Galli a pag. 29 Nuova serie - Anno 26 - Numero 3 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB...

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Galli a pag. 29 Nuova serie - Anno 26 - Numero 3 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Mercoledì 4 Gennaio 2017 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 !(+*,."1&*)& #" "'.,& %$-/*)"'& *+**& #%!$+)& GD ; - 5421 &378(11(;043- -, (::0(2-384 !77078-3;( -, (..0463(2-384 -2 3/5/ '6-;;4 *14++(84 5-6 7-256- (/-8 (3 ?>DCABG : !9"9 / '9#7- >EGBD@E?>>G : >D9GED@DA@F : 1%"4*$54#)-'/91( ,-1 56 ,,,-*($,")#&'+#%)"+(-&+ / 5!-'1!- 2- 7/'514%/ !43&2/(- 4&&6'/ .01-3-.1 -224 #&)'&$&%$( #438(*010) $0+/0(6(;0430 !3/60+0+1(..04 "01(3+04 %9645-4 #42930+(;0430 '(./- !*($,")# 56-7-38(= &25468(;0430 ,( (1860 .-7/43(10 &378(11(;043- -, (::0(2-384 !77078-3;( -, (..0463(2-3/ '6-;;4 *14++(84 5-6 7-256- *+**& #%!$+)& GD ; - 5421 -2 3/5/ ,-1 56 )))954#)-'/1%(/$'-(491( I centri di identificazione ed espulsione degli immigrati irre- golari, pur essendo stati voluti da Livia Turco e Giorgio Napoli- tano, e che adesso sono stati riproposti dal ministro degli interni, l’ex dalemiano Marco Minniti, incontrano forti resi- stenze tra i sindaci di sinistra, da Beppe Sala (Milano) a Virgi- nio Merola (Bologna). Tra le voci più autorevoli che si sono già scagliate contro la loro riapertu- ra c’è la deputata e vicepresiden- te del Pd Sandra Zampa, stretta collaboratrice di quel Romano Prodi alla guida dell’esecutivo che nel 1998 aveva avviato i pri- mi centri di permanenza. I centri di identificazione ed espulsione debbono vedersela col no di molti Pd Obbligo di sintesi in tribunale Il Consiglio di stato limita gli avvocati logorroici nel processo amministrativo: 15 pagine nel decreto ingiuntivo, 35 nel rito ordinario. Stop al copia e incolla Atti con limite massimo di pagine nel processo amministrativo. Nel rito del decreto ingiuntivo, eletto- rale o di ottemperanza, atti e ricor- si non possono superare le 15 pagi- ne, pari a circa 30 mila caratteri. Nel rito ordinario e negli appalti si sale invece a 70 mila (circa 35 pagi- ne). Stop, inoltre, al copiaincolla nei ricorsi. È quanto prevede un decre- to del presidente del Consiglio di stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale. Bucchi a pag. 6 SU WWW.ITALIAOGGI.IT Diffamazione - La sentenza sulla re- sponsabilità dei ge- stori di siti Processo ammini- strativo - Il decreto sulla sinteticità degli atti Valutazio- ne d’impatto ambientale - Il decreto sui costi a carico delle imprese at n a Il d I 1 VOLUNTARY DISCLOSURE Sanzioni, cumulo giuridico meno oneroso della riduzione a 1/3 Squeo a pag. 33 PRESIDENZA CNDCEC Commercialisti, faccia a faccia tra i candidati Miani e Longobardi Migliorini a pag. 38 URBAN LIFE Carrefour lancia il negozio del pasto fuori casa Achilli a pag. 21 -2% NEL 2016 Dopo tre anni di boom lo champagne perde terreno a pag. 14 CASUAL RESTAURANT Mc Donald’s scommette sul self-service digitale Sottilaro a pag. 17 CON SUPERPRODUZIONI La Cina ha sfondato nel cinema mondiale Scarane a pag. 14 LEADER DELLA GO TV Per Telesia domanda di pre-ammissione all’Aim a pag. 17 Il gestore del sito Internet è compli- ce della diffamazione commessa dall’utente che carica un testo. La responsabilità, però, non scatta per la sola posizione di gestore del sito, ma sulla base dell’agevolazione pre- stata alla commissione della diffa- mazione. Ad esempio mantenendo consapevolmente il documento sul sito e consentendo, con l’omessa rimozione, che lo stesso sviluppi la sua efficacia diffamatoria. Il princi- pio è stato formulato dalla Corte di cassazione. Può essere condannato per complicità nella diffamazione con l’utente che ha caricato il commento offensivo Internet, il gestore è responsabile DOPO LA BOCCIATURA DEL CDA AL PIANO DELLE NEWS La Rai è irriformabile Carlo Verdelli si dimette La Rai è irriformabile. Addio al progetto che doveva rivoluzio- nare il sistema delle news in Rai firmato Carlo Verdelli. Il piano è naufragato ieri, al secondo confronto in Cda sull’ipotesi di riforma messa sul tavolo lo scorso dicembre. Immediate le dimissioni di Ver- delli che era stato chiamato dal direttore generale Campo Dall’Orto. Tra i punti del piano bocciato la creazione di macro- regioni e lo spostamento della direzione del Tg2 a Milano, giu- dicata dai consiglieri di ammi- nistrazione troppo onerosa. «Non posso continuare a lavo- rare a qualcosa e in una realtà dove il mio sforzo non trova riscontri», ha sottolineato Ver- delli. L’ex sindaco di Abano Terme, Luca Claudio, è finito in manette per corruzione, concussione e turbativa d’asta. Il pubblico ministero Fede- rica Boccaglini ha poi ottenuto dal giudice il sequestro preventivo di suoi dodici appartamenti. Il se- questro, si legge, è «previsto dalle normative anticorruzione e antima- fia ed è relativo a tutte le proprietà dell’ex primo cittadino, il quale non poteva giustificarne l’acquisto con una dichiarazione dei redditi che aveva avuto il picco nei 64.744 euro annui da lui dichiarati nel 2001». I dodici appartamenti sequestrati erano a lui intestati (o a lui ricon- ducibili attraverso le società Rls e Soleluna) ed erano sparsi tra Aba- no, Montegrotto, Maserà di Padova e Roma, in via Sora. Ora che un tizio che, al massimo, aveva un red- dito di 5 mila euro al mese possa acquistare 12 appartamenti (che sono iscritti al catasto), senza che il fisco se ne accorga, è una notizia che dovrebbe inquietare il ministero delle finanze. Invece, tutto tace. Zit- to e mosca. Tanto le tasse le paga- no, fino all’ultimo cent, i lavoratori dipendenti. DIRITTO & ROVESCIO POLEMICHE INUTILI I voucher sono dei passeri sui quali si spara con il cannone Cazzola a pag. 5 Ciccia Messina a pag. 29 VINCERÀ L’M5S? Il Pd a pezzi a Grugliasco, la Stalingrado torinese sempre rossa dal 1945 Costa a pag. 8 Carlo Verdelli Atti c nel p rito d rale o si non ne, pa Nel ri sale in ne). 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Galli a pag. 29

