GIUGNO COMUNE DI GARGNANO LOC. MARIANO P.A. per...
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LOCALIZZAZIONE:
GIUGNO 2013
COMUNE DI GARGNANO
LOC. MARIANO
OGGETTO DELL’ELABORATO:
P.A. per realizzazione di R.T.A. in ambito
“DT 12 - MONTEGARGNANO ROCCOLINO”
***
STUDIO GEOLOGICO GENERALE
DI FATTIBILITA’
R
EG
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BA
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DI B
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STUDIO A CURA DI:
Dott. Giovanni Bembo – Geologo
Dott.ssa Loredana Zecchini – Geologo
Studio di Associato di Geologia Applicata ed Ambientale
Via Trieste, 45 Bogliaco
25084 Gargnano (Bs)
Tel/Fax 0365/ 7910 70;
cell.347/−7838837/ − 347/−5747290
e−mail : [email protected]
casella PEC :
TIMBRI E FIRME [email protected]
Geologi Bembo G. & Zecchini L.
DATA GIUGNO 2013
Studio geologico di fattibilità generale – Comune di Gargnano (Bs)
Dott. Geol. Giovanni Bembo − Dott.ssa Geol. Loredana Zecchini
- STUDIO ASSOCIATO DI GEOLOGIA APPLICATA ED AMBIENTALE - 25084 Bogliaco di Gargnano (Bs)− Via Trieste, 45 − Tel./ Fax - 0365/ 79 10 70; e−mail:− :[email protected]
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INDICE
1. Premessa _______________________________________________________________3
2. Quadro dei vincoli normativi di natura geologica __________________4
3. Inquadramento geomorfologico generale __________________________7
4. Inquadramento geologico generale _______________________________ 10
5. Inquadramento idrografico superficiale ed idrogeologia _______ 14
6. Prima caratterizzazione geotecnica dei terreni __________________ 17
7. Analisi sismica preliminare del sito _______________________________ 20
8. Considerazioni finali _________________________________________________ 26
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1. Premessa
Su incarico e per conto di “Avalon srl” si è redatto il presente studio geologico,
geomorfologico ed idrogeologico di fattibilità generale relativamente al “P.A. per
realizzazione di RTA relativo all’ambito DT – Montegargnano Roccolino”.
L’intervento in oggetto consta in generale nella realizzazione di n°7 corpi di
fabbrica di cui n°5 ipogei ed i rimanenti organizzati in n°1-2 piani fuori terra ed uno
interrato. Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di una strada di
collegamento al comparto connessa alla viabilità interna al Grand Hotel,
esistente.
Viabilità interna
Edifici
Tavola estratta dal Progetto redatto dall’Arch. Luigi Benedetti e dallo Studio Starg
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2. Quadro dei vincoli normativi di natura geologica
La classificazione e la cartografia inerente il territorio comunale che sintetizzano
le conoscenze aggiornate sono illustrate nella Carta dei vincoli esistenti redatta
alla Scala 1 : 10.000.
In tale carta, sono riportati i limiti delle aree sottoposte a vincolo, da riferirsi sia a
normative nazionali che regionali e comunali (di natura geologica).
La zona in esame non è interessata da una particolare categoria di
fenomeno o di vincolo di natura geologica.
Dalla visione degli estratti cartografici di seguito riportati è possibile apprezzare
come:
La zona non ricade nelle aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile
(normativa di riferimento nazionale è il D.Lgs. 3 aprile 2006, n°152 “Norme in materia
ambientale” che disciplina e norma le aree di salvaguardia delle acque superficiali e
sotterranee destinate al consumo umano (art. 93) definendo le zone di tutela assoluta e la
zona di rispetto dei pozzi e delle sorgenti).
La distanza minima dalla più vicina zona di rispetto di captazioni ad uso idropotabile è
460 m.
La zona non ricade nelle aree vincolate Pai (Piano stralcio per l’assetto idrogeologico
del bacino del Fiume Po, redatto dall’Autorità di Bacino del Fiume Po ai sensi della legge
18 maggio 1989 n°183, è entrato in vigore con D.P.C.M del 24 maggio 2001 -Delibera di
adozione del Piano Stralcio del Comitato istituzionale n°18 del 26 aprile 2001. Con la
pubblicazione del D.PC.M di approvazione della G.U. n°183 del 8 agosto 2001 il Piano è
entrato definitivamente in vigore).
