Il triangolo d’oro del Barocco - Relais Parco Cavalonga · 2014. 6. 27. · di San Giorgio, alla...

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in Viaggio 91 90 in Viaggio VAL DI NOTO Il triangolo d’oro del Barocco di Enrico Saravalle foto di Alfio Garozzo Noto, Modica e Ragusa: un tour fra le tre città gioiello, elencate tra i patrimoni dell’Unesco. Per ammirare monumenti e architetture, manifesto del Barocco siciliano. Qui a lato: sirene, sfingi, ippogrifi, cavalli alati decorano le balconate del settecentesco Palazzo Nicolaci a Noto, gioiello del Barocco. In basso: la facciata della Chiesa Madre a Noto, restaurata nel 2000. Gennaio 1693: un megaterremoto col- pisce la Sicilia sud-orientale, distrug- gendo decine di città e paesi. I viceré spagnoli non perdono tempo e assoldano per una tempestiva opera di ricostruzio- ne maestranze e architetti locali e in pochi mesi tutto ritorna come prima. O quasi. Sono Noto, Modica e Ragusa le città che subiscono un restyling quasi totale e, vi- sto che il Barocco, in architettura, in que- gli anni va fortissimo, le “magnifiche tre” diventano immediatamente i testimonial più prestigiosi della nuova corrente arti- stica. Sulle rovine di chiese, case, palazzi sorgono nuove chiese, nuove case, nuovi palazzi dove scalpellini e scultori creano piccoli capolavori. Poveri perché nella Salotto in pietra La Chiesa Madre e il Palazzo Vescovile, costruiti in tufo, sono i due edifici sacri che dominano piazza del Municipio a Noto. fretta della ricostruzione non c’è tempo di rifornirsi di marmi pregiati e allora si ri- corre alla pietra locale, il tufo, facile da la- vorare e dalle incredibili sfumature dorate. Ma belli, perché tutto risulta spettacolare, teatrale, con soluzioni a effetto: i prospet- ti dei palazzi si riempiono di cornucopie ricolme di frutta, le mensole dei balconi si popolano di figure mostruose, sulle fac- ciate di chiese e conventi spuntano mostri e demoni, sante in estasi o paffuti angio- letti. E tutto, assolutamente tutto, scolpito, intagliato, cesellato nel tufo. Insomma, un angolo di isola “charming” (come viene definito negli Usa dopo il suo inserimento tra i patrimoni dell’Une- sco), da scoprire lentamente magari con i ragazzi del VespaClubIspica, associa- zione di amanti delle mitiche due ruote che ha come scopo la valorizzazione del territorio: i soci si mettono a disposizio- ne dei viaggiatori (previo appuntamento) e li accompagnano su rombanti Vesponi rigorosamente vintage nelle tre piccole “capitali del Barocco”. Prima tappa? Noto, senza dubbio, perché nel 1693 viene rasa al suolo completa- mente e per la ricostruzione viene scelto un pendio rivolto verso il mare. Si spiega così la presenza, in centro città, di vie ripi- de e scalinate che trasformano i dislivelli e le pendenze in altrettanti effetti teatrali. Chiese, monasteri e palazzi sono costru- iti ai lati di una lunga via, il Corso, dove non mancano tre scenografiche piazze. La prima è piazza dell’Immacolata, dove affacciano la Chiesa di San Francesco e la parte terminale del Monastero del SS. Salvatore riconoscibile per la “fuga” di 13

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Page 1: Il triangolo d’oro del Barocco - Relais Parco Cavalonga · 2014. 6. 27. · di San Giorgio, alla sommità di una gra-dinata interrotta da terrazze e logge, aiuo-le e giardini pensili.

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Il triangolo d’oro del Barocco

di Enrico Saravalle • foto di Alfio Garozzo

Noto, Modica e Ragusa: un tour fra

le tre città gioiello, elencate tra i

patrimoni dell’Unesco. Per ammirare monumenti e

architetture, manifesto del Barocco siciliano.

Qui a lato: sirene, sfingi, ippogrifi, cavalli alati decorano le balconate del settecentesco Palazzo Nicolaci a Noto, gioiello del Barocco. In basso: la facciata della Chiesa Madre a Noto, restaurata nel 2000.

