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    Impianti industriali e sicurezza sul lavoro.

    Paragrafo 1

    Compito dellindustria quello di trasformare le materie prime in prodotti (siano essi beni o servizi). La

    trasformazione di questi prodotti avviene appunto attraverso gli Impianti Industriali. Questi devono

    rispettare alcune caratteristiche base, come quella di essere in armonia col territorio circostante richiederei minori costi possibili e consentire facili modifiche qualora necessario.

    Allora procedendo per ordine bisogna seguire una determinata prassi per la creazione di un impianto

    industriale. Innanzitutto bisogna:

    Progettare i prodotti;

    Scegliere lubicazione pi conveniente possibile;

    Scegliere il tipo di fabbricato;

    Scegliere il tipo di fabbricato;

    Organizzare le vendite.

    Come regola base bisogna tenere in mente che in ogni caso bisogna spendere risorse minime per avere il

    massimo della rendita. Ovviamente quando si va a scegliere lubicazione bisogna considerare che i costi di

    trasporto vanno a incidere anche pesantemente sul costo finale del prodotto.

    Una volta dunque, individuati i capitali e lubicazione si pu procedere con lo studio del plant lay-out.

    Questo deve prevedere vari fattori, come ad esempio la sistemazione dei macchinari, lubicazione di tutti i

    servizi e vie di fughe necessari, la scelta del tipo di fabbricato.

    E stato stabilito un decreto legge (31 marzo 1998, n.112) secondo cui i comuni assicurano lunicit

    di conduzione e la semplificazione di tutte le procedure riguardanti gli impianti di produzione.

    1. Ubicazione dellimpianto

    Teniamo presente che la scelta del terreno dovrebbe essere effettuata solo dopo che si sono stabiliti tutti i

    requisiti precedentemente esposti. In realt molto spesso avviene il contrario, quindi bisogna adattare

    scegliendo la strada della massima efficienza le proprie scelte alla geografia del terreno a disposizione.

    Tra questi ci sono:

    -costi di costruzione, i quali variano da un territorio allaltro, anche in funzione del clima (un clima pi

    freddo o pi caldo richieder impianti di isolamento e climatizzazione)-mercato, Il quale pu essere concentrato o distribuito. Se Concentrato si sceglie il metodo della

    convenienza, se distribuito si sceglie il baricentro dei mercati tenendo conto dei costi di distribuzione.

    Materie prime

    Alcune aziende (es. aziende petrolifere) hanno convenienza a ubicarsi in prossimit del luogo dove esiste la

    materia prima.

    Trasporti

    E conveniente scegliere lubicazione in modo da avere il minor costo dovuto ai costi di trasporto dei

    materiali verso lesterno. Si considera e si tiene presente che il raggio di trasporto dei vari materiali dipendedal costo intrinseco del materiale stesso. Dunque per luranio avremo migliaia di km, per mattoni qualche

    km.

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    Scelta del terreno.

    La scelta del terreno da scegliere tiene in conto tantissimi fattori.

    Innanzitutto dobbiamo vedere se il terreno preso in esame una zona considerata da incentivare. In talcaso infatti potremmo godere di finanziamenti. Poi abbiamo il costo dei trasporti e verso la fabbrica e dalla

    fabbrica. La manodopera, in quanto dobbiamo tenere in considerazione sia il costo che la disponibilit di

    manodopera qualificata. In tal caso dobbiamo anche prevedere che limpianto sia facile da raggiungere. La

    disponibilit di acqua in grandi quantit nella vicinanza dellimpianto di vitale importanza. Inoltre ci sono

    fattori quali esposizione ai venti, condizioni del terreno, estensione del terreno (se si prevedono

    ampliamenti), smaltimento dei rifiuti prodotti e costo globale che deve risultare il pi basso possibile.

    Scelta ubicazionale

    La scelta ubicazionale finale pu essere effettuata in due modi diversi. O effettuando una stima dei costi dei

    trasporti globali, quindi scegliendo quale ubicazione ha i costi minori, oppure tramite il metodo del

    punteggio, dove in una tabella si assegna un punteggio a tutti quei fattori che vengono considerati

    importanti nella fase di scelta del prezzo finale, e in seguito sommando questi costi parziali, scegliere

    lubicazione col punteggio pi alto.

    2. Potenzialit dellimpianto

    Quando si va a creare un impianto si sempre davanti alla scelta di usare lavoro macchina o alvoro uomo.

    In entrambi i casi bisogna sempre tener presente la quantit di prodotto da vendere e da produrre,

    tenendo conto della propriet di assorbimento del mercato. Tutti i mercati poi sono caratterizzati da fasi di

    regresso e da fasi di ripresa, la cui durata quasi impossibile da valutare. Tuttavia quando si deve andare afare un investimento importante tenere presente che lo stesso investimento risulter avere costi molto

    bassi se fatto in fase di regresso e costi pi altri in fase di ripresa. Bisogna anche considerare landamento

    periodico del mercato, dunque un aumento di domanda in certe stagioni e una diminuzione in altre, e

    progettare limpianto in modo da soddisfare comunque la domanda in modo da saturare in ogni periodo

    dellanno la produzione.

    3. Studio del plant layout

    Gli studi di plant layout si rendono necessari quando si introduce un nuovo prodotto, quando si acquistano

    nuovi macchinari, quando ci sono troppi incidenti, quando aumenta la produzione. Lo scopo primario di

    questo studio labbattimento dei costi di produzione e lottenimento del migliore utilizzo dello spazio.

    Durante lo studio bisogna sempre considerare eventuali ampliamenti futuri e un utilizzo razionale dei

    capitali. Molto utile risulta in questo caso avere un diagramma che riporti tutte le varie fasi di lavorazione

    del prodotto finale, in modo da potersi rendere conto dei tempi effettivi e delle necessit che

    quellimpianto deve soddisfare.

    A seconda del tipo di prodotto, e della sua quantit possiamo prendere in considerazione 3 soluzioni:

    1. Tipi di lavorazione;

    2. Trasporto interno;

    3. Posti di lavoro.

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    1. Le lavorazioni possono essere in serie o in linea, oppure a piccoli lotti o per commesse. La

    disposizione dei macchinari nel primo caso un ordine effettuato in base alla successioni delle

    operazioni. Nel secondo caso invece si procede ad una disposizione per reparti o centri di

    lavorazione. Inoltre quando si parla di disposizione in linea possiamo avere anche distribuzioni

    convergenti, divergenti o miste e non per forza a disposizione in singola linea. La scelta

    influenzata soprattutto dalle quantit. Se abbiamo quantit ingenti meglio prevedere unadistribuzione in linea mentre se abbiamo quantit piccole (artigiano) opportuno prevedere una

    disposizione per reparti. (Pag.30) Seguendo la curva P-Q (prodotto- quantit) si possono distinguere

    3 zone. La zona A dove assolutamente conveniente usare il sistema in linea, la zona C dove si usa

    quella per reparti, e la zona B in cui opportuno valutare quali dei 2 layout convenga di pi.

    2.

    Una volta stabilito il tipo di produzione bisogna attentamente scegliere il tipo di trasporto interno e

    gli spazi di immagazzinamento.

    3.

    La legislazione prevede che per ogni lavoratore siano assicurati 2 m^2 di spazio, 10 m^3 di volume

    lordo, 3m di altezza. Ovviamente oltre alle norme legislative, al fine di ridurre la stanchezza e la

    complessit bisogna prevedere che loperatore faccia meno movimenti e pi semplici possibili.

    Assicurare che utensili e materiali si trovino in un posto fisso e collocarli in prossimitdelloperatore. Bisogna anche evitare che il lavoratore faccia dei movimenti pericolosi o stressanti.

    Dunque prevedere carichi di spostamento con mezzi adeguati minori di 30 kg. Deve essere

    assicurata laccessibilit delle macchine tenendo in conto lingombro medio dei lavoratori. Siccome

    i corridoi rappresentano spazio sottratto allimpianto si deve cercare di ridurne lo spazio. Tuttavia

    un corridoio troppo stretto potrebbe comportare maggiori manovre da parte dei mezzi e dunque

    costi maggiori. Dunque bisogna trovare il giusto compromesso. Tuttavia la legislazione prevede la

    presenza di un corridoio centrale o periferico in corrispondenza degli ingressi carrai di una

    larghezza dai 3 ai 5 metri.

    Lo studio del plant layout deve sempre precisare la disposizione dei vari reparti e le possibilit di

    ampliamenti futuri. Uno dei concetti base quello di avvicinare fra di loro macchine e operatori

    caratterizzati da un maggior numero di collegamenti. generalmente possibile calcolare il costo per unit

    di tempo in modo direttamente proporzionale alla distanza percorsa.

    Il costo del trasporto dato dal prodotto Pij cij dove i e j sono i punti iniziali e finali, Pij la quantit di

    materiale che deve essere trasportata da i a j e cij il costo di trasporto dellunit di materiale.

    Aggiungendo a questo prodotto anche dij (distanza fra i baricentri ponderali) allora il costa del trasporto

    diventa:

    Cij = Pij cij dij

    E se si vuole passare al costo totale relativoa tutti i centri di lavoro basta fare le sommatorie di questo

    prodotto per i=1 ->n e j=1 ->m.

    Metodo delle intensit di traffico

    Si rappresenta ciascun centro di lavoro con una sagoma di cartone. Si dispongono tali sagome tenendo

    conto delle intensit di trasporto evidenziate. La determinazione di tali aree presuppone che si sia eseguito

    lo studio dei singoli posti di lavoro, e lo studio della sistemazione delle macchine.

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    Metodo del triangolo di Buff

    Si elencano in un elenco verticale tutte le lavorazioni o i reparti. Detto questo si fanno partire da ogni

    caselle due serie di rette parallele tra loro e si indicano con appositi simboli le direzioni e le quantit

    trasportate. Siccome questo metodo pu essere gravoso a seconda dellimpianto vengono utilizzati

    software appositi.

