Giralastoria 5 - Di Regge e di Acque
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eOre 12:00
Ritrovo in piazza Prampolini: è la
piazza del “libero comune”
Palazzo del Comune: l’inizio dei la-
vori data al 1414 (come si legge in un
blocco di arenaria); il Consiglio comu-
nale prende avvio nel 1434
Sala del Tricolore: nasce come archi-
vio comunale, su disegno di Lodovico
Bolognini tra il 1744 e il 1754.
Il 7 gennaio 1797 vi si acclama la Repub-
Giralastoria 5Di Regge e di Acque: un’esplorazione
geostorica in bicicletta nella Reggio
“anfibia”
Programma e itinerario
Giralastoria VPalaces and Waters: a geo-historical
exploration by bike along an “amphi-
bious” Reggio Emilia
Program and route
12:00 PM
Meeting point in piazza Prampolini,
the historical square of the “free City”
Town Hall: its building began in 1414
(as stated in a block of sandstone), the
City Council first met in 1434
Sala del Tricolore: born as a munici-
pal archive, was designed by Lodovico
Bolognini, between 1744 and 1754.
On 7th January 1797 the Cispadana Re-
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blica Cispadana, con vessillo il Tricolore
(dal 1848 bandiera nazionale italiana)
Portico del Broletto: risale alla metà
del XVI secolo, la facciata sulla piazza
risale al 1786 (architetto Giuseppe Bar-
laam Vergnani)
Cattedrale: la fondazione risale all’857
(in origine dedicato a Santa Maria), la
facciata viene ultimata nel 942.
Nel 1228, un terremoto causa il crollo
del campanile rotondo
Chiesa di San Giovanni Battista:
è il battistero dal secolo XI.
La facciata attuale risale al 1492.
Vi si scorge a fianco dell’ingresso l’unità
di misura per i panni
public was here proclaimed, adopting
the tricolour banner (Italian national
flag since 1848)
Broletto Arcade: dating back to the
mid-16th century, its facade towards
the square was accomplished in 1786
(by architect Giuseppe Barlaam Ver-
gnani)
Cathedral: founded in 857 (originally
dedicated to St. Mary), the facade was
completed in 942.
In 1228, an earthquake made the round
belfry collapse
Church of St. John the Baptist: it’s
the baptistery since 11th century.
The present facade dates back to 1492.
Next to the entrance, a measurement
board for cloths can be seen
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Casa delle Notarie e Volto: sede del
Collegio Notai almeno sin dal 1456, tra-
mite cavalcavia si accedeva al Palazzo
del Podestà.
Sopra il Volto di via Palazzolo vi era la
Camera di tortura
Casa Malaguzzi: in angolo vicolo del-
le Rose, fu di proprietà della famiglia
per quattro secoli (1377-1758).
Un’ala era utilizzata come abitazione
del Capitano degli Armigeri, per un cer-
to periodo ha funzionato da sede per il
Consiglio comunale.
Qui è nato il poeta Ludovico Ariosto
Fontana del Crostolo: la scultura
risale al 1732-34, nel 1754 formava un
complesso ornamentale (insieme ai fiu-
mi Secchia e al Panaro) nel parco della
Villa Ducale di Rivalta.
Nel 1802, per iniziativa del Comune,
Casa delle Notarie and Vault: home
of local Notary at least since 1456, was
connected by a covered passageway to
the ancient Palazzo del Podestà.
A torture chamber was placed above
the Vault
Malaguzzi House: in a corner of vico-
lo delle Rose, was owned by the family
during four centuries (1377-1758).
A wing was home of the Captain of Ar-
migeri, for a short time worked as City
Council.
Ludovico Ariosto was born here
Crostolo Fountain: carved between
1732 and 1734, in 1754 formed a deco-
rative complex (along with the rivers
Secchia and Panaro) placed in the Villa
Ducale’s garden in Rivalta.
In 1802, on Municipality’s own initia-
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trova posto in piazza sopra il pozzo pre-
esistente, diventando il simbolo della
nuova epoca sociale
Palazzo Capitano del Popolo: origi-
na al 1280, come sede del Capitano del
Popolo, una carica militare a fianco del
Podestà; restaurato a più riprese, nel
1913 diventa sede dell’albergo Posta.
Vi si può visitare il bel salone interno,
restaurato per usi di rappresentanza,
che servì ai Consigli della Comunità
(Sala dei Difensori)
Palazzo Monte Pietà: origina al 1188,
nel 1281 viene unito al Palazzo del Capi-
tano del Popolo. La torre di sentinella
(1216), ospita nel 1386 un primo grande
orologio pubblico (sostituito nel 1483
da un modello meccanico a figure mo-
bili raffiguranti la Madonna e i Re Magi,
ora al Civico Museo).
tive, was placed in the square above a
pre-existing well, becoming the symbol
of the new social age
Palazzo Capitano del Popolo: built
up in 1280, as the headquarters of the
Capitano del Popolo, a military office
supporting the Podestà; restored seve-
ral times, in 1913 became Posta Hotel.
The beautiful inner hall, named Sala dei
Difensori (restored after being used as
Community Council), can be visited
Palazzo Monte Pietà: constructed in
1188, in 1281 was merged with Palazzo
del Capitano del Popolo. The watchto-
wer, which dates to 1216, hosts since
1386 a great first public clock (replaced
in 1483 with a mechanical model with
moving figures depicting Mary and the
Three Kings, now in the City Museum).