Gennaio 1693: un megaterremoto col-pisce la Sicilia sud-orientale, distrug-gendo decine di città e paesi. I viceré spagnoli non perdono tempo e assoldano per una tempestiva opera di ricostruzio-ne maestranze e architetti locali e in pochi mesi tutto ritorna come prima. O quasi. Sono Noto, Modica e Ragusa le città che subiscono un restyling quasi totale e, vi-sto che il Barocco, in architettura, in que-gli anni va fortissimo, le “magnifiche tre” diventano immediatamente i testimonial più prestigiosi della nuova corrente arti-stica. Sulle rovine di chiese, case, palazzi sorgono nuove chiese, nuove case, nuovi palazzi dove scalpellini e scultori creano piccoli capolavori. Poveri perché nella

Salotto in pietraLa Chiesa Madre e il Palazzo Vescovile, costruiti in tufo, sono i due edifici sacri che dominano piazza del Municipio a Noto.

fretta della ricostruzione non c’è tempo di rifornirsi di marmi pregiati e allora si ri-corre alla pietra locale, il tufo, facile da la-vorare e dalle incredibili sfumature dorate. Ma belli, perché tutto risulta spettacolare, teatrale, con soluzioni a effetto: i prospet-ti dei palazzi si riempiono di cornucopie ricolme di frutta, le mensole dei balconi si popolano di figure mostruose, sulle fac-ciate di chiese e conventi spuntano mostri e demoni, sante in estasi o paffuti angio-letti. E tutto, assolutamente tutto, scolpito, intagliato, cesellato nel tufo. Insomma, un angolo di isola “charming” (come viene definito negli Usa dopo il suo inserimento tra i patrimoni dell’Une-sco), da scoprire lentamente magari con i ragazzi del VespaClubIspica, associa-zione di amanti delle mitiche due ruote che ha come scopo la valorizzazione del territorio: i soci si mettono a disposizio-ne dei viaggiatori (previo appuntamento) e li accompagnano su rombanti Vesponi rigorosamente vintage nelle tre piccole “capitali del Barocco”. Prima tappa? Noto, senza dubbio, perché nel 1693 viene rasa al suolo completa-mente e per la ricostruzione viene scelto

un pendio rivolto verso il mare. Si spiega così la presenza, in centro città, di vie ripi-de e scalinate che trasformano i dislivelli e le pendenze in altrettanti effetti teatrali. Chiese, monasteri e palazzi sono costru-iti ai lati di una lunga via, il Corso, dove non mancano tre scenografiche piazze. La prima è piazza dell’Immacolata, dove affacciano la Chiesa di San Francesco e la parte terminale del Monastero del SS. Salvatore riconoscibile per la “fuga” di 13

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finestroni chiusi da grate panciute e per la forma del campanile, tutto un gioco di ondulazioni ricavate nella pietra. Poche decine di metri ed ecco piazza del Mu-nicipio dove si alternano edifici profani (come Palazzo Ducezio e Palazzo Lan-dolina) ed edifici sacri (come la Chiesa Madre e il Palazzo Vescovile). Su piaz-za XVI maggio, la terza, con il piccolo giardino della Villetta Ercole e la chiesa di San Domenico dalla insolita facciata convessa. Gli incontentabili, poi, incon-trano altri stupefacenti effetti scenografi-ci in via Nicolaci (teatro in maggio della celebre Infiorata): qui si visita Palazzo Nicolaci, famoso per i suoi saloni affre-scati, ma soprattutto per le mensole della facciata affollate da un intero universo di animali fantastici e mitologici, sirene, chi-mere, centauri e cavalli alati. Seconda tappa, Modica, “la città in forma di melagrana spaccata”, secondo la genia-

