Irma era anche con noi - CRI Comitato Locale di Senigallia · E finalmente, martedì 24 agosto i...
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CROCE ROSSA ITALIANA
Comitato Locale di Senigallia
IRMA ERA ANCHE CON NOI Ricordando l’”Operazione Irma” e il ponte aereo Sar ajevo-Falconara 20 anni dopo
A cura di Mauro Petrucci, volontario C.R.I. dicembre 2013
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Il 5 aprile 1992 è storicamente considerata la data di inizio dell’assedio di Sarajevo, uno dei più lunghi della storia
moderna; l’apice dei combattimenti si ebbe nella seconda metà del 1992 e nella
prima metà del 1993.
Facendo seguito alla richiesta dell’UNHCR (Alto Commissario delle Nazioni Unite
per i Rifugiati), il governo italiano scelse l’aeroporto di Falconara quale base
logistica per il ponte aereo con Sarajevo, in sostituzione di Zagabria, in quanto le
rotte con origine dalla capitale croata non erano sicure; inoltre il tempo di volo da
Falconara risultava inferiore all’ora. La data di inizio fu il 13 febbraio 1993 con la
missione di un C-130 Hercules inglese.
La condizione posta dal governo italiano era che la base marchigiana fosse
utilizzata solo per finalità umanitarie e non come punto di partenza per operazioni
militari. Da allora la sopravvivenza della città assediata dipese per tanta parte dai rifornimenti trasportati da Falconara.
L’inizio del ponte aereo fu immediato, mentre in aeroporto si approntavano ancora le infrastrutture per il personale e i
magazzini per le merci che sarebbero state trasportate in Bosnia.
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AEREI IMPEGNATI NELLA PRIMA FASE DEL PONTE AEREO, A PARTIRE DAL 13 FEBBRAIO 1993
15.2.93 Armée de l'Air-C-160D Transall
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21.2.93 Luftwaffe C-160D Transall - RAF Lockheed C-130 Herc ules - RCAF Lockheed C-130 E Hercules
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21.2.93 Royal Canadian Air Force-Lockheed C-130 E Hercules
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21.2.93 Militare canadese carica materiali su un Lockheed C -130 E Hercules
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24.4.93
RAF Lockheed C-130 K Hercules
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ROTTA AEROPORTO DI SARAJEVO – AEROPORTO DI FALCONAR A
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LA CITTÀ DI SARAJEVO
Il fuoco degli assedianti che occupavano le colline attorno alla città rendevano difficoltoso e perico loso l’atterraggio degli aerei, che talvolta dovevano ricorrere a procedure di avvicina mento particolari e all’atterraggio tattico
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AEROPORTO DI SARAJEVO
L’aeroporto di Sarajevo in una foto aerea di un C 1 30 Hercules
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I danni provocati dai bombardamenti degli assediant i
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L’aeroporto protetto da un blindato delle Nazioni U nite con sullo sfondo un C-160 Transall del ponte a ereo
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Caschi blu in aeroporto
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Sotto la pista è stato scavato un tunnel pedonale c he permetteva spostamenti abbastanza sicuri
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Il 30 luglio 1993 una bimba di 5 anni, Irma Hadzimuratovic, e la mamma
percorrono con la consueta prudenza una via di Sarajevo; numerose
schegge di una bomba esplosa vicino alle due donne devastano il corpo
della piccola.
Irma morirà a Londra (dove era arrivata con un volo speciale di un C-130
inglese il 9 agosto 1993) nell’aprile 1995 per le conseguenze delle ferite,
nonostante un intervento chirurgico che sembrava avere avuto successo.
Sono tanti i bambini che in quei giorni terribili hanno subito la stessa sorte,
ma le foto di Irma sui giornali e sugli schermi televisivi di tutti i paesi, a
partire dalla BBC, stimolano le coscienze e commuovono il mondo intero,
per cui la piccola Irma diventa il simbolo dei troppi bambini uccisi o feriti in
una guerra senza quartiere e senza onore. E da qui nasce l’Operazione
Irma, di cui il ponte aereo Sarajevo-Falconara fu uno degli aspetti salienti.
