Il Libro Bianco Il Viaggio Terza Parte

50
Igor Candolfi 1

description

 

Transcript of Il Libro Bianco Il Viaggio Terza Parte

  • 1. Igor Candolfi

2.

  • Prefazione
  • Questo libro nasce dal desiderio di raccontare qualcosa di nuovo sia a me stesso che a tutti quelli che mi vogliono leggere. La prima parte del racconto un fatto veramente accaduto ed ci che ha cambiato profondamente il mio essere. Non spiegher le ragioni per laccaduto ma solo per come lho vissuto io. Dal secondo capitolo in poi pura immaginazione, valutate voi, che viene dal desiderio di creare un mondo perfetto. Tutti noi cambiamo in continuazione, sia interiormente che esteriormente. Una continua trasformazione del nostro essere indipendentemente da chi o cosa siamo. La vita ci da sempre una scelta anche nei momenti in cui ci sembra che essa non ci data. Niente per caso, come anche noi non siamo qui per caso. Lesistenza umana su questo pianeta troppo complessa per essere casuale.
  • Come non sono casuali nemmeno i due personaggi, Paul e Susy, alla ricerca di qualcosa di misterioso, qualcosa che si perso nel corso dei secoli. Attraverso dei messaggi e simboli scoprono un nuovo mondo dove tutto possibile.
  • Il mondo cambier perch loro stano cambiando, o sar il mondo a cambiare Paul e Susy.
  • Voglio ringraziare la vita per avermi donato lopportunit di essere in questo bellissimo mondo, un grazie alla mia compagna, amica e moglie che mi sempre stata vicina. Grazie a tutti i miei lettori sul Blog,http://illibrobianco.blogspot.com/ ,che hanno voluto che il libro bianco continuasse e che con i loro commenti mi hanno dato forza e coraggio per continuare. Grazie infine a tutti voi, perch senza, il mondo non sarebbe ci che .

3.

  • Il libro bianco: Cap.1 In Principio
  • In principio era tutto cosi normale, la mia vita, il mio lavoro, i miei pensieri. Tutto cosi profano e senza sale. Mai una domanda sulla vita o su quello che mi circondava, sugli eventi che facevano s che le cose accadevano, mai. Non mi sforzavo minimamente di dare un senso alle cose, di dargli qualche importanza, di vederle per quello che erano e quanto erano importanti. Non mi ero mai chiesto se cera qualcuno o qualcosa che tirava i fili della mia esistenza e quella del mondo, dellUmanit. Si, ogni tanto dicevo che era il destino a determinare certi eventi, ma cosa era il destino? Era Dio? Una forza celeste tanto potente ed onnipresente per ciascuno di noi? Nooooooooooo, era impossibile che lui o lei avessero tutto questo tempo, ce ne sarebbe voluto uno per ciascuno di noi, per quanto una vita umana pu essere complicata ed esigente.
  • Ma la mia vita, per come era, stava per cambiare.
  • Tutto ebbe inizio con queste parole: Buongiorno, lei e Paul Glasgow? Siamo del Interpool ed abbiamo un mandato darresto ed estradizione per la Svizzera.
  • Era come se il mondo mi fosse crollato addosso, tutto intorno non era pi reale; era un sogno, un misto di vuoto, ansia, paura e terrore cominciava ad impossessarsi di me. Mi trovavo a La Spezia, in Italia. Quasi senza accorgermi ero gi al commissariato dove mi prendevano le impronte digitali e mi scattavano le foto. Continuavo a non credere a ci che stava accadendo ma ci che sentivo era molto reale. Dopo neanche unora mi trovavo in cella di transizione, cosi la chiamavano .

4.

  • Sono rimasto per 8 giorni nel carcere di La Spezia prima del mio trasferimento a Como. 8 giorni che non dimenticher mai. Eravamo in otto in una cella che forse era prevista per 4 persone, con il gabinetto aperto quasi in mezzo alla stnon passavano mai e langoscia era sempre pi forte, fino al punto che lunica soluzione ragionevole era quella di farla finita. Pensavo spesso alla mia compagna, che non sapeva nemmeno dove ero e cosa mi fosse successo. Era il 23 di Maggio; due giorni prima del mio compleanno. Una sera, quando ogni speranza sembrava svanita e lidea per togliermi la vita era sempre pi forte, successa una cosa che mi ha dato la forza per lottare. Ero sdraiato sul letto, e mentre pensavo in che modo potevo farlo, devo essermi addormentato, ma non del tutto. Era come stare tra il sonno e la veglia. Ho visto il viso di una ragazza che mi era familiare, e poi ho capito era il viso della figlia di due nostri amici che era deceduta poco tempo prima a causa di un cancro. Se ne era andata dopo aver lottato per tanto tempo contro questo male, aveva 13 anni edun sorriso bellissimo. Vedevo il suo viso e lei che mi sorrideva, non diceva niente, ma dentro di me sentivo la sua voce che diceva combatti, abbi fiducia in te ed in tutti quelli che ti stanno vicino,
  • abbi Fede. Ancora oggi mi chiedo quanto tutto questo fosse vero, magari sognavo o forse ero io e il mio subconscio che cercava di darsi una ragione per uscire da tutto questo, per lottare, per Vivere. Non era importante, qualsiasi cosa fosse io lavevo sentita e questo non poteva pi essere cambiato. Potevo cercare quanto volevo nella mia mente razionale, ma il ricordo di quello che avevo provato e sentito faceva crollare ogni mia supposizione. Avere Fede, in che cosa devo avere fede io che non ho mai creduto a niente oltre a quello che potevo vedere o toccare. Forse dovrei pregare, ma non so come fare, forse dovrei credere in Dio o a quella forza celeste e universale a qui tutti noi ci rivolgiamo nel bisogno, cosa dovevo fare? Le risposte non cerano e non sono mai arrivate, se non sotto una forma che non conoscevo o non volevo conoscere. Era qualcosa di nuovo e bellissimo, era come avere un fiore al posto del plesso solare che emanava le sue benefiche vibrazioni, l dove prima sentivo solo ansia e angoscia ora cera gioia. Dove sentivo solo tenebra ora sentivo la luce ed il suo calore. Ma non era finita, dovevo ancora fare tanta strada e far s che questa luce non si spegnesse. Non era facile difendere questa luce anche perch il nemico ero io, quella parte di me che non voleva combattere ma prendere la strada pi facile, farla finita, cosi uno non ci deve pi pensare.

5.

  • Ma i miei pensieri stavano cambiando e con essi il mio essere nel mondo. Cominciavo a capire che tutto questo doveva accadere, vedevo le varie occasioni che avevo avuto nella mia vita per potermi guardare dentro, ed io ci avevo girato intorno ogni volta, anche perch non vedevo lutilit di farlo. Ma ora capisco, non era lutilit, che ogni volta cercavo, ma la necessit che ha la nostra anima di evolvere. Io vedevo solo le cose necessarie, utili e che avevano solo uno scopo, avere tutto ci che si poteva avere senza guardare in faccia a nessuno. In quei anni ho solo preso, sia dalla vita che delle persone, e anche da me stesso, senza mai dare, non in cambio di quello che prendevo, ma semplicemente dare. cosi facile prendere, senza mai pensare da dove, e da chi lo abbiamo preso. Probabilmente da qualcuno che aveva da dare, ma questo qualcuno che da sempre, chi ? Siamo noi? Sono gli altri? Quelli che conosciamo e non, quelli vicini e quelli lontani, quelli che forse non incontreremo mai e che sono dallaltra parte del pianeta? Quelli che consideriamo amici e quelli nemici? O e forse Dio? Lonnipotente a cui spesso diamo le colpe per le disgrazie ed i meriti per i miracoli? Forse. .
  • Questa mia avventura finita grazie a delle persone che mi erano vicine, ma anche a delle persone che non ho mai conosciuto e mai conoscer, persone che semplicemente hanno fatto quello che sentivano di fare e non. Grazie anche a quella forza, a quel fiore che ho scoperto di avere dentro di me, a quella Luce che mi ha guidato attraverso quel percorso buio e tenebroso. Il percorso non era finito qui, era appena iniziato; dal momento in cui ho accettato di lottare per la vita e di camminare con essa era iniziato un processo irreversibile. come quando si assaggia per la prima volta la cioccolata, non si torna pi indietro, se ne vuole sempre di pi.Anchio volevo scoprire sempre di pi, cosera quella cosa che mi ha fatto sentire cos bene in un momento cos orribile? Da dove proveniva? Era una cosa chimica prodotta dal mio cervello o qualcosa daltro. Qualcosa che la mia mente razionale si rifiutava di accettare ma il mio cuore No. Avrei voluto trasmettere questa sensazione di benessere e di comunione con il tutto a tutti, tanto era forte e chiara.
  • (Qui inizia la parte fantastica ed immaginaria del racconto)
  • Avrei dovuto intuire che quando si desidera qualche cosa, cosi forte, si mette in moto una forza invisibile che cerca di farla avverare, a volte anche a scapito di tutti e tutto.

6.

  • Un giorno d'estate come tutti gli altri, con un po' di nebbia a causa della notte piovosa. Erano le sei del mattino quando la sveglia ha fatto il suo dovere come sempre. Ero fortunato a lavorare come indipendente e non avere degli orari fissi, anche se a volte dovevo rispettare delle scadenze. Mi occupavo di piccoli restauri di case, ed offrivo un servizio di tutto incluso, anche perch sapevo fare un po' di tutto; dal mattone al tetto includendo anche ogni tipo di impiantistica. A causa di certe scadenze che avevo, lavori urgenti da terminare e altri da iniziare, dovevo essere in cantiere per le 07.30, quindi non potevo girarmi dall'altra parte ignorando il suono della malefica sveglia. Come ogni mattina, dopo aver bevuto il primo caff, ho preparato anche la solita tazza di t per la mia compagna. Susy era un po' lenta nello svegliarsi, ma questo non ci impediva di parlare del mistero della vita e del perch delle cose fin dal primo risveglio, anche quando il tempo era poco. Susy faceva, anche lei, tante cose :astrologia, sedute di kinesiologia, fiori di Bach, corsi di reiki, ma anche bigiotteria fantasiosa, borse di stoffa, quadri ....................in poche parole, una naturopata artista. Dopo aver rifatto il mondo con Susy in un ora, alle 07.20 sono uscito di casa, salutando lei ed i nostri tre gatti. Vivevamo in una casa bellissima, che prima era di propriet dei nonni di Susy ed ora era nostra, con un giardino fantastico ed una piscina che sembrava pi un pozzo che una piscina vera.

7.

  • Avevamo tutto quello che ci serviva per una bella vita, la casa, il giardino, gli amici e i gatti. Erano passati tre anni da quando ero stato arrestato e le cose intorno a me erano cambiate, io ero cambiato. Da tre anni stavo facendo un percorso di crescita personale e ci mi aveva permesso di conoscere, un po' pi in profondit, me stesso. Ho letto tanti libri, tra qui anche la Bibbia e qualche Vangelo apocrifo, utilizzando sempre varie chiavi di interpretazione cercando di dare un senso alla vita e all'esistenza dell'Umanit. Stavo per entrare in macchina quando ho sentito un senso di pace ed allo stesso tempo di grande paura nell'aria , come una premonizione. Sul momento non ho dato tanta importanza alla paura e cercavo di sentire la provenienza di questa pace, infatti c'era un silenzio molto strano, come se fosse un giorno di festa e la mattina tutti se la prendessero con comodo. In fondo non sarebbe stata la prima volta che mi succedeva di partire al lavoro per poi accorgermi che era un giorno di festa. Cosi ho domandato a Susy; Amore sai per caso che oggi un giorno festivo? No, mi rispose, Perch? Pensavo lo fosse, non sentendo rumori e macchine in giro, ma fa niente era solo una mia impressione.