Seguire le orme del commissario più amato dagli italiani nel “Ragusashire” è facile. Durante un tour “alla Camilleri”, infatti, si riconoscono, proprio nel Triangolo del Barocco, i luoghi dove si muove Zingaretti-Montalbano (nella foto: l’attore Luca Zingaretti) durante le sue indagini. Qualche esempio? Quando il commissario deve parlare con Pasquano, il medico legale, lo va a cercare nel Circolo di Conversazione di Ibla, dove si tengono interminabili partite a carte. Sempre tra le meraviglie barocche della città, proprio davanti alla scalinata della chiesa di San Giorgio, Montalbano attraversa piazza Duomo per andare a prendere il caffè. E ancora a Ibla, a fianco della chiesa di San Giuseppe, si trova (in alcune puntate del serial) l’ingresso del commissariato. Talvolta il set per la Vigàta di Montalba-no si sposta a Scicli, altra città gioiello del Barocco, e allora l’ufficio di Mon-talbano è dentro il Municipio, vicino alla chiesa di San Giovanni Evangelista. Sempre a Scicli, a palazzo Iacono, c’è la sede della questura di Montelusa. E la casa di Salvo a Marinella, quella con il terrazzino affacciato sul mare? È a Punta Secca, una frazione di Santa Croce di Camerina, segnalata da cartelli turistici che la indicano senza possibilità di errore. I fedelissimi del Montalbano televisivo, poi, riconoscono senza indugio, alla fine della lunga spiaggia di dune di Sampieri (a qualche chilometro da Punta Secca), la Mànnara, teatro di una delle prime inchieste del commissario: è l’antica Fornace Penna, sulla scogliera del Pisciotto, a Sampieri (nella foto in basso: l’attore Luca Zingaretti davanti alla fornace). E, infine, per visitare la casa del boss Balduccio Sinagra, basta dirigersi verso il Castello di Donnafu-gata, casa di villeggiatura primi ’800 del barone Arezzo.

Il GrandTour Montalbano

le definizione dello scrittore Gesualdo Bufalino e praticamente invisibile da lon-tano perché i suoi edifici sono arroccati lungo i fianchi di una specie di canyon. Monumento-culto di Modica è la Chiesa di San Giorgio, alla sommità di una gra-dinata interrotta da terrazze e logge, aiuo-le e giardini pensili. Una facciata solenne e sontuosa e un interno, ovviamente, barocchissimo con stucchi che riempio-no transetti e navate, un altare d’argento intarsiato, un grandioso polittico sull’altar maggiore popolato di santi, martiri e ma-donne. Su corso Umberto I, poi, c’è San Pietro dalla immancabile scalinata con le statue degli Apostoli (i “Santoni”, li chia-mano qui) e dalla facciata stranamente sobria ma impreziosita da statue di Cri-sto, della Madonna e di santi. È l’interno, invece, a essere spettacolare con una in-filata di colonne corinzie, pavimenti con intarsi di marmi colorati e pietra pece, af-freschi con scene del Vecchio e del Nuo-vo Testamento. E dal sacro al profano, subito dopo la chiesa di San Pietro, i più bei mensoloni di Modica sono quelli di Palazzo Tedeschi gremiti di sirene musi-canti, delfini e mascheroni. Ed ecco Ragusa con una sorpresa: la città non è una sola, ma due. Merito (colpa?) delle dispute tra i ragusani dopo il terre-moto del 1693: una parte della popolazio-ne (i “sangiorgiari”, devoti di San Giorgio) non vuole abbandonare il colle dove sor-geva la chiesa del loro patrono. Non sono di questo parere i “sangiovannari” che decidono di ricostruire la chiesa di San Giovanni da un’altra parte. E allora la città sangiorgiara, Ibla, ha come confini ide-ali le maioliche luccicanti del campanile di Santa Maria dell’Idria e il Giardino Ibleo a strapiombo sul vallone sottostan-te. Il fascino della città vecchia è tutto particolare grazie alle case appoggiate le une alle altre, i tetti spioventi, i campanili, i pinnacoli, la grandiosa mole della chiesa di San Giorgio, l’eleganza rococò di chie-se e palazzi. E poi c’è il gioiello verde del Giardino Ibleo che racchiude, tra viali di palme e cedri, tre antiche chiese. Poco lontano si può vedere cosa rimane della vecchia cattedrale di San Giorgio: solo un portale in stile gotico nella cui lunetta si riconosce a fatica il santo che uccide il drago. Più “moderna”, invece, Ragusa, la “sangiovannara” con lunghi viali alberati e terrazze dalle quali si gode un panora-ma di Ibla davvero unico. E in piazza San

La chiesa di San Pietro, a Modica, è il duomo della

città bassa. La sua scalinata si apre

su corso Umberto I, importante

arteria del centro.

Sopra: in vespa con VespaClubIspica. Sotto: la chiesa di San Giorgio, a Modica, in cima a una scalinata interrotta da terrazze.