La distanza minima dalla zona perimetrata L267/98 area a rischio idrogeologico molto
elevato denominata LO-BS-22 – monte Comero è circa 1.330 m.
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Zona di rispetto di sorgente Captata ad uso idropotabile (più vicina)
Sito in esame
Area 267 022-LO-BS
Estratto Carta dei vincoli esistenti (scala 1:10000) del PGT del Comune di Gargnano
La zona non ricade nelle aree normate da vincoli di Polizia idraulica (DGR n. 7/7868
del 25 gennaio 2002, modificata ed integrata dalla dgr n°7/13950 del 1 agosto 2003 e
successive - dgr n. 8943 del 3 agosto 2007), e non comprende zone afferenti alle
fasce di rispetto idraulico del reticolo idrico minore e/o principale.
Alla mesoscala, a nord e nord ovest del comparto esaminato, si individua l’asse
vallivo afferente al Rio Posere che scorre incassato nei locali depositi lapidei ad
una distanza minima di circa 200 m. dal lotto.
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Dettaglio Carta dei vincoli esistenti (scala 1:10000) del PGT del Comune di Gargnano
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3. Inquadramento geomorfologico generale
L’area all’attenzione, compresa dal punto di vista cartografico nel Foglio 74 Sez.
E5b2 - Gargnano del CTR sc. 1:10.000, è situata in località Mariano di
Montegargnano in corrispondenza dei rilievi collinari dell’entroterra gardesano.
La zona, attualmente tenuta a prato, è servita dalla strada provinciale Sp 9 e da
un percorso stradale privato a servizio della struttura alberghiera esistente che si
sviluppa in aderenza poco a sud dell’area in esame.
Sotto il profilo morfologico il sito si attesta ad una quota media di 500.00 m. s.l.m.
ed insiste sul fianco nord occidentale del rilievo collinare (culminante a quota
515.3 m. s.l.m.) che svetta nel contesto generale dominando la zona di Mariano e
la spianata glacio-fluvio-lacustre che si apre verso la località di S. Rocco.
Inquadramento corografico generale Scala 1:10 000
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Ci troviamo in un dominio pedemontano caratterizzato da una morfologia più
dolce anche se eterogenea, dove i regolari pendii digradanti a lago costituiti dalla
formazione più duttile dalla Scaglia lombarda e dai depositi morenici, sono
interrotti dalle piane glacio-fluvio-lacustre di Sasso – Navazzo, allungate in senso
parallelo alla sponda lacuale.
Il rilievo morenico e le piane fluvio-glaciali, caratterizzati da uno spessore
eterogeneo di depositi, sono legate all’azione di modellamento ed esarazione
glaciale che ha agito in modo differenziato sul substrato roccioso anche in
relazione all’assetto geostrutturale di quest’ultimo.
In generale, dato il contesto morfologico, predominano basse energie del rilievo
(valori dell’acclività mediamente intorno 5°-10°) con variazioni locali legate a
terrazzamenti e scarpate a medio angolo la cui genesi è riconducibile
preminentemente ad una componente antropica.
Sotto il profilo delle condizioni evolutive del versante direttamente interessato
dall’intervento di progetto edificatorio il pendio nel suo complesso non mostra
tracce di instabilità. Durante i rilievi eseguiti non si sono osservate infatti tracce
e/o indizi di processi in atto. L’unica nota è riferibile al drenaggio delle acque
meteoriche che in taluni settori del comparto appare ritardato con locali fenomeni
di ristagno in corrispondenza delle pedate dei terrazzamenti antropici rivolti a
nord.
A tale contesto mediamente poco acclive si contrappongono i declivi che
caratterizzano la pendice sud orientale del sito governata da una successione di
ampi terrazzamenti, mentre sul fianco orientale si diparte un pendio immergente
verso la frazione di Musaga contraddistinto da elevati valori di inclinazione e
superfici di erosione ed accumulo discordanti, ove è presente una morfologia
riconducibile ad un fenomeno di dissesto la cui scarpata principale raggiunge
quasi la sommità dell’acrocoro e che è interessata marginalmente dal tracciato
della viabilità interna in progetto (per un tratto di circa 15 m pari all’incirca ad 1/10
dello sviluppo totale).
