Guida-BT-2012.pdf

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 Guida al Sist ema  Bassa T ensione  Guida 2012-2013

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1 Introduzione 3
5 Caratteristiche degli apparecchi di protezione 117 
e manovra 
7 Protezione degli apparecchi utilizzatori 407 
e ambienti particolari 
10 Illuminazione di emergenza 519 
1
 
Generalità 
Scopo della Guida BT La guida non vuol essere né un libro né un catalogo tecnico, ma uno strumento di lavoro destinato a soddisfare molteplici esigenze. L’obiettivo quello di aiutare il progettista e l’utilizzatore di reti elettriche a scegliere le apparecchiature che meglio si adattano all’impianto. La complessità degli impianti di distribuzione di energia elettrica spesso rende difcile questa scelta per la diversità dei problemi da risolvere e la varietà di materiali elettrici che il progettista deve scegliere. La guida il complemento indispensabile ai cataloghi dei prodotti di bassa tensione. Questo documento intende fornire informazioni pratiche e presenta, sotto forma di tabelle sempre illustrate da uno o più esempi, i problemi che si pongono al momento della denizione delle apparecchiature da installare. Talvolta i dati presenti nelle tabelle di questa guida sono necessariamente approssimati. In ogni caso i risultati sono sempre in favore della sicurezza e rispettano quanto indicato dalla norma CEI 64-8 VII Edizione. Qualora si desideri un calcolo più preciso si consiglia l’impiego del Software I-project MT/BT.
Contenuti della presente edizione Il successo avuto dalle precedenti edizioni della Guida BT presso i nostri Clienti ci ha motivati a preparare ed a pubblicare questa nuova edizione. In essa, abbiamo provveduto ad aggiornare i contenuti tecnici legati all’evoluzione della gamma di prodotti (miglioramento di prestazioni, nuovi prodotti, ecc.). Il tutto stato organizzato in uno spirito di continuità rispetto alle precedenti edizioni, per fornire ai nostri Clienti informazioni teoriche e pratiche per l’uso coordinato dei prodotti del Sistema BT di Schneider Electric, oltre che regole generali di impiantistica di bassa tensione applicabili in un più ampio contesto. In questa opera di aggiornamento, abbiamo spesso tenuto in evidenza i suggerimenti che ci sono stati rivolti dai nostri Clienti, a cui vanno dunque i nostri ringraziamenti. La nostra speranza che questa ediz ione venga accolta con favore, contribuendo così a rinsaldare i legami di collaborazione con tutti i nostri Clienti.
 
 
 
Scelta dell’interruttore automatico La scelta di un interruttore automatico deve essere fatta in funzione: c
delle caratteristiche della rete sulla quale viene installato;  
c
c delle diverse regole di protezione da rispettare. 
Caratteristiche della rete Tensione La tensione nominale dell’interruttore automatico deve essere maggiore o uguale alla tensione tra le fasi della rete.
Frequenza La frequenza nominale dell’interruttore automatico deve corrispondere alla frequenza della rete. Gli apparecchi funzionano indifferentemente alle frequenze di 50 o 60 Hz (per impiego su reti a 400 Hz vedere a pag. 366, per impiego su reti a corrente continua vedere a pag. 350).
Corrente di impiego/corrente nominale La regolazione della protezione termica dello sganciatore dell’interruttore automatico deve essere maggiore o uguale alla corrente d’impiego della linea sulla quale installato e deve essere minore o uguale alla corrente ammissibile (portata) della conduttura.
Corrente di cortocircuito/potere di interruzione Il potere di interruzione dell’interruttore automatico deve essere almeno uguale alla massima corrente di cortocircuito che può vericarsi nel punto in cui esso installato. A pag. 62 proposto un metodo che permette di determinare la corrente di cortocircuito in un punto qualsiasi dell’impianto. Eccezione: il potere di interruzione dell’interruttore automatico può essere inferiore alla corrente di cortocircuito,se a monte esiste un dispositivo: c
che abbia il potere di interruzione corrispondente alla corrente di cortocircuito nel punto della rete dove installato; c che limiti l'energia specica passante (I2t) e la corrente di cresta a valori inferiori a quelli ammissibili dall’interruttore automatico a valle e dai conduttori (vedere le curve di limitazione da pag. 267 e le tabelle di liazione da pag. 278).
Numero di poli Il sistema di distribuzione (TT, TN, IT) e la funzione richiesta (protezione, manovra, sezionamento) determinano il numero dei poli degli apparecchi (vedere a pag. 22).
 
 
 
Generalità 
 
dai dispositivi differenziali a corrente residua DDR (vedere a pag. 374).  
 
Protezione dei cavi c
L'interruttore automatico, in caso di sovraccarico, deve intervenire in tempi compatibili con la caratteristica di sovraccaricabilità del cavo. Questa verica si effettua confrontando la corrente nominale dello sganciatore con la portata del cavo (vedere a pag. 48). c
L'interruttore automatico, in caso di cortocircuito, non deve lasciar passare un'energia specica superiore a quella che può essere sopportata dal cavo. Questa verica si effettua confrontando la caratteristica I2t del dispositivo di protezione con l’energia specica ammissibile del cavo K2S2 (vedere a pag. 76). c In casi particolari in cui la protezione termica dell'interruttore automatico sovradimensionata, oppure l'interruttore non munito di sganciatori termici, necessario assicurarsi che la corrente di cortocircuito all 'estremità più lontana della linea provochi l'apertura dell'interruttore automatico per mezzo degli sganciatori magnetici. Ne risulta una lunghezza massima protetta in funzione della sezione del cavo (vedere a pag. 79).
Protezione dei condotti sbarre c
L’interruttore automatico posto a monte del condotto sbarre deve proteggere lo stesso dagli effetti della corrente di corto circuito che si possono identicare nell’effetto dinamico, con il valore della corrente di cresta, e dall’effetto termico che a sua volta può essere identicato con la corrente di breve durata. Questi due valori, riportati nelle caratteristiche tecniche dei condotti identicano, per questi, il limite massimo di sopportabilità che non dovrà essere mai superato. Il coordinamento della protezione con il condotto sta in questo, cio l’interruttore dovrà evitare di lasciare passare una corrente di cresta o di breve durata superiore a quella del condotto. c Per la protezione alle persone la soglia magnetica dell’interruttore dovrà avere una taratura tale che sia inferiore alla corrente di corto circuito di fondo linea .
Protezione dei diversi componenti elettrici Alcune apparecchiature necessitano di protezioni con caratteristiche speciali. è il caso dei motori (vedere a pag. 421) dei trasformatori BT/BT (vedere a pag. 435), delle batterie di condensatori (vedere a pag. 439) e dei circuiti alimentati dai generatori (vedere a pag. 433).
 
A questo argomento dedicato un capitolo (vedere a pag. 471) che fornisce i criteri fondamentali per la corretta determinazione delle caratteristiche tecniche dei quadri, sia nel campo delle applicazioni domestiche e similari che in quello industriale.
 
 
 
 
P = 12 k= 37 k
Introduzione Studio di una installazione 
Ci proponiamo di studiare il seguente Caratteristica dei cavi impianto in un sistema di neutro TN. Tra ogni trasformatore e l’interruttore di arrivo corrispondente ci sono 5 m di cavo unipolare e tra un interruttore di arrivo e un interruttore di partenza c’è 1 m di sbarre in rame. Tutti i cavi sono in rame e la temperatura ambiente è di 40°C.
lunghezza [m]
cavo unipolare PVC su passerella perforata con 4 circuiti vicini
35 S2 110 cavo multipolare XLPE su passerella con 4 circuiti vicini
80 S3 29 cavo multipolare PVC in canaletta con 2 circuiti vicini
30 S4 230 cavo multipolare XLPE su passerella con 2 circuiti vicini
50 S5 65 cavo multipolare XLPE a parete 65 S6 22 cavo multipolare XLPE in tubo 10 S7 17 cavo multipolare PVC in tubo
D'0
PEN
D0
PEN
Illuminazione:  30 lampade fluorescenti per fase (2 x 58W) 
 