    Impiego di modelli bi e tri-dimensionali per lo studio del plant layout

    Per quanto riguarda i modelli bidimensionali si prosegue cos:

    Si eseguono in un foglio di carta non trasparente i disegni di tutte le macchine e postazioni di lavoro

    presenti poi nellimpianto finale. Si esegue con tratto pieno spesso i contorni della macchina, tratto pieno i

    particolari, tratto punto gli assi della macchina. Si elenca inoltre la dimensione e le eventuali potenze che le

    macchine erogano, nonch posizione del lavoratore. Fatto questo i modelli vengono poi disposti su un

    foglio di moviphan reticolato con maglie di 5 mm. Il lucido cos ottenuto viene conservato come originale

    in modo da potere sistemare nuovamente le macchine nel caso ce ne fosse bisogno.

    Per quanto riguarda invece i modelli tridimensionali si disegna la macchina o lattrezzatura nella stessa scala

    del modello (1:50 o 1:100). Da fogli di plexiglass si ottengono le parti del modello. Questo modello consente

    poi di avere una pianta completa della struttura finale (avendo i produttori e le misure di ogni macchina

    utilizzata) e di avere un quadro generale con elevata immediatezza visiva. La procedura pi usata quella di

    disporre i modellini tridimensionali su una lastra di vetro e contemporaneamente quelli bidimensionali sul

    moviphan.

    Scelta del plant layout ottimale.

    Per avere la disposizione ottimale dei flussi e delle macchine operatrici si pu procedere o col metodo deimomenti in cui si procede per valori tabellari, analizzando le varie disposizione possibili e scegliendo quale

    tra queste pi concilia i nostri obiettivi, o con un metodo grafico. Il metodo grafica valuta tutti i percorsi

    allinterno dello stabilimento consentendoci cos di scegliere il layout pi economico.

    Diagramma di GANTT

    Il diagramma di Gantt (dal nome del suo ideatore) prevede di inserire in una tabella le varie operazioni e

    funzioni che servono per la realizzazione dello stabilimento, e di scrivere alla sinistra del codesto

    diagramma delle barre o linee orizzontali, proporzionali allavanzamento dello stato dei lavori e al tempo

    previsto per ogni lavoro. Grazie allimpatto visivo ci si rende subito conto del tempo rimanente alla fine.

    I fabbricati industriali

    La scelta del tipo di fabbricato strettamente connessa al plant layout, ai costi di costruzione, al costo per

    la climatizzazione, alle esigenze dei macchinari. Come spiegato precedentemente laltezza minima deve

    essere di 3 m, ma pu scendere a 2,5 nei comuni superiori a 1000m. E inoltre vietato far lavorare in zone

    semi interrate o interrante.

    Si parla generalmente difabbricati a pi piani qualora larea lavorativo si sviluppi in altezza, e il

    collegamento tra i vari piani assicurato da scale e ascensori.

    Si definisce invece a un solo piano i fabbricati che si sviluppano in orizzontale. Tuttavia questultima

    soluzione oggi la pi utilizzata vista la difficolt di collegamento della prima.

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    Sistemi costruttivi

    Le tipologie pi frequenti per la costruzione sono:

    1. In cemento armato;

    2. In laterizio armato;

    3.

    In acciaio.

    Per il cemento armato abbiamo il vantaggio di resistenza a fuoco e agenti corrosivi, capacit di isolamento

    termico e riduzione delle vibrazioni trasmesse. Oggi si tende a costruire i nuovi stabilimenti con dei

    prefabbricati in cemento armato. Questo perch si usano maglie sempre pi larghe, e la costruzione, o

    meglio lassemblaggio diventa in questo modo molto pi rapido.

    Per quanto riguarda invece le maglie in acciaio, queste vengono usate qualora siamo in presenza di forti

    sovraccarichi. Tuttavia la capacit di resistenza al fuoco e alla corrosione, sono molto minori, e si traducono

    in maggiori costi di manutenzione. Di solito vengono usate maglie 12x12, 16x16 ,12x16, 12x24, 20x20.

    La struttura in laterizi armati consentiva di coprire grandi aree. Tuttavia oggi non viene pi utilizzata in

    quanto i costi per il riscaldamento sono maggiori, e in pi il soffitto non consentiva le installazioni di tutte le

    tubazioni per il riscaldamento e per nastri di trasporto aerei.

    Un fabbricato industriale composto da:

    A.

    Fondazioni;

    B.

    Struttura portante;

    C.

    Copertura e pareti;

    D.

    Pavimento;

    E.

    Strutture varie.

    Le fondazioni vengono classificate in fondazioni superficiali e fondazioni profonde. La scelta tra le duedipende principalmente dai carichi che queste dovranno sopportare e dalle caratteristiche geotecniche del

    terreno. Vi sono anche terreni compatti (rocce ghiaie dense) e terreni sciolti (argille, limi) e inconsistenti per

    i quali vengono richiesti lavori difficili e costosi.

    Le strutture portanti, oggi come oggi sono standardizzate, in quanto si ricorre molto spesso alluso di

    prefabbricati, grazie ai costi, che praticamente si riducono allacquisto e al montaggio. Inoltre in questo

    modo i prodotti risultano uniformati e tutti collaudati.

    Tra i prefabbricati possiamo distinguere:

    Strutture prefabbricate in carpenteria metallica, utilizzate molto spesso nella realizzazione di capannoni

    industriali poich uniscono doti di leggerezza a prestazioni elevate.

    Strutture prefabbricate in cemento armato, molto utilizzate nelledilizia civile.

    Strutture in cemento armato tradizionale,utilizzate per edifici con dimensioni limitate oppure con

    complessit tale da non consentire il ricorso alluso di prefabbricati.

    Per quanto riguarda i carichi da considerare ci sono:

    Carichi fissi;

    Azioni sismiche (dipendono dal territorio);

    Sovraccarico (vento neve);

    Sovraccarico per carichi sospesi.

    Le azioni sismiche sono da considerare in base al grado di sismicit della zona in cui costru ito limpianto.

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    Le azioni del vento si traducono in pressioni e depressioni (mecc. dei fluidi), agenti perpendicolarmente

    (peggiore caso possibile). Lazione agente : p=qrefcecpcd .

    Dove ce coefficiente di esposizione in pianura circa uguale a 1,8

    Cp coefficiente funzione della forma delledificio

    Cd coefficiente dinamico, circa uguale a 1

    E qref la pressione che si esercita su 1 m2 di superficie ortogonale esposta al vento.

    Coperture e pareti

    Illuminazione

    Lilluminazione dei fabbricati industriali viene fatta combinando luce diurna e luce naturale. Tuttavia

    bisogna considerare anche la posizione geografica dello stabilimento in quanto pi siamo al nord pi il

    vantaggio dellilluminazione naturale diminuisce. Inoltre siccome la luce naturale non facilmente

    controllabile bisogna sempre evitare di creare zone dombra e di abbagliamento. Valori tabellari ci diconoquali sono i lux pi adatti da assegnare per determinati ambiti lavorativi e zone di lavoro.

    Bisogna inoltre ricordare che lefficacia delle superfici vetrate si assottiglia molto col tempo in quanto lo

    strato di polvere che si accumula riduce lefficacia di passaggio della luce.

    Per valutare come e dove apporre le superfici vetrate abbiamo diverse tabelle e metodi applicativi, e ci

    aiuta molto lindice di luce diurna (j) e lindice di superficie vetrata (i) che altro non che il rapporto tra la

    superficie delle aperture e la superficie del terreno.

    Acclimazione

    Lacclimazione un valore dato dallinsieme di resistenza termica, permeabilit allaria e capacit termica. abbastanza evidente che maggiori disperdimenti termici comportano maggiori consumi, maggiori costi. Ne

    deriva che lacclimazione dipende strettamente dalle caratteristiche costruttive delledificio. I prefabbricati

    comportano, a parit di condizioni termiche, maggiori costi di gestione. Bisogna tenere conto che la

    temperatura media richiesta in ambito lavorativo di 18 gradi, che limpianto climatico funzioni su un solo

    turno giornaliero, quindi con pausa notturna.

    La quantit di calore dispersa nelle strutture a causa della trasmittanza termica data da: K(ti-te), dove K

    la trasmittanza termica del fabbricato, misurata in W(m2C). Dunque questo valore, moltiplicato per le ore

    annue in cui limpianto lavora a regime da il disperdimento di calore che pari a 100mila*K per le pareti,

    115mila per le coperture.

    Tipi di coperture

    Alle coperture si richiedono generalmente:

    Impermeabilizzazione

    Isolamento termico e acustico

    Resistenza meccanica

    Durata

    Leggerezza

    Possibilit di contribuire a illuminazione e ventilazione.

    Possiamo avere diversi tipi di infrastrutture che rispettano queste caratteristiche:

    a) Lastre di fibrocemento o lamiere zincate o di alluminio

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    b) Pannelli di materiale isolante di 5 cm

    c)

    Pannello di materiale coibente (dai 2 ai 5 cm)

    d)

    Lastre zincate o di alluminio di tipo grecatosopportanti uno o pi strati di materiale isolante.

    e)

    Laterizi forati (che trovano tuttoggi applicazione nonostante luso smodato di prefabbricati.

    La struttura pi utilizzata quella a shed, lo shed multiplo presenta numerosi vantaggi quali: maggioreilluminazione, riduzione del volume da riscaldare e maggiori possibilit di ancoraggi.

    Per evitare il ristagno di aria, si possono installare dei ventilatori o aeratori statici. Questi aumentano

    leffetto camino, e contribuiscono a mantenere laria allinterno dello stabilimento pulita.

    Per quanto riguarda le pareti dobbiamo analizzare separatamente la parete esterna e quella interna.

