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IN QUESTO NUMERO:

Premiate i vostri figlipag. 362

Mons. Cimatti"Menestrello di Dio "pag. 367

Un maestro e le vocazionipag. 370

Chi sono i Cooperatori Sales/ani?pag. 376

l lebbrosi, miei fratellipag. 380

Padre Ernestoe la "favela " di Corumbàpag . 383

IN COPERTINASemplicità e candore attorno a Gesù Bambino.Queste bimbe della Scuola delle Figlie diMaria Ausiliatrice di Macao fanno pensarealle parole di Gesù : "Se non vi farete comebambini, non entrerete nel regno dei Cieli'

Dialogo aperto tra la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane . Agli osservatori delegati delle Chiese e Comunità cristiane non cattolichePaolo VI ha detto : « Un abisso di diffidenza e di scetticismo è stato in gran parte superato : la vostra presenza qui dimostra e favorisceun avvicinamento spirituale, che prima non conoscevamo . Un metodo nuovo si è imposto ; è nata un'amicizia ; s'è accesa una speranza ;ha preso l'avvio un movimento . Sia lode a Dio. . . »

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« Sono fiero - ha detto mons. Zoa, arcivescovo del Cameroun - delcoraggio soprannaturale di questa Chiesa che, in pieno secolo XX, si obbligaa interrogarsi, esaminarsi e criticarsi allo scopo di essere sempre più fedele » .

Il Concilio è alle sue ultime battute. Tra poco Early Bird ci porterà suiteleschermi le ultime grandiose immagini della grande assise cattolica .

Quali sono i lineamenti di questa nuova Chiesa uscita dal Concilio, dellaChiesa del terzo millennio?

La Chiesa anzitutto si è rivolta a interrogare se stessa, a esaminarsi afondo per scoprire il suo volto genuino . « Chiesa di Cristo, chi sei? » si erachiesto Paolo VI .

La Costituzione sulla Chiesa è il documento più importante elaboratodal Concilio per rispondere a questo interrogativo . E la Chiesa, superandola visuale giuridica e istituzionale che ne fa una società visibile e perfetta,concezione sorta nella battaglia apologetica col vecchio protestantesimo, siè riscoperta nel suo più intimo aspetto di misteriosa comunità di salvezzae di amore nello Spirito Santo, di « popolo di Dio » dinamicamente impe-gnato in una millenaria storia di salvezza, di « sacramento » rivelatore eportatore di Dio tra gli uomini .

Il rilievo nuovo dato ai suoi aspetti invisibili, salvifici, vitali, si riflettein nuove concezioni in tutti gli altri settori .

Visione nuova della gerarchia la quale, più che dominio, è servizio resoalla misteriosa comunità della Chiesa . È una gerarchia armoniosamentecomplessa : la responsabilità della Chiesa è portata collegialmente dall'insiemedei Vescovi, in unione e sottomissione al Papa, loro « capo » incontrastatoma non isolato. Il laicato acquista la sua specifica fisionomia di consacratoredelle strutture terrestri, la liturgia torna a essere la preghiera sacerdotaledi questa comunità organica e viva in cui ciascuno ha la sua funzione e lasua voce .

Comunità di amore nello Spirito unificante, la Chiesa si rivolge con voltorinnovato ai fratelli separati, riconosce le ricchezze della loro spiritualità,riapre con loro un dialogo ricco di simpatia e di comprensione. E questodialogo estende ai popoli pagani in un rinnovato slancio missionario rispettosodei valori positivi delle grandi religioni non cristiane, l'induismo, il buddismo,l'islam, chiaramente cosciente dell'esigenza di doversi sganciare dagli or-meggi occidentali per diventare veramente cattolica .

« La Chiesa vuol diventare un poliedro per riflettere il mondo contem-poraneo », ha dichiarato Paolo VI sull'aereo che lo portava al Palazzo diVetro: e il Concilio ha rivolto la sua attenzione ai gravi problemi dell'umanitàdi oggi : il razzismo, i paesi sottosviluppati, le armi nucleari, la pace, l'amoreconiugale, la natalità responsabile, la cultura, i diritti dell'uomo della nuovasocietà .

Quattro storici viaggi di Giovanni XXIII e di Paolo VI hanno punteg-giato i lavori del Concilio, traducendone gli aspetti essenziali : Loreto-Assisi,il ritorno alla semplicità della casa di Nazareth e alla povertà di Francesco ;Gerusalemme, l'abbraccio storico con i fratelli separati sui luoghi che videroil nascere della Chiesa; Bombay, il drammatico appuntamento con la miseriae l'anelito spirituale del terzo mondo; New York, l'incontro riannodato colmondo d'oggi nella sede più autorevole, sul problema più scottante, la pace .

Un itinerario che la Chiesa rinnovata dal Concilio ha tracciato sulle viedel cielo per portare agli uomini del nostro tempo tormentato il nuovo eantico messaggio del Signore .

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PREMIATE I VOSTRI FIGLIMolti genitori non lasciano passare la minima mancanza dei loro ragazzi senza fare loro almenouna ramanzina. Ma quante buone azioni dei figli passano inosservate e senza la minima ricompensa!Eppure i figli hanno più bisogno di incoraggiamenti che di castighi

Gianni e Beppino, sedici e do-dici anni, lavano l'auto di papà .Hanno indosso le tute, manovranoil getto dell'acqua, strofinano conle spugne. Gianni è sporco digrasso e Beppino ha schiuma finsopra i capelli .- Che faticaccia! - esclama

Beppino rosso in volto, asciugan-dosi il sudore .- In compenso, guarda che

macchina! - dice Gianni . - Nonbrillava cosí dal giorno che è uscitadi fabbrica .- Il babbo sarà contento di

noi! - conclude soddisfatto Bep-pino .

Ed ecco il babbo : passa fret-toloso con una borsa sotto ilbraccio .- Non avete ancora finito?

Sbrigatevi! - grida ai ragazzi . -Tra dieci minuti mi occorre lamacchina . - E si allontana senzadare un'occhiata al loro lavoro .Beppino è rannuvolato :

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- Speravo proprio che ci di-cesse almeno grazie!- Tu non conosci ancora il

babbo - lo conforta Gianni . --Quando non dice niente, va giàbene, sai? Vuol dire che è con-tento di noi . È il massimo elogioche il babbo sappia fare .

Gianni è filosofo, ma suo padresbaglia nel modo di trattare con ifigli . Sbagliano i genitori che nonsanno lodare e premiare i lororagazzi quando lo meritano .

Il premioe un aiuto a far beneAppena un figlio compie una

marachella, subito riceve un cic-chetto e, qualche volta, un man-rovescio. Ma se si comporta bene,quanti sono i genitori che siricordano di dirgli: « Bravo, sonocontento di te »?

Eppure il ragazzo ha un enormebisogno di incoraggiamenti, dilodi, di premi . Lo scopo dell'e-ducazione - si sa - è condurreil ragazzo ad agire per motivisuperiori, come il senso del do-vere o il rispetto delle leggi. Mafin che è ragazzo si deve trattarloda ragazzo, tenendo conto cioèche la sua personalità è ancorain boccio, che è portato all'in-costanza, è insofferente della mo-notonia quotidiana e desiderosodi continui cambiamenti .

Il premio è un aiuto a far bene .Dona le ali al ragazzo timido esfiduciato nei propri mezzi; in-coraggia il ragazzo avvilito . È peril ragazzo buono come una se-conda voce della coscienza, che lotranquillizza e gli infonde sicu-rezza. Gli fa acquistare anche fi-ducia nei suoi genitori, perchèvede che essi riconoscono i suoimeriti .

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Ha detto Abramo Lincoln :« Non c'è nessuno che non de-sideri un complimento». Ed èvero. Un capo di industria, cer-cando di spiegare i suoi successi,diceva: « Ritengo che il mio piùgrande dono di natura sia la ca-pacità che ho di destare il massimoentusiasmo in chi mi circonda, eciò soprattutto perchè mi sforzodi riconoscere i meriti di ciascunoe incoraggio tutti continuamente » .Questo metodo funziona bene tragli adulti ; funziona ancor megliotra i giovani e i ragazzi . Alle voltebasta una parola, un sorriso, percompiere il miracolo .

Mamma,

tu che cosa mi dai?

Naturalmente, nel premiare nonbisogna esagerare . I premi sonocome certe sostanze esistenti in

natura che, se prese entro certilimiti fanno bene alla salute, maoltre questi limiti mandano al-l'altro mondo .

Liliana era una pigrona comepoche. Fosse dipeso da lei, nonavrebbe fatto mai nulla . Lamamma, dietro consiglio di un'a-mica, sperimentò con lei il si-stema dei premi. Le diceva :- Liliana, se scopi la casa ti

compero le caramelle . - Oppure :- Se lavi i piatti per una set-

timana di seguito, ti regalo unvestitino nuovo .Sembrava che il sistema fun-

zionasse bene : Liliana si dava dafare. In cambio di una biciclettaera perfino riuscita a ottenere lapromozione a scuola. Aveva unacassapanca piena di giocattoli,aveva un guardaroba da fare in-vidia a una principessina, e il sal-vadanaio così pieno che i soldinon ci entravano più . E non erapiù la pigrona di un tempo . La

mamma ringraziava di cuore lasua amica, per il consiglio che leaveva dato .Ma un giorno dovette pentirsi

di averlo messo in pratica .Accadde all'anniversario della

morte del nonno. La sera prece-dente, la mamma aveva raccoltoin giardino i fiori più belli e neaveva fatto un mazzo . Quel mat-tino una forte emicrania la co-strinse a letto .- Senti - dice la mamma a

Liliana . - Hai visto che ieri lamamma ha raccolto i f ,>ri per latomba del nonno?- Sí, mamma .- La mamma voler portarli

al cimitero stamattina ma hatanto mal di capo . Andresti tu,Liliana, a portarli?

Liliana ciondolò il capo da unaparte poi rispose :- Se io ci vado, mamma, tu

che cosa mi dai?La mamma non risponde .

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È triste, ma succede propriocosì: i troppi premi finiscono perestinguere nei bimbi gli affettipiù cari, soffocano in loro il sensodel dovere, smorzano la loro ge-nerosità. 1 ragazzi stimolati controppi premi agiscono solo più invista dell'immediato tornaconto .

Premiare, dunque, ma nontroppo .

E poi: ciò che si fa servire perpremio sia qualcosa di veramentegradito al ragazzo .

Rispettatei gusti dei vostri figli- Mamma - domanda Car-

luccio. - che cosa mi regali,poichè sono stato buono?

Carluccio ha sei anni, e lamamma da due mesi gli promet-teva un bel regalo .- Ti ho comperato l'enci-

clopedia Il mondo meraviglioso :otto volumi che costano quindici-mila lire. Tu adesso non sai an-cora che cosa farne, ma tra qual-che anno ringrazierai la mammaper questo bel regalo. Sei contento,Carluccio?

Carluccio piange e grida :- Non lo voglio! Non lo voglio!E ha ragione . Una trombetta

da cento lire lo avrebbe fatto fe-lice. Per Carluccio l'intera enci-clopedia vale molto meno di unatrombetta ; non è un premio, èuna cosa che non lo interessa . Sesi vuole fare un regalo a un ra-gazzo, gli si doni qualcosa che glipiaccia davvero .

Occorre rispettare i gusti deiragazzi, le loro preferenze . Invecemolte volte i genitori premiano . . .se stessi . Certi trenini elettrici conbinari, scambi, stazioni e gallerie,che occupano l'intero pavimentodel salotto e che mandano in sol-lucchero il babbo, dopo mezz'oranon interessano più il ragazzo . Tral'altro, guai se il ragazzo allungauna mano per afferrare una vet-tura o per azionare uno scambio :- Non toccare, Pierino, per

carità! Tu rompi tutto!

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Con questo trenino elettrico,costato l'occhio della testa, Pie-rino, che ha studiato tanto dafarsi promuovere in seconda ele-mentare, non può giocare . Per chiè il premio, allora : per Pierino oper papà?

In pratica poi è difficile indovi-nare i gusti dei ragazzi . Spessosono imprevedibili .

Mariuccia, quattro anni, avevauna vecchia bambola che, a furiadi giocarci insieme, era divenutacalva, guercia da un occhio, conun braccio anchilosato e i vestitia brandelli. La mamma un giornole porta a casa una bambola nuova,che chiude gli occhi e cammina :una delizia a vedersi . Mariucciala prende e corre felice a giocarenel suo angolo . Mezz'ora dopo,la mamma va a vedere, e per poconon lancia un grido . Che è suc-cesso? Mariuccia ha tolto il ve-stito nuovo alla bambola chechiude gli occhi e cammina, e loha fatto indossare alla bambolacalva, guercia e anchilosata . Labambola nuova è come se non cifosse ; l'altra, povera malatina . ri-scuote tutto l'affetto e tutte lepremure di Mariuccia .

Quanto sarebbe meglio se i ge-nitori, invece di spendere tantisoldi in regali costosissimi, spen-dessero un po' di tempo per cer-care di capire che cosa piace ve-ramente ai loro bimbi!

Lodate e incoraggiateSi può non indovinare i gusti

dei figli, ma ci sono due premisempre indovinati e desideratis-simi dai ragazzi: l'incoraggiamentoa far bene, la lode per il benefatto. Il ragazzo dovrebbe otte-nerli abitualmente, tutti i giornie più volte al giorno . Quando unbimbo impara a camminare, lamamma si mette alcuni metri in-nanzi a lui, e lo chiama . Il bimbomuove a fatica !e gambette, unpasso dopo l'altro, finchè non laraggiunge . La mamma allora losolleva in alto, se lo stringe al

cuore e lo bacia : è il giusto pre-mio che il bimbo ha meritato perla prodezza compiuta cammi-nando. Ma poi perchè questastessa mamma si dimentica cheanche in seguito, ogni giorno, aqualsiasi età, il ragazzo si trovaad affrontare problemi altrettantodifficili che muovere i primi passi?Tracciare le aste, fare l'addizione,lucidarsi le scarpe, lavare i piattisono cose senza difficoltà per l'a-dulto, ma sono conquiste faticoseper i ragazzi . I genitori devonoricordarsene, incoraggiare e lo-dare .Don Bosco diceva ai direttori

delle sue case : « Volete che vi sug-gerisca un premio molto graditoagli alunni? Dite a qualcuno diloro : " Sono molto contento dite, e lo scriverò ai tuoi genitori " .Vedrete che effetto magico pro-ducono queste parole » .

A volte non occorre dire nulla :basta un sorriso. Il sorriso èun'arma che apre i cuori. Un sor-riso dura un istante, ma il suoricordo persiste talvolta per tuttala vita. Diceva un uomo d'affariamericano : « II mio sorriso valeun milione di dollari » . E non eraun'esagerazione : chi lo conoscevasapeva che grazie al suo mododi fare garbato e gentile, quelmilione di dollari se lo era giàguadagnato .

Anche la promessa del premioè un buon incoraggiamento . Eccola « buona notte » data da DonBosco ai suoi ragazzi, la sera del16 dicembre 1859 : « Sono con-tento nel vedere che i vostri votinello studio sono buoni, perchèse i voti sono buoni vuol dire chesi studia, e se studiate vi fareteonore. Non solo potrete esserepromossi tutti all'esame finale,ma anche essere tutti premiati .

« Voi direte : Q° Come fare a es-sere tutti premiati? I premi sidànno solo ad alcuni, altrimentiDon Bosco farebbe bancarotta perprovvedere i premi a tutti noi ."E io vi rispondo che non si da-ranno solamente ad alcuni, ma atutti quelli che se lo saranno me-

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ritato . Se tutti meriteranno ilpremio, lo avranno tutti . E nelgiorno finale dell'anno inviteremoi parenti, i parroci, i sindaci, gliamici: che bel trionfo sarà alloraper chi avrà studiato!

« E poi, anche se non tutti aves-sero i pieni voti, per coloro cheavessero ottenuto la sola promo-zione è già un bel premio poterdire : " Ho fatto quel che ho po-tuto, Dio è contento di me, imiei parenti sono felici per lamia condotta, e io ho arricchito lamia mente di utili conoscenze " » .

A quale ragazzo, udendo questeparole, non verrebbe voglia distudiare?

Premi in denaro?Ginetto quando uscì di casa col

triciclo nuovo non aveva la mi-nima idea di quanto potesse va-lere un triciclo. Sta di fatto cheverso sera era stufo di pedalaree in compenso sentiva fame .Quando Ginetto si vide innanziAngelino con una grossa mela inmano, gliela chiese :- Mi dài la mela?- E tu, Ginetto, che cosa mi

dài in cambio?Ginetto si guarda attorno smar-

rito, poi dice :-- Ti do il mio triciclo - e l'af-

fare è fatto .I bambini non conoscono il va-

lore delle cose e tanto meno co-noscono il valore dei soldi con cuisi comperano le cose . Molti geni-tori concludono da ciò che non bi-sogna mettere soldi nelle mani deiragazzi. Occorre invece avviarligradualmente alla giusta stimadel denaro e al suo buon uso ;insegnare a fare con giudizio leprime spesucce, abituarli al ri-sparmio e a donare con generosità .

Le lirette accumulate per com-perare un libro o un attrezzo spor-tivo sono utili, ma il risparmiosenza uno scopo preciso (il taleoggetto da comperare) può invececondurre al vizio dell'avarizia .

Suggerire al ragazzo di fare ele-mosina è educativo, ma deve daredel suo e non prendere dal bor-sellino della mamma .Un ragazzo un po' grandicello

dovrebbe avere sempre un po' didenaro in tasca . Ma i genitorigli chiedano conto dell'uso chene fa, e lo rimproverino se lospreca .

E le « mance » che il babboassegna settimanalmente ai figli?Di solito si incomincia così : unasettimana Mariolino riceve 500 liredal babbo, perchè si è compor-tato bene . La settimana seguenteMariolino è gentile col babbo egli gira attorno finchè il babbogli rilascia altre 500 lire . La terzasettimana è un vero assedio digesti e occhiate supplici, che frut-tano le solite 500 lire. La quartasettimana Mariolino affronta spa-valdamente suo padre e gli dice :

Papà, non mi hai ancora datole 500 lire di mancia .

Ormai il ragazzo ha diritto ;tra lui e suo padre c'è quasi uncontratto stipulato .Qualcosa evidentemente non

funziona . La mancia settimanaledev'essere un premio variabile,non uno stipendio fisso . Dev'es-sere un premio, quindi legato aragioni di merito (« Sei statobuono ») . E dev'essere variabile(« Non hai studiato, non ti donulla ») . A queste condizioni lamancia diventa educativa. Se lasi trasforma in uno stipendio fisso,presto o tardi diventerà un motivodi contrasti e di segreti rancoritra genitori e figli .

In genere però il denaro è unpremio difficile da amministrarebene, e conviene usarlo il menopossibile .