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Indirizzi

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e la cobaita, croccante di semi di sesamo. Ancora cioccolata ma come ingrediente per la pasta: la si trova da Il pastaio dove è in vendita anche la versione con farina di carrube. Nelle campagne di Ispica, a po-chi chilometri da Modica, nel caseificio di Rosario Floridia le specialità sono il Ragusano Dop prodotto da latte di muc-che di razza Modicana allevate allo stato brado, il Caciocavallo e il Tumazzu di lat-te crudo. Questa è anche una delle zone a maggior vocazione oleicola e allora per provare i profumatissimi extravergine lo-cali (il Dop dei Monti Iblei e un blend del-le più gustose olive isolane) si va al punto vendita della Tenuta Principe di Belmon-te, a Ispica. Nel “Ragusashire” crescono poi i vitigni più prestigiosi dell’isola, dal Nero d’Avola al Moscato di Noto, al Gril-lo; qui hanno trovato il loro habitat anche altri vitigni internazionali come il Syrah, il Cabernet Franc e lo Chardonnay. Tutti fiori all’occhiello di Feudo Ramaddini, giovane cantina a due passi dal lungoma-re di Marzamemi. A Ragusa ha la sua sede Bubalus, piccolo shop con caseificio dove si lavora il latte di bufale per trasformarlo in mozzarelle e fior di ricotta, stracciatel-la, yogurt e gelati. In vendita anche salami e salsicce di produzione propria.

Musei e attrazioniPalazzo Nicolaci, via Nicolaci, Noto (SR), tel. 338 7427022; palazzonicolaci.it Orari: lun-dom 10-13; 15-17,30. Biglietti: 4 €.

Attività sportiveVespaClubIspica, via U. Foscolo 12, Ispica (RG), tel. 328 8362141; twitter.com/vespaclubispica, facebook.com/vespaclubispica.

ShoppingDolceria Costanzo, via Silvio Spaventa 7/9, Noto (SR), tel. 0931 835243.Caffè Sicilia, corso Vittorio Emanuele 125, Noto (SR), tel. 0931 835013.Campisi, corso Vittorio Emanuele, 103, Noto (SR), tel. 0931 573354.Antica Dolceria Bonajuto, corso Umberto I, 159, Modica (RG), tel. 0932 941225.Il pastaio, via Resistenza Partigiana 180, Modica (RG), tel. 0932 905859. Rosario Floridia, Contrada Scorsone, Ispica (RG), tel. 0932 952370. Tenuta Principe di Belmonte, Strada Statale 115 Modica-Ispica, Ispica (RG), tel. 0932 700127. Feudo Ramaddini, contrada Lettiera, Marzamemi (SR), tel. 0931 1847100. Bubalus, via degli Aceri 22, Ragusa, tel. 0932 253330.

Informazioni turisticheUfficio informazioni turistiche Noto, Piazza XVI Maggio, Noto (SR),tel. 0931 573779; comune.noto.sr.it Ufficio Turistico di Modica, piazza Principe di Napoli, Modica (RG), tel. 0932 759634. Ufficio Turistico di Ragusa, piazza S. Giovanni, Ragusa, tel. 0932 684780; comune.ragusa.gov.it

Sotto, da sinistra: nella bottega di Campisi, a Noto, si trovano conserve di pesce, dal tonno alla ricciola, alla bottarga; i dolci golosi del Caffè Sicilia, sempre a Noto.

Sopra: i formaggi del caseificio Rosario Floridia, a Ispica. Qui sotto: il cioccolato nell’Antica Dolceria Bonajuto, a Modica.

Giovanni sorge il Duomo con la facciata decorata da sculture, da colonne enormi, da lesene bugnate. Inaspettato il sagrato, che è sopraelevato rispetto alla piazza sot-tostante e cinto da una balaustra in pietra pece. Anche all’interno le sorprese non mancano: capitelli scolpiti e dorati, angeli in stucco, dorature di gusto rococò, gran-di nicchie gremite di statue. Anche la gastronomia deve avere nel suo Dna qualche traccia di Barocco: si comin-cia con le granite (eccezionali quelle alle more di gelso), i “geli” e i gelati alla rosa e al gelsomino della Dolceria Costanzo a Noto. Sempre in città, il Caffè Sicilia pre-para torroni e frutta di martorana, canno-li e pani aromatizzati con cannella e pepe nero, con zenzero e corteccia di limone. Per finire si va da Campisi per fare scorta di conserve di tonno, ricciola, spada, cer-nia e di salse (speciale il garum su antica ricetta romana). A Modica, l’indirizzo top è quello dell’Antica Dolceria Bonajuto: la specialità è la cioccolata prodotta come la facevano gli Aztechi: i semi di cacao vengono pestati “a freddo” insieme a can-nella, vaniglia e zucchero fino a ottenere una pasta dove sono ancora individuabili i cristalli di zucchero. Ma ci sono anche la cedrata, a base di miele e bucce di cedro

Nella foto: la chiesa di Santa Maria dell’Idria a Ragusa Ibla, riconoscibile dal campanile in maiolica.Ti

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Casa Talìa, Modica.