    Lepareti esternehanno la funzione di chiusura, devono avere resistenza meccanica, caratteristiche termo-

    acustiche, e devono raggiungere altezze elevate. Possono essere:

    a) Lastre prefabbricate in cemento armato, con particolare attenzione da rivolgere al sostegno dei

    pannelli e al bloccaggio superiore;

    b)

    Parete in muratura di laterizi

    c)

    Pareti semplici in lamiera, caratterizzate da costi molto ridotti e facilit di costruzione

    d)

    Pareti strutturali in vetro, pannelli in vetro sostenuti da una forte struttura metallica. La

    ventilazione in questo caso viene garantita ponendo pezzi apribili nella struttura.

    Lepareti interneinvece devono avere funzione di separazione fisica tra ambienti diversi (magazzino /area

    lavoro) e possono essere raggruppate nelle seguenti categorie:

    a)

    Chiassilerie, generalmente metalliche con scarsi effetti termici e isolanti.

    b)

    Pareti in muratura e laterizio (case e edifici civili)

    c)

    Pareti con determinate caratteristiche di resistenza al fuoco (laterizio, mattoni in terracotta,

    continui in cemento armato di 20 cm)

    d) Setti in cemento armato, realizzati quando abbiamo bisogno di uno spazio per collegamenti

    verticali

    e) Pareti mobili, soluzione avanzata per la realizzazione di partizioni interne. Soluzione costosa ma che

    garantisce una elevata flessibilit qualora si andasse incontro a rimodulazione dellimpianto.

    f) Pareti fonoisolanti, usate in impianti metallurgici per isolare zone rumorose da zone tranquille

    g) Pareti in carton gesso, particolarmente veloci da costruire grazie al montaggio a secco senza luso

    di particolari malte.

    Pavimenti

    Ad un pavimento industriale sono richieste determinate caratteristiche di resistenza a urti e vibrazioni,bassi costi, non sdrucciolevole, assorbimento dei rumori, isolamento termico, antipolvere, facilit di

    manutenzione e pulizia. Ci sono diverse soluzioni che adempiono a queste caratteristiche. Tra queste

    abbiamo:

    a) Calcestruzzo in lastroni, che tuttavia polverosa e anche sdrucciolevole, inoltre assorbe oli grassi e

    liquidi data la sua natura porosa.

    b) Calcestruzzo con trattamento superficiale indurente, lastroni induriti con miscele di quarzo e

    corindone.

    c) Blocchetti di legno, presenta il vantaggio di non rompersi, anche se uno dei pavimenti pi costosi,

    e dato il suo colore scuro assorbe molto la luce e oggi si utilizza sempre meno.

    d) Piastrelle di materiali vari (korodur), le cui giunzioni sono realizzate con malta pura

    e) Piastrelle di acciaio, soluzione quasi ottimale per costi di gestione bassi e usura minima.

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    f) Piastrelle di gres os o klinker, particolarmente adatta per locali adibiti a mensa, servizi igienici e

    sanitari e in generale per pavimenti soggetti a frequenti lavaggi.

    Per quanto riguarda invece i pavimenti di uffici la scelta meno legata a esigenze specifiche e si prediligono

    esigenze estetiche e di comfort.

    Strutture varie

    Per cancelli si intendono le chiusure lungo il perimetro dello stabilimento, mentre porte e portoni sono le

    chiusure previste proprio nelle pareti.

    I Portoni possono essere a battenti (classica apertura con due parti semoventi), o a libro, cio pannelli

    incernierati tra di loro e scorrevoli entro guide inserite nellarchitrave. Scorrevoli, sono composti da battenti

    metallici scorrevoli su guida, a serranda costituiti da elementi di lamiera ondulata o piana, e infine

    basculantiche si sollevano con apposite guide verticali.

    Porte

    Le porte sono realizzate nei materiali pi svariati a seconda dellutilizzo e dello scopo che si vuoleraggiungere. Qui la legislazione impone larghezze minime che variano da 0,8m per 25 lavoratori, da 51 e

    100 il locale deve avere una porta da 0,8 m e una di minimo 1,2 m. Se non sono presenti porte antipanico,

    vietato luso di porte scorrevoli saracinesche ecc., accanto ai portoni per il transito di veicoli devono essere

    presenti porte per il transito dei pedoni segnalate in modo visibile.

    Servizi generali, ausiliari, igienico-sanitari

    Uffici

    Gli uffici sono di tre categorie distinte:

    Uffici di direzione (uffici singoli per il direttore dello stabilimento, segreteria, vice, sala-riunioni) Uffici dofficina (uffici tempi e metodi, controllo della produzione, capo-officina, ovvero tutti quegli

    uffici che sono a stretto contatto con i lavoratori)

    Uffici generali (locali in cui si esplicano funzioni amministrative).

    Per quanto riguarda il collegamento tra gli uffici si pu applicare lo stesso discorso che si era fatto a

    proposito dei reparti di produzione. Gli uffici possono inoltre essere dislocati nello stesso fabbricato della

    produzione, in un edificio adiacente oppure in un edificio separato dalla sede industriale.

    Generalmente quando si va a pensare a di un ufficio preferibile pensarlo come un ufficio a pi posti in

    quanto lutilizzo dello spazio migliore, la comunicazione pi facile, si facilita il lavoro di gruppo.

    Particolare importanza nella progettazione di un ufficio prende lo studio del modulo, ovvero di una unitripetitiva unificata. I posti di lavoro devono essere disposti in modo che lilluminazione risulti ottimale e in

    certi casi bisogna prendere in considerazione la postazione uomo /pc.

    Definite le caratteristiche del posto di lavoro si decide se fare una disposizione trasversale o

    longitudinale (pag. 230-231 esempi visivi). I moduli destinati negli uffici dei vari paesi europei variano tra

    0,95 e 1,85.

    Laboratori

    Nella collocazione dei laboratori di ricerca (ormai essenziali) opportuno valutare se porli in unarea

    apposita o in una sede separata, a seconda dei test che ivi si conducono e della loro pericolosit (gas ecc.).

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    Mensa e Ristoranti

    Qualche anno fa era pratica comune delle aziende creare il refettorio ovvero una zona con tavoli sedie,

    servizi igienici, distributori, dove i lavoratori potevano consumare il pasto portato da casa. Oggi invece le

    aziende tendono sempre di pi a creare dei veri e propri servizi di ristorazioni allinterno dellarea

    lavorativa. In questo caso si devono prevedere una cucina, una dispensa, e una zona di amministrazione delristorante. Una prima regola consiste nel determinare larea della mensa. Si moltiplica il numero di

    dipendenti per 1,5 m2e 3m2. Tali aree prevedono loccupazione di corridoi, sale, tavoli, sedi ecc. Inoltre non

    meno di 100-200 m2occorrono per cucina dispense ecc. I primi sistemi di distribuzione diffusa dei pasti

    sono stati organizzati con distribuzione di cibi precotti, oggi invece abbiamo dei veri e propri ristoranti.

    Pareti, pavimenti, tavoli, sedie, devono essere in materiale tale da facilitare al massimo eventuali

    operazioni di pulizia.

    Infermeria

    Il servizio di infermeria pu essere utile in molti ambiti. Primo soccorso, visita medica in vista di assunzioni,

    assistenza medica per gli operai. Se in infermeria accedono oltre al lavoratore anche i suoi familiari

    lubicazione pi vincolata. In genere si suggerisce di usare unarea di 0,1 m2per dipendente. Se lo

    stabilimento molto decentrato rispetto al centro urbano sarebbe opportuno di fornirsi di unapposita

    autoambulanza.

    Servizi ausiliari

    Servizi igienico-sanitari

    I servizi igienici sono comprensivi di fontanelle, spogliatoi, docce, servizi sanitari veri e propri.

    Le fontanelle sono distribuite in maniera ordinata lungo tutta larea dello stabilimento, mentre per quantoriguarda i bagni, essi devono essere posti in apposite aree. Devono avere dimensioni limite di 1,20x0,9 m e

    devono essere dotati di impianti di estrazione forzata dellaria.

    Larea occupata da gabinetto e relativo antigabinetto pu essere di 2,5 m2o fino a 3,5. Una parte dei servizi

    igienici deve essere utilizzabile da portatori di handicap.

    Gli spogliatoi sono previsti in un unico locale. Devono essere ubicati in modo da essere facilmente

    raggiungibili e che risultino accessibili dallesterno. Si pu definire unare intorno agli 0,8 m2(1)

    /dipendente.

    Ultima nota, nella progettazione devono essere inclusi i locali atti a contenere mezzi di soccorso, salotti di

    attesa, e locali per custodi e sorveglianti.

    Accessi allo stabilimento.

    Si deve anche considerare la creazione di posti auto (generalmente si considera che il 40-60% degli operai

    arrivi in macchina) e si calcola circa 20-25 m 2per auto. Inoltre si deve considerare un posto auto per disabili

    ogni 50 posti disponibili. Per quanto riguarda altri veicoli (bici o moto) si considera che un 10-15% possa

    arrivare tramite codesti mezzi, e si calcola come spazio necessario circa 5 m2a mezzo.

    Per motivi di sicurezza si pu decidere di difendere la zona con una recinzione. Il numero il tipo e la

    disposizione delle entrate dipende dallo stabilimento. Si prevede inoltre una guardiola con relativa sede per

    il sorvegliante in corrispondenza dellingresso.

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    Vie interne allo stabilimento.

    Per risparmiare risorse e spazi si tende a minimizzare le vie interne allo stabilimento. Per questo vengono

    spesso fissate velocit massime di circa 15/20 km/h e una larghezza di 5,5 m in rettilineo (per le curve pi

    larga, a senso unico di 3 m.).

    Binari ferroviari

    Un allacciamento ferroviario pu risultare conveniente qualora ci si trovi in prossimit di stabilimenti

    ferroviari e arrivino o partano merci tramite treno molto speso. Anche qui si devono rispettare alcune

    norme costruttive, come non superare la pendenza dell8%0e curve con raggi minimi di 150m.

