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Crocifisso con Gesù I l punto di partenza e il traguardo della spiritualità di san Paolo della Croce è la «partecipazione alla passione di Gesù». Il santo spiega innumerevoli volte che il dolore concreto, fisico o spirituale, dà all’uomo la possibilità di partecipare alla «croce di Cristo». Già nella prima pagina del suo diario parla della comu- nione con il Cristo crocifisso: «Per misericordia del no- stro caro Dio desidero solo d’esser croci- fisso con Ge- sù». Questo è come il pro- gramma e la chiave erme- neutica con cui interpretare la vita e il pen- siero del fon- datore dei pas- sionisti. An- ch’egli può ri- petere con l’a- postolo Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo. Vivo, ma non io, vi- ve invece Cri- sto in me» (Gal 2,19-20). La partecipa- zione alla pas- sione di Gesù e la conforma- zione col Cri- sto crocifisso sono il tema centrale di tutto il diario del Santo. Il motivo più forte, che lo spinge a sopportare il dolore fisico e spirituale è il desiderio di diventare sem- pre più simile al Signore crocifisso, il quale «in tutta la sua vita non ha fatto altro che patire». Questo deside- rio è talmente forte che egli ha il timore segreto che la sofferenza finisca. Dolore e amore M a non è in sé il dolore che unisce l’anima a Dio, ma è l’amore con cui esso viene sopportato. L’amore che accetta il dolore è genuino e disinteressato. Il dolore è la «forma di decisione più profonda e più convincente dell’amore». Di questa unione intima tra dolore e amore il santo parla continuamente nel suo dia- rio e nelle lettere. Soprattutto quando descrive gli effetti della contemplazione della passione di Gesù, egli richia- ma l’unione intima che c’è tra l’amore e il dolore. Il do- lore spirituale e fisico non è per lui una disgrazia; egli ve- de nel dolore prima di tutto la possibilità di manifestare l’amore al Signore crocifisso, di diventare una cosa sola con Lui. Egli riconosce nel dolore la «croce di Cristo», che egli accetta, anzi porta gioiosamente, perché è la cro- ce del suo Signore. Scrive: «So che dico al mio Gesù che le sue croci sono le gioie del mio cuore». La funzione purificatrice del dolore e la possibilità di aiu- tare Gesù a portare la croce sono i motivi che spingono il santo a scrivere: «Vorrei dire che tutto il mondo sentis- se la grande grazia che Dio fa, quando manda da pati- re, e massime quando il patire è senza conforto, per- ché allora l’anima resta purificata come l’oro nel fuo- co e diviene bella e leggera per volarsene al suo Be- ne...». Il desiderio di «essere crocifisso con Gesù» è il motivo più forte e più profondo per sopportare i dolori corporali e spirituali. Questo desiderio di unità con il Cri- sto crocifisso, è così forte che egli prega Dio di «non le- vargli mai i patimenti». Nella maturità, quando Paolo parla del dolore, sottolinea di più la meta alla quale l’uomo arriva quando rassomi- glia al Cristo paziente. Nel 1743 completa così una cele- bre frase di Santa Teresa: «Credo che la Croce del no- stro dolce Gesù avrà posto radici più profonde nel vo- stro cuore e che canterete: “Patire e non morire”; op- pure: “O patire o morire”: o ancora meglio: “Né patire né morire”, ma solamente la totale trasformazione nel divin beneplacito». Il dolore, come la partecipazione al- la passione del Signore, non è il fine del cristiano. Come Cristo stesso attraverso la croce è entrato nella gloria del Padre, così il cristiano per mezzo della «croce di Cristo» e l’accettazione della divina volontà raggiunge la perfetta unione con Dio, che è lo scopo della vita. P. Alberto Pierangioli Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” A Ottobre 2002 – Anno III n. 10 Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 – 62019 Recanati Mc T. 071.7574283 - C. 349.8057073 - Fax 071.7574405 E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici A mici di Gesù Crocifisso S. Paolo della Croce.

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Crocifisso con Gesù

I l punto di partenza e il traguardo della spiritualitàdi san Paolo della Croce è la «partecipazione alla

passione di Gesù». Il santo spiega innumerevoli volteche il dolore concreto, fisico o spirituale, dà all’uomo lapossibilità di partecipare alla «croce di Cristo».Già nella prima pagina del suo diario parla della comu-nione con il Cristo crocifisso: «Per misericordia del no-

stro caro Diodesidero solod’esser croci-fisso con Ge-sù». Questo ècome il pro-gramma e lachiave erme-neutica con cuiinterpretare lavita e il pen-siero del fon-datore dei pas-sionisti. An-ch’egli può ri-petere con l’a-postolo Paolo:«Sono statocrocifisso conCristo. Vivo,ma non io, vi-ve invece Cri-sto in me»(Gal 2,19-20).La partecipa-zione alla pas-sione di Gesùe la conforma-zione col Cri-

sto crocifisso sono il tema centrale di tutto il diario delSanto. Il motivo più forte, che lo spinge a sopportare ildolore fisico e spirituale è il desiderio di diventare sem-pre più simile al Signore crocifisso, il quale «in tutta lasua vita non ha fatto altro che patire». Questo deside-rio è talmente forte che egli ha il timore segreto che lasofferenza finisca.

Dolore e amore

M a non è in sé il dolore che unisce l’anima a Dio,ma è l’amore con cui esso viene sopportato.

