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Santità e vita interiore U n fedele è santo nella misura che rassomiglia a Dio, è in intima comunione con Dio, vive alla presenza di Dio, l’unico vero santo. Noi invece, quando sentiamo parlare di santità, istintivamente pensiamo alle grandi cose da fare. La Chiesa proclama santo un cri- stiano che ha praticato le virtù “in grado eroico”; ma questo non significa fare gesti eroici, eccezionali, signi- fica fare la cose ordinarie “in modo straordinario”. Gesù nei 30 anni di vita a Nazareth doveva apparire un giovane molto ordinario, se i suoi concittadini si meravigliano quando lo vedono predicare e compiere miracoli; Gesù era Fi- glio di Dio, ma esternamente ap- pariva un uomo ordinario. San Gabriele era stimato un ottimo giovane dai suoi confra- telli; ma per 30 anni fu abbando- nato nel sepolcro della chiesa del convento di Isola, chiuso dallo Stato; quando poi fu riesumato e si verificarono tanti miracoli sul- la sua tomba, diversi confratelli si chiedevano perplessi: “Da do- ve vengono questi miracoli? Che cosa ha fatto di straordinario?”. Ma il suo santo direttore, il ven. P. Norberto Cassinelli, spiegava: “Questo giovane ha lavorato con il cuore”. Lavorare con il cuore: ecco il segreto della santità. Se la santità è amore, lavorare con il cuore vuol dire amare, fare tutto con amore e per amore, esse- re unito profondamente alla sorgente dell’amore, che è Dio. Viviamo in un tempo in cui conta solo ciò che ap- pare: è la civiltà dell’effimero. Dio invece guarda il cuo- re, vuole una comunione di amore con Lui. La vita interiore ci porta a “rivestirci di Gesù Cri- sto” (Fil 3,5), cioè a fare tutto “in Cristo, con Cristo, per Cristo”. È camminare sulla terra con la mente ri- volta al cielo. È avere Dio sempre presente, offrire a Lui tutto quello che facciamo, fare della propria vita una continua offerta d’amore. È mettersi spesso una mano sul petto, per adorare e amare Dio presente nel nostro interno, come ci assicura Gesù: “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio. Noi verremo a lui e prendere- mo dimora presso di lui” (Gv 14,23). San Paolo della Croce si meravigliava che ci fosse una persona che non pensasse continuamente a Dio, non vivesse sempre alla presenza di Dio. Questo era uno dei punti fondamentali che inculcava ai suoi discepoli e chiedeva se fosse sempre accesa la lampada davanti Signore e intendeva la lampada della fede. Alla comunione con Dio non si arriva in un momento; essa ri- chiede un esercizio d’amore con- tinuo, un impegno costante di to- gliere e mettere: togliere dalla mente e dal cuore tante cose inuti- li, ingombranti e mettere frequen- temente il pensiero di Dio e delle cose di Dio. L’esercizio della vita interiore consiste proprio nel vi- vere alla presenza di Dio, pratica- re tutto ciò che aiuta a ricordarsi di Dio e stare uniti a Lui. Dio presente in noi santifica il nostro interno e l’interno santifi- cato rende santa anche la vita esterna. Questa è la santità eroica che la Chiesa ha riconosciuto so- prattutto in tanti giovani santi, in san Gabriele, nei bambini di Fatima, Francesco e Giacin- ta, nel B. Pio Campidelli, in tanti santi apparentemente tanto ordinari. La santità cresce in proporzione con la co- munione profonda che realizziamo con Dio. Come Amici di Gesù Crocifisso, dobbiamo aspirare a questa santità di amore e di comunione con Dio: una santità ordinaria agli occhi del mondo, ma straordinaria agli occhi di Dio. P. Alberto Pierangioli Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” A Settembre 2003 – Anno IV n. 9 Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli P. San Gabriele 2 - 62010 Morrovalle MC T. 0733.221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733.222394 E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici A mici di Gesù Crocifisso Battesimo di Maria Donata. S.Gabriele: 16/08/2003

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Santità e vita interiore

U n fedele è santo nella misura che rassomiglia aDio, è in intima comunione con Dio, vive alla

presenza di Dio, l’unico vero santo. Noi invece, quandosentiamo parlare di santità, istintivamente pensiamo allegrandi cose da fare. La Chiesa proclama santo un cri-stiano che ha praticato le virtù “in grado eroico”; maquesto non significa fare gesti eroici, eccezionali, signi-fica fare la cose ordinarie “in modo straordinario”.Gesù nei 30 anni di vita a Nazareth doveva apparire ungiovane molto ordinario, se i suoiconcittadini si meraviglianoquando lo vedono predicare ecompiere miracoli; Gesù era Fi-glio di Dio, ma esternamente ap-pariva un uomo ordinario.

San Gabriele era stimato unottimo giovane dai suoi confra-telli; ma per 30 anni fu abbando-nato nel sepolcro della chiesa delconvento di Isola, chiuso dalloStato; quando poi fu riesumato esi verificarono tanti miracoli sul-la sua tomba, diversi confratellisi chiedevano perplessi: “Da do-ve vengono questi miracoli? Checosa ha fatto di straordinario?”.Ma il suo santo direttore, il ven.P. Norberto Cassinelli, spiegava:“Questo giovane ha lavoratocon il cuore”.