Per le altre partenze si considera la corrente nominale dell’interruttore di taglia immediatamente superiore alla corrente d’impiego calcolata.
riferimento interruttori
corrente nominale [A]
1250 D1 350 400 D2 110 125 D3 30 lampade/fase 2 x 58 W 29 32 D4 230 250 D5 65 80 D6 22 25
D7 17 20
Determinazione della sezione del cavo Dalle tabelle a pag. 50 e seguenti si ricavano i coefcienti di correzione in funzione delle modalità di posa e le rispettive sezioni minime dei cavi.
riferimento cavi
sezione minima [mm2]
300 S2 125 0,68 131 50 S3 32 0,61 38 16 S4 250 0,75 258 120 S5 80 0,91 98 16 S6 25 0,91 27 4 S7 20 0,87 21 2,5
7
Introduzione
8
Determinazione della caduta di tensione Le tabelle da pag. 57 permettono di determinare la caduta di tensione per i diversi cavi. Il cos
medio dell'installazione 0,9. Occorre vericare in seguito, che la somma delle cadute di tensione lungo la linea sia inferiore al 4%.
Calcolo della caduta di tensione dei diversi circuiti c
Circuito di illuminazione u = 0,65 + 0,78 + 1,33 = 2,76% c Circuito di forza motrice (65 A) u = 0,63 + 1,86 = 2,49% c
Circuito di forza motrice (22 A) u = 0,63 + 3,15 = 3,78% c
Circuito ausiliario u = 0,60% = 0,6%
riferimento cavi
u%
S1 350 300 40 0,65 S2 110 50 35 0,78 S3 29 16 80 1,33 S4 230 120 30 0,63 S5 65 16 50 1,86 S6 22 4 65 3,15 S7 17 2,5 10 0,60
Determinazione della corrente di cortocircuito La tabella a pag. 66 permette di ottenere il valore della corrente di cortocircuito sulle sbarre di parallelo in funzione della potenza e del numero di trasformatori. Le tabelle a pag. 68 permettono di determinare la corrente di cortocircuito nei differenti punti in cui sono installate le protezioni.
riferimento interruttore sganciatore
D0 e D’0 NS1250N Micrologic 2.0 D1 NSX400N Micrologic D2 NSX160F TM125D D3 iC60H C32 D4 NSX250N TM250D D5 NSX100B TM80D D6 iC60L C25 D7 NG125L C20
Scelta del dispositivo di protezione Per scegliere il dispositivo di protezione sufciente vericare che: Pdi ≥
Icc. Per la scelta dell'interruttore automatico si utilizzino le tabelle a pag. 128 e seguenti.
riferimento sezione [mm2] lunghezza [m] Icc [kA]
A 45 B 300 40 27 C 50 35 13 D 120 30 23
Studio di una installazione
9
La selettività delle protezioni Le tabelle di selettività da pag. 290 permettono di determinare i limiti di selettività tra i diversi livelli di distribuzione. Per acquistare signicato, i limiti di selettivi tà devono essere confrontati con i valori della corrente di cortocircuito calcolati precedentemente. I limiti di selettività tra gli interruttori D0-D1, D0-D4 e D0-D7 sono moltiplicati per il numero di trasformatori in parallelo.
Esempio La selettività tra un NS1250N e un NSX400N totale.
PENPEN
A
B
C
PEN
PEN
S1
S2
S3
Micrologic2.0
Applicazione della tecnica di filiazione L’applicazione della tecnica di liazione permette di installare interruttori con potere di interruzione inferiore alla corrente di cortocircuito nel punto di installazione. Le tabelle a pag. 278 permettono di effettuare il coordinamento tra due apparecchi. Nel caso di trasformatori in parallelo si possono utilizzare le tabelle da pag. 72 per la scelta degli interruttori a valle delle sbarre di parallelo. I limiti di selettività tra gli interruttori così scelti in genere inferiore a quello ottenuto con la soluzione standard.
PENPEN
A
B
C
PEN
PEN
S1
S2
S3
lunghezza massima [m]
S1 NSX400N Micrologic 300 40 153 S2 NSX160F TM125D 50 35 141 S3 iC60H C32 16 80 170 S4 NSX250N TM250D 120 30 122 S5 NSX100B TM80D 16 50 69 S6 (1) iC60L C25 4 65 55 S7 NG125L C20 2,5 10 41
Verifica della protezione delle persone Nel sistema di distribuzione TN si deve vericare la massima lunghezza del cavo protetto dal rispettivo interruttore automatico. Le tabelle da pag. 397 indicano, in funzione della regolazione della protezione magnetica, la lunghezza del cavo per la quale assicurata la protezione delle persone con SF = SPE. L’esempio della tabella sottostante basato sullo schema ottenuto con il miglioramento della selettività.
(1) La protezione delle persone non è assicurata per il cavo S6 di sezione 4 mm  2. Le soluzioni possibili sono: c
aumentare la sezione del cavo a 6 mm 2 ; così facendo la lunghezza massima protetta è di 82 m; c
utilizzare un interruttore iC60L con sganciatore B25 che assicura una lunghezza massima protetta di 109 m con il cavo da 4 mm 2 ; c
installare un dispositivo differenziale.
Studio di una installazione
Introduzione 
Gli impianti elettrici di bassa tensione sono regolamentati da un insieme di testi che hanno l’obiettivo di denire le misure per la protezione dei beni e delle persone. Tale obiettivo, necessario per il corretto funzionamento degli impianti, prevede l’utilizzo di apparecchi che rispondono alle norme di costruzione e implica l’osservanza di regole che deniscono le modalità di installazione di questi apparecchi.
Norme tecniche e norme di legge Il progetto di un impianto elettrico deve essere elaborato per soddisfare le esigenze di funzionamento e di servizio, nel rispetto dei fondamentali requisiti della sicurezza. Il progetto un documento di natura tecnica, regolamentato da testi normativi (tecnici) e legislativi. Questi guidano alla scelta appropriata di apparecchiature che rispondono ai requisiti di buona tecnica e ne deniscono le modalità di installazione e di util izzo per il corretto esercizio dell’impianto. In Italia, il primo testo legislativo costituito dal Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 547 del 27/4/1955, che riguarda la prevenzione infortuni sul lavoro. Esso applicabile unicamente ai luoghi di lavoro, ove cio esista la gura del datore di lavoro e del lavoratore dipendente, non quindi applicabile (salvo ulteriore specica): c nel settore Civile; c
nel settore Scuola; c
nel settore locali di Pubblico Spettacolo.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Direttiva per il materiale elettrico di Bassa Tensione (2006/95/CE) Annulla e sostituisce la legge 791 del 18/10/1977. Si applica a tutti i prodotti elettrici di Bassa Tensione (tra 50 a 1000 Vca e tra 75 e 1500 Vcc), assicurandone un livello di sicurezza adeguato, stabilito mediante i requisiti essenziali (minimi). Assicura peraltro la libera circolazione dei prodotti elettrici in tutti gli Stati membri. Nello stesso tempo demanda alle Norme tecniche il compito di prescrivere le questioni speciche conseguenti ai dettami della Direttiva stessa: in particolare, condizione sufciente perché un prodotto sia ritenuto sicuro secondo la legge n.791, la rispondenza alla Norma armonizzata del CENELEC recepita dalla Comunità e pubblicata sulla Gazzetta Ufciale della Comunità o, in assenza di questa, alle Norme CEE o IEC o, inne, alle Norme del paese di produzione purché di sicurezza equivalente a quella richiesta in Italia.
 
 
 
Decreto Ministeriale n.37 del 22-1-2008 (in vigore dal 27 marzo 2008) L’obbligo alla sicurezza coinvolge, in un qualsiasi processo produttivo, tutti gli operatori, ciascuno in misura dipendente dalle capacità decisionali o di intervento che gli competono. quindi compito di ognuno, per la propria parte, osservare leggi, regolamenti e norme, applicandoli con diligenza, al ne di rendere l’impalcatura normativa non ne a se stessa. è a questo scopo che, anche se con grave ritardo, era uscita nel marzo del 1990 la legge 46/90, che costituiva il primo testo legislativo a comprendere e disciplinare tutti gli aspetti relativi alla sicurezza degli impianti e, in particolare, degli impianti elettrici. Questa legge, nel quadro complessivo della regolamentazione degli impianti elettrici ai ni della sicurezza, risultata particolarmente importante, in quanto: c
ribadiva la legge n. 186 del 1968, per cui il rispetto delle Norme CEI/UNI condizione sufciente per la conformità alla regola dell’arte; c
imponeva l’utilizzo dell’interruttore differenziale ad alta sensibilità (IΔn ≤ 1 A, ved. Regolamento d’attuazione) e l’adeguamento degli impianti esistenti. c inoltre aveva sancito: v
la lotta all’abusivismo, ostacolando il lavoro di soggetti impreparati che potrebbero realizzare impianti pericolosi, sia dal punto di vista dell’ installazione, sia per la qualità stessa dei materiali impiegati, v l’individuazione precisa e giuridica delle gure chiave, con relativi compiti e responsabilità: - Committente - Progettista - Installatore - Collaudatore v
 
Introduzione 
In pratica quindi, l’installatore deve dichiara la conformità dell’impianto alle norme CEI.  Dopo quasi 20 anni di onorata carriera, la legge 46/90 è stata sostituita dal Decreto Ministeriale 37/08, entrato in vigore il 27 marzo 2008.  Pur abrogando la Legge 46/90 (ad eccezione degli articoli 8 - Finanziamento delle attività di normazione tecnica, 14 - Veriche, 16 - Sanzioni) ed il DPR 447/91, il nuovo decreto ministeriale ne ha mantenuto i principi generali ampliandone il campo di applicazione. 
DPR 462/01
Il Decreto si pregge il compito di incrementare il processo di verica periodica e di regolamentare e semplicare il procedimento di denuncia dell’installazione dei seguenti impianti: cc impianto di protezione contro le scariche atmosferiche; cc impianto di messa a terra nalizzati alla protezione dai contatti indiretti; cc impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione. Per impianti di terra il DPR intende l’insieme di tutti i componenti dell’impianto di terra (dispersori, collettori, conduttore di terra, conduttori di protezione e conduttori equipotenziali) compresi i dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (controllori permanenti di isolamento, dispositivi di protezione contro le sovracorrenti e a corrente differenziale). Lo stesso concetto si applica agli impianti e ai dispositivi di protezione contro i fulmini sia interni che esterni alla struttura dell’edicio. Per gli impianti con rischio di esplosione la denuncia si riferisce a tutte le zone di pericolo, con presenza di uidi e polveri,e comprende la loro classicazione ivi compresi i provvedimenti per eliminare i rischi connessi. Solo dopo l’omologazione si potrà mettere in servizio l’impianto. Per quanto riguarda la messa in servizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro i fulmini la dichiarazione di conformità, rilasciata dall’installazione, equivale a tutti gli effetti all’omologazione dell’impianto. Per gli impianti con pericolo di esplosione, successivamente alla dichiarazione di conformità da parte dell’installatore e alla denuncia dell’impianto da parte del datore di lavoro, l’omologazione verrà effettuata dalle ASL o dall’ARPA territorialmente competenti. Il datore di lavoro ha l’obbligo di denuncia degli impianti sopra indicati e l’obbligo di richiedere la loro verica agli organismi preposti al controllo, secondo la periodicità denita dallo stesso Decreto. Tali organismi possono essere le ASL oppure gli Organismi Ispettivi di tipo A indipendenti da attività di progettazione e/o di realizzazione degli impianti e regolamentati dalla Norma CEI UNI 45004. Il datore di lavoro è passibile di sanzioni in caso di inadempienza agli obblighi di legge.
Le Norme CEI
 
 
 
 
Le norme di prodotto di maggiore interesse per il catalogo Schneider Electric sono, per quanto riguarda gli interruttori automatici, le seguenti: c
 
 
apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione  
(quadri BT)  v
v
v
Prescrizioni particolari per i condotti sbarre CEI EN 60439-2;  
 
Tutti i dispositivi di protezione di nostra produzione sono conformi a queste norme.  
Relazioni internazionali Il CEI membro, tra gli altri, dei seguenti organismi internazionali: c
IEC (International Electrotechnical Commission): l’organismo che prepara norme tecniche su scala mondiale; costituito nel 1907, attualmente raggruppa i 41 paesi maggiormente industrializzati del mondo ed ha in catalogo più di 2200 norme. L’Italia partecipa a tutti i Comitati Tecnici della IEC e utilizza le norme internazionali come base per le norme italiane; c
CENELEC (Comit Européen de Normalisation Electrotechnique): l’ente normativo europeo avente lo scopo di armonizzare le norme nell’ambito europeo. è costituito da 17 Comitati Tecnici nazionali. Il CENELEC agisce anche per incarico della Comunità Europea con lo scopo di eliminare gli ostacoli agli scambi, dovuti alle normative tecniche, e predisporre i documenti di armonizzazione destinati a diventare, nei singoli Paesi, norme armonizzate ai sensi della Direttiva Comunitaria per i materiali di bassa tensione n. 73/23/CEE.
 