Nuova serie - Anno 26 - Numero 3 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Mercoledì 4 Gennaio 2017 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50

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I centri di identificazione ed espulsione degli immigrati irre-golari, pur essendo stati voluti da Livia Turco e Giorgio Napoli-tano, e che adesso sono stati riproposti dal ministro degli interni, l’ex dalemiano Marco Minniti, incontrano forti resi-stenze tra i sindaci di sinistra, da Beppe Sala (Milano) a Virgi-nio Merola (Bologna). Tra le voci più autorevoli che si sono già scagliate contro la loro riapertu-ra c’è la deputata e vicepresiden-te del Pd Sandra Zampa, stretta collaboratrice di quel Romano Prodi alla guida dell’esecutivo che nel 1998 aveva avviato i pri-mi centri di permanenza.

I centri di identifi cazione ed espulsionedebbono vedersela col no di molti Pd

Obbligo di sintesi in tribunaleIl Consiglio di stato limita gli avvocati logorroici nel processo amministrativo: 15 pagine nel decreto ingiuntivo, 35 nel rito ordinario. Stop al copia e incolla

Atti con limite massimo di pagine nel processo amministrativo. Nel rito del decreto ingiuntivo, eletto-rale o di ottemperanza, atti e ricor-si non possono superare le 15 pagi-ne, pari a circa 30 mila caratteri. Nel rito ordinario e negli appalti si sale invece a 70 mila (circa 35 pagi-ne). Stop, inoltre, al copiaincolla nei ricorsi. È quanto prevede un decre-to del presidente del Consiglio di stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.

Bucchi a pag. 6

SU WWW.ITALIAOGGI.IT

Diffamazione - La sentenza sulla re-sponsabilità dei ge-stori di siti Processo ammini-strativo - Il decreto sulla sinteticità degli

atti

Valutazio-ne d’impatto ambientale -

Il decreto sui costi a carico delle imprese

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I1

VOLUNTARY DISCLOSURE

Sanzioni, cumulo giuridico meno oneroso della

riduzione a 1/3Squeo a pag. 33

PRESIDENZA CNDCEC

Commercialisti, faccia a faccia tra i candidati Miani

e LongobardiMigliorini a pag. 38

URBAN LIFE

Carrefour lancia il negozio del pasto fuori casa

Achilli a pag. 21

-2% NEL 2016

Dopo tre annidi boom

lo champagne perde terreno

a pag. 14

CASUAL RESTAURANT

Mc Donald’s scommette

sul self-service digitale

Sottilaro a pag. 17

CON SUPERPRODUZIONI

La Cina ha sfondato nel cinema mondiale Scarane a pag. 14

LEADER DELLA GO TV

Per Telesia domanda

di pre-ammissione all’Aim

a pag. 17

Il gestore del sito Internet è compli-ce della diffamazione commessa dall’utente che carica un testo. La responsabilità, però, non scatta per la sola posizione di gestore del sito, ma sulla base dell’agevolazione pre-stata alla commissione della diffa-mazione. Ad esempio mantenendo consapevolmente il documento sul sito e consentendo, con l’omessa rimozione, che lo stesso sviluppi la sua efficacia diffamatoria. Il princi-pio è stato formulato dalla Corte di cassazione.

Può essere condannato per complicità nella diffamazione con l’utente che ha caricato il commento offensivo

Internet, il gestore è responsabileDOPO LA BOCCIATURA DEL CDA AL PIANO DELLE NEWS

La Rai è irriformabile Carlo Verdelli si dimette

La Rai è irriformabile. Addio al progetto che doveva rivoluzio-nare il sistema delle news in Rai firmato Carlo Verdelli. Il piano è naufragato ieri, al secondo confronto in Cda sull’ipotesi di riforma messa sul tavolo lo scorso dicembre. Immediate le dimissioni di Ver-delli che era stato chiamato dal direttore generale Campo Dall’Orto. Tra i punti del piano bocciato la creazione di macro-regioni e lo spostamento della direzione del Tg2 a Milano, giu-dicata dai consiglieri di ammi-nistrazione troppo onerosa. «Non posso continuare a lavo-rare a qualcosa e in una realtà dove il mio sforzo non trova riscontri», ha sottolineato Ver-delli.

L’ex sindaco di Abano Terme, Luca Claudio, è fi nito in manette per corruzione, concussione e turbativa d’asta. Il pubblico ministero Fede-rica Boccaglini ha poi ottenuto dal giudice il sequestro preventivo di suoi dodici appartamenti. Il se-questro, si legge, è «previsto dalle normative anticorruzione e antima-fi a ed è relativo a tutte le proprietà dell’ex primo cittadino, il quale non poteva giustifi carne l’acquisto con una dichiarazione dei redditi che aveva avuto il picco nei 64.744 euro annui da lui dichiarati nel 2001». I dodici appartamenti sequestrati erano a lui intestati (o a lui ricon-ducibili attraverso le società Rls e Soleluna) ed erano sparsi tra Aba-no, Montegrotto, Maserà di Padova e Roma, in via Sora. Ora che un tizio che, al massimo, aveva un red-dito di 5 mila euro al mese possa acquistare 12 appartamenti (che sono iscritti al catasto), senza che il fi sco se ne accorga, è una notizia che dovrebbe inquietare il ministero delle fi nanze. Invece, tutto tace. Zit-to e mosca. Tanto le tasse le paga-no, fi no all’ultimo cent, i lavoratori

dipendenti.

