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I ”Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA
I “Centri di Eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità
del suolo del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA Carmine Siniscalco°
°(ISPRA/NAT-DIR – Responsabile del “Progetto Speciale Funghi”;
GMEM-AMB – Presidente e Direttore CS; CSB; “Centro di Eccellenza”presso il CSB del GMEM-AMB;
REFERENTE per tutte le TEMATICHE MICOTOSSICOLOGICHE del CSM-AMB
INTRODUZIONE Dopo un’intensa attività seminariale, della durata di quattro anni con frequenza mensile, che ha
fatto capire l’importanza fondamentale dell’interdisciplinarietà nella ricerca scientifica sui funghi ed
ha collegato tra loro e mobilitato varie realtà della ricerca italiana (*), il “Progetto Speciale
Funghi” dell’ISPRA, nel 2012 ha formulato la proposta del Progetto dei ““Centri di Eccellenza”
per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo” (Fig.1), con la finalità di integrare al
massimo con lo studio dei macromiceti e mixomiceti i dati sul biomonitoraggio del suolo che
affluiranno al “Tavolo Tecnico per la rete nazionale di monitoraggio della biodiversità e degrado
dei suoli”Programma Re Mo” (Fig.2) nominato a giugno del 2012 da ISPRA su richiesta del
Ministro del MIPAF in attuazione delle istanze della Comunità Europea**;***; ****; *****
.
Fig 1: Logo dei “Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi”
dell’ISPRA realizzato da L. Campana (Segreteria Tecnica del Progetto)
Fig 2: Quaderno ISPRA 4-2012 “Programma RE MO” scaricabile
gratuitamente al seguente indirizzo:
<http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/quaderni/natura-e-biodiversita/programma-re-mo.-rete-
nazionale-monitoraggio-biodiversita-e-degrado-dei-suoli>
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I ”Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA
* Unità operative nazionali ed internazionali che partecipano al “Progetto Speciale Funghi”dell’ISPRA”:
1. Il Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
2. Il Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
3. L’Associazione Micologica Bresadola–Centro Studi Micologici (AMB–CSM) con 130 Gruppi Micologici sul
territorio nazionale e 10.000 soci micologi legata ad ISPRA da una Convenzione non Onerosa dal 2003 (tre
Convenzioni triennali dal 2003 al 2006, dal 2007 al 2010 e dal 2011al 2014; in fase di rinnovo per il triennio
2014-2017).
4. Le Università: UniPI (Pisa); UniPD (Padova); UniTS (Trieste); UniRM2 (RomaTor Vergata); UniCT
(Catania); UniTO (Torino); UniPG (Perugia); UniRM1 (Roma La Sapienza); UniTUS (Viterbo); UniPR
(Parma); UNIMI (Milano).
5. Ente CRA: RPS di Roma (Relazioni Pianta Suolo); RPS Gruppo di Ricerca di Torino (Relazioni Pianta
Suolo); PAV di Roma (Patologia Vegetale).
6. CNR: Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale (IBAF-Roma); Istituto di Biologia e Biotecnologia
Agraria (IBBA-Pisa); Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari (ISPA-Bari).
7. JRC/CE. [Joint Research Centre/European Commission di Ispra (VA)].
8. ICM [Istituto Cantonale di Microbiologia del Canton Ticino(CH)].
9. Agenzie Regionali: ARTA Abruzzo; ARPA Lazio.
10. Azienda Forestale della Regione Calabria (AFoR).
11. Enti Parco: Parco Naturale Regionale Sirente Velino (AQ); Riserva Naturale Monterufeno (VT); Parco del
delta del Po (RO); Parco Appennino Tosco Emiliano (RE); Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli
(PI); Parco Regionale Suburbano Marturanum a Barbarano Romano (VT); Tutti i Comuni della ZPS del
Torrente Cerreto per le “Forre Tufacee del Viterbese”(Comuni di Monterosi (VT), Nepi (VT), Castel S. Elia
(VT)); ecc..