 
Sotto l'intestazione CENELEC sono riportate anche le corrispondenti  
 
 
nSistemi di distribuzione pag. 18  
nProtezione e sezionamento dei circuiti pag. 22   
nLa sicurezza nei sistemi TT pag. 23   
nLa sicurezza nei sistemi TN pag. 24   
nLa sicurezza nei sistemi IT pag. 26   
nUlteriori prescrizioni normative pag. 35   
 
 
Caratteristiche Sistemi di distibuione della rete Sistemi TT e TN
Nelle reti BT si considerano tre modi di collegamento a terra (detti anche sistemi di neutro): csistema TT; csistema TN in 3 varianti: TN-C, TN-S e TN-C-S; csistema IT. Essi differiscono per la messa a terra del neutro e per il tipo di collegamento a terra delle masse. Gli schemi e le principali caratteristiche di questi tre sistemi sono indicati qui di seguito. Gli apparecchi installati sulle reti devono assicurare la protezione dei beni e delle persone e soddisfare le esigenze di continuità di servizio dell’impianto.
Sistema TT: neutro collegato a terra c Neutro collegato direttamente a terra;  c
masse collegate a terra (solitamente interconnesse);  
c
 
 
Impiego Sistema elettrico in cui l’utenza è alimentata direttamente dalla rete pubblica di distribuzione in bassa tensione (edici residenziali e similari). Nota 1: se le masse non sono collegate ad una terra comune, deve essere utilizzato un dispositivo differenziale su ogni partenza.




PE
utilizzatori  
Neutro collegato direttamente a terra;  
c
conduttore di neutro e conduttore di protezione comuni (PEN): sistema TN-C;  
 
 
 
c
 
Impiego Sistema elettrico con propria cabina di trasformazione (stabilimenti industriali). Nota 1: nel sistema TN-C il conduttore PEN e nel sistema TN-S il conduttore PE non devono mai essere interrotti. Nota 2: nel sistema TN-C le funzioni di protezione e di neutro sono assolte dallo stesso conduttore. In particolare il conduttore PEN deve essere direttamente collegato al morsetto di terra dell’utilizzatore e quindi, tramite un ponte, al morsetto di neutro. Nota 3: i sistemi TN-C e TN-S possono essere utilizzati in una medesima installazione (sistema TN-C-S).Il sistema TN-C deve obbligatoriamente trovarsi a monte del sistema TN-S. Nota 4: per sezioni di fase <10 mm 2 in Cu o < 16 mm 2 in Al e in presenza di cavi essibili è sconsigliabile l’utilizzo di un sistema TN-C. Nota 5: nel sistema TN-C il dispositivo di protezione differenziale non può essere utilizzato sulle partenze con neutro distribuito. Nota 6: in presenza di ambienti a maggior rischio in caso di incendio è vietato l’uso del sistema TN-C .



PEN

Neutro isolato da terra o collegato a terra attraverso un'impedenza di valore sufcientemente elevato (qualche centinaio di Ohm);  c
 
c
c
c
sgancio obbligatorio al secondo guasto d'isolamento tramite i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti o tramite dispositivo differenziale. 
Considerazioni c Necessita di personale qualicato per la manutenzione;  c
soluzione che assicura una migliore continuità di servizio;  
c
richiede un buon livello d'isolamento della rete (implica la frammentazione  
 
c
 
 
 
 
Caratteristiche Sistemi di distibuione della rete Separazione elettrica
Sistema di protezione per separazione elettrica Un metodo di protezione contro i contatti indiretti previsto dalla norma CEI 64-8 e alternativo all’interruzione automatica dell’alimentazione è la separazione elettrica. Con questo metodo l’alimentazione del circuito deve essere realizzata con un trasformatore di isolamento o con una sorgente avente caratteristiche di sicurezza equivalenti (es. gruppo motore-generatore con avvolgimenti separati in modo equivalente a quelli del trasformatore). La tensione nominale del circuito separato non deve superare 500 V. Le parti attive del circuito separato non devono essere connesse in alcun punto a terra e devono essere separate rispetto a quelle di altri circuiti con un isolamento equivalente a quello esistente tra avvolgimento primario e secondario del trasformatore di isolamento. Le masse del circuito separato devono essere collegate tra loro mediante collegamenti equipotenziali non connessi a terra ne a conduttori di protezione o a masse di altri circuiti. Le prese a spina devono avere un contatto di protezione per il collegamento al conduttore equipotenziale così come i cavi che alimentano i componenti elettrici devono possedere un conduttore di protezione. Con questo metodo al vericarsi di un primo guasto nel circuito separato la corrente di guasto non può praticamente circolare. Al secondo guasto su una polarità diversa da quella interessata dal primo guasto deve intervenire una protezione automatica secondo il criterio stabilito dalla norma per il sistema TN.
 
c
a bassissima tensione di protezione (PELV).  
 
c
 
v
v da sorgente con grado di sicurezza equivalente,  v
da sorgenti elettrochimiche (batterie di accumulatori),  
v
da dispositivi elettronici (gruppi statici).  
 
 
di sicurezza  
400 V  
400 V  
400 V 
Sistema SELV Il sistema SELV garantisce un elevato livello di sicurezza verso il pericolo di contatti diretti e indiretti e per questo motivo viene impiegato in ambiente a maggior rischio come luoghi conduttori ristretti, luoghi con pareti conduttrici e luoghi con alto livello di umidità.
Condizioni di installazione c

Masse non collegate né a terra né al conduttore di protezione o alle masse di altri circuiti elettrici; c
parti attive del circuito di alimentazione principale o di eventuali altri c ircuiti a bassissima tensione PELV o FELV devono essere separate dal circuito SELV mediante schermo o guaina per garantire un livello di sicurezza non inferiore a quello previsto per la sorgente di alimentazione; c

le spine non devono poter entrare nelle prese di altri sistemi elettrici.
Sistema PELV Per soddisfare i criteri di sicurezza e afdabilità dei circuiti di comando o per esigenze funzionali può essere necessario collegare a terra un punto del circuito attivo. In tal caso viene utilizzato il sistema PELV che garantisce un livello di sicurezza inferiore rispetto al sistema SELV in quanto non risulta completamente isolato dal sistema esterno. Un guasto verso terra del circuito primario potrebbe introdurre attraverso l’impianto di terra delle tensioni pericolose sulle masse del sistema PELV, tale rischio è accettabile per la presenza, sul circuito principale, dei dispositiv i automatici atti alla protezione contro i contatti indiretti.
Condizioni di installazione c
Masse collegate a terra (non obbligatorio);  
 
c
prese a spina con o senza contatti per il conduttore di protezione, di tipo tale da non consentire l’introduzione di spine di altri sistemi elettrici;  c
le spine non devono poter entrare nelle prese di altri sistemi elettrici.  
Sistema FELV Il circuito FELV è un circuito alimentato, per ragioni funzionali, con un normale trasformatore con tensione secondaria non superiore a 50 V. Un guasto di isolamento tra primario e secondario del trasformatore può introdurre tensioni pericolose per le persone senza che i dispositivi a monte del circuito FELV intervengano. Il circuito FELV richiede l’utilizzo di dispositivi automatici di interruzione atti a garantire la protezione contro i contatti indiretti.
Condizioni di installazione c
Masse obbligatoriamente collegate a terra; c


coordinamento del circuito di protezione con il dispositivo automatico di interruzione previsto sul circuito principale per garantire la protezione contro i contatti indiretti.
Circuiti  
separati 
Caratteristiche della rete
Poteione e seionamento dei cicuiti Numero di poli da interrompere e proteggere
Protezione e sezionamento dei circuiti ll numero di poli indicato è valido per gli interruttori automatici che assicurano contemporaneamente le funzioni di protezione, manovra e sezionamento.
sistema TT o TNS neuto non distibuito trifase scema A
neuto distibuito trifase + N SN = SF: scemi B o C SN < SF: scema C sotto la condizione 5 o scema B sotto le condizioni 1 e 2
fase + N scemi D o E fase + fase scema E
sistema TNC neuto non distibuito trifase scema A
neuto distibuito trifase + PEN SPEN = SF: scema F
SPEN < SF: scema F sotto la condizione 4 fase + PEN SPEN = SF: scema G
sistema IT neuto non distibuito trifase scema A
neuto distibuito trifase + N scema C
fase + N scema E
fase + fase scema E
schema A schema B schema C schema D schema E schema F
PEN PEN
schema G
Condizione 1 Il conduttore di neutro, di opportuna sezione, deve essere protetto contro il cortocircuito dal dispositivo di protezione delle fasi.
 
 
Condizione 3 Quando la protezione del neutro è già assicurata da un dispositivo di protezione a monte contro il cortocircuito o quando il circuito è protetto da un dispositivo a corrente differenziale residua che interrompe tutti i conduttori.
 
Condizione 5 La protezione del neutro deve essere adatta alla sua sezione. Nota 1: la norma CEI 64-8 raccomanda di non d istribuire il neutro nei sistemi IT. Nota 2: il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore d i fase in circuiti monofasi e in circuiti polifasi con sezione di fase ≤ 16 mm 2(rame) e ≤ 25 mm 2 (alluminio).
22
 
 
Caratteristiche La sicuea nei sistemi TT della rete Presentazione
Prescrizioni per ambienti particolari
In un sistema TT, per garantire la protezione delle persone contro i contatti indiretti, deve essere soddisfatta la seguente relazione:  IDn < VL 
RE
dove: c IDn [A] è la corrente che provoca l’intervento automatico del dispositivo di protezione a corrente differenziale; c

valori massimi della resistenza di terra RA[]
IDn [A]
≤ 1660 25
≤ 830 0,3 ≤ 166 ≤ 83 0,5 ≤ 100 ≤ 50 3 ≤ 16 ≤ 8 10 ≤ 5 ≤ 2,5 30 ≤ 1,6 ≤ 0,8
23
 
 
Caratteristiche La sicuea nei sistemi TN della rete Presentazione
NSX160
In un sistema TN per garantire la protezione contro i contatti indiretti deve essere soddisfatta la seguente relazione:
Ia ≤ Uo
dove:  c
Ia [A]è la corrente che provoca l’apertura automatica del dispositivo di protezione entro i tempi previsti dalla norma in funzione della tensione nominale verso terra del sistema, indicati nella tabella sottostante. 
tempi massimi di inteuione pe i sistemi TN
U0 [V] tempi di interruzione [s]
120 0,8 230 0,4
400 0,2 >400 0,1
c Uo [V] è la tensione nominale (valore efcace) tra fase e terra;  c
 
Che corrente di intervento utilizzare Se si utilizza per la protezione delle persone lo stesso dispositivo impiegato per la protezione contro le sovracorrenti, è consigliabile utilizzare, per la verica della relazione sopra riportata, la corrente di intervento della protezione magnetica Im [A]. c Il tempo di intervento della protezione magnetica è infatti inferiore ai tempi massimi previsti della norma. La relazione iniziale diventa: Im ≤ Uo
Zs
Tuttavia si ricorda che per circuiti di distribuzione e per circuiti terminali protetti con dispositivo di protezione contro le sovracorrenti con corrente nominale o di regolazione superiore a 32A la norma ammette tempi di intervento inferiori o uguali a 5 s.  Se il dispositivo di interruzione è equipaggiato con una protezione differenziale, la corrente utilizzata per la verica è la soglia di intervento nominale IDn
del dispositivo differenziale: 
 
 
Nota: i tempi massimi di interruzione indicati in tabella si applicano ai circuiti terminali protetti con dispositivo di protezione contro le sovracorrenti aventi corrente nominale o regolab ile non superiore a 32 A.
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interruttori modulari con curva di intervento tipo B,  
v
v
interruttori equipaggiati con sganciatore elettronico tipo Micrologic.  
 
