Il Piano del cibo della provincia di Pisa Silvia Innocenti Laboratorio di studi rurali Sismondi.

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Il Piano del cibo della provincia di Pisa Silvia Innocenti Laboratorio di studi rurali Sismondi

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Il Piano del cibo della provincia di Pisa

Silvia InnocentiLaboratorio di studi rurali Sismondi

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Il Piano del cibo della provincia di Pisa

Il percorso di definizione del Piano del cibo ha mosso i primi passi a partire da una riflessione condivisa con attori istituzionali, della ricerca e della società civile, già nel 2009.

“Cibo in città” - Pontedera, ottobre 2009“Coltano, cultura, cibo, cinema” - Pisa 2010

A ottobre 2010 inizia il percorso istituzionale con l'approvazione dell'Atto politico di indirizzo da parte del Consiglio provinciale.

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I temi del cibo

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La Carta del cibo

Un modello di cittàUn modello di città in grado di dare a tutti i componenti della nostra comunità la possibilità di alimentarsi in modo salutare e sostenibile senza compromettere il benessere di altri, delle future generazioni e dell’ambiente.

Una città sostenibile è una città che interviene sulle regole e sull’organizzazione del cibo per garantire la sicurezza alimentare dei propri cittadini in un quadro di democrazia alimentare.

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La Carta del cibo

La sicurezza alimentareIl cibo è una componente fondamentale della qualità della vita delle nostre città, in quanto investe l’ambito della salute, quello economico, sociale, ambientale, etico. Di fronte alla crisi economica ed ambientale, dobbiamo essere sufficientemente lungimiranti da pensare al cibo come componente fondamentale della nostra sicurezza.

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La Carta del cibo

Una dieta sostenibileUna dieta sostenibile è un diritto: tutti devono poter disporre dei mezzi economici e le conoscenze necessarie per adottarla. E questo diritto va fatto valere nei confronti tanto dello Stato che nei confronti degli operatori privati.

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Quali ostacoli?

L’educazione: per una vera capacità di scelta.

Le condizioni di vita e di lavoro: il nostro reddito, i nostri tempi, i nostri tragitti quotidiani.

L’informazione: le scelte che facciamo sono condizionate dall’esposizione a messaggi pubblicitari.

Le strutture commerciali: le nostre scelte dipendono da quello che troviamo nei negozi.

Le strutture produttive e le risorse naturali su cui esse poggiano: la disponibilità di prodotti di un’area orienta le scelte dei consumatori

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Democrazia Alimentare

Un contesto in cui i cittadini possano partecipare alle decisioni riguardanti la propria alimentazione ed essere informati e controllare la loro applicazione.

Chi sono i soggetti della democrazia alimentare? le istituzioni locali i cittadini/consumatori produttori agricoli locali istituzioni scientifiche, educatori, esperti

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La Strategia del cibo

La strategia per il cibo mira a raggiungere obiettivi puntuali che dovranno trovare descrizione e attuazione nel piano del cibo: 1. di salute2. di conoscenza3. di equità4. di sostenibilità5. di innovazione6. di organizzazione

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Il Piano del cibo

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Quali strumenti?

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L'Alleanza per il cibo

La nostra idea di Allenza per il cibo si ispira alla realtà dei Food Policy Council, strumenti di coordinamento e orientamento, nati negli USA nel 1982.

Inizialmente i FPC sono nati per influenzare le politiche locali e, negli anni, sono stati costituiti anche a livello regionale e statale.

I processi che portano alla nascita dei FPC hanno diversa origine

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L'Alleanza per il cibo

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L'Alleanza per il cibo

Generalmente ricoprono 4 funzioni: Forum di discussione Coordinamento delle diverse letture del cibo Valutazione e orientamento delle politiche sul cibo

(Linee guida per l'agricoltura urbana; Valutazioni sulla facilità di accesso al cibo fresco e locale; Carte del cibo)

Avviare e dare supporto a programmi che rispondano ai bisogni del territorio (Farm to school programs; Food Stamps; Community gardening)

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L'Alleanza per il cibo

Chi ne fa parte? Produttori Consumatori Distributori Trasformatori Altre organizzazioni no profit Amministratori Gestori della raccolta/smaltimento dei rifiuti

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L'Alleanza per il cibo

Quale struttura? Informale Formalizzata ma indipendente Formalizzata e integrata con l’amministrazione

pubblica

Quale modalità di funzionamento? Con staff retribuito Su base volontaria

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Il CTP5 come laboratorio di partecipazione

Il Consiglio territoriale di partecipazione n.5 del Comune di Pisa ha promosso un percorso verso l'attivazione di un Food Council di quartiere.

Il lavoro è iniziato con una mappatura delle realtà presenti nei quartieri interessati a partire da:

- Scuole- GDO- GAS- Residenze collettive- Centri di ricerca- Botteghe di prossimità

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La mappa del quartiere

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Il progetto del Parco di Cisanello

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Le informazioni utili

- i luoghi della salute- i luoghi del cibo- i luoghi di aggregazione- le associazioni- i GAS- le botteghe- i negozi/le botteghe per gli ortisti- gli orti- ...

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Come procedere?

Lavoro di mappatura dei diversi luoghi

Costruzione della mappa del cibo del quartiere

Individuazione di soggetti chiave

Ipotesi di regole, composizione e funzioni del food council di quartiere