Il Curricolo Di Scienze
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ICS Folgòre da San Gimignano 2009/10
Il curricolo di Scienze
Siamo partiti dal chiederci quale scienza, quale educazione scientifica fosse possibile proporre
a questa età (3-14 anni), in relazione alle caratteristiche psicologiche e cognitive dei bambini.
Sappiano che anche i bambini molto piccoli manifestano e sviluppano comportamenti finalizzati
all’esplorazione della realtà che li circonda. Una loro caratteristica è proprio la curiosità volta alla
conoscenza, la capacità e la voglia di sperimentare il mondo, di giocare e mettersi in gioco
utilizzando l’ambiente. L’intervento educativo può quindi sfruttare questa esigenza spontanea per
arricchire le potenzialità presenti, per introdurre elementi di maggiore consapevolezza insieme a
nuovi strumenti metodologici e conoscitivi: facendo leva su una motivazione forte e non indotta ma
naturalmente presente, si possono introdurre elementi di riflessione per scoprire le componenti
‘scientifiche’ della realtà, le sue costanti, le sue variabili. Ma perché scegliere l’educazione
scientifica? Essa fornisce l’occasione per dare espressione alle più autentiche esigenze dei bambini
e dei ragazzi nell’ambito della conquista dell’autonomia, della costruzione e dell’esplorazione del
reale, esigenze spesso disconosciute da una cultura dell’immagine caratterizzata da un grado di
formalizzazione e astrazione a cui gli alunni non sono in grado di accedere se non facendo ricorso al
fantastico (traducendo cioè quello che non riescono a comprendere in strutture per loro più
familiari, ma improduttive, se non dannose, dal punto di vista cognitivo). L’ambiente in cui gli
allievi sono immersi oggi è ricchissimo di stimoli e informazioni: costringe quasi a conoscere,
pensare, immaginare, ma su livelli che comportano uno sforzo cognitivo, una concentrazione e
riflessione ridotti al minimo. In questo contesto il metodo scientifico funge da antidoto nei confronti
di atteggiamenti superficiali e dispersivi permettendo la costruzione di schemi interpretativi
(operativi e formali) e affinando le loro competenze in modo da renderle sempre più adatte per un
raccordo degli schemi stessi con il mondo di oggetti e di fatti che li circonda. Tutto ciò stimola e
favorisce il processo di concettualizzazione che rappresenta la modalità attraverso la quale le
interazioni del soggetto con la realtà diventano sempre più significative. In questo senso il processo
di concettualizzazione “rappresenta la modalità attraverso la quale le interazioni del bambino con la
realtà diventano sempre più significative. Tali incontri infatti producono concreti contenuti di
conoscenza, che avranno a loro volta l’effetto di rendere più efficaci e più economici gli incontri
futuri” (Nelson, 1974). L’importante è che ciò che viene proposto non risulti incompatibile con gli
schemi cognitivi del soggetto, che non vada a costituire un corpo estraneo all’interno di un sistema
con il quale non è in grado di interagire. In questo senso risulta essenziale la scelta di contenuti
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concettualmente dominabili dai bambini di questa età e un approccio metodologico che privilegi
l’interazione diretta , coinvolta e coinvolgente con le cose da osservare.
L’educazione scientifica nella Scuola dell’Infanzia e Primaria ‘dovrebbe essere finalizzata
essenzialmente a una tempestiva sensibilizzazione, ad un atteggiamento di confidenza e riflessione
critica nei confronti degli aspetti più propriamente scientifici del mondo (e del linguaggio) in cui
sono immersi gli allievi di oggi, e a contribuire all’acquisizione di quella dimensione pervasiva
della personalità che può essere indicata come atteggiamento scientifico e metodo scientifico, di
fronte ai problemi più urgenti della vita quotidiana.’ (Pontecorvo-Guidoni, 1979).