In tal caso si consiglia di vericare i limiti di selettività determinati precedentemente.  
c
Utilizzare un dispositivo differenziale. Il suo impiego permette di realizzare  
 
circuiti soggetti a modiche e ampliamenti importanti,  
 
 
c Aumentare la sezione del cavo.  Dove non sia possibile utilizzare interruttori con la soglia magnetica bassa:  v
richiesta di limiti di selettività elevati,  
v
 
 
 
 
Caratteristiche La sicuea nei sistemi IT della rete Presentazione
La particolare congurazione di questo sistema fa si che in caso di singolo guasto a terra la corrente di guasto sia fortemente limitata dall’impedenza capacitiva verso terra della linea e non richieda quindi di essere interrotta tempestivamente
Condizioni di sicurezza al primo guasto La corrente capacitiva di primo guasto si può determinare come segue: I1°g = e
. U . 2 . p . 50 . C . 10-6 . L . 10-3
Id
Id
impianto esercito con tensione nominale 230/400V (1)
sviluppo totale dei cavi [m] 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000 10000 11000 12000 13000 14000 15000
coente di pimo guasto (2) [A] 0,065 0,131 0,196 0,261 0,326 0,392 0,457 0,522 0,587 0,653 0,718 0,783 0,848 0,914 0,979
esistena di tea [] tensione di contatto [V]
2 0,13 0,26 0,39 0,52 0,65 0,78 0,91 1,04 1,17 1,31 1,44 1,57 1,7 1,83 1,96 5 0,33 0,66 0,98 1,31 1,63 1,96 2,29 2,61 2,94 3,27 3,59 3,92 4,24 4,57 4,9 10 0,65 1,31 1,96 2,61 3,26 3,92 4,57 5,22 5,87 6,53 7,18 7,83 8,48 9,14 9,79 25 1,63 3,28 4,9 6,53 8,15 9,8 11,43 13,05 14,68 16,33 17,95 19,58 21,2 22,85 24,48 50 3,25 6,55 9,8 13,05 16,23 19,6 22,85 26,1 29,35 32,65 35,9 39,15 42,4 45,7 48,95 100 6,5 13,1 19,6 26,1 32,6 39,2 45,7 52,2 58,7 65,3 71,8 78,3 84,8 91,4 97,9 150 9,75 19,65 29,4 39,15 48,9 58,8 68,55 78,3 88,05 97,95 107,7 117,5 127,2 137,1 146,9 200 13 26,2 39,2 52,2 65,2 78,4 91,4 104,4 117,4 130,6 143,6 156,6 169,6 182,8 195,8
(1) La capacità relativa ai cavi in bassa tensione può essere presa pari a 0,3 μF/km (2) Per sviluppo totale dei cavi si intende la lunghezza complessiva dei circuiti monofasi e tripolari con o senza neutro presenti.
 
Uc = I1°g . RE ≤ UL  
I simboli utilizzati nelle relazioni sopra indicate hanno il seguente signicato.  
 
 
 
 
 
Non sarà necessario interrompere l’alimentazione ma è obbligatorio prevedere la segnalazione guasto per prevenire l’insorgere di un secondo guasto di isolamento.  Per fare ciò si utilizza un controllore permanete di isolamento CPI (Vigilhom), uno per ogni circuito indipendente separato galvanicamente dagli altri, che attiva un allarme sonoro e visivo. È opportuno individuare ed eliminare il primo guasto nel tempo più breve possibile. Per facilitare l’identicazione del punto di guasto si possono utilizzare sistemi automatici di ricerca che prevedono un sistemi di rilevamento associato a concentratori di segnale (as esempio XM200 + XD312) o sistemi manuali portatili che utilizzano pinze amperometriche (XRM + pinza). Per salvaguardare l’impianto dalle sovratensioni che possono provenire dalla rete in MT (guasto di isolamento del trasformatore MT/BT) è consigliabile installare degli scaricatori di sovratensione (Cardew-C) tra il centro stella del trasformatore, oppure una fase, e la terra.
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Nota 1: i tempi massimi di interruzione del guasto indicati per il sistema TN sono applicabili ai sistemi IT con neutro distribuito o non distribuito. Per il metodo pratico di verica dell’intervento della protezione contro le sovracorrenti si rimanda al capitolo “Protezione delle persone”. Quando nel sistema IT la protezione contro le sovracorrenti interviene, per doppio guasto a terra, in un tempo superiore a quello ammesso dalla norma, è necessario utilizzare un dispositivo a corrente differenziale oppure effettuare, se praticamente possibile, un collegamento equipotenziale non connesso a terra tra le masse simultaneamente accessibili e con tutte le masse estranee. Nota 2: tale dispositivo a corrente differenziale non deve intervenire in caso di primo guasto di isolamento per non vanicare le caratteristiche di continuità di servizio del sistema IT. La soglia della protezione differenziale deve essere superiore al seguente valore. IDn ≤ I 1°g
K Dn
dove i simboli hanno il seguente signicato I Dn = corrente nominale di intervento del dispositivo differenziale. K Dn = tolleranza della soglia di intervento del dispositivo di protezione (valore normalizzato: 0,5 per dispositivi differenziali Vigi, 0,8 per dispositivi differenziali Vigirex e VIGI di tipo “Si”)
Nota 3: in caso di primo guasto i carichi alimentati possono contribuire alla corrente capacitiva e tale contributo è di difcile valutazione. Per tale motivo si raccomanda di utilizzare un margine di sicurezza superiore a quello relativo alla sola tolleranza della soglia di intervento. Nota 4: nei sistemi IT la protezione differenziale funziona correttamente solo nelle seguenti condizioni di guasto. In denitiva il dispositivo a corrente differenziale posto a monte di derivazione non interviene per doppio guasto a terra sulle derivazioni stesse.
A  
 
Condizione di doppio guasto sulle linee terminali
B
A
Passerella metallica
C D
Condizione di doppio guasto sulle due linee di alimentazione a monte delle linee terminali
 
Masse collegate ad una terra unica.  
 
 
Con connessione ad una terra unica o a più terre distinte le masse devono essere comunque connesse tra loro mediante un conduttore di protezione. 
 
 
 
Neutro distribuito: 1
2 Z’S dove: Ia = corrente di intervento del dispositivo di protezione [A] I dispositivi ad interruzione automatica ammessi dalla norma sono il dispositivo di protezione contro il cortocircuito [Im] e il dispositivo a corrente differenziale [IDn]. Uo = tensione nominale tra fase e terra in valore efcace espressa in [V] U = tensione nominale tra fase e fase in valore efcace espressa in [V] ZS = impedenza dell’anello di guasto comprendente il conduttore di fase e il conduttore di protezione espressa in [] Z’S = impedenza dell’anello di guasto comprendente il conduttore di neutro e il conduttore di protezione espressa in []
Ia ≤ Uo .
 
 
Caratteristiche La sicuea nei sistemi IT della rete Controllori permanenti di isolamento
Caratteristiche
La scelta del controllore permanente d’isolamento deve essere effettuata in funzione dei seguenti parametri:   cla tensione tra le fasi e il tipo di rete da controllare;   cl'estensione della rete da controllare;   caltri elementi quali installazione, alimentazione ausiliaria, ecc. 
tipo IM9 IM9-OL (motori fuori tensione)
IM10-IM20(1) IM10H-IM20H (ambiente ospedaliero)
tensione concatenata CA neutro accessibile 480 V max 690 VAC (fuori tensione) 480 VAC 230 Vca±15%
CA neutro non accessibile CC 690 Vcc (fuori tensione) 345 VCC
fequena 45-440 Hz 45-440 Hz 45-440 Hz 50-60 Hz
pincipio di funionamento: inieione in CC segnalazione squilibrio in tensione
AC AC
soglia di funionamento preallarme 2-500 k 0,5-10 M 1 k-1 M 50 k-500 k guasto 1-250 k 0,25-2 M 0,5 k-500 k
campo lettua della esistena 0,1 k -10 M 1 k -10 M campo lettua della capacità 0,1 mF -40 mF tensione ausiliaia CA 115/415 VCA 115/415 VCA 115/415 VCA 115/415 VCA
tensione ausiliaia CC 125/250 VCC 125/250 VCC 125/250 VCC 125/250 VCC installaione incasso b b
guida DIN b b b b
gado di poteione parte frontale IP40 IP40 IP52 IP52
tipo XM200 XM300(1) XML308-XML316(2)