L’amore che accetta il dolore è genuino e disinteressato.Il dolore è la «forma di decisione più profonda e piùconvincente dell’amore». Di questa unione intima tradolore e amore il santo parla continuamente nel suo dia-rio e nelle lettere. Soprattutto quando descrive gli effettidella contemplazione della passione di Gesù, egli richia-ma l’unione intima che c’è tra l’amore e il dolore. Il do-lore spirituale e fisico non è per lui una disgrazia; egli ve-de nel dolore prima di tutto la possibilità di manifestarel’amore al Signore crocifisso, di diventare una cosa solacon Lui. Egli riconosce nel dolore la «croce di Cristo»,che egli accetta, anzi porta gioiosamente, perché è la cro-ce del suo Signore. Scrive: «So che dico al mio Gesùche le sue croci sono le gioie del mio cuore». La funzione purificatrice del dolore e la possibilità di aiu-tare Gesù a portare la croce sono i motivi che spingono ilsanto a scrivere: «Vorrei dire che tutto il mondo sentis-se la grande grazia che Dio fa, quando manda da pati-re, e massime quando il patire è senza conforto, per-ché allora l’anima resta purificata come l’oro nel fuo-co e diviene bella e leggera per volarsene al suo Be-ne...». Il desiderio di «essere crocifisso con Gesù» è ilmotivo più forte e più profondo per sopportare i doloricorporali e spirituali. Questo desiderio di unità con il Cri-sto crocifisso, è così forte che egli prega Dio di «non le-vargli mai i patimenti».Nella maturità, quando Paolo parla del dolore, sottolineadi più la meta alla quale l’uomo arriva quando rassomi-glia al Cristo paziente. Nel 1743 completa così una cele-bre frase di Santa Teresa: «Credo che la Croce del no-stro dolce Gesù avrà posto radici più profonde nel vo-stro cuore e che canterete: “Patire e non morire”; op-pure: “O patire o morire”: o ancora meglio: “Né patirené morire”, ma solamente la totale trasformazione neldivin beneplacito». Il dolore, come la partecipazione al-la passione del Signore, non è il fine del cristiano. ComeCristo stesso attraverso la croce è entrato nella gloria delPadre, così il cristiano per mezzo della «croce di Cristo»e l’accettazione della divina volontà raggiunge la perfettaunione con Dio, che è lo scopo della vita.

P. Alberto Pierangioli

Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”A

Ottobre 2002 – Anno III n. 10Aut. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. Art. 2 com. 20\c L.662\96 - MC Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. R. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. PierangioliViale Passionisti 54 – 62019 Recanati McT. 071.7574283 - C. 349.8057073 - Fax 071.7574405 E-mail [email protected]://www.passionisti.org/mlp/amici

Amici di Gesù Crocifisso

S. Paolo della Croce.

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“Pescare nel mare della passione di Gesù»

T roviamo un grande equilibrio nella dottrina spiri-tuale di san Paolo della Croce; da una parte insiste

senza stancarsi sul raccoglimento interiore e sul camminomistico-spirituale e dall’altra richiede un serio eserciziodelle virtù. Si può dire che un effetto essenziale delle“pene infuse” consiste nell’esercizio delle virtù, soprat-tutto di quelle virtù che più risaltano nella passione diCristo.Per il Santo l’amore di Dio e del prossimo non è un sem-plice sentimento di benevolenza disimpegnata, ma è unaforza che influenza decisamente il pensiero e l’azione del-l’uomo. Se uno vive di questa forza basilare d’amore cheprende tutto l’uomo, si dedicherà necessariamente ancheall’esercizio delle “virtù”. Amore ed esercizio delle virtù,intese in senso cristiano, sono tra loro unite strettamente.L’amore dà alle virtù la “forza necessaria”; l’esercizio del-le virtù diviene una “manifestazione necessaria” dell’a-more. Un effetto essenziale dell’essere penetrati dalla pas-sione di Gesù consiste nel risvegliare nell’uomo un fortedesiderio di imitare le virtù del Signore sofferente. Cosìscrive il Santo, col suo linguaggio pieno di immagini:“Quando piace a Dio di concederle tale grazia, non puòfare a meno di immergersi tutta nel mare della santissimaPassione ed ivi fare gran pesca di perle e di tutte le gioieche sono le virtù dello Sposo divino appassionato, peradornarsi bene, per essere una vittima sacrificata in olo-causto nel fuoco del Santo Amore” (L. I,336s).Interiorizzazione ed esercizio delle virtù per il Santo sono“corsie parallele” di un’unica via che conduce alla santità.In una lettera egli incoraggia la venerabile Lucia Burlini ad“essere umile, caritatevole con tutti, mansueta, paziente,aver buon concetto di tutti”, ma contemporaneamente leraccomanda di non trascurare il raccoglimento. Dopo aver-le spiegato come sia fruttuoso immergersi nel mare dellapassione di Gesù, continua: “In questo gran mare dellasantissima Passione, pescherete leperle di tutte le virtù di Gesù Cristo.Questa divina pesca nel gran maredelle pene del Figliuolo di Dio si fasenza partirsi dalla solitudine e dal si-lenzio interiore. Gesù v’insegnerà tut-to, se sarete ben umile e morta a tutto”(L. II,725). In ultima analisi è l’amore,che Dio concede attraverso le “peneinfuse” a colui che si immerge nel“mare della passione di Gesù”, chemuove l’uomo e gli dà la forza perimitare le virtù di Gesù sofferente (L.I,489).