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Si riporta di seguito una carta geomorfologica dell’area con la delimitazione del
fenomeno.
Carta geomorfologica
Globalmente, la morfologia mette in evidenza la superficie parzialmente vegetata
della scarpata principale di frana e di scivolamento, priva sostanzialmente
dell’accumulo.
L’intervento relativo al tracciato della viabilità a servizio del comparto,
globalmente caratterizzato da basse pendenze longitudinali, interessa per breve
tratto la porzione sommitale della scarpata e dovrà comportare oltre che la
realizzazione dell’attraversamento anche il consolidamento della medesima oltre
che il riordino delle condizioni dell’idrografia superficiale della porzione di terreno
interessate dal fenomeno.
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4. Inquadramento geologico generale
Da una visione della carta geologica allegata si nota come l’area direttamente
interessata dall’intervento di progetto insista su depositi superficiali continentali di
natura glaciale (morene laterali delle cerchie elevate) passanti a nord ovest a
materiali ascrivibili a sedimenti glacio-fluvio-lacustre.
Tali depositi sormontano il locale substrato roccioso afferente alla Formazione
della Scaglia Lombarda (Eocene–Cretaceo superiore) in facies Scaglia Rossa con
spessori che sulla base delle risultanze di indagini condotte nelle immediate
adiacenze del sito si attestano su valori superiori ai 20.0 m.
In superficie, infine, si osservano livelli ed orizzonti di materiale rimaneggiato che
localmente può raggiungere spessori importanti anche sotto il profilo geotecnico.
Si tratta di materiali di natura morenica rimaneggiati riconducibili agli scavi e agli
sbancamenti eseguiti durante le fasi di lavorazione per la realizzazione dei corpi
di fabbrica costituenti il complesso alberghiero Le Fay Resorts di recente
costruzione.
Per quel che concerne gli elementi costitutivi dei depositi presenti in sito si ha:
• nel caso dei sedimenti morenici terreni misti ghiaia e ciottoli sabbiosi in
matrice prevalentemente limosa di colore bruno chiaro talora localmente
cementati; gli elementi clastici sono caratterizzati da un differente grado di
arrotondamento e natura litologica.
• i materiali glacio-fluvio-lacustre sono rappresentati in generale da ghiaie
sabbiose limose con livelli più francamente limosi (per la facies cataglaciale) e
sabbie limose. Si possono riscontrare alternanze e/o successioni di ghiaie
sabbiose, sabbie e sabbie limose, ben selezionate ad opera delle correnti
idriche con differenziazione granulometrica in dipendenza della competenza
della corrente.
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Depositi Morenici
Depositi Morenici
Depositi glacio-fluvio-lacustre
Formazione Scaglia Lombarda
Estratto carta geologica generale
• il materiale lapideo (Scaglia Lombarda) è costituito da marne, marne
argillose rosa salmone intenso e rosso mattone con talvolta intercalazioni di
calcari marnosi compatti, seguiti da una fitta alternanza di marne argillose
grigiastre. La successione si presenta in genere organizzata in strati
decimetrici, aventi nella zona a più ampia scala una giacitura a traverpoggio
–reggipoggio, e caratterizzati da un certo grado di scagliosità che li rende
facilmente divisibili in lamine piano parallele e da un intensa deformazione
(strutture plicative – pieghe isoclinali).
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In merito al contesto tettonico, a livello regionale la zona interessata dallo studio
si inquadra nell’ambito delle Prealpi bresciane il cui assetto strutturale è
caratterizzato da una serie di superfici tettoniche sud e sud-est vergenti che
generano sovrascorrimenti di notevole entità delle successioni più antiche, e
quindi originariamente più profonde, su quelle più recenti. La caratteristica che
risalta maggiormente nell’assetto geometrico delle formazioni rocciose è
costituito dal progressivo ringiovanimento delle successioni procedendo da nord
a sud (dalla Formazione della Corna a nord alla formazione della Scaglia
Lombarda a sud).
Dal punto di vista geodinamico le strutture, in generale, si originano, secondo le
interpretazioni più recenti, da fenomeni essenzialmente compressivi causati
principalmente dal movimento verso sud del blocco crostale più rigido costituito
dal corpo dell’Adamello, che nella traslazione sarebbe stato delimitato a
meridione dalla linea della Val Trompia (essenzialmente compressiva) e verso est
dalla linea delle Giudiucarie (trascorrente più a nord) e con caratteri transpressivi
nella zona del Garda.