12. Amm. Provinciale di Roma; Amm. Provinciale di Viterbo
13. Regione Lazio, Regione Campania (Sett. Ecologia-di Salerno), Regione Veneto (Dipartimento Territorio di
Mestre)
14. Amm. Comunali del Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna, ecc..
15. Aziende Sanitarie Locali del Lazio; Lombardia; Puglia; Veneto; ecc.
**Estratto da pag 1 del quaderno ISPRA 4-2012: ““Programma RE MO” Rete nazionale Monitoraggio
Biodiversità e Degrado dei Suoli”:
La rete che qui si propone è nata da una richiesta di informazioni della Commissione Europea, relativa al Country
Profile sulle aree a rischio di perdita di biodiversità del suolo. La risposta dovrà pervenire alla Commissione da parte
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) entro l’anno 20132. Allo stesso tempo, la
rete contribuirà a risolvere i problemi legati alla raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati e delle informazioni
esistenti in Italia, in funzione sia della predisposizione di piani e programmi utili alla tutela della biodiversità sia della
trasmissione delle esperienze acquisite alle nuove generazioni di ricercatori e operatori ambientali a tutti i livelli.
2 Richiesta del MATTM prot. DPN-2009-0023173 del 30.10.2009
***Estratto da pag 37 del quaderno ISPRA 4-2012: ““Programma RE MO” Rete nazionale Monitoraggio
Biodiversità e Degrado dei Suoli”:
Per un’effettiva tutela del suolo, la Commissione europea raccomanda interventi in grado di proteggere il suolo a
livello sopranazionale, nazionale, regionale e anche locale (CE 2006d).
A livello nazionale, all’interno della strategia per la biodiversità, l’avvio di un programma di monitoraggio della
biodiversità del suolo è indicato come una priorità d’intervento per il raggiungimento degli obiettivi specifici
(MATTM 2010).
L’obiettivo principale della rete di monitoraggio proposta in questo documento è accrescere le conoscenze sulla
biodiversità dei suoli italiani a tutti i livelli e diffondere il concetto che la tutela del suolo e della sua parte
vivente protegga direttamente e indirettamente tutte le altre risorse naturali, alimentari, idriche,
atmosferiche e, non ultime, culturali.
Tale rete di monitoraggio consiste in un sistema integrato e standardizzato di raccolta delle informazioni e delle
conoscenze disponibili sul degrado e sulla biodiversità dei suoli italiani.
In altre parole, la rete di monitoraggio è tesa a soddisfare i due seguenti obiettivi:
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1. la realizzazione di un sistema informativo transdisciplinare che permetta di confrontare e analizzare in maniera
integrata le conoscenze specifiche su tipo e struttura delle comunità edafiche nelle diverse tipologie, coperture e usi
del suolo;
2. la conservazione della biodiversità edafica, inclusi i relativi servizi ecosistemici, ottimizzando le operazioni di
monitoraggio, controllo, recupero ambientale e bonifica di siti contaminati.
****Estratto da pag 36 del quaderno ISPRA 4-2012: ““Programma RE MO” Rete nazionale Monitoraggio
Biodiversità e Degrado dei Suoli”:
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) già in passato ha avviato una serie di
progetti, quali CTN_TES (Centro Tematico Nazionale Territorio e Suolo), CARG (Progetto CARtografia Geologica),
IFFI (Progetto Inventario dei Fenomeni Franosi d'Italia), SIAS (Progetto Sviluppo di Indicatori Ambientali sul
Suolo), Progetto Speciale Funghi65
, creando reti di collaborazione a livello nazionale; inoltre, altri enti e istituzioni
(tra cui ARPA/APPA, Regioni e Province autonome, CNR, CRA66, ENEA, ISS, CFS) stanno contribuendo a riempire
parte di questi vuoti conoscitivi.
