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GEOGRAFIA URBANA E
REGIONALE 1
Renato Ferlinghetti
Università degli Studi di Bergamo
Centro Studi Sul Territorio (CST) ‘L. Pagani’
Bergamo, 14 novembre 2019
Anno accademico 2019-2020
Dipartimento di Lettere, Filosofia,
Comunicazione
Dal luogo di formazione alla formazione del luogo
Secondo elaborato!!
Il processo di territorializzazione di Palazzo
Baroni
• Manufatti:
• Prodotti dalle attività umane che forniscono informazioni sulle
società del passato
• Le fonti scritti;
• Le fonti figurate;
• I manufatti territoriali
• Ecofatti
• Elementi del contesto naturale odierno che forniscono
informazioni sugli ambienti del passato
• Fenomeni naturali;
• Forme relitte;
• Depositi paleoambientali.• C. Tosco, Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di ricerca, Rpma-Bari 2009.
Alla ricerca di nuove fonti per la ricerca geo-
storica
Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• Quali altre indicazioni ci ha fornito Luigi Pelandi sulladenominazione?
• Medioevo (X –XIII sec.) Mugazzone
• Sec. XVI Contrada dei Toffi
• 1853 Contrada e Via Nuova *
• 1890 Trattoria il Giardinetto
• 1893 Collegio Baroni
• 1918 Convitto Esperia
• 1943-1945 Caserma e carcere nazi-fascista??????
• 1945 -2000 Convitto Esperia
• 2001 – 2011 ……….
• 2017 Via Borgo Pignolo
Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• Quali altre indicazioni ci ha fornito Luigi Pelandi sullareificazione?
• Medioevo (VIII – XIII) Vigneto
• Sec. XVI Contrada di 90 abitanti con una tintoria, una fornace e una roggia
• 1853 Prato con gelsi
• 1890 Locale pubblico, Trattoria
• 1893 Locale pubblico, Collegio e scuola elementare
• 1918 Convitto
• 1943-1945 Caserma e carcere politico
• 1945 - 2000 Convitto
• 2001 2011 …………..
• 2012 Sede dell’Università degli Studi di Bergamo
Altre fonti letterarie, nuove indicazioni• MAZZI A., Corografia bergomense nei secoli VIII, IX, X, Pagnoncelli,
Bergamo, 1880.
• DA LEZZE G., Descrizione di Bergamo e suo territorio 1596, a cura di V. MARCHETTI V., L. PAGANI, Provincia di Bergamo, Bergamo 1988.
• COLLEONI C., Historia quadripartita di Bergomo et suo territorio, Bergamo, Ventura, 1617.
• MUTIO M., Sacra historia di Bergamo, Venezia, Ventura, 1621.
• PELANDI L., il borgo di Pignolo, Bergamo, Bolis, 1962.
• SCHIAVINI J.( a cura di), 1968-2008 Quarant’anni di Università a Bergamo, Bergamo, Bergamo University Press - Sestante, 2009.
• FERLINGHETTI R., 2013, Spazi verdi ed evoluzione del paesaggio urbano a Bergamo. Una sintesi geografica, in M.A. BREDA, M.C.ZERBI, Rinverdiamo la città. Parchi, orti e giardini, Torino, Giappichelli, pp. 285-332.
Tra la chiusura del Convitto e l’arrivo dell’Università degli studi di
Bergamo il periodo della dismissione e dell’abbandono
Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• Quali altre indicazioni ci ha fornito juanita Schiavini sulladenominazione?
• Medioevo (X –XIII sec.) Mugazzone
• Sec. XVI Contrada dei Toffi
• 1853 Contrada e Via Nuova *
• 1890 Trattoria il Giardinetto
• 1893 Collegio Baroni
• 1918 Convitto Esperia
• 1943-1945 Caserma e carcere nazi-fascista??????
• 1945 -2000 Convitto Esperia
• 2001 – 2011 Ex Convitto Esperia
• 2017 Via Borgo Pignolo
Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• Quali altre indicazioni ci ha fornito Juanita Schiavini sullareificazione?
• Medioevo (VIII – XIII) Vigneto
• Sec. XVI Contrada di 90 abitanti con una tintoria, una fornace e una roggia
• 1853 Prato con gelsi
• 1890 Locale pubblico, Trattoria
• 1893 Locale pubblico, Collegio e scuola elementare
• 1918 Convitto
• 1943-1945 Caserma e carcere politico
• 1945 - 2000 Convitto
• 2001 2011 Area dismesse
• 2017 Via Borgo Pignolo
Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• Una nuova tappa del processo di Reificazione
• Medioevo (VIII – XIII) Vigneto
• Sec. XVI Contrada di 90 abitanti con una tintoria, una fornace e una roggia
• 1853 Prato con gelsi
• 1890 Locale pubblico, Trattoria
• 1893 Locale pubblico, Collegio e scuola elementare
• 1918 Convitto
• 1943-1945 Caserma e carcere politico
• 1945 - 2000 Convitto
• 2001 2011 Area dismesse
• 2012 Sede universitaria
• 2019 Sede universitaria (Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione)
Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• Quali altre indicazioni sulla denominazione?
