Il Piccolo Segno Ottobre 2011

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PICCOLO Anno X, n. 10 - Ottobre 2011 il Segno Il 28 settembre scorso gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, su mandato della Pro- cura della Repubblica di Velletri, hanno posto sotto sequestro l’eco- centro in località Valle Vergine. L’ennesima vicenda che testimonia il fallimento ambientale della Giunta guidata dal Sindaco Boccia Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica Sigilli che Rocca di Papa si attribuisce varie qualifiche, ne cito alcune in ordine sparso: Città del ca- stagno e Città dell’ambienteancora per poco, visto quel che rimane dei boschi, l’ultimo abuso, in via dei Corsi, zona Barbarossa, quindici giorni fa è stato avvistato un camion con sopra un prefabbricato in ce- mento, ci attiviamo con altri cit- tadini per cercare un vigile. Per mandarne uno sul posto c’è vo- luta un’ora, nel frattempo il pre- fabbricato era stato montato. Ambiente e solidarietà.. ma non a parole SEGUE A PAGINA 9 di Daniela Di Rosa Ogni tanto leggo su Comune In- forma (organo di propaganda del nostro Sindaco) Nuovo Municipio Sarà un’opera incompiuta? Rasetti a pagina 8 Sebastianelli a pagina 7 Corso Costituente, 1-7 - 00040 Rocca di Papa (Roma) Tel. 06-94.99.990 - Fax 06-94.96.653 OFFERTE DEL MESE Idropittura traspirante a tempera lt. 14 € 12,90 Lavabile traspirante a partire da € 28,00 ACRYL-SILOSSANICO lt. 15 € 75,00 Gianfranco Botti “Ecco la mia proposta” A pagina 10 Mensa scolastica E’ scontro sull’appalto Serafini a pagina 17 La parola all’ACS “Un attacco vergognoso” Gentilini a pagina 18 Centro Anziani, si vota il 18 novembre ma il dibattito continua Enea Trinca Intervista al Presidente A pagina 11 Ciclofficina Così il Centro rinasce A pagina 14 Scrutatori Aperto l’albo per iscriversi A pagina 9 il Segno PICCOLO aderisce a www.serviziopubblico.it Organo dell’Ass.ne Terre Sommerse Castelli

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Il Piccolo Segno Ottobre 2011

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PICCOLO

Anno X, n. 10 - Ottobre 2011

il SegnoIl 28 settembre scorsogli uomini del CorpoForestale dello Stato,su mandato della Pro-cura della Repubblicadi Velletri, hanno postosotto sequestro l’eco-centro in località ValleVergine. L’ennesimavicenda che testimoniail fallimento ambientaledella Giunta guidatadal Sindaco Boccia

Dopo il depuratore è la volta dell’isola ecologica

Sigilli

che Rocca di Papa si attribuiscevarie qualifiche, ne cito alcunein ordine sparso: Città del ca-stagno e Città dell’ambiente…ancora per poco, visto quel cherimane dei boschi, l’ultimoabuso, in via dei Corsi, zonaBarbarossa, quindici giorni fa èstato avvistato un camion consopra un prefabbricato in ce-mento, ci attiviamo con altri cit-tadini per cercare un vigile. Permandarne uno sul posto c’è vo-luta un’ora, nel frattempo il pre-fabbricato era stato montato.

Ambientee solidarietà..ma non a parole

SEGUEAPAGINA 9

di DanielaDi RosaOgni tanto leggosu Comune In-forma (organo dipropaganda delnostro Sindaco)

Nuovo MunicipioSaràun’operaincompiuta?

Rasetti a pagina 8

Sebastianelli a pagina 7

Corso Costituente, 1-7 - 00040 Rocca di Papa (Roma)Tel. 06-94.99.990 - Fax 06-94.96.653

OFFERTE DEL MESEIdropittura traspirante a tempera lt. 14 € 12,90

Lavabile traspirante a partire da € 28,00ACRYL-SILOSSANICO lt. 15 € 75,00

GianfrancoBotti“Ecco lamiaproposta”

A pagina 10Mensa scolasticaE’scontrosull’appalto

Serafini a pagina 17

La parola all’ACS“Unattaccovergognoso”

Gentilini a pagina 18

CentroAnziani, si vota il 18 novembrema il dibattito continua

EneaTrincaIntervista alPresidente

A pagina 11

CiclofficinaCosì ilCentrorinasceA pagina 14

ScrutatoriApertol’alboperiscriversi

A pagina 9

il SegnoPICCOLO

aderisce a

www.serviziopubblico.it

Organo dell’Ass.neTerre Sommerse Castelli

ATTUALITA’2 il Segno - Ottobre 2011

Smobilitazione all’Agenzia Italiana per la Sicurezza Nucleare

Dopol’addiodiVeronesisonorimasti soloquattrogatti

esperti del settore: MaurizioCumo e Marco Enrico Ricotti.Un po’ poco per garantire al-l’Italia un ruolo di primo pianonel settore delle ricerche inter-nazionali sull’atomo.Fatto sta che l’Agenzia, “…organismo asfittico che non hamai preso forma …”, perde lasua guida. Veronesi in un col-loquio con Il Sole 24 Orespiega ancora che l’Agenzianon è mai decollata e il refe-rendum del 13 giugno ha chia-rito la posizione degli elettorisull’atomo. Troppo per unoche pensava in grande e chenon ha nessuna intenzione dioccuparsi “… nella miglioredelle ipotesi, solo di scorie…”.Ciò che l’oncologo derubrica a“scorie” in realtà rappresenta ilcompito più importante del-l’Agenzia: la creazione di undeposito permanente che possaospitare i rifiuti radioattivi pro-dotti dalle centrali chiuse dalreferendum del 1987, il de-commissioning (chiusura e de-finitiva messa in sicurezza)degli stessi impianti che, in at-tesa del deposito, ospitano lescorie e il coordinamento degli

studi italiani sull’energia nu-cleare.Tutti obiettivi falliti visto cheè difficile pensare a un ente diricerca senza ricercatori e chela sicurezza nucleare non è unchiodo fisso per Veronesi “…la mortalità a Chernobyl è stataminima e a Fukushima sonomorte due persone …”, dichia-rava pochi giorni dopo l’esitoreferendario rammaricandosidell’eccessivo allarmismodegli italiani.Ora, in tempo di crisi e di ta-glio dei costi per lo Stato, inCommissione bilancio al Se-nato c’è l’ipotesi di soppres-sione dell’ente con iltrasferimento di tutti i suoicompiti all’Authority perl’energia. In attesa della deci-sione, il sottosegretario alloSviluppo economico con de-lega all’Energia Stefano Sa-glia, assicura che l’organismocontinuerà a vivere: “… piùsnello ma non meno impor-tante …”.… certo che più snello di cosìè dura, visto che con le dimis-sioni di Veronesi sono rimastiin quattro.

La Pulce

Umberto Veronesi ha dato ledimissioni dai vertici del-l’Agenzia italiana per la sicu-rezza nucleare.“Avevo accettato” spiega“solo perché confidavo in unprogetto italiano di granderespiro per lo sviluppo dellafisica nucleare e delle sue ap-plicazioni nell’energia, macosì non è stato”. A un annodalla sua fondazione, non erachiaro nemmeno in qualecittà dovesse avere la suasede: se a Roma o a Genova(come voleva l’uomo fortedel nucleare italiano ClaudioScajola).Per non parlare del personale.La legge istitutiva del 2009prevedeva un centinaio di per-sone prelevate dall’Enea(Ente nazionale energia e am-biente) e dall’Ispra (Istitutosuperiore per la protezione ela ricerca ambientale), ma nonsi è mai visto nessuno. Gliunici “assunti” erano Veronesie un bizzarro quartetto dicommissari: Stefano Dam-bruoso, magistrato esperto diterrorismo internazionale, Mi-chele Corradino, professore didiritto amministrativo e due

E’ partito da Frascati il Fe-stival degli Alberi. Domenica2 ottobre nell’Auditoriumdelle Scuderie Aldobrandini, siè tenuto il Recital per la Vite,evento di inaugurazione nazio-nale del FESTIVAL DEGLIALBERI – ramificAzioni nelterritorio italiano, un progettoartistico ideato e propostodall’Associazione Tempera-menti, con la direzione diMarco Solari, per far parlaregli alberi più rappresentatividel paesaggio, della storia cul-turale e dell’economia del no-stro Paese da 150 anni… emolti di più.Il Festival degli Alberi vuoleessere un racconto itinerantetra gli alberi che identificanoi diversi territori italiani. Laprima ramificAzione del Festi-val è, non a caso, all’ombradella vite e del castagno e dun-que in uno dei territori italianida essi maggiormente conno-tati: i Castelli Romani tra Fra-scati, Rocca di Papa e RoccaPriora. La vite e il castagnohanno molte storie da rac-contare: dai riferimenti biblicied evangelici, alla mitologiaclassica, al folklore, all’elabo-razione simbolica nelle arti vi-sive, alla ricca iconografia e amolteplici testi letterari, scien-tifici ed economici.Il 5 ottobre (e fino al 28 dellostesso mese) sarà la volta diRocca di Papa presso laScuola Primaria Statale deiCampi d’Annibale, dove siterrà un Laboratorio naturali-stico e di didattica musicalea cura degli Esperti del Servi-zio di Educazione Ambientaledel Parco Naturale Regionaledei Castelli Romani e diMauro D’Alessandro, percus-sionista e pedagogo.

Andrea Rasetti

il Segnoorgano mensile

dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunaledi Velletri n. 5/02del 19/02/2002

DIREZIONEVia deiMonti, 24 - Rocca di Papa

DIRETTORERESPONSABILE

AndreaSebastianelli

PICCOLO REDAZIONE

Noemi Bevilacqua, BrunaBenelli, Valentina Bucci,Stefania Colasanti, Daniela

Di Rosa, Bruno Fontana, PaolaGatta, Rita Gatta, Daniele

Iannotti, Toshi Kameda, LuisaLaurelli, Marzia Mancini,Loredana Massaro,

Don Franco Monterubbianesi,Marcello Morrone, Noga(Gabriele Novelli), MassimoOnesti, Andrea Rasetti,

Sergio Rasetti, Annarita Rossi,Maria Pia Santangeli, LuigiSerafini, Ilaria Signoriello,Roberto Sinibaldi, GennaroSpigola, Sandro Tabellione,il-sognatore.blogspot.com

ILLUSTRAZIONIFranco Carfagna,Ermanno Gatta

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IL SEGNO NON USUFRUISCE DI ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICOnè comunale, nè provinciale, nè regionale, nè statale, nè europeo.

Ringraziamo i nostri sostenitori: Alessandro, Emanuele, Franco, Elio, Emanuela, Catia,Giorgio&Mario, Antonello, Paola, Pino, Bruno, Gianluca, Augusta, Giulia, Omero, Fabrizio, Italia,Gennaro, Sergio, Orlando, Bruno, Nicola, Enzo, Rossana, Nadia, Patrizio, Daniele, Bruno, Toshi,Francesca, Marta, Andrea, Daniele, Marcello, Paola, Enzo, Daniela, Gianfranco, Angelo, Rita,

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Manoscritti e foto anche se nonpubblicati non si restituiscono.Il contenuto degli articoli, deiservizi, le foto ed i loghi, rispec-chia esclusivamente il pensierodegli artefici e non vincola maiin nessun modo il Segno, la di-rezione e la proprietà. Le inser-zioni sono riservate ai soliassociati e simpatizzanti edhanno carattere divulgativo-promozionale nel loro stessoambito.

Stampato in proprio

AFrascatie Rocca di Papaparte il Festivaldegli alberi

ATTUALITA’ 3il Segno - Ottobre 2011

Radio Popolare Roma comunica l’iniziodel nuovo ciclo di trasmissioni di “Buca-nero. Tracce e passaggi dal continente la-tinoamericano” che andrà in onda tutte ledomeniche dalle 12,30 fino al GR delle13.00 sui 103,3 in FM a Roma e zone li-mitrofe e in streaming sul sito www.radio-popolareroma.it per tutto il resto delpianeta.Come ogni anno ci occuperemo di politica,cultura, movimenti sociali, conflitti am-bientali, popoli indigeni, ascoltando le vocie le opinioni dei protagonisti, dei militanti,dei cercatori di storie e dei giornalisti che ifatti li vanno a verificare alla fonte. Cer-cheremo di far conoscere anche la nuovamusica che nasce in quel continente e gliechi che arrivano nella nostra città.Uno spazio aperto per farci contaminare daquesto affascinante continente dove i po-

SuRadioPopolare è tornato“Bucanero,tracce e paesaggi dell’America Latina”

di trasparenza e economicità”.“L’unità del Paese si realizza attorno alretto vivere. Siamo di fronte ad una situa-zione seria e grave che richiede di correg-gere abitudini e stili di vita”.Il “Bagnasco pensiero” è stato in questigiorni tradotto dalle parti con rispettiveforzature di interpretazione. Non ci attar-diamo a dire, secondo noi, a chi pensiamofosse principalmente rivolto. Da laici ci ri-troviamo pienamente con le parole delCardinale, mentre siamo convinti cheesso, il Bagnasco pensiero, possa tranquil-lamente essere indirizzato anche a quei

314 Deputati e 151 Senatori che in Parla-mento votarono per bloccare l’indaginegiudiziaria di Milano su Ruby Rubacuori– Berlusconi e rimandare così, sine die,l’avvio di dalla correzione di abitudini estili di vita della classe dirigente che arre-cano un danno incalcolabile alla credibi-lità del nostro paese. Comunque è giuntoil momento di ripristinare il giusto rispettodelle Istituzioni. Quel rispetto che cia-scuno dovrà pretendere con forza se vo-gliamo uscire dal guado in cui siamo giàimmersi con l’acqua alla gola.

Sergio Rasetti

Le riflessioni del Cardinale si adattano ai nostri tempi

Alla scopertadelBagnasco pensiero

“La questione morale non è un’invenzionemediatica. Ci sono comportamenti licen-ziosi che ammorbano l’aria. Serve purifi-care l’aria”.“Comportamenti licenziosi e relazioni im-proprie producono un danno sociale”.“Purificare l’aria perché le nuove genera-zioni non restino avvelenate”.“Si rincorrono racconti che rivelano stilidi vita difficilmente compatibili con la di-gnità delle persone e il decoro delle Istitu-zioni”.“Colpisce la riluttanza a riconoscere la se-rietà della situazione al di la di strumenta-lizzazioni o partigianerie”.“Rattrista il deterioramento del costume edel linguaggio pubblico”.“L’unità del Paese, ieri come oggi, si rea-lizza soltanto attorno al –retto vivere-“.“Siamo ormai messi di fronte ad una situa-zione seria e grave che richiede di correg-gere abitudini e stili di vita”.“Mortifica dover prendere atto di compor-tamenti non solo contrari al pubblico de-coro ma intrinsecamente tristi e vacui”.“Si rincorrono con mesta sollecitudineracconti che, se comprovati a livelli di-versi rivelano stili di vita difficilmentecompatibili con la dignità delle persone eil decoro delle istituzioni e della vita pub-blica”.“Chi rientra oggi nella classe dirigente delpaese deve sapere che ha doveri specifici

Quantità, Qualità...Un Toccodi Fantasia….. Il tutto in un ambienteGiovane….RISTORANTE ALTRITEMPI...Venite a Provare le nostreSpecialità, dai classici Primi della TradizioneRomana, alle svariate invenzioni delloChef…come le FFeettttuucccciinnee aallllaa ffaarriinnaa ddii ccaassttaaggnnee aaii ffuunngghhii ppoorrcciinnii, le PPeennnnee ZZuucccchhiinnee ee ZZaaffffeerraannoo, i medaglioni di pollopancettati al limone…. e Dulcis in Fundo...l’immancabile Tortino al cioccolato….. SSee ll’’aappppeettiittoo CChhiiaammaa......AALLTTRRII TTEEMMPPII......RRiissppoonnddee!!!!!!

Piazza della Repubblica, 19 - Rocca di Papa - Tel. 06-94288297 - chiuso il lunedì

poli che lo abitano, vari come la rigogliosanatura che vi si può incontrare, hanno recu-perato la loro dignità, per troppi secoli tra-dita e calpestata, e sono protagonisti di untentativo di un “altro mondo possibile”.Come sempre i ‘bucaneros’ della redazioneRachele Masci, Nadia Angelucci, GianniTarquini vi aspettano per viaggiare insiemenella ‘nuestra america’. Per contattare la redazione: [email protected] o la pagina Facebook Bucanero.

L’ARGOMENTO4 il Segno - Ottobre 2011

Pubblico e Privato ai Castelli Romani

Il ruolo della stampa locale

della capitale: Umberto I, Ge-melli, Tor Vergata, S. Giovanni oaltro grande ospedale. É evi-dente, infatti, che al di là del-l’emergenza, le grandi strutture,gli attrezzati policlinici, sono ingrado - per personale, professio-nalità e strumentazione - di cu-rare adeguatamente le patologieche nessuno di noi si sentirebbedi affrontare in un piccolo ospe-dale, anche se a due passi dacasa. Ma perché sono tutte a Romaqueste grandi strutture? La salutedei cittadini lontani dalla capitalenon merita altrettanta tutela?Partendo da questa considera-zione, gli ultimi governi regio-nali del Lazio guidati dalcentrosinistra hanno avviato unapolitica sanitaria che, da un lato,mirava al rafforzamento di al-cuni dipartimenti per l’emer-genza in aree cruciali (da qui ifinanziamenti destinati, ad esem-pio, alla ristrutturazione e al-l’ammodernamento del prontosoccorso di Frascati). Dall’altrolato, si è progettata la realizza-zione di una grande struttura sa-nitaria, il cosiddetto “ospedaledei Castelli Romani”, posto inposizione baricentrica rispettoalle direttrici di traffico dell’hin-terland a sud di Roma, ad Aric-cia, in grado di concentrare leprofessionalità e le attrezzaturenecessarie per affrontare “inloco” le patologie per le qualinon sono al momento attualeadeguatamente strutturati i pic-coli ospedali cittadini dell’area diriferimento.Non solo. La cura della saluteveniva intesa non solo come lotta

al momento acuto della malattia,quello che comporta il ricoveroospedaliero, ma come cura dif-fusa, attraverso il potenziamentodi presidi e servizi, anche domi-ciliari, sul territorio, in grado diagire prima, dopo e anche senzail momento acuto della malattia.Questa impostazione è statacompletamente stravolta dalpiano sanitario della Polverini,che non a caso sta affossandoanche il progetto dell’ospedaledei Castelli. La filosofia di fondodel piano della governatrice delLazio sta nello spostamento di ri-sorse non solo verso la sanità pri-vata, riprendendo così la“filosofia” dell’ex governatorelaziale ed ex ministro della Sa-lute Francesco Storace, che con ifinanziamenti dirottati verso lasanità privata ha grandi respon-sabilità nella creazione del defi-cit al quale ancora oggi occorreporre rimedio. Lo spostamentodi risorse è anche dalla periferiaverso il centro: dai territori pro-vinciali verso Roma. Anche acosto di rischiare il collasso distrutture sanitarie, come Tor Ver-gata, poste ai confini.E qui arrivo alla questione difondo a cui facevo cenno all’ini-zio. Lo spostamento verso il cen-tro delle risorse non riguardasolo la sanità e non è opera dellasola Polverini, ma dell’interocentrodestra ad ogni livello digoverno. Solo pochi giorni fa, ilsindacato di polizia della Cgildenunciava la sottrazione di ri-sorse essenziali per i commissa-riati di provincia, come levolanti, a favore della Questuradi Roma. I giornalisti della te-

stata regionale della Rai, da set-timane, sono in agitazione con-tro il progetto dicentralizzazione dell’informa-zione locale che porterebbe allasoppressione della terza edi-zione del Tg regione, sostituitacon un nuovo appuntamentoinformativo che andrebbe inonda sul canale allnews, Rai-news 24, togliendo a sua voltaspazi a una testata giornalisticanon gradita al governo, e so-prattutto al suo capo, per la sua“eccessiva autonomia” dallapolitica. Questa centralizza-zione di servizi essenziali ha ilsuo complemento nel suoesatto opposto, ovvero il pro-gressivo trasferimento in peri-feria e in provincia dellesituazioni più problematiche:campi nomadi (semplicementespostati di qua e di là, ogni voltacon grande risalto mediatico,ma sono sempre le stesse per-sone che vengono trasferite) ediscariche (a quando la raccoltadifferenziata a pieno regime aRoma, sindaco Gianni Ale-manno?) in primo luogo.La questione di fondo, quindi,sta proprio qui. Il centrodestrasta concentrando le risorse nellegradi aree urbane, depoten-ziando periferie e provincia, perpoter presentare all’opinionepubblica, attraverso un’infor-mazione anch’essa centraliz-zata e rivolta unicamente aesaltare il “salotto buono”, unarealtà “percepita” e non con-creta. Lasciando fuori dall’at-tenzione della politica e deimedia le altre comunità. Ne èun ulteriore esempio la “macel-leria” degli Enti locali, e deiservizi essenziali che a lorocompete assicurare ai cittadini,operata con le recenti manovreeconomiche del governo (aproposito: la legge per RomaCapitale permette al bilanciocapitolino delle “libertà” che aquelli degli altri Comuni nonsono concesse).Da ciò deriva che ogni ipotesidi alternativa deve partire dallaconsiderazione che la dimen-sione locale, lungi dall’essereinterpretata in funzione di unachiusura campanilistica comeè invece vista dalla Lega, è lachiave di volta di un rafforzatorapporto della politica con i cit-tadini. E il ruolo dell’informa-zione locale, a livelloregionale, cittadino o di quar-tiere, è strumento essenzialeperché i cittadini possano, adogni livello, operare consape-voli scelte nell’esercizio dellasovranità popolare sancitadalla Costituzione.

