Incoming n.1

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Noi Giovani Italiani La breve vita del Tiberio Palace Hotel I fantasmi di Palazzo Donn’Anna Vaggiando per l’Italia: Montefusco & Entracque La chiesa di Sant’ Anna dei Longobardi Giovani per il Turismo InComing La villa di Augusto

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Periodico bimestrale dell'associazione Giovani per il Turismo Novembre - Dicembre

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Noi Giovani Italiani

La breve vita del Tiberio Palace Hotel

I fantasmi di Palazzo Donn’Anna

Vaggiando per l’Italia: Montefusco & EntracqueLa chiesa di Sant’ Anna dei Longobardi

Giovani per il TurismoInComing

La villa di Augusto

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Solo pochi giorni fa, il Ministro Elsa Fornero, rivolgendosi

ai giovani italiani ha dichiarato “…ragazzi non siate troppo

choosy quando si tratta di lavoro…”. Choosy, che tradotto

letteralmente potrebbe essere indicato con un “puntiglioso”,

starebbe a significare, a detta della Signora Ministro, che i

giovani di oggi sono troppo pignoli e puntigliosi nella scelta

dell’attività lavorativa, e che dovrebbero iniziare a lavorare

(qualsiasi mansione o impiego), per poi guardarsi in giro

per vedere cosa offre il mercato.

Parole sante! Possiamo dirlo…

Se non ci fosse il Ministro Fornero, probabilmente, nessun

giovane avrebbe mai realizzato un pensiero del genere. Da

qualche giorno a questa parte, senza ombra di dubbio,

migliaia di giovani hanno iniziato ad accettare le offerte di

lavoro proposte; si è infatti abbassata la percentuale dei

disoccupati, e l’economia ha ripreso a girare.

Un attimo, non è proprio così, purtroppo!

Il Caro Sig. (ra) Ministro, dovrebbe forse realizzare, per

prima cosa, che dovrebbero esserci delle offerte di lavoro.

Senza delle serie offerte di lavoro potrebbe diventare un

tantino difficile poter essere “Choosy”. Probabilmente, il caro

Ministro, dopo aver distrutto la vita di centinaia di migliaia

di “pensionandi” e di “esodati”, ha dimenticato facilmente

che la difficoltà per i giovani di oggi si sostanzi nel

trovare/ricevere delle offerte di lavoro che possano fregiarsi

di tale titolo.

Ma, d’altronde, il Ministro è fuorviata dai brillanti esempi

che ha in casa propria: la giovane figlia, Silvia, ad appena

37 anni è già professore Associato di genetica medica. Chi

madre non ha un figlio che a 37 anni è docente

universitario? Peraltro, a voler allargare il raggio d’azione,

tutti i figli dei membri dell’attuale esecutivo (perché i

precedenti come erano?) ricoprono cariche istituzionali,

accademiche o manageriali con stipendi “d’oro”.

Sarà che la c.d. “scienza infusa” abbia toccato tutta la

prole dei ministri italiani? Attenzione, in questa sede non si

vuole assolutamente alludere al fatto che tali figli abbiano

ricevuto delle agevolazioni particolari per il semplice fatto

che tali genitori ricoprano ruoli di primissimo piano in ambito

politico. Assolutamente no! È una correlazione illegittima e

infausta: evidentemente hanno davvero delle capacità che

altre migliaia di giovani laureati brillanti italiani non hanno,

o che non sono riusciti a manifestare per bene (attenzione,

non ci riferiamo al fatto che siano figli di “mammà e papà”

prestigiosi). Sicuramente una caratteristica in particolare,

quel quid pluris ci sarà, solo che l’opinione pubblica non è

stata ancora capace di scovarlo.

Magari anche loro, però, nel loro piccolo sono stati

“Choosy”; immaginiamo, infatti, un dialogo tra la figlia Silvia

(Deaglio, ndr) e la madre Elsa: “…mamma dammi un

consiglio, è meglio essere docente di una cattedra

universitaria, o fare la top manager di una

multinazionale?...”. La madre, evidentemente, avrà risposto:

“entrambe le cose, a mamma!”.

Purtroppo per noi, milioni di genitori italiani non hanno figli

che chiedano consigli in tal senso; al massimo il dubbio

potrebbe essere formulato così: “…mamma, è meglio

lavorare in un call center a 300 € al mese, o fare il

cameriere in attesa del conseguimento della laurea?”,

“…meglio lavorare da laureato come stagista a 600 € al

mese per 10 ore al giorno, o tentare di andar all’estero in

cui si darà il giusto valore alla preparazione individuale?”,

“…è meglio lavorare come professionista con partita IVA

mascherando un rapporto di lavoro subordinato, o provare

a studiare per vincere un concorso di cui, in partenza, già

saprò che non avrò a disposizione la ‘giusta’

raccomandazione?”. Chissà quanti altri enigmi attanagliano

le speranze dei giovani italiani.

Non sappiamo, in effetti, quanto sia corretto parlare di

ragazzi che non devono essere troppo “puntigliosi” quando

le offerte di lavoro a disposizione rasentano l’assurdo.

Probabilmente sarebbe più corretto parlare di giovani

“Choosy”che si alternano tra offerte di lavoro inesistenti e

offerte di lavoro che lambiscono il limite di demarcazione

tra l’ignobile e l’indecoroso, laddove, per poter lavorare, si

è costretti a gettare sotto i piedi la propria dignità.

Probabilmente, ma restiamo nell’ambito del surreale, la

stessa Ministro Fornero potrebbe fare qualcosa per far sì

che possa mutarsi questo empio scenario.

Tanto per iniziare, se al giorno d’oggi migliaia e migliaia di

giovani hanno problemi di inserimento nel mondo del lavoro

e, più in generale, problemi ad avere una stabilità econom-

ica, la causa principale è da imputare alla precarietà del

lavoro.

Certo, la crisi economica mondiale costituisce un gravissimo

fardello, ma fino ad un certo punto: basta spostare l’atten-

zione su altre realtà economiche, sia europee che extra-

continentali, per notare che i provvedimenti attuati sono

Editoriale

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”2

Noi giovani italiani del nuovo millennio:“la generazione choosy”

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di matrice diversa, o addirittura opposta, a quelli proposti

dai governi del “paese del sole”.

Il lavoro a tempo indeterminato “è noioso”, così aveva

sentenziato il presidente del Consiglio Mario Monti, eppure,

senza un lavoro stabile e sicuro, che dia certezze al

giovane, difficilmente l’economia italiana tornerà solida e

florida. Siamo anche disposti ad accettare la “precarietà”,

ma che venga attuata come nel resto d’Europa. Per fornire

qualche parametro a titolo d’esempio, un giovane lavoratore

a tempo indeterminato che in un altro Stato europeo costi

all’impresa 2.000 € (1.400 netto e 600 tra tasse e

contributi), da precario, costerebbe 1.700 (1.500 al

lavoratore e 200 tra tasse e contributi). In Italia, utilizzando

i medesimi parametri, un lavoratore precario costerebbe

1.000 € (di cui solo 800 € come retribuzione netta). Il

lavoro precario, anziché essere un incentivo per l’azienda,

diventa un nocumento per il giovane lavoratore.

A questo punto, che si riducano le forme di lavoro precario

dell’80%, lasciandole solo per alcune e ben individuate

fattispecie.