Lo scopo delle esperienze progettate è quello di stimolare da un lato, la costruzione di
categorie e dall’altro, l’uso di teorie (intese come spiegazioni) per entrare in relazione con il
mondo che ci circonda attraverso modalità sempre più produttive dal punto di vista
cognitivo. Perché “i bambini non hanno teorie. E’ stato ampiamente provato che la loro conoscenza
è ricca, coerente e stabile; (…)ma, nonostante tale coerenza (…) per acquistare un vero e proprio
status teorico, bisogna che la conoscenza sia codificata in un formato utilizzabile al di fuori delle
relazioni imput/output – e sono tali ridescrizioni a essere usate per costruire teorie esplicite”
(Karmiloff-Smith, 1995). Gli alunni con i quali lavoriamo, dunque, non dispongono in modo
automatico di una conoscenza esplicitamente verbalizzabile delle idee e dei principi cui pure si
attengono nell’esplorazione del reale. Proprio per questo è necessario fornire loro gli strumenti più
adatti a facilitare uno sviluppo progressivo nella organizzazione delle nozioni e nelle spiegazioni
che il bambino fornisce dei vari fenomeni, cioè delle teorie che egli si forma. In tutto questo un
ruolo fondamentale è svolto dal linguaggio. L’introduzione di etichette verbali sempre più
appropriate e specifiche consente una differenziazione progressiva tra le proprietà percettive legate
alla funzione e quelle puramente descrittive. In questo ci è di grande aiuto la dimensione sociale del
linguaggio che consente ai bambini, attraverso il confronto, la discussione, la negoziazione dei
termini, di definire e circoscrivere i significati delle parole. “Prima di divenire simbolo del concetto,
la parola è uno strumento per l’astrazione, la sintesi, la simbolizzazione dei tratti essenziali”
(Vigotskij, 1966).
Per ciò che riguarda il curricolo di scienze, la scuola si è messa in gioco proponendo percorsi
all’interno dei quali gli obiettivi didattici si saldano strettamente a quelli di tipo formativo, in una
prospettiva che rivaluta fortemente il legame con il territorio.
2Finalità del progetto
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Obiettivi educativi Obiettivi didattici
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Anche se i contenuti previsti dai percorsi per le singole classe e sezioni sono molto diversi tra
loro, si è cercato di utilizzare sempre il prato della scuola e di inserire gli elementi naturali in esso
contenuti all’interno dei singoli itinerari. Ci è sembrato importante partire sempre dall’osservazione
di cose vicine, quanto più possibile familiari e concrete, innanzi tutto per rivalutare ciò che di bello
ci circonda, che spesso viene dato per scontato e del quale si sottovalutano attrattive e potenzialità.
Inoltre, solo partendo da ciò che ci appartiene e conosciamo meglio possiamo spingerci verso nuovi
apprendimenti. In questo senso le cose che andiamo ad osservare ci forniscono un punto di
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·Capacità di osservare: cogliere e organizzare informazioni
ricavate dall'ambiente;
·Superamento delle resistenze all'utilizzo di materiali e/o alla
manipolazione di oggetti, alla partecipazione ad esperienze;
·Capacità di manipolare: ricercare ed individuare materiali e
strumenti necessari per realizzare esperienze; comprendere le
modalità attraverso le quali è possibile entrare in contatto con
oggetti, sostanze, esseri viventi, senza che questo rappresenti
un pericolo per noi o per le 'cose' osservate.
·Capacità di mettere in relazione, di ordinare e fare
corrispondenze: nella conduzione di un'esperienza
individuare le relazioni, i nessi logici, le tappe evolutive,
·Potenziamento e sviluppo del patrimonio lessicale
allargandolo con la padronanza di aree settoriali di
vocabolario;
·Capacità di spiegare gli eventi e di argomentare in modo
logico.