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Dal 1848 è sede della Cassa di Rispar-
mio, poi della Fondazione Manodori
Via Emilia: è il decumano della cit-
tà romana, denominata “Regii Lepidi”
dal console Marco Emilio Lepido (data
convenzionale di fondazione: 187 a.C.).
Secondo altri studiosi, il nome proviene
da “Regiates”, termine di origine ligu-
re (a fondarla sarebbe stato un gruppo
proveniente da Velleia)
Ore 12:30 - 13:15
Percorrendo la via Emilia in direzione
est usciremo dalla città storica, por-
tandoci davanti al vasto complesso del
San Lazzaro (ex manicomio), quindi
al ponte sul torrente Rodano (località
San Maurizio), storico avamposto del-
la città e sede della dogana
Since 1848, it’s used as main office by a
local bank and its Foundation
Via Emilia: it’s the decumanus of the
ancient Roman city, named “Regii Le-
pidi” by the consul Marcus Aemilius Le-
pidus (conventional date of foundation:
187 BC).
According to other theories, the name
could come from the Ligurian word
“Regiates” (having been Reggio possi-
bly founded by a tribe from Velleia)
12:30 - 13:15 PM
Walking along Via Emilia eastward,
we’ll leave the historical city, reaching
the San Lazzaro complex (former psy-
chiatric asylum), then the bridge over
the river Rodano (in San Maurizio), hi-
storic outpost and customs of the city
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Ore 13:15 - 14:45
Centro Sociale “Venezia”: situato
nel Borgo omonimo, ci offrirà un gusto-
so pranzo sociale
Spostamento a 500 m. di distanza
Ore 15:00 - 16:00
Sito del Mauriziano: visita delle
stanze dell’Ariosto
Ore 16:00 - 17:00
Percorso ciclabile attraverso il sistema
dei parchi urbani, in direzione Rivalta
13:15 - 14:45 PM
“Venice” Club (in the homonymous
suburb): collective banquet
Moving 500 mt. nearby
15:00 - 16:00 PM
Mauriziano: a visit to the Ariostean
Rooms
16:00 - 17:00 PM
Cycle path through the urban parks sy-
stem, towards Rivalta
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Ore 17:00 - 18:00
Vasca di Corbelli - Reggia Ducale
di Rivalta: illustrazione del sito, con
particolare riferimento al sistema idrau-
lico ivi installato, grazie ad un canale di
collegamento con il torrente Crostolo
Ore 18:00 - 19:00
Percorso ciclabile lungo il corso del
Crostolo, in direzione Città storica.
Siti illustrati lungo il percorso: Parco
“Le Caprette” (sito dell’alluvione del
giugno 1973), Ponte di San Pelle-
grino (statue del Secchia e del Pana-
ro), viale Umberto I, Porta Castel-
lo e corso Garibaldi (antico varco
del Crostolo in città), Basilica della
“Ghiara” e piazza Gioberti (arrivo
della comitiva)
17:00 - 18:00 PM
Corbelli’s Pool - Villa Ducale (Ri-
valta): explanation of the area, with
special reference to the hydraulic system
installed therein, connecting through a
channel with the river Crostolo
18:00 - 19:00 PM
Cycle path along the Crostolo, back to
downtown.
Sites met along the way: “Le Capret-
te” Park (June 1973 flood area), San
Pellegrino Bridge (statues of Secchia
and Panaro), viale Umberto I, Porta
Castello and corso Garibaldi (an-
cient way of the river Crostolo into the
city), Basilica della “Ghiara” and
piazza Gioberti (arrival)
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Basilica Beata Vergine della
“Ghiara”: la costruzione del Tempio è
collegata al miracolo del “mutino” Mar-
chino avvenuto il 29 aprile 1596, oggi
ricordata da una lapide marmorea.
Il ragazzo ottiene la parola e l’udito
dopo aver pregato davanti all’immagine
sul muro del convento dei Padri Servi
di Maria, raffigurante la Vergine con il
Bambino.
La posa della prima pietra data al 6 giu-
gno 1597.
L’edificio ospita un ciclo completo di af-
freschi barocchi emiliani.
Nel 1954 diventa basilica minore. Oggi
è di proprietà comunale e gestita da una
Fabbriceria
Ex Palazzo Ducale: viene edificato
1784 come abitazione del Governatore
(vi sorgevano precedenti edifici religio-
si), dalla Restaurazione, nel 1814, di-
Basilica of the Blessed Virgin of
Ghiara: its construction is connected
to the miracle occurred on 29th April
1596 to the young dumb Marchino, now
commemorated by a marble plaque.
The kid got speech and hearing after
praying before the image on the wall of
Servants of Mary’s monastery, depic-
ting the Virgin and the Child.
The break ground took place on 6th
June 1597.
A complete cycle of baroque Emilian
frescoes is depicted inside.
Became a minor basilica in 1954. Ow-
ned today by the Municipality, is mana-
ged by a vestry
(Former) Palazzo Ducale: built up
in 1784 as residence of the Governor
(there arose earlier church buildings),
since the Restoration (1814) became re-
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venta residenza reggiana del Duca.
