Giornalino oappc li 2 2014

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IL GIORNALINO N. 2_ 2014 Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Livorno

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IL GIORNALINON.2_2014

Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Livorno

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Presidente:Arch. Roberta CiniVicepresidenti:Arch. Sergio Bini Arch. Enrico BulcioluArch. Massimiliano Pardi

Segretario:Arch. Iunior Davide CeccariniVicesegretarioArch. Simone Prex

Tesoriere:Arch. Daniele MenichiniVicetesoriere:Arch. Sibilla Princi

Consiglieri:Arch. Daniela ChimentiArch. Marco Del Francia Arch. Fabrizio Paolotti

Segreteria:Barbara BruzziSabrina Bucciantini

Pubblicazione a cura di:ORDINE APPC LIVORNO

Redazione:Arch. Gian Matteo BianchiArch. Roberta CiniArch. Daniele MenichiniArch. Gaia Seghieri

Grafica e impaginazione:Arch. Daniele MenichiniArch. Gaia Seghieri

In copertina:La città di Livorno di Francesco Zucchi (sec XVIII)

Largo Duomo, 1557123 LivornoTel. 0586 897629fax. 0586 [email protected] www.architettilivorno.it

N.2_settembre_2014

Il Giornalino dell’Ordine degli Architetti PPC_Livorno

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Sommario

pagina 1

La deontologia per l’Architetto.di Roberta Cinipagina 4

L’arte. Forma di investimento.di Matteo Bianchipagina 5

BioArchitettura®. Non una moda ma una filosofia.di Paolo Fatticcionipagina 7

Tornìò. Progetti in lego tornito dell’associazione IMAKE.di Laura Calligaripagina 9

Villa 1 By Powerhouse Company.di Gaia Seghieripagina 11

Contro l’Architettura.di Michelangelo Luccopagina 13

Architettura sostenibile. Una filosofia che va di Moda?di Michela Schettinopagina 15

ARCHMARATON: Be there or be square.di Daniele Menichinipagina 17

Concluso il restauro dei 4 mori.di Matteo Bianchipagina 18

La vignetta.di Michelangelo Luccopagina 19

Eventi.di Matteo Bianchi

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L’editoriale

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Cari Architetti, è passato un anno dall’inizio attività del nuovo Consiglio insediatosi il 6 settembre 2013. Vorrei fare un resoconto sintetico dell’attività fino ad ora svolta sottolineando alcuni punti, promessi durante le elezioni, e attivati. Alcune cose sono state fatte ed altre sono ancora da fare. La Segreteria - Ci siamo attivati per tenere aperta il più possibile la sede dell’Ordine, sia di mattina che di pomeriggio e adottando le ferie “scaglionate”, siamo riusciti a non chiudere nel periodo estivo e ciò avverrà anche per i periodi canonici festivi. Trasparenza - Sui bilanci che, oltre ad essere pubblicati sul sito, dopo l’approvazione, vengono allegati in forma semplificata alla comunicazione di convocazione assemblea ordinaria di bilancio. Sono altresì stati pubblicati gli O.d.G. delle riunioni di Consiglio per poter meglio monitorarne l’attività. Rapporti e partecipazione - Stiamo riorganizzando il sito internet per renderlo più accattivante, più funzionale e più ricco di servizi. Abbiamo attivato un’area riservata per gli iscritti e vi incito ad iscrivervi in modo da poter iniziare a farla “lavorare”. Inoltre vi è stato un potenziamento delle comunicazioni con un aggiornamento tempestivo e completo di notizie di maggior interesse e utilità, divulgando anche possibili occasioni di lavoro. Per un più stretto rapporto tra Consiglio e Iscritti abbiamo organizzato i cosiddetti Consigli Itineranti. Promozione e Professionalità - Abbiamo cercato un più stretto contatto tra noi e con l’esterno creando varie commissioni e gruppi di lavoro territoriali che iniziano a dare i loro frutti. Infatti siamo riusciti ad apportare osservazioni alla “politica territoriale” della Regione Toscana, abbiamo instaurato un rapporto sinergico con varie Amministrazioni Comunali con la partecipazione a tavoli di concertazione sia per

di Roberta Cini

modifiche ai vari strumenti di pianificazione sia per l’attuazione di bandi e concorsi, sia per la semplificazione burocratica. Tutto ciò perché cerchiamo di ribadire il concetto di qualità dell’architettura e del paesaggio che sono un patrimonio culturale ed economico che ci riguarda sia come architetti che come cittadini. È iniziata una collaborazione stretta con gli altri Ordini sia della Provincia che della Toscana, e oltre, e abbiamo dato spazio con patrocini e collaborazioni alle Associazioni o Gruppi della nostra Provincia in quanto ricchezza enorme, antenne e catalizzatori nel territorio. Tutto ciò perché il nostro Ordine vuole facilitare tutte quelle azioni utili verso. il territorio e la professione. Servizi - Abbiamo altresì avviato la ricerca di convenzioni e accordi per realizzare dei servizi a costi calmierati, soprattutto riguardo all’attività formativa obbligatoria. Non ultima però è una convenzione, che speriamo di definire entro l’anno, con studi legali per una prima consulenza gratuita o a prezzi contenuti. Incessante il monitoraggio sulla regolarità contributiva e sulla questione PEC, inviando note personali a quelli inadempienti onde evitare deferimenti al Consiglio di Disciplina. Conclusioni - Il mio personale ringraziamento ai membri del Consiglio qualsiasi responsabilità rivestano, alle decine e decine di Architetti che con spirito di servizio, senso di appartenenza e passione ci hanno aiutato e ci aiutano nel fare le cose che è nostro dovere portare avanti, e al personale di Segreteria perché, quello fatto sino ad ora, senza tutti loro, non sarebbe stato possibile fare. Comunque siamo all’inizio ... continueremo a “rimboccarci le maniche”, soprattutto in questi anni difficili in cui dobbiamo tenere alta l’attenzione sulla professione, che ha un ruolo sociale primario per il benessere della società.

Un anno

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Deontologia, scienza che studia i doveri dal greco “deon”=dovere e “logos”=discorso, scienza. La Deontologia è il codice morale comportamentale che presiede a ogni attività professionale, è il complesso degli oneri e delle norme etico sociali che regolano l’esercizio di determinate professioni. Il “codice etico” o la “trattazione dei doveri” è un termine filosofico coniato dall’inglese J. Bentham (1748-1832) nel 1834 in un trattato postumo sulla sua dottrina utilitaristica dei doveri. In seguito è passato a indicare lo studio su determinati obblighi in rapporto a particolari situazioni sociali. La Deontologia parte dal presupposto che il fine non giustifica i mezzi soprattutto per professioni ad alto rischio morale dove una statuizione etica deve stare a monte del libero arbitrio del singolo. Infatti, talune attività o professioni, a causa delle loro peculiari e particolari caratteristiche sociali, devono rispettare un determinato codice comportamentale il cui scopo è impedire di ledere la dignità o la salute o lo stato di chi sia oggetto del loro operato. Ecco perché gli Ordini professionali hanno elaborato codici di deontologia di cui sono tutori mediante l’esercizio dei poteri disciplinari.Tra le categorie professionali che si sono date delle norme deontologiche, ci sono gli Architetti P.P.C.. Le prime norme deontologiche sono quelle dettate dalla Legge del 24 giugno 1923 n. 1395 “Tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli ingegneri e degli Architetti”. Si prosegue con la Legge del 23 ottobre 1925 n.2537 “Regolamento per le professioni d’ingegnere e di architetto con le modifiche introdotte dalla legge 109/94” e con la Delibera del 20 dicembre 2006 del C.N.A.P.P.C. “Norme deontologiche modificate ai sensi dell’art.2 della L. 248/06 (Decreto Bersani)” fino ad arrivare alle nuove Norme Deontologiche in vigore dal 1° gennaio 2014 approvate dal Consiglio Nazionale

Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori. Il C.N.A.P.P.C. ha spiegato che a seguito della “Riforma delle Professioni” era necessaria una revisione completa delle norme deontologiche. Queste sono composte di 44 articoli suddivise in IX Titoli. Il nuovo Codice deontologico è unificato per gli Architetti, i Pianificatori, i Paesaggisti, i Conservatori, gli Architetti Junior e i Pianificatori Iunior italiani, ferme restando le competenze professionali previste dalle vigenti disposizioni di legge e ogni altra normativa che individua una specifica figura professionale.