E non si venga a dire che l’impresa paga troppo tasse e

contributi per il lavoratore. I problemi dell’imprenditoria italiana

sono da ritrovarsi in tutt’altri settori: dal fatto che le stesse

non possano vedersi compensati i debiti/crediti con lo Stato;

dal fatto che, “per Legge”, viene consentito che delle

aziende possano fregiarsi del marchio “made in Italy” avendo

solo una sede anche secondaria (farlocca?) in Italia, e la

stragrande maggioranza dell’attività ubicata in paesi del terzo

mondo; dal fatto che anziché favorire i consumi, si va ad

incrementare la percentuale dell’IVA, il che equivale a

stagnare ulteriormente l’economia, e così via.

Senza voler parlare di altri scempi “made in Italy”, quali

pensioni d’oro, costi della politica sproporzionati e tra i più

alti al mondo, clientelismo e corruzione. Rischieremmo solo

di fare “bassa demagogia”.

Alla fine, caro Ministro Fornero, forse è così, noi giovani

siamo troppo “Choosy”, ma non nella scelta del lavoro,

bensì nel non avervi specificato in quale dei tanti “paesi”

andare a trascorrere del tempo in modo indeterminato

Davide Cacace

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il nuovo periodico dedicato al turismo ed

ai giovani ...

Noi giovani italiani del nuovo millennio:“la generazione choosy” …e il governo li “dimentica” nel decreto sviluppo!

In questo numero hanno collaborato:Dario Alfano, Davide Cacace, Carlo Cibelli, Antonio Giustino Guerrera,

Adelina Moretti, Mimma di Nardo, giulia Pisano, Anna Maria Russo,

Carmela Terracciano, Alessandro Tuccillo.

Impaginazione a cura di De Capua Stefano

In questo numero

Editoriale

Noi giovani Italiani del nuovo millennio - pag. 2

Rubriche

La breve vita del Tiberio Palace Hotel - pag. 4

Riscoprendo Napoli

I fantasmi di palazzo donn’Anna - pag. 5

La villa di Augusto - pag 6

Itinerario dello Spirito

Chiesa di Sant’Anna dei Longobardi - pag. 7

Consigli di ... viaggiando per l’Italia

Montefusco .. un piccolo, grande paese - pag. 8

Entracque - montagna tra le acque - pag. 10

Ricetta del mese

Gli “Struffoli” - pag. 11

Eventi del mese

Eventi - pag. 12

Mercatini di Natale - pag. 13

L’arte presepiale e presepi viventi - pag. 14

Sagre - Viaggio tra le tradizioni culinari - pag. 14

L’angolo dello sport

Eventi sportivi - pag. 15

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Giovani per il TurismoInComing

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ripreso a sperare, e gli investitori che avevano creduto a

dispetto di molti nelle potenzialità dell’area.

L’attività riprese per pochi mesi, la proprietà mise in pratica

delle pratiche per sanare gli abusi che si rilevarono ben

presto irregolari e portarono alla definitiva chiusura nel

febbraio del 2010.

Più di 2 anni e mezzo di battaglie portate avanti con esito

negativo, durante le quali la struttura non ha potuto operare

ed è stata oggetto di saccheggi da parte di delinquenti. Gli

illeciti non sembravano, ai diretti interessati, tali da

giustificare la cessazione dell’attività, ma la procura non si

smosse da quella posizione. Alcuni mesi fa e per pochi

giorni è stato visibile ai passanti all’ingresso della struttura

uno striscione pieno di amarezza e afflizione, poche parole

raccontavano le difficoltà di chi vuole investire in Italia, poi

più nulla fino all’epilogo.

Il finale è storia recente, il 25 settembre 2012 la giunta

ha deliberato a favore dell’acquisizione della struttura per la

creazione di uffici amministrativi e si è detta contraria

all’abbattimento dell’immobile. Il comune di Napoli diverrà

proprietario e, considerato che attualmente spende circa 7

milioni di euro all’anno per fitti passivi, potrà risparmiarne

quasi la metà liberando altre sedi di cui non detiene la

proprietà. Ci saranno dei lavori di adeguamento ma

probabilmente resteranno i colori giallo arancio e blu che

terranno viva la triste parabola del Tiberio Palace Hotel.

Difficile definire i buoni e i cattivi di una storia che ha

del grottesco, in questi tempi di crisi in cui lo Stato tende

la mano ad aziende non autosufficienti, a chiudere sono

anche le attività in salute. Restano diverse domande legate

a questa faccenda: Quando è giusto tirare la corda contro

l’illegalità? Come è possibile determinare qual è realmente

il bene della collettività? Ad uscire sconfitti da questa storia

sono sicuramente gli ex dipendenti del Tiberio Palace, molti

godevano addirittura di un contratto a tempo indeterminato,

anche per loro adesso è tornato il buio.

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Carlo Cibelli

E’ impossibile transitare per Via Ferraris e non notare l’ex

Tiberio Palace Hotel, un enorme palazzone dai colori

sgargianti che spicca nel grigiore della periferia Est di Napoli.

La struttura è facilmente riconoscibile anche percorrendo gli

ultimi chilometri dell’autostrada A3 verso Napoli, per chi lo

vede la prima volta viene naturale domandarsi cosa ospita

e perché quei colori. Chi li ha scelti non l’avrà certo fatto

per caso, ma per spezzare quell’atmosfera cupa della zona

industriale caduta nel degrado, e per rompere la monotonia

e la staticità decennale dell’area. E’ plausibile pensare che

nel progetto si nutrivano grandi ambizioni di rilancio per

un’area che, seppur lontana dal centro città, gode della

vicinanza di stazione ferroviaria, aeroporto e svincoli

autostradali.

La struttura è rimasta in funzione da aprile 2007 a febbraio

2010 con risultati assolutamente positivi. Il Tiberio Palace

con 270 camere e 25 sale meeting modulabili deteneva il

titolo per il centro conferenze più capiente di Napoli e dava

lavoro a circa 150 dipendenti. Anche durante le ripetute

emergenze rifiuti la struttura tenne testa continuando ad os-

pitare comizi elettorali, eventi internazionali, squadre di calcio,

congressi professionali.

La struttura superò brillantemente i primi due anni critici di

vita, ma nel marzo del 2009 scattarono improvvisamente i

sigilli da parte della procura per abuso edilizio. Dai rilievi

del comune risultò difatti un’ irregolarità risalente ai primi

anni 90’, quando fu rilasciata una concessione edilizia illecita

per costruire la sede della Telesoft in un’area inedificabile.

Questo Illecito non era mai stato sollevato in passato,

nemmeno nei confronti della Impregilo, la società dalla quale

l’imprenditore Davide Insigne aveva rilevato la struttura per

la realizzazione dell’hotel.

Suscitò rabbia che il comune non avesse contestato nulla

e avesse rilasciato regolare licenza amministrativa ai lavori

anche nella fase immediatamente successiva all’acquisizione.

Tale circostanza atipica spinse la società Residents srl

dell’imprenditore Insigne a presentare ricorso, e i dipendenti

ad organizzare manifestazioni di protesta.