Oggi l’ala più a Nord (denominata Pa-
lazzo Allende) ospita la Provincia, men-
tre quella a Sud è sede prefettizia
Obelisco di piazza Gioberti: la piaz-
za, progettata da Pietro Marchelli, sorge
sull’abbattimento di un isolato operato
nel 1842.
L’obelisco data all’anno seguente e rap-
presenta un omaggio a Aldegonda di
Baviera, novella sposa di Francesco V.
Durante l’Unità - per la legge del con-
trappasso - diventa l’obelisco dei marti-
ri risorgimentali
sidence of the Duke of Reggio.
Province main offices are today housed
in the North wing (Allende Palace), the
Prefecture in the South wing
Obelisk of piazza Gioberti: the
square, designed by Pietro Marchelli,
was located on a former block of flats
demolished in 1842.
The obelisk was risen the following year
as a tribute to Aldegonda of Bavaria,
bride of Francis V.
During the Italian unification - a kind
of retaliation - became a monument for
insurrectional martyrs
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Arrivando dalla via Emilia, la strada
consolare romana, il primo scorcio del
Mauriziano lo si ha attraverso il gran-
de Arco trionfale eretto per volere di
Orazio Malaguzzi, morto nel 1583.
Esso si inserisce in un ampio piano di
lavori voluti dallo stesso Orazio che ar-
ricchisce l’intero complesso.
L’Arco ha una mole massiccia ad una
sola fornice, posta a sghembo rispetto
all’asse della strada, così da avere una
vista simmetrica e diretta del palazzo.
Monumento trionfale di architettura
classica, eretto in memoria e a onore di
Ludovico Ariosto, è largo 9,85 metri,
alto 9,2 metri e profondo 2 metri.
Il Mauriziano The Mauriziano
Coming from the via Emilia, the an-
cient Roman consular road, you may
have a first glimpse of Mauriziano
looking through the great triumphal
Arch erected at the behest of Orazio
Malaguzzi, who died in 1583.
It is part of a broader plan of works as
well ordered by Orazio which enriches
the entire complex.
The Arch has a massive structure with
a single vault, placed obliquely to the
axis of the road to have a straight and
symmetrical view at the building.
Triumphal monument of classical ar-
chitecture, erected in memory and ho-
nour of Ludovico Ariosto, is 9.85
metres wide, 9.2 metres high and 2 me-
tres deep.
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Il vano d’accesso dell’arco è 3,25 per
6,10 metri.
Sulla fronte quattro lesene doriche in
cotto sostengono la trabeazione e il su-
periore fregio, sul quale si leggeva anti-
camente “Horatius Malagutius”.
Per le celebrazioni del quarto centena-
rio della nascita di Ludovico Ariosto,
nel 1874, fu restaurato ed abbellito.
Fu costruito il cornicione che gira
tutt’intorno e vi fu sovrapposto un at-
tico.
L’iscrizione originale fu sostituita da
quella per l’occasione: “VIII Settembre
MDCCCLXXIV / Commemorazione
della nascita / di / Ludovico Ariosto”.
Nel fregio fu dipinto il verso “Onorate
l’Altissimo Poeta”.
Deterioratasi anche questa, nel 1933,
in occasione del quarto centenario del-
The access compartment is 3.25 by 6.10
metres.
On the front, four Doric pilasters in ba-
ked clay pilasters hold up the trabea-
tion and the upper frieze, on which in
ancient times “Horatius Malagutius”
was written.
In 1874, celebrating the fourth centena-
ry of Ludovico Ariosto’s birth, it was
restored and embellished.
An encircling entablature was built and
a penthouse was put above.
The original inscription was then re-
placed by a new one: “VIII Settembre
MDCCCLXXIV / Commemorazione
della nascita / di / Ludovico Ariosto
(September 8th, 1874 / Commemora-
tion of the birth / of / Ludovico Ario-
sto)”.
The motto “Onorate l’Altissimo Poeta
(Honour the Magnificent Poet)” was
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la morte del Poeta, fu murata la targa
marmorea che si legge oggi: “Il Mauri-
ziano”.
Vennero aggiunti i due vasi in marmo
bianco di Verona di linea classica, con
manici, ricolmi di frutta, opera dello
scultore reggiano Riccardo Secchi.
Negli sfondati sovrastanti le nicchie
vennero poste le famosissime terzine
della sua IV Satira, scritta nel 1523,
quando il poeta ha quarantotto anni: ha
ottenuto un mandato come commissa-
rio ducale in Garfagnana per conto del
Duca Alfonso d’Este e scrive al caro
cugino Sigismando Malaguzzi per
raccontare della grande malinconia che
in quel luogo prova, lontano dalla fami-
glia, in un luogo ostile.
painted on the frieze.
When this deteriorated, in 1933, to
mark the fourth centenary of Ariosto’s
death, today’s marble plaque (on which
“Il Mauriziano” can be still read) was
embedded.
Two fruit-filled, classic-styled, white
Verona marble pots with handles were
added by the sculptor Riccardo Sec-
chi, born in Reggio.