CC 500 VCC 690 VCC (fuori tensione) 345 VCC fequena 45-440 Hz 45-440 Hz 45-440 Hz
pincipio di funionamento: inieione in AC segnalazione squilibrio in tensione
AC
soglia di funionamento preallarme 10 k-100 k 0,5-10 M 1 k-1 M guasto 0,1 k-20 k 0,25-2 M 0,5 k-500 k
campo lettua della esistena 0,1 k -999 k 0,1 k -10 M campo lettua della capacità 0,1 mF -199 mF 0,1 mF -40 mF tensione ausiliaia CA 115/127 VCA 115/127 VCA 115/127 VCA
220/240 VCA 220/240 VCA 220/240 VCA 380/415 VCA 380/415 VCA 380/415 VCA
tensione ausiliaia CC
guida DIN
gado di poteione parte frontale IP30 IP30 IP30
(1) IM20 con piastra HV-IM20 no a 1700 VCA neutro accessibile, 1000 Vac neutro non accessibile. (2) XM300c e XML con piastra PHT1000 no a 1700 VCA neutro accessibile, 1000 VCA neutro non accessibile; 1200 VCC per reti in CC
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caratteristiche industria e Marina
tipo di contolloe IM9 IM9-OL IM10 IM20 XM200 XM300C XML308/ 316 (CPI +
misua locale)
eti piccole Reti IT reti Medie e Grandi(2)IT
isole IT/macchine operatrici
motori fuori tensione
reti medie no a 40 μF tete estesa >40 μFo localizzazione guasto
+ com. + com. e mis. locale
alimentaione ausiliaia 110 - 415 VCA 125/250 VCC 115/127 o 220/240 o 380/415 VCA
doppia soglia + (guasto + preallarme) sì sì sì sì sì sì sì misua esistena r no no sì sì sì sì sì contollo ete CA sì sì sì sì sì sì sì
contollo ete CC o CA con componenti continue
no no sì sì sì sì sì
comunicaione no no no sì no sì sì localiaione autom. del guasto no no no no sì sì sì
misua capacità C no no no sì sì sì sì
misua impedena zC no no no sì no no no
log allame no no no sì no sì sì
piasta addiionale hV no no no sì no sì sì motoe fuoi tensione no sì no no no no no input inibiione inieione di co. no no no sì no no no installaione guida DIN incasso o guida DIN incasso
dispositivi di localiaione automatica dei guasti sena misua
no no no no
XD301
XD312/XD308C
dispositivi di localiaione automatica dei guasti con misua r e C locale no no no no no
XL308/316
no no no no no
XLI300 o XTU300
accessoi (1) HV-IM20 PHT1000 limitatore di sovratensioni Cardew C - Resistenza di limitazione (ZX) toroidi localizzazione manuale dei guasti
(1) Tranne IM9-OL.
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Caratteristiche della rete
Scaricatore di sovratensione Cardew-C La funzione di questo componente è quella di scaricare verso terra le sovratensioni a frequenza industriale (50Hz) che provengono dalla media tensione e quindi salvaguardare l’installazione e l’integrità del controllore permanente di isolamento. Lo scaricatore è collegato tra il centro stella del trasformatore e la terra o tra una fase e il collettore di terra e deve essere in grado di sopportare: c la sovratensione permanente che si manifesta all’insorgere del primo guasto di isolamento (U = 1,732 x Uo); c
la corrente dovuta al secondo guasto di isolamento. La corrente di doppio guasto, nelle condizioni di guasto più gravose, avrà il valore della corrente di cortocircuito trifase se lo scaricatore è installato tra il centro stella del trasformatore e la terra oppure sarà pari alla corrente di cortocircuito bifase se il limitatore di sovratensioni è installato tra una fase e la terra. Le sue principali caratteristiche sono: c tensione U di non innesco a 50 Hz: ≤ 1,6 x U; c

corrente massima dopo l’innesco: 40 kA x 0,2 s. L’effettiva corrente sopportata dallo scaricatore dipende dal tempo di interruzione del dispositivo di protezione come indicato nella tabella seguente.
c Resistenza di isolamento: > 1010.
c
Non ripristinabile. Il suo intervento provoca la segnalazione continua del controllore permanente di isolamento. Per facilitare l’identicazione della perdita di isolamento dello scaricatore è consigliabile installare, sul collegamento a terra, un toroide e il relativo dispositivo XD301 che segnala localmente e a distanza la presenza della corrente di dispersione. La scelta del Cardew-C dipende dai seguenti parametri: c tensione nominale della rete elettrica; c
livello di isolamento dell’impianto e del controllore permanete di isolamento; c
punto di collegamento a terra (neutro-terra o fase-terra). Sezione del conduttore o della sbarra di collegamento. La sezione dipende dalle seguenti caratteristiche/condizioni: c
modalità di collegamento a terra dello scaricatore (neutro accessibile oppure non accessibile); c tipo di conduttore (rame o alluminio); c
tempo di eliminazione del guasto (la condizione più gravosa è generalmente quella dovuta all’interruzione del guasto mediante interruttore a monte del trasformatore MT/BT). Il conduttore è di fatto un conduttore PE e come tale può essere dimensionato secondo i criteri indicati dalla norma CEI 64-8. La formula per il calcolo è la seguente.
tempo di eliminazione del guasto [s] 0,5 0,4 0,32 0,2 0,14 0,8
Icw Cadew-C [kA] x [s] 25,3 28,3 31,6 40 40 40
dove SPE = sezione del PE Ig = corrente di guasto a terra t int = tempo di interruzione del guasto K = fattore relativo a isolante e materiale conduttore: c per conduttore isolato in PVC K = 115 (K = 143 per T<30°C); c
per conduttore isolato in EPR K = 143 (K = 176 per T<30°C). Per temperatura si intende quella dell’aria circostante il conduttore. Solitamente il cavo di collegamento del dispositivo di eliminazione delle sovratensione dista dal collettore meno di 2 m.
Ai terminali del trasformatore
Al collettore di cabina Collettore di terra di cabina
Esempio di installazione di un limitatore di sovratensione e del controllore permanente di isolamento all’interno del quadro QGBT tipo P-Bloc. Nel caso in cui il guasto di isolamento sull’impianto avvenga quando il limitatore di sovratensione è in conduzione e si manifesti in prossimità del punto di installazione della Cardew-C (condizione peggiorativa) la corrente di doppio guasto corrisponde a quella che si avrebbe in cabina (Icc trifase in caso di neutro distribuito e 0,866 x Icc trifase in caso di assenza del conduttore di neutro).
SPE = Ig . tin
K
 
 
Un [V] neutro acces
MT 
ssibile
BT 
≤ 230 tipo 250 V tipo 250 V 230 ≤ U ≤ 400 tipo 250 V tipo 440 V
400 ≤ U ≤ 660 tipo 440 V tipo 660 V
660 ≤ U ≤ 1000 tipo 660 V tipo 1000 V
1000 ≤ U ≤ 1560 tipo 1000 V
tabella di scelta della sezione cavo di collegamento del Cardew-C(1) (2) (3)
trasformatore in resina [kVA] 100 160 250 315 400 500 630 800 1000 1250
VCC [%] 6 6 6 6 6 6 6 6 6 6
seione connessione [mm2] neutro accessibile 16 25 50 50 70 95 95 120 150 neutro non accessibile 16 25 35 50 70 70 95 120 150 185
trasformatore in olio [kVA] 100 160 250 315 400 500 630 800 1000 1250
VCC [%] 4 4 4 4 4 4 4 6 6 6
seione connessione [mm2] neutro accessibile 25 50 70 70 95 120 150 120 150 neutro non accessibile 25 35 50 70 95 95 120 120 150 185
(1) Il cavo è isolato in PVC. (2) Per cavi in alluminio moltiplicare la sezione del conduttore in rame per 1,5. (3) Per cavi isolati in EPR moltiplicare la sezione del conduttore isolato in PVC per 0,8.
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Caratteristiche La sicuea nei sistemi IT della rete Sicurezza minima
Rete a congurazione variabile: un solo CPI deve essere collegato per ogni rete indipendente.
XML316 XML308
MT/BT MT/BT
XLI300
Segnalazione del primo guasto La norma CEI 64-8 richiede l’inserimento di un controllore di isolamento (CPI) per la segnalazione del primo guasto a terra. Per una normale rete a 50 Hz si possono utilizzare sia controllori che iniettano un segnale di tipo continuo che controllori che iniettano un segnale alternato a bassa frequenza (2.5 Hz). Il secondo tipo di CPI può fungere anche da generatore di segnale per la ricerca dei guasti. Il controllore di isolamento può essere inserito in alternativa sul centro stella del trasformatore o su una delle fasi; nel primo caso la tensione che è applicata al CPI per un guasto a terra è la stellata mentre nel secondo caso è la concatenata. Uno dei parametri di scelta di un CPI è proprio la tensione concatenata della rete da controllare: infatti nel caso di neutro non accessibile (collegamento del CPI su una fase) essa risulta 1/ evolte inferiore rispetto al caso di neutro accessibile. I CPI sono dotati di una soglia di allarme in k al raggiungimento della quale si ha l’accensione di una spia sul fronte degli apparecchi e la commutazione di un contatto per la segnalazione a distanza. La soglia di allarme deve essere impostata ad un valore di resistenza inferiore al normale valore di resistenza di isolamento verso terra dell’impianto con tutti i carichi inseriti. L’intervento delle protezioni è obbligatorio al secondo guasto. Nel caso di reti TT o TN alimentate tramite UPS può vericarsi la situazione in cui l'impianto a valle, in assenza di tensione di rete, riceva tensione dalla batteria. Si ha quindi il passaggio da un sistema di neutro TT o TN ad un sistema IT, in quanto la batteria funziona in isola. Considerando però la limitata estensione dei circuiti alimentati dall'UPS ed il breve tempo per il quale l'UPS può funzionare in isola (generalmente dell'ordine dell'ora), non si considera giusticato l'utilizzo di un dispositivo di segnalazione del primo guasto in quanto risulta estremamente improbabile l'insorgere, dopo un primo guasto, di un secondo guasto nel breve tempo di funzionamento con alimentazione da batteria (si veda a questo proposito il commento all'articolo 413.1.5.1 della nuova ediz ione della norma CEI 64-8).
Reti con più trasformatori Bisogna sottolineare che non è corretto installare due o più CPI su una stessa rete poiché se tra i due vi è continuità metallica le correnti iniettate si sovrappongono e di conseguenza i dispositivi danno luogo a misurazioni errate che si traducono in indicazioni inafdabili del livello di isolamento. In base a quanto detto, se la rete è alimentata da più trasformatori in parallelo va installato un solo CPI il quale comunque controllerà l’isolamento del secondario dei trasformatori e di tutto l’impianto a valle dei trasformatori stessi.
Reti a configurazione variabile In questo caso le valutazioni da fare sono più complesse: bisogna considerare tutte le congurazioni che può assumere l’impianto e vericare che in nessuna di esse vi siano due o più CPI collegati alla stessa rete. Le manovre che portano a modiche della topologia della rete (ad esempio chiusura o apertura di congiuntori) devono modicare opportunamente anche i collegamenti dei CPI per evitare di averne più di uno collegato alla stessa parte di impianto o di lasciare parti di impianto prive di controllo. Nel caso di due reti esercite indipendentemente in servizio normale ma che possono essere comunque collegate (ad esempio per fuori servizio di un trasformatore), è necessario che uno dei CPI venga scollegato nel funzionamento con congiuntore chiuso. È necessario inoltre vericare che la regolazione della soglia di intervento sia inferiore al livello di i solamento dell’impianto a congiuntore chiuso e che il CPI sopporti la lunghezza totale dei cavi di tutto l’impianto (ad esempio tale valore è di 30 km per l’XM200).
 