Lavorare con il cuore: ecco ilsegreto della santità. Se la santitàè amore, lavorare con il cuorevuol dire amare, fare tutto con amore e per amore, esse-re unito profondamente alla sorgente dell’amore, che èDio. Viviamo in un tempo in cui conta solo ciò che ap-pare: è la civiltà dell’effimero. Dio invece guarda il cuo-re, vuole una comunione di amore con Lui.

La vita interiore ci porta a “rivestirci di Gesù Cri-sto” (Fil 3,5), cioè a fare tutto “in Cristo, con Cristo,per Cristo”. È camminare sulla terra con la mente ri-volta al cielo. È avere Dio sempre presente, offrire a Lui

tutto quello che facciamo, fare della propria vita unacontinua offerta d’amore. È mettersi spesso una manosul petto, per adorare e amare Dio presente nel nostrointerno, come ci assicura Gesù: “Chi mi ama saràamato dal Padre mio. Noi verremo a lui e prendere-mo dimora presso di lui” (Gv 14,23).

San Paolo della Croce si meravigliava che ci fosseuna persona che non pensasse continuamente a Dio, nonvivesse sempre alla presenza di Dio. Questo era uno dei

punti fondamentali che inculcavaai suoi discepoli e chiedeva sefosse sempre accesa la lampadadavanti Signore e intendeva lalampada della fede.

Alla comunione con Dio nonsi arriva in un momento; essa ri-chiede un esercizio d’amore con-tinuo, un impegno costante di to-gliere e mettere: togliere dallamente e dal cuore tante cose inuti-li, ingombranti e mettere frequen-temente il pensiero di Dio e dellecose di Dio. L’esercizio della vitainteriore consiste proprio nel vi-vere alla presenza di Dio, pratica-re tutto ciò che aiuta a ricordarsidi Dio e stare uniti a Lui.

Dio presente in noi santifica ilnostro interno e l’interno santifi-cato rende santa anche la vitaesterna. Questa è la santità eroicache la Chiesa ha riconosciuto so-prattutto in tanti giovani santi, in

san Gabriele, nei bambini di Fatima, Francesco e Giacin-ta, nel B. Pio Campidelli, in tanti santi apparentementetanto ordinari. La santità cresce in proporzione con la co-munione profonda che realizziamo con Dio. Come Amicidi Gesù Crocifisso, dobbiamo aspirare a questa santità diamore e di comunione con Dio: una santità ordinaria agliocchi del mondo, ma straordinaria agli occhi di Dio.

P. Alberto Pierangioli

Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”A

Settembre 2003 – Anno IV n. 9Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. PierangioliP. San Gabriele 2 - 62010 Morrovalle MCT. 0733.221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733.222394E-mail [email protected]://www.passionisti.org/mlp/amici

Amici di Gesù Crocifisso

Battesimo di Maria Donata.S.Gabriele: 16/08/2003

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C esare Pietro Silvestrelli nasce inun bel palazzo gentilizio di Ro-

ma, il 7 novembre 1831. Il padre Giantommaso è un no-bile e ricco di Tuscania; la madre, Teresa Gozzani, appar-tiene ai marchesi di S. Giorgio di Casale Monferrato(AL). I Silvestrelli avevano una cappella di famiglia e unprecettore ecclesiastico per l’assistenza scolastica e laformazione cristiana dei figli.

Cesare è di bell’aspetto, intelligente, colto, intrapren-dente, sa trattare con tutti. Frequenta con successo lascuola del Collegio Romano dei Gesuiti. Cura molto an-che la sua preparazione religiosa sotto la guida del pre-cettore. Probabilmente segue con interesse la vita politi-ca; il fratello Luigi sarà deputato al Parlamento.

È fornito di molte qualità naturali che metterà al ser-vizio di Dio nella congregazione passionista.

Una sosta imprevista al convento passionista di S. Eu-tizio, VT, dopo una partita di caccia, lo mette a contattocon la vita passionista. Poco dopo, a 23 anni, fa l’esperien-za di un mese nel convento passionista dei Santi Giovannie Paolo. Partendo, regala un crocifisso d’avorio a ogni fa-miliare. Alla loro meraviglia, spiega: “Non si può mai sa-pere cosa succederà”. Ma lui già sa che a casa non torneràpiù: andrà direttamente al noviziato passionista sul MonteArgentario. Dopo un mese però deve interrompere il novi-ziato per motivi di salute. Resta comunque in convento periniziare gli studi di teologia in preparazione al sacerdozio.Il 22 dicembre 1855 è ordinato sacerdote. Rimesso in salu-te, rinnova la domanda di essere passionista, viene di nuo-vo accolto e inviato nel noviziato di Morrovalle (MC).

Qui prende l’abito e il nome di P. Bernardo Maria diGesù. Ben presto arriverà a Morrovalle anche FrancescoPossenti, Gabriele dell’Addolorata; ne nascerà un bella esanta amicizia. Al primo impatto Bernardo, che di mondose ne intende, esclama: “Riuscirà questo damerino?” Laricercatezza esagerata, forse si, ma l’eleganza non è unpeccato. Ma presto dovrà dire di lui: “Questo damerinopasserà davanti a tutti”. Entrambi hanno la fortuna diavere la direzione spirituale del ven. P. Noberto Cassinelli.

