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Il testo poetico (classi I e II)

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Il testo poetico (classi I e II)

il codice poetico

• Il codice poetico è un insieme di regole che stabiliscono come i segni vadano collegati per esprimere un messaggio

Alcuni caratteri del codice poetico

• Il discorso poetico è caratterizzato dai versi

• La poesia presenta un certo ritmo

• La disposizione delle parole non è quella abituale

• La poesia crea immagini insolite

• Il linguaggio è sintetico e polisemico

La rima • E’ una figura retorica di suono

• Due versi sono in rima quando terminano con due parole la cui parte finale, a partire dall’ultima vocale accentata, è identica

Lo schema metrico

• Lo schema metrico riguarda la disposizione delle rime :I versi che sono legati dalla rima si indicano con la stessa lettera dell’alfabeto (Maiuscola se sono composti da almeno sette sillabe, minuscola se si tratta di versi più brevi)

La metrica • E’ l’insieme delle leggi che regolano il funzionamento del codice poetico in relazione alla lunghezza dei versi, il numero delle sillabe che li compongono, la rima, la struttura del componimento, il ritmo.

La funzione della rima

• La rima serve per instaurare delle relazioni tra le parole e le frasi : creare cioè legami di suono

Rima al mezzo e rima interna • Si parla di RIMA AL MEZZO

quando la parola in rima è posta a metà del secondo verso E s’affretta e s’adopra di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba (G:Leopardi,il sabato del villaggio)

• Si parla di RIMA INTERNA quando essa si colloca all’interno del verso ma non a metà Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati;bossi ligustri o acanti

(E. Montale, I limoni )

TIPI DI RIMA

• Rima baciata: I versi in rima sono uno di seguito all’altro secondo lo schema: AA BB CC O che tra faggi e abeti erma su i campi smeraldini la fredda orma si stampi

(G:Carducci, Il comune rustico)

La rima incrociata

• Schema metrico:ABBA CDDC Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

Che ‘n mille dolci nodi gli gli avvolgea e’l vago lume oltre misura ardea di quei begli occhi ,ch’or ne son sì scarsi

( F. Petrarca , Canzoniere)

LA RIMA INCATENATA

• SCHEMA METRICO : ABA BCB CDC

Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura Chè la diritta via era smarrita

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura Esta selva selvaggia e aspra e forte Che nel pensier rinnova la paura

Tant’è amara che poco più è morte Ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte

( Dante Alighieri)

Rima ripetuta

• Schema metrico:ABC ABC…ABA ABA Or volge, Signor mio , l’undicesimo anno ch’i fui sommesso al dispietato giogo che sopra i più soggetti è più feroce . Miserere del mio non degno affanno; reduci i pensier vaghi a miglior luogo; Ramenta lor come oggi fusti in croce.

( F. Petrarca , Canzoniere, LXII)

Rima libera Talvolta la rima viene usata dal poeta senza seguire uno schema fisso: E’ frequente l’uso di rime interne e di altre figure retoriche di suono.

Passata è la tempesta odo augelli far festa, e la gallina tornata in su la via , che ripete il suo verso.Ecco il sereno rompe là da ponente , alla montagna; sgombrasi la campagna , e chiaro nella valle il fiume appare. ( G. Leopardi, La quiete dopo la tempesta)

Versi sciolti

Non vi è alcun legame di rima

Poesia è il mondo, l’umanità la propria vita fioriti nella parola; la limpida meraviglia di un delirante fermento.

( G. Ungaretti, Poesia)

Le figure di suono

Sono figure retoriche che sfruttano la musicalità dei termini per produrre effetti di ripetizione e variazione del ritmo

Allitterazione

Ripetizione all’interno di vocaboli diversi degli stessi suoni consonantici:

Nella bottiglia verde il latte: nuvole chiare

lontanano nel fioco armonioso tacere della campagna. Sembra compiuto nel limitare della mia casa il sonno delle riviere.

( A. Gatto, Erba e latte)

Assonanza E’ costituita dal ripetersi delle stesse vocali, soprattutto a conclusione dei versi.

Piacer figlio d’affanno; gioia vana , ch’è frutto del passato timore onde si scosse e pavento la morte chi la vita aborria; ( G. Leopardi , La quiete dopo la tempesta)

Onomatopea

Consiste nell’imitazione dei suoni e dei rumori attraverso l’uso del codice linguistico

Veniva una voce dai campi

chiù ( G: Pascoli, L’assiuolo)

Paranomasia

Consiste nell’accostamento di due parole che si somigliano per il suono ma che non appartengono alla stessa famiglia di significati

che la crusca e i radicchi tu le porti ,di cui priva in sé si rannicchia U, Saba, A mia moglie)

Consonanza

Si ha quando due parole hanno uguale terminazione a partire dalla sillaba accentata che contiene però una vocale diversa

Ma sedendo e mirando

( G. Leopardi, L’infinito)

Anastrofe

Anticipazione o posticipazione di un elemento della frase rispetto alla consueta struttura sintattica

Sempre caro mi fu quest ’ermo colle ( G: Leopardi, L’infinito)

