Document

16
A A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” Luglio - Agosto 2005 Anno VI n°4 Vogliamo amare Gesù Credere Passionista Comastri: Lettera ai genitori Due mamme riflettono sulla Lettera Il Maestro umile: V. Nazareno Santolini Formarsi per formare gli altri Consacrati: messi a parte per uso santo Consacrazioni a Fossacesia e Roccaraso Testimonianze e notizie Sommario

description

http://www.amicidigesucrocifisso.org/wp-content/uploads/2010/04/2005-4.pdf

Transcript of Document

Page 1: Document

AAmici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Luglio - Agosto 2005Anno VI n°4

Vogliamo amare Gesù Credere PassionistaComastri: Lettera ai genitori Due mamme riflettono sulla Lettera Il Maestro umile: V. Nazareno Santolini

Formarsi per formare gli altriConsacrati: messi a parte per uso santo Consacrazioni a Fossacesia e RoccarasoTestimonianze e notizie

Sommario

Page 2: Document

“G esù si commosse profonda-mente e dichiarò: «In verità,in verità vi dico: uno di voi

mi tradirà». Giovanni, r eclinandosi sul petto di Ge-sù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È co-lui per il quale intingerò un boccone e glielo darò».E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Isca-riota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone,satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quelloche devi fare fallo al più presto»…. Preso il boccone,egli subito uscì. Ed era notte”

(Gv 13, 21…30).Molte volte i vangeli ci parlano della commozione di

Gesù. Egli si commuove spessoper tenerezza, per compas-sione, di fronte al dolore, perla morte di un amico. Questavolta la commozione di Ge-sù è un dolore profondo peril tradimento di un amico,uno dei dodici, che lo tradi-sce per 30 denari!

La reazione di Gesù rivelatutta la gravità del tradimen-to: “Gesù si commosseprofondamente e dichiarò:«uno di voi mi tradirà…” .Gesù ha scelto Giuda comeapostolo fra tanti. Gli ha datoun segno particolare di fidu-cia costituendolo ammini-stratore della comunità degliApostoli; Giuda rispondecon il tradimento. È il tradi-mento dell’amore. Quantopiù grande è stato l’amore diGesù per Giuda, tanto piùgrave è il suo peccato. Quan-do una passione entra nelcuore, vi entra la notte, vi en-tra satana.

Giuda tradisce Gesù conun bacio: cambiare un segnodi amore in un segno di morteè l’atto più ripugnante per eliminare un amico. È l’ipo-crisia più ripugnante. Il mistero di Giuda fa paura: daapostolo a figlio della perdizione. Tutti possiamo esse-re tentati di nascondere mancanze anche gravi dietro lafacciata di una devozione superficiale, di una pietà ap-parente. Tutti possiamo passare da una promessa so-lenne di amore a Gesù all’abbandono dell’amore.

La comunione di GiovanniL’Eucaristia è uno dei doni più grandi del Signore, è

davvero un bacio di amore che Gesù ci dà e che noidiamo a lui, è l’intimità più profonda tra noi e Lui:“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue di-mora in me e io in lui” (Gv 6, 56).

Ricevendo Gesù con fede e amore, posando il no-stro capo sul suo petto, si forma un cuore solo conLui, si diventa come Giovanni, “il discepolo che Ge-

sù amava”, si diventa come i santi, come santa Gem-ma. Nella preparazione alla prima comunione, la pic-cola Gemma Galgani aveva sentito dire dal sacerdote:«Chi si ciba di Gesù, vivrà della sua vita». Ricordala santa: “Queste parole mi riempivano di tantaconsolazione. Ragionavo tra me: dunque quandoGesù sarà con me, io non vivrò più in me, perchéin me vivrà Gesù. E morivo dal desiderio di arriva-re presto a poterdir e queste parole, nel meditarle,passavo intere notti” . Questi sentimenti l’accompa-gnarono in tutta la vita. Diceva a Gesù: «Tu ardi, oSignore, io brucio. Senza nessun fuoco vicino, misento bruciare, senza nessuna catena addosso, a

Gesù mi sento stretta e legata.O Gesù, mi cerchi amore;non ne ho più: mi hai ru-bato il cuore”. Questa è lacomunione dei santi; questadeve essere la comunionedegli Amici di Gesù.

La comunione deltiepido e del traditore

Purtroppo nel Cenacolonon c’era solo Giovanni;c’era anche Giuda. Anchedavanti alla mensa eucaristi-ca c’è sempre un Giovanni,una Gemma Galgani; ma c’èsempre anche “chi mangia ebeve senza riconoscere ilcorpo del Signore” , chimangia e beve con indiffe-renza, per abitudine, distrat-tamente, senza una prepara-zione e un ringraziamento;peggio ancora, c’è sempreanche “chi mangia il pane obeve il calice del Signore inmodo indegno”, rinnovandoil bacio di Giuda. San Paolo

ci ammonisce: “Chiunque inmodo indegno mangia il pane o beve il calice del Si-gnore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi diquesto pane e beva di questo calice; perché chi man-gia e beve senza riconoscere il corpo del Signore,mangia e beve la propria condanna” (1Cor 11,27-29).

Nel banchetto eucaristico c’è sempre la comunionedel santo, del tiepido, del sacrilego.

Nell’accostarci alla Comunione, dobbiamo ricorda-re sempre le due condizioni essenziali del vecchio ca-techismo: “essere in grazia di Dio e poi sapere epensare chi si va a ricevere”. E quanto ci ha ricorda-to san Paolo, con parole gravi e accorate. Questo annoeucaristico accresca la nostra fame eucaristica e l’im-pegno di ricevere Gesù in un cuore limpido e accesodi vero amore.

P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

2

Il bacio di Giuda. Codice miniato, secolo XV. Biblioteca Palatina di Parma.

Il r if iuto dell’amore e il tradimentoLUGLIO 2005

Page 3: Document

Amò sino alla fine“Gesù… , dopo averamato i suoi che erano nel

mondo, li amò sino alla fine”(Gv 13,1), cioè fino al-l’eccesso, fino a dare la vita. Ha amato il Padre, finoad agonizzare, per fare la sua volontà.

Gesù è stato tentato dal maligno, ma ha vinto per sée per noi: “Viene il principe del mondo, egli non hanessun potere su di me; ma bisogna che il mondo sap-pia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre miha comandato. Alzatevi, andiamo”. (Gv 14, 30-31). Econ coraggio va incontro alla croce.

Dopo il discorso sull’Eu-caristia, nella sinagoga diCafarnao, Gesù è conte-stato e abbandonato damolti discepoli. Alloradice agli apostoli: “For -se anche voi volete an-darvene?” Gli risposeSimon Pietro: “Signo-re, da chi andremo? Tuhai parole di vita eter-na; noi abbiamo credu-to e conosciuto che tusei il Santo di Dio” (Gv6, 67-69). Gli apostoli ri-masero con Gesù.

Nell’ultima cena, Gesùdice con tristezza agliapostoli, impauriti dal-l’annunzio della passioneimminente: “Ecco, verràl’ora in cui vi disperde-rete ciascuno percontopr oprio e mi lasceretesolo…. Voi avrete tribola-zione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto ilmondo!” Gv 16, 32-33).

Tutta la vita di Gesù è stata “croce e martirio”. Èstato provato in tutti i modi. Ha sperimentato le tenta-zioni del maligno, la persecuzione, l’odio, le avver-sità, una dolorosissima passione, fino a morire dissan-guato e straziato sulla croce. Ma Egli ha vinto, è rima-sto fedele al Padre e a noi fino alla fine. “Le grandiacque delle prove non hanno potuto spegnere l’a-more” nel cuore di Cristo (Conf. Ct 8,7).

Sulle orme di CristoSiamo discepoli di un “Maestro crocifisso”, che ha

portato una croce pesantissima; per questo siamochiamati anche noi a prendere la nostra croce e a se-guirlo. Egli ci ripete: “Abbiate fiducia; io ho vinto ilmondo!” (Gv 16, 33).

Dice la Scrittura: “Figlio, se ti presenti perservireil Signore, preparati alla tentazione” (Sir. 2,1). Chivuole seguire seriamente il Signore, deve essere di-sposto a partecipare alla sua passione, per poter parte-cipare alla sua gloria, come san Paolo che desidera“par tecipare alle sofferenze di Cristo, diventando-

gli conforme nella morte, con la spe-ranza di giungere alla risurrezione dai morti”(Fil 3, 9-11). Così tutti i santi. Le prove si presentanonelle forme più varie:- Prove esteriori: malattie, insuccessi e delusioni nella

vita, difficoltà sociali ed economiche, malignità, per-secuzioni, calunnie, odi, divisioni in famiglia…

- Prove interiori : dubbi nella fede, silenzio di Dio,aridità nella preghiera, difficoltà con il proprio ca-rattere, problemi affettivi, angoscia, depressione, in-comprensioni…

- Il peccato: debolezze morali, abitudini cattive chenon si riesce a cambiare, la

continua tentazione di“viver e secondo lacarne e non secondolo Spirito” (Rm 8, 5).

La tentazione e leprove della vita, nelpiano di Dio, servono acrescere nella fede enell’amore autentico.Nel piano del maligno,servono ad allontanareda Dio, a spingere allaribellione contro di Lui.Basta ricordare la storiadi Giobbe.

