-mitando al minimo i disagi al traffico su questa importante via di comunicazione” ha det-to Anderle. L’alternativa di muoversi in treno anziché in auto rimane valida, ma non sempre soddi-sfacente. I disagi sulla linea fer-roviaria della Valsugana, infat-ti, continuano anche in questo inizio anno, anche se si intra-

vede uno spiraglio. L’assessore ai trasporti Alberto Pacher si è recato a Roma incassando da-gli amministratori di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato, la disponibilità a creare una so-cietà mista fra la Provincia au-tonoma di Trento e Trenitalia per la gestione della ferrovia della Valsugana. Al momento non si è ancora parlato della suddivisione del-le quote societarie. Quel che è certo, invece, è che i tanto de-cantati treni diesel Minuetto si sono rivelati poco affidabili e paiono ormai obsoleti. Tanto che, ha detto Pacher, uno dei primi interventi necessari sarà quello di elettrificare la linea. Servono circa 50 milioni di euro. Un salasso, ma pare an-che l’unico modo per migliora-re una linea che ormai funzio-na a singhiozzo. J.G.

La nuova galleria dei Crozi ha risolto molti problemi ma...

Viabilità: ancora disagi in Valsugana

Novaledo – Salvaguardare il possibile ampliamento dello stabilimento “Menz & Gasser di Novaledo” con la prospet-tiva di un incremento occupa-zionale e al tempo stesso evi-tare la vendita del terreno a terzi. Sono queste le motivazio-ni che hanno spinto la giun-

ta provinciale, su proposta dell’assessore all’industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, a chiedere a Trentino Sviluppo S.p.A. l’ac-quisto di un’area produttiva di circa 6 mila metri quadri a No-valedo.Il terreno è stato posto in vendita dalla società “La Vis”

Trentino Sviluppo compra da Casa Girelli un’area produttiva di circa 6 mila metri quadri a Novaledo

La Menz & Gasser si potrà ampliare

NOVALEDO E RONCEGNO24

s.c.a., stante le diffi coltà che l’hanno portata al commissa-riamento.Considerato il carattere d’ur-genza, la Giunta provinciale ha deciso di attivare la pro-cedura prevista dalla conven-zione in essere con Trentino Sviluppo, che prevede come in casi di motivate esigenze la Giunta stessa possa richiede-re l’attuazione di un interven-to tenendo conto dei relativi benefi ci generali e collettivi.Grazie a questo acquisto, quin-di, rimarrà aperta la possibili-tà di ampliare il limitrofo sta-bilimento “Menz & Gasser” s.p.a. Un intervento, quest’ultimo, previsto peraltro anche dal piano industriale della stessa società. L’attuazione del nuovo piano “Menz & Gasser”, difatti, pre-

senterebbe tangibili benefi-ci sociali connessi al conso-lidamento di una importante attività produttiva, con 110 occupati in una zona partico-larmente colpita dalla crisi in-dustriale, con la prospettiva di un ulteriore incremento occu-pazionale.L’acquisto sarà effettuato con le risorse del fondo per im-previsti, già contemplato dal piano triennale 2008-2010 di Trentino Sviluppo, sulla base di una perizia redatta da un tecnico indipendente. Nel provvedimento si sottolinea che l’acquisizione di detto ter-reno edifi cabile a fi ni produtti-vi, anche prescindendo dall’at-tuazione dell’ampliamento “Menz & Gasser”, non espone la fi nanza pubblica a rischi in quanto esso rappresenta un valore patrimoniale oggettivo.

Lo stabilimento Menz & Gasser nella zona industriale di Novaledo

Interventi in piazza Montebello e zone limitrofe

Un centro più accogliente

IN B

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VE Contributo VVF

Roncegno Terme – La giunta comunale ha ero-gato un contributo di 5.278,16 euro al Corpo Volontario Vigili del Fuo-co di Roncegno Terme per l’acquisto di attrezza-ture ed equipaggiamen-ti necessari alla vita del Corpo stesso.

Roncegno Terme – Un nuovo volto per il centro sto-rico. È quanto si ripropone la giunta comunale di Ronce-gno Terme, guidata dal sin-daco Mirko Montibeller, che con un investimento di poco superiore ai 400 mila euro pensa di realizzare una serie di progetti di abbellimento del centro termale.In primo luogo in piazza Montebello e nelle vie limi-trofe, area per la quale sono previsti nuovi parcheggi, il ri-

facimento della pavimentazio-ne, la sistemazione dell’area verde nonché del vicino par-co giochi con la collocazione di una baby little room, ovve-ro una casetta in legno dove le mamme potranno allattare i loro piccoli e cambiare i pan-nolini.La piazza è dedicata a Giusep-pe Andrea Montebello, nato a Roncegno il 23 dicembre 1741. Entrato nei Riformati, assumendo il nome di Pietro Paolo, i patroni del paese, il

Montebello fu soprattutto uno storico della Valsugana, scri-vendo il celebre volume “No-tizie storiche topografi che e

religiose della Valsugana e Primiero”, pubblicato nel 1793 dall’editore Marchesa-ni di Rovereto.

Piazza G.A. Montebello a Roncegno Terme sarà rimessa a nuovo

Corsi armonica a bocca Caldonazzo – La sezione “Amici dell’Armonica a boc-ca” del Gruppo Folk di Cal-donazzo, in collaborazio-ne con un hotel della zona e “l’Oratorio del Duomo” di Trento, ha organizzato due corsi introduttivi per prin-cipianti allo studio della ar-monica a bocca, sistema

diatonico tra-dizionale (to-nalità Do magg.). Le lezioni, iniziate alcune settimane fa, si concluderan-no a fi ne aprile e compren-dono: rudimenti essenziali di teoria musicale, conoscen-za e storia dello strumento, presentazione dei principali modelli di armoniche e loro

caratteristiche, impugna-tura e imbocca-

tura: sistema coprendo e a

bocca appunti-ta, controllo della respirazio-ne con cenni alla respirazio-ne diaframmatica, cura della qualità del suono ecc. Il Cor-so è tenuto dall’armonicista Santo Albertini. M.P.

Roncegno T. – Il 18 gennaio scorso il consigliere provin-ciale della Lega Nord Alessan-dro Savoi è intervenuto in aula sulla questione della SP 65. “Sono ormai alcuni anni che la Provincia di Trento ha pro-messo agli abitanti di Ronce-gno di intervenire per risolve-re il problema della viabilità sulla SP. 65” ha detto Savoi e “infatti risulta che la SP. 65 è quotidianamente transitata sia da automobili sia da autoarti-colati, e spesso capita che al-cuni camion si incastrino tra le case e causino dei danni ai muri delle abitazioni. Il Servi-zio Gestione Strade in una ri-sposta dell’anno 2009 aveva comunque segnalato che al km 2.040 scendendo verso il Comune di Roncegno è pre-sente il segnale di pericolo “strettoia simmetrica” e che

era loro intenzione apporre una barriera a protezione del muro di proprietà. Si ricor-da inoltre che, a seguito della promessa fatta dall’assessore competente della Provincia, nell’agosto del 2008, di elabo-rare un progetto di fattibilità per la variante della SP. 65 che attraversa Roncegno, i vari co-

Una veduta del paese di Roncegno Terme

muni interessati: Roncegno, Ronchi, Torcegno e Telve di Sopra, hanno sottoscritto una richiesta rivolta all’attuale as-sessore Pacher di mantenere le promesse fatte e di fornire altre informazioni, in merito soprattutto ai danni materiali subiti”. L’intento di Savoi era quello di sapere “se esista un

progetto di fattibilità per la va-riante SP. 65, chi sia il respon-sabile per il risarcimento dan-ni subiti dai residenti e come avviene il pagamento e quali provvedimenti intende pren-dere l’ente preposto affinché non accadano più incidenti e danni alle abitazioni a causa della strettoia.

Il consigliere Alessandro Savoi

Quali soluzioni per la viabilità sulla 65?

RONCEGNO TERME 25

Il consigliere provinciale Alessandro Savoi è ritornato su un’annosa questione inerente alla viabilità

VALSUGANA26

Valsugana – Entro il 28 feb-braio 2011 i Comuni trenti-ni potranno aderire alla terza edizione della “Serie A-cqua”, il campionato che premia le amministrazioni comunali che dimostrano di impegnarsi maggiormente nel risparmio di acqua potabile sul proprio territorio.Per farlo basterà compilare un modulo indicando i consu-mi dell’acquedotto comunale nel 2009. Il dato, rapportato al numero dei residenti nonché delle presenze turistiche, e as-sociato al consumo procapite, permetterà di stilare il punteg-gio per la classifica finale. Aderire al campionato “Serie A-cqua” non solo permette ai Comuni di mettersi in gio-co sulla quantità di acqua po-

tabile che è possibile rispar-miare nel corso dell’anno, ma consente di avere una visio-ne più approfondita sui pro-pri consumi idrici, favorendo un confronto dei partecipanti con analoghe realtà comuna-li che hanno aderito all’inizia-tiva. Verificare in modo pun-tuale, anno per anno, i propri consumi assoluti e procapite, inoltre, aiuta a capire dove e come intervenire per ottimiz-zare l’utilizzo dell’acqua pota-bile sul territorio.I tre Comuni che avranno otte-nuto i punteggi maggiori nella classifica finale della “Serie A-cqua” riceveranno un premio in denaro rispettivamente di 5 mila euro il primo, 4 mila il secondo e 3 mila euro il terzo classificato. Somme che do-

Al via il campionato delle amministrazioni comunali che riescono a risparmiare più acqua potabile

Nuova edizione della “Serie A-cqua”

vranno essere impiegate per realizzare attività e azioni ri-guardanti il risparmio idrico. La premiazione di questa ter-za edizione si svolgerà il 22 marzo 2011 in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.Questa terza edizione segna il passaggio conclusivo del pro-getto “Un pieno di energia” che nel corso di questi tre anni si è posto ambiziosi obiettivi per migliorare la sensibilità di cittadini e amministrazioni pubbliche. Al di là delle inizia-tive rivolte ai Comuni trentini, diverse sono state le altre at-tività direttamente indirizzate ai cittadini e alle scuole realiz-zate nel corso di questi anni: la presenza con stand informati-vi sulle tematiche energetiche ad eventi significativi in Tren-

IN BREVEAlbiano e Comano al top Valsugana – Albiano e Comano Terme sono stati i Comuni vincitori delle due edizioni svolte. Nella se-conda edizione sono stati ben 78 i Comuni aderenti. Ci si augura che anche per questa terza edizione l’in-teressamento dei Comuni sia altrettanto elevato.

Proseguono le attività di “Un pieno di energia”, il progetto di sen-sibilizzazione sul risparmio energetico e sull’impiego di fonti di energia rinnovabili promosso dal BIM Brenta in collaborazione con gli altri Consorzi BIM del Trentino (Sarca-Mincio-Garda, Adige e Chie-

se) e coordinato da Europe Direct Trentino della Fondazione “E. Mach” nell’ambito della campagna UE “Energia Sostenibile per l’Eu-ropa”. È al via, difatti, la terza edizione della “Serie A-cqua” la cui premiazione avverrà durante la Giornata mondiale dell’acqua.

tino (Valsugana expo e Fiera “Fa la cosa giusta!”), gli incon-tri nelle classi sui temi del ri-sparmio energetico, delle fon-ti rinnovabili e del risparmio energetico e le visite guida-te per le scuole alle centrali idroelettriche lo stanno a di-mostrare. Il progetto, promosso dal BIM Brenta in collaborazio-ne con gli altri Consorzi BIM del Trentino e coordinato da Europe Direct Trentino del-la Fondazione “E. Mach”, ha raggiunto gli obiettivi che si era posto. Ora resta da valuta-re la possibilità di continuare questa iniziativa che si è impe-gnata a sensibilizzare su temi sempre più significativi e im-portanti per il futuro del no-stro pianeta.

Non solo “Serie A-cqua”, ma anche “Serie A Solare”...

Valsugana – “Serie A-cqua” è una delle due iniziative ri-volte alle amministrazioni comunali del progetto “Un pieno di energia”. Una seconda iniziativa è la “Serie A Solare” la quale pre-mia i territori comunali che dimostrano di aver installato maggiormente pannelli sola-ri, sia termici che fotovoltai-

ci, nel corso dell’anno. Per stilare la classifica finale si associano due valori differen-ti: il primo attribuito in base alla superficie di solare termi-co che andrà a sommarsi ad un secondo valore assegnato in relazione della potenza di picco di fotovoltaico installa-ta.Nel corso delle tre edizioni

realizzate in questo campio-nato i tre Comuni che sono risultati vincitori in questi anni sono stati rispettiva-mente nell’ordine Carano nel 2008, Nanno nel 2009 e Isera nel 2010; quest’ultimo premiato in occasione della fiera “Valsugana expo” svol-tasi a Borgo Valsugana il 1° maggio 2010.

PERGINE VALSUGANA 27

BASSA VALSUGANA28

IN BREVE

Strigno – Per sistemare i danni provocati dalle ab-bondanti piogge autunna-li, la giunta comunale ha deciso di intervenire con dei lavori urgenti sulla strada agricola in località Col Fatero (per una spesa di 65mila euro) e nella fra-zione Tomaselli in località Col dei Trenti, per una spe-sa di 162mila euro.