Tuttavia in seguito ad ulteriori sopralluoghi, risultarono abusivi

anche alcuni ampliamenti su ognuno degli 11 piani dello

stabile, sull’ampliamento della hall e sulla destinazione d’uso

dell’immobile. I titolari avanzarono una richiesta di condono

edilizio nel 2009, che una volta respinta gettò nello

sconforto le famiglie degli ex dipendenti che avevano

Rubriche

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

La breve vita del Tiberio Palace Hotelepilogo di una vicenda paradossale

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Intorno al 1630 lungo l’attuale via Posillipo venne eretto

grazie al volere di una nobile napoletana, Donn’Anna Carafa,

nipote di Papa Paolo IV e consorte del viceré spagnolo

Ramiro Nunez De Guzman duca di Medina De Las Torres,

un palazzo destinato ad entrare nei miti e nelle leggende

napoletane oltre che a rappresentare uno dei monumenti più

affascinanti e caratteristici della città partenopea. Su progetto

di Cosimo Fanzago, uno dei più grandi architetti dell’epoca,

seguendo lo stile del barocco napoletano, il palazzo venne

realizzato al posto di una preesistente costruzione; la villa

di Bonifacio detta anche “la sirena” grazie alla sua splendida

ubicazione che affacciava sul golfo di Napoli ed evocava

favole antiche. A causa della prematura morte di Donn’Anna

il progetto non fu mai terminato, ma proprio questa sua

incompiutezza dona quel particolare fascino che rende il

monumento quasi un mix di arte dell’antichità classica e di

arte contemporanea. La storia del palazzo è colma di avven-

ture, di misteri, di proprietari che lo hanno abitato e che

hanno lasciato inevitabilmente il segno. Le leggende iniziano

prima dell’avvento di Donn’Anna e riguardano le strane

vicende che videro coinvolta una delle figure più accattivanti

della storia napoletana: parliamo della regina Giovanna I

D’Angiò(1326-1382); figura ambigua e famosa per la sua

cattiveria, la regina soggiornò spesso nella dimora della

“sirena” ed amava avventurarsi in storie amorose salvo poi

trucidare i suoi amanti tramite giochi sadici. La leggenda

narra anche dell’amore stroncato dall’invidia e dalla superbia

della regina per una coppia di sposi, Maria Stella ed il

marinaio Salvatore. Giovanna I voleva a tutti i costi

conquistare il cuore di Salvatore e lo costrinse a diventare

il suo amante, ma tutto ciò non permise al giovane marinaio

di avere sorte diversa rispetto ai suoi predecessori e fu

anch’egli vittima del torbido divertimento della regina.

La povera Maria Stella aspettò con ansia il ritorno dell’amato

marito ma egli non fece più ritorno e la donna morì di do-

lore, si dice che ancora oggi ai piedi del palazzo ogni tanto

compaia lo spirito di Maria Stella che in un mare di lacrime

aspetta ancora il ritorno di Salvatore. Le pazzie di Giovanna

I furono prese quasi da esempio dalla regina Giovanna II

(1371-1447) che secondo le credenze fu anch’essa

vittima di giochi lussuriosi e pericolosi che coinvolsero i suoi

amanti, amava prima divertirsi e poi liberarsi dei corpi che

le avevano donato piacere, sembra che le anime delle

vittime innocenti delle due folli regine vaghino nei sotterranei

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del palazzo reclamando il loro dolore. La maledizione nel

tempo non svanì, neppure quando Donn’Anna Carafa fece

realizzare il nuovo palazzo che prende il suo nome. Figura

affascinante e potente Donn’Anna fece realizzare uno

splendido teatro dove veniva accolta la nobiltà spagnola e

napoletana durante gli spettacoli, fu però proprio uno

spettacolo a segnare per sempre la vita della nobile donna.

Innamorata di Gaetano di Casapesenna che insieme alla

nipote Mercedes De Las Torres partecipò ad una

rappresentazione, dove nella scena finale si lasciarono

andare in un appassionante bacio, Donn’Anna colta da una

incredibile gelosia ed invidia iniziò a provare profondo odio

per la nipote che la portò ad ucciderla nelle segrete del

palazzo. Il giovane napoletano Gaetano di Casapesenna

innamorato follemente di Mercedes, quando non ebbe più

notizie della giovane intraprese un lungo viaggio nel disperato

tentativo di ritrovarla, Donn’Anna di Carafa si ammalò a

causa della solitudine e del rimorso e morì a Madrid che

raggiunse su ordine del marito, mentre si dice che nella

notte il fantasma di Mercedes De las Torres vaghi nel

palazzo cercando invano di riabbracciare il suo amore.

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

I MISTERI DI NAPOLI:“I Fantasmi di palazzo Donn’Anna”

Dario Alfano

Riscoprendo Napoli

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In una delle nicchie è stata rinvenuta una donna con veste

greca, forse una divinità, mentre in un’altra in origine era

collocata una statua di Dioniso giovane con cucciolo di

pantera; entrambe sono ora custodite al Museo di Nola. In

una delle ultime fasi di vita, questa stanza e tutte le altre

furono destinate alla produzione agricola.

Ad ovest vi è una stanza con numerose porte e finestre,

che in origine aveva un pavimento a mosaico e tarsia

marmorea, successivamente però fu divisa in due parti di

cui una fu destinata a stalla e l’altra a dispensa. In una

fase tarda, a seguito del crollo del tetto, in un angolo fu

posto un forno.

Verso valle, collegata con la stanza principale da due scale,

è possibile ammirare un’area terrazzata con colonnato in

mattoni e, verso est, un’aula absidata con arcata e fregio

con Nereidi e Tritoni. Da questa stanza si accede ad

un’altra, ugualmente absidata e con pavimento a mosaico

decorato con motivi geometrici e delfini che saltano fra le

onde. Fra le scale per la terrazza superiore, in una fase

tarda furono poste due cabalette e tre cisterne, all’interno

delle quali sono stati trovati un torso di cileno, un’erma ed

un’iscrizione funeraria.

Dalla terrazza mediana si accede, tramite una scala, ad

una cella vinaria posta più in basso.

Oltre la parete con decorazione dionisiaca vi è una vasta

area con due muri orientati nord-sud che originariamente

era pavimentata con basali di lava. In una fase successiva,

parte dei basali fu rimossa e furono posti i dolia (contenitori

molto grandi per le provviste). Poi anche i dolia furono

rimossi e, sul terreno accumulatosi, sono state rinvenute

tracce di solchi arati ed impronte di animali, probabilmente

in fuga al momento dell’eruzione.

Sebbene i dati finora acquisiti non confermano a tutti gli

effetti l’ipotesi che questa sia la villa di Augusto, la ricchezza

ed unicità dei reperti, la monumentalità di questo sito però

possono aiutare a capire molto della Campania antica, della

sua importanza (Augusto è pur sempre stato il primo

imperatore romano!). La fine dell’Impero Romano

d’Occidente e, soprattutto, la furia sterminatrice del Vesuvio,

hanno fatto il resto.

Carmela Terracciano

“E Ora, se tutto è andato bene, battete le mani a

questo nostro gioco ed acclamateci!”

E’ tutta racchiusa in questa frase di Svetonio la grandiosità

dell’imperatore Augusto che le pronunciò, in punto di morte,

uscendo di “scena”. Ed è proprio la “scena” della sua

morte, intesa come luogo in cui essa si è consumata, che

è avvolta dal mistero. Lo stesso Svetonio racconta che

l’imperatore morì in un paese vicino Nola: i resti di una

villa romana ritrovata a Somma Vesuviana sembrano

prestarsi divinamente, è il caso di dire, a ruolo di “scena

della morte di Augusto”.