di Massimo MarcianoC’è una questionedi fondo alla basedella vicenda chesta portando alle

continue bocciature, fra Tar eConsiglio di Stato, del piano diriordino della rete sanitaria re-gionale varato dalla governatricedel Lazio, Renata Polverini, cheprevede tra l’altro chiusure di re-parti e depotenziamento di ospe-dali di provincia, come quello diFrascati: l’ultimo, in ordine ditempo, per il quale è arrivato lostop all’esecuzione del piano daparte del giudice amministrativo.È una questione che si aggiunge,ma va al di là, delle due sullequali si è più discusso finora eche sono il nucleo dell’agire po-litico dei governi di centrodestra,come quello della Polverini, ov-vero:1) il depotenziamento e, spesso,lo svilimento del pubblico (la sa-nità come la scuola, la ricerca, iservizi sociali, la Rai…) a favoredel privato, ritenuto più produt-tivo economicamente (a favoredi alcuni) e più affidabile (politi-camente);2) il seguire, per catturare il con-senso elettorale, le contingenzedel momento, anche a costo disacrificare i progetti di consoli-damento sul lungo periodo. Èquello che è successo con l’an-nuncio di promesse che, si sa-peva, mai si sarebbero potutemantenere nei confronti dei cit-tadini di Marino su faraonici pro-getti per il loro ospedale a dannodi quello di Frascati, il tutto soloper favorire la rielezione del sin-daco “amico” Adriano Palozzi,come risarcimento per la suamancata candidatura alla Re-gione dopo le note vicende chehanno portato all’esclusionedella lista del Pdl nella circoscri-zione della provincia di Roma.L’altra e meno evidente que-stione è rappresentata dalla cen-tralizzazione dei servizi più“sensibili” per i cittadini al finedi una migliore gestione del lorosenso di sicurezza per ricavarneconsenso politico. Strumento es-senziale di questa operazione èl’informazione dei grandi media.Spiego questo mio assunto par-tendo proprio dalla sanità, servi-zio che incide tutt’altro chemetaforicamente sulla vita dellepersone.Nell’esperienza di ognuno di noiche viviamo in provincia c’è si-curamente il ricordo di almenouna persona - parente, amico,collega, conoscente… - che peraffrontare una seria patologia siè rivolto alle grandi strutture

DIRETTA da TOKYOil Segno - Ottobre 2011 5

CCoonnttrroo iill nnuucclleeaarree, dentro il nucleare

Mai più Hiroshima...mai più Fukushima

da TokyoToshi KamedaQuando lo tsumani ha deva-stato il Paese tutto il mondo havisto come si è comportato ilpopolo giapponese di fronte

alla distruzione e alla disperazione: dignità,tranquillità, ordine e pazienza. Questa carat-teristica del popolo, il non farsi prendere dalpanico, è a volte indispensabile per evitareil peggio ma in alcuni casi ci rende immobilidi fronte ad un pericolo quando invece sidovrebbe reagire. Molti di domanderanno perché noi abbiamoscelto di convivere con l’energia nuclearenonostante abbiamo conosciuto il male as-soluto del nucleare a Hiroshima e Nagasakicon circa 250 mila morti immediati e 280mila esposti alle radiazioni. Ora, dopo la tra-gedia di Fukushima, anche per noi è inevi-tabile porre la stessa domanda. E cosìquest’estate, in occasione del 66° anno dalbombardamento nucleare a Hiroshima (il 6agosto) e Nagasaki (il 9), è stata sicura-mente diversa. Non è stato un anniversariocome gli altri perché per la prima volta èstato messo in discussione l’uso civile delnucleare.Come ci siamo comportati in tutti questianni nei confronti del problema del nu-cleare? Siamo stati abbastanza tranquilli sesi trattava del suo uso civile e non militare.Dopo la seconda guerra mondiale il Paesedoveva uscire dalla distruzione bellica e af-frontare la difficile ricostruzione. Nel 1955ebbe inizio la nuclearizzazione e nel 1966entrò in funzione la prima centrale nucleare,Tokai, e nel 1971quella di Fukushima n. 1.Si riteneva che l’energia avrebbe permessoal Paese di svilupparsi. La nuclearizzazione fece un passo enormenel secondo periodo dopo le crisi petroliferedel 1973 e del 1979, con un pacchetto dileggi adottate per facilitare la costruzionedelle centrali concedendo finanziamentipubblici ai Comuni che le avrebbero ospi-tate. L’obiettivo era garantire la stabilità conil costo contenuto della produzione del-l’energia elettrica e della sua autonomia. Lanuova strada intrapresa resistette persino difronte ai disastri di Three Mile Island (1979)e di Cernobyl (1986). E arriviamo così al terzo periodo in cui lanuclearizzazione troverà legittimazione de-finitiva. Negli anni novanta, quando si ini-ziava a parlare di effetto serra e disurriscaldamento globale, si pensava al-l’energia nucleare come la soluzione mi-gliore, essendo energia pulita. E così ilGiappone è diventato il terzo tra i Paesi nu-clearizzati dopo gli USA e la Francia. L’uso civile del nucleare non andava in con-trapposizione con la posizione contro learmi nucleari. Dentro questa logica si muo-veva anche il movimento per la pace e con-tro le armi nucleari, perché il nucleare in sénon è il male assoluto come altri progressitecnologici. Perciò nessuno dubitava del-l’uso civile del nucleare, anzi, era vistocome un male necessario per contrastare ilsuo uso militare. Allora era “evidente che sevenivano utilizzate per la pace, l’energia nu-cleare e la tecnologia missilistica, il nostrospazio di vita si sarebbe allargato versol’universo e ci avrebbe portato una ric-chezza immisurabile” (Hiroyasu Kumakura,La storia e la tradizione del movimento per

la pace in Giappone, 1968). Anche perché era troppo forte l’impattodi Hiroshima e Nagasaki. La scelta delnucleare civile sarebbe stata una stradapiù efficace per accentuare il male asso-luto delle armi nucleari e per coinvol-gere tutte le forze più ampie possibiliper contrastarle. Anche la Nihon Hidan-kyo (la Confederazione giapponesedelle organizzazioni delle vittime dellebombe atomiche e a idrogeno) non sioppose all’uso civile del nucleare per-ché “il nostro unico desiderio è orientaredecisamente verso la felicità e lo svi-luppo il nucleare che se usato in mododiverso ci può portare alla distruzione eall’estinzione” (da: La dichiarazione co-stituente. Il messaggio al mondo del 10agosto 1956). Ora sappiamo che Fukushima n. 1 haemesso in ambiente il cesio 137 contempi di dimezzamento fino a 30 anni,cioè 168 volte più di quello di Hiro-shima. Oggi la Hidankyo ha deciso perla prima volta nella sua storia di pren-dere una posizione anche contro l’uso civiledel nucleare. E così per la prima volta i sin-daci di Hiroshima e Nagasaki non potevanoche parlare di energia rinnovabile e alterna-tiva al nucleare in occasione dell’anniversa-rio. All’inizio, come dicevo, siamo rimasti calmima ora man mano che veniamo a saperne dipiù sulle conseguenze dell’incidente e dicerti atteggiamenti sleali del governo e dellecompagnie elettriche, ci stiamo muovendo.Lo dimostrano i sondaggi di questo periodo.I primi di aprile i favorevoli erano il 56% (diquesti il 10% voleva addirittura nuove cen-trali, mentre il 46% voleva mantenere gli at-tuali livelli), invece i contrario erano il 41%(il 29% era per ridurre le centrali e il 12%per abolirle). Ad agosto il quadro è cosìcambiato: i favorevoli erano il 27 % mentrei contrari il 70%. La gente sta prendendo co-scienza. Da marzo in poi vi sono state diverse mani-festazioni in tutto il Paese. Il 19 settembreci sono state manifestazioni con lo slogan“Sayonara (addio) alle centrali nucleari” inmolte città. A Tokyo hanno partecipato 60mila persone, dieci mila in più rispetto al-l’appello. L’iniziativa è stata promossa dalloscrittore Kenzaburō Ōe, premio Nobel perla letteratura nel 1994, dal musicista RyuichiSakamoto e da altri personaggi del mondoculturale. “Non è vero che senza l’energianucleare non si possono compiere grandicose”, ha detto Ōe, “essa ci porta la distru-zione e le vittime”. Non ci si è dimenticati,in questo contesto, di parlare anche del suc-cesso italiano: “In Italia non è più minac-ciata la vita umana dalle centrali mentre noi

dobbiamo ancora temere per le eventualitragedie”.Sono stati mobilitati sia i sindacati che leforze politiche che hanno ritrovato unitàdopo essere stati per lungo tempo in con-flitto. Il numero dei partecipanti alle manife-stazioni non è molto alto confrontato a ciòche accade in Italia ma in Giappone da circavent’anni non si vedeva una partecipazionecosì massiccia. Un’altra novità importante èche per la prima volta hanno partecipatomolti cittadini semplici e mamme con bam-bini. “Ho pensato che venire qui potevaavere un senso”, dice una mamma con unbambino di sette anni, “non si trovano facil-mente degli amici con cui parlare non solodel problema del nucleare ma di tanti altriproblemi seri. Ho fatto bene a venire qui.Sono stata incoraggiata stando insieme amolte persone che hanno in cuore la stessacosa”.Le manifestazioni fanno parte dell’iniziativache mira a raccogliere dieci milioni di firmeda consegnare al Governo e al Parlamentoprima del marzo prossimo per chiederel’abolizione di tutte le centrali. Come nel1988, ma allora il Parlamento non diede ri-sposta alle 3,5 milioni di firme raccolte. Almomento le firme raccolte sono circa un mi-lione. Alcune organizzazioni di cittadinistanno promuovendo anche l’iniziativa re-ferendaria ma quest’istituzione non esiste inGiappone. Purtroppo la tragedia nuclearedurerà ancora diverse decine di anni e speroche il popolo prenda sempre più coscienza eche la lotta continui finché tutte le centralispariranno dalla terra. Mai più Hiroshima eNagasaki. Ora anche: Mai più Fukushima.

Manifestazioni contro il nucleare in Giappone

PAGINA APERTA6 il Segno - Ottobre 2011

I numeri che colpiscono l’immaginazioneIn Italia abbiamo 130 miliardidi evasione fiscale (pari aquasi il 9% del Pil) ed è au-mentata di 20 miliardi negli ul-timi due anni; il reddito mediodei gioiellieri è di 14.000 eurol’anno; il 50% della ricchezzaè posseduta dal 10% dellapopolazione; le automobilioltre i 100.000 euro di costo,acquistate nell’ultimo anno,sono in numero doppio di co-loro che hanno un reddito chesupera i 70.000 euro; la metàdelle imprese è in perdita o areddito zero; in un decennio,fra il 2001 e oggi, il redditomedio delle famiglie tedescheè cresciuto (al netto dell’infla-zione) dell’11 per cento, quellodelle famiglie francesi del 6 percento, in Italia è sceso del 4per cento; un giovane su tre èsenza lavoro (uno su due alSud); la corruzione ci costaalmeno 60 miliardi di eurol’anno; il debito pubblico è di1.900 miliardi di euro e cicosta più di 70 miliardi dieuro annui di interessi.

Non si può essere stupidi e ricchi per più di due generazioniNegli ultimi quattro anni letasse medie di uno studentedell’università pubblica sonoraddoppiate, in cambio di ser-vizi quasi azzerati dai tagli.Uno studente della Sapienza diRoma paga in media dai 1.200

biamo perso 4 miliardi in 20anni. Formare un ricercatorecosta ai contribuenti 250.000euro e il ritorno allo Stato è diun milione di euro nei primidieci anni della sua attività. Se ilricercatore si forma qui e poi vaa lavorare all’estero, significache lo Stato italiano spende250.000 euro per regalare unmilione ad altri. In un mondodove la ricchezza coincide sem-pre più con il sapere, l’Italia èscesa al terzultimo posto per li-vello di istruzione fra i trentaPaesi più industrializzati.

Bisogna stimolare i consumiper aumentare la produzioneSe la guardate bene, questafrase è folle. Perché vuol direche noi non produciamo piùper consumare, ma consu-miamo per produrre. Dal1960 al 1998 in Italia il prodottointerno lordo (a prezzi costanti)si è più che triplicato, passandoda 423.828 a 1.416.055 miliardidi lire (valori a prezzi 1999), lapopolazione è cresciuta da48.967.000 a 57.040.000 abi-tanti, con un incremento del16,5 per cento, ma il numerodegli occupati è rimasto costan-temente intorno ai 20 milioni

(erano 20.330.000 nel 1960 e20.435.000 nel 1998). Una cre-scita così rilevante (+334%)non solo non ha fatto crescerel’occupazione in valori assoluti,ma l’ha fatta diminuire in per-centuale, dal 41,5 al 35,8 dellapopolazione. Senza considerarela precarizzazione del lavoro.

Un Paese povero abitato da ricchi L’Italia registra un evidentescarto tra le fortune private e lapenuria pubblica, con infrastrut-ture misere, servizi carenti. Vi-viamo una drammatica crisi diregime in cui si specchia unpaese «senza classe dirigentené economica, né politica, néculturale», secondo il dramma-tico e lucido giudizio della Cei(Conferenza Episcopale Ita-liana). Con la solita mistica delpotere, invece, con quel grotte-sco “ghe pensi mi”, il Cavaliereci ripropone l’eterno ritornoall’uguale. Se in campo c’è lui,la politica non serve. Purtroppoè stato vero per molto temponell’Italia dell’egemonia sotto-culturale televisiva.

Non esiste un’unica ricetta per segnare la differenza

tempimoderni

di Roberto Sinibaldi

tra valore e prezzoOltre alla ovvia necessità di ri-durre evasione e lavoro nero,corruzione e burocrazia; ta-gliare le unghie al capitalismofinanziario e palazzinaro no-strano; conquistare processi in-clusivi, di coesione, politicheche debellino demarcazioni so-ciali accentuatissime; recupe-rare almeno un po’ la fiduciasociale, molte sono le cose chesi potrebbero fare, da subito espesso con costi minimi. Pun-tando a una crescita che rispettil’ambiente e rimanga nei limitidelle capacità di rigenerazionedegli ecosistemi, esercitata consenso di responsabilità verso legenerazioni future. Due datiperò colpiscono, soprattutto perla loro portata economica e nonsecondariamente culturale e so-ciale: la percentuale di Pil chesi guadagnerebbe in Italia ab-battendo le differenze di ge-nere è del 22%. Pareincredibile, ma è proprio così,se le donne avessero un lavoroin forma paritetica con l’uomo,oltre a tutto il resto, sarebbe unapanacea per la nostra econo-mia! È una rivoluzione che sichiama womenomics.L’altro elemento su cui riflettereè la rete: ogni 10 per cento diaumento di penetrazione dellabanda larga, la ricchezza di unpaese in termini di Pil crescedell’1 per cento. E ogni millenuovi utenti di banda larga sicreano 80 nuovi posti di lavoro.Internet in Italia attualmentevale il 2 per cento del Pil, pocopiù di 36 miliardi di euro: nel2015 questo valore può raddop-piare, con una crescita annuafra il 10 e il 20 per cento. Per entrambi gli esempi di-pende dalle scelte che faremooggi. In palio c’è il nostro fu-turo prossimo.

ai 1.800 euro al-l’anno, quasi ildoppio dellaSorbona e ottovolte delle uni-versità tedesche.Per la fuga dicervelli ab-

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Numeri

7il Segno - Ottobre 2011

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 agosto 2011 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 16.335 (maschi 8.130; femmine 8.205). Alla stessa data i nuclei familiari erano 6.262.*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

di Andrea SebastianelliSe non fosse statoper un articolo ap-parso sul Messag-gero del 5 ottobre afirma di Eugenia

L’eco-centro di Valle Vergine esiste dal ‘98 e dopo 13 anni tutto è rimasto uguale

Isola ecologica senza autorizzazionie la Procura di Velletri mette i sigilli

stessa storia, cioè che i lavoristavano per iniziare. Dopoquindici anni di continuità am-ministrativa non possono es-serci giustificazioni di nessuntipo. Chi legge il Segno (eormai sono davvero in tanti)può facilmente ricordare gliarticoli in cui mettavamo inevidenza l’inadeguatezza del-l’area di Valle Vergine. Questavolta, fa sapere il Sindaco, lacolpa è della Provincia diRoma che non ha ancora stan-ziato i soldi necessari per ese-guire la messa a norma (circa220 mila euro). Ma adesso,miracolo dei miracoli, cifanno sapere che sarà la so-cietà Aimeri Srl a svolgere ilavori necessari. Resta un fatto: grazie ai se-questri della Procura, a Roccadi Papa le opere pubblichevengono portate a termine.Dopo i sigilli tutto vienemesso a norma... mai prima.E allora per vedere finiti i la-vori della nuova sede comu-nale (ex albergo Europa), delparcheggio al Carpino e dialtre opere pubbliche che pro-seguono a rilento, non ci restache sperare nei sequestri, lasola arma che sembra smuo-vere il Palazzo.

essere indagati sarebbero incinque: il primo cittadino diRocca di Papa, la responsabiledel settore Ambiente del Co-mune e alcuni rappresentantidella società Aimeri che gesti-sce l’eco-centro. Mentre scri-viamo non sappiamo se laProcura abbia convalidato omeno il sequestro dell’area maresta il fatto che l’amministra-zione comunale sta inanellandouna serie di sconfitte dal puntodi vista ambientale che fannoemergere una realtà ben diversadalla vetrina raccontata dal Sin-daco Boccia. L’isola ecologica

esiste dal 1998, cioè fu uno deiprimi progetti realizzati dall’ap-pena eletto Sindaco Ponzo (dicui Boccia rappresenta la con-tinuità amministrativa). Possi-bile che nessuno fino a oggi siastato in grado di apportarequelle migliorie necessarie peravere un’area attrezzata comeprescrive la legge? E ora, dopola decisione dell’autorità giudi-ziaria, tutti a raccontarci che ilavori sarebbero iniziati entropochi giorni. Sarà un caso maanche dopo i sigilli apposti aldepuratore, l’amministrazionecomunale ha raccontatto la

Belvedere, probabilmente ciavrebbero fatto credere chel’isola ecologica di Rocca diPapa in Borgo Valle VergineCampagna era stata chiusa perl’esecuzione di una serie di la-vori programmati. Infatti, qual-che giorno fa (l’8 o il 9 ottobre,cioè dieci giorni dopo il seque-stro) per le strade del paese ilComune ha affisso un manifesto(foto a lato) con cui avvisava icittadini che l’area era momen-taneamente chiusa per l’esecu-zione di interventi migliorativi.Nessun riferimento ai sigilli de-cisi d’autorità dalla Procuradella Repubblica di Velletri emessi materialmente sul postodal Comando di Rocca di Papadel Corpo Forestale dello Statodiretto dall’Ispettore SuperioreCarmine Alfonsi. Il sequestro è avvenuto loscorso 28 settembre per l’as-senza delle autorizzazioni pre-viste dalla legge, soprattutto perquelle rilasciate dalla Asl, e perla mancanza di un apposito si-

stema di raccoltadelle acque di scolo.Quest’ultimo unfatto molto gravevisto che a pochimetri dall’isola eco-logica vi è il depura-tore comunale a suavolta oggetto di se-questro da partedella stessa Procuradi Velletri lo scorso21 febbraio. In quel-l’occasione a finiresul registro degli in-dagati furono il Sin-daco e l’alloraAss.re all’Am-biente. Stavolta ad

ROCCA DI PAPA il Segno - Ottobre 20118

di Sergio RasettiLo hanno capitotutti che i lavoridel nuovo palazzocomunale diPiazza della Re-pubblica rischiano

di restare fermi ancora permolto tempo. Di operai al-l’opera non se ne vedono da set-timane. Da mesi piccole squadredi 3 o 4 persone si attivano perun paio di giorni, poi il cantieretorna deserto come prima.Le ragioni, come possiamo fa-cilmente immaginare, sarannodi natura economica. Se i finan-ziamenti non vengono regolar-mente erogati le impreseappaltatrici non possono farealtro che rallentare o sospenderei lavori in attesa di essere final-mente pagate. La storia di operepubbliche che non finisconomai si ripete puntualmenteanche perché ogni volta accadequello che per l’Italia costituiscel’inevitabile: - Saltano regolar-mente fuori importanti opereimpreviste che devono essere ri-finanziate - Addio ai tempi e aicosti spacciati per sicuri dai po-litici in campagna elettorale. Quello delle opere impreviste èun problema che lascia sconcer-tati per il fatto che esso costitui-sce ormai la regola. Sembra chei tecnici, elaborando i progetti,facciano a gara ad essere il piùottimisti possibile convincendocosì tutti più facilmente sullafattibilità delle opere stesse. Ilguaio, per le finanze pubblichee per la comunità, è che allemaggiori spese si aggiunge il di-sagio dei cittadini alle prese con

Non si potrebbe sistemare in modo decoroso l’area del cantiere?

Nuovo Comune, rischiodi opera incompiuta?

cantieri che disturbano la mobi-lità, l’ambiente, la vista el’umore.Non sappiamo in quale misuraquesta problematica possa averinfluito su quest’opera che ci ri-guarda da vicino. Non sap-piamo se i lavori riprenderannopresto per consentire una con-segna in pompa magna in occa-sione delle prossime elezioni,ma tremiamo all’idea di doverconvivere impotenti con quelcantiere e quella facciata dipintadi nuovo ma lasciata con quelle

orribili aperture che sembranoguardare minacciose la piazzasottostante. In conclusione:“Visto che con questi lavoripossiamo andare alle CalendeGreche, non sarebbe il caso difar sistemare in modo decorosol’area del cantiere restringen-dola un poco, schermandolacon un tavolato e chiudendoallo stesso modo tutte quelle fi-nestre senza infissi? “. La città dell’ambiente si ammi-nistra e si difende anche conquesti semplici provvedimenti.

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I ragazzi di Rocca Forte Onlus ringraziano tutti i volontari chehanno reso possibile la realizzazione dell’evento “Inno alla Vita”in sostegno di Gloria Boccanera. Grazie all’impegno di tutti, edall’importante risposta di pubblico, siamo lieti di annunciare cheil ricavato della serata ammonta a 2.847,30 euro. Un risultatoeccezionale che va ben al di là delle nostre aspettative! I verbalirelativi al conteggio, avvenuto alla presenza del Segretario Co-munale, ed al versamento dell’incasso sono disponibili sulla no-stra pagina FB. Grazie ancora a tutti, e Forza Gloria!