Nell’aprile del 1856 emette la professione religiosaed inizia la lunga militanza nella congregazione passioni-sta. Mette a frutto cultura e santità come insegnante e di-rettore degli studenti di teologia e maestro dei novizi. Perle sue capacità di governo viene eletto superiore e con-sultore provinciale e per 25 anni ricoprirà la carica di su-periore generale. Per umiltà cerca di sfuggire, di ritirarsi;a ogni rielezione si protesta incapace di governare la con-gregazione; ma i confratelli vedono in lui il perfetto su-periore, esigente e paterno, legato alle sane tradizioni eaperto alle istanze del nuovo, che insegna più con l’e-sempio che con la parola e lo rieleggono al primo scruti-nio. Nel 1893, per evitare la rielezione, non partecipa alcapitolo generale; ma mentre è in fuga, gli appare SanGabriele, che gli comanda di tornare al capitolo. P. Ber-nardo, non potendo sfuggire alla volontà di Dio, torna edà tutto se stesso con infaticabile impegno.

Sotto il suo governo la congregazione prende nuovoimpulso e si espande sia in patria che all’estero. Alla suamorte il numero dei religiosi, delle case e delle provinceè raddoppiato. Apre nuovi conventi in Italia, e in varienazioni d’Europa e d’America. Cura la formazione intel-

lettuale e spirituale dei religiosi; fonda i seminari minorie apre uno studentato internazionale a Roma per i giovanipassionisti.

Rubando il tempo al sonno, scrive libri preziosi, verigioielli di ascetica e di storia dei primi tempi passionisti,per tramandare ai posteri il genuino spirito del fondatoree gli esemplari e modelli migliori della vita passionista.Vuole che non vada perduta tanta ricchezza di santità.Scrive per animare i confratelli, per formare la coscienzareligiosa e passionista. Invia lettere pastorali, dialoga contutti, visita comunità sia in Italia che all'estero, stimolaognuno ad essere fedele al carisma passionista. E c'è ilsuo esempio. Irreprensibile in tutto viene chiamato “1aregola vivente” e salutato come il “secondo fondatore”.

È stimato dai papi per la sua santità e per le sue dotiumane. Leone XIII lo chiama “santissimo uomo”; Pio Xdice ai Passionisti: “Voi avete un santo per superiore ge-nerale”. Molti, ma inutili i tentativi per crearlo cardinale.Gli ultimi anni li passa nella preghiera e nella solitudine.Cambia spesso convento per sfuggire a continue visiteche lo distolgono dal raccoglimento.

Muore il 9 dicembre 1911 a Moricone Rm, come dalui predetto, per una caduta mentre sale una scala brevema ripida. Giovanni Paolo II lo dichiara beato il 16 ot-tobre 1988.

Un giorno Bernardo, pensando a Gabriele, aveva det-to: “Quel ragazzo me l'ha fatta, ma io loraggiungerò”. Lo ha raggiunto in tutti i sensi.

Francesco Valori

Amici di Gesù Crocifisso

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B. Bernardo Silvestrelli, secondo fondatore.

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C arissimi Amici, riprendiamo le nostre riflessio-ni, per comprendere meglio come vivere il mo-

mento presente della nostra vita, soffrendo senza afflizio-ni per il passato e preoccupazioni per l'avvenire.

Dio è bontà e misericordia infinita, ci ama con amoredi predilezione e vuole che tutti gli uomini siano felici.Ci ama non perché siamo buoni, ma perché Lui è buono.Dobbiamo semplicemente far credito a questo suo amore.

La croce che Lui ci ha offerto è la Sua non la nostra,per questo è sempre quella giusta e ricca del Suo aiuto.S. Teresa del Bambino Gesù era tanto convinta di questaverità che diceva di non chiedere mai sofferenze al Si-gnore perché sarebbero state sue. Quindi prive dell’aiutodivino.

La pazienza è una virtù tanto necessaria ai sani e aimalati, ai giovani e agli anziani, ai poveri e ai ricchi chepagano il loro benessere a caro prezzo. Pazienza in tuttoe con tutti, anche noi siamo pesanti con i nostri limiti emiserie quindi dobbiamo vincere noi stessi e gli altri do-minando ogni avversità che mette alla prova questa virtù.

S. Gregorio Magno dice: “Per me l'esercizio dellapazienza è superiore a tutti ì miracoli perché la vera pa-zienza ama ciò che sopporta”. Un atto di amore perfettorende preziosa la nostra sofferenza ed è il mezzo più po-tente ed efficace per arrivare presto e più facilmente allasantità.

È facilissimo compiere un atto di Amore di Dio, sipuò fare in ogni momento, in ogni circostanza. AmareDio non è un atto della sensibilità ma un atto della vo-lontà elevato infinitamen-te al di sopra della sensibilità.Sarà l'anima a dire: “Mio Dio, ti amo”.