In the backgrounds above the niches
were carved the famous tercets of his
fourth Satire, written in 1523, when
the poet was forty-eight years: he has
been given a mandate as Commissioner
in Garfagnana on behalf of Duke Al-
fonso d’Este and writes to his beloved
cousin Sigismando Malaguzzi to tell
him about the great melancholy suffe-
red in that place, away from his family,
in a hostile place.
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Dice: “Qui ho perduto il canto, il gioco,
il riso...”
Ricorda però con amore il tempo tra-
scorso nella sua Reggio e in particolare
dei felici periodi trascorsi nel palazzo di
proprietà della famiglia materna, quella
Daria Malaguzzi che le cronache di-
cono essere stata bellissima:
“Già mi fur dolci inviti a empir le carte
li luoghi ameni di che il nostro Reggio,
il natio nido mio, n’ha la sua parte.
Il tuo Mauricïan sempre vagheggio,
la bella stanza, il Rodano vicino, da le
Naiade amato ombroso seggio, il luci-
do vivaio onde il giardino si cinge in-
torno, il fresco rio che corre, rigando
l’erbe, ove poi fa il molino; non mi si
può de la memoria tòrre le vigne e i sol-
chi del fecondo Iaco, la valle e il colle e
la ben posta tòrre.
He says: “Here I lost the song, the fun,
the laughter...”
But he still remembers with love the
time spent in Reggio, especially his
happy moments spent in the house by
the family of his mother, that Daria
Malaguzzi who - chronicles say - must
have been beautiful.
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Cecando or questo et or quel loco opa-
co, quivi in più d’una lingua ed in più
d’un stile rivi traea sin dal gorgoneo
laco.
Erano allora gli anni miei fra aprile e
maggio belli, ch’or l’ottobre dietro si
lasciano, e non pur luglio e sestile”…
Nel 1956, gelano i cipressi e le siepi di
bosso che costeggiavano il viale (lungo
250 metri) e sono sostituiti da un centi-
naio di pioppi.
La piazzetta su cui sorge il Palazzo è
ombreggiata da secolari platani.
Il PalazzoCiò che ancora oggi possiamo ammi-
rare, è una tipica architettura emiliana
del XV secolo con impianto solido,
non cerimonioso nei volumi, con soffit-
to a volte.
Ha pianta rettangolare a due piani,
In 1956, the cypresses and the box hed-
ges that ran along the avenue (250 me-
tres in length) froze and were replaced
by a hundred poplars.
The square on which the Palace stands
is shaded by ancient plane trees.
The PalaceWhat we can still admire today, is a typi-
cal 15th century Emilian architecture
with a solid structure, not ceremonious
volumes and a vaulted ceiling.
It has a rectangular plan on two floors,
brick walls and, above the main entran-
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muri a faccia a vista con, sull’ingresso
principale, un busto dell’Ariosto posto
nel 1880 ad opera dello scultore reggia-
no Ilario Bedotti.
Il fiorentino Anton Francesco Doni,
nel suo trattato “Le Ville” del 1565, ave-
va probabilmente in mente questa pro-
prietà di Orazio nella sua descrizione
del perfetto “Podere di Spasso”, la sem-
bra sottendere più volte, con riferimen-
ti evidenziati dallo studio di Ugo Bel-
locchi.
Salone d’ingressoE’ un vasto ambiente chiuso da una volta
a botte ed illuminato da quattro finestre
ovali, che porta i segni dell’intervento
settecentesco voluto da Prospero Ma-
laguzzi, il quale viene ordinato allora
Cavaliere di Malta e di San Giorgio di
Baviera: per ricordare l’avvenimento fa
eseguire alcuni lavori di restauro ed è il
ce, a bust of Ariosto placed in 1880 by
the sculptor Ilario Bedotti.
The Florentine Anton Francesco
Doni, in his 1565 treatise “Le Ville”,
probably referred to this estate of Ora-
zio Malaguzzi while describing a perfect
“Podere di Spasso (Leisure Farm)”: he
seems to underline several times, with
references highlighted by Ugo Belloc-
chi’s research.
Entrance HallIt’s a wide room enclosed by a vaulted
ceiling and illuminated by four oval
windows, which carries the marks of the
18th century restoration by Prospero
Malaguzzi, then ordained Knight of
Malta and Knight of St. George of Bava-
ria: he runs some works to commemo-
rate that occurrence, commissioning
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committente del ciclo di affreschi anco-
ra visibili all’interno.
Prospero lascia così traccia nella stori-
ca dimora di famiglia, facendo dipin-
gere le vicende salienti della sua vita e
di quella dei più illustri congiunti sulle
pareti con un intento chiaramente au-
tocelebrativo.
Sulle pareti le sei pitture murali definite
dagli studiosi di scarso valore artistico,
fredde ed encomiastiche.
Risultano però interessanti se studiate
come quadri storici dell’epoca: sono
diligentemente riprodotte le sfarzose
vesti dei personaggi e i paesaggi con do-
vizia di particolari.
Troviamo l’investitura del conte Pro-
spero (avvenuta tra 1726 e 1745), la
nomina del conte Orazio a Camerie-
re d’Onore del papa Pio V e Annibale
investito delle insegne di Cavaliere di
Malta.
the cycle of frescoes still visible inside.
Prospero thus leaves traces in the hi-
storic family home, by painting the re-
levant events of his life and of his most
illustrious relatives on the walls, with
the intention of a self-celebration.