Rocca Forte Onlus

Inno alla vita, 2.847 euro per Gloria

Il Comune di Rocca di Papa hapubblicato un bando di garainerente “l’affidamento dei ser-vizi di ricovero, custodia emantenimento cani randagi”.L’appalto riguarderà gli ani-mali accalappiati nel territoriocomunale e avrà una validità di5 anni. L’importo a base d’astaè di 365 mila euro (per un im-porto giornaliero, per ciascuncane, di 4 euro) e la gara saràaggiudicata con il criteriodell’offerta economicamentepiù vantaggiosa. Le offerte do-vranno pervenire all’ufficioprotocollo del Comune entro ilprossimo 17 novembre. Attualmente Rocca di Papafruisce dei servizi offerti da“La fattoria di Tobia”, il rifugioconvenzionato situato tra Car-chitti e Colle di Fuori, dunque apochi chilometri di distanza.Visto che l’art. 5 (commi “f” e“g”) del capitolato d’appaltoprevede la possibilità per i vo-lontari animalisti facenti partedi associazioni riconosciute dipoter accedere nella struttura inqualunque momento per verifi-care le condizioni degli animaliospitati (e quindi anche che isoldi spesi dai cittadini sianoeffettivamente ben spesi), spe-riamo che il servizio non vengaaffidato a canili fuori-regione,di fatto poco controllabili, eche il ribasso rispetto ai 4 eurogiornalieri non sia eccessivoperché spesso, come hanno di-mostrato anche cronache re-centi, costi ridicoli dimantenimento significanosemplicemente canili-lager.

(D.D.R.)

L’ex albergo Europa

Bando di garaper custodirei cani randagidel territorio

ROCCA DI PAPA 9il Segno - Ottobre 2011

Alcuni fatti accaduti recentemente ci consentono di fare alcune riflessioni

Città dell’ambiente e della solidarietàma la realtà è completamente diversaOra ci sono i soliti sigilli, chenon interessano a nessuno, lacasa è lì e ormai niente la but-terà giù, il proprietario traqualche anno pagherà unamulta e il gioco è fatto! Ma chigli avrà dato la sicurezza chenon sarebbe stato fermato eche non sarebbe stata abbat-tuta? Il nostro Sindaco, il nostro As-sessore all’Ambiente possibileche non vedono mai nulla senon a lavoro ultimato? Espesso su richiesta d’inter-vento dei cittadini? Ma checosa guardano, la Luna? Etutta la “banda” di Assessori,Consiglieri, decine di delegati,Comitati (di Quartiere e dialtro genere), associazioni equant’altro… nessuno vede,nessuno sa… però ognuno diloro si prodiga per feste, sagre,incontri culturali, eventi spor-tivi o religiosi, Madonne chescendono, macchine d’epocache corrono, nessuno di lorovede alberi che cadono. Domenica 2 ottobre Legam-biente Rocca di Papa ha orga-nizzato “Puliamo il mondo” alParco Landsberg, era un modoper aggregare persone, sensi-bilizzare la cittadinanza. Sisono presentati solo pochi vo-lenterosi. Nella Città dell’am-biente, nessuno della Giuntaha ritenuto importante presen-tarsi, probabilmente perché glialberi non votano ma i costrut-tori sì!

Proseguo con gli appellativiutilizzati dal Sindaco per de-scrivere Rocca di Papa: Cittàdella fratellanza e Città dellasolidarietà. Sorvoliamo sullafratellanza (non c’è stata nem-meno l’adesione alla Marciadella Pace Perugia-Assisi! oalmeno non ce l’hanno fattosapere), parliamo invece di so-lidarietà e di un piccolo casonostrano. Ho conosciuto Ro-berta Stafforti e i suoi genitoriquest’estate, lei è una giovanedonna di 36 anni con problemidi deambulazione. A partequalche mattina e un fine setti-mana al mese che trascorre aGrottaferrata nella Comunitàdi Capodarco, il resto deltempo lo passa chiusa nellasua casa, piena di barriere ar-chitettoniche e con due rampedi scale che le impediscono diuscire. Praticamente è prigio-niera in casa per una serie digradini. Alcuni mesi fa il Sin-daco andò a trovarla, presumoche anche lui sia rimasto col-pito nel vedere la situazione diquesta ragazza, promettendoalmeno una pedana automa-tica per permetterle di usciresenza problemi. Una semplicepedana che darebbe a Robertal’indipendenza per uscire dallagabbia di una casa… pro-messe, solo promesse, perchépoi il Sindaco non si è piùvisto! La mia solita cattiveriami fa dubitare della sua buonafede, ci è andato qualche mese

prima delle elezioni, poi havinto e forse se ne è dimenti-cato. Caro Boccia, Roberta èsempre lì, prigioniera di unascala, vogliamo fare qualcosa?

Chiamarci Città della solida-rietà è facile, impegnarsi affin-chè lo sia veramente è un’altrafaccenda.

Daniela Di Rosa

Il prossimo 22 ottobre

Erasmo Del Nero e

Francesca Draicchiofesteggiano i loro 50 anni

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Entro il prossimo mese di novembre i cittadini disposti a svolgerele funzioni di scrutatore di seggio elettorale, possono presentare do-manda di iscrizione nell’apposito “albo” del Comune di Rocca diPapa. “Nella domanda –spiega l’avviso affisso-, redatta in cartasemplice, dovranno essere dichiarate le proprie generalità, la profes-sione, arte o mestiere e l’assolvimento dell'obbligo scolastico. Siprecisa che l’inclusione nel predetto albo è subordinata al possessodei seguenti requisiti: essere elettore del Comune; aver assolto gliobblighi scolastici; non essere dipendente del Ministero dell’In-terno, Poste e Telecomunicazioni, Trasporti; non appartenente alleForze armate in servizio né svolgere, presso le Asl, le funzioni giàattribuite al medico provinciale, all’ufficiale sanitario o al medicocondotto; non essere segretario comunale nè dipendente dei Comuninormalmente addetto o comandato a prestare servizio presso gli uf-fici elettorali; non essere candidato alle elezioni per le quali sisvolge la votazione”.Per ricevere ulteriori informazioni ci si può rivolgere presso l’Uf-ficio Elettorale Comunale.

Paola Gatta

Albo scrutatori, al via le domande

Roberta Stafforti (a sin.) e Annalisa Gentilini

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

ROCCA DI PAPAil Segno - Ottobre 201110

Prosegue il confronto delle idee intorno al “ruolo” del Centro Anziani

“Gli anziani sono rimasti ai marginie ora servirebbe un dibattito aperto”

piutamente. Perché creare imbarazzi? Acercare motivazioni, di limpide non se nevedono. Allora domando: ci fate saperecosa ha portato alla preferenza singola?Dopo già due condizioni di una buona de-mocrazia (1- ogni decisione va presa dopoun confronto fra gli interessati, 2- quantitàe qualità dei controlli sul maneggio) ec-cone una terza: la facilità di concorrerealla gestione. L’aver mantenuto il sistemadelle liste separate non agevola la discesain campo degli intenzionati, la mantienecomplicata. Per agevolarla, un conto è sebasta dare il proprio nome per vederseloinscritto in ordine alfabetico in un elencounico entro il quale l’elettore sceglie, unaltro conto è se devi chiedere ospitalità achi ha già una lista o attrezzarne una inproprio. Si va dicendo che il sistemad’adesso assicuri il funzionamento. Sonoparole. Accordo pieno fra gli eletti non c’èstato mai, frequenti sono state le fratture.Eppure, s’è andati avanti. Come al pre-sente. L’unanimità non è necessaria. Incaso di disaccordo, per decidere si vota.Invece, che a comandare si ritrovino insette della lista vincente, senza il controllodella minoranza, dei revisori, dei garanti,senza l’obbligo di un bilancio formal-mente ineccepibile, potrebbe rappresen-tare una tentazione forte per profittatori,sempre in agguato. Il sospetto non si poneper oggi, ma: ma per il passato? Ma: per ilfuturo? Ancora. Lo statuto è, deve essere, un rife-rimento serio, scolpito sulla pietra. Nonpuò cambiarsi ogni tre anni, secondo con-venienza. Se il cocco di mamma è scala-tore, arrivo in salita. Se è discesista, arrivoa valle. Servendosi dello statuto come diun elastico, si dà ragione chi denunciaconnessioni col potere, e si sparge diffi-denza, sempre nociva. Né può trascurarsi

la questione dell’età d’iscrizione. Ha im-portanza, va accennata. Se la Regione pre-vede contributi secondo gli abitantisuperiori ai 65 anni, un significato ci sarà.Ed è quello fornito dagli analisti. Da ognisettore provengono indicazioni decise nelfissare a quel traguardo un convenzionaleinizio della terza età. Se da noi l’indica-zione si contraddice coll’abbassarla netta-mente, si insiste su di un localismoequivoco. Più iscritti significa più soldi,più potere. Causando scompensi non dapoco. Mentre, alza perplessità il concettodi centro sociale, di cui ogni tanto si senteparlare. Cioè di struttura attenta a chi sela passa male. Intenzione buonistica, madifficile a manovrarsi. Nel passato s’èprovato a maneggiarla. Con risultati scon-certanti, però. E’ più probabile scivolarenel clientelismo che realizzare senza pre-parazione un’attività assistenziale giudi-ziosa. Qui arrivati, sottolineato come glianziani siano stati esclusi dal centro del-l’attenzione amministrativa, invito Rasettie Sebastianelli a promuovere un incon-tro-dibattito, dove tutti possano parteci-pare e farsi sentire. L’iniziativa riempirebbe un vuoto, po-trebbe costituire uno stimolo, un esempiodi come le cose vadano affrontate in unasocietà ordinata. Io ci sarei. E, oltre aquanto accennato, proporrei: conti e tra-sparenza, attività e cointeressamento, an-ziani e cultura, statuto e gratuità, socialitàe mance, referente e residenza, rispettodelle regole da tutti. Vincere l’elezioninon vale l’occupazione del potere. Sitratta di una condizione pro tempore, cioèprovvisoria, entro la quale non è consen-tito a nessuno spadroneggiare. Gli elettisono e restano primi tra pari, dove impor-tanza non l’ha l’aggettivo “primi”, l’im-portanza sta nel “tra pari”.

di Gianfranco BottiCome capita a tutti quelliche si espongono metten-doci la faccia, Andrea Se-bastianelli può piacere onon piacere. Quando a lu-glio ha preso di petto lecrespe del Centro Anziani

è piaciuto. Ha messo sotto gli occhi ditutti –perché tutti leggiamo Il Segno– leprossime elezioni per il rinnovo del co-mando di quello che per bilancio è il se-condo potere forte cittadino. SenzaSebastianelli, le elezioni e tutto il colle-gato, come spesso da noi capita, sareb-bero scivolati sotto silenzio. Dopo lareplica di cinque dirigenti, in terza battutami metto io. Da anziano semplice, uno deimille. Dopo aver precisato che chi fa i soggiornisfrutta niente, fa danni a nessuno, si pagatutto di tasca sua. Le cose degli Anzianile so, ci sto dentro. Di discuterle ne ho ildiritto, ne sento il dovere. Il dovere, inquanto sugli aspetti che li riguardano, tuttii soci dovrebbero farsi sentire, per stabi-lire un da farsi condiviso. Il diritto, inquanto una democrazia buona pretendeche tutti gli interessati a un settore ab-biano la possibilità di dire la propria e ve-nire considerati per le cose del settore. GliAnziani tale possibilità nemmeno sta-

volta l’hanno avuta. A rivedere lo statutohanno messo mano quattro giovanotti,estranei all’ambiente, digiuni delle cose.Dei soci nessuno è stato formalmente sen-tito, nessuna occasione di dibattito è stataper essi ammannita. Trattati da sudditi, dasottosviluppati. Non da portatori di diritti,da soggetti responsabili, ognuno con lapersonale esperienza e capacità di giudi-zio. Questo il primo punto da battere: l’ar-roganza di chi decide, la passività di chisubisce. Che niente dice, niente fa, perfarsi rispettare. A parte il solito mormorio,inconcludente perché sotto-traccia.Gli aspetti da trattare sono tanti, li ac-cenno senza esaurirli. Lo spazio non èmio. S’è tolto il voto ai non residenti,com’è giusto per il principio: ogni citta-dino un Comune, un sindaco; ogni an-ziano un Centro, un presidente. Ma non sisono previsti i revisori dei conti, personepratiche di scontrini, fatture, ricevute, mo-vimenti bancari, chiamate a sorvegliare laregolarità contabile. Né s’è dato spazio aigaranti, persone di riconosciuta serietà,per rassicurare i soci sulla linearità deicomportamenti gestionali. E per tutelarlidi fronte a soprusi subiti. Revisori e ga-ranti devono starci sempre quando si ma-neggiano soldi pubblici, perché un altro

La sede del Centro Anzianiai Campi d’Annibale

distintivo di unademocrazia buonaè dato dai controllisulla gestione, suogni gestione co-munitaria.Tasto stonato èpure l’introduzionedella preferenzaunica, che, mentreniente cambia perchi volesse darneuna o nessuna, dinegativo ha che setu hai due candi-dati di uguale fidu-cia uno devisacrificarlo, nonpuoi votare com-

ROCCA DI PAPA 11il Segno - Ottobre 2011

di Andrea RasettiL’amministrazione comunale diRocca di Papa ha comunicatoche le elezioni per il rinnovo delComitato di Gestione delCentro Anziani si terranno ilprossimo 18 novembre. Nel di-battito-confronto lanciato dalSegno, una voce non abbiamoascoltato, quella del Presidenteuscente, Enea Trinca, a cui ab-biamo rivolto alcune domande.

Presidente, ci racconti dellasua esperienza al Centro An-ziani di Rocca di Papa equando ha iniziato a fare vo-lontariato.Premesso che buona parte delmio tempo libero la dedico afare volontariato, contribuendoin modo fattivo alla realizza-zione di alcune cose che oggisono una realtà nel nostro paese,come i Comitati di Quartiere,Avis, Protezione Civile, ecc. In-nanzitutto veniva il lavoro e lafamiglia, il resto lo dedicavo aqualcosa in cui credevo, rimet-tendoci spesso anche del mio.Avendo esaurito queste espe-rienze ed essendo io personache ha sempre avuto stimoli nelfare, nel lontano 2002, essendolibero da altri impegni, accettail’invito dall’allora Presidentemio caro amico Leopoldo Ca-sciotti, a candidarmi per il rin-novo del Direttivo del CentroAnziani e fui eletto. Da allorasono passati nove anni. Trovan-domi a convivere con una realtàche per me era sconosciuta,come quella del mondo dell’an-ziano anche perché avendo 59anni non potevo considerarmidel tutto “anziano”, ho cercatoda subito di inserirmi in questanuova realtà cercando di rece-pire le opinioni, le abitudini esoprattutto i consigli di chi erapiù anziano di me. Con il pas-sare del tempo ho capito chel’anziano non vuole essere soloun iscritto ma vuole parteciparealla vita del Centro, il socio an-ziano porge interrogativi, esigerisposte chiare, soprattutto dachi è stato eletto. Questo per meè stato il motivo, visto il torporeche regnava nel Centro Anziani,a pretendere di cambiare in me-

Intervista al Presidente uscente del Centro Anziani, Enea Trinca

“Non so se mi ricandideròma comunque grazie a tutti”Il 18 novembre si vota per il Comitato di Gestione degli Anziani

Enea Trinca

questo vuol dire che chi fa vo-lontariato ci mette la faccia equindi tutto si deve svolgere allaluce del sole.

Che cosa significa per lei farevolontariato?Fare volontariato è non chiederenulla per sé ma dare a chi ne habisogno, chi fa un volontariato“pulito” lo fa in silenzio e nonaspira a nessun premio, senzaavere secondi fini. Lo fa e basta.Per questi motivi, quando si vaa scegliere chi dovrà dirigere ilCentro Anziani, a mio modestoparere si dovrebbero eleggerepersone che non predicano falsemoralità facendo credere allagente chi sa che, al solo scopodi avere un “rendiconto” di im-magine o quant’altro. Pertanto,tutto questo ci impone una ri-flessione profonda, si dovreb-

bero scegliere persone umili esoprattutto non politicizzati efuori da ogni conflitto di inte-ressi, in grado di ascoltare lagente e aiutare in silenzio chi habisogno.

Perché insiste nell’affermareche l’anziano deve frequen-tare di più il Centro?Non mi stancherò mai di ripe-terlo, perché la vita associativadelle persone anziane rappre-senta una grande opportunitàanche per vincere la solitudine,per avere contatti sociali, disvago… e per contribuire alleattività del Centro stesso.

Come si favorisce questa partecipazione?Per accrescere la partecipazionedegli anziani alle attività delCentro si devono prendere deci-

sioni che vanno a favore del-l’anziano, consentendo ad essidi restare attivi, sentirsi parte-cipi non solo in famiglia maanche nella comunità. Si de-vono promuovere iniziativesoprattutto per coloro che vi-vono soli, perché gli anzianinon hanno bisogno soltanto diassistenza materiale ma anchedi contatti sociali per sentirsiancora partecipi nel luogo incui vivono.

Che cosa può dirci di quelloche sta accadendo nel Cen-tro Anziani di Rocca diPapa?Ci sarebbe molto da dire manon voglio aggiungere altro aquello che è stato già detto escritto visto che la realtà dellecose è ben nota a tutti. Il restolo lascio giudicare agli altri.Posso dire una sola cosa: chenon faccio e non farò maiparte di un “gruppo” di strate-ghi che pur di conquistare ilpotere cercano con tutti imezzi di mettere la mordac-chia agli altri.

Le elezioni si avvicinano, checosa farà alla fine del suomandato? Si ricandideràalla guida del Centro?A meno che non succeda qual-cosa che possa convincermi aripresentarmi, non credo chedopo i fatti accaduti io possaricandidarmi, cercherò altro acui dedicarmi, anche perchéquando un vestito va stretto bi-sogna cambiarlo. Dispiacesolo non poter continuare a la-vorare a quel progetto di mo-dernizzazione del CentroAnziani che è stato intrapresosoprattutto sotto la mia presi-denza. Comunque, per quantoriguarda la mia ricandidatura,deciderò in questi giorni.

Vuole aggiungere dell’altro?Solo un’ultima cosa. Voglio,in un unico abbraccio, ringra-ziare sia da parte mia chedella Vice-Presidente MarisaTroisi, tutti coloro che in que-sti nove anni ci hanno confer-mato la loro fiducia e cihanno spinto ad andareavanti anche nei momenti piùdifficili. Ringrazio inoltre isoci che pur non avendomidato la fiducia hanno collabo-rato per il bene del Centro.Oltre ai ringraziamenti vorreirivolgere anche le scuse pereventuali cose che avrei po-tuto fare ma per ovvie ragioninon sono state fatte. Un fortein bocca al lupo a tutti. 06-94790000 - 333-1288192 - 340-9970896

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glio le cose, masoprattutto dicambiare ilmodo di gestireil Centro dandoun maggioreimpulso per il ri-sveglio delle at-tività rendendopiù partecipi isoci e pren-dendo anchedelle decisioniche a volte aqualcuno pote-vano dare fasti-dio. Tutto

Non è tutt’oro ciò che brillaParole che fanno volare l’im-maginazione. Decine di puntidove si acquista oro usato na-scono in ogni dove. L’oro usatogeneralmente rappresenta sto-ria e ricordi degli individui e laseparazione non è mai senzatraumi. Sono attività assolutamente legittime che creano nuoviposti di lavoro e al bisogno aiutano ad uscire dai guai singoli e fa-miglie. Ma non vorremmo mai che il fiorire di questa attività dipendesseunicamente dalle difficoltà economiche dei nostri concittadini.Vorremmo che il loro successo dipendesse soltanto dall’acquistodi oro proveniente da un “filone” che all’improvviso spuntassedalle viscere dell’antico vulcano. Un augurio che facciamo a tutticon tutto il cuore.

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ROCCA DI PAPAil Segno - Ottobre 201112

A un anno dalla sua introduzione l’impegno dei cittadini non è confortato dai risultati

Sefattamale, laraccoltadifferenziatapuò creare dei disagi insopportabili

vinzione di non essere comunque ascoltatiprendesse il sopravvento sarebbe impossi-bile poi raggiungere gli obbiettivi cheogni comunità deve obbligatoriamenteperseguire.La divisione del territorio comunale indue settori con servizio di raccolta diversi:differenziata a valle e non differenziata amonte, non aiuta. La convinzione di al-cuni, sicuramente errata, di voler agevo-lare la zona a monte per ragioniinconfessabili da parte dell’Amministra-zione, deve essere assolutamente sradi-cata. In attesa di estendere il nuovoservizio a tutto il territorio perché non fare

chiarezza con la pubblicazione di dati se-parati per zone assicurando, con il neces-sario lavoro capillare esteso a tutti iquartieri, che sono sempre meno gli utentiche sfuggono ai controlli e quindi al paga-mento di quanto dovuto; pubblicandomensilmente il numero dei controlli fatti eil numero degli utenti “recuperati”?Anche più Tarsu recuperata può essere distimolo ai giusti comportamenti, senza deiquali nessun Sindaco può portare il suopaese a essere tra quelli che fanno il pro-prio dovere per salvare ambiente, econo-mia e salute dell’uomo.

il-sognatore.blogspot.com

Cambiare ataviche abitudini è molto dif-ficile. Ma quando il comportamento sba-gliato di alcuni rischia di rendere inutilel’impegno di tutti gli altri, si corre il ri-schio che i secondi finiscano per rinun-ciarvi e, in alcuni casi, si può arrivareanche ad uno stato di frustrazione tale dainfluire sulla salute individuale. Parliamodella “raccolta differenziata”, una “no-vità” che fatica a diventare regola, com-portamento naturale, presa di coscienzaineluttabile per tutta la comunità.Dopo un anno della sua entrata in eserci-zio l’impegno dei cittadini non è confor-tato da soddisfacenti e visibili risultati.Nei condomini generalmente vige il cloudel disagio. I motivi sono noti: conferi-mento dell’umido senza usare gli appositisacchetti ecologici distribuiti dalla societàappaltatrice; conferimento degli altri ri-fiuti fuori dei tempi previsti che è la causadi quell’orrendo spettacolo quotidiano alquale le cattive abitudini ci condannano avita.Al momento non risulta che siano statifatti troppi tentativi per risolvere il pro-blema. Basta parlarne con amici e cono-scenti per verificare che c’è ancora unanotevole disinformazione. Le visitepresso l’Isola Ecologica Comunale, perconferire rifiuti o ritirare i sacchetti d’or-dinanza, non aiutano a crederci fino infondo vista la sua pessima organizza-zione, che probabilmente è stata la ra-gione principale per la quale alla fine disettembre il sito è stato posto sotto seque-stro dalle autorità competenti. Si è notato, negli ultimi tempi, un cre-scente atteggiamento di rinuncia alla se-gnalazione di disfunzioni del servizio o disuggerimenti per migliorarlo. Se la con-

La cinghialotta incinta intrappolatae liberata dai Guardiaparco

Lo scorso 6 ottobreRosa Zoppi e Antonio Di Paolo

hanno festeggiato il loro 60mo anniversario di matrimonio

circondati dall’affetto dei loro cari. A Rosa e Antonio vanno anche gli auguri affettuosidella redazione del Segno.