65
Disponibile al 12.09.12 sul sito web:
<http://www.ambbresadola.org/files/Centri%20di%20Eccellenza%20Progetto%20Speciale%20Funghi.pdf>;
vedere anche la pubblicazione Cenci et al., 2010, disponibile sul sito web:
<http://eusoils.jrc.ec.europa.eu/ESDB_Archive/eusoils_docs/other/EUR24415IT.pdf>
*****Estratto da pag 39 del quaderno ISPRA 4-2012: ““Programma RE MO” Rete nazionale Monitoraggio
Biodiversità e Degrado dei Suoli”:
Inoltre, in questa fase il tavolo tecnico proporrà una prima lista di centri d’eccellenza (ossia centri di raccolta,
identificazione, elaborazione e conservazione dei dati sulla biodiversità edafica)** che svolgeranno specifiche
attività di monitoraggio e archiviazione delle informazioni.
Il PROGETTO dei “CENTRI di ECCELLENZA”
“Centri di Eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo del “Progetto
Speciale Funghi” dell’ISPRA
Premessa
I “Centri di eccellenza per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo”, nell’ambito del
“Progetto Speciale Funghi”, costituiscono lo strumento individuato in ISPRA attraverso il quale
realizzare studi multidisciplinari su quanto previsto dalle diverse normative in materia di
conoscenza e monitoraggio della biodiversità del suolo stesso.
Introduzione
Ai funghi viene riconosciuto un ruolo molto importante quali indicatori di diversità, a livello
genetico, in termini di ricchezza e abbondanza di popolazione e, pertanto, si prestano ad essere
utilizzati nello studio e nel monitoraggio della biodiversità di un ecosistema o di un ambiente
(Benedetti A., 2006).
La comprensione dei meccanismi che agiscono sul mantenimento e sulla evoluzione degli
ecosistemi non può prescindere dalla conoscenza precisa di chi fa cosa. In particolare l’efficienza
delle interazioni dinamiche nelle relazioni trofiche del suolo risulta legata, oltre che ai diversi
elementi ambientali e pedologici, anche ai rapporti che le varie componenti vegetali, micologiche e
della fauna del suolo a diverse scale (micro, meso e macro) stabiliscono tra di loro (Siniscalco
C.,2009
Motivazioni e scopi
Il punto di partenza per perseguire l’obiettivo di protezione e difesa della biodiversità del suolo
è raggiungere un adeguato livello di conoscenza della sua estensione e della sua distribuzione
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spaziale e temporale. Il monitoraggio del grado di biodiversità del suolo costituisce un elemento
essenziale per l’individuazione precoce di una possibile alterazione (nella maggior parte dei casi
peggiorativa) e per permettere l’adozione di idonee misure di contenimento del peggioramento
stesso (Gardi et al., 2009).
Gli scarsi dati esistenti non consentono ancora di ricavare procedimenti deduttivi utili a
comprendere appieno cosa stia accadendo e a prevedere cosa accadrà in futuro. È evidente, tuttavia,
che i fattori antropici alla base delle attuali minacce per il suolo incidono sempre di più. I
cambiamenti globali stanno acuendo sia le emissioni di gas serra prodotte dal suolo sia fenomeni
come l’erosione, le frane, la salinizzazione e la diminuzione di sostanza organica dei suoli. Tutto ciò
fa pensare che il degrado dei suoli in Europa continuerà, e probabilmente a un ritmo anche più
accelerato (COM(2006) 231).
Pertanto, l’urgenza di adottare programmi di monitoraggio della biodiversità del suolo è data sia
dall’aumento delle pressioni su di essa, sia dal limitato stato di conoscenza attuale (Gardi et al.,
2009).
La strategia tematica europea per la protezione del suolo identifica lo stato di biodiversità del
suolo come uno dei vuoti di conoscenza più importanti (Gardi et al., 2009), e la strategia nazionale
per la biodiversità indica come uno degli obiettivi prioritari l’avvio di una rete di monitoraggio della
biodiversità dei suoli (Strategia nazionale biodiversità, 2010).