8.

  • Salito in macchina sono partito pensando che non sarebbe stato male se fosse un giorno di festa, e in quell'istante la macchina si spense proprio a met stradina. Per avere accesso a casa nostra si doveva percorrere una stretta stradina sterrata lunga circa 100 metri. Era strano perch la mia macchina aveva solo un anno di vita, ma poi mi sono detto, non per questo una garanzia che non si potrebbe rompere. Dopo vari tentativi di riavviarla ho deciso di spingerla indietro ed eventualmente prendere quella di Susy. Una volta tornato nel posteggio di casa ho voluto fare un altro tentativo, ed ho girato la chiave ancora una volta; per scaramanzia. Si accesa, e vai!!!! Che strane 'st macchine, a volte sembra che abbiano una vita propria. Ma la mia felicit svan quando arrivai dove la macchina si era fermata poc'anzi e si spense di nuovo. Ma che cavolo adesso?. Un po' arrabbiato sono sceso di nuovo e spingendo pensavo; oggi non un giorno per uscire, forse e meglio rimanere a casa. Ma dovevo finire quel lavoro, se solo fossi riuscito a capire che cosa c'e che non va con la macchina, e per di pi erano gi le 07.40. Ero in ritardo. Dopo un'altra mezz'ora di tentativi e cambiando macchina la situazione era sempre la stessa. Cominciai seriamente a pensare che quel punto della stradina fosse stregato.
  • Allora ho deciso di andare a piedi fino alla casa di mio suocero che abitava a 500 metri da noi e chiedere se mi prestava la sua di macchina.

9.

  • Fuori della stradina, sulla strada principale, sembrava tutto normale, se non per alcune macchine ferme e senza conducente in mezzo alla strada. Ma che strano modo di lasciare le proprie auto, forse successo qualcosa, mah.. chi lo sa, per ora avevo le mie cose a cui pensare. La situazione era identica anche sulle altre strade. Cos per curiosit ho iniziato a guardare negli abitacoli. Le macchine erano infatti tutte aperte, con le chiavi inserite nel cruscotto e una strana polvere sui sedili. Ora che siano tutte aperte e con le chiavi inserite mi sta bene , ma che siano tutte sporche allo stesso modo..? Il tempo stringeva ed era solo questione di minuti e il mio telefono avrebbe cominciato a squillare. Ero davanti alla porta di casa del pap di Susy che stranamente era aperta, entrai dicendo; Ehi Pier ci sei? Sono Paul...... Nessuna risposta, forse nell'orto a prendersi cura dei suoi pomodori, feci un giro della casa, sempre chiamando a voce alta, ma nulla, nessuna risposta. In giardino la stessa cosa, se non per quella strana polvere sulla sedia e la tazza di caff ancora fumante. Ho sentito di nuovo quella sensazione di paura che avevo provato un'ora prima, solo che adesso era ancora pi forte ed inquietante. Ero confuso, non sapevo a cosa pensare, niente era normale, poi questa polvere era proprio un mistero. Sono uscito di corsa, ho guardato nel garage e la macchina c'era. Quindi Pier doveva essere a casa, cosa cavolo stava succedendo?
  • Appena tornato a casa, Susy mi disse; Ma che strana mattina, sembra che niente funzioni, il telefono funziona, ma ogni numero che compongo non risponde, la TV si accende ma non si visualizza nessun canale. Anche il PC si accende ma sono spariti tutti i documenti, ogni cosa che c'era dentro; lettere, fatture da inviare ai clienti le nostre foto...................tutto!!! Poi le ho raccontato quello che io ho visto e la cosa l'ha spaventata quanto me. Cos abbiamo deciso di bussare alle porte dei nostri vicini, per vedere cosa stava succedendo. Anche qui una brutta sorpresa, ovunque solo polvere color oro e nessuno in giro, nemmeno gli animali c'erano, solo silenzio e polvere d'oro. Abbiamo passato tutto il giorno in cerca di qualcuno, o di qualcosa di vivo che ci desse una speranza, abbiamo camminato per non ricordo quanto in cerca di un segno di vita, e quando siamo tornati a casa nostra eravamo esausti. Eravamo tutti e due in una specie di trance, la nostra mente non riusciva a capire e dare una spiegazione logica a tutto questo, eravamo confusi e spaventati. Io speravo che fosse uno di quei sogni che sembrano quasi la realt e che da l a poco ci saremmo svegliati entrambi.

10.

  • Dopo un'ora, Susy, interrompendo quel silenzio spettrale, cominci; Hai visto nelle altre case mancava anche la corrente elettrica e nemmeno l'acqua scorreva dai rubinetti, invece da noi sembra tutto normale. Si l'ho notato, ma non riesco a dare una spiegazione, ma poi anche i telefoni sono completamente muti e solo da noi sembra che funzionino, o almeno fanno un suono se non altro. Abbiamo parlato per due ore facendo supposizioni di ogni tipo: guerra, bomba atomica, terrorismo................ ma alla fine ci chiedevamo sempre, e noi? Come mai siamo qui? Forse siamo morti anche noi ma non lo sappiamo, o forse tutti sono andati nei rifugi e noi non abbiamo sentito niente? Anche le case sono tutte integre quindi qualsiasi cosa fosse successa, o era cosi silenziosa, che non abbiamo sentito niente, o siamo noi ad avere il sonno pesante. Troppe domande senza risposte. Ma presto sarebbero cominciate ad arrivare, e non erano per niente buone, almeno cosi sembrava. Quella notte stranamente abbiamo dormito come due ghiri.
  • Il mattino seguente al risveglio, sembrava come tutte le altre se non fosse stato per quel silenzio spettrale che era nell'aria. Niente uccellini che cantano, nessun rumore di quelli che eravamo abituati a sentire ogni mattina. Non eravamo abituati a questo silenzio. Per quel giorno decidemmo di fare le cose con pi ordine e calma. La prima cosa; cercare numeri di emergenza, controllare i rifugi e rifornirsi di generi alimentari. Susy prese l'elenco telefonico e quando lo apr la sua espressione del viso non mi piaque; Sono solo pagine vuote!!!!! Ma come...? Non possibile!!!!!! Cominciammo a controllare tutti i libri buttandoli gi dalla libreria, pagine vuote, niente, solo pagine bianche in ogni libro. La giornata non doveva iniziare in questo modo, forse potevamo dare una spiegazione razionale per tutto, o almeno tentare di farlo, ma per questo no, per questo neanche in sogno avremmo potuto farlo. L'inchiostro non sparisce cos da oggi al domani, erano rimasti solo i solchi dei titoli sulla copertina e niente altro. La giornata era appena iniziata ed eravamo gi stanchi, erano le.........??????? Ma non possibile, dove sono le lancette dell'orologio?

11.

  • Prova a guardare quello sul computer o quello in bagno,- correvamo in casa in cerca di qualcosa che ci desse almeno una prova che qualcosa era rimasto, qualcosa di reale, o che per noi fosse tale. Niente, non potevamo sapere nemmeno l'ora, non potevamo leggere. Ma forse la musica c' ancora dicevo mentre con terrore prendevo diversi CD ed uno ad uno li provavo, niente, solo silenzio..........e poi la prima speranza, Musica!!!!!!!!!!!!!!!! Esclamai, come se avessi trovato la cosa pi bella del mondo, qui rimasto qualcosa. Era un CD di canti Gregoriani, e solo pi tardi, dopo averli provati tutti, ci rendemmo conto che era rimasta solo la musica che aveva a che fare con la chiesa, almeno cosi sembrava. Visto il risultato decidemmo di guardare meglio anche tra i libri sacri, come la bibbia e alcune copie dei vangeli o altri testi sacri che tenevamo in casa, non abbiamo avuto fortuna, erano solo pagine bianche. Nel frattempo si fece avanti anche la fame, e cos siamo partiti verso il negozio pi vicino, con la speranza che almeno il cibo fosse rimasto integro.
  • Eravamo fortunati, era tutto ancora in ottimo stato, ma visto che, a parte casa nostra, ovunque mancava l'energia elettrica, sarebbe durato poco con il caldo che faceva. Almeno i prodotti secchi e quelli in scatola non si deteriorano- dissi- Ma comunque hanno una scadenza anche quelli-Susy doveva sempre approfondire le cose, specie quando si trattava di scadenze sul cibo. Ora che scadono forse tutto torner come prima. Cercavamo di prendere la maggior quantit di alimenti possibile; cos avremmo avuto pi tempo per fare delle ricerche o dei tentativi per trovare qualcuno. Passammo due giorni in casa senza uscire. Io cercavo di dare una spiegazione al fatto che solo da noi c'era elettricit e acqua corrente, e Susy si occupava di trovare qualche indizio in casa e controllare cosa era rimasto integro, per poi mettere, in qualche modo, tutti i pezzi insieme e trovare una soluzione, Forse. La mia ricerca di indizi non era andata a buon fine se non per il fatto che la corrente elettrica sembrava provenisse dal nulla.

12.

  • Avevo controllato il cavo principale, che dovrebbe essere quello che porta tutta la corrente in casa, e non dava segni di vita. Non ero in grado di fare delle supposizioni del perch allora in casa la corrente c'era, cos ho accettato il fatto per come era. Idem era per l'acqua, ho aperto un rubinetto in casa ma il contatore era fermo, come se nei tubi non passasse niente. Poteva essere che il contatore si fosse rotto, chi lo sa? Mah, meglio tornare in casa e vedere se Susy ha trovato qualcosa. Era seduta per terra con un libro in mano, alz la testa e solo allora vidi che aveva gli occhi pieni di lacrime, Questa la Bibbia che ieri era vuota, senza testo, ma adesso ci sono delle parole scritte dentro, e per di pi sembra che ci stia dando delle risposte ad alcune domande, Non possibile, dissi, questo va oltre ogni immaginazione, magari solo una parte del testo che non stata cancellata. Ma poi cancellata da chi, chi poteva cancellare, cos bene, centinaia di libri. Guarda tu stesso. Era vero, sembrava scritto a mano;
  • chiedi e ti sar dato
  • nessuna ragione, solo un fatto la presenza degli elementi con, e nella proporzione
  • giusta, creano armonia nel tutto
  • 30 saranno e non di pi, i giorni del prima, e poi verr come era in principio

13.

  • Se erano delle risposte in quel momento non riuscivo a capire a cosa. Pi che altro sembravano indovinelli, e con tutti i pensieri che avevamo in quel momento, questa proprio non ci voleva! Susy era entusiasta, anche perch era il primo segno che non eravamo soli, si, ma chi era l con noi? Chi poteva entrare in casa, cancellare i libri, quasi tutti i CD, nascondere tutte le persone................. e......................... Avevo bisogno di riposo, la mia testa era sotto-sopra, e anche quella di Susy, dovevamo cercare di ragionare con la mente lucida, e in questo momento della nostra lucidit non c'era neanche l'ombra. Stanchi e confusi andammo a dormire.
  • Il libro bianco: Cap.3 Risposte, prima parte
  • Quinto giorno. Eravamo svegli gi da unora ma nessuno dei dueosavaparlare. Anche i nostri gatti erano spariti, come il resto degli animali.Ma dove sono andati a finire tutti .Era successo solo qui o anche nel resto del mondo erano spariti tutti?Non potevamo saperlo, abbiamo provato ad avviare una delle macchine in strada, con la speranza che almeno quelle funzionassero, niente, i telefoni erano muti e linternet di conseguenza non dava segni di vita, qualsiasi cosa fosse successa voleva tenerci alloscuro di tutto.
  • La Bibbia era ancora sul tavolo, credo che sia io che Susy volevamo aprirla, ma io avevo paura di trovare solo pagine bianche, e Susy.. Ho paura di aprire la Bibbia, chi sa cosa altro troveremo, o forse sono sparite anche le scritte di ieri, ma tu almeno te le ricordi?.
  • Forse non nel modo in cui erano scritte, ma pi o meno il senso me lo ricordo. La prima era .. .