Asindeto

E’ un’elencazione priva di congiunzioni coordinative

Ancor trema, si spegne …

( G. D’Annunzio)

Polisindeto

E’ il collegamento di parole e frasi mediante congiunzioni

E mangia e bee e dorme e veste panni ( Dante Alighieri)

Climax Disposizione di frasi,aggettivi o sostantivi in una progressione a scala per ottenere un effetto più intenso (Climax ascendente) o più tenue (climax discendente)

Il cielo ingombro, tragico, disfatto ( G. Pascoli)

Schiaccia, diserta e copre (G. Leopardi)

Ellissi

Soppressione, all’interno del verso , di un termine, per lo più del soggetto o del verbo che viene sottinteso

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie ( G: Ungaretti)

Iperbato

Inserimento di uno o più termini tra parole che sintatticamente andrebbero unite

….questa bella d’erbe famiglia e d’animali

(U. Foscolo, Dei Sepolcri)

chiasmo Disposizione incrociata di due espressioni ,il cui ordine delle parole è invertito nella seconda, rispetto alla prima così da formare una x

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori

(L. Ariosto, Orlando furioso)

Le figure di significato: La similitudine

Consiste nel paragonare o confrontare due immagini servendosi di nessi logici di raccordo quali:Come…così; tale…quale;quanto, come, tale

E caddi come corpo morto cade (Dante Alighieri, Inferno)

Metafora

E’una similitudine abbreviata, cioè un paragone privo di nessi logici di raccordo

E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore (S. Quasimodo, Alle fronde dei salici)

Analogia

E’ simile alla metafora ma istituisce rapporti di somiglianza associando elementi dissimili sul piano della logica

Caprioli d’argento Scherzano nelle radure del cielo

( A Bertolucci, Fuochi di novembre)

Sinestesìa

Consiste nell’associare due termini che appartengono a sfere sensoriali diverse(udito­vista, tatto ­ gusto)

all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio

( S.Quasimodo, Alle fronde dei salici)

Metonìmia

Consiste nella sostituzione di un termine con un altro che ha col primo un rapporto logico (Es: si sostituisce la parola che indica la causa con un’altra che indica l’effetto, oppure la parola che indica la materia si sostituisce con quella che indica l’oggetto)

Tosto che ‘l duca e io nel legno fui ( Dante Alighieri, Inferno)

Sinèddoche

Consiste nella sostituzione di un termine con un altro che ha col primo un rapporto di estensione (singolare – plurale, generale –particolare, parte –tutto)

Le sole vere pupille,sebbene tanto offuscate erano le tue.

(E. Montale, Xenia I)

Ossimoro

Consiste nell’avvicinare termini antitetici

bianca bianca nel tacito tumulto

una casa apparì sparì d’un tratto

(G. Pascoli, Il lampo)

Iperbole

E’ un’affermazione esagerata, che per esprimere un concetto impiega termini eccessivi , grazie ai quali conferisce vigore all’immagine

Ho sceso ,dandoti il braccio, almeno un milione di scale ( E. Montale, Xenia I)

Litòte

Affermazione di un concetto mediante il suo contrario

Non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno ( A. Manzoni, I promessi sposi)

Apostrofe

Consiste nel rivolgersi con enfasi ad un interlocutore reale o fittizio

Ahi serva Italia, di dolore ostello (D. Alighieri)

Ascoltami, i poeti laureati ( E. Montale, I limoni)

Antonomasia

Consiste nell’indicare una persona o una cosa con un termine che ne indichi una qualità o una caratteristica

e tu prima, Firenze, udivi il carme che allegrò l’ira al Ghibellin fuggiasco

(U. Foscolo, Dei sepolcri)

La prosopopea

Consiste nel far parlare cose inanimate o astratte , personaggi assenti come se fossero presenti e reali

Mi riconobbero,e –Ben torni ormai – bisbigliaron ver me co ‘l capo chino ­Perché non scendi?perchè non ristai?

(G. Carducci, Davanti a San Guido)

La quartina

• Strofa di quattro versi a rima alternata o incrociata

San Lorenzo, io lo so perché tanto A di stelle per l’aria tranquilla B arde e cade , perché sì gran pianto A nel concavo cielo sfavilla. B

( G. Pascoli, X Agosto)

L’ottava Strofa di otto versi : Solitamente sei sono a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata

Per lo deserto vanno alla ventura: A l’uno era a piede e l’altro era a cavallo; B cavalcon per la selva e per pianura, A senza trovar ricetto o intervallo. B

Cominciava a venir la notte oscura . A Morgante parea lieto e sanza fallo, B e con Orlando ridendo dicia C ­E’par ch’io vegga appresso una osteria C

( L. Pulci, Il Morgante)

La stanza Insieme di più versi non inquadrati in schemi tradizionali ; le rime non seguono uno schema fisso

Questo di sette è il più gradito giorno, Pien di speme e di gioia: Diman tristezza e noia Recheran l’ore, ed al travaglio usato Ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso , Codesta età fiorita È come un giorno d’allegrezza pieno, Giorno chiaro, sereno Che precorre alla festa di tua vita.

(G: Leopardi, Il sabato del villaggio)