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IL GIOCO PEDAGOGIA GENERALE
CORSO DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE
II ANNO A.A. 2017/2018
Prof.ssa Valeria Nieddu
CORSO DI PEDAGOGIA G.
SCIENZE MOTORIE II ANNO
scuola di medicina A.A. 2007/18
PROF.SSA Valeria Nieddu
LIVELLI DI GIOCO NEL BAMBINO
Gioco sensomotorio − primi 18 mesi
Esplorazione degli oggetti a livello sensomotorio
schemi generici − mettere in bocca, agitare, battere, lanciare, scuotere, con assimilazione degli oggetti al sé corporeo
schemi specifici, uso funzionale degli oggetti, es. mettere un cubo nell’altro, fa suonare un sonaglio
dai 9 mesi circa
Gioco di costruzione − dal secondo anno Utilizzo degli oggetti per costruire es. mattoncini per torre
Gioco sociale con l’adulto − dalla fine del primo
anno
Struttura convenzionale, agevola l’acquisizione linguistica
es. dare e prendere, fare e disfare, gioco del nascondino
Gioco di costruzione − dal secondo anno Utilizzo degli oggetti per costruire es. mattoncini per torre
Gioco sociale con l’adulto − dalla fine del primo
anno
Struttura convenzionale, agevola l’acquisizione linguistica
es. dare e prendere, fare e disfare, gioco del nascondino
INTERAZIONE TRA BAMBINI
A due mesi attivazione generale: sorriso, movimento delle braccia e della bocca verso un altro bambino
A circa sei mesi: scambi interattivi diretti tra bambini familiarizzati tra di loro, con uno o più turni
Dopo i nove mesi: interazioni mediate anche dagli scambi con oggetti, con scambi più frequenti e con più turni
Trevarthen (1999): motivazione a una relazione con
“compagni” più ampia rispetto a quella relativa alla ricerca di una figura di attaccamento
GIOCO TRA PARI tra 1 e 2 anni
Gioco parallelo: più bambini si imitano specularmene in modo contemporaneo o differito senza un’apparente comunicazione esplicita (nel corso del secondo anno)
Gioco centrato su shared meanings (significati condivisi): Condivisione del tema del gioco da parte dei vari partecipanti, ad es. gettare la palla Il ruolo condiviso è unico e non complementare Esiste comunicazione sociale diretta Permane l’imitazione speculare e differita
Livelli di gioco nel bambino
Gioco simbolico o di finzione − dal secondo anno
Gli oggetti e i gesti vengono utilizzati a livello simbolico, es. gioco della bambola
Dai 12 mesi circa comparsa di schemi di far finta di
Gioco tra pari
Gioco socio-drammatico − dai tre-quattro anni circa Gioco di finzione con diversificazione dei
ruoli tra bambini Es. insegnante/allievo, dottore/paziente Gioco con regole − dai primi anni di scuola Gioco collettivo con regole prefissate
Gioco simbolico o di finzione
Gli oggetti e i gesti vengono utilizzati a livello simbolico, es. gioco della bambola
Implica differenti competenze: senso-motorie,
cognitive, interattive, simbolico-affettive e metacomunicative
Differenti letture del gioco simbolico: Piaget,
psicoanalisi, teoria dell’attaccamento, prospettiva socio-cognitiva
Piaget (1945) la formazione del simbolo nel bambino Compare alla fine del periodo sensomotorio, circa
verso i 18 mesi
Inizialmente è un gioco di tipo solitario
In concomitanza con la funzione semiotica
Insieme all’imitazione differita, imito un gesto osservato in precedenza
Un oggetto e un gesto vengono usati per simbolizzare un oggetto o una situazione assente
Es. una bambola simbolizza un bambino una scatola un’automobile
Piaget
I processi di assimilazione della realtà agli schemi dell’Io affettivi e cognitivi prevalgono sui processi di accomodamento
Egocentrismo del gioco simbolico
Evoluzione cognitiva del gioco simbolico Nicolich (1977)
Schemi d’azione progressivamente decentrati
schemi autosimbolici: far finta di pettinarsi