Nel dolore sofferto con pace e pazienza l'anima espri-me il suo atto dì amore più forte, dicendo: “Perché tiamo, mio Dio, accetto e soffro tutto per Te”. L’invocazio-

ne più bella e completa che si possa dire è:“Sia fatta la tua volontà”. Il soffrire passa, la soffe-renza offerta resta!

Ed ecco un decalogo bello e confortante del dolore: 1. Soffrire con fede nell' Amore personale di Dio.2. Soffrire accettando il dolore dalle mani di Gesù e vi-

verlo con Lui.3. Soffrire pregando per avere la forza e il coraggio ne-

cessario.4. Soffrire vivendo il momento presente.5. Soffrire con pazienza in ogni contrarietà.6. Soffrire tacendo: parlare poco con le creature e molto

con Dio.7. Soffrire sorridendo: il sorriso del malato è il più me-

raviglioso atto di fede.8. Soffrire sperando: è Lui il padrone della vita.9. Soffrire amando: tutto per amore di Dio. È un trionfo!

10. Soffrire pensando al Paradiso che è un dono, ma an-che un premio meritato: “Quelle cose che occhio nonvide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore diuomo, queste ha preparato Dio per coloro che loamano” (1Cor 2,9).Non dobbiamo poi dimenticare mai che accanto a noi

c'è “una Madre amorosa e dolorosa”. La sua vita fu tuttapermeata di sofferenze dall’inizio alla fine. Unita al suoFiglio nella passione e oggi associata a Lui nella gloria, èla nostra avvocata e protettrice presso il Padre. La Coro-na del Rosario sia sempre l’arma di difesa e di confortodi giorno e nelle notti insonni. Il Crocifisso ci sia luce eguida per dare maggiore valore alle nostre sofferenzeche, unite alle sue, diventano mezzo di salvezza per noi eper tante anime bisognose del1a sua misericordia.

Amica di Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

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Lettera agli Amici

Per soffrire meglio e soffrire meno

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ginati, riconoscendo Gesù stesso “nascosto” nei più bi-sognosi.

Nel pomeriggio ci siamo ritrovati di nuovo nellacripta, per il canto dei Vespri e la recita del Santo Ro-sario meditato con pensieri di San Gabriele.

A conclusione di questa bellissima giornata nonpoteva esserci meglio di una raccolta e partecipata ViaCrucis all’aperto, accompagnati dai pensieri di SantaGemma Galgani, di cui quest’anno ricorre il centena-rio. Tutti gli Amici sono stati coinvolti dalle paroledella “povera Gemma” che veramente nella sua vitaha accompagnato Gesù al Calvario, e hanno avuto mo-do di riflettere, in una maniera forse nuova, sulla Pas-sione del Signore e sul nostro coinvolgimento in essa.

Tornando a casa, dopo questa giornata piena, por-tiamo nel cuore una immagine nuova del nostro gran-de Santo conosciuto come “il Serafino di Maria” checi indica in Maria la via più semplice e più sicura perraggiungere a santità e quindi il Cielo.

Ci siamo salutati con la consapevolezza che questagiornata di luglio è ormai divenuta, forse anche per de-siderio di San Gabriele, la giornata degli Amici di Ge-sù Crocifisso e quindi siamo certi che ci rivedremo fraun anno attorno all’urna di San Gabriele.

M. Grazia C. e Riccardo R.

Amici di Gesù Crocifisso

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IV Giornata di Spiritualitàa San Gabriele

D omenica 2O luglio 2OO3: an-che quest’anno un numeroso

gruppo degli Amici di Gesù Crocifisso si è ritrovato alSantuario di San Gabriele per confermare la propriaadesione alla spiritualità Passionista, così bene com-presa, vissuta e testimoniata da San Gabriele dell’Ad-dolorata.

Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è fan-tastico. Nella parte alta del massiccio del Gran Sasso,inondato di sole, tra crepacci e burroni, piccole cengedi neve spiccano ancora per il loro bianco candore cheinsieme al tenue verde degli alberi elevano con la lorobellezza un canto d’amore al Creatore.

Tutti abbiamo avuto l’impressione di essere statichiamati qui da Qualcuno, così numerosi e felici di es-sere insieme. San Gabriele ci ha “coccolati” con unagiornata serena e piena di pace: il Gran Sasso stagliatonitido come non mai ci ha fatto pensare a quante volteanche il giovane santo lo avrà contemplato nella suaimponenza, andando con il pensiero al Signore; a ri-temprarci dal caldo di quest’estate rovente abbiamoavuto anche un lieve venticello che ci ha accompagna-to per tutta la giornata.

Alle nove ci siamo riuniti nella Cripta, davanti al-l’Urna di San Gabriele, per il Canto delle Lodi. Siamoin tanti, forse circa 400, provenienti da Macerata,Morrovalle, Recanati, Montecosaro, Civitanova, P. S.Elpidio, S. Elpidio a Marre, Fermo, Giulianova, Fossa-cesia, Roccaraso, Rivisondoli, Roma ecc.