Ma cosa sappiamo in merito alla Villa Augustea?

Tutto quello che è stato riportato in luce fino ad ora sono

parti di un ampio edificio romano, costruito nella prima età

imperiale che continua a vivere fino al V secolo d.C.,

cambiando nel tempo carattere e funzione, fino all’ eruzione

vesuviana del 472 d.C., che lo seppellì per oltre la metà

della sua altezza.

Negli anni Trenta, durante dei lavori agricoli, venne rinvenute

casualmente delle strutture murarie che portarono alla

scoperta dell’intero edificio. Lo scavo riportò alla luce una

piccola parte delle strutture murarie e “colonne e capitelli

di marmo, pavimenti in mosaico, bellissimi frammenti statuari

di un personaggio in abito eroico, stucchi policromi”.

Fu proprio la monumentalità dell’edificio e la sua ubicazione,

a far ipotizzare che la villa potesse essere la residenza

dove “andò in scena la morte” dell’imperatore Ottaviano

Augusto, come ci tramandano alcuni autori latini. Purtroppo,

nonostante il grande interesse dimostrato dal popolo di

Somma, che inviò anche una richiesta di finanziamento a

Mussolini per la prosecuzione dello scavo, non fu possibile

andare avanti a causa della mancanza di fondi.

E’ il 2002 l’anno della luce: la ricerca sul sito è infatti

ricominciata grazie al progetto di ricerca multidisciplinare

dell’Università di Tokyo.

Ma oggi cosa si può ammirare di questo sito?

Il visitatore può oggi osservare alcuni ambienti dal carattere

monumentale e di rappresentanza, che probabilmente sono

soltanto l’inizio della dimora vera e propria: infatti si pensa

che essa sia ancora seppellita sotto i sedimenti lavici.

La stanza più grande si presenta così: da un lato c’è un

colonnato, due pareti con nicchie, un’arcata sorretta da

pilastri e, dall’altro, c’è una parete decorata con temi legati

al dio del vino Dioniso.

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

La Villa di Augusto

Riscoprendo Napoli

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7Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Vi potreste chiedere perché visitare questa chiesa, e noi vi

potremmo elencare una serie di motivazioni tutte valide, ma

preferiremmo dire che è un contenitore, uno scrigno, che

dalla fine del 1500 conserva e preserva gioielli scultorei e

pittorici di pregevolissima fattura, senza pagare ticket museali,

gratuitamente, in libero accesso, e ironicamente ci

chiediamo:< se fossero a Firenze o Roma avremmo la fila

per entrare???>. Può essere considerata senza dubbio il

gioiello della cultura rinascimentale a Napoli di spiccata

osservanza toscana, inizialmente sede del convento dei Padri

Olivetani senesi.

Oggi l'antico monastero, che contava ben quattro chiostri, è

sede della Caserma Pastrengo mentre il chiostro maggiore

ha mantenuto la sua originaria configurazione. La chiesa

deriva la propria denominazione da un più antico edificio di

culto edificato nel 1581 dalla colonia dei mercanti lombardi

presenti a Napoli nel luogo dove si estendeva parte del

famoso giardino di Carogioiello, molto decantato dalle fonti,

e in cui già nel 1411 era stata fondata una chiesa olivetana

ad opera del protonotario di re Ladislao di Durazzo, Garello

Origlia.

Le testimonianze di maggior rilievo sono rappresentate dalle

due prime cappelle laterali intitolate rispettivamente alle

famiglie Piccolomini e Terranova, veri gioielli della cultura

figurativa dell'ultimo Quattrocento toscano. La prima venne

concepita dall'architetto Benedetto da Maiano che trasferì

qui, nella tomba di Maria d'Ungheria, i medesimi contenuti

formali del sepolcro del Cardinale del Portogallo realizzato

in San Miniato al Monte a Firenze; l'opera venne realizzata

in collaborazione con un altro scultore toscano, Antonio

Rossellino, che proseguì il lavoro interrotto dal maestro

(ricordo che il pavimento della cappella è originario

del”500”).

Nella seconda cappella, che venne arricchita nel Cinquecento

da opere in marmo di Tommaso Malvito e Gerolamo d'Auria,

le parti più antiche, come l'altare dell'Annunciazione, spettano

allo stesso Benedetto da Maiano.

Agli ultimi anni del XV secolo risale un'altra opera di

notevole interesse artistico: il gruppo in terracotta policroma

ad altezza reale del Compianto sul Cristo morto, situato

nella Cappella Origlia, autore Guido Mazzoni da Modena,

è un gruppo che sprigiona strazio e dolore. Ma, dopo il

restauro, il gioiello assolutamente da “gustare” è il refettorio,

il cui soffitto a tre vele è stato affrescato dal Vasari (ricordo

che a Napoli è in corso il ciclo del Vasari, da accoppiare

possibilmente la visita al museo di Capodimonte), il quale

accettò l’incarico solo dopo l’autorizzazione a modificare,

arrotondando, le spigolosità degli archi a soffitto.

Adelina Moretti

Itinerario dello spirito ...Chiesa S. Anna dei Longobardi

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Non è solo ricco di storia, ma anche di monumenti che

restano un patrimonio culturale, e danno ancora prestigio

ad un piccolo paesino, qual è:

- Chiesa Palatina di San Giovanni del Vaglio: L'edificio

religioso fu eretto verso la fine del XII secolo. In questa

chiesa, i papi Callisto II e Onofrio II che soggiornarono nel

paese, esercitarono i riti religiosi. Nella chiesa si trovano

tuttora dipinti risalenti al '700, colonne marmoree di epoca

romana, pochi affreschi medievali riscoperti recentemente e

si venera la Sacra Spina di Cristo, reliquia assurta a

protettrice della città.

- Chiesa di Santa Maria della Piazza: al suo interno

conserva qualche antico affresco.

- Oratorio di San Giacomo Apostolo: Piccolo gioiello di arte

seicentesca, tutto affrescato, fu sede di una congregazione

per secoli. È posto al di sotto della Chiesa e dell'Abbazia

di Santa Maria della Piazza.

- Chiesa di San Francesco di Assisi: La tradizione la vuole

fondata da San Francesco D’Assisi in persona in uno dei

suoi viaggi per l'Italia.

inoltre troviamo:Chiesa e Monastero di San Domenico,

Chiesa di Santa Maria del Carmine e annessa Chiesa di

San Sebastiano, Oratorio di San Raimondo, Eremo di

Sant'Antonio Abate.

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo,Monastero di Sant'Egidio

(vi soggiornò Padre Pio nel 1908, appena dodicenne).

E numerosi palazzi nobiliari: Corte Baronale, Palazzo

Giordano, Palazzo Regina, Palazzo de Martino, Palazzo

Dente, Palazzo Ruggero, Palazzo Riola, Palazzo Mascia.

Il paese è posto a cavallo tra la provincia Avellino e quella

di Benevento, circa 1.463 abitanti.

L'origine del nome del paese è incerta. L'opinione storica

più diffusa è che la città sia la sannitica Fulsulae di cui

parla Tito Livio. Per secoli poi chiamato Montefuscoli, (nome

ancora usato da molti).