Le principali lineazioni tettoniche rilevabili nell’area possono essere raggruppate
quindi secondo due principali direzioni strutturali:
• il sistema a direzione orobica-valsuganese (con direzioni variabili da E-W a
ENE-WSW;
• il sistema a direzione giudicariese (con direzioni variabili da NNE-SSW a
NE-SW);
Andando più nel dettaglio, il più importante lineamento ad andamento
giudicariese, rilevabile sulla sponda occidentale del Lago di Garda, è
rappresentato dal sovrascorrimento Tremosine-Tignale vergente verso sud-est
che provoca a grande scala la sovrapposizione della Dolomia principale sulla
successione dei terreni mesozoici.
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Alla scala dell’area in studio ma comunque che interessa la fascia dell’entroterra
di Gargnano, pur non essendo direttamente visibile il sovrascorrimento in s.s. si
rendono manifeste le strutture frontali associate a tale struttura: anticlinale del
M.te Comero in cui la Formazione della Corna appare piegata rigidamente
secondo un’ampia struttura plicativa sud – vergente e al letto (fascia montuosa-
collinare prospiciente la sponda lacustre) le formazioni via via più recenti in
successione rovesciata (Medolo, F.ne di Concesio, Maiolica, Scaglia Lombarda
che hanno reagito all’applicazione dello stress deformandosi in pieghe e andando
a costituire, dal punto di vista tettonico, il fascio di piegamenti frontali e basali
associata alla struttura di compressione principale.
Le strutture plicative di maggior significato (anticlinali e sinclinali di dimensioni da
ettometriche a chilometriche- Sinclinale di Muslone) evidenziano prevalenti assi a
direzione N40°-220° disposte parallelamente al fronte di accavallamento e alla
sponda benacense.
Tali strutture interessano le successioni rocciose giurassico-cretacee citate ed in
specialmodo la Formazione della Scaglia Lombarda (Scaglia Rossa e Variegata)
anche nell’area all’attenzione.
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5. Inquadramento idrografico superficiale ed idrogeologia
Nell’ambito dell’idrografia superficiale, l’area di intervento non risulta
interessata né direttamente né indirettamente da elementi idrici riferibili al reticolo
idrico minore e/o principale (DGR n. 7/7868 del 25 gennaio 2002, modificata ed
integrata dalla dgr n°7/13950 del 1 agosto 2003 e successive -dgr n. 8943 del 3
agosto 2007-, i comuni sono tenuti alla individuazione del reticolo idrico minore di
loro competenza, alla definizione delle relative fasce di rispetto ed alla stesura del
Regolamento di Polizia Idraulica, così come indicato al punto 3 dell’Allegato B
della delibera citata).
La particolare posizione del lotto localizzato in prossimità della zona cacuminale
del locale rilievo collinare (cordone morenico), con pendii di limitata estensione
unitamente alla bassa energia del rilievo, determina sotto il profilo dell’idrografia
l’assenza di corsi d’acqua anche allo stato embrionale.
Il discreto grado di inerbimento del terreno inibisce inoltre fenomeni di erosione
concentrata.
Alla mesoscala, a nord e nord est del comparto esaminato, si individua l’asse
vallivo afferente al Rio Posere che scorre incassato nei locali depositi morenici e
lapidei ad una distanza tale da non interessare nè direttamente né indirettamente
il lotto interessato dall’edificazione e che scorre al piede della morfologia di
dissesto precedentemente citata.
Per quel che concerne la ricostruzione delle caratteristiche idrogeologiche del
sito si è fatto riferimento ai dati geologico-strutturali, stratigrafici ed idrogeologici
a disposizione ed a Studi tecnici e di settore riguardanti il territorio in generale.
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Area in esame
Depositi Morenici
Depositi Gladio-Fluvio -lacustri
Formazione della Scaglia Lombarda
Estratto carta idrogeologica generale del PGT del Comune di Gargnano
Nell’analisi si è fornita una valutazione circa il grado di permeabilità del substrato
roccioso e separatamente dei depositi superficiali, riportati successivamente in
cartografia.