Lavori urgenti

La giunta di Telve ha trasferito la somma al comune di Telve di Sopra

Contributo al Museo “etno”Telve – Nell’ultima seduta del 2010, la giunta comunale di Telve, guidata dal sindaco Fa-brizio Trentin, ha deliberato di trasferire al comune di Telve di Sopra, in quanto proprieta-rio ed esecutore dei lavori di realizzazione del Museo etno-grafico della memoria storica e culturale di Telve di Sopra, il contributo provinciale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale di 51.368 euro. Alla fine del 2009, come si ri-corderà, la Provincia auto-noma di Trento aveva co-municato la concessione del contributo a valere sul Fondo per gli investimenti comunali di rilevanza provinciale rela-tivi al Programma Operativo 2007-2013 per il Fondo Eu-ropeo di Sviluppo Regionale (FESR), per i progetti relati-vi all’Ecomuseo del Lagorai, presentati dal comune di Tel-ve in qualità di capofila. L’ini-ziativa ammessa a contributo prevede la realizzazione di tre progetti: il Museo etnografico della memoria storica e cultu-rale di Telve di Sopra, con una spesa ammessa di 71.389,04 euro; il circuito ciclopedonale permanente da realizzarsi nei comuni di Castelnuovo, Car-zano, Telve, Telve di Sopra e Torcegno, con una spesa am-messa di 214.790,46 euro; in-fine, l’intervento più corpo-so, ossia la ristrutturazione dell’ex malga Baessa a sup-

porto di attività sociali, di-dattiche e ricreative, con una spesa ammessa di 547.477,03 euro. La spesa ammessa com-plessivamente ammontava dunque a 833.656,53 euro, per la quale è stato concesso un contributo in conto capitale di 600 mila euro a favore del co-mune di Telve in qualità di ca-pofila dell’Ecomuseo e quindi dell’iniziativa.In seguito il Comitato di Indi-rizzo dell’Ecomuseo del La-gorai ha raggiunto l’accordo sulla ripartizione della spesa residua a carico dei comuni

La piazza e il municipio di Telve

Strigno – Il Consiglio comunale di Strigno ha approvato una deli-bera con cui si ricono-sce la Banda Civica La-gorai di Strigno quale IN

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E Banda Lagorai, “gruppo d’interesse comunale”

Il Municipio di Strigno

“gruppo di musica popolare e amatoriale di interesse co-munale”. La decisione è sta-ta presa nell’ambito dei fe-steggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Spera – Su proposta dell’assessore all’urbani-stica, enti locali e perso-nale Mauro Gilmozzi, la Giunta provinciale ha fi-nanziato l’intervento di completamento del parco urbano, inserito nel Patto territoriale della Valsuga-na Orientale e presentato dal Comune di Spera per 70.210,91 euro.

Finanziato parco urbano

Uno scorcio di Spera

interessati, nonché di attribu-ire a Telve, in qualità di capo-fila, l’esecuzione dell’opera sovra comunale, a Telve e a Telve di Sopra, in quanto pro-prietari, rispettivamente l’ese-cuzione dei lavori di ristruttu-razione della ex malga Baessa e la realizzazione del Museo, stabilendo che per quest’ulti-ma opera spetta una parte del contributo provinciale con-cesso. Somma che ammonta, appunto, a 51.368 euro e che la giunta comunale di Telve ha ora deciso di trasferire al co-mune di Telve di Sopra.

Palù del Fersina – La valle dei Mòcheni vanta una lunga tradizione mineraria, che af-fonda le proprie radici nel Me-dioevo quando degli immigra-ti tedeschi giunsero fin qui per lavorare nelle miniere. Erano i cosiddetti canopi (dal tede-sco Knappen), un fenomeno migratorio che conobbe il suo culmine fra i secoli XVI e XVII e che investì tutto il pergine-se. Rame, piombo, argento e

Minerali: una grande passionequarzo erano i minerali che perlopiù si ricavavano dal sot-tosuolo, un’attività che che fu portata avanti per secoli fino ad affievolirsi e arrestarsi de-finitivamente in tempi non lontani. Non così la passione degli abitanti della valle che continua e anzi si rafforza ini-ziativa dopo iniziativa. Basti pensare alle imprese dei ge-

IN BREVE

Frassilongo – Su proposta dell’assessore all’urbanisti-ca, enti locali e personale Mauro Gilmozzi, la Giun-ta provinciale ha recente-mente finanziato due pro-getti inseriti nell’ambito del Patto territoriale della Val-le dei Mocheni, proposti dal Comune di Frassilongo/Ga-rait. Si tratta dell’incrocio lungo la provinciale 135 - strada Villata, la cui spesa ammes-sa a contributo provinciale è di 164.415,10 euro; e del-la strada Balsen–Tene, am-messa a finanziamento per 255.384 euro.

Finanziati due progetti

Veduta di Frassilongo/Garait

Uno scorcio tipico della Valle

Il progetto è inserito nel Patto Territoriale

Finanziata l’area sportiva

melli Pallaoro di Sant’Orso-la Terme o alla realizzazione della Miniera Museo Gruab Va Hardimbl. E proprio a Palù del Fersina/Palae en Bersntol, presso la sala del municipio, è stata esposta fra dicembre e gennaio la collezione di mine-rali di Paolo Pintarelli, prove-nienti dal Bersntol, ma anche da altre zone del Trentino.

VALLE DEI MOCHENI 29

A Palù del Fersina è stata esposta la collezione di minerali di Pintarelli

Fierozzo/Vlarotz – La giun-ta provinciale ha ammesso a finanziamento del Fondo per gli investimenti comunali di rilevanza provinciale la rea-lizzazione di un’area sporti-va, proposta dal comune di Fierozzo/Vlarotz, rientrante

nel Patto Territoriale Valle dei Mòcheni. La spesa am-messa interamente a finan-ziamento è di € 2.550.000,00, assegnata in conto annuali-tà con rate decennali co-stanti di € 318.316,81 cia-scuna.

Vattaro – In una recente se-duta, la giunta comunale di Vattaro, presieduta dal sinda-co Devis Tamanini, ha conces-so al Gruppo Sportivo Vatta-ro l’autorizzazione a eseguire dei lavori di manutenzione straordinaria presso l’impian-to sportivo del paese della Vi-golana, situato precisamente in località Pozza, di proprietà dell’amministrazione comu-nale. I lavori da effettuarsi consi-stono nella messa a norma dell’impianto elettrico degli spogliatoi, nella sostituzione dei pannelli elettrici da riscal-damento con ventilconvettori, nella sostituzione della pompa della caldaia e in migliorie da apportare ai locali e alle peda-ne docce. Il contributo concesso dalla giunta ammonta a 8.080 euro.

La giunta comunale ha dato l’autorizzazione al Gruppo Sportivo Vattaro

Lavori al campo sportivo

Una veduta del paese di Vattaro

VIGOLANA 32

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IN BREVE

Assegnati alle associazioni del paese

Contributi per i sodalizi

Vigolo Vattaro – Nell’ulti-ma seduta del 2010 la giun-ta di Vigolo Vattaro, guidata dal sindaco Walter Kaswal-der, ha assegnato una serie di contributi alle associazio-ni che operano sul territo-rio comunale. Il più cospi-cuo, di 20.700 euro, è andato all’associazione di promozio-ne sociale Orizzonti Comuni per l’iniziativa consistente nell’apertura del centro di ag-gregazione giovanile presso alcune sale dell’oratorio par-rocchiale, nonché nell’ani-

mazione di comunità nelle politiche giovanili, socia-li e familiari. Inoltre, per le attività svolte nel corso del 2009, sono stati erogati i se-guenti contributi: 1.334,30 euro all’associazione Scuo-la Mountain Bike Vigolana, 762,30 euro all’associazione Club Vigolana Sub, 2.201,60 euro all’associazione Sat Gruppo Grotte di Vigolo Vat-taro, 1.328,10 euro all’asso-ciazione Sci Club di Vigolo Vattaro e 4.373,70 all’asso-ciazione US Vigolana.

La strada che attraversa Vigolo Vattaro

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Vigolana – Su proposta dell’assessore all’urbani-stica, enti locali e persona-le Mauro Gilmozzi, la giun-ta provinciale ha finanziato due opere del Patto territo-riale della Vigolana: la rea-lizzazione del collegamento

pedonale Bosentino – Vatta-ro – Vigolo Vattaro, proposto dal Comune di Vattaro, con un contributo di 840 mila euro, e della sistemazione della stra-da Doss del Bue, presentata dal Comune di Vattaro, con 1.050.000 euro.

La Provincia ha finanziato due progetti

Opere “Patto territoriale”

L’assessore Mauro Gilmozzi

Contributo agli alpini Bosentino – La giunta co-munale di Bosentino ha asse-gnato un contributo straordi-nario di 800 euro al Gruppo Alpini del paese, capeggiato da Sergio Leonardi, per l’ac-quisto di una nuova cucina a gas. L’attrezzatura servirà per i festeggiamenti del 50esi-mo anniversario del Gruppo A.N.A. di Bosentino, ma an-che per altre manifestazioni ricreative all’aperto, nonché per la protezione civile.

Approvato “Nel Lagorai a teatro”

IN BREVELavori reti idriche Castello T. – Appaltati i lavori del primo stralcio di completamento della sepa-razione della rete fognaria e del rifacimento delle reti idriche di via Sant’Ippolito e piazza Molizza. Spesa previ-sta: 1 milione e 290mila euro.

Cinte Tesino – Il munici-pio di Cinte Tesino si rifà il look. Previsti lavori di tin-teggiatura per 18.549 euro, nonché la sostituzione dei serramenti per un importo di quasi 40 mila euro.

In arrivo tinteggiatura e nuovi serramenti

Municipio, nuovo “look”

Castello Tesino – Nella se-duta tenutasi il 13 gennaio scorso, la giunta comunale di Castello Tesino, capeggia-ta dal sindaco Sisto Fattore, ha approvato la seconda par-te dell’iniziativa “Nel Lagorai a teatro” e specificatamente le rappresentazioni organizzate e curate dal Sistema Bibliote-cario Intercomunale Lagorai – settore attività culturali, di

cui, appunto, è capofila il Co-mune di Castello Tesino. Nell’autunno dello scorso anno la Commissione Cultura-le Intercomunale aveva stabi-lito di tenere da ottobre 2010 ad aprile una serie di rappre-sentazioni-spettacoli teatrali – diciannove per la precisione – nei teatri e nei centri polifun-zionali/sale attrezzate dei pae-si di Castello Tesino, Samone, Spera, Bieno, Strigno, Pieve Tesino e Villa Agnedo. Quattro delle rappresentazio-ni inserite nel calendario era-no già state approvate nella riunione di giunta del 30 set-tembre scorso. Ora, con questa delibera di inizio anno, sono stati appro-vati i quindici spettacoli rima-nenti, per un un totale pre-sunto di spesa che ammonta a 15.930 euro.

Il Municipio di Castello Tesino

Il Municipio di Cinte

CONCA DEL TESINO 33

Con una delibera della giunta comunale di Castello Tesino gli appuntamenti proseguono anche nel 2011

Fornace – La giunta comuna-le di Fornace, guidata dal sin-daco Pierino Caresia, ha deli-berato una serie di contributi. Mille euro sono stati conces-si al Consorzio Artigiano del Porfido per il finanziamen-to della manifestazione “Sto-rie di Pietra con gusto!” e al-tri mille al Gruppo Sportivo Alpini di Fornace per l’attività sportiva e ricreativa del 2010. Al Patronato ACLI di Pergine Valsugana 600 euro, mentre 258 euro sono stati assegnati all’Università della Terza Età e Tempo Disponibile - Sezio-ne di Fornace per l’attività del 2010. Sei mila euro sono sta-ti concessi alla Parrocchia S. Martino per le spese di funzio-namento della chiesa. Al Cor-po dei Vigili del fuoco volon-tari, a finanziamento parziale della spese sostenute, sono

Concessi dalla giunta comunale alla fine del 2010

Contributi vari

FORNACE E PINé34

A Baselga più residenti ma solo per i nuovi arrivi

In aumento la popolazione

Baselga di Piné – Conti-nua ad aumentare la popo-lazione del comune di Basel-ga di Piné, che alla fine del 2010 è arrivata a 4.899 resi-denti, anche se lo fa con un saldo naturale negativo. Per la prima volta, infatti, il nu-mero dei decessi ha supera-to il numero dei nati (rispetti-vamente 47 contro 40). Se la popolazione cresce, quindi, lo si deve soltanto ai 164 nuo-vi arrivi, 14 dei quali stranie-

ri. Ora le nazionalità presenti nel comune sono ben 27, con in testa la comunità macedo-ne (147 membri), seguita da quella marocchina (82). Già negli anni ‘20 del secolo scor-so Baselga sfiorò i 4 mila re-sidenti, ma poi vi fu una fles-sione fino ai 3.265 abitanti del 1936. Nel 1961 si arrivò a 4.072, però nei tre decenni se-guenti si ritornò sotto quota 4 mila. Fino al 2001, quando gli abitanti furono 4.427.

andati 20.419,91 euro, 3 mila euro per l’attività della Filo-drammatica S. Martino.All’Istituto Comprensivo di Scuola Primaria e Seconda-ria di Primo Grado “Civez-zano” con sede a Civezzano è stata erogata la somma di 2.535,93 euro così suddivi-sa: 1.262,50 per le visite gui-date programmate per l’anno scolastico 2009/2010 (scuola elementare); 342,57 euro per il trasporto relativo al corso di sci 2009/2010 (scuola ele-mentare); 513,86 euro per il trasporto relativo al corso di sci 2009/2010 (scuola me-dia); 417 euro per il trasporto e soggiorno relativo alle usci-te 2009/2010 (scuola media). All’Associazione Ecomuseo Argentario con sede a Civez-zano, infine, è andato il contri-buto straordinario di 500 euro.

