'IOVANI: “UNA OPPORTUNITÀ DI CREATIVITÀ E ......2015/05/25 · problema delle situazioni...
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GIOVANI: “UNA OPPORTUNITÀ DI
CREATIVITÀ E INNOVAZIONE” PER IL
MONDO DEL LAVORO
Riflessioni sul tema dei Giovani e del Lavoro per una proposta di
indirizzi per la Città di Torino
Elaborazione a cura di:
Marco Muzzarelli – Consigliere del Comune di Torino – Gruppo Partito Democratico
Guido Alunno – Consigliere del Comune di Torino – Gruppo Partito Democratico
Fosca Nomis – Consigliere del Comune di Torino – Gruppo Partito Democratico
Michela Vindrola – Responsabile comunicazione - Gruppo Partito Democratico
GIOVANI E LAVORO
Il presente documento recupera ed analizza quanto emerso in tre incontri di approfondimento svoltisi nei primi mesi
del 2015 presso il Comune di Torino, sul tema dei Giovani e del Lavoro.
Il materiale riportato non vuole essere esaustivo, ma una semplice analisi sulle tematiche citate a partire da alcuni dati
ed esperienze. Nell’ultima parte del presente documento verranno proposto alcune linee di indirizzo per le politiche
sui Giovani ed il Lavoro della Città di Torino.
L’ANALISI DEI DATI
Nel corso del primo incontro sul tema “Giovani e Lavoro” Luca Davico (coordinatore del rapporto Giorgio Rota su
Torino) e Giorgio Vernoni (Responsabile scientifico dell’Osservatorio sul mercato del lavoro) hanno presentato alcuni
dati per aprire la riflessione su questo tema.
La disoccupazione giovanile non è un problema che riguarda unicamente l’Italia, bensì l’Europa. Negli ultimi 15 anni
infatti il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato un po’ ovunque: ciò denota una maggiore difficoltà di
inserimento dei giovani a prescindere dal modello (più o meno regolato) o dal ciclo economico (Immagine 1).
Tra i diversi fattori da tenere in considerazione il più rilevante è senz’altro il gap tra competenze prodotte dal sistema formativo e quelle necessarie all’apparato produttivo. Il fortissimo scollamento tra formazione e realtà lavorativa è un aspetto sul quale è necessario aprire una seria discussione.
Il sistema formativo, in particolare, fa fatica a seguire la velocità dell’evoluzione del sistema produttivo e tecnologico:
dare ai giovani la possibilità di fare esperienze lavorative proponendo l’alternanza scuola-lavoro potrebbe essere in
questo caso una soluzione.
Immagine 1. Tasso di disoccupazione 15-24 anni (2000-2013).
Le serie storiche dell’Istat mostrano che attualmente i tassi di disoccupazione in Italia sono i più alti registrati dal 1977:
secondo i dati monitorati tra gennaio e settembre 2014 (Immagine 2) il tasso di disoccupazione dei giovani in Italia è
stato di 42,3% (indicatori 15-24 anni) e di 18,2% (indicatori 25-34 anni).
Immagine 2. Tasso di occupazione e disoccupazione in Italia, 2013-2014 (indicatori 15-24 anni; 25-34 anni).
Dal punto di vista della domanda di lavoro la fase recessiva 2008-2014 è la più grave della storia della Repubblica: le
assunzioni e il volume di lavoro generato dalle assunzioni sono calati drasticamente. La contrazione incorpora una
forte componente di discriminazione anagrafica che è il risultato di un concorso di fattori che ha avuto l’effetto di
ridurre il turn over e conseguentemente il ricambio fisiologico degli occupati. Tali fattori sono:
- Innalzamento dei requisiti per il pensionamento
- Blocco del turn over nella Pubblica Amministrazione
- Utilizzo distorto degli ammortizzatori sociali (che riduce il turn over nel settore privato)
A tutto ciò occorre aggiungere gli effetti del mercato duale prodotto dalla normazione degli anni ’90 che ha generato
lo schema “last in first out” (gli ultimi a entrare sono stati i primi a uscire).