14.

  • Aspetta meglio controllare, cosi avremmo anche la certezza di cosa sia rimasto dentro e se per caso ci sia qualcosa di nuovo. Niente di nuovo, ma almeno le parole del giorno prima cerano ancora. Ora non rimaneva altro che capire cosa volevano dirci. Chiedi e ti sar dato,ma io non ricordo di aver chiesto la fine del mondo, forse qualche volta lho desiderato, vero, che tutto finisse ma non ho mai pensato al come e in che modo. Ma no, non pu essere questo.E vero che qualche volta, nei momenti pi difficili, ho pensato come sarebbe bello non esserci, semplicemente non esistere. Anche quando guardavo i telegiornali era la stessa cosa, mi dicevo che per costruire un mondo nuovo,partendo da dove siamo adesso, non era possibile ci voleva un cambiamento veramente estremo eradicale per poterlo fare. Spesso immaginavo lo scenario di un pianeta completamente disabitato incontaminato che aspettava di essere vissuto e non conquistato. Mi chiedevo cosa avremmo fatto con una possibilit del genere. Quali sarebbero le nostre priorit, lumanit si sarebbe evoluta?O forse il mondo avrebbe continuato senza di noi. Ma questo era soltanto una mia fantasia tanto per sfuggire, ogni tanto, dalla realt.
  • Avevo letto dei libri che dicevano di prestare massima attenzione a ci che si desidera, perch se si desidera veramente e con il cuore molto spesso questi desideri si avverano, ma il modo e le conseguenze del caso erano sconosciute.
  • Cerano degli esempi in questi libri del tipo; Una donna desiderava fortemente trovare un lavoro, sperando che cosi migliorasse anche la sua situazione famigliare. Dopo non molto tempo aveva trovato il lavoro ma l incontr anche un altro uomo del quale si era subito innamorata, e cosi adesso aveva ci che veramente desiderava: un posto di lavoro e una bellissima vita famigliare.Va bene tutto, ma dal desiderare un posto di lavoro, e desiderare un nuovo inizio per lumanit, ce una grande differenza. Nel primo le conseguenze toccano poche persone ma nel secondo, se i miei dubbi sono giusti, si tratta di cinque miliardi.
  • Nel momento in cui ho fatto questa considerazione la Susy esclam: sparita, non ce pi la prima scritta, era come se si dissolvesse nella carta. Che cosa hai fatto? Hai pensato a qualcosa di preciso?Mi stava bombardando di domande. Dopo averle raccontato i miei pensieri avevamo deciso che; se lapparizione di questa scritta era una risposta alla nostra domanda del perch di tutto questo, la sparizione doveva essere la risposta, forse, alla nostra giusta interpretazione di questultima. Se cosi fosse, e ne eravamo quasi convinti, ora dovevamo fare la stessa cosa con le altre cosi avremo avuto anche la conferma. Avremmo avuto anche la conferma che non eravamo da soli.

15.

  • Il libro bianco: Cap.3 seconda parte
  • Nessunaragione solo un fatto, diceva la seconda frase. Quale era la nostra seconda domanda che ci ponevamo spesso. Susy secondo te e in quel momento mi era quasi chiaro che la seconda frase si riferiva alla domanda: perch noi ?Ma forse mi sbagliavo, che risposta era? Non si poteva avere qualcosa di pi preciso? Qualcosa tipo: perche siete i pi adatti, perch siete Paul e Susy perch a me sta bene cosi, punto e basta!
  • No, bisognava sempre interpretare, come se non avessimo nientaltro da fare. In quel momento sentii la voce di Susy Sai forse se ogni tanto condividi i tuoi pensieri con me, non sarebbe male. Era vero; spesso quando ero immerso nei miei pensieri pensavo che gli altri sapessero gi a cosa pensavo, era uno dei miei difetti. Si scusami Susy, stavo pensando che la ragione per la quale siamo rimasti solo noi in realt non c, bisogna solo accettare il fatto e basta, Si, disse Susy ,Mi sa che hai ragione perche la scritta non ce pi. Da una parte ero contento ma poi cera il fatto che veramente eravamo rimasti solo noi. Bisognava pensare a tutto; al cibo, ai vestiti, ai medicinali... etc. Ma poi cosa avremmo fatto senza libri, senza amici, senza musica,senza i nostri gatti, i nostri parenti, che futuro avremmo avuto?
  • Forse dovevamo pensare ai figli, allumanit , ma era poi giusto che la razza umana continuasse ad esistere visto gli ultimi sviluppi? Probabilmente si, se cos non fosse stato da dove arrivavano queste scritte, e poi anche noi in fondo, potevamo non esserci come tutti gli altri. Era gi il sesto giorno ma a noi sembrava che fosse passato pi di un mese. Fortunatamenteil tempo aveva tenuto ed era sempre bello e caldo; in questo momento non avevamo bisogno di giornate tristi e piovose. Susy aveva cominciato a preparare qualcosa per pranzo, Cosa vorresti oggi per pranzo, ormai da quando possiamo fare la spesa senza spendere possiamo permetterci di tutto, Pensaci tu, io non ho molta fame dissi, pensando fino a quando avremmo potuto utilizzare le cose dai supermercati. Fra non molto la maggior parte del cibo sarebbe scaduto, almeno quello fresco: la carne, la verdura e tutti i latticini, e anche volendo non potevamo avere nessuna produzione,gli animali erano spariti. Non che io avessi tanta voglia di macellare un animale,ma la loro presenza forse ci avrebbe dato un po di conforto.
  • Susy aveva preparato un semplice piatto di pasta, e devo dire che era ottimo. Mentre mangiavamo facevamo dei progetti su cosa fare nel pomeriggio. Avevamo fatto una lista: prendere ancora del cibo da congelare, dei medicinali e poi una cosa che non avevamo fatto, controllare se nel lago cerano dei pesci, forse quelli non erano spariti.

16.

  • Quando saremmo tornati forse avremmo dato un occhiata alle altre frasi. Stavamo andando verso il mercato e Susy stava parlando delle frasi comparse nel libro, Sai forse adesso che ne abbiamo comprese due con le altre sar pi facile. Secondo me se facessimo pi domande non un male sai, cos avremmo solo pi risposte, Si ,dissi, Per ho paura che le domande siano contate e forse dobbiamo stare attenti a cosa chiediamo se vogliamo avere le risposte che ci servono per poter dare un senso a tutto questo, o almeno provarci. vero, forse hai ragione, per sono sicura al cento per cento che ora sar pi facile interpretare il resto delle frasi.
  • Al supermercato avemmo una brutta sorpresa, avevamo dimenticato che le scritte erano scomparse ovunque, quindi scegliere i prodotti per la data di scadenza era impossibile, dovevamo andare a naso, almeno per quelli freschi. Anche in farmacia era la stessa cosa, niente scritte quindi avevamo scelto un po in base ai disegni che conoscevamo, visto che anche i colori stavano sbiadendo.
  • Poi ci recammo al lago con tutta la nostra spesa, non potevamo aspettare per verificare la presenza di altra vita.
  • Di solito si vedevano i pesci vicino alla riva o intorno alle barche, ma oggi non cerano. Forse sono tutti al largo, o pi in profondit, sai quando succede qualcosa gli animali e i pesci scappano per istinto. E poi dove vuoi che vadano i pesci?, cercavo di scherzare con la speranza di vedere un sorriso sul viso di Susy. Lei sembrava preoccupata, non per i pesci ma per quello che stava vedendo in lontananza. Dallaltra parte del lago dietro le montagne il cielo era di un colore spaventoso. Non ti preoccupare, le dissi, sar un temporale, dopo tutti questi giorni di caldo normale. Non per quello che vedo ma per quello che sento, disse, forse meglio che torniamo a casa. Nessuno dei due parl per tutto il tragitto verso casa.
  • A casa Susy fece un t caldo e si mise a sfogliare il libro bianco. la presenza degli elementi con ,e nella proporzione giusta, creano armonia nel tutto .
  • Susy stava ripetendo questa frase nella speranza di capirne il senso. Era rimasta cos a lungo che alla fine si addorment. Ne ero contento, aveva bisogno di una bella dormita. Io ero uscito per dare unocchiata al cielo, e le nuvole scure non cerano pi, il cielo era di nuovo di un azzurro bellissimo. Ero seduto in giardino, sul prato, cercando di captare qualche segno di vita; e dopo unora avevo concluso, di nuovo, che eravamo proprio soli.

17.

  • Sulla porta di casa, per un attimo mi era sembrato di sentire il verso di un gatto, ma poi nulla. La mente a volte faceva dei brutti scherzi. Entrai in casa sorridendo a me stesso quando, wuuum , , qualcosa era passato vicino, anzi in mezzo alle mie gambe, qualcosa di bianco, ma. ...!!! Susy si svegli allistante: i gatti, i nostri gatti sono qui!!!!!!!!!!. Era uno dei nostri gatti, e dietro di lui stavano gi entrando gli altri due. Eravamo strafelici, Susy aveva dimenticato le nuvole nere ed ora sorrideva come non mai. Io aprii subito una delle loro scatole di cibo preferite. Per loro era come se non fosse successo niente, sembravano quelli di sempre. Affamati e coccoloni. Passammo la serata festeggiando il loro ritorno, ma anche la speranza che anche il resto degli animali sarebbe tornato. E chi sa, forse anche le persone.

18.

  • Il libro bianco: Cap.3 terza parte
  • Le persone. Anche se era a causa delle persone che avevo desiderato che il mondo cambiasse, ora ne sentivo la loro mancanza. Ma solo di certe persone che nel passato mi avevano fatto del male gratuito. Come quelle persone per le quali ero finito in prigione.
  • .Ero in un albergo vicino a La Spezia, aspettando che il mio datore di lavoro mi portasse i stipendi arretrati. Era andato in Italia per lavoro, diceva. Ma poi ho capito che era tutto falso, sapeva che la sua societ in Svizzera per la quale lavoravo, era sotto indagine. Comunque ero gi da giorni che aspettavo che lui saldasse il conto con me. Dentro di me sentivo che cera qualcosa che non andava, ma erano solo delle sensazioni, mi dicevo. La mia compagna, Susy, mi aveva chiamato un giorno dicendomi che la polizia era stata in casa nostra. Cercavano me. Mi diceva che sarei dovuto tornare subito per poter mettere le cose a posto. Era il 22 Maggio. Quel giorno, non so perch, avevo deciso di partire il giorno dopo. Forse tutto quello che era successo mi aveva spaventato. Passai la giornata come in uno stato di trans aspettando il giorno dopo. 23 Maggio, sono sceso al bar del albergo ordinando un caff. Ero al banco pensando che avrei dovuto fare le valigee tornare gi in mattinata. Dentro di me sapevo benissimo di non avere nulla da temere ma la sensazionedi ansia e pesantezza era sempre presente.
  • Era da tempo che volevo cambiare la mia vita. Mi ricordo che dentro di me pensavo che, appena avuto i miei stipendi, avrei dato le dimissioni e mi sarei messo in proprio. Non mi decidevo mai, ogni volta cera una scusa per non farlo. Anche la Susy era convinta che avrei dovuto fare presto una scelta. Quella scelta era arrivata, anche se non me laspettavo cosi violenta.
  • Stavo finendo il mio caff nel momento in cui stavano entrando nella hall del albergo due persone. Uno aveva una cinquantina danni, laltro era pi giovane, sulla trentina. Alla loro vista dentro di me sapevo che erano li per me. Ancora non sapevo perch, ma erano li per me. Buongiorno, lei Paul?, Si, dissi. lei in arresto per un indagine in Svizzera, deve venire con noi. Descrivere il senso di vuoto che ho provato in quel momento impossibile, ansia, angoscia e paura che non avevo mai provato prima dora. Cosi forte, mai. In tutto questo pero sentivo anche una specie di sollievo, sollievo per qualcosa che era finito. La mia vita non sarebbe mai pi stata la stessa. I due poliziotti erano molto gentili, mi avevano proposto di comperare dellesigarette, se avevo fame e cosi via. Io non volevo niente, tanto da li a poco sarei tornato a casa. Dopo le foto e la presa delle impronte mi hanno detto che avrei dovuto passare la notte in carcere. Il pi vicino era il carcere di La Spezia. Era solo linizio.