Con la bella stagione una serie di interventi

Lungolago più accogliente

Baselga di Piné – Un lun-golago sempre più accoglien-te, a beneficio dei turisti, cer-to, ma anche dei residenti. È questo l’obiettivo annuncia-to dall‘amministrazione co-munale di Baselga di Piné che, non appena la stagione lo consentirà, intende dare un nuovo look al Lago di Ser-raia, riprendendo i lavori in-

seriti nel patto territoriale dell‘Altopiano di Piné. Tra gli interventi previsti vi è la sistemazione dei giardini del lungolago, grazie anche a nuovi arredi. Ma vi saranno interventi pure sulla viabi-lità e sui percorsi pedonali, mentre si sta considerando la possibilità di realizzare una nuova spiaggia.

Il lago di Serraia a Baselga di Piné ghiacciato in questo periodo

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Uno scorcio di Baselga di Piné

SPORT36

Fornace – Un paese di 1.200 abitanti che da dieci anni ha una nuova passione sportiva: la pallavolo. Nell’attuale sta-gione il Fornace Volley del pre-sidente Fabio Tison presenta due squadre femminili, quella di Seconda Divisione e l’Under 15. Di questa bella realtà ne ab-biamo parlato con il Direttore Sportivo Roberto Gilli e l’alle-natore Flavio Lovisolo.

Direttore Gilli, com’è nata la società?“È nata quasi per caso dieci anni fa. Il Comune aveva co-struito il palazzetto e ci siamo resi conto che la pallavolo po-teva essere lo sport principale

Fornace volley, passione autentica

per le ragazze; con i ragazzi è più difficile perché sono attrat-ti troppo dal calcio. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro, le prime squadre e ora stiamo raccogliendo ottimi risultati”.Difficoltà?Devo dire che all’inizio vi era una certa ostilità, quasi come non si volesse far emerge-re nello sport una piccola re-altà come la nostra; persino nell’omologazione della pale-stra abbiamo avuto dei proble-mi quando invece vi sono so-cietà di serie C che giocano in spazi davvero ristretti o senza tribune. Noi utilizziamo un ot-timo palazzetto sportivo. I ri-sultati ci hanno dato ragione

e ora ci rispettano e teniamo molto alla nostra autonomia, senza farci assorbire da so-cietà più grandi esistenti nel-la zona. Nel primi anni nel no-stro vivaio maschile giocava Michele Fedrizzi poi passato all’Itas e questa è la dimostra-zione che se uno ha talento può emergere anche da realtà come le nostre.Gli obiettivi della stagione?Siamo sulla buona strada per vincere il campionato di se-conda divisione con una squa-dra giovanissima, la più “anzia-na” ha 21 anni, e qualificarci per le finali provinciali Under 15.Come è il rapporto con un

Intervista al direttore sportivo Roberto Gilli e all’allenatore Flavio Lovisolo artefici di una bella realtà

La rosa della squadra di seconda divisione: Ilenia Sonn, Sara Fedrizzi, Benedetta Stenico, Denys Colombini, Alessia Girardi, Anna Nardin, Federica Gilli, Martina Scartezzini, Federica Visentin, Valentina Anesi, Jessica Sonn, Silvia Giacomoni, Cristina Puecher

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Il presidente Fabio Tison

Il direttore sportivo Roberto Gilli

L’allenatore Flavio Lovisolo

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SPORT 37

paese che vive principal-mente sul porfido?“Ottimo, così come con il pae-se di Lases dal quale provengo-no alcune atlete. Cerchiamo di far giocare tutti e di coltivare un buon vivaio, non siamo alla ricerca spasmodica di campio-ni, né vogliamo spremere le at-lete con allenamenti intensivi tutti i giorni della settimana. Con la pallavolo non si vive e quindi puntiamo ad uno sport per tutti e attaccato al nostro territorio. In una zona anche ricca come la nostra, sareb-be forse facile costituire una squadra competitiva per la se-rie C, con atlete da fuori, ma a noi questo non interessa. Pre-feriamo uno sport praticato dalle nostre realtà locali nelle strutture pubbliche”. Lovisolo, qual è la soddisfa-zione maggiore nell’allena-re queste due squadre?“La nostra società è davvero piccola ed è sorprendente ve-dere i risultati che conseguia-mo di anno in anno, in testa

alle classifiche. Puntiamo sul giovanile al pari di società più grandi e ci togliamo belle sod-disfazioni. Lo staff societario è molto valido, siamo pochi ma impegnati e cerchiamo di tra-smettere la passione sportiva alle ragazze. Tra le cose da ri-cordare la vittoria nel 2004 nel trofeo provinciale Beccari di Under 14 e l’entrata nelle fi-nali della stessa categoria. La cosa più bella è che nella no-stra società vince il collettivo, dal Presidente, al Direttore Sportivo, all’allenatore, a tut-te le atlete: è un vero gioco di squadra”.

Come lavora?“Noi proponiamo solo due allenamenti alla settimana, e non tre o quattro come al-tre società. Ciò ci consente di non stressare le ragazze, che già sono impegnate in ambi-to scolastico in modo da per-mettere loro di organizzarsi meglio nel tempo libero. Il gruppo è davvero fantasti-

co, sono 18 ragazze che ci danno molte soddisfazioni e come allenatore sono molto fortunato. Questa attività mi fa conoscere meglio me stes-so e migliora il mio modo di rapportarmi con il mondo. Le difficoltà non mancano ma con la passione e volontà si superano. Giuseppe Facchini

L’ORGANIGRAMMAPresidente: Fabio TisonSegretario: Augusto Lovi-soloAllenatore: Flavio LovisoloDirettore sportivo: Rober-to GilliDirigente accompagnatore: Luciano Sardagna

Squadra Under 15: Giulia Benedetti, Sara Sardagna, Caterina Piffer, Silvia Gilli, Ilaria Miori, Gloria Sottopietra, Sara Dorigatti, Mariangela Pizzimenti

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La Fersina ha vinto la Coppa ItaliaUn risultato storico per la formazione perginese che ha battuto ai calci di rigore (4-3) il Salorno

La Fersina calcio si è aggiudicata per la prima volta nella sua storia la Coppa Italia regionale di calcio, sconfiggendo il Salorno con il risultato di 4-3 nella finalissima disputatasi il 22 gennaio scorso sul campo sin-tetico di Mezzocorona. La vittoria è stata assegnata ai calci di rigore dopo che i tempi regolamentari e supplementari erano terminati sul risultato di 0-0. Per la squadra del Fersina, allenata da Catello Mollo,

dal dischetto hanno segnato i calciatori Ciurletti, Tamanini, Bazzanella e Donati. il portiere Travaglia, invece, ha coronato la sua prestazione parando rigore. Un successo storico per la società di Francesco Pe-ghini che consentirà ai perginesi di disputare le finali nazionali; ora il duello tra le due squadre si sposta al campionato di eccellenza dove la classifica è guidata proprio dalla Fersina seguita dal Salorno. G.F.

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Istituita nel 496 al posto di una celebrazione pagana

San Valentino: alle origini della festaLa festività prende il nome dal santo e martire cristia-no San Valentino da Terni e ven-ne istituita nel 496 da Papa Ge-lasio I, andando a sostituirsi alla precedente fe-sta pagana delle lupercalia. La pra-tica moderna di ce-lebrazione della festa, centrata sullo scambio di messaggi d’amore e regali fra innamorati, risale probabilmente all’alto medio-evo. La Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengano spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, dopo Natale.

La ricorrenza di San Valentino ha sostituito in epoca cri-stiana i lupercalia romani, celebrati il 15 febbraio; que-sti riti erano però dedicati alla fertilità e non all’amore romantico. Nel 496 Papa Gelasio I dedicò il 14 febbraio al santo e martire San Valentino, presumibilmente anche con lo scopo di cri-stianizzare la festività romana. Sebbene la figura di San Valentino sia nota anche per il messaggio di amore portato da questo san-to, l’associazione specifica con l’amore romantico e gli innamora-ti è quasi certamente posteriore, e la questione della sua origine è controversa.Una delle tesi più note è che l’interpretazione di San Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geof-frey Chaucer, che nel “Parlamento degli Uccelli” associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra e Anna di Boemia. Tutta-via, studiosi come Henry Kelly e altri hanno messo in dubbio questa interpretazione. In particolare, il fidanzamento di Riccardo II sareb-

be da collocare al 3 maggi, gior-no dedicato a un altro santo

omonimo del martire, San Valentino di Genova. Pur rimanendo incer-ta l’evoluzione stori-ca della ricorrenza, ci sono alcuni riferimen-ti storici che fanno ri-tenere che la giornata

di San Valentino fosse dedicata agli innamora-

ti già dai primi secoli del II millennio. Fra questi c’è la

fondazione a Parigi, il 14 feb-braio 1400, dell’”Alto Tribunale

dell’Amore”, un’istituzione ispi-rata ai principi dell’amor cortese.

Il tribunale aveva lo scopo di decide-re su controversie legate ai contratti

d’amore, i tradimenti, e la violenza con-tro le donne. I giudici venivano selezio-nati sulla base della loro familiarità con la poesia d’amore.La più antica “valentina” di cui sia rima-

sta traccia risale al XV secolo e fu scritta da Carlo d’Orléans, all’epoca detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta alla battaglia di Agincourt (1415). Carlo si rivolge a sua moglie con le parole: Je

suis desja d’amour tanné, ma tres doulce Valentinée.L’uso di spedire “valentine” nel mondo anglosassone risale almeno al XIX secolo. Già alla metà del secolo negli Stati Uniti alcuni imprendi-tori come Esther Howland (1828-1904) iniziarono a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale; a sua volta, la Howland si ispirò a una tradizione antecedente originaria del Regno Unito. Fu pro-prio la produzione su vasta scala di biglietti d’auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Il processo di commercializza-zione della ricorrenza continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. La tradizione dei biglietti amo-rosi iniziò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori, o gioielli. (Fonte: Wikipedia)

SPECIALE S.VALENTINO42

Ecco i motivi per cui tutti gli innamorati del mondo celebrano la loro festa il 14 febbraio

San Valentino e gli innamorati

Interamna Nahars. Così si chiamava, in epoca romana, l’’odierna Terni, nota an-che come “Città degli Innamorati”. Fu proprio in questo antico centro umbro, infatti, che attorno al 176 d.C. vide la luce San Valentino.

Oggi San Valentino è da tutti venerato come Patrono degli Innamorati. Qualifi ca, a dire il vero, del tutto impropria perché basata su semplici leggende popolari.Valentino, vescovo di Terni dal 197 d.C., ebbe uua condotta di vita improntata alla carità e all’umiltà. La sua fama di guaritore gli valse subito una grande notorietà, culminata nel miracolo della guarigione su cui s’incentra buona parte della sua storia.Cratone, un maestro di retorica di Roma, si rivolse al Vescovo di Terni per ottenere la guarigione del fi glio Cheremone malato di epilessia. Valentino, ormai ultranovanten-ne, accettò di compiere la guarigione, a pat-to però che il giovane si convertisse al Cri-stianesimo. E così avvenne. Valentino non solo battezzò l’intera famiglia di Cratone, ma Cheremone e i suoi amici decisero di unirsi al cammino del Vescovo di Terni.L’episodio suscitò grande clamore in una Roma ormai avviata verso il declino, dove avevano fatto breccia molti culti misterici, fra i quali spiccava quello di Mithra, divinità orientale legata alla venerazione del sole, che aveva un forte estimatore nell’imperatore Aureliano. Fu proprio Lucio Domizio Aurelia-no, appresa la notizia della miracolosa gua-rigione di Cheremone, a dare ordine al pre-

fetto Placido Furio di uccidere il vescovo di Terni.Valentino fu così catturato e decapitato lun-go la Via Flaminia all’altezza del LXIII miglio. Era la notte del 14 febbraio 273.Ecco spiegato, dunque, perché la festa di San Valentino cade proprio in quella data. Ciò che appare meno chiaro, invece, è il mo-tivo per cui questo Santo sia ricordato come il protettore degli innamorati. Che il Vescovo di Terni avesse unito in matrimonio una cri-stiana gravemente ammalata e un centurio-ne romano appare poco più di una leggenda e alla stessa stregua vanno considerati altri episodi che vedrebbero San Valentino inter-venire a favore di giovani coppie. L’origine della festa degli innamorati va quindi ricer-cata altrove, forse addirittura in Inghilterra dove peraltro il culto di San Valentino, espor-tato dai monaci benedettini, risultava piutto-

sto diffuso già durante il Medioevo.Una mano la diede, ancora una volta, la tra-dizione popolare che, osservando come verso la metà di febbraio gli uccellini co-mincino ad accoppiarsi, coniò il proverbio “A San Valentino ogni Valentino sceglie la sua Valentina”. Così nel corso del XV seco-lo molti fi danzatini inglesi cominciarono a scambiarsi bigliettini affettuosi proprio in concomitanza del giorno di San Valentino, usanza poi mutuata da molti giovani di al-tre nazioni europee, Italia compresa.Fin dal giorno successivo al suo martirio, le reliquie di San Valentino sono conser-vate nell’omonima basilica di Terni, città di cui è patrono dal 1643 e dove ogni anno, il 14 febbraio, si recano in pellegrinaggio le coppie che invocano la benedizione del Santo sulla loro unione.

J.G.