Dopo la confessionedi Pietro a Cafarnao,Gesù commenta con tri-stezza: “Non ho forsescelto io voi, i Dodici?Eppure uno di voi è undiavolo!”. Egli parlavadi Giuda, che stava per

tradirlo” (Gv 6,70).Commenta san Paolo: “I desideri della carne por-

tano alla morte… infatti sono in rivolta contro Dio.Quelli che vivono secondo la carne non possonopiacere a Dio” (Rm 8, 6-8).

“V ivere secondo la carne”significa lasciarsi gui-dare dall’egoismo, dalle passioni, dal mondo. Invece“tutto concorr e al bene di coloro che amano Dio”(Rm 8,28).Da questo il grido di vittoria dell’apostolo:“Se Dio è pernoi, chi sarà contro di noi? Chi ci se-parerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tri-bolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, lanudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cosenoi siamo più che vincitori pervir tù di colui che ciha amati. Io sono infatti persuaso che né morte névita, né angeli né principati, né presente né avveni-re, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’al-tra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio,in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8, 34-39).

Dobbiamo avere paura che qualcosa, o qualcuno,possa separarci dall’amore di Cristo. Solo una fedeprofonda e un amore sincero e totale sono le armidella vittoria e la sicurezza che “nessuna creaturapotrà mai separarci dall’amor e di Dio, in CristoGesù, nostro Signore”. P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

3

Riccardo si consacra a Gesù Crocifisso: Roccaraso, 25-6-05.

“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” (Rm 8,15)

AGOSTO 2005

Page 4: Document

La fede cristiana nasce dalla croce. Il passionista,

grazie al proprio carisma e allapropria spiritualità, si trova alle

sorgenti della fede. Il modo in cui il passionista crede e

pratica la fede deve testimoniarealla chiesa che la fede reca

l’impronta del Crocifisso Risorto.

Croce e misteri della fedeSecondo gli evangelisti Matteo, Marco e Luca, la

professione di fede nasce alla vista del modo in cuiGesù muore in croce:“Davvero costui era figlio diDio”, Mt 27,54 e Mc 15,39, esclama il centurione roma-no che aveva proceduto all’esecuzione capitale delCrocifisso. In Lc, il centurione “glorifica Dio”, echiama Gesù “giusto”, 23,47. Questa impostazione èun invito a inginocchiarci ai piedi della croce per ca-pire chi è Gesù e per renderci conto che la croce in-clude e rivela tutti i contenuti della fede e della sal-vezza. Mentre realizza il mistero della passione emorte del Signore, la croce riflette tutte le altre di-mensioni del mistero salvifico.

Il mistero della Trinità Dopo aver parlato diverse volte del Padre e dello

Spirito Santo, sulla croce Gesù rivela la loro azione ela loro presenza, e si rivela intimamente unito a loro.

Immerso nel dolore della morte, Gesù prega il Pa-dre per noi e si abbandona nelle sue mani. Si sentedono del Padre per la nostra salvezza e ci fa sentireche il Padre guida l’evento che si sta consumando.L’amore con cui Gesù si dona alla morte per noi è l’a-more trinitario, che si esprime nella persona delloSpirito Santo. Sulla croce Gesù è sostenuto dallo Spi-rito. Egli vive come amore al Padre e a noi la vicendache noi percepiamo come dolore. Secondo l’evangeli-sta Giovanni, Gesù dona lo Spirito al mondo nel mo-mento stesso in cui muore. Spirare significa sia darel’ultimo respiro che effondere lo Spirito. E ne offre ilsegno nel sangue e acqua del cuore trafitto. Così sullacroce si anticipa anche il mistero della Pentecoste.

L’unità e trinità di Dio è il mistero più incomprensi-bile della fede cattolica, ma accanto a Gesù che muo-re in croce possiamo percepirne bagliori illuminanti.

Il mistero dell’incarnazioneQuesto mistero non si compie solo nella concezione

verginale di Maria o nella nascita di Gesù a Betlem-me. Quelli sono gli inizi. La vita terrena di Gesù ne èlo sviluppo. Ma solo la morte ne è il compimento.

Non basta credere che il Figlio di Dio è nato comeuomo per dire che fu perfettamente uomo. Era neces-sario che morisse, perché la vicenda umana si compienella morte. Noi non siamo completamente uomini odonne finché la nostra esistenza non sarà consumatanella morte. Non possiamo dire di aver fatto tutto fin-ché non avremo compiuto la cosa più importante, cheè la morte. Morire bene è l’impresa di cui dobbiamopreoccuparci più di ogni altra. La croce rivela non so-

lo che Gesù è Figlio di Dio, ma che è anche veramen-te uomo. Davvero Dio s’è incarnato.

Il mistero della RisurrezioneAi piedi della croce si comprende che quella morte

non poteva essere la fine. Per noi oggi questa dedu-zione è ovvia, perché abbiamo sviluppato la dottrinadell’unità del mistero pasquale. La fede del centurio-ne romano non poteva percepire in quella morte i se-gni della risurrezione, ma quella fede stessa era già unbagliore di risurrezione. L’evangelista Giovanni pre-senta la passione e morte di Gesù come il camminodel suo trionfo, l’anticipo della sua risurrezione. Lapotenza dell’amore con cui Gesù si dona al Padre pernoi è un’energia di vita tale che già si chiama “la po-tenza della risurrezione”. Nel rapporto trinitario, ilPadre glorifica il Figlio, e lo Spirito Santo lo rende“spirito vivificante” nel momento stesso in cui escedal tunnel della morte. Allora Gesù entra anche comeessere umano, risorto e asceso, nel cuore della Trinitàalla destra del Padre, dove come Dio-Figlio risiededall’eternità.

Il mistero dell’EucaristiaNella messa proclamiamo che l’Eucaristia è “Mi-

stero della Fede”, fonte e culmine di tutti gli aspettidel mistero della salvezza rivelati, attuati e comunica-ti all’umanità. Nell’Eucaristia la Trinità compie il pianodella salvezza nella storia,prolungando la presenzadi Dio nel mondo iniziatanell’incarnazione. Il Ri-sorto, nella potenza delsuo Spirito e tramite ilministero della chiesa,rende presente sull’altarela sua morte. Nell’Euca-ristia è presente la stessarealtà del Calvario, più lagraduale attuazione stori-ca della sua efficacia,perché il Risorto unisceal suo sacrificio la chiesasua sposa ancora in cam-mino nel tempo.

Il mistero della maternità spirituale di Maria

Prima di spirare sullacroce Gesù ci dona suaMadre. Per l’evangelistaGiovanni è un altro mo-mento essenziale dellamissione di Gesù. Egliha già istituito l’Eucari-stia, ci ha rivelato e do-nato il Padre, ci ha la-sciato la parola, la co-munità e i sacramenti.Ma a tutti questi benic’era da aggiungere an-che sua Madre. Gesù ci

PENSIERO PASSIONISTA luglio-agosto 2005

CREDERE PASSIONISTA

Amici di Gesù Crocifisso

4Via Crucis

a S. Gabriele: 22-5-2005.

Page 5: Document

offre questo dono immediatamente prima del donodella propria vita e dello Spirito Santo. Difatti dopoaver detto: “Ecco tua Madre, Ecco tuo figlio”,espri-me la sua sete del dono supremo, quindi afferma chetutto è compiuto, e muore. Tra i compiti affidati dalPadre c’era anche quello di donarci la Madre. Il Pa-dre ha fatto dono di Maria-Madre non solo al Figlioper l’incarnazione, ma anche a tutti noi per la nostrasantificazione. Maria è nostra Madre nell’ordine del-la grazia per opera dello Spirito Santo. È Madre ditutti i credenti per volontà del Padre, del Figlio e del-lo Spirito Santo.

Fede e vita sacramentaleLa fede non è una lista di verità da accettare, ma la

vita di Dio da vivere. Ci è offerta nella rivelazione ecomunicata nei sacramenti. Ai piedi del CrocifissoRisorto scopriamo le verità della fede, ma è nei sacra-menti che queste verità diventano vere in noi, cioè di-ventano nostra vita come vita di Dio partecipata. Ineffetti la croce non solo è rivelazione delle verità del-la fede, ma anche scaturigine dei sacramenti della fe-de, come viene significato dal sangue e acqua chesgorgano dal cuore squarciato di Gesù. In ogni sacra-mento noi siamo in contatto con Gesù che muore incroce. È come se morissimo amando come lui. Perquesto nei sacramenti attingiamo la salvezza.

Credere è entrare nel mondo di Dio, essere innesta-

ti in lui, comunicare del suo essere edella sua vita. Significa pensare volere agire ama-re in Dio e come Dio. Noi ci esprimiamo con questeliste di operazioni, ma Dio è semplicissimo e ci am-mette ad attingere dalla sua pienezza. La dottrina cri-stiana usa anche altri termini per descrivere il rappor-to tra Dio e la creatura umana. Parla di grazia, che èla natura divina a noi partecipata, e di virtù teologali,che sono le facoltà con cui tale vita si esprime. Sonorealtà divine, non umane. Dio vive in noi e noi siamovissuti da Dio. Fede è l’espandersi della vita trinitariasulla creatura umana. È come la Trinità ad extra. Èl’inizio dell’integrazione dell’esistenza umana nell’e-sistenza divina, il cui compimento avverrà nella rica-pitolazione universale operata dal Risorto.

I mistici medievali parlavano della fede comegrembo che Dio ci dona per essere concepito e pernascere in noi e nel mondo. Da soli non potremmomai concepire, cioè avere idee e concetti su Dio. Ilcervello umano non è capace di pensare Dio. PerciòDio ci dona la fede. Maria di Nazareth è Madre delVerbo incarnato perché come donna poteva concepir-lo anche fisicamente, ma prima che nel grembo fisicolo ha concepito nel grembo della fede. Nella fede tuttidobbiamo essere come lei.