CARATTERISTICHE DELLE UNITA’ IDROGEOLOGICHE
LITOLOGIA PERMEABILITA’ DELL’ACQUIFERO
SIGNIFICATO IDROGEOLOGICO
Substrato roccioso
Circolazione idrica estremamente irregolare e discontinua
Scaglia Lombarda
Ridotta per fessurazione
Depositi superficiali
Depositi
morenici
Media e bassa per porosità
Depositi permeabili e semipermeabili con eventuale circolazione idrica localmente poco sviluppata (matrice limosa).
Depositi
glacio-fluvio-
lacustri
Media e bassa per porosità
Depositi permeabili e semipermeabili con eventuale circolazione idrica localmente più sviluppata in corrispondenza di variazioni granulometriche (livelli più sabbioso-ghiaiosi)
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Nonostante la formazione della Scaglia Lombarda possa essere considerata
impermeabile o poco permeabile, dal punto di vista idrogeologico nell’ambito
investigato tendono ad assumere maggiore importanza e rilievo le fratture e le
discontinuità che la interessano nonché la struttura tettonica in cui è coinvolta.
Come sopra evidenziato si tratta di una struttura di compressione ove la Scaglia
Rossa, nella fascia frontale sono state interessate da una deformazione con
sviluppo di zone di taglio (fratture di taglio). In corrispondenza di tali discontinuità
si sono formati fasci di pieghe anche complesse con piano assiale immergente
verso NW e strutture plicative coricate e fagliate con caoticizzazione della roccia.
La presenza di porzioni di roccia fratturata e piegata porta alla creazione di settori
dotati di una maggiore permeabilità in cui si possono raccogliere quantità
d’acqua, specie se presenti livelli impermeabili (fasce maggiormente marnoso-
argillitiche) che fungono da aquiclude. Pur essendo plausibile la presenza di
locali limitate sacche d’acqua racchiuse in fasce fratturate o al nucleo di strutture
sinformi, la formazione geologica della Scaglia Rossa viene considerata a grande
scala impermeabile (permeabilità ridotta o nulla).
Analogamente, i depositi morenici sovrastanti il substrato stesso sono
caratterizzati da bassi valori di conducibilità idraulica legati alla presenza di
matrice fine limosa; la presenza di sacche più sabbiose/ghiaiose grossolane e per
la diminuzione della percentuale di matrice limosa si può avere localmente un
incremento della permeabilità e quindi della locale presenza di acqua, sottoforma
di faldine sospese o deflussi più o meno discontinui.
Tale configurazione idrogeologica è confermata dalla presenza nell’area di una
venuta sorgentizia nelle immediate vicinanze dell’edificio esistente (corpo Hotel
Roccolino esistente).
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6. Prima caratterizzazione geotecnica dei terreni
Gli elementi litotecnici riportati in cartografia permettono l’identificazione delle
differenti configurazioni di tipo geologico presenti sul territorio e rappresentano
inoltre un valido aiuto alla prima valutazione dei potenziali fenomeni di
amplificazione sismica associati ai diversi scenari.
Per ogni categoria si è cercato di fornire una stima dei parametri geotecnici e una
caratterizzazione geomeccanica di massima del substrato roccioso (con dati a
disposizione di natura geotecnica e geomeccanica). A tal fine si sono presi in
considerazione i dati geotecnici derivati da una campagna geognostica eseguita
in sito consistente in un sondaggio a rotazione a carotaggio continuo e analisi di
laboratorio sui campioni di terreno prelevati.
In particolare si è operata la seguente suddivisione:
DEPOSITI DI COPERTURA
• Materiali rimaneggiati
• Terreni prevalentemente a grana medio-fine
• Depositi prevalentemente a grana grossa
Depositi superficiali
DEPOSITI SUPERFICIALI RIMANEGGIATI (RIMANEGGIAMENTO MATERIALI
MORENICI)
Il materiale conferito deriva, come anticipato, dalle operazioni di scavo per la
realizzazione della struttura alberghiera Le Fay Resorts esistente e di recente
costruzione è caratterizzato prevalentemente da materiali appartenenti ad un
deposito di origine glaciale di natura morenica e di contatto, costituito da terreni
misti passanti a ghiaioso sabbioso limosi e subordinatamente da blocchi lapidei
derivati dallo sbancamento del locale substrato roccioso.