Sorge su di un complesso montuoso di non eccessiva

altezza, detto da secoli "Montagna di Montefusco", perché

le vette più alte si trovano tutte nel territorio comunale del

comune: Monte Gloria, Monte San Felice e, appunto,

Montefusco stesso. Comprende anche le frazioni di Marotta,

Piano delle Mele, Sant'Antonio Abate, Sant'Egidio, Serra.

Territorio caratterizzato da fitti boschi di castagni e querce,

dette ‘E Surti, (le selve, in dialetto locale, riconosciuto

Sito di Importanza Comunitaria, grazie ai fondi della U.E.).

La posizione del paese, l’ha reso una roccaforte sannitica,

poi romanizzata, ma ancor prima, tracce neolitiche di

presenze umane in territorio montefuscano sono attestate

dal ritrovamento di frecce.

Grande sviluppo vi fu con l'arrivo dei Longobardi.

Nel 1077 Montefusco diviene capitale del Principato Ultra,

il quale comprendeva vasti territori tra cui anche Avellino e

Benevento.

Il paese era ricco di intellettuali e scrittori, ceti nobili, e

sapienti giuristi.

Ha un declino, nell’800, quando si decise di spostare il

Principato ad Avellino. Quelle qualità militari che ne avevano

fatto la fortuna nel Medioevo e durante tutta l'Età Moderna

non erano ritenute più utili in un'epoca di sviluppo e

innovazione.

Consigli di ... viaggiando per l’Italia

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Montefusco .... un piccolo, grande paese!

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Da menzionare anche il Castello Longobardo, fondato per

l’appunto dai Longobardi.

Parte della cerchia difensiva che venne posta a controllo

delle vie per Benevento, ospitò re normanni, svevi, angioini

e aragonesi.

Paese conosciuto non solo per prodotti tipici come: Vini,

tartufi, castagne, miele, ma anche per l’artigianato.

Vige la tradizione dell’uncinetto ma soprattutto del tombolo,

una vera arte, ma soprattutto una grande tradizione,

tramandata da secoli ormai.

Da sei anni si tiene il “Tommariello d’oro” ideato dall’ex

assessore provinciale Carmine Gnerre. (Il tommariello è il

fuso che da secoli viene usato per il tombolo.)

Una rassegna all’insegna della proclamazione di questa arte,

e unica kermesse campana che rende omaggio e premia

irpini illustri.

Solo per citarne uno dei tanti irpini premiati:

Carlo Pappone, irpino, aritmologo, elettrofisiologo, che ha

inaugurato l’era della telemedicina nella storia della

cardiologia intervistica.

Altri, numerosi avvenimenti si tengono tra quei borgi e tra

le mura di questo paese:

- Ultimo fine settimana di ottobre: Sagra della Castagna,

- A dicembre, il Presepe Vivente tra le pietre antiche del

borgo,

- Ed al debutto domenica 11 novembre 2012 il

Capodanno del Vino, per festeggiare San Martino, ricorrenza

cara alla tradizione nelle contrade delle campagne italiane.

Si rivivranno le atmosfere della tradizione contadina che

culmineranno nell’accensione del falò per celebrare San

Martino e che farà da cornice al brindisi di mezzodì, il cui

rintocco scoccherà con i calici in alto in tutte le cantine che

aderiranno a questo evento organizzato dal “Movimento

Turismo del Vino”.

Ad allietare la festa danze e canti di appassionati delle

tradizioni contadine, in un’ottica di vera riscoperta delle

nostre radici culturali, troppo spesso dimenticate.

9Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Giulia Pisano

Page 10: Incoming n.1

Entracque dal latino "Intra aquas", significa località posta

tra le acque: la sua posizione geografica è difatti compresa

tra tre corsi d'acqua:il torrente Gesso, rivo Bousset, rivo

Pramalbert o Colletta che taglia in due il piccolo paese.

Il torrente Gesso ospita l’omonima valle che è compresa

nel Parco delle Alpi Marittime, dove è ubicato il Monte

Argentera famoso per la presenza di piste dedicate allo sci

estremo. Non è facile precisarne le origini:la presenza di

migliaia di figure simboliche (15.000 e più) incise

probabilmente nel periodo di transizione dal Neolitico all'Età

del Bronzo sulle rocce di Valmasca, di Fontanalba, del Colle

del Sabbione ci possono portare a credere che queste zone

fossero luoghi di frequentazione, ma soprattutto vie di

percorrenza sia di popolazioni protostoriche che più tardi

di antiche popolazioni liguri. Opere architettoniche come il

ponte d Burga o come i resti di un antico tempio nei

pressi di Pedona vanno attribuite ai Romani e provano la

loro permanenza in queste terre.

Sotto la dominazione francese a cavallo dei secoli XVII e

XVIII, l’economia prevalentemente agricola di Entracque

subisce un notevole impulso orientato alla industrializzazione;

difatti vengono introdotti i primi opifici destinati a produrre

drappi di pregiata qualità e panni di vario uso. La lana

impiegata per la lavorazione viene importata da Marsiglia e

dalla vicina cittadina di Briga presso Nizza. In questo periodo

bisogna comunque segnalare il forte contrasto tra il governo

ufficiale francese e le bande locali di briganti. In particolare

esisteva un gruppo noto come “i Barbetti” che

spadroneggiava nel Piemonte , attuando il contrabbando

illegale di sale e tabacco.

La collocazione geografica tra tre specchi d’acqua ha

influenzato tanto lo sfruttamento di questa risorsa da parte

degli entracquesi. A partire dagli anni Sessanta e poi

nell’arco dei Settanta e degli Ottanta, sono stati costruiti

due bacini artificiali di notevole rilevanza per la produzione

di energia a basso costo. La prima diga è stata quella del

Lago di Piastra , che sorge presso un ramo del torrente

Gesso in località Ponte della Piastra. La seconda diga è

quella del Lago del Chiotas, situata circa mille metri al di

sopra di quella della Piastra. Sfruttando il dislivello esistente

tra i due bacini , è stato possibile nel corso degli anni

riuscire a produrre energia elettrica. Il sistema impiegato è

quello del pompaggio puro. Durante la notte l'energia

prodotta e non richiesta viene sfruttata per pompare parte

dell'acqua dal serbatoio della Piastra al Chiotas, così da

poterla riutilizzare quando c'è più necessità. La quantità di

energia così prodotta da deflussi pompati è di gran lunga

maggiore di quella prodotta dai classici deflussi naturali.

L’abbondanza idrica che contraddistingue Entracque non

poteva non essere impiegata per le attività agricole. La

patata è senza dubbio il prodotto di riferimento per

l’economia entracquese e per tutto il suo comprensorio. Ci

sono una serie di fattori che facilitano la coltivazione della

patata in queste terre. Innanzitutto il clima fresco della

montagna contribuisce alla regolare crescita delle piante,

lontano da temperature afose o torride. In secondo luogo

la frequenza delle piogge garantisce il giusto apporto di

acqua durante l’anno. Le elevate altitudini offrono una

protezione naturale nei confronti delle infezioni batteriche e

di quelle virulente. La genuinità della patata entracquese è

anche legata ad un altro aspetto fondamentale: la

diserbatura non viene mai svolta con dei prodotti chimici,

ma bensì è effettuata con dei classici metodi meccanici o

manuali.