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11.8.1993 Il padre di Irma e la sorellina Medina a Londra
1993 Lettere, cartoline, fiori, regali inviati all’osped ale per Irma
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Nel mese di agosto 1993 l’operatività a Falconara è intensa, ma non si conosce ancora con certezza quali saranno gli
sviluppi della situazione per quanto riguarda l’impegno dell’Italia. È intanto continua l’attività di trasporto da parte degli
aerei militari delle nazioni che prendono parte all’operazione, con numerosi voli da Sarajevo a Falconara, dove i feriti e i
malati vengono trasbordati su altri aerei per raggiungere gli ospedali che hanno offerto posti letto e cure appropriate, a
seconda delle necessità dei diversi pazienti, tra i quali non mancano, come sempre, i bambini. Particolarmente
impegnativa si è dimostrata la giornata di ferragosto, nella quale i C-130 della RAF inglese e dell’aeronautica svedese
hanno trasferito a Falconara 39 pazienti, alcuni dei quali in gravi condizioni.
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I giorni passano… arriveranno oggi.. no, arriveranno domani… forse… le notizie sull’arrivo dei feriti sono sempre molto
imprecise e le informazioni non raramente errate. Cominciano anche le prime polemiche e si corre il rischio di non
comprendere compiutamente quanto la situazione sia drammatica.
Resta comunque il fatto che il nostro ministro degli esteri Beniamino Andreatta ha subito offerto all’UNHCR circa 450 posti
letto negli ospedali italiani. La Farnesina ha inviato in missione a Sarajevo il prof. Enrico Marra con il compito di verificare
in loco la situazione degli ospedali e le condizioni dei feriti. Si parlò allora anche dalla proposta della Croce Rossa Italiana
di impiantare un ospedale a Sarajevo, ma problemi di opportunità e il fatto che ciò non fosse previsto dalla map road del
governo ne impedirono l’installazione.
A Sarajevo si fatica a preparare la lista dei feriti e degli ammalati da evacuare, mentre negli ospedali italiani è tutto già
predisposto per l’accoglienza. E quindi i tempi si dilatano e si susseguono le riunioni ad ogni livello; il 18 agosto arriva il
Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana Luigi Giannico che, in un incontro con il Prefetto di Ancona
Giuseppe Colli e con i dirigenti della sanità e della protezione civile, decide di posizionare nel sedime aeroportuale
l’Ospedale da Campo Chirurgico C.R.I. n° 68 (su moduli tipo container e con strumentazione tecnico-sanitaria
d’avanguardia) da impiegare per una prima ricognizione dei feriti sia per verificarne le condizioni, sia per decidere a quali
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ospedali italiani destinarli. Non è superfluo ricordare che l’Ospedale da Guerra n° 68 fu l’unica presenza italiana durante la
Guerra di Corea e operò dal dicembre 1951 al gennaio 1955; e fu proprio grazie a questo impegno che venne finalmente
accettata la richiesta italiana di entrare a far parte delle Nazioni Unite.
SI INSTALLA L’OSPEDALE DA CAMPO CHIRURGICO n° 68 DE LLA CROCE ROSSA ITALIANA
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Rimane sempre fumosa e incerta la data di inizio del ponte aereo: si parla di venerdì 20 agosto, poi di domenica 22
agosto. Continua intanto, sempre più intensa, la campagna di raccolta fondi “Ho bisogno di te” a cura della Croce Rossa
Italiana, a favore dei civili della ex Jugoslavia, in collaborazione con RAI e Caritas.
Con il passare dei giorni, l’attività sul campo di Falconara diventa sempre più frenetica; appare la Presidentessa del
Comitato Nazionale Femminile Maria Pia Fanfani che porterà cibo e medicinali a Sarajevo, ma in un contesto che è di
affiancamento alle operazioni in corso e successivamente il Ministro della Sanità On. Maria Pia Garavaglia. Già il 21
agosto decine di ambulanze provenienti dai Comitati e Sottocomitati C.R.I. di tutta Italia stazionano in aeroporto, del tutto
inattive… e pare che i feriti non arriveranno prima di martedì 24 agosto. C’è del malumore tra gli equipaggi, che si sentono
inutili mentre nei loro comitati potevano essere impiegati in modo decisamente più proficuo. Discussioni a non finire anche
per la precaria situazione logistica dei volontari presenti, ma poi le acque si calmano quando arriva finalmente
l’assicurazione sia della data dell’arrivo dei primi feriti (martedì 24 agosto) sia del fatto che sarà compito dei colleghi di
C.R.I. trasferirli nelle strutture delle diverse regioni. È presente a Falconara anche un volontario di Senigallia, Mario Pizzi,
che all’epoca ricopriva l’incarico di Ispettore Regionale dei Volontari del Soccorso.