La forza dell’amore

L’ amore è la forza basilare chesprona l’uomo alla pratica

delle virtù. Così descrive questo rap-

porto amore-esercizio delle virtù: “State nella cognizionedel vostro nulla e siate fedele nell’esercizio delle santevirtù e massime in imitare il dolce Gesù paziente, perchéquesto è il gran colpo del puro amore” (L. II,440).La raccomandazione di “stare nella cognizione del vo-stro nulla”, fa vedere come i principi della dottrina spiri-tuale del Fondatore si completano tra di loro e culminanonella mistica della passione. Nella stessa lettera egli par-la, in rapporto alla croce di Gesù, del completo abbando-no alla volontà di Dio, anzi della “totale trasformazionenel divino beneplacito”.In un altro scritto si chiarisce ancora meglio l’intrecciodei singoli temi nella dottrina spirituale del Santo e laforte centralità del suo pensiero nella passione del Signo-re. Prima di tutto parla dell’umiltà di fronte a Dio: un“nulla” che si deve perdere nel “tutto” di Dio che èamore. Alla fine spiega dettagliatamente come l’animadeve assoggettarsi alla “morte mistica” per poi “rina-scere in Gesù Cristo nostro Signore”. Egli descrive poil’effetto di questa “rinascita dell’anima”. “E se in talsolitudine, è rinata a nuova vita deifica, che vuol dire vi-ta santa, lo Sposo Divino vi porta a pescare nel mare del-la santissima sua Passione; pescate pure, figliuola, la-sciatevi penetrare tutta dall’amore e dal dolore, e fatevostre le pene di Gesù” (L. II,725).Nelle lettere di Paolo della Croce non c’è solo il richiamoalla passione di Gesù, ma vi sono anche altri temi comeprincipi caratteristici della sua dottrina spirituale. Tuttaviala centralità della passione è l’origine e il punto di arrivodel suo “progetto mistico-spirituale”: il Signore sofferentee crocifisso ha una tale importanza nella vita e nel pensierodel Fondatore dei passionisti che la sua mistica della pas-sione caratterizza senza confronti la sua “via spirituale”,una via che egli stesso percorse per tutta la vita e che pro-pose anche agli altri come la via migliore, anzi “unica”.

P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

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Meditazione della Passione secondo s. Paolo della Croce

VII – Pescare le perle: le virtù apprese dal Crocifisso

Secondo Corso di E.S. San Gabriele: 19-24 agosto.

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fine aprile, Luigi avverte uno strano ma-lessere. Pensa a una influenza di stagione. Si mettea letto. Ma il medico scopre che è malato di malaria, conpolmonite e meningite. Luigi sta lottando contro la mor-te. Il parroco di Cisterna, portando i conforti religiosi,trova Maria e i fratellini a pregare per il babbo. “In quellaoccasione la vidi premurosa verso il padre e notai che in-vocava la Madonna per aiuto del padre stesso”. Luigi ca-

pisce che la morte è vicina e ri-pete: “Io muoio. Assunta; devitornare al paese!”. Domenica 6maggio 1900, Luigi, uomo la-borioso, marito encomiabile,padre affettuoso e premuroso,convinto cristiano, cessa di vi-vere, ucciso dalla terribile ma-laria, sotto gli occhi dell’incon-solabile Assunta e tra le lacrimedi Marietta e dei 4 fratellini.Viene portato al cimitero diConca sopra un carro da lavoro,tirato dai buoi. Racconta Ange-lino, il figlio maggiore: “Mon-tato sul carro, io custodivo lacassa per non farla cadere quan-do il carro sobbalzava; Mariettae i fratelli più piccoli seguivanotutti a piedi scalzi”. La nidiata èorfana del papà, l’avvenire siintravede tanto difficile.Assunta coraggiosamente pren-de il posto del marito nel lavorodel terreno con i Serenelli. Ma-rietta, decenne, deve pensare agovernare la casa. Spiega lamamma: “A Ferriere, dopo ilprimo anno, morì mio marito edio continuai la società col con-

senso del padrone, assumendomi il lavoro di mio marito elasciando in casa, in mia vece, la piccola Maria per le fac-cende domestiche”. Principalmente deve “guardare i fratel-lini e le sorelline”.

“Mamma, quando faccio la comunione io?”

L e preghiere e la recita di più rosari al giorno nonbastano a Marietta. Desidera Gesù, vuole fare a

tutti i costi la prima Comunione. Un giorno chiede :“Mamma, quando faccio la comunione io?”. Risposta:“Cuore mio, come la puoi fare, se non sai bene la dottri-na? Non sai leggere, non ci sono soldi per farti il vestito,le scarpe, il velo; non hai un minuto di tempo libero, c’èsempre da fare...”. Niente la trattiene: “Mamma, ma cosìnon la faccio mai! A Conca c’è sora Elvira che sa leg-gere. C’è pure don Alfredo che viene la domenica.Sbrigo la faccende e così mi lasci andare a Conca”.Marietta insieme col fratello Angelo comincia a recarsiquasi ogni giorno a Conca per la preparazione alla PrimaComunione. E’ pronta. ( continua )

P. Mario D’Ippolito

Amici di Gesù Crocifisso

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“Dio sempre provvede!”

T erza di 6 fratelli, passa la fanciullezza come tutti glialtri bambini. E’ educata cristianamente in una fami-