Lo spirito si è potuto abbandonare al Signore che,con le parole e la vita di San Gabriele, ha parlato adognuno di noi facendoci capire il suo progetto per noie soprattutto qual’è la via e il modo con cui ci vuolesanti. Dopo aver passato un anno a riflettere sulla san-tità come meta di ogni cristiano, e soprattutto comemeta alla portata di tutti, non poteva esserci un luogopiù adatto per gli Amici per concludere il discorso.

A questo scopo ci è stato molto utile il racconto,ricco di contenuti, della strada percorsa dal nostroSanto per raggiungere la santità, che ci ha fornito ilnostro infaticabile Padre Alberto: un cammino veloceverso la Santità, vero blitz di amore e di dedizione divita Passionista.

Alle ore 11.OO Il P. Francesco Cordeschi, fondato-re della Tendopoli, presiede la messa solenne nellagrande basilica, concelebrata da P. Alberto e P. Brunode Luca. Nell’omelia il Padre Francesco, riflettendosull’essere Amici di Gesù Crocifisso, ci ha ricordatoche il Signore ci ha chiamati a percorrere questa stradanella Famiglia Passionista e ci chiede una scelta di vitaradicale. Il Padre Francesco, con il suo caratteristicotono acceso, ci ha additato l’unico esempio possibileper degli Amici di Gesù Crocifisso, cioè Gesù stesso,sulla croce, che si dona fino alla fine, dando tutto di sestesso a noi per la nostra salvezza… e così anche noisiamo chiamati a dare la nostra vita a Gesù, spenden-dola per i nostri fratelli, soprattutto i più soli ed emar- ????????????????????

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coinvolgenti, momenti in cui era pal-pabile la presenza del Signore in mezzo a noi!!!

Momenti forti sono stati la preghiera comunitaria, lacelebrazione dell’Eucaristia, l’esperienza del deserto, la ri-conciliazione con Dio tramite la confessione, la Via Cruciscon le riflessioni della patrona del M.L.P. Santa GemmaGalgani, le testimonianze di alcuni di noi. Ora però chetorniamo nelle nostre famiglie, nel nostro ambiente quoti-diano, inizia il momento della prova, inizia la fase più dif-ficile! Facciamo in modo che l’esortazione di San Giovan-ni “figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coni fatti e nella verità” diventi un nostro fermo proposito.

Troppe volte in questi giorni, ascoltando le confiden-ze di qualcuno, ho provato emozioni intense, ammirazio-ne… Troppe volte, confrontandomi con questi comporta-menti, ho chiesto scusa al Signore per le mie mancan-ze… So come voi che nella vita ci sono momenti diffici-li; l’importante è ritornare con la mente agli insegnamen-ti di questi giorni, a questi propositi!

Facciamo in modo che “il rinnegamento di se stessi”,la vittoria sul proprio “io”, sul proprio “orgoglio” “l’ac-cettazione della propria croce” prevalga sempre; solocosì riusciremo a fare quel salto di qualità “da una vitabuona ad una vita santa”, tante volte auspicato nellenostre riflessioni.

Il Signore non ci vuole “né freddi né tiepidi”, ci vuo-le ardenti del suo amore!!! È questo l’augurio che faccioa me a tutti voi, perché possiamo incontrare e seguireCristo, per diventare suoi veri discepoli.

Come Coordinatore Nazionale del M.L.P. rivolgo atutti gli “Amici di Gesù Crocifisso” l’esortazione a ricor-darvi nelle vostre preghiere di tutto il Movimento LaicalePassionista. Non tutti hanno la fortuna di vedersi guidaticon tanta assiduità e tenacia; possa il Signore predisporreche altri religiosi si dedichino con uguale impegno a que-sto ministero e siano di guida e riferimento per quei laiciche vogliono seriamente approfondire il carisma di SanPaolo della Croce. Da parte mia un arrivederci a prestoed un ricordo quotidiano nella preghiera.

Franco Nicolò

C i siamo ritrovati in 60 a questo primo corso diEsercizi Spirituali, 4-9 agosto, presso il Santua-

rio di San Gabriele, animati dal P. Alberto, con il tema“La Sequela di Cristo”.

Abbiamo in iniziato questo corso partendo dalla do-manda: “Perché siamo qui?”. Unica e convinta è stata lanostra risposta: il Signore ci ha chiamati!

In questi giorni, nelle catechesi, abbiamo riflettuto sul-l’incontro con Cristo “ecco io sto alla porta e busso, sequalcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verròda lui, cenerò da lui e lui con me” (Ap. 3,2). Entusiastiabbiamo aperto la porta del cuore al Signore, individuandonella meditazione, nella preghiera, nell’Eucaristia, i mezziper incontrarlo. Abbiamo imparato a riconoscerlo nei fra-telli! Una volta incontrato il Cristo, abbiamo riflettuto sul-la nostra sequela di Cristo, verificando nel concreto isuoi insegnamenti e confrontando il nostro impegno cri-stiano nella vita di famiglia e nel nostro stato sociale.

Abbiamo individuato Cristo maestro e modello, ap-profondendo la nostra conoscenza-intimità con lui, la no-stra imitazione! Ci siamo messi nella condizione che peressere discepoli di Cristo Crocifisso, non possiamo nonrinnegare il nostro “io” individuando lui come “unicoSignore”.