In particolare la disoccupazione giovanile a Torino presenta dati preoccupanti: osservando l’andamento della
disoccupazione negli ultimi dieci anni il capoluogo piemontese risulta avere una situazione che si colloca a metà strada
tra le città del nord e del sud, con una tendenza ad avvicinarsi sempre di più a realtà come Catania, Palermo e Napoli
(Immagine 3).
Immagine 3. Tassi di disoccupazione 2004 – 2013
L’occupazione giovanile in provincia di Torino ha avuto un crollo con percentuali negative a partire dall’anno 2005
(Immagine 4).
Immagine 4. Il crollo dell’occupazione giovanile (provincia di Torino).
A Torino sono circa 157.000 gli elettori che hanno un’età inferiore ai 35 anni, mentre gli elettori maggiori di 60 anni
sono circa 277.000. Questo dato può in parte spiegare la difficoltà dei giovani a “farsi sentire”.
FirenzeMilano
Bologna
GenovaRomaTORINO
Catania
Palermo
Napoli
0
10
20
30
40
50
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
-30% -10% 10% 30%
< 25 anni
25-34 anni
35-44 anni
45-54 anni
55-64 anni
65 anni e +
Var.% 2005-08
Var.% 2008-12
Un altro dato importante da tenere in considerazione si riferisce allo stipendio medio guadagnato dai giovani: a Torino
la metà di chi lavora guadagna meno di 1000 euro al mese (dati 2011). La disponibilità limitata di reddito implica una
permanenza maggiore in famiglia: in Italia l’età media in cui si esce da casa è a circa 30 anni (Immagine 5).
Immagine 5. Età media in cui si esce da casa
Un fenomeno preoccupante che si sta diffondendo sempre più è quello che viene definito dei NEET - "Not (engaged) in
Education, Employment or Training", ovvero dei giovani al di sotto dei 25 anni che né studiano né lavorano. Il
fenomeno dei NEET nella provincia di Torino riguarda circa il 18% dei giovani (Immagine 6).
Immagine 6. NEET nelle province (dati 2012).
15 18 21 24 27 30
Finlandia
Francia
Olanda
Gran Bretagna
Germania
Estonia
Austria
Belgio
Lussemburgo
R.Ceca
Ungheria
Lettonia
Lituania
Romania
Spagna
Portogallo
Polonia
Grecia
Bulgaria
ITALIA
Slovacchia
Slovenia
0 10 20 30 40
Napoli
Palermo
Catania
Reggio C.
Messina
Cagliari
Bari
Roma
Venezia
Torino
Trieste
Bologna
Firenze
Genova
Milano
Negli ultimi 10 anni a Torino sono aumentate le bocciature nelle scuole medie inferiori e superiori; in particolare a
Torino vi è un elevato tasso di abbandono scolastico: nei Paesi dell’Unione europea solo Portogallo e Spagna hanno
tassi di abbandono peggiori (Immagine 7).
Colpisce in particolare la quantità di bocciature già a partire dalle classi medie: questo dato può essere collegato con il
problema delle situazioni famigliari: spesso le famiglie sono lasciate sole e non sempre sono in grado di
responsabilizzare i ragazzi. A Torino vi è un elevato abbandono scolastico: la cultura della formazione è carente, un
dato che dovrebbe fare riflettere sulla qualità effettiva del nostro sistema formativo.
Immagine 7. Abbandono scolastico (abbandoni ogni 1000 alunni, dati 2012).
L’Unione europea punta ad avere un maggior numero di laureati (programma Europa 2020), ma paradossalmente la
laurea non rappresenta più una garanzia di lavoro.
Gli investimenti per le politiche attive (inserimenti lavorativi, incentivi a imprese per assunzioni, cantieri di lavoro,
apprendistato) sono diminuiti tra gli anni 2008 e 2013; l’Italia è tra i Paesi europei che spendono meno per le politiche
attive.
Il maggior numero di persone dichiara che ha trovato lavoro attraverso la rete di conoscenze personali (Immagine 8).
0 5 10 15 20 25 30
Venezia
Reggio C.