SPECIALE S.VALENTINO44

Fare un regalo giusto in occasione di San Valentino spesso può aprire le porte di un cuore

Metalli nobili per chi ci sta a cuoreL’oro e l’argento, per la loro lucentezza e duttilità, sono due metalli molto ricercati e apprezzati dall’uomo fin dai tempi antichi. Oltre che per realizzare anelli, bracciali, catenine, parure, orecchini e orologi, l’oro e argento sono largamente impiegati an-che per ottenere altri oggetti destinati ad adornare, anziché il corpo, la casa in cui viviamo, la quale – ricordiamocelo sempre – rispecchia il nostro modo di essere e di affrontare la vita.Già in passato, difatti, le classi più abbien-ti manifestavano il loro potere e prestigio attorniandosi di letti, lampadari, poltrone, comò e utensili vari in oro. Un vezzo oggi ri-proposto da alcune celebrità del mondo dello spettacolo o dai rampolli di qualche importan-te dinastia che pur di ostentare, spesso fini-scono per rinchiudersi in mausolei dorati di dubbio gusto.Senza voler ricalcare tali eccessi – che oltre-tutto necessitano di un cospicuo conto in banca – possedere degli oggetti d’oro o d’argento con cui abbellire la propria casa costituisce un fascino sottile al quale sareb-be davvero un peccato sottrarsi.Gli oggetti in oro e in argento, infatti, oltre a

rappresentare un valore materiale universalmente riconosciuto, ri-vestono un’importanza e un calore del tutto particolari, che variano a seconda di chi ce li ha regalati, della loro funzione e di come li di-

sponiamo in casa.È proprio per soddisfare questa esigenza molto particolare e così intima, cioè quella di un regalo importante con il caratte-re dell’originalità se non dell’unicità, che il mercato oggi offre,

oltre ai gioielli dell’oreficeria e dell’orologeria tradizionali, un vasto assortimento di oggetti in oro e in argento che esulano dalle classiche proposte pur essendo, a tutti gli effetti, degli autentici gioielli. Si può andare dalle cornici per le fotografie o per i quadri, di varie dimensioni, in stili e motivi differen-ti, in grado di armonizzarsi alla perfezione con l’ar-redamento. E ancora agendine, portafogli, custodie e altri mille piccoli oggetti che possono soddisfare le

esigenze e i gusti più particolari. Amore e amicizia sono i sentimenti più nobili che vi siano. Suggellare tali rapporti di prossimità con due metalli nobi-li per eccellenza, l’oro e l’argento appunto, è un gesto di grande classe e di sicuro effetto, perché a volte, per far sentire una persona davvero importante, le parole posso-

no non bastare. Indovinare il regalo giusto, invece, spesso apre le porte di un cuore.

SPECIALE S.VALENTINO 45

Per promettersi l’amore eterno, quello che dura tutta la vita, gli innamorati, specialmen-te in prossimità del matrimonio, sono soli-ti affi darsi al loro patrono: San Valentino da Terni.Spesso, però, sembra che questo da solo non basti e allora ecco pullulare una serie di usi, riti e credenze che, anche qualora fossero solo delle leggende metropolitane, di certo male non fanno. Fra queste fi gura sicuramente l’usanza di giu-rarsi eterna fedeltà ai piedi dell’Albero d’Oro, detto anche Albero della Vita o, proprio per le virtù che avrebbe, Albero dell’Amore. Si tratta, in pratica, di un alquanto singolare reliquiario fatto a forma d’albero. Un pezzo unico al mondo che si trova, protetto da una teca in vetro, al centro di una sala del Museo Civico di Lucignano, delizioso paesino in provincia di Arezzo, re-centemente balzato agli onori delle cronache cinematografi che, assieme alla vicina Cortona, per essere stato il set del fi lm “Copia conforme” del regista iraniano Abbas Kiarostami, con una strepi-tosa Juliette Binoche e un altrettanto bravo William Shimell che nella vita fa il cantante d’opera.

Un incanto d’amore, invece, è il celebre “albe-ro d’oro” citato anche nel fi lm. Per la realizza-zione di questo capolavoro d’arte, realizzato dalle esperte mani di abilissimi orafi senesi, ci vollero addirittura centoventuno anni: infatti la sua costruzione iniziò nel 1350 e fu portata a termine soltanto nell’anno 1471.L’albero è composto da dodici rami decorati con foglie di vite, piccole teche e medaglioni. I materiali utilizzati sono rame dorato, argen-to, smalti, cristalli di rocca e coralli.Ogni anno, specialmente in occasione della Festa di San Valentino, l’Albero di Lucignano è meta di migliaia di fi danzati provenienti da tutto il mondo. Le coppie impossibilitate a raggiungere la Val-dichiana non rinunciano però facilmente a in-vocare la protezione dell’albero. Gli uffi ci co-

munali di Lucignano, difatti, in questo periodo dell’anno sono letteralmente sommersi da messaggi e promesse d’amore pro-venienti da ogni angolo della terra.Dal 2006, inoltre, all’ombra dell’albero d’oro la prima domenica di settembre si celebra anche la “Festa degli sposi”.

J.G.

L’albero d’oro di Lucignano

Nel paese di Lucignano, dove è stato girato il fi lm “Copia conforme”, ci si promette amore eterno

Un albero d’oro per gli innamorati

SPECIALE S.VALENTINO46

Ogni pietra preziosa cela dei simboli che è bene conoscere per essere certi di colpire nel segno

I fidanzati e le pietre dell’amoreUno dei momenti più emozionanti del-la vita è sicuramente il fidanzamento. Quando il dardo scoccato da Cupido colpisce in pieno il nostro cuore, infat-ti, guardiamo il mondo con occhi di-versi. Tutto ci sembra più bello, dal luogo in cui abitiamo fino al posto di lavoro. I colori e i profumi, poi, raggiungono intensità che mai pri-ma avevamo percepito. Il cuore ci batte a mille e viviamo tra le nuvole, scandendo i minuti che ci separano da un nuovo incontro col partner.

Per suggellare il fidanzamento è usanza, fin dall’antichità, che il fidanzato doni alla propria fidanzata un anello quale pegno d’amore e promessa di matrimonio. Un tempo questo impegno veniva spesso assunto con una ce-rimonia pubblica, e in molti contesti era sufficiente affinché i due innamorati potessero già dichiararsi marito e moglie. Oggi il momento del fidanzamento, pur continuando ad avere i suoi rituali, presenta delle regole senz’altro meno rigide rispetto al passato, anche recente.Il fidanzato, infatti, può comportarsi a propria discrezione, in base alle sue disponibilità economiche e ai gusti dell’amata. Su un punto, però, non si transige: l’anello di fidanzamento va portato all’anulare della mano sinistra perché, secondo gli scienziati del mondo antico, proprio da lì partiva una vena che andava diritta al cuore.Tra gli anelli di fidanzamento il più classico è senza dubbio il “solitario”, un brillante fermato da graffe che mettono in ri-salto la pietra: oppure c’è la veretta con piccoli diaman-ti incastonati, mentre i tagli più diffusi sono quelli a brillante (a forma circolare), a navette o “marquise” (a forma allungata), a goccia, ovale, a baguette o a cuore. Talvolta l’anello di fidanzamento è un gioiello di famiglia che i genitori del fidanzato decidono di donare alla futura nuora quale manifestazione d’affetto e segno d’accoglienza nel loro nucleo familiare. Questa tradizione, tuttavia, oggi sem-bra del tutto tramontata, non fosse altro per la frequenza con cui si rompono i fidanzamenti apparentemente indissolubili.Regalando un anello di fidanzamento va te-nuto sempre conto che, come i fiori, anche le pietre hanno un loro preciso significato e quindi, per evitare clamorose gaffe, è sempre bene chiedere consiglio al pro-prio gioielliere di fiducia, spiegandogli chiaramente qual è il messaggio che vogliamo mandare attraverso il nostro dono e chi ne sarà il destinatario.Ecco, comunque, alcune indicazioni di massima che riguardano le pietre più diffuse. Il diamante è la pietra più dura e quindi regalarla significa augurare al rapporto d’amore vita eterna tan-to che, non a caso, si dice che “un dia-

mante è per sempre”. Anche il rubino è il simbolo dell’amore passionale e duraturo nonché del potere e del successo; per

rafforzare il successo e per avere la speranza di un gran-de amore la pietra indicata è lo smeraldo. Pure donare un’acquamarina significa augurare un matrimonio du-raturo e felice; l’ambra è il simbolo dell’amore virtuo-

so, l’opale dell’amore sincero, lo zaffiro dell’amore fedelePer tutelarsi su tutti i fronti va bene la malachite, simbo-

lo di salute, ricchezza e felicità nell’amore. Contro i segni del tempo, invece, si consiglia il cristallo di rocca che ha il potere

di donare bellezza e di impedire l’in-vecchiamento.

Se poi il fidanzamento ap-pare contrastato o a ri-

schio, è decisamen-te consigliato regalare un’andalusite che ha il potere di proteggere i fidanzamenti un po’ tra-ballanti, nonché di ricon-quistare l’amore perdu-to; il berillo che rafforza i legami d’amore e la

pietra di luna che garantisce la vit-

toria in amore.

SPECIALE S.VALENTINO 47

Pergine – Fino ai primi de-cenni del XIX secolo i mala-ti di mente trentini venivano ricoverati presso gli ospedali psichiatrici di San Servolo a Venezia, della Senavra a Mi-lano o in altre analoghe strut-ture del Lombardo- Veneto. Della necessità di aprire un manicomio anche in Trentino si cominciò a parlare nei pri-mi anni dell’800, ipotizzando

Viaggio nei luoghi della folliaIn Italia i primi istituti di cura mentale risalgono al XVII secolo, ma fu solo nei secoli successivi - tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 - che essi cominciarono a diffondersi sul territorio in

maniera capillare. Il manicomio di Pergine iniziò ad operare il 19 settembre 1882 e terminò la propria missione, in ottempe-ranza alla legge Basaglia, nel novembre del 2002.

di costruirlo a Trento o a Ro-vereto. Ma poi non se ne fece nulla. Quando nel 1830 ad Hall, nei pressi di Innsbruck, fu istituito il primo ospedale psichiatrico provinciale del Tirolo, numerosi furono i pa-zienti trentini che vi confluiro-no, contribuendo però al so-vraffollamento della struttura che fin da subito si rivelò in-sufficiente a soddisfare la ri-

chiesta. Così nel 1850 il medi-co Francesco Saverio Proch ripropose, attraverso un det-tagliato opuscolo, l’opportu-nità di erigere un ospedale psichiatrico anche nel Tiro-lo italiano. Tuttavia passaro-no quasi trent’anni prima che quel proposito potesse diveni-re realtà. Il 12 ottobre 1874 la Dieta tirolese deliberò la co-struzione di un nuovo mani-

comio, ma ci vollero ben quat-tro anni prima di individuare la sede: Pergine. Il progetto, elaborato dall’ingegnere Jo-sef Huter di Innsbruck, rical-cava la tradizionale pianta ad E già utilizzata in altre analo-ghe costruzioni. I lavori, affi-dati all’imprenditore Cesare Scotoni di Trento, iniziarono nel 1879 e furono portati a ter-mine alla fine del 1881.

Pergine Valsugana: storia dell’Ospedale psichiatrico del Trentino

Negli anni ‘60 l’ospedale psichiatrico di

Pergine arrivò ad ospitare anche

1600/1700 ammalati

STORIA E CULTURA48

Pellagra e alcolismoIl manicomio di Pergine en-trò in funzione il 19 settem-bre 1882. Ma chi furono i suoi primi “ospiti”? Cesare Batti-sti, nella “Guida di Pergine” del 1904, scrisse: «Dalle sta-tistiche degli ultimi anni si deduce che in media, qua-si il 25% dei pazzi del Tren-tino, qui ricoverati, lo sono per pellagra, il 16-17% per al-colismo. La forma prevalen-te di psicosi è la melanconia. Il manicomio è attualmente diretto dal D.r Zlatarovic». All’inizio del XX secolo i de-genti ospitati nella struttura erano circa 250 e le continue richieste di ricovero deter-minarono quasi subito quei problemi di sovraffollamen-to che nella lunga storia del manicomio perginese paio-no l’unica vera costante. Già nel 1902 la Giunta provincia-le fu costretta a istituire un comitato tecnico incaricato di realizzare un progetto di ampliamento del manicomio che si tradusse in un artico-lato elenco di opere. Tra il 1903 e il 1905, infatti, furono costruiti due nuovi padiglio-ni per complessivi cento po-sti letto; furono apportati in-terventi di ammodernamento dell’edificio originario; furo-no realizzate una nuova cuci-na, una nuova portineria, l’of-ficina del fabbro e la camera mortuaria; fu infine acquista-to un terreno a Vigalzano per formare – scrisse Cesare Bat-tisti - «una colonia agricola, dove si faranno lavorare gli alienati contadini».

Due nuovi padiglioni Durante il primo conflitto mondiale il manicomio fu trasformato in ospedale mi-litare e i malati di mente fu-rono quindi trasferiti altrove: Bohnice, Hall, Klosterneu-burg, Kremsier, Mauer-Oe-hling, Praga, Vienna e Ybbs. Al termine della Grande Guerra l’ospedale psichiatri-co perginese passò dall’Au-stria all’Italia e nel 1920 ven-ne ribattezzato “Ospedale provinciale della Venezia Tri-dentina”. Per far fronte alla cronica carenza di posti let-

to, nel dicembre del 1922 fu sottoscritta una convenzio-ne (rimasta in essere fino al 28 febbraio 1945) con la fon-dazione Attilio Romani, gra-zie alla quale si poterono tra-sferire cento pazienti definiti “innocui e tranquilli” a Nomi. Ma in quegli anni ad acui-re il grave problema del so-vraffollamento concorse an-che una nuova situazione: a

Pergine, infatti, cominciava-no a giungere, oltre ai malati provenienti da tutto il Tren-tino, pure quelli altoatesini di lingua tedesca. Nell’esta-te del 1924 per ampliare ulte-riormente il manicomio una commissione reale elaborò un progetto che ben presto avrebbe fatto sorgere, accan-to ai preesistenti padiglioni “Pandolfi” e “Perusini”, nuo-ve strutture. Dopo l’eleva-zione di una parte dell’edifi-cio principale avvenuta nel 1926, nel luglio del 1927 fu in-fatti aperto il padiglione “Os-

servazione”. Ubicato proprio davanti all’edificio centra-le, conteneva il laboratorio scientifico di analisi e dispo-neva di circa centoventi posti letto. Poi fu la volta del padi-glione “Valdagni”, inaugurato nel 1934, destinato al ricove-ro delle donne e a laborato-ri vari. Il progetto del 1924 contemplava pure la costru-zione di un terzo fabbricato

per gli uomini che però non venne mai iniziato. Nel 1936 all’ospedale psichiatrico di Pergine fu assegnata anche la sorveglianza sulla “Colo-nia agricola provinciale per infermi di mente tranquilli” situata nel comune di Vare-na. Dopo questi interventi il manicomio perginese dispo-neva di circa 750 posti letto. Durante la seconda guerra mondiale le condizioni di vita nel manicomio di Pergine precipitarono sensibilmente, facendo registrare un incre-mento della mortalità, cui si

aggiunse la triste pagina del-le deportazioni: il 26 maggio 1940, infatti, 299 degenti di origine tedesca partirono alla volta dell’ospedale psichiatri-co di Zwiefalten. Un viaggio senza ritorno, il loro, anche se non sembra che siano stati soppressi, come invece pur-troppo accadde a moltissi-mi altri malati di mente che, nella farneticante ideologia nazista, rappresentavano un semplice fardello.