Nozze di Diamante

E in Via Palazzolo le discariche aumentano

ROCCA DI PAPA 13il Segno - Ottobre 2011

Serve chiarezza su depuratore, rifiuti e multe inserite in bilancio

L’assenza di trasparenza non facilita il cittadino

di GennaroSpigolaÈ da tempoche le forze dioppos iz ionedel centro-si-nistra, della si-nistra e di tutte

le organizzazioni della societàcivile, stanno affrontando ladifficile battaglia per evitareche l’informazione, elementobase dell’architrave della de-mocrazia, sistematicamenteaffievolita dalle politiche delGoverno centrale in carica,non venga definitivamentecancellata. Non si capisceperò, quando questa nobilecausa viene circoscritta nellanostra cittadina, scatta unagrande contraddizione, mispiego: il Comune di Rocca diPapa periodicamente pubblicae distribuisce (con i soldi ditutti i cittadini) un giornaleche titola “Comune Informa”totalmente elaborato e gestitodai partiti che governano lacittà, mettendo inequivocabil-

mente in evidenza una ano-malia dando spazio solo agliarticoli o interviste dei soste-nitori dell’attuale Giunta, fa-cendo di fatto unainformazione di parte ed evi-tando così che vengano resinoti alcuni capitoli importantidel bilancio comunale e dellaconseguente gestione econo-mica.

A tal proposito: - vorremmo sapere chi dovràpagare i 360 mila euro soste-nuti per la pulizia del liquamedei depuratori stressati dal-l’iper lavoro dovuto in modoparticolare al mancato con-trollo dell’abusivismo (vedasil’enorme villa sita in localitàCalcare);- vorremmo sapere quali be-

Cassonetti ai Campi d’Annibale in attesa del “porta a porta”

Come eravamo e... come siamo!1961 2011

Come dimostrano queste due fotografie,scattate a 50 anni di distanza l’una dall’al-tra, l’amicizia può durare in eterno purchésia sincera come lo è tra questi nostri con-cittadini. La prima foto risale alla Pa-squetta del 1961 (sullo sfondo si può

ammirare l’ambiente incontaminato diPrato Mancino ai Campi d’Annibale).L’altra foto risale allo scorso settembre inpiazza G. Di Vittorio ai Campi. Ecco i protagonisti di queste “nozze d’orodell’amicizia”, da sinistra (in entrambe le

foto): Enzo Serafini, Bruno Brunetti,Dino Troìa, Lorenzo Gabrielli e RobertoTrinca. Con loro l’appuntamento è fra una decinad’anni per scattare un’altra foto e per fe-steggiare le “nozze di diamante”!

nefici comporterà ai cittadinila raccolta differenziata ini-ziata lo scorso anno solo inuna parte del paese visto chele bollette che sono state re-centemente consegnatehanno lo stesso importo dellarata precedente;- vorremmo sapere se è legit-timo mettere nel bilancio diprevisione comunale un im-porto consistente di entratedovute a possibili contrav-venzioni, facendo notare chese tutti fossero dei cittadinimodello inevitabilmente sidovrebbe trovare l’ennesimoescamotage con qualche tassaaggiuntiva.Si potrebbe, per evitare diformulare delle continue ri-chieste per avere informa-zioni che i rappresentantidelle istituzioni dovrebberocomunque fornire, iniziaread intraprendere tutte lestrade possibili, anche setortuose, cominciando dauna prima proposta che nonè certo la panacea per risol-vere tutti i problemi: metterenella condizione tutti i citta-dini di poter partecipare at-tivamente alla politicachiedendo con forza di poteressere parte attiva nell’ela-borazione delle linee politi-che programmaticheconnesse al bilancio comu-nale.

ROCCA DI PAPAil Segno - Ottobre 201114

In Via Michele Stefano De Rossi nasce la “Ciclofficina”

Un luogo in cui incontrarsi per ridare vita alle vecchie bici

di Andrea SebastianelliRocca di Papa non fi-nisce di stupirmi esempre più spesso a

provocare tale reazione sono icittadini acquisiti, coloro cioèche pur non essendo nati inquesto paese lo hanno sceltodecidendo di viverci. Proprioda loro arrivano quegli stimoliche ci permettono di credereancora, malgrado tutto, che ri-lanciare il nostro centro sto-rico è possibile. Per questovoglio parlarvi di una bellainiziativa pensata e messa inpratica da Roberto Sinibaldi(che è anche un collaboratoredel Segno) che in via MicheleStefano De Rossi, a pochi

passi da piazza Garibaldi, haaperto una “Ciclofficina”. Di che cosa si tratta? Le ci-clofficine sono dei “luoghiaperti” in cui gli appassionatidi biciclette (ma più in gene-

vere quegli oggetti della mobi-lità (biciclette ma non solo) fi-niti in discarica oppure gettatinei cassonetti o rimasti peranni abbandonati negli scanti-nati e che invece potrebberoavere nuova vita. “Io stesso,tempo fa, presso qualche isolaecologica ho recuperato alcunitelai di vecchie biciclette cheman mano sto sistemando cosìda renderle nuovamente bici-clette funzionanti”. Appenaaperta, la “Ciclofficina” ha de-stato subito la curiosità deibambini del quartiere che sisono interessati alla nuova atti-vità che ha rivitalizzato l’in-tera strada. Luca, uno di questicuriosi bambini del centro sto-rico di Rocca di Papa, nonaveva una bicicletta pur desi-derandola e così Robertogliene ha regalata una, sceltatra quelle rimesse in sesto epiù adatte per lui. Adesso Lucascorrazza contento tra i vicoli.Sono convinto che il criterioche ha portato alla nascita diquesta “Ciclofficina” sia lastrada migliore per rilanciare erecuperare il centro storico,iniziando proprio da quelle at-tività artigianali e di pratica so-ciale che ormai si stannoperdendo. “Chi avesse attrezziche non usa più, bicicletteferme da anni o danneggiate,oppure semplicemente sia in-curiosito dalla filosofia dellaCiclofficina, può venire in viaMichele Stefano De Rossi”. Al momento non ci sonogiorni prestabiliti di apertura,ma per entrare nel bel mondodelle “Ciclofficine” si puòcontattare direttamente Ro-berto Sinibaldi tramite mail([email protected]).

rale tutti coloro che credono aun modo differente di vivere epraticare la mobilità) possonorecarsi o incontrarsi per fare

delle attivitàche permettonodi recuperarequelle cono-scenze e quellecapacità ma-nuali che con iltempo sono an-date perdute.“Chi ha neces-sità di riparareuna bicicletta oeffettuare deipiccoli lavori dabanco – ci

spiega Roberto – può venire in“Ciclofficina” e mettersi al-l’opera direttamente, impa-rando ma anche insegnando aquelli che non lo sanno fare”.Questo potrebbe far pensare a

una officina meccanica in cuisi portano delle bici da far ri-parare e poi si paga il mecca-nico per il lavoro svolto.“Niente di tutto ciò. Qui non cisono meccanici a disposizionema ognuno, gratuitamente, di-venta meccanico per sestesso”. Infatti il locale, ristrut-turato e rimesso a nuovo con-servando le caratteristichetipiche delle cantine roccheg-giane, è dotato di attrezzature,chiavi inglesi, cacciaviti,lime… e di tutto ciò che puòservire per riparare biciclette oeffettuare altre piccole ripara-zioni. “Alcuni attrezzi li avevogià, altri sono stati recuperati ealtri ancora mi sono stati por-tati da cittadini che da temponon li utilizzavano e ora sono adisposizione di tutti”. La “Ciclofficina” di via DeRossi, infatti, vive per far rivi-

Le Ciclofficine Popolari sono un collet-tivo di persone che si incontrano perriparare e riciclare biciclette, ma che

puntano anche alla promozione di unaltro modo di pensare e agire, condividendo i saperi e permet-tendone una continua circolazione. L’auto-formazione è per loro una pratica quotidiana. I loromezzi vanno oltre le biciclette: lottano ogni giorno per ripen-sare drasticamente le strade delle nostre città, sempre più do-minate da automobili, e sempre più devastatedall’inquinamento. Il sito Ciclofficinepopolari.it vuole essere unriferimento per il manifestarsi delle Ciclofficine Popolari in Ita-lia, così da metterle in contatto le une con le altre.

Alla scoperta delle Ciclofficineper una nuova filosofia di vita

Gli attrezzi della Ciclofficina

Alcune delle biciclette riparate

Roberto al lavoro

mentre ripara una bicicletta

Numero Speciale in occasione della “Sagra delle Castagne 2011” Supplemento al n.10 del mese di Ottobre 2011 del giornale

“ Ho veduto in vita mia grandi

e belle estensionidi paese, in monte

e in piano, sui mari e sui laghi;

ma una vista come l’avevo dal balcone della mia

camera a Rocca di Papa ... non l’ho

incontrata in nessunluogo e neppure che

le si avvicinasse.

ttaanntt ii bbuuoonnii mmoott iivv ii ppee rr ttoorrnnaarr ee aa RRooccccaa dd ii PPaappaa

MassimoD’Azeglio(1798-1866)

il SegnoPIC

CO

LO

Nella terra dei primi Latini

di Andrea SebastianelliL’attuale abitato di Rocca di Papa si estende al di sotto delpianoro denominato “la Fortezza” su cui forse insisteva,seguendo l’interpretazione di Plinio il Vecchio, l’anticovillaggio di Cabum che ospitava i sacerdoti Cabenses

RRooccccaa ddii PPaappaauunn ppaaeessee,, llaa ssuuaa ssttoorriiaa

Il Patrono San Carlo BorromeoDal 1613, anno della sua proclamazione, San Carlo Borromeo è il Patrono di Rocca di Papae dunque da ben 398 anni si svolge la Festa a

La “Via Sacra”Alla scoperta dellastrada romana che si arrampica lungo le pendici di Monte Cavo

A pag. 3

AnnibaleIl guerriero che diedefilo da torcere ai Ro-mani, secondo alcuni,avrebbe dato origineal quartiere dei Campi d’Annibale

A pag. 2

MarconiIl grande scienziatoeffettuò dall’Osserva-torio di Rocca di Papai suoi esperimentisulla trasmissione tramite telegrafo

A pag. 3

addetti al culto di Juppiter Latialis (Giove Laziale) sul MonsAlbanus (l’attuale Monte Cavo). I resti del Tempio di Giove sonoin parte ancora visibili sulla vetta del monte e lungo il percorsodella “Via Sacra”, una strada di epoca romana risalente al 100a.C. che da Via dei Laghi arriva fino alla sommità per una lun-ghezza di circa tre chilometri di basolato ben conservato. Tra iriti più antichi legati al culto di Giove si segnala per impor-tanza quello delle Ferie Latine, una ricorrenza annuale a cuipartecipavano tutte le genti di stirpe latina per rinnovare illoro vincolo di fratellanza.

La prima dicitura con cui viene indicato l’abitato di Rocca diPapa è quella di “Castrum qui dicitur Monte Cabum”. Nel

1090, appare come “Castrum Montis Albani” e successivamentecome “Roccam de monte Cavo”. Si deve a Papa Eugenio III(Papa tra il 1145 e il 1152), che per primo qui soggiornò, l’at-tuale nome della città (Castrum Rocca de Papa). Il controllodell’abitato, fino alla formazione dei Comuni, passerà (Chiesa aparte) di casato in casato: Annibaldi, Orsini, Frangipane, Colonna,ecc. Nel 1855 un gruppo di rivoltosi all’insegna del grido maz-ziniano “Dio e Popolo” proclamò la Repubblica di Rocca diPapa che suscitò forti preoccupazioni negli ambienti vaticani einternazionali, nonché le ire del poeta romano Gioacchino Belliche usava soggiornare di frequente nella nostra cittadina. OggiRocca di Papa, sede del Parco dei Castelli Romani, è una localitàturistica molto apprezzata per la sua aria fresca e salubre e per isuoi numerosi boschi di castagno che offrono paesaggi di rara evariegata bellezza nelle varie stagioni.

M olti sono i monumenti che si possono visitare a Rocca diPapa ma sicuramente l’aspetto che rende più orgogliosi i

roccheggiani della loro storia e della loro città è l’ambientecon i suoi boschi, le sue vallate, i prati del Vivaro, i suoi sentierinaturalistici e la sua cultura boschiva che nel corso dei secoliha preservato un ambiente incontaminato che ora dovranno esserele generazioni contemporanee e future a conservare.

Per conoscere un po’ di più Rocca di Papa

lui dedicata che coin-volge l’intera comu-nità roccheggiana

A pag. 3

Benvenuti!Il Segno - Reg. Tribunale Velletri n. 5/02 del 19/02/2002 - Direttore Responsabile: Andrea Sebastianelli - [email protected]

ASS.NETERRESOMMERSECASTELLI

SPECIALE “SAGRA”

Dalla “Fortezza” cominciauna storia lunga mille anniI Colonna per 10 mila ducati presero il Castello della Roccatutti i concittadini.Questi vicoli, questi archi, que-ste fontane in pietra sperone,questi portali, queste cantine,tutte con grotte profondissime,sono un monumento di urbani-stica antica, da studiare. Spesso,nascondono segreti (vicolo Se-polcro Scaccia); e spesso se-gnano i passi della storia, come“vicolo delle Milizie” che, se-condo Alberto Tenerelli, costi-tuiva il percorso quotidianodelle truppe pontificie, che en-travano e uscivano dalla For-tezza; come “vicolo dellaPortella” dal latino: della portasecondaria del castello.GLI ANNIBALDIArrivano a possedere Rocca diPapa attraverso il matrimonio diAnnibale Annibaldi con unafigia di Agapito, dei Conti delTuscolo, potentissima famigliaromana, nel 1090. Ma la Roccagià esisteva; ed era la Rocca delPapa, chiunque ne fosse il reggi-tore. E’ probabile che gli Anni-baldi la fortificarono ulteriormentecon i bastioni che un recentescavo archeologico stà ripor-tando alla luce. Ma, nei secolidell’Alto Medioevo, altrettantoprobabilmente, la Fortezza eragià configurata da quell’ArxRomana di cui parla Tito Livio(“in arce ponuntur”). I Campiiniziano a chiamarsi di Annibale,perchè di proprietà di Annibale

Annibaldi.I COLONNANell’anno 1426, Antonio, Odoardoe Prospero, figli di Giordano, ac-quistarono dai fratelli Annibaldiil Castello di Rocca di Papa, per ilprezzo di 10 mila ducati d’oro(Archivio Colonna, dove si parladel nostro paese con il nome diRocca di Papa). Per prevenire le questioni fra isuoi eredi, Martino V (Colonna)con atto del 1 febbraio 1427, as-segnò a Prospero il feudo diRocca di Papa. Di lì a poco i Co-lonna, tramutarono le essenzearboree nostrane da faggi incastagni.Ma perchè? I territori dei Ca-stelli erano ricoperti tutti da vi-gneti; e attraverso il castagno,ottenevano i filari di quellevigne; oggi sostituiti da quelli dicemento. Per motivi economici,sparirono le macchie di faggi, dicui rimangono i nomi: Le Faete,la Faiola, Maschio delle Faeta,sostituite da immensi castagneti.A ricordo di questi boschi, i Co-lonna lasciarono alcni esem-plari di faggi sulle vette deimonti, alcuni furono abbattutiper far posto alle antenne diMonte Cavo.Nel 1534, salito al pontificatoPaolo III Farnese, Ascanio Co-lonna provò a stabilire con ilnuovo Papa buoni rapporti, madopo alcuni anni venne con quel

Pontefice in aperta discordia.Paolo III nel 1539, aumentò ilprezzo del sale; Ascanio preten-deva che questo aumento nondoveva aver luogo nelle sueterre. In tale contrasto gli esat-tori pontifici arrestarono alcunivassalli colonnesi. Ascanio, con i suoi armati, fecescorrerie nell’Agro Romano,razziando bestiame.Quel Pon-tefice, che non amava la Fami-glia Colonna, mosse guerra aRocca di Papa, con un esercitodi 10 mila uomini (Muratori).L’esercito pontificio, iniziò abattere La Fortezza con le sueartiglierie. Pier Luigi Farnesemise il campo a Rocca di Papaed iniziò ad attaccare. I Farnese entrarono nellaRocca dalla parte dei Campid’Annibale; perchè dal versanteopposto non lo avrebbero maipotuto fare. Le truppe dei Co-lonna, dopo aspri scontri, dovet-tero capitolare; e, molti di loro,rimasero uccisi o imprigionati.La Rocca fu messa a ferro efuoco, e la torre mozzata, ed ilPapa Farnese si impossessò diquesti territori. I secoli, le nevi-cate, l’ignoranza, devastaronoil Castello, che era l’Arx dei Ro-mani contro Annibale. Oggi, at-tendiamo con trepidazione dipoter ammirare, attraverso gliscavi di questi mesi, quegli anti-chissimi e gloriosi bastioni.

di Piero BottiIl monumento che co-stituisce, a mio avviso,la caratteristica princi-pale del nostro paese, è

la Fortezza. Rocca di Papa deveil suo nome a questa Rocca, giàin tempi remoti, l’antichissima“Cabum”; città del LatiumVetus (Lazio Antico).ARX ROMANATito Livio (XXIV - 9, 9)“All’avvicinarsi del nemico car-taginese Annibale, si collocanorinforzi sulla rocca, sul Campi-doglio, sulle mura, intorno allacittà, anche sul monte Albanoe sulla rocca...”. La rocca è natu-ralmente una posizione forte (For-tezza) e tale rimane nei secoli.ROCHA DE PAPACosì è citata e ricordata, semprenei documenti medievali, con lecase “assai piccole”, “le ca-sette”, che scendono in modocircolare verso valle, costi-tuendo il Borgo Medievale in-torno alla sua Fortezza.Dall’alto, infatti, si notanomolto bene questi cerchi “di ca-sette”; dove i roccheggianihanno sempre vissuto; stretti invicoletti, a volte di poche decinedi centimetri; vicinissimi, tantoda sapere i segreti gli uni deglialtri; di conoscere i pregi e di-fetti, il coraggio, o la viltà di

Il Primo maggio del 1855 il popolo diRocca di Papa insorse contro i Colonnache dominavano dal 1426. Per oltre quattro-cento anni, infatti, i roccheggiani conobberosoltanto miseria e schiavitù, fino all’avventodelle idee mazziniane di libertà. A provocare la rivolta fu l’ennesimo ta-glio di un bosco (la macchia della Fajola)ordinato dai Colonna nel marzo del 1855contro il volere della popolazione locale cheperdeva il diritto di legnare e carbonare.Circa duecento roccheggiani la notte del 31aprile occuparono i terreni appartenenti aCasa Colonna al grido “I boschi sono i no-stri e nostri i terreni!” e suonarono le cam-pane della Chiesa a festa proclamando la

“Repubblica di Rocca di Papa”. Poi, inpiazza detta “della Barcaccia” (attualepiazza Garibaldi) venne eretto l’albero del-l’indipendenza con sulla cima un berrettorosso. Lo stemma pontificio venne sostituitocon l’insegna riportante la scritta “Dio e Po-polo”. La notizia della rivoluzione roccheg-giana fece il giro del mondo. Il Papa, Pio IX,dovette rinunciare al suo soggiorno a CastelGandolfo e ordinò l’invio di centinaia di sol-dati a Rocca di Papa. Tutti i giornali d’Eu-ropa parlarono di questa Repubblica. Il31 maggio 1855 il francese “Journal dés De-bats” scrisse che si trattava di un grande av-venimento politico, perchè Rocca di Papa siaffrancava dal suo Principe emulando la Re-

Nel 1855 venne proclamata la Repubblica

“In nome di Dio e Popolo, Rocca di Papa è nostra!”

pubblica di San Marino”. Il poeta romanoGioacchino Belli, che nel 1854 era stato invilleggiatura a Rocca di Papa, bollò la ri-volta come “pazzia dei rocheggiani” chia-mando Rocca di Papa con l’appellativo di“Roccaccia”. Non conosciamo i nomi dei ri-voltosi, nè di quelli che furono imprigionatima, come ha scritto il Ceccarius, quei roc-cheggiani furono “i precursori ignorati disuccessivi movimenti sociali”. Tratto da: “Rocca di Papa, Albalonga” di Tito Basili (1976)

ProsperoColonna

La lapide collocata a piazza Garibaldi

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SPECIALE “SAGRA”RRooccccaa ddii PPaappaa

Il 4 novembre (giornodi Ognissanti) del-l’anno 1613, Rocca diPapa proclamò suo Pa-trono San Carlo Bor-romeo. Alla cerimonia,svoltasi nella Chiesadel Crocifisso (nelcuore del Quartiere Ba-varese) partecipò anchela famiglia Colonnache era imparentata

La strada romana del 100 a.C. si trova nel cuore del Parco Regionale dei Castelli

Dall’età del Bronzoalla fondazione di RomaLe tracce dei primi villaggi distirpe Latina furono scopertenei Castelli Romani a partiredall’Ottocento. Si trattava so-prattutto di necropoli che testi-moniavano l’esistenza, a partiredal Bronzo Finale, di piccoli manumerosi abitati prevalentementedediti alla pastorizia e all’agri-coltura. Villaggi che celebravanodei riti in comune sulla vettadell’attuale Monte Cavo (l’an-tico Mons Albanus) in cui si in-nalzava il tempio dedicato alGiove dei Latini (Juppiter Latia-ris). La cerimonia più impor-tante era quella dellecosiddette Ferie Latine, in cuitutti i Popoli di stirpe Latina siriunivano per alcuni giornisulla vetta del monte sacro aGiove per rinsaldare i loro vin-coli di amicizia e fratellanza, di-videndo il pasto preparatoappositamente. Lo storico romano Tito Livio,nella sua “Storia di Roma”, de-dica diversi passi alle vicendeche accaddero dall’arrivo diEnea fino alla fondazione dellamitica città di Albalonga daparte del figlio Ascanio. E, pianpiano, arriviamo ai primi Re diRoma che sul Mons Albanus,percorrendo la Via Sacra (stradabasolata risalente al 100 a.C.),

c u r a m e n t equella di Giu-lio Cesare chequi trionfò nel45 a. C.Il Tempio diGiove sullavetta di MonteCavo, finì lasua funzione nel IV sec. d.C.quando nel 391 ValentinianoII e Teodosio fecero appro-vare la legge che proibiva iriti pagani. Oggi sul montepoco rimane del Tempio a partealcuni blocchi squadrati di pie-tra sperone e alcuni resti di co-lonne che si possono vederelungo la Via Sacra. Attraversouna stampa di G. B. Piranesi(1720-1778), abbiamo la docu-mentazione grafica dell’esi-stenza delle rovine del Tempiocon statue frammentate, roc-

chi di colonne, capitelli, basie architravi.Molti oggetti antichi portatialla luce nel territorio di Roccadi Papa, sono custoditi in di-versi musei, a cominciare dalMuseo Preistorico “Pigorini”all’Eur di Roma in cui si pos-sono ammirare le ceramicherinvenute nelle tombe proto-storiche. Nel museo civico del-l’Abbazia di San Nilo aGrottaferrata, invece, sonoconservati alcuni gioielli in ororecuperati dalla tomba princi-

Il telegrafo di Marconi

Il 2 agosto del 1932 Rocca di Papa entrònella storia moderna. Dall’Osservatorio Si-smografico posto a 750 metri s.l.m., infatti,partirono i segnali verso il panfilo “Elet-tra”, stabilendo così il successo del tele-grafo messo a punto dallo scienziato italianoGuglielmo Marconi. Le prove furono av-viate quando il panfilo si trovò a 63 chilome-tri da Rocca di Papa effettuando eccellenticomunicazioni telefoniche in duplex con se-gnali molto forti da ambo le estremità.