DIRITTO & ROVESCIO

POLEMICHE INUTILI

I voucher sono dei passeri sui quali si spara con il cannone

Cazzola a pag. 5

Ciccia Messina a pag. 29

VINCERÀ L’M5S?

Il Pd a pezzi a Grugliasco, la Stalingrado

torinese sempre rossa dal 1945

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Ferroni a pag. 17

Giulio Meotti: fra gli strumenti di conquista dell’Europa da parte dei musulmani c’è anche la loro natalità

Goffredo Pistelli a pag. 9

Con guida «Voluntary Disclosure bis» a € 6,00 in più; Con «L’Atlante delle banche Leader 2016» a € 1,50 in più; Con guida «Rottamazione delle cartelle esattoriali« a € 5,00 in più; Con guida «Il decreto i scale» a € 6,00 in più; Con guida «La legge di bilancio » a € 6,00 in più; Con «L’Atlante delle Assicurazioni Leader 2016» a € 1,50 in più; Con guida «Le nuove pensioni» a € 5,00 in più

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2 Mercoledì 4 Gennaio 2017 I C O M M E N T I

Secondo un s o n d a g g i o Swg realiz-zato a metà dicembre, più

della metà delle persone intervi-state (52%) appartenenti al ceto medio-basso ritiene che per cam-biare le cose in Italia sia necessaria una rivoluzione. Nel ceto medio-alto, invece, prevale la convinzione che per cambiare le cose in Italia siano necessarie le riforme (55%) e solo il 24% degli intervistati imbocchereb-be la strada della rivoluzione

È diffi cile oggi attribuire un valore profetico ai sondaggi, ma questo dato può es-sere utilizzato come chiave di lettura per spiegare alcuni fatti politici recenti, per capire il senso di quelle correnti sotter-ranee che, prima o poi, escono allo scoperto, talvolta in modo clamoro-so. Il travolgente successo del M5S è uno di questi fatti. I suoi sostenitori non hanno in mente un modello di società, producono analisi politiche infantili, sono zeppi di idee stram-palate, eppure potrebbero diventa-re il primo partito italiano. Grillo è infatti riuscito a incanalare nel suo movimento la rabbia, al delusione, il disgusto di chi non ne può più e non vede l’ora di rovesciare il tavolo della politica. Poi si vedrà: stiamo parlan-

do di un terzo degli elettori italiani.

Un meccanismo analogo è scattato per il referendum costi-tuzionale: dopo decenni in cui le riforme sono state al centro del più impegnato dibattito politico, gli ita-liani bocciano la madre delle riforme e fanno cadere il premier. Perché? Perché ha prevalso la rabbia contro l’establishment, la casta, il governo: distruggere è stato ritenuto più im-portante che costruire.

Non è un fenomeno solo italia-no. L’avversione al cinismo, all’ipo-

crisia e alla completa mancanza di scrupoli delle classi politiche dominanti in Europa è la causa della Bre-xit e del rafforzarsi di diversi movimenti

cosiddetti populisti in Austria, in Francia, in Polonia. Anche Trump negli Usa ha fatto leva sul malesse-re di chi non si riconosce più nell’at-tuale sistema politico-mediatico ed è alla ricerca di un cambiamento radicale. Ovvio che le classi più agiate preferirebbero riforme che non mettono a rischio il loro status. Ma dopo una crisi lunghissima, il numero degli sconfi tti, dei frustrati, degli arrabbiati, evidentemente è in forte crescita in tutto l’occidente e rischia di far tracimare il vaso.

DI MARINO LONGONI

L’ANALISI

C’è in giro una granvoglia di rivoluzione

DI SERGIO SOAVE

Si attribuisce insisten-temente a Silvio Berlusconi l’inten-zione di costituire,

dopo elezioni celebrata con un meccanismo proporzionale, una «grande coalizione» con il Partito democratico, sul mo-dello (anche se a parti inver-tite) della grosse koalition che governa a Berlino. Il fatto è che, stando ai dati disponibili ora, quella eventuale coalizio-ne non sarebbe affatto grande. La simmetrica uscita dell’al-leanza di centrodestra delle ali protestatarie della Lega e di Fratelli d’Italia e dal Par-tito democratico dell’area più critica nei confronti del renzi-smo, anche se naturalmente non può essere quantificata in seggi, renderebbe millime-trica, sempre che ci sia, una maggioranza parlamentare come quella ipotizzata.

Naturalmente Berlusco-ni lo sa benissimo, visto che i suoi esperti di previsioni elettorali si sono dimostrati, nel corso degli ultimi anni, quelli più capaci di avvici-narsi agli esiti effettivi. Ci si

domanda, quindi, quale sia il senso di queste profferte più o meno esplicite. Quello che interessa in primo luogo è la scelta di un sistema elettora-le proporzionale, che darebbe comunque alla pur ridotta rappresentanza berlusconia-

na una funzione autonoma. Se il Pd si muovesse in sintonia con questa tendenza, dando vita a un nuovo Nazareno, pa-gherebbe un prezzo piuttosto alto nell’arroventamento del-la dialettica interna, mentre Berlusconi, prospettando una via d’uscita diversa da quella dell’accordo preventivo con le altre formazioni di centrode-stra, potrebbe affrontare un eventuale negoziato con gli ex alleati da una posizione più forte.