Fede e sofferenzaDurante la vita e il ministero di Gesù, la gente e gli

apostoli avevano avuto barlumi di fede, ma eranoadesioni superficiali. La prova della Passione ha spaz-zato via ogni traccia di fede. La sofferenza e la mortesono la prova cruciale della fede. Possono farla vacil-lare o perdere, ma anche renderla incrollabile.

Nel vangelo di Marco, nessun uomo osa affermareche Gesù sia Dio. Il Padre lo proclama nel battesimoe nella trasfigurazione, i demoni lo urlano quando so-no scacciati dagli ossessi, ma la gente si domanda fi-no all’utimo chi sarà (segreto messianico). Sotto lacroce qualcuno proclama la verità. L’identità di Gesùè intuita e accettata nel vedere il modo in cui soffre emuore. San Paolo apostolo svilupperà la dottrina af-fermando che la fede cristiana è legata alla risurrezio-ne, ma sia lui che i vangeli unificano i due momentidel mistero pasquale. La spiritualità passionista ha lamissione di dare valore alla sofferenza alla luce dellafede. Nei raduni internazionali, nei quali sia laici chereligiosi passionisti condividono le esperienze del ca-risma nelle diverse aree geografiche e culturali, que-sto aspetto emerge in maniera sempre più evidente.

La società odierna ha aumento a dismisura il benes-sere, ma ha anche moltiplicato il dolore sia fisico chemorale. La gente affolla i centri di spiritualità dei pas-sionisti o accorre ai loro conventi quando il dolorebussa alle porte con la miseria, i lutti, le malattie, lelacerazioni familiari. I passionisti sono chiamati acredere e sperimentare che il dolore è l’occasione piùpreziosa per amare; che quando si soffre si può amarepiù che in ogni altra situazione della vita; che soffren-do e amando si è allo stesso tempo crocifissi e risorti.Allora saranno in grado di testimoniare e annunciarela sapienza e potenza della croce, che è la potenzadell’amore, cioè la potenza della risurrezione.

Gabriele Cingolani cp

Amici di Gesù Crocifisso

5

Page 6: Document

Amici di Gesù Crocifisso

6

III - Lettera ai genitori

La prima via dell’educazione:stare insieme!

II primo compito dei genitori è dare tempo ai figli,trascorrere ore ed ore con loro, lasciarli parlare, dia-logare con loro sui problemi che crescono con 1’età esi modificano con gli anni. Molti genitori invece, persottrarsi a questo fondamentale dovere paterno e ma-terno, suppliscono al furto del tempo moltiplicandoregali, vacanze e fine settimana pieni di mille sorpre-se, ma vuoti di dialogo e di affetto. Cari genitori, tor-nate a dare tempo ai figli! Ritagliate ogni giorno unospazio significativo per diventare amici dei vostri figlie per tenere il polso della loro vita che cresce e si po-pola di interrogativi, che devono avere in casa la pri-ma risonanza e la prima fondamentale risposta: questaè la vostra insostituibile missione!

La seconda viadell’educazione: offrire modelli

di vita Lo scrittore fran-

cese Georges Ber-nanos, in una acutaanalisi sullo svuota-mentospirituale checaratterizza la societàmoderna, così scriveva:“Non è possibile capire lasocietà contemporanea senon si prende atto, che essaè costituita da una vera con-giura contro 1’interiorità. Ma,attenti bene! Una civiltà non crollacome un edificio. Si direbbe più esatta-mente che una civiltà crolla svuotandosi a poco a po-co della sua sostanza, finché non resta che una scorzasenza più un contenuto. E allora avviene il crollo”.Aveva ragione Georges Bemanos. E qualcosa di simi-le può accadere alle persone quando si lasciano guida-re dai “modelli frivoli e vuoti” che popolano il mondotelevisivo e il mondo dello sport e il mondo dellospettacolo e il mondo della politica. Bisogna, infatti,che ci ricordiamo sempre che la vita (e, in modo parti-colare, la vita di un figlio che cresce e cerca segnaliper prendere la giusta direzione) dipende fondamen-talmente dai modelli ai quali ognuno fa riferimentoper ispirare le proprie scelte. Ecco, allora, una doman-da da esame di coscienza per tutti i genitori, per tuttigli educatori e per tutti i responsabili della comunica-zione: quali modelli stiamo proponendo ai nostri gio-vani? II caso televisivo “Grande fratello” mi ha subitopreoccupato e turbato per questo preciso motivo: per

la visione di vita che ha alle spalle e che, dolcementee allegramente, vuole trasmettere ai telespettatori,coinvolgendoli in una avventura apparentemente in-nocua, mentre, in realtà, è velenosa e demolitrice diogni valore. Durante una visita ad una scuola elemen-tare di un piccolo paese delle Marche, nel dialogospontaneo e simpatico con i ragazzi mi sentii rivolge-re una domanda assolutamente inattesa (inattesa da unragazzo di terza elementare!): “Lei, cosa ne pensa del‘Grande fratello’?”. Rimasi addolorato per il fattoche un ragazzo di terza elementare seguisse uno spet-tacolo televisivo cosi vuoto e cosi insidioso e mi per-misi di dire: “Se al posto di quelle persone ci fosserotuo papà e tua mamma, tuo fratello e tua sorella, tusaresti contento?”. II ragazzo si fece un pochino pen-soso e poi rispose: “Penso di no!”.Presi una decisio-ne. Tramite la maestra, chiesi di poter incontrare lamamma del bambino. Dopo alcuni giorni avvenne

1’incontro con grande rispetto e grande cor-dialità. Domandai, a un certo punto,

alla mamma: “Ritenete che siaun bene, per il vostro bam-

bino, fargli seguire il‘Grande fratello’?”.

La mamma (la vedoancora!) mi guardòcon occhio inter-rogativo e poi re-plicò: “II bambi-no! E mio mari-to?…non perdeneppure una pun-tata... anche di

notte. Pensi unpo’!”. C’era vera-

mente da pensare...che se questi sono gli

adulti di oggi, come saran-no quelli di domani, cre-

sciuti alla luce di questi mo-delli? Non dimentichiamo un

fatto fondamentale: da questi mo-delli (il modello di vita “Grande fratel-

lo”!) non possono nascere famiglie, non possono na-scere “padri” e “madri”, non possono maturare impe-gni, non può svilupparsi un senso della vita come mis-sione bella e seria.

Per questo motivo è urgente riportare all’internodella famiglia una circolazione di sapienza e di fedevissuta. Bisogna rientusiasmare i figli nei confrontidi ideali che diano senso alla vita e, in parallelo, ènecessario aiutare i giovani a sviluppare una capa-cità critica nei confronti dei modelli falsi e autodi-struttivi, che la nostra società offre con ingannevoledisinvoltura. Non bisogna nascondere i problemi,non bisogna rimandarli, non bisogna incipriarli, ma,a tempo opportuno, bisogna avere il coraggio di af-frontarli insieme ai figli, dando ad essi la ragionedelle scelte fatte e vissute dai genitori; questo signi-fica educare! (continua)

Mons. Angelo Comastri

Piccoli Amici a San Gabriele: 22 maggio 2005.

Page 7: Document

nu

gv

kg

hb

hj

kw

nk

jk

mu

k

Impegno di una mamma

Quando ho letto per la prima volta la lettera dimons. Comastri ai genitori, mi si è aperto il

cuore e una grande consolazione è scesa in me. Datempo avevo gli stessi pensieri, ma non sempre mi so-no sentita sicura della validità di essi dato che, guar-dandomi attorno, spesso vedo segni contrari. L’urgen-za di crescere i miei figli, difendendoli dalla nostra so-cietà anticristiana e antiuomo, dalla cultura della mor-te e del vuoto esistenziale, dalla filosofia dilagante delrelativismo (di cui ci ha parlato molto bene BenedettoXVI), è stata una causa e anche un effetto del mioriavvicinamento al Signore e della mia comprensionee adesione a quei principi morali che la Chiesa ci pro-pone riguardo alla vita della famiglia. Ho sentito subi-to forte la necessità di radicare bene la crescita deimiei figli nella fede e nella vita della Chiesa, sicurache solo qui c’è la salvezza e la possibilità di condurreuna vita piena, felice e sicura. Fin da piccolini ho cer-cato di inserirli nelle organizzazioni parrocchiali adat-te a loro, in modo da far trovare lì i loro amici di gio-co: feste, gite, campi scuola, servizio alla messa, mesedi maggio, partecipazione alla messa. Non ho aspetta-to che fossero loro, una volta cresciuti, a scegliere,perché le “occasioni” del mondo non aspettano, e,quando gli interessi sono rivolti altrove, è difficilecambiare rotta. Non è stato facile, non perché loro op-ponevano resistenza, ma perché ho incontrato criticheproprio nelle persone più vicine, che vedono quasi un“handicap” per un giovane frequentare la Chiesa inmaniera “eccessiva”. Comunque non mi sono mai fat-ta influenzare, vedendo che i ragazzi, ormai cresciuti,sono tranquilli e sicuri di quello che fanno e non te-mono il giudizio di coetanei e più spesso degli adulti.In famiglia, grazie alla loro presenza, abbiamo da annicominciato a pregare insieme, sia al mattino, prima dipartire ognuno per i propri impegni, che alla sera pri-ma di coricarci. Sento la necessità di seguirli da vici-no, senza dar loro l’impressione di controllarli. Questoviene dall’esperienza della mia adolescenza, vissutasenza una presenza costante dei genitori e senza un’e-ducazione morale e religiosa ben definita; cogliendonegli errori, i pericoli scampati, vedo le insidie che il