• Medioevo (X –XIII sec.) Mugazzone
• Sec. XVI Contrada dei Toffi
• 1853 Contrada e Via Nuova *
• 1890 Trattoria il Giardinetto
• 1893 Collegio Baroni
• 1918 Convitto Esperia
• 1943-1945 Caserma e carcere nazi-fascista??????
• 1945 -2000 Convitto Esperia
• 2001 – 2011 Ex Convitto Esperia
• 2019 Via Borgo Pignolo, Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione.
2° Attività sperimentaleIl processo di territorializzazione di Palazzo Baroni
Stendi una breve relazione che illustri i principali passaggi del
processo di territorializzazione dell’area di Palazzo Baroni sede
del Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione
dell’Università di Bergamo.
Struttura la relazione secondo il seguente indice:
Copertina
Premessa
Il processo di territorializzazione
Le principali fasi del processo di territorializzazione dell’area
di Palazzo Baroni, inserisci due tabelle riassuntive delle principali
fasi del processo di denominazione e reificazione
Territorializzazione e valorizzazione dei luoghi
Bibliografia
Ricerca nella rivista
Emporium la pubblicità
relativa al Collegio
Baroni ed inseriscila nel
secondo elaborato!
Cogli l’occasione per sfogliare
una delle riviste più importanti
del primo Novecento,
pubblicata a Bergamo
Bibliografia• Norme da seguire
• Autore (Cognome, nome in maiuscoletto!), titolo (in corsivo), Casa editrice, Luogo e anno di pubblicazione.
• TURRI EUGENIO, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia 2000.
• PAGANI LELIO, Bergamo. Lineamenti e dinamiche della città, Bergamo University Press – Sestante, Bergamo 2000.
• PELANDI LUIGI, Il borgo di Pignolo, Bolis, Bergamo1962.
• I testi consultati in rete citali nel seguente modo:
• SIEVERST T., Al centro del margine: da periferia a paesaggio urbano regionale, passando per la città intermedia. In: Nella città diffusa. Idee, indagini, proposte per la nebulosa insediativa veneta, Fondazione Benetton Studi Ricerche, materiali dal XIV corso sul governo del paesaggio, 2003, www.fbsr.it/media/2010/corso03031sieverts_628.pdf, visitato il 25 giugno 2015.
Il nostro percorso disciplinare
• La geografia scienza dell’umanizzazione della Terra
• Il processo di territorializzazione
• La varietà della Geografia
• Visione della territorializzazione (determinismo, possibilismo,
strutturalismo o funzionalismo, geografia umanistica)
• Percorso e concetti della sostenibilità
• Il concetto di regione e le ragioni della regione
• Le invarianti strutturali del territorio lombardo
• Ambienti, territori e paesaggi del territorio lombardo
• Uno sguardo regionale al mondo: le nuove vie della seta
• La rappresentazione cartografica
• 1° Attività sperimentale: Dal luogo di formazione alla formazione del
luogo
• 2° Attività sperimentale: Il processo di territorializzazione di Palazzo
Baroni
Geografia regionale
• Geografia: scienza che indaga e rappresenta le manifestazioni prodotte sulla superficie terrestre dalla presenza umana e dalla sua interazione con la natura
• Regione: un partizione territoriale con determinate caratteristiche
• “ora come territorio caratterizzato da una certa uniformità naturale, etnica o economica, ora come distretto ereditato dalla storia e che non rispecchia nessuna realtà attuale, etnica o economica, la regione è concepita come una specie di ‘dato’ di cui si sforza, all’inizio degli studi, di giustificarne i limiti” (Juillard, 1978)
Geografia regionale
• Regione: una generica porzione territoriale
con determinate caratteristiche
• “La regione è una costruzione intellettuale cui
astrattamente può ricondursi ogni partizione
della superficie terrestre ottenuta con tecniche di
scomposizione (da unità più grandi a unità più
piccole) o di aggregazione successiva”
La regione delle lingue
romanze
La partizione regionale un’analisi dagli esiti diversificati
La regione primato della grammatica razionalista
• La regione costituisce un tema di preminente rilevanza
per la geografia
• Teorizzata per la prima volta dai geografi nel
Settecento è oggi oggetto di interesse da parte di
numerose scienze (urbanistica, sociologia, economia,
ecc.)