glia povera ma ricca di serenità e di pace, insieme agli altrifigli. La mamma stessa insegna ai piccoli le preghiere. Ma-ria approfitta degli insegnamenti per trasmetterli ai fratelli-ni. La chiamano Marietta, ragazzina di indole buona e doci-le, accettata e benvoluta da tutti. Purtroppo un giorno il proprie-tario del podere di Pregiagna diCorinaldo preavvisa i Gorettiche alla scadenza non avrebberinnovato il contratto di mez-zadria. S’immagini la situazio-ne: la famiglia Goretti, sei per-sone, genitori e 4 figli sarebbe-ro rimasti senza lavoro e senzatetto. Luigi, il papà buono, nonsi scoraggia e rassicura subito:“Dio sempre provvede!”.Nell’ottobre 1897, Luigi e As-sunta con i figli partono da Co-rinaldo per Paliano (Fr). Si sta-biliscono in località ColleGianturco. E qui poco dopogiungono Giovanni e Alessan-dro Serenelli, padre e figlio,anch’essi marchigiani e si as-sociano ai Goretti. La domeni-ca si recano a messa in paese oa s. Procolo, in una chiesettanon molto distante dal conven-to dei Passionisti. Proprio unsacerdote passionista vi celebrala messa, così mamma Assuntaha occasione di conoscere iPassionisti, che un giornoavranno tanta parte nella glorificazione della sua Marietta.Sembra procedere tutto normale, invece nel febbraio1899 si arriva ad un improvviso “guasto per colpa del Se-renelli padre” che litiga forte col padrone, racconta mam-ma Assunta. Il padrone licenzia il Serenelli e la famigliaGoretti. In fretta e furia bisogna di nuovo risolvere il pro-blema del lavoro; si recano nelle Paludi Pontine per chie-dere lavoro al conte Attilio Mazzoleni, che risponde:“Venite anche subito. Lassù avete mangiato polenta e pa-ne di granturco; qui mangerete pane di grano”. Avrebberotrovato pure una grande casa in muratura ed un contrattoa mezzadria. Mettono insieme la poca roba e partono perla “cascina antica”, a Le Ferriere, vicino Nettuno. La “ca-scina antica” è il casolare riservato ai coloni che coltiva-no il grosso podere delle Paludi Pontine. Marietta ha 9anni. In questa zona vivrà la famiglia Goretti con i Sere-nelli sino al giorno della tragica fine della figlia.

La morte del papà

L’ allegria chiassosa dei piccoli Goretti fa scoppia-re di gioia il cuore dei genitori. La distesa dei

campi di grano verde fa sperare un buon raccolto. Ma a

II - S. MARIA GORETTI, MARTIRE DELLA PUREZZA

Nel centenario del suo martirio: 6 luglio 1902 - 2002

La famiglia Goretti.

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“Mi dono totalmente a te e mi ab-bandono fra le tue braccia”.

Q uesta è la condizione essenziale: donarsi totalmen-te a te e accettare la tua volontà su di noi con la

certezza che essa è sempre per il bene nostro. Abbando-narsi fra le tue braccia è ritrovarsi sulla croce con te conin cuore la sicurezza, la pace e la gioia che la tua presen-za, la forza e la fedeltà del tuo amore ci trasmette. Le tuebraccia inchiodate alla croce sono sempre aperte, spalan-cate in un invito verso tutti gli uomini: venite a me voitutti, affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò.“Fa di me quello che vuoi”. Sì Signore, anche questo è un desiderio, un bisogno chetu hai messo nel mio cuore. Piacerti, essere come tu mi

hai pensata fin dall’origi-ne del mondo, procederesempre più in questocammino di conversione,di trasformazione per po-termi trovare al tuo co-spetto santa e immacola-ta nell’amore. Questa èopera tua Signore, da par-te mia rinnovo ad ogniistante l’intenzione, il de-siderio di cibarmi dellatua volontà.“Gesù mio crocifisso,ti amo, abbi pietà dime peccatrice”.Ti amo, Signore! Per tuagrazia oso dirti questopur sapendo che questomio amore per te è tantopiccolo e misero. Se alzogli occhi a te crocifisso,vedo ancora di più la pic-

colezza del mio amore. Spesso questo amore che mispinge verso te è frenato dalle mie passioni, dal mio amorproprio ed egoismo. Mi vedo sempre più nella mia debo-lezza spirituale; vedo, proprio guardando te, la potenzia-lità di male che c’è in me. Vorrei morire a me stessa e almondo, ma nello stesso tempo una parte di me cerca diresistere e a volte si risente nell’essere trattata male. Vor-rei seguire le tue orme sulla via della croce per morire epoi rinascere con te a vita nuova, ma troppe volte ancorami fermo, mi stanco e anche mi ribello; allora posso solodirti: “abbi pietà di me”. Mi inginocchio ai piedi dellacroce e non dispero, ma mi rifugio nel tuo amore miseri-cordioso. E’ strano, ma è anche molto bello, vengo a tenella mia incapacità ad amarti, nella mia realtà di pecca-trice, e tu, anziché rimproverarmi o punirmi, mi accoglinel tuo cuore e mi consoli, mi riempi del tuo amore e miinviti a ripeterti sempre più spesso: “Gesù mio ti amo”.Più lo dico e più il cuore si riempie di dolcezza: ancorauna volta sei tu a fare tutto, Signore!“Maria, Madre mia dolcissima, con la tua materna in-tercessione, aiutami ad essere sempre fedele a questamia promessa d’amore e fammi morire d’amore fra letue braccia materne. Amen”.Essere sempre fedele alla promessa d’amore; perseverare

in questo cammino di santità che ci fa crescere nell’amo-re, come quantità e come qualità. La perseveranza, l’im-pegno costante, quotidiano nella preghiera è la parte chespetta a noi. Tu, Mamma, rimani sempre accanto a noi eaiutaci a trovare il tempo per rientrare in noi stessi ed in-contrare il Signore, conoscerlo ed amarlo. Nonostante lapredilezione di Dio per te, hai percorso la nostra stessastrada e in essa hai perseverato nella preghiera, nella ri-cerca di Dio e della sua volontà. Sei cresciuta nella fede,nella speranza e nell’amore. Solo così hai potuto affron-tare la passione del tuo Figlio e la tua passione, con amo-re, obbedienza e offerta totale. Hai spalancato il tuo cuo-re al Signore, ciecamente, senza voler capire o vedere,accettando tutto, credendo solo nella sua immensa bontà,sapienza e onnipotenza. Insegnaci ad essere come te,Mamma, abbandonati fra le braccia di Dio, intenti a nu-trirci del suo amore e della sua volontà. Mamma, aiutatutti gli Amici a bruciare d’amore per Gesù, ad avere lasua passione impressa nel cuore e nella mente e a diveni-re testimoni ed annunciatori dell’Amore crocifisso pernoi e per tutti gli uomini. Amen.