19.

  • Una volta consegnato tutte le mie cose allentrata del carcere e la perquisizione personale, mi hanno portato in cella di transizione. Era per quelli che aspettavano di essere trasferiti. Io ero ancora convinto che il giorno dopo sarei tornato in Svizzera. Nella cella eravamo in otto, anche se era fatta massimo per quattro persone. Il bagno era in un angolo della cella, senza porta e con un muretto intorno alto 90 cm. Cera un tavolo con alcune sedie per mangiare e un lavandino che tale non sembrava. Con me cerano; un Bosniaco arrestato per furto in attesa di giudizio, un iracheno arrestato per spaccio ed in pi in astinenza, un anziano arrestato perch barbone, un Somalo arrestato per furto e altri due che praticamente non parlavano con nessuno. A parte lIracheno che voleva ammazzare tutti quelli che non gli davano retta e sigarette, gli altri erano persone calme. La sera era arrivata in fretta e stavano gi servendo la cena. Per chiamarla cena bisognava avere una grande fantasia. In realt non si capiva cosa contenesse di preciso e nemmeno che gusto avesse. Ma tanto io sarei partito il giorno dopo. 24 Maggio, giorno prima del mio compleanno. Nessuno mi dava delle risposte, non potevo ne telefonare ne contattare nessuno. Avevo finito le sigarette e non potevo neanche comperarle.
  • Cercavo in ogni modo, chiedendo alle guardie, informazioni su quando sarei partito ma il giorno stava per finire ed io mi sentivo sempre pi depresso. Ad un certo punto erano arrivate delle persone nella mia cella, hanno saputo che cera uno nuovo, chiedendomi il perch sono finito dentro. Il fatto sta che dopo che se ne erano andati avevo di nuovo le sigarette e ci avevano lasciato anche del caff.
  • Chi sa perch questi pensieri erano tornati proprio adesso. Era da tempo che non ripensavo a questi fatti. Ero molto stanco e anche Susy lo era. Meglio andare a letto, domani avremmo un bel po da fare, dissi, e Susy era pi che daccordo.
  • Il giorno dopo era la solita bella giornata estiva. Appena aperto gli occhi avevamo tutte e due il sorriso sulla faccia, i gatti stavano ancora dormendo sul nostro letto. Era bellissimo vederli di nuovo tutti insieme. E non era tutto, dal giardino si sentivano altri versi, erano tornati gli uccellini e stavano cantando come non mai, almeno cosi ci sembrava. Saltammo gi dal letto ed in un attimo eravamo in giardino. Cerano altri gatti in giro e cani che abbaiavano. Allora sono tornati, disse Susy, E forse non tutto, guarda. Pi in la cerano delle mucche, e anche delle pecore e poi tanti altri animali in libert. Questo era segno che sono tornati solo gli animali non gli uomini. Era bello vedere tutti questi esseri liberi che andavano da giardino in giardino. Se erano tornati tutti, per, ci significava che sono tornati anche i predatori e questo ci spaventava un po. Avremo dovuto stare molto attenti dora in poi.

20.

  • Passato un po lentusiasmo iniziale decidemmo che era lora del caff. Susy riprese il libro bianco. Mentre bevevamo il nostro caff parlavamo della terza frase. A te dice qualcosa questa frase, o a che cosa la risposta?, le chiesi. Non lo so, per questi elementi, larmonia, come se risvegliassero dei ricordi nella mia mente, disse Susy. Sai non tanto tempo fa ho letto qualcosa a proposito, cercavo delle spiegazioni per una cosa che mi stata regalata da una persona che per me era come un secondo padre.E un talismano, una stella a cinque punte, e quando me la regal mi disse che era per proteggermi dal male, anzi da tutte le energie maligne del mondo. Per lui il male erano le bestemmie, la violenza, le guerre, la cattiveria.etc sotto forma di energia che man mano si espandeva. Per questo lui faceva parte di una societ segreta, una specie di sacerdoti che per non facevano parte della chiesa, lo facevano solo per il bene di tutti. Si riunivano e regolarmente dicevano delle preghiere con la speranza di poter mantenere un equilibrio tra il male ed il bene.
  • Forse queste cinque punte rappresentano gli elementi; laria, lacqua, la terra, il fuoco e lo spirito.
  • Si, dissi, ma cosa centra lo spirito, non un elemento. Forse non come materia, disse Susy pronta, noi siamo fatti dal unione degli elementi e della materia, ma qualcosa deve anche dare la vita e tenerli insieme questi elementi.
  • Sai una volta cercavo delle scritture sulla sacralit della stella a cinque punte, delle spiegazioni. In un libro dicevano che era disegnata usando la misura doro, che pi che una misura una proporzione, continuava Susy. Una proporzione che si trova ovunque nella natura. Susy continuava a spiegarmi mentre io guardavo questo ciondolo sperando che da li a poco la scritta sarebbe sparita. Mentre io pensavo a come verificare poi lipotesi che era la stella a far si che le cose funzionassero Susy prese il libro e con un grande sorriso disse, era quella giusta, il ciondolo rappresenta gli elementi in armonia, andiamo a provarlo.

21.

  • In pochi secondi eravamo in strada, oltre il punto dove la macchina si spegneva, il punto zero. Se il ragionamento di Susy fosse veramente giusto una qualsiasi delle macchine in strada avrebbe dovuto avviarsi. Ma anche entrando in una delle case vicine con la stella in mano la luce avrebbe dovuto funzionare, non restava che provare. Erano attimi di vera suspense, da questo dipendevano tante cose; poter dare corrente ad alcuni edifici era importante, poterci spostare con i veicoli in cerca di altre persone e comunque far funzionare le cose.Era un vero e proprio grido di felicit, ci abbracciavamo felicissimi del nostro successo. Finalmente avremmo potuto conservare le cose nei negozi e fare qualche viaggio un po pi lontano. Si trattava solo di disegnare pi stelle e depositarle dove ci servivano.
  • Ci rimaneva solo un ultima scritta da spiegare, e forse era lunica che ci dava una sensazione strana, sembrava un ultimatum.
  • 30 saranno e non di pi, i giorni del prima, e poi verr come era in principio

22.

  • Il libro bianco: Cap.3 Risposte, continuazione
  • 30 saranno e non di pi, i giorni del prima, e poi verr come era in principio
  • Oggi era il settimo giorno da quando tutto iniziato. Una settimana che a noi sembrava un eternit. Ci svegliamo felici per aver trovato una soluzione per ripristinare lenergia la dove ci serviva. Felici per il ritorno dei nostri gatti e anche il resto degli animali. Mentre preparavo il caff Susy era presa dal medaglione a forma di stella. Stavamo bevendo la nostra prima tazza di caff quando Susy disse; Voglio provare una cosa, sorridendo stava gi accendendo la stampatrice che faceva anche da fotocopiatrice. Avevo capito, voleva fare una fotocopia dal medaglione. Le fotocopie stavano gi venendo fuori,
  • Che faccio giro i fogli per vedere se ha funzionato? disse Susy.
  • Si, tanto vale controllare, ma molto probabile che abbia funzionato. Non ero sicuro di quello che dicevo ma volevo che fosse cos. Evviva, avevamo 5 perfette copie di una stella a cinque punte, ora bisognava vedere se anche con le copie era la stessa cosa, avrebbero funzionato? Dopo altri due caff e tantissime chiacchierate decidemmo di provare subito le stelle. Andammo nella casa pi vicina, ma non avevamo avuto nemmeno il tempo di tirare fuori la fotocopia che la luce del portico si era gi accesa. Eravamo strafelici del risultato, non avremmo dovuto stare a disegnarle una ad una, anche perch il modo in cui bisognava farlo era molto complicato. E per di pi la possibilit di sbagliare era grande, bisognava essere estremamente precisi.
  • Cos avremmo tutto il tempo per lavorare a lultima frase, non vedo lora perch questi 30 giorni di cui si parla sembrano come un ultimatum.
  • Susy era pi ottimista; Ma no, forse dopo questi 30 giorni tutto torner come prima, visto che gli animali sono tornati, per me potrebbero tornare anche le persone.

23.

  • Lo speravo tanto anchio che fosse cosi, ma qualcosa mi diceva che non era finita qui. Forse i miei pensieri erano un po pessimisti ma avevo bisogno di essere preparato a tutto. Forse per ora era facile passare le giornate ma quando avremo esaurito le scorte di cibo, che non potevano durare per sempre, dovremo coltivare tutto noi, dal grano per il pane, fino allidea di dover caciare per avere la carne. Ma non finita qui, la natura avrebbe preso possesso di tutto, gli animali sarebbero scesi verso le citt, compresi quelli pericolosi, le strade sarebbero state invase dalla vegetazione .. Tutto sarebbe tornato come in principio forse ho appena detto qualcosa che non volevo che si avverasse. Di un tratto ho sentito come una corrente fredda che mi attraversava il corpo, il cuore mi batteva forte e veloce. Susy mi guardava e sorrideva, hai pensato in modo giusto Paul perch met della frase scomparsa, guarda ! . Ma io non volevo che fosse cos, volevo la normalit, il mondo di prima. Quale parte scomparsa?, chiesi sperando che non erano i miei pensieri a far sparire le parole. La seconda, quella che dice e poi verr come era in principio, rispose Susy, perch?.
  • Forse non ti piacer ma ho pensato a cosa volesse dire in principio e lunica cosa che mi veniva in mente era a come fosse il mondo ai suoi inizi, forse migliaia di anni fa o di pi, prima del uomo. Ora Susy aveva una espressione pi seria, anzi era proprio preoccupata. Se la seconda parte , che il mondo torna come prima degli uomini, allora la prima significa, per logica, che ci avverr in trenta giorni, e secondo i miei calcoli mancano solo 23 giorni, mentre diceva le ultime parole guardava il libro e potevo chiaramente vedere che la frase era sparita del tutto. Nessuno dei due osava parlare per almeno cinque minuti poi il silenzio fu interrotto da un rumore fortissimo. Cose stato ?, abbiamo chiesto tutte e due e siamo corsi fuori nella direzione dalla quale proveniva questo trambusto. Non dovevamo andare molto lontani, era tutto l davanti a noi. Un ammasso di lamiere e di ferro fumante erano sparsi nel giardino della casa dei nostri vicini, e la casa era praticamente del tutto distrutta. I pezzi erano irriconoscibili ma uno aveva attirato la nostra attenzione, era come un ala di un aereo. Quando eravamo pi vicini avevamo capito subito, era un satellite o qualcosa di simile.