I donidi Gesù Bambino

Quanti errori commettono i ge-nitori riguardo ai doni di Natale!Ci sono genitori che dicono :

non è bene riempire la testa dei

figli con queste inutili storie . Epoi -- aggiungono - non è unaprofanazione fare del Verbo In-carnato il personaggio di una fin-zione, di una fiaba?Queste preoccupazioni, a un

esame più attento, risultano ec-cessive. Il bimbo di fatto vivein un mondo di fiaba, e i perso-naggi delle favole per lui non sonomeno veri della nonna che glielidescrive. Le fiabe diventano pe-ricolose -- e possono causare nelbimbo veri traumi psichici conconseguenze negative per tuttala vita - quando i personaggisono crudeli e terrificanti . E que-sto non è certo il caso di GesùBambino . .. Va poi notato cheanche il sentimento religioso delbimbo si sviluppa in un mondoche è lontanissimo da quelloreale. Basti pensare che la primaidea che il bimbo si forma di Diola plasma sull'immagine paternae materna . Col tempo correggerà

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questo suo errore di prospettiva,e anche quello riguardante i donidi Natale . I doni di Gesù Bam-bino non sono perciò una speciedi inganno perpetrato a dannodei bimbi; al contrario, se benusati, possono influire sullo svi-luppo del loro sentimento reli-gioso .Nulla di anormale quindi, se

un bimbo di cinque anni « crede »ai doni portati da Gesù Bambino .Ma giunge il tempo in cui i ge-nitori devono condurre il loro ra-gazzo a smantellare il mondo dellefiabe . Il bambino un bel giornoincomincia a dubitare e vuole sa-pere. Gli si risponde in propor-zione della verità che è già ingrado di portare . Gli si può direper esempio che Gesù Bambinonon porta personalmente i doni,ma incarica di far ciò i genitori .E il giorno in cui lo si metta aparte dell'intera verità, si chiedaanche la sua collaborazione perpreparare il « Bambino » ai fra-telli più piccoli, o ai ragazzi po-veri. Con questa confidenza, i ge-nitori mettono il figlio « dallaparte dei grandi », e gli rendonofacile superare la piccola crisi chepotrebbe sorgere .

E le lettere a Gesù Bambino?Anch'esse fanno parte del mondodi fiaba, e vanno accettate conquello. Non facciamone un com-ponimento scolastico : non è questoil loro scopo . Servono per sapereche cosa desidera veramente ilbimbo, e più ancora a fargli for-mulare il proposito di essere piùbuono. È bene suggerirgli un pro-posito concreto. Vale dunque lapena che scriva la lettera .

Altro errore di molti genitoriè di considerare i doni di Natalecome semplici doni . Dovrebberoessere invece dei premi per ciòche il bimbo ha fatto di buono .E il bimbo deve saperlo ; a questacondizione i doni acquistano unvalore educativo . Da qualcheparte si usa aggiungere ai doniqualche pezzo di carbone, comecastigo. Anche questo può essere

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utilizzato positivamente : il ra-gazzo sappia che, se fosse statopiù buono, al posto del carboneavrebbe altri doni in più . Ma so-prattutto i doni servano ad ali-mentare nel cuore del bimbo sen-timenti di affetto verso Dio .

Il premio più bello :la vostra amicizia

I primi allievi di Don Bosco,ricordando la loro vita accanto aDon Bosco, dicevano : «All'Ora-torio allora regnava assoluta lapovertà : il cibo era insufficiente,il riscaldamento scarso, le como-dità inesistenti. Eppure nessunose ne lamentava e neppure ce neaccorgevamo perchè c'era Don Bo-sco. Don Bosco bastava per tutti,sostituiva tutto, ci compensavadi tutto. Ci ritenevamo fortunatiper essere con Don Bosco e nonavremmo scambiato l'Oratorio connessun collegio al mondo, perquanto comodo e bello » .

Perchè? Erano tutti amici diDon Bosco, e ciascuno era per-suaso di essere il suo prediletto .All'Oratorio mancava il superfluoe scarseggiava il necessario, mac'era una cosa che non avevaprezzo : l'amicizia di Don Bosco .

Un giorno due ragazzi si preseroa pugni perchè nessuno dei duevoleva ammettere che l'altroamasse Don Bosco più di lui .Un garzone di bottega, visto pas-sare Don Bosco sulla strada, glicorse incontro con tanto slancioche non vide la vetrata del suonegozio e la mandò in frantumi .

Don Bosco si servì dell'amiciziaper educare i suoi ragazzi : latrasformò in un premio. Negareo attenuare la sua amicizia eraun castigo doloroso . Bastava unaocchiata ai suoi ragazzi come se-gno di affettuosa intesa . E guaise, fosse pure per inavvertenza,non guardava un ragazzo . Subitoil ragazzo si persuadeva che

Don Bosco non gli volesse piùbene, e ne soffriva .

Don Bosco invitava a far pranzocon sè gli alunni che si comporta-vano bene . Chi aveva questa for-tuna non se ne dimenticava piùper tutta la vita; i compagni neparlavano a lungo e lo invidia-vano .

Incontrando un volto nuovo al-l'Oratorio, gli chiedeva :- Vuoi essere amico di Don

Bosco?- Oh, sí - rispondeva il ra-

gazzo .- Allora devi essere a + b - c.

Sai che vuol dire?- No! - rispondeva stupito il

ragazzo .- Ecco cosa vuol dire . Se vuoi

essere amico di Don Bosco deviessere a, cioè allegro ; + b, cioèpiù buono; - e, cioè meno cat-tivo .

E i ragazzi che si sforzavanodi essere allegri, più buoni e menocattivi, ricevevano da Don Boscoin premio la sua amicizia .

I genitori devono essere i primie i più veri amici dei loro figli .Dopo aver fatto loro molti doni,se sono davvero generosi finisconoper donare anche se stessi . Questaè appunto la vera amicizia .

Facciano pure regali, ma li ac-compagnino con il sorriso che valepiù dei regali. Donino pure i gio-cattoli, ma donino ai figli ancheun po' di tempo per giocare conloro. E soprattutto regalino laconfidenza . Vale più del triciclo,della bambola e della vetturasportiva messe insieme .L'apostolo Giovanni era invi-

diato da tutti perchè Gesù lo pre-diligeva . Gesù amava in lui lapurezza verginale e lo premiò con-cedendogli di posare il capo sulsuo petto e di sentire i battitidel suo cuore .

I genitori che donano ai figlila loro totale amicizia, fanno loroil dono più bello, sull'esempio diGesù e di Don Bosco. E imitanoDio, che in cielo premia i buonidonando loro tutto se stesso e lasua infinita capacità di amare .

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Chi sa che cosa sia stata la mu-sica nella vita di monsignor Ci-matti gradirà questo primo ar-ticolo che il Bollettino Salesianodedica - con affetto e venera-zione - al grande missionario sa-lesiano, che sull'esempio di DonBosco seppe fare della musica unostrumento di letizia, di educazionee di apostolato . Seguirà, il pros-simo mese, un profilo completodel fondatore della nostra Operain Giappone.

In uno degli ultimi anni delsecolo scorso, in una festa tra lepiù importanti dell'anno, nel duo-mo di Bologna si intendeva farele funzioni con la massima solen-nità. Doveva pontificare il cardi-nale arcivescovo Svampa, dove-vano eseguire i canti i cantoridella rinomata cantoria del ca-valier Dogliani fatti arrivare ap-posta dalla casa madre di To-rino, ma il diavolo ci mise lacoda. La coda del diavolo fu unospiffero d'aria che il ragazzo so-lista soprano della cantoria sibuscò durante il viaggio in treno,perchè stette troppo a lungo colnaso fuori del finestrino : lo spif-fero d'aria gli soffiò via la voce .

Si rimediò lì per lì con un so-prano che veniva da Faenza . Ilsoprano turabuchi sfoderò perl'occasione una voce sorprenden-temente limpida e fresca, e ilsuo assolo echeggiante fra i cor-nicioni del tempio fece traseco-lare i fedeli . Il cardinale volleconoscere personalmente il pic-colo usignolo; glielo portarono elo baciò con affetto sulla guancia .Non poteva immaginare, Sua Emi-nenza, di aver baciato il futuroapostolo del Giappone, monsignorVincenzo Cimatti.

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Aveva il cuoretraboccante di musica

Vincenzino aveva il cuore tra-boccante di musica . Preso il di-ploma al Conservatorio di Parmae divenuto sacerdote salesiano,fece della musica un simpati-cissimo strumento di apostolato .

Don Bosco aveva detto ai suoitempi che una casa salesianasenza musica è come un corposenz'anima, e don Cimatti seppedare un'anima musicale e festivaa tutti gli ambienti in cui visse .

A Torino Valsalice, dove visseun ventennio, lo chiamavano " ilmaestro Maestro della cantoria,maestro di organo e di piano,ma anche maestro in tante altrecose. I suoi allievi erano affasci-nati dal suo ascendente e vede-vano in lui come il centro moraledella casa .A ventinove anni si cimentò

in un lavoro piuttosto impegna-tivo: un'operetta drammatica indue atti, Il cieco di Gerico .Erano i tempi del verismo, e laCavalleria rusticana imponeva imodelli. Durante il primo attodell'operetta, il truce Barabba as-saltava e incendiava un palazzo eaccecava barbaramente il suo pro-prietario. Nel secondo atto peròil dolce Redentore appariva intrasparenza su un fondale, di lìrisanava il povero cieco e portavacol suo perdono la serenità neiprotagonisti e nel pubblico . Unpubblico che rimase entusiastadel lavoro, tanto che l'operettafu replicata molte volte per unadozzina di anni. Poi don Cimattisfornò altri lavori teatrali, al-meno uno all'anno, tutti ben ac-colti . L'operetta Raggio di solefu replicata sei volte di seguito,e riempì il teatro. I copioni, pur-troppo, erano scritti a mano omoltiplicati con sistemi rudimen-tali; erano difficili da decifrare,privi di orchestrazione e a volteanche privi dell'accompagnamen-to per pianoforte (don Cimattilo sapeva a memoria, o lo im-provvisava lì per lì) . Queste ope-

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rette non ebbero quindi la dif-fusione che avrebbero meritato .

L'operetta Marco il pescatoremeritava invece miglior fortuna,e l'ottenne. Nel novembre 1922don Cimatti aveva scritto adon Rufillo Uguccioni - che erastato suo allievo e insegnava al-lora a Mogliano Veneto - e gliaveva commissionato urgentemen-te il testo per un'operetta che siadattasse alla festa dell'Immaco-lata. Mancavano venti giorni ap-pena alla festa. Don Uguccionibruciò i tempi : con la sua venafeconda, e con parecchie ore sot-tratte al sonno, lavorò tutto ungiorno, buona parte della nottee buona parte del giorno seguente .A sera spedì il copione finito adon Cimatti, con preghiera di re-stituirglielo al più presto per ap-portarvi gli indispensabili ritoc-chi scenici e metrici .

Ritocchi indispensabili? Per donCimatti il libretto andava benonecosì e don Uguccioni attese in-vano . Poi si persuase che donCimatti non ne avesse fatto nulla,e mise il cuore in pace . Duegiorni dopo la festa, ricevette dadon Cimatti la notizia : « La tuaoperetta è stata rappresentata inonore della Madonna, con grandesuccesso » .

Era davvero piaciuta. La stam-parono e prese a girare per ilmondo salesiano e anche fuori .Confratelli e ragazzi canticchia-vano con gusto : Getta le reti inmare, o pescator . . .

Un donoper Gesù Bambino

Il 6 gennaio 1926, festa del-l'Epifania, un piroscafo stava peravventurarsi nell'istmo di Suezdiretto all'Estremo Oriente . dopoaver lambito la patria di . Gesù .la Palestina . Sul bastimento, seisacerdoti e tre laici, missionari sa-lesiani, guardavano con nostalgiaquella terra benedetta e si strug-gevano dal desiderio di offrire,come i re magi, qualche dono a

Gesù Bambino. Ma che cosa po-tevano offrire, poveri missionari?

Viaggiavano sul piroscafo gliartisti dell'opera italiana, e laproposta maturò spontaneamente :si sarebbe potuto cantare insiemeuna Messa solenne in onore diGesù. Gli artisti accettarono ecantarono da pari loro ; ma nonfurono da meno i missionari, chepotevano contare su tre voci ditutto rispetto : quelle di don Li-viabella, di don Margiarìa e didon Cimatti . E don Cimatti, ilcapo di quella prima spedizionesalesiana in Giappone, a sera im-bucò una lettera per i suoi su-periori che diceva con entu-siasmo: « Credo che su nessunbastimento al mondo, come sul,nostro, Gesù sia stato oggi cosìonorato dall'arte musicale! ».

In realtà quelle musiche eranouna specie di collaudo . Pocodopo don Cimatti, don Margiarìae don Liviabella fecero dell'artemusicale il loro strumento di apo-stolato missionario in Giappone,in Corea e in Manciuria . Dap-prima riusciva loro difficile im-parare la nuova lingua e farsi ca-pire dai giapponesi . Don Cimattipiù di una volta rispose ai salutidelle autorità con un perfettoinchino e alcune parole del dia-letto piemontese . Ma quando can-tava e suonava, si faceva inten-dere benissimo .

I giapponesi vanno matti perlamusica. La loro anima delicataè portata all'arte e si lascia con-quistare dalle melodie semplicie soffuse di poesia . E la musicadi don Cimatti sembrava fattasu misura per l'anima giapponese .Un certo monsignor Giardini,

venuto da Tokio a trovarli allamissione, riferì poi all'arcivescovosui risultati sorprendenti ottenuticon la musica . Si decise alloradi tentare l'esperimento dei con-certi. In quei giorni i Francescanifesteggiavano il loro Patrono, einserirono nel calendario dellecelebrazioni anche il concertomusicale . Don Cimatti musicò perl'occasione il Cantico delle crea-

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ture e don Margiaria lo cantò .Un successo . Fotografie e inter-viste sui giornali . Quella era lastrada! Bisognava continuare . Econtinuarono per tre anni, dandofino a tre concerti al giorno .

Tre anni di concertiNei concerti don Cimatti ese-

guiva canti popolari in italianoe in giapponese, brani d'opera,musiche religiose, sonate per pia-noforte. Don Margiarìa e (perqualche tempo) don Liviabella,cantavano. Don Cimatti, soprat-tutto nei concerti dati ai ragazzidelle scuole. sovente si sbizzar-riva in trovate comiche . Correvasu e giù per la tastiera come unmattacchione, accompagnava ilcanto con i gesti delle mani edella barba, suonava voltando lespalle al pianoforte e con le manidietro la schiena. Copriva la ta-stiera con un panno e suonavasenza guardare . (Un giapponese,persuaso che si trattasse di unamagia, gli propose di suonare colpiano chiuso a chiave). Picchiavasui tasti con le dita, con i gomitie col mento . I ragazzi poi esplo-devano dalle risa quando al ter-mine del pezzo, abbozzando unbuffo inchino, si sedeva fragoro-samente sulla tastiera. A nottealta era stanco morto. Prendevasotto braccio don Margiarìa e glidiceva : « Vedi, caro don Angelo,la gloria costa! . . . ».

Don Cimatti per cattivarsi l'a-nimo dei giapponesi mise in mu-sica anche le poesie delle loroscuole : le poesie impegnative delleclassi superiori e le poesiole gra-ziose delle scuole elementari . Dap-prima le faceva eseguire dai ra-gazzini dell'oratorio, poi se l'esitoera buono le ripeteva nei con-certi . Le poesie piacevano airagazzi e rievocavano agli adultii tempi spensierati della scuola edella giovinezza . L'effetto era as-sicurato e la simpatia conquistata .

Musicò anche una poesia sulmonte Fuji, simbolo del Paese,che terminava con le parole : « Il

Fuji è la massima montagna delGiappone » . P un verso che nondice nulla a nessuno, ma cheall'orecchio dei giapponesi suonadolce come mille violini. L'ultimanota di quell'ultimo verso eranella musica di don Cimatti unsi bemolle sormontato da unabella corona, e don Margiarìa can-tando la stirava in un finale ilpiù lungo possibile. Don Cimattiallora lasciava il piano, si alzavae puntava in alto il braccio insegno di saluto alla maestà delmonte. Gli applausi erano in-contenibili .

I concerti di don Cimatti glivenivano richiesti da ogni parte :dai centri missionari, dalle scuole,dagli enti più disparati. E luidava spettacolo nelle chiese, neisaloni per concerti, nei teatri,nelle fabbriche, negli alberghi,perfino nelle piazze, nelle stradee nelle prigioni .Don Cimatti non badava a far

quattrini nè a diffondere la cul-tura musicale. Se l'arte ne guada-gnava e qualche spicciolo venivaraccolto, tanto meglio . Ma donCimatti voleva soprattutto farconoscere la religione cattolica, e ciriuscì .

Lo accompagnava sempre qual-che cattolico istruito e padronedella lingua giapponese, che siassumeva il compito di presen-tare i brani musicali . La musicasacra che egli eseguiva (compresele lodi popolari) offriva lo spuntoper parlare di Gesù, Cristo e dellaChiesa. I concerti comprendevanosempre due parti, e tra unaparte e l'altra il presentatore in-seriva una vera e propria le-zione di religione. Spesso grossepersonalità, come vescovi o au-torità giapponesi, rivendicavanoa sè l'onore di presentare i con-certi . Il clero cattolico sedevanelle prime file in modo che ipagani giapponesi imparassero aconoscerlo. Al momento oppor-tuno gli spettatori ricevevano inomaggio foglietti, opuscoli e librireligiosi. La religione cristiana,presentata in una cornice gio-

iosa di canti e suoni, destaval'interesse in moltissimi, e tantigiapponesi convertiti compironoproprio in quelle circostanze illoro primo passo verso la fede .

Per tre anni don Cimatti giròil Giappone, la Corea e la Man-ciuria : diede oltre 1200 con-certi .

Un po' di musicain Paradiso

Alcune composizioni di donCimatti vennero stampate sulleantologie musicali delle scuole,altre furono inserite nel repertoriodi famosi cantanti giapponesi, oincise su dischi . Per il bimille-nario della fondazione dell'Im-pero giapponese, poco prima dellaseconda guerra mondiale, don Ci-matti compose La discesa deglidèi, una sonata per pianoforteche fu trasmessa alla radio .

Recentemente il Giappone havoluto dire grazie a don Cimatti .Uno dei migliori teatri di Tokioquest'anno ha rappresentato lasua ultima opera teatrale . L'o-pera è intitolata Grazia Fujine narra la vita di un'eroina cri-stiana del Giappone feudale cheaffrontò la morte per non rinne-gare la fede. Il pubblico e la cri-tica sono stati concordi nel for-mulare sull'opera un giudizio lar-gamente positivo .