Coltorti Maria Grazia

III - MEDITANDO LA PROMESSA DI AMORE

Amici di Gesù Crocifisso

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La vvita èè bbella!

TTaannttii aauugguurrii ee bbeenneeddiizziioonnii aaii ffiioorreelllliinnii ssbboocccciiaattii nneellllee ffaammiigglliiee

ddeeii nnoossttrrii AAmmiiccii::LLuuddoovviiccoo ddii LLeettiizziiaa ee GGiiaannffrraannccoo

(Piediripa MC)

BBaarrbbaarraa ddii MMaarriiaa GGrraazziiaa ee FFaabbiioo (Montecosaro MC)

EEddiitt FFaabbiioollaa ddii RRoobbeerrttaa ee PPaaoolloo (Morrovalle MC)

LLaavviinniiaa ddii EEmmiilliiaa ee GGiiaannlluuccaa (Morrovalle MC)

EElliissaabbeettttaa ddii SStteeffaanniiaa ee BBuuaattttii(Brescia)

Fiorella si consacra a Gesù Crocifisso.

Maria Grazia ei suoi gioielli.

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Lettera agli Amici“Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui”

(1Gv 4, 14).

Carissimi Amici, non ci conosciamo, ma facciamoparte della stessa famiglia di Dio, come figli adottivi, fra-telli di Gesù Cristo e Amici di Gesù Crocifisso per voca-zione. Quindi avere un rapporto con tutti voi non creaimbarazzo. “L’Amico” con cui abbiamo stretto amiciziaci ha attirati a Sé da una Croce e ci ha invitati a fare uncammino di Amore. Nella “Promessa di Amore” trovia-mo un programma di vita personale e un aiuto a vivereinsieme sotto la stressa tenda, alla luce e calore dellostesso amore, ma tutto dipende dalla nostra collaborazio-ne alla grazia ricevuta. Le riunione delle Fraternità e deiGruppi Famiglia ci stimolano a cercare la perfezione del-l’amore. Prima o poi tutti abbiamo capito che per amareGesù Crocifisso dobbiamo credere fortemente al suoAmore per noi!

Fatto questo primo passo, possiamo dire di avere ini-ziato a rispondere alla chiamata del Signore. Da questodeve iniziare un cammino nuovo e deciso verso l’Amoreinfinito e misericordioso del Signore. Egli ci ha accettatocosì come siamo per renderci come a Lui piace. È un la-voro da fare in due: più riceveremo, più sentiremo didover dare a Lui e ai fratelli. È una gara come avvieneanche in una vera amicizia umana. L’amicizia porta poianche alla imitazione. Quella di Dio ci trasforma in Luicon la potenza dell’amore. Mentre l’attrattiva del Croci-fisso tocca il nostro cuore e ci rende simili a Lui. La no-stra Promessa di Amore diventa dono e legame per amaredi più e sentirci amati da Lui.

Cari Amici, lasciamoci amare da Lui e impareremo adamare tutti, anche i nostri nemici. La nostra vita si tra-sformerà giorno dopo giorno, perché avendo accettatoquesto scambio, il Crocifisso sarà sempre il nostromaestro e modello. Questo secondo gradino dell’amoreci impegna alla conversione, cercando in Gesù la forzaper superare ogni difficoltà, vincere in ogni lotta contro ilnostro amor proprio. Il Signore ci conceda di fare tesorodi quanto ci ha fatto capire, per arrivare a un sereno e fi-ducioso abbandono in Lui e trovare la pace del cuore. Vel’auguro di tutto cuore.

Amica di Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

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H o notato che S. Paolo della Croce concludespesso le sue lettere dicendo: “Lo abbraccio

nel Cuore purissimo di Gesù e nel petto immacolatodi Marita; …nel costato purissimo di Gesù; …la lascionel Cuore purissimo di Gesù; ...racchiudendola nelCuore di Gesù” ecc. Volendo approfondire il significatodi questi saluti, ho riflettuto che quei saluti non potevanoessere solo un modo di dire, ma che avessero un significa-to molto più profondo.

Prima di tutto, a causa di quel ripetere nel cuore di Ge-sù, nel cuore di Maria, ho cominciato a pensarli come unluogo, ed un luogo sicuro, dove augurare di trovarsi spi-ritualmente tutti, anche se fisicamente lontani, diversi percondizione, età e quant’altro. Un luogo di facile accesso,perché aperto, anzi squarciato o trafitto. Un luogo dove,se ci siamo rifiutati di entrare, possiamo poi farlo, se vo-gliamo, in qualunque momento, perché saremo accolti!

Ho poi riflettuto sul come entrare; di grande aiuto èstata la lettera che S. Paolo scrisse a P. Francesco Anto-nio Appiani, perché in sintesi descrive quale deve essereil nostro atteggiamento di fronte a tanto amore di Dio:“Prima di terminare la lettera devo raccomandarle unagrande devozione al Sacro Cuore di Gesù, la quale sipratica come segue: deve visitare spesso il SS. Sacra-mento, specialmente quando non vi è nessuno, poichétali visite gli sono più gradite. Deve apparecchiarsi consentimenti di profondissima umiltà e contrizione. Devedomandare a Gesù l’ingresso nel suo Cuore Divino, esubito entrarvi in spirito. Ivi deve amare quella infinitabontà, lodarlo e ringraziarlo di tutto ciò che ha fatto efa per noi, massime di averci dato la sua Santissima Vi-ta in cibo in quel gran sacramento di amore, sacrifican-dosi in olocausto alla Divina Maestà, sopra quel sacra-tissimo altare del suo Cuore Divino, e lasciandosi ab-bruciare da quelle sacre fiamme, che ardono in queldolcissimo Cuore”.