mondo può tendere ad un giovane che ècostretto a cercare affetto e riferimenti di apparte-nenza fuori della famiglia latitante, perché occupata inaltre cose, magari necessarie, ma non fondamentaliper la vita di un figlio. È vitale per i figli crescere conla certezza di avere accanto a sé i genitori a sostenerlie ad amarli come sono, dando loro la capacità di anda-re per il mondo gradualmente da soli, distinguendo ilbene dal male. Il punto fondamentale è la presenza vi-va del Signore nei loro cuori, vivendo tutto a secondadell’età, da bambino, adolescente, ragazzo, adulto,ma, sempre all’interno del rapporto con Dio. Questo èmolto importante anche per favorire l’ascolto dellachiamata vocazionale che il Signore prepara per ognisuo figlio; e noi genitori siamo responsabili in questocompito che ci è stato affidato. Far capire questa pre-senza reale di Dio nella nostra vita, è un pensiero gui-da nell’educazione dei figli, perché, oltre ad essere diconforto e di aiuto, fa capire che la vita dobbiamo vi-verla con impegno cristiano. Qualcuno penserà orache i miei figli siano dei santi e la mia famiglia un mo-dello di santità. Non è così naturalmente; i ragazzi so-no come gli altri, con tutti gli alti e bassi della crescita.Però sono sicura che, qualunque cosa possa succederenella loro vita, il Signore è con loro e loro lo sanno.Da parte mia li affido a Dio ogni giorno per mezzo diMaria e cerco di confidare sempre più nella luce e nel-la misericordia di Dio. Questa è la mia esperienza digenitore e di figlia: sarebbe bello poter conoscere altresituazioni di vita famigliare per confrontarci e crescereinsieme. Maria Grazia Coltorti

Amici di Gesù Crocifisso

7

Due mamme riflettono sulla Lettera ai genitori

La professione e la famiglia

“I nvio una piccola riflessione che mi ha suscitato la “lettera ai genitori” di Mons. Comastri e quella diuna mamma Amica. Vorrei mandare un saluto anche alla mamma, rassicurandola perché non è sola.

Nutro un’ammirazione enorme perle donne che hanno scelto il part-time per seguire la famiglia e sonoconvinta che sia questa la scelta migliore sia per se stesse che per i propri cari. La mia professione nonconsente questo (lavoro nella direzione di un ospedale), al contrario, è il luogo ideale per i “carrieristi”. Iosono praticamente l’unica a fare un orario di lavoro regolare, mentre i miei colleghi e le mie colleghe sonoininterrottamente in ufficio. Fra di loro alcuni non sono sposati, nonostante la non più verde età, altri sonodivorziati e con bambini anche piccoli, altri ancora hanno una famiglia che non vedono praticamente mai.Noto come il luogo di lavoro siafrequentemente un attentato all’unità della famiglia; mi è capitato spessodi sentirmi denigrare per aver espresso la miagioia e realizzazione nella mia vita di coppia. Io, però, sonodavvero felice ed appagatacosì e, grazie a Dio, non ho problemi di depressione o di esaurimento, comeinvece accade a colleghi più “moderni”. Spero solo, in futuro, di poter dedicare più tempo alla mia fami-glia e prego che questa crescasempre nell’amore”. Maria Laura Equizi

Rosella e Alvaro,Amici di G.C., celebrano il 25° dimatrimoniocon i loro tre figli.

Page 8: Document

ÈÈcon gioia che consideriamo un santoPassionista Marchigiano. NazarenoSantolini nasce infatti a Caldarola

(MC) il 23 ottobre 1859 da Domenico e da FilomenaGualdi. La famiglia è numerosa, lui è il quarto di do-dici figli. Il papà è medico e piuttosto autoritario. Na-zareno è molto vivace, ma buono e aiuta i fratellinipiù piccoli. Dopo le scuole elementari, all’età di dodi-ci anni, si trasferisce a Roma nel famoso Collegio Ca-prinica, dove stava già da due anni il fratello Nicola.Il papà, affidandolo al rettore, ha qualche dubbio:“Sarà difficile che vi rimanga. È troppo vivace”. Manon sarà così. Già si conosceva la sua diligenza nellostudio e in collegio diventa calmo e riflessivo. Il car-dinale Camillo Laurenti, suo compagno, dirà di lui:“Non si poteva notare in lui nessuno di quei difetti omancanze in cui sogliono spesso cadere i giovani.Nello studio non conosceva che una legge: il propriodovere”. Fatto il ginnasio, consegue la laurea in filo-sofia e la licenza in teologia presso la pontificia uni-versità gregoriana. In una gita ai castelli Romani, aMontecavo, incontra i passionisti che lì avevano unacasa. In particolare viene attratto dallo sguardo umiledi uno di loro. Nasce la vocazione passionista. Quan-do comunica la sua decisione in famiglia, il dott. San-tolini mostra il suo disappunto. I passionisti erano fa-mosi per la durezza della regola e il convento non erala via più giusta per la carriera ecclesiastica. Però nonsi oppone più di tanto e alla fine, preso a sé Nazareno,gli dice: “Figlio mio, se questo è il volere di Dio, ti doil mio consenso”. Giunge in convento a Roma nel no-vembre del 1881. L’umiltà l’aveva attratto e umilevuole vivere, chiedendo di rimanere come fratello lai-co, ma i superiori lo vogliono sacerdote. Vive conBernardo Silvestrelli, Norberto Cassinelli, direttore di

Amici di Gesù Crocifisso

S. Gabriele e GermanoRuoppolo, direttore diS. Gemma Galgani. Il10 marzo del 1883viene ordinato sacer-dote. È pieno di zelo edi carità e si sentechiamato dal Signoreall’apostolato nellemissioni. Ma anche qui deve obbedire e nel 1885 sitrasferisce nel convento della Scala Santa in Roma peressere assistente spirituale degli studenti passionisti.Nel 1893 gli viene affidato il compito di maestro deinovizi; non ha l’età richiesta ed è necessaria la dispen-sa. Non si ritiene all’altezza del delicato compito, malo svolge in maniera esemplare. Nel successivo capi-tolo provinciale “con mirabile concordia è confermatonell’incarico a pienissimi voti”. Nella congregazionesvolge vari compiti, ma è nell’ufficio di maestro deinovizi che esercita per circa 29 anni, che Nazareno dàil meglio di sé. Si è formato alla luce del vangelo, del-l’insegnamento della Chiesa e della regola del Fonda-tore; guida i giovani con questa luce, ma soprattuttocon l’esempio. Sa trattare bene con i giovani, è moltoattento ai loro problemi, li ascolta con bontà e con pa-terna confidenza. Ma è anche deciso e severo con chilo merita. Fra i suoi novizi si annoverano diversi servidi Dio, tra cui il venerabile Galileo Nicolini. Racco-manda la preghiera, l’abbandono alla volontà di Dio;vuole che i novizi mettano Gesù crocifisso al centrodella propria vita. A 69 anni, l’età e la malattia limita-no di molto le sue capacità, ma ancora c’è bisogno ilui. Sentite con quanta umiltà e mitezza scrive al pro-vinciale: “Cr edevo arrivato il momento di attendereunicamente a me stesso per prepararmi alla morte,che non deve essere molto lontana(e non si sbaglia).Dovrei tirarmi indietro, ma lei mi assicura essere vo-lontà di Dio che abbassi di nuovo la testa ed io nonposso, non voglio oppormi alla divina volontà. Faròdel mio meglio, al resto supplirà il Signore” . Ormaista diventando “come un tronco che si regge appenasulle gambe informi ed inabili: per il freddo gli siscrepolano pure i talloni, per cui non può poggiarli aterra e deve reggersi sulle punte dei piedi”.

In comunità tutti gli vogliono bene e ricorrono allasua preghiera per ottenere dal Signore grazie di ognigenere e ne ottiene molte, sia in vita che dopo la suamorte. Ma anche lui chiede ad un confratello di prega-re e quegli risponde: “Sì, prego il Signore che ti facciaguarire presto”. E lui:“No, non pregare così; pregache si compia la volontà di Dio in tutte le cose”.

La vigilia della sua morte dice al confratello infer-miere: “Fratel Evaristo, toglimi il segno dal mantello(è il distintivo del passionista sacerdote), perché vo-glio morire come fratello laico”. Alle prime ore del 4gennaio 1930 torna alla casa del Padre, nel conventodi S. Giuseppe sul Monte Argentario. È stato procla-mato venerabile il 7 settembre 1989.

Francesco Valori

«Il Maestro» (1859-1930)

Il Maestro umileVEN. NAZARENO SANTOLINI

Noviziato S. Giuseppe, m. Argentario: custodisce le spoglie del P. Nazareno.