Roma
Firenze
Milano
Genova
Bologna
TORINO
Bari
Messina
Napoli
Catania
Palermo
Cagliari
Scuole medie Scuole superiori
0 10 20 30 40
Amici, parenti
Auto candidature
Agenzie private
Contatti lavorativi
Avvio lavoro autonomo
Concorsi pubblici
Annunci sulla stampa
CPI pubblici
Prima 1997
Dopo 2003
Immagine 6. Come ha trovato lavoro, per anno di inizio.
Nella razionalità economica dell’impresa un giovane ha costi di assunzione e inserimento superiori a quelli di un adulto
già occupato, ma occorre ricordare che a parità di competenze ed esperienze un giovane è più produttivo di un adulto.
La partecipazione dei giovani è quindi un fattore competitivo importante.
LE SOLUZIONI POSSIBILI
Il successo tedesco in materia di inclusione dei giovani nel mondo del lavoro è da ricondursi in primo luogo a un
sistema economico competitivo, caratterizzato da una domanda sostenuta e un turn over regolare. Occorre però
riconoscere che la Germania ha “colto l’occasione” riducendo gli ostacoli all’accesso, costruendo un sistema di
alternanza scuola/lavoro centrato sul luogo di lavoro (compreso l’apprendistato), costruendo un sistema di servizi per
l’impiego basato sulla condizionalità. Trasferire in Italia il “modello tedesco” nella sua interezza è una soluzione non
praticabile: né le condizioni del mondo del lavoro (domanda scarsa) né quelle della finanza pubblica lo
permetterebbero. Occorre però intervenire con politiche che riattivino il turn over e favoriscano la socializzazione al
lavoro delle coorti anagrafiche più colpite dalla recessione (staffetta generazionale, servizio civile, una vera
alternanza,…).
Il contratto a tutele crescenti va nella giusta direzione, ma si deve fare attenzione al coordinamento con le altre
fattispecie, in particolare l’apprendistato.
ESPERIENZE IN ATTO
Alcune delle esperienze che abbiamo ascoltato ci hanno aiutato a capire quanto oggi si sta facendo attorno
al tema dei giovani e del lavoro e quali delle caratteristiche sono da recuperare per definire possibili spazi di
azione. Seguirà un elenco nel quale vengono citate le esperienze ed alcune parole chiave che possono
essere utilizzate per le riflessioni successive:
Esperienza: il servizio civile nella città di Torino.
Il Servizio Civile non è una esperienza di lavoro sebbene sia in parte finanziato dai contributi di
“Garanzia Giovani”. Il servizio civile è una opportunità per misurarsi con caratteristiche e tempi
tipici del mercato del lavoro.
Esperienza: Le azioni imprenditoriali del mondo della cooperazione che coinvolgono i giovani.
Nuove forme di lavoro e coinvolgimento per i giovani a partire da territori ristretti. Una work
experience a metà strada tra la formazione e l’impresa
Esperienza: Accompagnamento e i servizi al lavoro
Agire sull’imprenditività dei giovani creando un collegamento con i soggetti che facilitano l’avvio di
imprese e lavorando sul singolo accompagnamento. Tracciare le competenze per offrire maggiori
opportunità ai giovani.
Esperienza: L’occhio del sindacato per il punto di vista di una grande azienda
C’è una grande distanza tra scuola e lavoro. E’ sempre più importante accorciare la distanza tra i
giovani e il luogo di lavoro. La dicotomia tra progettazione e produzione è saltata e non c’è quasi
più distinzione tra operaio ed impiegato. Non è più il tempo di parlare di “manifattura” bensì di
“mente-fattura” perché la produzione è sempre più orientata ad oggetti in cui il valore aggiunto
della mente è superiore a quello delle “mani”
Esperienza: Circoscrizione 7
Non solo più borse lavoro in forma “assistenziale”, ma piccoli numeri e tempi brevi in grado di
aumentare l’esperienza e l’accompagnamento unendo le competenze delle imprese, delle agenzie
formative e delle istituzioni.