« Siamo i menestrelli del buonDio », era solito dire don Cimatti .E un giorno scrisse a don Ber-ruti, il prefetto generale dellaCongregazione salesiana : « Ho unagran voglia di salire lassù e difare un po' di musica in Para-diso » . Gli rispose facetamente donBerruti: « Prima converrà checontinuiamo ad accordare gli stru-menti su questa terra, finchè pia-cerà al Signore ».

Il 6 ottobre scorso, possiamocrederlo, gli strumenti di don Ci-matti erano finalmente accordatialla perfezione, e il Signore lo hachiamato all'ultimo e più belconcerto .

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UNMAESTRO

E LEVOCAZIONI

L'insegnante Ibsen Nino Lunazzi, Cooperatore ed Exallievosalesiano, anni fa accoglieva l'invito del Rettor Maggiore acoltivare le vocazioni religiose e sacerdotali . Gli abbiamo fattoalcune domande sulla sua attività tra i ragazzi delle scuoleelementari ed egli ci ha benevolmente risposto . Riferiamo ilrisultato della nostra intervista perchè ci pare che l'iniziativa,nella semplicità del suo metodo, possa essere facilmente seguitada tanti maestri e maestre, a cui è aperto uno dei piùpreziosi e delicati campi di lavoro : l'orientamento delle vo-cazioni. Ecco una professione che può diventare apostolato .

Come ha potuto diventarecollega e collaboratore dei sacerdotinella cura delle vocazioni?

Anni addietro dal « BollettinoSalesiano » il Rettor Maggioreaveva lanciato un appello sullanecessità di procurare vocazionisacerdotali . . . Tale appello era ri-volto particolarmente ai Coope-ratori e agli Exallievi di Don Bo-sco . Non potevo non accogliere ilgrido accorato del nostro Supe-riore e fare quanto potevo nellamia duplice condizione di exal-lievo e di insegnante .

© Quale il suo metodo per sco-prire nei fanciulli le doti (di naturae di grazia) che rivelano la chia-mata di Dio?

Non è propriamente un metodo :io parto piuttosto da una convin-zione, da un proposito e da unimpegno con Don Bosco : ri-cambiare in qualche modo quantoEgli ci ha dato un tempo allasua scuola .

Tutto viene dalla vita in comunecoi ragazzi, nella scuola e fuori ;dalla conoscenza dei loro problemi,delle loro aspirazioni, dei pregi edei difetti di ognuno .

A ciò si aggiungono i contattidiretti coi familiari (specialmentecon le mamme) che aiutano acompletare il quadro della cono-scenza dei fanciulli e della loropersonalità .

® Tiene conto anche delle pro-pensioni naturali, del temperamento,dei gusti dei ragazzi, della dili-genza nello studio?

Naturalmente. Ne tengo un con-to specialissimo e mi avvalgo del-l'accostamento per meglio seguirnele inclinazioni, i gusti, le reazioni . . .Sono solito giungere in classe sem-pre con un certo anticipo per tro-varmi a ricevere i ragazzi, chearrivano alla spicciolata . Ciascunoha qualcosa da confidare, qualcheimpressione da riportare, qualchedubbio da chiarire . Molte volte,addirittura, vengono portate incampo delicate situazioni familiari .

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Io ascolto e rispondo a ognuno :mi rallegro o mi rammarico, aseconda dei casi . Conforto e con-siglio, incoraggio e richiamo. Epoichè molto spesso dalle piccolevicende espostemi vien fuori l'ar-gomento a sfondo morale, praticoe religioso, faccio seguire la pre-ghiera d'inizio da alcune consi-derazioni, che altro non sono senon la « buona notte » salesiana di-ventata affettuoso «buon giorno » .

La diligenza, lo studio, il tem-peramento e ogni altra attitudinesono da me vagliate durante icinque anni che trascorriamo in-sieme .

O Quale, secondo lei, l'influssodell'ambiente familiare, della reli-giosità e moralità dei genitori sullavocazione dei figli?

Importantissimo sempre . De-terminante in molti casi . Al con-trario, ragazzi che per inclinazionee doti naturali erano già ben istra-dati e avevano deciso la sceltadella vita religiosa od ecclesia-stica, si sono poi arenati per viaa causa di un ambiente familiaremancante di religiosità, se nondi moralità .

O Come li preserva dai fattorinegativi dell'ambiente sociale incui vivono (stampa, compagni, ci-nema, TV ecc .)?

Il problema si presenta diver-samente, ora che vivo in città,da quando mi trovavo in paese,dove c'erano maggiori possibilità'organizzative . Comunque, mi eroprocurato tutto quanto mi con-sentiva di attirare i ragazzi dallamia. Avevo acquistato un apparec-chio cinematografico Micron XXVper proiettare film e cortometraggiche ricevevo gratuitamente da variEnti distributori. Disponevo di unrilevante numero di filmine perle proiezioni fisse (e me ne facevoprestare anche dai direttori dellecase salesiane). Distribuivo conregolarità e con avvedutezza i libridella biblioteca che avevo formatocon tanti sacrifici . I -libri entra-

vano in tutte le case e io nonlesinavo i prestiti anche ai fami-liari. Organizzavo piccole reciteteatrali a cui assistevano genitorie simpatizzanti, mascherate a car-nevale, lavori extra-scolastici nelpomeriggio, canto ecc . Avevo an-che organizzato un corso seraleper l'insegnamento del francese,un centro di lettura . . . Così potevoavere con me anche i giovani che,diversamente, sarebbero finiti perla strada .In città, ora, mi valgo della

biblioteca, del teatrino, del canto . . .Per il resto ci sono gli oratoridelle parrocchie che non mancanodi buone attrezzature .

• Nel suo costante lavoro diguida e di preservazione di quelliche le sembrano chiamati le servonoanche i legami affettivi dell'allievocon l'insegnante?

Sì, molto! Corrispondo con lorose lontani : li incontro e li seguose vicini. Tuttavia, il mio non èun intervento «organizzato» . La-scio i ragazzi nella piena coscienzae responsabilità del loro agire .Insisto solamente perchè sianoleali, sinceri, coerenti .

• Il «sistema preventivo » diDon Bosco lo trova valido ancheper la cura delle vocazioni?

Validissimo . In un convegno diExallievi a Tolmezzo, auspice ilcarissimo direttore don Zampese,parlai in proposito .

Si serve di libri o di stampatiche trattano di vocazioni? Quali?

No: preferisco parlare personal-mente perchè seguo sempre indi-vidualmente i prescelti . Gli stam-pati sono troppo astratti o teorici .Non sempre sono capiti o nonsono adatti a tutti alla stessamaniera .

Agli allievi che presumibilmentesono chiamati che cosa fa leggere?

Libri e riviste . I classici dellaletteratura infantile, agiografie, vitedi martiri, di eroi, di esploratori

ecc. In tutti questi personaggi v'èil segno di Dio : bisogna guidare iragazzi a scoprirlo e allora tuttoaiuta a illuminare la loro coscienzasulla scelta della loro vita .

Tra le riviste, « Gioventù mis-sionaria » e il nostro « Bollet-tino » .

• Parla di vocazione in classea tutta la scolaresca? Che metodotiene nel farlo?

Solo quando se ne presenta ildestro, e con molto tatto. Maanche in questi casi lo faccio inmaniera indiretta durante le le-zioni di religione, lezioni che iofaccio con cura specialissima, gio-vandomi di testi aggiornati, diproiezioni fisse, di letture varie,del Vangelo anzitutto. Nel secondociclo interesso i ragazzi alla Litur-gia e commento i passi più sugge-stivi delle novene dell'Immacolatae del Natale, come della Setti-mana Santa . . .

Organizza qualche incontroextrascolastico a cui condurre imigliori alunni a sentire la paroladi un sacerdote specializzato nellacura delle vocazioni?

No. Porto con me, invece, glialunni più adatti a visitare leCase di Don Bosco e a incontrarei nostri Superiori . È un incontromolto efficace e che lascia semprequalche traccia .

• Mantiene contatti con sacer-doti che l'aiutano in questo difficileapostolato? Lei stesso partecipa aqualche incontro organizzato perinsegnanti che curano le vocazioni?

Sì, con i Salesiani sempre,ma anche con gl'insegnanti direligione nelle nostre scuole, coni parroci e con gli stessi inse-gnanti dei seminari che mo-strino comprensione e che col-laborino, senza campanilismi epreconcetti .

Rispondo positivamente anchealla seconda domanda, aggiun-gendo che io stesso faccio pro-

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paganda tra i colleghi perchèpartecipino con me a questi in-contri .

e Quando il ragazzo ha rive-lato di avere elementi sufficienti divocazione, a chi lo indirizza? Qualeil criterio di scelta che lo guidanell'inviarli in seminario o in casereligiose di formazione?

D'accordo con i genitori e dopogl'incontri preliminari con i Su-periori, indirizzo i prescelti aiseminari o ai Salesiani . La pre-ferenza va per questi ultimi per-chè possono aiutarmi con mag-gior larghezza e generosità inparticolari situazioni di disagiodelle famiglie . Per il seminario mivien fatta sempre precisa richiestadai familiari .

In questa nobile missionenon le mancano le consolazioni, ifrutti, gli esiti concreti?

Vi sono consolazioni, frutti,ed esiti concreti, e tali da ripa-gare le amarezze e le delusioniche non possono non mancare .Io me ne documento sempre eogni tanto riesamino le situazionivenutesi a creare nelle più svariatecircostanze, al fine di perfezionarele esperienze .

Non sempre i prescelti conse-guono la mèta. Alunni e alunneche avevano dato il miglior affi-damento, si sono arenati alla vigiliadel noviziato, talvolta per inter-venti esterni (famiglia, parenti) ; talaltra per difetto di organizzazioneall'interno delle case stesse diformazione .

Tuttavia anche in questi casinon tutto è andato perduto. Gliaccolti nelle case salesiane e uscitidopo qualche anno, di propria ini-ziativa o su invito dei superiori chenon avevano ravvisato elementisufficienti di vocazione, si sonopoi sempre affermati nella vitacome professionisti, artigiani, ope-rai e come buoni padri di famiglia,,conservandosi cristiani esemplari esempre grati a Don Bosco del benericevuto .

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Un cieco che ha visto bene

Abbiamo ricevuto una lettera che. c i haprofondamente commossi: è di un cieco,che ha compreso perfettamente quali vincolilo stringano alla Famiglia Salesiana . Eglivorrà scusarci se la pubblichiamo : il velodell'anonimo coprirà la nostra indiscrezione .

M. Reverendo Padre,

il mio comportamento nei vostri riguardivi sarà sembrato molto strano . Io ricevo datanti anni il Bollettino Salesiano e non misono mai fatto vivo . . . La vostra rivista m'in-teressa molto, ma sono obbligato a farmelaleggere perchè sono cieco fin dalla nascita .Conosco molto bene Don Bosco perchè ho lettola sua vita in « alfabeto Braille » . Come attività,io sono cantore nella mia parrocchia, il chenon mi dà troppe possibilità d'inviarvi offerte .Ma io prego moltissimo per le vostre Opere,perchè il mio desiderio sarebbe stato di diven-tare sacerdote.

Raccomando alle vostre preghiere i miei carie me stesso, e vi assicuro la mia riconoscenzafatta di preghiera . (segue firma)

Non potevamo desiderare dono più pre-zioso: questo caro cieco ha visto bene e ciha perfettamente compresi . Il Bollettino,infatti, nello spirito di Don Bosco che l'hafondato, non è una rivista che abbia scopodi lucro, ma semplicemente « un bollettinoperiodico, come un legame fra i Cooperatorie i confratelli Salesiani », che non ha ab-bonamento fisso. Certo le spese di stampaaumentano ogni giorno - siamo ormaialle 370.000 copie mensili - ma ciascunoregola il suo debito con Don Bosco secondole sue possibilità . C'è chi invia un assegnogeneroso e c'è chi manda una piccola offertae c'è anche chi offre il dono prezioso dellesue sofferenze e delle sue preghiere, come ilcieco che ci ha scritto .

Maria Ausiliatrice e Don Bosco, che co-noscono le disponibilità di ciascuno, gradi-scono, benedicono, ricompensano adeguata-mente tutti i nostri affezionati lettori .

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ANCHE NEL LIBANOMARIA AUSILIATRICEÈ DI CASA

Il Libano è un paese mariano per eccel-lenza . I testi liturgici che riguardano la Ma-donna dicono che la Chiesa ricorre volentieria quella ridente regione del medio-oriente perintessere di bellezza il manto della Vergine .

A quanti hanno familiare l'Ufficio dellaVergine sono note le espressioni : « Sono statainnalzata sul Libano come un maestoso cedro»;« A Lei è stata data la gloria del Libano » ;« Vieni dal Libano, vieni, sarai coronata » .Sono richiami alle bellezze naturali del Li-bano, ben note al popolo eletto, che vorreb-bero dare una qualche idea delle bellezze egrandezze sovrannaturali della Madre di Dio .

Ma il Libano è un paese mariano anche pergl'innumerevoli santuari che, attraverso i se-coli, ha eretto alla Madonna, venerata sottoi titoli più belli .

A volte si tratta di complessi monumentalicome il Santuario di Harissa o quello chesovrasta l'antica Sidone: più spesso sonoumili chiesette che, nelle ore nostalgiche dellasera, fanno echeggiare per le valli il più toc-cante saluto cristiano .

Un grosso volume passa in rassegna tuttiquesti monumenti inariani ; ma oggi quel vo-lume avrebbe bisogno di una aggiunta : sul.-l'altura di E1 Houssoun, nei pressi all'anticaByblos, è sorta una nuova chiesa dedicata aMaria Ausiliatrice .

Ufficialmente è la prima, in Libano, a por-tare tale titolo. L'Ausiliatrice però vi eragià conosciuta . Il turista che visita le rovinedi Byblos, passando per la massiccia portacrociata, la scorge in alto, fra le pietre fer-rigne, in atto di proteggere e di benedire .Mancava tuttavia un santuario dedicato

esclusivamente a Lei; ci hanno pensato i be-

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NEL MONDOSALESIANO

nefattori della generosa terra lombarda, iquali, unendosi fraternamente all'obolo deicattolici americani, hanno regalato al Paesedei cedri una bella chiesa, moderna senza es-sere rivoluzionaria .

La facciata in travertino e i marmi deglialtari e del pavimento accrescono l'eleganzadella linea semplice dell'unica navata . È untrionfo di luce, specialmente nel presbiterio,nel centro del quale spicca il quadro dell'Au-siliatrice fra schiere di Angeli, dipinto, comegli altri due quadri di San Giovanni Boscoe di San Giuseppe, dal prof. Cocquio diVarese .

Maria Ausiliatrice avrà gradito la bella ini-ziativa che contribuisce a diffondere in terralibanese il suo culto e benedirà largamente igenerosi benefattori .

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4RGENTINA • UN FRANCOBOLLO COMMEMORATIVO]FI CAROINA1 F CA611FRA

Ne ha disposto l'emissione il Governo Argentino per ono-rare il card . Giovanni Cagliero, l'apostolo della Patagonia,morto a Roma nel 1926 e sepolto in Argentina . Nella moti-vazione ufficiale si legge : « La vita e l'azione dell'illustreCardinale si sono proiettate nella vita della Repubblica conun valido apporto alla coltura, alla civiltà e al progressodi una vasta regione argentina . . . Egli fin da allora vide conprofetica chiarezza la futura grandezza economica e il pro-gresso sociale di quelle zone dalla vita difficile, che avreb.bero dovuto essere redente dalla solitudine, dalla povertàe dall'abbandono in cui giacevano ».

FOTOCRONACA

NAP • La Parrocchia salesiana delSacro Cuore al Vomero in Napoli ha cele-brato il cinquantenario di erezione . Cin-quant'anni di intenso lavoro su pochi metriquadrati . Oratorio, Scuola, Parrocchia : trecampi meravigliosi per lo zelo dei figli diDon Bosco, che vi raccolgono una riccamesse di frutti . Le celebrazioni, aperte dalnostro Cardinale, Sua Em . Raul Silva, sonodurate un anno. Degno di nota il pellegri-naggio della Parrocchia a Roma . Nella foto :il parroco Don A . Broggiato presenta alSanto Padre l'omaggio dei parrocchiani .

Hanno onorato le celebra-zioni del 150° anniversariodella nascita di Don Bosco,svoltesi durante la " MostraSalesiana", allestita neilocali del nostro Istituto,Sua Eminenza il Cardinale 'Dante e il Presidente delConsiglio Onorevole Moro .

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,!;-A SALESIANA ESTIVAijCN ENRICO VITTI

È stata solennemente inaugu-rata il 2 agosto scorso in Valledi Canneto (Settefrati - Frosi-none) per gli aspiranti di Gaeta edi Roma-Mandrione . Sono quasitrent'anni che i Salesiani ac-compagnano gli aspiranti per levacanze in questa località, tra lepiù belle del Parco Nazionale diAbruzzo, a 1100 metri. Finora iragazzi erano ospitati nei localidel Santuario che sorge nellavalle . Ora hanno una casa tuttaper loro, ampia, moderna, ca-pace di circa 200 giovani, cheservirà anche per ritiri, campiscuola, corsi di studio ecc . Lacasa, inaugurata alla presenzadi S . E. mons . Biagio Musto, ve-scovo di Sora, di altre autorità edi numeroso popolo, è intitolataadon Enrico Vitti, grande Coope-ratore e benefattore dei Salesiani

-inquesti ultimi mesi della stagionebuona il Tempio di San Gio-vanni Bosco è stato ultimatoall'esterno. 11 tempio è lungo110 metri, gradinata compresa.La cupola ha il diametro dimetri 16 e finisce a quota 60 . Sudi essa s'innalza il cupolino incemento armato di metri 3 didiametro, che regge la gabbiadi ferro prefabbricata di m . 19 eterminante a quota metri 79 confaro di segnalazione pergli aerei .

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tESSO EUCARISTICO NAZIONALE NELLESIANO

Nell'ultima settimana dello scorso agosto tutto il Perù cat-tolico rivolse la sua attenzione alla città di Huancayo, sulleAnde nel centro geografico del Perù, a più di 3000 metri sullivello del mare, ove si tenne il VII Congresso EucaristicoNazionale. L'altare e il campo eucaristico furono preparatinegli ampi cortili del collegio salesiano . Le migliaia di pel-legrini affluiti da tutto il Perù e la popolazione del luogotrovarono accoglienza devota nella casa di Don Bosco, tra-sformata come in tempio nazionale . Sua Em. il CardinaleGiovanni Landazuri, Legato Papale, S . E. Mons. RomoloCarboni, Nunzio Apostolico, e molti altri vescovi, parecchiministri di Stato e parlamentari, presero parte al Congressoed ebbero agio di ammirare anche l'Opera salesiana.