Abbiamo concluso le riflessioni, con la verifica dellanostra sequela e amore per Cristo, approfondendo nelconcreto l’affermazione che il Signore rivolse a SimonPietro “mi ami tu più di costoro?”.

Questo a grandi linee è ciò su cui abbiamo meditatosotto la guida assidua del nostro assistente spirituale.

In una delle sue introduzioni alla catechesi, P. Albertoci faceva notare che “lo scopo degli esercizi spirituali nonera quello di sentire cose nuove, ma rinnovare l’incontroforte e personale con Cristo, riflettere sulla sua vita e suisuoi insegnamenti e confrontare con essi la nostra vita”.

Per quello che mi riguarda, io non so se sono riuscitonell’intento di entrare totalmente in queste riflessioni, ri-manere in meditazione solo con me stesso, per uscirne al-la fine un altro, secondo il motto “intra totus, mane so-lus, exi alius”, so però di aver vissuto momenti forti e

Amici di Gesù Crocifisso

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Riflessioni al terminedegli Esercizi Spirituali

Primo corso Esercizi Spirituali: 4-9 agosto 2003.

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con un ge-sto, una pa-rola, un sor-riso, ed eccoche l’amoresi moltipli-ca. Tornan-do a casasarò più se-rena, perchého capitoche il Signo-re mi amacosì comesono e cheda me non pretende niente di difficile, ma solo un po’ diamore e di buona volontà, per pascere le sue pecorelle.

Sandra Salustri

I frutti del silenzio “concreto”

Ho vissuto altre volte la giornata di deserto durantegli Esercizi, ma stavolta l’ho vissuta in modo diverso,senza distrazioni. Sono rimasta nei locali del convento,vicino a tanti altri, eppure il colloquio con Gesù mi haaccompagnato costantemente. Ho parlato con Lui di tantecose: della mia vita, dei miei difetti, di tutto ciò che daLui ho ricevuto, che è molto di più di quanto io abbia da-to. Ho parlato anche delle mie difficoltà ad essere semprein sintonia con i suoi insegnamenti, del mio rammarico dinon essere adeguata alla grandezza del suo amore; l’horingraziato per quanto ha fatto, fa e farà per i miei cari.L’ho pregato di concedere i suoi doni a chiunque ne ab-bia bisogno. A volte sono rimasta in silenzio accanto aLui e mi sentivo davvero in silenziosa compagnia. Gesùnon mi rimproverava, benché gli dicessi che, leggendo ibrani datici come “Acqua per il deserto”, mi ritrovavotra coloro che non sempre scelgono di perdere la propriavita per Lui, che temo di essere il seme caduto su terrenosassoso, che a volte ho l’impressione di amare il prossi-mo a parole, ma poco con i fatti, che forse sono troppotiepida con Lui. Anzi mi sentivo incoraggiata da Lui, per-ché mi ha fatto capire che Lui non è venuto a condanna-re, ma a salvare. Noto anche che se il silenzio interiore hafavorito l’intimità con Dio, ho apprezzato moltissimo an-che il silenzio concreto. Mi sono resa conto che tante pa-role sono solo rumore vano, critiche o ostentazione dellapropria bontà.... In conclusione, questa giornata di deser-to è stata diversa, senza un minuto di “pesantezza” e miauguro che in futuro ci sia sempre più spazio per questimomenti di così profonda intimità con Gesù.

Fiorella Morlacco

Esperienza bellissima

Carissimo Padre, il ritiro a San Gabriele con le cop-pie e tanti bambini è stato per noi un’esperienza bellissi-ma, vissuta in un clima di pace e di serenità; soprattuttosi respirava la presenza dell’amore di Dio. Contiamo dicontinuare questo cammino. Ricordati di noi nelle tuepreghiere. A presto.

David, Roberta e figli

Amici di Gesù Crocifisso

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Echi degli Esercizi

Come annunciato, presso il santuario diSan Gabriele si sono svolti i due corsi di esercizi spiri-tuali per gli Amici di Gesù Crocifisso, animati dal P. Al-berto, con il tema: “La sequela di Cristo”.Al primo corso, 4-9 agosto, hanno partecipato 60 Amici.Al secondo corso, 11-16 agosto, hanno partecipato circa30 coppie, con 50 bambini. Pubblichiamo alcuni echirelativi specialmente al primo corso; altri nei pubbli-cheremo nei prossimi numeri.

Mai delusa della scelta

Caro Padre, nonostante abbia la possibilità di parte-cipare ad altri corsi di Esercizi Spirituali, sento che il Si-gnore mi orienta verso il gruppo degli Amici di GesùCrocifisso e non sono mai delusa della mia scelta. In par-ticolare il tema trattato in quest’anno mi ha toccato per-sonalmente, perché mi ha portato a riflettere sulla mia ri-sposta alla chiamata del Signore che ho avuto fin dallamia giovinezza e che ha guidato le mie scelte di vita. Ilcammino che ho intrapreso e nel quale proseguo non èprivo di ostacoli e a volte è difficile dare una risposta to-tale alla chiamata di Gesù. Proprio per questo le riflessio-ni sulla sequela di Gesù nella vita quotidiana sono statedavvero preziose per capire l’adesione che ogni cristianodeve dare all’amore e alla imitazione di Gesù per essereveramente alla sua sequela. Forte dell’esperienza vissuta,trasformo il mio “grazie” in preghiera per te e per il mo-vimento che con tanto amore conduci.