schemi simbolici decentrati far finta di pettinare la bambola
Combinazione di più schemi in sequenze di gioco
Pianificazione del gioco prima di eseguirlo
Uso dell’oggetto in modo decontestualizzato, con trasformazione simbolica degli oggetti
oggetto prototipico – telefono giocattolo, tazza
vuota
oggetto sostituto – cubo che rappresenta una tazza
oggetto immaginario – tazza evocata dal semplice gesto del bere
Rapporto di similarità tra simbolizzante e simbolizzato
Prospettiva cognitiva del gioco simbolico
Processi di decontestualizzazione
Processi di decentramento dell’azione
Processi di integrazione/coordinazione degli schemi utilizzati
Uso del linguaggio verbale integrato nel gioco
solitario con funzione di controllo dell’esecuzione
Che cosa osservare
Decontestualizzazione:
oggetto prototipico, sostituto, immaginario
identità funzionale, realistica, fantastica
Decentramento
ruolo, azione riferita a sé, ad altri, assunzione di ruolo, attribuzione di ruolo, ruoli reciproci
oggetto agente, recipiente passivo, attivo, agente attivo, partner
Integrazione Script, schema singolo, combinazione singola, multipla Evento narrativo, semplice, complesso
Controllo dell’esecuzione Verbalizzazione, egocentrata, sociale nel gioco, fuori
dal gioco Competenza sociale Gioco solitario, imitativo, cooperativo
Competenza affettiva Temi ed emozioni prevalenti
Ruolo dell’adulto nel gioco
Propositivo
Condivisione
Ampliamento
Direttivo
Non sostegno
Limitativo
Di non interazione
Gioco sociale di finzione
Compare a circa 3 anni
Con progressiva diversificazione dei ruoli
Con pianificazione del gioco, trama del gioco basata sulla competenza narrativa
Gioco come metacomunicazione/negoziazione:
“facciamo finta di “
Prospettiva socio-cognitiva
Rappresentazione di funzioni
Funzioni
Ruoli reali, la maestra, la mamma
Ruoli fantastici, un supereroe, cappuccetto rosso
Assunzione simbolica di ruolo – fare la madre
Attribuzione di ruolo – far fare la madre a un altro bambino
Attribuzione alla bambola di ruolo attivo
Processi di socializzazione nel gioco simbolico
Cooperazione rispetto al gioco
Condivisione dei significati simbolici
Role taking
Dal gioco simbolico solitario a collettivo
Prospettiva socio-cognitiva del gioco simbolico
Processi di metacomunicazione con i pari “facciamo finta di essere una famiglia” con funzione di costruzione/negoziazione del gioco linguaggio nel ruolo linguaggio intorno al ruolo
ad es. storytelling “io andavo nel bosco, mi perdevo e tu mi trovavi” o suggerimento: “tu andavi nel bosco” o proposta esplicita di finzione: “facciamo finta che io ero morto e tu mi baciavi e io mi svegliavo” Garvey, Bretherton
Prospettiva analitica
Similarità tra gioco simbolico, sogno e fantasticheria nell’adulto
Il gioco simbolico rappresenta vicende affettive legate al sé infantile e alle sue relazioni con i genitori e i fratelli sia di segno emotivo positivo che negativo
Ha una funzione di elaborazione di tali vicende/emozioni
Melanie KLEIN (1932)
Introduce la psicoanalisi dei bambini
Gioco come espressione degli affetti inconsci - di amore e di odio verso le figure parentali e fratelli
Ogni gioco è simbolico, rappresenta cioè vicende legate al mondo e agli oggetti interni del bambino
Interiorizzazione delle relazioni con gli oggetti famigliari nei loro aspetti buoni e cattivi insieme alle valenze positive/negative attribuite dal soggetto
Giocattoli e oggetti personificano gli oggetti del mondo interno
Per il bambino gioco come accesso privilegiato al pari del sogno per l’adulto al mondo interno soggettivo, dunque strumento elettivo per la psicoanalisi infantile
Gioco del bambino/a con la bambola
La bambola rappresenta simbolicamente il sé del bambino e suoi aspetti – identificazione proiettiva