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I VOLONTARI IN ATTESA DELL’ARRIVO DEI FERITI
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Volontari in attesa di essere impiegati
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E finalmente, martedì 24 agosto i primi due Fokker F-27 olandesi con i colori delle Nazioni Unite atterrano a Falconara, il primo verso le 13 con 9 feriti e il secondo verso le 17 con 10 feriti tutti ricoverati nell’Ospedale della Croce Rossa.
21.08.1993 All’interno dell’Ospedale da campo ci si prepara pe r il previsto arrivo dei primi feriti destinati a s trutture sanitarie italiane
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24 agosto 1993 Atterra il Fokker F-27 con i feriti provenienti da Sarajevo (foto 1)
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24 agosto 1993
Atterra il Fokker F-27 con i feriti provenienti da Sarajevo (foto 2)
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24 agosto 1993 Atterra il Fokker F-27 con i feriti provenienti da Sarajevo (foto 3)
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24 agosto 1993
Ci si prepara ad accogliere i feriti
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24 agosto 1993
I feriti provenienti da Sarajevo stanno per scender e
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24 agosto 1993
I feriti scendono dall’aereo
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24 agosto 1993
I feriti scendono dall’aereo
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24 agosto 1993
I feriti sono portati all’ospedale di C.R.I.
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24 agosto 1993
I feriti sono accompagnati all’ospedale di C.R.I.
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24 agosto 1993
I feriti sono portati all’ospedale di C.R.I.
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24 agosto 1993
I feriti sono portati all’ospedale di C.R.I.
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1994
Altri voli umanitari
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1994
Altri voli umanitari
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1994
Si caricano i feriti sulle ambulanze
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1994
Paziente bosniaca caricata in ambulanza
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1994
C-130 che ha appena effettuato un trasferimento di feriti
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1994
Le ambulanze di dirigono verso l’ospedale di C.R.I.
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1994
Verso l’ospedale italiano di destinazione in aeroam bulanza
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Finalmente al sicuro
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La forza di sorridere
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Un gesto d’affetto
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1994
Verso l’Ospedale di C.R.I
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Si può nuovamente sorridere
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1994
In un ospedale civile, assistiti da personale di C. R.I.
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Professionalità e umanità
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Perché i bambini?
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Momento di pausa
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Qui, almeno c’è sicurezza
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Un momento di serenità
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1994
Momenti di vita nel campo C.R.I.
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1994
Qui, i bambini possono correre senza temere le bomb e
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Disegno di bambino bosniaco ricoverato nell’ospedal e di C.R.I.
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Disegno di bambino bosniaco ricoverato nell’ospedal e di C.R.I.
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Disegno di bambina bosniaca ricoverata nell’ospedal e di C.R.I.
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1994
Tutti insieme
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Il Presidente del C.I.C.R. Cornelio Sommaruga La 1ª I.V. a sn è Leonarda G. del Sottocomitato di Marotta-; la 2ª è Roswita E. del Sottocomitato di S enigallia
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. In certi momenti l’aspetto mediatico sembra prevalere su tutto e c’è tanta confusione: autorità, forze dell’ordine, giornalisti,
fotografi che sembrano ostacolare il lavoro del personale sanitario, appartenente soprattutto al Corpo Militare della Croce
Rossa e al Corpo delle Infermiere Volontarie.
Il 24 agosto ha quindi preso il via il ponte aereo per il
trasporto dei feriti da Sarajevo a Falconara, che durerà
ancora a lungo. Uomini e mezzi impegnati nelle prime
fasi dell’operazione sono stati ingentissimi,
probabilmente superiori alle necessità, anche
considerando che il flusso di feriti non è stato poi così
massiccio; va comunque a merito dell’Italia e della
Croce Rossa Italiana essersi attivati con un impegno e
con una umanità straordinari in una situazione
oggettivamente complicata a livello internazionale. E
sarà proprio un’ambulanza di Senigallia a trasportare
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all’ospedale di Macerata l’unico ferito che resterà nelle Marche; notevole anche l’afflusso di aeroambulanze per trasferire
in altri paesi i feriti.