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CH/ SONO / COOPEcinqueminutidiconversazionesullaTerza Famigliadi Don Bosco

Chi è il Fondatore dei Cooperatori Salesiani?I Cooperatori Salesiani sono stati fondati da

San Giovanni Bosco, che fin dall'inizio della suaOpera si circondò di validi collaboratori, in preva-lenza laici. Egli poi pensò a una più organizzataopera di apostolato laico e diede vita alla "PiaUnione dei Cooperatori Salesiani", definitivamenteapprovata da Pio IX il 9 maggio 1876 come TerzaFamiglia Salesiana .

In che senso i Cooperatori sono la Terza Fa-miglia Salesiana?

Don Bosco ha fondato i Salesiani, che sono lasua prima Famiglia religiosa ; poi le Suore, chia-mate Figlie di Maria Ausiliatrice ; infine i Coope-ratori Salesiani, che sono perciò la sua TerzaFamiglia .

Qual è la differenza tra i Cooperatori Salesianie i Terziari degli Ordini antichi?

Nei Terz'Ordini antichi è messo in maggior evi-(lenza l'elemento pietà; nei Cooperatori, il fattorecarità " (Pio XII). Ma come i Terziari accanto allapreghiera lasciano campo all'azione, così i Coopera-tori per sostenere l'azione debbono alimentare ilfervore della vita spirituale .

Quale scopo si propose Don Bosco nel fondarei Cooperatori Salesiani?

Don Bosco con i Cooperatori volle offrire unmezzo facile e accessibile a tutti per attuare il do-vere dell'apostolato, a cui ogni cristiano è tenuto .Tale obbligo da parte dei laici è stato messoin grande evidenza dalla Chiesa nel Concilio Va-ticano II.

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0 Quale campo di apostolato Don Bosco proponedi preferenza ai Cooperatori Salesiani?

Ai Cooperatori Don Bosco propone l'apostolatodella testimonianza con il buon esempio della vitacristiana; l'apostolato della diffusione e difesa delladottrina della Chiesa per mezzo della stampa, dell'i-struzione religiosa, delle missioni ecc . ; soprattuttol'apostolato specifico in favore dei giovani, che sitrovano oggi in situazioni particolarmente difficilie pericolose, nell'ambito della famiglia, della scuola,del lavoro, del tempo libero . A tale fine i Cooperatoripromuovono l'educazione cristiana dei figli, l'assi-stenza ai giovani negli Oratori e in ogni altra attivitàformativa, la moralizzazione del divertimento, lacura delle vocazioni ecc .

0 Quale il pensiero dei Papi sui Cooperatori Sale-siani ?Pio IX: « I Cooperatori Salesiani sono destinati

a fare del gran bene alla Chiesa e alla società ci-vile . . . Mi pare di vedere non solo famiglie, ma paesie città intere farsi Cooperatori Salesiani » .

Leone XIII : « I Cooperatori hanno davanti a sèun vasto campo dove lavorare e fare del bene . Vi-vono nel secolo, ma acquistano i meriti di coloro chefanno vita in comune . . . Io sono il primo fra i Coo-peratori Salesiani » .

San Pio X : «Dall'intimo del cuore facciamo votiche l'Unione dei Cooperatori prenda incrementoogni giorno più » .

Pio XI: « L'Istituzione dei Cooperatori, unaUnione cioè di fedeli in massima parte laici, animatidallo spirito della Società Salesiana e al pari diessa pronti ad ogni opera di carità, hanno per scopodi portare, secondo le circostanze, valido aiuto aiParroci, ai Vescovi ed allo stesso Sommo Ponte-fice » .Pio XII : « Voi che nel nome portate la insegna

'cooperare', voi siete - all'ombra della FamigliaSalesiana -- la milizia leggera, gli attivisti della causadel bene che, sparsi in tutte le classi sociali ed espostia tutte le più varie circostanze, lavorate con la vita,con la parola, con l'azione, a riparare le rovine, aprevenire il male, a gettare negli animi i germi de11averità, della virtù, della fede ».

Giovanni XXIII : « Cooperatori Salesiani, Coopera-tori del nostro ministero, siate convinti della grandepossibilità che avete di fare del bene ; operatelo co-raggiosamente e serenamente : siate il lievito desti-nato a fermentare la massa ».

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• Non potrebbe bastare l'apostolato individuale in-vece di promuovere un apostolato comune?

Oggi non è più sufficiente, come dice Don Bosconell'introduzione al Regolamento : « Noi cristiani dob-biamo unirci in questi tempi difficili per promuoverelo spirito di preghiera e di carità con tutti i mezziche la Religione somministra, e così rimuovere queimali che mettono a repentaglio il buon costumedella gioventù, nelle cui mani stanno i destini dellasocietà civile » .

I Cooperatori hanno un periodico di informa-zione e di formazione spirituale?

Sì : il Bollettino Salesiano, fondato da Don Bosconel 1877 con questa dichiarazione : « Sarà un bol-lettino periodico, come un legame fra i Cooperatorie i confratelli Salesiani ». Attualmente si stampain 18 lingue e in 32 edizioni diverse .

Basta ricevere il Bollettino Salesiano per essereiscritti tra i Cooperatori?Non basta. Occorre fare la domanda e ricevere

la pagella di iscrizione firmata dal Rettor Maggioredei Salesiani, Successore di Don Bosco . Tale pagellanon deve essere rinnovata ogni anno .

Chi può iscriversi tra i Cooperatori Salesiani?Chiunque abbia compiuto i sedici anni, sia deciso

a dare un chiaro esempio di vita cristiana e si im-pegni in qualche opera di apostolato, almeno con lapreghiera. Non vi sono quote di iscrizione nè spesedi alcun genere.

A chi rivolgersi per l'iscrizione?Per l'iscrizione tra i Cooperatori, che deve essere

responsabile e personale, basta rivolgersi al Diret-tore della casa salesiana più vicina o alla Direttricedel più vicino Istituto delle Figlie di Maria Ausi-liatrice . Essi, tramite il Delegato Ispettoriale, tra-smetteranno a Torino la domanda .

Quali sono i vantaggi degli iscritti?I Cooperatori Salesiani possono attuare, prima di

tutto, la propria vocazione cristiana all'apostolatosecondo le proprie possibilità; inserendosi poi nellaFamiglia Salesiana, che offre loro la sua '° stessamesse " di bene, diventano partecipi di tutto l'a-postolato che i Salesiani compiono nel mondo e diun immenso tesoro di indulgenze, privilegi e indulti .Infine nel Santuario di Maria Ausiliatrice viene ce-lebrata per essi una Messa quotidiana, e, in morte,vengono loro applicati larghi suffragi .

0 Che rapporto intercorre tra i Cooperatori e iSalesiani?

I Salesiani hanno il compito di formare i Coope-ratori all'apostolato nello spirito e alla scuola diDon Bosco, di guidarli all'azione offrendone le, occa-sioni concrete nelle loro stesse attività apostoliche,e di metterli a disposizione della Chiesa, dei Ve-scovi e dei Parroci . Tutto questo nello spirito dicarità e di unione fraterna che distingue la FamigliaSalesiana .

Quali sono i Dirigenti dei Cooperatori?Il Superiore dei Cooperatori Salesiani è il Succes-

sore di Don Bosco . Il Direttore Generale è unmembro del Consiglio Superiore espressamente desi-gnato dal Rettor Maggiore . Gli altri Dirigenti sonogli Ispettori e i Direttori che, ordinariamente, affi-dano la cura diretta dei Cooperatori ai loro Dele-gati (ispettoriali, regionali, locali) . In campo dioce-sano e parrocchiale ci sono i Direttori diocesani ei Decurioni .

~ Quali sono i mezzi principali per la formazionedei Cooperatori?

Per la formazione personale e per la preparazioneall'apostolato dei Cooperatori Salesiani Don Boscoconsiglia: la lettura del Bollettino Salesiano, una con-ferenza e un incontro mensile per l'Esercizio dellaBuona Morte, gli Esercizi Spirituali, la recita quo-tidiana di un Pater e Ave a San Francesco di Salesper il Papa, due Conferenze o assemblee annuali .

PGli Exallievi dei Salesiani e le Exallieve delle

glie di Maria Ausiliatrice possono iscriversi tra iCooperatori ?

Senza dubbio, pur restando sempre iscritti alleunioni degli Exallievi e delle Exallieve . Anzi Don Bo-sco si attendeva che dalle loro file uscissero i miglioriCooperatori e le migliori Cooperatrici, appuntoperché educati fin dall'adolescenza alla scuola delFondatore. Ai tempi del Santo gli Exallievi si sen-tivano onorati di essere chiamati a far parte dellaTerza Famiglia Salesiana .

I Cooperatori Salesiani sono ancora attuali oggi?Certamente . Anzi la loro attualità è oggi più

fortemente riconosciuta dalla Chiesa . Il ConcilioVaticano II nella Costituzione " De Ecclesia " enel Decreto sull'Apostolato dei Laici ha definito ilpensiero della Chiesa sui Laici, e con questo ha datoall'apostolato di Don Bosco e a quello della suaTerza Famiglia piena e autorevole conferma .

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Sono 90 anni che Don Bosco e i suoi Successori im-pongono il Crocifisso a schiere di Missionari salesianiche partono dal Santuario di Maria Ausiliatrice . Quest'annoper la prima volta, ha compiuto la significativa cerimoniail nuovo Rettor Maggiore rev .m o don Luigi Ricceri . Con luia dare l'abbraccio ai partenti c'erano i membri del Con-siglio Superiore

Sono trascorsi novant'anni da quando Don Boscoha visto il primo realizzarsi di un sogno che l'avevaentusiasmato fin dalla giovinezza . Torino dava alloral'addio ai primi Missionari che avrebbero trapiantatol'opera salesiana, appena nascente e già ricchissimadi promesse e di realizzazioni, al di là dell'oceano .

E da allora, puntualmente, la cerimonia si è ri-petuta ogni anno. La prima residenza argentina siè moltiplicata : sono migliaia di opere in tutti i con-tinenti, sono possibilità ancora maggiori che si de-lineano. La Chiesa è in espansione missionaria e isalesiani sono in marcia con Lei ove la Provvidenzali chiama .

Anche quest'anno sono oltre cento i salesiani chepartono e che domenica 10 ottobre hanno ricevutol'abbraccio del successore di Don Bosco, sotto losguardo sorridente di Maria Ausiliatrice . Non eranotutti giovani, nè tutti alla prima esperienza missio-naria. Nei campi più difficili degli apostolati d'a-vanguardia, accanto al giovane entusiasta ci vuole

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pure la sacrificata esperienza di chi si è già fortifi-cato in tante battaglie. Certo i non più giovanisentono molto maggiormente il sacrificio, ma leopere grandi nascono sempre ai piedi della croce .A ciascuno il Rettor Maggiore ha consegnato un

crocifisso, simbolo insieme di olocausto e di sal-vezza per questi uomini chiamati a diffondere conl'olocausto di se stessi unito a quello di Cristo, lasalvezza cristiana nel mondo . E li ha abbracciaticome Don Bosco aveva abbracciato i pionieri dinovant'anni fa : per dire loro anche il grazie di noitutti a chi ci lascia esempi così meravigliosi di ab-negazione e di generosità .

Ai partenti ha parlato S. E. Mons. Michele D'A-versa, prelato di Humaità (Rio Negro - Brasile) ac-cennando all'impegno missionario riconfermato dalConcilio, e arricchendo il suo dire di ricordi inte-ressanti e significativi . I Missionari non partonocon scopi solo umanitari, e neppure come studiosio diffusori di civiltà in terre lontane sottosvilup-

Alla cerimonia d'addio ai Missionari hanno preso parte34 Figlie di Maria Ausiliatrice, che ebbero una parolatutta per loro dal sesto Successore di Don Bosco

pate. Vanno a portare una fede . Certo la diffusionedel progresso con una fioritura di opere sanitarie,scolastiche, sociali, umanitarie, è concomitante ecostituisce spesso una premessa indispensabile alavori più profondi, ma è soprattutto per dare luceagli spiriti che il Missionario consacra la vita .

Mentre il Vescovo parlava molti occhi luccicavano :c'erano mamme che univano il loro sacrificio, forsepiù grave, a quello del figlio partente; c'eranomamme di Missionari lontani che rivivevano unaltro addio e rivedevano il volto del loro figliuoloin ciascuno dei nuovi partenti. Ed eravamo in moltia essere commossi, perchè la generosità dei fratellimigliori è un po' sempre un rimprovero ai nostripiccoli egoismi . Mons . D'Aversa ci consolava : sevita missionaria è testimoniare la verità, è illumi-nare gli spiriti, un po' missionari possiamo e dob-biamo esserlo anche noi, possiamo esserlo tutti,ciascuno nel suo ambiente, ciascuno con chi avvi-cina nella vita di tutti i giorni .

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I LEBBROSIMIEI FRATELLI

Mons. STEFANO FERRANDOVescovo di Shiliong (Assam-India)

Nei suoi giri missionari attraverso la Diocesimons . Ferrando viene spesso a contatto coni lebbrosi, moltissimi dei quali vivono liberi neivillaggi . La visita a un lebbrosario è sempreuna cosa triste che lascia un solco di dolorenell'anima, ma conforta la carità dei missionariche si prodiga per tutti senza distinzione dicasta, di razza o di fede .

A Nongpoh, circa 5o km. anord di Shillong, non lontano

dalla residenza missionaria, sor-gono casette e capanne sulle pen-dici di una collina . All'ingresso vi èla scritta a grossi caratteri : « MOLO-KAI ». Questa parola ci dice chestiamo per entrare nel regno dellasofferenza . Quando il Vescovo ar-riva a Nongpoh, i giovani dellascuola corrono a baciargli l'anello .Grida festose lacerano l'aria ; visisorridenti scintillano di gioia se-rena. Ma a Molokai i lebbrosinon osano avvicinarsi : è loroproibito di stringere la mano edi baciare l'anello . Poveri fratelli !Le mani di alcuni lebbrosi sonogià ridotte a monconi . La terri-bile malattia mangia le dita deipiedi. Il visitatore rimane silen-zioso perchè un nodo gli stringela gola .Giunsi a Molokai una domenica

mattina. Le campane della chie-setta di Nongpoh suonavano adistesa . È il giorno del Signore .La famiglia di Dio si reca inchiesa. Tutti sono felici e almenoper un giorno dimenticano leansie della vita quotidiana . Maquella gioia festiva non è per ilebbrosi . Li trovai radunati inuna stanzetta che serve da cap-pella. Sono là, segregati dagli altri,come se non fossero figli di Dio .Essi si accorgono che noi nonpossiamo reprimere un senso diripugnanza . Questo sentimento siinnalza come una barriera di se-parazione .

Quel giorno io feci un dialogocol mio cuore : « Che cosa faccioper i lebbrosi ? Con le offerte ditante anime buone provvedo lorocibo, medicine, vestiti . Ho co-struito per loro delle casette . Hodetto alle suore di visitarli spesso,di non lasciar loro mancare nulla .Ma basta? Manca il più ; manca

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qualcosa che non si può espri-mere : far loro comprendere cheli amiamo, che siamo veramentefratelli » .

Dormonocon due lebbrosi

Ricordo che una volta in ungiro pastorale sulle colline .Garo,risalivamo in barca le acque diun fiume . Le molte secche cifecero perdere tempo prezioso per-chè dovevamo scendere tutti nel-l'acqua per spingere l'imbarca-zione arenata nei banchi di sabbia .Fummo sorpresi dalle ombre dellanotte e bisognò farg virtù di ne-cessità . Sulle sponde alte del fiumevi era un villaggio. Fummo allog-giati in una capanna di cristiani .Su un povero giaciglio giacevanodue ammalati. Un angolo fu tro-vato anche per noi. Passammo unaserata in sana allegria, con cantireligiosi seguiti da un sermoncino .Verso mezzanotte un sonno risto-ratore venne a visitarci . Solo ilmattino seguente ci accorgemmodi essere stati ospitati in un vil-laggio di lebbrosi e che queidue ammalati erano colpiti dalmorbo. Il missionario arrivava inquel momento per condurci adestinazione. Era preoccupato, maper consolarci disse : « Sono cosefrequenti per noi ; la lebbra nonè contagiosa». La nostra allegrianon diminuì. Tutto vince l'amore .

Pietroil lebbroso

La colonia dei lebbrosi in Turaè situata a 3 km . fuori della cit-tadina. Anche là vige la segre-gazione. I lebbrosi sono raggrup-pati nel loro villaggio per nulla

A Shillong la carità del Ve-scovo ha aperto un nuovoospedale modernamenteattrezzato . Qui il repartodei bambini

Industriosi questi missionari : ecco una picccla "PiazzaSan Pietro" formata di pietre vive . Sono i ragazzi e leragazze di Shillong, che per la festa del Papa formano ilcolonnato Bernini, la tiara e le simboliche chiavi . Vien dapensare al "Viva il Papa" che Don Bosco formava conle teste dei suoi ragazzi

v

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differente dai tanti villaggi chepunteggiano le colline Garo . V i sitrovano bene: vivono in capannelinde, che sorgono attorno a unabella chiesetta in muratura, co-struita da don Buccieri . Vi è lascuola e un ambulatorio . Le suoredella Congregazione di Cristo Resono per loro angeli di confortoe di consolazione . Medicano efasciano le piaghe, visitano le case,si prendono cura dei bambini .Quando arrivai per la Messa, vitrovai un'atmosfera di famiglia .La religione santifica il dolore einfonde nei cuori fiducia e persinogioia. Celebrai la S. Messa perloro e distribuii 6o comunioni .Le suore accompagnarono il mis-sionario a portare Gesù nelle ca-panne ove si trovano quelli chenon possono camminare .

Vidi Pietro il lebbroso . Moltianni or sono era stato accolto nellebbrosario e là aveva ricevutoquella fede che tanto ci sublima .Poi un bel giorno non si videpiù. Era partito improvvisamente .Cosa era successo per fuggiredopo il battesimo ? Dopo tre mesilo si vide di ritorno e tutto rag-giante di gioia . « Ora - disseal missionario - va tu al miovillaggio: vi sono 40 persone chedesiderano ricevere il battesimo» .Era andato colà per fare operadi apostolato . Allora poteva ancoracamminare. Adesso non può più,ma è sempre fervente .

Naturalmente vi fu anche unaaccademia in onore del Vescovo .Avevano tante cose da domandare :grammofono, radio, giuochi per iloro figli . I miei occhi si posaronosu questi ultimi, belli, graziosicome tutti i bimbi del mondo .Pensavo: « Perchè non li racco-gliamo nei nostri internati perdare loro una buona educazione?Vi è sempre di mezzo quellabenedetta paura del contagio . Maanche qui vincerà l'amore .

Chiesero la radio, il grammo-fono ecc. per dimenticare per unmomento la crudezza del male,per ricevere un raggio di sole inmezzo a tanto squallore .