Page 9: Document

Amici di Gesù Crocifisso

9

Formarsi per formar e gli altri

La formazione dei laiciGiovanni Paolo II, nella sua lettera apostolica “I fe -

deli laici” aveva insistito sulla loro formazione e ave-va affermato, tra l’altro: “La formazione dei fedelilaici va posta tra le priorità della Chiesa. Essa ha co-me obiettivo fondamentale l’approfondimento dellapropria fede e l’impegno a viverla concretamente e adiffonderla nella società. Occorre rendersi semprepiù capaci per questa missione, certo con l’aiuto del-la grazia di Dio, ma anche con il proprio impegno epreparazione. La formazione spirituale deve occupa-re un posto privilegiato; ma oggi è sempre più urgen-te anche la formazione dottrinale e professionale. An-che i gruppi ecclesiali devono impegnarsi nella for-mazione dei propri membri, offrendo una formazionespecifica, integrando e concretizzando la formazionericevuta da altre fonti. La formazione non è il privile-gio di alcuni, ma un diritto e un dovere per tutti, co-

me l’apostolato e l’impegno ecclesiale. Per questooccorre formare soprattutto i formatori, coloro che, aloro volta, dovranno formare altri laici” .

Per seguire questa direttiva, nel febbraio 2004 abbia-mo organizzato presso il Santuario di S. Gabriele unprimo corso di formazione per gli animatori dei gruppidel MLP “ Amici di Gesù Crocifisso”. Il corso è statoguidato dal P. Fernando Taccone C. P., professore del-l’università del Laterano. Per proseguire il camminointrapreso, il 23-24 aprile di quest’anno si è svolto ilsecondo corso, sempre guidato dal P. Taccone.

Sono stati due giorni di lavoro intenso e partecipa-to. Il relatore ha supposto l’aspetto spirituale e dottri-nale della formazione e ha trattato soprattutto l’aspet-to pratico, concreto. Ecco alcune linee guida:

Chi? Perché? Cosa? Come?La prima formazione pratica per un animatore sta nel-

la conoscenza dello statuto del movimento, per ap-profondire lo scopo, il cammino e la meta del movi-mento stesso. Siamo stati poi aiutati a rispondere ad al-cuni interrogativi: Chi è l’animatore? Perchélo fa? Co-sa, quando e dovelo deve fare? Comelo deve fare?

La qualità principale di un animatore è la capacitàdi accogliere ed accompagnare gli aderenti:1. Sa ascoltare. Tutti hanno bisogno di parlare; an-

che le persone più chiuse si aprono quando c’èuno che sa ascoltare. Deve dialogare con serenità,rispettando la riservatezza di ciascuno.

2. È attento alle varie situazioni: dentro una piagaaperta, una freddezza, stanchezza si nascondespesso il bisogno di aiuto.

3. Mostra sempre piena disponibi-lità , amicizia, pazienza. Sa condi-videre anche un cammino lento.

4. Accoglie le persone come sono,rispettando i ritmi di crescita diognuno. Accoglie suggerimenti eproposte di tutti: anche l’ultimo ar-rivato può avere qualcosa da dare.

5. Dà importanza ai piccoli det-tagli : prepara l’occorrente pergli incontri, ricorda a tutti le da-te, ha un elenco dettagliato deipartecipanti.

6. Valorizza i doni e le capacità ditutti : ognuno ha qualcosa da da-re. Non rassegnarsi ai pesi morti.

7. Cura molto la comunionee lamutua conoscenza dei membri.

L’animatore deve conoscere larealtà del proprio gruppo e i diversilivelli di formazione dei componen-ti, perché l’animazione e le iniziati-

ve devono basarsi su tale realtà. Deve promuove laconoscenza, l’amicizia e l’aiuto scambievole tra icomponenti. Non deve adagiarsi in una routine chepotrebbe rendere noiosa la partecipazione alle riunio-ni, ma cerca sempre nuovi stimoli per sé e per gli al-tri. Dopo aver approfondito e discusso insieme questiaspetti generali, si è passato al metodo di lavoro nellaguida di un gruppo. Statuto alla mano, il P. Tacconeha presentato con quale metodo si devono svolgere levarie attività proposte dallo statuto del movimento. Ènecessario che ogni singola attività abbia un suo me-todo semplice e chiaro per essere realizzata bene,con frutto e soddisfazione di tutti.

Corso Animatori a S.Gabriele: 24 aprile 2005

Page 10: Document

Sono state numerose le reazionipositive dei partecipanti che, tor-nando a casa, hanno espresso quel-

lo che più li ha colpiti soprattutto in re-lazione alla situazione dei propri gruppi. Ne sin-

tetizziamo alcune.“Il lavoro da fare, per quanto mi riguarda, è quello

di rivedere il rapporto con il gruppo. Per “svegliare”le persone, bisognerà razionalizzare meglio la pro-grammazione, dare a chi frequenta una copia del pro-gramma e del materiale del corso, cercando di svisce-rarlo insieme a loro. Migliorerò la mia preparazione,cercando di essere comprensivo al massimo con tutti.Il lavoro da noi fatto inquesto corso apre,per me, nuovi oriz-zonti di lavoro chefaciliteranno unamigliore prepara-zione personale econ questa un risul-tato diverso daquello passato”(Riccardo).

“Al primo corso,dello scorso anno,avevo capito chifosse l’animatore equale fosse il suoruolo, ma nel con-creto non avevo por-tato o visto niente dinuovo nella vita delgruppo. Certamente perché mancavano due compo-nenti essenziali dell’animatore: la sua formazione edil metodo di lavoro nel gruppo, ampiamente illustra-teci quest’anno da P. Fernando. Il messaggio che mi èarrivato è che tutti noi che facciamo parte del movi-mento dobbiamo essere animatori, ognuno con unruolo ben preciso, secondo le proprie possibilità,capacità e caratteristiche personali. Dobbiamo pro-digarci per donare vitalità ai nostri gruppi,perché igruppi servano per evangelizzare” (Mariella).

“Esprimo la mia soddisfazione per il corso per ani-matori appena concluso: è stato veramente molto in-teressante. Mi auguro di riuscire a fare tesoro di quan-to ho appreso, sia per la piccola fraternità di Recanati,sia per l’impegno che mi è stato assegnato per tutti gliAGC” (Gianni).

“Al termine del corso ho portato con me la consa-pevolezza di poter fare del nostro gruppo delle fami-glie, una comunità di persone che, secondo il propriomodo di essere, si adoperi a conoscere, amare e se-guire Gesù secondo la spiritualità passionista. Ognu-no di noi possiede una ricchezza che solo lavorandoinsieme possiamo rendere pratica” (Letizia).

“Ho partecipato ad entrambi gli incontri per la for-mazione dell’animatore ed ho verificato la convinzio-ne che avevo già maturato da tempo, cioè che si puòessere operativi senza togliere niente alla crescita spi-rituale. Inoltre è molto importante conoscere in modopiù capillare gli altri componenti del gruppo ed aiu-tarli a crescere. Importante è anche invitare chi nonappartiene al gruppo, iniziando semplici dialoghi escambi di opinioni per poi in seguito invitarli ai nostriincontri. Dobbiamo prendere iniziative e invitare piùpersone possibili; è ora che noi cristiani laici, come

chiede la Chiesa, incominciamo ad evangelizzare e asostenere i valori che Gesù ci ha insegnato” (Pina).

“Questo corso è stato di una bellezza e di una im-portanza unica, perché è riuscito a focalizzare i puntipiù importanti e significativi della nostra appartenen-za agli Amici di Gesù Crocifisso e a tutto il MLP. So-no tornata a casa ricolma di gioia, perché ciò che ci èstato insegnato e spronato a fare era quello che datempo avevo nel cuore, ma non riuscivo a comunicar-lo agli altri” (Fiorella).

“Il corso ci ha dato tanti suggerimenti pratici perrendere vitali i nostri gruppi: è importante che i consi-gli di fraternità si riuniscano mensilmente per formu-

lare alcune direttivespecifiche, secon-do le esigenze delgruppo, nel rispet-to dello statuto. Larelazione di ogniriunione del Consi-glio di Fraternitàfornisce all’assi-stente spirituale lasituazione esattadel gruppo; ciòserve per migliora-re e cambiare ciòche non va, consuggerimenti e di-rettive dell’assi-

stente e del coordi-natore. L’animatoredeve sviluppare un

forte spirito d’appartenenza,coinvolgendo tutti se-condo le attitudini di ognuno,valorizzando l’aposto-lato dellasofferenza specialmente degli anziani e ma-lati, partecipando alle attività della parrocchia, facen-do sempre la verifica dopo ogni iniziativa. Bisognastudiare ogni mezzo utile per conoscerci meglio tranoi anche per nome. Per farci conoscere e dare più vi-sibilità al gruppo in parrocchia, è stato suggerito diistituire la giornata della gratitudine, invitando tutti iparrocchiani a partecipare” (Olga).

“Molte Fraternità hanno partecipato al corso per ri-flettere “come animare un gruppo che vuole essereevangelizzante”. Gli insegnamenti pratici sono statitanti e tutti realizzabili, se ognuno si caricherà di un im-pegno anche piccolo. L’impegno non deve fermarsi algruppo, ma deve estendersi a tutto il movimento. Si èriflettuto molto sul metodo che ogni animatore deve uti-lizzare. Occorre vivacizzare l’incontro del gruppo, ren-derlo gioioso, servendosi anche del canto. Anche l’ac-coglienza deve essere gioiosa. In questo corso mi hamolto colpito la fattiva presenza del gruppo delle cop-pie di Civitanova; l’ho visto cresciuto e impegnato. Miauguro che possa diventare una realtà in tutte le frater-nità e che giovani e anziani siano sempre più uniti negliincontri, per vivacizzare tutti i gruppi” (Maria Luisa).

“Nell’incontro della fraternità abbiamo cominciato ariflettere sul corso degli animatori. Ho cercato di impo-stare il discorso sul fatto che tutti, potenzialmente, po-trebbero essere animatori, ma, soprattutto, che tutti de-vono partecipare con tutte le proprie forze e capacitàalla vita del movimento. È stata una bella serata. Mi èsembrato che tutti fossero interessati. (M. Grazia).