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Nonostante sia molto difficile effettuare una modellazione granulometrica globale
del materiale conferito (in relazione alle modalità di messa in posto) in attesa di
effettuare una accurata campagna geognostica, si è cercato comunque di
risalire ad un valore di resistenza al taglio attribuibile ai terreni presenti (angolo
d’attrito in condizioni drenate, sia questi di picco o a volume costante) ricorrendo
ad alcuni metodi indiretti.
Si riassumono di seguito i valori dei principali parametri geotecnici
stimati per il livello:
γ
(kN)
φ’
(°)
C
17.5-18 28-32 2-3
c’ coesione drenata g peso di volume naturale
DEPOSITI SUPERFICIALI (morenici)
Rappresentano depositi glaciali di natura morenica e coprono
arealmente pressocchè tutta l’area di progetto.
Si tratta in generale di materiali da granulari a misti, caratterizzati
da un alto grado di addensamento/consistenza che può subire
localmente un decremento in relazione alla eventuale presenza di
acqua.
Costituiscono terreni con qualità geotecniche da buone a ottime, e
sono caratterizzate da uno spessore da medio ad elevato
localmente anche maggiore di 20 m.
Si riassumono di seguito i valori dei principali parametri geotecnici:
γ
(kN)
φ’
(°)
C Nspt
18-20 36-45 0-15 >30-40
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DEPOSITI SUPERFICIALI (glacio-fluvio-lacustri)
All’interno di questa categoria sono stati raggruppati i depositi
medi e grossolani afferenti ai depositi lacustri (presumibilmente
esterni, tuttavia, all’area di progetto ma che lambiscono il fianco
orientale del cordone superiore).
Si tratta presumibilmente di materiali incoerenti differenziati in
ghiaie sabbiose, ghiaie con limi e sabbie (locali livelli limosi) e
ghiaie e sabbie .
Si riassumono di seguito i valori dei principali parametri geotecnici:
γ
(kN)
φ’
(°)
C
kPa
Nspt
18-19 30-35 0 10-20
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Dott. Geol. Giovanni Bembo − Dott.ssa Geol. Loredana Zecchini
- STUDIO ASSOCIATO DI GEOLOGIA APPLICATA ED AMBIENTALE - 25084 Bogliaco di Gargnano (Bs)− Via Trieste, 45 − Tel./ Fax - 0365/ 79 10 70; e−mail:− :[email protected]
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7. Analisi sismica preliminare del sito
Nella normativa previgente le Norme tecniche per le costruzioni – 2008, veniva
stimata la “pericolosità sismica di base” mediante un approccio “zona
dipendente”; il territorio del Comune di Gargnano era inserito all’interno della
Zona 2, caratterizzata da un valore di accelerazione orizzontale massima al
bedrock (outcropt) pari a ag=0,25 g.
Con l’entrata in vigore della nuova Normativa DM. 14 gennaio 2008, tale
valutazione viene effettuata mediante un approccio “sito dipendente”, utilizzando
i dati e le informazioni contenute nel reticolo di riferimento (Tabella 1 - Allegato B
del D.M. 14 gennaio 2008) in cui sono riportati i dati sismici di 10.751 punti sul
territorio nazionale. Sono contenuti in tale tabella, per ogni punto del reticolo di
riferimento e per 9 valori del tempo di ritorno Tr (30,50,72,101,140,
201,475,975,2475 anni) i valori dei parametri ag, F0, T*c da utilizzare per definire
l’azione sismica nei modi previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni.
Per la valutazione di tali parametri sarà necessario inquadrare geograficamente il
sito, definire la maglia di appartenenza e ricavare i valori base del calcolo
sopraccitati.
Si dovrà passare successivamente alla valutazione dei fattori di amplificazione
sismica locale sia secondo la Normative nazionali (DM 14/010/2008) e regionali
(DGR 30/11/2011 n° IX-2616 – Aggiornamento dei “Criteri ed indirizzi per la
definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica della
componente del Piano di Governo del Territorio in attuazione dell’art.57 comma 1
della L.R.11 marzo 2005, n°12 approvati con DGR 22/12/2005 n°VIII/1655 e
modificati con la DGR 28/05/2008 n°7374).
L’analisi di pericolosità sismica supportata anche da quanto riportato a livello
pianificatorio nella Carta di Pericolosità Sismica di seguito riportata individua per
l’area differenti scenari di potenziale amplificazione dell’onda sismica sia di tipo
litologico che topografico.