Lo scopo dei “centri di eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo del
“Progetto Speciale Funghi”dell’ISPRA è accrescere le conoscenze sulla biodiversità dei suoli
italiani, la più elevata in Europa e la più complessa da studiare per la varietà del mosaico ambientale
e pedologico nazionale.
Normative
“I governi e le autorità amministrative devono pianificare e gestire razionalmente le risorse
rappresentate dal suolo” (Carta Europea del Suolo, Consiglio d’Europa, 1972).
Il suolo nel corso degli ultimi decenni è stato sottoposto a un crescente numero di pressioni e a
un aumento della intensità dello sfruttamento; per questo motivo l’importanza della protezione del
suolo è stata riconosciuta a livello internazionale durante il Summit Mondiale dei Capi di Stato di
Rio de Janeiro tenutosi nel 1992, durante il quale 193 Paesi hanno ratificato la Convenzione sulla
diversità biologica (CBD, Convention on Biological Diversity) al fine di tutelare la diversità
biologica, l'utilizzo durevole dei suoi elementi e la ripartizione giusta dei vantaggi derivanti dallo
sfruttamento delle risorse genetiche.
Tale convenzione ha annoverato la biodiversità del suolo tra i settori che richiedono un’attenzione
particolare. Vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada, l’Australia, il Brasile e diversi
paesi in via di sviluppo, hanno varato politiche per la protezione del suolo che comprendono
legislazione, linee guida, sistemi di monitoraggio, individuazione delle aree a rischio, inventari,
programmi di bonifica e strumenti di finanziamento per i siti contaminati per i quali non è possibile
determinare i responsabili.
Varie politiche comunitarie aiutano a difendere il suolo, in particolare quelle ambientali (ad
esempio in materia di acque e di aria) e quelle agricole (con le misure agro-ambientali e la
condizionalità); tuttavia, le politiche in vigore non riescono a proteggere tutti i suoli né a
individuare tutti gli elementi che possono rappresentare una minaccia per questa matrice. E per
questo il degrado continua (COM(2006) 231).
Data l’importanza del suolo e la necessità di evitarne l’ulteriore degrado, il sesto programma
d’azione per l’ambiente aveva previsto di formulare una strategia tematica per la protezione del
suolo (Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002).
Pertanto, nel 2006 la Commissione Europea ha comunicato al Consiglio, al Parlamento europeo, al
Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni la “Strategia tematica per la
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protezione del suolo”, finalizzata a proteggere il suolo e a garantirne un utilizzo sostenibile,
denominata COM(2006) 231.
A seguito della strategia, è stato redatta una valutazione d’impatto, denominata SEC(2006) 1165,
con l’obiettivo di valutare gli impatti economici del degrado del suolo e gli impatti economici,
ambientali e sociali delle varie misure previste per prevenire tale degrado.
Sempre nel 2006 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva del Parlamento
europeo e del Consiglio che istituiva un quadro per la protezione del suolo e modifica la direttiva
2004/35/CE: detta direttiva, denominata COM(2006) 232, non è stata approvata.
Infine, nel 2012 la Commissione europea ha presentato al Parlamento europeo, al Consiglio, al
Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni una relazione riguardante
l’”Attuazione della strategia tematica per la protezione del suolo e le attività in corso”, denominata
COM(2012) 46.
Sebbene il suolo rappresenti, come collettore di tutte le sostanze depositate da aria e acqua, uno
degli elementi fondamentali dell’ambiente, la legislazione del nostro Paese, che sulla protezione
delle acque e sulla salvaguardia della salubrità dell’aria è al passo con gli altri paesi europei, è in
notevole ritardo rispetto al suolo.
Nella legislazione italiana, infatti, si parla per lo più di difesa dal dissesto idrogeologico e di difesa
di territorio, paesaggio e infrastrutture, difesa delle acque e del loro deflusso. In realtà, il suolo non
viene considerato quale elemento naturale che assicura funzioni chiave a livello ambientale,
produttivo, sociale ed economico.