Esperienza: Circoscrizione 2
La circoscrizione può essere lo spazio attraverso il quale indagare sulle problematiche e su come
sono strutturate le attività imprenditoriali del territorio.
Esperienza: Le associazioni commercianti e il dialogo con le scuole
Sempre più necessario accorciare le distanze tra il mondo della scuola ed il lavoro, a partire dal
livello locale. Attivare esperienze in cui gli allievi sperimentino in prima persona azioni
imprenditoriali, non solo in ottica di laboratorio, ma in realtà.
Esperienza: L’analisi della situazione attraverso le associazioni giovanili
La situazione che provano alcuni giovani è deprimente. Si constata una sempre maggiore assenza di
speranza e scarsa capacità di fare rete.
Esperienza: Una mappatura del territorio dei luoghi di aggregazione
Emergono sempre più spazi di incontro per i giovani attorno al tema del lavoro e della
cooperazione/collaborazione
Considerazioni generali
Il servizio pubblico non basta più per garantire il giusto collegamento tra il mondo dei giovani ed il
mondo del lavoro, è necessario stabilire nuove alleanze tra istituzioni, imprese, mondo della
formazione e cooperazione.
E’ sempre più fondamentale sfruttare al meglio le potenzialità formative delle imprese che troppo
spesso è parcheggiata e non utilizzata.
Torino è una città in grado di accogliere e far crescere esperienze di innovazione locale, le istituzioni
saranno in grado di “sintonizzare” le regole per facilitare la crescita di nuove opportunità?
OPPORTUNITÀ E SPAZI DI INTERVENTO
Da quanto emerso nei primi incontri è possibile evidenziare due prospettive di azione percorribile:
1. Avvicinare i mondi dell’occupabilità e dell’occupazione. Se da un lato gli spazi dell’occupabilità sono
sempre stati presidio della formazione e dell’istruzione, dall’altro gli spazi dell’occupazione sono
stati il presidio del mercato del lavoro e delle politiche attive che mirano principalmente alla
generazione di posti di lavoro.
2. Facilitare un “ecosistema”. Occorre definire “piattaforme abilitanti” in grado di far crescere e fiorire
le azioni che nel coinvolgimento dei giovani mirano a stimolare la loro immaginazione e la loro
creatività; ad incrementare le opportunità di protagonismo; a realizzare opportunità di Work
Experience. Dall’esperienza risulta probabile che le piattaforme abilitanti siano facilitate dalla
sperimentazione locale, spesso più rapida ed attenta ai bisogni, piuttosto che da azioni distribuite
su più ampia scala.
Sulle prospettive citate è possibile evidenziare tre possibili ambiti di azione: dall’incrocio tra aumento di
occupabilità ed aumento di occupazione far emergere alcuni nodi relativamente agli ambiti.
OCCUPABILITÀ.
Dal lato dell’occupabilità è necessario approfondire gli spazi dell’associazionismo e della presenza dei
giovani: l’esperienza all’interno di associazioni può trasformarsi in “esperienza di lavoro”? Nelle associazioni
si possono vivere e sperimentare i valori di collaborazione, progettualità, gestione e coordinamento delle
persone tipiche del lavoro?
La scuola e la formazione possono abbandonare in parte il loro ruolo didattico ed educativo, riscoprendolo
in modo nuovo attraverso il dialogo e la cooperazione con le imprese? Non si tratta di sperimentare nuove
azioni come tirocini o stage, bensì di creare luoghi di confronto e collaborazione in cui la scuola possa
recuperare ed utilizzare le potenzialità formative delle imprese alimentando un flusso di collaborazione.
E’ possibile utilizzare le azioni e le iniziative in campo aggregativo e informativo (ad es. gli spazi offerti da
luoghi come l’informagiovani oppure i centri giovanili diffusi su tutto il territorio cittadino) affinché questi si
trasformino in luoghi di incontro non solo da un punto di vista culturale e aggregativo ma anche attorno
alle tematiche del lavoro nell’ottica di facilitare l’avvicinamento dei due mondi.