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Una bella paginadi carità cristiana

Nella guerra contro le malattie,la diocesi di Shillong ha riportatouna bella vittoria . Il io giugnoabbiamo aperto in Shillong unospedale di 6o letti, moderna-mente attrezzato. Vi è annessoanche un ambulatorio giornaliero .Le Suore di Cristo Re, di cuidue sono dottoresse laureate inmedicina a Madrid e a Londra,dirigono l'ospedale, con personaleinfermiere locale . È una bellaopera. La Congregazione Salesianaci ha regalato un'autoambulanzaFIAT, che permette alle suoredi visitare altri posti in Missione .È l'ospedale itinerante . In maggioscoppiarono in forma epidemicafebbri maligne di gastro-enterite .Nessun medico si arrischia di av-venturarsi nel cuore della giunglaaspra e selvaggia, quando incomin-ciano a imperversare i monsoni .Ma la carità delle suore giunseanche colà : migliaia di personericevettero iniezioni e medicinefornite dal Governo . Le suorescrissero una bella pagina di ab-negazione e di carità cristiana .

Tempo fa un alto funzionariodel Governo Centrale in Delhivisitò i campi degli sfollati dalPakistan. Di ritorno a Delhi ciscrisse questa lettera :

Governo dell'IndiaMinistero della Riabilitazione

Nuova Delhi, 17 giugno 1965

Sono di ritorno da un viaggioin Assam, ove ho ispezionato ilcampo degli sfollati a Matia el'ospedale . Fui molto afflitto nel-l'apprendere che la Missione haritirato i suoi dottori e le infer-miere dall'ospedale . Io però in que-sto momento con questa lettera de-sidero solo ringraziare voi e i vostrisacrificati gruppi di dottori e diinfermiere per il lavoro meravi-glioso che avete compiuto l'anno

passato nel curare gli ammalati aMatia. Conosco le grandi difficoltàche doveste sostenere e perciò sonoin grado di apprezzarne in pienoil valore . Temo che il Governodello Stato troverà difficile man-tenere l'ospedale a tale grado diefficienza. Vogliate percio accet-tare i ringraziamenti del nostroMinistero e i miei personali pertutto il lavoro compiuto a Matia .

Con distinti ossequi.

L . J . JOHNSONSecondo Segretario

Quando lo spettrodella fame avanza

Il lavoro di riabilitaziòne di que-sti sfollati continua . Ma oltre glisfollati che vivono nei campi orga-nizzati dal Governo, ve ne sonotanti altri sparsi un po' dapper-tutto, che sono entrati in Assamsenza passare per i posti di con-trollo e di concentramento . Si sonoinoltrati ovunque vi era giunglaincolta. Là hanno cercato di tro-varsi un posto al sole .

Dovettero combattere in unalotta crudele, spesso impotenti con-tro le inclemenze del tempo, le in-sidie degli animali grossi, piccolie invisibili, contro tante forze av-verse. Il raccolto fallisce e lo spet-tro della fame avanza. Nei postipiù avanzati di questa battagliacontro la fame, purtroppo i rifor-nimenti non arrivano sempre intempo .

Dietro l'esempio e l'accorato ap-pello del Santo Padre, anche i cuorigenerosi della bella Italia si sonoorganizzati per combattere la famenel mondo. Noi ringraziamo i no-stri benefattori per gli aiuti che cihanno inviati . Abbiamo cercato diaiutare tutti, perchè la carità nondomanda che nome hai, chi sei ;ma desidera solo sapere se uno ha .un dolore, un bisogno ; e si pro-diga per tutti con generosità, senzadistinzione di casta, di razza odi fede .

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PADRE ERNESTO

E LA FAVELA DI CORUMBA

Mille e duecento catapecchie attanagliano inuna morsa di miseria la periferia di Corumbànel Brasile . Un sacerdote salesiano, con il me-todo di Don Bosco e con la carità dei buoni,lotta per restituire a quegli ottomila baraccatila dignità di persone umane e di figli di Dio

A Corumbà quel giorno era fe-sta grossa, la festa della città, egli abitanti si erano riversati sulcorso principale per ammirare lasfilata dei carri. I carri, ornaticon festoni a colori, ostentavanoi progressi tecnici della città, lesue industrie, le sue floride isti-tuzioni. La gente ammirava e ap-plaudiva . Ma d'un tratto nel cor-teo apparve inatteso un carro chedava una stretta al cuore . A ve-derlo, il sorriso moriva sulle lab-bra. Il carro, privo di addobbi edi maschere, trasportava una ba-racca . Una baracca vera, fatta dilamiere e scatole di conserva eassi di cassette . E la baracca veraaveva i suoi abitanti veri, un papà,una mamma, e una decina dibambini smunti e sbrindellati . Trale musiche e lo sfarzo della festail carro con la baracca vera passògelido come un carro funebre . Gliabitanti perbene di Corumbà losapevano che alla periferia c'eragente in miseria, ma non imma-ginavano che la miseria fosse cosìsquallida .

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Chi mai aveva avuto la lu-gubre idea di inviare alla sfilataquel carro guastafeste? Era statoun sacerdote cattolico, un sale-siano, don Ernesto Saksida .

Avvenne tre anni fa, nel MatoGrosso, in Brasile .

LE BARACCHE•

D ELLA•

• «FAVELA»

Padre Ernesto, come tutti lochiamano, lasciò l'Italia per re-carsi in missione trent'anni fa,appena quindicenne . Della nuovapatria, il Brasile, assorbì la linguae gli umori, ma soprattutto fecesuoi, sacerdotalmente, i problemidella gente diseredata .

Padre Ernesto riassume ciò cheintende fare a Corumbà con unasola parola : un desfavelamento . 11desfavelamento sta alla favela comeil disfare sta al fare : c'è da disfareun'incrostazione di miseria che siè fatta torno torno alla città,qualcosa che i francesi chiamanobidonville e laggiù in Brasile chia-mano favela . Le favela, a Co-rumbà, sarebbero mille e duecentocatapecchie come quella caricatada padre Ernesto sul suo carro,disposte ai bordi della città : quasiuna morsa della miseria che siaggrappa al benessere per suc-chiarlo e sopravvivere .

Le baracche di latta e assi nonsono le peggiori della favela : cisono pure te capanne di fango,per i poverissimi tra i poveri . Sonofacili da costruire : si piantano pali,poi tra un palo e l'altro si tiranosu i muri di fango impastato conpaglia. « Ho visto qui in Italia- dice padre Ernesto -- certiporcili chiamati razionali e co-struiti in cemento armato, conpavimento, acqua corrente e ri-scaldamento. E pensavo : come sa-rebbero felici, quelli della favela,se potessero vivere in questi por-cili! » . Le loro baracche hanno in-vece per pavimento la terra bat-tuta, hanno l'acqua corrente del

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fiume, e il riscaldamento del soletropicale. Ottomila inquilini permille e duecento baracche signi-fica sette inquilini per baracca .A volte ce ne sono di più e nonci stanno tutti dentro . I ragazziche restano fuori, poichè il solefa il suo giro quotidiano, giranoanch'essi attorno alla baracca in-seguendo gli spicchi di ombra .

Nella brutta stagione ogni pocopiomba dal vicino altopiano unvento improvviso che in pochiminuti fa scendere il termometroal freddo intenso . I baraccati nonpossiedono indumenti pesanti . In-dossano tutto ciò che serve a co-prire, o si mettono a letto. Si av-volgono persino in fogli di gior-nale .

Nell'interno delle baracche sitrovano un tavolo rudimentale edue o tre letti che servono ancheda sedie . Gli altri mobili sonovecchie valigie che non chiudonopiù, le cassette abbandonate dagliortolani sul mercato, e i chiodi .Tutto quel che è appendibile èappeso a un chiodo . Il resto èper terra, non sempre nel pulito .

GLI INQUILINI•

DELLA•

• «FAVELA»

Gli abitanti della favela sonoper lo più meticci di antica ori-gine indiana, oppure negri . Rarii bianchi. Ogni baracca contienealmeno una famiglia: un uomo euna donna che spesso non sonomarito e moglie, e molti figli .

L'uomo è di un'indolenza innatache fa tutt'uno con il paesaggio,come le paludi attorno e le pie-traie. Cattivo lavoratore, sa farepoco e lo fa male . Non rispettagli orari e perde il posto facil-mente e volentieri. Quel poco cheguadagna non lo spende bene .Non sa spendere. Vive più chepuò lontano da casa per sottrarsiai pensieri deprimenti che essagli ispira . Va all'osteria, si ubriaca,litiga e tira fuori il coltello. Se

non ci scappa il morto, c'è almenoil ferito. Non sa cosa sia il ri-sparmio, non pensa a migliorarela casa e la sua situazione econo-mica. Ha nulla da insegnare aifigli . L un vinto nella vita .

La donna, precocemente sfio-rita, dedica tutto il tempo allacura dei figli, che peraltro non èin grado di educare . Non sa dovetrovare per loro il riso, i fagioli,la carne secca, la farina di man-dioca abbrustolita. Fruga negliimmondezzai cittadini, tra i coccidelle bottiglie, le scatolette arrug-ginite e l'altro ciarpame, e rimediaqualcosa per sè e per le sue crea-turine .

L'uno e l'altra credono in unimpasto superstizioso di riti afri-cani e di cristianesimo assimilatomale. Nella « macumba », al suonodei tamburi, danzano scalzi, can-tano e invocano gli spiriti (nonescluso il demonio) . Con la « ma-cumba » si difendono dal maloc-chio e dalle disgrazie, e invocanoil male sugli altri .

Gli errori si pagano anche allafavela, e chi li paga sono i figli .Su tre neonati, uno muore difame, un secondo di malattia, eil terzo sopravvive per diventareun miserabile come suo padre .

Padre Ernesto ha in dispartedei cenci, inutili ritagli di stoffache in ogni parte del mondo sibuttano via. Ogni poco arriva unragazzo egli racconta che la suasorellina non può uscire di casaperchè ha il vestito lacero . PadreErnesto gli consegna un cencio ela mamma farà il rammendo .Padre Ernesto distribuisce un po'di refezione ai ragazzi, e ci sonodi quelli che cavano dalla tascaun boccettino, lo riempiono collatte della loro razione e lo portanoai fratellini . A volte padre Ernestodistribuisce latte in polvere daportare a casa . Più di un ragazzoapre il pacchetto, bagna il ditoin bocca, lo immerge nella polve-rina e lo riporta alla bocca . Suc-chia. Ha fame .

Così vivono gli inquilini dellafavela di Corumbà .

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LA CITTÀ•

DEL RAGAZZO•

•POVERO

Padre Ernesto nel 1961 inco-minciò il desfavelamen.t o. Come intutte le cose che Dio preferisce,cominciò dal niente . C'era unabaracca migliore delle altre, oc-cupata a metà da una famigliacon nove figli ; lui occupò l'altrametà e vi radunò i ragazzi dellafavela . La domenica percuotevauna campana di fortuna (un mon-cone di rotaia appeso a un filo)e chiamava la gente alla Messa :venivano qualche decina di ra-gazzetti e tre o quattro donne .Ogni mattine faceva scuola ai ra-gazzi, poi girava la città in cercadi soldi per rinforzare l'abbiccìcon un po' di latte in polvere .Ragazzi e ragazze presto diven-

nero troppo numerosi . Li divisein tre gruppi, li fece venire intre turni diversi e assegnò lorotre maestre. Quindi si costruì- prima nella fantasia, poi sullacarta - una « città del ragazzopovero », con tanti edifici, capacedi ospitare tutti i ragazzi dellafavela. Rimaneva da costruirlanella realtà, ma le persone buonedi Corunibà non potevano for-nirgli tutti quei mattoni. Allorapadre Ernesto volò a Rio de Ja-neiro e a San Paolo, le città grandie ricche . I giornali e la televisionesi interessarono di lui e 1o aiutaronoa raccogliere i primi fondi . PadreErnesto costruí subito un edificio .Vi si trovano la barbieria, la salaper visite mediche, un'altra per ildentista, e due negozi unici al mon-do dove ogni tanto si vendono abitie alimenti al prezzo di lire zero .

A ridosso dell'edificio c'è unportico tuttofare . Da un lato sitrova l'altarino : si orientano ibanchi verso l'altarino e il porticodiventa una chiesa . Al capo op-posto c'è un palco improvvisatoper le recite: si voltano i banchiverso il palco e il portico diventaun teatro . Si raggruppano i banchi

tra colonna e colonna, ed eccopronte le aule della scuola . Il sole,il vento e la pioggia si accanisconocontro il portico, ma pesanti te-loni proteggono i ragazzi .

Di alunni ce n'è un migliaio .e non ce ne stanno di più. Le inse-gnanti sono trentadue. Un volen-teroso stato maggiore affianca pa-dre Ernesto : il sindaco ha asse-gnato alla scuola una guardia inu-nicipale che funge da amministra-tore : un sergente dell'esercito, ex-allievo salesiano, fa le parti delconsigliere scolastico e sostituiscepadre Ernesto quando si assenta ;la moglie del sindaco lavora trale ragazze della scuola con la de-dizione di una suora; c'è poi ungraduato dell'aviazione, un im-piegato e tanti altri, soprattuttoExallievi, che lavorano senzaattendersi compensi. Anche duesuore salesiane arrivano il sabatoe la domenica, a consumarvi illoro week-end apostolico .

Per completare la città sognatadal missionario occorrono aule,laboratori, insegnanti, medicine,latte in polvere, farina . . . QuandoDon Bosco sognava queste coseper i suoi ragazzi di Valdocco, fupreso per pazzo . Poi tutte questecose vennero. E padre Ernesto hatanta fiducia .

I ragazzi più grandicelli se-guono devotamente le fun-zioni religiose . Molti adultivengono alla loro Messaper vederli pregare

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SANNO•

DI ESSERE

é* POVERI

Il governo già da tempo, e conmezzi ben maggiori, si era datoda fare per combattere la favela .Il problema non c'è solo a Co-rumbà ma anche a Rio, a SanPaolo, e in altre città .

« I poveri -- diceva Gesù -li avrete sempre in mezzo a voi » .E ce ne sono molti nell'immensocontinente brasiliano: non solonelle periferie delle città, ma anchenell'interno agricolo . Qui però, trai campi, i poveri sono soltantopoveri. Non vanno al cinema per-chè non c'è, non seguono la modaperchè non sanno che cosa sia,sopportano la povertà perchè nonsanno di essere poveri . Invece ipoveri della periferia hanno gliocchi aperti sulla città. Non vannoal cinema e non seguono la modasoltanto perchè non hanno i soldi,ma passano ogni giorno dinanzialle sale cinematografiche e ai ne-gozi di abbigliamento. Sanno diessere poveri, si confrontano coni ricchi e nasce in loro il dramma .L'esibizione provocante dell'opu-

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lenza li avvilisce, il risentimentoverso la società li esaspera. Hannobisogno di evadere da una realtàdeprimente e trovano l'evasionenelle pericolose illusioni dell'al-coolismo e del comunismo .A Rio il governo ha costruito

case per i capi famiglia dellafavela,e ha distrutto le loro baracche .I capi famiglia, dopo un po' ditempo, hanno ceduto ad altri illoro alloggio e si sono fabbricatinuove baracche . Quelli che sonorimasti hanno trasportato neglialloggi tutta la loro indigenza ma-teriale e morale . I miliardi delgoverno non hanno risolto il pro-blema .

Dice padre Ernesto : « È un'im-presa disperata cercar di riscat-tare gli adulti. Essi hanno ormaiuna mentalità solidificata e nes-suno più gliela può cambiare . Bi-sogna partire dai figli : essi sonoancora malleabili. Ma non bastadare una casa, un vestito, nep-pure un'istruzione. Occorre dareai ragazzi una famiglia nuova ca-pace di amarli, e educare il lorocuore » .

Un giorno il missionario invitònella sua scuola le famiglie deglialunni, per la « festa della mam-ma ». Sul palco presero posto lemamme con più figli, e tra esseuna mamma che ne aveva undici .Una sua figliuola, alunna dellascuola, durante la festa lamentòun forte mal di capo . Tre giornidopo padre Ernesto condusse lapiccina all'ospedale, e in capo adaltri tre giorni la bimba mori . Larestituirono ai genitori .

Padre Ernesto andò alla ba-racca e trovò la morticina posatasul tavolo, perchè non sapevanodove metterla . Non avevano unvestito decente, e padre Ernestodovette acquistare in fretta lastoffa. Poi alcune maestre lavo-rarono la notte a confezionare lavestina. Padre Ernesto comperòanche la cassa e pagò il serviziofunebre. Era il 24 maggio . Ra-gazzi e ragazze della scuola ac-compagnarono al cimitero la lorocompagna recando ciascuno un

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fiore, che deposero sulla suatomba.

Un mese dopo, padre Ernestovisitò la famiglia . Trovò il maritosolo e abbattuto. La moglie loaveva abbandonato, e tirandosidietro il gregge dei dieci figli ri-masti era andata verso il fiume,in cerca di nuove avventure .

I ragazzi della favela cresconoin famiglie come questa . Padre Er-nesto sa che se vuole riuscire nelsuo intento deve dare qualcosadi più che scuola e pane e vestiti :deve dare loro una nuova fa-miglia .

COL SISTEMADI DON BOSCO

Padre Ernesto usa perciò il si-stema di Don Bosco ; interessa-mento, amabilità, comprensione,valorizzazione del fanciullo . Deveconvincere i ragazzi della favelache essi non sono degli animalettidi specie inferiore, ma bambinicome gli altri, e che possonoaprirsi una strada nella vita .Perciò li avvia al lavoro, al-l'onestà, all'assorbimento dei va-lori spirituali .

I suoi ragazzi si assistono gliuni gli altri . Sono divisi in gruppie ciascun gruppo ha un capo sceltotra i migliori . I capi sono investitidi autorità, hanno una divisa, sonoraccolti in un'associazione tiposcout . Si immedesimano talmentenel loro movimento che riman-gono quasi immunizzati dall'in-flusso negativo della famiglia .Padre Ernesto evita più che

può i castighi . Se due ragazzi li-tigano, il loro caso viene portatodavanti a tutti. Conclusione delladiscussione è un principio, unaregola generale, applicabile d'orainnanzi a tutti i casi simili . I ra-gazzi, per esempio, vanno mattiper il pallone . Un giorno al ter-mine della ricreazione continua-vano a pigliarlo a calci finchè andòsmarrito. Si discusse e si vennealla conclusione che al suono della

campana il pallone va preso inmano e consegnato subito all'in-caricato. Da allora tutti sono fe-deli a questa regola che essi stessisi sono data .

Il teatro alla domenica li in-trattiene per due o tre ore . Unospettacolo improvvisato, fatto dicanti, poesie, macchiette, imita-zioni di uccelli e di animali sel-vaggi, gare, giochi di equilibrio,sorteggi di premi . Il missionariofa la parte di Mike Bongiorno,dell'orchestra e della giuria . Isuoi ragazzi sono spettatori e at-tori, e non tornerebbero più a casa .

