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I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniAssociazioni

• Associazioni = gruppi progettati per raggiungere alcuni limitati scopi, che si basano su regolamenti stabiliti e in cui la partecipazione dei soggetti è volontaria, libera e gratuita.

• cosa hanno in comune fra loro i gruppi che chiamiamo associazioni? Si può rispondere considerando il motivo per cui le persone partecipano al gruppo e si adattano alle sue regole [Etzioni 1961].

• Nelle associazioni questo avviene perché se ne condividono i fini, sentendoli come propri, dal momento che corrispondono a propri ideali o interessi. Un insieme di persone che ritiene di avere interessi o ideali simili può dar vita a un’associazione per difenderli o realizzarli insieme.

• Una volta associate, in genere le persone si distribuiscono fra loro alcuni compiti necessari alla vita dell’associazione

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organizzazioni

• Organizzazioni = gruppi progettati per raggiungere alcuni limitati scopi, che si basano su regolamenti stabiliti e in cui la partecipazione dei soggetti è strumentale (lavoro in cambio di denaro).

• al contrario delle associazioni, nelle organizzazioni partecipare è un lavoro, remunerato di solito in denaro. Il motivo della partecipazione dunque è strumentale, e solo in certi casi o in parte può verificarsi anche un’identificazione più o meno sentita con i fini dell’organizzazione; questo resta comunque un fatto secondario.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniATTORI

ARTIFICIALI

• Associazioni e organizzazioni hanno comunque in comune il fatto di essere degli attori, come si diceva, artificiali, costruiti per conseguire obiettivi che le persone reali da sole non potrebbero raggiungere; in tal senso possono essere considerate una delle più grandi invenzioni dell’uomo.

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Gli abitanti degli Stati Uniti imparano da piccoli che bisogna contare su se stessi, e dunque che ci si appoggia all’autorità pubblica solo quando ciò è indispensabile. Da questo spirito nasce una spinta ad associarsi per i fini più diversi: commerciali, politici, letterari, religiosi, ricreativi.

Per Tocqueville la differenza fondamentale tra l’Europa e gli Stati Uniti era legata proprio al maggior numero di associazioni presenti in quel paese.Le associazioni dovevano essere considerate un segno di vitalità della società e un antidoto contro un pericolo interno alla democrazia = quello che gli individui, resi uguali con l’abolizione di vecchi legami, privilegi e obblighi basati sulla famiglia e la comunità locale, diventino deboli nei confronti di uno stato che ha accentrato i poteri di controllo. 5

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Tocqueville cerca di individuare uno spazio che le libere associazioni occupano facendosi largo fra le istituzioni portanti della società: in particolare, fra lo stato, da una parte, e i gruppi ai quali si appartiene per nascita, come la famiglia, dall’altra. Per indicare questo spazio si usa spesso

l’espressione società civile.

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ANDAMENTO DELL’ASSOCIAZIONISMO IN ITALIA

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VARIAZIONI REGIONALI

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniPer Max Weber la forma moderna di organizzazione è la burocrazia

(governo da parte di un ufficio) basata su principi universalistici e dirazionalità.• Un’organizzazione di questo genere si è diffusa nel mondo

moderno perché si presta «alla più universale applicazione a tuttii compiti – e ciò per precisione, continuità, rigore, affidamento»[ibidem, 217]. Di conseguenza, «c’è soltanto la scelta traburocratizzazione e dilettantismo» [ibidem, 218]. Il motivo dellasua efficienza sta poi fondamentalmente nel fatto che nellaburocrazia potere e controllo sono esercitati sulla base dellaconoscenza e della competenza. In questo senso si tratta diun’organizzazione razionale.

• La burocrazia (tipo ideale) è la miglior forma organizzativa intermini efficacia (la capacità di un’azione di raggiungere irisultati che si propone), ed efficienza (valutare il dispendio dirisorse impiegate per ottenere i risultati)

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniI caratteri distintivi della burocrazia sono:

Divisione stabile e specializzata di compiti = studiata esclusivamente in vista degli scopi dell’organizzazione e stabilita da regole, che prescrivono come comportarsi a seconda delle situazioni; ogni problema simile viene trattato allo stesso modo e le soluzioni previste dalle regole non devono essere reinventate ogni volta.Precisa struttura gerarchica = chi occupa una posizione ha i poteri per compiere gli atti che a quella posizione competono dà ordini a coloro che dipendono da lui (e controlla che tali ordini vengano eseguiti) riceve ordini dai suoi superiori.Competenza specializzata per ogni posizione = preparazione adeguata di chi quella posizione occupa; esercizio a tempo pieno e continuativo della professione; assegnazione alla posizione per mezzo di un meccanismo di concorso, come garanzia di competenza; meccanismi di carriera.Remunerazione in denaro per ogni posizione = pagata dall’organizzazione e mai dai clienti di questa; nessuna possibilità di appropriarsi del posto definitivamente, di cederlo ad altri o passarlo in eredità.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniLIMITI DEL MODELLO BUROCRATICO

Secondo Weber, la burocrazia è ilmodo più efficiente per affrontare lerichieste della complessa societàmoderna, in quanto essa si fonda suun’organizzazione razionale, dovepotere e controllo sono esercitati sullabase della conoscenza e dellacompetenza.

