Gennaio 2013

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n. 1 - gennaio 2013 | anno XIX | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it SEGNIdeiTEMPI giornale di attualità sociale, culturale e religiosa Bagnoli, è qui il futuro Nuovo scenario con l’apertura della Porta del Parco e l’addio alla Nato. Le interviste al presidente di Bagnoli Futura e al parroco di Maria Desolata Pag. 5 Pozzuoli. Dalle tesi dei neolaureati al progetto Equi-libri tante iniziative nella Torre Toledo. E si realizza il sogno del viceré IL PALAZZO DELLA CULTURA La Biblioteca si trasforma in Polo multifunzionale puntando su giovani e terzo settore I l Polo culturale Palazzo Toledo del Co- mune di Pozzuoli ha avviato ad ottobre un’interessante iniziativa che vede protago- nisti i giovani laureati, i quali hanno l’occa- sione di presentare il lavoro realizzato nel- la stesura della loro tesi di laurea. Questo primo ciclo d’incontri, che si concluderà a maggio, vuole dare fiducia alle nuove leve che “costituiscono un’opportunità per assi- curare ulteriore sostegno all’azione di pro- mozione culturale e territoriale, in grado di innescare validi e duraturi processi di ripre- sa economica”, come affermato dall’assesso- re comunale alla cultura, Francesco Fumo. Prossimo appuntamento giovedì 17 genna- io (ore 17), con la presentazione della tesi sostenuta da Elena Smaldone, “Il restauro del libro”, e la partecipazione della profes- soressa Amalia Russo, del Corso di laurea in Conservazione dei beni culturali dell’U- niversità degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il Polo culturale, guidato dal dirigente Car- lo Pubblico e diretto da Luigi Zeno, sta ospitando anche eventi e corsi nell’ambito del Progetto Equi-libri della Diocesi di Poz- zuoli, realizzato da realtà del Terzo Settore con il sostegno della Fondazione con il Sud e la Fondazione Vodafone Italia. Significati- vi anche gli eventi rivolti a fasce socialmente deboli in sinergia con l’assessore comunale alle politiche sociali, Teresa Stellato. (servizi a pag. 10, 13 e 16). c.l. Tra crisi, consumi e legalità La situazione nell’area flegrea Aumentano i mercatini fai-da- te mentre i saldi non tirano. I buoni “Napo”, l’Amico Giu- sto e il prestito della speranza Pag. 2 e 3 Un reparto d’eccellenza, ma man- cano persino i circuiti monouso per le incubatrici. Aiuto dalla Ca- ritas diocesana, ma non basta Pag. 4 Pediatria Ospedale San Paolo I problemi non finiscono mai Il suo ultimo pensiero è stato per i poveri: ha pregato per i poveri e anche per i vescovi, come ha ricorda- to il cappellano dell’ospedale. La rivelazione durante l’omelia del vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, nella gremitissima chiesa di Maria SS. Im- macolata in via Carlo Rosini. In quello stesso complesso Immacolata che è stato per 60 anni la casa di Suor Caterina. Giusto il riconoscimento di un’intera città (c’era anche il sindaco Vincenzo Figliolia insieme ad altri rappresentanti dell’amministrazione comunale), al funerale ufficiato dal vescovo sabato 12 gennaio. Sempre al servizio dei poveri, dunque, senza alcuna sosta, instancabile e creativa. Questa l’immagine con cui viene ricordata Suor Caterina Napoli dalle con- sorelle Figlie della Carità, guidate a Pozzuoli da suor Concetta Mattiello. Nata nel quartiere napoletano di Ponticelli il 16 gennaio 1925, Suor Caterina – con questo nome la conoscevano tutti a Pozzuoli - ha ope- rato nella Casa “Pio XII”. Si era in ultimo dedicata al campetto sportivo, che è stato possibile realizzare grazie alle donazioni di tanti che nella loro giovinezza erano stati aiutati dalla “piccola grande suora” e che aveva- no risposto al suo appello. Particolarmente attiva nella costruzione e nella conduzione della casa famiglia, in sinergia con il Volontariato vincenziano. Sempre at- tenta alle esigenze degli altri, ricchi e poveri, bambini e anziani, bisognosi e tante famiglie assistite nell’opera caritativa; sempre in prima linea nei momenti difficili vissuti dal comune puteolano, basti pensare al supporto offerto al territorio dalla casa delle suore negli anni successivi al bradisismo, agli inizi del 1980. L’ultima preghiera di Suor Caterina Il carisma di una “figlia della carità”: tutta la vita spesa al servizio dei più deboli Ufficio per le celebrazioni liturgiche Santa Messa con il Rito di ordinazione dei diaconi permanenti presieduta dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella Parrocchia Sacra Famiglia a Pianura Sabato 9 febbraio (ore 19.30) La donna è protagonista Laboratorio con le detenute per produrre “gioielli” nella casa famiglia del San Marco. E a Monterusciello una”boutique” per aiutare famiglie in difficoltà Pag. 11

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Segni dei Tempi, testata di attualità sociale, culturale e religiosa

Transcript of Gennaio 2013

n. 1 - gennaio 2013 | anno XIX | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it

SEGNIdeiTEMPIgiornale di attualità sociale, culturale e religiosa

Bagnoli, è qui il futuroNuovo scenario con l’apertura della Porta del Parco e l’addio alla Nato. Le interviste al presidente di Bagnoli Futura e al parroco di Maria Desolata

Pag. 5

Pozzuoli. Dalle tesi dei neolaureati al progetto Equi-libri tante iniziative nella Torre Toledo. E si realizza il sogno del viceré

IL PALAZZO DELLA CULTURALa Biblioteca si trasforma in Polo multifunzionale puntando su giovani e terzo settore

Il Polo culturale Palazzo Toledo del Co-mune di Pozzuoli ha avviato ad ottobre

un’interessante iniziativa che vede protago-nisti i giovani laureati, i quali hanno l’occa-sione di presentare il lavoro realizzato nel-la stesura della loro tesi di laurea. Questo primo ciclo d’incontri, che si concluderà a maggio, vuole dare fiducia alle nuove leve che “costituiscono un’opportunità per assi-curare ulteriore sostegno all’azione di pro-mozione culturale e territoriale, in grado di innescare validi e duraturi processi di ripre-sa economica”, come affermato dall’assesso-re comunale alla cultura, Francesco Fumo. Prossimo appuntamento giovedì 17 genna-io (ore 17), con la presentazione della tesi sostenuta da Elena Smaldone, “Il restauro del libro”, e la partecipazione della profes-soressa Amalia Russo, del Corso di laurea in Conservazione dei beni culturali dell’U-niversità degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.Il Polo culturale, guidato dal dirigente Car-lo Pubblico e diretto da Luigi Zeno, sta ospitando anche eventi e corsi nell’ambito del Progetto Equi-libri della Diocesi di Poz-zuoli, realizzato da realtà del Terzo Settore con il sostegno della Fondazione con il Sud e la Fondazione Vodafone Italia. Significati-vi anche gli eventi rivolti a fasce socialmente deboli in sinergia con l’assessore comunale alle politiche sociali, Teresa Stellato.(servizi a pag. 10, 13 e 16).

c.l.

Tra crisi, consumi e legalitàLa situazione nell’area flegreaAumentano i mercatini fai-da-te mentre i saldi non tirano. I buoni “Napo”, l’Amico Giu-sto e il prestito della speranza

Pag. 2 e 3

Un reparto d’eccellenza, ma man-cano persino i circuiti monouso per le incubatrici. Aiuto dalla Ca-ritas diocesana, ma non basta

Pag. 4

Pediatria Ospedale San PaoloI problemi non finiscono mai

Il suo ultimo pensiero è stato per i poveri: ha pregato per i poveri e anche per i vescovi, come ha ricorda-to il cappellano dell’ospedale. La rivelazione durante l’omelia del vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, nella gremitissima chiesa di Maria SS. Im-macolata in via Carlo Rosini. In quello stesso complesso Immacolata che è stato per 60 anni la casa di Suor Caterina. Giusto il riconoscimento di un’intera città (c’era anche il sindaco Vincenzo Figliolia insieme ad altri rappresentanti dell’amministrazione comunale), al funerale ufficiato dal vescovo sabato 12 gennaio. Sempre al servizio dei poveri, dunque, senza alcuna sosta, instancabile e creativa. Questa l’immagine con cui viene ricordata Suor Caterina Napoli dalle con-sorelle Figlie della Carità, guidate a Pozzuoli da suor Concetta Mattiello. Nata nel quartiere napoletano di Ponticelli il 16 gennaio 1925, Suor Caterina – con questo nome la conoscevano tutti a Pozzuoli - ha ope-rato nella Casa “Pio XII”. Si era in ultimo dedicata al campetto sportivo, che è stato possibile realizzare grazie

alle donazioni di tanti che nella loro giovinezza erano stati aiutati dalla “piccola grande suora” e che aveva-no risposto al suo appello. Particolarmente attiva nella costruzione e nella conduzione della casa famiglia, in sinergia con il Volontariato vincenziano. Sempre at-tenta alle esigenze degli altri, ricchi e poveri, bambini e anziani, bisognosi e tante famiglie assistite nell’opera caritativa; sempre in prima linea nei momenti difficili vissuti dal comune puteolano, basti pensare al supporto offerto al territorio dalla casa delle suore negli anni successivi al bradisismo, agli inizi del 1980.

L’ultima preghiera di Suor CaterinaIl carisma di una “figlia della carità”: tutta la vita spesa al servizio dei più deboli

Ufficio per le celebrazioni liturgiche Santa Messa con il Rito di ordinazione dei

diaconi permanenti presieduta dal vescovo, monsignor

Gennaro Pascarella

Parrocchia Sacra Famiglia a PianuraSabato 9 febbraio (ore 19.30)

La donna è protagonistaLaboratorio con le detenute per produrre “gioielli” nella casa famiglia del San Marco. E a Monterusciello una”boutique” per aiutare famiglie in difficoltà

Pag. 11

A Napoli c’è il… Napo

Nella terza città d’Italia una risposta alla crisi dei consumi c’è. È il Napo, il buono sconto del Comune. Un piccolo aiuto economico che premia i cittadini virtuosi e fidelizza la clientela dei commercianti più sensibili. Fino a pochi anni fa la moneta lo-cale era un’utopia. Poi sono nati i primi, timidi, esperimenti. Proprio a Napoli nacque uno degli esperimenti italiani più riusciti, lo “Scec” dell’associazione Masaniello, i cui buoni sono tuttora in circolazione. Il Napo è un’idea dell’assessorato al commercio di Napoli. Tecnicamente è un buono sconto al portatore che non sostituisce, ma ac-compagna e completa, la circolazione dell’euro. Garantisce nei negozi che aderisco-no al circuito uno sconto del 10%. Lo sconto verrà pagato con la moneta locale. Lo stesso negoziante può mettere in circolazione lo sconto e far girare la moneta cre-ando un circolo che, con il tempo, crescerà sempre di più. Al momento il Napo è in distribuzione in tutti gli Urp (Uffici Relazioni con il Pubblico) delle Municipalità e di Palazzo San Giacomo. Ancora poche le attività che aderiscono, concentrate soprat-tutto nel Centro Storico. Ma tutto il mese di dicembre è stato dedicato alla diffusio-ne del buono. I primi a ricevere il Napo sono stati i napoletani che hanno compiuto 18 anni (quelli nati nel 1994): a loro sono stati distribuiti buoni pari a venti euro da alcune banche convenzionate. Altri buoni verranno distribuiti ai turisti e ai cittadini napoletani che sono in regola con il pagamento delle bollette dell’acqua. «Il Napo – ha dichiarato Marco Esposito, assessore al commercio – è un antidoto contro la crisi ed è un progetto che nasce dal territorio per aiutare i cittadini e i turisti a spendere meglio. Una sorta di prova fedeltà dei napoletani nei confronti della propria città». Per tutto il 2013 si prevede la distribuzione di 70 milioni di Napo che, dal punto di vista finanziario, creeranno un movimento pari a 600 milioni di euro. Per informazio-ni è possibile collegarsi al sito istituzionale dedicato: www.napo.comune.napoli.it