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Per l’individuazione degli scenari di pericolosità sismica locale si è fatto
riferimento alla Tabella 1 di cui all’Allegato 5 della D.g.r. 8/7374 sotto riportata.
Sigla SCENARIO PERICOLOSITA’ SISMICA LOCALE EFFETTI
Z1a Zona caratterizzata da movimenti franosi attivi
Z1b Zona caratterizzata da movimenti franosi quiescenti
(da Allegato 5 – DGR n°VIII/7374 del 28/05/08)
Z1c Zona potenzialmente franosa o esposta a rischio di
frana
Instabilità
Z2
Zone con terreni di fondazione particolarmente
scadenti (riporti poco addensati, terreni granulari fini
con falda superficiale)
Cedimenti e/o
liquefazioni
Z3a
Zona di ciglio H > 10 m (scarpata con parete
subverticale, bordo di cava, nicchia di distacco, orlo di
terrazzo fluviale o di natura antropica)
Z3b Zona di cresta rocciosa e/o cocuzzolo:
appuntite – arrotondate
Amplificazioni
topografiche
Z4a Zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali
e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi
Z4b Zona pedemontana di falda di detrito, conoide
alluvionale e conoide deltizio-lacustre
Z4c Zona morenica con presenza di depositi granulari e/o
coesivi (compresi le coltri loessiche)
Z4d Zone con presenza di argille residuali e terre rosse di
origine eluvio-colluviale
Amplificazioni
litologiche e
geometriche
Z5 Zona di contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi
con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse
Comportamenti
differenziali
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Nel sito sono stati individuati i seguenti scenari che possono dare:
• Amplificazione di tipo litologico - Scenario di rischio Z4a – per la presenza
di depositi morenici (elemento areale);
• Amplificazione di tipo topografico riconducibile alla presenza del cordone
morenico (dorsale) ed una possibile morfologia a scarpata posta a sud
(elementi lineari in cartografia) – Scenari di rischio Z3a e Z3b.
• Amplificazione di tipo litologico per la presenza del fenomeno di dissesto
Scenario tipo Z1a.
Estratto della Carta di Pericolosità sismica del sito e delle aree contermini
In fase di studio dovranno essere valutati, mediante l’applicazione della
procedura di 2° livello della normativa regionale i possibili effetti di amplificazione
sismica mediante il calcolo del coefficiente di amplificazione si legato alla
topografia che alla litologia.
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Per quanto concerne la presenza dei terreni di riporto/rimaneggiati rientranti in
uno scenario di tipo Z2, che può produrre in fase di sollecitazione sismica
fenomeni di cedimento, l’analisi dovrà comprendere l’applicazione del 3° livello
previsto dalla Normativa Regionale. Analogamente dovrà essere previsto il 3°
livello per lo scenario Z1a.
I valori ottenuti dovranno essere confrontati con quanto previsto dalla Normativa
nazionale (DM 14/10/2008) che, se del caso, dovranno essere adeguati.
Per quanto riguarda i possibili effetti di amplificazione sismica topografica, In
relazione alle condizioni morfologiche del sito, si dovrà assegnare, in fase
esecutiva sulla base delle Tabelle 3.2.IV e 3.2.VI nel cap. 3.2 delle NTC
14/01/2008, il valore del coefficiente di amplificazione topografico (cfr. Normativa
regionale):
Contestualmente in accordo Cap. 3.2 del D.M.14/01/2008, si dovrà definire la
categoria di terreno secondo la tabella di seguito riportata :
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La individuazione della categoria di terreno è finalizzata alla definizione dei
coefficienti di amplificazione litostratigrafica individuati nella Tabella 3.2.V del DM
14/01/2008, di seguito riportata.
Sulla base delle litologie riscontrate in sito e la conoscenza della stratigrafia dei
luoghi, si può preliminarmente ipotizzare per i depositi in sito una velocità delle
onde di taglio compresa nell’intervallo Vs= 250-500 m/s, ed una velocità per
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substrato roccioso nell’intorno di Vs=650-750 m/s per la fascia più fratturata e
Vs>800 m/s per la compagine più sana.
Tale ipotesi permetterebbe un’attribuzione alla Categoria di terreno B o con
meno probabilità in Categoria C.