MAChi ha studiato empiricamente le organizzazioni si è accorto che tale principio è spesso disatteso e la burocrazia molto spesso non è efficace e neppure efficiente.

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PERCHÉ?

I sociologi hanno sviluppato diverse interpretazioni del fenomeno, costruendo modelli teorici di spiegazione più o meno complicati:

- formalismo burocratico (Merton)- giochi di potere (Crozier)

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniIl formalismo burocratico

• La struttura burocratica esercita una pressione costante sul funzionario affinché sia metodico, prudente, disciplinato.

• In tali condizioni, chi lavora nell’organizzazione tende a sviluppare una caratteristica deformazione professionale: i regolamenti, che erano stati concepiti come strumenti per raggiungere certi scopi, diventano per lui dei fini in se stessi; seguire con precisione e con scrupolo le regole diventa più importante e più gratificante che ottenere i risultati.

• Atteggiamenti di questo genere ostacolano in particolare la capacità di adattamento alla grande varietà di situazioni particolari, che non sono state previste nei regolamenti generali. Di conseguenza, proprio le condizioni che normalmente portano all’efficienza, in situazioni particolari e specifiche producono inefficienza.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniDEVIANZA

tensione fra mete culturali e mezzi istituzionalizzati:Metodi di adattamento Mete

culturaliMezzi

istituzionalizzatiConformismo + +Innovazione + –Ritualismo – +Rinuncia – –Ribellione + / – + / –

Legenda: + significa “accettazione”; (–) significa “rifiuto”; (+/–) significa “rifiuto di mete o mezzi dominanti e sostituzione con nuove mete e nuovi mezzi”.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniI giochi di potere

• Nelle organizzazioni esistono relazioni di potere, vale a dire la possibilità di interferire sul comportamento di altri al di là degli ambiti di autorità previsti dall’organizzazione.

• Questo si verifica in quanto il comportamento di ciascuno non è mai perfettamente previsto e visibile:ogni incertezza nella regolamentazione di un ruolo organizzativo comporta l’esistenza di un certo potere discrezionale nelle mani di chi quel ruolo svolge. Potere che può essere da lui utilizzato per “contrattare” la propria partecipazione nell’organizzazione, in vista di vantaggi particolari:

• i privilegiati cercheranno di conservare le fonti di incertezza alla base del loro privilegio

• i danneggiati cercheranno di sottometterle a controllo

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniModelli organizzativi

• gli individui non si comportano come macchine, ma interagiscono con l’organizzazione mettendo in gioco propri fini anche in concorrenza con quelli dell’organizzazione, le persone non sono mai completamente prevedibili.

• è possibile progettare uno schema di comportamenti standardizzati se i problemi che l’organizzazione sono semplici e si presentano senza grandi variazioni da un momento all’altro, o a seconda dei clienti; standardizzare i comportamenti non è facile quanto più l’organizzazione opera in un «ambiente instabile»– Direzione per obiettivi– Teoria delle cinque configurazioni organizzative di

Mintzberg

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Direzione per obiettivi Peter F. Drucker [1964].

• più che alle regole bisogna fare attenzione agli obiettivi, fissati a grandi linee e non nei dettagli; – gli obiettivi sono in certa misura contrattati fra superiori e

inferiori, ciò che implica un’ampia possibilità di discuterli senza tenere troppo conto della gerarchia nel valutare le proposte;

– i rapporti sono più personalizzati, la carriera per anzianità è prevista, ma si deve soprattutto tener conto dei risultati che una persona ottiene e dei contributi che essa dà alla soluzione dei problemi

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniConfigurazioni organizzative di Henry

Mintzberg [1983]

Per ottenere un’organizzazione efficace, Mintzberg ha individuato cinque modelli organizzativi, che tengono conto delle dimensioni, della tecnologia impiegata e della prevedibilità dell’ambiente:- struttura semplice- burocrazia meccanica- burocrazia professionale- struttura divisionale- adhocrazia

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni Struttura semplice = il controllo è esercitato direttamente dal

vertice, il quale accentra tutte le funzioni di direzione. Burocrazia meccanica = coordinata attraverso la standardizzazione

dei compiti e la gerarchia. Burocrazia professionale = coordina i dipendenti con un lungo

tirocinio di formazione esterno all’organizzazione; una volta assunti, verificata la loro capacità professionale, questi hanno un’ampia discrezionalità nello svolgimento del loro lavoro. Avendo spesso a che fare con utenti, sono quest’ultimi che esercitano un controllo sulla qualità del servizio.