PREAMBOLO Il principio ispiratore (vedi art.4 comma 2 e 9 e 41 della costituzione e Direttiva 2005/36/CE cifr.nota1) è che la professione di Architetto è espressione di cultura e tecnica che impone doveri nei confronti della società. Nel promuovere le trasformazioni del territorio, del paesaggio e del patrimonio storico e artistico e degli spazi, l’Architetto deve garantire la sicurezza e la qualità della vita delle persone. Deve vigilare sull’impatto che le opere progettate e realizzate provocheranno sulla società e sull’ambiente.La regola deontologica costruisce la credibilità della categoria che si fonda su una corretta condotta professionale e si alimenta nella capacità del professionista di essere all’altezza del ruolo affidatogli. Il codice deontologico tutela il decoro della categoria.

DOVERI GENERALI Per i Professionisti che lavorano all’estero valgono queste stesse norme deontologiche e inoltre, devono anche rispettare quelle del paese in cui lavorano, se presenti; in caso di contrasto tra le due, prevalgono quelle italiane.Nel nuovo Codice deontologico si allarga la sfera dell’illecito disciplinare ora di competenza dei Consigli di Disciplina istituiti presso gli Ordini. E’ illecito disciplinare tra l’altro:- attribuirsi la paternità di un lavoro compiuto da

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di Roberta Cini

La deontologia per l’Architetto.

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altri e se il lavoro è stato eseguito in collaborazione, deve sempre indicare i nominativi e i rispettivi ruoli svolti;- non rispettare le norme di legge e regolamentari esistenti durante la propria attività urbanistica e edilizia;- abbinare la propria firma a quella di professionisti o persone non autorizzate per legge ad assumere identiche mansioni;- non comunicare il proprio indirizzo di Posta certificata (PEC) all’Ordine;- il mancato pagamento anche per una sola annualità delle quote d’iscrizione all’Albo;- il mancato pagamento dei versamenti fiscali o previdenziali; - il mancato aggiornamento continuo della propria competenza professionale; - il non riferire al proprio Ordine, o al Consiglio di Disciplina, fatti di cui si è informati e che basterebbero ad aprire un procedimento disciplinare nei confronti di un collega; ciò anche per fatti che pur non riguardando l’attività professionale si riflettono sulla sua reputazione di professionista oppure sull’immagine della categoria. Le Sanzioni sono definite in crescendo: Avvertimento, Censura, Sospensione, Cancellazione.

RAPPORTI ESTERNI ED INTERNI Il professionista deve basare i rapporti, con il proprio Ordine, con i Colleghi, con i Committenti o con terzi coinvolti a qualsiasi titolo, sulla lealtà e sulla correttezza. Deve mantenere la propria autonomia di giudizio e deve difenderla da condizionamenti esterni. Costituisce peraltro grave violazione deontologica, lesiva della categoria, ogni reato correlato a fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso nonché per concorso in associazione di tipo mafioso. Il Professionista deve ispirare la sua condotta alla riservatezza sia nello svolgimento dell’attività sia nei confronti di terzi, e deve esercitare l’attività secondo “scienza” ovvero preparazione, competenza e capacità professionale, “coscienza” ovvero onestà, imparzialità e disinteresse nel consigliare e assistere il Committente e con “perizia qualificata” ovvero con diligenza, lealtà, correttezza, trasparenza. Deve altresì rispettare le leggi dello Stato e osservare scrupolosamente le delibere, i regolamenti, i provvedimenti emanati dal Consiglio dell’Ordine. Il professionista deve prestare al medesimo Consiglio adeguata collaborazione al fine di consentire nel modo

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più efficace l’esercizio delle prestazioni istituzionali. Il professionista deve sempre astenersi da apprezzamenti denigratori nei confronti di un collega. Anche le STP (Società tra Professionisti) sono tenute a osservare il Codice deontologico dell’Ordine al quale sono iscritte.

ESERCIZIO PROFESSIONALE Nell’accettazione di un incarico il Professionista deve definire nel contratto i termini e i compensi, compreso il preventivo del costo delle opere e i dati della polizza assicurativa. Costituisce grave infrazione disciplinare, poiché considerata pratica concorrenziale scorretta e distorsiva degli equilibri di mercato, una richiesta di compensi palesemente sottostimati rispetto all’attività svolta. Solo in casi eccezionali il compenso può essere inferiore e, nell’eventualità, se ne deve dare ampia giustificazione. Nel caso di subentro, in un incarico già affidato ad altro Collega, questo dovrà avvenire senza pregiudizio per il proseguimento dell’opera e comunque il professionista, che subentra, deve accertarsi che il collega sia stato avvertito per iscritto e accertarsi del contenuto dell’incarico precedente. Sempre, sono fatti salvi i diritti d’autore. Nell’incarico congiunto devono essere stabiliti rapporti di fattiva collaborazione.Il professionista può pubblicizzare con ogni mezzo la propria attività, le specializzazioni, i titoli, le prestazioni e quant’altro. Per quanto sopradetto, il singolo può vedere i limiti deontologici come vincoli, come confini o “barriere” rispetto ad azioni che avrebbero un respiro più ampio senza paletti etici. La deontologia è invece capace di razionalizzare ed esprimere i valori identitari di una persona, di un gruppo, chiarisce le idee sul giusto e sullo sbagliato, su come debba essere il proprio comportamento che diventa fondamento del proprio essere: si unisce l’individualità alla collettività.

Questo Articolo è stato pubblicato sul n.2/2014 della Rivista Trimestrale Inarcassa.

Art. 4, comma 2, Cost.: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”;Art. 9 Cost.: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”;Art. 41 Cost.: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. La legge stabilisce i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”;Direttiva 2005/36/CE, 27° Considerando:

“La creazione architettonica, la qualità delle costruzioni, il loro inserimento armonioso nell’ambiente circostante, il rispetto dei paesaggi naturali e urbani e del patrimonio collettivo e privato sono di pubblico interesse”.