Attualmente, nella normativa nazionale mancano azioni di tutela delle specie, delle comunità e delle
funzioni della biodiversità del suolo. Nonostante queste ultime abbiano un valore incalcolabile,
poiché svolgono servizi ecosistemici considerati indispensabili per la vita della Terra, vengono
ancora raccolte in maniera occasionale e disorganizzata molte informazioni di base (tassonomia,
status, dinamica, minacce, distribuzione), anche per le specie più note.
Al contrario, affinché il suolo possa continuare a svolgere le sue diverse funzioni, è urgente che se
ne preservino le condizioni e, dove necessario, si cominci a impostare azioni di recupero del
degrado passato e presente.
Nel 2006 è stato emanato il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia
ambientale”, che si occupa di suolo nella Parte terza “Norme in materia di difesa del suolo e lotta
alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche”,
Sezione I “Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione”. Tale decreto ha subito
una serie di modifiche e integrazioni: il D. Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4 “Ulteriori disposizioni
correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia
ambientale”, il D. Lgs. 29 giugno 2010, n. 128 “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3
aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
giugno 2009, n. 69” e il D. Lgs. 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva
2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che
abroga alcune direttive”.
Nel 2010, anno internazionale della biodiversità, l’Italia si è dotata della Strategia nazionale sulla
biodiversità. Tale Strategia si colloca nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia con la ratifica
della Convenzione sulla Diversità Biologica avvenuta con la Legge n. 124 del 14 febbraio 1994.
La strategia annovera fra le principali minacce il generalizzato processo di perdita del suolo e
cambio della sua destinazione d’uso, con conseguente perdita, modificazione e frammentazione
degli habitat (Strategia nazionale biodiversità, 2010).
Piano Progettuale
1. Mappatura e censimento della flora micologica per elaborare elenchi di specie per ciascun
habitat in base alle segnalazioni.
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Le specie fungine caratteristiche e differenziali sono quelle che emergono dal confronto con altri
habitat. Tali specie rappresentano un primo campionario di elementi di pregio ecologico e di
indicatori di qualità ambientale. La scelta dei transetti vegetazionali all’interno dei quali effettuare
le ricerche micologiche è basata sui seguenti criteri:
- aree con diversità vegetazionale elevata
- aree con diversità di gradienti ecologici
Le stazioni scelte per la mappatura ed il censimento della flora micologica si prestano ad analisi di
correlazione diacroniche per valutare l’eventuale legame tra cambiamenti del popolamento
micologico e alterazioni dei gradienti in esame.
2. Associazione della flora micologica ai sistemi europei di classificazione delle unità
territoriali
L’associazione tra i sistemi europei di classificazione delle unità territoriali, relativamente all’uso
del suolo (CORINE Land Cover) e ai biotopi (CORINE Biotopes, EUNIS, NATURA 2000) e gli
ambienti di rilevamento della micoflora italiana.
L’individuazione delle relazioni Specie–Habitat (Natura 2000) e Biotopi (CORINE, EUNIS), e la
conseguente realizzazione di banche dati floro-vegetazionali e micologiche permettono di:
effettuare analisi della biodiversità a livello specifico e di comunità;
approfondire la conoscenza ecologica nei diversi ambienti di interesse nazionale e
comunitario con particolare riferimento alle specie e agli habitat rari e protetti;
raccogliere informazioni sulla distribuzione delle specie nei diversi habitat e sui serbatoi di
biodiversità associando i sistemi europei di classificazione delle unità territoriali,
relativamente all’uso del suolo (CORINE Land Cover), ai biotopi (CORINE Biotopes,
EUNIS, NATURA 2000) e ai rilievi micologici;
utilizzare le specie come bioindicatori della qualità degli eventuali interventi di ripristino;
utilizzare le specie come indicatori nella realizzazione di carte della naturalità, della
pressione antropica, della sensibilità ecologica e carte della vulnerabilità
3. Mappatura e censimento della fauna (micro-meso-macro) da correlare alle funzioni dei
microrganismi per redigere i primi rapporti sull’ecologia del suolo che relazionino sui
Funghi, la biodiversità del suolo ed i relativi servizi ecosistemici.