    Trasporti interni e mezzi di collegamento

    Si definisce come trasporto interno qualsiasi movimentazione di materiale eseguita allinterno dello

    stabilimento.

    Al giorno doggi si cerca sempre di pi laumento dellefficienza al costo di un minore impiego delluomo. I

    trasporti interni influenzano in maniera di retta la creazione del plant layout. Lideale sarebbe quello didiminuire al minimo i trasporti, in modo da avere il minor impatto possibile sul costo finale del prodotto.

    In sintesi un buono studio dei trasporti ha lo scopo di:

    -

    Diminuire i costi

    -

    Ridurre scarti e perdite

    -

    Migliorare le condizioni di lavoro

    -

    Aumentare lefficienza dellazienda.

    Dunque bene provvedere allanalisi del flusso dei materiali in entrata e in uscita.

    Bisogna perci, impiegare mezzi meccanici quando possibile, avere un grado di utilizzazione dellimpianto ilpi alto possibile, ricordare che il movimento pi economico quello che sfrutta la gravit.

    Classificazione trasporti interni

    I trasporti interni possono essere classificati in base a tante cose.

    a)

    A seconda del tipo di materiale

    b)

    In base al funzionamento (continuo, con carrelli elevatori... )

    c)

    In base al tipo di energia motrice

    d)

    In base al tipo di movimento (discontinuo, continuo)

    e)

    In base al tipo di comando (con manovratore a bordo, a terra, computerizzato ecc.)

    Unit di carico

    Si definisce unit di carico un raggruppamento di materiali disposto in modo tale da essere movimentato e

    trasportato mediante trasporto meccanico. La cosa pi importante che le unit di carico siano

    accatastabili le une sulle altre e movimentabili con le forche dei mezzi di trasporto. Ricordiamo che i nostri

    obiettivi sono sempre quelli di:

    - Ridurre il costo

    - Ridurre le riprese

    - Ridurre lo spazio per limmagazzinamento

    -

    Ridurre i tragitti in officina.

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    Ci non significa individuare lunit di carico pi ingombrante ma quella ottimale per avere un giusto

    equilibrio.

    Indicata con Q la quantit di materiali e con qil carico unitario e con n il numero dei viaggi:

    Q = nq

    evidente che sta nel nostro interesse aumentare q per diminuire n. si nota tra laltro che aumentando q

    entro un certo valore ottimale la convenienza tende a diminuire, perch ci significherebbe impiegare

    macchine molto pi costose, per avere vantaggi via via sempre pi piccole.

    Le unit di carico devono essere sempre semplici ed economiche. Si distinguono le seguenti unit di carico:

    - Costituite con palette e contenitori

    - Fatte dello stesso materiale trasportato

    - Impiego di accessori a perdere

    - Impiego di accessori vari da recuperare

    Palette

    Le palette opallet possono essere di legno, metallo, materie plastiche o altro materiale. La convenienza

    legata ai pallet dovuta al fatto che si riducono le manipolazioni. Il risparmio ovviamente deve essere

    superiore al costo delladozione dei pallet. Per esempio se la pallettizzazione destinata anche allaspedizione verso lesterno, il ritorno di vuoti pu essere un limite alla convenienza delladozione di questo

    tipo di stoccaggio. A partire da una certa percorrenza dunque si utilizzano palettature a perdere. Le

    palettature pi utilizzate sono costruite in legno e lUNI ha emanato diverse norme per la loro costruzione.

    Le dimensioni delle palette in pianta possono essere di: 800x1000, 800x1200, 1000x1200, 1200x1200.

    Alcune aziende europee per uniformare i trasporti e i macchinari hanno costituito lEPAL che ha fornito

    delle misure standard di 800x1200. Queste palettature riportano la sigla EPAL e FS I e i numeri xxx-x-xx che

    sono in ordine codice fabbricante, anno e mese di produzione e il marchio EUR dentro un ovale. La

    certificazione di qualit riconoscibile tramite graffa metallica. Queste palettature reggono unaltezza

    (salvo casi particolari) di 2 metri, e la superficie non ricoperta dal carico deve essere minima. Inoltre, si

    devono disporre i carichi appoggiandoli sulla faccia di maggiori dimensioni, e i colli devono essere disposti

    incrociati.

    (Vedi foto per maggiori dettagli)

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    Contenitori e container

    I contenitori sono utilizzati per proteggere i materiali trasportati. Si pu distinguere tra:

    - Contenitori a parete piena o in lamiera

    - A struttura reticolare

    - In filo di acciaio

    - Ripieghevoli

    Le preferenze vanno verso contenitori forcolabili e sovrapponibili. Anche la capacit pu essere moltovariabile ed generalmente di 1/1,5 m3di volume utile. I container sono generalmente forniti di agganci

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    che ne facilitano il trasbordo per mezzo di altri mezzi di trasporto. Si pu parlare di container piccoli quando

    il volume utile non super i 3 m3e possono essere costruiti in alluminio, acciaio ecc a seconda delle esigenze.

    Cassette

    molto diffuso nelle aziende luso di cassette in materie plastiche o legno. Le dimensioni delle cassette

    sono sottomultipli delle dimensioni dei pallet. Per il trasporto vengono usati carrelli manuali con freno apedale. Lorganismo odette ha definito una serie di contenitori in plastica con capacit da 5 a 60 dm 3.

    Gestione trasporti interni

    La comunicazione per i trasporti interni pu essere gestita attraverso telecomunicazioni e rete informatica

    apposita. Generalmente le varie fasi sono:

    1. Arrivo trasportatore

    2. Riconoscimento merce e controllo documenti

    3. Scarico merci e controllo colli

    4.

    Formazione UDC prelievo e immagazzinamento

    5.

    Picking, formazione colli, imballaggio, etichettatura, pesatura

    6.

    Controllo, assemblaggio UDS (unit spedizione) trasferimento in baia carico

    7.

    Carico veicolo

    8.

    Partenza

    Paranchi e argani

    I paranchi sono strumenti dedicati al sollevamento dei carichi, il pi semplice la cosiddetta taglia. La taglia

    semplice semplicemente costituita da una carrucola sospesa e una staffa ruotante, sulla cui gola passa un

    cavo a cui collegata la massa da trasportare /sollevare. Al fine di ridurre la forza per attivare il movimento,

    si accoppiano pi taglie semplici in modo da avere taglie multipli.

    Dalle taglie si passa aiparanchi a mano, infatti nel sistema a fune costituito da un tamburo, un riduttore

    meccanico e un azionatore (manovella). Nel sistema a catena invece abbiamo una ruota con delle impronte

    per avvolgere la catena, un riduttore e un comando con freno automatico a spinta. A parit di forza motrice

    questultimo meccanismo consente di sollevare carichi molto pi pesanti.

    Dopodich si passa ai paranchi elettrici e pneumatici. I secondi sono caratterizzati da motore a lamelle o a

    pistoni assiali. I vantaggi sono:

    - Non provocano scintille

    - Resistono meglio a agenti corrosivi

    -

    Sono meno soggetti ad avarie.

    Hanno per una portata limitata che si aggira intorno alle 1500, 2000kg.

    Un paranco elettrico costituito da:

    - Carcassa

    - Tamburo scanalato

    - Motore elettrico

    - Riduttore ad ingranaggi

    - Freno

    - Bozzello (comprendente pi pulegge di rinvio e gancio)

    -

    Apparecchiatura elettrica per impartire i comandi

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    il tipo di carico dipende dalla misura in cui viene utilizzata la portata del paranco. Le norme F.E.M.

    suddividono tali categorie in:

    1. Leggeri (k

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    La velocit di traslazione non supera generalmente i 40m/min. La potenza necessaria per imporre

    una velocit v al paranco vale:

    N=(Fv)/(1)

    Argani

    Per carichi maggiori a 10 tonnellate, i paranchi vengono sostituiti con gli argani. Altre applicazioni si hanno

    in montacarichi, funivie, seggiovie, e cabestani. Oltre i 15000kgf si adoperano argani con quattro o otto tiri

    di fune.

    Carriponte

    Generalit

    Un carroponte costituito da un paranco o da un argano su struttura metallica a sua volta scorrevole su vie

    di corsa sopraelevate. Si tratta di mezzi di trasporto discontinui per la movimentazione orizzontale di mezzi

    e materiali. Il manovratore opera da una apposita cabina posta sulla gru o a terra. La progettazione di uncarroponte richiede la precisazione di alcuni elementi:

    -

    Il carico massimo da movimentare o portata utile

    -

    Interasse delle rotaie di scorrimento

    -

    Tipo di rotaie

    -

    Velocit di sollevamento carico

    -

    Accelerazioni del sollevamento

    -

    Corsa massima verticale

    -

    Tensione di alimentazione

    -

    Tipo di cuscinetti

    -

    Modalit di trasmissione del moto

    - Tipo di dentatura degli ingranaggi

    - Materiali da impiegare per le diverse lavorazioni

    - Tipo di collegamento tra argano e tamburo

    - Tipo delleventuale cabina

    - Freccia di inflessione elastica del ponte

    Per travi ad anima piena laminate si richiedono frecce 1/750 dellinterasse delle rotaie, per travi ad anima

    piena con argani azionamento meccanico e velocit di 25 m/min f1/1000 dellinterasse delle rotaie.

    Dunque la freccia deve essere minore ai valori specificati.

    Sicurezze antinfortunistiche

    I mezzi di sollevamento e trasporto devono essere provvisti di dispositivi di frenatura, e di freni automatici.

    I ganci delle gru devono essere conformi alle norme UNI od europee e costruiti in acciaio fucinato. Inoltre

    devono avere chiusure atte a prevenire un eventuale distacco delle funi. Le passerelle per effettuare misure

    di manutenzione devono inoltre essere previste. Il sollevamento e il trasporto dei carichi devono avvenire

    senza che i carichi passino sopra le persone.