CodiCe deontologiCo

DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI,

CONSERVATORI, ARCHITETTI IUNIOR E PIANIFICATORI IUNIOR

ITALIANI

pagina 3Il Giornalino dell’Ordine degli Architetti PPC_Livorno

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Se è vero che in tempo di crisi ogni forma di investimento è preziosa, i settori dell’arte e dell’antiquariato sembrano oggi riacquistare importanza, in un’epoca in cui perfino il mattone sembra vacillare nel terremoto dei mercati finanziari. Fare business con l’arte è già da tempo una pratica molto diffusa nei paesi d’ Europa e di tutto il mondo ma in Italia, paradossalmente, il mercato dell’arte è visto ancora con diffidenza dalla gran parte degli investitori e della gente comune, essendo considerato ancora come un ambito elitario, riservato a pochi esperti del settore. La nuova generazione sembra aver smarrito il buon gusto per l’estetica e per l’arredamento, che un tempo regnavano nel “salotto buono” di ogni famiglia media italiana, dove si sfoggiavano dipinti, stampe, mobili di pregio, tappeti, arazzi e oggetti di arredo capaci di rievocare il glorioso passato del Bel Paese. Eppure, secondo molti esperti, quello dell’arte è, oggi più che mai, uno dei settori di investimento più appetibili, vediamo perché. Per prima cosa, l’avvento della rete e delle nuove forme di comunicazione ha permesso una sempre maggiore diffusione di immagini, di offerte e di prezzi per cui chiunque, anche la persona meno esperta, può diventare un potenziale ricercatore in grado di reperire oggetti d’arte, di confrontarne i prezzi, di verificarne la provenienza e l’attendibilità, di scoprire eventuali truffe o contraffazioni. Il grande numero di offerte provenienti da tutto il mondo ci permette di operare investimenti progressivi e per tutte le tasche, in base ai gusti e alle diverse preferenze di ognuno di noi; inoltre l’opera d’arte mantiene sempre un proprio valore intrinseco, indipendente dall’andamento delle borse e costituisce un bene reale su cui non si pagano tasse patrimoniali. Esistono anche aspetti negativi, come la difficoltà di rivendere un’opera d’arte, che non rende mai un guadagno costante - come quello

di una cedola fissa bancaria – ma che produce guadagno soltanto al momento della vendita effettiva – guadagno che può andare anche ben oltre le aspettative, visto che l’opera d’arte tende a rivalutarsi nel tempo. Resta poi il fascino della scoperta, dell’affare fortuito dell’ultimo minuto che si può fare girovagando per i mercatini di Parigi o di Londra (quante volte abbiamo letto di un quadro di autore, acquistato per pochi euro su qualche banco di antiquariato?) In questo contesto la figura dell’esperto d’arte e - perché no - dell’architetto, assume un ruolo di fondamentale importanza, di colui che – forte della propria cultura in ambito artistico – è in grado di cogliere e di prevedere i migliori investimenti del momento. Ultimo aspetto, forse quello più importante, è il valore estetico di un’opera: una scultura o un bel dipinto risulta godibile in ogni momento, per la gioia di collezionisti ed amatori - anche questa è una forma alternativa di guadagno, che certo non possiamo ricavare dalla semplice cartamoneta. Insomma, se avete soldi da investire e diffidate delle forme di investimento più tradizionali, non vi resta che tentare la fortuna nel settore dell’arte, se non altro per accrescere la vostra conoscenza in materia o per rendere più bella e preziosa la vostra casa.

di Matteo Bianchi

L’arte. Forma di investimento.

Uno scorcio del mercatoantiquario di Arezzo

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Da sempre l’uomo ha riflettuto sul rapporto che lo lega all’ambiente che lo circonda e si è approcciato nel modificarlo in modo lieve e rispettoso, costruendo a seconda del clima, della conformazione geomorfologica, delle risorse e dei materiali che trovava sul territorio. Con lo svilupparsi della scienza moderna, e quindi del legame tra sapere teorico ed applicazione pratica, ampliandosi le conoscenze e le possibilità di intervenire su tutti gli aspetti della vita degli esseri viventi, le costruzioni hanno potuto sfruttare nuovi materiali, nuove tecniche costruttive andando a migliorare le condizioni dei propri abitanti, purtroppo svincolandosi dal contesto. Ma è nel XX secolo che l’arte del costruire ha preso una deriva viziata dal profitto e dai dettami di ordine economico, allontanandosi sia dalla corretta progettazione degli spazi, sia dal fine principale della Nostra Arte: quello di migliorare la vita dell’uomo migliorandone gli ambienti di vita. In seguito alla grande crisi energetica del 1973, alla fine di quel decennio, nacque in Germania una branca dell’architettura che, abbeverandosi ai movimenti verdi olandesi, si integrava ad alcune concezioni del Feng-Shui, con il risultato di andare ad opporsi ai sistemi di progettazione della fine degli anni ’60. Il nuovo pensiero era appoggiato dai movimenti di contestazione che ricercavano nuovi modi di vivere, sia nella propria casa che nell’ambiente, oltre a propugnare una produzione dei beni quanto più ecologica possibile, pensata attraverso l’uso di materie prime naturali, a basso impatto ambientale ed ottenibile con un limitato consumo energetico. Nel 1987 la Commissione Mondiale sull’Ambiente e sullo Sviluppo Bruntland introdusse il concetto di sviluppo sostenibile definito come “uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Nacque così in Germania la Vereinigung

für Baubiologie , un’associazione che per la prima volta si occupava della “baubiologie”, cioè “biologia del costruire”, che perseguiva l’obiettivo della “casa salubre” ed annoverava tra i suoi fondatori l’architetto italiano Ugo Sasso. Nel 1991 i pionieri italiani di tale visione, condotti per mano da Ugo Sasso, fondano l’Istituto Nazionale di BioArchitettura®, dove si volevano considerare proprio tutte le interazioni uomo-ambiente e le esigenze biologiche, psicologiche, sociali ed emozionali per arrivare ad un processo di sintesi formale, funzionale e tecnologica in una visione multidisciplinare dell’abitare. I successivi Summit mondiali di Rio e di Kyoto, la Conferenza di Istanbul, i pronunciamenti della Comunità Europea ad Aalborg e a Lisbona, hanno, in seguito, rimarcato la necessità di un cambio di registro, di una svolta epocale finalizzata ad un più corretto rapporto tra le attività umane ed il pianeta, confermando e legittimando tale visione. Nata dunque dall’assimilazione di impostazioni filosofiche e approcci progettuali preesistenti quali l’Architettura Organica, l’architettura ispirata dalle Teorie Antroposofiche di Rudolf Steiner, ed il Feng-Shui, la Bioarchitettura® è la “branca” dell’architettura che più si avvicina all’Ecologia, vedendone l’essenza in tutto il processo costruttivo, dalla produzione e scelta di prodotti naturali, alla ottimizzazione delle energie nei processi produttivi, dalla qualità e salubrità della sua realizzazione fino all’inserimento nel contesto ed alla sua durata. Elemento caratterizzante è la interdisciplinarietà, nella sua gestione ad ampio raggio del territorio, della città e della casa, nella sua visione a 360° dei problemi, nell’assoluta consapevolezza della complessità dei rapporti che legano il processo progettuale all’ecologia, alla fisiologia umana, all’ergonomia, alla psicologia, alla medicina preventiva, alla geobiologia, basandosi su scienze pure quali la

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di Paolo Fatticcioni

BioArchitettura®.Non una moda ma una filosofia.