Padre Ernesto li educa al la-voro. In attesa dei laboratori cheverranno, li incita a trovare pic-cole occupazioni in città. Moltiragazzini vendono i giornali e igelati, fanno i lustrascarpe, si pre-stano per sbrigare commissioni efare pulizie . Altri coltivano unloro pezzetto di terreno (ce n'ètanto di incolto) e ottengono iprimi prodotti. A tutti il missio-nario regala piccoli premi .

Scopano anche la loro scuola,si rendono utili in quel che pos-sono. L'altarino ha sempre fiori,perchè portano a Gesù il «fioredella riconoscenza ». C'è gente cheviene alle loro funzioni per vederlipregare .

Se in famiglia hanno un ma-lato, lo confidano a padre Ernestoe cosí tutti insieme si pregheràper la sorella di Luisito che ha gliorecchioni e per lo zio di Manuelache si è fatto male .Se il missionario si assenta,

espone una bandierina sulla portadella direzione. È segno che va ingiro a cercare aiuti per la scuola,e le preghiere dei bimbi si fannopiù fervorose .

Vogliono bene a Don Bosco ra-gazzo, più che a ogni altro santo .Lo sentono vicino a sè, hanno lapersuasione che il contadinello deiBecchi sia uno dei loro . « Cittàdel ragazzo povero » è un nomeufficioso; il vero nome è « CittàDon Bosco ». Il metodo educativoche Don Bosco applicò ai monellidi Valdocco incontra anche tra

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quelli della favela di Corumbà :sembra fatto su misura per gliscugnizzi di tutto il mondo .

I ragazzi della favela incomin-ciano a gustare una nuova poesiadella vita . Vedono che si vuoleloro bene, che tutto quel che sifa è disinteressatamente per loro .Trovano l'affetto che manca incasa, e corrispondono. Si rispet-tano tra loro, si sentono fratellie si vogliono bene .Indirettamente anche le loro

famiglie migliorano, perchè i ra-gazzi portano nelle baracche unsoffio di bontà. Succede così ilparadosso che i genitori vengonoeducati dai figli!

I PADRINI•

E LE MADRINE

Dove prende padre Ernesto imezzi per mandare avanti la suascuola, pagare le trentadue mae-stre e fare le distribuzioni di cibie vestiti?

Il governo, dietro raccomanda-zioni di amici, concede qualchesovvenzione, che però non è si-cura ed è ben lontana dal coprirele spese .

Due volte all'anno padre Er-nesto va a San Paolo e a Rio .Giornali, radio e televisione si in-teressano di lui, e se non si inte-ressano li interessa lui . Fa confe-renze e proiezioni luminose . Qual-che soldo lo raggranella così .Alcuni benefattori ogni tanto

fanno un salto alla favela . Untempo era pericoloso lasciare inquei paraggi le automobili : i ra-gazzi prendevano un chiodo e lesfregiavano . Ora invece i ragazziprendono pannolini e le puliscono .Padre Ernesto raduna i ragazziattorno al benefattore ; i ragazzicantano e pregano per lui . Se nonlo prende la commozione, il bene-fattore dice due parole . Più di unavolta si sono uditi dialoghi comequesto. Dice il benefattore :-- C'è qualcuno tra voi che

vende gelati?

- Io! Io! Io! - rispondonopiù voci .- Bene, - riprende il bene-

fattore . - Allora siamo colleghi,sapete. Anch'io da ragazzo hofatto il gelataio come voi . E orasono diventato ricco . Questo vuoldire che se lavorerete, se fareteeconomia, potrete diventare ricchianche voi, e aiutare anche voi iragazzi poveri .

Padre Ernesto cerca in qua-lunque parte del mondo un pa-drino o una madrina per i suoibambini, persone cioè disposte amantenerne qualcuno. Chiede cin-quantamila lire per un anno sco-lastico. Sono poche; ma i ragazzidella favela le fanno bastare . Sicomperano il materiale scolastico,il vestito per la scuola o quello perla prima Comunione . Si procuranoun paio di sandali e si concedonoil lusso dei calzini bianchi per lafesta. Se si ammalano si paganole medicine, aiutano la famigliarei momenti difficili, e se avanzaqualche spicciolo fanno un donoalla mamma .

Le cinquantamila lire sono te-nute in deposito da padre Ernesto,ma le amministra il figlioccio, checosí impara a regolarsi e a fareeconomia .

In principio i ragazzi della fa-vela erano persuasi che soltantopadre Ernesto in tutto il mondovolesse bene a loro . Ora invece,grazie ai padrini e alle madrine,guardano alla società con occhipiù sereni. I figliocci si sentonolegati da un vincolo di amiciziaprofonda che non trova ostacolinelle distanze . Scrivono ai loropadrini, raccontano tutto di sè,e come vivono. Se ricevono unafotografia del padrino o della ma-drina, la collocano nella baracca(appesa a un chiodo, natural-mente), in modo che tutti la pos-sano vedere . E cercano di sdebi-tarsi. Vanno nella foresta, cac-ciano qualche uccello o qualcheanimaletto, lo imbalsamano e loinviano .

Una madrina di Rio, vedendosirecapitare una graziosa cocorita,

Nel porticato tuttofare si celebrala Messa . C'è un sole implacabile,e i ragazzi si schermiscono . Sulfondo il palco del teatrino

scoppiò a piangere; in pochi giornireclutò fra le sue amiche altrequindici nuove madrine . Oggi due-cento ragazzi su mille hanno unpadrino o una madrina . Ce nevorrebbero di più .

I benefattori portano nella fa-vela di Corumbà un po' di caloreumano. Padre Ernesto assicura airagazzi che se staranno buoni, Dioprovvederà per tutti un padrinoo una madrina .Anche le famiglie rimangono

toccate e sconvolte . Non si pos-sono conservare certe idee estre-miste quando si vede la caritàdei buoni varcare i continenti egli oceani, entrare in casa propriae riversarsi sui propri figli. 1 ge-nitori rimangono pensierosi, quan-do vedono degli estranei che fannoper le loro creature più di quantonon facciano essi stessi .

Così lavora il missionario : conl'amabilità di Don Bosco e conla carità dei buoni combatte lasua battaglia per debellare la fa-vela di Corumbà .

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Evita l'amputazione della gamba destra

Penso si debba ritenere una grazia anche ilvenire a conoscere, fuori delle vie normali,un medico o un chirurgo che possa risolvereun caso giudicato disperato . Fu appunto inseguito a una fervente novena a Maria Ausi-liatrice che io da Bassano del Grappa vennia conoscere per inaspettata circostanza il nomedi un chirurgo di Torino, che aveva operatoin casi simili al mio . Si trattava di evitarel'amputazione della gamba destra, minacciatadi cancrena per una suppurazione gravissimache durava da 17 anni . Era l'ultimo giornodella novena : udire il nome del prof. Mairanodi Torino e avere l'irresistibile ispirazione diaffidarmi a lui fu tutt'uno . Mi feci traspor-tare da Vicenza a Torino e mi sottoposi all'ope-razione . Certo l'Ausiliatrice influì anche sul-l'esito, perchè dopo solo dieci giorni dall'ope-razione, venni dimessa dall'ospedale delle Moli-nette e dopo breve convalescenza ora possocamminare benissimo, come 17 anni fa . De-sidero render pubblica questa grazia a stimoloe conforto di quanti soffrono ; e se mi fossepossibile, vorrei gridare forte le parole diDon Bosco : « Ricorrete a Maria Ausiliatrice evedrete che cosa sono i miracoli» .Bassano del Grappa (Vicenza)

CESIRA MANERA VED. BRUNELLO

L'intervento non fu più necessario

La presenza di un calcolo della grossezzadi una mandorla nel rene destro e di altripiù piccoli mi causava dolori insopportabili .Fui dunque ricoverato d'urgenza all'ospedaleCottolengo a Torino per essere operato . Stettiin sala operatoria circa un'ora e mezzo . I cal-coli vennero estratti e tutto sembrava proce-dere bene . Ma al terzo giorno dopo l'opera-zione avevo ancora temperatura alta con con-tinui brividi . A render più grave la situazionesopraggiunse anche una emorragia interna,causa di continue perdite di sangue . Sembravanecessario asportare il rene al più presto,anche se la temperatura non fosse diminuita .Intanto i miei confratelli del Colle Don Boscomi seguivano trepidanti e con ferventi ora-zioni. Non mancarono anche le preghieregenerose delle Suore di San Giuseppe Cotto-lengo e delle Figlie di Maria Ausiliatrice,

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che a mia insaputa misero sotto il cuscino lereliquie di Don Bosco, di Santa Maria Maz-zarello e di P . Marocco, già Padre della Pic-cola Casa . Con sì validi intercessori, l'inter-vento per il quale tutto era già pronto, nonfu più necessario .

Con la sorella avevamo pensato di far pub-blicare la grazia. Ora, a un anno di distanza,adempio la promessa, mentre continuo a invo-care i miei grandi protettori .Colle Don Bosco (Asti)

GRAZIANO FIGUS, salesiano

Guarito per le preghiere del figlio

Era il 13 settembre 1964. Mio marito e ioandammo a far visita al nostro figlio, aspirantesalesiano a Torre Annunziata, che si trovavaalla colonia estiva di Sicignano . Mentre sta-vamo col ragazzo, mio marito, a causa delcambiamento d'aria ed essendo il suo orga-nismo un po' debole, fu colpito da trombosiche ne fece temere la fine . Per non impres-sionare il ragazzo, io fingevo di essere calma,mentre lui con tutto l'ardore implorava MariaAusiliatrice affinchè gli conservasse ancora ilcaro papà. La Madonna, commossa dalle fer-venti preghiere, lo esaudì : con l'aiuto delmedico locale mio marito si riprese tra lalieta sorpresa di tutti . Riconoscente alla Mam-ma celeste, la ringrazio e le affido la vocazionedi mio figlio .Torre Annunziata (Napoli)

ELVIRA CAROTENUTO

La Madonna rispose immediatamente

I coniugi Nino e Gigetta Pulimeno di Cori-gliano d'Otranto ringraziano vivamente MariaAusiliatrice, alla cui protezione affidarono illoro unico figlio Silvano, affetto da menin-gite appena nato . Essi, exallievi salesiani,fidenti nell'aiuto di Maria Ausiliatrice, ini-ziarono un triduo di preghiere e chiesero alsottoscritto, di passaggio da Corigliano, labenedizione di Maria Ausiliatrice . La Madonnarispose immediatamente alla domanda dei di-sperati genitori: infatti il piccolo si ripigliòmiracolosamente e da allora gode ottima salute .All'uopo uniscono il certificato medico e unamodesta offerta di ringraziamento .Castellaneta (Taranto)

DON ERNESTO PRESTA, salesiano

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Rosalia Palmeri (Roccamena - Palermo) è riconoscentea M. A . e ai Santi salesiani per la guarigione di suo fra-tello da grave artrite e reumatismi contratti nel lavoro .Gigina Colombo (Ottaviano - Napoli) ringrazia S . G . B .a nome del cognato guarito da forte esaurimento .

Mario Garrone (Genova) segnala la sua guarigione ot-tenuta per intercessione di M . A ., di S . G . B ., di S . D. S .,e invia offerta .Chierico Salesiano (Foglizzo - Torino) è riconoscentis-simo a M . A . per essere stato salvato da un caso di mortesicura, e la prega ancora per la sua famiglia .Mariagnese Codutti (Torino) dopo tante inutili ricerchedi un alloggio conveniente, rivoltasi a M . A. lo trovòin pochi giorni .Costantina Bausola (Isola d'Asti) pregando M . A. eS. G . B . per il nipotino infermo di paralisi intestinalein una notte ottenne la grazia richiesta .Suor Giulia Cartelli F. M. A. (Messina) infortunata inuna caduta, guarì abbastanza rapidamente con preghierea M. Ausiliatrice .Carla e Giancarlo Borello (Torino) ottenuta una occu-pazione, inviano a M . A . una parte del loro primo sti-pendio .L. Donetto, S. Piola, G . Gaido (Carignano - Torino)esaudite nei loro desideri al termine di una novena,inviano offerta a M . Ausiliatrice .Lina Massignan (Verona) volendo sistemare le propriecose e ristabilirsi meglio in salute, ottenne le due grazieda M. A. e da S . G. Bosco .

0/ HANNO PURE SEGNALATO GRAZIEAccornero Virgilio - Aimè Claudio - Altare Germana - ArestiRina - Arnaldi Maria Augusta - Artino Anna e Lina - ArteroLuigia ved . Ferrero - Artizzi Rita - Avoyer Gasparina - AzzaliniAurelio - Baccino Emilia - Baiocchi Lina - Baldi Maria -Balla Serafina - Barale Giacomo - Baratti Mariuccia - BarberisPietro - Barberis Ugo - Barbero Fam . - Barbieri Mercedes- Barisani Berta - Barroero Domenica - Basetta Carlotta -Bassilissi Maria - Battaglino Lucia - Battelli Liliana - BecchioMaria - Bedotto Sorelle - Beffa Natalina - Beletrutti Anna -Bellini Mihich Mercedes - Belvedere Arcangelo - BennicelliIria - Berchialla Silvano - Bergoglio Liliana - Bertolazzo A.- Bertucci Alda - Bethaz Fam. - Bevilacqua Anna - BezzatoBietto Chetti - Bielli Maria - Bignardi Luciana - Boetti Anna -Bolatto Celestino - Bonino Maria - Bonola Sofia - BonomiPaolo - Bonino Remo - Bordese Angela - Borelli Margheritaved . Leonetti - Bosia Ghirardi Laura - Bosio Emilia - BosisioPalmira - Bottero Maria - Broccia Peppina - Bruno Caterina- Brunet Virginia - Bugno Maria - Buzzetto Frida - CaimiFranca - Calamari Emma - Caligaris Maria - Campailla GuidoRenato - Campanili Stefanina - Camparnio Gelindo e Luigina- Cantore Fam . - Carbone Emilia - Carboni Giuseppe - Care-gnato Nives - Carissimo Giuseppina - Carnevale CarlinoGiuseppina - Caruso Maria - Casucci Anna - Cattaneo Fran-cesca - Cavagliano Domenica - Ceccarelli Margherita - CecereSandro - Chiaravallati Riverso Enza - Chiari Ida - ChiavettaGrazia - Ciabattari Carlotta - Ciccioli Angela - Cioni Marianna- Cirincione Concettina - Claps Paolo - Coccia suor FrancescaF.M .A . - Cuccia Letizia - Coero Borgo Tomaso - Cogo Carla- Colombo Giuseppe - Colombo Paola - Colonna Ferdinanda- Concez Marina - Condemi Anna - Conti Marianna - CoppiVittorina - Coppini Carla - Coppo Giuseppina - CornaggiaIlda - Coronati Tommaso - Costa Caterina - Costa Maria -Cova Savarro Paola - Cozzi Maria Pia - Cravino Bolla Maria- Crea Palmina - Cremonesi Arduino - Croci Sabina - Cun-dari Zerho Pina - Dabovc Barbara - D'Abbraccio Rosa - D'AddaAdelaide - Dalla Zanna Anna - Damolini Aspasia ved . Impel-littieri - Danesi Rosa - D'Angelo Michele - Danna Giuseppe- David Giov . Battista - De Dona Maria - De Giuli Esterina- Degrandi Lilia - Del Favero Lorini Maria - Dell'Isola An-tonio - Demartini Provera Dina - De Martini Rosetta - Demar-tini Teresa - Dente Gaido Letizia - De Stefani Vittorio - DiBenedetto Salvatrice - Di Carlo Magrì Maria - Di Donato

Donato - Di Maria Giovanna - Docci Chiari Santina - DonàIda ved. Barletta - Donadoni Carolina - D'Onofrio Clotilde- Eddas Brigida - Elia Gianvincenzo - Enrico Rina - ErcoliIvana - Fachino Regis Caterina - Faedo Corinna - Falco Giu-seppina - Faldetta prof. Nina - Fantetti Luigi - Favre Palmira- Ferrando Luisa - Ferrari M. - Ferrario Ercole - FerrarioVittorio - Ferrero Battistina - Festosi Valentino - Fior Marian-gela - Fiorentino Marianna - Fisicaro Marianna - FornerisMario - Frassin Oscarina - Frassinetti Coniugi - FrisoneLuciana - Frontini Amalia ved . Forestiere - Gaggero Antonio- Gaggioli Angelina - GalLusera Rosetta - Galleano Stefano -Gallione Dorma - Garimanno Renzo - Gaudio Lina - GavazziMario - Gazzola Clelia - Gennari Isabella e Margherita -Gerbi Teresa - Ghersi Angela - Ghione Luigia - GiachettiMargherita - Giacobbo Maria - Gianelli Adelina - GiangarràSebastiana - Giannone Lucia - Gibelli Elisa - Gilli Giuseppee Marisa - Gini prof. Luciano - Giordano Maria - GiordanoOlga - Giudice dott. Giovanni - Giuffrida Rosa - Golé Wanna- Gonella Marcellina - Gorgerino Berrino Giuseppina - Goz-zano Angelo - Granieri Teresa - Grea Vittoria - Grego Giuseppe- Gregorio Domenica - Grieco Michele - Grisatto MariaTeresa - Guffanti Gianna - Guidi Camilla - Gulli Consolata- Imarisio Ernesta - Invernizzi Antonio e Luisa - LamogliaRosina - Lamperti Luigi - Latino Anna - Lazzarini Piera -Ledda Maria - Legè Margherita - Leoncini Raimondo - Liosuor Cecilia - Lodolo Domenico - Lombardi Vito - LorenziCelestina - Losacco Edvige - Lovedere Salvatore - Loy'isatoGiuseppe - Lupo Michele - Macchia Emma - Maenza Anto-nina - Magnani Anna - Mainero Rita - Mancuso ConcettinaMandin Maria - Manini Ida - Mantovani Romana e Fabrizia

- Manzoni Tentorio Luigia - Marchesi Ilda - Marchiolo Giu-seppina - Marelli Rosanna - Margaritelli Elena - Marino AnnaMarino Giuseppe - Marino prof . Luigi - Marino RosettaMascarello Maria - Mascherin Rosina - Massenti Nancy -