Le ragioni tattiche che giustifi cano queste mosse, sia da parte di Berlusconi che di Renzi, sono abbastanza

convincenti. Quello che inve-ce manca completamente è un orizzonte che vada oltre la ge-stione della situazione attuale e delle sue anomalie. Supera-re i guai che sono stati creati da coalizioni eterogenee, nel centrodestra e nel centrosini-stra, proponendo il massimo dell’eterogeneità, non sem-bra una grande idea.

Si capisce l’interesse a preservare un «centro» in grado di resistere alle pres-sioni populiste, cioè prote-zioniste e antieuropee, che

crescono a destra e a sinistra. Però un’alleanza puramente difensiva, che disporrebbe (forse) di una maggioranza millimetrica, difficilmente può essere la base su cui co-struire quel minimo percorso riformatore che è palesemen-te indispensabile.

Però un’intesa su un meccanismo elettorale più favorevole alla rappresen-tanza che alla governabilità, anche se stilata in base ad attese improbabili, può rimet-tere in azione un gioco poli-tico oggi bloccato, lasciando poi all’elettorato il responso, com’è natura

IL PUNTO

La grande coalizione avrebbeuna maggioranza millimetrica

E scatenerebbe la sarabanda

a destra e sinistra

According to a SWG survey carried out in mid-De-cember, more than half of those surveyed (52%) be-

longing to the lower middle class believe that a revolution is needed to change things in Italy. Instead, the upper middle class mostly be-lieve that reforms (55%) are nee-ded to change things in Italy and only 24% of respondents would take the path of revolution.

Giving a prophetic value to surveys is diffi cult today, but this fi gure can be used as a key to ex-plain some recent political events, to understand the meaning of the underground fac-tions that, sooner or later, come to light, sometimes blatan-tly. The overwhel-ming success of the M5S is one of these facts. Its supporters don’t have in mind a model of society, produce childish political analysis, are full of crazy ideas and yet they could become the first Italian party. Indeed, Grillo has mana-ged to channel in his movement the anger, disappointment and disgust of those who are fed up and can’t wait to overthrow the political class. Then we will see: we are talking about one-third of Italian voters.

A similar mechanism was

triggered by the constitutional referendum: after being at the heart of the most active political debate for decades, Italians have rejected the mother of all reforms and toppled the prime minister. Why? Because the anger against the establishment, the caste, the government prevailed: destroying was considered more important than building.

It isn’t just an Italian phe-nomenon. The aversion to cyni-cism, hypocrisy and complete unscrupulousness of the ruling political classes in Europe is the cause of Brexit and of the rise of

many so-called po-pulist movements in Austria, France and Poland. In the US, Trump has also relied on the malai-se of those who no

longer recognize themselves in the current political and media system and are looking for a ra-dical change. It is obvious that the better off prefer the reforms that don’t jeopardize their status. However, after a very long crisis, the number of those defeated, frustrated, angry is apparently growing throughout the West and threatens to break the ca-mel’s back.

© Riproduzione riservata

Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR ENGLISH

There is a craving for revolution around

Coloro che ci hanno rimesso cresconoa vista d’occhio

Those who have lost out are

visibly increasing

DI MARCO BERTONCINI

In tema di voto non c’è unità né fra i democratici né fra gli azzurri. Matteo Renzi ha fretta, nel con-vinto timore che lo scorrere del tempo serva a rosolarlo. L’inatteso altolà giuntogli dal capo dello stato l’ha sconcertato e maldisposto. Per provocare un po’ di te-orica fretta si sono mossi, sollecitando l’avvio delle discussioni sulla riforma elettorale, non pochi, dal fi dato vice Lorenzo Guerini al condirettore de l’Unità Andrea Romano, ex dale-miano, ex montezemoliano, ex montiano. Matteo Orfi -ni si è addirittura schierato contro Sergio Mattarella. Peccato, però, che a rallen-tare i tempi non ci siano soltanto le sinistre interne, scarsamente propense a elezioni con le liste compo-ste (imposte) da Renzi. Sulla fretta dei ministri Maurizio Martina, Andrea Orlan-do e Dario Franceschini, nessuno giura.

La divisione emerge

palese in Fi. Altero Mat-teoli ha rilevato (impecca-bilmente) che nel partito non si discute del progetto di riforma elettorale in al-cun luogo deputato, sicché ciascuno esprime le proprie opinioni sui mezzi d’infor-mazione. Come sempre, va aggiunto. Giovanni Toti non soltanto si è pronuncia-to per il mattarellum, ma ha addirittura auspicato il par-tito unico del centrodestra, che il Cav non riuscì a realiz-zare nemmeno col Pdl. Altri sostengono il proporzionale voluto da Berlusconi, ma c’è chi preferirebbe allearsi su-bito in un centrodestra pur a trazione leghista.

Tuttavia i sommovi-

menti palesi e occulti tra i forzisti conteranno poco: nel movimento berlusconiano decide Berlusconi. Quindi, la linea politica sarà di andar piano, pianissimo, facendo slittare qualsiasi intesa, e in ogni caso puntando su un sistema il più proporzionale possibile e senza alcun in-centivo per le coalizioni.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Legge elettorale, okma adagio, adagissimo

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3Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R I M O P I A N OIl leader M5S: «Giurie popolari giudichino la veridicità delle notizie». Ok al codice etico con il 91%

Grillo, alla sbarra giornali e TvGoverno, arriva per decreto il reddito di inclusione