Il dopoguerra Finita la guerra, nel 1949 si registrò l’apertura di un nuo-vo reparto al Maso Martini destinato a 40 malate tran-quille; dieci anni dopo fu re-alizzato, riadattando un vec-chio fienile, il padiglione per lavoratori detto “Ferretti”, mentre nel 1966 fu costruito il padiglione “Benedetti”, re-centemente demolito per far posto al nuovo ospedale Vil-la Rosa. In quegli anni l’ospe-dale psichiatrico di Pergine appariva sull’orlo del collas-so, dato che arrivò ad ospita-re anche 1600/1700 ammala-ti. Tuttavia la vera novità fu rappresentata dal dibattito avviatosi sulle finalità e sui metodi di cura delle strutture psichiatriche. È in tal senso che va registrata la legge Ma-riotti del 18 marzo 1968 attra-verso la quale furono istituiti i cosiddetti “centri o servi-zi di igiene mentale”, intro-dotti in Trentino il 2 ottobre 1968. In seguito fu realizzata la settorializzazione, cioè la suddivisione dei reparti non più per patologia, bensì per provenienza geografica dei degenti. Ma la svolta epo-cale si ebbe nel 1978 allor-ché con la legge n. 180 del 13 maggio, meglio conosciuta come legge Basaglia, si giun-se a decretare la chiusura de-gli ospedali psichiatrici italia-ni. Un processo che avvenne per tappe e definitivamente conclusosi solo nel novem-bre del 2002. Dopo 120 anni di frenetico e complesso fun-zionamento, l’ospedale psi-chiatrico di Pergine poneva fine alla propria missione.

Johnny Gadler

STORIA E CULTURA 49

CULTURA E SPETTACOLO50

di Venezia, Nerio Fontana ha realizzato la sua prima esposi-zione mezzo secolo fa alla Gal-leria degli Specchi di Trento. “Ma in tutti questi anni – come scrive il critico e amico Ren-zo Francescotti, cui è spettato l’onore di aprire anche l’inau-gurazione di questo appun-tamento – le sue mostre non sono state molte” perché Ne-

Borgo Vals. – Un artista po-liedrico, capace di esprimer-si ad alti livelli utilizzando vari linguaggi artistici: dise-gno, pittura, grafica, scultura e fotografia. Un artista ama-to dalla critica ma anche dal pubblico, tanto che in molte case della Valsugana è facile riconoscere un suo disegno o addirittura, per i più fortunati,

Una mostra per gli 80 anni di Nerioun’opera vera e propria.Stiamo parlando di Nerio Fontana, cembrano di nasci-ta ma borghesano si può dire da sempre, che ha festeggia-to gli 80 anni con una mostra personale, dal titolo “Se ci ha tolto una costola ne è valsa la pena”, allestita presso lo Spa-zio Klien di Borgo. Diplomato-si all’accademia di Belle Arti

In molti allo Spazio Klien di Borgo Valsugana per ammirare l’universo femminile di Nerio Fontana

Nerio Fontana spiega come nascono le sue opere

Detesto le teorie nell’arte

rio “ha sempre preferito ope-rare piuttosto che mettersi in mostra. Benché la sua ma-gistrale perizia gli permetta di affrontare qualsiasi tema – continua Francescotti – Fon-tana è soprattutto un indi-menticabile “rapinatore” di immagini femminili”. Quelle esposte a Borgo e ammirate da tantissimi valsuganotti.

Borgo Vals. – Io non ho mai amato molto le teorie, ma cor-dialmente detesto le teorie in arte. [...] Sono assai semplice nel mio lavoro: ho fiducia nella paziente fatica, credo che l’ope-ra abbia bisogno per nascere di dedizione, attenzione, umiltà e impegno. [...] Quando lavo-ro non voglio spiegare né di-mostrare nulla, né a me stesso, né tantomeno agli altri. Voglio solo provare delle emozioni e trarre il maggior godimento dal mio lavoro. Trovo le mie ispira-zioni nello stretto spazio quo-tidiano: la famiglia, le donne, i bambini, gli amici nel loro am-biente, niente più. Questi sono i miei soggetti preferiti, quelli che più amo e sento. [...] Sicu-ramente la figura femminile, il nudo mi offrono ampia e pri-vilegiata opportunità di eser-citare una mia ricerca artistica sulla forma nella sua essenza più pura e sulla luce. [...] Tutte le tecniche figurative, non ulti-

ma quella fotografica, mi han-no sempre avvinto, esaltato e profondamente impegnato anche se, onestamente, devo ammettere che sono le tecni-che del disegno e la modella-zione in creta ad assorbire la maggior parte del mio tempo, delle mie energie e del mio im-pegno di lavoro. [...] È difficile fare un disegno buono sul se-rio senza un appoggio nella re-altà: in genere io non traccio un segno se non guidato dal vero e scelto con cura atten-ta. Il mio lavoro si confronta sempre con la realtà, che sono certo non è mai banale, scon-tata. La realtà non cesserà mai di stupirmi con la sua bellezza e le emozioni che mi regala e che, a conforto di questa mia opinione, al di là delle correnti e delle mode, non ha mai tradi-to o illuso, lungo la storia mil-lenaria dell’arte, che ad essa si indirizza ed ispira. Nerio FontanaIl cartellone-manifesto esposto alla mostra di Borgo

Alcune delle opere di Nerio Fontana esposte allo Spazio Klien di Borgo Valsugana R. Francescotti e Nerio Fontana

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CULTURA E SPETTACOLO 51

Villa – Non nacque in Valsu-gana, ma amò profondamente questa terra promuovendone lo sviluppo. Oggi lo definirem-mo “un prete operaio”, ma per la polizia dell’epoca era “un gran brigante”, tanto da subi-re un arresto per alto tradi-mento. Tuttavia la storia gli rese giustizia e i posteri gli de-dicarano strade, piazze e mo-numenti in varie località del Trentino, a cominciare dalla città di Trento che ereditò i suoi beni. Stiamo parlando di Giusep-pe Grazioli, nato a Lavis il 28 dicembre 1808 e ordinato sa-cerdote nel dicembre 1835. La sua prima parrocchia fu Gri-gno, cui seguì nel 1836 Ivano Fracena, da dove fu richiama-to nel luglio 1848 dai suoi su-periori che, per tenerlo lon-tano dai guai, lo costrinsero

Don Grazioli, un parroco nei campi

a trasferirsi nel convento dei Cappuccini di Trento. Don Giuseppe, infatti, era un pre-te sui generis: vestiva quasi sempre in borghese, era un esperto di agronomia – scien-za di cui dispensava i princì-pi ai valsuganotti con lo stes-so fervore con cui predicava il Verbo Divino – e, soprattut-

to, era un convinto asserto-re dell’italianità del Trentino, tanto da arruolare volontari per i moti contro l’Austria. Fu proprio quest’ultimo aspetto che gli valse l’arresto e il car-cere a Innsbruck. Amnistiato, ritornò a Ivano dove riprese il proprio impegno per lo svilup-po economico della Valsuga-

Il 27 febbraio 1891 a Villa moriva Giuseppe Grazioli, sacerdote ma anche agronomo e cooperatore

na, a partire dall’agricoltura che spinse verso la specializ-zazione, viticoltura e frutticol-tura in primis. Quando, verso la metà dell’800, la bachicol-tura trentina entrò in crisi a causa di una malattia dei ba-chi da seta, Giuseppe Grazioli per trovare un seme resistente all’epidemia di pebrina affron-tò ben 11 viaggi all’estero: tra il 1864 e il 1869, infatti, visitò Dalmazia, Macedonia, Medio Oriente, Caucaso e Giappo-ne. In quegli anni si era già tra-sferito a Villa di Agnedo, dove spesso ospitava i suoi nume-rosi amici (nell’agosto 1877 ebbe ben 26 ospiti) e dove fece costruire i cosiddetti “ci-miteri di don Grazioli”, muri eretti attorno agli orti delle case con pietre del torrente Chieppena. Don Grazioli morì a Villa il 27 febbraio 1891. J.G.

L‘identikitNome: GiuseppeCognome: GrazioliNato il: 28 dicembre 1808A: LavisMorto il: 27 febbraio 1891 Luogo: Villa di AgnedoProfessione: sacerdote, agronomo, cooperatoreSegni particolari: barba fol-ta e cieco in vecchiaia.Curiosità: promosse una Scuola per l’agricoltura

Giuseppe Grazioli in un ritratto re-alizzato dal pittore Eugenio Prati

Trento – Negli Stati Uniti vi-vono oggi 26 milioni di ame-ricani di origine italiana. La maggior parte discende da quei coraggiosi emigranti che dal 1880 al 1920, il pe-riodo cosiddetto del “gran-de esodo”, attraversarono l’Oceano alla ricerca di un futuro migliore. Tra questi circa 8 mila discendono dal-le famiglie partite dalle valli del Trentino. Ancora di più furono quelli che salparo-no verso i porti dell’Ameri-ca del Sud e particolarmen-te verso l’Argentina, dove gli oriundi italiani sono più di 30 milioni ed i trentini cir-ca 15 mila. La mostra “Par-tono i bastimenti”, sostenuta dalla Fondazione del Museo storico del Trentino ed ospi-tata nelle “Gallerie di Piedi-castello” fino al 27 febbraio 2011, si propone, attraverso una documentazione in gran parte inedita, di ripercorre-re la storia dell’emigrazione

italiana oltre Atlantico. La mostra è curata dal dott. Francesco Nicotra, direttore Niaf per l’Italia e studioso di Storia dell’emigrazione.Trento, Piedicastello – Le Gallerie. Aperto da mar-tedì a domenica ore 9.00-18.00. Chiuso lunedìInfo: 0461 230482

Una mostra sull’emigrazione italiana in America

Partono i bastimenti

Trento – A fine ‘800 Tren-to dà prova di un ecceziona-le attivismo. La costruzione dell’area di via Alessandro Vittoria, l’attuale via Giusep-pe Verdi, si ispira ai princi-pi estetici e ideali del tempo voluti da un’amministrazio-ne che lavora per dare un volto nuovo alla città. La casa della musica della So-cietà filarmonica sorge in questo clima; il palazzo dove ora c’è la Facoltà di sociolo-gia fu la prima scuola pub-

blica elementare della città; nell’edificio che ospita la Fa-coltà di economia e commer-cio si studiava l’agricoltura trentina; l’attuale bibliote-ca d’ateneo era un forno del pane; dove ci sono gli uffici dell’Università si trovava un grande molino; e al posto di Giurisprudenza c’era una se-gheria industriale. Mostra a Palazzo Calepi-ni, Via Calepina, Trento. Orario:10.00-18.00. Lunedì chiuso

L’invenzione di Via Verdi

CULTURA E SPETTACOLO52

In Valsugana e nel Tesino le tradizioni legate al carnevale sono molto antiche. Ecco due testimonianze di fine ‘800 e inizio ‘900.

Valsugana – Sulle antiche usanze legate al carnevale del Tesino appare di grande inte-resse quanto scrive, alla fine dell’800, Carlo Strobele di Borgo Valsugana nel suo sag-gio “Usi e costumanze di Tesi-no” in cui, tra le varie notizie, troviamo anche la più antica descrizione che si conosca del noto processo al Biagio.In merito alle tradizioni del Carnevale, lo Strobele anno-tava quanto segue: «Appena incominciato il carnevale la sera dopo la cena si raduna-no le donne in gran numero, in diverse case per filare. Que-ste adunanze si chiamano filò. Quivi sfoggiano la loro femmi-nile eloquenza nel raccontare,

Ecco il Carnevale di cent’anni fa

per istruire le più giovanette, delle storie delle streghe, di cui ognuna ne fa una propria. Esse vengono quivi di quando in quando visitate da qualche drappello di giovini, qualche volta mascherati che vengo-no per sollevare dalla fatica del lavoro le ragazze ballan-do con loro. I loro balli sono assai faticosi ed affatto parti-colari. L’ultimo venerdì di car-novale (detto da essi il vener-dì ovarolo) due giovinastri si vestono in tuttagala, uno da uomo l’altro da donna, si chia-mano i zingani e vanno per tutte le case accattando, ma prescrivendo cosa che deve esser dato; per lo più vino, sa-lame e simili cose, che reca-no alle loro case per mangiarli poi colla loro comodità. Se si osasse ricusar loro quello che chieggono, se lo prendono, di-cendo che come Zingani han-no ogni libertà di rubare».