SEGNI FLEGREI PRIMO PIANO

Boom dei mercatini dell’artigianato: occasione sia per chi produce e vende che per chi acquista. Ma attenti all’abusivismo

Saldi senza soldi, così cambia la spesaLa lettura della crisi con Confimprenditori, Centro Commerciale Epomeo e Corto Circuito Flegreo

Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Irene Ioffredo, Antonio Izzo, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosaria Merone, Giovanni Moio, Celeste Pezzini, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - ZendoADV.it (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM SpAPubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

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anno XIX - n. 1 - gennaio 2013

Associato all’USPI

Federazione Italiana Settimanali Cattolici Unione Stampa Periodica Italiana

Associato alla Fisc

SEGNI DEI TEMPI

2gennaio 2013

Con la crisi cambiano i consu-mi. E quindi si modificano sia

le caratteristiche della domanda e sia quelle dell’offerta. A Natale c’è stato il boom dei mercatini di artigianato. Associazioni, centri culturali e addirit-tura palestre e scuole hanno organiz-zato eventi che hanno messo insieme artigiani o semplicemente virtuosi del fai-da-te. È anche questo segno della crisi economica? Chi è creativo con creta, stoffe, legno ed altro materia-le non si lascia sfuggire l’occasione e prova a vendere i lavori. Chi è inve-ce attivo tutto l’anno, che ne pensa? «Il patrimonio produttivo e cultura-le dei territori costituisce una risor-sa – risponde Daniele Lattero della Confimprenditori di Pozzuoli – e il lavoro degli artigiani merita rispetto e tutela al pari delle altre categorie; però bisogna fare attenzione quando nei mercatini dell’artigianato c’è chi non ha i requisiti richiesti per l’impresa artigiana. Così si danneggia l’imma-gine sia dell’artigianato tradizionale e sia dei territori che li ospitano. Inol-tre si rischia di incentivare una forma d´abusivismo, danneggiando chi, tut-to l’anno, è alla prese con le imposte e le difficoltà economiche dovute alla fase economica che stiamo attraver-

sando». Per quanto riguarda i consumi in ge-nerale, cosa sta cambiando nell’atteg-giamento degli acquirenti? «La crisi ha cambiato i consumi – spiega Giovanni

Adelfi del Centro Commerciale Epo-meo, l’associazione dei commercianti dell’importante strada di Soccavo – il settore dell’abbigliamento è fermo. La gente preferisce acquistare con i saldi

ma crescono sempre di più quelli che evitano di fare acquisti; se ho compra-to lo scorso anno una giacca, quest’an-no rinuncio. Cali anche per i generi alimentari. Siamo intorno ad una per-

centuale del meno 3%. Ora rispetto al passato si consuma di più pane e pasta. Molto meno pesce e carne. In generale, rispetto agli stessi mesi del-lo scorso anno, siamo ad un fatturato

di meno 30%». I commercianti di via Epomeo hanno anche un altro gran-de problema: «La ztl, la zona a traffico limitato – continua Adelfi – ha pro-curato ulteriori danni al commercio. Addirittura ci sono attività che hanno avuto un calo intorno al 60%. Non siamo contrari alla ztl, ma andava stu-diata diversamente». Quanto agli acquisti responsabili, come vanno quelli del commercio equo e solidale e della filiera corta? «La crisi economico-finanziaria – dichiara Gennaro Ferillo, responsa-bile del Gruppo di acquisto solidale Corto Circuito Flegreo - è iniziata più o meno nel 2008 e le ricerche dicono che le attività di consumo critico si sono incrementate note-volmente proprio in questi ultimi quattro-cinque anni. Le esperienze maturate nei territori e la consa-pevolezza crescente dei cittadini “consum-attori” ha fatto evolvere in qualità e quantità questo fenomeno. Nel contesto socio-economico me-ridionale ci sono realtà territoriali metropolitane più o meno vivaci come l’area flegrea. Nel Sud in gene-rale si contano più reti di produttori che di consumatori. Ma stiamo sulla buona strada».

PRIMO PIANO SEGNI FLEGREI

Il Prestito della Speranza

Oltre sessanta pratiche in un anno e mezzo di attività. Di queste, cinquanta sono andate a buon fine. Sono i numeri dell’esperienza del Prestito della Speranza nella Diocesi di Pozzuoli. «Le richieste vengono dalla classe media – spiega Tonino Testa, responsabile diocesano dello strumento – e a chiedere sostegno sono impiegati e operai che hanno bisogno di aiuto per pagare il fitto, le utenze o che hanno pro-blemi impellenti. I poveri invece non vengono da noi, perché non hanno le carat-teristiche per accedere al fondo. Loro si limitano a chiedere la spesa e purtroppo non hanno altre fonti di aiuto». La Diocesi di Pozzuoli è una delle realtà che più sta dando spazio all’esperienza voluta dalla Conferenza episcopale italiana. Le pratiche evase sono tante. «Pochi conoscono il Prestito della Speranza – continua Testa – perché pochi ne hanno capito il valore. Ci sono famiglie, dove c’è anche un’entrata mensile, ma che per la prima volta si trovano in difficoltà economiche. Mentre le banche si chiudono e non concedono prestiti, con la formula del prestito, invece, è possibile avere soldi. Per un anno non si pagherà nulla; dal secondo anno in poi si pagherà un tasso agevolato del 3 – 3,5%». La rete delle Caritas parrocchiali, il passaparola ma soprattutto il Centro di Ascolto diocesano, fanno da primo filtro per chi ha necessità di avere soldi senza incorrere negli strozzini che, come sempre, si fanno vivi nel momento del bisogno. L’Ufficio diocesano preposto verifica la pre-senza del requisiti soggettivi ed entro quindici giorni inoltra la pratica alla banca che effettuerà le verifiche del merito creditizio e della solvibilità del richiedente. Il Prestito della Speranza è la risposta concreta con cui la Conferenza Episcopale Italiana risponde alla crisi che colpisce le famiglie. Nel 2011 si è realizzata la prima campagna di informazione dopo l’accordo con l’Abi, l’associazione delle banche italiane. Il fondo iniziale nazionale è stato di 30 milioni di euro.

Il commercio, oltre la crisi, negli ultimi anni ha subito anche una

forte pressione della criminalità. «Pozzuoli e Quarto sono territori in cui le indagini degli inquirenti han-no accertato, senza ombra di dub-bio, che qui c’è un forte presenza cri-minale dedita ad usura ed estorsioni. Non è che il fenomeno sia assente da altre parti, ma qui ci sono dati oggettivi che vengono fuori dalle indagini degli inquirenti». A parlare è Luigi Cuomo, coordinatore nazio-nale di Sos Impresa e presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Paulus della Diocesi di Pozzuoli. A novembre ha inaugura-to, insieme al sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, lo Sportello della Legalità “L’Amico Giusto” all’inter-no del Mercato Ittico. Lo sportello è gestito direttamente da Sos Im-presa, organizzazione nazionale che si occupa di antiracket e antiusura. Già arrivate allo Sportello le prime richieste. È bastato solo affiggere ma-nifesti che subito c’è stata la risposta dei puteolani. «Abbiamo analizzato le prime richieste – spiega Cuomo – sono imprenditori ma non tutti sono commercianti. Si tratta di persone che chiedono sostegno economico perché soggetti ad usura. Quando un’organizzazione antiusura ha il primo contatto con chi è stretto nella morsa degli usurai è sempre così. Le vittime chiedono soldi. Ma la strada da intraprendere è solo la denuncia.

Dare soldi all’imprenditore in diffi-coltà significa dare i soldi allo stroz-zino. Lo sportello è un satellite ed agisce insieme ad altri soggetti, come la Fondazione Paulus. È necessario creare un collegamento tra varie re-altà. L’obiettivo è reperire quante più informazioni è possibile sul fenome-no dell’usura e delle estorsioni. Così la difesa e la prevenzione possono es-sere più efficaci». Le due importanti inchieste della magistratura - quella di Pozzuoli denominata “Penelope” e quella di Quarto denominata “Pol-vere” - stanno facendo luce sulle at-tività dei clan e aiuteranno a capire

meglio il fenomeno estorsivo della zona. «Purtroppo – continua Cuo-mo - dobbiamo registrare che a Poz-zuoli non c’è stata una forte presa di posizione da parte della popolazione, delle associazioni. Ci sono state delle dichiarazioni pubbliche, delle inizia-tive, ma sempre timide, in sordina. L’unica persona che ha fatto sentire la sua voce è stato il vescovo, mon-signor Gennaro Pascarella. Da qui nasce l’idea di fare qualcosa di con-creto, come la Fondazione Paulus». Intanto i membri dell’assemblea generale della Fondazione Paulus a dicembre hanno iniziato il corso di

formazione per operatori dello spor-tello di ascolto. I volontari vengono formati sui diversi aspetti legati al fenomeno estorsivi ed usurari e co-nosceranno – incontrando magistra-ti e membri delle forze dell’ordine – casi esemplari. Saranno studiate le leggi e tutti gli strumenti nomativi che consentono un adeguato soste-gno alle vittime. La prima fase della formazione si chiuderà entro marzo. Seguirà la formazione di nuovi vo-lontari che vorranno impegnarsi nel-la lotta all’usura e alle estorsioni. Lo Sportello Amico è ora attivo an-che nel Comune di Bacoli.