DI GIAMPIERO DI SANTO

Attenzione lettori! In questo articolo potreb-bero essere contenute alcune notizie sulla cui

veridicità, se Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle andranno al governo, saranno chiamati a giudicare i cittadini di una giuria popolare eletta ad hoc. Se le news saranno rite-nute false, non si sa su quali basi, il direttore dovrà inginocchiarsi e chiedere pubblicamen-te scusa a tutti, in una sorta di gogna del terzo millennio. È con questa stupefacente novità che ieri il garante del Movi-mento 5 Stelle, alle prese con i malumori dei mili-tanti per il nuovo codice di comportamento per gli eletti che diventa ga-rantista per gli indaga-ti, non più costretti alle dimissioni, ha cercato di spostare le luci dei riflettori dalle difficoltà ormai evidenti in cui il M5S si dibatte a Roma e non soltanto.Ma questa volta Grillo l’ha combi-nata grossa, perché la sua sparata contro la stampa e le televisioni, accusati di pubblicare deliberatamente notizie false per compiacere il potere e attaccare chi al po-tere non è, gli ha attirato la querela del direttore del Tg di La7 Enrico Mentana, di cer-to mai malevolo nei confronti del Movimento, e le proteste della Federazione nazionale della Stampa italiana, che ha commentato così la sortita del garante «Se fosse approvata la sua proposta l’Italia il cen-tocinquantaquattresimo posto nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo», hanno fatto sapere il segretario ge-nerale e il presidente, della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti. «Quello che il leader del Movimento 5 stelle fa finta di non capire è che sono le minacce e le inti-midazioni, come quelle che lui velatamente lascia trasparire, a far precipitare il paese nel-le classifiche internazionali».Quanto a Mentana, su Facebo-ok ha fatto sapere: «In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un’offesa non sanabile a tutti i lavoratori del Tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile». Mentre l’Ordi-ne dei giornalisti, dopo avere defi nito «grave e sconcertante» la proposta lanciata da Grillo, ha invitato il leader del M5S a «rifl ettere sul clima e sulle conseguenze che le sue parole possono determinare e sotto-linea l’invito rivolto agli italia-ni nel discorso di fi ne anno dal

presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo il capo dello Stato l’odio come strumento di lotta politica è nemico della convivenza e crea una società divisa, risso-sa e in preda al risentimento, che smarrisce il senso comune di appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza». Tutti richiami

inutili, perché il Movimento ha tenuto duro. «Prima, con la scu-sa della lotta alle bufale in Rete, provano a imbavagliare inter-net, ormai unico vero squarcio d’informazione indipendente in un sistema mediatico fondato sulla partitocrazia, e poi accu-sano il M5S di oscurantismo se propone che i media tradiziona-li rendano conto delle notizie false diffuse. Ancora una volta il Pd e i vecchi partiti usano due pesi e due misure quando si parla d’informazione», hanno affermato i capigruppo M5S di camera e senato, Vincenzo Caso e Michela Montevec-chi. «L’unico vero tribunale davanti a cui la stampa degna di questo nome dovrebbe ri-spondere è quello dell’opinione pubblica e dei cittadini».

E i militanti dicono sì al codice etico garantista con il 91% dei voti

Polemiche durissime, insom-ma, mentre i militanti (iscritti) del M5S si davano da fare via Internet per dire la loro sul nuovo codice etico per gli eletti che segna la svolta garantista dei pentastellati. Si è votato fi no alle 19 di ieri sera e alla fi ne un comunicato del blog ha dato i numerI della consultazio-ne on line riservata agli iscritti certifi cati: «40.954 iscritti han-no partecipato alla votazione sul Codice di comportamento del Movimento 5 stelle in caso di coinvolgimento in vicende

giudiziarie che è stato ratifi ca-to con il voto favorevole del 91% dei partecipanti, pari a 37.360 iscritti». Il codice non prevede conseguenze automatiche in caso di eletti sottoposti a inda-gini penali, ma affi da le valuta-zioni del caso agli organi interni e al «garante», Grillo stesso. È passato quasi all’unanimità anche il cosiddetto program-

ma Energia, con percentuali più che bulgare. Spiega ancora la nota pentastellata: «Hanno partecipato alla votazione per il programma Energia 40.977. Hanno votato Sì in 40.516 e No in 461, Il quesito approvato era: «Sei d’accordo con lo spo-stamento degli incentivi statali dalle fonti fossili all’effi cienza energetica e alle fonti rinnova-bili?»

Il governo prepara per decreto il reddito di inclusione

Con un’intervisa rilasciata al quotidiano la Repubblica, il ministro delle politiche agricole, Andrea Martina, ha annun-ciato che l’esecutivo è pronto a lanciare il cosiddetto reddito di inclusione, per il quale sono già state stanziate risorse dal governo guidato da Matteo Renzi. Secondo Martina il pre-mier Paolo Gentiloni stareb-be per varare, probabilmente attraverso un decreto legge per abbreviare i tempi, un aiuto mensile fi no a 400 euro desti-nato alle famiglie con Isee in-feriore ai 3000 euro annui. La somma stanziata al momento è di un miliardo e 150 milio-ni di euro. «Per la prima volta abbiamo risorse strutturali per fi nanziare un intervento come questo», ha detto Mar-tina. «Siamo l’unico paese in Europa a non avere uno stru-mento di contrasto universale alla povertà. Si colma piutto-

sto una lacuna. Io rivendico il lavoro fatto dal governo Renzi in questo senso. La legge de-lega votata alla camera nel luglio scorso è oggi al senato. Occorre fare presto. Dobbiamo concretizzare in tempi rapidi il reddito di inclusione per svol-tare con gli strumenti di con-trasto alla povertà, in sostegno di famiglie e persone in grave

diffi coltà economiche. Un gran lavoro è stato fatto dal governo Ren-zi: con la legge di sta-bilità 2016 abbiamo defi nito un fondo da 1 miliardo 150 milio-ni. Adesso quel lavoro deve dare i suoi frut-ti», spiega Martina. «I dati Istat ci dicono che un milione e 600 mila famiglie, ovvero 4,5 milioni di persone hanno varcato la so-glia della povertà as-soluta, un minore su tre è a rischio. Ecco, loro devono essere la priorità» Parole alle quali ha fatto segui-to l’intervento del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha annunciato la predisposizione «di un decreto ministeriale, efficace a partire da marzo, per consentire la concreta utilizzazio-

ne di tutte queste risorse e per ridefi nire, sulla scorta dell’espe-rienza già realizzata con il Sia, i criteri di accesso alla misura che privilegiano le famiglie con fi gli minori o disabili o con una donna in stato di gravidanza. L’obiettivo è raggiungere, nel 2017, circa 400.000 famiglie, con 800.000 minori e oltre 1,5 milioni di persone».