· Capire che anche i traguardi più semplici sono il frutto di un lavoro lungo e spesso faticoso dell’uomo
· Imparare da chi sa fare e può insegnarci
· Comprendere la necessità di esercitarsi per ottenere risultati soddisfacenti
· Affrontare le difficoltà con pazienza e spirito costruttivo senza lasciarsi scoraggiare ala prima difficoltà
· Giudicare oggettivamente il proprio lavoro e individuare le modalità utili a migliorarlo
· Apprezzare i propri progressi e trovare gratificazione dal proprio lavoro
Collegamento con il territorio
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riferimento stabile dal quale muoversi verso conoscenze più vaste e al quale ritornare arricchiti da
nuove esperienze.
Metodologia
L’elemento unificante del progetto è stata la metodologia condivisa da tutti gli insegnanti
coinvolti e che segue le seguenti fasi di lavoro:
· Contatto diretto con l’ambienti: i bambini hanno avuto la possibilità di lavorare direttamente
con le cose, non in maniera episodica, ma con continuità e ripetutamente nel tempo. I materiali
raccolti durante le esperienze (a scuola e fuori) sono stati tenuti in classe/sezione quanto più
possibile vicino ai bambini per un tempo sufficiente a far sì che tutti abbiano avuto la possibilità
(e/o sviluppare la capacità) di osservarli in situazioni non formalizzate.
· Osservazione del materiale: ciascun materiale raccolto è stato osservati alla ricerca delle
caratteristiche distintive.
· Le caratteristiche individuate da ciascuno sono state elaborate attraverso il disegno o attività di
manipolazione, costruzione (dai bambini della Scuola dell’Infanzia) e attraverso la descrizione
scritta (dai bambini della Scuola Primaria)
· Le caratteristiche emerse sono state sistemate in cartelloni elaborati collettivamente. Il lavoro di
gruppo può rappresentare un valido strumento di apprendimento: il confronto tra punti di vista
diversi impedisce anche ai singoli di fissarsi su un'unica immagine o rappresentazione. Il gruppo
svolge così una funzione di regolazione intellettuale: escludendo gli approcci troppo selettivi e
soggettivi, permette di equilibrare punti di vista divergenti; è proprio nell'interazione con un
oggetto (o un fenomeno) che gli alunni sono in grado di utilizzare, in maniera costruttiva, gli
apporti degli altri.
· Durante le discussioni di gruppo sono stati ripresi gli elaborati individuali alla ricerca del
maggior numero di tratti capaci di definire l’oggetto della nostra osservazione. In questo
contesto si è cercato di approfondire due aspetti: uno linguistico volto a sviluppare nei bambini
la capacità di definire e descrivere aspetti della realtà utilizzando termini quanto più possibile
appropriati; uno cognitivo volto a sviluppare nei bambini la capacità di astrarre, formalizzare e
generalizzare (anche con la costruzione di grafici, tabelle, modelli, simboli….) i contenuti
acquisiti in ambiti specifici.
· Le verifiche si sono concentrate su due aspetti. Da un lato è stata verificata l’acquisizione di
concetti e competenze attraverso l’utilizzo di schede individuali, rappresentazioni grafiche,
conversazioni guidate e registrate, interviste. Dall’altro sono state verificate le modifiche
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comportamentali attraverso l'osservazione sistematica dei comportamenti e degli atteggiamenti
iniziali/finali rispetto a materiali e strumenti e delle produzioni linguistiche spontanee in
situazioni non legate all’attività.
Organizzazione
Per la realizzazione del progetto sono stati formati quattro gruppi di lavoro (dipartimenti): uno
per l’ambito linguistico, uno per l’ambito matematico, uno per quello scientifico, uno per la storia e
l’educazione espressiva. Nel corso di questo ultimo anno si sono inserite all’interno dei dipartimenti
di matematica e scienze, due colleghe della scuola secondaria di primo grado che hanno partecipato
alle fasi della programmazione e della costruzione delle verifiche, ponendo le basi per un
allargamento del progetto.
Il progetto ha avuto una durata triennale. Particolare attenzione è stata riservata all’attività di
formazione per gli insegnanti coinvolti nel progetto, al fine di realizzare una “comunità educante”
che condivide non solo obiettivi e finalità, ma anche approcci metodologici, stili valutativi,
competenze sui linguaggi e le attrezzature multimediali.