• La sua definizione è andata evolvendo nelle diverse
correnti geografiche (determinismo, possibilismo,
strutturalismo e nell’ambito della teoria del sistema
generale e della complessità)
• E’ oggetto privilegiato delle impostazioni geografiche
razionaliste, mentre quelle umanistiche rappresenta un
tema marginale relegato nel sottofondo
La regione ambito primario della geografia
• Regione deriva dal termine latino regione(m) termine che
denotava le linee rette tracciate nel cielo dagli auguri per
suddividerne le parti, e poi i limiti di ogni porzione nel cielo e
successivamente i limiti di ogni porzione di territorio, comunque
individuata. Il termine deriva da una radice indoeuropea (reg) che
significa movimento in linea retta da cui sono derivati i termini
reggere, regime e altri usati per descrivere fatti inscritti sulla
superficie terrestre.
• Il concetto di regione ripartisce la conoscenza geografici in due filoni
principali:
• Geografia generale: costruisce e ordina le nozioni fondamentali
della geografia
• Geografia regionale: produce conoscenza sui singoli territori,
qualunque sia la loro estensione
I concetti di regione• Regione naturale: spazio fisico omogeneo, generatore di omogeneità
organizzativa (determinismo fisico). La concezione proposta nel Settecento
riconosce come regione organismo il bacino idrografico, struttura
territoriale naturale, all’interno del quale si determinano specifiche forme di
insediamento, agricoltura e allevamento naturale. Il concetto si è poi
esteso ad aree con analogo contesto geologico (rilievo ercinici degli
Appalachi, scudo archeozoico della penisola arabica). Oggi utilizzato per i
piani di bacino previsti nella legislazione italiana.
• Regione umanizzata: spazio in cui una comunità umana, dotata di un
proprio genere di vita, interagisce con uno o più substrati fisici, creando un
organismo geografico (possibilismo). La regione è il prodotto primario
della territorializzazione caratterizzato dall’impronta culturale delle singole
comunità. Questa concezione promosse nella prima metà del Novecento
una mole eccezionale di studi regionali.
• Regione come struttura territoriale di eccellenza: area di gravitazione
sottesa da una struttura territoriale di elevato rango funzionale
(strutturalismo). Il fulcro territoriale può essere svolto da una città con
funzione elevate, da una concentrazione industriale o da un nodo di
traffico, ad esempio la regione metropolitana di Milano.
Il campo d’indagine regionale: il
territorio Lombardo
• L’ambito regionale coincide con quello
amministrativo meritevole di analisi per
• Portato geo-storico e ambientale
• Intensità delle dinamiche
• Significatività degli esiti
• Necessità di capire e guidare i
cambiamenti
• Dovere civile di partecipare alla
costruzione dei nostri ambienti di vita.
Caratteri territoriali del paesaggio lombardo
• Le fonti di riferimento:
• I paesaggi di Lombardia;
• Osservatori dei paesaggi lombardi
• www.territorio.regione.lombardia.it
• PTR-Piano Territoriale Regionale (link)
• Elaborati del PTR (link)
• Piano Paesaggistico Regionale (link)
• Quadro di Riferimento Paesaggistico (link)
• 1) I Paesaggi di Lombardia; 2) Osservatorio dei
Paesaggi Lombardi
Invarianti strutturali del contesto
territoriale lombardo
• Varietà fisica
• Elevata diversità biologica
• Profonda stratificazione storica
• Elevato valore paesaggistico
• Naturalità diffusa
Il ponte stradale e ferroviario di Paderno d’Adda. Le valli escavate lombarde
rappresentano un segno della profonda crisi idrica del Messiniano
Il paesaggio dell’alta pianura, un contesto apparentemente
omogeneo. Le valli escavate un modulo ricorrente nell’alta
pianura lombarda
L’alta pianura lungo il Serio, il corso d’acqua non corre incassato
in forra e determina specifici processi di territorializzazione che si
differenziano da quelle delle altre aree perifluviali regionali.
L’alta pianura lungo il Serio, il luogo dei guadi e
non dei ponti o dei traghetti (porti).
Guadi lungo il Serio tra Cologno e Mozzanica, Da Bruno Cassinelli, 1991.