Istanbul, rilasciato il presunto attentatore di Capodanno

Iakha Mashrapov, il cit-tadino kirghiso additato come l’autore della strage di Ca-podanno a Istanbul, sarebbe estraneo all’attentato: lo ha dichiarato alla Bbc il capo dei servizi di sicurezza del Kirghi-zistan, Rakhat Sulaymanov, al termine dell’interrogato-rio cui lo stesso Mashrapov è stato sottoposto al rientro in patria dalla Turchia in aereo. Interorgatorio dopo il quale Mashrapov è stato rilasciato. Sulaymanov ha affermato che l’uomo non c’entra con l’attacco alla discoteca Reina.

Migranti, morta per trombosi la giovane donna ivoriana nel Centro di Cona

È tornata la calma nel centro di prima accoglienza di Cona, in Veneto, dove i mi-granti la scorsa notte si sono barricati in alcuni container e hanno bloccato all’interno 25 volontari, poi liberati. I disor-

dini erano scoppiati a causa della morte improvvisa di una giovane donna della Co-sta d’Avorio, Sandrine Ba-kayoko, 25 anni, in attesa di una risposta alla domanda di asilo politico. L’autopsia ha in seguito rivelato che la donna è morta per una trombo-em-bolia polmonare. Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha disposto il trasferimento di circa cento migranti, at-tualmente ospitati nel centro, in strutture presenti in Emi-lia Romagna. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha dichiarato che quando sarà al governo ci saranno «espulsioni di massa, chiusu-ra dei centri e navi della Ma-rina militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro». Anche Fi ha parla-to di rivolta inaccettabile e di espulsioni di massa, mentre il Pd si è detto contrario a stru-mentalizzazioni. Minniti sarà ascoltato sulla vicenda dalla Commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti,

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Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

Grillo: “Giuria popolare contro le balle”.

Non si fi da del televoto.

* * *Grillo: “Giudici estratti a sorte”.

Ma non era contro il gioco d’azzardo?

* * *Cresce la voglia di viaggiare.

Ma per la sola andata.

* * *

Istanbul, è giallo sul killer.

Ma non avevano detto che era cinese?

* * *

Rc auto, calano i sinistri.

Come in politica.

* * *Corte Conti, accelerare sull’auto elettrica.

Sembra facile.

* * *

Las Vegas, auto emotive e letti connessi.

E cervello spento.

PILLOLE

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4 Mercoledì 4 Gennaio 2017 P R I M O P I A N OÈ questa l’eredità di Barack Obama che, invece di risolvere i problemi, li ha aggravati

Viviamo in un periodo prebellicoChissà se Donald Trump ce la farà, ora, a disinnescarloDI DOMENICO CACOPARDO

Che il clima sia pre-bellico è diffi cilmen-te contestabile. È crollata la leadership

americana di Barack Oba-ma che ha dimostrato come la «politica dei princìpi» non è effi cace come lo è la «politi-ca degli interessi». Gli stessi elettori di Obama sono, a no-vembre, passati in massa a Trump, scontenti dei mezzi benefi ci ottenuti e di una oc-cupazione appiattita in basso e, quindi, realizzata a scapito delle classi medie, sulla via della perdita del prestigio sociale, del crollo dei livelli retributivi, della scomparsa delle prospettive personali e familiari. Con il crollo della leadership americana, si è aperto un ampio vuoto di po-tere, subito occupato da altri protagonisti di varia qualità: la Russia, l’Iran, la Turchia, la Cina e il Giappone (sulla strada del ritorno a un peso militare scomparso con la sconfi tta nella Seconda guer-ra mondiale).

Per il vero Obama ave-va inscenato un tentativo di contenimento delle aspi-razioni russe, con l’ammis-sione nella Nato (un reper-

to archeologico che fornisce gradite ed elevate prebende a vertici militari) dei paesi confi nanti, sino alla Romania, e con l’organizzazione di un golpe in Ucrai-na con il quale era stato allon-tanato il pre-sidente eletto Yanukovich, e la sua sosti-tuzione con l ’ a m e r i k a n o Poroshenko, sostenute dalle forze politiche e dalle milizie neonaziste. Per memoria, ricor-diamo che la nazione ucrai-na nell’attuale confi gurazione è una invenzio-ne di Stalin e di Krusciov, che in un ben diverso con-testo, volendo incassare un secondo seggio alle Nazioni Unite, definirono in confini di uno Stato federato, costi-tuito per metà da gente di etnia russa.

La stolida operazione (stolida perché ha tentato di ripetere a parti invertite l’operazione Cuba del 1961, nel corso della quale l’Urss

aveva tentato di installare nell’isola caraibica, missili capaci di colpire con armi nucleari tutto il territorio nord-americano) ha visto

l’acquiescenza autolesionista dell’Europa, in cui la Germa-nia, sempre più legata politi-camente ed economicamente alla Polonia, alle potenze baltiche e agli altri exsatel-liti russi, ha consolidato una primazia continentale di cui, a dire il vero, non si vedeva la necessità.

Ora, il 2017 inizia nel caos politico. Ben Wallace, vice ministro degli interni del

Regno Unito, ha dichiarato ieri che l’Isis sta preparando un attacco chimico in terra europea, visto che l’intelli-gence britannica è riuscita

a provare la capa-cità del sedicente Stato islamico di costruire armi chi-miche.

È di tutta evi-denza che se l’Isis ha la capacità di costruire armi chimiche ad alto potenziale, non c’è ragione perché non le costruisca prima e le usi poi. L’impatto (ovun-que il fatto doves-se accadere) sareb-be addirittura più grave e sconvol-gente dell’11 set-

tembre e provocherebbe una reazione generalizzata nella quale lo scontro tra mondo sviluppato, laico e cristiano e Islam tornerebbe a dominare una scena nella quale non è improbabile vedere il terzo olocausto atomico (dopo Na-gasaki e Hiroshima).