Legalità, al mercato itticoc’è anche “l’Amico Giusto”

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Primo piano e territorio a cura di Ciro Biondi

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SEGNI FLEGREI

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TERRITORIO

gennaio 2013

Sos dal reparto pediatrico dell’ospedale San PaoloIntervento e appello di vescovo e Caritas di PozzuoliLa Caritas Diocesana a sostegno

del reparto di Pediatria dell’O-spedale San Paolo. All’unico presi-dio ospedaliero pubblico della zona occidentale della città di Napoli, a fine novembre, mancavano i circuiti monouso per le incubatrici. Dopo la segnalazione del cappellano, don Sergio Pipolo, è arrivata la donazio-ne voluta da monsignor Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, e da don Fernando Carannante, direttore della Caritas Diocesana. In questo modo si è sbloccata immediatamen-te una situazione che poteva arrecare difficoltà ai piccolissimi pazienti del reparto di Patologia Neonatale. «Ab-biamo sollecitato più volte i vertici – spiega Giulia De Rinaldi, coor-dinatrice del personale paramedico – qui mancano anche carta igienica e guanti monouso. Ma non possia-mo lasciare che le cose stiano così e interveniamo anche di tasca nostra. Se il reparto decade, con il tempo si dirà che non funziona». «Sentito il nostro vescovo – ricorda don Fer-nando – siamo subito intervenuti acquistando il materiale. Quando ho visto i bimbi nelle incubatrici mi sono detto: qui c’è il futuro, non possiamo farli soffrire. La nostra è

stata una donazione che coprirà le esigenze per i prossimi tre, quattro mesi. Ma poi bisognerà subito trova-re una soluzione». La Caritas Dioce-

sana ha donato 3.300 euro, ma l’im-pegno non verrà meno nemmeno in futuro. Anche il cardinale Crescen-zio Sepe ha deciso di intervenire per la ristrutturazione e l’adeguamento

del reparto. Quello del San Paolo è una delle eccellenze sanitarie del ter-ritorio, un punto di riferimento per la città di Napoli e per l’area flegrea

(divisa in due Asl, Napoli 1 e Napoli 2). «Se si esclude il polo pediatrico formato da Pausilipon, Santobono e Annunziata – spiega il dottor Paolo Kosova, primario facente funzioni

– questo è l’unica struttura ad avere un punto nascita, il reparto di pa-tologia neonatale di secondo livello per i piccoli da zero a un mese, un reparto pediatrico per i bimbi fino a 14 anni e il pronto soccorso pedia-trico. Mi alterno ogni due mesi nella funzione di primario con il collega Fortunato Pannuti perché l’Azien-da ha bloccato le promozioni. È la spendig review». Le cifre: ogni anno al San Paolo nascono circa 600 bam-bini, il pronto soccorso pediatrico registra 13.000 accessi e si contano circa 1.300 ricoveri (di cui 300 per patologie neonatali). Tante le diffi-coltà. Organico dimezzato: il turn over è fermo, per cui dei 17 medi-ci necessari per un normale funzio-namento ne sono in servizio solo 7. Dei 36 infermieri di organico ce ne sono solo 28. Il delicato reparto di patologia neonatale può contare solo su sei incubatrici, di cui alme-no tre fuori uso mentre le altre sono vecchie di vent’anni. «Nonostante le difficoltà – dice don Fernando - ho trovato personale che ama il proprio lavoro. Medici ed infermieri sanno che il loro compito è delicato e si impegnano per non peggiorare la si-tuazione di bambini e famiglie».

Al servizio dei più piccoli

Costruito nel 1973, l’ospedale San Paolo ha una lunga tradizione di struttura sanitaria dedicata ai più piccoli. «I pediatri che abbiamo qui – spiega don Sergio Pipolo, il cappellano – fanno anche molto volontariato con varie organizzazioni e istituti per minori, immigrati, donne in difficoltà. Dedicano molte ore del loro tempo libero accanto agli altri, gratuitamente. Il reparto è sempre stato il fiore all’occhiello di questa struttura ed è un punto di riferi-mento per la città di Napoli. Ma devo constatate che non mancano solo i circuiti per le incubatrici, sia il reparto che l’intero ospedale, necessita-no di altri aiuti». “Guarilandia” è lo spazio allestito per ospitare una sede distaccata dell’Istituto comprensivo “Augusto–Console”. Quattro inse-gnanti garantiscono ai più piccoli il diritto allo studio. «Anche se in day hospital – afferma la maestra Concetta De Vito – il bambino non deve perdere l’occasione di stare a scuola. Siamo tutte insegnanti di lunga data, prossime alla pensione. Garantiamo l’istruzione per i bambini delle materne, primarie e medie. Ovviamente c’è un percorso di studio per-sonalizzato perché ci sono bambini che stanno qui solo alcuni giorni, mentre altri restano molto di più. Nella struttura si svolgono anche gli esami di fine anno». Giochi, lavagna multimediale, e materiale didat-tico non mancano. Durante il periodo natalizio la scuola ha preparato lavoretti che poi sono venduti per beneficenza. Accanto alla scuola c’è la sala “San Giuseppe Moscati”. Uno spazio allestito grazie al contributo del Rotary che pazienti e medici hanno a disposizione per incontri. Metà del reparto di pediatria risale a quaranta anni fa, cioè alla costruzione dell’ospedale. Il pavimento, in più punti mancante, è in plastica; mancano letti adeguati e i balconi sono chiusi con lucchetti perché le maioliche sono sollevate e pertanto sono pericolose per i piccoli degenti e le mamme. Il reparto di patologia neonatale, è stato di recente ristrutturato, anche se si utilizzano alcune incubatrici obsolete.

Da pochi mesi l’ex area industria-le dell’Ilva-Italsider ha aperto i

suoi spazi al pubblico. Un primo pas-so per la restituzione ai bagnolesi di una zona da sempre considerata un corpo estraneo del quartiere. Omero Ambrogi è il presidente della stu (so-cietà di trasformazione urbana) “Ba-gnoli Futura”.Presidente, a che punto è il proget-to di trasformazione dell'area?«A buon punto; da poco abbiamo messo Bagnoli Futura in condizione di sopravvivere, ora possiamo porta-re avanti le iniziative. Non è affatto vero che a Bagnoli non si sia fatto nulla. Invece si è fatto molto e bene, ma si conosce ancora poco perché non ancora sono state consegnate alla cittadinanza le opere realizzate. I prossimi obiettivi sono il comple-tamento dei lavori in corso e la frui-zione del quartiere delle opere finite. L'apertura della Porta del Parco è la testimonianza più evidente. Si tratta di un complesso multifunzionale, con parcheggio, centro benessere, auditorium, caffetteria e collegamen-to Wi-Fi. Già da qualche mese le piazze sono aperte e ci sono iniziative in corso. Poi, abbiamo un acquario tematico per la cura delle tartarughe

marine che è unico in Europa e che a breve avrà la sua destinazione fina-le. Il complesso del Parco dello Sport non è ancora utilizzato, ma stiamo la-vorando per il suo completamento; si tratta di una risorsa enorme che non ha uguali a Napoli. In questi anni ab-biamo sempre pensato all’apertura a

tutti, abbiamo sempre accolto citta-dini per avere suggerimenti e per sfa-tare il mito di Bagnoli Futura come società che spreca denaro pubblico». Cosa rallenta la consegna dei lavori?

«Dobbiamo superare un meccani-smo penalizzante: le risorse vengono da contributi regionali ed europei oppure dalla vendita di lotti di terre-no. Fino ad ora i bandi per la vendita dei suoli sono andati deserti. Solo ul-timamente c’è stato un altro bando e per la prima volta c’è stata la risposta

da parte di cooperative che vogliono costruire abitazioni. È un altro se-gnale positivo. Poi va completata la bonifica e il Parco Urbano».Qual è il rapporto tra archeologia

industriale e sviluppo?«Abbiamo tante testimonianze di archeologia industriale. Altrove in-vece sono state cancellate. Secondo un'impostazione del Piano Urba-nistico Attuativo, il Pua, ogni ma-nufatto dell’Italsider avrà una sua destinazione d'uso. L'acciaieria sarà la Città della Musica. L’area sarà oc-casione di sviluppo e occupazione. Abbiamo realizzato il Polo Tecnolo-gico e dell'Ambiente con moduli già assegnati ad aziende che promuove-ranno sviluppo. Ci sono tante altre cose perché questo è un cantiere di iniziative che va utilizzato al massi-mo». Qual è l’attenzione per l’ambien-te?«È un nostro obiettivo ma bisogna tenere conto che la nostra compe-tenza si arresta al limite della col-mata. Spiaggia, mare e colmata sono di competenza del Demanio Marit-timo. Eppure lo sbocco al mare co-stituisce una risorsa unica con una costa straordinaria che arriva fino a Pozzuoli e a Bacoli. Si lavora quindi in sinergia con altre istituzioni. La rimozione della colmata, per tempi e costi, è enorme. Bisogna trovare altre soluzioni».

TERRITORIO SEGNI FLEGREI

5 gennaio 2013

Dopo anni di immobilismo, primi passi per riconsegnare gli spazi ai cittadini: parla Omero Ambrogi, presidente della stu

Area Ilva, il futuro è già a Bagnoli«Lo sviluppo? E’ dietro la Porta del Parco. Bonifica difficile ma andiamo avanti con i lavori»

Bye bye Nato. Il parroco: «Occasione per il quartiere se…»

La Nato è andata via da Bagnoli. Il 3 dicembre, dopo 59 anni, la Allied Joint Force Command Naples ha lasciato il sito flegreo per trasferirsi nella nuova struttura del Lago Patria, a Giugliano. La sede di Bagnoli sarà liberata completamente il prossimo autunno. Uno spazio enorme, di circa quattordici palazzine con servizi annessi, dovrà avere una nuova destinazione. Gli edifici sono di proprietà della Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia che già prima dell’allestimento della sede militare aveva qui un istituto per minori. Cosa ospi-terà in futuro la sede? Forse, come annunciato dal governatore Stefano Caldoro, gli uffici della Regione Campania. Intanto un gruppo di lavoro regionale affiancherà la Fondazione per studiare la destina-zione che, nelle intenzioni degli amministratori, sarà comunque pubblica. «Oltre per il futuro della ex base Nato, sono preoccupato per l’intero quartiere: aspettiamo da troppo tempo che l’area dell’ex Italsider venga aperta al pubbli-co. Nel frattempo nemmeno a Città della Scienza le cose vanno bene». È questo il commento del canonico don Raffaele Russo, vicario foraneo e parroco della chiesa santa Maria Desolata. «Il pericolo – dice don Raffaele - è che la zona della Nato diventi terra di nessuno. Basta poco a far diventare quelle strutture preda di chiunque. A Bagnoli si doveva anche aprire il parcheggio sotto la stazione della Metropolitana, proprio a pochi passi dalla base. I lavori sono quasi terminati ma

è ancora tutto fermo. Sarebbe un’occasione importante per il quartiere perché è un parcheggio di interscambio tra Cumana e Metropolitana. Eviterebbe proble-mi di viabilità». «La Nato utilizzerà l’area fino a settembre» ricorda don Gaetano Iaia, parroco della chiesa all’interno della ormai ex struttura militare dedicata al Santissimo Salvatore, ai santi Angeli Custodi e a san Gaetano Thiene. «Bisognerebbe fare in modo – continua don Gaetano – che si trovino soluzioni per mantenere il vincolo

di destinazione d’uso della Fondazione Banco di Napoli per l’Infanzia. Si può pensare che gli edifici, o una parte di essi, siano destinati all’educazione dei giovani: per esempio si possono utilizzare per questi fini le tante strutture sportive; e almeno un edificio potrebbe diventare una residenza universitaria». Nel frattempo c’è chi non ha aspettato la definitiva uscita di scena della Nato per rivendicare la restitu-zione alla cittadinanza della terra intorno alla base. Si tratta della cosiddetta località San Laise, parte

dell’ex Collegio Ciano. Su quella collina venne eretta, probabilmente nel ‘700, una chiesetta chiamata di “San Laise” (o san Lavise) e, dopo diversi passaggi di proprietà, nella stessa zona fu costruito il Collegio che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, è diventato sede della Nato. Ora che i militari non ci sono più, un grup-po di cittadini e di associazioni hanno deciso di rivendicare quel pezzo di terra tra Bagnoli e Pozzuoli. L’intenzione è destinarlo a chi ha voglia di lavorare la terra e di chiedere che l’ex Collegio venga destinato di nuovo ai bambini di Napoli.

