Il processo di desertificazione in Calabria INDICE 1. Accenno ad alcune problematiche ambientali...
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ARACNE
Il processodi desertificazione
in Calabria
Piero Gagliardo
Copyright © MMVIIIARACNE editrice S.r.l.
via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma
(06) 93781065
ISBN 978–88–548–1843–9
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: giugno 2008
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INDICE
1. Accenno ad alcune problematiche ambientali della regione .......... 7 2. Siccità e desertificazione ................................................................ 9 3. Il territorio regionale e le aree a rischio ....................................... 13 4. I suoli ............................................................................................ 16 5. Recupero dei suoli degradati per processi di salinizzazione ........ 20 6. Individuazione delle aree a rischio di inquinamento
dei corpi idrici .............................................................................. 22 7. L’utilizzo della risorsa idrica in Calabria e il risanamento
dell’intera rete di distribuzione ai fini irrigui ............................... 23 8. Aree ad alta siccità e processi di salinizzazione ........................... 28 9. Proposte di intervento ................................................................... 29
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1. Accenno ad alcune problematiche ambientali della regione
La Calabria risulta essere una regione con numerose criticità legate
a fattori ambientali piuttosto complessi. Uno dei principali riguarda l’assetto idrogeologico del territorio
collegato alle sue principali componenti: acqua, morfologia, geopedo-logia, attività antropiche.
Di non minore importanza risultano le conseguenze derivate dalla prolungata siccità, dall’inquinamento dei corpi idrici e dall’incombente desertificazione.
Negli ultimi anni il ruolo dell’agricoltura irrigua è diventata og-getto di numerose dispute politiche e scientifiche, rivolte a tutelare le risorse fondamentali per la vita degli esseri umani come suolo e acqua.
Mentre nel passato, periodo precedente la meccanizzazione agrico-la, l’agricoltura cercava di svilupparsi nel rispetto degli ecosistemi na-turali, senza alterare gli equilibri ambientali, negli ultimi decenni la crescita demografica, gli eventi meteorici, che non gratificano i terreni del giusto quantitativo di acqua, hanno spinto gli agricoltori verso tec-niche che non sempre si rivelano ottimali per la gestione del suolo e dell’acqua.
L’agricoltura intensiva, infatti, incide sui comparti suolo e acqua nei seguenti modi:
l’uso poco controllato di fertilizzanti e di pesticidi rappresenta una
importante fonte di inquinamento diffuso delle acque superficiali e sotterranee;
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l’eccessivo emungimento delle acque di falda da pozzi per l’irri-gazione determina una progressiva salinizzazione delle stesse e l’utilizzo di acque salmastre per l’irrigazione ha conseguenze sulle proprietà chimico–fisiche del terreno e sulle colture che, in suoli con particolari caratteristiche geopedologiche, possono aggravare i fenomeni di desertificazione;
la meccanizzazione spinta di terreni siti nei bacini montani e alto-collinari a elevato rischio di erodibilità contribuisce all’aumento della compattazione e costipazione del terreno e del ruscellamento delle acque ed è, quindi, concausa di dissesto idrogeologico insie-me alla cementificazione selvaggia delle coste e del paesaggio e al-la non ben pianificata espansione urbanistica in aree a rischio.
Si potrebbe, quindi, affermare che in Calabria, su una scala di pro-
blematiche agroambientali, l’approvvigionamento idrico a fini irrigui e la corretta gestione delle risorse suolo e acqua rappresentano sicu-ramente i fattori prioritari in un quadro di agricoltura ecosostenibile1.
1 INEA, Stato dell’irrigazione in Calabria, 2002, p. 36.
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2. Siccità e desertificazione Vale la pena di ricordare che con il termine desertificazione si indi-
ca il fenomeno di «impoverimento e perdita di fertilità a cui vanno in-contro terreni ed ecosistemi fragili a causa dei cambiamenti climatici e delle attività umane»1.
La desertificazione è una delle gravissime e attuali emergenze am-bientali che si diffonde incessantemente su aree sempre più estese del pianeta, non solo nei paesi aridi, ma anche nei paesi europei del baci-no del Mediterraneo, comprese molte aree dell’Italia meridionale e in-sulare, e rappresenta un fenomeno più complesso e diffuso sul territo-rio di quanto si immagini.
La Commissione Europea per l’Ambiente indica che circa 20 milioni di ettari di terreno sono stati degradati a causa degli scarichi industriali e che il 33% della superficie dell’Europa è a rischio, mentre il 25–30% di quella italiana è minacciata da fenomeni di erosione e salinizzazione.
In Italia, i Servizi Tecnici Nazionali hanno classificato la Sicilia, la Sardegna, la Calabria, la Basilicata e la Puglia come regioni media-mente sensibili o molto sensibili alla desertificazione, ma si ritiene che praticamente tutte le regioni meridionali siano interessate da fenomeni associati al degrado del suolo, quindi con rischio di processi di deserti-ficazione a lungo termine.
I fenomeni associati alla desertificazione, da inquadrare in relazio-ne alle caratteristiche geopedologiche e alla morfologia e al tipo e al-l’intensità di sfruttamento antropico, sono:
1 Convenzione sulla lotta alla siccità e/o desertificazione del 1994, ratificata dall’Italia con
la legge 170/97 (Istituto Nazionale di Economia Agraria).
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prolungamento dei periodi di siccità; presenza di suoli ad alto rischio di erodibilità; alta frequenza ed estensione degli incendi boschivi con conseguen-
te riduzione della copertura vegetale; salinizzazione dei suoli (le aree più sensibili sono quelle costiere); abbandono colturale di vaste aree divenute extramarginali (le aree
più sensibili sono quelle interne). Il territorio calabrese rappresenta una buona sintesi dei processi de-
scritti, associati alla desertificazione: aridità stagionale, siccità, erodi-bilità dei suoli, urbanizzazione selvaggia, uso del suolo non sempre adeguato alle specificità del luogo, attività produttive non sostenibili.
Non a caso, la Calabria è considerata una delle regioni su cui vanno studiati e realizzati con urgenza interventi di prevenzione, in particola-re, in base all’indagine condotta su scala nazionale dal DSTN ― Ser-vizio Idrografico e Mareografico, nel territorio della Piana di Sibari, inclusa nella classe delle aree sub ― umide secche sensibili al rischio di desertificazione2.
Figura 1. Carta pedologica della Piana di Sibari.
2 Ai sensi della del. CIPE n. 229 del 21 dicembre 1999.