 
Miglioramento delle condizioni di servizio  
 
c
 
 
sulla rete sono presenti dei congiuntori?  
sono presenti disturbi elettrici generati dalle utenze quali variatori di veloci tà, gruppi di continuità UPS, ecc.? 
Che tipo di rete? c
Motori o reti di piccole dimensioni in corrente alternata: Vigilohm IM9.  
c
Motori fuori tensione: Vigilohm IM9-OL.  
c Reti in corrente continua o alternata di piccole dimensioni: Vigilohm IM10 o IM20 
(IM10-H o IM20-H per ambienti uso medico).  
c
Reti più estese dove la localizzazione manuale di un guasto è difcilmente  
realizzabile: XM200 + XD301/312.  c
Reti molto estese dove le misure sulle partenze principali sono un evidente  
vantaggio: XML308/XML316 o XM300 + XL308/316.  
Vigilohm un sistema che segue l’evoluzione dell’impianto. È sufciente aggiungere dispositivi e apparecchi per adattare il sistema ai cambiamenti della rete o alle nuove esigenze di misura e supervisione.
Supervisione e log eventi
sistema:
1) Denire le esigenze: dimensioni della rete, CC o CA, misura dell’isolamento, localizzazione automatica dei guasti, funzioni aggiuntive, ecc…
2) Scegliere i rilevatori adatti (XD, XML o XL con misura locale dell’isolamento).
3) Vericare l’eventuale necessità di un’interfaccia di comunicazione.
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04 0 K
T EST ME N U
Caratteristiche La sicuea nei sistemi IT della rete Rete in corrente continua isolata da terra
IM10
 XM200
 XD312
Rete con molte partenze: soluzione semplice
Le protezioni minime indispensabili Segnalazione al primo guasto, permette di avere continuità di servizio in condizioni normali di installazione. Intervento della protezione obbligatorio al secondo guasto.  Per controllare l’isolamento della rete e segnalare un guasto verso massa utilizzare le apparecchiature seguenti:  c
IM10 e IM20 sono la soluzione IT in CA e CC no a 40 mF.  
 
Opzioni aggintive disponibili a seconda del modello:  
v Visualizzazione del valore R per facilitare la manutenzione preventiva.  v
Visualizzazione del valore C della rete.  
v
v
 
Vantaggi dell’offerta Schneider Electric Misura e visualizzazione di C Il monitoraggio della capacità C è essenziale sulle reti di grandi dimensioni dal momento che l’impedenza capacitiva può provocare il passaggio ad un sistema TT che, in caso di guasto d’isolamento potrebbe generare una tensione di contatto pericolosa ed un’elevata corrente di guasto. I CPI Schneider Electric visualizzano il valore C.
Localizzazione dei guasti senza collegamento al CPI Questa funzione può semplicare l’implementazione e l’utilizzo del sistema. Toglie anche qualsiasi limite al numero di rilevatori XD301/312 installabili.
Miglioramento delle condizioni di servizio Ricerca sotto tensione del guasto d’isolamento (Vigilohm System) L’utilizzo di un Vigilohm System abbinato a dei rilevatori consente di effettuare la ricerca sotto tensione del primo guasto, permettendo di ottenere un miglioramento della continuità di servizio; questo è possibile grazie all’iniezione di un segnale a bassa frequenza (2,5 Hz). Il rilevatore portatile XRM con le relative pinze amperometriche è compatibile con tutti i controllori della gamma Vigilohm system. Per interrompere il circuito è possibile utilizzare un controllore d’isolamento che comanda l’apertura dell’interruttore di protezione. Nell’architettura dello schema seguente i controllori della serie XML integrano sia la funzione di controllo isolamento che la funzione di misura partenza per partenza. Tutte le misure e gli allarmi cronodatati sono accessibili tramite supervisore. L’XLI300 integra un’interfaccia di comunicazione oltre alla funzione di esclusione CPI in caso di XML316 chiusura del secondo interruttore. Questa soluzione può essere associata anche alla funzione di localizzazione dei guasti con rilevatore XD.
Interface  Supervisor  XML308/316 
Printer 
XL308/316 
XD308c  
XD312 
XRM 
Localizzazione automatica dei guasti con una misura della resistenza e capacità d’isolamento (R e C) partenza per partenza
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Caratteristiche Ulteioi pesciioni nomative della rete
 
c ostacoli;  c
distanziamento.  
Tale protezione addizionale è richiesta anche per i circuiti che alimentano prese a spina:  c con corrente nominale non superiore a 20 A nei locali ad uso abitativo;  c
 
Condutture realizzate con cavi con conduttori piatti Le condutture utilizzate solitamente sotto tappeti a posa ssa (moquette) sono oggetto di prescrizioni allo studio. Per il momento devono essere protette con dispositivo differenziale con Idn non superiore a 30 mA.
Legge 46/90 Per gli impianti realizzati in data successiva all ’entrata in vigore della Legge 46/90, l’uso di dispositivi differenziali associati a circuiti che non siano provvisti di conduttore di protezione non deve essere considerato come una misura di protezione sufciente contro i contatti indiretti, anche se la corrente differenziale nominale di intervento non supera 30 mA.
Catene luminaie È consigliabile proteggere, con dispositivo a corrente differenziale con IDn non superiore a 30 mA, le catene luminarie a portata di mano se il costruttore non ne denisce le modalità di installazione e di protezione.
Impianto e gruppo generatore trasportabile o per utilizzo temporaneo. In tale caso, qualunque sia il sistema di neutro, deve essere utilizzato un dispositivo a corrente differenziale non superiore a 30 mA per l’interruzione automatica dell’alimentazione.
Prescrizioni per ambienti particolari (CEI 64-8 parte 7) L’impiego del dispositivo di protezione a corrente differenziale con sensibilità non superiore a 30 mA è obbligatorio nei seguenti casi.
Locali contenenti bagni o docce e per piscine e fontane La protezione è richiesta secondo la disposizione delle utenze rispetto alle zone 0, 1 e 2 e in caso si utilizzino altri sistemi di sicurezza, ad esempio il sistema SELV o a separazione elettrica, quando tali sorgenti vengano installate in zona 2. Per maggiori dettagli si rimanda alla norma CEI 64-8.
Cantiei di costuione e demoliione, Stuttue adibite ad uso agicolo o ootecnico Per le prese a spina e gli apparecchi utilizzatori mobili in entrambi i casi con corrente nominale non superiore a 32 A.
Aree di campeggio Ogni presa a spina deve essere protetta da dispositivo differenziale.
Locali ad uso medico I circuiti terminali nei locali appartenenti al gruppo 1 che alimentano prese a spina no a 32 A. Tutti i circuiti nei locali appartenenti al gruppo 2 che non siano alimentati da sistema IT-M mediante trasformatore di isolamento. Nei locali di gruppo 1 e 2 sono richiesti dispositiv i a corrente differenziale di tipo A o di tipo B in funzione del tipo di corrente di guasto.
Fiere e mostre Tutti i circuiti che alimentano prese a spina no a 32 A e tutti i ci rcuiti terminali esclusi quelli destinati all’illuminazione di sicurezza.
Illuminaione pe esteni Impianti di illuminazione ssi situati in area esterna per cabine telefoniche, pensiline di fermata per mezzi di trasporto, insegne pubblicitarie, segnalazioni stradali e mappe luminose.
 
 
Caratteristiche Ulteioi pesciioni nomative della rete
Come protezione addizionale per tutte le prese a spina, alimentate direttamente, e destinate ad apparecchi utilizzatori situati al di fuori dell’unità.
Sistemi di riscaldamento per pavimenti e soffitti Come dispositivo di protezione anche in presenza di componenti elettrici di riscaldamento di classe II o con isolamento equivalente.
 
La norma denisce le condutture di tipo C nel seguente modo:  
 
c
 
 
nIntroduzione pag. 38  
nInstallazione dei cavi pag. 45  
nPortata dei cavi  pag. 48
nCaduta di tensione   pag. 57
nProtezione contro il cortocircuito  pag. 62
nDimensionamento rapido dei cavi   pag. 82
nCondotti sbarre prefabbricati  pag. 84
nTabelle di coordinamento   pag. 110
 
dei circuiti Denizioni
Impianto elettrico Insieme di componenti elettrici associati al ne di soddisfare scopi specici e aventi caratteristiche coordinate. Fanno parte dell’impianto elettrico tutti i componenti elettrici non alimentati tramite prese a spina; fanno parte dell’impianto elettrico anche gli apparecchi utilizzatori ssi alimentati tramite prese a spina destinate unicamente alla loro alimentazione.
Conduttore di neutro Conduttore collegato al punto di neutro del s istema ed in grado di contribuire alla trasmissione dell’energia elettrica.
Temperatura ambiente Temperatura dell’aria o di altro mezzo nel luogo in cui il componente elettrico deve essere utilizzato.
Tensione nominale Tensione per cui un impianto o una sua parte è progettato. Nota: la tensione reale può differire dalla nominale entro i limiti di tolleranza permessi.
In relazione alla loro tensione nominale i sistemi elettrici si div idono in:  
 
c
 
 
c
 
La tensione effettiva può variare entro le abituali tolleranze. I transitori non vengono considerati. Questa classicazione non esclude l'introduzione nelle diverse categorie di limiti intermedi per ragioni particolari. 
Circuito elettrico Insieme di componenti di un impianto alimentato da uno stesso punto e protetto contro le sovraccorrenti da uno stesso dispositivo di protezione.
Circuito di distribuzione Circuito che alimenta un quadro di distribuzione.
Circuito terminale Circuito direttamente collegato agli apparecchi utilizzatori o alle prese a spina.
Corrente di impiego (IB) Corrente che può uire in un circuito nel servizio ordinario: c a livello dei circuiti terminali è la corrente corrispondente alla potenza apparente dell'utilizzatore. In presenza di avviamento motori o messe in servizio frequenti (ascensori o saldatrici a punti) è necessario tener conto delle correnti transitorie se i loro effetti si accumulano; c a livello dei circuiti di distribuzione (principali e secondari) è la corrente corrispondente alla potenza apparente richiesta da un gruppo di utilizzatori tenendo conto del coefciente di utilizzazione e di contemporaneità.
 
materiale conduttore,  
temperatura ambiente.  
Sovraccorrente Ogni corrente che supera il valore nominale. Per le condutture, il valore nominale è la portata. Tale corrente dev’essere eliminata in tempi tanto più brevi quanto più elevato è il suo valore.
 