Entracque è conosciuta come meta turistica invernale, per

via delle sue piste sciistiche. Dagli anni settanta in poi

vennero realizzate due sciovie sulle pendici del monte Viver,

che sono rimaste in funzione sino agli inizi degli anni

novanta. La creazione del Centro Sci di Fondo di Gelas ha

contribuito a rendere Entracque un punto di riferimento per

le competizioni di sci nordico.

Il clima mite e la natura incontaminata circostante attirano

i turisti anche nel periodo estivo. Gli appassionati di trekking

e di escursionismo possono visitare i laghi ad alta quota

come il lago di Brocan o il lago di Vei del Buc.

Antonio G. Guerrera

Entracquemontagna tra le “acque”

Come raggiungere Entracque

Auto : A6 Torino-Savona - A33 Asti-Cuneo uscita Castelletto

Stura - indicazioni Cuneo - SP 259 fino Borgo San Dalmazzo

- SS20 indicazioni per Valdieri ed Entracque

Treno: Stazione di Cuneo e poi proseguire con l’autobus sino ad

Entracque

Aereo: Aeroporto di Cuneo-Levaldigi ( prendere la SR20 e

dopo circa 7 chilometri imboccare la SS21- percorrerla per 2

chilometri e poi prendere la SR20 direzione Corso Nizza-pros-

eguire prima lungo la SS20 e poi sulla SS239 fino ad En-

tracque).

10 Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Consigli di ... viaggiando per l’Italia

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11Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Struffoli

Ricetta del mese

Ingredienti

Impasto:

6 uova

farina q.b. (circa 700g)

un cucchiaio di zucchero

un pizzico disale

due cucchiai di olio

un po’ dilimoncello.

Decorazione

250 mL di acqua

250g di zucchero

miele, diavolilli

aranciacandita

cedro candito

zucca candita.

Un classico della tradizione gastronomica regionale italiana, il dolce simbolo del Natale a Napoli: gli “Struffoli”, piccole

frittelle colorate insaporite nel miele.

Negli struffoli non esistono elementi accessori. Tutto è importante, dai canditi ai diavolilli (confettini colorati). Nella

ricetta degli struffoli trovano posto arancia e cedro candito, ma fondamentale risulta essere, come nella pastiera e

nella sfogliatella (altri dolci tipici della tradizione partenopea), la zucca candita.

Preparazione dell’impasto

Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, impastatela con uova, olio, zucchero, la scorza grattugiata di mezzo

limone, un bicchierino di limoncello e un pò di sale. Ottenuto un amalgama omogeneo e sostenuto, dategli una forma

tondeggiante e fatelo riposare mezz'ora. Poi lavoratela ancora brevemente e dividetela in panetti, da cui ricavare, rullandoli

sul piano infarinato, tanti bastoncelli spessi un dito; tagliateli a tocchettini, (più piccoli possibili, infatti il vero struffolo

dev’essere piccolo, perché così aumenta la superficie di pasta che entra in contatto col miele, e il sapore ne guadagna),

da disporre, senza sovrapporli, su un telo infarinato.

Al momento di friggerli, porli in un setaccio e scuoterli in modo da eliminare la farina in eccesso. Friggeteli pochi alla

volta in abbondante olio bollente: prelevateli gonfi e dorati, non particolarmente coloriti. Sgocciolateli e depositateli ad

asciugare su carta assorbente dacucina.

Preparazione dello sciroppo e della decorazione

Successivamente, mettere in una pentola abbastanza capiente acqua e zucchero, far cuocere lentamente e poi aggiungere

due cucchiai abbondanti di miele. Unite quindi gli struffoli fritti, rimescolando delicatamente fino a quando non si siano

bene impregnati di miele. Versare la metà circa dei confettini e della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di

nuovo. Prendete quindi il piatto da portata, e disponete gli struffoli in modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora

caldo, prendete i confettini e la frutta candita restanti e spargetela sugli struffoli in modo dam cercare di ottenere un

effetto esteticamente gradevole.

Gli struffoli saranno pronti per essere serviti quando il miele si sarà solidificato

Mimma di Nardo

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Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Novembre - Dicembre

Eventi del Mese

12

ArtigianandoNapoli, 14-15-16 Novembre e dal 1 al 24 dicembre

Presso Via Ponte di Tappia, angolo Via Toledo, esposizione di prodotti artigianali, ideali per deliziare

amici o parenti con economici regalini che assicurano però l’esclusività del “fatto a mano” da

artigiani napoletani. info: www.napoli-e.com

Santa Caterina e le LumanerieLapio, 25 Novembre

Da tempo immemore orami, si celebrare la Santa con una Solenne Processione per le vie del

paese, e ogni quartiere costruisce le sue Lumanerie (falò) che verranno accesi al passaggio

della processione. info: www.comune.lapio.av.it

Premio nazionale "L' Isola del Postino"Fino al 26 novembre,Procida

Massimo Troisi e "Il Postino" sull'isola di Procida sono sempre vivi. Tanto da omaggiare un'edizione

rinnovata ed allargata con un Premio Nazionale multi-artistico di poesia, fotografia, video e

cortometraggi, aperto sia ad autori professionisti che non.Con l'Isola del Postino si intende rinnovare

ed affermare il legame indissolubile tra le bellezze del Belpaese ed il cinema, la letteratura, la

poesia, la fotografia, la pittura e l'arte in genere. La cerimonia di premiazione, invece, si svolgerà

il 28 dicembre a Procida.

Showcolate: una manifestazione tutta da gustareDal 6 all’9 dicembre, Napoli - piazza Plebiscito

Per quattro giorni il cioccolato sarà assoluto protagonista. Laboratori didattici, corsi di formazione,

spettacoli e divertenti animazioni, sono solo alcune delle gustose iniziative che accompagneranno

i visitatori alla scoperta delle proprietà organolettiche del cioccolato e dei suoi più originali abbinamenti

Festa del cioccolato a SorrentoUn grandissimo evento che si terrà a Sorrento con la partecipazione di ospiti importantissimi come

Pamela Prati e Tinto Brass. Per maggiori informazioni:

info: www.showcolate.it

Mostra fotografica in versi ...

"NESIS Ritratti dell'Isola in bianco e nero con accenti di

Versi" Nisida Centro Europeo di Studi MinoriliDicembre 2012,Bagnoli (NA)

Mostra di fotografie in bianco e nero sui dettagli naturalistico pittorici dell'isola di Nisida: Il progetto è a conclusione di

un progetto di laboratorio fotografico realizzato con e per i ragazzi "ospiti" dell'isola, invitandoli a considerarla appunto,

anche dal punto di vista dell'habitat naturale, cercando di vederlo al di là del momento di segregazione. Saranno presenti

anche immagini fotografate dai ragazzi stessi ed inoltre l'elaborazione in VERSI di alcune fotografie.

Fiere

PresepiMercatini

Tradizioni

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13Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Mercatini di NataleTelese Termedal 24 novembre 2012 al 06 gennaio 2013

rivive nelle sue strade la tradizione del Natale tra giochi,

spettacoli, pista di pattinaggio su ghiaccio, casa di Babbo

Natale e tantissime altre attrazioni per grandi e piccini. In

un contesto così suggestivo non poteva mancare il Mercatino,

dove degustare i migliori prodotti tipici del Sannio e ammirare

l’artigianato locale, rinomato in tutto il mondo.