Franca Fermani

“Mi vuoi bene”

Durante la giornata di deserto, mi sono soffermata ameditare sul vangelo di Giovanni (21,15-19): “Simone diGiovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore,tu sai che ti voglio bene”. Gli disse: Pasci per mie peco-relle”. Mentre leggevo e rileggevo questo brano, ho senti-to che la domanda di Gesù era rivolta a me e il rispondere“sì” mi sembrava tanto scontato quanto impegnativo. Deb-

bo impararea vedere intutte le pe-corelle ama-te da Gesùal t re t tanteanime a mevicine e bi-sognose diaiuto pertornare alSignore. Macome fare?Io lavoro eho mille im-pegni e iltempo perme è semprepoco. Mapoi pensoche bastacominciare

Amici al 1° Corso diEsercizi: 9/8/2003.

Alcuni Amici al 1° Corsodi Esercizi: 9/8/2003.

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re. L’anno scorso quando io e Sandro ab-biamo fatto la Consacrazione insieme è stato co-me vivere per qualche minuto in Paradiso, come se il Si-gnore mi avesse fatto vivere per arrivare a quel momento.Non so come spiegarti, non è facile esprimere certi statidell’animo, ma una cosa posso dirla con certezza: Dio ciha fatti per essere felici, non di una gioia umana, ma di unagioia divina che in questa vita dobbiamo ricercare ma chesolo al suo cospetto potremo vivere per sempre.

Letizia e famiglia

Un incontro fruttuoso

Martedì 17 giugno 2003 il nostro gruppo degli“Amici di Gesù Crocifisso” della fraternità di S. GiovanniBattista di Fossacesia CH ha avuto la gioia di passare unaserata insieme a P. Alberto. Erano previste le consacrazioniil 25 Maggio 2003, ma per un piccolo incidente al P. Al-berto sono state rinviante ad altra data. Così il Padre hapensato bene di incontrarci a conclusione dell’anno forma-tivo. C’è stato un bel dialogo tra di noi per approfondire almeglio il tema della santità nel quotidiano e nello stato incui ci si trova. La vita deve diventare preghiera quando si èin salute, ma soprattutto nella malattia e nella prova. Se

non si ha moltotempo per le me-ditazioni, biso-gna supplire du-rante il giornocon piccole gia-culatorie, per re-stare sempre incontatto conDio. C’è statapoi la S. Messain onore di S.Gemma, per tut-te le nostre in-tenzioni. Natu-ralmente la sera-ta si è conclusacon un rinfresco.

Un grande ringraziamento, per il lavoro svolto, va anche alnostro assistente spirituale, P. Bruno De Luca. Si deve a luise nella nostra parrocchia esiste il gruppo degli “Amici diGesù Crocifisso” e se è rimasto vivo.

Paola de Simone

Grazie, per la vostra vicinanza

Carissimo P. Alberto e carissimi “Amici di Gesù cro-cifisso”; innanzitutto ci scusiamo per non esserci più fattisentire e vedere negli incontri a Giulianova; purtroppo lavita ci lascia sempre poco tempo per le cose belle. Ci sia-mo persi un po’ per strada; cose che voi non avete fatto,perché ci siete stati sempre vicini, con il giornalino degli“Amici di Gesù Crocifisso”, e sicuramente anche con levostre preghiere! Vi chiediamo con tutto il cuore di prega-re per noi, perché oggi la Famiglia è attaccata da tutte leparti e anche noi ci sentiamo in balia di questo malessere,che colpisce la nostra società. Ma il Signore ci è vicino,anche grazie a Voi!! Leggere tante testimonianze è sempre

Amici di Gesù Crocifisso

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Davanti al CrocifissoCaro Padre, anche quest’anno il Crocifisso è arrivato

a casa mia. E’ sempre un grande avvenimento quando arri-va e di solito mi faccio in quattro per invitare più personepossibili a fargli visita. Questa volta non è stato così; hopensato che fosse stato più utile pregare silenziosamente inpiccoli gruppi dove di solito ci si raccoglie meglio ed è sta-to molto bello. Una sera ho sorpreso le mie bambine piùpiccole a dire il rosario insieme davanti al Crocifisso equesta è stata per me una grande gioia ed ho capito l’im-portanza della nostra testimonianza nei loro confronti. Rin-grazio Dio perché si è reso visibile ai miei occhi e pregoper tutti coloro che sono ancora nel buio.