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SEGNI DEI TEMPI

ANNO DELLA FEDEprossimi appuntamenti

Alle porte della Fede…Parrocchia San Luca e Santi Acuzio ed Eutiche - Via Miliscola, 135 – Arco Felice Pozzuoli

Giovedì 24 gennaio (ore 18.30)“La fede al plurale: Cristo, Krishna, Buddha” - Gino Sansone

Giovedì 7 febbraio (ore 18.30)“La musica dell’anima: dalle origini al contemporaneo” - prof. Raffaelle Giamminelli

Per info: www.sanluca-arcofelice.it

La nuova primavera della Chiesa nell’Anno della fede.Approfondiamo il nostro Credo

Parrocchia Santa Maria delle grazie - Corso della Repubblica, 138 - Pozzuoli

Mercoledì 16 gennaio (ore 19.00)“Credo in Dio… onnipotente, creatore del cielo e della terra.

Come si arrivò alla fede in Dio creatore” – prof. Pasquale GiustinianiMercoledì 20 febbraio (ore 19.00)

“Credo in Gesù Cristo… generato, non creato della stessa sostanza del Padre.Come si arrivò ad una fede in Cristo di tipo non subordinazionista” – prof. Luigi Longobardo

Per info: www.santamariapozzuoli.it

Incontri teologico-culturaliAuditorium Rossotto nel Centro Luigi Saccone presbitero

Villaggio del Fanciullo - Pozzuoli

Giovedì 7 febbraio (ore 18.30)“La Nuova Evangelizzazione: che cos’è?” – prof. Pasquale Giustiniani

Per info: www.centroperlavitaluigisaccone.it

Mercoledì 9 gennaio, nella chiesa concattedrale San Paolo apostolo, il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, ha presieduto la Santa Messa nel 14° anniversario della sua ordinazione episcopale e con il Rito liturgico ha ammesso i candidati al diaconato permanente, gli accoliti (nella foto da sinistra):Scamardella Antonio della parrocchia di Sant’Anna, Gesù e Maria in Bacoli, Carbone Pasquale della parrocchia di Santa Maria Immacolata in Fuori-grotta,Gargiulo Mario della parrocchia di San Giovanni Battista in Soccavo, Bombace Pietro della parrocchia della Beata Maria Vergine di Lourdes in Fuorigrotta, Branno Sergio della parrocchia di Maria Immacolata della Medaglia Miracolosa in Soccavo, Costagliola Giovanni della parrocchia di San Gioacchino in Bacoli,Nastro Ciro della parrocchia del Santissimo Redentore e San Ciro in Fuori-grotta,Bozza Nicola della parrocchia di Santa Maria Solitaria e Sant’Antonio in Fuorigrotta,Altruda Giustino della parrocchia di Santa Maria Immacolata in Fuorigrot-ta,Riccardi Pasquale della parrocchia di San Vitale in Fuorigrotta,Berlangieri Gerardo della parrocchia dell’Immacolata in Agnano.

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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Nel giorno di santa Lucia la parrocchia di San Gio-

vanni Battista a Soccavo ha aperto le porte a più di cinque-cento giovani, che sono accorsi da ogni parte della diocesi di Pozzuoli per vivere questo mo-mento inaugurativo per le at-tività della pastorale giovanile nell’anno della fede. Il vescovo monsignor Gennaro Pascarella, porgendo il suo saluto iniziale, ha voluto mettere in risalto da subito l’importanza del segno della croce e del suo significato, e cioè l’amore del Padre per la salvezza dell’uomo. Lo slogan “Varcare la porta della fede”, diviene realtà concreta quando al centro dell’altare viene posta una grande porta, la quale non è stata solo segno, ma soprattutto simbolo che ha voluto richia-mare ed invitare tutti a divenire testimoni del Signore, proprio come ci ricorda San Paolo “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. A loro volta i giova-ni hanno voluto varcare quella

porta con il motto “Fare Anima nella fede”, mettendo in scena un vero e proprio racconto tea-trale inedito delle anime, quelle di una credente e di un’atea che,

essendo amici nella vita, si ritro-vano a dialogare non chiuden-dosi nelle proprie posizioni, ma aprendosi all’altro nell’ascolto e nell’amore. Ospite della serata è stato Tommaso Spinelli, gio-vane ventitreenne che ha avuto l’incredibile esperienza di parte-cipare, come uditore, al Sinodo

dei Vescovi tenutosi a Roma nell’ottobre scorso sul tema del-la fede. Tommaso, inserendosi nel racconto di fare anima, ha risposto alle domande essen-

ziali sulla fede che gli venivano poste. Alla domanda “cos’è per te la fede e come la vivi”, ha ri-sposto che la sua vita è cambiata quando ha incontrato nella sua parrocchia un sacerdote il quale si è speso fino in fondo senza ri-sparmiarsi mai nel servizio per gli altri. In ciò egli ha visto Cri-

sto che ha donato se stesso per tutti noi, e davanti a ciò Tom-maso non ha potuto far a meno di dire “no” a se stesso e seguire Dio rispondendo con un chia-

ro “sì”. Dopo l’intervento di Tommaso, il vescovo ha tenuto l’omelia invitando i giovani a riflettere sul brano evangelico della visita dei magi nel secondo capitolo di Matteo. La visita dei magi rappresenta l’adorazione di tutto il mondo verso l’unico Re, Gesù Cristo. Infine, nel cor-

so dell’evento sono stati proiet-tati due video di cui uno è stato costruito sulle note incalzanti dell’inno “credo” degli univer-sitari romani, con immagini che raccontavano i momenti vissuti dalla pastorale giovanile nell’anno 2011/2012. Mentre l’altro mostrava le attività che la pastorale giovanile e, chiun-que giovane ne vorrà fare parte, vivrà nel 2013. Alcuni giovani all’uscita della chiesa hanno testimoniato l’importanza che per loro ha avuto questa serata, innanzitutto perché ancora una volta hanno riconosciuto nel loro pastore, il vescovo, la figura del padre. I giovani hanno po-tuto vivere un momento nuovo con “fare anima”, raccontando anche loro il proprio vissuto, un momento di nuova evangelizza-zione perchè, come una giova-ne ha detto in quella serata, “la fede è il salto nel vuoto con gli occhi chiusi, nel quale lo slancio della fede ti salva in Dio”.

Celeste Pezzini

In 500 da tutta la diocesi alla san Giovanni Battista di Soccavo per l’inaugurazione delle attività della pastorale giovanile

Fede e giovani: quella porta da varcareIl vescovo: l’importanza del segno della croce nell’anno nuovo. Le riflessioni sul “fare anima”

Inconti per giovani sull’affettivitàDa lunedì 14 gennaio, nell’Auditorium del Seminario di Pozzuoli (ore 19.30), inizio del primo ciclo d’incontri per giovani sull’affettività e sessualità (tema “Accompagnare nel cammino dell’amore”) organizza-to dagli Uffici diocesani per la pastorale giovanile, per la famiglia e il Centro vocazioni. I primi tre incontri (14, 21 e 28 gennaio) sono curati dal prof. Domenico Bellantoni, psicologo e psicoterapeuta. Info sul programma: www.diocesipozzuoli.org.

Festa della Pace a FuorigrottaL’Azione Cattolica diocesana organizza la Festa della Pace domenica 20 gennaio a Fuorigrotta, sul tema “Dai luce alla pace”. Appuntamento nella chiesa S. Ciro alle ore 9.30, partenza della Marcia alle ore 10.30 per arrivare nella chiesa S. Vitale (ore 12). Dopo la celebrazione euca-ristica e il pranzo a sacco nei locali della parrocchia, alle ore 14.30 si terranno laboratori, con testimonianze, sul messaggio del papa per la giornata mondiale della pace " Beati gli operatori di pace"; preghiera conclusiva alle ore 17.

Intonazione di un testo sacroSeminario sul tema “La parola/musica-teatro nel testo del Requiem” curato dal maestro Gaetano Panariello, giovedì 17 gennaio (ore 19) nell’Auditorium S. Marco a Pozzuoli, curato dalle associazioni Exultate Deo e Nemea. Info su: www.segnideitempi.it.

Gioventù Francescana a Soccavo

Dal 28 al 30 dicembre, oltre 350 adolescenti della Gioventù francescana della Campania e della Basilicata sono stati accolti nel Polifunzionale di Soccavo, messo a disposizione dal Comune di Napoli, che ha fornito l’organizzazione anche di tavoli e sedie per creare un’attrezzata zona refettorio. Da evidenziare che l’accesso alla struttura era impedito da parte di ex lavoratori della Romeo: l’accoglienza, infatti, è stata possibile grazie alla mediazione dell’Assessore Giuseppina Tommasielli e in particolare all’impegno del consigliere comunale Antonio Luongo (a destra nella foto con un volontariato, su sdt on line articolo completo).

Fabio Zavattaro, giornalista e va-ticanista Rai, è stato ospite della

parrocchia Gesù Divino Maestro di Quarto per presentare l’ultimo libro di Benedetto XVI, “L’Infanzia di Gesù”. Il 3 dicembre all’incontro, nel Centro Giovanile “Qualcosa in più”, organizzato dal parroco, don Genna-ro Guardascione, hanno partecipato tanti sacerdoti e fedeli. La presenza del commentatore televisivo (al cen-tro nella foto di Gianpaolo Rocco) è stata anche un’occasione per parlare di informazione religiosa. Quale interesse suscita questo libro del Papa?«È un libro che conclude un percorso iniziato con gli altri due lavori dedicati a Gesù. E il successo continua. C’è un interesse altissimo; lo dimostra il fatto che presto si arriverà a venti traduzioni. I motivi sono tanti. Il primo è che è un libro facile e, allo stesso momento, dif-ficile. Difficile perché parte dall’analisi dei pochi versetti dell’infanzia di Gesù contenuti nei Vangeli di Luca e Mat-teo. Facile perché l’infanzia è racconta-ta come una storia, con molti rimandi. L’interesse per il libro è anche di tanti studiosi». Come viene percepita dai mass media laici la Chiesa con Benedetto XVI?

«Chi ha avuto un'idea negativa su Benedetto XVI ora ha cambiato opinione. Il Papa viene adesso con-siderato come un grande testimone. C’è chi coglie nelle sue parole e nei suoi approfondimenti delle verità che aiutano anche chi è in ricerca.