24.

  • Si riconoscevano chiaramente alcuni pezzi ma quello che ci ha dato la certezza era un rimasuglio di una scritta mezza bruciata .NASA-USA. Siamo fortunati, dissi, linizio della fine del mondo moderno inizia dal alto, come tutto del resto, cercavo di sdrammatizzare ma Susy mi guardava in modo strano. E se questa cosa fosse caduta sulla nostra casa?. Non credo che ci pu accadere, perch se qualcuno voleva un mondo senza uomini avrebbe fatto sparire anche noi come gli altri, non credi?. Anzi per dirla tutta io non mi sono mai sentito cos bene come in questa settimana e nemmeno tu hai avuto i tuoi soliti dolori alle spalle. vero, disse Susy, non ci avevo pensato.
  • Visto gli ultimi avvenimenti, dissi, mi viene da pensare a tutto, ogni cosa che non sarebbe stata possibile prima, ora sembra possibile. Vorrei solo poter dare un nome alla forza che ha dato inizio a tutto questo. Forse Dio, disse Susy, sai lunica forza alla quale abbiamo attribuito cose del genere da sempre. A tutte le cose bisogna dare un nome prima o poi, anche perch dando un nome a una cosa aiuta a comprenderla e conviverci meglio.
  • Forse dovremmo chiamarlo cos, Dio, come lo abbiamo sempre chiamato. Si forse hai ragione, le risposi, vorrei solo che fosse un po pi chiaro nelle sue volont, dovrebbe far apparire non delle scritte enigmatiche, ma semplicemente cosa dovremmo fare. Stavamo rientrando in casa mentre il nostro dialogo andava avanti. Si per, disse Susy, forse Dio vuole che sia cos, in modo che tutto quello che riusciremo a fare sar perch cera in noi la volont di farlo, per questo non dobbiamo mai dubitare. Sul tavolo cera ancora il libro bianco aperto, Susy and a chiuderlo per metterlo a posto ma poi si ferm. Aveva cambiato espressione in un attimo, gir il libro verso di me e vidi una frase che stava scomparendo ma era ancora leggibile, la verit e le parole buone sono sulla bocca di tutti. A quanto pare ora ci concede anche delle risposte, dissi un po scherzando, sembra che tu abbia centrato la situazione Susy. Era una situazione buffa, per quanto potevo vedere e sentire tutto quello che succedeva cera qualcosa dentro di me che si rifiutava di credere. Forse con il tempo lumanit si era scordata di Dio e che in realt la fede in lui era basata semplicemente sulabitudine di voler credere in lui, e non avere fede in Dio.

25.

  • Il libro bianco: Cap.3 Quinta parte
  • Io non avevo mai creduto in Dio, anche perche mi era difficile credere in qualcosa che non riuscivo a vedere o toccare. Nel passato credevo solo nei miei sensi fisici, la vista, il tatto, lolfatto, il gusto e lascolto. Le percezioni extra sensoriali erano una cosa alla quale non davo molta importanza. Con il tempo e lesperienza per non potevo fare a meno di accettare il fatto che affinando i nostri sensi fisici ne possiamo scoprire degli altri, che sono forse una specie di emanazione sottile di questultime. Il sentire a un livello pi intimo, personale, sentir parlare la nostra anima. La mia anima mi aveva parlato anche prima, anzi a volte urlava ma io ero sordo alle sue parole. Sordo perche occupato da altre cose, cose materiali alle quali davo troppa importanza, cose che credevo fossero tutto nella vita
  • . Ed era proprio la vita che un giorno mi ha fermato e ha detto basta, il giorno in cui sono stato arrestato. proprio vero che luomo, nella maggior parte dei casi, ha bisogno di sbattere la testa per cominciare a vivere la vita per quello che , e non per quello che si crede che sia. Sentire la vita per me avere fede. Poter vedere la bellezza del mondo che mi circonda, poterlo toccare, odorare i profumi che ci dona, ascoltare il suo canto e gustarlo ogni giorno, per me la fede. Questo Dio, perche lui in ogni cosa.
  • Per questo ho smesso da tanto tempo a dare colpe ad altri per come vivo la mia vita, e per questo ora cerco di non dividere le cose una dal altra ma vederle come una cosa sola. Per troppo tempo ho pensato che il mondo fosse diviso in bianco enero, brutto e bello, buono e cattivo ect. Ma se ci si pensa un po siamo stati noi, uomini, a dividere il mondo e le cose. Per questo ora cerco di trovare lunit in tutto: negli uomini, nelle cose, nel mondo, e soprattutto in me.
  • Oramai mancavano 22 giorni alla scomparsa del mondo per come era. Almeno cosi pensavamo. Eroun po preoccupato al pensiero che tutto sarebbe scomparso, come avremmo fatto a sopravvivere?

26.

  • Avremmo dovuto arrangiarci inventando le cose, costruendole, ed il cibo avremmo dovuto coltivarlo noi. Erano anni che non facevamo pi lorto, visto che laria e lacqua erano inquinati, e poi costava meno comperarlo che coltivarlo. Questo mi fecce ricordare quando ero in carcere, la ho visto come la gente si arrangiava per cuocere il cibo che comperava.
  • Dopo sette giorni al carcere di La Spezia ero stato trasferito a Como. Questo mi rallegrava perche ero pi vicino a casa. Avrei potuto, forse, sapere qualcosa in pi sul perche mi trovavo in carcere. Era un carcere molto affollato. In cella eravamo in 4, quando a malapena ci si stava comodi in due. Non avevo niente con me, ne sigarette ne soldi. Mi sentivo perso. Ma sono bastati solo cinque minuti e la voce che arrivato uno nuovo si era gi sparsa. Subito era arrivata gente che mi chiedeva del perche ero li e da dove venivo. Dopo aver raccontato un po la mia storia e successa una cosa che non mi aspettavo: ex avvocati, incarcerati, che si mettevano a scrivere delle richieste a nome mio per avere dei chiarimenti, due pacchetti disigarette che sono arrivati da non so dove e una tazza di caff buonissimo.
  • Una solidariet che non pensavo ci potesse essere in un luogo dove tutti erano bisognosi e in difficolt. Il cibo era qualcosa di veramente non commestibile, anche perche non si poteva dare un nome al contenuto. Tanti facevano la spesa una volta alla settimana e poi cucinavano con dei fornelli a gas. Ma io, non avendo soldi, non potevo fare come la maggior parte dei carcerati. Era passato solo un giorno e mi sento chiamare dalla guardia di preparare le mie cose. Ero quasi felice perche pensavo che mi portavano in Svizzera. Invece mi hanno comunicato che sarei stato trasferito alla sezione tre, cio il reparto di massima sicurezza. In quelistante ho visto le facce di chi era vicino e ha sentito quello che aveva detto la guardia. Erano tutti sorpresi, mi dicevano che era il posto dove erano incarcerati dei boss della mafia, assassini, membri delle BR .ect. Poi cera chi diceva che li si stava meglio, come se in un carcere ci potesse essere un posto pi bello di un altro. Tremavo dalla testa ai piedi, non so nemmeno come ho fatto ad arrivare al terzo piano. Poi ecco che mi hanno condotto davanti alla mia nuova cella. Dentro cera solo una persona e due letti. Ho fatto subito conoscenza con gli altri, anche perche quando arriva uno nuovo tutti sono curiosi.

27.

  • Nelle celle cerano dei mobiletti, tipo comodini da camera da letto, ai quali veniva fatto un buco nel asse sotto, poi alinterno veniva rivestito di carta allu da cucina tante volte si montava il fornellino a gas ed ecco il forno. Cera gente, mi ricordo di uno in particolare che doveva scontare 27 anni per omicidio, che faceva torte, focacce e tutto quello che gli veniva in mente. Un giorno era arrivato con un pezzo di pizza e mi ha chiesto di assaggiarla. Era buonissima. Aveva fatto una piastra mescolando sale grosso e succo di limone che poi aveva cotto in una padella per non so quanto tempo. Alla fine questa miscela e diventata durissima, sembrava fatta di cemento. Quando faceva le pizze faceva scaldare questa piastra con il fornellino e allo stesso tempo scaldava anche il forno. Poi quando il tutto era pronto metteva la pizza sulla piastra e infilava il tutto nel mobiletto forno. Ma non era tutto, coltivavano il basilico e i pomodori nei fondi di caff, costruivano dei coltellini con le lamette da barba infilandole nel manico dei spazzolini da denti, le grattugie per il formaggio erano delle scatolette di tonno vuote e bucate dallinterno verso lesterno in questo modo la lamiera che veniva spinta bucandola era una vera e propria grattugia. Questa era la parte , per cosi dire, divertente.
  • Mentre ero in carcere almeno quattro persone si avevano tolto la vita, e di questo non cera traccia sui telegiornali. Cerano persone che protestavano facendo il sciopero della fame fino al punto di farsi morire. Pur essendo in una parte dove si stava meglio, le condizioni erano pessime. Eravamo senza acqua, dentro la temperatura arrivava anche sopra i 40 gradi, lassistenza medica consisteva solo nelle pastiglie di buscofen e pastiglie per dormire, che non erano altro che dei psicofarmaci.
  • Era veramente dura li dentro, tanto che ogni volta che ci penso sento le stesse sensazioni che avevo li dentro.
  • Era gi mattino presto e la Susy stava ancora dormendo, forse per le emozioni della sera prima. Cosa sarebbe scomparso nei prossimi giorni?, mi chiedevo, le costruzioni, gli oggetti, le automobili, forse tutto quello che era stato inventato e costruito dal uomo. Mentre preparavo il caff sentivo Susy che stava per alzarsi. Abbiamo passato la mattinata cercando di indovinare cosa sarebbe successo veramente nei prossimi giorni. Susy ebbe un idea veramente straordinaria quella mattina.

28.

  • Quella di mettere delle fotocopie della stella a cinque punte in tutti gli edifici che volevamo salvare, visto che aveva il potere di far funzionare le cose, perche non avrebbe potuto anche salvarle dalla distruzione. Cosi prendemmo le nostre fotocopie e cominciammo a fare una lista di cose da salvare. La maggior parte erano dei supermercati, farmacie.. tutto quello che per noi significava sopravivenza. Passammo dei giorni in cerca di posti da salvare.
  • Erano passati 20 giorni e ce ne rimanevano altri 10 per preparaci. Nel frattempo avevamo fatto anche delle scorte di cibo e di semenze di ogni genere, caso mai il nostro piano non funzionasse. Eravamo cosi presi che non ceravamo accorti che alcuni edifici erano quasi del tutto scomparsi, non cerano rovine ma tutto diventava polvere che poi spariva assorbita nel terreno. La nostra casa era ancora intera e non dava segni di cedimento e per questo eravamo convinti che anche gli edifici con la stella sarebbero rimasti in piedi. Quando oramai mancavano solo sette giorni al termine dei trenta, decidemmo di fare un controllo. Era una delusione enorme per noi vedere che il nostro piano era un fallimento. Ogni cosa si stava sgretolando, anche gli edifici che volevamo salvare.
  • Ma allora perche casa nostra ancora in piedi?, domandai ad alta voce me stesso. Susy, come se sapesse qualcosa, mi disse, dobbiamo tornare a casa e guardare nel libro bianco. Perche?, domandai, Speri che ci sia qualcosa di scritto che ci dia una mano per fermare tutto questo?, Oramai troppo tardi. Susy si era gi incamminata verso casa con passo veloce ed io la segui. Andando verso casa sentivo laria che diventava sempre pi fredda e in lontananza vedevo delle nuvole scurissime. Stava arrivando un temporale. Una volta a casa Susy mi disse di controllare se le cose funzionavano ancora: le luci, lacqua e i vari macchinari. Era tutto come prima. Susy prese il libro e con un sorriso, diqualcuno che gi sapeva, lesse la frase: la pace sar grande se le proporzioni sono giuste e la volontsincera. Cerca delle stanghe di ferro abbastanza lunghe e mettile fuori al centro del giardino, disse Susy mentre prendeva una fotocopia della stella e un compasso. Guardai il libro per vedere la frase, ma era gi scomparsa. Usci fuori e presi tutte le stanghe di ferro che avevo, fortuna che ogni tanto mi capitava di fare qualche ringhiera per qualche cliente e avevo sempre del materiale a portata di mano. Prendi anche la saldatrice, mi grido Susy.