L’organizzazione per gruppi diversi da quelli tradizionali (classi e sezioni), la necessità di una
riflessione e di un confronto sull’andamento dei percorsi, necessitano di ore aggiuntive per gli
insegnanti , da dedicare sia al potenziamento delle compresenze, sia alle attività di
programmazione. Oltre alle ore previste dal servizio e del Contratto per la programmazione,
vengono effettuati incontri a cadenza mensile all’interno di strutture dipartimentali stabilmente
strutturate nella scuola, che vedono la partecipazione delle insegnanti della stessa area di
insegnamento (Scuola dell’Infanzia e Primaria e Secondaria). All’interno dei dipartimenti si
procede alla progettazione dei percorsi e al loro monitoraggio in itinere, nonché alla messa a punto
degli strumenti per la verifica e la valutazione.
Strumenti e materialiGli insegnanti si sono avvalsi del seguente materiale: computer, proiettore per diapositive,
macchina fotografica, videocamera, videoregistratore e televisione, registratore audio, materiale da
laboratorio (lenti di ingrandimento, vetrini, termometro, filtri, contagocce, ecc…), materiali per
esperienze sperimentali (contenitori trasparenti di diverse dimensioni, setacci, secchielli e palette,
colini, imbuti, buste e sacchetti trasparenti, ecc…), materiale di recupero (gesso, cera, cotone
idrofilo, materiale per l’edilizia, colori alimentari, uova, frutta, gabbiette, ecc…). Utilizzano inoltre
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tempere, acquerelli, lucidi per lavagne luminose (formato A4), pennarelli per lucidi, carta crespa e
velina.
Sono state organizzate uscite guidate per collegare le esperienze vissute a scuola con realtà
esterne direttamente riconducibili ai contenuti prescelti.
Contenuti Lavorare all’interno di una logica curricolare significa innanzi tutto partire da un’attenta selezione
dei contenuti da proporre. Il criterio per l’effettuazione di tale scelta è rappresentato
dall’adeguatezza e dalla significatività dei contenuti in relazione all’età dei soggetti con i quali
lavoriamo. Lo schema che segue è assolutamente provvisorio, parziale, emendabile. Viene proposto
per avere una base di partenza dalla quale iniziare una sperimentazione che consenta un progressivo
affinamento e adeguamento dei contenuti e dei percorsi alle reali esigenze degli alunni nelle diverse
fasi evolutive.
I percorsi didattici che vengono proposti sono caratterizzati dalla ricorsività e dalla graduale
complessificazione.
Nella Scuola dell’Infanzia non c’è una distinzione netta tra chimica, biologia e fisica, anche se le
insegnanti hanno cura di alternare percorsi connotati diversamente nei tre anni di frequenza dei
bambini.
3 anni: le proprietà percettive; gli aspetti manipolativi
4 anni: le proprietà operative
5 anni: le definizioni operative e la simbolizzazione
Percorsi chimico-fisici: la terra; i sassi; l’acqua
Percorsi biologici: gli animali domestici; gli animali del prato; il fiume; il prato; il bosco; la
frutta; il grano
Percorsi tecnologici: il filo e la stoffa; l’olio; la farina.
Nella Scuola Primaria la distinzione è più marcata ed esistono percorsi sperimentali in linea con le
nuove Indicazioni per il curricolo
Classe biologia chimica fisica
Prima I frutti Le proprietà percettive degli
oggetti
Le proprietà operative degli
oggetti
Seconda Le piante I metalli Proprietà fisiche e chimiche
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Terza I comportamenti alimentari degli
animali
La combustione Le proprietà fisiche e chimiche
Quarta La riproduzione degli animali Le soluzioni
L’evaporazione
Le forze
Quinta Gli organi di senso nell’uomo.
Lo scheletro e le ossa
Il peso e il volume L’energia
Criteri organizzativi della disciplina
Scuola dell’InfanziaI contenuti vengono scelti in modo che i gruppi età abbiano la possibilità di sperimentare, nel corso
dei tre anni di frequenza, esperienze riferibili ad ambiti diversi (chimico-fisic0, biologico,
tecnologico).