    GRU

    Le gru sono apparecchi a funzionamento discontinuo, impiegate per il sollevamento e la traslazione di

    carichi. Alcuni apparecchi oltre alla traslazione consentono anche una rotazione attorno ad un asse.

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    Gru a portale o cavalletto

    Le gru a portale sono particolarmente adatte qualora non possibile realizzare vie di corsa sopraelevate. Le

    rotaie infatti su questo particolare tipo di gru, sono posizionate a terra. Si possono avere gru a portale con

    uno o due bracci laterali a seconda delle necessit. Di norma le rotaie vengono installate al di sotto del

    piano del pavimento. Se le gru sono installate allaperto molto importante da tenere in considerazione lapressione dinamica del vento. Gli interassi di questo tipo di gru arrivano fino a 100m.

    Gru a bicicletta o a parete

    Si tratta di gru a braccio che possono spostarsi lungo le pareti di un fabbricato o lungo i pilastri di una

    campata. Sono necessarie tre vie di corsa, una in verticale, le altre due in orizzontale.

    Gru a bandiera

    Prevedono la rotazione attorno ad un asse verticale. Si suddividono a loro volta in gru a montante girevole

    e gru a montante fisso. Limpiego pi diffuso nellindustria prevede lutilizzo di gru a bandiera installate a

    servizio delle macchine utensili.

    Gru a piattaforma girevole

    Le gru a piattaforma girevole sono dotate di un braccio atto a sollevare il carico, montato su una

    piattaforma che pu girare su se stessa. Le caratteristiche di questa gru sono: portata, volata, altezza di

    sollevamento e velocit di funzionamento.

    Carrelli

    I carrelli sono dei mezzi che possono essere a traslazione manuale o motorizzata. Per essi si pu introdurre

    la seguente suddivisione:

    -

    Carrelli a traslazione manuale

    -

    Carrelli trasportatori azionati manualmente

    -

    Carrelli trasportatori-elevatori motorizzati

    Si possono distinguere inoltre per portata massima o capacit portante e gommatura delle ruote.

    Carrelli a traslazione manuale

    I carrelli a traslazione manuale possono assumere le forme pi disparate per assolvere determinati

    scopi/funzioni. Se i carichi sono leggeri si pu avere solo una ruota pivottante per ciascuna estremit. La

    portata massima dei carrelli a traslazione manuale dipende dallo sforzo che si deve effettuare.

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    Carrelli trasportatori-elevatori con azionamento manuale

    I carrelli ad azionamento meccanizzato, sono impiegati perlopi per la movimentazione di pedane, palette e

    colli avente forma opportuna. Anche in questo caso la portata massima dipende dallo sforzo per

    movimentare il carico. Il sollevamento pu essere comandato con manopole o centralina di controllo.

    Hanno velocit limitate e anche altezza di sollevamento limitate.

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    Carrelli motorizzati

    I carrelli di sollevamento con sistema di sollevamento e traslazione motorizzati sono i pi diffusi nelle

    aziende. Il sistema di azionamento pu essere

    - Termico

    - Elettrico (per interni)

    La scelta tra i due dipende da diversi fattori quali:

    - Minore tempo di avviamento per carrelli elettrici

    - Maggiore robustezza dei carrelli con motore diesel

    - Uso dei motori termici solo allesterno (per ovvie esigenze di smaltimento dei gas di scarico)

    - I carrelli elettrici necessitano di area di ricarica

    Si distingue inoltre tra carrelli con manovratore a bordo e carrelli con manovratore a terra. Questo tipo di

    carrelli dotato di speciali forche che possono sollevarsi rispetto al piano orizzontale. Esse sono montate suunapposita piastra scorrevole. La norma UNI ISO 5053 definisce duplex triplex e quadruplex i carrelli con

    un montante fisso e uno due o tre montanti mobili.

    Caratteristiche carrelli motorizzati

    Le principali caratteristiche di un carrello a forche sono:

    - Massima capacit portante

    - Distanza tra lasse delle ruote anteriori e la superficie frontale delle forche

    - Altezza di sollevamento delle forche

    - Dimensioni di ingombro in elevazione

    - Brandeggio dei montanti porta-forche

    Il brandeggio un movimento per cui le forche si inclinano in avanti e in indietro dei montanti sui quale

    scorre la piastra porta forche.

    Inclinando i montanti in avanti, risultano facilitate le operazioni di introduzione negli appositi spazi dellapalettatura.

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    La capacit portante una costante per ogni carrello ed esposta dalla formula:

    C= I*Q

    Dove Q il peso lordo del carico trasportato. Dunque possiamo determinare il massimo ingombro dellunit

    di carico da movimentare e la massimo portata del carrello per una data lunghezza dellunit di carico.

    Normalmente il costruttore specifica la portata nominale, la posizione del baricentro e la distanza A fralasse delle ruote anteriori e la superficie frontale delle forche. Dunque facilmente ricavabile la capacit

    portante C.

    Ovviamente prima che un carrello venga messo in commercio deve obbligatoriamente superare delle prove

    di collaudo che sono:

    a) Prova di stabilit longitudinale in impilamento

    b) Prova di stabilit longitudinale in movimento

    c)

    Prova di stabilit laterale in impilamento

    d)

    Prova di stabilit laterale in movimento.

    Un altro importantissimo parametro per la scelta del macchinario laltezza massima di sollevamento delleforche. Laltezza di sollevamento raggiungibile con forche a duplice o triplice sfilamento di 8/9 metri.

    Per quanto riguarda le caratteristiche geometriche dei carrelli rivestono particolare importanza:

    - Laltezza totale del carrello con le forche e i montanti abbassati

    - Lingombro massimo in altezza del carrello

    - Lunghezza totale

    - Lunghezza e spessore delle forche

    - Ingombro in larghezza

    - Raggio minimo di sterzatura

    -

    Raggio di ingombro minimo in fase di sterzaturaGli ultimi tre parametri sono fondamentali visto che fanno a scontrarsi con la larghezza dei corridoi di

    transito.

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    Alla larghezza minima del corridoio bene aggiungere 200mm di franco per sicurezza. Il raggio minimo di

    sterzatura si pu determinare graficamente quando noto langolo massimo di sterzatura delle ruote.

    =

    Nel caso di un carrello con assale sterzante secondo cui le ruote possono assumere angoli diversi:

    = =

    Altri parametri caratteristici sono:

    - Velocit di marcia con e senza carico

    -

    Velocit di sollevamento delle forche- Velocit di discesa delle forche

    - Pendenza superabile

    - Capacit di traino

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    Ed sempre opportuno conoscere:

    - Peso

    - Carico massimo su ciascuna ruota

    -

    Tipo di freni

    -

    Tipo di batteria-

    Numero di marce

    Tipi di carrello trasportatore

    Teniamo sempre a mente che la necessit primaria per la disposizione dei carichi e per la scelta dei carrelli

    elevatori, quella di diminuire quanto pi possibile la larghezza dei corridoi a vantaggio dello spazio utile.

    Dunque in questi casi si pu scegliere il tipo di carrello che pi soddisfa le nostre esigenze (vedi figure)

    Attrezzature speciali per carrelli

    Per consentire luso dei carrelli anche per colli che non costituiscono unit di carico. In figura si possono

    vedere alcuni di questi implement. Luso di un attrezzo speciale conveniente se si deve movimentare un

    solo tipo di carico o carichi simili tra loro. Se i carichi sono diversi si deve tenere conto del costo di

    montaggio dei vari attrezzi.

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    Trasportatori a rulli

    I trasportatori a rulli consistono in una serie di rulli uno davanti allaltro, montati su apposite strutture

    portanti. Devono avere lunghezza tale da appoggiare almeno su due rulli. Su di essi si possono eseguire

    varie operazioni.

    Particolarit costruttive

    I rulli dei trasportatori in esame sono costituiti da tubi di acciaio montati su cuscinetti a sfere. I rulli devono

    essere scelti tenendo conto dei carichi da trasportare. Per quanto riguarda la lubrificazione si possono

    avere rulli lubrificati in fase di costruzione con appositi ingrassatori o rulli lubrificati a vita in fase di

    costruzione. Le strutture portanti sono costituite da unincastellatura in materiali metallici.

    Laccoppiamento invece realizzato tramite bullonatura.

    Classificazione dei traportatori a rulli

    La classificazione avviene tenendo conto del diametro dei rulli, del diametro dellalbero, della lunghezza del

    cilindro esterno, linterasse tra i rulli.

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    La motorizzazione si realizza secondo una delle seguenti modalit:

    - Prevedendo catene motorizzate

    - Facendo scorrere un nastro o una cinghia piatta contro la generatrice inferiore dei rulli

    -

    Trasmettendo il moto di rotazione dei rulli mediante cinghie ad anelli a sezione tonda.

    Quando le strutture portanti sono disposte in pendenza e i rulli sono folli lavanzamento del materialesovrastante pu avvenire per gravit. sufficiente una pendenza di 3/6%.

    ovvio che per risparmiare pi energia possibile bene che i rulli abbiano una bassa resistenza alla

    rotazione.

    Accessori a volte essenziali sono i rulli frenanti e i dispositivi di arresto, automatici o manuali.

    Allora i trasportatori si possono suddividere in:

    - Trasportatori a rulli orizzontali

    -

    A rulli di gravit

    -

    A rulli motorizzati

    Scelta dei rulli

    I principali parametri da conoscere sono il carico massimo da trasportare e la velocit di rotazione. Si

    devono conoscere inoltre anche il passo dei rulli e il tipo di fissaggio.

    Il passo minimo dei rulli consigliato quello che permette di avere sempre un appoggio su almeno 3 rulli.

    Oltre a questi fattori si deve tenere conto dellambiente incui verranno collocati, e di seguito scegliere il

    materiale pi adatto.