Però io credo che esista nei media e nel mondo laico una divisione netta a proposito del pensiero della Chie-sa: quando il papa fa le riflessioni domenicali, scrive libri o inserisce all’interno delle liturgie temi e con-tenuti importanti, è considerato il

Papa amato, seguito, è il testimone. Quando invece la Chiesa entra in altre questioni – nelle ultime setti-mane si è parlato molto di Imu per la Chiesa – c’è il meccanismo op-posto; si fa quindi una sorta di di-visione. Il Papa invece propone una

Chiesa “aperta agli uomini”, come dicevano i Padri Conciliari, di cui Benedetto XVI è l'ultimo testimo-ne». Si è notata molta superficialità della stampa in occasione della pubblicazione del libro…

«Purtroppo è vero. Succede spesso nel nostro tempo. Noi giornalisti siamo ancora di più superficiali. Montanelli diceva "che il mestiere di giornalista consiste nel racconta-re agli altri quello che noi non ab-biamo capito affatto". Quando ho iniziato, avevo come maestri giorna-listi che avevano seguito il Concilio, avevano studiato questi argomenti. Ora nei giornali prevale l'idea che tutti possono fare tutto. Che il cro-nista di sport possa parlare di cose di Chiesa. Bisogna anche dire che la comunicazione non ha più i tempi lunghi di un tempo, adesso bisogna fare i conti con i siti internet. È evi-dente che si perde un po' la capacità riflessiva che, invece, ha caratteriz-zato il giornalismo per decenni». E il Papa ha fatto il suo esordio su Twitter…«E conta già tantissimi followers. 140 caratteri sono pochi ma anche con piccole finestre si possono rac-contare cose importanti. L’arcive-scovo Claudio Maria Celli, presi-dente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha definito i tweet del Papa "schegge di verità, pillole di saggezza».

Ciro Biondi

Il Papa e l’informazione religiosa nell’era di TwitterLa “lezione” di Zavattaro al Centro “Qualcosa in più”

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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Gli scout e la luce della pace nel carcere femminile

Sabato 15 dicembre nella stazione centrale di Napoli, la comunità Masci (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) Pozzuoli 2 ha accolto la Luce della Pace di Betlemme, proveniente da Trieste, con una propria rappresentanza (Rosaria, il magister Lorenzo, Adele e Franco). Ripetendo un’iniziativa ormai consolidata negli anni, la “Fiamma” è stata poi accolta a Pozzuoli, nella parrocchia del SS. Rosario e San Vincenzo Ferreri con una veglia che ha avuto come tema il passaggio dell’uomo dalle tenebre alla conoscenza della luce. Con un susseguirsi di gesti, segni ed effetti luce, la “fiammella” ha fatto il suo ingresso in chiesa. Dopo la riflessione di don Tommaso Di Cristofaro, parroco e nostro assistente ecclesiastico, la “Fiamma” è stata distribuita ai presenti per porla al centro del tavolo a Natale. Un evento particolare è stato vissuto nella mattinata di domenica 16 dicembre, portando la Luce nella Casa circondariale femminile di Pozzuoli, grazie alla sensibilità della direttrice, Stella Scialpi, e a don Fernando Carannante, cappellano e direttore della Caritas diocesana, che ha celebrato la Messa nel teatro, visto che la cappella è in ristrutturazione. L’incontro è stato chiuso con un grande cerchio, con la speranza che la Luce della Pace di Betlemme “sia tenuta sempre accesa nei cuori di ognuno” (su sdt on line articolo completo e altre foto).

Il nuovo Consiglio pastorale diocesano

La sera del 18 dicembre si è insediato il nuovo Consiglio pastorale diocesano. L’incontro è stato aperto dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, il quale, ri-chiamando quanto emerso nel convegno diocesano sulla famiglia che si è svolto a settembre, ha ribadito l’importanza di un “discernimento comunitario”, necessaria e preliminare verifica dello stile e del livello di fraternità nelle comunità, possibile at-traverso sei passaggi: ricerca della volontà di Dio, ascolto della Parola, interpreta-zione dei segni dei tempi alla luce del Vangelo, valorizzazione dei diversi carismi, creatività, obbedienza ai pastori.Dopo la nomina della segreteria del con-siglio (Vincenzo Boccardi, Irene Ioffredo e Antonio Izzo) sono state formulate diverse proposte. In particolare, è stato suggerito di rendere più sintetico e concentrato il prossimo convegno diocesano, che avrà come tema la pastorale giovanile (su sdt on line articolo di Gino Fusco).

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DENTRO LA DIOCESI SEGNI DEI TEMPI

Un’esperienza durata un anno al fianco dei più

deboli. È terminato ad inizio gennaio l’anno di Servizio Civile per i 27 giovani che sono stati affidati alla Caritas diocesana di Pozzuoli. Il 20 dicembre, alla Curia, hanno incontrato e salutato il vesco-vo, monsignor Gennaro Pa-scarella, e don Fernando Ca-rannante, vicario episcopale alla Carità e direttore della Caritas diocesana. I giovani, in maggioranza ragazze, han-no portato la loro esperienza di un anno vissuto in varie sedi dell’area flegrea: dall’am-bulatorio San Giuseppe Mo-scati del Centro San Marco di Pozzuoli alla scuola delle suore Piccole Missionarie Eucaristiche di Bagnoli, dalla Casa Famiglia Oikos di Soc-cavo alla Pro Handicap di Bacoli. «Quello che resterà in voi – ha detto il vescovo – è avere gli occhi aperti su chi soffre. Queste sono cose che restano. La nostra società ha bisogno di persone che non si chiu-

dano dentro di sé, ma che, insieme agli altri, affrontino i

problemi. Perché, come dice-va don Lorenzo Milani, dalla difficoltà si può uscirne solo

insieme». Ad accompagnare i giovani all’incontro anche

il diacono Gabriele Aliberti, responsabile del Servizio Ci-vile della Caritas di Pozzuoli,

e la coordinatrice del proget-to, Denisia De Crescenzo. «Il Servizio Civile – ha dichiara-to don Fernando – è il vol-to bello dei giovani. Questa vostra esperienza sia l’inizio di un percorso. Non dimen-ticate le persone a cui avete dedicato un anno della vostra vita». Nell’incontro, dopo la presentazione di ogni volon-tario, si è fatta l’analisi di un anno. «È stato un bel gruppo – ha detto il diacono Aliberti – ed è un anno da ricordare, nel rispetto delle indicazioni del vescovo e in comunione con don Fernando. Aspette-remo ancora un po’ per sape-re quando ci sarà il prossimo bando». Due ragazze dei 27 giovani venivano da lontano; si sono trovate quasi per caso a vivere un anno lontano dal-le famiglie, dedicandosi a chi ne ha bisogno. Maria Rita, 24 anni, laureata in comu-nicazione pubblicitaria, è di Corigliano Calabro, in pro-vincia di Cosenza. Ha pre-sentato servizio con le suore Piccole Missionarie Eucari-

stiche. «È stata un’esperienza positiva – ha detto – a stare con i bambini si imparano un sacco di cose. Conoscevo Napoli solo perché sono sta-ta in vacanza. Qui abitano i miei zii. Ma lavorando a Ba-gnoli ho conosciuto meglio la città. Le differenze con il mio paese sono enormi. Ma qui mi sono trovata bene. Anche quando ci sono sta-te delle difficoltà ho avuto delle persone che mi hanno aiutata, sempre con un sor-riso». Antonella, 28 anni, invece viene da Foggia. A Napoli studia medicina ve-terinaria. «Vivevo già a Na-poli – dice - È una città che mi piace. Con i bambini ho avuto l’opportunità di cono-scerla in maniera diversa. Gli alunni che frequentano l’isti-tuto delle suore non hanno particolari problemi. Per me come per le mie colleghe è stato importante approcciar-ci ai bambini più piccoli. In questo modo abbiamo avuto modo di conoscere una realtà nuova».

L’esperienza di un anno dei 27 volontari affidati alla Caritas diocesana e impegnati in tante attività: da Bagnoli a Bacoli

Servizio Civile volto bello dei giovaniL’incontro con il vescovo: «Quello che resterà in voi è avere gli occhi aperti su chi soffre»

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Quarto, a lezione di solidarietà

Una mobilitazione generale con una sola parola d’ordine: solidarietà. Nel periodo na-talizio le scuole di Quarto si sono attivate per raccogliere prodotti alimentari. Una bella gara di solidarietà tra gli alunni con un grande risultato: pacchi di pasta, biscotti, pelati, farina e tanti altri prodotti di prima necessità da destinare alle famiglie in difficoltà. L’idea è venuta a don Giuseppe Cipolletta che ha coinvolto insegnanti e alunni della cittadina flegrea con il risultato di una mas siccia partecipazione. «In questi anni – ha dichiarato don Giuseppe - la pressante crisi economica sta indebolendo vistosamente le fasce più deboli del tessuto sociale, riducendo tante famiglie in condizioni di vera indigenza. Ecco perché ho chiesto l’impegno della scuola per una raccolta alimentare di materiale non deperibile da destinare alle persone meno fortunate. Anche la Caritas comincia a non riuscire a far fronte alle tantissime richieste». «Ogni anno gli istituti di Quarto raccolgono alimenti per le famiglie povere. Ma quest’anno l’impegno è stato maggiore». A spiegare l’organizzazione sono i docenti re-ferenti alla solidarietà: «Siamo partiti un mese prima e nel corso della raccolta abbiamo anche dato delle maggiori indicazioni in modo tale da non avere un eccesso di alcuni alimenti rispetto ad altri. L’iniziativa ha un duplice valore: insegnare ai ragazzi a pro-muovere la solidarietà e manifestare ai giovani di famiglie bisognose che la comunità gli sta vicino». La raccolta è stata consegnata alla Caritas diocesana che provvederà alla distribuzione. «Davvero – conclude don Giuseppe Cipolletta - l’impegno dei ragazzi, dei docenti e dei dirigenti scolastici che ogni anno si ripete con tanto slancio commuove e fa ben spe-rare in un mondo migliore. Sono convinto che finché ci saranno persone che credono nella solidarietà e nella condivisione nessuno di noi si sentirà mai solo e abbandonato, questo mi conforta e mi rende pieno di grandi speranze».

Pianura, a pranzo con la CaritasPranzo per i bisognosi della Caritas San Giorgio martire a Pia-nura. Domenica 16 dicembre i volontari e il parroco, padre Claudio De Caro s.d.v., hanno ospitato i poveri, tra cui nume-rosi immigrati di origini africana. Molti degli extracomunitari abitano in via dell’Avvenire nel centro storico di Pianura, a pochi passi dalla parrocchia (foto di Gianni Palmers).