The six murals on the walls are defined
artistically poor, cold and laudatory by
critics.
However, they turn out to be interesting
when they’re approached as historical
paintings of that era: the carachters’
magnificent clothes and the detailed
landscapes are carefully reproduced.
We can find Count Prospero’s inve-
stiture (which took place between 1726
and 1745), Count Orazio’s apppoin-
tment as Cameriere d’Onore of Pope
Pius V and Annibale dressing the in-
signia of Knight of Malta.
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Sala StoricaLe pitture hanno la stessa tecnica, la
stessa datazione e lo stesso autore di
quelle del salone.
Interessante, a sinistra dell’entrata,
il “Combattimento tra i Malaguzzi e i
Ruggeri”, rappresentazione dello scon-
tro avvenuto in città nel 1233, scoppia-
to per futili motivi e poi degenerato in
vera battaglia.
Continua poi il filone celebrativo con
immagini dalla presentazione delle cre-
denziali di ambasciatore di Orazio al
Re Filippo II di Spagna (1574) e del
lavoro di magistrato di Ludovico (sul
pulpito si legge: LUD. MALAGUTIUS
/ SENARUM 1477 / ET FLORENTIAE
1481 / PRAETOR).
Sulle porte laterali della parete due
aquile si accingono a spiccare il volo:
quella a destra ha in bocca la penna con
Historical RoomPaintings show the same technique and
have the same age and author as the
ones in the Hall.
Left of the entrance, the interesting
“Fight between the Malaguzzis and the
Ruggeris”, representing the dispute of
1233, broke out for trivial reasons and
then degenerated into a real battle.
Then the celebrating trend goes on
with images from the introduction of
Orazio Malaguzzi as ambassador to
the Spanish Court of King Philip II
(1574), the work of Ludovico as offi-
cer in Florence and in Siena (the pul-
pit says thereon: LUD. MALAGUTIUS
/ SENARUM 1477 / ET FLORENTIAE
1481 / PRAETOR).
On the side doors of the wall two eagles
are preparing to take flight: the one on
the right keeps in its mouth the pen dip-
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cui il Poeta ha attinto Gloria.
Nell’esergo, il motto “Pro bono malum”.
L’affresco tra le due finestre della parete
a sud è dedicato ad Alfonso che fu Ca-
valiere di Malta, capitano di galera per
Pio V contro i Turchi, poi Prefetto dei
soldati del Gran Duca di Toscana.
L’iconografia è quella classica della bat-
taglia di Lepanto, il massimo scontro
della marina combattuto in antichità: le
galee sono allineate, pronte al dramma-
tico urto.
Stanze ariostescheSalendo, attraverso la scala ricavata
nello spessore del muro e grazie alla
strombatura dell’architrave, si acce-
de alle tre stanze di Levante, quelle
che tradizionalmente vengono definite
“ariostesche”, di piccole dimensioni ma
che rispondono alle più raffinate conce-
ped in Glory by the Poet.
In exergue, the motto “Pro bono malum
(Evil for good)”.
The fresco between the two windows of
the south wall is dedicated to Alfonso,
who was Knight of Malta, captain of a
galley against the Turks for Pope Pius
V, then Prefect for the Grand Duke of
Tuscany.
It’s the classic iconography of the naval
Battle of Lepanto, the greatest in an-
cient times: galleys are in line, ready for
dramatic impact.
Ariostean RoomsStepping in through the wall and below
the lintel, you can access to three ro-
oms of the east wing, those traditio-
nally called “Ariostean”, small but sati-
sfying the most refined conceptions of
civil architecture of the Renaissance:
a vaulted roof resting on the perimeter
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zioni dell’architettura civile del Rina-
scimento: copertura a vele poggiante
su unghie perimetrali che delimitano
le lunette con ben modellati capitelli
pensili; perfette proporzioni ingentilite
dai cicli pittorici e dal fascino esercita-
to dalla consapevolezza dell’antica pre-
senza del Poeta.
Grazie agli studi dell’architetto Franca
Manenti Valli, si può cercare di riper-
correre le fasi costruttive e le successive
modifiche all’alzato.
Anche quanto scritto da Alessandro
Miari, nella sua “Favola Pastorale”
è preziosissimo: dedica ben 44 versi
a questa descrizione, probabilmente
aspirava un giorno ad esservi effigiato,
tra i grandi poeti.
Quello che lui con dovizia di particolari
descrive è però in buona parte andato
perso per le numerosissime ridipinture.
and bordering lunettes with well-sha-
ped hanging capitals; perfect propor-
tions refined by the frescoes and by the
awareness of the Poet’s past presence.
Thanks to the researches by architect
Franca Manenti Valli, the stages of
construction and the following changes
can be retraced.
The writes of Alessandro Miari, in
his “Favola Pastorale” are priceless
too: spending even 44 verses in this de-
scription, probably he strived at being
portrayed here, among the great poets.
What he describes in great detail, ho-
wever, is largely lost because of many
repaintings.
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Nei riquadri del Camerino dei Poeti,
la prima stanza, in un ideale Parnaso,
sono effigiati i poeti e gli scrittori più fa-
mosi dall’antichità alla sua contempo-
raneità.