Il dialetto roccheggiano tende ad essere la-tineggiante con tracce di linguaggi stra-nieri, come del resto si è verificato anchenella lingua italiana. Del parlare medie-vale è rimasta la pronuncia della C tendenteleggermente all G (“in gima” per dire “incima”) e della D al posto della T e vice-versa (“Trénto” invece del romanesco“Drénto”, mentre in italiano è “Dentro”).La Z è pronunciata spesso in maniera dolcee rapida. A Rocca di Papa, infatti, rimaseil linguaggio latineggiante medievale conle parole che finivano in U. Altra caratteri-stica del linguaggio roccheggiano stà nel-l’uso di molti dittonghi, esempio: “siénti”(senti), “uòrtu” (orto), “liéttu” (letto).Ecco alcune parole:Arboru = AlberoBrenciu = SelcioCiànga = GambaFionnà = TirareGnaffu = Fango

San Carlo, unPatrono amato

Il dialetto diRocca di Papa

Marconi a Rocca di Papa

nel 1932

Iespa = VespaLlopiàtu = AssonnatoMitula = PiastrellaOgna = UnghiaRàcia = Brace

direttamente con i Borromeo poichè il figliodi Marcantonio Colonna, Fabrizio, aveva spo-sato Anna Borromeo, sorella del Santo. La comunità in quella sede decise inoltre didedicare ogni anno a San Carlo una vera epropria festa solenne. Inizialmente questafesta per il Patrono veniva ricordata il 4 no-vembre ma, essendo un periodo in cui i roc-cheggiani erano impegnati nelle attività dellacampagna, dal 1854 la Festa verrà celebratala terza domenica di luglio.

Sopra: Enea con ilpadre Anchise e il figlio Ascanio che fuggono da Troia verso l’anticoLazio in una scultura

del Bernini (1619) con-servata a Roma.

A lato: la cappellettadedicata a S. Rita sulla

strada romana di M.Cavo. In alto: la ViaSacra in una stampa

del XVIII sec. a.C. Nel riquadro: Giulio Cesare che trionfò aM.Cavo nel 45 a.C.

si recavanoper rendereomaggio aGiove. V i c e n d enarrate daLivio me-s c o l a n d os t o r i a ,mito e leg-genda, checi fannocompren-dere l’im-portanzadei ColliAlbani edi MonteCavo ri-spetto allasuccessivaf o n d a -zione diRoma av-venuta nel754 a.C.La figurapiù illustretra quelleche percor-sero la ViaSacra perr e n d e r eomaggio alGiove La-ziale, è si-

pesca del Vi-varo. Infine,nel Museodelle Navi diNemi si tro-vano alcuniframmenti diroccia lavoratache decora-vano il Tempiodi Juppiter La-tiaris. (A.S.)

supplemento il Segno ottobre 2011

La Chiesa del Crocifisso

RRooccccaa ddii PPaappaa supplemento il Segno ottobre 2011

Panorami di una volta

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

Rocca di Papa offre ai suoi vi-sitatori dei panorami mozza-fiato! Basta farsi una bellapasseggiata per il centro sto-rico tra vie, vicoli, piazzette eslarghi per trovarsi davantidei paesaggi unici in cui Romaappare in tutta la sua bellezza.Eppoi gli altri paesi dei Ca-stelli, da Marino a CastelGandolfo, Nemi ed Ariccia,circondati dal verde dellacampagna romana con i duelaghi vulcanici, tutti sem-brano stare dentro un dipinto.Vi invitiamo a queste bellepasseggiate per scoprire qual-cosa in più del nostro paese.

Le strade e i vicoli del centro storico di Rocca diPapa sono arricchiti da decine di murales che ren-dono molto piacevole e rilassante anche una sem-plice passeggiata. Alcune di queste opere d’arte, che decorano diversepareti all’aperto, risalgono al 1978 (anno in cui sisvolse la prima edizione della “Sagra dell’Arte”ideata dall’indimenticato artista roccheggiano Miro

La verdeggiantefrazione di Vivaro

miglie di Capranica Prenestina si misero a serviziodella nobile famiglia degli Sforza-Cesarini, all’epocaproprietaria di quelli che oggi chiamiamo “pratonidel Vivaro” e del latifondo della Fajola. Oggi, anchegrazie alle attività del Centro Equestre Federale delConi, il Vivaro è uno dei luoghi più belli e inconta-minati a pochi chilometri da Roma e può ancora of-frire dei paesaggi incantevoli misti a una vitacampestre di qualità e tranquillità che permette di ri-trovare gli antichi sapori di una volta con ricotta eformaggi freschi e del pane appena sfornato.

Il primo quartiere di Rocca diPapa è conosciuto con l’appel-lativo di “Bavarese”. Nel1328, infatti, le truppe del-l’imperatore Ludovico VIdetto appunto il Bavaro, asse-diarono per diversi mesi il Ca-stello sulla Fortezza.Terminato il lungo assedio,l’esercito tedesco fece ritornoa casa ma alcuni soldati, chenel frattempo si erano fidan-zati con ragazze del posto, de-cisero di rimanere a Rocca diPapa e così cominciarono acostruire nuove case proprioai piedi del Castello e intornoalla prima piazzetta diRocca, Piazza Vecchia. Pianpiano quelle poche case di-vennero un paese. Ancoraoggi i colori del gonfalone co-munale sono il bianco e l’az-zurro, i colori della Baviera. A ricordo delle sue origini,Rocca di Papa dal 1989 è ge-mellata con la cittadina bava-rese di Landsberg am Lech.

La sagra dell’artecon i murales

Il quartiere“Bavarese”

NN UU MM EE RR II UU TT II LL IIComune di Rocca di Papa: tel. 06-942861- Parco dei Castelli: tel. 06-9479931 - Museo Geofisico: 06-9496230

www.comune.roccadipapa.rm.it - www.parcocastelliromani.it - museoroccadipapa.ingv.it

Oltre alla Sagra delle Casta-gne, a Rocca di Papa un’altramanifestazione che stà ri-scuotendo molto successo èla Mangialonga, cammi-nenno e magnenno. E’ unapasseggiata eno-gastrono-mica che, oltre a far cono-scere le ricchezze ambientalidel paese, fa assaporareanche le pietanze prelibate etipiche della cucina nostrana.L’iniziativa si tiene di solitonel mese di giugno o luglio. La Notte Verde (versioneroccheggiana della classicaNotte Bianca), è un altro ap-puntamento molto sentito. IlCentro del paese ospita arti-sti, musicisti, poeti e tantoaltro ancora. Di solito si tienenel mese di luglio.A settembre invece si svolgelaBirra nella Contea, in cuila città si trasforma in un veroe proprio villaggio bavarese,in omaggio alla cittadina te-desca, Landsberg, gemellatacon Rocca di Papa. Tra la fine di agosto e i primidi settembre al “Vivaro” vi èla Sagra del Fagiolo Re-gina, con i fagioli tipici dellagraziosa frazione.

Altri motiviper tornare...

Le originidel Vivaro,la gra-ziosa fra-zione diRocca diPapa, ri-salgono aiprimi annidel 1900quando al-cune fa-

Fondi) e sono eseguitecon tecniche. Questa particolareSagra è ridiventata re-altà, diventando metaambita di diversi arti-sti sia italiani chestranieri, e si è arric-chita anche di alcunesculture, scolpite nellaroccia viva, che si pos-sono incontrare cam-minando per il“Quartiere Bavarese”di Rocca di Papa.

L’Osservatorio Astronomicoe il Museo di Geofisica L’Osservatorio Astronomicopubblico “Franco Fuligni” èdal 2000 un punto di riferi-mento per la divulgazione e ladidattica astronomica in tuttal’area sud della provincia diRoma e della provincia di Latina. L’Osservatorio è sito nel Comunedi Rocca di Papa, e precisamentepresso la frazione “Vivaro”, edè una struttura aperta a tutti,astrofili, curiosi, gruppi e scola-resche, a chiunque sia interessato

a scoprire le bellezze dell'uni-verso. La cupola di 4 metri ospitaun telescopio riflettore newto-niano da 41 cm di diametro. Dalgiardino dell’Osservatorio,parte il sentiero delle stelle, unpercorso lungo il quale è possi-bile riscoprire “l’altra metà delpanorama”.Un’altro luogo da visitare èsenz’altro il Museo di Geofisica,posto sotto la Fortezza, che oltrea raccontare la storia della ricerca

raccoglie anche le prime attrez-zature messe a punto da Mi-chele Stefano De Rossi, cheproprio da Rocca di Papa stu-diava il fenomeno dei terremoti edei movimenti della crosta.

vulca-n o l o -g i c aitalianae inter-nazio-n a l e ,

Via delle Scalette

Il Centro Coni del Vivaro

ROCCA DI PAPA 15il Segno - Ottobre 2011

Una domenica trascorsa nel Parco Landsberg con Legambiente

‘Puliamo il mondo’ ma ancheRocca non sta messa bene...

tività in difesa dell’ambiente”.

di Andrea RasettiLegambiente ci riprova.La sezione di Rocca di Papa del-l’associazione ambientalista do-menica 2 ottobre ha organizzatola manifestazione “Puliamo ilmondo”. Quest’anno il circoloha deciso di dedicarsi alla boni-fica del Parco Landsberg, il pol-mone verde posto a ridosso delcentro storico, le cui condizioniappaiono a dir poco allarmanti.Rifiuti in ogni angolo, sentieridisfatti e pericolosi, staccionatefatiscenti e addirittura mancanti(perfino quelle che dovrebberoproteggere dallo strapiomo di 8metri che dà sul piazzale princi-pale del Parco), arbusti a terra,erbacce dappertutto. E ancora:giochi per bambini sporchi, rottie sicuramente privi delle neces-

sarie manutenzioni periodiche.Senza tener conto dell’ex chio-schetto di legno ormai ridotto adun cumulo di macerie. Più cheuna domenica da trascorrere inmezzo alla natura è stata unapresa di coscienza su uno statodi abbandono che non trovaconfronti negli ultimi vent’anni.A rispondere alla chiamata diEnrico Cacciatori, presidentedel circolo locale di Legam-biente, sono stati una decina dicittadini, tra cui alcune famigliecon bambini al seguito, che ar-mati di rastrelli, scope e pale,oltrechè del caratteristico cap-pellino giallo dell’associazione,hanno pulito il grande piazzalea semiluna con i suoi due in-gressi su Viale Madonna delTufo. A dare manforte ai volon-

tari intervenuti, anche la se-zione di Rocca di Papa dellaProtezione Civile, con in testa ilPresidente Fabrizio D’Ortenzi.Non poteva mancare la ma-scotte dell’evento, il cagnolinoPeter, che scorrazzava nel Parcoseguendo i volontari. Alla fineè stata comuqnue unabella mattinata all’in-segna della sensibilitàambientale. Sensibi-lità che andrebbe di-mostrata da tutti icittadini e dalla stessaamministrazione co-munale anche nei re-stanti 364 giorni.“Noi ce la mettiamotutta -ha detto il pre-sidente Cacciatori- esperiamo che semprepiù persone partecipino alle at-

I volontari di “Puliamo il mondo”con la mascotte Peter

Fabrizio D’Ortenzi all’opera

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Adulti e bambini puliscono il Parco Landsberg

La Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, attraverso ilproprio Sportello Forestale, si è attivata nel mese di settembre per farottenere ai Comuni finanziamenti per la redazione dei Piani di Gestionee Assestamento Forestale, indicati in sigla come PIGAF. Un’incom-benza che gli enti locali debbono assolvere periodicamente per ottenerele necessarie autorizzazioni. Così, per aiutare i Comuni aderenti, laComunità Montana ha messo a loro disposizzione uno Sportello Fo-restale per fornire informazioni e delucidazioni in materia. All’infor-mativa firmata dal Presidente della Comunità, De Righi, hanno giàrisposto affermativamente l’Università Agraria di Gallicano e il Co-mune di Rocca Priora, mentre si attende ancora un riscontro dai Co-muni di Rocca di Papa e di Monte Compatri. L’ Agronomo incaricatodel servizio è reperibile presso lo Sportello, o alla mail: [email protected]

Sportello Forestale, la Comunità chiamaRocca di Papa, per ora, non risponde

ROCCA DI PAPAil Segno - Ottobre 201116

Da diverse settimane piazza Garibaldiè al buio e i cittadini protestano“Ahi voglia a parlare di rilancio del centrostorico... intanto sarebbe sufficiente ridarcila luce!”, così ci ha detto il sig. Franco, unanziano che vive sopra Piazza Garibaldi eche da quasi un mese è costretto a conviverecon l’assenza di illuminazione pubblica unpo’ in tutta la zona. Non che non ci siano deibei lampioni stile antico, ma di luce nem-meno a parlarne. Quando va via il sole tuttopiomba nel buio più completo. “Qualchesera fa sono sceso in piazza e mi sembravafosse mezzanotte, niente luce, nemmenol’insegna di qualche negozio... ma d’al-tronde sono tutti sfitti...” continua a raccon-tarci. Il motivo di questo guasto, se di guasto

Domande di ammissione alla scuola materna

“Rivoglio i miei 20 euro”

Il 27 agosto 2011 ciha lasciati per sem-pre Giancarlo Gio-vanetti. E’ statauna grave perdita,oltre che per la fa-miglia, anche perl’intera comunità diRocca di Papa. Lasua discreta pre-senza ha immorta-lato ogniavvenimento cheha scandito negli anni la vita della nostra città: feste, garesportive, ricorrenze, processioni, eventi sacri e profani sonostati tutti immortalati dall’obbiettivo di Giancarlo.Il suo archivio è una vera e propria miniera di ricordi pertutti i roccheggiani. Le sue mostre fotografiche all’internodella “Sagra delle castagne” erano apprezzatissime da noitutti ed era continuo il flusso di gente che portava orgo-gliosamente altre foto per arricchire la mostra. Già Presi-dente della polisportiva Rocca di Papa, negli anni settanta,che tanti ragazzi ha iscritto nelle proprie fila, gli era rima-sto quel “titolo” e spesso la gente che lo incontrava lo chia-mava affettuosamente “Presidè”.E’ stato uno dei fondatori della “Strana Compagnia” con-tribuendo in maniera determinante alla realizzazione dellecommedie dialettali. Ma Giancarlo non va ricordato perquanto finora detto; Giancarlo va ricordato soprattutto perla sua bontà, per la sua mitezza, per l’altruismo con cui fa-ceva ogni cosa, per quella sua gentile ma pungente ironia,un po’ alla “Vianello” , qualità che ne hanno fatto una per-sona “unica” stimata e rispettata da tutti.Alla moglie, ai figli, ai nipoti, a tutti noi lascia in dono unastupenda eredità e l’orgoglio di aver fatto parte, in qualchemodo, della sua vita!….Ciao Giancarlo, ci mancherai!

Ciao Giancarlo...

Alla consegna della domanda di am-missione alla Scuola Materna di Roccadi Papa per ogni bambino era richiestoil versamento di 20 euro con conto cor-rente postale. Come si sa i posti a di-sposizione erano pochi e mio figlioinsieme a tanti altri non è risultato tra ibambini ammessi. Poco male, anchequest’anno pagherò le mie 400 euro almese per un asilo privato e brinderò,con le restanti 300 euro del mio lavoroco.co.co., alla salute della Gelmini e ditutti quelli che avendo gestito, comepolitici o dirigenti pubblici, questopaese lo hanno ridotto ad un lumicinoche si sta per spegnere completamente.Il pensiero che tra qualche mese dovròripetere, per l’anno 2012-2013, do-manda e attesa di una risposta che ar-riva inspiegabilmente sempre in ritardoper potersi organizzare diversamente,avendo tra l’altro a che fare con criteridi selezione a dir poco discutibili (peresempio non è previsto alcun punto di

vantaggio per gli esclusi dell’anno pre-cedente) già mi getta in uno stato di an-goscia. Intanto ho fatto ciò checonsiglio a tutti i genitori interessati:“ho chiesto la restituzione delle 20euro versate per una iscrizione chenon è avvenuta; quindi assoluta-mente non dovute”.Tutti sanno che la Scuola Pubblica èallo stremo delle possibilità economi-che, ma chiedere a chi ne è restato fuoridi rinunciare alla restituzione per com-prare la carta igienica ai “fortunati” checi stanno dentro, sarebbe chiederetroppo. Contemporaneamente mi permetto disuggerire alla Direzione Didattica diregolarsi diversamente per l’anno pros-simo, facendo pagare l’iscrizione sol-tanto ai bambini già ammessi,realizzando così un sicuro risparmio ditempo e denaro per la scuola e i geni-tori.

Una mamma come le altre

che sperare... ma, come dice il detto, “chi disperanza vive, disperato muore”.

Paola Gatta

si tratta, non lo conosciamo anche perchènessun avviso è stato affisso per informarei residenti. Ora la speranza che torni la luceè rappresentata dalla Sagra delleCastagne che invaderà le stradedel centro e quindi tutto tornerànella normalità. “Possibile chedobbiamo sperare nella festa peravere un po’ di luce per lestrade?” è stata l’amara conclu-sione di Franco. Se il centro sto-rico resta in queste condizioni,tutti i bei discorsi di rilancio e va-lorizzazone lasciano il tempo chetrovano e ai cittadini non resta

ROCCA DI PAPA 17il Segno - Ottobre 2011

E’ scontro sull’affidamento senza gara della mensa scolastica

Romei: “L’atto è illegittimoscriverò alla Corte dei Conti”

di Luigi SerafiniIl Consiglio Comunale in unacontroversa seduta, lo scorso23 settembre ha dato il via li-bera all’affidamento in house(cioè senza gara pubblica) delservizio di mensa scolastica

alla società di Ciampino, ASPSpa, la stessa che gestisce lefarmacie comunali di Rocca diPapa. Ma intorno a quest’affi-damento, votato dalla maggio-ranza e anche dal Consiglieredi minoranza Maurizio De

Santis, è nato un vero e pro-prio scontro con la minaccia diinviare le procedure adottatedall’amministrazione diretta-mente alla Corte dei Conti. Se-condo l’amministrazioneBoccia la scelta di procederealla firma della convenzionecon la ASP senza passare attra-verso una gara pubblica è le-gittima in quanto il Comune diRocca di Papa figura tra gliazionisti della società. Possibi-lità che secondo l’amministra-zione sarebbe garantita dagliarticoli 113 e 113 bis del TestoUnico sugli Enti Locali (De-creto Legislativo 267/2000).Spiegazione che non ha con-vinto Danilo Romei (espo-nente dei Cristiano Riformistiin Consiglio Comunale) se-condo cui l’iter adottato non èlegittimo violando sia le leggi

Un Consiglio Comunale e, a sin., Romei

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nazionali che europee.“Il comma 5 dell’art. 113 -scrive Romei nel suo docu-mento- è stato abrogatodall’art. 2 comma 1 del DPR(Decreto Presidente Repub-blica, n.d.d.) 168/2010 mentrel’art. 113 bis è stato dichiaratoillegittimo dalla Corte Costi-tuzionale con sentenza del 27luglio 2004 n. 272”. Romei haquindi dichiarato che per que-sti motivi l’atto approvato è il-legittimo e se la maggioranzaproseguirà nella sua decisione,i documenti saranno inviatialla Procura della Repubblicae alla Corte dei Conti, “non-ché all’Autorità di Vigilanzasui Contratti Pubblici”.L’affidamento in house delservizio di mensa scolastica hauna durata annuale e la sca-denza è prevista per il 30 giu-gno 2012 sempre chel’amministrazione, dopo l’in-tervento del ConsigliereRomei, non deciderà di cam-biare programma indicendouna gara d’appalto vera e pro-pria. In questo caso potreb-bero nascere dei disagi per gliutenti visto che le scuole sonogià iniziate.