Info: www.casadibabbonatale.eu

Christmas Market Pontecagnano Faiano dal 29 al 24 novembre 2012

Torna quest'anno con le sue luci, le casette in legno, gli

stands gastronomici, l'artigianato natalizio delle migliori firme,

i laboratori artistici per grandi e piccini, cori ed orchestre

per diffondere suoni ed emozioni legate alla natività e tutto

ciò che ha reso famosi nel mondo i classici mercatini di

Natale.

Info: www.comune.pontecagnanofaiano.sa.it

via San Giovanni Armeno a Spaccanapoli dal 5 al 28 dicembre 2012

Troverete numerosi negozietti, bancarelle e chioschi che

vendono statue di ogni manifattura. In particolare troverete

personaggi dell'arte, della politica e del mondo dello sport

e dello spettacolo che diventano personaggi in miniatura del

presepe. In più sono disponibili in tutte le misure e a

tantissimi prezzi i celebri presepi napoletani.

quartiere fieristico di Venticano dal 17 al 19 dicembre 2012

“Strennando, Natale al Mercatino” è la prima edizione del

mercatino natalizio dove i visitatori potranno scegliere il r

egalo alternativo fra artigianato e proposte di

eno-gastronomia, fuori dallo stress tipico da Centro

Commerciale! Nel corso dell'evento sarà allestita anche la

mostra-concorso di presepistica “L'arte del presepe” dedicata

al simbolo natalizio per eccellenza: la raffigurazione della

nascita del Salvatore.L'entrata è gratuita.

Per info: www.comune.venticano.av.itCercola 10 e 11 dicembre 2012

Giochi villaggio di Babbo Natale, spettacoli, micromagia,

sorprese, luci e neve: il tutto in un'atmosfera tipica dei

mercatini del Nord Europa.

Info: www.prolococercola.it

Fraz. di Tora e Piccilli 11 dicembre 2012

Degustazioni eno-gastronomiche, sottofondi natalizi che

accompagneranno i bambini nella loro consegna della

letterina sulle gambe energiche di Babbo Natale e la gioia

di passare una giornata completamente all'insegna della

buona compagnia.

Il Comitato Festa di San Felice da Cantalice vi invita a

condividere insieme le piccole piacevolezze natalizie preparate

proprio per voi...PER UN NATALE..BUONISSIMO!

Info: toraepiccilli.asmenet.it

Pompei dal 1 al 1 dicembre 2012

Al via Natale in fiera, la fiera dedicata alle creazioni natalizie

campane: dall’arte presepiale ai dolci tipici, passando per le

immancabili idee regalo degli operatori commerciali. Presso

l'area espositiva del Santuario.

Info: www.pompeiexpo.it

Caserta18 dicembre 2012

dalle 15 alle 22 il centro di Caserta sarà inondato di

bancarelle con prodotti gastronomici e artigianali tipici.

Intrattenimenti per i più piccoli.

Page 14: Incoming n.1

Sagra dei funghi

dal 09 al 10 novembre 2012 a San Giuseppe Vesuviano (NA)

Sagra della castagna

il 06 novembre 2012 a Baselice (BN)

Sagra Della Zucca Le contrade di Procida per Telethon

il 10 novembre 2012 dalle 18:30 alle 21:30 Procida (NA)

Sagra della Castagna di Montella

dal 9 all’11 novembre 2012 Montella (AV)

Sagra della castagna e dei prodotti del sottobosco

dal 10 al 11 novembre 2012 a Acerno (SA)

Sagra Della Castagna

l’11 novembre 2012 dalle 09.30 Monte Solaro - Anacapri (NA)

Sagra della pizzetta e del vino cotto

dal 11 al 13 novembre 2012 a Scisciano (NA)

Sagra dell'olio d'oliva paesano

il 19 novembre 2012 a Giano Vetusto (CE)

Sagra del capretto anastasiano

dal 26 al 28 novembre e dal 02 al 04 dicembre 2012 a Sant'Anastasia (NA)

Natale Piccirillo

il 27 novembre 2012 a Sirignano (AV) Serata con falò al centro della piazza e degustazione di piatti tipici.

Sagra dell'olio d'oliva

il 04 dicembre 2012 a Albanella (SA)

Sagra dei prodotti tipici e mercatino di Natale

dal 10 al 11 dicembre 2012 a Taurano (AV)

Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Eventi del Mese

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L’arte presepiale e i Presepi viventiNatale a Napoli 2012 ...Quanno nascette ninno?domenica 11/18/25 novembre domenica 2/9/16/23/30 dicembre ore

Il percorso di visita narrato ...Quanno nascette ninno? è un itinerario alla scoperta dei più antichi ed arcani misteri che

si celano nella rappresentazione della Natività a Napoli. Il percorso che si snoda nel Centro Antico di Napoli porterà turisti

e visitatori a vivere l’atmosfera natalizia della via più famosa al mondo per l’arte presepiale …via San Gregorio Armeno.

info: manievulcani.it

•Mirarte Presepe terza edizione 26 Dicembre 2010,San Salvatore Telesino

Come in un museo, i vari gruppi visiteranno una libera interpretazione di 8 quadri di autori famosi che ripropongono la

vita di Gesù. Il percorso si terrà nel centro del paese con inizio a Corso Garibaldi alle 18.00 ed è caratterizzato dalla

presenza di oltre 20 guide, ognuna delle quali accompagna i gruppi nella visita dei quadri, descrivendone e spiegandone

il significato teologico-artistico. La manifestazione coinvolge l'intera comunità: parrucchieri, estetiste, sarte, negozi, figuranti,

servizi audio-fonici e video, servizio civile.

Info: www.comune.sansalvatoretelesino.bn.it

Presepe vivente al Vicinatodal 26 al 27 dicembre 2012 a Piedimonte Matese (CE)

Presepe vivente in ambientazione '700 napoletano con scene bibbliche in abiti arabi. Il percorso del presepe si snoda

attraverso il quartiere storico denominato "Vicinato". All'ingresso una guida accompagnerà i visitatori in un mondo emozionante

che si snoda attraverso piccoli vicoli, palazzi antichi, stretti tra bellezze storiche e architettoniche. Inoltre ci sarà la

possibilità si degustare prodotti tipici lungo la visita.

Info: www.prolocovallata.itinfo: manievulcani.it

Viaggio tra le tradizioni culinarie

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15Incoming - n° 1 - periodico dell’associazione di volontariato “Giovani per il turismo”

Festa del vino 6-17-18 Novembre Isola di Procida

L'associazione "PROCIDA E' " organizza, dopo 3 anni di

assenza, una festa dedicata al vino Procidano; Location:

"Terra Murata" un percorso tutto nuovo per ospitare vari stands

eno-gastronomici-culturali che rispecchieranno le varie realtà

procidane.

Anna Maria Russo

Carissimi lettori, dopo le fantastiche prove vissute alle

olimpiadi, i nostri atleti campani ritornano ad esibirsi nelle

prove nazionali.