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

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Cinque milioni di stranieri in Italia, 192mila in Campania. Di questi

quasi il 60 per cento concentrati nel-la città di Napoli e nei comuni della provincia. È questa la fotografia della comunità immigrata che offre il Dos-sier Statistico Immigrazione della Ca-ritas. Lo strumento - fondamentale per tutti gli operatori del settore - è stato presentato martedì 11 dicembre nella biblioteca civica di Pozzuoli. Il con-vegno è stato organizzato nell'ambito delle attività che si stanno realizzando nel Polo culturale a Palazzo Toledo, nell'ambito del Progetto "Equi-libri", sostenuto dalla Fondazione con il Sud e dalla Fondazione Vodafone Italia. Presenti monsignor Gennaro Pasca-rella, vescovo di Pozzuoli, Monica Buonanno, Italia Lavoro, Teresa Stel-lato, assessore comunale alle politiche sociali, Giancamillo Trani, redattore per la regione Campania del Dossier e don Fernando Carannante, vicario episcopale per la carità. Ha modera-to l’incontro Carlo Lettieri, addetto stampa della diocesi di Pozzuoli, il quale ha sottolineato il senso dell’in-contro: «Abbiamo voluto organizzare quest’evento come un tavolo di lavo-ro per provare ad affrontare situazioni più concrete, pre individuare percorsi

d’inclusione sociale partendo dai dati nazionali e locali».«È il settimo anno consecutivo che presentiamo il Dossier – ha detto nei saluti don Fernando Carannante – un lavoro portato avanti dalla Caritas Italiana e dalla Migrantes, giunto alla ventiduesima edizione. “Non sono nu-meri” è il titolo adottato quest’anno, riprendendo le parole di Benedetto XVI. Quando si parla dell’immigra-zione bisogna pensare anche alla gran-de ricchezza, non solo economica, ma anche culturale».

«La Campania – ha detto Trani – è al settimo posto tra le regioni italiane per la presenza di stranieri, rappresentano oltre 50 nazionalità diverse e hanno un’incidenza del 2,8 per cento sulla popolazione campana». Le comuni-tà più numerose sono quella ucraina (43mila presenze), romena (29mila) e marocchina (15mila). Nella provincia di Napoli è confermata al primo po-sto la comunità ucraina ma seguono quella cingalese e quella cinese. «In generale, bisogna fare delle riflessioni – ha concluso Trani – su alcuni dati:

il 90 per cento degli immigrati im-piegati nel lavoro agricolo non hanno nessuna garanzia previdenziale. Inol-tre, bisogna accelerare le pratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno». «In riferimento all’occupazione – ha evidenziato Monica Buonanno - met-te a disposizione molti strumenti che noi applichiamo. Uno per tutti, per esempio, i tirocini per minori stranie-ri provenienti dal Nord Africa». «Il Consiglio Comunale di Pozzuoli – ha dichiarato l’assessore Stellato che ha anche la delega all’Immigrazione - ha recentemente votato all’unanimità la proposta di concedere la cittadinanza onoraria a tutti i figli di migranti resi-denti a Pozzuoli. È un atto simbolico ma che vale molto. Nel Piano di Zona è prevista un’area immigrazione. Cosa può fare ancora il Comune? Mette-re in moto un processo di sviluppo economico che tenga conto anche di un percorso d’inclusione sociale». Ha concluso il vescovo di Pozzuoli, Gen-naro Pascarella: «Quando si partecipa ad eventi del genere si esce sempre più ricchi di quando si è entrati. Riflet-tendo sul concetto di globalizzazione, che riguarda tutti, viene fuori un altro concetto importante per l’economia: il rapporto tra paesi poveri e ricchi».

Gli immigrati tra numeri e volti a Napoli e a PozzuoliDiocesi e Comune a confronto sul Dossier della Caritas

L’Azione cattolica della parrocchia Maria SS. Desolata ha ricordato i suoi 80 anni di presenza a Bagnoli, con una celebrazione eucaristica domenica 9 dicembre, presieduta da monsignor Franco Piazza, assistente regionale dell’Azione cattolica, durante la quale sono state anche consegnate le tessere ai soci di Ac. Il presidente diocesano ha poi ricordato quali sono le peculiarità dell’Azione cattolica, un’associazione di laici attivamente impegnata in parrocchia e nel quartiere. La prima sta nella “cultura” dell’associazione: “in Ac s’impara che Dio è presente nel mondo, che lo ama anche quando non è amabile; s’impara che una fede senza mondo non è possibile; s’impara ad amare la Chiesa, dall’identità associativa all’identità ecclesiale; s’impara che la fede è ricerca, che non si deve temere l’inquietudine.

Si registra una crescita del laicato e allo stesso tempo la perdita del valore associativo da parte del clero; occorre allora lavorare molto sulla capacità di autoproporci. Quali ragioni si possono dare per “convincere” a promuovere l’Ac in una comunità parrocchiale? In-nanzitutto è apprezzabile il tipo di formazione che l’associazione offre: un’esperienza attraverso la quale una persona prende fisio-nomia, diviene se stessa, assume la sua originale identità che si esprime nelle scelte, negli atteggiamenti, nei comportamenti, nello stile di vita. La nostra fisionomia più profonda e più vera è il volto di Cristo: ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio e porta in sé l’immagine del Figlio. Formazione è far emergere nella vita di ciascuno il volto del Figlio. Formazione è dare alla vita la forma del volto di Gesù, modello e vocazione di ogni persona, sempre. In secondo luogo, è da rimarcare il senso di Chiesa a cui l’Ac educa. L’Ac della parrocchia Maria SS. Desolata, che vede espressi tutti i settori dell’associazione (Acr, giovanissimi, giovani, adulti e “adultissimi”), conta oggi 77 soci (tra i quali il presidente diocesano di Ac, la segretaria diocesana, il segretario diocesano del Mlac - Movimento lavoratori di Azione cattolica e alcuni consi-glieri diocesani).

Antonio Izzo - Fabio Di Nunno

80 anni di Azione Cattolica a Bagnoli

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SOLIDARIETÀ SEGNI DEI TEMPI

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La bella esperienza dell’Officina nella Casa Famiglia del San Marco: con la Caritas per produrre oggetti e crescere insieme

Una donna nuova per far bene il lavoro Laboratorio con le ospiti del centro d’accoglienza: le detenute imparano a fabbricare bigiotteria

Collane, orecchini e anelli realizzati dalle detenute nell’Officina Don-

na Nuova: è un laboratorio che nasce all’interno della casa famiglia “Donna nuova”, nel Centro San Marco a Poz-zuoli, una struttura gestita dalla Caritas diocesana. A dicembre è stata allestita la prima mostra dei lavori. L’idea è di Ma-ria Ricciardi, responsabile della strut-tura: «Le nostre ospiti non producono solo bigiotteria – spiega – ma anche la-vori di taglio e cucito e decoupage. Si tratta di alcuni laboratori creativi che hanno avuto successo tra chi vive nel-la nostra casa famiglia. Ed ora questa esperienza vogliamo comunicarla alla cittadinanza perché è anche un modo per far conoscere un mondo, quello della detenzione, spesso messo da parte. Invece, sia all’interno del carcere e sia nella nostra struttura, si svolgono mol-te attività insieme ai volontari. Da oltre un anno stiamo lavorando al progetto “Officina Donna nuova” che non è fina-lizzato solo alla produzione. L’attività si inserisce all’interno del percorso che le donne fanno da noi e con noi. E poi la creatività aiuta a stare bene. Infine, una volta fuori, le donne potranno provare a fare di queste attività un’opportunità di guadagno». «Le ospiti – racconta Emilia Roma-

no, pedagogista e volontaria della casa famiglia - traggono giovamento dal

lavoro che passa attraverso la fase di progettazione, realizzazione e verifica. In questo modo s’acquisisce autostima,

indipendenza. Caratteristiche peculiari di ogni persona, ma messe da parte da

molte donne sia nella vita da recluse che fuori». «Gli oggetti prodotti – continua la responsabile - sono lavori d’artigia-

nato che non hanno nulla da invidiare a quanto esiste comunemente in com-mercio. Anzi, qui oltre al valore etico, c’è anche tanta passione che emerge da ogni pezzo finito. Ma senza dubbio con questi manufatti le donne esprimono se stesse, perché ogni oggetto è espressione della ricchezza della carica interiore che ogni donna porta in sé a cui, nemmeno nelle occasioni più difficili e dure come la detenzione, bisogna rinunciare». “Officina Donna Nuova” è anche una sorta di vero e proprio marchio che vie-ne applicato sui prodotti della linea. È il simbolo del percorso e della vita co-munitaria che si svolge all’interno della casa famiglia. Il ricavato delle offerte è investito per l’acquisto di materiale che serve a continuare la produzione mentre un’altra parte è distribuita tra le donne ospiti per i loro acquisti. La casa famiglia Donna nuova all’interno della struttura San Marco è una delle opere-segno della diocesi. In stretta collaborazione con il Tribunale e la Casa circondariale di Poz-zuoli, all’interno della struttura vivono donne in stato di detenzione (arresti o detenzione domiciliare, semilibertà, affidamento) o che, per diversi motivi, una volta terminata la pena in carcere non hanno un luogo dove andare.

c.b.

Dai farmaci alla boutique: a Monterusciello si ascolta la gente

Carità è anche organizzazione. È quanto emerge dalla Caritas della parrocchia sant’Artema Martire di Monterusciello. Un gruppo di donne - guidate dal parroco, padre Luigi Bellin dei Pa-dri Cavanis – che non si arrendono di fronte allo stato di povertà, che aumenta sempre di più, del quartiere. Ecco che anche nel quartiere nasce la boutique per donne, sull’esperienza della Boutique Rosa del Carcere Femminile di Pozzuoli. Un’attenzione per le donne in difficoltà che non devono mai rinunciare alla loro femminilità, anche in stato di bisogno. Nella boutique si trovano anche abiti usati per spose e per comunioni. «Oltre all’aiuto – dice Maria Luisa Pau-ciullo – la gente ha bisogno di vicinanza, fattore umano e cristiano. Bisogna essere sempre in contatto con loro. Bisogna interpretare anche il loro silenzio». Ogni quindici giorni sono decine le persone registrate che si rivolgono alla Caritas per i vestiti. Moltissimi bisognosi provengono dai “600 alloggi” ma negli ultimi anni è aumentata la presenza di persone della “Cooperati-ve”, zona tradizionalmente più ricca. «Aumentano i poveri – spiega Teresa Toscanesi – perché ci sono nuovi disoccupati oppure padri separati che, per pagare la quota alla ex moglie, non possono più vivere». «Quello che stiamo notando – dice padre Luigi – è che a cedere sempre di più sono i piccoli commercianti. Alla crisi si aggiunge l’usura. Poi, a causa dei controlli sulle pensioni di invalidità sono state sospese le pensioni anche a chi ne ha pieno diritto: di conseguenza alcune famiglie che vivevano solo di quella entrata si sono indebitate. Come Caritas parroc-chiale siamo in contatto con il Centro “don Luigi Saccone”, con la Caritas diocesana diretta da don Fernando Carannante e con le parrocchie della forania». I soldi per gli aiuti? Anche dai pellegrinaggi. «Aiutiamo persone – dice Maria Luisa - che hanno bisogno di farmaci di cui non si può sospendere l’uso. Recentemente abbiamo fatto il possibile per aiutare un’anziana a pagare la bolletta della luce, ma siamo arrivate troppo tardi ed è stata staccata. Un vero peccato perché ora bisogna fare il contratto daccapo, il che richiede spese maggiori». «Anche dalla Nato ci aiutano – dichiara Carla Veltri - Ogni anno c’è un grande bazar all’interno della struttura militare e il ricavato, gestito dai vo-lontari, viene distribuito a vari enti. Anche se si tratta di una cifra modica, parte del ricavato viene dato anche a noi. Dobbiamo però dire che la nostra comunità risponde sempre con entusiasmo, dando sempre di più». Il mercoledì c’è il centro di ascolto (dalle 17 alle 19). In giorni prestabiliti c’è la distribuzione dei viveri a circa 80 nuclei familiari. Ma a Mon-terusciello si aiutano anche i bisognosi lontani: sono stati raccolti fondi per una scuola in Madagascar, aiuti al Carcere femminile (soprattutto in vestiti) e contributi alla Romania, grazie all’impegno di Biancamaria Del Conte con l’associazione i “Girasoli dell’Est”.