Infine ho considerato il tempo. Chi ha vissuto qualcheanno come me, non stenta a ritenere che, dichiarazionidel tipo per sempre oppure mai sono molto rischiose per-ché tutte le cose o i sentimenti in questo mondo possonocambiare, perché relativi a qualche altra cosa. Nella miavita ci sono stati più volte dei cambiamenti talmente radi-cali ed imprevedibili, che se un giorno non avessi incon-trato il Signore, mi avrebbero portata al disfattismo piùassoluto, alla totale incredulità, soprattutto riguardo allacapacità umana di provare dei sentimenti. Ciò che guarìil mio cuore fu l’apprendere che Dio mi aveva sempreamata e che potevo sempre contare su di Lui.

In una lettera ai religiosi, S. Paolo scrive: “Vi abbiamoabbracciato con la maggiore tenerezza ed affetto pos-sibile nel Cuore SS. di Gesù dove vi abbiamo ripostitutti per sempre, rimirarvi ed amarvi in esso tutti igiorni di nostra vita e speriamo anche in eterno”.

Avevo aggiunto al mio modo di parlare e di intendereespressioni come ”mettersi alla presenza di Dio” oppure“ai piedi della Croce”; aggiungerò ora anche “ritrovia-moci nel Cuore di Gesù e di Maria”, perché mi sem-brano i migliori posti dove incontrarsi e trattenersi inunione di spirito.

Piera

Il luogo - il modo - il tempo

Gruppo di Amicia San Gabriele.

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ECHI DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI

Per essere più vicina a tante famiglie

I l tema degli Esercizi Spirituali di que-st’anno, “La Sacra Famiglia e la fami-

glia oggi”, è stato di grande interesse anche per me che,essendo consacrata, non vivo in famiglia ma in comunità.Approfondire questo tema è stato molto utile perché mipermetterà di essere vicino a tante famiglie con una con-sapevolezza maggiore di alcune problematiche e soprat-tutto con strumenti spirituali più efficaci per essere lorodi aiuto. Nella mia vocazione di consacrata tutte le crea-ture umane diventano la mia famiglia e il mio amore aDio si estenderà al prossimo senza riserve e sarà un amo-re sempre disposto al perdono, come ha fatto Gesù, per-donando senza porre limiti alla sua misericordia.

Franca

Il costo dell’amore

H o partecipato agli Esercizi Spirituali dal 19 al24 agosto presso il Santuario di S. Gabriele. Il

tema trattato, “La famiglia oggi”, lo ritengo fondamen-tale per tutti, single, fidanzati, sposi, vedovi, suore, sacer-doti e consacrati (tali erano i presenti), tutti abbiamo sen-tito un vero interesse per questo tema.Nel lavoro di gruppo ci siamo sentiti tutti d’accordo suquanto il nostro assistente spirituale ci proponeva nellevarie catechesi. La famiglia è una vocazione e missioneche viene da Dio, basata sull’amore, sul sacrificio, sulperdono, sull’educazione cristiana dei figli. Soprattuttoabbiamo capito meglio che la sola cosa che Dio ci ha in-segnato e che comprende tutto è la parola “amore”. Sia-mo ripartiti ricaricati, pronti a mettere in pratica questiinsegnamenti, ognuno nella propria situazione, consape-voli del “costo dell’amore”.

Maria Luisa

Esperienza indimenticabile e fruttuosa

Ho frequentato per la prima volta un corso di“Esercizi Spirituali” presso il santuario di San

Gabriele. Proprio in questo santuario, un anno fa, mi so-no avvicinata a Gesù Crocifisso, aderendo agli “Amici diGesù Crocifisso”. Vivere per cinque giorni insieme adaltri “Amici”, provenienti da luoghi diversi, è una espe-

Amici di Gesù Crocifisso

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rienza indimenticabile; venire a conoscenza di situazionidifficili mi ha aiutato a capire e accettare meglio le mieprove. Già al termine del secondo giorno sono giunta allaconclusione che non sono i miei problemi ad essere gravie insostenibili, ma che il mio vero problema è il pocoamore per il prossimo più vicino.San Paolo della Croce ci dice: “Se vi lamentate dellevostre croci, delle vostre sofferenze, voi non sapete checos’è il soffrire. La via più breve per arrivare alla san-tità è perdersi interamente nell’abisso delle sofferenzedel Salvatore”. Dialogare e confrontarsi con altri, aprirsisenza ipocrisie serve a rafforzare in modo positivo il no-stro rapporto con la famiglia e con il gruppo, aiuta a darecon gioia il nostro amore a tutti, specialmente ai più vici-ni, che sono sempre più esigenti. La famiglia è il fulcrodal quale si diramano infiniti spunti per riflessioni che ar-ricchiscono il nostro amore, come diceva san Paolo dellaCroce: “L’amore insegna tutto, perché la Passione coni suoi amarissimi dolori è opera di un amore infinito”.In questi giorni ho imparato meglio a pregare insiemeagli altri, ad ascoltare con attenzione le angosce e lepreoccupazioni degli altri. L’intensa preghiera comunita-ria mi ha aiutato a tamponare le mie paure e a rafforzarela mia fede. Il confronto aumenta la consapevolezza dellenostre debolezze e ci aiuta a superarle. Da questi “Eserci-zi” sono tornata a casa rinvigorita nella fede e con piùforza per accettare le prove della vita, che ora non misembrano più impossibili da superare.