Il suolo entra in relazione con le piante a cui fa da supporto, formando un ecosistema unico con
esse, i funghi, la fauna (micro-meso-macro), ed i microrganismi. La funzione degli organismi
viventi del suolo è di molteplice natura: si esplica sia nei processi pedogenetici, sia nella
regolazione dei cicli degli elementi nutritivi e quindi nella stessa nutrizione delle piante. I
microrganismi intervengono infatti nella mineralizzazione della sostanza organica, nella sintesi
dell’azoto, nella formazione dell’humus e agiscono inoltre sulla mobilizzazione degli elementi
minerali. Ma il suolo è anche un’entità vitale che svolge servizi fondamentali per l’ecosistema, per
cui ricerche transdisciplinari sono state condotte allo scopo di evidenziare i rapporti di sinergismo e
competizione dei microrganismi con le micorrize e/o i carpofori nelle diverse situazioni
pedologiche. Recentemente, la fauna del suolo è stata oggetto di attente ricerche da cui iniziano ad
emergere le correlazioni tra la sua presenza e lo sviluppo delle fruttificazioni fungine. Anche nel
caso dei rapporti tra ife ectomicorriziche e fauna del suolo, i rapporti che intercorrono tra le varie
componenti biotiche e la loro potenziale funzione di indicatori, sono stati esaminati in dettaglio da
studi compiuti sulle specie pregiate di Tuber, che hanno analizzato i ruoli e i rapporti tra le varie
componenti, gettando nuove basi per future sperimentazioni sulla bioindicazione dei suoli. In tal
senso, l’analisi integrata dei bioindicatori del suolo consente di validare i sistemi di monitoraggio
della qualità ambientale valutando alle diverse scale (micro-meso-macro) i fattori che
maggiormente influiscono sulla biodiversità e i relativi servizi ecosistemici.
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Risultati attesi
Copertura del territorio nazionale e delle più importanti tipologie di suolo per quanto riguarda le
conoscenze di base sulla biodiversità edafica.
Realizzazione di database specifici per i diversi taxa esaminati (in un primo tempo, i principali o
meno difficili da realizzare, in un secondo tempo, su scala globale).
Produzione di atlanti, manuali e linee guida per il riconoscimento e il monitoraggio della
biodiversità edafica, di cartografia tematica sulla distribuzione potenziale ed effettiva (basata su
monitoraggi appositi effettuati dalla rete nazionale).
Realizzazione di una rete di centri di eccellenza per la raccolta, l’identificazione, l’elaborazione e
la conservazione dei dati sulla biodiversità edafica.
Partner
Vedi *
“Centri di Eccellenza” Realizzati ed Operativi
(aggiornamento al 25 febbraio 2014)
1. Centro di Eccellenza ISPRA presso il GMEM-AMB (Lazio – Abruzzo)
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento del GMEM-AMB per il “Progetto Speciale Funghi” è
presso il “Centro Studi per la Biodiversità dell’Etruria Meridionale” (CSB) del GMEM-AMB a
Nepi (VT)
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” e Direttore del “Centro Studi per
la Biodiversità dell’Etruria Meridionale è il Micologo (DPR del 14-7-95 N° 376) Dott. Carmine
Siniscalco.
Sezioni:
GMEM-AMB Sezione di Nepi (VT),
GMEM-AMB Sezione di Roma Nord(RM),
GMEM-AMB Sezione di Acquapendente (VT),
GMEM-AMB Sezione di Sant’Oreste (RM),
GMEM-AMB Sezione di Rocca di Mezzo (AQ)
Strutture del GMEM-AMB coinvolte: Comitato Scientifico del GMEM-AMB (CS).
Centro Studi per la Biodiversità dell’Etruria meridionale (CSB).
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
Regione Lazio.