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matematica, la chimica, la fisica e l’elettronica. La Bioarchitettura® è inoltre quanto di più lontano dall’architettura dell’apparire, dei monumenti fini a se stessi e lontani dalle esigenze dei fruitori, simboli di un società cieca ai bisogni dell’uomo in quanto essere biologico.Da questi presupposti, si vuole recuperare anche quella capacità di realizzare, nuovamente, quegli stralci di territorio abitato, composto da piazze, vicoli, scorci che è nel DNA dei progettisti italiani e ne permea il substrato culturale. Bioarchitettura® come “Nuovo Umanesimo” che pone al centro della progettazione l’uomo, la vita e la sua qualita’. Così il Tempo e lo Spazio, riferimenti classici dell’architettura, possono essere letti come approccio ed adesione alla Storia ed alla Geografia, e per traslazione, alle “Persone ed ai Luoghi”.La nuova, vecchia, “ideologia” entra in collisione con il Funzionalismo della “Macchina d’Abitare” e del territorio come superficie indifferente a tutto ciò che gli accadeva sopra, e del Formalismo che con le sue realizzazioni auto-referenti e monumentali si è discosto dalla dimensione dell’uomo.” Così scriveva l’Architetto Ugo Sasso, pioniere del nuovo pensiero , nel dettare le linee di una nuova filosofia del progettare e riportando al

centro del dibattito l’uomo, attraverso la ricerca interdisciplinare. La Bioarchitettura® è fatta di scambi, di relazioni, di apporti che stanno alla base di questa nuova, radicale, rilettura dell’architettura. Con questi presupposti, l’approccio mentale della Bioarchitettura® non si limita allo studio ed alla ricerca delle prestazioni più performanti e climaticamente compatibili del sistema tecnologico ma, superando questa visione parziale, va a comprendere, facendone la base da cui far partire l’attività progettuale, l’indagine conoscitiva del contesto ambientale, sia esterno che interno fino ad inserire, nelle variabili di progetto, anche le componenti vitali dell’ecosistema preesistente come acqua e vegetazione. La Bioarchitettura® ci consegna dunque una filosofia del vivere e del progettare interdisciplinare, un’eco-architettura a misura d’uomo, che va ben al di là del costruire in modo eco-compatibile e bio-sostenibile; un modo olistico e completo di progettare, inteso nella sua accezione più originaria ed integrale, collegamento tra l’architettura moderna e quella della tradizione dove costruire ”a regola d’arte” era la sola opzione possibile e “la posa della prima pietra” assumeva un significato rituale.

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Si è conclusa il 3 Agosto Tornìò la seconda esposizione promossa e curata da IMAKE l’associazione culturale di promozione del design auto-prodotto, presentata in occasione di Effetto Venezia 2014 nella cornice storica della Sala degli Archi all’interno della Fortezza Nuova. La mostra TornìO, patrocinata dall’Ordine degli Architetti di Livorno, ha proposto una selezione di prototipi realizzati grazie alla tecnica del legno tornito. Si tratta di pezzi di design progettati dai designer membri dell’associazione che, con il supporto tecnico di un maestro artigiano toscano, hanno trasformato i loro progetti in elementi d’arredo. Lampade, tavolini e pouf, sono questi temi affrontati e sviluppati dai designer che hanno dato vita ai primi sette progetti che sono entrati a far parte della mostra e della collezione. Biomeccanica di Riccardo Fiorucci lampada da tavolo che mostra con l’uso della tornitura il “passaggio da sezione naturale a sezione meccanica circolare”. Quando il primordiale incontra l’evoluzione, dualismo di vita, dualismo di progetto, percezioni, sensazioni, mutamento è il divenire.

Cinque per Cinque è il tavolino con 25 zampe in legno tornito progettato da Daniele Canuti in cui l’ispirazione nasce da un cip. Il tavolo è interamente realizzato grazie al riuso di scarti di lavorazione, le parti e le gambe sono quindi tutti legni di essenze diverse trattamento naturale o in alcuni casi verniciate. Merlino è invece la lampada di Meri Seto che come un cappello da mago prende vita e, lanciandosi in una danza circolare, s’illumina come per incanto. E’ una semplice forma geometrica ma un taglio diagonale la scompone per un effetto a sorpresa. mi_Lo è il tavolino versatile disegnato da Marco Sorito ma Mi-Lo è anche un gioco!La forma e i colori ricordano la scacchiera e i birilli di alcuni famosi giochi da tavolo. Il piano e le gambe possono essere combinati in molte configurazioni diverse, invertendo gli elementi e combinando i colori a piacimento. Doppio uso invece per Stool Bakery di Atelier Macramè (Calligari Laura) che si ispira alle forme rotonde e morbide dei famosi dolcetti americani . In verità è uno sgabello in legno tornito, robusto e resistente, trasportabile

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di Laura Calligari

Tornìò.Progetti in legno tornito dell’associazione IMAKE.

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grazie alla corda e con un piccolo vano per riporre oggetti all’interno. Il coperchio può essere posizionato in due modi diversi. Con la versione coperchio stondato può essere usato per sedersi mentre in piano è utile un pratico tavolino o vassoio. Tornio da te di Itaca Freelance (Stefano Visconti e Flavia Veronesi) è invece un tavolino componibile a piacimento e dalle dimensioni contenute, che lo rendono un oggetto d’arredo utile e versatile, capace di adattarsi a qualsiasi stanza e situazione. Il tavolo è pensato sulla falsariga del classico appendiabiti in legno massello, espressione della tradizionale arte povera italiana, che possiamo ancora incontrare in molte delle nostre case. Omaggio alla tornitura manuale e al gusto classico, ”Tornio da Te”, sarà un coinquilino ideale per le serate passate in compagnia! Infine Qafiz progettato da Salvatore Spataro è uno scultoreo sgabello che prende nome e ispirazione da una unità di misura tradizionale di origine araba utilizzata in Sicilia ancora oggi. Il “cafiso”, in dialetto siciliano, è un recipiente in metallo contenente circa 16 litri (o 16 chili, in base alla zona della regione) di olio di oliva. Lo sgabello ripropone le forme del recipiente adattandole alla nuova funzione, sostituendo il

metallo con il legno e differenziando i due volumi principali con un diverso trattamento superficiale. La parte superiore è in legno naturale a vista e trattato ad olio, mentre la parte sottostante è laccata. La maniglia metallica , di colore “verde oliva” riprende i classici manici triangolari del cafiso. IMAKE è un associazione culturale nata nel ottobre 2013 con l’obbiettivo di promuovere il design inteso come forma di ricerca ed espressione della creatività. In particolare IMAKE intende promuovere i progetti di auto-produzione nati dalla collaborazione tra le realtà artigiane locali toscane e i designer membri dell’associazione. Ne nascono quindi dei progetti di design auto-prodotto che esprimono al massimo il valore dell’artigianato e delle lavorazioni manuali di materiali sempre diversi, che ogni volta i membri dell’associazione sono invitati a scoprire. Le mostre e le esposizioni itineranti, sono un’occasione per esporre i progetti e le opere nati dalla collaborazione diretta tra artigiani e designer.

www.imakelab.it

Tornìò.Progetti in legno tornito dell’associazione IMAKE.