Struttura divisionale = il coordinamento si ottiene fissando obiettivi generali e compatibili fra loro a settori con funzioni diverse (le divisioni), che poi sono indipendenti nelle loro scelte sul come raggiungerli.

Adhocrazia = gruppi di lavoro con compiti specifici, formati da persone che si conoscono bene e lavorano insieme fidandosi delle rispettive competenze, senza vincoli di gerarchia e regole precise, ai quali sono assegnati compiti che richiedono alta professionalità, ma anche capacità di inventarsi procedure e regole, perché si tratta di battere strade nuove.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniA best way?

• non esiste un unico modo migliore (in inglese si dice one best way) per progettare un’organizzazione. Non solo. Anche all’interno di un’organizzazione parti diverse tendono a organizzarsi in modo diverso: un gruppo ad hoc costituito per affrontare un problema di ricerca in un’azienda fa ad esempio affidamento sulla burocrazia meccanica che classifica le pratiche, si occupa del pagamento degli stipendi e così via. Un’organizzazione efficiente deve essere in grado di ricomporre un insieme integrato di forme diverse.

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniAttori e decisioni

• In ultima analisi esistono solo delle persone che decidono, ma le organizzazioni possono essere considerate degli attori collettivi che prendono decisioni. «Prendere decisioni» significa grosso modo perseguire degli obiettivi, anche se non è esattamente la stessa cosa.

• Il problema di distinguere obiettivi dell’organizzazione e obiettivi delle persone non si pone o è meno importante nel caso delle associazioni. Si pone invece per le organizzazioni, alle quali le persone partecipano strumentalmente per i vantaggi che ne ricavano, più o meno indifferenti ai fini dell’organizzazione in quanto tali.

• gli obiettivi dell’organizzazione sono definiti da coalizioni, vale a dire da gruppi di persone con interessi comuni che si alleano con altri gruppi con interessi diversi dai loro contrattando certe decisioni cruciali

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniLa razionalità organizzativa e i suoi limiti

Il concetto di «razionalità» e il suo uso sono complicati

• La razionalità è sempre una razionalità limitata, che mira a ottenere non i massimi risultati possibili in astratto, ma risultati soddisfacenti, semplificando la realtà in modelli, che trascurano la catena delle cause e degli effetti oltre un certo orizzonte.

• La razionalità limitata è la razionalità possibile e concretamente perseguibile in normali condizioni di incertezza [Simon 1957].

1978 premio Nobel per l’economiaDeceduto 2001

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Assumendo il concetto di razionalità limitata, si può distinguere fra:

• razionalità sinottica/razionalità incrementale o strategica

• razionalità individuale/razionalità collettiva

• razionalità funzionale/razionalità sostanziale

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Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2012Capitolo IV. I gruppi organizzati: associazioni e organizzazioniRazionalità sinottica vs incrementale

Razionalità sinottica consiste nel poter fare inizialmente delle scelte che tengano conto di tutti i dati rilevanti, in relazione a obiettivi condivisi e chiari, predisponendo i mezzi necessari ai fini.

Razionalità incrementale si riferisce ad attori che, come spesso succede, non hanno all’inizio idee assolutamente chiare ed esattamente coincidenti sulle strategie da mettere in atto. Essa riconosce definiti alcuni obiettivi di massima, la necessità di aggiustamenti progressivi, la possibilità di trovare in un momento successivo mezzi e occasioni che prima non si vedevano o non erano disponibili, di cambiare dunque anche obiettivi per strada, cercando accordi e soluzioni soddisfacenti.Quanto più l’ambiente è instabile, tanto più è necessaria una razionalità incrementale per poter ottenere risultati.

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• Razionalità individuale / Razionalità collettiva = l’organizzazione dev’essere tale da permettere che una decisione soggettivamente razionale rimanga razionale quando è riesaminata dal punto di vista del gruppo (Simon).

• Razionalità funzionale = è quella di chi si adatta a ordini ricevuti eseguendoli senza errori, o a procedure e obiettivi stabili, senza discuterli.

vs• Razionalità sostanziale = è quella di chi cerca di comprendere come

diversi aspetti di una situazione siano collegati fra loro, interrogandosi sul loro significato e valutandoli in base ai propri criteri di giudizio, anche rispetto ad altre possibilità.

Relatività della razionalità

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