Certo, sta arrivando un nuovo presidente ame-ricano, Donald Trump, un personaggio singolare, un

puttaniere che reca con sé un tesoro incommensurabile, quello stesso che ha segnato la storia dell’uomo. Si chiama l’«idea divergente», un pen-siero cioè che propone una visione della scienza, della politica e dell’arte innovati-va e diversa da tutto ciò che il conformismo ha in preceden-za consolidato. «Idea diver-gente» fu quella di Galileo Galilei. «Idea divergente» fu l’arte di Caravaggio. «Idea divergente» fu la rivoluzione americana e, poi, quella fran-cese.

Solo il coraggio di cam-biare le carte in tavola, archiviando le sciocchezze elettorali per aggrapparsi a un sano realismo, può dare a Trump la forza di incammi-narsi sulla strada giusta che eviti la guerra.

E la guerra non si evita con le demagogiche illusioni di papa Francesco, ma con la concretezza che segnò, per esempio, l’equilibrio del ter-rore tra Usa e Urss. Il clima, comunque, è pesante e sen-za spiragli immediatamente percorribili. Ma il 20 gennaio, giorno dell’insediamento del presidente americano potreb-be cambiare qualcosa.

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DI DIEGO GABUTTI

Silvio Berlusconi è stato il primo d’una nuova specie: l’antipolitico occidentale moderno. Primo di questa

talvolta nobile (ma per lo più igno-bile) schiatta, l’ex Cavaliere è stato a lungo anche il solo antipolitico a papparsi ri-dendo e scher-zando un’intera nazione (salvo perderla e ri-conquistarla, poi perderla e ricon-quistarla anco-ra). Fino alla vit-toria di Donald Trump alle ele-zioni americane, nessun populista occidentale era mai riuscito a egua-gliare il suo record.

Berlusconi è il modello ori-ginario. È stato lui, il leader di plastica, a incarnare per la prima volta il disprezzo per «il teatrino della politica» e per «i professioni-sti della politica». Gli elettori ita-liani, vent’anni fa, non passarono dalla sua parte, come lui probabil-mente s’illuse, perché lo credessero bello o perché pensassero che il suo partito avrebbe fatto dell’Italia un paradiso: per quanto boccalone, un

elettore non crede proprio in tutte le favole (specie quando la favola, variamente modulata, è poi sempre la stessa… welfare a pioggia, pen-sioni a breve, il conto a Pantalone). Gli elettori si servirono di lui per caricare a testa bassa quella parte di classe politica (le rovine sparse

del vecchio Pci e della Dc di sinistra) che il pool Mani puli-te aveva trascu-rato di spazzar via insieme al resto di Tangen-topoli.

A questo ser-vono, d’altra parte, i populi-sti di successo: non a sostitu-ire col proprio

personale politico l’odiato «siste-ma», ma a umiliare «la casta», ma senza abbatterla davvero, sempre sperando che con il tempo la poli-tica tradizionale si possa redimere. Sappiamo come va a fi nire quando il populismo sfugge di mano e gli antipolitici arrivano a governare le nazioni (come capitò all’Italia fascista e alla Germania hitleria-na, per non parlare della Russia sovietica o della Cina maoista). Arrivato a governare l’Italia, Ber-lusconi – grazie al cielo – ha fatto

eccezione.Anche in questo primo della

specie, Berlusconi è stato un an-tipolitico democratico, che non ha messo a rischio le istituzioni, ma le ha difese, qualunque cosa abbiano fantasticato i comici televisivi e i tribunali. Col tempo, da nemico dell’establishment, si è trasformato in establishment (come succederà verosimilmente anche a Donald Trump, al quale Papi ha fatto un po’ da apripista).

Ma il suo marchio d’origine è sempre lo stesso: l’antipolitica, in un’accezione ori-ginale e bislacca, contemporanea-mente sfrenata e bene educata, per metà burlesque, per metà «mi con-senta».

L u m b a r d , fratelli d’Italia e mezze pippe, al confronto, sono soltanto pallidi «tentativi d’imitazione», come le testate concorrenti della Settimana enigmistica. Sono le copie sbiadite e involgarite del solo populismo che nel dopoguerra abbia fatto due o tre volte l’en plein in una delle nazioni (all’epoca) più industrializzate del pianeta. Qualunque cosa gli faccia

credere il Fatto quotidiano, Beppe Grillo non è nemmeno in gara (fi gu-rarsi poi Giorgia Meloni e Matteo Salvini, politici che contano meno di quanto pesino).

Una o due vite fa, nel 1994, quando trionfò alle elezioni poli-tiche e ascese per la prima volta a Palazzo Chigi, Berlusconi vinse da outsider contro «i politici di profes-sione» sopravvissuti alla decima-zione giudiziaria dei due anni pre-cedenti. Berlusconi era un outsider vero, come avrebbero dimostrato in

seguito le sue barzellette spin-te, scelte male e raccontate peg-gio. Beppe Gril-lo, al confronto, è soltanto uno che recita la parte dell’out-sider gonfi ando le vene del collo e strabuzzando gli occhi.

Quanto a Sal-vini, per passare

da outsider, deve indossare una delle sue felpe imbarazzanti, oppure star-sene in maniche di camicia come un Renzi meneghino. Se alle prossime elezioni, come sembra, ci sarà una gara tra outsider, non stupitevi se la vincerà Papi.