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Mi capita spesso di andare in Olanda, e prima di partire prendo nota da Internet, su quelle che sono le ultime realizzazioni made in Netherlands per poterle visitare. Sfogliando le pagine di un sito dedicato ai progetti architettonici di tutto il mondo, sono stata colpita da un edificio ad uso civile, Villa 1, costruita in Ede, una cittadina dell’Olanda Orientale. I progettisti dell’edificio fanno parte di uno studio di Architettura Olandese, Powerhouse Company, che ha come sede principale Rotterdam e che lavora in tutto il mondo. Villa 1 è stata la prima commissione per Powerhouse company, due anni dopo la sua fondazione, nel maggio 2005. La casa si sviluppa su due livelli, Piano Interrato e Piano Terra, per un totale di mq 480 di cui, sulla base del regolamento territoriale locale, metà distribuiti sul piano seminterrato. Posizionato nel paesaggio boschivo dell’Olanda Orientale, il sito, su cui si erge la casa, offre bellissimi scorci sulla foresta e ha una forte esposizione al sole, pienamente usata dal progetto stesso tramite la forma ad Y della pianta dell’edificio. La casa, sulla base della sua forma ad Y, ha tre ali ,così distribuite, sul piano terra: la parte

esposta a nord, è dedicata alla zona lavoro, studio e musica, la parte esposta a est-sud-ovest è usata per cucinare e mangiare, e la parte esposta a sud e a nord è usata come living room e per dipingere. Queste tre parti si riuniscono in un area centrale che diviene il cuore della casa, e funge da entrata, soggiorno, bar e music room, e vi sono ,inoltre, riuniti tutti i servizi. La forma particolare della casa e l’ampio e sapiente uso delle vetrate si integrano insieme affinché vi sia un dipanarsi fluido di varietà di stanze per più di 150 metri lineari, senza interruzione strutturale e visiva. Nel piano seminterrato le tre ali si distinguono nell’uso dei materiali: legno per il nord, ardesia per l’est, e cemento per il sud. Come nel piano terra, anche nel piano seminterrato, la forma ad Y riesce a creare una chiarezza funzionale nella distribuzione degli spazi: una parte è dedicata alla camera patronale, una parte è dedicata al garage, ed una è dedicata al magazzino ed alle stanze per gli ospiti. Controbilanciando l’estrema apertura e luminosità della struttura verticale del piano terra sovrastante, il piano seminterrato protegge le stanze più intime dell’abitazione, e acquista una qualità spaziale opposta enfatizzata

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di Gaia Seghieri

Villa 1 by Powerhouse Company.

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dal sentire crudo e protettivo della massa materica. Dall’unione tra la forma ad Y dell’edificio, e la dicotomia architettonica tra il fluido e luminoso piano terra e l’intimo e protettivo piano seminterrato, nasce una ampia varietà di estreme qualità spaziali, che si esprimono in stretti e ombrosi corridoi e in ampie e aperte stanze con viste panoramiche sul giardino. Il risultato è una percezione spaziale che va al di là della pura stessa funzionalità.

Villa 1 by Powerhouse Company.

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Poco tempo fa, in un forum di utenti Macintosh che frequento normalmente, nella sezione dedicata all’architettura e al 3D, uno studente del 4° anno si lamentava, con fare serissimo, di come nessun professore in nessun corso insegnasse a diventare archistar, arrivando a chiedere a noi altri forumisti, senza la minima ombra di autoironia, “cosa bisogna fare per diventare archistar e per avere incarichi di supermegagrattacieli, supercentri polivalenti, megapalazzetti dello sport ed altri lavori mai inferiori a decine di milioni di euro”, ricevendo in risposta commenti miserevoli e letteralmente irripetibili. Ed è proprio ripensando con sconforto al post del giovin studente, che ho cominciato la lettura di questo interessante libello, sorta di pamphlet post moderno assai cattivello verso di noi, il cui autore Franco La Cecla, docente universitario di Antropologia Culturale in Italia e all’estero, nonché consulente di Renzo Piano e fondatore dell’Architecture Social Impact Assessment, non le manda certo a dire nei confronti non tanto dell’architettura (e degli architetti in generale), quanto di certo modo

autoreferenziale di intendere la professione. Ricordando che “mai come adesso l’architettura è di moda sui mass media”, fa notare tuttavia che “mai come adesso essa è lontana dall’interesse pubblico”, tanto da incidere “poco e male sul miglioramento della vita della gente”. Anzi, secondo l’Autore a volte ne peggiora le condizioni abitative, perché “l’architettura è diventata un gioco autoreferenziale, tutta incentrata sulla firma e sulla genialità del singolo progettista, genialità che è quotata in borsa al pari di un qualunque brand commerciale”. L’architetto odierno, prosegue La Cecla, si rifugia in una artisticità che lo esclude da qualunque responsabilità, convinto che si tratti di un semplice gioco formale. Il libro si pone quindi come fine l’abbandono delle archistar al loro egoismo, e l’accettazione che l’architettura abbia esaurito la sua funzione. Cattiveria? Luogo comune? Forse qualcosa di vero c’è. Accomunando l’archistar ad un trend setter al pari di uno stilista di Pitti Donna, fa notare che diventa moda egli stesso e dunque brand, logo… e il suo prodotto, sia esso un negozio o un’intera isola a Dubai, diventa prodotto di

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di Michelangelo Lucco

Contro l’Architettura.

Il Giornalino dell’Ordine degli Architetti PPC_Livorno

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marketing al pari di una qualsiasi T-Shirt. Viene identificato il momento preciso della nascita del fenomeno nella metà degli anni ’90, “dopo anni di sbandamento in cui gli architetti prendono atto del fallimento delle impostazioni ideologiche della professione”: le New Towns, le Banlieues francesi, le pianificazioni dei modelli residenziali come lo Zen di Palermo si sono rivelate tutti dei fallimenti epocali, nel quali le realtà sociali, ben lungi dal trovare soddisfacimento dei propri bisogni abitativi, hanno invece vistosi acuito il proprio malessere. In pratica all’architetto si rimprovera di essersi fatto apostolo, dagli anni ’50 in poi, dell’invenzione di un vero e proprio sistema di stoccaggio di utenti in spazi dormitorio. Ogni periferia autocostruita, secondo La Cecla, anche una orrida bidonville, ha più dignità perché esprime uno sforzo vero e umano, e non un’utopia che viene calata dall’alto. Insomma, la spontaneità batte la pianificazione. Qui il discorso si fa in effetti un po’ meno condivisibile, dimenticando che le pianificazioni sono esistite fin dai tempi di Nerone e che erano volte al miglioramento della vita, non certo all’esaltazione dell’ego del progettista. Tuttavia attraverso una non banale rilettura dei percorsi del XX secolo, dal Bauhaus in poi, veniamo condotti per mano attraverso il ragionamento dell’Autore, pur infarcito da

Contro l’Architettura.

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commenti al vetriolo, decisamente impietosi e pure venati da una certa tendenza a generalizzare, come se TUTTI gli architetti del pianeta fossero egocentriche archistar, alla ricerca dell’ultima trovata per realizzare strutture imponenti che possano rivaleggiare con le Sette Meraviglie del mondo antico. Se così fosse, non avremmo problemi col mutuo e con i pagamenti… Comunque sia, qualunquista o no, il testo è un chiaro testimone, vera e propria cartina di tornasole, dell’insofferenza di una certa fetta di certa opinione pubblica e dell’intellighenzia nei confronti della nostra professione, ormai sempre più vista come sfoggio di “inutilità fini a sé stesse”. Vero? Falso? La cosa non è importante: quel che conta è che la gente comincia a pensarlo. Non è un problema di poco conto, considerando che certi nostri atteggiamenti, anche in ambito non solo internazionale, ci stanno inimicando proprio quella che dovrebbe essere la fonte del nostro lavoro (e del nostro reddito), cioè la committenza del vulgus. Ritengo che lo scollamento tra le esigenze reali da una parte e il mero ego ci stia portando lontano dalla missione dell’architetto, per non parlare di quanto lontano dalla realtà rischiamo di volare, finendo per dare ragione a Franco La Cecla e ai molti che sostengono che l’architetto “se lo conosci lo eviti”.