Palazzo Failla, Modica.

Dormire da 80 a 135 euromentalità understated. Solo 10 le stanze che conservano i pavimenti originari in ceramica di Caltagirone, i mobili di famiglia (rigorosamente d’epoca), le volte affrescate. A pochi passi dal Palazzo, in una piccola dépendance, sono state ricavate altre 3 camere: molto particolare la 113 sui toni del rosso pompeiano con mosaico in foglia d’oro nella sala da bagno. Palazzo Failla, via Blandini 5, Modica (RG), tel. 0932 941059; palazzofailla.itPrezzi: 85 €, con prima colazione.

A piedi nudi nel Parco In pieno “Ragusashire”, il relais è stato recuperato da una masseria secentesca e si presenta come una ricostruzione filologicamente corretta delle vecchie tenute dei “Gattopardi” isolani con un uso sapiente, nelle stanze e negli spazi comuni, di pietre locali, ferri battuti, vecchi tavolati e travi in legno, mo-bili d’antan. Per gli ospiti, poi, coc-cole a mai finire: dalle piscine (una a sfioro, l’altra scavata nella roccia) all’arometo (dove si scelgono le erbe officinali per le tisane), dalle lezioni di yoga nel Parco alla linea-bagno realizzata con le essenze naturali raccolte nella tenuta. Relais Parco Cavalonga, Strada Provinciale 80, km 3.200, Don-nafugata (RG) tel. 0932 619605; parcocavalonga.it Prezzi: da 120 €, con colazione.

Sulla strada del mare Un tempo, tra ’600 e ’700, era la seconda casa dei principi Pignatelli, un po’ baglio e un po’ residenza nobiliare proprio sulla “via del mare”, cioè sulla antica trazzera che da Noto portava all’approdo di Calabernardo. Oggi, come allora, la struttura è formata da 3 corpi di fabbrica, circondati dal verde di

agrumeti e mandorleti, nei quali sono state ricavate le stanze e gli spazi comuni. Dalla piscina, nasco-sta in un uliveto, la vista sullo sky line di Noto è assicurata. Hotel Villa Favorita, contrada Falconara, Noto (SR), tel. 0931 820219; villafavoritanoto.it Prezzi: 126 €, con prima colazione.

Nel feudo di CarlottaIl giardino spalancato sui monti Iblei fa quasi dimenticare che il centro di Ragusa è a pochi passi. Eppure è così. Una fattoria ottocentesca, al centro delle tenute appartenute alla marchesa Carlotta Schininà, è stata ristrutturata recuperando i caratteri tipici (archi, volte, pietre a vista) dell’architettura rurale della “masseria” ragusana. Nelle camere e negli spazi comuni, poi, sono mixati design mediterraneo e forme retrò, luci d’autore e sedute griffate. Il plus? La piscina circondata da un prato all’inglese. Hotel Villa Carlotta, via Ungaretti, Ragusa, tel. 0932 604140; villacarlottahotel.com Prezzi: da 129 €, con colazione.

Etnico? Si, grazie!Oriente e Occidente, local e glocal, modernissimo e antico: qui c’è tutto. Perché quelle che un tempo erano alcune piccole abitazioni del quartiere ebraico sono state trasformate in stanze raffinate che affacciano su uno spazio centrale, un profuma-tissimo giardino mediterraneo. Pietra a vista, intonaci a calce, tetti in canne e pavimenti in ceramiche policrome o pietra pece sono gli elementi che ca-ratterizzano le camere, ognuna con un proprio terrazzino e una magnifica vista panoramica sulla città antica.Casa Talìa, via Exaudinos, 1/9, Modica (RG), tel. 0932 752075 e 335 5486656; casatalia.it Prezzi: 130 €, con prima colazione.