 
39
Corrente di cortocircuito (franco) Sovracorrente che si verica a seguito di un guasto di impedenza trascurabile fra due punti tra i quali esiste tensione in condizioni ordinarie di esercizio.
Corrente di guasto Corrente che si stabilisce a seguito di un cedimento dell’isolamento o quando l’isolamento è cortocircuitato.
Corrente di guasto a terra Corrente di guasto che si chiude attraverso l’impianto di terra. In determinate congurazioni di impianto, sistema TN e IT, la corrente di guasto (di secondo guasto per il sistema IT) che si richiude verso terra può assumere valori elevati, paragonabili alle correnti di sovraccarico e di cortocircui to.
Corrente convenzionale di funzionamento (di un dispositivo di protezione) (If) Valore specicato di corrente che provoca l’intervento del dispositivo di protezione entro un tempo specicato, denominato tempo convenzionale.
Conduttura Insieme costituito da uno o più conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano il loro isolamento, il loro supporto, il loro ssaggio e la loro eventuale protezione meccanica.
Componente elettrico Termine generale usato per indicare sia i componenti dell’impianto sia gli apparecchi utilizzatori.
Apparecchio utilizzatore Apparecchio che trasforma l’energia elettrica in un’altra forma di energia, per esempio luminosa, calorica o meccanica.
Apparecchio utilizzatore trasportabile ed apparecchio utilizzatore mobile Un apparecchio utilizzatore si denisce trasportabile se può essere spostato facilmente, perché munito di apposite maniglie o perché la sua massa è limitata;
 
 
Apparecchio utilizzatore portatile Apparecchio mobile destinato ad essere sorretto dalla mano durante il suo impiego ordinario, nel quale il motore, se esiste, è parte integrante dell’apparecchio.
Apparecchio utilizzatore fisso Apparecchio utilizzatore che non sia trasportabile, mobile o portatile.
Alimentazione dei servizi di sicurezza Sistema elettrico inteso a garantire l’alimentazione di apparecchi utilizzatori o di parti dell’impianto necessari per la sicurezza delle persone. Il sistema include la sorgente, i circuiti e gli altri componenti elettrici.
 
 
Protezione dei circuiti
Nel dimensionamento di un impianto elettrico, ha un ruolo determinante la scelta dei cavi e delle relative protezioni. Per denire i due componenti sopra citati si può utilizzare il seguente schema operativo utilizzato in questa guida: c calcolo delle correnti d’impiego delle condutture (IB). Per giungere alla determinazione di questi valori si parte da una prima analisi riguardante il censimento e la disposizione topograca dei carichi; questa prima analisi permette di identicare i coefcienti di utilizzazione e di contemporaneità dei carichi e di determinare le potenze e quindi le correnti che le condutture devono portare; c
dimensionamento dei cavi a portata, tenendo conto delle modalità di posa e delle caratteristiche costruttive dei cavi; c verica della caduta di tensione ammessa; c
calcolo della corrente di cortocircuito presunta ai vari livelli di sbarre; c
scelta degli interruttori automatici in base alla corrente d’impiego delle condutture da proteggere e al livello di cortocircuito nel punto in cui sono installati; la scelta degli interruttori automatici può anche essere inuenzata da esigenze di selettività e liazione; c veriche di congruenza interruttore/cavo: v verica della protezione contro il cortocircuito massimo, confrontando l’energia specica passante dell’interruttore automatico (I2t) con l’energia specica ammissibile del cavo (K2S2), v verica della protezione contro i cortocircuiti a fondo linea. Il confronto tra la corrente di cortocircuito minima a fondo linea (Iccmin) e la soglia di intervento istantaneo Im dell’interruttore è necessario solo in presenza di sganciatore solo magnetico o termico sovradimensionato (ad esempio circuiti di sicurezza), v verica della protezione contro i contatti indiretti, confrontando le caratteristiche di intervento del dispositivo di protezione (soglie di intervento istantaneo Im o differenziale In) con la corrente di guasto a terra Id; questa verica cambia in funzione del modo di collegamento a terra (TT, TN e IT) e delle condizioni di installazione. Per quest'ultima verica consultare il capitolo relativo alla protezione delle persone.
Introduzione
(1)
(1)
(1)In caso di verica negativa è generalmente possibile intervenire in alternativa sulla sezione del cavo oppure sul tipo di interruttore automatico.
Corrente d'impiego IB
Dimensionamento dei cavi a portata
Verifiche di congruenza interruttore/cavo
dei circuiti Determinazione della sezione del conduttore di fase
Nota 1: la corrente di funzionamento del fusibile è pari a 1,6 volte la sua corrente nominale. Per tale motivo la portata della conduttura protetta da sovraccarico (a pari condizioni di utilizzazione) sarà differente a secondo del tipo di protezione adottato (interruttore automatico oppure fusibile) e del relativo rapporto tra la corrente di funzionamento e la corrente nominale. c
Interruttore per uso industriale If = 1,3 x In In ≤ Iz; c
interruttore per uso domestico o similare If = 1,45 x In In ≤ Iz; c
fusibile (con In > 4 A) If = (1,6 ÷ 1,9) x In In ≤ (0,9 ÷ 0,76) x Iz. L’interruttore automatico permette di sfruttare totalmente la portata ammessa dalla conduttura. Si fa notare che per la protezione delle linee di alimentazione del quadro di controllo delle pompe del sistema antincendio la norma UNI 9490 prevede l’utilizzo di fusibili allo scopo di garantire il non intervento della protezione in caso di sovraccarico. La lettera di chiarimento del Ministero degli Interni/ Direzione Generale Protezione Civile emessa in data 23 aprile 1998 e indirizzata all’Ispettorato Regionale VV.F per il Veneto e il Trentino Alto Adige precisa quanto segue. “Al riguardo, sulla scorta del competente parere del Centro Studi Esperienze, si ritiene che gli obbiettivi di sicurezza imposti dalla norma CEI 64-8 debbono essere rispettati anche se in disaccordo con la specica prescrizione della norma UNI 9490/ 4.9.4.3”. In conclusione le soluzioni previste dalla norma CEI 64-8, come l’utilizzo di interruttori automatici, sono ammesse con le raccomandazioni di non proteggere il circuito contro il sovraccarico e di prevedere un sistema di segnalazione del sovraccarico in atto. Nota 2:il metodo utilizzato serve per la determinazione della portata a regime permanente. Nota 3:le portate si riferiscono a condizioni di posa senza variazioni lungo il percorso della conduttura. In caso fosse necessario, per ragioni di protezione meccanica, modicare la modalità di posa del cavo lungo il percorso, considerare l’installazione con le condizioni di utilizzo più gravose. Se per proteggere un cavo viene utilizzato un tubo o una canala per un tratto di conduttura inferiore al metro, non è necessario ridurre la portata.
 
If ≤ 1,45 Iz;  
dove: v IB è la corrente di impiego della conduttura, v In è la corrente nominale o di regolazione del dispositivo di protezione, v
 
 
 
c
1,45 In per interruttori per uso domestico conformi alla norma CEI EN 60898-1;  
c 1,3 In per interruttori per uso industriale conformi alla norma CEI EN 60947-2.  Tale verica è indispensabile quando il dispositivo di protezione è un fusibile.  Il metodo utilizzato in questa guida prende come riferimento la pubblicazione CEI-UNEL 35024/1 per quanto riguarda le pose non interrate e la pubblicazione CEI-UNEL 35026 per le pose interrate. 
Utilizzatore
 
I   B    
Conduttura
Iz
  1 ,   4  5
   i  o   n  e 
  C   o  r
   i  c   o 
Dispositivodiprotezione
41
dei circuiti Determinazione della sezione del conduttore di fase
 
In pratica la protezione contro i sovraccarichi è obbligatoria nei seguenti casi:  
c

condutture che alimentano carichi che possono dare origine a sovraccarichi (motori, prese a spina non dedicate ad utenze speciche);  c
condutture in sistemi IT sempre protette se non è presente un dispositivo a corrente differenziale. c impianti in luoghi a maggior rischio in caso di incendio;  c
impianti in luoghi con pericolo di esplosione;  
 
 
 
 
armonizzato H cavo nazionale riconosciuto dal Cenelec N
tensione nominale Uo/U 100/100 V 01 300/300 V 03 300/500 V 05 450/750 V 07 600/1000 V 1
materiale isolante
gomma di etilpropilene ordinario R cloruro di polivinile V mescola reticolata a base di poliolene a bassa emissione di gas tossici e corrosivi Z mescola termoplastica a base di poliolene a bassa emissione di gas tossici e corrosivi Z1
rivestimenti metallici conduttore di rame concentrico C schermo di rame in treccia sull’insiema delle anime C4
guaina non metallica
gomma di etilpropilene ordinario R cloruro di polivinile V mescola reticolata a base di poliolene a bassa emissione di gas tossici e corrosivi Z mescola termoplastica a base di poliolene a bassa emissione di gas tossici e corrosivi Z1 policloroprene o equivalente N mescola speciale di policloroprene resistente all’acqua N8
componenti costruttivi cavi piatti divisibili H cavi piatti non divisibili H2
materiale conduttore
rame - alluminio A
forma del conduttore
(1) conduttore essibile per l’uso in cavi per saldatrici ad arco - D
conduttore essibilissimo per l’uso in cavi per saldatrici ad arco - E conduttore essibile di un cavo essibile (classe 5) - F conduttore essibilissimo di un cavo essibile (classe 6) - H conduttore essibile di un cavo per installazione ssa - K conduttore rigido, rigido, rotondo, a corda (classe 2) - R conduttore rigido, rotondo, a lo unico (classe 1) - U conduttore in similrame - Y
numero e dimensioni del conduttore numero delle anime n simbolo moltiplicativo in caso di cavo senza anima gilallo/verde X simbolo moltiplicativo in caso di cavo con anima gilallo/verde G sezione del conduttore s per un conduttore in similrame di sezione non precisata Y
Esempio
Tensione nominale
Cavo armonizzato
Cavo armonizzato, con tensione 450/700 V, isolato in cloruro di polivinile (PVC) rivestito con guaina in cloruro di polivinile (PVC), con conduttore in rame a corda essibile per installazione ssa, composto da 3 cavi da 35mm2 senza conduttore di protezione. Temperatura nominale di funzionamento 70°C, temperatura massima in cortocircuito 160°C. Nota: alcuni cavi in commercio sono identicati in modo diverso secondo la designazione CEI-UNEL 35011. (1) Nella designazione del cavo, prima della forma del conduttore occorre inserire un trattino.
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Protezione contro i sovraccarichi
Impiego dei principali tipi di cavi (estratto dalla Guida CEI 64-50) Nella seguente tabella vengono riportati i modi di posa consigliati per i principali tipi di cavi.
sigla di designazione impiego consigliato N07V-U N07V-R N07V-K
Installazione entro tubi protettivi in vista od incassati, o entro sistemi chiusi similari, per impianti per i quali le Norme CEI prevedono cavi non propaganti l’incendio.
N07G9-K FM9-450/750 V
Installazione entro tubi protettivi in vista od incassati, o entro sistemi chiusi similari, per impianti per i quali le Norme CEI prevedono cavi non propaganti l’incendio e basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi.
N1VV-K c
posa interrata (ammessa); c
per impianti per i quali le Norme CEI prevedono vaci non propaganti l’incendio.
FG7(O)R-0,6/1 kV c