Matrassino Fam . - Mazza Maria - Mazzarone Angela - MelleAnna - Melfi Meli Rosetta - Menaldi Olimpia - Men~ghini Fiorella - Meneghini Lino - Mensali Angelo - MessaBattista - Mezzano Natalina - Migliaccio Maria ved . PaceMigliardi Aurelia - Mignone Fernanda - Milan Sebastiano -Milazzotto Grazia - Modenini Vittorina - Molinari MussoAnnetta - Molinatti Piera - Mondino Bergese Giuseppina -Montesano Lucia - Montuschi Anna - Morello Remigio -Mosso Maria - Musella Raffaele - Musicaro Domenica - MussoMaria - Musuraca Nietta e Wanda - Non Adelina - NaselliBruno Maria - Natali Ezia ved. Nostozi - Nicolò Giuseppina- Nido Giovanna - Nieri Guido - Oliveri Angiolina - OlivierGiuseppina - Onesti Irma ved . Magrini - Ottina Annetta -Pagliano Stefano - Pallottini Carlo - Palminteri Sarina ved .Vetrano - Parisi Domenica - Parodi Piera - Parodi Pina - Pa-squero Giacomo - Pavan Emilia - Poveri Teresa - PerazziniFausto - Pergo Andreina - Perosino Alberto - Perruccio Giuseppa- Perruchon Vittoria - Persico Augusta - Pettinelli Marco -Petullà Domenico - Pezzato Rita - Piana Fiorentina - PignetLuisa - Pilatone Antonietta ved . Spelta - Pilot Gemma - PinaGianni - Pioola Rosina - Pirovano Elia - Pistocchini Maria -Pitruzzella Gioacchino - Polli Santina - Porzio Clotilde -Pratto Annamaria - Pressende Giuseppina - Protasoni Pasqua-lina - Protti Giovanni - Pioppi Antonietta - Quattrocchi Con-cetta - Rapalino Ernesta - Rapisarda Enza - Ribaldone Sabina- Riccardi Maria - Rinaldi Lena - Riva Annamaria - RoagnaFam. - Roccia Maria - Rodighero Campolongo Maria - Ron-chi Celestino - Ronco Angela - Rossi Raschio Ida - Rossi Maura- Rossini Mario - Rota Fanny - Rovelli Maria Luisa - SacchellaLuisa - Sacchetti Amelia - Samorè Giovanna - Santoni ViolaSassone Giacomo - Scalabrini Coniugi - Scanduzzi OnofrioScavarda Luigia - Scigliano Montanaro Maria Rosa - Sci-

pioni Fam . - Scupelli Augusta - Serra Francesca - Sgrò Arturo- Signorelli Luigia - Sinatra Calcedonia - Siracusa Maria -Sola Emma - Sorge dott . Alfonso - Sparacino Giuseppe eCarrobba - Speriglio Caterina - Squillaci Roccella Grazia -Sterni Matilde - Stroppiana Angela - Taglioretti Clotilde -Taiana Maria - Tamburrini Maria - Tanzi Rosetta - '1 'arditoValentina - Tavano Giovanni - Testolini Ida - I'ofanelli Vir-ginia - Tomasini Giancarlo - Trentini Rosetta - TresoldiPinuccia - Trevia Augusta - Trischitta Antonio - Truffa Nata-lina - Ugazzi Esterina - Vecchio Salvatore - Verra Adelinaved . Gianelli - Vianello Luigia - Villa Angelo - Villa Fam . -Viriglio Maria - Viscido Orlando - Volpato Tonello Elena -- Voltolina cav. Gino - Zacchetti Carolina ved . Avogadri -Zaio suor Luigina - Zandonella Silvia ved . Pellizzaroli - Za-netta Fam . - Zannino prof. Carlo - Zanzottera Francesco -Zerilli Carmelina - Zerilli Vincenzina .

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Aveva riportato ferite mortali al cranio

La nipotina Manuella Meneguzzo di anni 4,residente in Vicenza, era venuta a trovarmicon i genitori . Verso sera, all'ora della partenza,la piccola Manuella traversava la strada, quandoa pochi metri dall'uscio di casa, una moto,giunta all'improvviso, la investiva lasciandolain gravissime condizioni. Venne subito ricove-rata all'ospedale di Vicenza, dove i medici ladichiararono perduta per le ferite mortali allascatola cranica . Ricorremmo allora alla inter-cessione del nostro caro San Domenico Savioaffidandogli la nipotina . Con stupore deglistessi medici, la bimba sopravvisse, vennedichiarata salva e in breve potè tornare pressola famiglia perfettamente guarita . Siamo rico-noscentissimi al suo potente salvatore Dome-nico Savio .Lupia di Sandrigo (Vicenza)

MARIA MONTICELLO CRIVELLARO

Prima desolazione, oggi felicità

Dal giorno del nostro sposalizio - 6 annior sono - sospiravamo un bambino, ma perla mia salute la cosa era ritenuta impossibile .Ero affetta da grave deperimento organico eda una forte annessite che nessuna cura riu-sciva a stroncare. Inappetenza, nausea e in-sonnia mi avevano ridotta al peso di 4o kg .I medici erano scoraggiati e si sentivano impo-tenti a guarirmi . Un giorno, mentre ero tuttain lacrime, un'amica mi suggerì di lasciareogni cura e di indossare l'abitino di San Do-menico Savio, che affermò essere miracoloso .Accettai la proposta, indossai l'abitino e co-minciai a rifiorire . La mia felicità fu al colmoquando ebbi la certezza che il piccolo Santonon solo mi aveva guarita, ma ci esaudiva inpieno portando nella nostra casa la felicitàcol dono di un bimbo . I medici stessi nonvolevano credere a un cambio così radicaledelle mie condizioni e avrebbero voluto rico-verarmi in clinica per sottopormi a esami ea radiografie ; io rifiutai perchè mi sentivoveramente bene. Oggi il piccolo Domenico èla nostra felicità e desideriamo iscriverlo subitotra gli Amici di Domenico Savio, perchè nonsentiamo minor tenerezza quando preghiamoil piccolo Santo di quando stringiamo tra lebraccia il nostro tesoro .Settimo Milanese

ANGELO e LUIGIA GORLA

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Per l'occhio non c'era più niente da fare

Mio figlio Roberto, di anni 7, mentre gio-cava fu colpito all'occhio sinistro da una cannache gli bucò la cornea facendogli uscire del-l'umor vitreo. All'ospedale i medici trovaronol'occhio molto grave, anzi dichiararono che sefosse intervenuta l'infezione, il mio Robertoavrebbe perso l'occhio ; e che nel miglioredei casi, pure conservando l'occhio, avrebbeperso molto di vista . Il mattino seguente misentii dire : «Signora, è subentrata l'infezione :per l'occhio non c'è più niente da fare! ».

Con il cuore in pianto riposi tutta la miafiducia in San Domenico Savio, di cui cono-scevo già la potenza di intercessione, e misisubito un abitino del Santo al collo di Roberto .Alla sera iniziai con i miei familiari la novenaa San Domenico Savio chiedendogli la graziache il mio bambino potesse conservare l'oc-chio e un po' di vista, con la promessa dipubblicare la grazia . Da quel giorno Robertomigliorò al punto che alla distanza di sette mesiil suo occhio è limpido e sano . Anche il lieveindebolimento di vista va gradatamente dimi-nuendo e i medici danno speranza che lavista si rafforzi ancor più con lo sviluppodel bambino .Verona

ROSETTA MASIERO, Cooperatrice salesiana

Una grazia che ha i caratteri dei miracolo

Mio nipotino Franco all'età di 3 anni fucolpito da un malore improvviso di cui nonsi sapeva la causa . Venne trasportato d'ur-genza alla clinica Gaslini di Genova, doverimase un mese sotto osservazione . Gli furonopraticate diverse cure, ma senza alcun risul-tato. Sembrava si trattasse di corea, ma informa molto acuta . La caposala da me inter-rogata mi rispose di pregare il Signore chelo prendesse con sè perchè umanamente nonc'era alcuna speranza ; anzi sarebbe stato di-sgraziato per tutta la vita .

Con viva fiducia mi rivolsi a San Dome-nico Savio e misi al collo del bimbo l'abitinocon promessa di pubblicare la grazia a gua-rigione ottenuta . E la grazia venne, unagrazia che ha tutti i caratteri del miracolo .Franco ora sta bene . Riconoscente invio unamodesta offerta e prego San Domenico Savioche lo faccia crescere buono .Gavi Ligure (Alessandria) SUOR CARTASEGNA F .M.A .

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SALESIANI DEFUNTIDon Leone Mígnolet t a Huy (Belgio) a 75 anni .Don Giuseppe Gervaso t a Montevideo (Uruguay) a 72 anni .Don Staníslao Sebastyanski t a Brainschweig (Germania) a 68 anni .Don Pietro Barbelet t a Ressins (Francia) a 6o anni .Don Antonio Zíegelmiiller t a Vienna (Austria) a 6o anni .Don Angelo Torasso t a La Cruz (Cile) a 52 anni .Don Enoc dos Anjos t a Recife (Brasile) a 34 anni .Ch. Enrico Hofmans t a Sevilla Don Bosco (Ecuador) a 24 anni .Coad. Agríppíno Méndez t a Pamplona (Spagna) a 89 anni .Coad. Gíovanní Míní r a Bucaramanga (Colombia) a 83 anni .Coad. Giuseppe Genot t a Kafubu (Congo) a 8o anni .Coad. Pietro Actís Perino t a La Spezia a 78 anni .Coad. Francesco Echeverría t a Guadalajara (Spagna) a 76 anni .Coad. Lazaro Precíado t a Cúcuta (Colombia) a 75 anni .Coad. Angelo Padrosa t a Valencia (Spagna) a 75 anni .Coad. Severino Cencio t a La Spezia a 68 anni .Coad. Giorgio Bovy t a Ostenda (Belgio) a 67 anni .Coad. Francesco Taszarek t a Skrzatusz (Polonia) a 63 anni .Coad. Gíovanní Ortrowsld t a Lodz (Polonia) a 54 anni .Coad. Francesco Aspalter t a Unterwaltersdorf (Austria) a 3o anni .

COOPERATORI DEFUNTIHENRI OLIVE t a Marsiglia (Francia) a 89 anni .Il signor Henri Olive, nota figura marsigliese, era uno degli ultimisopravvissuti che avevano conosciuto Don Bosco . Era il dodicesimo di13 figli . Don Bosco nella famiglia Olive era di casa . « Non fidatevi,signora - diceva scherzosamente il Santo alla mamma - Don Boscoè un ladro,> . Di fatto egli vi rubò tre delle cinque vocazioni che Diosi compiacque di scegliersi in quel focolare modello : due Figlie diMaria Ausiliatrice e don Ludovico, che fu missionario in Cina, dovemorì in concetto di santità .

Nelle Memorie Biografiche di Don Bosco si legge che il Santo nel1885 guarì il piccolo Henri, lo benedisse e soggiunse : « Lascia fare,Enrico, voglio che facciamo insieme una bella festa . Quando saraiguarito, faremo un pranzo e tu starai al posto d'onore» .« Quel giorno - continua il biografo - venne, e fu il z8 ottobre,vigilia della partenza . Si diede davvero un pranzo, nel quale il ra-gazzo, perfettamente ristabilito, snello e allegro quant'altri mai, sedevanel centro della tavola. Si può immaginare la consolazione generale . Silesse, si sonò, si cantò, e rimase in tutti il convincimento che le pre-ghiere di Don Bosco avessero ottenuto da Maria Ausiliatrice un mi-racolo u (Mem . Biogr ., XVII, 497-98) .Il sig . Olive attinse in seno alla sua famiglia quella fede profonda chelo guidò in tutta la sua attività e che trasmise ai suoi 8 figli . Presidentedi varie associazioni caritative, faceva scopo della sua vita il donarsiai poveri, ai malati, ai bisognosi. La Vergine era la sua vita . In unodei suoi pellegrinaggi a Lourdes inviò a una figlia una cartolina conl'immagine della Vergine con queste parole : « La vedremo un giorno » .Il sig. Olive amava teneramente Don Bosco . Tutto nella sua casa nerichiamava la presenza: la cappella dove il Santo celebrò più volte,le sue reliquie e in particolare una fotografia che Don Bosco avevadonato al piccolo Enrico con questo autografo : « O Maria, siate laguida del vostro figlio nel cammino della virtù. Abbé ,7 . Bosco».Don Gíovanní Battista Rocca, parroco di Esino Lario (Como) .Fede ardente e zelo fattivo resero amabile e fecondo il suo ministeroa Malgrate prima e poi per 38 anni a Esino. Esempio mirabile di pa-store intelligente e buono, si distinse anche nelle iniziative a caratteresociale e culturale, pur nella sua modestia e semplicità.Cav. Prof. Riccardo Cotugno t ad Andria il 5-Ix-1965 .Scompare col prof. Cotugno, direttore didattico in pensione, unacompleta ed esemplare figura di padre e di educatore . Consacrò lasua lunga vita alla famiglia e alla scuola, che predilesse, affascinatodalla nobiltà dell'ideale religioso-educativo . Fu lui infatti a consacrareal Sacro Cuore il 1o Circolo didattico e a intitolare il 20 a Don Bosco,del quale in diverse occasioni celebrò le lodi con la facondia che gliera propria .Erminio Pacifico t a San Bartolomeo in Galdo (Benevento) a 7z anni .Raccolgono l'eredità della sua vita intemerata di cristiano e di citta-

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

dino i figli, i parenti e gli amici, che lasciò col sorriso sulle labbra econ l'ultimo addio nel segno della croce . La fede operosamente vissutagli fece offrire con gioia due figli al Signore .Cav. Francesco Varaldo, vicepresidente dell'Unione Exallievi edell'Unione Sportiva Don Bosco .Simpatica figura di exallievo e di cooperatore dei primi tempi del-l'Opera salesiana in Savona . La giovialità dei modi, la bontà d'animo,lo spirito sempre giovanile, allegro e semplice, lo rendevano caro atutti . Amante dello sport come mezzo di apostolato, ancora sul lettodi morte giocò e attese sorridente di «fare una partita con Don Boscoin Paradiso » .Eugenio Galímbertí t a Seregno.Visse la vita salesiana in famiglia, dando mirabili esempi di rettitudine,di fede limpida e di grande amore alla famiglia, che educò nel santotimor di Dio, meritando la consolazione di donare al Signore unafiglia tra le Figlie di Maria Ausiliatrice .Eumeniio Baldi t a Capranica (Viterbo) .Fu tra i più benemeriti e affezionati Cooperatori del Centro locale,fin dai tempi del servo di Dio mons . Olivares . Sempre assiduo alleriunioni e alle attività, lascia un grande esempio di vita cristiana e divera umiltà operante dentro e fuori della sua esemplare famiglia .Maestro Luigi Garnerí t a Torino a 84 anni .Fratello del nostro compianto don Domenico Garneri, diede l'esempiodi una religiosità profonda, convinta, operante sempre, e portò nellasua missione di educatore lo spirito e il metodo di Don Bosco .Dott. Giuseppe Fínetto t a Milano a 78 anni.La Commenda del Santo Sepolcro era stata un premio alla sua esistenzatutta consacrata alla famiglia e alla professione . Exallievo affezionato elavoratore instancabile, fu a tutti di buon esempio, specialmente perla sua carità.Adelina Scaramuzza ved. Beccarí t a Castellazzo Bormida (Al .) .Nella sua lunga vita di insegnante educò numerosa schiera di bambiniai più sani princìpi religiosi e morali con sentimenti cristiani e cuoredi madre. Come Cooperatrice, fu devotissima di Don Bosco e assiduaagli incontri mensili della Pia Unione .Maria Isacco ved. Gorlero t a Vigliano (Vercelli) a 7o anni .Anima trasparente, retta, mite, irradiò la bontà instancabilmente,sorretta solo da fede profonda . Apprezzò e gustò, rendendone graziea Dio, il Pane Eucaristico e il pane quotidiano . Accettò il suo calicecon Gesù e consumò il lungo sacrificio per i suoi cari - tra i qualiil figlio don Vittorio, salesiano - attendendo sempre il giorno dellagioia e della pace .Rosina Pasíno t a Borgo San Martino (Alessandria) a 68 anni .Si distinse nell'amore a Don Bosco e alla famiglia- salesiana e sidedicò alla cura dei fanciulli cattolici della parrocchia, dai quali usci-rono varie vocazioni sacerdotali e religiose . Di salute precaria e costrettain questi ultimi anni a non più uscire di casa, rivelò una eroica rasse-gnazione alla volontà di Dio, comunicando a chi l'avvicinava tantaserenità, gioia e amore .Clara Antoníono t a Torre Canavese (Torino) a 89 anni .Il suo fu un cristianesimo sinceramente praticato e costantementemodellato sui Santi salesiani . Assidua alle Conferenze mensili dei Coo-peratori, ne portò lo spiritoe i metodi anche nell'apostolato parrocchiale .Gíulía Píeri t a Roma .Sposa esemplare tutta dedita alla famiglia che educò alla pratica dellevirtù cristiane, ebbe un culto speciale per Don Bosco, a cui offrì ilfiglio, oggi sacerdote salesiano .Adele Fera Líottí t a Soverato (Catanzaro) .Visse nel lavoro e nella preghiera . Cooperatrice fervente e pia, sidistinse nelle opere di carità e dimostrò la sua generosità col Signorenel donargli una figlia nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTIAira Maria - Antoniono Clara - Bertocchi D . Pier Paolo - Bertottirag . Carlo - Bonelli Emma - Bosco Gemma - Botti Angela - CalaiPietro - Calderoni Lina - Cataldi Podestà - Cossu Margherita - CraveriEugenia - Cravotto Teresa - Dominici Clelia - Dondeynaz Martina- Dondona avv. Augusto - Facchini Emma - Fava Adele - GrazzolaraLuigi - Grillenzoni Raffaella - Lattuada Guido - Leone Caterina -Levi Ernesto - Licheri Antonangela - Maccagli prof. Luigi - MarzianiGina - Motroni Benedetto - Pilatone Antonietta - Piola Teresa - Por-cheddu Marianna - Porta Adelaide - Quintili prof. Pierina - Rasiprof . Paolo - Traversa D . Vito - Vassallo Giuseppe - Vavalà Ilario- Vizzini Rosina - Zafarana Gaetano - Zuccalà Giuseppe - ZucchettoLupo Vincenza .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legal-mente ricevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un legato : « . . . lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire. . . (oppure)l'immobile sito in . . .».

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'istituto, la formula potrebbe essere questa :

« . . .Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».(luogo e data)

(firma per esteso)

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Argentina: il Profesorado di Bahia Bianca, 207 - la Cattedrale di Como-doro R., 244 - visita del vicepresidente, 245 - le Missioni della Pata-gonia compiono 9o anni, 348 .