Lo chic qui è di casaLo scenario è quello magico di Ibla con le stradine lastricate, gli affacci sui valloni sottostanti, le cu-pole delle chiese. È qui che, in un palazzotto dell’800, si trova questo piccolo hotel di charme (sono solo 10 le sue camere) che appartiene alla esclusiva associazione Le soste di Ulisse. Spazi romantici, salottini e angoli d’autore, pietre a vista nelle stanze che, una diversa dall’altra, regalano emozioni uni-che come la junior suite con un arco gotico del Trecento e la Junior Suite Roccia col bagno ricavato in una grotta naturale.Locanda Don Serafino, via XI Febbraio 15, Ragusa Ibla, tel. 0932 220065; locandadonserafino.it Prezzi: da 135 €, con prima colazione. Villa Principe di Belmonte, Ispica.

camera doppia

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Ospitalità principescaAi suoi tempi d’oro, la Villa era al centro della tenuta dei Principi di Belmonte con la casa padro-nale preceduta da una scalinata imponente e le dépendance abitate dai massari e dai braccianti. Ora è un piccolo resort, con una vista im-pagabile sul Mediterraneo, da Capo Passero fino a Pozzallo: da qui si parte per la scoperta del “distretto del Barocco”, si seguono raffinati laboratori del gusto (olio, vino, cioccolato) o ci si gode il relax tra gli spazi dal mood antico, i giardini profumati di essenze mediterranee e la piscina panoramica.Villa Principe di Belmonte, Strada Statale 115 Modica-Ispica, Ispica (RG), tel. 0932 700127; principedibelmonte.it Prezzi: da 80 €, con colazione.

Nella vecchia masseriaA ricordare l’antica vocazione della secentesca casa di campagna fortificata, nata come torre di avvistamento sulla “via del grano”, oggi rimangono solo le architetture severe e la piccola cappella gentili-zia. La masseria, infatti, è stata tra-sformata in un elegante resort con 16 camere e suite, impreziosite da dettagli esclusivi come le lenzuola ricamate, gli arredi che ripropon-gono il meglio della artigianalità siciliana, la vista sulla campagna disseminata di olivi e carrubi. Nel giardino della villa, immancabile, la piscina circondata dal verde. Torre Don Virgilio, Strada Pro-vinciale Rocciola-Scrofani, Modica (RG), tel. 0932 909116 e 393 9135271; torredonvirgilio.it Prezzi: da 80 €, con prima colazione.

MonumentaleCasa del ’700 a Modica Alta con saloni, sale, scaloni di una monu-

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Ristorante La Gazza Ladra, Modica Alta.

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Mangiare da 20 a 125 euroAll’ombra del Castello Una trattoria, come quelle di una volta dove vengono tirate a mano le paste e dove si preparano le portate di un menù pantagruelico. Una cucina di casa (e di terra) che propone piatti semplici ma saporiti a partire dagli antipasti naïf, come la gelatina di maiale, le “scacce” (focacce) ripiene di ricotta, sal-siccia e broccoli. E poi i ravioli di ricotta al ragù di maiale, i cavatelli con melanzane e ricotta salata e se la caponata accompagna le carni di coniglio e di maiale si fini-sce con gli amaretti di mandorla e la cioccolata di Modica. Al Castello, viale del Castello, Donnafugata (RG), tel. 0932 619260; alcastellodonnafugata.itPrezzo medio: 20 €.

Sapori di una volta Un viaggio alla riscoperta dei sapori tradizionali, dei ricettari delle nonne, dei piatti semplici preparati con ingredienti poveri ma gustosi. Tutto, però, interpre-tato e rivisto dall’occhio e dalla mano di Accursio Craparo, deus ex machina della Locanda. Le proposte cominciano dal “cibo da strada” (arancini, scacce con pomodoro e cipolla, panzerotti con provola ragusana, salsiccia e “sa-napo”); è poi la volta della zuppa di ceci con gallinella e borragine, della seppia in umido con capperi e olive, del gelo di limone con sorbetto all’arancia. La locanda del Colonnello, via Biscari 6, Modica Alta (RG), tel. 0932 752423; lalocandadelcolonnello.com Prezzo medio: 30 €.

Tra terra e mare Una volta era la classica “putìa ro vinu” cioè un’osteria con cucina. Poi, ai fornelli, è arrivato Marco, figlio dei due osti, la musica è cambiata e il ristorante è diven-tato l’espressione di una cucina del territorio, a chilometro zero, che esalta con inventiva i sapori di terra e di mare. Ecco allora, per esempio, l’arancino di riso su fonduta di caciocavallo e cialda di Ragusano, il turbante di spatola ripieno di mollica e servito su una crema di finocchio e zafferano, il filetto di tonno rosso in crosta di pistacchi e sesamo.Crocifisso, via Principe Umberto 48, Noto (SR), tel. 0931 571151. Prezzo medio: 35 €.