Sono disposti sulle pendici a diverse
altezze per indicare la loro diversa im-
portanza e raggruppati in base al gene-
re praticato: epico, lirico, drammatico,
satirico, vario.
L’ambiente a destra, detta Stanza de-
gli Orazi, è affrescata; in parte sono
ancora leggibili gli affreschi originali, in
parte sono pesantemente contraffatti.
Gli affreschi cinquecenteschi narrano
vicende della storia romana, così come
la narra Tito Livio.
A sinistra si apre il “Camerino
dell’Ariosto”. Secondo la tradizione
qui era la camera da letto del Poeta.
In the so called Camerino dei Poeti
(Poets’ Room), the first room, an ide-
al Parnassus can be admired: the most
famous poets and writers from ancient
times to its contemporaneity are here
portrayed, disposed at different heights
to point out their different worth.
They are grouped by genre: epic, lyric,
dramatic, satirical, varied.
The room at the rightside, called Ora-
zis’ Room, is painted with frescoes:
the original ones are partly visible, whi-
le some others are heavily counterfei-
ted.
They describe the events of Roman hi-
story, as reported by Titus Livius.
On the left side, the room of Ludovi-
co Ariosto. According to the tradition,
here was the Poet’s bedroom.
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Nelle lunette delle tre stanze cicli leg-
germente meno contraffatti.
Fino al 1863 la proprietà è regolata da
un fedecommesso istituito nel 1583 da
Orazio, che lega la trasmissione eredi-
taria per designazione ad un solo erede
maschio. Questo salva l’ingente patri-
monio familiare.
L’ultimo è il Conte don Girolamo
Malaguzzi Valeri, prevosto della ba-
silica di San Prospero, che si vede co-
stretto a vendere il palazzo per l’impos-
sibilità di conservarlo degnamente.
Lo offre al Comune di Reggio: il
Consiglio Comunale (riunito in seduta
pubblica sotto la presidenza del sinda-
co Pietro Manodori e dopo il parere
favorevole del Re Vittorio Emanuele
II) decide per l’acquisto, accordandosi
per quasi 8.000 lire.
In all these rooms, the lunettes show
slightly less fake frescoes.
Until 1863, the property is ruled by a
will devised in 1583 by Orazio: the act
states its inheritance by appointment to
a single male heir. This defended the fa-
miliar heritage.
The last heir is Count don Girolamo
Malaguzzi Valeri, provost of St. Pro-
spero, which is forced to sell the buil-
ding, being impossible for him to keep
it worthily.
He offers it to the Municipality of
Reggio Emilia: the City Council (in
open session under the chairmanship
of Mayor Pietro Manodori and after
a favorable opinion of the King Vitto-
rio Emanuele II) decided to purchase
it, agreeing on nearly 8,000 liras.
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Il complesso delle Ville ducali è situa-
to a “Ripa Alta” (dal nome dell’antico
castello che ivi sorgeva) ed è costituito
da tre imponenti edifici: la Villa Du-
cale, la Villa “Fuggi l’Ozio”, la Villa
di Rivaltella (oggi Villa Ferrarini,
chiamata anche “Centofinestre”).
Rivalta faceva parte di una antica corte
imperiale che viene nominata la prima
volta nel 895, anno in cui viene dona-
ta al conte Inghelberto di Parma,
allora reggente anche del territorio di
Reggio Emilia.
Le Ville di Rivalta Villas in Rivalta
The Ducal Villas complex is located
in Rivalta (“Ripa Alta”, named after
the ancient castle that once stood the-
re) and consists of three massive bu-
ildings: Villa Ducale, Villa “Fuggi
l’Ozio” (that can be roughly translated
in “shunning leisure”, even if in Reg-
gio Emilia is better known as “Vasca
di Corbelli”, because of its pool), Villa
di Rivaltella (Villa Ferrarini today,
also called “Centofinestre” - meaning
“hundred-windows” - by locals).
Rivalta was part of an ancient imperial
court which is first mentioned in 895,
the year it was given to Count Inghel-
berto of Parma, at that time regent
for the territory of Reggio Emilia.
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Successivamente passa al Vescovo di
Reggio e poi alla famiglia di conti Del-
la Palude.
Nel 1315, Rivalta è Comune a sé (espe-
rienza che dura per qualche anno) che
poi viene annesso a quello di Reggio.
Villa DucaleL’attuale Strada Statale 63 è costruita,
rettificando in alcuni tratti quella pree-
sistente, da Ercole III d’Este, il figlio
di Francesco III d’Este e di Carlotta
Aglaé d’Orléans.
Proprio in questo punto sorgeva un ca-
sino da caccia, che nel 1722 il principe
Foresto Gonzaga dona a Francesco
III, figlio di Rinaldo d’Este.
Francesco aveva sposato nel 1720 Car-
lotta Aglaé: per lei trasforma il casino
di caccia in una seconda Versailles, in
tutto rispondente alla maestosa Corte
parigina.
Afterwards goes to the Bishop of Reg-
gio, then to the Della Palude family.
In 1315, Rivalta is a Municipality by it-
self (experience that lasts for a few ye-
ars) then it’s attached to Reggio Emilia.