Dagli scritti di Carlo Strobele e Angelico Prati uno spaccato sugli usi e costumi dei valsuganotti

Levico Terme – Da anni nel-la città termale il Carnevale si festeggia anche in biblioteca. Per gli appassionati di questa divertente tradizione, infatti, presso la biblioteca comuna-le di Via Marconi 6 è stata al-lestita una mostra di libri che hanno per argomento pro-prio il Carnevale. Tre sono le sezioni in cui si articola que-sta singolare proposta, cultu-rale e al tempo stesso ludica:

Un’originale mostra di libri per grandi e piccini

Il carnevale è in biblioteca1) maschere e tradizioni, con volumi quali “Riti di carnevale: Trentino-Alto Adige” dell’etno-grafo trentino Umberto Raffa-elli oppure “Re Carnevale: ma-schere, feste, tradizioni”; 2) storie di carnevale con ope-re quali “Carnevale e altri rac-conti postumi” di Karen Bli-xen (l’autrice del bestseller “La mia Africa”) o “Il carne-vale degli animali”; 3) costru-zione di maschere e costumi,

La locandina della mostra

Una classica maschera in stile veneziano

Anche Angelico Prati, nella sua opera “I Valsuganotti (La gente d’una regione natura-le)”, descrive alcune usanze legate alle feste e al carnevale in Valsugana. Vediamole. “In tempi andati – scriveva il Prati – i nostri popolani si di-vertivano molto più d’ora. Du-rante il carnevale, soprattutto negli ultimi giorni, andavano in maschera, e soli, o a gruppi, entravano nelle stalle o nelle stanze riscaldate a far la par-lata, ch’era un breve compo-nimento. Tra altro si recitava la parlata dei semi. L’ultimo di carnevale vanno in giro dal dopo pranzo alla notte, parte vestiti in maschera, e anche la notte, pel paese o da un paese all’altro.A Ivano si potevano osserva-re, ancora sino a non molti anni fa, gli antichi balli carat-teristici della valle. Di solito all’ultimo, nei paesi più gros-

A Carnevale vince la fantasia Un carro allegorico

si, fanno la bigolada (macche-ronata pubblica), festa carno-valesca, nella quale si còciono e si mangiano gli spaghetti (bìgoli) in piazza. Il mercoledì delle Ceneri, certi anni, vanno in giro cantando, in una gros-sa compagnia, con fiocchi sul cappello o con scopetoni (aringhe salate, quale simbolo della quaresima), e con un ce-stino con cenere dentro. Can-tano la canzone dei scopeto-ni, o altre cantate il dì prima, e vanno a bere presso priva-ti o alle osterie. Anche uomi-ni attempati vi prendono par-te, e fanno giravolte, scherzi, e così via. Vedi una vecchia simile costumanza a Coredo nella Val di Non.Per i tempi passati non trovo che una notizia: tra le entrate annue del Castello di Telvana, nel secolo XVII, sono notate: Regalie di licenze per far ma-scherade e ballare”.

che presenta una serie di tito-li da mettere subito in pratica come “Carnevale: crea i tuoi costumi”, oppure “Maschere:

tecniche idee e materiali per costruire”. Dei volumi esposti è dispo-nibile un catalogo gratuito. I libri sono altresì disponibili per essere presi in prestito e consultati con calma, maga-ri per ideare qualche origina-le travestimento in vista delle prossime sfilate. La mostra “Carnevale in bi-blioteca” sarà visitabile fino all’8 marzo prossimo, con il seguente orario: da martedì a sabato 10.00-12.00 e 15.00-18.30. Il venerdì anche dalle ore 20.30 alle 22.00.

CULTURA E SPETTACOLO 53

Serena, parlaci di te...“Vengo dalle Marche, ho 25 anni, canto da quando sono piccola, ho suonato in diverse formazioni acustico-elettriche, con pezzi scritti da me. Nel 2009 ho partecipato a X-Fac-tor dove ho conosciuto Ivano Fossati che ha deciso di appog-giarmi. Ho inciso il mio primo album, che contiene il pezzo in gara a Sanremo, con tanta energia”.Hai interpretato canzoni di Ray Charles e Mina. Con quale approccio?“Cerco di essere serena, nel senso di essere me stessa. Quando le canto ci metto tan-to di mio”.

A Sanremo sarò Serena

Quando canti si sente forza ma anche tanta dolcezza...“La determinazione non pas-sa necessariamente attraver-so l’aggressività e la durezza

di carattere, ma anche smussando gli ango-li più acuti. Sono una persona molto tran-quilla, determinata e decisa e mi piace davvero quello che faccio”.Che cosa ti ha dato la tra-smissione X-Factor?“Tanta consapevolezza. Mi sono avvicinata a un mondo di-scografico e televisivo che non conoscevo. Ho trovato anche tanta umanità e ho legato con i ragazzi colleghi”.Com’è lavorare con grandi artisti come Ivano Fossati e Niccolò Fabi?“Sono persone che hanno tan-to da darti, la loro grandezza sta nell’umiltà e generosità, non ho trovato difficoltà. Iva-no è il primo a mettersi al tuo

La cantante marchigiana tra i protagonisti di Sanremo Giovani

livello o addirittura sotto. La loro grandezza sta anche in questo”.La tua canzone di Sanremo “Lontano da tutto”?“Sono onorata di interpretare una canzone di Niccolò Fabi che tra l’altro mi rispecchia molto. Ha una struttura par-ticolare, non quella canonica di strofa e ritornello. Non è fa-cilissima al primo ascolto ma quanto più l’ascolti si notano diverse sfumature. Un testo con un linguaggio semplice vi-cino a quello parlato che rac-conta le riflessioni di due inna-morati lontani quasi a volersi dimenticare, per voler tornare nel reciproco abbraccio ogni volta per scelta. Il video che ho girato per la canzone è firmato da Rocco Papaleo”.Cosa vuoi che arrivi di te al pubblico?“Spero arrivi quello che sono a cominciare dalla positività e che apprezzi il mio modo di cantare e il mio progetto che è vero, non finto, con una corri-spondenza assoluta tra quello che sono e quello che canto”. Giuseppe Facchini

Tra i cantanti in gara a Sanremo Giovani 2011 spiccano i nomi del nostro artista trentino Anansi e di Serena Abrami, interprete e can-tautrice marchigiana 25enne. Abbiamo in-

tervistato Serena nel suo recente viaggio in Trentino insieme al pianista Mauro Rosati. Ecco le sue impressioni in questo percorso di avvicinamento al Festival di Sanremo.

La cantante marchigiana Serena Abrami andrà a Sanremo Giovani

Serena in piazza Duomo a Trento

La Finestra a SanremoIn occasione del 61esimo Festival di Sanremo, che si terrà sulla “Riviera dei fiori” dal 15 al 19 febbraio prossi-mi, La Finestra invierà nel backstage del Teatro Ari-ston Giuseppe Facchini che sul prossimo numero do-cumenterà il Festival della canzone italiana per tutti i nostri lettori.

CULTURA E SPETTACOLO54

10Feb.

Pergine

24Feb.Borgo

FAUST: COMMEDIA DIVINA di Carlo Rossi e Bruno StoriTeatro Centro Scolastico h. 20.45

Nell’ambito della stagione teatrale di Borgo Valsugana e Grigno 2010/2011, il Teatro de “Gli Incamminati” presenta “Faust: la com-media è divina”. Un misto di Divina Commedia e Faust… Andiamo al sodo e il sodo è che questo spettacolo parla di un’avventura, l’av-ventura del povero Cavallo. Sì, con la maiuscola perché è il cogno-me del protagonista, un attore che al principiar di una proclamata impresa titanica, la recita dell’intera Divina Commedia, deraglia mi-seramente travolto da due cavalieri della notte in cerca di un’anima smarrita. E allora spettatore che hai venduto l’anima preparati ai tempi supplementari e ai calci di rigore, potrebbe essere che anche a te, come a noi, la Commedia di Dante sembri scritta ieri mattina dal tuo vicino di casa. Carlo Rossi.

CINEMA

04.02.2011Pergine Valsugana“Venti sigarette” – Drammatico, re-gia di Aureliano Amadei, 94’ Teatro Don Bosco, h. 20.45

05-06.02.2011Borgo Valsugana“Vi presento i nostri” – Commedia, regia Paul WeitzAuditorium Polo Scolastico h. 21.00

11.02.2011Pergine Valsugana“Taxi to the dark side” – Documen-tario, regia di Alex Gibney, 106’Teatro Don Bosco, h. 20.45

12-13.02.2011Borgo Valsugana“Qualunquemente” – Commedia, regia di Giulio ManfredoniaAuditorium Polo Scolastico h. 21.00

18.02.2011Pergine Valsugana“Fitzcarraldo” – Avventura, regia di Werner Herzog, 157’Teatro Don Bosco, h. 20.45

19-20.02.2011Borgo Valsugana“Animals United 3D” – Animazio-ne, regia Reinhard Klooss, Holger Tappe, 93’ Auditorium Polo Scolastico h. 17.00

19-20.02.2011Borgo Valsugana“Vallanzasca. Gli angeli del male” – Drammatico, regia di Michele Pla-cido, 125’ Auditorium Polo Scolastico h. 21.00

25.02.2011Pergine Valsugana“Ombre” – Drammatico, regia di John Cassavetes, 157’Ciclo “Effetto notte”Teatro Don Bosco, h. 20.45

TEATRO

05.02.2011Olle di Borgo ValsuganaLa compagnia teatrale “El Tanbare-lo” di Bellonbra (RO) presenta “I Ru-steghi” di Carlo Goldoni.Teatro Parrocchiale di Olle, h. 20.45

05.02.2011CivezzanoLa Filo Concordia di Povo presenta “Beniamino Ciopeta apaltator” di A. Giovagnoni, traduzione e adatta-mento di Carlo GiacomoniNuovo Teatro Comunale, h. 20.45

10.02.2011Pergine Valsugana“Non c’è tempo amore” di Lorenzo Gioielli con Amanda Sandrelli, Blas Roca Rey, Edy Angelillo. Regia Lo-renzo GioielliTeatro Don Bosco h. 20.45

12.02.2011Olle di Borgo ValsuganaPer il ciclo “A Teatro con mamma e papà” Teatro del Vento presenta: “Storie di topi e topini”. Scritto, diretto e interpretato da Chiara MagriTeatro Parrocchiale di Olle, h. 16.30

15.02.2011Borgo ValsuganaL’Uovo Teatro Stabile di Innovazio-ne de L’Aquila presenta “Alla ricerca del grande e terribile mago di Oz”, di Daniele Milani e Maria Cristina Giambruno. Teatro per le scuoleTeatro Centro Scolastico, h. 9.30 e 11.00

16.02.2011Tezze di GrignoL’Uovo Teatro Stabile di Innovazio-ne de L’Aquila presenta “Alla ricerca del grande e terribile mago di Oz”, di Daniele Milani e Maria Cristina Giambruno. Teatro per le scuoleTeatro parrocchiale di Tezze, h. 14.00

19.02.2011Olle di Borgo ValsuganaLa Filo Concordia di Povo presenta “Beniamino Ciopeta apaltator” di A. Giovagnoni, traduzione e adatta-mento di Carlo GiacomoniTeatro parrocchiale di Olle di Borgo Valsugana, h. 20.45

NON C’è TEMPO AMORECon A. Sandrelli ed Edy AngelilloTeatro Don Bosco Pergine h. 20.45

Una commedia brillante sul tema del sesso, del tradimento, dell’amore e di tutto quello che si è perduto e che nessuno può restituirci. “Non c’è tempo amore” descrive il sommesso rimpian-to di una gioventù perduta e mai vissuta fino in fondo.Edoardo Massimi è un medico generalista. Legge il pensiero. Per lui, scapolo ostinato, avere una relazione duratura è impossibile. Un suo amico, Rudy Sottile, un giorno va a farsi visitare perché sua moglie Gemma è convinta soffra di eccessivo appetito sessuale. Gemma, intanto, si occupa dell’amica Nora, le cui intense ma sfor-tunate relazioni sentimentali si concludono, al massimo, dopo tre mesi. È proprio di Rudy l’idea di far incontrare il dottor Massimi e Nora. Ma la serata non andrà come previsto...

19.02.2011Tezze di GrignoCompagnia Teatri Possibili presen-ta “Cirano di Bergerac” di Edmond Rostand, regia di Corrado d’EliaTezze teatro parrocchiale, h. 20.45

24.02.2011Borgo Valsugana“Faust: la commedia è divina” regia di Carlo RossiTeatro Centro Scolastico, h. 20.45

24.02.2011Pergine ValsuganaLa Compagnia Aria Teatro presenta “Bartebly lo scrivano” dal racconto di Herman Melvile Teatro delle Garberie, h. 21.00

MOSTRE

Borgo Valsugana“Spaventapasseri - Scarecrow”In mostra le creazioni di Enrico Ba-leri, Chris Bangle, Valerio Cometti, Elio Fiorucci, Ruggero Giuliani e To-bia Scarpa. Spazi Livio Rossi, C.so Ausugum, 55Martedì-Sabato: 10.00-12.00Domenica: 15.30-18.30Ingresso libero

Borgo ValsuganaMushrooms Cloud - Arte Mod.Malga Costa, Val di Sellah. 10.00-18.00

Timbò – Durante la tragica al-luvione che nel novembre del 2008 colpì il sud del Brasile, in particolare lo Stato di Santa Catarina, la chiesa di Rio For-tuna andò completamente di-strutta Ora quella chiesa, dedicata a San Paolo Apostolo, è stata ri-costruita grazie alla partecipa-zione di più soggetti: la Fami-glia Pasqualin che ha donato il terreno, il Comune di Tim-bò che ha realizzato tramite il suo ufficio tecnico il progetto, le imprese locali (molte di di-scendenti di emigrati trentini) che hanno venduto il mate-riale da costruzione a prezzo vantaggioso, la comunità che ha partecipato alla costruzio-ne fornendo la manodopera e organizzando feste per racco-gliere fondi. Un sostegno fon-damentale è giunto dal Trenti-

no, grazie alla generosità del Comune di Avio, di un privato cittadino, di Cori e Associazio-ni, ma soprattutto della Curia Arcivescovile di Trento, che ha voluto donare una somma importante alla parrocchia di Santa Teresinia.