In un giardino urbanoUn palazzotto antico, affacciato sul corso Umberto I (la strada dello struscio modicano) con una sala ad archi di pietra che incorniciano quadri e istallazioni di giovani artisti locali e un giardino mediterraneo. In cucina vive Peppe Barone, “gastrosofo” (la definizione è sua) che ripropone il meglio della cucina del territorio: provare, per credere, i tortelli alla Norma (rivisitazione della pasta alla Norma), la stimpirata di coniglio, il trancio di tonno servito con fragoline di bosco. Fattoria delle Torri, Vico Napolitano 14, Modica (RG), tel. 0932 751286.Prezzo medio: 50 €.

Il design con la “stella”Vetrate panoramiche sul prato all’inglese e sul profilo dei Nebrodi. È con queste credenziali che il locale dello stellato Claudio Ruta accoglie gli ospiti. Poi arriva il menù dove le proposte strizzano un occhio alla tradizione e l’altro alla fantasia per la gioia di tutti gli amanti della cucina siciliana. Qualche esempio? Il tortino di baccalà affumicato con cous cous e “sanapo” (verdura di campo tipica del Ragusano) e i bignè di tonno con pastella alla birra, i saccottini di gamberi crudi con ricottina tiepida e la composizione di cioccolato in tre consistenze. Da visitare la cantina ricavata in una grotta naturale dove riposano le più aristocratiche etichette nazionali e internazionali. La Fenice, c/o Hotel Villa Carlotta, via Ungaretti, Ragusa, tel. 0932 604140; lafeniceristorante.com Prezzo medio: 50 €.

Alta cucina in grottaIl ristorante (stesso nome, stessa epoca e stesso charme dell’hotel) è ricavato nelle grotte scavate nel dirupo roccioso su cui si è sviluppata Ibla. La mise en place è ineccepibile: lino,

cristalli, luci e se-dute griffate Philippe

Starck. E poi arrivano le creazioni di Vincenzo Candiano: la sua è una cucina stellata, dove le materie prime locali sono rivedute e corrette con sapienza e fantasia come nella tartare di asino ragusano servito con zabaione alla birra, negli spaghetti neri con ricci di mare o nello scamone di agnello laccato al miele di carrubo. Locanda Don Serafino, via G. Ottaviano, Ragusa Ibla, tel. 0932 248778; locandadonserafino.itPrezzo medio: 78 €.

Nella sala del PalazzoLa sala da pranzo è una bom-boniera, il déhors è profumato dai fiori di zagara e limone. E il contesto è sempre quello, elegante e chic di Palazzo Failla. Il ristorante è affidato, dallo scorso marzo, allo chef David Tamburini e la sua è una cucina classica ma con brio, in cui le ricette vengono attualizzate e interpretate in modo personale. Qualche esempio? Nell’insalata

di mare la pala di ficodindia è abbinata alle ostriche crude, alle lenticchie nere di Monreale, alla borraggine. La “pasta e mollica” in realtà è una rivisitazione della classica pasta con le sarde, le co-stolette di maiale nero (tipico della zona dei Nebrodi) sono servite con rape e semi di crescione. La gazza Ladra, c/o Hotel Pa-lazzo Failla, via Blandini 5, Modica Alta (RG), tel. 0932 755655; ristorantelagazzaladra.it Prezzo medio: 85 €.

A due passi dal Duomo Quella che si gusta nelle piccole sale al piano terra di Palazzo La Rocca è una cucina senza confini e senza età, che riporta alla luce i sapori della tradizione e li rinnova trasportandoli in un contesto moderno. In cucina è l’esuberante chef Ciccio Sultano. Provare, per credere, il destrutturato “timballo del Gattopardo” dove gli ingredienti (petto di piccione, polpettine, fusilli, uova di quaglia, pasta sfoglia) sono assemblati all’ultimo momento. Oppure la spatola con mollicata allo

zafferano o il cous cous al pistacchio che diventa, inaspet-tatamente, un dolce servito con sorbetto alla lavanda. Ristorante Duomo, via Bocchieri 31, Ragusa Ibla, tel. 0932 651265; ristoranteduomo.it. Prezzo medio: 125 €.

vini esclusi

Nella cucina del ristorante Duomo, a Ragusa Ibla.