posa interrata (ammessa); c
per impianti per i quali le Norme CEI prevedono vaci non propaganti l’incendio.
FG7(O)M1-0,6/1 kV Installazioni come per i cavi FG7(O)R-0,6/1 kV, in impianti per i quali le Norme CEI prevedono cavi non propaganti l’incendio e a basso sviluppo di fumi e gas, tossici e corrosivi (CEI 20-13).
FG10(O)M1-0,6/1 kV Installazioni come per i cavi FG7(O)R-0,6/1 kV, in impianti per i quali le Norme CEI prevedono cavi non propaganti l’incendio, a basso sviluppo di fumi e gas, tossici e corrosivi.
FG10(O)M1-0,6/1 kV CEI 20-45 Installazioni come per i cavi FG7(O)R-0,6/1 kV, in impianti per i quali le Norme CEI prevedono cavi non propaganti l’incendio e a basso sviluppo di fumi e gas, tossici e corrosivi, e con una resistenza al fuoco in accordo con la Norma CEI 20-36 e 20-45.
cavi con isolamento minerale CEI 20-39 provvisti o sprovvisti di guaina supplementare non metallica
Installazione dove si vogliano evitare fumi e gas tossici e si richieda una resistenza al fuoco in accordo con la Norma CEI 20-36.
FROR 450/750 FROH 2R-450/750 V
Installazione all’interno, in ambienti secchi o umidi; all’esterno, solo per uso temporaneo. Adatto per servizio mobile e per posa ssa non propaganti l’incendio.
H07RN-F Installazione in locali secchi o bagnati, anche all’aperto, in ofcine industriali, in luoghi agricoli ed in cantieri edili. Questo cavo è adatto per essere usato su apparecchi di riscaldamento e di sollevamento, su grosse macchine utensili e su parti mobili di macchine.
H07RN8-F Per installazione sommersa per fontane, piscine, pompe sommerse, ecc. (in conformità alla Norma CEI 20-19/16).
H05VVC4V5-K Installazione entro tubi protettivi in vista od incassati, o entro sistemi chiusi similari, per impianti destinati a locali ad uso medico, quando sono previsti cavi adatti ad evitare interferenze elettromagnetiche.
Nota: Ulteriori informazioni sono date nella Tabella 2 della Guida CEI 20-67 e nella Guida CEI 20-40.
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Protezione Installazione dei cavi
dei circuiti Tipi di cavi ammessi e tipi di posa ammissibili
La parte 5 della norma CEI 64-8 è interamente dedicata alla scelta e all’installazione dei componenti elettrici. In questo ambito vengono deniti i tipi di cavi ammessi in funzione dei tipi di posa ed i tipi di posa ammissibili per le varie ubicazioni. La seguente tabella ne dà una rappresentazione sintetica.
modalità di posa senza ssaggio ssaggio diretto tubi protettivi tubi protettivi non canali, elementi passerelle su isolatore
circolari circolari scanalati o mensole
tipo di conduttore conduttori nudi no no no no no no si
cavi unipolari senza guaina no no si si si (1) no si

ubicazione entro cavità di struttura (4)
si (2) si si no si (2)

entro cunicolo (4) si si si si si si (2)
interrata si (2) si si no (2) (2)
incassata nella struttura no (3) no (3)
si si no (3)
montaggio sporgente no si si si si si (2)
(1) L’installazione è ammessa se i canali sono provvisti di coperchio asportabile mediante attrezzo e con gradi di protezione IP4X o IPXXD o grado di protezione inferiore ma con installazione fuori dalla portata di mano. (2) Non applicabile o non utilizzato in generale nella pratica. (3)Solo per cavi con isolamento minerale e guaina aggiuntiva in materiale non metallico. La norma raccomanda, per altri tipi di cavi, di realizzare l’installazione in modo da permettere la sostituzione degli stessi in caso di deterioramento. (4)Per cavità si intende lo spazio ricavato in strutture di un edicio e accessibile solo in punti determinati. Per cunicolo si intende un involucro che permette l’accesso ai cavi lungo tutto il percorso. Per galleria si intende un luogo dove sono installati conduttori secondo le modalità di posa indicate in tabella e in modo tale da permettere la libera circolazione di persone.
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esempio riferimento descrizione 1 cavi senza guaina in tubi protettivi
circolari posati entro muri termicamente isolati
2 cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati entro muri termicamente isolati
3 cavi senza guaina in tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti
3A cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati su o distanziati da pareti
4 cavi senza guaina in tubi protettivi non circolari posati su pareti
4A cavi multipolari in tubi protettivi non circolari posati su pareti
5 cavi senza guaina in tubi protettivi annegati nella muratura
5A cavi multipolari in tubi protettivi annegati nella muratura
11 cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o senza armatura, posati su o distanziati da pareti
11A cavi multipolari (o unipolari con guaina) con o senza armatura ssati su softti
12 cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o senza armatura, su passerelle non perforate
13 cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o senza armatura, su passerelle perforate con percorso orizzontale o verticale
14 cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o senza armatura, su mensole
15 cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o senza armatura, ssati da collari
16 cavi multipolari (o unipolari con guaina), con o senza armatura, su passerelle a traversini
17 cavi unipolari con guaina (o multipolari) sospesi a od incorporati in li o corde di supporto
18 conduttori nudi o cavi senza guaina su isolanti
21 cavi multipolari (o unipolari con guaina) in cavità di strutture
22 cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non circolari posati in cavità di strutture
22A cavi multipolari (o unipolari con guaina) in tubi protettivi circolari posati in cavità di strutture
23 cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non circolari posati in cavità di strutture
24 cavi unipolari senza guaina in tubi protettivi non circolari annegati nella muratura
24A cavi multipolari (o unipolari con guaina), in tubi protettivi non circolari annegati nella muratura

pavimenti sopraelevati
31 cavi senza guaina e cavi multipolari (o unipolari con guaina) in canali posati su parete con percorso orizzontale
32 cavi senza guaina e cavi multipolari (o unipolari con guaina) in canali posati su parete con percorso verticale
33 cavi senza guaina posati in canali incassati nel pavimento
33A cavi multipolari posati in canali incassati nel pavimento
34 cavi senza guaina in canali sospesi
34A cavi multipolari (o unipolari con guaina) in canali sospesi
41 cavi senza guaina e cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) in tubi protettivi circolari posati entro cunicoli chiusi, con percorso orizzontale o verticale
esempio riferimento descrizione
 
 
Modalità di posa previste dalla norma CEI 64-8 e CEI 11-17
 
circolari posati entro cunicoli ventilati incassati nel pavimento
43 cavi unipolari con guaina e multipolari posati in cunicoli aperti o ventilati con percorso orizzontale e verticale
51 cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati direttamente entro pareti termicamente isolanti
52 cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati direttamente nella muratura senza protezione meccanica addizionale
53 cavi multipolari (o cavi unipolari con guaina) posati nella muratura con protezione meccanica addizionale
61 cavi unipolari con guaina e multipolari in tubi protettivi interrati od in cunicoli interrati
62 cavi multipolari (o unipolari con guaina) interrati senza protezione meccanica addizionale
63 cavi multipolari (o unipolari con guaina) interrati con protezione meccanica addizionale
71 cavi senza guaina posati in elementi scanalati
72 cavi senza guaina (o cavi unipolari con guaina o cavi multipolari) posati in canali provvisti di elementi di separazione: c
circuiti per cavi per comunicazione e per elaborazione dati
73 cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi unipolari con guaina (o multipolari) posati in stipiti di porte
74 cavi senza guaina in tubi protettivi o cavi unipolari con guaina (o multipolari) posati in stipiti di nestre
75 cavi senza guaina, cavi multipolari o cavi unipolari con guaina in canale incassato
81 cavi multipolari immersi in acqua
L cavi direttamente interrati senza protezione meccanica supplementare
M-1 cavi direttamente interrati con protezione meccanica supplementare, lastra piena
M-2 cavi direttamente interrati con protezione meccanica supplementare, con apposito legolo
N cavo in tubo interrato
O-1 cavo in condotti: condotti non apribili, manufatti gettati in opera
O-2 cavi in condotti: condotti apribili, manufatti prefabbricati
P-1 cavi in cunicolo aforante: ventilato
P-2 cavi in cunicolo aforante: chiuso riempito
P-3 cavi in cunicolo aforante: chiuso riempito
Q cavo in cunicolo interrato
R-1 cavo in acqua posato sul fondo
R-2 cavo in acqua interrato sul fondo
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dei circuiti Posa non interrata
 
 
v
k1 è il fattore di correzione da applicare se la temperatura ambiente è diversa da 30°C (tabella T1A),  v
k2 è il fattore di correzione per i cavi installati in fascio o in strato (tabella T2),  
 
c si divide il valore della corrente nominale dell’interruttore (In) o della corrente di regolazione termica (Ir) per il coefciente correttivo ktot trovando così il valore In’ (Ir’): In’ = In /ktot 
c
 
la portata Iz’ che rispetta la condizione Iz’ ≥
In’,  v la corrispondente sezione del conduttore di fase.  La portata effettiva della conduttura si ricava come Iz = Iz’ × ktot. 
Determinazione del coefficiente k tot
Il coefciente ktot caratterizza l’inuenza delle differenti condizioni di installazione e si ottiene moltiplicando i fattori correttivi k1e k2 dedotti dalle tab