OCCUPAZIONE
In questo ambito risulta necessario approfondire con altri livelli istituzionali le politiche necessarie per
l’incremento dell’occupazione (Città Metropolitana, Regione) che fanno comunque riferimento a deleghe
differenti dalla Città di Torino. E’ comunque possibile che a livello torinese si utilizzino gli spazi ed i locali di
proprietà comunale (parchi, campi sportivi, locali, …) quale opportunità di realizzare nuovi servizi con nuove
imprese create proprio dai giovani coinvolti.
L’ INTERSEZIONE TRA OCCUPABILITÀ ED OCCUPAZIONE
In quest’area si aprono nuove opportunità di azione connesse all’interazione tra mondi differenti in
particolare è possibile delineare tre macrosoggetti di riferimento in grado di collaborare: 1 - Formazione,
Università, Istruzione, Associazioni, Agenzie per il lavoro (più vicine per loro natura agli spazi
dell’occupabilità); 2 - Cooperazione, Imprese, Sindacato (più vicine per loro natura agli spazi
dell’occupazione); 3 - le istituzioni dal livello cittadino al livello regionale.
Dalla collaborazione tra questi tre macrosoggetti è possibile far emergere alcune indicazioni ed
interrogativi:
- È possibile definire un luogo in cui far interagire e confrontare i tre macrosoggetti citati sopra?
- È possibile reinterpretare i nostri centri giovanili ed il nostro informa giovani con una valenza
orientata al lavoro? È possibile un nuovo pensiero dei luoghi di incontro dei giovani in una chiave
sociale maggiormente orientata al lavoro? Nei nostri centri giovanili è possibile creare lo spazio di
incontro locale tra i giovani ed i macrosoggetti citati sopra?
- È possibile che il territorio torinese acquisisca lo startup come uno stato permanente del suo agire?
Tra i fattori abilitanti di cui si è parlato in precedenza si può citare un territorio in grado di proporsi
in una ottica costante di Sperimentazione –Verifica. Ci sono delle aree di Torino dove è possibile
sperimentare costantemente e verificare rapidamente le azioni intraprese?
- È possibile aumentare le opportunità di “Work Experience” offerte ai giovani?
AZIONI POSSIBILI
- Sperimentare nuove forme di gestione dei centri giovanili coinvolgendoli nella progettazione e
gestione degli spazi e favorendo la nascita di piccole imprese in grado di offrire servizi e attività per
i giovani del territorio
- Trasformare i centri giovanili e l’informagiovani in “sistemi concentratori” di riflessione, cultura e
raccolta dati attorno alle tematiche del lavoro. Non un semplice sportello di ascolto ed
orientamento, ma un luogo dove si aggregano e si incontrano i soggetti del territorio che a vario
titolo affrontano le tematiche del lavoro e dei giovani
- Favorire le relazioni, unificare al fine di rafforzare la costruzione di una rete tra tutti I soggetti
pubblici e privati che a vario titolo offrono ai giovani servizi per il lavoro.
- Facilitare la nascita di esperienze locali in grado di gestire e creare una nuova economia dall’utilizzo
di spazi e luoghi afferenti alla città.
- Definire un regolamento per valorizzare e tracciare le work experience affinché sia possibile
valorizzare ed utilizzare le potenzialità formative delle imprese incrociandole e facendole
incontrare con le potenzialità creative dei giovani.
- Favorire l’espressione dei giovani, delle loro capacità di ideazione, innovazione e creatività
attraverso la possibilità di proporre azioni costruendo “concorsi e bandi di idee” rivolti
principalmente ai giovani per sfruttarne le loro potenzialità.
- Richiedere alle aziende partecipate dal Comune che garantiscano ogni anno un numero di tirocini
pari almeno al 3% del proprio personale rivolti a giovani con età compresa tra i 18 ed i 25 anni
- Attivare percorsi formativi e di approfondimento all’interno delle esperienze scolastiche per
l’educazione alla creatività ed alla autoimprenditorialità
- Favorire la nascita di piattaforme per la certificazione delle competenze informali e la loro
tracciabilità.