Fiorella

Rinnoviamo la consacrazione

Caro Padre, ci scusiamo per il ritardo con cui inviamola nostra richiesta per il rinnovo della Consacrazione a Ge-sù Crocifisso, ma speriamo che venga comunque accolta.Quando l'anno scorso abbiamo chiesto di fare la primaconsacrazione avevamo molti dubbi, ma abbiamo volutofidarci del Signore e accettare il grande dono che ci volevafare. In quel giorno abbiamo fatto molte promesse al Si-gnore, con l'im-pegno di mante-nerle durantequesto anno.Oggi ci rendia-mo conto chenon siamo riu-sciti a mantenerefino in fondoquelle promesse,al contrario diLui che invececi è stato semprevicino, anche sea volte eravamonoi a non accor-gerci della Suapresenza. Duran-te questo anno ci sono stati per noi momenti difficili. Èproprio in questi momenti che il Signore ci faceva un rega-lo bellissimo: non ci permetteva di perdere la fiducia inLui e ci dava tutto il Suo amore nel quale trovavamo laforza per andare avanti. Per questo vorremmo rinnovare lanostra consacrazione a Gesù, per ringraziarlo del Suo amo-re e per impegnarci ad amarlo sempre di più, con la sicu-rezza che vivere il cammino degli Amici di Gesù Crocifis-so ci aiuta a mantenere viva la nostra fede. Ti ringraziamodi cuore per tutto l'amore con cui segui i nostri gruppi.

Roberto e Mariangela

Qualche minuto di Paradiso!

Caro P. Alberto, si avvicinano i ritiri spirituali e soquanto ti stai affannando per organizzare tutto; prego sem-pre Dio e la Madonna e il tuo angelo custode perché ti aiu-tino e ti sostengano nel portare avanti gli “Amici di GesùCrocifisso”. Io posso dirti che per me fare parte di questafamiglia è un dono grande, se ci penso mi viene da piange-

Testimonianze

Esercizi delle famiglie. La Messa dell’Assunta,animata dai «Piccoli Amici», guidati da Livio.

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Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Carbonari Senigagliesi Nicoletta di Montelupone Mc 26-6-2003

Antonio Falcone di Roccaraso Aq 8-5-2003Gasbarro Pasquale di Pescocostanzo Aq 22-7-2003

Prossimi appuntamenti:- Nei due corsi di Esercizi diversi Amici hanno fatto o rinnovato la Consacrazione Solenne a G. C.- Il 16 agosto, al termine degli Esercizi delle coppie, è stata battezzata MARIA DONATA

LATTANZI, vero dono del Signore, come testimoniato nella rivista di luglio.- Con il mese di settembre riprendiamo il nostro cammino ordinario, con gli incontri delle Fraternità.- Ritiri Mensili a Morrovalle: 14 settembre; 19 ottobre; 9 novembre; 14 dicembre.- 20 settembre: Consiglio Nazionale degli Amici a Morrovalle.- 26.28 settembre: Consiglio Nazionale del MLP al Santuario di San Gabriele Te.

un aiuto; anche nelle difficoltà, bisognaaprirsi alla Speranza, alla voglia di ricomin-ciare e optare sempre per il bene. Vogliamoperciò, carissimi fratelli e sorelle, ringra-ziarvi di tutto cuore, e ringraziare P. Al-berto. Vi abbracciamo tutti affettuosa-mente! Sentiamo di concludere che Cri-

sto opera sempre nelle persone, nonostante lanostra testardaggine, a voler fare da soli, ad accettare Luicome guida della nostra vita; ma il suo amore è più testar-do del nostro!… Dobbiamo ringraziarlo se riusciamo an-che per un attimo a renderci conto che senza di lui, siamoallo sbando, senza meta vera! Non le nostre mete, che si ri-velano sempre trappole, che c’impantanano nell’egoismo,nella superficialità, nella solitudine… Grazie per la vostravicinanza spirituale; che il Signore vi benedica, e vi custo-disca sempre nel suo amore!

Gianni, Angela e Filippo Dozzi

La vera Sapienza

Ho appena finito di leggere il libro della Sapienzaed ora provo a dirti che cosa sono riuscito a capire. La Sa-

pienza è lo Spirito di Dio che si trova dentro di noi e ci ac-compagna per tutta la nostra esistenza, nessuno escluso,compresi i peccatori più incalliti. Sta a noi dargli voce al-l’interno della nostra anima e seguire i suoi insegnamenti,che non sono altro che i comandamenti di Dio. Anche“l’empio” quando giudica “il giusto” lo fa, senza volerlo,con il metro della Sapienza; infatti, l’empio disprezza ilgiusto, perché si rende conto che la sua condotta di vita èsbagliata, ma non vuole correggersi. Ogni volta che noisviamo dalla strada di Dio, la Sapienza ci parla nell’animo,mettendoci dentro quello stato di malessere interiore cheviene dal peccato. Se ci ravvediamo sinceramente, ci ac-corgiamo che tutto sparisce e torna una grande pace inte-riore; allora anche tutto quello che ci capita di brutto scivo-la via senza angosciarci. La Sapienza è anche una guidaspirituale e si fa trovare facilmente da chi la cerca. Leg-gendo queste parole, ho ripensato a molti tuoi insegnamen-ti ed ho concluso che la meditazione della parola di Dioporta alla ricerca della Sapienza in quanto Spirito di Dio eche la Sapienza è la strada che porta a Dio e quindi allasantità. Attendo qualche suo suggerimento e intanto inco-mincio a leggere il libro del “Siracide”.

Nazareno Valori

Amici di Gesù Crocifisso

8 Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa.

AMICI NEWS

Esercizi delle coppie e figli. S.Gabriele: 11-16 agsto 2003.