gennaio 2013

SCUOLA

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SEGNI DEI TEMPI

Una giornata con gli alun-ni dell’Isis “Falcone“

di Pozzuoli per conoscere gli orrori della guerra e la Shoah. Venerdì 30 novembre i ragaz-zi delle quinte hanno parte-cipato all’incontro “Per non dimenticare... Voci della me-moria”. L’incontro ha avuto come protagoniste la signora Alberta Levi Temin, ebrea e testimone delle persecuzioni razziali in Italia e la signora Diana Pezza Borrelli, cattoli-ca e membro dell’associazione Amicizia ebraico-cristiana di Napoli. Il dirigente scolastico, Antonio Curzio, ha sottoline-ato l’importanza dell’incontro perché «conoscere la storia e ricordare gli errori serve a non ripeterli». La testimone ha riportato la sua drammatica esperienza: pur essendo sta-ta risparmiata dall’orrore dei campi di concentramento, ha vissuto sulla propria pelle le leggi razziali. Alberta Levi Te-min nasce a Ferrara e durante la guerra si trasferisce a Roma per sfuggire ai nazisti. Ospite di una zia, si salva per mira-

colo, mentre la maggior parte della famiglia muore in Ger-mania nei campi di sterminio. Una sua frase - molto signifi-cativa e dunque da ricordare - è: «La Shoah non è stata una tragedia del popolo Ebraico, ma di tutta l'Umanità». L’intervento della seconda ospite ha dimostrato che è possibile una vera convivenza con chi è lontano per nazio-nalità, religione e sesso. Diana Pezza Borrelli, cattolica, ha raccontato come ha incontra-to Alberta e come è nata que-sta profonda amicizia e col-laborazione. Alberta per più di quarant’anni ha taciuto la

sua esperienza; poi un giorno, in modo fortuito, racconta la sua storia a Diana e da quel giorno entrambe sono state in centinaia di scuole a racconta-re insieme l’Olocausto. Pezza Borrelli, inoltre, ha aiutato i ragazzi a leggere ed interpre-tare la storia di Alberta dalla loro prospettiva. Cioè, pro-vocatoriamente, ha invitato i ragazzi a porsi la domanda: «Che avrei fatto io? Come avrei vissuto tale esperienza drammatica?». Evidenziando infine quanto sia importante ascoltare sempre la propria coscienza e assumere la “re-gola d’oro” già sottolineata da

Alberta e presente in tutte le culture quale regola di vita. Nel concludere l’incontro, per evidenziare l’importanza della “memoria” il professor Francesco Pisano, moderatore dell’incontro, ha voluto ricor-dare ai ragazzi un aforisma di Bernardo di Chartres, filosofo francese del XII secolo: «Sia-mo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo

vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'altez-za del nostro corpo, ma per-ché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei gigan-ti». L’evento è inserito nella programmazione didattica-educativa dei docenti di reli-gione dell’istituto Rosa Schia-no Rosa, Antonio Minieri, Mario Esposito e Francesco Pisano.

All’Isis Falcone di Pozzuoli le “Voci della memoria”per far conoscere ai giovani la tragedia dell’Olocausto

Una scuola che si presenta alla comunità con l'inten-to di riqualificare il territorio, per presentare tutti i miglioramenti e le novità che la caratterizzeranno. La media Palasciano (plesso del 72° circolo - istituto comprensivo) ha organizzato il 15 dicembre un “Open Day” per dimostrare che con l'impegno anche i ragaz-zi "difficili" possono essere coinvolti in attività grazie soprattutto all'impegno volontaristico di tutti gli inse-gnanti e di tutto il personale non docente.L’Open Day è consistito in un’intera mattinata di fe-

sta che ha coinvolto tutte le classi – anche i ragazzi diversamente abili - in balli, canti, cori natalizi, mo-stre, esperimenti scientifici, il mercatino solidale e altro ancora. La scuola fino allo scorso anno era addirittura a rischio chiusura ma grazie proprio alla volontà del dirigente scolastico Elena De Gregorio e del corpo in-segnanti si è riusciti a rilanciarla e a combattere la dispersione scolastica: più classi (da 8 a 10), una sala teatro con 100 posti a sedere, una attrezzatissima sala multimediale, un laboratorio polifunzionale per gli

studenti diversamente abili, una sala per le attività manuali ed un’aula dedicata alla psico-motricità col tavolo da ping pong utile a liberare le energie di quei ragazzi che sentono troppo stretti i banchi di scuola. Il programma prevedeva anche l’esposizione dei presepi realizzati dagli alunni, la mostra fotografica dei ragaz-zi delle terze classi “Il mio quartiere”, l’esposizione di cartelloni, le performance di ballo, il teatrino delle ma-rionette e tanta musica. Hanno presenziato all’evento anche alcuni consiglieri e assessori comunali, il vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, e don Vin-cenzo Tiano parroco della san Giuseppe Operaio. Tutta la manifestazione è stata realizzata grazie al tempo che i professori e i collaboratori scolastici le hanno dedicato e in virtù di piccole sponsorizzazioni, perché, manco a parlarne, non erano previsti fondi pubblici.

Open Day alla Palasciano

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CULTURA SEGNI DEI TEMPI

Tra Don Pedro de Tole-do e la città di Pozzuoli,

nel primo quarto del '500, dovette nascere un legame davvero intenso e particola-re, se il viceré si dedicò tan-tissimo a ospitare letterati e artisti del tempo in quella sua dimora, a forma di torre con giardino. Ancor più, se si pensa che il nobile spagnolo lasciò la dimora in eredità al figlio Don Garcia, imponen-dogli nel testamento di non venderla e non dividerla. Per un apparente gioco del caso, a circa 500 anni di distanza, l'attuale amministrazione comunale ha deciso di dare continuità a quelle ultime volontà. A quegli spazi, in gran parte restaurati, ha at-tribuito il nome di "Polo Culturale Palazzo Toledo", destinandoli così ad accoglie-re libri e ricercatori.Diverse le iniziative che stan-no rendendo viva la struttu-ra. «Il primo ciclo di eventi - afferma Franco Fumo, as-sessore alla cultura - è dedi-cato ai giovani neolaureati. A

coloro i quali realizzano una tesi che volge lo sguardo al nostro territorio, offriamo la

possibilità di presentare qui e pubblicamente il loro lavo-ro. Avviene così un'azione a doppio scambio: noi diamo fiducia ai più giovani, alle nuove leve che rappresen-tano il futuro e la speranza; loro, d'altronde, con l'ener-gia che li caratterizza, illu-minano con una nuova luce

la nostra città». A conferma della solidità e della conti-nuità dell'iniziativa, è stata

anche approvata la conven-zione con l'Università degli Studi di Napoli “Federico II”, allo scopo di riconoscere alle attività di ricerca con-dotte dagli studenti a Palazzo Toledo la valenza di tirocini formativi. A coordinare tutte le attività c'è Luigi Zeno, funzionario

comunale di vasta esperien-za: «Tre sono le linee pro-grammatiche: l'apertura a ogni tipo di disciplina, scien-tifica e umanistica; la qualità e l'unicità degli interventi; infine, l'apertura alla citta-dinanza, che per decenni è rimasta esclusa, la definirei "assente giustificata". Per questo - prosegue Zeno - stiamo per avviare una vera consulta popolare, che parte-ciperà alla programmazione degli eventi». Un primo espe-rimento sarà la realizzazione del logo del polo: affidato a giovani studenti di grafica e design; sarà poi approvato con un referendum cittadi-no. L'informatica e il settore multimediale sono affidati a Peppe Del Rossi, già respon-sabile per diverse consiliature dell'ufficio stampa del Co-mune. Con immutato entu-siasmo, Del Rossi si sta occu-pando della digitalizzazione dei testi antichi, realizzando la scannerizzazione anche di tomi fragilissimi, alcuni dei quali risalgono al XVII seco-

lo: «Posso già rivelare che sto scoprendo documenti di rara e particolare importanza: quando riusciremo a mettere a "mettere in rete" su inter-net queste informazioni, il nome Pozzuoli girerà molto più frequentemente nei mo-tori di ricerca». Si sta anche provvedendo alla cataloga-zione Isbn di molti e prege-voli volumi che fanno parte del patrimonio librario. L'at-tribuzione del codice è un lavoro certosino e inevitabil-mente lento, ma necessario affinché ogni ricercatore di ogni parte del mondo possa individuare le caratteristiche principali e la collocazio-ne fisica del volume che sta cercando. Il pool dei respon-sabili comprende anche An-gela Volpe (Archivio storico) e Carlo Volpe (Ufficio beni culturali). All'appello manca ancora del materiale elettrico e alcuni cavi di cablaggio tra i computer, ma il disegno di Don Pedro sembra quasi ri-masto intatto.

Gino Fusco

Il polo culturale negli spazi restaurati del Palazzo di Don Pedro de Toledo: tanti eventi per realizzare il sogno del viceré

Pozzuoli e l’eredità di 500 anni faUn ciclo con le tesi dei neolaureati sulla città. E nella biblioteca si scoprono antichi documenti

gennaio 2013

PRENOTA DA NOI LA TUA FESTA DI CARNEVALE

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SPORT

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SEGNI DEI TEMPI

Nell’auditorium del seminario, al Villaggio del Fanciullo di

Pozzuoli, il prossimo 9 e 10 marzo si svolgerà il convegno “100 metri dal Paradiso: alla riscoperta dello sport in Parrocchia”.L’idea di base e le tematiche che ver-

ranno trattate nella due giorni, orga-nizzata dal Comitato provinciale di Napoli del Centro sportivo italiano con il supporto del Centro Zona Poz-zuoli, sono direttamente collegate alla promozione dell’attività oratoriale in parrocchia. Un’attività che nella no-

stra diocesi ha già preso piede da qualche anno e che il Csi Pozzuoli co-niuga con efficacia ed applicazione per coin-volgere il maggior nu-mero di giovani nelle attività socio-culturali e sportive dell’ente. L’occasione consenti-rà di poter illustrare, analizzare ed approfon-dire in maniera ampia e possibilmente esau-stiva, con l’intervento degli ambasciatori dello sport tra cui l’allenatore Emiliano Mondonico, l’obiettivo primario del Csi per la corrente sta-gione: “Costruire un gruppo sportivo in ogni parrocchia”. Lo slogan dei vescovi italiani negli anni Cinquanta, oggi

come allora, anche se i tempi sono cambiati, può diventare vincente e fare in modo che la pastorale dello sport diventi strumento indispensa-bile per la nuova evangelizzazione. Il Csi, vicino al milione di tesserati, ente di promozione sportiva ricono-sciuto dal Coni, unica associazione ecclesiale, ossia riconosciuta ufficial-mente dalla Cei, membro della Cnal e dalla Ficep, punta ad “Educare at-traverso lo Sport”, non solo con sfi-de di tipo agonistico, ma anche con corsi di formazione che permettano di “costruire” mediante la conoscen-za dei regolamenti dirigenti, tecnici e direttori di gara.Altro tema che verrà affrontato: la prevenzione sanitaria. «Investire nello sport è uno straordinario stru-mento di prevenzione della salute – ha detto Massimo Acini, presidente nazionale Csi - che consente annual-mente di evitare 52mila malattie e 22 morti». In termini diretti ciò com-porta un risparmio di 1,5 miliardi di euro e addirittura di 32 miliardi di euro per “valore della vita” in virtù dei benefici che comporta la pratica sportiva, secondo stime condotte da importanti università italiane. Infine sarà illustrato, per la prima volta nel