Piera Iucci

Amici di Gesù Crocifisso

10

Amici al Corso Animatori: 24 aprile 2005.

Testimonianze e reazioni

Page 11: Document

Amici di Gesù Crocifisso

11

““CConsacrali nella verità. La tua parola è ve-rità. Come tu mi hai mandato nel mondo,anch’io li ho mandati nel mondo; perlo-

ro io consacro me stesso, perché siano anch’essiconsacrati nella verità” (Gv 17,18-19). Il vero se-guace di Gesù sa di essere un pellegrino in questomondo, perché la sua vera casa è in cielo. Così rima-niamo nel mondo ma senza essere del mondo.

“Per loro consacro me stesso, perché siano an-ch’essi consacrati nella verità”. Cristo si è consacra-to per noi, e noi siamo consacrati a lui nella verità.Con quale profonda gioia e gratitudine dovremmocontemplare questo fatto! Essere “consacrati” vuol di-re essere messi a parte per un uso santo.La nostraconsacrazione ha origine nel Battesimo: il sacramentoche ci ha “messi a parte” per il servizio di Cristo, co-me sua proprietà.

Dice San Gregorio il Grande: ”Dio ha ristabilito innoi la sua somiglianza, e trova in essa l’immaginedella sua bontà, consentendoci così di fare quel chelui fa, illuminando i nostri intelletti e infiammando inostri cuori, così che non solo noi amiamo lui, maanche quello che lui ama”.

Questo passo di san Gregorio ci fa comprendereche, con il Battesimo, noi non siamo più per noi ma,vivendo in Cristo e della sua vita, siamo interamente,anima e corpo, suoi. La Consacrazione Solenne degliAmici mi appare come una chiara e forte presa di co-scienza di questo fatto: “Siamo tuoi, Signore! Ci haichiamati alla vita e ci hai donato la tua vita. Ci nutricon il tuo corpo e il tuo sangue; ci doni lo Spirito,perché non abbiamo più a vivere per noi, ma per Te,in Te e con Te”. Facendo la Consacrazione a GesùCrocifisso, significa che abbiamo preso coscienza ditutto ciò e che ci vogliamo “arrendere” totalmente al-l’amore di Gesù, per cercare e compiere sempre la suavolontà, vivere in profonda unione con Lui e con ifratelli, non stupirsi delle difficoltà esterne e interne,vivere la vita da figli di Dio. Sono ormai tre anni cheho ricevuto da Dio la Consacrazione perpetua a GesùCrocifisso. Mi guardo indietro e, ancora una volta, de-vo dire con Maria: “Grandi cose ha fatto in me l’On-nipotente e santo è il suo Nome! La sua misericordiasi estende su tutte le creature, frutto del suo amore.

Contemplando ciò che Egli ha operato nella mia vi-ta, e ciò che opera nella vita di ogni uomo, vedo quan-to ci ama e ci segue, anche, e soprattutto, se siamolontani e dimentichi di Lui. Solo dieci anni fa (e misembra sia passato un giorno!) ero lontanissima daLui, non frequentavo la chiesa, niente sacramenti emolta polemica nei confronti dei suoi collaboratori,sacerdoti e laici. Oggi mi ritrovo pienamente inseritae coinvolta nel nostro movimento passionista, così co-me nella vita della mia parrocchia. Su proposta delparroco sto frequentando un corso per ricevere il man-dato di ministr o straordinario dell’Eucaristia!

Mai mi sarei immaginata la mia vita in questo mo-do. Vedo che molte persone attive nelle parrocchiehanno vissuto un’esperienza simile alla mia. Da noncredenti, da non praticanti, da indifferenti ad innamo-rati di Cristo e, di conseguenza, servitori premurosidella Chiesa e dei fratelli tutti. È come se il Signoregirasse per il mondo in cerca di operai per i suoi cam-pi e li cercasse particolarmente tra i più lontani. Sonole meraviglie del suo Amore! Apre i nostri cuori, lifa innamorare del suo Cuore e poi, passo dopo passo,ci porta dove vuole Lui, secondo il progetto di vita dasempre pensato per noi. Signore, rendici liberi da noistessi e dal mondo, per amarti sempre di più!

Maria Grazia Coltorti

Consacrati: messi a parte per uso santo!

UUnn ggiioorrnnoo aanncchh’’iioo ppoottrròò ffaarree llaa ccoonnssaaccrraazziioonnee”Carissimo padre, è una grande gioia sapere che a volte vengono ammessi alla consacrazione anche degli

Amici che non hanno gruppi vicini. Se il Signore lo vorrà, forse un giorno sarà permesso anche a me, che vi-vo a Signa, FI; è un’offerta che desidero fare con tutto il cuore, anche perché amo molto la famiglia passioni-sta (che ho conosciuto tanti anni fa), quindi vorrei davvero farne parte. Nel frattempo mi impegnerò con entu-siasmo e costanza ad approfondirne la spiritualità, con l’aiuto delle preghiere di tutti voi. Naturalmente ioprego per lei e per tutti gli Amici ogni giorno, soprattutto mi unisco spiritualmente alla sua S. Messa del mat-tino, recitando la mia Promessa appena arrivo in ufficio (lavoro nella direzione di un ospedale). Le chiedouna preghiera particolare oggi, festa della Visitazione, e per le prossime feste dei S. Cuori di Gesù e Maria,perché il Signore mi conceda un amore autentico verso di Lui e la sua Mamma e carità paziente per tutti”.

Maria Laura Equizi

Morrovalle: Amici consacrati a Gesù Crocifisso: 12 giugno 2005

Page 12: Document

Il 16 e 17 aprile la Fraternità di S.Giovanni Batista di Fossacesia(CH) ha avuto la gioia di incontra-

re P. Alberto. Il pomeriggio del Sabato è stato a dispo-sizione per le confessioni e i colloqui personali. La se-ra c’è stato un incontro con una catechesi. Sono sem-pre doni di Dio questi momenti perché aiutano a capiremeglio il cammino che stiamo affrontando. La dome-nica P. Alberto ha animato la giornata di ritiro spiritua-le, svolgendo il tema: “Sono con voi tutti i giorni”.

Dalla meditazione è emerso che l’Emmanuele, il“Dio con noi”, è un Dio sempre presente, nelle gioie,e nelle prove, se noi non ci allontaniamo da lui. Gesùè sempre presente su tutti gli altari e offre al Padre sestesso e il suo corpo mistico, che siamo noi. Anchenoi dobbiamo unirci continuamente a questa offerta diGesù, offrendo tutto a Dio, gioie e dolori, con amore,pazienza, ma soprattutto con fede.

Quest’anno gli Amici della fraternità di Roccarasofaranno le consacrazioni nel proprio paese. Il respon-sabile Riccardo però ci ha fatto la bella sorpresa di ve-nire a condividere con noi questa giornata di grazia.Hanno partecipato anche alcuni Amici di Pescosanso-nesco, di Recanati e di Termoli.

Dopo il pranzo comunitario, c’è stata l’adorazioneeucaristica e poi la Messa solenne in basilica, presie-duta dal P. Alberto e concelebrata dal P. Angelo Picel-li, nostro nuovo Assistente Spirituale.

Una coppia ha fatto la prima consacrazione; tre Ami-che hanno fatto il rinnovo e cinque di noi abbiamo fattola Consacrazione Perpetua a Gesù Crocifisso.

La sensazione più bella che ho provato è stata quel-la di una grande pace e serenità. Sicuramente l’esem-pio degli altri Amici è stato determinante per effettua-re questo passo. Comunque non dimenticherò mai ilsostegno di mia madre e il suo invito a iniziare questocammino. Abbiamo ricevuto tanti rallegramenti per ilcammino intrapreso. La giornata si è conclusa conl’invito della nostra responsabile, Anna, a parteciparea un momento di fraternità e di festa nei locali del-l’Abbazia. Ringraziamo gli Assistenti spirituali, il Su-periore e la Comunità Passionista di S. Giovanni inVenere e tutti quelli che si sono impegnati per prepa-rare bene questa giornata

Amici di Gesù Crocifisso

12

Questo cammino mi ha cambiato il cuoreIl 17 aprile ho fatto la mia consacrazione perpetua a

Gesù Crocifisso. Questo passo per me è stato una gra-zia. Nonostante la mia poca salute, sono riuscita a faretutto. La Messa è stata proprio bella ed ho provatouna grande gioia. È stato molto importante aver in-contrato P. Bruno De Luca ed aver iniziato nel 1999 afrequentare questa Fraternità. Mi è piaciuto subito ecosì sono riuscita ad approfondire meglio la mia fede,cosa che volevo fare da tanto tempo. In questi anni hodovuto superare molte difficoltà, come l’ultimo inter-vento al polmone, ma ho offerto tutto a Gesù Crocifis-so. Questo cammino mi ha cambiato il cuore; duranteil giorno mi ricordo di essere un’amica di Gesù Croci-fisso e di non aver più paura di nulla. Voglio continua-re a frequentare la Fraternità fino a quando il Signorenon mi richiamerà a sé.