Villa DucaleThe current State Route 63 is built, in
some sections by adjusting the existing
one, by Ercole III d’Este, the son of
Francesco III d’Este and Charlotte
Aglaé d’Orléans.
Right in this place stood a hunting lod-
ge, which in 1722 Prince Foresto
Gonzaga gives to Francis III, son of
Rinaldo d’Este.
In 1720, Francis had married Charlot-
te Aglaé: he turns the former hunting
lodge in a sort of Versailles (hence
making it entirely corresponding to the
majestic Parisian Court) for her.
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La Villa è realizzata (tra il 1724 e il 1733)
su progetto dell’architetto Giovan Ma-
ria Ferraroni, con la collaborazione
dell’architetto francese Baillon.
Anche gli architetti bolognesi Fran-
cesco, Giovan Battista e Ludovico
Bolognini lavorano alla sua costru-
zione. In una prima fase è il Ferraroni
stesso a dirigere i lavori. Francesco III
- dice lo storico Andrea Balletti nel-
la sua cronaca - lo soprannominava “Il
Brigh”.
I lavori richiesero molto tempo e spese
enormi.
I villani furono gravati da carreggi e da
giornate di lavoro obbligatorio.
La costruzione a ferro di cavallo, pre-
vedeva la dimora dei Duchi nella parte
centrale, orientata da nord a sud.
Nell’ala di destra si trovavano gli appar-
Villa Ducale is built up (between 1724
and 1733) on the project by architect
Giovan Maria Ferraroni, collabo-
rating with a French engineer named
Baillon.
Bolognese architects Francesco, Gio-
van Battista and Ludovico Bolo-
gnini also work on its construction.
In a first phase, Ferraroni himself leads
all works. Francesco III - according to
the historian Andrea Balletti’s chro-
nicle - nicknamed him “Il Brigh (The
Intriguer)”.
Construction works needed a long time
and huge expenses.
Peasants were burdened by comman-
deerings and convicted to work.
The horseshoe-shaped building, con-
templated the Dukes’ residence in the
middle, oriented from north to south.
In the right wing took place the apart-
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tamenti per il seguito e in quella a sini-
stra (superstite) la servitù.
La Villa è ornata internamente ed ester-
namente da centinaia di statue, alcune
opere dello stesso Giovan Battista Bo-
lognini: “Le quattro Stagioni” (ora ai
Giardini Pubblici) e probabilmente
anche le sculture allegoriche raffiguran-
ti i tre fiumi “Crostolo” (ora in piazza
Prampolini), “Panaro” e “Secchia”
(ora sul ponte del Crostolo, pochi
chilometri più a valle).
Il giardino è alla francese: natura co-
stretta in una camicia di forza per ri-
spettare maglie e reticoli simmetrici.
La Villa è inaugurata nel 1733. Subito
dopo i Duchi devono partire per salvar-
si dalle incursioni degli eserciti tedeschi
e francesi durante la Guerra di Suc-
cessione polacca che si combatte an-
ments for courtiers, in the left wing (the
one remaining) the servants’ rooms.
Villa Ducale is decorated inside and
outside by hundreds of statues, some of
them realised by Giovan Battista Bolo-
gnini: “The Four Seasons” (now placed
in downtown Public Gardens) and
probably also the allegorical sculptures
depicting the three rivers “Crostolo”
(now located in piazza Prampolini),
“Panaro” e “Secchia” (now hoisted on
a bridge across the Crostolo, a few
kilometres downstream).
The garden is French-styled: nature is
forced in a straitjacket to fit symmetri-
cal patterns.
In 1733, Villa Ducale is finally inaugu-
rated. Soon afterwards, the Dukes are
compelled to escape from the incur-
sions of French and German armies du-
ring the War of Polish Succession
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che sul suolo italiano, in particolare in
Emilia.
Con la Rivoluzione del 1796 i reggiani
la distruggono in buona parte.
In quello stesso anno la incamera il
cittadino ebreo Bernardino Lolli (o
Lelli), grande creditore del Comune,
che la spoglia e la lascia in abbandono.
Nel 1807, la acquista Luigi Corbelli.
Dall’estero Francesco III si sforza al
massimo per curare la sua Villa, incu-
rante di tutto quello che accade nella
restante parte del suo territorio, dove la
popolazione soffre all’inverosimile e si
appella alla protezione di San Prospero.
Rinaldo (legato alle vecchie idee ed ir-
removibile) e il figlio Francesco non
trovarono mai un punto di contatto: sul
which is also fought on the Italian soil,
especially in Emilia.
During the 1796 Revolution, the people
of Reggio destroy the most part of Villa
Ducale.
In the same year, the citizen of Jewish
origins Bernardino Lolli (or Lelli), a
large creditor of the Town Council, ac-
quires Villa Ducale leaving it stripped
and abandoned.
In 1807, Villa Ducale is bought by Lui-
gi Corbelli.
Even from abroad, Francesco III
strongly attempts to take care of his
house, unaware of everything that hap-
pens in the remaining part of its terri-
tory, where the population is suffering
beyond limit and appealing to the pro-
tection of San Prospero.
Rinaldo (inflexible and tied to old ide-
as) and his son Francesco never found
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giovane di certo influirono le idee del-
la moglie e le sue esperienze all’estero,
inoltre ciascuno di loro intende in modo
diverso le funzioni di stato.