Sud Italia, un accordo destinato ad avvicinare efficacemente la serie “A” del nostro calcio con la passione dei ragazzi dell’oratorio. Una novità epo-cale che porta alla nascita della prima edizione della “Junior Tim Cup 2013 – Il calcio negli Oratori” un torneo di calcio a 7, riservato a giovani under 14, che vedrà protagonisti - a partire da febbraio 2013 - gli oratori delle 16 città le cui squadre militano nella Serie A Tim 2012-2013. In pratica una grande “Oratorio Cup”, al qua-le parteciperanno oltre 500 oratori italiani. Inoltre, una partita dei gio-vani dell’oratorio si disputerà negli stadi in cui giocano le squadre del massimo campionato, nel prepartita dei match di Serie A Tim. E ancora le fasi finali della Junior Tim Cup (le 16 vincenti delle fasi cittadine) si svolgeranno allo Stadio Olimpico di Roma in anteprima alla finale della Tim Cup 2013.Un cocktail di iniziative che saranno presentate nel corso del convegno e che avrà tra gli altri ospiti oltre il nostro vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, il consulente ecclesiale na-zionale, nonchè il presidente nazio-nale del Csi, Massimo Achini.

Giuseppe Moio

Come riscoprire lo sport a… cento metri dal ParadisoAnche Mondonico alla due giorni del Csi sugli oratori

Torneo di Natale con i giovanissimi

San Castrese per l’Under 14, Licola Gardenia per l’Under 12 e Divino Maestro per l’Under 10 e l’Under 8 sono le squa-

dre vincitrici dell’edizione 2012 del “Torneo di Natale” di calcio a cinque organizzato dal Csi Pozzuoli con il patrocinio

dell’Ente di Turismo flegreo e il supporto dell’associazione di servizio civile “Un’ala di riserva”, i cui volontari insieme

ai tecnici e agli arbitri del Csi puteolano hanno curato l’organizzazione. Più di duecento i giovani che hanno risposto

all’iniziativa che quest’anno si è svolta in due tappe tra Licola, complesso Gardenia e Quarto, nell’oratorio San Castrese

di via De Curtis. Il gruppo sportivo dell’oratorio San Castrese (nella foto), al debutto, non ha perso tempo e si è imposto

nella categoria Under 14. Nella combattutissima fi-

nale con il Gardenia si è imposto ai rigori (7-6) dopo

che i tempi regolamentari erano finiti in parità (3-3).

Nella categoria Under 12 il successo è andato al Gar-

denia Licola. A Licola nella struttura del Gardenia si

sono svolte le sezioni dedicate agli Under 8 e Under

10, con le squadre del Divino Maestro che hanno

regolato con autorità gli avversari. La manifestazio-

ne ha promosso con successo la socializzazione tra

giovanissimi provenienti da diverse realtà dell’area

flegrea ed ha visto esordire nella kermesse oltre San

Castrese anche il team del San Luca di Varcaturo.

g.m.

Nuoto & Calcio a cinque

L’attività 2013 del Csi Pozzuoli presenta su-

bito due appuntamenti di rilievo: il 20 gen-

naio a Monterusciello, presso il PalaTrin-

cone, con la prima prova del Gran Prix di

Nuoto Regionale (con oltre trecento atleti

in acqua) e l’11 e 12 febbraio con il “Torneo

di Carnevale” di calcio a cinque. Già aperte

le iscrizioni. La manifestazione di Carneva-

le, che si svolgerà tra Licola e Quarto, è in-

dirizzata agli oratori delle parrocchie della

diocesi e alle società sportive del territorio.

Informazioni ed iscrizioni

inviando una mail a:

[email protected]

oppure telefonando

allo 081.3658812

(lunedì, martedì e mercoledì, ore 17-19)

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TAMTAM SEGNI DEI TEMPI

La bella storia di Giovanni Zazzaro, 13 anni: dai Campi Flegrei alle nevi delle Alpi. E finisce sul calendario della Federazione

Il baby campione degli sci è… vulcanico All’ennesima vittoria il padre saltò la recinzione che delimita la pista per venire ad abbracciarlo

Campi Flegrei, terra di cal-ciatori, cestisti e ora anche

di sciatori. Il merito è di Gio-vanni Zazzaro, tredicenne pute-olano che pratica questa disci-plina da quando aveva appena due anni. Ecco l’origine di que-sta passione: «Iniziai – racconta Zazzaro - per passatempo sotto la spinta di mio padre Nicola a cui piace l’aria pura, la serenità della montagna. Un giorno un allenatore mi vide sciare e mi disse che avevo una buona tec-nica e mi propose di dedicarmi seriamente a questo sport». Da quel giorno non ha più smesso. Da un decennio, infatti, la sua vita è divisa tra le gare, gli al-lenamenti sulle montagne del Trentino Alto Adige o del La-zio, la scuola (frequenta la terza media), gli amici. «Le mie materie preferite – ri-vela – sono la storia, la storia dell’arte e le scienze. Nel tempo libero, poi, mi diletto twittan-do, giocando con i videogames e a calcio. Del calcio mi affa-scina tutto, dalla tecnica alla potenza dei giocatori. La mia squadra del cuore è il Napoli.

Vedere lo stadio San Paolo gre-mito è uno spettacolo unico. All’inizio del campionato ho as-sistito alla partita con la Fioren-tina: una giornata diversa vis-suta insieme alla mia famiglia». Tra Giovanni e i suoi cari c’è un legame molto forte. Nonno Giovanni è il primo tifoso del nipote. Da vicino, invece, se-guono ogni suo passo sportivo

mamma Antonella, papà Nicola (fisioterapista inventatosi ski-man, accompagnatore), le sorel-le Maria e Lorenza e il fratello Sabino. Insieme hanno vissuto l’ultima straordinaria stagione. Il teenager puteolano ha, infat-ti, trionfato nel Campionato Italiano Children di Tarvisio, nella finale nazionale ed inter-nazionale del Trofeo Pinocchio

Abetone, in tutte le discipline del Criterium Interappenninico dell’Abetone. È inoltre, giunto secondo nella finale nazionale del Trofeo Topolino di Folgaria, Trento: una serie di successi che si sommano ad altri trofei vinti negli ultimi anni. «È difficile – afferma - esprimere a parole la gioia che ho provato dopo ognuna di queste vittorie.

Sono state tutte belle, conquista-te grazie all’impegno, all’atten-zione avuta in gara e nel lavoro preparatorio dal mio allenatore Giovanni Moriconi che mi sta insegnando tanto. In primis la voglia di migliorare sempre, poi ad essere calmo, a non avvertire la tensione che mi mettevano alcuni tecnici precedenti e mio padre. A papà è legata l’imma-gine simbolo di questo 2012. A Tarvisio, saltò la recinzione che delimita la pista per venire ad abbracciarmi. La sua felicità era immensa come quella provata da me e dagli altri familiari». Il team di Zazzaro sabato 27 ottobre è stato a Roma per par-tecipare al “Lazio Pianeta Sci”, durante il quale a Giovanni è stata consegnata una targa ce-lebrativa per i suoi recenti suc-cessi. Inoltre gli è stata dedicata la copertina dell’agenda dello sciatore 2013 del Comitato Lazio e Sardegna della Federa-zione Italiana Sport Invernali e la prima pagina del calendario 2013. Un anno in cui si augura di regalarsi altre grandi soddi-sfazioni.

gennaio 2013

Tutti sulla stessa barca…

“Volontari per un giorno” è il progetto lanciato durante “Insieme si può. Siamo tutti sulla stessa barca”, terza edizione della manifestazione organizzata dall’associazio-ne “I ragazzi della barca di carta” il 6 dicembre nell’Auditorium del Seminario di Poz-zuoli. «A dicembre – hanno dichiarato gli organizzatori, Patrizia L’Astorina e Fran-cesco Baldi – ricorrono due date importanti: il 3 c’è la Giornata internazionale delle persone disabili indetta dall’Onu e due giorni dopo la Giornata internazionale del volontariato. Abbiamo così voluto unire i due momenti in un’unica grande serata. Primo obiettivo è di portare “Volontari per un giorno” nelle scuole per introdurre i ragazzi nel mondo del sociale e del volontariato. Ma si continuerà poi nelle parroc-chie anche per avere uno scambio di esperienze che arricchirà i soggetti coinvolti». L’evento è stato patrocinato dal Comune di Napoli e dalla Fondazione Valerio per la storia delle donne. L’Associazione “I Ragazzi della Barca di Carta” nasce dall’i-dea di dare alle persone diversamente abili, e in particolare ai ragazzi, la possibilità di evadere dal loro mondo fatto di cure e terapie, offrendo loro dei momenti di protagonismo. Tra i progetti: radio web “Azzurra web Campi Flegrei“, consulenza psicologica e legale gratuita, sportello Antiviolenza. Sono intervenuti tra gli al-tri: don Fernando Carannante, vicario episcopale alla Carità, don Fabio De Luca, cappellano del carcere di Nisida e rettore del Seminario, Carlo Signore, esperto di bullismo, stalking e violenza sulle donne, Aldo Miceli, protezione civile “Falchi del Sud”, Guido Medolla, progettista sociale, Francesco Muzio, presidente Cad Sociale di Napoli, Carlo Lettieri, direttore Centro studi volontariato della Caritas, il gruppo flegreo dell’U.n.i.t.a.l.s.i., Enzo Stendardo e le Tamurrianti, l’A.i.a.s. di Soccavo con il suo gruppo teatrale. In un video l’attore Mario Porfito ha invitato i ragazzi disabili ad assistere alla commedia “E fuori nevica” al Teatro delle Palme.

I edizione Premio Internazionale di Lettere ed Arti Beato Don Giustino Russolillo

Il premio prevede la Sezione A per poesie religiose con tema sulla figura di Beato don Giustino; la Sezione B per poesie il lingua italiana con tema libero; la Sezione C per poesie in lingua napoletana e nei dialetti delle varie regioni italiane con tema libero.

Info su www.segnideitempi.it

Le opere vanno inviate entro il 30 gennaio a: Associazione “Amici di Don Giustino On-lus” - via Parroco G. Russolillo, 14 c/o Vocazionario Deus Charitas – 80126 Napoli

Migrantes diocesanaCentro S. Marco - Pozzuoli99ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Domenica 13 gennaio Celebrazione eucaristica (ore 17)Testimonianze e agape fraterna (ore 18)

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SEGNI DEI TEMPI