Provincia di Roma; Provincia diViterbo.
Comuni della ZPS del Torrente Cerreto per le “Forre Tufacee del basso Viterbese”:
Monterosi (VT), Nepi (VT), Castel S. Elia (VT).
Comune di Sant’Oreste.
ISPA-CNR Bari(BA).
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Ente CRA: RPS- di Roma (Relazioni Pianta Suolo) e RPS Gruppo di Ricerca di Torino (Relazioni
Pianta Suolo).
UNI TO (Torino); UNI MI (Milano); UNI PR (Parma).
Enti Parco coinvolti negli studi condotti
ZPS del Torrente Cerreto(VT).
Riserva Naturale Monte Soratte (RM).
Parco Regionale Suburbano Marturanum a Barbarano Romano (VT).
Riserva Naturale Monterufeno (VT).
Parco Naturale Regionale Sirente Velino (AQ).
2. Centro di Eccellenza ISPRA presso la Confederazione Micologica Calabrese (CMC)
(Calabria))
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento della CMC per il “Progetto Speciale Funghi” è presso il
“Gruppo Micologico Sila Greca-AMB” ad Acri (CS).
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” è il Micologo (DPR del 14-7-95
N° 376 ) Ing. Carmine Lavorato.
Sezioni:
Gruppo Micologico Sila Greca-AMB (CS)
Gruppo Micologico Vibonese-AMB (VV)
Gruppo Micologico Sila Cosentina-AMB (CS)
Gruppo Micologico Roccella Jonica-AMB (RC)
Gruppo Micologico Reggino-AMB (RC)
Gruppo Micologico Platania-AMB (CZ)
Gruppo Micologico Melito P.Salvo-AMB
Gruppo Micologico Lametino-AMB (CZ)
Gruppo Micologico. Giffonese-AMB (RC)
Gruppo Micologico Catanzaro-AMB (CZ)
Gruppo Micologico Basso Tirreno Cosentino-AMB (CS)
Strutture della CMC coinvolte: Comitato Scientifico della CMC (CS della CMC)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Sila Greca-AMB (CS)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Vibonese-AMB (VV)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Sila Cosentina-AMB (CS)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Roccella-AMB (RC)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Reggino-AMB (RC)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Platania-AMB (CZ)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Melito P.Salvo-AMB
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Lametino-AMB (CZ)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico. Giffonese-AMB (RC)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Catanzaro-AMB (CZ)
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico Basso Tirreno Cosentino-AMB (CS)
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti
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I ”Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
ISPA-CNR Bari(BA).
Azienda Forestale della Regione Calabria (AFoR).
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti
Ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
3. Centro di Eccellenza ISPRA presso il GEMAL-AMB (Lazio))
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento del GEMAL-AMB per il “Progetto Speciale Funghi” è
presso il “GEMAL-AMB” a Bracciano (RM).
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” è il .Micologo (DPR del 14-7-95
N° 376 ) Aristide Appolloni.
Sezioni:
Gruppo Micologico Ecologico Alto Lazio-AMB (GEMAL-AMB) di Bracciano (RM).
Strutture del GEMAL-AMB coinvolte: Comitato Scientifico del GEMAL-AMB (CS del GEMAL-AMB).
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti:
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti:
Ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
4. Centro di Eccellenza ISPRA presso l’AMET-AMB (Sicilia))
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento dell’AMET-AMB per il “Progetto Speciale Funghi” è
presso l’AMET-AMB a Palermo(PA)
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” è il Micologo (DPR del 14-7-95
N° 376 ) P.I. Santo Scandurra.
Sezioni:
Associazione Micologica Econaturalistica Trinacria-AMB (AMET-AMB) di Palermo (PA).
Strutture dell’AMET-AMB coinvolte: Comitato Scientifico dell’AMET-AMB (CS) dell’AMET-AMB).
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti:
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
ISPA-CNR Bari(BA).