DIRITTO di REPLICA il Segno - Ottobre 201118

di Piero Gentilini*Direttore, scrivo questa lettera in ri-sposta ad un piccolo arti-colo che voi “ricevete epubblicate” dal titolo “Fi-nanziamenti all’ACS” delsig. Gianfranco Botti, ap-

parso nel numero di settembre.L’articolo chiama in causa i dati che sonostati pubblicati dall’ACS (Ass.ne di Promo-zione sociale di Rocca di Papa, su base divolontariato), a giugno, su “ACS-informa-zione”, un piccolo mezzo informativo sullasua storia e attività. Dal 2001 ad oggil’ACS, ha organizzato, sotto la mia direttacura, mostre di pittura, di fotografia, di ar-tigianato artistico, spettacoli di musica,magia, poesia, teatro, un caffè letterario, unlaboratorio teatrale, cercando di offrire unbuon livello di qualità, con i mezzi a dispo-sizione. Ha dato la possibilità ad artisti difar conoscere sia la loro passione che pro-fessionalità e offrendo al pubblico l’oppor-tunità di partecipare ad incontri d’arte, dicultura e di intrattenimento. Il tutto senzafini di lucro per l’associazione. E’ sociofondatore dell’ATC (Ass.ne Teatro Civico),fornendo, tra l’altro, il personale volontarioper i ruoli di assistenza e istituzionali, perla gestione del Teatro Civico. Il mio intento, come Presidente dell’ACS eanche a nome delle tante persone indignate,che fanno parte dell’associazione, non èquello di rispondere all’autore, perché nonmeriterebbe considerazione, per i modi uti-lizzati ed il pessimo stile. Però ci si deve di-fendere. Vorrebbe “indagare” sui pochifinanziamenti ottenuti dall’ACS, associan-dola, in base a niente, ad un modo correntesuperficiale e magari non trasparente diusufruire di erogazioni istituzionali. Le coseche scrive arrivano alla volgarità ed un li-vello morale così basso che va combattuto,con un avversario simile non ci sarebbealtra motivazione a competere. L’articoloesprime qualunquismo, provincialismo edignoranza dei temi trattati. La persona che scrive e che chiede soste-gno al giornale non interpreta e non asso-cia correttamente ciò che nel “mezzo dicomunicazione informativo” dell’ACS,da lui citato, è espresso chiaramente. Lasua capacità di analisi e lettura, di ciò chenoi abbiamo pubblicato, sembra vacillare.Parla di finanziamenti regionali sia nel2007 che nel 2008, errore. Il finanziamento regionale è unico, del 2007e si riferisce al laboratorio teatrale. Il pro-getto teatrale successivo non ha a che fare,economicamente, con il finanziamento. Nel2008 si è svolto un altro progetto globaledella Comunità Montana, con Associazioni

dei vari Castelli Romani, a cui l’ACS haaderito, con una mostra di artigianato arti-stico a Grottaferrata. I finanziamenti regio-nali erano a favore della ComunitàMontana, tanto per l’esattezza. Bisogna es-sere informati prima di affermare e scriveresu argomenti. Non serve l’età evidente-mente a garantire saggezza. Inoltre cita unaltro finanziamento regionale nel 2011,altro errore. Nel 2011 l’ACS ha contribuito alla stagioneteatrale dell’ATC (Ass.ne Teatro Civico diRocca di Papa), mettendo a disposizionel’erogazione (e parliamo di cifra decisa-mente contenuta) della Agenzia delle En-trate, relativa al 5 x 1000; in sostanza hasostenuto parzialmente un progetto del-l’ATC, quindi un progetto di particolare in-teresse pubblico, ovviamente nell’ambitodelle attività del Teatro. Ancora, si chiede di informarsi se ci sianostati altri finanziamenti anche nel 2009 e2010. Ma basterebbe seguire la logica.Forse è chiedere troppo! L’ACS pubblicale varie attività svolte negli anni, con even-tuali finanziamenti, e non parla del 2009 e2010, qual è il misterioso motivo? Chissà,forse perché nel 2009 e 2010 l’ACS hasvolto attività senza richiedere finanzia-menti. Difficile da capire? Deve avercelatanto con l’ACS che non si rende conto cheva incontro a figuracce meritate. Esistononormative che regolano la materia dei fi-nanziamenti al mondo dell’associazioni-smo, regole rigorose con altrettanticontrolli, dal progetto presentato all’enteerogatore (Regione ed altri Enti) fino allarendicontazione obbligatoria, a progettoeseguito. A questi dobbiamo rendere conto,a garanzia del rispetto delle regole. Non losa? I progetti, tra l’altro, vengono accettati,oltre che in base a vari criteri, quando ma-nifestano un interesse per una missione didivulgazione e promozione culturale e arti-stica, nel nostro caso, sul territorio. Da sottolineare che i canali per giungereai finanziamenti regionali, per parlarchiaro, sono quelli previsti dalle leggi (LR22/99: “PROMOZIONE E SVILUPPODELL’ASSOCIAZIONISMO NELLAREGIONE LAZIO”). L’ACS è iscritta al-l’albo regionale delle associazioni, cosìcome alla Agenzia delle Entrate. Per operare in questo campo, difficile, è ne-cessario studiare, imparare (e non si finiscemai), fare esperienza, partecipare a corsi,seminari, bisogna prendersi delle responsa-bilità ed avere una così detta “missione” dasviluppare. Se le istituzioni ritengono che iprogetti hanno una rilevanza di interessesociale li sostiene e li finanzia, a volte.Spesso si preferisce rinunciare ad ottenerli,perché bisognerebbe già avere una forza

Dall’ACS riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Uno squallido attaccoalla nostra associazione”

economica propria difficile da trovare. Nonsi finanzia quasi mai totalmente il valore diun progetto. Infatti il laboratorio teatrale, nel2007, si è potuto realizzare anche grazie alcontributo dell’ATC, che l’ha cofinanziato. Chi ha scritto quel trafiletto vorrebbe sapere“…chi ha incassato… i baecchi” di ogni fi-nanziamento. Rivolgendomi ai lettori, vor-rei dire che ci troviamo di fronte a qualcunoche usa il termine “incassato” in modo im-proprio. Non avendo dimestichezza con lagestione di un evento culturale (da qui sievince la sua ignoranza in materia), non sache un’associazione o chi la rappresenta,gestisce e non “… incassa” un finanzia-mento. Il denaro ricevuto va tutto utilizzato. I soldispesi li incassano, legittimamente, i fornitoridei servizi e materiali per l’allestimento del-l’evento, documentato da relative ricevutee fatture. Faccio notare che negli eventi dicui si parla, nessuna persona dell’ACS o ar-tisti partecipanti alle iniziative, ha percepitoalcuna somma, anche se sono perfettamentelegittime le prestazioni remunerate e quindiconsentite e regolate. Siamo stati bravi lostesso, senza prestazioni pagate. La sua èuna crociata… inutile (nel nostro caso), unaprovocazione dallo stile discutibile, sul-l’operato di persone oneste e scrupolose chepensano che al mondo altre persone onestee di buona volontà ci sono, in quanto nonpossono essere gli unici. C’è però qualcunoche sembra ritenere tutti in mala fede… osuperficiali, perché? Domandatevelo. Se c’è chi “rampazza” o “scialacqua” (comedice nell’articolo) soldi di tutti, noi nonsiamo certo fra quelli. Noi “analizziamo” lepossibilità di ricevere sostegni (pubblici,privati e a volte siamo autosufficienti). Nonpuò tirarci in mezzo alla melma, non si devepermettere di associare l’ACS ad una moda-lità “corrente”, come sostiene, di mal gestiresoldi derivanti dai pochi finanziamenti ot-tenuti, dei quali “ACS – informazione” hareso pubbliche le occasioni. Si parla di con-tributi istituzionalmente previsti (e giusta-mente) per aiutare anche le piccoleassociazioni, in qualsiasi parte d’Italia, adivulgare arte e cultura (nel nostro caso)o altre tematiche tipiche dell’associazio-nismo. Vogliamo mettere sotto accusatutto il mondo delle associazioni e del vo-lontariato? Noi non accettiamo comporta-menti che infondono, in modo subdolo,anche se indiretto, dubbi ed insinuazionimeschine di cui bisognerebbe soltantovergognarsi. Anzi, vorrei invitare, l’autoredi queste “poetiche” pagine, a metterci lafaccia, le prossime volte che attacca qual-cuno, con una bella foto, magari non tuttilo conoscono. Come in questo caso, nonsi può sempre dire… una firma, una ga-ranzia! Il grande Totò, in un vecchio film,diceva… “Signori… si nasce!”. Come èvero.Di certo, chi scrive certe cose si espone aduna pessima figura di fronte a molte per-sone, soci ACS (oltre cinquanta persone),cittadini che apprezzano la nostra attività daanni e che ci ringraziano per l’impegno of-ferto. Che Dio protegga questo paese……!Rocca di Papa? L’Italia? Direi tutte e due.

*Presidente dell’ACS

ROCCA DI PAPA 19il Segno - Ottobre 2011

nia), e a lei chiedevo chiavesse vinto la gara e constupore scoprivo che eraproprio il ragazzo deifogli di giornale, FabioImperiale, che da pocotempo vive a Rocca diPapa. Ma al di là di chiha vinto, è stata davverouna bella iniziativa e perquesto un grazie a tuttigli artisti!

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Danneggiato un murales nel centro storicoI cretini tornano all’operaLa mamma dei cretini èsempre incinta, dicevaun vecchio detto popo-lare. La prova arriva dalcentro storico di Roccadi Papa dove qualchesettimana fa qualcuno diquesti cretini ha danneg-giato uno dei muralesrealizzati pochi giorniprima. Nello specifico sitratta dell’opera chel’artista Ermanno Gatta,noto anche per essere ilvignettista del Segno, harealizzato nei pressi diVia De Luca Umberto,in uno di quegli angolicaratteristici di cui ilpaese è ricco. “Sonodavvero arrabbiata -ha dichiarato Za-mira Croce, che da alcuni anni orga-nizza mostre ed estemporanee di

pittura- per quanto accaduto e spe-riamo che simili sfregi non capitinopiù”. Lo speriamo anche noi. (P.G.)

L’artista Fabio Imperiale vince la gara di pittura

La sagra dell’arteè tornata a splendereDomenica 18 settembre incontemporanea alla corsadelle auto d’epoca si èsvolta un’estemporanea dipittura promossa dagli ar-tisti e dal delegato comu-nale Giulio Croce.Passeggiando in unasplendida giornata di sole,tra vecchie auto e pittori,notavo in fondo allapiazza in un angolo deigiardinetti, seduto sul-l’erba, un ragazzo intentoad attaccare pezzi di gior-nale sulla tela. Incuriositae affascinata gli ho chiestoil motivo, dicendogli: noncapisco che cosa stai fa-cendo ma per il momentoè il quadro che trovo piùinteressante, non so comesarà quando lo finirai, ma

mi piace, dovresti vinceretu... ma di solito quelloche piace a me piace apochi! Ha sorriso, conti-nuando a lavorare. Eranotutti belli i lavori, gli ac-querelli e gli olii, e bello ilpanorama che dipinge-vano, ma lui mi avevacolpito, ho fatto fare unafoto e sono andata via. Il sabato successivo pas-seggiando per i vicoli diRocca per vedere e foto-grafare i nuovi murales econstatare il danno fattoad uno di essi (vedi arti-colo a lato), incontravoZamira, artista molto at-tiva e per i miei gustimolto brava (il suomondo pittorico mi tra-smette serenità e armo-

Dallo scorso 16 settembre è possibile acquistare (alcosto di 80 cent.) il biglietto del servizio bus Schiaf-fini direttamente dal parcometro sito in piazza dellaRepubblica. Per procedere all’acquisto l’utente,prima di inserire l’importo del biglietto, dovrà pre-mere il pulsante di color giallo, dopodichè sul di-splay del parcometro apparirà la dicitura “bigliettobus”, solo in quel momento sarà possibile inserirel’importo, premere il pulsante verde e ritirare lastampa del ticket da presentare all’autista. Al fine dievitare fenomeni di evasione è possibile utilizzare ilbiglietto di cui sopra, salendo sul bus entro il periodomassimo di 20 minuti, decorso tale termine il bi-glietto verrà considerato scaduto.

Ora sempre disponibili i tickets-bus Schiaffini

L’opera di Ermanno Gatta danneggiata

Il giovane artista vincitore dell’estemporanea

ROCCA DI PAPA il Segno - Ottobre 201120

Che il parcheggio interrato di PiazzaClaudio Villa costituisca un bene pub-blico da gestire assicurando la massimasicurezza agli utenti è fuori di dubbio.Si tratta di vedere quando l’Ammini-strazione Comunale si deciderà adadottare i provvedimenti necessari cheessenzialmente riguardano, se non cene sfuggono altri: la messa a norma deimezzi antincendio, la vigilanza e chiu-sura notturna della struttura, la puliziaquotidiana del complesso compresescale a ascensore. L’istallazione con-temporanea di un idoneo sistema di vi-deosorveglianza diurna completerebbele opere per risolverebbe adeguata-mente il problema.Come è noto le risorse finanziarie deicomuni non godono di buona salute equelle necessarie bisogna reperirle conil contributo degli utenti. Per questo sipotrebbe sperimentare un sistema di af-fitto mensile per posto macchinadiurno, notturno, diurno-notturno. Un’abbonamento a prezzo giusto per nego-

Pargheggio interrato di Piazza Claudio Villa

I provvedimenti sono“improrogabili” ma...

zianti, medici e altri professionisti conattività nel centro storico. Una quotadi posti sosta non a pagamento atempo limitato, all’interno e al-l’esterno del complesso, potrebbecompletare un assetto del quale ilPaese ha bisogno per ricominciare avivere secondo ritmi più accettabili.Non sarebbe male se gli interessati sifacessero carico di “svegliare” politicie uffici competenti per ragionare al piùpresto sulle possibili soluzioni.

Sergio Rasetti

La comunità diRocca di Papa haaccolto lo scorso 9ottobre il nuovoParroco del Duomodell’Assunta, DonCostantino Salvioni,che in occasione delsuo insediamento hacelebrato la SantaMessa circondatodai numerosi fedeli.Anche alcuni rappresentanti dell’amministrazionecomunale erano presenti all’evento per dare il ben-venuto istituzionale. Per Don Costantino, però,Rocca di Papa non è una sorpresa. Infatti ai tempidel seminario (la sua consacrazione a sacerdote ar-riverà nel maggio del 1975) ebbe modo di trascor-rere un breve periodo proprio nel nostro paese. Inprecedenza Don Costantino ha svolto il suo inca-rico nella frazione di Cocciano, a Frascati. Rivol-giamo al neo Parroco dell’Assunta i nostri auguriper lo svolgimento del suo operato e cogliamol’occasione per farli anche a Don MassimilianoPajè, che contemporaneamente si è insediato nellaParrocchia del Sacro Cuore ai Campi d’Annibale.

Andrea Rasetti

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Sono 450 le firme pro-referendumraccolte dai Giovani Democratici Dai banchetti organizzati a Rocca di Papa dai Giovani Democraticisono arrivate ben 446 firme, con cui i cittadini roccheggiani hannocontribuito alla richiesta di Referendum popolare per cambiare l’at-tuale legge elettorale conosciuta con l’appellativo di “porcellum”che di fatto ha tolto agli italiani la possibilità di scegliersi il candidatodel proprio collegio. Soddisfatto si è detto il Consigliere ComunaleLuca Santangeli (a sinistra nella foto), sempre presente ai banchettiallestiti in piazza. Alle firme consegnate dai giovani del Pd bisognapoi aggiungere quelle raccolte (circa 80) da Sinistra Ecologia e Li-bertà di Rocca di Papa che invece dei banchetti ha preferito organiz-zare un “porta a porta” nel centro storico. Ora si è in attesa diconoscere la decisione della Consulta sulla validità del Referendum.

Nuovo Parroco all’AssuntaBenvenuto aDon Costantino

Raccolta di firme in piazzadei giovani democratici

L’interno del parcheggio

interrato

ROCCA DI PAPA 21il Segno - Ottobre 2011

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Un giovane concittadino pro-fessionalmente capace e intra-prendente, convinto che Roccadi Papa può farcela ad usciredall’ombra economica in cui siè cacciata da tempo, ha decisodi impegnarsi in casa rile-vando un ristorante che era inattesa di chi aveva voglia didarsi da fare.Si tratta di quel locale caratte-ristico situato in Piazza dellaRepubblica 19 che ora sichiama: “Ristorante Altritempi”. Un nome che evocamenù appetitosi, pietanze pre-parate sapientemente da ungiovane che ha già una lungaesperienza al suo attivo. Piattiche meritano l’attenzione dellemigliori guide gastronomiche. Tramite il nostro giornale, cheha fatto della rinascita diRocca di Papa la bandiera dafar sventolare più in alto, vo-gliamo evidenziare tutti i se-gnali positivi che possono dareall’economia cittadina unnuovo respiro come questoche Emanuele Gatta ha inviatoall’intera comunità. Per questo la redazione delPiccolo Segno augura un buonlavoro e un buon successo aEmanuele nella speranza dipoter presto segnalare altre ini-ziative di giovani che si dannoda fare per un futuro migliore.

S.R.

Giovani capacie intraprendenti

di Rita GattaAttraversare Piazza della Repubblica a Rocca diPapa in una sera di settembre e udire una musicafamiliare, calda e appassionante. Prestare meglioattenzione, tra il rombo di una moto e il motore diun’auto che va ed accorgersi che si stanno suo-nando ballate, musiche ritmiche e coinvolgenti cheti sembrano familiari e che accompagnano unabella voce. Acceleri il passo e, proprio su una ter-razza che sfiora il Corso Costituente, noti dei mu-sicisti. Ti avvicini con gli amici e decidi di fermartiad ascoltare. Si sta suonando Faber e, una dopol’altra, ti trovi immerso in una travolgente carrellatadi quelli che sono stati i successi del grande artista,sempre rimpianto, sempre amato. Calda la voce del cantante che insieme ad un altro

La bella esibizione della band di Paolo Valbonesi

La poesia di Fabercon le Storie Sospese

sta suonando la chitarra e i ritmi delle percussionifanno una simbiosi armonica con le sottolineaturedel sassofono… Una dopo l’altra, vengono propo-ste immagini, poesie, melodie: vai dalla protestasociale che De Andrè portava avanti contro la ge-stione della giustizia di un tempo, ai drammi sus-surrati di chi subisce la vita, sia in guerra, sia nellamorsa dell’esistenza che spesso crudelmente segnavittime; si ripercorrono stragi storiche come quelledei Pellerossa e si ironizza con sarcasmo contro ipregiudizi e le ipocrisie dei benpensanti. Si provapietà di un assassino attraverso lo sguardo soc-chiuso di un pescatore e ci si commuove ai versidi una preghiera rivolta a Maria… Scorre in frettala serata in un coinvolgente trascinarsi di musica,canto e partecipazione del pubblico. Non c’è chedire: questi musicisti sono proprio in gamba e sisente la necessità di conoscerli… Si presentanoproprio loro, nel corso dello spettacolo, attraversole parole di Paolo Valbonesi, voce e chitarra; suonainsieme a Massimiliano Perugini sassofono tenoree soprano ed entrambi vivono a Rocca di Papa; glialtri componenti del gruppo sono Gianluigi Seba-stiani basso e chitarra e Luigi del Pinto batteria epercussioni, romani: un’azzeccata simbiosi arti-stica la loro… Si sono conosciuti casualmente su

Youtube, hanno condiviso la grande passione perla musica di Faber e hanno formato insieme “Lestorie sospese”. Il nome del gruppo è preso a pre-stito dal brano Disamistade – spiegano - “quelleche raccontava Faber: ci piace pensare ad una fan-tastica galleria dove camminando si incontrano ipersonaggi da lui così magistralmente narrati, cheraccontano le loro storie. Sospese appunto, tra lafantasia e una realtà molto spesso sgradevole per ilmodo di pensare della gente cosiddetta “perbene”,esaltando di contro, l’umanità di quei personaggiche per scelta o per costrizione vivono ai marginidella società. Da questa Galleria noi prendiamol’eredità che il grande Fabrizio ci ha lasciato per ri-proporla con la nostra Musica”. Si chiude con leultime note questa bella serata alla luce della luna,proprio quella pallida luna che troviamo nei versidi Marinella e che riecheggia nella nostra testamentre si torna a casa in compagnia di Faber e dellesue Storie sospese… …c’era la luna e avevi gli occhi stanchilui pose la mano sui tuoi fianchi furono baci furono sorrisi poi furono soltanto i fiordalisi che videro con gli occhi delle stelle fremere al vento e ai baci la tua pelle…