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C’è chi pensa che il fervore che ruota intorno alle proposte bio siano solo la moda del momento, il treno da prendere al volo in questo periodo per essere ‘in’ e accattivarsi clienti. Si pensa che le persone si facciano accalappiare dalle parole bio e eco di cui sentono tanto parlare. Anche al supermercato c’è il reparto dedicato o addirittura si trovano nuovi negozi specializzati. Invece queste scelte sono diventate una necessità e anche le persone comuni se ne stanno accorgendo. Non è come scegliere se avere il soggiorno open space o la separazione giorno/notte. A chi piace e a chi no. Vi è sempre di più la consapevolezza che le scelte frettolose facili o economiche possono risultare controproducenti. In questo momento di crisi, in cui diventa difficile sostentere le spese di mantenimento degli edifici o quasi impensabili, le ristrutturazioni, a meno forse delle detrazioni fiscali, le scelte legate alla vita (=bio) sono quelle vincenti che innalzano il valore dell’edificio. Questa domanda trova risposta nella progettazione ecosostenibile: nel ritorno al modello circolare, quello in cui non c’è inizio e fine, tutto è necessario e utilizzabile o riutilizzabile, in cui non esiste il rifiuto, o peggio il rifiuto speciale, perchè tutto è una risorsa per un nuovo processo. Da qualche decennio ha preso il sopravvento invece il modello lineare, quello in cui si prende la risorsa, si usa e si butta via, producendo rifiuto, perchè sembra il modo più facile e redditizio di costruire, facendo finta che le conseguenze non arrivino mai o che saranno un problema di qualcun altro dall’altra parte del mondo o del tempo, cioè delle generazioni future. Ma il mondo è rotondo e le conseguenze ci sono ritornate (sono ormai evidenti i cambiamenti climatici) e siamo noi la generazione che deve cambiare. L’esperienza nella storia dell’umanità c’è già, basta recuperarla: fino a pochi anni fa l’uomo, forse costretto dalle tecnologie, aveva già la mentalità eco e bio. (es. reperimento materie vicine, orientamento, recupero acque

piovane, trasmittanza pareti, aperture illuminanti e ventilanti,...). La progettazione quindi non si ferma alla mera realizzazione, ma anche al mantenimento, alla manutenzione e alle soluzioni di sostituzione e reimmissione nel ciclo, dei componenti. Un esempio pratico e alla portata di tutti: in una ristrutturazione si pensa a modificare i pavimenti. È normale, una prassi, (non c’è bisogno dell’architetto per dirlo) che se l’altezza dell’interpiano lo permette, non si va certo a smantellare il vecchio con inutili costi di manodopera o di smaltimento, ma si procede alla sovrapposizione con il nuovo. Questa è già una scelta sostenibile perchè quello che potrebbe essere un rifiuto (il vecchio pavimento) diventa una risorsa (un piano di partenza livellato e un materiale che farà parte del pacchetto solaio e inciderà sulla trasmittanza). E quanto sarebbe più sostenibile la scelta di fare un pavimento a secco, che dà la possibilità a fine uso di essere sostituito, o durante l’uso di lasciare manovra per eventuali lavori agli impianti che vi circolano al di sotto?Le scelte sostenibili sono scelte normali: gli eschimesi fanno case con il ghiaccio perchè è il loro materiale più facilmente reperibile e ha caratteristiche idrotermiche ottime nel contesto in cui gli eschimesi vivono; a nessun africano viene in mente di farsi la casa di ghiaccio (ammesso che lo trovi!) piuttosto pensa che sia normale, sostenibile, farsi la casa di terra cruda per gli stessi motivi che hanno spinto l’eschimese a scegliere il ghiaccio: materiale facilmente reperibile e ottime caratteristiche di trasmittanza. Anche noi dobbiamo fare lo stesso, scegliere la sostenibilità come normalità e fare una scelta di vita. In più siamo architetti, e la nostra professione è da sempre emulata da altri (anche dalla signora Maria che guarda i tutorial in TV nei sempre più programmi dedicati al ristrutturare casa) e l’unico modo per far sopravvivere la professione è dare ai nostri progetti una qualità

di Michela Schettino

Architettura sostenibile.Una filosofia che va di moda?

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e una elevatezza professionale che i clienti non possano trovare altrove. La sostenibilità e i concetti chiave della bioarchitettura sono scelte che difficilmente possono essere opinabili o rimpiante in futuro. Chi cerca qualità, benessere, e un vero investimento duraturo fa di questo tipo di filosofia una scelta obbligata, normale.

SERRA SOLARE Il guadagno solare passivo attraverso gli ampi spazi vetrati, unitamente alle soluzioni di isolamento e all’impiego di materiali a elevata massa termica, garantisce adeguate condizioni di benessere. Ovviamente il tutto funziona con il giusto orientamento.

TETTO VERDE Sullo spiovente a nord può essere posizionato un tetto verde che garantisce, specialmente nel periodo estivo, un efficace isolamento termico e la riduzione del carico solare, riuscendo al contempo a ottenere un consistente contenimento dei consumi energetici nell’arco dell’anno. La copertura a tetto verde prevede inoltre uno specifico pacchetto funzionale, capace di conservare una quota delle acque piovane utili a mantenere un buon livello di umidità del terreno di coltura, riducendo non solo il fabbisogno idrico necessario alla sua

irrigazione, ma anche il carico idrico destinato allo smaltimento. Un serbatoio posto nel giardino raccoglie l’acqua meteorica proveniente dalla copertura che, previo filtraggio, viene successivamente riutilizzata a fini di irrigazione e per l’alimentazione degli scarichi dei servizi igienici

VENTILAZIONE Le esigenze di garantire condizioni di benessere indoor, ma anche di evitare sprechi energetici causati dai necessari ricambi di aria, determinano l’adozione di un sistema di ventilazione meccanica controllata, a doppio flusso, con recupero di calore.In tal modo è possibile ottenere un’elevata qualità dell’aria interna minimizzando l’accumulo di agenti patogeni e, al contempo, recuperare dall’aria espulsa l’energia termica, eliminando il fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale.

ILLUMINAZIONE Progettando in modo corretto, secondo gli orientamenti e le funzioni interne, è già possibile ridurre l’uso di luci artificiali. Inoltre l’uso di lampadine fluorescenti e led, con una vita particolarmente lunga che non producono calore anche se rimangono accese per diverse ore, riduce il consumo di energia elettrica.