Marrone Adele

Consacrazione di due coniugiGrazie ad alcuni Amici, ho conosciuto il Movimen-

to degli Amici di G.C. e il 17 aprile mi sono consacra-ta a Gesù Crocifisso, insieme a mio marito, conprofonda emozione. Desideravo tanto fare questa con-sacrazione. Ora provo una grande gioia e una sicurez-za che prima non avevo: dentro di me è cambiato ilcuore, mi sento più vicina a mio marito e pur nonavendo il dono di un figlio, ho tanta gioia verso gli al-tri. Nella Consacrazione ho pianto tanto, sentivo diavere un grande “Amico” dentro di me che mi dicevadi stare tranquilla. Nella vita ho cercato sempre diamare specialmente chi aveva bisogno. Ora cerco dimettere sempre al primo posto Gesù Crocifisso.

Graziella Colantonio in Petrosemolo

Far parte degli Amici di G.C. per me è stata unagrande esperienza Con questo gruppo si cresce spiri-tualmente. Il giorno 17 Aprile ho fatto la Consacrazio-ne insieme a mia moglie ed è stata una grande espe-rienza. Eravamo tutte e due molto emozionati. Io sta-vo facendo un passo più grande del matrimonio, ave-vo donato il mio cuore a Gesù. Il Signore ci ha chia-mati; dopo un pellegrinaggio a Medjugorie; un’espe-rienza vissuta con grande gioia ed emozione. Conquesti doni del Signore, sto vivendo la mia vita diver-samente da quella che era prima. Grazie a voi tutti.

Petrosemolo FrancescoFossacesia: Consacrazione di

Francesco e Graziella, 17 aprile 2005.

Consacrazioni a Fossacesia

Consacrati a Fossacesia: 17 aprile 2005.

Page 13: Document

Perché hai chiamato proprio me?

Alla vigilia della mia Consacrazione Perpetua, con-sapevole del passo che stavo per compiere, mi erochiesto: “Signore Gesù, perché hai chiamato propriome?”. Il Signore mi ha fatto capire che Egli desiderache tutti vengano a Lui e lo ricambino con il dono diun amore sincero.

Dopo la splendida giornata di spiritualità del 22maggio al Santuario di s. Gabriele, il 23, 24, 25 mag-gio abbiamo avuto la gioia di avere con noi a Rocca-raso il nostro padre spirituale, P. Alberto, insieme allapresidente, Piera Iucci, con la sua forte carica di uma-nità. Per la prima volta abbiamo avuto le Consacra-zioni a Roccaraso. Intenso è stato il lavoro del padre,per prepararci a questo grande giorno. Numerosa èstata la partecipazione agli incontri, per approfondiretre temi importanti:

Amici di Gesù Crocifisso: Chi siamo? La nostraidentità, il nostro ruolo nella Chiesa.

La Consacrazione a Gesù Crocifisso alla lucedella consacrazione battesimale.

L’Eucaristia alla luce di Maria. Il 25 maggio, nella messa celebrata del padre Alber-

to, Anna Luisa e Lucia hanno confermato la loroConsacrazione annuale e io ho fatto la mia Consacra-zione Perpetua, tra la commozione generale e l’affettodimostrato dai nostri Amici, dal diacono Vito, Paolo,Mariella, Fiorella e Elisabetta arrivati da Civitanova,da Anna di Pescosansonesco.

Dopo la cerimonia, la Fraternità si é ritrovata nei lo-cali della “Casa del Giovane”, per l’agape fraterna.Non è mancata una preghiera per il nostro parrocoDon Antonio Agapite, che, assente per motivi di salu-te, con la sua disponibilità ha reso possibile la graziadi questi giorni. Ringraziamo anche tutte quelle sorel-le, che con il loro impegno e preghiere hanno contri-buito alla riuscita di queste giornate.

È passato qualche giorno dalla Consacrazione, malo stupore per la santa giornata continua ad aleggia-re in me e in tutticoloro che hanno partecipato e gioi-to con noi. Sentocon certezza che il Signore mi stavicino e mi conduce per mano. Mi accorgo di aver ri-cevuto da Lui un valore inestimabileche arricchiscela mia povertà. Non posso fare altro che mettermi in

Amici di Gesù Crocifisso

13

Consacrazioni a Roccaraso

ginocchio per dirgli: “Grazie, Gesù: tienimi stretto enon lasciarmi più. Ti chiedo di rivestire il mio cuoredel mistero della tua Passione, perché possa farne me-moria continua. Mi hai teso la mano ed hai operato inme perché potessi riconoscerti ed amarti nei fratellipiù sfortunati e bisognosi. Ti sono grato, Signore, perla gioia e la serenità che infondi nel mio cuore: fa cheio possa donarle sempre agli altri. Sostieni il miocammino, perché possa vivere pienamente questa miadonazione a Te. Ti ringrazio anche per l’auto datomidai fratelli e sorelle delle varie Fraternità che sentomolto vicini, per l’aiuto morale e spirituale del nostroPadre Spirituale, di tutti i Passionisti e del mio parro-co Don Antonio:

Riccardo Rucci

“Eccomi”“Mille volte grazie, Signore, per avermi chiamata a

confermare il mio“Eccomi” . Aiutami a vivere la miavita, amando la tua Passione, così come tu hai amatotutti gli uomini. Sorreggimi, perché senza di te sonodebole e incapace di gettarmi tra le tue braccia. Solovicino al tuo cuore trovo riposo e conforto. Grazie, Si-gnore, per tutti i tuoi benefici e per l’opportunità chemi dai di pregare per la salvezza delle anime”.

Lucia Frazzini

Compendio di spiritualitàCaro p. Alberto, voglio complimentarmi per il

libro “Voi siete miei Amici” , è davvero un com-pendio di spiritualità fatto benissimo e, direi, irri-nunciabile, da portare sempre dietro; ci si trovatutto, la spiritualità passionista emerge in manieraperfetta ed anche il formato è ideale...davverograzie di cuore per questo strumento. Qui dovesono io non c’è nessun gruppo e mi dispiace mol-to perché questo mi impedisce di arrivare allaconsacrazione solenne...chissà, forse un giorno...

Maria Laura Equizi

Roccaraso: Messa delle Consacrazioni.

Roccaraso: Consacrazione di Lucia e Anna Luisa,25 maggio 2005

Page 14: Document

Giornata degli Amici a S. Gabriele: 22 maggio 2005.

Amici di Gesù Crocifisso

14

““EEnnttrreerròò iinn cchhiieessaa qquuaannddoovveeddrròò ii ccrriissttiiaannii uusscciirrnnee ssoorrrriiddeennddoo””

Non so chi ha pronunciato questa frase ma, da quandome l’hanno riferita, sono sempre più convinta che noicristiani siamo troppo musoni e seriosi, non ridiamofacilmente. Sembriamo sempre sull’orlo di una cata-strofe, andiamo in chiesa per raccontare al Signore lenostre disgrazie e ne usciamo riportandoci a casa tuttoil “fardello”: ci scordiamo persino che eravamo andatilì proprio per offrirlo a Dio!

Penso che se, quando ci rechiamo in chiesa, il Si-gnore ci togliesse le nostre ansie e croci, noi saremmosubito pronti a fabbricarcene delle altre. Mi sembrache quest’atteggiamento pessimista sia in contrastocon l’Eucaristia. Posso entrare in chiesa triste, pienodi amarezze, ma poi chiedo perdono al Signore e, se ènecessario, mi confesso e mi preparo a ricevere l’Eu-caristia, che è il sacramento della vita e della gioia.

Ascolto la Parola di Dio, prego e quindi rivivo laPasqua nel suo memoriale. Offro a Dio il Corpo eSangue del suo amatissimo Figlio, insieme a tutti imiei problemi e ai momenti belli che Egli mi concededi vivere. Tutto offro in remissione dei peccati, in suf-fragio di una persona cara, per un malato…

Qui deve terminare la tristezza. Abbiamo messo tut-to nelle mani del Signore e Lui, in questo scambiod’amore, ci dona suo Figlio nell’Eucaristia. Comeposso ancora rimanere “impantanata” nelle mie preoc-cupazioni? È possibile che, dopo aver vissuto tuttoquesto, non riesco ad avere un momento di serenità,di “orgoglio” per essere il figlio tanto amato, un mem-bro del suo corpo mistico?

No, se ho vissuto con fede tutto questo, uscirò dallachiesa serena e regalerò un sorriso ad ogni mio fratel-lo che incrocerò sulla mia strada. Rimango sempreuna povera creatura e, come tale, so che questa felicitànon durerà molto, però ora ho capito perché “nonposso fare a meno della domenica”.

Rosina Vallorani

MMiiaa ssuuoocceerraa:: uunnaa mmaammmmaa ssttrraaoorrddiinnaarriiaa“O Gesù, Amore mio crocifisso, anche quest’anno

sei entrato nella mia casa durante la Peregrinatio Cru-cis, proprio pochi giorni dopo che si era spenta miasuocera, la “regina” del nostro focolare domestico.Una donna che aveva speso la sua vita per la famiglia,educando i figli a sani principi morali, timore di Dio evenerazione verso la Mamma celeste Maria. La suaforza è stata una infinita dolcezza e tanta umiltà. Ora,Gesù, è in Paradiso con Te ed io voglio ringraziartiper averla messa nel mio cammino. Ti voglio ringra-ziare per come mi ha insegnato ad amare la famiglia emi ha fatto capire che, a volte, si ottiene di più con ilsilenzio che con le parole, con la dolcezza piuttostoche con l’arroganza. Soprattutto, Gina, mi ha insegna-to a tenere il rosario in mano e ad avere costanza nellapreghiera. Per tutto questo ti dico grazie, o mio Gesù,perché ancora una volta mi hai dato un segno dellagrandezza del tuo amore verso di me, mettendo al miofianco una persona che, nell’ordinario, ha vissuto inmaniera straordinaria: la mia cara mamma Gina”!