Nel caso di presenza del substrato roccioso (bedrock Vs =800 m/s) a profondità
inferiori ai 20 m, il sito potrebbe parzialmente ricadere anche in Categoria E; in
quest’ultimo caso dovrà comunque essere tenuto in conto il valore di contrasto di
impedenza fra terreno e substrato roccioso.
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8. Considerazioni finali
Sulla base di quanto sopra esposto e riportato nella documentazione cartografica
allegata, l’area ricade in Classe di fattibilità 3 – fattibilità con consistenti
limitazioni legate sostanzialmente all’acclività.
Per un tratto (circa 15 m) il tracciato della viabilità interna in progetto va ad
intersecare la sommità di un fenomeno di dissesto, evidenziato nel seguente
estratto, ricadente in Classe 4 – con gravi limitazioni.
CLASSE 3
Estratto Carta di fattibilità delle azioni di piano del PGT del Comune di Gargnano
Le potenziali problematiche e gli elementi da tenere in considerazione sono
legate essenzialmente alla presenza di:
• coltri superficiali (e/o terreni di riporto) con caratteristiche geotecniche da
mediocri a scadenti anche per potenze significative;
• vicinanza a cigli di scarpate in erosione e arretramento;
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• sostegno degli scavi di sbancamento (l’affinamento e perfezionamento del
modello geotecnico nella fase esecutiva dovrà essere finalizzato anche ad
un’attenta analisi con valutazione quantitativa di dettaglio del comportamento
del terreno allo scavo);
• raccolta e smaltimento delle acque di pioggia intercettate dalle superfici
scoperte.
• Intersezione della viabilità con il fenomeno di dissesto presente in lato
orientale della proprietà;
I sopralluoghi e le analisi di campagna permettono di affermare come nell’area
da edificare non siano presenti particolari elementi di pericolosità geologica,
geomorfologica, idraulico – idrogeologica che possano precludere l’attuazione
dell’intervento in progetto.
Particolare attenzione dovrà essere posta nell’individuazione dell’intervento
idoneo per il consolidamento della porzione di dissesto, seppure limitata alla
parte sommitale della scarpata, interessata dall’attraversamento stradale .
In tale ottica si dovrà predisporre uno studio geologico geomorfologico
con un’indagine geognostica dedicata condotti a più livelli di
progettazione e mirati allo studio di dettaglio del fenomeno e se del caso
predisporre una campagna di monitoraggio geologico.
Per tutte le opere di progetto, sono fatte salve le prescrizioni di natura geologica
legate alle classi di fattibilità contenute nelle Norme geologiche e tecniche di
Piano del PGT, riportate nel dettaglio di seguito:
• Relazione geologica e geotecnica in prospettiva sismica redatta secondo le
normative vigenti in materia geotecnica e sismica (DM 14/01/2008) supportata da un
rilevamento geologico geomorfologico di dettaglio (almeno scala 1:2.000) sia dell’area
direttamente interessata dall’intervento sia di quelle circostanti, significative ai fini dello
studio con riconoscimento dei caratteri geologici e geomorfologici fondamentali che
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dovranno essere rappresentati in appropriate tavole sinottiche (es. carte e sezioni
geologiche, planimetrie e profili).
• Ricostruzione del locale modello geologico e geotecnico con
caratterizzazione geotecnico-stratigrafica dei terreni presenti in sito. Classificazione
geotecnica dei depositi presenti e determinazione della loro potenza attraverso l’analisi
di spaccati naturali e/o pozzetti geognostici, sondaggi e/o prove dirette/indirette. Analisi
di laboratorio geotecnico su campioni di terreno rappresentanti la porzione di volume
influenzato dall’opera di progetto. Caratterizzazione e classificazione geomeccanica
degli ammassi rocciosi presenti eventualmente in sito.
• Determinazione della capacità portante dei terreni di fondazione - Calcolo agli
stati limite SLE – SLU.
• Calcolo dei parametri sismici necessari al calcolo dell’azione sismica (ao, Tc F0,
categoria di terreno, coefficienti di amplificazione topografica e litologica)
• Per l’analisi di valutazione degli effetti di amplificazione locale riferirsi alle
prescrizioni relative allo scenario PSL in cui ricade l’area (Capitoli precedenti).
Dott. Geol. Giovanni Bembo Dott. Geol. Loredana Zecchini