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Il campo C.R.I. visto dall’alto
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AEREI IMPEGNATI NELLA SUCCESSIVA FASE DEL PONTE AER EO E DEL TRASPORTO DI FERITI E AMMALATI
Swedish Air Force-Lockheed C-130 H Hercules
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Alak Airlines – Unione Sovietica-TU 154M aeroambula nza
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19.9.93
Royal Norvegian Air Force-Lockheed C-130 H Hercules
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7.11.93
Unione Sovietica-Ilyushin Il-76T
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12.93
United Arab Emirates-Airbus A300 C4 (trasporto feri ti)
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7.6.94
Fokker F-27-Olanda
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8.06.94
Unione Sovietica-Ilyushin Il-76T
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8.6.94
Fokker F-27-Olanda
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CHIUSURA DEL CAMPO Il 6 marzo 1995 l’Ospedale da Campo n° 68 ha ammainato bandiera dopo oltre diciotto mesi di ininterrotta attività, a sostegno del ponte aereo Onu, per i feriti e gli ammalati provenienti dalla ex Jugoslavia. La chiusura dell'ospedale è stata decisa dalla Presidenza del Consiglio in considerazione del diminuito afflusso dei feriti. Suggestiva la cerimonia di chiusura dell’ospedale.
6 marzo 1995
Ammainabandiera per l’ospedale da campo chirurgico n° 68 della Croce Rossa Italiana
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6 marzo 1995
Ammainabandiera per l’ospedale da campo chirurgico n° 68 della Croce Rossa Italiana
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6 marzo 1995
Ammainabandiera per l’ospedale da campo chirurgico n° 68 della Croce Rossa Italiana
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6 marzo 1995 Ammainabandiera per l’ospedale da campo chirurgico n° 68
alla presenza del Commissario Straordinario della C roce Rossa Italiana Luigi Giannico
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Dall'agosto 1993 l'ospedale da campo della C.R.I. ha visitato 880 degenti. Ha effettuato nelle zone di guerra di Sarajevo e
dell'immediato circondario, anche nel corso dei combattimenti, 24 operazioni di recupero di feriti svolti da ufficiali medici
C.R.I. su richiesta dell'Onu, per un totale di 203 feriti e 212 accompagnatori soccorsi. Ha provveduto a 82 trasbordi aerei
per un totale di 694 pazienti in transito presso l'aeroporto di Falconara e, nel complesso, ha ricoverato presso la sua
struttura 459 degenti.
A 20 anni di distanza è importante ricordare questa operazione, che per il Sottocomitato di Senigallia è continuata anche
successivamente sia con il trasporto di indumenti a Falconara sia effettuando un monitoraggio su Senigallia e il suo
hinterland per individuare le necessità di eventuali profughi, necessità non tanto materiali, quanto relative alla possibilità di
comunicare con i familiari che erano ancora sull’altra sponda dell’Adriatico.
Ma il vero motivo che mi ha spinto a organizzare questa “ricerca” è il mio desiderio di aiutare i giovani (e non solo loro) del
nostro Comitato a conoscere quello che i loro colleghi più anziani hanno fatto in un campo che, in quel momento, era
nuovo per tutti noi. E quando in questo mese, al jump di Bologna, si è parlato di lotta contro tutte le vulnerabilità, abbiamo
provato un sottile piacere, in quanto ci siamo sentiti, nel nostro piccolo, i precursori di quella che dovrà essere la Croce
Rossa dei prossimi decenni.
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Alcuni documenti relativi all’impegno dei volontari del Sottocomitato di Senigallia
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Una delle difficoltà maggiori che ho dovuto superare è stato il reperimento delle immagini, poiché nel 1993 non esistevano
ancora le macchine fotografiche digitali e la pellicola, allora, aveva costi non indifferenti; peraltro non era gradita la presenza di persone che si aggiravano in aeroporto e nell’ospedale con una macchina fotografica, per cui un
ringraziamento particolare si deve a chi mi ha fornito le foto, quasi tutte inedite, che, unitamente a quelle che erano già in mio possesso, mi hanno consentito di organizzare questo semplice lavoro: Marco Ambrosi, Stefano Cicetti, Claudio De
Felice, Margherita Di Crisci, Andrea Giordani, Leonarda Giulietti, Gabriele Moroni, Patrizia Rossi.
La presente ricerca è aperta ai contributi di quanti abbiano informazioni e documentazione che potrebbero essere utilizzate in una possibile seconda edizione
Si ringraziano fin d’ora quanti saranno disponibili a inviare materiale eventualmente in loro possesso all’indirizzo
Autorizzazione del Presidente del Comitato Locale di Senigallia della C.R.I. concessa