Guado tra Landiona e Arborio (2014)
I guadi ganci territoriali per la rigenerazione e valorizzazione
locale
Rappresentazione dei guadi tra Landiona e Arborio e tra Sillavengo e
Ghislarengo (La Marchia, 1700)
I guadi ganci territoriali per la rigenerazione e valorizzazione locale
Pellegrinaggio
I guadi, ganci territoriali per la rigenerazione e valorizzazione
locale
Pellegrinaggio tra Albano V. e la Madonna della Fontana, 2003
Pellegrinaggio tra Albano V. e la Madonna della Fontana, 2003
I guadi ganci territoriali per la rigenerazione e valorizzazione locale
Rappresentazione dei guadi di Bergamo, Carpeneto, di S. Rocco
nell’alta pianura bergamasca (IGM, 1889)
I guadi elementi organizzatori del territorio
Guadi organizzatori dei nuclei abitati
Guadi e ponti, da alternativa storica, a opportunità per la
valorizzazione locale
Il guado della Muratella (IGM volo, 1954)
Invarianti strutturali del contesto
territoriale lombardo
• Varietà fisica
• Elevata diversità biologica
• Profonda stratificazione storica
• Elevato valore paesaggistico
• Naturalità diffusa
Areale e stazioni di Campanula elatinoides, endemita insubrico;da Arietti, Fenaroli e
Giacomini (1955)
Invarianti strutturali del contesto
territoriale lombardo
• Varietà fisica
• Elevata diversità biologica
• Profonda stratificazione storica
• Elevato valore paesaggistico
• Naturalità diffusa
I paesaggi umanizzati ereditati
dalla storia• L’Italia è il paese più “costruito” d’Europa: dalla
pianura padana per secoli sommersa dalle acque, ai litorali della Sicilia, in tempo infestati dalla malaria. Esso è stato sottoposto, nel corso di (Circa tre) millenni, a un’opera colossale di plasmazione e di adattamento che ha coinvolto più civiltà. Dai Greci agli Etruschi, dai Romani ai monaci benedettini, dagli Stati preunitari sino ai governi repubblicani di questo dopoguerra, un’opera ininterrotta di bonifiche ha adattato l’habitat naturale ai bisogni di abitabilità delle popolazioni e alle pressioni dello sviluppo. (Marcarini 2000, pp. 254-275, in Rombai 2002, p. 42)
L’alta pianura lombarda sono ancora visibili i segni della
romanità, del medioevo e dell’età moderna
Invarianti strutturali del contesto
territoriale lombardo
• Varietà fisica
• Elevata diversità biologica
• Profonda stratificazione storica
• Elevato valore paesaggistico
• Naturalità diffusa
Il paesaggio lombardo frutto e scena
dell’azione territoriale delle comunità locali è
stato considerato tra i più belli d’Italia e il
tema della “bella natura lombarda” fu assai
caro ai viaggiatori del Gran Tour.
Il Coryat, ad esempio, nel XVII secolo
esclamava, con sguardo rivolto all’intera
Padania “Italy is the garden of the world, so
is Lombardy the garden of the Italy…”, e la
campagna lombarda evocava in molti
viaggiatori il concetto di “giardino perpetuo”.
Invarianti strutturali del contesto
territoriale lombardo
• Varietà fisica
• Elevata diversità biologica
• Profonda stratificazione storica
• Elevato valore paesaggistico
• Naturalità diffusa
Paesaggio prealpino lombardo, pur essendo completamente costruito
dall’uomo il contesto presenta un elevato grado di biodiversità
Il valore naturalità diffusa
• La “naturalità diffusa” è la presenza di ambiti, a diverse
scale, dove siano presenti discreti valori di biodiversità in
presenza di attività antropiche. Tale compresenza non è
omogenea sull’intero territorio: comprende aree a più
elevata naturalità e aree seminaturali collinari,
pedemontane e di pianura dove sono presenti
insediamenti sparse diffusi e attività agricole estensive e
a basso impatto.
• La presenza di naturalità diffusa è un valore ambientale
decisivo per la qualità complessiva del territorio; è la
base necessaria per il mantenimento di un’elevata
biodiversità ed è condizione indispensabile alla riduzione
della vulnerabilità degli ecosistemi.
Le eredità del passato e i motivi dell’identità
lombarda
• Indicare quali sono le specificità del paesaggio lombardo
risulta complicato, considerato che la varietà degli
ambienti naturali è pari alla varietà delle storie e
all’incidenza che esse hanno avuto attraverso i secoli
nelle diverse parti della regione. Se però si dovesse dire
qual è il carattere comune ai paesaggi tradizionali della
regione, quale elemento li distingue, svelandosi con ciò
stesso come segno proprio della “lombardità”, si
potrebbe rispondere che è il modo di utilizzare le
risorse e gli spazi naturali in modi semplici, razionali,
pragmatici, e attraverso una artificializzazione
dell’elemento di natura che non è mai sconvolgente,
troppo soverchiante.
• Piano del paesaggio lombardo,PTPR, vol.2, 2001, p.15