    Trasportatori a rotelle

    Quando i carichi da movimentare sono leggeri e hanno fondo piano opportuno pensare a un

    trasportatore a rotelle come mezzo di traslazione. In questo sistema troviamo due o pi rotelle calettate

    sullo stesso albero. Questi tipi di trasportatori sono leggeri, costano poco, danno luogo ad una resistenza

    allattrito minima.

    Curve e deviatori

    Ovviamente dobbiamo pensare anche a eventuali deviazioni lungo il percorso dei carichi da trasportare. Per

    questo motivo possiamo avere:

    -

    Curve, costituite da rulli cilindrici doppi o tronco conici

    -

    Curve a rotelle-

    Piattaforme girevoli

    -

    Piattaforme a sfere

    -

    Carrelli

    -

    Deviatori mobili

    - Curve adeguatamente inserite in un trasportatore a rulli rettilineo

    - Dislivelli opportuni

    - Deviatori rulli catene.

    Lungo la movimentazione possono anche essere inseriti elementi come scivoli e discensori gli

    scivoli a profilo elicoidali presentano lenorme vantaggio di movimentare il carico per semplice gravit.

    La forza centrifuga crescente provoca una frenatura del collo lungo la parete laterale, facendo

    discendere il carico ad una velocit pressoch costante.

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    pag. 24

    Possiamo inoltre trovare trasportatori a catene, consistenti in una o pi catene mosse da ruote dentate

    collegate ad un gruppo motoriduttore. Questi trasportatori presuppongono che il carico poggi sulle

    catene.

    Trasportatori a nastro

    I trasportatori sono impiegati per il trasporto continuo dei carichi. Sono costituiti da:

    - Un nastro trasportatore

    - Rulli superiori

    - Un tamburo motore

    -

    Una struttura metallica

    Possiamo inoltre distinguere tra:

    - Nastri trasportatori di tela o gomma

    - In fibre naturali o sintetiche

    -

    Di acciaio

    -

    Rete metallica.

    Tela e gomma

    Le UNI 8721 definisce i trasportatori come una struttura di gomma e tela a forma di nastro chiuso ad anello.

    La norma UNI 3786 classifica i nastri in base alla resistenza a rottura dellinserto, sia in direzione

    longitudinale che trasversale. Nota la resistenza e i carichi, il costruttore determina la resistenza delle tele

    che costituiscono il nucleo. Il rivestimento di tale nucleo pu assumere quattro gradi di qualit, indicati con

    le lettere M-N-P-Q

    Fibre naturali e sintetiche e in acciaio

    I nastri di acciaio sono adatti per temperature superiori a 100 gradi e per il trasporto di materiali corrosivi.

    I valori pi frequentemente adottati sono:

    -

    Spessore lamiera 0,8: 1,2 m

    -

    Larghezza nastro 0,2: 1,2 m

    -

    Velocit massima 0,6: 1,2 m/s

    - Diametro pulegge di rinvio, 100 volte lo spessore del nastro

    - Coefficiente di aderenza 0,1

    Nastri piani e a conca

    I nastri possono essere piani e a conca. Sono piani i nastri destinati a trasportare colli singoli, concavi quelli

    per trasportare tanti materiali alla rinfusa. In quelli concavi il nastro superiore supportato da 2 o da 3 rulli.

    Tra i trasportatori a conca ci sono quelli a ghirlanda due tre o cinque rulli sono collegati tra loro mediante

    maglie di catena e sospesi a sostegni. Sono utilizzati per il carico e il trasporto di materiale di grande

    pezzatura e spigolosi.

    Caratteristiche ed elementi costitutivi dei trasportatori a nastro

    Un trasportatore a nastro essenzialmente caratterizzato dai seguenti parametri:

    - Lunghezza del trasportatore

    -

    Larghezza del nastro e numero di tele o spessore- Inclinazione del nastro

    - Velocit del nastro

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    - Diametro dei tamburi

    -

    Diametro dei rulli

    -

    Cuscinetti, generalmente di tipo radiale rigido a sfere

    -

    Angolo di avvolgimento del nastro sul tamburo motore e tipi di materiali del nastro.

    Oltre agli elementi gi indicati per i nastri trasportatori dobbiamo aggiungere:- Un tenditore a vita o a molla, o un contrappeso

    -

    Un dispositivo di carico avente lo scopo di limitare gli urti tra materiale e nastro

    -

    Due sponde laterali

    -

    Uno o pi dispositivi per lo scarico del materiale

    -

    Un dispositivo di frenatura

    -

    Un raschiatore per la pulizia della spazzola

    Potenzialit di trasporto

    Scatole, colli, cassette

    La potenzialit del trasporto data da una espressione del tipo:

    =

    Dove:

    - K= costante dipendente dalle unit di misura adottate

    - q= carico distribuito sul nastro

    - B = larghezza del nastro

    - V= velocit del nastro

    Materiali alla rinfusa

    Per quanto riguarda i materiali alla rinfusa lespressione della potenzialit ditrasporto varia, infatti si

    sostituisce a kq un k che altro non che una costante che dipendono dalle unit di misura adottate.

    Calcolo di un trasportatore a nastro

    Per il calcolo corretto di un trasportatore a nastro bisogna innanzitutto avere questi dati di partenza:

    - Caratteristiche chimico-fisiche del materiale da trasportare

    - Portata richiesta

    - Lunghezza del trasportatore

    - Profilo dellinstallazione

    Resistenza al moto

    Le resistenze che si oppongono al moto di un trasportatore a nastro sono le seguenti:

    - Coefficiente di attrito dei rulli (f)

    - Peso delle parti mobili (qsespresso in kgfal metro)

    - Lunghezza del trasportatore misurata fra gli assi dei due tamburi di estremit (l)

    1 =

    Questa prima formula lattrito della massa in moto del trasportatore.

    Poi abbiamo lattrito per il trasporto del materiale

    2 = ()()

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    Lo sforzo da far superare per un eventuale dislivello:

    3 = ()

    La resistenza dovuta ad eventuali scaricatori fissi o mobili

    4 = ()E le resistenze fisse.

    Lo sforzo totale la somma di queste 5 grandezze e si indica con R.

    Potenza assorbita

    Dallo sforzo totale possibile calcolare la potenza assorbita come:

    =

    102()

    Tensioni del nastro

    Equivalgono alle tensioni T1 e T2 studiate in meccanica applicata alle macchine.

    Numero di tele

    Determinata la massima tensione T si pu definire il numero di tele da inserire nel nastro, che dato da:

    =

    Dove n=numero di tele

    K= resistenza dellunit di lunghezza di una tela

    B= larghezza del nastro.

    Elevatori

    Gli elevatori a nastro sono trasportatori continui impiegati per fare superare ai materiali un determinato

    dislivello. Essi possono essere disposti verticalmente oppure con un determinato angolo di inclinazione. Si

    pu inoltre effettuare unaltra distinzione tra elevatori a tazze fissate a catene, o a nastri trasportatori.

    Normalmente la velocit delle tazze montate a catena arriva fino a 1 m/s mentre quella degli elevatori a

    nastro di 2 m/s.

    Il calcolo di un elevatore a nastro si effettua tenendo conto:

    -

    Della potenzialit richiesta Q

    -

    Delle caratteristiche chimico fisiche del materiale da sollevare

    Noti questi elementi si sceglie il tipo di tazza la distanza la velocit e si definiscono il peso P e il volume C del

    materiale contenuto in ogni singola tazza.

    A seconda dellutilizzo si pu scegliere di usare tazze rotanti (es. quando arrivati in cima si deve versare il

    contenuto in un contenitore) o fisse.

    Elevatori a bilancini

    Gli elevatori a bilancini, chiamati anchepaternoster,consistono in:

    -

    Due catene (o funi)

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    - Una coppia di ruote superiori e una inferiore

    -

    Una serie di ripiani

    -

    Un gruppo motore (generalmente sistemato in alto)

    Un impiego interessante quello che prevede il carico automatico dei bilancini a valle di una operazione

    produttiva

    Trasportatori a catena

    I sistemi di trasporto a catena sono caratterizzati dal fatto che una o due catene traenti assicurano

    lavanzamento del materiale. Analizziamoli pi da vicino.

    Convogliatori aerei

    Possono essere suddivisi in:

    - Monorotaia in cui una catena traente compie un circuito chiuso trascinando dei carrellini scorrevoli.

    Ai carrellini sono sospesi ganci, ripiani, cestelli ecc..I convogliatori aerei sono in grado di superare

    dislivelli. A questo proposito bisogna prevedere la creazione di curve nei piani superiori.

    Linclinazione in genere di 30 o 45. Le dimensioni di ingombro dei carichi determinano il passo

    minimo tra un carrello e laltro. Quando la potenzialit o le esigenze del trasporto sono tali che la

    distanza fra i trolley risulta maggiore del passo minimo, si devono prevedere dei carrellini intermedi

    che hanno il ruolo di sostenere la catena. Il moto della catena causato da una ruota dentato o da

    un gruppo di comando con denti che ingranano nel convogliatore. Questo ultimo tipo di comando

    viene sovente chiamato caterpillar. Quando i carichi superano il peso trasportabile da un trolley, si

    accoppiano due carrellini con una barra porta carico, oppure si adottano carrellini a quattro ruote.

    - Birotaia in cui le vie di corsa sono due. I carichi corrono sulla via di corsa inferiore supportati da

    appositi carrelli. La doppia via di corsa, se da un lato comporta maggiori investimenti, dallaltro

    consente di sganciare il carico dalla catena traente senza lintervento diretto delluomo, senza

    necessit di fermare il convogliatore. Unaltra importante caratteristica dei birotaia quella di

    costituire accumuli di bilancelle. I sistemi di aggancio e di svincolo variano da un costruttore

    allaltro. Il gruppo motore anche in questo caso del tipo caterpillar. A favore dellimpiego di

    convogliatori aerei sta la loro capacit di compiere percorsi tortuosi.