Maria Teresa

La famiglia che prega insieme non va mai in rovina

Ecco alcuni pensieri che maggiormente mi sono rima-sti nel cuore dopo gli Esercizi Spirituali. La famiglia

che prega e ama Dio respira aria di cielo e cammina nellasantità. Dove c’è Dio non manca niente, perché Dio è unPadre pieno di amore, che pensa sempre al bene dei figli.Dio amore insegna l’amore e il perdono in famiglia: “Senon ami tua moglie, tuo marito, tuo fratello che vedi,non puoi amare Dio che non vedi!”. Se in famiglia c’èl’amore e la fede, queste virtù vengono trasmesse anche aifigli. Se la famiglia vuole essere unita, deve dialogare mol-to, imparare a perdonarsi, rispettarsi, portare l’uno i pesidell’altro, pregare insieme, fare tutto insieme. La famigliache prega insieme non va mai in rovina.

Giuseppe

Dora offre un ricordo degli Amici dell’Umbriaai nuovi consacrati: 24 agosto 2002.

Roberto di Copparo FE - si consacra aGesù Crocifisso: 24 agosto 2002.

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Mi hai chiamata a “cooperare alla Tuaopera di salvezza”, a lavorare in questoMovimento. Fa che la Tua Grazia, ancheattraverso me, possa arrivare a quanti siavvicinano ad esso, perché spinti dal de-siderio di esserti più vicini, dalla neces-sità di dare un significato alle loro sof-ferenze, prendendo Te Crocifisso come model-lo. Sono tanti i cuori feriti che “in silenzio” gridano aiutoe, dopo aver cercato invano altrove, arrivano a Te. Aiuta-mi a trattare tutti con grande considerazione, ad amarliproprio per quelle caratteristiche che possono renderlinoiosi: devo apparirTi tanto noiosa io, ricadendo semprenelle stesse mancanze ed infedeltà! In questi giorni diEsercizi, qui, davanti a Te Eucaristia, ho trovato la forzae la necessità di dirti tutto questo, sapendo che con Tenon devo trovare forme particolari per parlarTi, tutto saidi me. Grazie Signore.

Amica di G. C.

Vorrei essere una buona samaritana

“G razie Gesù per avermi guidata fino a questa am-bita meta, di avermi insegnato ad amare il pros-

simo, di avermi inculcato il bisogno quotidiano di cercar-ti nella preghiera e nell’Eucaristia. Questa sete di Te, oGesù, mi dà la forza di dedicarmi con gioia a tutte le oc-cupazioni quotidiane, mi fa vedere con altri occhi le crocimie e quelle altrui; riesco a portare conforto a chi mi stavicino ed ad apprezzare di più quello che mi succede, sianel bene che nel male. Ogni attimo della mia vita è unacontinua offerta a Te. Spesso durante la giornata ripetoquesta giaculatoria: “Gesù mio, Gesù buono, a Te mioffro, a Te mi dono”.Il tuo esempio ha acceso in me il desiderio di aiutare piùconcretamente i sofferenti, soprattutto i disabili e i malaticronici; vorrei essere una buona samaritana o cirenea.Durante la catechesi di P. Alberto ho appreso l’importan-za della comunione dei santi, so che non debbo fare mainulla di male, perché ogni mia azione influenza sia in po-sitivo che in negativo questa immensa armonia e la pre-ghiera deve essere il mio pane quotidiano. Un po’ di an-sia me la mette questa Consacrazione Perpetua; è più diun matrimonio, è per sempre; non si può dire di no a chiha dato tutta la sua vita per te, a chi si è caricato dei tuoipeccati, a chi ti consola e ti fa vedere la luce nel buio del-la vita, a chi ti prende e ti vuole sempre in qualunque sta-to tu sia. Aiutami Gesù mio Crocifisso.

Rita

Amici di Gesù Crocifisso

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Due momenti importanti

G li esercizi spirituali al santuario di S. Gabriele han-no segnato due momenti importanti della mia spi-

ritualità: il primo cinque anni fa, quando, diventandoAmica di G. C., dopo lunghi anni di allontanamento daLui, ho scoperto la grandezza dell’amore di Cristo; il se-condo quest’anno, quando per la prima volta mi sonoconsacrata a Lui. È stato questo un momento di grandecommozione, in cui mi sono sentita sopraffatta dal suoamore per me e al tempo stesso dal senso della mia ina-deguatezza. Il percorso verso quella santità a cui siamo chiamati miappare meno difficile se sarà Gesù a guidarmi, a sugge-rirmi coerenza e perseveranza nei comportamenti, a ren-dermi generosamente disponibile liberandomi da ogniegoismo. Amare Gesù è quanto mai semplice: come si può nonamare chi ha dato la vita per salvarti? Difficile è superarel’egoismo che impedisce alla natura umana di elevarsipiù vicina a Dio, ma io spero che quella scintilla divinache è in me cresca e avvampi sempre più forte. Io non so-no niente, è vero, ma l’amore di Gesù e per Gesù mi ren-de partecipe, in qualche modo, della sua grandezza e que-sta convinzione mi apre a grandi speranze.

Fiorella M.

Davanti al Santissimo esposto

S ignore, a volte cerco di riflettere se quello chefaccio è a Te gradito, soprattutto quando mi è fati-

coso farlo e vado avanti per quel senso del dovere incul-catomi dai miei genitori o per alleviare la fatica di chi miè vicino, perdendo di vista quello che dovrebbe essere loscopo principale: quello di offrirlo a Te, che hai voluto,dopo anni di attesa, dimostrarmi più volte che non ti seimai dimenticato di me. Ti prego, Signore, illuminami conil tuo Spirito e rendi quello che faccio migliore e le mieintenzioni un po’ più perfette.“Sia su di me la tua volontà Signore, mio Dio, rafforzaper me l’opera delle mie mani”. Usa per i tuoi disegniquello che faccio, anche se con tutte quelle caratteristicheche lo rendono limitato, imperfetto, sottoposto alle pas-sioni umane. Se ti dico: “Signore, voglio mettere a tua di-sposizione la mia vita”, so che non sono sincera, che milascio attirare da tante cose inutili, a volte dannose, maTu, nella tua bontà, accettalo come un sincero moto del-l’anima, un desiderio che solo con il Tuo aiuto posso rea-lizzare.