Serra solare Tetto verde

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Dal 14 al 16 novembre presso lo Studio 90 degli East End Studios di Milano, si svolgerà ARCHMARATHON, il primo evento internazionale di architettura che riunirà 50 Studi di progettazione internazionali per un prestigioso Award. ARCHMARATHON è una kermesse internazionale che realizza un concept senza precedenti: una piattaforma di dialogo tra attori diversi che operano sul mercato dell’architettura e delle costruzioni, creata per promuovere lo scambio internazionale di idee, know-how e relazioni, al fine di stimolare nuove e proficue attività di business in un contesto culturale di altissimo livello. Nelle giornate del 14, 15 e 16 novembre prossimi presso l’affascinante Studio 90 dello storico quartiere degli East End Studios di Milano, 50 Studi di progettazione, provenienti da tutto il Mondo, presenteranno in modalità no stop, dalle 10 alle 18, i propri progetti, accuratamente selezionati tra i più rilevanti del panorama dell’architettura mondiale degli ultimi due anni; progetti che concorreranno al prestigioso ARCHMARATHON Award che verrà assegnato da una giuria di livello internazionale composta da sei importanti esponenti del mondo dell’architettura del settore e co-presieduta da Lucy Bullivant, nota giornalista e critica d’arte londinese, e Luca Molinari, docente e curatore di mostre di architettura a livello internazionale. La premiazione avverrà la sera del 16 novembre. La straordinarietà di ARCHMARATHON, oltre all’elevato livello degli studi selezionati e la rappresentatività mondiale (ben 22 nazionalità coinvolte), sta soprattutto nell’aver saputo racchiudere in un unico happening tre tipologie differenti di evento, raramente riscontrabili contemporaneamente. ARCHMARATHON è infatti al contempo: - education: la presenza di 50 studi che relazioneranno su progetti riconosciuti a livello internazionale non potrà che rappresentare un momento di aggiornamento ad altissimo livello;

un’occasione unica di confronto fra realtà locali ed internazionali in un happening dal sapore davvero cosmopolita. - Award: i progetti presentati parteciperanno ad un prestigioso Award che avrà una risonanza mediatica straordinaria a livello mondiale, grazie anche al coinvolgimento in media partnership di numerose testate cartacee e web, oltre che alla pubblicazione del prestigioso ArchMarathon Reference Book, una pubblicazione che raccoglierà tutti i progetti selezionati per concorrere all’Award. Il volume, di quasi 300 pagine e redatto in lingue inglese, verrà consegnato gratuitamente a tutti gli Studi partecipanti, alle aziende partner e alla Stampa e verrà messo in vendita ad un prezzo speciale durante la manifestazione oltre ad essere distribuito in tutte le principali librerie specializzate a livello mondiale. La pubblicazione verrà inoltre realizzata come iBook e messa in vendita sulla piattaforma web di ARCHMARATHON e sul circuito Amazon. - B2B: un momento importante di matching fra le aziende Partner (30 in tutto), gli studi invitati e i visitatori (attesi più di 800 professionisti da tutta Italia). L’Agorà centrale verrà infatti circondata da 30 box di relazione, dal layout molto fashion, ciascuno ospitante un’azienda Partner in cui verranno esposti prodotti e condotti importanti momenti di relazione. Un’occasione unica dal punto di vista del business-networking che permetterà un’attività di scambio e aggiornamento per conoscere e farsi conoscere sia a livello internazionale che nazionale. Al fine di dare un senso compiuto ad un evento già di per sé esaustivo, ARCHMARATHON sposerà anche un progetto Charity. A tutti i visitatori (ad esclusione degli studenti) verrà chiesto di devolvere una cifra simbolica (10 euro per il biglietto valido per tutti e tre i giorni) che verrà interamente devoluta alla Fondazione Città della Speranza, realtà che da anni si impegna nella ricerca nel campo dell’oncologia pediatrica. La donazione verrà consegnata al Presidente della Fondazione durante la premiazione

di Daniele Menichini

ARCHMARATHON 2014:Be there or be square!

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dell’ARCHMARATHON Award prevista l’ultimo giorno della kermesse. ARCHMARATHON sarà sostenuta da un piano media internazionale che prevede una massiccia operazione di comunicazione su testate italiane ed estere. Da maggio 2014 verrà messo on line un web site dedicato che conterrà tutte le informazioni relative all’evento e attraverso una newsletter verranno comunicati ogni 15 giorni i vari upgrade (studi partecipanti, progetti in concorso, iniziative collaterali, etc). I visitatori potranno effettuare attraverso il sito il pre-accredito e accedere all’agenda con richiesta diretta di contatto con le aziende partner. Durante l’evento, tutti gli speech verranno registrati e messi on line quasi in presa diretta. Oltre a questi contenuti, saranno messe on line le interviste agli studi invitati e alle aziende partecipanti. Tutti i filmati verranno caricati anche sulle piattaforme youtube e vimeo con azione di massima divulgazione e indicizzazione attraverso i principali motori di ricerca. In corrispondenza della messa on line del sito, verranno creati i corrispettivi account sulle principali piattaforme Social in lingua inglese (Facebook, Twitter, Instagram) che opereranno un’azione di promozione e divulgazione intensa prima dell’evento, durante e successivamente a lavori conclusi, in modo da tenere viva l’attenzione sui contenuti offerti.

ARCHMARATHON 2014:Be there or be square!

Anche su queste piattaforme verranno creati a link a tutti i filmati in modo da determinare un’azione di comunicazione virale a largo raggio. Tutti i servizi a corollario di ARCHMARATHON sono stati concepiti per offrire un evento completo, friendly e accessibile sotto tutti gli aspetti. È infatti previsto per i tre giorni un Temporary Restaurant a prezzi “social” per tutti i partecipanti. Il servizio Ristorante e Bar sarà continuativo con orario dalle 9.30 alle 22 no stop. ARCHMARATHON avrà anche un aspetto ludico e ogni sera darà anche spazio alla buona musica: dalle 18.30 il Temporary Restaurant si trasformerà in Happy Hour Lounge con musica dal vivo ad opera di architetti e designer musicisti che si alterneranno in modalità Jam Session. ARCHMARATHON sarà facilmente raggiungibile perché verrà istituito un servizio navetta completamente gratuito, durante i tre giorni di evento che farà spola, con orario continuativo dalle 9.00 alle 22.00, da Cadorna e Stazione Centrale per/da Studio 90. ARCHMARATHON sarà un incubatore di qualità progettuale, ricco di momenti ad alto livello culturale, interscambi commerciali a carattere internazionale e coinvolgerà tutti gli Ordini degli Architetti italiani ed Esteri, i principali Istituti di Formazione (Politecnico, IED, Naba, etc.) e le associazioni di settore (INARCH, ADI, SBID, etc.).

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L’Ordine degli Architetti PPC di Livorno è stato scelto come uno degli invitati speciali dagli organizzatori della importante Kermesse di Architettura ed ha organizzato per ARCHMARATHON una sessione speciale per i 3 giorni;è possibile chiedere alla segreteria le ulteriori informazioni, il programma delle 3 giornate oltre la scheda di adesione da effettuare entro il prossimo 12 settembre. La partecipazione ad ARCHMARATON darà il diritto all’acquisizione di 6 CFP.

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Si è concluso il restauro conservativo dei “Quattro Mori”, simbolo della città di Livorno; sabato 26 Luglio si è svolta l’inaugurazione ufficiale del monumento in piazza Micheli, dove erano presenti l’assessore alla cultura Serafino Fasulo, il presidente della Fondazione Livorno Luciano Barsotti, la sovrintendente ai Beni culturali ed architettonici Paola Raffaella David e i due restauratori bolognesi Giovanni e Lorenzo Morigi. I lavori di restauro sono durati circa tre mesi e hanno interessato l’intero complesso, sia nella parte bronzea (i mori) che in quella lapidea (il

basamento e la statua di Ferdinando I); il cartiglio lapideo nella mano di Ferdinando, che si spezzò nel febbraio dell’anno scorso, è stato ripristinato. L’ultimo intervento conservativo dei Quattro Mori fu eseguito nel 1997. Il monumento a Ferdinando I fu commissionato nel 1624 dal figlio (il Granduca Cosimo II dei Medici) agli scultori Giovanni Bandini e Pietro Tacca (allievo e collaboratore del Giambologna), lo stesso che realizzò le due fontane con i mostri marini (1629) inizialmente destinate a Livorno e poi collocate in piazza dell’Annunziata a Firenze.

di Matteo Bianchi

Concluso il restauro dei 4 mori.