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    Casi Monorotaia

    Casi Birotaia

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    Le velocit dei convogliatori aerei dipendono:

    - Dalla potenzialit richiesta

    - Dal sistema di carico e scarico adottato

    -

    Dal carico trasportato e dalla lunghezza del percorso

    -

    Dalle preselezioni richieste al convogliatore.Convogliatori a carrelli

    I convogliatori a catena per il traino di carrelli e ruote si distinguono in base alla posizione della catena in:

    a) Convogliatori con catena a pavimento

    b) Convogliatori con catena aerea

    c) Convogliatori con catena sotto piano pavimento (noti anche come trukveyor)

    Con i truckveyor nessun ostacolo ingombra i reparti di lavoro tranne i carrelli. Lapertura del pavimento ha

    infatti una larghezza di 2/3 cm e non costituisce ostacolo. Lunico inconveniente deriva dal fatto che

    attraverso lapertura possano entrare rifiuti e polvere. A questo proposito la catena viene dotata di

    raschiatori che eliminano lo sporco depositandolo in appositi pozzetti.

    Versioni pi recenti e tecnologiche sono quelle a nastro magnetico i carrelli sono guidati da conduttori

    flessibili posti ad una profondit di 10/20 cm.

    Ogni carrello dotato dei seguenti sistemi di sicurezza:

    -

    Paraurti anteriore flessibile

    -

    Lampeggiatore luminoso

    -

    Avvisatore acustico

    Trasportatori a piastre

    Sono costituiti da piastre in lamiera di acciaio con ruote e trascinate da catene disposte ai lati. Sono noti

    anche come trasportatori apron. Essi sono particolarmente adatti per il trasporto di materiali pesanti o

    abrasivi o con temperature elevate.

    La velocit dei trasportatori a piastre si aggira tra i 6 e i 10 m/min, ma nella variante con piastre snodate si

    raggiungono i 30 m/min.

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    Trasportatori a tapparelle

    Questo tipo di trasportatore del tutto analogo agli apron, se ne differenziano per il fatto che le piastre,

    sono prove di risvolti e presentano interstizi tra luna e laltra. Molto adatti per trasporto di sacchi e

    cassette.

    Ascensori e montacarichi

    Ascensori e montacarichi consistono in una cabina che trasla verticalmente su guide fisse, grazie a delle funi

    collegate ad un contrappeso e una seconda cabina.

    Definita la corsa media della cabina H e il numero di persone N, si pu determinare la capacit o portata P

    una volta definito il tempo T.

    Tale tempo risulta pari alla somma dei tempi che compongono:

    - Lapertura delle porte

    -

    La chiusura delle porte

    -

    Avviamento-

    Corsa media

    -

    Frenatura

    -

    Apertura

    -

    Scarico

    -

    Chiusura delle porte.

    Il tempo occorrente per il carico e lo scarico dei materiali varia sensibilmente dal tipo di carico.

    Elementi di progetto

    Determinato il tempo T, del ciclo medio, si pu ottenere la capacit portante della cabina con:

    =

    3600

    Fra i numerosi organismi notificati si possono citare IMQ, DNV, RINA ecc.

    Dispositivi di sicurezza

    I principali dispositivi di sicurezza riguardano:

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    - Paracadute idoneo a fermare la cabina in discesa nel caso di rottura di tutte le funi

    -

    Apparecchio di sicurezza atto a impedire leccesso di velocit

    -

    Interruttori extra corsa per fermare la cabina quando oltrepassa i piani estremi della distanza

    minima compatibile con il funzionamento normale

    -

    Serratura meccanica per ogni porta di piano, allo scopo di impedirne lapertura finch la cabina non

    si ferma-

    Contatti di sicurezza da applicare alle porte della cabina

    -

    Cabine munite di mezzi di comunicazione bidirezionali

    -

    Freno elettromeccanico attivo in assenza di tensione

    -

    Valvola di blocco del flusso attiva in assenza di tensione.

    Essenzialmente laderenza delle funi sulla puleggia deve essere tale da soddisfare le tre condizioni seguenti:

    1)

    La cabina caricata del 125% della sua portata nominale deve essere mantenuta al livello del piano

    senza scorrimento delle funi

    2) La frenata di emergenza della cabina deve provocare una riduzione della velocit compatibile con

    quella di calcolo degli ammortizzatori3) Non deve essere possibile spostare la cabina vuota con un movimento di rotazione della puleggia di

    frizione quando il contrappeso appoggiato sugli ammortizzatori.

    Al fine di usufruire di una maggiore elasticit nellubicazione si canno diffondendo sistemi di azionamento

    degli ascensori e montacarichi e di tipo idraulico. Questa soluzione consente di ridurre laltezza della testata

    del vano di corsa fino a 3,3m e di disporre il locale del macchinare non necessariamente al di sopra del vano

    corsa, ma anche ad un piano intermedio in basso.

    Magazzini industriali

    Generalit

    I magazzini industriali hanno lo scopo di conservare i materiali, assicurare la disponibilit delle materie

    prime e consentire una disposizione razionale del materiale.

    Si pu dedurre dunque che i magazzini hanno una grande importanza in quanto:

    1) Rappresentano un peso economico non indifferente

    2) Richiedono notevole spazio

    3) Devono rispondere a precise esigenze di funzionalit

    La sosta, per ottimizzare i flussi, deve essere minima, richiedere il minor numero di movimentazioni e

    comportare operazioni di carico, scarico e immagazzinamento col minor numero di operazioni possibili.

    Dal punto di vista degli impianti troviamo magazzini atti a:

    - Conservare materie prime

    - Semilavorati

    - Prodotti finiti

    Il primo assicura una riserva di materiali greggi, il secondo costituisce un polmone tra il prodotto iniziale e

    finale, il terzo necessario in quanto tra produzione finita e spedizione intercorre un certo tempo e la

    produzione segue determinati programmi.

    Allora si possono usare i termini:

    - Deposito, con riferimento a materiali, raccolti allaperto e di poche qualit

    - Magazzino, con riferimento a materiali raccolti in luoghi aperti

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    Allora si pu definire la modalit di immagazzinamento a seconda che parliamo di

    a) UDC

    b) Colli e materiali vari

    c)

    Prodotti speciali

    d)

    Materiali scioltie)

    Liquidi e gas

    In un magazzino automatizzato i prodotti vengono inviati automaticamente al luogo di deposito.

    Indici caratteristici dei magazzini

    a) Indice di utilizzazione superficiale =

    b) Indice di utilizzazione volumetrico Iv =Vu

    Vt

    c) Indice di selettivit definito dal rapporto del numero di voci che si possono depositare o prelevare

    senza spostare altre voci, ed il numero di voci immagazzinate

    d)

    Indice di manodopera, indica il rapporto tra tonnellate arrivate in magazzino o spedite allo stesso inun certo tempo ed il numero di ore lavorative degli addetti nello stesso periodo

    e)

    Indice di potenza, rapporto tra tonnellate arrivate o spedite in un tempo, e la potenza elettrica

    installata nel magazzino

    Mezzi di trasporto e contenimento

    Bisogna scegliere preventivamente:

    1) I mezzi di contenimento e dei sistemi di trasporto pi adatti per il magazzino allo studio

    2) I sistemi di immagazzinamento pi convenienti

    I mezzi di contenimento possono essere scelti tra quelli analizzati precedentemente (capitolo 15).Circa i mezzi di trasporto sono da tenere presenti:

    - Carrelli elevatori a forche motorizzate

    - Carriponte di impilaggio

    -

    Carriponti dotati di opportuni implementi

    -

    Trasportatori a rulli

    -

    Trasloelevatori

    Modalit di immagazzinamento

    Le modalit di immagazzinamento variano a seconda di cosa dobbiamo immagazzinare. Avremo unfattore tecnico (che tiene conto delle caratteristiche del materiale da immagazzinare del peso e del

    volume) e un fattore economico (che esige il minimo costo di ammortamento, di manodopera ,

    esercizio e manutenzione).

    a) Unit di carico -> con questo tipo limmagazzinamento pu avvenire mediante sovrapposizione

    oppure mediante scaffalatura. Nel primo caso abbiamo pi convenienza a parit di frequenza di

    movimentazione. Spesso non si pu usare perch il numero di UDC sovrapponibile troppo piccolo

    oppure perch la dimensione e la forma delle UDC non lo consentono, oppure perch la capacit

    portante del pavimento consente di sovrapporre un numero limitato di UDC

    b) Scaffalatura , si possono avere scaffali fissi o smontabili a struttura tubolare in profilati di acciaio in

    angolari forati o in cemento armato. Laltezza da terra non dovrebbe superare i 2/ 2,5 m. al serviziodi scaffali con altezze superiori a ai 12/13m si possono usare carriponte di impilaggio.

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    Una scaffalatura di tipo tradizionale caratterizzata da pi ripiani e dal fatto che ogni fronte si affaccia

    su un corridoio di servizio. Lo scaffale a gravit consente il corico dei materiali da un lato e il prelievo

    dal lato opposto. Una variante dello scaffale a gravit quella in figura 30.7, ma anzich uno

    scorrimento per gravit vi un carrello motorizzato che preleva ciascuna UDC da una estremit e la

    porta allaltra. Lo scaffale di fig. 30.8 noto come scaffale passante ed adatto per UDC molto

    numerose e non sovrapponibili. Il successivo del tipo compactus, e consente di realizzare indici diutilizzazione assai elevati. Tali elementi sono dotati di ruote scorrevoli su apposite rotaie e possono

    essere trainati singolarmente. Tuttavia richiede tempi di accostamento ai vani molto pi lunghi ed il suo

    impiego vincolato dalla frequenza di movimentazione. Poi abbiamo anche i cosiddetti alti scaffali

    cio di scaffalature che superano i 20/30m. i mezzi di trasporto da usare sono i trasloelevatori.