L’edificio di culto era stato distrutto dall’alluvione che nel 2008 aveva sconvolto il sud del Brasile

Ricostruita la chiesa di Rio Fortuna

La nuova chiesa dedicata a San Paolo Apostolo

All’inaugurazione erano pre-senti anche i rappresentanti di numerose famiglie trenti-ne del Brasile e il Presidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero Oliviero Vanzo. “Siamo rimasti colpi-ti – affermano i responsabili

dell’Unione Famiglie Trenti-ne – quando i nostri trentini di Timbò chiesero aiuto per ri-costruire la chiesa. Ci sarem-mo aspettati altre richieste, ai nostri occhi altrettanto legit-time e forse più urgenti”. Ma Nilo Tamanini, Presidente del-la Famiglia Trentina di Timbò, ha insistito spiegando che “la Chiesa è il simbolo di unità non solo cristiana ma anche sociale, di speranza, di fiducia e fede nel futuro e di resurre-zione. Valori cristiani e umani da difendere e intorno ai quali c’è stato un convinto sostegno del Trentino. Siamo orgogliosi che il legame tra la terra nata-le e i nostri emigrati nel mon-do si sia tradotto in una rea-lizzazione così importante che siamo lieti di poter condivide-re con la comunità trentina”. Mario Pacher

VOLONTARIATO 55

LETTERA AL DIRETTORE56

Il trattamento dei rifi uti continua a far discutere

ISDE e Nimby: lettera aperta

Ci rivolgiamo al Sindaco di Trento Alessandro Andreatta, autorità responsabile della sa-lute di tutti i cittadini, al Presi-dente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai e al dott. Giusep-pe Zumiani, Presidente dell’Or-dine dei Medici chirurghi e odontoiatri, organo istituziona-le deputato alla tutela della sa-lute, affi nché si apra un tavolo di confronto con quella parte della società trentina che chie-de di privilegiare altre pratiche di gestione e trattamento dei ri-fi uti, anziché delegare alla prati-ca dell’incenerimento (notoria-mente antieconomica, dannosa per l’ambiente e la salute pub-blica e superata nei paesi avan-zati) un ruolo determinante e vincolante per i prossimi de-cenni. Tale richiesta ci sembra oppor-tuna anche alla luce del fatto che il 20 dicembre scorso il ban-do di gara per la costruzione di tale impianto è andato deserto.Intendiamo inoltre sottoline-are come venga utilizzato dal Comune di Trento, per giustifi -care una scelta oggettivamente antieconomica e inquinante, un documento dell’AIE (Associa-zione Italiana Epidemiologia), risalente al 2008, che non può

evidentemente tener conto del-la letteratura scientifi ca più re-cente, che attesta ulteriori dan-ni procurati da tali impianti alla salute umana e, in particolare, a quella dei bambini.Vogliamo ricordare come pro-prio nel 2008 la FNOMCeO (Fe-derazione Nazionale degli Ordi-ni dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), avesse stigmatiz-zato, in un suo documento, l’im-propria incentivazione, vigente solo nel nostro paese, a favore dell’incenerimento e a discapi-to di altre pratiche, certamente meno impattanti sull’ambiente e sulla salute. Il problema non è esclusivo dell’Italia e ci ri-sulta che anche in altri pae-si, medici, ordini professiona-li, società scientifi che abbiano

espresso con chiarez-za la propria posizione, alla luce della letteratu-ra che conferma rischi importanti alla salute in relazione alle emis-sioni di questi impianti.Riportiamo, a tal pro-posito, le parole del prof. David Kriebel, dell’Università del Massachusetts, che commentando l’en-nesimo studio con-

dotto in Francia in cui si è evi-denziato un aumentato rischio di malformazioni infantili per l’esposizione in gravidanza alle emissioni di inceneritori, ha sottolineato come tali impian-ti – oltre a immettere fumi in-quinanti in atmosfera, produr-re ceneri tossiche, contribuire al riscaldamento globale – osta-colino il diffondersi di pratiche più virtuose, quali la riduzione ed il riciclo, perché “una volta che questi impianti costosissi-mi sono stati costruiti, i gesto-ri vogliono avere garantita una sorgente continua di rifi uti per alimentarli”.Proprio a partire da questi dati il maggior epidemiologo italiano, il prof. Benedetto Terracini, già Presidente dell’AIE e direttore

Le lettere possono essere inviate a: Redazione „La Finestra“Via S. Marco 1538100 TRENTOTel. 0461 1731600Fax 0461 1731630redazione@lafi nestra.it

Di seguito pubblichiamo la lettera che l’Associa-zione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia” e Nimby Trentino hanno inviato al sindaco di Trento An-dreatta, al Presidente della Provincia Dellai e al

Presidente dell’Ordine dei Medici chirughi e odontoiatri Zumiani, per chiedere che il tratta-mento dei rifi uti segua altre pratiche rispetto all’incenerimento, inquinante e antieconomico.

di Epidemiologia e Prevenzio-ne, rivista uffi ciale dell’Associa-zione Italiana di Epidemiologia, ha affermato, in occasione del Congresso nazionale dell’ISDE (International Society of Doc-tors for Environment), che è venuto il momento, anche nel nostro paese, di prendere una posizione critica più decisa nei confronti di tali impianti.È su queste basi che siamo a chiederVi, anche in base all’Art. 5 del nostro Codice Deontolo-gico che ci impone di occupar-ci della tutela dell’ambiente e di prevenzione primaria, oltre che della cura delle malattie, di or-ganizzare un confronto tecni-co-scientifi co, al quale possano partecipare lo stesso prof. Ter-racini e altri autorevoli membri del Comitato Scientifi co ISDE (oltre a esperti da Voi scelti) e venga fi nalmente affrontata in modo pubblico, sereno e tra-sparente una tematica che re-putiamo cruciale per la salute nostra e dei nostri fi gli.Certi dell’attenzione che vorre-te accordare, inviamo cordiali saluti. Maria Elena Di Carlo (ISDE) Marco Rigo (ISDE) Simonetta Gabrielli (Nimby trentino)

Un inceneritore

LETTERA AL DIRETTORE 57

Lettera aperta del Sindaco di Borgo

Ora basta polemiche! Sembra essere ormai invalsa la consuetudine di manifestare il proprio – sebbene legittimo – dissenso sull’operato della pubblica Amministrazione, at-traverso la stampa, senza peral-tro aver nemmeno mai tentato di risolvere le questioni, ovve-ro ottenerne dei semplici chiari-menti magari ricorrendo ad un incontro con il Sindaco o con gli Assessori.La tradizionale, storica e con-solidata tenuta civile e istituzio-nale di Borgo in particolare, su-bisce suo malgrado un pesante svilimento del proprio ruolo, a favore di uno sparuto e molto spesso millantato gruppetto di persone che, a torto o ragione, contribuiscono ad alimentare in maniera determinante la già forte disaffezione verso le Isti-tuzioni e ad un progressivo im-motivato allontanamento della

cittadinanza da queste.Qualcuno si firma, qualcuno usa gli pseudonimi, qualcuno ruba il nome a persone ormai defunte e qualcuno non si fi r-ma proprio. Si va dalla nuova scuola primaria, alle luminarie natalizie; dai sottopassi imbrat-tati all’ICI; dal taglio degli albe-ri alle varianti urbanistiche dei privati... Il tutto condito in sal-sa personalizzata ed egoistica, molto spesso priva anche della più elementare informazione di partenza. Questo pericolosissimo atteg-giamento è invece l’esatto con-trario di quello che serve al nostro Comune, in modo par-ticolare in questo specifi co pe-riodo della nostra storia dove amministrare è tutt’altro che facile. Questa Amministrazio-ne da parte sua, vuole naviga-re sicura e lo farà perché è pie-

namente legittimata a farlo, né varranno le talvolta patetiche e strumentali azioni di distur-bo su singole e demagogiche interpretazioni di temi ed argo-mentazioni – spesso sostenute dalla malafede – a distoglierla dal giusto e trasparente viaggio intrapreso quasi due anni fa. Non saranno certo costoro a farci perdere la bussola, né ri-usciranno gli ignavi a farci per-dere la doverosa concentra-zione adottata per la gestione della cosa pubblica di Borgo e di Olle, affi nché si compia la

gestione del bene Comune af-fi data dai nostri concittadini a questa maggioranza e a questo esecutivo!Se invece qualcuno ha già co-minciato la propria campagna elettorale – per inciso l’amico Senatore e Consigliere Erminio Boso ha previsto che alle pros-sime elezioni non sarò ricon-fermato Sindaco – gli auguro buon lavoro e tanta pazienza... Mancano ancora quattro anni. Dal 16 marzo del 2009 ad oggi ne sono successe davvero tan-te. Chiedo alle persone di buon senso – e sono convinto che ce ne sono davvero tante – di vo-lerne tener conto. Fabio Dalledonne, sindaco di Borgo Valsugana

Le lettere possono essere inviate a: Redazione „La Finestra“Via S. Marco 1538100 TRENTOTel. 0461 1731600Fax 0461 1731630redazione@lafi nestra.it

Il sindaco Fabio Dalledonne

CUCINA PER IMMAGINI58

Aggiungete il grana grattugiato e mescolate ancora delicatamente

4 5 6

Con un coltetto tagliate la rucola precedentemente lavata e asciugata

1

Mettete la rucola in un recipiente e aggiungete l’olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale e/o di pepe

2 3

Spremete un limone e versatene il succo sopra la rucola. Mescolate delicatamente

Cuocete la pasta, scolatela e versatela nel recipiente della rucola

Servite i fusilli decorando a piacere il piatto con delle fette di limone o qualche fogliolina di rucola intera

Ingredienti (4 pers.): 350 gr. di fusilli- 100 gr. di rucola - 1 limone - 30 gr. di grana grattugiato - 2 cucchiai olio d’oliva - sale e pepe qb. Preparazione: Lavate e asciugate la rucola e, dopo averla tagliata fi nemente con un coltello, mettetela in una ciotola aggiungen-do sale, olio e il succo di 1 limone, quindi mescolate delicatamente. Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela e conditela con la rucola preparata prima. Infi ne cospargete con il grana e aggiungete ancora qualche goccia d’olio...

20 minuti* facileFusilli alla rucola e limone

Riconoscimento dell’Unesco alla nostra “tavola”

Sì alla dieta mediterranea L’alimentazione contro i malanni di stagione

Infl uenza, ti combatto così La dieta mediterranea che si fonda sul consu-mo abbondante di frutta e verdura, olio di oliva e di un buon bicchiere di vino si conferma come un elisir per combatte-re invecchiamento con gli italiani che hanno conquistato un record nella longevità con 84,3 anni per le donne e 79,1 anni per gli uomini. È quanto emerge dall’indagine Istat sulla spe-ranza di vita degli italiani nel 2010, anno in cui la dieta mediterranea è stata ricono-sciuta come patrimonio im-materiale dell’Unesco anche per l’impatto rilevante sulla salute. In dieci anni la speranza di vita media in Italia è aumen-tata di 1,5 anni per gli uomi-ni e di 2,1 anni per le donne, collocando il nostro paese ai vertici europei. Secondo re-centi studi pubblicati sul Bri-

tish Medical Journal analiz-zati dal team di Francesco Sofi , nutrizionista dell’Uni-versità di Firenze, la dieta mediterranea riduce del 13% l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer, del 9% quella per problemi cardiovascola-ri e del 6% quella del cancro. D a l r i c o n o s c i m e n t o dell’Unesco può venire, dun-que, un importante impulso anche al recupero di sane abitudini soprattutto nelle giovani generazioni dove il problema del sovrappeso e dell’obesità riguarda un ter-zo dei bambini.

d’uovo e ceci; la vitamina D, ottimo sostegno per il siste-ma immunitario e per l’umo-re: i cibi che maggiormente la contengono sono pesce, fegato, latte e uova; è utile anche assumere vitamina E attraverso frutta secca e olio

extra vergi-ne di oliva. Oltre ai già citati agru-mi e a ver-dure come le carote e zucca, fon-te di antios-sidanti sono il melogra-

no e l’uva. Aglio e cipolla, inoltre, soprattutto se inge-riti crudi, hanno un signifi ca-tivo potere antibatterico. Un alimento molto utile è anche il miele, ottimo dolcifi cante, soprattutto a colazione, in-sieme al latte. Fondamentali anche i legumi.