Nadia Montechiari Iommi

UUnn rriiccoonnoosscciimmeennttoo ppeerr ggllii AAmmiicciiDon Lauro ci ha chiesto di animare l’adorazione

mensile di maggio. Ha anche informato il gruppo, chepresto riceverò il mandato di ministro straordinariodell’Eucaristia. Ha specificato che ha scelto me pro-prio per il fatto che faccio parte di un gruppo che vuo-le stare vicino ai crocifissi. Penso che sia stato un belriconoscimento per tutti noi!

Maria Grazia

UUnn’’aaddeessiioonnee ccoommmmoovveennttee ddaallllaa SSaarrddeeggnnaaCarissimo padre, in due sere ho praticamente “divo-

rato” il materiale che mi ha mandato. Non sa conquanta gioia ho appreso di essere entrata a far pare del-la Famiglia Passionista e di essere accolta come “effet-tiva”, nonostante la grande lontananza. Ringrazio il Si-gnore per avermi fatto incontrare lei e per avermi fatto

Testimonianze e notizie

Page 15: Document

ferenze del S. Padre, che ha vissuto le suesofferenze come la Passione di Gesù, miconfortava e mi aiutava a vivere megliola mia vita, stando vicino a mia madrecon più pazienza e più amore. Ho se-guito alla TV il funerale del Santo Pa-dre; mi sembrava che lui ci parlasseancora, mentre il Vangelo, sopra la bara,si apriva e si chiudeva per il vento, ma non cadeva.Ho pensato che lo Spirito Santo ci volesse dire: “Eccolui vi ha insegnato tutto quello che dovete fare per vi-vere il Vangelo”. Mi è sembrato di rimanere orfanaper la seconda volta. Ma grazie a Dio e allo SpiritoSanto abbiamo avuto Benedetto XVI, che è un altrogrande Papa, umile e pieno di amore di Gesù.

Elsa Menchi

CCoonnddiivviissiioonneeCon mia moglie e con Maria e

Graziella della Fraternità diRecanati, il 17 aprile

abbiamo condiviso lagiornata di grazia

con gli Amici diFossacesia. Du-rante il viaggioabbiamo prega-to il Signoreper la buona

riuscita di questagiornata e Lui,

come sempre, nonci ha deluso. L’Abba-

zia di San Giovanni inVenere èuna bellissima

costruzione romanica deldodicesimo secolo tutta in pietra

viva arroccata in una splendida posizione geografica,con vista sul mare. L’accoglienza è stata come sem-pre molto calda. La catechesi del P. Alberto, la mensafraterna, la partecipazione alla messa di consacrazio-ne, tutto ci ha riempito di forti emozioni. Siamo ripar-titi per Recanati rinfrancati nel corpo e nello spirito,grati a Dio per questa bellissima giornata di grazia.

Gianni Gelao

PPeelllleeggrriinnaaggggiioo aall BB.. NNuunnzziiooCon vera gioia la nostra Fraternità di Roccaraso e di

Rivisondoli ha effettuato un pellegrinaggio al santua-rio del Beato Nunzio Supplizio a Pescosansonesco.Siamo stati accolti da Don Paolo, sostituto del Parro-co don Luca, e da Anna e altre sorelle della Fraternitàdi Pescosansonesco con altre sorelle. Don Paolo ci haparlato della vita del Beato Nunzio che tra sofferenzefisiche inaudite, orfano dei genitori e maltrattato daisuoi parenti, aveva affidato la sua giovane esistenzaalla Vergine Santa ed a Gesù Eucaristia. Portato trop-po tardi a Napoli per essere curato dalle sue piaghe, sene volava al cielo. Ma dopo la sua morte le sue feriteputrescenti spandevano profumo di viole e di rose. Daallora questo giovane Santo spande le sue grazie aquanti lo invocano. Dopo la preghiera e la Messa ce-lebrata da don Paolo, Anna e le altre Amiche ci hannoofferto un’affettuosa agape fraterna. Ringraziamo ilSignore e la fraternità di Pescosansonesco per questacalda e splendida accoglienza.

Riccardo

Amici di Gesù Crocifisso

15

capire che era proprio quella la via che volevo iniziarea percorrere. Proprio ieri sera voi vi siete riuniti in pre-ghiera e io dalla Sardegna mi sono unita a voi spiritual-mente. Ho 28 anni, vivo in provincia di Nuoro, sonosposata e ho una meravigliosa bambina di 4 anni. Dopoun’adolescenza un po’lontana da Dio, il Signore mi haattirato per sempre a sé e non mi ha più “mollata”!

Nonostante mia madre sia abruzzese, ho conosciutoSan Gabriele solo due anni fa, facendo una breve visi-ta al suo santuario. Ho conosciuto S. Gemma, tramiteun libro donatomi da una mia amica. Ho imparato aconoscere Gesù soprattutto tramite il RNS, che oranon riesco a frequentare più assiduamente per proble-mi del mio lavoro. Ho imparato soprattutto a conosce-re la “Passione” di Gesù come un grande dono. Rin-grazio il Signore per tutto ciò che ha permesso e per-metterà nella mia vita e prego perché su di me sia fat-ta solo la sua volontà, anche se è ciò che io nondesidero. Preghi tanto perché, se èvolontà di Dio, possa avere an-che una piccola “Gem-ma”, o un piccolo “Ga-briele”. Ho seri pro-blemi di salute,come le ho ac-cennato per te-lefono, ma sonofelice e le pochevolte che sonoassalita da dubbie paure, mi dico:“Isabella, come faiad aver paura se seinel palmo delle mani diDio?”. E tutto torna sereno!

Voglio offrire ogni attimo dellamia vita a Lui, lo voglio fare con l’e-sempio che ho sempre dinanzi di santa Gemma edi san Gabriele, che vorranno “scusarmi” perché liconsidero miei “fratelli”. Tantissime volte ho potutosperimentare la loro potente intercessione e sentire illoro caldo abbraccio. Spero che lei voglia accogliermicome sua “figlia spirituale”, anche se così lontana. Lamia vita, come quella di tutti i cristiani, è un continuodono di Dio. Come non donare a Lui la mia vita?

Sere fa, mentre pregavo, mi è venuta in mente unaimmagine del volto di Gesù Crocifisso, simile all’im-maginetta che poi lei mi ha mandato, con a fianco sanGabriele. Solo ora capisco che quella era una chiama-ta specifica. Ringrazio ancora e per sempre il Signoreper avermi permesso di iniziare un cammino nella Fa-miglia Passionista. Chiedo a lei e a tutti i fratelli dipregare per tutte le persone che si sono affidate allemie preghiere, in particolare le voglio raccomandarecaldamente dei “detenuti” che ho conosciuto in Ger-mania (parlo tedesco), dove ho insegnato italiano inun carcere per diversi mesi e con alcuni di loro sonoancora in contatto. Preghi, perché sia uno strumentodel Signore per poter evangelizzare, anche se so di es-sere ben poca cosa! La saluto in Gesù.

Isabella Bomboi

OOrrffaannaa uunnaa sseeccoonnddaa vvoollttaaNella Settimana Santa ero triste perché non potevo

partecipare alle funzioni solenni della Passione di Ge-sù, dovendo assistere mia madre; il pensiero delle sof-

I piccoli Amici Benedetta, Maria, Riccardo e Lorenzo di Civitanova con il sorriso

della prima Comunione: 8 maggio 2005.

Page 16: Document

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa.

Ricordiamo al Signore i nostri defunti. Il Signore ha chiamato a sé due consacrati perpetui:Lesti Recanati Giuliana di Civitanova: 18-5-2005 – Morresi Maria di P. S. Giorgio: 31-05-05

Amici di Gesù Crocifisso

Luglio-Agosto 2005 - Anno VI n. 4Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone - Red. P.A. Giuseppe PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 - 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394

E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici

03 luglio: Ritir o a Civitanova e consacrazioni: Catechesi del P. Roberto Cecconi.

08-13 agosto: Esercizi sp. pertutti a S. Gabriele.

15-20 agosto: Esercizi sp. perfamiglie a S. Gabriele

11 settembre: Ritir o mensile a Morrovalle

24 settembre: Consiglio Nazionale a Morrovalle

25 settembre: Consacrazioni al Lido S. Tommaso di Fermo

1. Professione perpetuadi C. Marco Cola e C. Vincenzo di Clerico:Santuario di San Gabriele: 2 luglio 2005, ore 16,30.

2.Ordinazione sacerdotaledi P. Lorenzo Mazzoccante:Parrocchia SS. 12 Apostoli di CHIETI SCALO: 15 luglio 2005, ore 18,00.Prima Messa solenne a Chieti Scalo: 17 luglio, ore 11,00.Prima Messa solenne a Morrovalle: 24 luglio, ore 11,00.

Venite a gioire e pregare con noi

A M I C I N E W S

Esercizi Spirituali per AGC e Laici impegnati

Appuntamenti 2005

Esercizi Spirituali per AGC e Laici impegnatiSede: Santuario di S. Gabriele TE: T. 0861. 97721

08-13 agosto: per tutti. Guida: P. Alberto.15-20 agosto, con orario per coppie con figli:

Guida: P. F. Taccone e P. Alberto P.Inizio : lunedì pomeriggio – Fine: pranzo di sabato

Prenotazione: P. Alberto: 0733.221273 – 349.805.7073

Enzo, Lorenzo e Marco.