GOVERNANCE E HOUSING SOCIALE - Comune di...
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GOVERNANCE E HOUSING SOCIALE
Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche e
Dipartimento di Studi Umanistici
Responsabile scientifico: Prof.ssa Laura ChiesGruppo di ricerca: dott. Luca Bianchi
dott.ssa Mariangela Scorrano
Responsabile scientifico: Prof.ssa Laura ChiesGruppo di ricerca: dott. Luca Bianchi
dott.ssa Mariangela Scorrano
Dal Rapporto di ricerca: ”WELFARE LOCALE TRA PRESENTE E FUTURO: ALCUNE PROPOSTE STRATEGICHE”
I focus della ricerca
• Valutazione della commisurazione della spesa e dei servizi sociali alle necessità del territorio (efficienza, equità, efficacia)
• Povertà, bisogni e loro mappatura: una politica di intervento disegnata sul territorio
• Governance: l’housing sociale come proposta innovativa di raccordo e pianificazione pubblico-privato
La struttura della «terza età» nel Comune di Trieste
Fonte: Anagrafe Comune di Trieste (dati aggiornati al 31 dicembre 2015)
Misure di rischio povertà per la Terza Età a Trieste durante la crisi
Fonte: Nostra elaborazione su dati individuali Anagrafe Comune TS, Osservatorio del Lavoro FVG, Agenzia delle Entrate
Rischio Povertà Relativa (60% reddito mediano equivalente)
Reddito netto DisponibileEquivalente SIE (SostegnoInclusione Attiva)
Reddito netto DisponibileEquivalente FVG
Reddito netto DisponibileEquivalente FVG
Spesa, servizi, interventi e necessità – Osservazioni
• Efficienza: Gli indicatori di commisurazione al rischio povertà (beneficiari) e patto di stabilità interna (limite della spesa) rappresentano i limiti da rispettare.
• Equità: Scelta se proteggere le categorie in svantaggio sociale o mirare a interventi universalistici
• Efficacia: miglioramento della capacità del sistema di attivare una maggiore riproduzione sociale per aumentare il livello del benessere (progetti innovativi e prevenzione)
• Strategia: rafforzare gli osservatori per migliorare il monitoraggio, valutare ex post per correggere gli errori
• Strategia: scelta universalistica con aumento degli strumenti di partecipazione attiva dei cittadini (incentivi-disincentivi)
• Strategie: – organizzazione governata, – venture capital sociale, – sostegno incrociato minori-adulti-
anziani (poli di servizio integrato) per conciliazione
– azioni di aggregazione famiglie mononucleari,
– Rafforzamento della de-istituzionalizzazione delle residenze
154 149173
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Friuli-Venezia Giulia Trieste
Spesa sociale per interventi e servizi pro- capite (Istat, 2012)
Qualche strategia possibile: redistribuire la spesa sociale dal
pubblico al privato• Piattaforme sociali incentivanti
es: «Banca d’investimento del tempo»
• Innovazione finanziaria
• Fondo «immobiliare»
• L’idea è quella di estendere non solo al baratto delle ore tra privati, ma di accumulare una «rendita» per consumo futuro di servizi sociali (pubblico-privato)
• Favorire l’utilizzo (ove possibile) di Social Bond, favorire l’aggregazione anche attraverso il contratto di rete tra imprese no profitin luogo di consorzi o ATI per offrire maggiore garanzia; crowdfunding sociale
• I beni immobili possono essere conferiti alla banca/assicurazione come fondo di garanzia per un vitalizio che permetta una terza età serena (social mortgage)
• Un uso alternativo potrebbe essere quello di destinare parte degli immobili acquisiti dalle banche ad edilizia sociale dotata di domotica, supporti di web-assistance (teleassistenza, telemedicina…)
APPROFONDIMENTOAPPROFONDIMENTO
L’abitare per i gruppi vulnerabili L’abitare per i gruppi vulnerabili nel comune di Triestenel comune di TriesteTra deistituzionalizzazione e cambiamenti demografici
Mappatura delle esperienze di abitare solidale che si stanno svolgendo nel comune di Trieste. Queste esperienze sono prevalentemente dirette alle fasce più vulnerabili della popolazione (anziani e disabili).