Il picco d’intensità dell’in-fl uenza è atteso dal 31 gen-naio al 13 febbraio prossimi. Una valida difesa può venire da una giusta alimentazione. Le vitamine più importanti sono - precisa la Coldiretti - la vitamina C, dalle proprietà antiossidanti e toccasana per il sistema i m m u n i t a -rio, presen-te soprattut-to nella frutta fresca di sta-gione (aran-ce, clementi-ne) e i kiwi; la vitamina A, presente in nu-merose verdure di stagione, oltretutto ricche anch’esse di vitamina C e sali minerali; la vitamina B, che si trova so-prattutto in cereali integrali, avena, carne rossa, verdu-re a foglia verde (cavolfi o-ri, broccoli, spinaci), tuorlo

Tradizionalmente le giorna-te del 29, 30 e 31 di genna-io sono considerate le più fredde dell’anno e conosciu-te, secondo un antico detto popolare, come i giorni del-la merla. Sull’origine di tale denomi-nazione circolano varie ipo-tesi e teorie. Una fra le più autorevoli è senz’altro quella di Alfredo Cattabiani, forse il maggior studioso italiano di tradizioni popolari inerenti al ciclo dei mesi, scomparso qualche anno fa, che ha pro-posto una curiosa interpreta-zione derivante da un’antica leggenda.Si narra, infatti, che in tempi remotissimi i merli sarebbe-ro stati degli uccelli di colore bianco. Un bel giorno una fa-miglia di merli elesse a pro-pria dimora una maestosa quercia situata nel giardino di una splendida villa isolata nel bosco. Durante l’inverno i piccoli merli pativano un freddo tre-mendo e così mamma mer-la, in pena per la sorte dei suoi piccoli, si recò da mes-ser Gennaio implorandolo di essere un po’ più benevolo e mite. Ma Gennaio, impertinente come non mai, non volle ac-

USI & COSTUMI 59

I giorni più freddi dell’anno forse devono la loro denominazione a un’antichissima leggenda

Come nacquero i giorni della merla

cogliere quella supplica e, sa-dicamente, si limitò a rispon-dere che in fondo non stava facendo altro che il proprio dovere.La povera merla se ne tornò così dai propri figli, sconso-lata ma anche determinata ad escogitare uno stratagem-ma per ingannare messer Gennaio e far trascorrere ai piccoli un inverno meno ri-gido. L’anno seguente, infatti, la famiglia di merli se ne restò rintanata per lungo tempo, in

modo tale che Gennaio, non vedendoli, si dimenticasse di tormentarli.In quel tempo il mese di Gen-naio era il più corto dell’anno e contava soltanto 28 giorni. Il primo di febbraio la merla, convinta di averlo gabbato, uscì allo scoperto con tutta la sua famiglia e incominciò a deridere messer Gennaio. Ma questi, piuttosto perma-loso e di carattere vendica-tivo, pretese da Febbraio tre giorni in prestito durante i quali fece scendere la tempe-

ratura di parecchi gradi sot-to lo zero, ghiacciando tutto il paesaggio. In questo modo ebbero origine il 29, il 30 e il 31 gennaio.I poveri merli, tutti intirizziti, rischiarono di morire conge-lati, pentendosi amaramente di aver osato sfidare il terri-bile messer Gennaio.Mamma merla si accorse però che dal camino del-la villa saliva una spirale di fumo, segno che gli abitan-ti della casa, anche loro sor-presi dall’inatteso rigore del clima, si stavano riscaldan-do attorno a un bel caminet-to acceso.La merla, vista l’emergenza, non ci pensò due volte e de-cise di rifugiarsi con i propri figli proprio su quel camino dove poté trovare l’agogna-to tepore. Tuttavia non ebbe il tempo di congratularsi con se stessa per la trovata. Il fumo che fuoriusciva dal camino, infatti, era piuttosto denso e nero come la pece. Così le penne dei poveri uc-celli rimasero talmente im-pregnate di quella fuliggine che, da quel momento in poi, i merli diventarono di colore nere e i giorni del 29, 30 e 31 di gennaio vennero ribattez-zati i giorni della merla. J.G.

IERI AVVENNE60

Cronache valsuganotte d’altri tempiLa visita pastorale del 12 febbraio 1623 alla Chiesa di S. Bartolomeo a Torcegno

1720 – L’estinzione dei MontebelloIl 3 febbraio 1720 moriva “di lenta febbre” Giulia Alessan-drini di Civezzano, vedova di Pietro Antonio Montebello di Roncegno, defunto appena qualche giorno prima – il 27 gennaio – a causa del medesi-mo male. I due coniugi lascia-vano una figlia molto picco-la, che ben presto li avrebbe raggiunti nel regno dei cieli, e quel poco che rimaneva di un feudo un tempo smisurato. I loro avi, infatti, erano sta-ti i possessori del castello di Montebello, situato fra Ron-cegno e Borgo, citato per la prima volta nel 1331.

1604 – Un diritto di passo per i perginesi“Il giorno 16 febbraio del 1604 la comunità di Pergine, presieduta dal Sindaco Michele dei Gentili, conchiuse di comperare dai Trappi Si-gnori di Beseno un dirit-to di passo per la sua giu-risdizione di Palù, onde poter tradurre i vini sen-za pagare il Dazio, per le valli di Sover, di Fiemme e di Fassa, e questa com-pera si fece per il prez-zo di Ragnesi duecento secondo l’intendimen-to già avuto con Matteo Hoffpergher Vicario dei detti Trappi”.

COME ERAVAMOCoscritti di Serso 1938In questa foto ecco i coscritti di Serso dell’anno 1938.Da sinistra seduti: Carlo Luc-chi, Francesco Lenzi, Mario Fontanari. Da sinistra in pie-di: Marino Fontanari e Giorgio Casapiccola.In quell’anno: il 1° marzo al Vit-toriale muore il letterato Ga-briele D’annunzio. Il 13 marzo la Germania annette l’Austria. Il 6 ottobre l’Italia emana le leggi razziali. Nella notte tra il 9 e 10 ottobre l’antisemitismo tedesco culmina nella “Notte dei cristalli”: 200 sinagoghe distrutte, 40 ebrei uccisi e 26 mila arrestati.

"ll M. Rev. Sig. Visitatore ispe-zionò la chiesa di S. Bartolo-meo in Torcegno, e ordinò di eseguire quanto stabilito nel-la visita del vescovo il 5 mag-gio del 1613. Visitò l'altare maggiore sul quale si trova, in un tabernacolo indorato, entro una pisside, il SS. Sa-cramento; ordinò d'indora-re la coppa della pisside stes-sa e di portarla in una forma moderna, nel termine di 6 mesi [...]; ordinò pure che il vasetto d'argento per portare

l'Eucarestia agli infermi, ven-ga indorato all'interno.[...] La mensa in marmo sia ri-mossa e allargata di quattro dita, così che si possa, como-damente, celebrare. All'alta-re di S. Lucia ordinò di ese-guire entro un anno quanto decretato dal vescovo nella precedente visita, così pure per l'altare di S. Andrea; or-dinò fossero acquistati 2 can-delabri in oricalco e di por-re un piedistallo decente alla croce. La finestra tutt'attor-

no sia dipinta; alla porta del campanile sia messa serra-tura con chiave, (durante la celebrazione delle funzioni la porta dello stesso rimanga chiusa) sotto pena della pri-vazione dell'incarico di sa-grestano, e questo nel termi-ne di 15 giorni. [...] Ordinò, per l'ostensorio quanto il vescovo aveva già imposto. Il calice ammacca-to tutt'attorno sia aggiusta-to [...] La finestra della sacristia sia

riparata come già ordinato; il vasetto per l'olio degli infer-mi sia fatto d'argento. Visitò il battistero, ordinando che fosse provveduto un cuc-chiaio d'oricalco per asper-gere il capo dei battezzandi. Il pavimento sia riparato. Sa-pendo poi che presso il ret-tore non esiste chiave delle cassette delle entrate e del-le elemosine, il Rev. Visita-tore volle e pretese che ogni cassetta fosse munita di tre chiavi.

Pergine. L'antica fontana in Piazza Gavazzi

Roncegno. La chiesa par-rocchiale

COSTUME E SOCIETÀ 61

Compleanno

Sposi da 50 anniNovaledoFra le coppie che nella dome-nica della Sacra Famiglia han-no festeggiato, per lustri, nella chiesa parrocchiale di Novale-do l’anniversario di matrimo-nio, c’era anche Maria Rosa Margon, compaesana di nasci-ta e Fabio Gecele, sposi da 50 anni. I coniugi abitano a Villaz-zano ma spesso tornano a No-valedo dove nel 1960 pronun-ciarono il loro “sì”. M.P.

Anniversario

Le 103 candeline di nonna CarmelaLevico Terme

Presepe in famiglia: i premi Barco di Levico

Al teatro parrocchiale di Barco si è svolta la premiazione della 4ª edizione del “Presepio in Famiglia”, organizza-to dal parroco don Silvio Pradel, con la collaborazione del Consiglio Pastorale e dei catechisti. La consegna dei premi (un oggetto religioso uguale per tutti) e degli at-testati di partecipazione è stata fatta da Anna Prighel a nome dell’associazione “NOI”, l’ente che coordina le iniziative degli oratori. Nel corso della serata sono state proiettate anche le foto relative all’iniziativa dei “Can-tori della Stella”, quando due gruppi formati da giovani e dalle catechiste di Barco, avevano visitato 35 famiglie raccogliendo 515 euro poi devoluti al Centro Missiona-rio per i bambini del terzo mondo. M.P.

Premiazione

I migliori laureati della Facoltà di Economia

Tomaselli a 100Strigno

Centenario

Grande festa a Tomaselli di Stri-gno per il secolo di vita di Gil-berto Tomaselli. Il locale Co-mitato S. Agata presieduto da Aldo Tomaselli, ha chiamato a raccolta tutti gli abitanti della frazione per la Messa conce-lebrata da don Armando e da don Bruno nella vicina chieset-ta di S. Agata. Gilberto lavorò per tanti anni nei vigili del fuoco a Roma e a Milano. Al suo ritorno a Toma-selli negli anni ‘50, guidò a lun-go i vigili del fuoco volontari di Strigno e fu nominato presi-dente dell’Associazione Com-battenti e Reduci, carica che ancora oggi ricopre. A festeg-giarlo c’erano i figli Attilio e Fulvia e altri parenti, i vigili del fuoco di Strigno con il coman-dante Franco Tomaselli che ha donato al nonno dei pompie-ri della Valsugana una targa ri-cordo. Altre targhe sono state donate dal sindaco Claudio To-maselli, dall’ispettore distret-tuale dei Vigili del Fuoco Vito Micheli, presente con il suo vice Ivano Bastiani, e dall’as-sociazione Combattenti e Re-duci. La festa è stata allietata anche dalla presenza del coro Lagorai di Torcegno diretto da Fulvio Ropelato. M.P.

Valsugana Patrizia Refatti di Levico Ter-me e Paolo Dorigato di Cas-tello Tesino che, dopo il di-ploma con il massimo dei voti all’Istituto Degasperi di Borgo, si erano laureati in Economia e Commercio all’Università di Trento con 110 e lode, sono stati premi-ati presso lo stesso Ateneo con un attestato per essere stati i “migliori laureati della Facoltà di Economia”.

M.P.

L’8 gennaio scorso i figli Ele-onora, Mario e Anna, nipoti, pronipoti e altri parenti han-no festeggiato, presso la RSA San Valentino di Levico Ter-me, i 103 anni di Carmela Mar-tinelli di Calceranica. Da bam-bina Carmela andò profuga in Moravia. Poi lavorò alle dipen-denze di piccole aziende, ma il suo compito fu sempre quel-lo di brava sposa e madre. In

particolare dopo che il mari-to Cesare Ghesla lasciò questa vita nel 1973. Accanto alla ultra centenaria anche le educatri-ci della RSA Elisa e Paola orga-nizzatrici della festa, il sindaco di Calceranica Sergio Martinel-li con il vice Marco Pasqualini, il presidente della RSA Adolfo Pasquale e il direttore Fabrizio Uez, nonché il “Coro La Tor” di Caldonazzo. M.P.

Il più presente

Anderle recordPergine ValsuganaNel 2010 Renzo Anderle è sta-to il consigliere provinciale più presente in aula. Solo un’assen-za su 1.345 votazioni.

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Grafica ed impaginazioneEva Fontana

CorrispondentiPaolo Chiesa, Giuseppe Facchini, Armando Munaò, Mario Pacher

StampaAthesia Druck srlVia del Vigneto 7 39100 Bolzano

EditoreAthesia Druck srlVia del Vigneto 7 39100 Bolzano

Aut. Tribunale di Trento n. 635 del 22-4-1989

Questo numero de LA FINESTRA è stato chiuso il 28/01/2011

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Trento – via Brennero 35 vende-si appartamento completamente arredato con mobili di qualità al pri-mo piano, composto da: corridoio, stanza da letto, veranda arredata in pino tipo stube, bagno con box doccia, soggiorno con divano letto matrimoniale nuovo, cucina arre-data anche di lavatrice ed impianto riscaldamento auto omo, terrazza coperta con tenda retrattile e canti-na. Parco pubblico sul retro dell’edi-fi cio e vicinissimo ai servizi pubblici. Esclusi intermediari e solo diretta-mente interessati. Tel. 347 9299055

Rovereto – zona Mart vendesi appartamento tricamere, ampio soggiorno, cucina abitabile con af-faccio su ampio terrazzo, bagno fi nestrato, già parzialmente arre-dato a nuovo, cantina, posto auto condominiale, pronto da abitare; in contesto separato eventuale garage e posto auto coperto vende anche separatamente. Tel. 349 4536858

Rovereto – via Unione affi ttasi miniappartamento di recente co-struzione, terzo piano, termoauto-nomo, completamente arredato, composto da: ingresso, soggiorno/angolo cottura con divano letto, stanza matrimoniale, bagno, terraz-zino con vista panoramica, cantina e garage. Solo referenziati. No anima-li. 530 euro al mese. Tel. 360 463717

Alta Valle di Non altezza 1000m, vendesi villa ristrutturata a nuovo, con cappotto termico composta da due appartamenti in-dipendenti; seminterrato: cantina, stanza hobby, caldaia, disbrigo e doppio garage. Piano terra: ingres-so, pranzo soggiorno cucinotto, due stanze, bagno e balcone. Piano primo: ingresso, pranzo, soggiorno, cucinotto, stanza matrimoniale, ba-gno e grandissima terrazza. Sotto tetto due stanze mansardate più bagno. Terreno circostante adibito a giardino 600mq, zona tranquilla super panoramica. Località Amblar. Tel. 347 9843143