La nostra rassegna bimestrale di novembre-dicembre ha

inizio con la disciplina della danza sportiva. A

Battipaglia(Sa) si svolgerà il 24-25 novembre una gara

nazionale specialità balli latini-americani. Precisamente la

gara sarà disputata nel centro sportivo DIRTY DANCING

SCHOOL AGROPOLI & NEW DANCE 2000.

La prossima disciplina è una disciplina alquanto insolita e

non pubblicizzata, come altri illustri sport: il gioco

dell'Handball, conosciuto come pallamano. A Benevento si

affronterà la squadra di casa contro la squadra del Serra il

10 novembre per la 4 a giornata del torneo e precisamente

al Palatedeschi di via S.Colomba n 54; il 24 novembre

invece il Benevento dovrà affrontare la compagine del Bastia

per la 6a giornata, mentre 8^ giornata sempre in casa

giocherà contro la squadra Chiaravalle.

Il prossimo sport è anch'esso poco praticato e poco

conosciuto, ma non per questo poco interessante.

Si tratta dello Squash. Lo squash è una disciplina, per chi

non lo sapesse,che si pratica con la racchetta, giocato da

due giocatori in un campo di quattro pareti con una piccola

pallina di gomma. Lo squash è riconosciuto.

A Napoli l'1-2 dicembre gareggeranno atleti di tutt'Italia

professionisti di questo sport. La società organizzatrice è la

Athenae situata in via dei Mille 16. Sempre a dicembre e

precisamente il 16 dicembre la società Vomero organizza

una gara nazionale di squash categoria juniores.

La prossima disciplina è la scherma, sport di nobili ed

antiche tradizioni, che nelle ultime olimpiadi è riuscita a

regalarci sempre intense emozioni. Una importante gara di

scherma, e precisamente la disciplina della spada, sarà

svolta l'8-9 dicembre presso la società scherma olimpica

situata in piazza 4 giornate al Vomero. La gara in questione

si svolgerà tra atleti del settore cadetti (dai 14 anni fino

ai 17). Negli stessi giorni e nella stessa struttura si

svolgerà la 1a prova paraolimpica.

Una bella iniziativa che già da anni sta riscuotendo un

grande successo, poiché si sfideranno atleti diversamente

abili di tutte le regioni di Italia.

Il prossimo sport invece è il tiro con l'arco. Disciplina di

enorme tecnica e concentrazione.

Numerose sono le gare a cavallo tra novembre e dicembre

sul suolo campano.

Il 4 novembre a Salerno si svolgerà la prova dei 18 metri

di distanza precisamente presso la Palestra Focaccia a via

Monicelli 1; l'11 novembre ad Aversa presso la palestra

liceo scientifico a via Enrico Fermi; il 18 novembre a

Capua; il 25 novembre a Caivano. Le date di dicembre

invece sono: il 9 dicembre a Benevento, il 16 dicembre a

Capua, il 30 dicembre a Salerno.Chiudiamo la nostra

rassegna con una bella manifestazione di vela che si svol-

gerà a Capri: il 16° trofeo velico di giovani di Confindustria,

il 28 ottobre.

L’angolo dello sport

Alessandro Tuccillo

Ringraziamenti

Si ringrazia quanti, ritagliando un po’ del loro tempo libero, hanno permesso di diffondere ulteriormente culture e

tradizioni della nostra terra:

Dario Alfano, Davide Cacace, Carlo Cibelli, Antonio G. Guerrera, Giulia Pisano, Anna Maria Russo, Carmela Terracciano

e d Alessandro Tuccillo.

Impaginazione a cura di De Capua Stefano

Page 16: Incoming n.1

Giovani per il TurismoInComing

C’è posto per il futuro

Intervista su Abbì Abbè

E’ nata ad aprile l’ associazione composta da under 30 che punta a rilanciare il turismo in Campania. Obiettivi: “Incoming”,

iniziative e idee per creare lavoro e combattere la precarietà.

Al centro campeggia il Vesuvio, incorniciato da due lettere: “G” e “T”. Il giovane presidente Davide Cacace fissa il logo

della neonata associazione con un misto di orgoglio e speranza. “E un pizzico di coraggio”, precisa. Perché in questi

tempi di spread e tagli alla spesa, parlare di futuro, qui al Sud, può suonare come una bestemmia.

Cacace, Giovani e Turismo: due termini che oggi sembrano impossibili da pronunciare.

Oggi noi giovani rappresentiamo la prima “nota spese” dei nostri genitori. Per colpa della precarietà diffusa non riusciamo

a raggiungere obiettivi di vita che fino a pochi anni fa rappresentavano la norma: casa, matrimonio, lavoro. I governi degli

ultimi decenni ci hanno rubato il futuro. Nonostante ciò, abbiamo la speranza e la volontà di crearci da soli le nostre

opportunità. Il turismo può essere una di queste.

“Incoming” è uno dei vostri mantra. Il successo di un posto turistico dipende anche da una buona accoglienza e da una

buona informazione?

Sì, certo. La nostra associazione ambisce a rendere la Campania fra le mete più ricercate soprattutto attraverso l’ “in-

coming”, che è, appunto, l’attività di ricevimento dei turisti in una determinata località. Se si vuole puntare sul turismo,

le amministrazioni locali dovranno migliorare i servizi e l’informazione. I primi a beneficarne sarebbero i cittadini stessi.

Negli ultimi anni, la nostra regione ha fatto notizia per rifiuti e criminalità. Il contraccolpo per la nostra immagine è stato

devastante. Ma che può fare un’associazione come GpT per riscattare la Campania?

Col nostro periodico (“Incoming”, ndr), proviamo a “pubblicizzare” ciò che di bello e di meno conosciuto c’è nella nostra

regione. I rifiuti e la criminalità sono di certo una piaga, ma non possono rappresentare un alibi. Le risorse per creare

lavoro ci sono, anche se fino ad oggi, a differenza di altre zone d’Italia e d’Europa, non si è stati in grado di migliorare

il “marketing del turismo”. Basti pensare alla realtà locale: il sito di Liternum è tutt’oggi privo della notorietà che dovrebbe

spettargli. Per non parlare poi del litorale…

Cacace, diciamocelo chiaramente: senza l’appoggio delle istituzioni, incidere sul territorio è difficile. Ed è per questo che

i movimenti dal basso spesso falliscono, osi vedono costretti a forme di ‘do ut des’ col politico di turno. Anche voi cadrete

in questa trappola?

Noi siamo dell’idea che un’associazione debba occuparsi di politica, da intendersi però come co-gestione della “res

publica”. I litigi e le discussioni di matrice partitica, spesso alla ribalta dell’opinione pubblica, quando uno Stato sta

andando alla deriva, onestamente, non ci interessano. Questa non è politica. O, perlomeno, non è il tipo di politica che

ci interessa.

Dateci una buona ragione per seguirvi nei prossimi mesi.

Al di là degli obiettivi programmatici, l’associazione nasce come punto di incontro per tanti giovani e cittadini, nonché

come luogo dove partorire e sviluppare nuove idee. Invitiamo quindi tutti i lettori alla presentazione ufficiale dell’associazione

che avverrà a Giugliano nel mese di ottobre. In più, li invitiamo a partecipare sia ai nostri dibattiti su Facebook nel gruppo

“Giovani per il Turismo”, sia in concreto alla realizzazione di eventi culturali e progetti volti al rilancio e allo sviluppo

della nostra terra.