Per abitare solidale ci si riferisce a quell’insieme di interventi definiti Abitare possibile e Domiciliarità innovativa dalla delibera della giunta regionale n. 671 del 2015 Sperimentazione regionale abitare possibile e domiciliarità innovativa. Approvazione linee guida. Tali interventi rientrano nell’ampio cappello dell’housing sociale.
Il lavoro svolto
Perché l’abitare solidale?
Le motivazioni di questo lavoro si trovano in almeno tre aspetti che contraddistinguono l’attuale panorama delle politiche sociali: 1.il progressivo invecchiamento della popolazione; 2.la necessità di ottimizzare la spesa sociale da parte degli enti pubblici;3.la promozione di processi di deistituzionalizzazione della fragilità
Come abbiamo lavorato?Somministrando un questionario di 51 domande agli enti pubblici che promuovono questo tipo di iniziative.
Le principali dimensioni indagate hanno riguardato:
le caratteristiche dei fruitori;
il ruolo delle organizzazioni coinvolte;
la strutturazione degli spazi
l’integrazione con i servizi socio-sanitari
Alcuni risultati
22 le iniziative coinvolte
Le persone che fruiscono delle forme di abitare mappate sono 193: 131 anziani (over 65) e 62 disabili.
Gli attori interpellati: i Servizi sociali del comune di Trieste; l’Azienda per l’assistenza sanitaria 1 Triestina (Aas1); l’azienda ‒pubblica di servizi alla persona (Asp) Itis
La governance
Gli aspetti più interessanti riguardano le fasi di progettazione e attuazione delle iniziative dove particolarmente attive sono le forme di coproduzione tra pubblico e privato (profit e no profit).
Rispetto all’attuazione, vanno segnalate alcune buone prasi di cogestione della quotidianità:
Coabitazione possibile (Valmaura): associazione di famigliari degli utenti (gestione delle badanti)
Condominio solidale Itis e Montebello (inserimento di una famiglia di volontari).
Il patrimonio immobiliare a disposizione è il larga parte pubblico: ruolo strategico dell’Ater (legge regionale 15 del 2004).
L’emersione del bisogno
Uno degli aspetti dove maggiori sono le sinergie tra pubblico e privato, soprattutto alla luce delle reti, spesso informali, che si attivano fra gli operatori.
Servizi e attività
Molte e variegate, gestiti dagli enti coinvolti nella ricerca e da soggetti privati. Significativa la presenza del terzo settore.Rispetto alle attività, non di rado i condomini sono coinvolti direttamente nelle questioni organizzative, esprimendo le proprie preferenze e, laddove il livello di autonomia lo consenta, sperimentando interessanti forme di autogestione.
L’adozione di soluzioni tecnologiche
Quattro delle 22 iniziative mappate adottano soluzioni tecnologiche. Con l’obiettivo di evitare l’istituzionalizzazione della persona, le funzioni assolte da queste tecnologie possono riguardare: il controllo dello stato di salute, l’accessibilità ai servizi domestici, il consumo di contenuti culturali, la comunicazione con in propri cari.
Le sfide dell’abitare
Le sfide per dare maggior impulso a queste forme dell’abitare possono venir sintetizzate in una parola: integrazione.
Integrazione che deve riguardare:le politiche, gli attori, i servizi, le prestazioni, le professioni, ma anche le reti personali e del territorio.
L’innovazione: una chiave possibile?
In un’ottica di integrazione, l’innovazione sociale e tecnologica può rappresentare un terreno fertile.
Sociale: partecipazione come la strada maestra verso il consolidamento delle buone pratiche esistenti sul territorio, in un’ottica di coproduzione dei servizi pubblici.
Tecnologica (Ict; Ambient assisted living): dalla soddisfazione dei bisogni alla comunicazione fra gli attori.