Amici Domenico Savio: dal Papa, z2 .Belgio : pellegrinaggio a Torino e paesi di Don Bosco e di San Domenico

Savio, 175 - varie, 83 .Bellido don Modesto : eletto Catechista Generale, 164 .Beltrami don Andrea : andrà sugli altari?, 302 .Birmania : le Scuole cattoliche chiuse, 315 .Bonfanti Gaetano : Cooperatore modello, 346 .Borra don Guido: confermato Consigliere Generale, 165 .Bosco San Giovanni: nuova vita di von Matt, 51, 134 - festa a Valdocco, 81

- nuove chiese, 116, 117, 149 - visita la Tomba di San Pietro, 167 -villaggio Don Bosco, 182 - 150° nascita: celebrato a Bari, zio - articolo, 225 ;pellegrinaggio, 243 ; celebrato al Colle Don Bosco, 312 ; articoli comme-morativi, 257-296 (tutto il numero di settembre) ; celebrato in Argentinae Uruguay, 342 - palazzetto dello Sport s Don Bosco,, 212 - quadroa Napoli, 245 - le prime due macchine di Don Bosco nel museo delle ArtiGrafiche, 337 (vedi anche Colle Don Bosco e Educhiamo come Don Bosco) .

Brasile-Rio Negro : articoli rngr. Marchesi, 89, 317 - giubileo d'oro Missioni,185 e 338 .

Brasile-Mato Grosso: battesimi di Xavantes, 353 - la favela di Corumbà, 383 .Brasile-Porto Velho: Radio Caiari, 150 .Callori di Vignale card . Federico : possesso cardinalizio, 170.Capitolo Generale: storia dei Capitoli precedenti, 44 - per adeguarci ai

tempi, 97 - intervista sul Capitolo Generale, tot - udienza da Paolo VI . 193- relazione sul XIX Capitolo Generale, 229.

Cile: ultimo terremoto, 8z - opera sociale del card. Silva, io .Cimatti mons. Vincenzo : Messa di Diamante, 313 - don Cimatti, ° mene-

strello di Dio », 366,Cinema : articoli, 98, 226, 330 .Colle Don Bosco: Tempio a S . G . Bosco, 22, 50, 147, 179, 244, 374 -

pellegrinaggio allievi lituani, 52 ; francesi, 175 ; futuri missionari, 242 .

Exallievi Salesiani : i Presidenti ricevuti da Paolo VI, 241 - Congresso Eu-ropeo : annunzio, 246 ; relazione, 333 ; articolo, 297.

Fame nel mondo : articolo, 65 - Cooperatori romani per la, 49, 113 .Famiglia Cristiana Educatrice: campagna annuale per i Cooperatori, 3,

39, 130, 226, 298, 330, 362 - genitori sotto accusa, 77 - tavola rotondaa Bari, 114 .

Fedrigotti don Albino: rieletto Prefetto Generale, 164 .Figlie di Maria Ausiliatrice : fondazioni nuove, 5 - casa della Studente a

Varese, 53 - Paolo VI ne elogia il fervore catechistico, i8o - la Cittadelladell'Ausiliatrice a Tokyo, 218 - benedizione terreno Istituto Pedago-gico a Roma, 242 - centro Laura Vicufia a Torino, 242 .

Filippine : articolo, 213 .Fiora don Luigi : eletto Consigliere Generale, 344.Fondazioni : dei Salesiani, 5 - delle Figlie di M .A„ 5 .Fossati card. Maurilio : in morte, 133 .Francia : pellegrinaggio a S . D. Savio, 175 - una coppa d'oro al Foyer

Don Bosco, 119 .Garnero don Pietro : eletto Consigliere Generale, 164 .Giappone: Maria Ausiliatrice sul Fuji-Yama, 58 - scuola professionaleDon Bosco di Tokyo, 78 - la Cittadella dell'Ausiliatrice a Tokyo, ziS- la S . Bibbia in Giappone, 340 (vedi anche articoli su mons . Cimatti) .

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indice dell'annata 1965

Giordania: casa di Tantur, 23 .Giovannini don Ernesto : confermato Consigliere Generale, 564 .Hong Kong : città di problemi, 537 .India : (vedi la voce Paolo VI) - don Mantovani per i lebbrosi, 5o - articoli

su mons . Mathias, 55, 85, 306 - nuova scuola professionale a Bombay, 117- la nuova Diocesi di Tezpur, 152 - articolo sui Naga, 319 - i miei fratellilebbrosi, di mons . Ferrando, 380 - varie, 113 .

Italia : centro professionale a Verona, 51 - tre scuole grafiche, 52 - nuovaparrocchia a Napoli, 116 - Congresso Eucaristico Nazionale di Pisa, 140,236 - nuova opera a Peveragno, 179 - chiesa restaurata a Cuneo, 180 -pellegrinaggio diocesano di Treviso, 212 - varie, 315, 337, 373-74 (vedianche In breve) .

Libano: chiesa a Maria Ausiliatrice, 373 .Liturgia : Costituzione sulla S . Liturgia, 33 - articolo sulla riforma, 67.Lupo don Tiburzio : confermato Segretario Generale, 344 .Maffini don Luigi: in morte, zob .Malta: un passo decisivo dei Salesiani a Malta, 314 .Maria Ausiliatrice: M . A . sul Fuji-Yama, 58 - centenario posa pietra ango-

lare Santuario di Valdocco, 105 - Ausiliatrice dei Vescovi, 129 - festaa Valdocco, 204 - statua, 150 - 150° della festa, 234 - grazie, 30, 6o, 92,125, 156, 188, 220, 252, 324, 356, 388 .

Mathias mons . Luigi : l'opera dei Catechisti, 55 - ^ Quarant'anni di missionein India », 85 - articolo in morte, 306.

Mazzarello S . Maria: centenario incontro con Don Bosco, 211 - grazie, 158 .Mezzi di Comunicazione Sociale : il Concilio ce ne parla, 98 .

Missioni: 91° spedizione missionaria, 378 (vedi relazioni missionarie nellesingole Nazioni) .

Missioni Salesiane : compiono go anni, 348 .Morti : elenchi, 32, 64, 96, 128, 16o, 192, 224, 256, 328, 360, 391 .Paolo VI : viaggio in India, 1, 6 - nella casa salesiana di Bombay, 34 - esorta-

zione sulla Liturgia, 67 - discorso ai membri del Capitolo Generale, 194- sua compiacenza per ragioni varie, 180, 303, 304 - Paolo VI all'ONU, 329 .

Papa : amore al Papa, -169 .

Svizzera : i Salesiani a Zurigo, 71 - pellegrinaggio a S . D . Savio, 175 .Tempo libero : buon uso, 39-42 .Ter Schure don Giovanni : eletto Consigliere Generale, 344.Thailandia : articolo, 24-29 .Tohill don Bernardo: eletto Consigliere Generale, 164.Tomba di San Pietro: articolo, 165 .Torino-Valdocco : festa Rettor Maggiore don Ziggiotti, 48 - festa Don Bosco,

81 - Ordinazioni sacerdotali, 110, 148 - festa S . Francesco di Sales, 119- festa al nuovo Rettor Maggiore, zoo - festa M . Ausiliatrice, 204 - visitaPreposito Generale dei PP . Gesuiti, 305 - addio ai Missionari, 378 .

Turchia : Casa del Profugo, 11g .Uslenghi madre Pierina: in morte, 31 .Varie : In breve, 54, 151, 316 - lebbrosario di Coloane (Macao), 148Venezuela : 70 anni di lavoro, 84 .Versiglia mons. Luigi : commemorazione martirio, 146 .Vietnam : la tormenta comunista, 120.Vocazioni : intervista col maestro Lunazzi, 370 .Ziggiotti don Renato : lettera ai Cooperatori, 2 - onomastico, 48 - Rettore

Santuario S . G. Bosco al Colle Don Bosco, 316 .Zocca comm. Gaetano : articolo, 16 .

Colombia: prima pietra della a Ciudad Don Bosco s, 182 .Colonie estive : articolo, 172 - elenco, 174 .Concilio : articoli, 14, 98, 301, 361 .Congo : sangue di martiri, 53 - il calvario della Chiesa, 183 .

Pellegrino mons. Michele: eletto Arcivescovo di Torino, 331 .Pianazzi don Archimede: confermato Consigliere Generale, 164 .

Pilla don Ruggiero : eletto Economo Generale, 164 .Poesio gr . uff. Arturo : in morte, 20.Pontificio Ateneo Salesiano : articolo descrittivo del complesso edilizio, 143 .Purezza : i genitori educhino i figli alla purezza, 298 .Ricceri don Luigi : eletto Rettor Maggiore, 161 - feste a Roma e a Torino, 198,Rinaldi don Filippo : grazie, 63, 191, 255, 359 .Rizzo don Giovanni : in morte, 142 .Rua ven . Michele: grazie, 95, 127, 223, 327 .

Congregazione Salesiana : il nuovo Consiglio Superiore, 344-345 (vedianche Capitolo Generale) .

Cooperatori Salesiani: i Cooperatori romani per la fame, 49, 113 - PrimuConvegno nazionale Cooperatori indiani, 76 - attività Cooperatori di Guaya-quil, 141 - al Congresso di Pisa, 236 - profilo di Gaetano Bonfanti, 346- chi sono i Cooperatori?, 376 - varie, 238 (vedi anche l'annata del Bollet-tino Dirigenti) .

Crociata Missionaria : vedi la terza copertina di ogni numero.De Bonis maestro Alessandro : in morte, 115 .

Santo Domingo: i Salesiani al Congresso Mariologico-Mariano, 146, 181 .Savio S. Domenico: grazie, 31, 62, 94, 159, 190, 222, 254, 326, 358, 390 .

Dusmet ven. Giuseppe Benedetto : benefattore di Don Bosco, 8z .Educazione: Educhiamo come Don Bosco, 21, 43, 8o, 203, 240, 311

(vedi : Famiglia) .Equatore : attività Cooperatori, 141 - i Kivari 7o anni dopo, 247 .

Esercizi spirituali : articolo, io6 - elenco corsi per Cooperatori, 109 .

Scrivo don Gaetano : eletto Consigliere Generale, 344 .Segarra don Isidoro : eletto Consigliere Generale, 344 .Serié don Giorgio: in morte, 177 .Silva card . Raul : intervista sulla sua opera sociale, io - Legato Pontificio aSanto Domingo, 18i .

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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000• Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua quando il versamento ini .ziale raggiunge la somma di L . 25.000, ovvero quando tale somma viene raggiunta con offerte successive•

Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a completare Borse già fondate

BORSE DA COMPLETARE

Borsa : S . D . Savio, secondo le intenzionidi Stefano Alessi (Novara) . i° vers .L. 20.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,secondo le intenzioni di Negrini Guglielmo(Brescia) . L . 35 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di S . T .(Grosseto). L. 45 .000 .Borsa: Rua Don Michele e Don FilippoRinaldi (2 a ) p .g .r . e da ricevere, a curadi Angela Bestagno (Imperia) . r ° vers .L . 15 .000.Borsa : S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatricee S . G . Bosco, proteggeteci, a cura di BassinoFranca (Torino). i ° vers . L . 15 .000 .Borsa: S. G. Bosco e S . D . Savio, proteggetei miei figli, a cura di Piano Cecilia (Torino) .r ° vers . L. 21 .000 .Borsa: S. G. Bosco, riconoscente p.g.r., acura di Assunta Colella (Napoli) . L . 32 .000 .Borsa: S. G. Bosco e Don Rinaldi, a curadi F. D. (Torino) . L . 42 .100 .Borsa: Spoto Giacomo (3 a) secondo le sue in-tenzioni (Trapani). Crescenzio Aldo, L . io .ooo,L. 40.000 .Borsa : Rua Don Michele, Venerabile, p . g . r.,a cura di Maria Di Salvo (Messina) . L . 30.000.Borsa : S. G . Bosco, a cura di Fornasier Giu-seppe (Venezia) (3a) . I ° vers . L . 37 .500 .Borsa : S . G . Bosco, Venerabile Don MicheleRua e Don Filippo Rinaldi, a cura di GarroneDomenica (Torino) . L . 40.000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggi la miafamiglia, a cura dell'ing . Manfredi Giovanni(Cuneo) . L . 40.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S. D. Savio,proteggeteci, a cura di C . G . (Cuneo) .L . 30 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, acura di Thiebat Barbara (Aosta) . L . 37 .000 .Borsa : S . G . Bosco e Papa Giovanni XXIII,in ringraziamento e invocando protezione, acura di Corti-Bianchi Irene (Como) . L . 30 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco eS. D. Savio, proteggete Ada, a cura dellafamiglia De Guglielmi Giuseppe (Imperia) .(2a) L. 40.000 .Borsa: Beasi Barbara, a cura del figlio (Pesaro) .L . 45 .000 .Borsa: Fontana Dorotea (za), a cura di Fon-tana Italo, Giuseppe e Giusto (Pesaro) .i° vers . L. 37 .500 .

Borsa: Mamma Margherita (2a), in suffragiodei defunti di Fontana Francesco (Pesaro) .i' vers . L. 20 .800 .Borsa : Loss Caterina (2a), a cura della nipoteLilia (Pesaro). i ° vers . L . 54.000.Borsa : Nicola Matteo (2a) a cura del nipoteFontana Ezio (Pesaro) . L . 26 .800 .Borsa : Pistoia Maria, a cura del figlio Raf-faele (Pesaro) . L . 43 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, acura di Trucco-Ceresole Romilda (Imperia) .r ° vers . L . 56 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco eDon Filippo Rinaldi, proteggete sempre me ela mia famiglia, a cura di Giuseppina 'Ama-ducci (Lucca) . i ° vers . L. 25 .000 .Borsa : S . Giuseppe pro Missioni, a curadi N. N. i ° vers . L . 40.000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, acura delle sorelle Gianolio (Torino) . i ° vers .L . 40 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, a cura di PiantaGuglielmo, Angonoa Maddalena (Torino) .i° vers . L . 27 .000 .Borsa : Giugni Alberto, in suffragio e ricordo(Genova) . i ° vers . L . 25 .000 .Borsa : S . Michele Arcangelo, da parte delletelefoniste di Stato di Genova . i ° vers .L . 3i .o0o .Borsa : S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatricee S . G . Bosco, in memoria e suffragio di Adrianae Riccardo Melis, a cura della figlia MichelaGorinis-Melis (Cagliari). i ° vers . L . 30 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi Salesiani,salvateci, a cura della famiglia Giovanetti(Savona). L . 25 .000 .Borsa: Vergine Benedetta Ausiliatrice, secondo leintenzioni di Lina Reggiori (Savona). L . 35 .000 .Borsa: Brigi Don Tolmino, a cura di Don Bian-cotti G . Battista . i ° vers. L . 47 .000 .Borsa: S . Cuore di Gesù, S. Cuore di Maria,secondo le intenzioni di Tosi-ColomboRosetta (Varese) . L . 40 .000 .Borsa: Rua Don Michele, Venerabile, a curadi lappelli-Strani Angela, 8ooo ; Anna Arcadi,50 .000 ; Felini Giuseppe, i2 .ooo (Napoli) .L . 30 .000 .Borsa: Pizzocaro Can. Ercole, in suffragio ericordo, a cura del dott. Carù Angelo (Pavia) .i ° vers . L . 20 .000 .Borsa: Michele e Giovanni, a cura di MariaAntonietta Gratti (Roma) . L . 40 .000 .

CROCIATAMISSIONARIA

Borsa : S. G. Bosco e Papa Giovanni XXIII,in ringraziamento e invocando protezione, acura di Conti-Bianchi (Como) . L . 40.000.Borsa : Maria Ausiliatrice e S . D . Savio, aiuta-teci sempre! a cura di S . P. M. (Cagliari) .r ° vers . L . 25 .000 .Borsa: Cinato Don Eligio, Missionario nel-l'India (za), in suffragio e ricordo, a curadei coniugi Ianese, Lucia Cerutti, r ° vers .I5 .0oo ; Barcenas Jame 5000 . Tot. L . 20 .000.Borsa : Maria Ausiliatrice, Papa Giovanni XXIIIe Santi Salesiani, invocando protezione e graziespirituali e materiali, a cura di AvatandeoAnsaldi Lucia (Torino) . r ° vers . L . 35 .000 .Borsa: O Maria Ausiliatrice, aiuto dei cri-stiani, prega per noi (za), a cura di ElenaAlbonico (Como) . L . 31 .000 .Borsa, Rua Don Michele, Venerabile, a curadi Masera Elisa ved. Hironimis. i ° vers .L . 15 .000 ; dott . Panizzi, L . 5000 . Tot.L . 20 .000.Borsa: Quadrio Don Giuseppe, in suffragioe ricordo, a cura di Don Eugenio Valentini(Torino). i ° vers . L . 25 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Pietro Ber-ruti, a cura della famiglia Miglietta (Asti)(2 a) . L. 41 .500 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,in ringraziamento e suffragio dei cari morti(2a), a cura di Rava Caterina (Torino) . DeSilvestro Cecilia e Natalia, io .ooo . L. 20 .000 .Borsa : S . G . Bosco e S . D . Savio, proteggetei miei figli, a cura di Zanzottera-Galli Adriana(Varese) . L . 45 .000.Borsa : Mater Boni Consilii, a cura della fa-miglia Decanale (Torino) . L . 45 .000 .Borsa: A Maria Ausiliatrice, Madre degliorfani, a cura di Paola Invrea . PiovesanVincenzo, Iz.ooo. L . 42 .500 .Borsa : A S . G . Bosco e Santi Salesiani, p . g. r.e da ricevere, a cura di Pierina Castoldi(Milano) . Bernardi Elisabetta, Io .ooo . Tot .L. 45 .000 .Borsa : Artico prof. Don Giuseppe e A. To-gnutti, a cura di Lantieri Ferruccio (Torino) .Servetti Lucia, 10.000 . L. 49 .500 .Borsa: Albera Don Paolo, a cura di Giovanni e Paolo Marella (Torino) . BrunaGiampieri, I2 .o00 . L. 42 .000 .Borsa: Berruti Don Pietro, prega per noi,A. S . B . e benefattori. Betelli Caterina, 12 .000 .L. 37 .000 .

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Page 36: IN QUESTO NUMERObiesseonline.sdb.org/1965/196523.pdf · tra i giovani e i ragazzi. Alle volte basta una parola, un sorriso, per compiere il miracolo. Mamma, tu che cosa mi dai? Naturalmente,

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GIOVANI EDUCATORILetture di pedagogia pratica secondo i princìpieducativi di San Giovanni Bosco

Voi. I L'elemento umano nell'educazionePagine 446 • L. 2500È un libro di orientamento per chi inizia il suo apo-stolato nelle Case di educazione . Tale compito im-pegnativo viene presentato - nei suoi aspetti nuovie situazioni impreviste - quasi in visione di anticipo,che mentre serve di avvio alla difficile arte educativa,rende pure cauti ad evitare imprudenze ed errori fu-nesti . Scritto per Educatori salesiani, il volume si attieneai principi e al metodo di Don Bosco . Ma varietà enovità di argomenti, unite a ricchezza di spunti e diesempi, lo raccomandano a quanti intraprendono laloro missione tra i giovani .

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Si pubblica il 1° del mese per i Cooperatori Salesianiil 15 del mese per i Dirigenti della Pia Unione

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