In primo piano Paolo Valbonesi

il Segno - Ottobre 201122

di Rita GattaUna delle ricchezze di Roccadi Papa è costituita da tempodal suo patrimonio boschivo:ettari di castagno che appar-tengono alla nostra comunità e

offrono lavoro a diverse aziende di le-gnami e agli operai che vi sono occupati.Beneficiari di questo patrimonio, sempredal punto di vista economico-lavorativo,sono anche coloro che sono alle dipen-denze dell’Ente Parco e tutte le personeche in qualche modo hanno a che fare conun’attività legata ai boschi. Fu nel 1700che la vegetazione originaria costituita inprevalenza da querce, tigli e aceri, fu tra-sformata con l’introduzione del castagnoda parte dell’uomo. Un albero che costi-tuisce una ricchezza: cresce velocemente,dona legno pregiato, frutti gustosi. Il no-stro Comune possedeva fino a qualcheanno fa, circa 540 ettari di bosco, finchénon vennero acquistati, sindaco UmbertoPonzo, altri 900 ettari dal conte Almènise. Periodicamente si procede ai tagli che sieffettuano in quella che viene chiamata“la stagione silvana”: generalmente va danovembre a marzo, ma può essere proro-gata fino alla prima decade di aprile. Ma come era organizzata fino a qualchetempo fa, prima cioè dell’acquisto dei 900ettari, questa attività lavorativa? Esiste aRocca di Papa un simpatico signore, ot-tantasette anni portati benissimo che perlungo tempo è stato ed è anche ora, lavoce più autorevole ed esperta su tuttoquello che riguarda i nostri boschi. Sitratta di Renato D’Ambrogio, papà Ame-deo e nonno Peppe boscaioli, che conoscea menadito le zone in cui era suddiviso ilnostro bosco prima dell’acquisto deinuovi ettari, le piante, le procedure cor-rette ed è la memoria storica della nostraeconomia silvana. Una chiacchierata con lui e si viene a co-noscenza che i 540 ettari erano suddivisiin 18 sezioni di 30 ettari ciascuna: novefacevano parte della Zona Monti (Costa-rella, Faete 1, Faete 2, Piazzone 1, Piaz-zone 2, Valle Sbrillunga, Colle Grotticelle,Serevola, Colle Giovannone) e nove dellaZona Casetta Agraria (Monti, Malpasso,Valle Perone 1, Valle Perone 2, Colle Aru,Bancacci, Folcara-Farinacci, Fua, CollePigna). Le prime nove sezioni “guarda-vano” verso la località Barbarossa, le se-conde verso Rocca Priora. Il taglio comprendeva una sezione l’annoa rotazione; ogni sezione veniva lavoratain tre diversi periodi: il primo “sfollo” aotto anni; di lato, ogni 13 anni (tale opera-

biate, ma riguardo il taglio, ora come al-lora, sono previste e vanno rispettate re-gole ben precise stabilite dagli esperti delParco dei Castelli Romani e della GuardiaForestale: l’abbattimento delle piantedeve essere eseguito a regola d’arte, fa-cendo in modo che dalla ceppaia si rige-nerino nuove piante; il bosco va lasciatopulito togliendo frascame e fascetti; il la-voro va terminato nei tempi stabiliti,prima del risveglio primaverile. Al ter-mine del taglio sarà effettuato un col-laudo, cioè una verifica che accerti ilrispetto delle norme forestali vigenti.Come si accede al taglio? Partecipando aun’asta, il prezzo base della quale vienestabilito tenendo conto della consistenzadel bosco e della varietà delle piante datagliare. Attualmente, purtroppo, riferisce unesperto commerciante di legnami, l’au-mento dell’uso del lamellare sta man-dando in crisi la lavorazione del castagnoe capita, a volte, che l’asta vada deserta. Ma torniamo di nuovo indietro di qualcheanno: il nostro simpatico signor Renato,massimo esperto in questo tipo di consu-lenza, grazie alla sua lunga pratica lavora-tiva, calcolava ad occhio il valoreboschivo del territorio stabilito e quindioffriva consulenza e indicazioni per fis-sare il prezzo base dell’asta. Come? Se-condo quali criteri? Il prezzo base del“bosco forte”, detto anche “bastardone” e che fornisce soprattutto legna da ardere,era calcolato in base ai metri dell’area in-teressata; le specie arboree presenti sonosoprattutto la quercia, il carpino, l’or-niello, il pioppo, l’acero, il nocciolo; com-prende anche quella che viene chiamata“la bassa frasca” e che include vari tipi diarbusti tra i quali u sanguiniellu, u pescubastardu, i svringuli svranguli…Il prezzo base d’asta del taglio di unbosco di castagno era invece calcolato aseconda del diametro del tronco dellepiante, tra le quali vengono preventiva-mente scelte le “matricine”, chiamateanche “la dote del bosco”: sono gli alberipiù sani, più belli, quelli che fino a qual-che anno fa a 18 anni venivano marcati(mercati) e sarebbero stati abbattuti dopo

altri diciotto anni, a 36. Le marcature,oggi come allora erano segnate con di-versi colori, a seconda dei proprietari aiquali il bosco apparteneva: in passato,nelle proprietà boschive di Santovetti siusava l’azzurro, il bianco era il colore pre-scelto nelle zone dei Blasi, nei boschi deiFondi il rosso e nelle zone “Sacramento”il giallo. Con quest’ultima accezioneerano indicati tutti i boschi che erano statidonati alla Chiesa. A conclusione della nostra interessantechiacchierata un aneddoto scappa: ricordaRenato quando nel 1947, ventiduenne la-vorava con altri boscaioli ai tagli del Po-destà “Pippo” Santovetti che possedevaalla Molara ben duecento ettari di bosco;una mattina, durante la pausa pranzo,disse il vecchio proprietario ai suoi operaivedendoli mangiare voracemente pane ecompanatico: - Dicete ch’io so’ signore…‘Oa séte signori che a ‘gni mozzicu caletequattro dita de pa’ , mentre io ‘n mu pozzumagnà! - riferendosi evidentemente aisuoi disturbi di salute che gli imponevanoun’alimentazione più controllata. Cosache per quei boscaioli sarebbe stato im-pensabile concepire, secondo la ferrea lo-gica del sacco vuoto non sta in piedi.E infatti in tempo di guerra e di raziona-mento, con la tessera ad essi spettavanonon 250 grammi di pane, bensì 450: era il“supplemento”dovuto a chi, come lorosvolgeva con l’accetta, un antico lavoroduro e faticoso. Ci lasciamo con il Signor Renato conun’ultima curiosità che mi pare doverosocondividere con il lettore: l’albero più an-tico di Rocca di Papa sapete qual è? È unapianta di tiglio che è possibile individuarevicino al cancello di Villa Parisi, sullastrada che dalla Madonna del Tufo con-duce verso la nuova rotatoria. E sempre sulla stessa strada, di fronte aVia Alberobello, al cancello di Villa San-tovetti esiste un acero rosso che è in as-soluto il primo a rinverdire aprimavera… Passando non potremo farea meno di sbirciare e di ringraziare il si-gnor Renato per averci svelato questialtri piccoli segreti del nostro patrimonioboschivo.

Cultura e

zione è detta anche “allentamento”e consisteva nell’eliminare, a se-conda della grandezza, o meglio diceil signor Renato, della forza dellaceppaia, alcuni ricacci, in dialettodetti “succhioni”): il taglio netto a 18anni che concludeva il lavoro bo-schivo della sezione interessata. Molte cose attualmente sono cam-

eerraannoo uunn vvaalloorree

... dintorni

QQuuaannddoo ii nnoossttrrii bboosscchhii

23il Segno - Ottobre 2011 STORIE

di Maria Pia SantangeliLa seconda rassegna di poesiadialettale, avvenuta nell’am-bito della festa della Conteadella birra l’11 settembrescorso, è stato un incontro di

poeti che mi viene voglia di definire inter-nazionale – nell’ambito del dialetto s’in-tende: oltre che nei vari dialetti dei Castelli,sono state lette poesie in calabrese, napole-tano e abruzzese. E’ stato stimolante, interessante, un veropiacere per me ascoltare il rotolare deiversi in lingue sconosciute, il suono a volteaspro, a volte dolcissimo di parole dialettalipregnanti, significative indicanti oggetti,luoghi o sentimenti. Il dialetto m’incantadi qualunque regione esso sia: ha una vi-gorìa e insieme una sorta di verginità, unaricchezza di sfumature che la lingua haperduto. So bene che il mio apprezzamentonei confronti del dialetto non è originale.Non a caso molti scrittori contemporanei, enon, hanno mischiato - e mischiano - lin-gua e dialetto: dei contemporanei vogliosolo ricordare Andrea Camilleri e il castel-lano Aldo Onorati che, precursore di molti,ha usato già nel 1981 un impasto di linguae dialetto nel suo libro “La saga degli omi-nidi” (oggi alla settima edizione con il ti-tolo di “Saga degli ominidi”). Giulio Montagna, poeta veliterno, uno deipresenti alla rassegna, rispondendo allamia domanda perché scrivesse in dialettoe non in lingua, mi ha detto esattamente: lalingua è il vestito buono, il dialetto è la ma-glia di lana, [la maglia che riscalda a con-tatto della pelle, nell’intimità del corpo]. ELina Furfaro, locrese, anche lei presente,che scrive soprattutto in lingua: il dialettoè la lingua madre, l’immediatezza, l’auten-ticità, l’italiano lo sento più come una con-venzione.

In occasione della “Festa della birra”

Poesia dialettaleL’incontro fra poeti ha destato un grande interesse

Ma veniamo alla cronaca minuta dell’in-contro organizzato e diretto con grandegarbo e capacità da Rita Gatta, che ha fattoin modo, con una sapiente regia, di farscorrere le varie letture senza intoppi e in-certezze. Dopo un caloroso benvenuto da

Furfaro, hanno recitato le loro poesie la ti-burtina Maria Bozzi, Maria Rita Canteranidi Lanuvio, il monticiano Gianni Diana, ilnapoletano Lucio Grasso, Franco Luciani,pronipote di Trilussa, a cui si è aggiuntoAntonio Mancini che ha letto alcuni sapo-rosi detti di Tivoli. Assenti - ma altri hannoletto per loro - Maria Fondi, Giulio Iaco-angeli e Vanda Santogrossi, abruzzese,letta da Mauro Trombetti di Nemi, orga-nizzatore a sua volta di incontri di poetidialettali e di artisti del pennello. A Rocca di Papa non si poteva non ricor-dare Alberto Tenerelli, scomparso da al-cuni anni, il primo poeta in dialettorocchigiano (o roccheggiano come diconoin molti). Hanno letto sue poesie la bam-bina Emanuela Carnevali e il consiglierecomunale Roberto Sellati. La stessa RitaGatta ha letto due sue poesie e l’incontro èterminato con un duetto di Roberto Sellatie Alfredo Piacentini che hanno recitato ladivertente, allegra poesia “Punti di vista”della stessa Rita Gatta.Una bella iniziativa quest’incontro chesiamo in molti a sperare possa crescere nelfuturo.

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parte dell’Ass.reMarika Sciampli-cotti che ha parlatoa nome del Sin-daco, sono iniziatele letture. Tanti itemi delle poesie -tre per ciascunpoeta - uno spac-cato delle diversevariazioni dellamolteplicità dellavita di oggi e delpassato. Nono-stante il numeroesiguo di lavori cheogni poeta potevaleggere, il tono per-sonale di ciascuno èemerso chiara-mente e ha ricevutogiustamente la suaparte di applausi.Oltre a GiulioMontagna e Lina

Piero Botti ha aperto al pubblico il suo studio d’arte di Viale En-rico Ferri il 1° e il 2 ottobre per presentare le sue ultime opere pit-toriche ispirate a Rocca di Papa e ai suoi paesaggi. Ed è proprioa questi paesaggi che il regista-musicista-pittore roccheggianodeve aver pensato lanciando una bella proposta che, se il Co-mune deciderà di farla propria, potrebbe diventare un appunta-mento fisso nella programmazione culturale della cittadina.L’idea, semplice e per questo geniale, è quella di organizzare unavera e propria “Sagra dei paesaggi” in cui ogni angolo del paesediventi un particolare osservatorio per ammirare le bellezze cheRocca di Papa offre grazie alle sue terrazze naturali. Una sagradi valorizzazione il cui allestimento sarebbe totalmente a caricodella natura. Speriamo che possa trovare seguito. Intanto, chiusa la mostra d’arte, qualche giorno fa sono già ini-ziate le prove del “Laboratorio Teatrale Domus Artis”, la compa-gine teatrale diretta dallo stesso Botti. Questa volta Piero ha trattoispirazione dalla storia di Cleopatra, rivista in chiave comica emusicale. A interpretare la regina egiziana sarà Maria Del Nero,diventata ormai la “prima donna” della compagnia. L’appunta-mento con il pubblico è all’inizio della prossima primavera.

Successo per la mostra di Piero BottiColori, musica e poesia, ingredienti dell’arte

Piero Botti nella sua “domus artis”

La targa dedicata al poeta Tenerelli

CULTURA24 il Segno - Ottobre 2011

di Loredana MassaroLa ricostruzione degli ultimi sedicianni di vita politica del nostro Paese,dal 1994 al 2010. “Ad personam” diMarco Travaglio parla di giudici etestimoni da corrompere, di bilancida falsificare, di fisco da frodare edei modi e delle forme per non su-bire processi. In questa Italia che tra“spread” e “default”, è tutta un ra-gionare e un riflettere su come sal-vare la barca e parare i colpi, c’è chicerca solo di farsi gli affari propri edi farseli bene, di coprire i propri usie abusi, facendo pagare i propri cri-mini agli altri. E così la storia del-l’Italia peggiore si legge tra le leggisul falso in bilancio, le rogatorie, le

Schifani e Alfano, i legittimi impe-dimenti e il processo breve che ful-mina gli scandali Mills, Cirio,Parmalat, Fiorani, Unipol, Calcio-poli, gli improrogabili impegni pernon presentarsi agli interrogatori perchiarire sulla pedofilia, sul favoreg-giamento della prostituzione, sui fe-stini sexy ad Arcore e a PalazzoGrazioli. Uno salvo, tutti salvi. Perché anche il centrosinistra ha isuoi scheletri nell’armadio. In-somma, la gran parte della legisla-zione degli ultimi anni, è natadall’esigenza di pochi imputati ec-cellenti di salvarsi dalle conse-guenze del loro malaffare, ma è unalegislazione che non si può dire siastata inventata da Berlusconi. Se peril centrosinistra le leggi venivanoapprovate “ad personas”, cioè nel-l’interesse di un gruppo di imputatieccellenti, con il centrodestra sono“ad personam”, riservate in esclu-siva al Presidente del Consiglio e aun paio di suoi coimputati... “Tutti icittadini hanno pari dignità socialee sono eguali davanti alla legge” re-cita l’articolo 3 della CostituzioneItaliana, eppure a distanza di oltre60 anni dal momento in cui quel-l’articolo fu scritto, siamo costretti afare i conti con una realtà politicache costantemente disattende que-sto principio fondante della nostrademocrazia. Il carnet politico si basa su prioritàcompletamente disallineate a quelleche riguardano il Paese, limitandosiad arricchire i già ricchi codici giu-ridici di leggiuncole “ad familiam”,“ad amantem”, “ad castam”, “adaziendam”, “ad mafiam”.

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di Vincenzo RufiniIn tempi di secola-rizzazione diffusae affermazione to-talizzante della fi-losofia post-

moderna, salvo qualche sparutorichiamo al Nuovo realismo, siassiste con sempre più fre-quenza al rinverdire di un’an-tica diatriba: lacontrapposizione fra Oriente edOccidente. Queste due entitàhanno diviso il mondo non sologeograficamente ma anche esoprattutto culturalmente. Aduna prima visione, del tutto ap-procciata sui generis, viene inmente l’Occidente euro-ameri-cano, più permeato di sapienzaeuropea che di conoscenzad’oltre Atlantico, e l’Asia sper-duta con i suoi segreti, le sueusanze così diverse dalle nostre,il suo mito della spiritualità,forma più elevata di sapienzache si contrappone alla pur ele-vata conoscenza della materia. Una contrapposizione antica,con tutte le sue varie fasi chehanno caratterizzato lo scorrerefluente del tempo. Indubbia-mente la percezione iniziale ègiusta, perché riflette ciò che èstato e che rimane impresso in-delebilmente nella storia del-l’umano essere.Ad un esame più percettivo,prima di esaminare in tutti isuoi aspetti socio-culturali la di-sputa, bisogna analizzare ciòche si intende dei due termini.Nell’accezione della etimologiaOccidente si identifica, in mas-sima parte, quell’arco di tempoche va dalla Grecia antica,passa per Roma repubblicanaed imperiale, attraversa il Me-

posteri. La parte orientale continua aprodurre quella che i greci anti-chi chiamavano Sophia (Sa-pienza), assimilando eraffinando tutta la cultura occi-dentale, la quale cultura, dopola caduta di Bisanzio, verràriassorbita in Europa e che con-tribuirà a permettere quella ri-fioritura del pensiero e dell’artenota come Rinascenza e che inseguito verrà chiamata Rinasci-mento. Indubbiamente uno deiperiodi sommi della storiadell’umanità, ricco di arte, filo-sofia, letteratura, infervorato dineoplatonismo (la filosofia diMarsilio Ficino che si rifacevaall’insegnamento del grande fi-losofo greco Platone) e diquella carica esoterica ricca diarcani e di carica proto-scienti-fica, che getterà le basi per il fu-turo evolversi della società.Memento di ciò resta un memo-rabile dipinto del pittore PieroDella Francesca, La Flagella-zione (nella foto in alto, un par-ticolare), che ad una letturaapprofondita evidenzia i temiculturali sopra esposti. Tutto ciòa dimostrazione che sia purcontrapposte, due entità, hannoun bisogno fisiologico di attin-gere ognuna alla linfa dell’altraper poter proseguire nel cam-mino della vita.

dioevo ed il Rinascimento e ar-riva fino ai nostri giorni,avendo come supporto territo-riale la vecchia Europa, da cuivengono emanate le propagginiculturali e storiche destinate asvilupparsi anche al di fuori delvecchio continente. Ma a benguardare esso stesso, e cioèl’Occidente, per poterlo megliocomprendere e studiare ha biso-gno di un’ulteriore classifica-zione: va diviso e contrappostoin una parte occidentale e inun’altra orientale.Storicamente la divisione vafatta risalire al tardo impero ro-mano, bisognoso di una decen-tralizzazione territoriale epolitica tanto era vasto; i duetronconi dell’Impero continua-rono ad essere permeati dallestesse leggi e dallo stesso spi-rito, ma con declinazioni di-verse. L’impero d’Oriente conCostantinopoli, poi Bisanzio,come capitale e l’impero d’Oc-cidente come centro propulsorela vecchia Roma. La parte occidentale cadde nel476 sotto i colpi inferti dai bar-bari; la parte orientale soprav-visse per altri mille anni finquando il 29 maggio 1453 i tur-chi di Maometto II depongonol’ultimo Basileus, CostantinoPaleologo, dando inizio a quellafobia del turco che l’Europa siporterà nel suo subconscio persecoli. La cultura occidentalesubì un arresto duraturo dovutoalle invasioni barbariche, lequali però non riuscirono a de-primere quel meraviglioso la-scito di sapienza e diconoscenza di cui Roma era de-positaria e che l’oscuro Me-dioevo si prese la brigaamanuense di tramandarla ai

Orientee Occidente

Invito alla lettura

Codici Adpersonam

intercettazioni, lenorme pro Sofri eDell’Utri, proSismi e Telecom,tra i condoni fi-scali e edilizi,l’indulto del cen-trosinistra, i lodi

Marco Travaglio, ed. Chiarelettere, 2010

La poesia del mesedi Anna Giovanetti

Rocca de Papa è n’piccolo paesetto,vicino a Roma, ma ancora ‘npo’ all’antica,‘gni tanto, ‘na fontana, n’vicolettoche te ricordano ‘n epoca fenita.

Qua te riposi er corpo, l’anima ce gode

e quanno te ne devi d’annà viaconfessalo… ’n pochetto te ce rode.Da quanno poi de la castagna c’è la sagra,te pare de sognà ‘n te pare vero,dovunque passi è n’ piccolo boschetto,te offrono a tutti i pizzi callarostee n’vinello fresco che è der più sincero.Godite dunque, amico, ‘sti du’ giorniE quanno vai a casa, dillo ar tuo vicino,dije ch’è stato proprio n’gran fregnonea perdese ‘na festa come questa.Se magnerà le mani e pe’ n’antr’annose lo terà presente ne la testa!!

Rocca di Papa

Travaglio

25il Segno - Ottobre 2011 MUSICA

Retrospettive musicalidi Massimo Onesti

sfazioni, il pensiero dei fan (che,ricordiamolo, moltissimi in Ita-lia che fu fra le prime fra l’altroa rimanere affascinata dalle fan-tasmagorie di questo gruppo)era che il complesso avesse vitabreve e si potesse sciogliere daun momento all’altro e invecefu proprio da lì,con Phil Collinsnelle vesti oltre-ché di batteristaanche di can-tante che per iGenesis si apri-rono le porteanche di un suc-cesso commer-ciale continuatogrosso modofino ad oggi.Le differenze fra i due cantanti,anche se nel timbro si assomi-gliano molto, si evincono nelmodo di porsi anche scenica-mente e per come la musica di-venti mano mano più

accessibile e meno complessarispetto al periodo Gabriel.Ma bisogna dire che fino aquando Steve Hackett (cheaveva sostituito il chitarristafondatore, quell’ Antony Phil-lips ch’era stato fondamentaleper il sound medievaleggiante

e sognante delgruppo) rimasea tessere, con lostile raffinato earchitettonicoche lo contrad-distingue, letrame chitarri-stiche, l’atmo-sfera deiGenesis rimaseancora intatta e

affascinante, come stanno benea testimoniare dischi comeTrick of the Tail and Wind ofWuthering, dopodiché con ilsalire di Phil Collins semprepiù al ruolo di leader la band siavvierà verso un buon successo

Seconda ParteTrespass, Nursery Crime, Fox-trot, Selling England by thepound, The Lamb lies down onBroadway sono delle autentichepietre miliari del rock progres-sive, ma si può dire benissimodi tutta la Musica con la M ma-iuscola, e sicuramente fannoparte di quelle opere che quandosi mettono nel lettore o sulpiatto, fin dai leggendari incipit(ricordiamo ad esempio quel“Can you tell me where mycountry lies?” di Selling englandforse in assoluto uno dei più sug-gestivi e più carismatici intro delrock), l’intimità dell’ascoltoprende il sopravvento e si vienetrascinati magicamente nelsound fiabesco dei Genesis, vi-vendo l’excursus del branocome in trance.Quando Peter Gabriel decise diabbandonare la band per intra-prendere una carriera solista chegli darà anch’essa molte soddi-

GGEENNEESSIISS//22SE IL ROCK SI TINGE DI MAGIA E DI FIABA

commerciale producendoalbum di un discreto pop anchegradevole ma che mai lontana-mente riprenderà le atmosferemagiche dei primi album, ten-tativo che verrà fatto soltantonel loro ultimo lavoro quandoRutherford e Banks (rispetti-vamente bassista e tastieristadel gruppo) rimasti orfanianche di Collins cercherannocon un altro cantante (RayWilson) di riavvicinarsi, al-meno nelle intenzioni, al vec-chio sound ma a noi fan dellaprima, ma credo anche nuovaora, poi ci riprende un’insanavoglia di ricercare ancora queitesori e quando allora met-tiamo un pezzo di Quei VecchiGenesis ci assale subito unmisto di gioia, dolore, pianto,nostalgia, godimento, unacosa proprio stampata nel-l’anima e di cui non se ne puòfare a meno.