Il bambino a sua volta assume il ruolo del genitore rappresentando nel gioco il padre/la madre/i fratelli –identificazione introiettiva
Gioco simbolico e processi di personificazione
Il bambino attribuisce a oggetti e giocattoli aspetti di sé e delle proprie relazioni – identificazione proiettiva
Il bambino stesso si attribuisce ruoli affettivi nel gioco – identificazione introiettiva
Gioco e simbolizzazione
L’analisi di processi di simbolizzazione inconscia insiti nel gioco del bambino vengono usati come strumenti del lavoro terapeutico
Similarità tra gioco e sogno
Gioco come elaborazione di vicende emotive di tipo relazionale
In situazioni traumatiche o di difficoltà emotiva
Comparsa di giochi con temi ripetuti, spesso con finale drammatico e con personaggi con elevate valenze aggressive
Inibizione a simbolizzare, gioco che si conclude con aggressività diretta
• Relazione fusionale di indifferenziazione Sé/oggetto nei primi 4−5
mesi di vita
• Madre che fornisce al bambino un ambiente facilitante per la sua crescita con aspetti di:
Holding, madre che contiene il bambino sia emotivamente che fisicamente
Handling, madre che entra in contatto fisico con il bambino
accudendolo
Madre che inizia a presentare gli oggetti al bambino
Processo di personalizzazione − dai 4−5 mesi Emergenza del Sé infantile attraverso: L’integrazione delle esperienze soggettive
Senso di continuità di sé Integrazione psiche/corpo
Investimento degli oggetti non−me
Oggetti e fenomeni transazionali Winnicott
• Le origini del gioco simbolico
Nel secondo semestre di vita emergenza del bambino dalla relazione fusionale con la madre con sentimenti di disillusione e separazione
Costruzione degli oggetti transizionali, copertina, peluche etc. come area intermedia di esperienza: oggetti soggettivi che rappresentano a livello protosimbolico la madre e la relazione fusionale con lei
Protosimbolo: la copertina e la sua manipolazione servono a presentificare la madre assente − simbolizzante e simbolizzato sono confusi tra di loro
Vengono usati dal bambino quando è solo o alle soglie dell’addormentamento
Accesso agli oggetti “non−me” e costruzione della madre come separata
Matrice interattiva del gioco simbolico:
compare dai 12 mesi nell’interazione con la madre, solo successivamente come gioco solitario
È più frequente nei bambini sicuri
È l’espressione delle prime forme di conoscenza
sociale del bambino codificate in copioni (script) relativi per lo più a ruoli familiari e a contenuti riguardanti l’accudimento parentale e le relazioni di attaccamento
Matrice interazionale del gioco simbolico
Le prime forme di gioco compaiono dai 12 mesi nell’ambito dell’interazione con la madre
Iniziale direttività della madre nel proporre gli schemi del gioco simbolico
Fino ai 36 mesi la presenza della madre è decisiva per la complessità strutturale del gioco e per la frequenza degli episodi
Con la madre il gioco simbolico è centrato su ruoli complementari (nutrire/essere nutrito, etc.)
Dai 3 anni circa comparsa del gioco con i pari dapprima come condivisione di un unico ruolo, più tardi con ruoli complementari
In sintesi
Gioco simbolico come espressione di competenze sociali, cognitive, metacognitive e metacomunicative oltre che di elaborazione emotiva
Complessità del gioco simbolico come indicatore di un buon sviluppo socio-cognitivo ed emotivo
Aspetti congetturali, modalità di pensiero divergente, implicante libertà referenziale
Aspetti transformazionali, al servizio dell’espressione di emozioni primarie rabbia, interesse, etc.
Simbolizzazione di vicende affettive
Processi metacognitivi, consapevolezza dell’aspetto finzionale del gioco
Processi metacomunicativi e di negoziazione del gioco finzionale sociale
Competenza narrativa