Xilografia - 1887

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di Michelangelo Lucco

La vignetta.

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di Matteo Bianchi

Eventi.

PAOLO VERONESE.L’ILLUSIONE DELLA REALTA’(Palazzo della Gran Guardia, Piazza Bra - VERONA)

Dal 5 LUGLIO al 5 OTTOBRE 2014 Dopo tre anni di preparazione si apre la grande mostra di Paolo Veronese, a cura di Paola Marini (direttrice del museo di Castelvecchio) e di Bernard Aikema (Università degli Studi di Verona). Con ben 100 opere esposte – dipinti e disegni provenienti dai più prestigiosi musei italiani ed internazionali – l’esposizione si articola in 6 sezioni che raccontano le varie fasi della vita artistica del Veronese: la formazione a Verona, i rapporti con gli architetti (Sansovino, Palladio), la committenza, i temi mitologici ed allegorici, la religiosità dell’artista, le collaborazioni e la bottega. Orari di apertura:lunedì–giovedì, sabato e domenica:10.00-21.00venerdì: 10.00-22.00 Biglietto d’ingresso: Intero: € 12,00 - Ridotto: € 9,00Minorenni e scuole: € 6,00 Prenotazioni: numero verde 848 002 008(da lunedì a sabato, ore 9,00-18,00)

MARC CHAGALL(Palazzo Reale, Piazza del Duomo 12 - MILANO)

Dal 16 SETTEMBRE 2014al 1 FEBBRAIO 2015 Al Palazzo Reale di Milano la più grande retrospettiva mai allestita in Italia del pittore russo, con oltre 220 opere esposte – alcune inedite – che evidenziano il lungo percorso artistico di Chagall, dal suo primo quadro fino alle ultime monumentali opere degli anni ’80. La mostra ci aiuta a leggere, attraverso le vicende personali dell’artista, l’evoluzione del suo stile inconfondibile che sintetizza passione, fantasia e leggerezza.

Orari di apertura:lunedì: 14.30-19.30mart., merc., ven. e domenica: 9.30-19.30giovedì e sabato: 9.30-22.30 Biglietto d’ingresso: Intero: € 11,00 - Ridotto: € 9,50Minorenni e scuole: € 5,50

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PICASSO E LA MODERNITA’ SPAGNOLA(Palazzo Strozzi, Piazza degli Strozzi - FIRENZE)

Dal 20 SETTEMBRE 2014al 25 GENNAIO 2015 Picasso e la modernità spagnola accoglie circa 90 opere della produzione di Picasso e di altri artisti tra dipinti, sculture, disegni, incisioni e una ripresa cinematografica, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Tra le opere esposte sono presenti celebri capolavori come il Ritratto di Dora Maar, la Testa di cavallo e Il pittore e la modella di Picasso, Siurana, il sentiero di Miró e inoltre i disegni, le incisioni e i dipinti preparatori di Picasso per il grande capolavoro Guernica, mai esposti in numero così elevato fuori dalla Spagna.

Orari di apertura:Tutti i giorni (inclusi festivi): 10.00-20.00Giovedì: 10:00-23:00 solo su prenotazione: 09:00-10:00 Biglietto d’ingresso: Intero: € 10,00 - Ridotto: € 8,50ragazzi dai 7 ai 18 anni: € 4,00www.palazzostrozzi.org

AMEDEO MODIGLIANI(Palazzo BLU, Lungarno Gambacorti 9 - PISA)

Dal 3 OTTOBRE 2014al 15 FEBBRAIO 2015 In mostra nelle suggestive sale di Palazzo Blu di Pisa, una ricca e attenta selezione di opere provenienti dal Centre Pompidou di Parigi insieme a magnifici capolavori provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere ricreeranno l’atmosfera culturale in cui maturò la straordinaria ed entusiasmante esperienza della pittura dell’epoca e la vicenda artistica di Modigliani. Insieme alle opere di Modì, saranno presenti anche i grandi capolavori di artisti dell’epoca, suoi contemporanei e compagni di avventure a Montparnasse tra i quali, Chaim Soutine, Pablo Picasso, Marc Chagall, Fernand Léger e tante figure popolari come Maurice Utrillo, Suzanne Valadon, André Derain o Raoul Dufy, Juan Gris e Gino Severini. La curatela scientifica è affidata a Jean Michel Bouhours, accreditato studioso di Modigliani.

Orari di apertura:Lunedì - Venerdì: 10.00-19.00Sabato - Domenica: 10.00-20.00 Biglietto d’ingresso: intero € 10,00 con audioguidaRidotto: € 8,50/ € 4,00www.palazzoblu.it

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CERSAIE 2014 (Via della Fiera, 20 - BOLOGNA)

Dal 22 al 26 SETTEMBRE 2014 Al quartiere fieristico di Bologna dal 22 al 26 settembre ritorna l’appuntamento del CERSAIE, con una superficie espositiva di 176.000 mq e ben 910 espositori nel settore dei rivestimenti ceramici, dell’arredobagno e delle apparecchiature igienico-sanitarie, dei caminetti, delle materie prime, delle attrezzature e dei materiali per la posa e l’esposizione di prodotti ceramici.

Orari di apertura:9.00-19.00 Biglietto d’ingresso: € 10,00 Tel.: +39.051 282 111www.cersaie.it

14° MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA (Giardini della Biennale e Arsenale, VENEZIA)

Dal 7 GIUGNO al 23 NOVEMBRE 2014 Ai Giardini della Biennale e all’Arsenale di Venezia è aperta, dal 7 Giugno, la quattordicesima mostra internazionale di Architettura dal titolo “Fundamentals”, curata da Rem Koolhaas ed organizzata dalla Biennale di Venezia (direttore Paolo Baratta). La mostra “sarà una Biennale sull’Architettura e non sugli architetti”- ha dichiarato il curatore – e riguarderà l’evoluzione dell’architettura degli ultimi 100 anni nei diversi paesi del mondo, alcuni dei quali parteciperanno per la prima volta (Costa d’Avorio, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Kenya, Marocco, Mozambico, Nuova Zelanda, Turchia). I paesi che parteciperanno all’Esposizione saranno, in totale, 65.

Orari di apertura:10.00-18.00 – chiuso il LunedìTel.: +39.041 5218828 www.labiennale.org

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ARCHMARATHON AWARDS(STUDIO 90, East End STUDIOS, Via Mecenate 90, 20138 - MILANO)

Dal 14 al 16 NOVEMBRE 2014 Presso lo Studio 90 degli East End Studios di Milano si svolgerà questo evento internazionale di architettura dove saranno riuniti 50 studi di progettazione (provenienti da 22 diverse nazioni) per un prestigioso award; gli studi presenteranno, dalle ore 10,00 alle 18,00, una selezione accurata di progetti elaborati negli ultimi due anni, con i quali concorreranno alla premiazione finale.Archmarathon sarà inoltre un’occasione di scambio e di dialogo tra vari operatori del mercato delle costruzioni e dell’architettura, per stimolare e promuovere nuove attività di business, in un contesto culturale di grande livello; saranno esposti i prodotti delle aziende - Partner (in tutto 30) all’interno di appositi box di relazione. L’evento sarà inaugurato il 13 novembre con l’Opening Gala e la presentazione, mentre il 16 novembre dalle ore 19,30 avverrà la premiazione finale dei progetti vincitori.

Orari di apertura:10.00-18.00 www.archmarathon.it

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