Inquinamento da macchine agricole
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"Le innovazioni
tecnologiche applicate alle
macchine agricole"
...Cibo sano...
...Cibo per tutti...
Iniziamo dal principio
Vi ricordate il contadino con l' aratro
e il bue? Eh si , l' agricoltura sana era
quella di molti anni fa...
Ma andiamo più nel dettaglio
...Si partì dal basso
medioevo...L'anno mille si caratterizza da evidenti segni di rinascita, a
livello agricolo. Si dissodano le terre vergini, si bonificano le
paludi e le foreste trasformandole in terreni da coltivare o da
dare al pascolo, si costruiscono dighe e canali di drenaggio si
rivoluzionano i cicli di coltivazione: la rotazione diventa
triennale per sfruttare più intensamente il terreno.Le
produzioni aumentano grazie anche ad innovazioni
tecnologiche; nasce l'aratro a ruote, capace di smuovere a
fondo il terreno perché i semi siano meglio nutriti e meglio
protetti. La trazione animale è potenziata dal collare a spalla
e dallo zoccolo ferrato per i cavalli, dal giogo frontale per il
bue.
1770 invenzione del trattore Il primo tentativo di costruire un trattore fu dell’Ingegnere militare francese
Nicholas Joseph Cugnot nel 1770 alimentato a vapore che però fini distrutto
dopo il primo tentativo. Altri tentativi furono fatti da vari ingegneri come
l’italiano Pietro Ceresa Costa, il tedesco Otto Nikolaus che perfezionò il
motore a scoppio a quattro tempi.
Un passo importante fu lo sviluppo dei motori in genere con l’invenzione del
motore Diesel che prese il nome dal suo inventore Rudolf Diesel (1858 –
1913 ). Altri costruttori progettaro vari modelli come il tedesco Heinrich Lanz,
l’inglese john Flower che progettò inoltre la meccanizzazione per aratura a
vapore che consisteva in due locomotive stradali situate una di fronte all’altra
ai bordi del campo, le quali azionavano un cavo che trascinava da un lato
all’altro un aratro basculante.
Il trattore a livello industriale è nato nel 1892 negli Stati Uniti e negli anni
successivi gli sviluppi tecnici sono stati eseguiti prevalentemente dai
costruttori americani.
I primi modelli non erano molto maneggevoli e peraltro molto pesanti. I
rapporti peso potenza erano variabili dai 150/250 Kg/CV e quindi 8/9 volte
superiori ai trattori prodotti oggi. Il rapporto peso-potenza ottimale per una
trattrice è di 40 Kg/CV.
Per fare un esempio una trattrice di 120 CV che pesa 5.400 Kg. Avrà un
rapporto peso-potenza di 45Kg. Per CV ovvero 5.400:120= “45”.
Trattori 1990 fiat
Nella prima metà del 1900 le industrie trattoristiche italiane non disponevano di mezzi e capitali per uno sviluppo simile
a quello americano ma nonostante questo l’ingegno italiano produsse vari progetti tra cui spiccava il trattore “Pavesi –
Tolotti (1911), un trattore con 4 ruote motrici di uguali dimensioni e regolabili in altezza, con telaio snodato e baricentro
particolarmente basso., risale al 1984. Fu senza dubbio il modello di maggior successo della gamma, elegante,
aggressivo e potente, grazie al motore Fiat-OM 8365.25 a 6 cilindri turbo oilcooler da 8.102 centimetri cubi.
Questo motore, tarato in fabbrica a 180 cavalli a 2.200 giri, aveva un “difetto” particolare: poteva essere facilmente
manipolato e portato a potenze ben superiori ai 200 cavalli. Ne furono trovati alcuni con 220 CV alla presa di forza, che
corrispondevano a circa 240 CV al volano. Chiaramente, una trasmissione tarata per un massimo di 200 CV non
poteva non risentire di tale sbalzo di potenza e questo spiega perché una parte di contoterzisti non “manipolatori” non
abbia mai avuto problemi di affidabilità, mentre altri sì. Anche non manipolato il 180-90 “tirava” sul serio, e non era
neppure asssetato di carburante: test ufficiali attestavano un consumo di 32 kg di gasolio per ora alla potenza
massima, e di 23 a coppia massima: un buon risultato per un motore di 8,1 litri con quel rendimento.
Al momento del suo lancio erano offerte due trasmissioni meccaniche a marce e gamme sincronizzate: una 24+8 con
superriduttore, con velocità da 0,2 a 31 km/h, oppure una 16+16 con inversore al posto del superriduttore e velocità da
2,2 a 31 km/h. Tuttavia i concorrenti in questa fascia di potenza, quasi tutti americani, offrivano già cambi idraulici in
powershift, meno efficienti ma più moderni e versatili. Per questo motivo, a due anni dal lancio, alla Fiera di Verona del
1986, la Fiatagri aggiornò la serie 90 gamma alta rendendo disponibile a richiesta il cambio in powershift, il sollevatore
elettronico e la presa di forza con sollevatore anteriore. Il powershift consentiva di inserire le quattro marce di ogni
gamma sotto carico, in movimento, senza l’uso della frizione, e di adattare istantaneamente il trattore alle variazioni di
sforzo di trazione, con vantaggi anche per l’affidabilità del cambio e per il comfort di guida.
Inquinamento delle macchine
agricole da ieri a oggi
Il parco trattori europeo è stimato in circa 8 milioni di unità (2
milioni circa in Italia), il 90% dei quali è equipaggiato con motori
Euro 0, ovvero motori altamente inquinanti costruiti prima del
1999. Per fare un confronto, un motore da 100 HP/Cv Euro 0
produce per ogni ora di lavoro ben 407 grammi di ossido di azoto
e 39 grammi di polveri sottili, mentre il motore Euro III, che
equipaggia le macchine di attuale produzione, ne produce
rispettivamente 164 e 12.
Grafico inquinamento
L'unione europea tutela l'ambiente
Una direttiva europea varata nel 2000, modificata nel 2005 e recepita da una
legge dello Stato Italiano, prevede misure volte a ridurre l'inquinamento provocato
dai motori dei trattori agricoli o forestali. L'obiettivo della direttiva è di ridurre
l'inquinamento atmosferico provocato dai motori dei trattori agricoli o forestali,
stabilendo un livello di emissioni accettabile per quei motori, e garantire il buon
funzionamento del mercato interno. La direttiva è stata poi modificata nel 2005
con la direttiva 2005/13/Ce, recepita in Italia con il decreto ministeriale del 21
settembre 2005.Lo scopo di suddetta modifica è contribuire al buon
funzionamento del mercato interno dei trattori e allo stesso tempo di tutelare la
salute umana e l'ambiente.