Reggio diventa la patria di Francesco,
mentre il padre rimane a Modena e
forse anche questo influirà sulla vita cit-
tadina, sulla circolazione delle idee: tan-
to è vero che all’arrivo di Napoleone a
Reggio scoppia la rivoluzione, mentre
Modena rimane ancorata al passato.
Villa “Fuggi l’Ozio”Costruita dagli architetti Bolognini
tra 1756 e 1757, la sua meravigliosa ca-
ratteristica principale è il grande canale
pieno d’acqua che la racchiude e per il
quale veniva chiamata “Isola di Rival-
ta” o “Isola di Alcina”.
a point of contact: the things he expe-
rienced away from home and his wife’s
opinions certainly had a strong influen-
ce on the young Prince, furthermore
they had different views about regency
and statecraft.
Reggio becomes Francesco’s home,
while his father remains in Modena
and perhaps this will affect city life
and opinion making: by the arrival of
Napoleon, the revolution breaks out
in Reggio, while Modena still remains
stuck to the past.
Villa “Fuggi l’Ozio”Built by architects Bolognini between
1756 and 1757, its amazing main fea-
ture is the great water canal which is
enclosed by and for which it was called
“Island of Rivalta” or “Island of Alci-
na”.
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Il nome “Fuggi l’Ozio” è dovuto al fatto
che qui cavalieri e dame venivano a pe-
scare.
Solo recentemente si è costruito il via-
letto che la collega alla terraferma.
Di certo questa villa è il magnifico fulcro
di tutto l’intervento, concepito dal genio
del Bolognini che dà il via all’escavazio-
ne della grande vasca.
Le acque che la alimentano la grande
vasca arrivano dal Crostolo. Era uti-
lizzata come serbatoio a monte per le
fontane del giardino (gli sfiatatoi della
conduttura sotterranea sono ancora vi-
sibili nella campagna tra le due Ville).
Per un certo periodo il canale, lasciato
asciutto, diventa un vivaio di piante.
Nel 1782, è acquistata da Bartolomeo
Corbelli.
It was also named “Fuggi l’Ozio” becau-
se dames and gentlemen used to go the-
re fishing.
Only recently has been constructed the
connecting path to the mainland.
Certainly, this Villa is the brilliant core
of the entire project, conceived by the
genius of Bolognini who begins the ex-
cavation of the large pool.
The waters that feed the basin come
from Crostolo. It was used as an
upstream reservoir for the garden’s
fountains in the garden (the vents of the
underground pipeline are still visible in
the country between the two Villas).
For a time the channel, let dry becomes
a plant nursery.
In 1782, it was purchased by Bartolo-
meo Corbelli.
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Le decorazioni dell’Atrio: il lavoro ini-
zia nel 1765, quando il modenese Gian
Filiberto Pagani crea un ciclo intero
di cui oggi rimane solo quello nel soffit-
to dell’atrio raffigurante la Fama.
Sulle pareti dell’atrio si trovano quattro
grandi quadri a tempera su muro con la
rappresentazione della leggenda di Saf-
fo e un paesaggio con figure.
Inizialmente il ciclo era attribuito a Do-
menico Pelizzi, ricordato per il suo
lavoro alla volta del Teatro Municipale,
dove rappresenta sulla copertura le al-
legorie di melodramma, tragedia, com-
media e coreografia.
L’attribuzione è ancora oggi non certis-
sima.
Salone d’Onore: osserviamo i quattro
medaglioni con le quattro stagioni e al
centro un grande rosone in bianco e
Hall patterns: the works begin in 1765,
when Modenese painter Gian Fili-
berto Pagani creates a whole loop of
which now remains only the part in the
atrium ceiling depicting the Fame.
On the hall’s walls, are four large tem-
pera paintings representing the legend
of Sappho and a landscape with figures.
Initially it was all attributed to Dome-
nico Pelizzi, remembered for his work
on the Municipal Theatre’s vault, the
great U-shaped room coverage repre-
senting the allegories of melodrama,
tragedy, comedy and choreography.
Attribution is still now quite uncertain.
The Honour Lounge: we can notice the
four medallions with the four seasons
and a large black and white central
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e
nero di Francesco Scaramuzza da
Parma.
Soffitti dipinti: sono tutti opera dello
Scaramuzza con ottimi grotteschi, fi-
gure mitologiche, diversi gruppi satiri-
ci, diavoletti, strani animali.
Notevoli anche le grottesche dipinte
nella galleria sopra al Salone d’Onore.
Pareti: le stanze a piano terra sono
completamente tappezzate con disegni
a carattere risorgimentale, eccetto l’at-
tuale bar con disegni di ispirazione
giapponese.
rosette by Francesco Scaramuzza
from Parma.
Painted ceilings: they are all Scara-
muzza’s works, with fine grotesque and
mythological figures, several groups of
satyrs, imps, strange animals.
Excellent grotesque paintings also in
the gallery above the Honour Lounge.
Walls: the ground floor rooms are ful-
ly wallpapered with Resurgence-styled
drawings, except for the current bar
and its Japanese-inspired designs.
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Testo Text
Vida BorcianiAntonio Canovi
Traduzione e impaginazione
Translation and layoutDaniele Castagnetti