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    Colli e materiali vari

    Comprendono quei prodotti come materiali alla rinfusa e che non consentono di essere raggruppati in

    UDC. In questi casi entrano in gioco fattori come:

    - Variet e natura dei prodotti

    - Forma dimensione e peso degli stessi

    - Quantit di materiali

    -

    Modalit di frequenza

    Per quanto riguarda gli scaffali si usano:

    - Il tradizionale

    - Scaffali sovrapposti, in genere a doppia facciata

    -

    Scaffali ad elementi mobili longitudinalmente

    -

    Scaffali ad elementi mobili trasversalmente

    -

    Scaffali rotanti

    Prodotti speciali

    Con tale denominazione indichiamo i materiali che per loro forma e dimensioni determinano particolariproblemi di immagazzinamento. Per esempio:

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    - Tubi e barre

    -

    Lamiere

    -

    Rotoli di filo

    -

    Bobine

    Materiali alla rinfusa

    Le pi frequenti soluzioni di immagazzinamento alla rinfusa sono:

    - In mucchi

    - In tramogge

    -

    In sili

    -

    In contenitori

    Depositi

    Se i materiali possono essere depositati allaperto, si cerca di realizzare ke soluzioni di stoccaggio pi

    semplici possibile.

    Il metodo ABC

    Il metodo ABC utilizzato anche nella statistica, viene usato per ridurre linfluenza della gestione dei

    magazzini. Come si vede dalla figura, se si sposta sullasse x il numero delle voci immagazzinate (in %) e

    sulle y il valore delle v oci, si rileva che:

    -

    Meno del 10-20% rappresenta quasi l80% del valore degli articoli

    -

    Il 20-25% rappresenta quasi il 30% del valore totale

    -

    Una percentuale superiore al 70% rappresenta il 5%

    Tale suddivisione consente di assegnare una importanza diversa a ciascuna categoria di articoli A, B o C.

    Progettazione dei magazzini

    Prenderemo, al fine di progettare il magazzino, i seguenti mezzi di trasporto:

    -

    Carrello elevatore a forche frontali

    -

    Carrello elevatore a forche con montanti retrattili

    -

    Carrello elevatore con forche laterali

    -

    Carroponte di impilaggio

    Inoltre ci preoccuperemo del solo indice di utilizzazione superficiale.

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    Dunque tra le problematiche principali abbiamo:

    - Individuare le caratteristiche fisiche e dimensionali dei materiali da immagazzinare

    - Determinare il numero di voci e le relative quantit da immagazzinare

    -

    Precisare lindice di selettivit

    -

    Scegliere i mezzi di contenimento-

    Individuare i sistemi di immagazzinamento adatti, dopo avere suddiviso i materiali nelle 3 categorie

    A, B, C.

    -

    Valutare il costo di realizzazione

    Dopodich dobbiamo:

    1)

    Suddividere i materiali da immagazzinare in gruppi di voci tra di loro simili per caratteristiche fisico-

    dimensionali

    2)

    Stabilire il numero massimo di pezzi che si possono raggruppare

    3)

    Limitare il numero ed i tipi di contenitori al minimo necessario

    4) Ridurre i travasi

    5)

    Assicurare la massima facilit di movimentazione

    6) Ubicare le voci maggiormente movimentate in prossimit del reparto ricevimento o spedizione

    7) Prestabilire un metodo di immagazzinamento dei materiali

    Elementi per il dimensionamento degli scaffali

    Nel caso di scaffali di UDC la distanza tra i montanti dipende anche dalle dimensioni delle stesse Unit.

    I ripiani di uno scaffale possono avere superficie dappoggio continua oppure costituita da montanti di

    appoggio.

    Per il dimensionamento degli scaffali si ricorre alla Scienza delle Costruzioni.

    Elementi per la determinazione economica dei materiali da immagazzinare

    Come gi detto bisogna limitare al massimo il quantitativo di materiale immagazzinato.

    In altre parole occorre soddisfare le esigenze di , ridurre al minimo le scorte e di assicurare i prodotti

    occorrenti. Tutto ci si pu ricondurre alla tecnica degli stock, o delle giacenze.

    Ottimizzazione del costo di immagazzinamento

    Il costo per lapprovvigionamento costituito essenzialmente ai costi dellufficio acquisti e dei trasporti. Il

    costo di immagazzinamento vero e proprio invece somma di :

    -

    Interesse del capitale

    -

    Costo della manodopera

    -

    Ammortamento dei mezzi delle macchine e della struttura

    - Illuminazione, assicurazione, riscaldamento ecc.

    In pi abbiamo anche il costo della scorta di sicurezza. Tale quantitativo S pu considerarsi acquistato una

    volta per tutte, dunque pu risultare interessante prevedere il suo costo di immagazzinamento.

    Material requirement planning

    Precedentemente abbiamo considerato il flusso dei materiali seguendo il criterio classico di determinazione

    del fabbisogno degli stabilimenti in base ai consumi registrati.

    Tale pianificazione di materiali richiede che ogni fase sia programmata in funzione della fase successiva.

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    Pertanto il fabbisogno dei materiali da approvvigionare dato da:

    - Programmi di produzione nellimmediato futuro

    - Distinta base dei prodotti e relativa scomposizione dei suoi componenti

    -

    Tempi di consegna di tutti i componenti

    Sulla base dei dati, un algoritmo pu aiutarci a definire ordini pianificati per ciascuna voce.

    Iljust in time e la terziarizzazione

    Oltre alluso dellMRP si visto diffondere luso del just in time, basata sul concetto di eliminare gli stock

    dei materiali rispettivamente a monte e a valle.

    In alternativa si pu prevedere la gestione automatica dei magazzini, basata sullutilizzo di data base

    informatici contenenti le informazioni dei prodotti e degli approvvigionamenti.

    Oggi si diffuso molto luso della terziarizzazione logistica, che consiste nellaffidare a terzi la gestione dei

    magazzini.

    Arrivo e spedizione dei materiali

    Generalmente i materiali possono arrivare:

    -

    Via strada

    -

    Via ferrovia

    -

    Via acqua

    Anche dal punto di vista del carico e dello scarico si possono avere:

    -

    Unit di carico-

    Colli e materiali sfusi

    -

    Prodotti speciali

    -

    Materiali alla rinfusa

    -

    Liquidi e gas

    Limpiego di UDC consente di adottare impianti di carico e scarico con prestazioni elevate. La scelta delle

    UDC pi convenienti deve essere effettuata tenendo conto di :

    -

    Fornitori

    -

    Sistema di carico e scarico dei veicoli

    -

    Immagazzinamento dei prodotti finiti e la successiva alimentazione al reparto spedizione

    Veicoli stradali

    Si definiscono veicoli stradali tutti quei veicoli adibiti al trasporto merci dotati di ruote e autorizzati a

    circolare su strada aperta al pubblico. Essi possono inoltre essere suddivisi in :

    - Scoperti

    - Coperto o chiuso

    - Di tipo speciale

    Un tipo di orientamento sulla scelta del veicolo pi adatto pu essere fatta :

    -

    Impiego di autoveicoli speciali per materiali alla rinfusa- Impiego di veicoli scoperti nel caso di container

    - Impiego di veicoli chiusi nel caso di UDC o colli

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    Banchine

    Le banchine sono spesso indispensabili per il carico e lo scarico dei materiali. Gli elementi caratteristici sono

    altezza e profondit. Generalmente tale altezza varia da 1 m a 1,3 m e viene scelta in base allimpiego della

    banchina come zona di carico o scarico. Infatti nel primo caso il mezzo arriva senza carico a bordo e quindi

    col pianale di carico pi alto.Stesso discorso pu essere fatto per i vagoni ferroviari.

    Durante le operazioni di carico e scarico i mezzi devono accostarsi alla banchina con una manovra di

    retromarcia. Da ci deriva il fatto che lo spazio antistante deve consentire questa manovra, e quindi

    bisogna ben dimensionare gli spazi.

    Reparti di ricevimento e spedizione

    Banchine impianti di carico e scarico aree di sosta devono essere posti in modo tale da facilitare tutte le

    operazioni appena citate, abbreviare i tempi di attesa e lavoro e consentire un flusso rapido.

    Sistemi di trasporto AGV

    Lautomazione sempre pi spinta delle fasi produttive ha provocato, innovazioni tecniche anche nellambito

    dei magazzini industriali e degli impianti. Tra i sistemi pi usati abbiamo i automatic guided vehicles.

    In linea generale essi comprendono:

    a)

    I veicoli in guida automatica

    b)

    Un impianto che guida i carrelli lungo tragitti prestabilitic)

    Un impianto per trasmettere comandi informazioni, situazioni di carico

    d)

    Un sistema di gestione

    Guida dei veicoli

    Il sistema di guida fa seguire ai veicoli, i percorsi richiesti. Tali percorsi sono definiti tramite:

    -

    Cavo inserito nel pavimento

    -

    Nastri o riscontri disposti sul pavimento o su punti fissi sopraelevati

    -

    Memorizzazione del percorso nel calcolatore installato

    Prendiamo il caso della guida induttiva. Un apposito generatore di frequenza alimenta un filo con una

    corrente elettrica alternata a bassa tensione. Si genera cos un campo magnetico. I veicoli sono dotati

    ovviamente di sensori magnetici che sono in grado di riconoscere il campo magnetico. Inoltre le rotaie

    possono essere:

    -

    Mono frequenza in cui un unico cavo individua tutti i possibili percorsi. In corrispondenza degli

    incroci possibile inserire corrente solo lungo il tragitto che il carrello deve seguire. In alternativa si

    fa variare la frequenza

    - Multi frequenza, in cui i percorsi sono rappresentati da altrettanti cavi, che sono attraversati da

    correnti a frequenze diverse. I carrelli sono dunque in grado di riconoscere la frequenze a loro

    destinata e seguire solo un determinato percorso.

    Guida ottica a luce riflessa

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    Il percorso del sistema di trasporto individuato da nastri catarifrangent