Scuola Primaria Le ore a disposizione vengono divise a metà. Nella prima parte dell’anno scolastico vengono
presentate le esperienze che si riferiscono all’ambito chimico-fisico, mentre nella seconda parte, si
affrontano i temi riconducibili all’ambio biologico. Questa scelta nasce dalla considerazione di due
aspetti. Il primo è legato alla reperibilità dei materiali e delle esperienze: l’osservazione di piante e
animali è più facilmente praticabile in primavera, piuttosto che in autunno o in inverno. Il secondo è
di carattere didattico: le esperienze di tipo chimico-fisico sono caratterizzate da maggiore stabilità e
definizione, quindi più semplici da osservare e descrivere. Le competenze maturate in questo
ambito possono venire efficacemente utilizzate per l’analisi di fenomeni più complessi e ambigui
come quelli biologici.
Verifiche e valutazioneLa riflessione sui temi della valutazione ha portato le insegnanti a condividere alcune linee di fondo
che orientano il loro modo di interpretare e rendere operativo questo processo nel contesto più
ampio del loro lavoro.
Criteri e riferimenti teoriciLa valutazione è parte integrante della progettazione. Le attività di verifica e valutazione sono volte
all’accertamento dei risultati ottenuti dai bambini nei diversi ambiti di apprendimento e alla
rilevazione dei processi mentali messi in atto per ottenere quei risultati.
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Una particolare attenzione è rivolta al contesto in cui si osservano i comportamenti, perché i
bambini sono più sensibili, sono più permeabili al contesto quanto più sono piccoli e si comportano
diversamente in relazione al contesto. Questo rappresenta un punto importante sia nella scelta dei
contenuti sui quali programmare le attività didattiche, sia nel momento della verifica e della
valutazione delle abilità e delle competenze. Se non si può parlare di apprendimento
decontestualizzato, tanto meno si può parlare di valutazioni effettuate al di fuori del contesto. Il
conseguimento delle abilità non può essere considerato in assoluto; non può prescindere dalla
situazione. Ciò non significa togliere importanza all’acquisizione di abilità, conoscenze e
atteggiamenti, ma anzi riconoscere l’esigenza di rendere tale acquisizione flessibile e, per quanto
possibile, generalizzabile.
Modalità di raccolta dei datiL’osservazione attenta e sistematica è una delle condizioni per poter compilare quell’inventario
delle conoscenze, degli atteggiamenti già presenti nei bambini; per registrare agevolmente i loro
progressi; per cogliere i loro atteggiamenti nelle situazioni di gruppo; per adattare il colloquio e le
consegne alle loro capacità linguistiche e cognitive e al loro stato d’animo; per entrare in
consonanza emotiva con loro.
L’osservazione è una pratica costante e viene inserita in ogni momento dell’anno scolastico.
I dati raccolti con l’osservazione vengono utilizzati per la valutazione dei singoli bambini, per la
valutazione dell’attività, per modificare il percorso che stiamo facendo, per individuare e definire
difficoltà o punti di eccellenza.
L’osservazione è mirata alla rilevazione di comportamenti, atteggiamenti, sviluppo di competenze,
relazioni, dinamiche di gruppo.
Per la raccolta dei dati vengono utilizzati registrazioni audio/video, interviste, trascrizioni di
conversazioni, produzioni individuali e di gruppo.
Spesso l’analisi e la valutazione delle competenze tendono a limitarsi al “prodotto finale”, alla
prestazione osservabile e misurabile che il bambino è in grado di offrire. Questo approccio si
accontenta di rilevare performance, senza interrogarsi sulle eventuali ragioni che determinano un
successo o un fallimento; ovvero senza andare alla ricerca della dinamica di fattori e di operazioni
che permettono a ciascuno di raggiungere quei risultati in quelle determinate condizioni.
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