29.

  • Susy voleva fare una stella pi grande ma non capivo il senso del compasso. Ma poi mi era diventato tutto chiaro. Susy prendeva la misura, dalla fotocopia, con il compasso riportandola sul ferro, per moltiplicandola per dieci.Lei misurava ed io tagliavo i pezzi segnandoli, era un vero lavoro di squadra. Questo riportare dal piccolo al grande mi fecce venire in mente dei pensieri nuovi per me. Pensavo a come lumanit negli ultimi decenni aveva soltanto pensato a se stessi, e come pochi condividevano il bene con gli altri. Quasi nessuno riportava dal proprio piccolo al grande che cera fuori. Limportanza di condividere era scomparsa da tempo. Ci si sentiva in pace dando delle cose in beneficenza, versando dei soldi alle varie associazioni che si occupavano dei pi sfortunati e andando in chiesa la Domenica per farsi vedere. Tutto veniva fatto con automatismo degno di una macchina. Forse bastava solo portare il proprio se stesso, condividere il vero umano dentro di noi con il resto delumanit. Possiamo avere un credo diverso, una nazionalit diversa, educazione diversa, colore della pelle diversa ma siamo tutti Umani, e dentro ogni uno di noi c, anche se piccola, una fiammella che ci rende tutti uguali anche se a volte difficile accettarlo.
  • la luce splende nelle tenebre pi profonde, e le tenebre non lhanno accettata.
  • prologo di San Giovanni
  • Il nostro lavoro procedeva bene, ma nel frattempo anche quelle nuvole scure si stavano avvicinando. Si sentiva aria di tempesta. Dopo ore di lavoro avevamo una stella enorme, la sua diagonale misurava intorno ai 15 metri. Eravamo tutte e due in piedi a guardarla soddisfatti del nostro lavoro ma avevamo una sensazione come se mancasse qualcosa di importante. Intorno cera un silenzio che si poteva tagliare con il coltello, laria era densa e umida. Speravo tanto in un segno di conferma che il nostro lavoro fosse giusto, ma forse era chiedere troppo. Manca Qualcosa, disse Susy, Si sembra anche a me , dissi. Ma cosa?. Susy corse dentro casa e torno con il medaglione in mano, mancano i lati che vengono messi da punta a punta in modo da formare un pentagono, vedi?. Ma come mai sulle fotocopie non erano venute ?, chiesi sorpreso. Forse perche il medaglione un po obliquo e la fotocopiatrice non riuscita a captarli.

30.

  • Susy era cambiata da quando tutto era iniziato, ogni giorno diventava sempre pi ricettiva e intuitiva. A volte mi spaventava, ma per fortuna cera. In poco tempo tagliai delaltro ferro per i lati e cominciai a saldare. Mentre saldavo non vedevo niente intorno a me perche avevo la maschera, ma una volta finito tolsi la maschera e mi ci vollero un paio di secondi per realizzare quello che era successo. Tutto intorno a noi si era formata come una bolla di sapone, vedevo chiaramente la differenza di luce che cera al di fuori di essa. Aveva un diametro molto grande, sicuramente oltre i cento metri. Era come un muro invisibile che impediva alle nuvole di passare. Erano poi solo delle nuvole, mi dissi, un temporale non era poi cosi nocivo. Ma mi sbagliavo. Con il passare dei giorni ci accorgemmo che non erano nuvole normali. Al di fuori del muro sembrava che anche le piante soffrivano. Avevamo fatto una piccola esplorazione lultimo giorno dei trenta che erano nel libro. Fuori dal muro invisibile faceva molto freddo, la luce filtrava ma non scaldava. Cerano pochissimi animali in giro e quelli che si facevano vedere sembravano malati. Il mondo fuori cambiava in fretta.
  • Un po gi di morale andammo a dormire senza cenare sperando che il giorno dopo qualcosa cambiasse.
  • Quella notte ho sognato tutti i nostri parenti e amici. Solo che non era un sogno normale.
  • Era un sogno di quelli che sembrano veri. Sembrava il mondo di prima, cerano le case,la gente, gli animali, tutto era come prima. Lunica cosa era che non mi vedevano, anche se io potevo sentire la loro voce. Ero andato verso dove era casa nostra e li ebbi la sorpresa pi grande. Cera Susy, che sentendo i miei passi si volt e mi chiese, anche tu stai sognando, vero?. Credo di si, risposi.
  • Un attimo dopo eravamo nel nostro letto svegli con mille domande che ci frullavano nella testa. Dove eravamo? Cosa era successo? Era una cosa reale o no?
  • Ci aspettavamo di tutto oramai in un mondo dove tutto era possibile. Stavamo bevendo il primo caff guardando fuori dalla finestra in cerca di un cambiamento, ma lunico cambiamento era che il cielo, al di fuori del muro, era ancora pi scuro e minaccioso. Alcune delle nuvole erano cos basse che sembravano dei spettri. Susy era andata a preparare un altro caff ed io sfogliavo il libro bianco, e poi vidi la frase comporsi:

31.

  • In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente stato fatto di tutto ci che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini la luce splende nelle tenebre , ma le tenebre non lhanno accolta.
  • Era una parte del prologo di San Giovanni. Un testo sul quale ci avevo riflettuto tempo fa. Spesso invece del Verboviene usata Parola. La Parola che crea. Anche gli uomini hanno quel potere, di creare con le parole, solo che il potere delle parole stato dimenticato. Forse per questo il mondo stava cambiando, forse perche troppe parole erano state dette senza pensare a quello che avrebbero provocato. Quelle nubi scure potevano essere laccumulo di tutte le parole dette in vano sotto forma di energia
  • . Forse con il tempo questa energia scura aveva rotto lequilibrio tra il bene ed il male che cresciuto sempre de pi. La frase era scomparsa e come risposta apparve: la verit sulla bocca di tutti . Questa frase era diventata come un Si per noi, oramai significava che i nostri ragionamenti erano giusti. Chiamai Susy e le raccontai tutto. Lei mi ascoltava e annuiva, come se per lei tutto fosse una conferma. I trenta giorni erano passati, oggi era il primo giorno di quello che in futuro avremmo chiamato Il Nuovo Mondo.

32.

  • Il libro bianco: Cap.4 Il Viaggio prima parte
  • Era difficile pensare che il nuovo mondo si presentava a noi in questo modo. Il cielo, al di fuori del raggio della stella, era quasi nero, la temperatura sembrava scesa di almeno 10 gradi, faceva molto freddo la fuori. Gli alberi erano in condizioni pietose e gli animali assumevano sempre pi le sembianze dei spettri. Noi ci sentivamo al sicuro dentro la nostra bolla di sapone, ma non potevamo rimanere al interno per sempre. Era il primo giorno ed era gi passato. Susy aveva preparato la cena e senza tanti discorsi andammo a dormire. Quella notte, per ci saremmo incontrati come la sera prima, nel nostro sogno. Eravamo tutte e due davanti alla porta di casa nostra. Tutto sembrava normale, ma presto ci accorgemmo che non potevamo interagire con le cose di questo mondo. Entrammo in casa passando attraverso la porta come se fosse fatta di aria.
  • Dentro era proprio casa nostra, cerano i gatti che giravano tranquilli, sul tavolo le solite cose che lasciavamo sempre..ma poi Susy vide una cosa nuova, era Il Libro Bianco. Prov a prenderlo e stranamente ci riusc. uguale al nostro, disse, con la differenza che non vuoto, sembra una specie di racconto. Susy stava leggendo il libro e lespressione del suo viso cambiava man mano che girava le pagine. Cosa c, le chiesi, sembra che tu abbia visto un fantasma dentro il libro. No, non un fantasma ma sembra come un racconto di quello che stiamo vivendo noi, e la cosa strana che il racconto arriva solo fino a questo momento, finisce con le mie ultime parole di poco fa. Non ci potevo credere, anzi ero confuso, la mia mente cercava una ragione di tutto questo ma era tutto invano. Ero immerso nei miei pensieri quando sentimmo girare una chiave e la porta aprirsi.Eravamo come congelati, chi era che aveva la chiave di casa nostra? In un attimo ho pensato di vedere noi stessi ma poi vidi la mamma di Susy seguita dal suo cane, Mia. Cristina, la mamma di Susy, abitava non lontano da casa nostra e ogni tanto veniva a trovarci, ma ora sembrava che anche lei cercava qualcosa in casa nostra, cercava noi. Susy, Paul, in tanto guardava nelle stanze

33.

  • . Poi torn in sala e si mise a cercare un foglio di carta. In tanto io e Susy cercavamo di attirare la sua attenzione gridando il suo nome, ma era tutto inutile, era come chiamare il vento. Solo la Mia sembrava percepire la nostra presenza, ci guardava ma sembrava che anche lei non capiva. Cera solo un attimo in cuiCristina si era voltata verso di noi, come se anche lei avesse percepito qualcosa.
  • Il pap e la mamma di Susy erano separati da anni ma erano rimasti ottimi amici. Lei era naturopata di professione e il suo pap un ex ingegnereche da anni faceva scultore.
  • Cristina aveva preso un foglietto di carta e cominci a scrivere:
  • Cari Paul e Susy sono passata da voi a vedere perch non mi rispondevate al telefono. da ieri sera che provo a chiamarvi, visto che dovevate venire a cena da me. I vostri cellularivedo ora che sono qui a casa vostra, spero non sia successo niente di grave, appena vedete questo biglietto, per favore chiamatemi. Susy, Ieri mattina quando sei venuta, hai lasciato la tua borsa a casa mia. Do io la papa ai gatti perche mi sembrano affamati. Ciao, Mamma Cristina .
  • Era solita firmarsi cos, ma non capivamo una cosa: se noi avevamo passato 31 giorni come mai qui mancavamosolo da 1 giorno?Cristina nel frattempo stava per andare via e noi non potevamo fare nulla per dirle che eravamo li davanti a lei.
  • Quando ero in carcere i genitori di Susy ci avevano aiutato molto. In ogni modo. Ma non solo loro, cerano tantissime persone che ci stavano vicine, ogni uno a modo suo. Dopo una settimana nel carcere ho fatto conoscenza con il prete che dava messa una volta alla settimana a tutti i carcerati. Gli avevo raccontato in grandi linee cosa mi era successo e che non ho ancora avuto alcun contato ne con un avvocato ne con i miei cari, Susy in particolare. Lei, ho saputo solo dopo, aveva saputo dove ero e quando sono stato trasferito in un modo a dir poco geniale. Aveva telefonato ovunque per avere informazioni. Alla fine era capitata al posto giusto, dove avevano le mie pratiche. Non so di che ministero si trattasse ma la prima risposta che ha avuto e stata non possiamo dirle nulla, sono cose riservate, e poi lei non nemmeno sua moglie, all epoca non eravamo ancora sposati.

