Giovanni Pascoli

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Giovanni Pascoli ave 2011

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Giovanni Pascoli. San Mauro di Romagna 1855 Ruggero e Caterina Allocatelli 10 agosto 1867 Lascia S.Mauro di Romagna 1868 muoiono la madre e la sorella 1872 muore il fratello Luigi 1876 muore il fratello Giacomo 1871 lascia il collegio di Urbino. Infanzia giovinezza e lutti. - PowerPoint PPT Presentation

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Giovanni

Pascoli

ave 2011

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Infanzia giovinezza e lutti

San Mauro di Romagna 1855

Ruggero e Caterina Allocatelli

10 agosto 1867 Lascia S.Mauro di Romagna

1868 muoiono la madre e la sorella

1872 muore il fratello Luigi

1876 muore il fratello Giacomo

1871 lascia il collegio di Urbinoave 2011

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Studi e politica

Studia a Bologna Si avvicina ai circoli anarchici e

svolge attività politica

Nel 1879 interrompe gli studi

È coinvolto in una manifestazione e

viene arrestato 1882 si laurea Incarico di insegnamento a Matera

1884 trasferimento a Massaave 2011

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Ricostruzione e crisi del ‘nido’

1884

Richiama a se le sorelle Ida e Maria

Intenso rapporto con le sorelle

Sogno di totalità affettiva

Fratello, padre, figlio, casto sposo

Impedisce la possibilità di una vera vita affettiva

con l’altro; adulta

Regressione al mondo dell’infanzia

Costruzione di un circolo di affetti esclusivi,

opprimenti , ricattatori

1894

Il nido si trasforma in gabbia

Fidanzamento e matrimonio di Ida

Trasferimento con Maria a Castelvecchio

Fidanzamento di Pascoli con la cugina Imelde Morri

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Lett

ere

a Ida e

M

ari

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ell’

anno

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ibile

A Ida, 4 maggio 1895Vivere senza di te come si fa? Se ci amerai sempre , saprai bene

di ottenere di venire da noi spesso. Ma questo spesso quanto sarà

rado. […] se in altri tempi ci fossimo presi i nostri mariti e la

nostra moglie, noi non piangeremmo mica se una rimasta senza,

poi lo prendesse il suo sposo. E io non soffrirei tanto! Il mio cuore

è tutto pieno di Ida e Maria. Se a Livorno non guardo le donne,

quando sono a Firenze o a Roma, le guardo con orrore! Oh! Le mie

due piccine! O Ida! O Maria.A Maria 19 giugno 1895Quest’anno è l’anno terribile, dell’anno terribile questo è il mese

più terribile. Sono disperato. Io amo disperatamente e

angosciosamente la mia famigliola che da tredici anni,

virtualmente mi sono fatta e che ora si disfà per sempre. Io resto

attaccato a voi, a voi due, a tutte e due: a volte sono preso da

accesi furori d’ira, nel pensare che una se ne va strappandomi il

cuore, lasciandomi mezzo morto in mezzo alla distruzione. E

pensando che l’altra approva tutto ciò, trova che io ho torto. Oh

Mariù. Non capisci che a restituirmi la pace è necessario, non che

io prenda moglie – belle forze! – ma che io m’innamori? E come si

fa, quando il cuore e tutto occupato da voi due?

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Crisi del nido e poesia

1887-1892 – la poesia più tipicamente

pascoliana (prima dell’abbandono di Ida)

Tema del lutto

Culto dei morti

La memoria per la famiglia dispersa

Contraccolpo non per una tragedia passata

(morte dei padre e degli altri cari), ma per quella

presente Il mito funebre nasce per perpetrare il «nido»

Solo mezzo che può dare un senso e una

giustificazione ideale a quella vita a tre

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L’inetto pascoliano

Fallimento Rinuncia ad una vita propria

Condanna a guardare la vita altrui

Ripiegamento sulle memorie

luttuose dell’infanzia È la «razza di chi rimane a terra»

(Garboli citando Montale)

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Il lavoro e la morte

Myricae (1891-1911, nove edizioni)

Poemetti (1897,1900, 1094)

Canti di Castelvecchio (1903)

Poemi conviviali (1904-1905)

Odi e inni (1906) Nuovi poemetti (1908)

Poemi italici (1911)Poesia della natura, degli affetti

privati, ma anche poesia storica e

civile ma dagli esiti più modesti

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La poetica e il linguaggio

Innovazione tematica

Auscultazione della natura

Ricerca delle sue misteriose corrispondenze

Torbidità sentimentale

Aspirazione alla purezza

Scoperta dell’inconscio

Inettitudine a vivere

Memoria che resuscita il passato

Proiezione verso un’infanzia felice dolorosa

Il sentimento dell’ignoto

Il sogno

Il senso della fine e l’incombere della morte

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Innovazione formale Concezione non veristica della poesia

Abbandono del linguaggio logico-

razionale Analogismo Simbolismo Fonosimbolismo Musicalità come mezzo e come fine

La poetica e il linguaggio

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La natura a-logica della poesia

Il fanciullino residuo infantile che è dentro ognuno di noi

La nostra irrazionalità

Facoltà poetica per eccellenza

Attiva (nei poeti)

Passiva (nei lettori)

La Poesia è a-logica

È fondata su corrispondenze analogiche

Accostamenti e intersezioni di immagini

dense di significati inespressi

Sul valore simbolico degli oggetti

Sulla misicalità

Sulla polisemia

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La poetica degli oggetti

Gli oggetti Quelli naturali e rurali sono al centro della

poesia La loro realtà è guardata con attenzione

acutissima Non son descritti in quanto parte della

realtà Pascoli vuole scoprire il senso misterioso

delle cose I correlativi oggettivi Oggetti che dicono se stessi e anche ‘altro’

‘Altro’ non sempre facilmente identificabile

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ave 2011Linguaggio

olt

re la

norm

a

Tecnica impressionistica

Immagini parziali e fuggevoli

Dettagli accostati in modo apparentemente casuale

FonosimbolismoSenso e rilievo simbolico autonomo dei suoni e ritmi

e timbri che di per sé non ne hanno

Lingua-pregrammaticale

Interiezioni

OnomatopeeTrascrizioni foniche dei versi degli uccelli

Lingua post-grammaticale

Lingue speciali

Gerghi tecnici