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I ”Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti:
Ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
5. Centro di Eccellenza ISPRA presso l’ARTA ABRUZZO (Abruzzo))
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento dell’ARTA ABRUZZO per il “Progetto Speciale Funghi” è
presso il “Distretto Provinciale di l’Aquila” (AQ).
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” e Direttore del “Distretto
Provinciale di l’Aquila” è la Dott.ssa Virginia Lena.
Sezioni:
Distretto Provinciale dell’Aquila, Casello di Bazzano-Bivio per Monticchio- Aquila (AQ).
Strutture dell’ l’ARTA ABRUZZO coinvolte:
Distretto Provinciale dell’Aquila.
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti:
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
ISPA-CNR Bari(BA).
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti:
Parco Naturale Regionale Sirente Velino (AQ).
Altri Enti ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
6. Centro di Eccellenza ISPRA presso il Comando Regionale del CFS per la Campania
(Campania)
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento del Comando Regionale del CFS per la Campania per il
“Progetto Speciale Funghi” è presso il “Comando Regionale CFS Campania (NA).
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” e “Comandante Regionale” è il
Primo Dirigente Dott. Vincenzo Stabile.
Sezioni:
Comando Provinciale Corpo forestale dello Stato di Avellino (AV).
Comando Stazione del Corpo forestale dello Stato di Serino (AV).
Strutture del Comando Regionale del CFS per la Campania coinvolte:
Comando Provinciale Corpo forestale dello Stato di Avellino (AV).
Comando Stazione del Corpo forestale dello Stato di Serino (AV).
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti:
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
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I ”Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
ISPA-CNR Bari(BA).
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti:
Ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
7. Centro di Eccellenza ISPRA presso il GRUPPO MICOLOGICO E NATURALISTICO
“R. FRANCHI”-AMB di Reggio Emilia (Emilia Romagna)
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento del GRUPPO MICOLOGICO E NATURALISTICO “R.
FRANCHI”-AMB per il “Progetto Speciale Funghi” è presso il “GRUPPO MICOLOGICO E
NATURALISTICO “R. FRANCHI”-AMB” a Reggio Emilia (RE)
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” è il Micologo Dott. Luigi Cocchi.
Sezioni:
Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi”-AMB di Reggio Emilia (RE).
Strutture del Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi”-AMB di R. E. coinvolte:
Comitato Scientifico del Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi”-AMB di R. E..
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti:
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
IREN spa.
Ente CRA: RPS(Relazioni Pianta Suolo).
UNIPR (Parma).
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti:
Parco dell’Appennino Tosco Emiliano.
8. Centro di Eccellenza ISPRA presso il COMUNE DI COMPIANO (PR) per
“Appennino Parmense” e “Comunalie Parmensi” (Emilia Romagna)
Centro Operativo e di Coordinamento
Il Centro Operativo e di Coordinamento del Comune di Compiano (PR) per il “Progetto Speciale
Funghi” è presso il Comune di Compiano (PR) a Compiano (PR)
Il responsabile di detto “Centro per il Coordinamento Operativo” è il Micologo Dott. Daniele
Uboldi.
Sezioni:
Comune di Compiano.
Gruppo Micologico “G. Passerini”-AMB di Parma (PR).
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I ”Centri di Eccellenza” del “Progetto Speciale Funghi” dell’ISPRA
Strutture del Comune di Compiano e del Gruppo Micologico “G. Passerini”-AMB di Parma
coinvolte: Comitato Scientifico del Gruppo Micologico “G. Passerini”-AMB di Parma.
Altre strutture ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Amministrazioni coinvolte negli studi condotti:
Dipartimento Difesa della Natura ISPRA con i Servizi: NAT–APR; NAT–CAR; NAT–BIO.
Dipartimento Difesa del Suolo ISPRA con il Servizio SUO–IST.
UNIPR (Parma)
Altre Amministrazioni ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.
Enti Parco coinvolti negli studi condotti:
Ancora in fase di definizione e trasmissione ad ISPRA.