Sandro e Letizia si consacrano a Gesù Crocifisso: 17 agosto 2002.

“Giovani Amici” pregano per i genitori consacrati: 17 agosto 2002.

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Nascono nuovi gruppi

Ringraziamo Gesù Crocifisso,che ci ha dato la possibilità di

iniziare l’ora di preghiera anche presso i due gruppetti diPietransieri e Rivisondoli AQ. Per quanto riguarda Pie-transieri, pur essendo favorevole il parroco Don Renato,il 24 giugno ho preferito iniziare a casa della signoraGiovanna Rita, che con grande disponibilità si é messasubito a nostra completa disposizione. Ne ho ringraziatovivamente il Signore. Eravamo solo in sette, ma sicura-mente cresceremo. La prossima settimana, è previsto ilsecondo incontro.Il 2 luglio, alle ore 15,00, insieme a mia moglie, ci siamoincontrati con il gruppo di Rivisondoli, presso il piccoloSantuario della Madonna Della Portella. È stato un in-contro meraviglioso. Abbiamo subito ringraziato la San-tissima Vergine per la grazia concessaci di essere nellasua Casa per questa ora di preghiera e di meditazione. Laprossima volta l’incontro è fissato per il 3I luglio semprealle ore 15.OO. Giovedì spetta a Roccaraso. Dopo la no-stra ora di preghiera, alle 18.3O avremo la S. Messa inpiazza, in onore di S. Pio. Gesù mette a posto tutte le co-se. Non rimane che ringraziarLo.

Riccardo

La storia misteriosa di un Crocifisso

“C aro P. Alberto, mi è venuto in mente un episodioche solo ora capisco: è la storia di un Crocifisso.

Nel lontano 1994 (anno della prima effusione del RNS),andando a trovare un’anziana zia a Fabriano, notai nellasua camera un Crocifisso antichissimo e bellissimo;quando glielo dissi, lei sorrise e mi rispose: “È lì da sem-pre! Sei entrata in questa camera almeno mille volte, daquando eri bambina! Sono contenta comunque che lo hainotato, perché è un Crocifisso che io considero miracolo-so; era dei miei nonni, che mi hanno rac-contato che ha salvato loro la vita in di-versi momenti durante la guerra e ci te-nevano molto”.La zia sapeva del cammino di fede cheavevo intrapreso nel RNS e della miaconversione avvenuta qualche anno pri-ma. La sera di quello stesso giorno la ziami disse: “Senti, Olga, ora io tolgo ilCrocifisso da lì e lo chiudo nel cassetto;se i miei due figli non ne notano la spari-zione, è tuo!”. Non sapevo che cosa dire;non lo avevo chiesto, ma annuii. Tra-scorso l’anno io non le chiesi più nulla. ANatale del 1995 la invitai a passare le fe-ste a casa mia; accettò e per Natale lei miregalò quel Crocifisso. Non avevo paro-le. Nessuno, né i suoi figli, né le sue nuo-re si erano accorti del Crocifisso man-cante. Ora è di fianco al mio letto; il Cro-cifisso guarda verso il cielo e a me sem-

Amici di Gesù Crocifisso

8Sinceri ringraziamenti a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa e di posta.

P. Alberto Pierangioli

bra che dica: “Padre, perdonali, perché non sannoquello che fanno!”. Questo episodio è uno dei primi incui Gesù Crocifisso si è fatto presente concretamente nel-la mia vita. Mi conferma che il cammino iniziato con gliAmici di Gesù Crocifisso è quello che Dio vuole da me.

OlgaUna nuova amica felice da Teramo

“C aro Padre, sono molto felice di essere entrata afar parte della vostra grande famiglia e di essere

stata accolta da lei in maniera così fraterna. Vivo a Tera-mo con i miei genitori anziani. Sentivo che mi mancavaqualcosa di importante. Da quando ho incominciato a fre-quentare il santuario di San Gabriele la mia vita si è tra-sformata, di conseguenza anche i miei rapporti con ilprossimo sono migliorati. Per questo non smetterò di rin-graziare il Signore e i religiosi passionisti. Ma ancoranon bastava. Quando ho incontrato lei, con i suoi consiglie la sua pace nel cuore, mi sono indirizzata verso una vitamigliore. Di questo ringrazio Gesù in ogni istante. L’ulti-ma volta lei mi ha consegnato un modello di iscrizioneper unirmi alla grande famiglia degli “Amici di GesùCrocifisso”. Non perdo tempo a iscrivermi, perché damolto tempo desideravo far parte di un movimento im-portante per la mia vita spirituale, per scoprire meglio lemeraviglie che ruotano intorno a Gesù Crocifisso, ap-prendere la maniera migliore di collaborare con Lui e in-traprendere un cammino di fede e di santità. Desiderereipartecipare alle vostre riunioni; purtroppo non ne vedonella provincia di Teramo. Perché?... Nella mia parroc-chia non c’è nulla di tutto questo. Noi giovani siamo unpo’ trascurati. Quindi tendiamo a disperderci e spesso re-stiamo all’oscuro di tante meravigliose iniziative. Mi pia-cerebbe conoscere la date dei vostri corsi, per potervipartecipare. Arrivederci a San Gabriele”.

Simona

Ritiri Mensili a Morrovalle: 13 ottobre, 10 novembre, 15 dicembre.VVedi la nostra rivista e altredi la nostra rivista e altre notizie degli e notizie degli Amici: http://wwwAmici: http://www.passionisti.org/mlp/amici.passionisti.org/mlp/amici

T E S T I M O N I A N Z E

“Giovani Amici” felici per i genitori che si consacrano a Gesù Crocifisso: 17 agosto 2002.