34.

  • Ma dopo aver raccontato la nostra storia e quello che mi/ci aveva capitato la signorina dalaltra parte ha fatto una cosa meravigliosa: tenendo la cornetta del telefono vicino ha domandato alla sua collega, ne che non possiamo dire che signor Glasgow stato trasferito a Como, no signora non possiamo dire nulla del caso in questione, arrivederci e grazie. Geniale, ma non era un caso isolato ovunque la gente ci dava una mano in ogni modo. Il prete in tanto prese il numero di telefono di casa nostra che gli avevo dato dicendomi che lui non poteva fare molto. Dopo un paio di giorni era venuta una guardia dicendomi che cera lavvocato per me. Mi preparai subito e scesi con la guardia verso i locali dove si poteva incontrare il proprio legale. Mi sentivo un po sollevato poter vedere qualcuno che potesse spiegarmi cosa succedeva e cosa dovevo fare. Quando entrai nella stanza ebbi una sorpresa, era il prete che mi sorrideva. Teneva in mano una borsa che Susy mi aveva preparato. Solo al pensiero che lui avesse incontrato Susy mi misi a piangere come un bambino. Mi disse che le aveva telefonato e che poi si erano incontrati nella sua chiesa e che hanno parlato a lungo.
  • Mi disse di non preoccuparmi perch non ero solo. Susy mi aveva versato anche dei soldi con i quali potevo comperare le cose di prima necessit: rasoio, dentifricio, sapone, acqua perch quella del carcere era pericolosa, tanti avevano preso delle malattie. Il prete aveva rischiato molto, e credo che non eroi lunico per cui si dava da fare. In seguito, dopo un anno che ero a casa, ho provato a chiamarlo e mi avevano detto che era stato trasferito. Assistevo regolarmente alle sue messe in carcere, e quello che ho visto era meraviglioso. Alle sue messe cerano persone di ogni religione ed ogni uno pregava a modo suo senza dare importanza al fatto che era una messa cattolica. Eravamo tutti uguali di fronte a Dio e questo era un ottimo esempio, se pensiamo che al di fuori del carcere la gente era disposta anche a uccidere chi era di un altra religione. Ma li dentro ogni cosa, anche la pi piccola, diventava la pi importante. Mi ricordo che un giorno vidi una libellula e mi venne in mente che a casa spesso li guardavamo volare sopra la nostra piscina, ogni volta sembrava che volevano dare uno show solo per noi. Quel anno lestate era molto calda, si arrivava fino 40gradi ed era strano vedere una libellula, anche perch nelle vicinanze non cera acqua.

35.

  • Anzi a volte lacqua mancava proprio, tanto che per giorni non ci potevamo lavare, e per far funzionare i bagni usavamo delle bottiglie riempite precedentemente. Una sera avevo assistito ad una cosa bellissima, una grande festa. Mi sembrava tornato indietro nel tempo quella sera. Eravamo al terzo piano, sotto il tetto del carcere, e di conseguenza faceva molto caldo, laria era irrespirabile di quanto era calda e non cera un filo di vento. Era da quasi un mese che aspettavamo la pioggia.
  • Una sera, in lontananza, cominciavano ad accumularsi delle nuvole pi tosto scure e cominciavamo a sentire un po di aria fresca. Dopo solo 10 minuti pioveva cosi forte che lacqua entrava dalle finestre, nessuno aveva nemmeno pensato di chiuderle, anzi eravamo tutti davanti a goderci la pioggia. Cera gente che cantava dalla gioia, altri che gridavano, ma una cosa ci collegava tutti eravamo felici, per della semplice pioggia. Vivendo, per la maggior parte della gente e anche per me, ogni cosa era diventata normale, dovuta. Il sole che si alza ogni mattina, lacqua che esce dai rubinetti, la natura che ci circonda, il partner che ci ama perch siamo sposati.ect. Ma tutto ci ora era cambiato, io stavo cambiando.
  • Cristina se ne era gi andata e nello steso momento, io e Susy, ci trovammo faccia a faccia nel nostro letto. Eravamo svegli ed era gi mattina. Mi sembra di cominciare a capire, disse Susy, mi sa che tutti sono stati portati in un altro mondo, parallelo a questo o qualcosa del genere. E per di pi sembra che trenta giorni qui corrispondono a un giorno di la. Susy sembrava convinta di quello che diceva, ed io ero pi o meno daccodo con lei, se non fosse per il mio dubbio di chi sia stato portato in unaltra realt, noi o gli altri?.
  • Ma Il Libro Bianco, quello sul tavolo a casa nostra, come e che raccontava i nostri trenta giorni qui, chiesi ad alta voce. Forse siamo noi a scriverlo in qualche modo, visto che ora tutto possibile, perchnon potrebbe essere cosi?, disse Susy. Perch no, in fondo le cose che erano successe qui erano ben pi strane.
  • Ci alzammo per il nostro solito caff, ma gi riuscivamo a percepire una certa tensione nelaria, e non solo. Mi sembrava di sentire una specie di voce, come se qualcuno parlava attraverso il vento. Susy mi guard e avevo capito subito che anche lei sentiva la stessa cosa. Altre novit, le dissi, ci mancava solo questa. Aspetta, disse lei, voglio capire di cosa si tratta.

36.

  • Aguzzammo le orecchie, a parte la voce misteriosa, cera un silenzio spettrale. Susy era uscita in giardino ed io andai a preparare del caff. Susy, pronto vieni, la chiamai, tanto abbiamo tutto il giorno per scoprire di cosa si tratta. Entr dentro e con se aveva un foglietto di carta, ovviamente ha scritto quello che riuscita a capire. Non le chiesi nulla, anche perch ogni volta poi succedeva qualcosa. Ero come stufo di questa cosa, volevo che finisse tutto, volevo tornare indietro, volevo la vita di prima. Diventava sempre pi difficile pensare a tutto quello che ci succedeva. Per quello che sono riuscita a capire secondo me il messaggio questo:
  • seguite il vento, seguite la voce la dove fa freddo ed il buio e padrone, superate gli ostacoli non distruggeteli, vi saranno utili, rettificate, vi sar rivelato il principio ed ilfine ultimo della vita.
  • Ecco, disse Susy, penso che sia tutto. Si ripete sempre la stessa cosa, ora bisogna vedere se ci che penso io e giusto. Cosa pensi che sia, chiesi, perch a me sembra un po senza senso tutto questo.
  • Secondo me dovremmo andare a cercare qualcosa che ci aiuta a comprendere, non so ancora cosa, ma che ci aiuta a capire perch il mondo si diviso e cosa dovremmo fare noi, perch se siamo rimasti solo noi due qui ci deve essere una ragione. Susy cercava di essere chiara per farmi capire ma era sempre pi difficile. Distinto presi il libro in cerca della solita frase di conferma alle nostre affermazioni e supposizioni, La verit e sulla bocca di tutti, ma questa volta non cera. In cambio era apparso qualcosa di nuovo, un disegno. Il disegno rappresentava una pietra, una pietra normale, qualsiasi, e sotto il disegno cera una frase:
  • Questo siete voi, questo sono tutti, questo siete diventati, pietre grezze, nulla si pu costruire con esse, nulla che duri nel tempo. Sgrossate affinch attraverso luno tutti trovino il proprio specchio. Il viaggio sar lungo e difficile ma abbiate fede in quello che custodite.
  • Bene, dissi, allora dobbiamo partire per quanto ho capito? Si, mi rispose Susy, e dobbiamo farlo in fretta, non so se la voce sar permanente. Non vorrei che svanisse nel nulla. Ma io gi adesso non sento pi nulla, le dissi, ovviamente dentro di me cera qualcosa che si opponeva al fatto di uscire dalla bolla di sapone, e poi andare a cercare qualcosa, che cosa

37.

  • ? Si stava cosi bene dentro, avevamo tutto perch dovevamo preoccuparci del resto. Ma Susy non era daccordo e cominciava gi a preparare la lista di cose da portare con noi. Io presi la piccola stella e andai a cercare tra quello che era rimasto dei supermercati. Cercavo una tenda e altri articoli da campeggio, non sapevamo ne quanto tempo ne quanto lontano saremmo dovuti andare. A nessuno dei due piaceva il campeggio ma non avevamo altra scelta. Da quello che vedevo non era rimasto pi nulla delle costruzioni che cerano, solo alcuni negozi, dove avevamo lasciato la stella, si reggevano ancora in piedi, ma presto anche quelli sarebbero scomparsi. Eravamo fortunati, trovai ancora intatto linterno del supermercato. Presi tutto il necessario e mi incamminai verso casa con una certa fretta. Al di fuori del cerchio della stella che avevamo costruito lambiente era freddo, incolore, si percepiva una certa tensione, una specie di paura che ora sentivo molto forte. Ad un tratto qualcosa mi passo vicino, sembrava un ombra, ora di nuovo, cominciavo a sentirmi debole tanto e che ho dovuto sforzarmi per non cadere. Cercai, nella tasca,la stella, avrebbe dovuto creare un campo di protezione, ma non cera. La mia mente cercava di ricordare dove avrei potuto lasciarla, il supermercato! Lombra si stava avvicinando di nuovo, lasciai cadere tutto per terra e corsi verso lentrata pi forte che potevo
  • . Ho cominciato a cercare tra gli scafali delle tende, tra le lampade a gas, ma non cera. Poi vidi una piccola luce che splendeva in mezzo alle coperte, si era li che lavevo lasciata, lavevo appoggiata per poter piegare alcune coperte che ci potevano servire. Corsi verso gli scafali e quando la presi in mano era come se la paura ed il freddo che sentivo fossero scomparsi. Mi sentivo sollevato. Ripresi le cose che avevo lasciato cadere e con passo veloce mi diressi verso casa. Raccontai tutto a Susy e lei decise che forse era meglio fare qualcosa per non perdere pi la stella. Prese una catenella e si mise la stella al collo, come una collana. Cosi forse non rischiamo di lasciarla in giro o perderla, disse soddisfatta. Lei aveva gi preparato il cibo e qualche medicina da portare con noi, mancavano solo le cose che avevo portato io. Verso sera avevamo tutto pronto, non ci rimaneva che partire. Uscimmo fuori e ci che ci si presentava davanti non era consolante. La situazione fuori stava peggiorando, gli alberi stavano morendo e degli animali nessuna traccia. Tutto intorno soffriva e chiedeva aiuto, ora lo sentivamo dentro di noi. Le ombre erano sempre pi visibili e sembrava che ogni tanto tentassero di penetrare la bolla di sapone che cera intorno a noi, erano sempre pi violente. Dovevamo partire al pi presto, ma non ora, non di notte. Saremmo partiti la mattina dopo con le prime luci delalba, o quello che ne era rimasto.

38.