2/fine

Anche quest’anno si è svolto a Frascati il September Fest

La musica emergenteva in scena a Villa Torlonia

di ValentinaBucciSabato 17 settem-bre c’è stata la se-conda edizionedel “September

Fest”, evento organizzato

dall’associazione “QuintaPrima” di Frascati, gruppo diragazzi del territorio nato perpromuovere la cultura, in par-ticolare legata al mondo delteatro e della musica.Come l’anno scorso l’idea alla

base dell’iniziativa è proporreun evento sul territorio perpromuovere artisti emergentilocali e questa volta si è svoltaal Parco di Villa Torlonia,splendida area verde di Fra-scati, spazio molto frequen-tato da gruppi di giovani,sportivi, famiglie ed anziani…L’idea di questa seconda edi-zione è stata quella di pro-porre questo evento in unluogo che comunemente vienefrequentato da molta gente,proprio per far sì che più per-sone potessero prendere parteall’iniziativa, ed al tempostesso rendere lo scenario delparco più ricco e con atmo-sfere insolite. L’evento è ini-ziato la mattina con unaprogrammazione dedicata aipiù piccoli con animazione acura de “La bottega dello zuc-chero filato”, apertura delmercatino vintage e non soloe dell’area espositiva con mo-

Il gruppo degli “Easy Roots”

stre di fotografia e pittura. Ilpomeriggio invece è stato de-dicato alla musica ed agli arti-sti di strada: una serie digruppi emergenti del territoriosi sono esibiti per tutto il po-meriggio, con la presenza digiocolieri che si esibivano ditanto in tanto con i loro spet-tacoli. L’evento è terminatocon il concerto finale dei“Captain Trip and His Mar-vellous Psychedelic Orche-stra” e gli “Easy Roots”.Una giornata quindi ricca “diarte”, nelle sue diverse espres-sioni, che ha dato spazio aband musicali, attori, anima-tori, fotografi e giocolieri, uti-lizzando anche una modalitàoriginale: l’autocandidatura. Nei giorni precedenti al-l’evento è stato messo un an-nuncio sul sito che invitavaqueste categorie di artisti afarsi conoscere e presentare laloro arte, per poter essere pre-senti all’iniziativa e la sceltasi è rivelata di gran successo,visto che hanno risposto inmolti… Trasformare un’area verde inuno spazio dalle mille espres-sioni e colori è possibile, edare spazio all’arte ripagasempre con sincerità e bel-lezza.

Phil Collins

SPORT il Segno - Ottobre 201126

Un’iniziativa fortemente voluta dal Pres.te Davato

I Canarini attenti anchealla “vittoria sociale”di Valeria Vitolo*L’idea consiste nell’affiancare al teamdella categoria “Juniores” del Rocca diPapa, uno staff completo che li possa se-guire e sostenere. Oltre al Mister FabioPanno (foto a lato), altre figure accompa-gnano lo svolgimento delle attività, il Mi-ster in seconda Giorgio Davato, ilDirettore Sportivo Massimo Ceccacci, ilPreparatore atletico Luca Lo Monaco e loPsicologo dello sport Renato Crespina.In un’intervista, il fondatore dell’idea e al-lenatore della squadra Fabio Panno, cispiega cosa l’ha spinto a creare a questa ini-ziativa, elencando vari problemi che impe-discono ai giovani di scegliere il Rocca diPapa come squadra, quali la lontananza delcampo, difficile da raggiungere per chi nonpossiede mezzi propri e allo stesso modo ècomplicato per chi, prendendo i mezzi, sitrova impossibilitato nei mesi invernali acausa della neve che blocca le strade.Il progetto è quindi un incentivo nellascelta della squadra nella quale giocare. Iragazzi vedendo uno staff qualificatopronto ad accoglierli, avranno un motivo

Sostenitore di questa proposta è il presi-dente della polisportiva Canarini il sig.Giorgio Davato, il quale condivide gliobiettivi dell’allenatore, e aggiunge divoler estendere in futuro l’iniziativaanche alle altre squadre della società,senza limitarsi solo alla Juniores, anchese questo comporterebbe un agire di-

in più per prediligerequella squadra piutto-sto che un’altra.Ovviamente questonon è l’unico fine.Tutto questo si faper insegnare ai gio-vani il “lavoro disquadra” e perchéno, anche agliadulti. Nello staff sicrea una divisionedel lavoro e a suavolta un’interdipen-denza funzionale,dove ognuno di-pende dal lavorodell’altro.

verso per un discorso di esigenze diffe-renti da parte dei membri delle altre rose.Dell’altro è emerso nel colloquio con ilpresidente. “E’ un’iniziativa sociale, nonci fermiamo solo allo sport “, questo èquello che afferma il sig. Davato. Aiutarei ragazzi a interagire e a relazionarsi traloro è importante ai fini della crescita in-dividuale, alla maturazione di ognuno einfine a quella sportiva.L’obiettivo del risultato sportivo passa perun attimo in secondo piano. Ciò che contaè formare i ragazzi socialmente, prepararlial mondo sociale e creare un ambiente incui possano sentirsi a proprio agio tra loroe con gli adulti, dove per qualsiasi pro-blema, di qualsiasi natura, abbiano una fi-gura di riferimento che li possa aiutare.Sembra che i giocatori della Junioresd’Elite abbiano accolto bene le nuove fi-gure e hanno compreso appieno le loromansioni, accettando, tra le altre, anchequella dello psicologo, la quale a volte èdifficile da digerire, specialmente per i gio-vani, confondendola con una minaccia o uninsulto alla loro igiene mentale.Alla fine del colloquio l’obiettivo spor-tivo, che prima era stato messo da parte,torna in primo piano. Il presidente ricordache “a prescindere dal sociale, a me piacevincere, dobbiamo insegnare ai ragazzi avincere con lealtà, ad accettare la scon-fitta. Insegnare a giocare per vincere leal-mente”.

*Tratto dal periodico online “RomaCapitaleMagazine.it”

di Benedetta Lupoli*L’atmosfera è sempre avvin-cente ed emozionante: quelmisto di divertimento e ten-sione, di volontà e stanchezza,una due giorni di intensa con-

vivenza in un villaggio chenasce spontaneo in poche ore,con biciclette in ogni dove, ge-neri alimentari di ogni sorta,tecnicismi e valutazioni sulpercorso, ma soprattutto di

24ma edizione ‘Mountain Bike di Roma’B&B Castelli Romani mette in campo le donne

atleti pronti a impegnarsi, sor-ridere e divertirsi. Anchequest’anno le squadre di “B&BCastelli Romani”, che ha co-minciato quest’avventura quat-tro anni fa con una solasquadra, giunte a quota quattroin questa edizione, si sono ci-mentate in uno degli eventi piùimportanti dello sport romano:la “24H di Mountain Bike”, chesi è svolta nel Parco degli Ac-quedotti di Roma.Sul suggestivo sfondo dell’ac-quedotto Claudio hanno gareg-giato più di milleseicento atleti,tra cui i ventotto ciclisti di“B&B Castelli Romani BikeTeam”, divisi in due squadre daotto (45° e 82° in classifica fi-nale), una squadra da quattro(9° in classifica finale) e,grande novità di quest’anno,una squadra di otto coraggiosedonne che si sono cimentate inquest’esperienza stancante madecisamente appagante, con-quistando il primo posto inclassifica. Come nella scorsa edizione,anche quest’anno gli atletihanno concorso per un premiointerno al team in cui sono statipremiati i giri più veloci suddi-visi per genere e fascia di età,incentivando ancora di più i ci-

clisti ad una sana e divertentecompetitività.“La parte migliore di que-st’esperienza –ha detto il diret-tore sportivo delle squadre-sono i rapporti che si creano tragli atleti. In un contesto comequesto, l’errore di un compa-gno può significare la discesanella classifica di tutta la squa-dra, così come il giro veloce diun altro contribuisce a guada-gnare posizioni. Questo crea unforte senso di responsabilità daparte di ognuno di noi, maanche e soprattutto un grandeaffiatamento tra compagni”. Questa gara è stata quindiun’occasione non solo per pra-ticare della sana attività fisica,ma anche per mettersi allaprova e stringere nuovi legamidi amicizia. “B&B Castelli Ro-mani” da sempre incoraggia edincentiva le iniziative sportive:il prossimo appuntamento saràil 30 ottobre a Sante Marie(AQ) dove si svolgerà una “Ci-cloturistica della Castagna” allaportata di tutti all’interno del-l’evento della Sagra della Ca-stagna, per una giornataall’insegna della natura, dellosport e dell’enogastronomia.

* B&B Castelli Romani (www.bbcastelliromani.it)

Le giovani atlete della B&B Castelli Romani

RIFLETTORI 27il Segno - Ottobre 2011

Donne assassine e donne vittime...

comunque usate in tv

Non c’è modo di uscire dai de-litti e dalle pene, la nostra tele-visione non smette un giornodi trasmettere programmi de-dicati ai fatti di cronaca nera.Cala il sipario su Cogne, lamadre assassina, (per anniPorta a Porta ci ha “sbombal-lato” con Anna Franzoni, e lacasetta… e le montagne, e leigiovane moglie carina, poil’hanno messa dentro…) maecco che arriva la cugina as-sassina e la zia e lo zio occul-tatori di cadavere, e poi ilmarito fedigrafo e assassinopure lui… e i sempre verdi vi-cini di casa, massacratori di in-tere famiglie, i famosi Olindoe Rosa, nel mezzo bambine ra-

pite e uccise da sconosciuti (lapovera Yara), per non parlaredi Erika la figlia assassina…per ultimo (non preoccupatevi,arriveranno altre mogli am-mazzate) gli studenti assassini. Per giorni e giorni non ho po-tuto vedere nemmeno i Tg,tanto mi era diventato insop-portabile la visione degli stessifotogrammi, l’americana dagliocchi celesti e il bel ragazzobenestante, l’altro, il complice,è in galera, ma è solo un “po-vero negro” a chi interessa?L’unica cosa certa è che gliamericani non si toccano,basta ricordare la tragedia delCermis, o la morte di Cali-pari, io che non sono per

di Daniela Di Rosa

niente imparziale gli avrei datovent’anni solo perché ameri-cani e di conseguenza esporta-tori di democrazia a suon dibombe (scherzo!). Tante sin-gole e terribili morti che occu-pano il palinsesto di tutte le retitv, e un popolo di guardoni,morbosi e necrofili. Ma non sistancano mai di vedere e rive-dere il garage dove è successol’omicidio? O risentire i mes-saggi di Parolisi con l’amante? Vi voglio raccontare di altredonne morte, non è un giallo,non c’è un sospettato o un inno-cente accusato e per questo neparlano poco, non interessano:sono morte per un crollo. Tuttoqui, eppoi mentre lavoravano innero e per due soldi. Non c’èsesso, non c’è droga, non cisono escort, perché fare spe-ciali? Da una lettera di una let-trice de Il Fatto Quotidiano:“[…] E intanto in tv si parla didonne, donne oggetto, donnearriviste, donne stupide, donneuccise e donne assassine […].Le macerie restano e noi donnesiamo sepolte sotto di esse.Addio Giovanna, Matilde, Tina,Antonella e Maria, voi dallemacerie siete uscite, noi no!”.

(Dedicato alle operaie morte per il crollo

di una palazzina, donne che in tv non vedrete mai)

ilTocco

Decoder, Berlusconi contro (?) Berlusconi!

Mi scrive una signora di 45anni madre di una adolescentedi 16, dice di essere preoccu-pata per sua figlia. La ragazza èstudiosa e anche socievole,equilibrata, gentile con tutti, mala madre ha paura di quello chele potrebbe accadere quandoesce con gli amici e mi rivolgeuna domanda fondamentale:“Come posso stare tranquilla,anche se ho una figlia serena,quando succedono tante cosebrutte ogni giorno. Come possoconcederle la libertà che do-vrebbe avere senza condizio-narla con la mia ansia?”.Riporto questo quesito perchécredo che al giorno d’oggi fareil genitore sia molto difficile.Gli psicologi e gli educatori ingenere, propendono per conce-dere il giusto grado di libertà aun essere umano in evoluzione,con desideri e bisogni da soddi-sfare per permettere il raggiun-gimento di un equilibrio sano edi un corretto sviluppo dellapropria personalità. Tuttavia bi-sogna fare i conti con il mondoesterno, che sembra essere di-ventato sempre più insidioso epericoloso, basti pensare ai re-centi casi di cronaca di violenzeche colpiscono particolarmentele donne. Si potrebbe osservareche la violenza contro le donneè sempre esistita, solo che algiorno d’oggi, con il moltipli-carsi delle possibilità di contattotra le persone che abitano inluoghi diversi, si accentuano irischi di “fare brutti incontri”.Occorre, quindi, che i genitoritengano occhi e orecchie aperti,senza essere invasivi, dando aipropri figli delle regole educa-tive chiare da rispettare, sulrientro, sulle persone che fre-quentano e con cui si sentonoanche virtualmente, offrendoloro l’opportunità di esseresempre ascoltati, in modo che iragazzi si aprano e si sentanocompresi e accolti, creando cosìle premesse per una comunica-zione genitori-figli aperta, sin-cera, e supportiva.

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

La Corte di Giustizia Europea ha respinto l’ennesimo ricorso con il qualeMediaset aveva impugnato le precedenti decisioni della CommissioneUe e del Tribunale di I grado, ed ha emesso la sentenza definitiva relativaalla questione dei decoder ribadendo che “…i contributi dello Stato Ita-liano per l’acquisto dei decoder digitali terrestri negli anni 2004 e 2005costituiscono aiuti di Stato e le emittenti radiotelevisive che ne hanno be-neficiato indirettamente sono tenute a rimborsarli… toccherà ora alloStato italiano provvedere, senza ritardo, al recupero dalle imprese bene-ficiarie dell’aiuto di Stato indebitamente percepito e che spetterà ai giu-dici italiani stabilire l’importo che Mediaset dovrà restituire all’Erario”.Nella sentenza viene chiaramente stabilito che il contributo pubblicosull'acquisto dei decoder (150 euro per ogni utente previsti dalla finan-ziaria 2004 e 70 euro in quella del 2005), attribuiva alle emittenti digitaliterrestri “… un vantaggio indiretto a danno delle satellitari… …perchéacquistando un digitale terrestre si otteneva il contributo, mentre acqui-stando un decoder satellitare non siriceveva nulla”.Mediaset dopo aver subito la con-danna ha fatto ricorso che è stato re-spinto ed ha quindi impugnato lasentenza di fronte alla Corte Euro-pea (secondo e ultimo grado di giu-dizio). Anche quest’ultima harespinto l’impugnazione confer-mando che gli aiuti di cui ha bene-ficiato hanno comportato una“distorsione della concorrenza”. Dunque ora dovremmo vedere Sil-vio Berlusconi (Capo del Governo),chiedere a Silvio Berlusconi (pro-prietario di Mediaset S.p.A.) di re-stituire svariati milioni di euro chelo Stato Italiano (cioè noi) ha rega-lato a Mediaset (cioè Berlusconi). Berlusconi contro Berlusconi. Chivincerà? Ma soprattutto sentiremomai il fischio di inizio di questa par-tita? La Pulce

Genitoripreoccupati

il Segno - Ottobre 2011 Ultima pagina

Il vialedei... mosaiciaccogliente Bed & Breakfast (foto in basso a de-stra) dal nome che è tutto un programma: “Il mo-saico”. E infatti questo luogo è una vera e propria

ecc.) delle pietre che poi utilizzerà per le sue opere: ematiti, pi-riti, graniti dell’isola d’Elba, travertini, agate lucide, ciottoli pre-ziosi e ovviamente tante tessere vetrose. I mosaici oltre acontornare l’edificio all’esterno, lo deco-rano anche all’interno, dando vita a unpercorso di arte e cultura unico nel suo ge-nere e, incredibile a dirsi, che a Rocca diPapa pochi conoscono. La chicca di questo percorso è rappresen-tata da un orologio solare o meridiana (fotoa sinistra). “Nell’evoluzione dell’umanità –ci ha raccontato Renato Calcagni- pochecose appartengono al passato come l’orolo-gio solare. L’alto livello tecnologico rag-giunto dall’orologeria meccanica fece perdere di colpo la suaimportanza nel contesto sociale. Attualmente assistiamo ad un ri-sveglio di interesse per gli orologi solari anche perché si vorrebbeconsiderare il tempo in modo più riposante. Nell’antichità gli ap-puntamenti si davano “quando la tua ombra sarà lunga dieci volteil tuo piede”. Molte persone pensano che l’orologio solare siameno preciso degli attuali orologi: falso, l’orologio solare –con-clude Renato- non scarta mai di nulla nel corso degli anni, tantoè vero che anche i modernissimi orologi atomici vengono rifasatia fine anno con i misuratori solari degli osservatori astronomici”.La meridiana realizzata da Renato e dedicata a Papa Wojtyla, èveramente bella, curata nei minimi dettagli e, cosa fondamentale,calcola il tempo in maniera perfetta. Chi volesse ammirarla, insieme agli altri mosaici (ce ne sonotantissimi e ognuno con un particolare significato o dedica: daquello a D’Annunzio fino a Gandhi, ecc.), può recarsi in VialeEnrico Ferri e chiedere a Renato di fare da guida. Scoprirete un“angolo” di Rocca davvero suggestivo.

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee [email protected]

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

UNITI CONTROLA “SLA”Hacienda Napoles La Voz staorganizzando una raccoltafondi pro-Aisla. Una raccoltafondi per sostenere la battagliaalla Sla (Sclerosi LateraleAmiotrofica) o anche dettamorbo di Lou Gehrig, La Sla è è una malattia dege-nerativa e progressiva del si-stema nervoso che colpisceselettivamente i cosiddetti neu-roni di moto. Finora non èstata scoperta alcuna cura de-finitiva per la SLA, l’Aisla,l’associazione che si occupa disostenere le ricerche, da oggiavrà anche il nostro sostegno,il nostro e il sostegno di tuttequelle persone che aderirannoall’iniziativa anche con pochicentesimi.

Hacienda Napoles La Voz di-sporrà alcuni “salvadanai” indiverse attività commerciali diRocca di Papa e di Marino. Ilricavato sarà inviato tramitebollettino prima delle vacanzenatalizie. Un piccolo gesto per augurareun buon Natale a tutte quellepersone affette dalla Sla; laCittà di Rocca di Papa giàaveva contribuito anni fa a so-stenere l’Aisla con una partitadi beneficienza tra una rappre-sentanza comunale e una rap-presentanza della protezionecivile locale, ora è il tempo ditornare in campo, non in uncampo da gioco, ma nel campodella solidarietà, un aggettivomolto familiare a questa città.

Marco Rapo Hacienda Napoles La Voz

LA BELLA IDEA DELLASAGRA DEI PAESAGGIRecentemente mi è capitata frale mani una locandina che pub-blicizzava la “Prima Sagra deitramonti e dei panorami mozza-fiato di Rocca di Papa”, pensatadall’artista Piero Botti. Io è dadue anni che vivo in questopaese e devo dire che l’ho tro-vata un’idea davvero interes-sante. Si sa che chi ha tantebellezze non ne comprende ilvalore. Avviene così a Roma,dove i ruderi antichi sono consi-derati poco più di semplici mu-retti e avviene più in generale inItalia che è talmente ricca diopere d’arte che nessuna curaviene fatta per renderle più frui-bili da parte dei turisti e dei vi-sitatori. E dunque anche Roccadi Papa mi pare che non sappia

apprezzare quello che ha di piùbello. Ho trovato bella anchel’idea di raccogliere i pensieridei visitatori per poi leggere ciòche hanno scritto in piazza, ispi-rati dai paesaggi che i vari an-goli di questo paese ci regalano.Ora spero che dall’idea si possapassare ai fatti.

Enrica Maiorani

RECUPERIAMOI SAMPIETRINICaro Direttore, il centro sto-rico di Rocca di Papa è disse-minato di sampietrini che, unavolta usciti dal manto stradale,vengono ammassati, da soli oin gruppo, in diversi punti.Visto che se ne trovano sempremeno non sarebbe il caso diraccoglierli per preservarli?

Lettera firmata

Dopo avervi fatto conoscere alcuni dei nuovi murales realizzati nelcentro storico di Rocca di Papa, rimane un altro angolo artistico dascoprire in compagnia del Maestro Carfagna. Questo luogo si trova inViale Enrico Ferri (la strada che da piazza della Repubblica conducealla Madonna del tufo). Si tratta di una palazzina costruita propriodall’On. Ferri (da cui il nome della strada) che al piano terra ospita un

esposizione permanente di mosaici, realizzati da Renato Calcagni che,oltre a gestire la struttura ricettiva, dà sfogo alla sua creatività e alla suapassione andando alla ricerca (sulle spiagge, nelle cave, lungo i fiumi,