  • Il libro bianco: Cap.4 Il Viaggio seconda parte
  • Era la mattina presto ed eravamo gi pronti per partire. Susy aveva preparato delle scorte di cibo e acqua per almeno un paio di settimane. Non sapevamo quanto tempo avremmo dovuto viaggiare. Dovevamo seguire quella voce che sentivamo nel vento. Proveniva da Nord. Sulla porta di casa ci venne in mente che dovevamo in qualche modo assicurarci che anche i nostri gatti avessero da mangiare per il tempo che eravamo in viaggio. Susy cosa facciamo con i gatti?, le chiesi, il viso di Susy in quel momento divento preoccupato, e disse, Sai in questi giorni non li ho visti molto, a dire la verit lultima volta che li ho incontrati era nel nostro sogno. Era vero, ora che ci stavo pensando erano nel altro mondo, dove tutto era ancora come prima. Hai ragione, dissi, forse loro hanno potuto tornare dopo averci dato un po di conforto e speranza in quei momenti di confusione. Cercammo per un po, tanto per essere sicuri che cosi fosse, e dopo mezzora decidemmo di partire lasciando comunque le ciotole piene.
  • Vedevamo davanti a noi avvicinarsi la fine della bolla che ci separava dal mondo esterno e cominciavamo gi a sentire il freddo che era l fuori. Ma noi avevamo la stella. Al di fuori il mondo cambiava in fretta, la natura, pur con fatica, si stava riprendendo ci che le era stato tolto. Le strade erano quasi del tutto invase dalle radici e lerbaccia, le case non cerano pi, o almeno stavano piano, piano scomparendo. La vegetazione per non era per come eravamo abituati a vederla, aveva un colore verde grigio e nemmeno la forma degli alberi era pi quella che conoscevamo. Erano tutti storti, con delle forme strane, e le radici spuntavano pi fuori che dentro nella terra. Sembravano dei tentacoli che volevano avvolgere tutto. Andavamo verso Nord in silenzio. Come se avessimo paura che qualcuno ci potesse sentire. Ovunque cera nebbia. Ma pi che nebbia erano dei banchi che si spostavano trasportati del vento. Erano come quelli che cercavano di avvolgermi davanti al supermercato, ma questa volta Susy aveva con se la stella e i banchi stavano alla larga. Pur essendo la mattina presto, di luce c nera poca.
  • Susy non era una grande camminatrice, ma ora sembrava lincontrario, era davanti a me di quasi dieci metri e io dovevo stare al suo passo per non perderla.

39.

  • La vegetazione si faceva sempre pi fitta e a volte sembrava impossibile proseguire. Mi stava venendo la rabbia e odio di tutta questa situazione.Perche noi? Perche io e non qualcun altro? Volevo tornare indietro, alla mia vita di prima, con le mie cose di prima. Dentro di me cera voglia di scappare, ma non potevo lasciare qui Susy sola, in mezzo a questa foresta. Ceravamo addentrati da pi di un ora in quello che sembrava una foresta fitta. Pur conoscendo la zona non riuscivo a riconoscere il posto, era tutto diverso ed in pi il la luce scompariva sempre pi. I pensieri cattivi invadevano la mia mente, cominciavo ad avere dubbi su quello che stavamo facendo. Seguivamo le indicazioni di qualcuno che non riuscivamo a vedere, qualcuno che forse si prendeva gioco di noi. Ma non potevo lasciare Susy da sola. Lei sembrava cosi decisa nel compiere questo viaggio. Il terreno cominciava a salire e diventava sempre pi roccioso. Pensavo alla frase comparsa sul libro bianco, siete tutti delle pietre grezze. Qui intorno cerano tantissime di pietre, li vedevo come dei uomini che hanno lasciato il loro cammino a met. Avrei voluto essere una di queste pietre, almeno non avrei pi sentito ne fatica ne freddo, mi sarei lasciato cadere li in mezzo a tutti gli altri a seguire il corso della vita per come veniva. Perche avrei dovuto costruire qualcosa, per chi
  • ? La tentazione era forte, ed il zaino che portavo sempre pi pesante. Susy invece sembrava leggera come laria, come se non sentisse ne freddo ne stanchezza, lei che anche destate dormiva con i calzettoni.
  • Quello era forse il mio ultimo pensiero prima di cadere. Avevo sentito il terreno che cedeva sotto i miei piedi, poi pi nulla. Apri gli occhi solo quando era notte, avevo ferite ovunque a causa della mia caduta. Cercavo con lo sguardo Susy, ma non la vedevo. Un senso di paura mi pervase tutto il corpo. Cominciai a chiamare gridando il suo nomeper ore in vano. Non ebbi nessuna risposta. Era strano che lei fosse proseguita senza di me, e se le fosse successo qualcosa? Se fosse caduta anche lei cercando di soccorrere me? Dovevo cercarla, ma la torcia che avevo con me si era rotta con la caduta. Sentivo molto freddo e le ombre che mi passavano vicine erano come delle lame taglienti di angoscia, ansia e paura. Dovevo cercare un riparo. A tentoni mi arrampicavo verso non so dove, sentivo le pietre fredde e taglienti sulle mie mani e su tutto il mio corpo. Nel buio vidi qualcosa di ancora pi scuro, sembrava lentrata di una grotta. Mi sentivo in salvo.

40.

  • Si era proprio una grotta. Entrai dentro e con un fiammifero feci un po di luce, conoscevo questa grotta, era chiamata la grotta del Eremita, solo che ora sembrava pi profonda. Il freddo era meno intenso allinterno e cosi decisi di passare la notte qui. Avrei cercato Susy con le luci del mattino. Avevo dormito poco e male quella notte. Ho sognato Susy che mi aspettava in un posto che non avevo mai visto prima, in riva ad un lago che non conoscevo, in un posto dove la natura era per come la conoscevo e la luce del sole splendeva e scaldava ogni cellula del mio corpo. Apri gli occhi nella speranza di vedere un po di luce e ritrovai solo buio. Nulla era cambiato. Doveva essere gi mattina, ma lunica luce che vedevo era quella dei miei fiammiferi, che da li a poco sarebbero finiti. Ebbi una sorpresa quando spensi il fiammifero, una piccola luce cera ma non proveniva da fuori ben si dalla profondit della grotta. Non era forte per almeno riuscivo a vedere verso dove portava. Forse era Susy che cercava me? Ho cominciato a gridare il suo nome per quanto potevo andando verso la luce. Man mano che andavo avanti sembrava che la luce si allontanasse sempre di pi. Mi fermai per un attimo e mi accorsi che avevo lasciato il mio zaino al entrata della grotta.
  • Era poco male lo avrei ripreso dopo, al mio ritorno. Decisi di seguire il sentiero che portava sempre pi in basso, verso la luce. Ora faceva pi freddo, la corrente daria era sempre pi forte, tanto e che facevo fatica anche a camminare. Ero stanco ma dovevo andare avanti, non potevo fermarmi. Dovevo seguire quella piccola luce che vedevo in lontananza, perch forse alla fine avrei trovato Susy. Questa solitudine mi faceva paura.
  • Come quando ero in carcere. Pur essendo i carceri super affollati mi ero sempre sentito solo li dentro. Forse perch la solitudine in qualche modo mi obbligava a guardarmi dentro. Li ho potuto, anzi ho dovuto spogliarmi di tutto ci che ero in precedenza. Dimenticare il mio orgoglio, il mio ego, il desiderio di vendetta, la rabbia, lodio.di tutto ci che offuscava la mia vera natura. Anche li avevo tanta paura, senza sapere di cosa, ma ne avevo veramente tanta. Le mie giornate erano una continua ansia e angoscia. Mi ricordo aspettavo con ansia che mi trasferissero in Svizzera, perch solo li che potevo avere dei chiarimenti e finalmente andare a casa.

41.

  • Il giorno era arrivato. Una mattina la guardia di turno era venuta a dirmi che dovevo preparare tutte le mie cose perch , finalmente, mi trasferivano in Svizzera. Ho fatto tutto molto in fretta mettendo tutte le mie cose in un sacco della spazzatura e poi via verso il furgone che mi avrebbe portato a casa. Una volta nel furgone mi avevano messo le manette, quelle che ti legano le mani e poi anche i piedi. Mi era tornato il ricordo del mio trasferimento da La Spezia a Como. Avevo passato tutto il viaggio chiuso e ammanettato in una gabbia 50x50cm alinterno del furgone. Quasi cinque ore di viaggio senza mai uscire, senza ne acqua ne cibo. Ma adesso il viaggio sarebbe durato al massimo un ora, non di pi.
  • Pensavo che il peggio fosse finito. Ero in Svizzera da solo un ora e mi trovavo gi in una cella della questura, picchiato e maltrattato per non aver detto quello che loro volevano, perch loro non volevano la verit. Ero da solo in cella, una cella senza finestre. Camminavo giorno e notte avanti e indietro per tenermi occupato e per non aver paura. Ogni singolo rumore mi faceva trasalire di paura,paura che fossero venuti a picchiarmi di nuovo.
  • Il giorno stesso avevo raccontato tutto al pubblico ministero, che gli agenti che hanno preso la mia deposizione me avevano messo le mani addosso. Mi aveva detto che avrebbe fatto delle indagini su questi due agenti, ed e per questo che avevo paura, paura di una vendetta. Erano dieci giorni da incubo. I tre mesi passati in carcere ad aspettare questo momento erano niente in confronto ai dieci giorni passati in questa cella senza finestre in Svizzera.
  • Ora mi rendevo conto di che cosa mi aveva tenuto in vita per tutti quei giorni, La Fede. La fede in me e che oltre a tutto quello cera qualcosa di pi grande. Alla quale non potevo arrivare per comero. Ecco perch ero caduto prima, pensai, avevo perso fiducia. Pensavo che dimenticando ci che ero tutto sarebbe andato bene, ma cosi non era. Il peso era rimasto, pesava come piombo questa volta.
  • E questo piombo aveva bisogno di essere purificato, questa pietra aveva bisogno di essere sgrossata. Mentre pensavo non mi ero accorto che ero entrato in una specie di pozza dacqua. Avevo freddo ed ero stanco, e le ferite facevano sempre pi male.

42.

  • Malgrado tutto avevo ancora la forza per continuare, dovevo raggiungere quella luce. Pi pensavo a lei, pi mi sentivo leggero e forte. Cercavo di avere le idee chiare, di togliere ogni risentimento, odio e rabbia che avevo dentro. Quelle cose non dovevano decidere per me, se no tanto valeva fermarmi. Laria ed il vento in quel momento si fermarono ed anche lacqua del pozzo non cera pi. Mi trovavo in una specie di allargamento della grotta, come una stanza. Mi ricordai della voce che sentivo nel vento, ma anche quella era sparita. Avevo i vestiti bagnati e mezzi rotti. Avrei voluto avere solo un fuoco dove scaldarmi e asciugarmi, in quelmomento. Decisi di riposarmi un po e magari anche dormire. Non avevo finito nemmeno finire il mio pensiero che ero gi nel mondo dei sogni. Quella notte avevo sognato il fuoco, ma non un fuoco qualsiasi, era un fuoco purificatore. Ero come in una battaglia: combattevo con delle cose che cercavano di portarmi sempre pi vicino al fuoco. Mi attraversavano, ed ogni volta era come se mi strappassero dei pezzi di me che poi bruciavano nel fuoco. Era una battaglia durissima, ma pi andava avanti pi mi sentivo leggero, era tutto cosi strano. Alla fine mi arresi e vidi una grande luce attraversare il mio corpo e portare via con se una massa scura e informe che gett nel fuoco.
  • Nel sonno cominciai a sentire anche il calore che questo fuoco emanava. Prima che il sogno finisse lultima cosa che vidi era la luce che tornava verso di me. Apr gl