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IN CONTROLUCE

Berlusconi, col tempo, da nemico dell’establishment, si è trasformato in establishment lui stesso. Così succederà adesso anche a Trump

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Gli elettori si servirono vent’an-ni fa di Berlusconi, non perchè credevano nelle promesse del Cav, ma per caricare a testa bassa quella parte di clas-se politica (le rovine sparse del vecchio Pci e della Dc di

sinistra) che il pool Mani pulite aveva trascurato di spazzar via insieme al resto di Tangentopoli

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A questo servono, d’altra parte, i populisti di successo: non cer-to a sostituire, come essi dicono senza crederci, col proprio per-sonale politico l’odiato «siste-ma», ma a umiliare «la casta», ma senza abbatterla davvero, sempre sperando che, con il

tempo, la politica tradizionale si possa redimere

Donald Trump

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5Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R I M O P I A N OÈ l’obiettivo impossibile che si vuol raggiungere con la riforma del sistema elettorale

Stabilità, non è parola italianaNon fu assicurata nemmeno durante la dittatura fascista

DI CESARE MAFFI

Bisogna garantire la governabilità. È il ritornello che cir-cola in vista delle

trattative per la riforma elettorale. Dominò nei pri-mi anni novanta, con le ini-ziative per l’elezione diret-ta del sindaco e il sistema maggioritario.

Nelle ultime settimane ha sostituito un altro ritornel-lo, sulla necessità di cono-scere il vincitore la sera delle elezioni. Se ne faceva vanto Matteo Renzi per esaltare l’italicum, metodo elettorale che senza dubbio garantisce un’ampia maggioranza di seggi al primo arrivato (qua-le che ne sia il sostegno elet-torale). Anche il porcellum, prima dell’intervento della Corte costituzionale, aveva tale garanzia. Naturalmente simili assicurazioni valgono con riferimento a una sola Camera. Logico quindi che l’affermazione sia priva di valore, dopo la riapparizio-ne del Senato elettivo nelle istituzioni a causa della ri-pulsa della riforma costitu-zionale.

Adesso si sostiene che si deve formulare una nuova legge elettorale che garantisca (impossibile) o favorisca (più realistico) la governabilità. Se si guarda a un secolo e mezzo di isti-tuzioni nazionali, non si può dire che sia il sistema eletto-rale a infl uire sulla governa-bilità. E nemmeno il colore politico delle maggioranze via via affermatesi.

L’Italia monarchica e libe-rale si resse prima su un si-stema di collegi uninominali a due turni (1861-1882), per passare a collegi plurinomi-nali di lista (1882-1892), tornò agli uninominali per finire col proporzionale nel 1919. Alla destra sto-rica succedette la sinistra storica, cui tenne dietro il trasformismo, mentre dopo il giolittismo venne il con-vulso dopoguerra di faticosi gabinetti, cui pose termine il governo fascista, sorto come esecutivo di larghe intese.

Ebbene, l’unica legisla-tura che durò i cinque anni statutari fu quella eletta nel 1913, che anzi superò il quinquennio, per una sola ragione: nel 1915 l’Italia entrò in guerra. Quanto ai governi, la durata media degli esecutivi stava sotto l’anno, anche se i presidenti del Consiglio potevano spes-so succedere a sé stessi.

La governabilità giun-se con il regime fascista. Attenzione, però: le crisi di governo ci furono, anche se non sancite dalle dimissioni di Mussolini. Già nel ’23 se ne andarono i ministri popo-

lari, altri sussulti si ebbero dopo il delitto Matteotti, sostituzioni di ministri a frotte furono celate sotto la pudica defi nizione di cambi della guardia, per culminare nel repulisti quasi generale attuato nel febbraio ’43.

Gli anni che oggi si de-fi niscono della transizione istituzionale conobbero go-

verni tecnici e politici, con maggioranze all’interno del Cln. Non ci fu eccesso di soli-dità e durata negli esecutivi col passaggio alla repubbli-ca. Guardiamo governi e le-gislature dal 1946 al ’93, co-siddetta prima repubblica.

Sistema elettorale pro-porzionale, maggioranze di unità nazionale, centriste, di

centro-sinistra, di pentapar-tito e altre ancora: i governi continuavano a durare come nell’Italia liberale. Nel ’94 ebbero l’avvio i sistemi mag-gioritari. Da allora vi sono state legislature abbreviate (1994-’96, 2006-’08 e anche quella del 2008 fu troncata in lieve anticipo), ciascuna con più governi: due nella XII (’94), poi quattro, a se-guire due, uno, due e tre in quella odierna. In compen-so il fenomeno dei cambi di casacca è divenuto abituale, con ribaltoni, passaggi di centinaia di parlamentari in più schieramenti, nascite e morti di formazioni estem-poranee e spesso di semplici gruppi parlamentari. Se fra il 1953 e il ’59 i governi do-vevano guardare ai cosiddet-ti cani sciolti (singoli par-lamentari: ex monarchici, contadini, Comunità…) per recuperare un paio di voti di maggioranza, nella seconda repubblica ci si è affidati ai cambi di fronte dei Mastel-la e degli Scilipoti.

Dunque, non è la legge

elettorale a determinare la governabilità. È la clas-se politica, sono le tradizio-ni istituzionali, è la stessa percezione degli elettori. Se si volessero davvero esecu-tivi duraturi, bisognerebbe passare a un sistema elet-torale presidenziale, nem-meno semipresidenziale (in Francia i presidenti della Repubblica modificano più volte presidenti del Consi-glio e governi).

Altrimenti, bisogna ras-segnarsi. Il sistema politi-co italiano è sempre stato qualificato dall’instabilità governativa, dalle crisi ri-correnti, dall’incapacità di esprimere solide politiche che si sviluppino senza traumi ricorrenti. Vi sono stati, certamente, presiden-ti capaci di governare e du-rare, da Cavour a Giolitti a De Gasperi, e politiche sviluppate nonostante dis-sidi interni, dal centrismo al centro-sinistra; ma il sistema elettorale c’entra poco.

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DI GIULIANO CAZZOLA

Probabilmente è merito della pausa natalizia dei talk show, sempre pronti a sparare su ogni Croce rossa di passaggio.

Ma sulla questione dei voucher comin-ciano a farsi sentire ragionamenti di buon senso. Del resto era suffi ciente consultare la mole di dati statistici uffi ciali dedicati a questo fenomeno, per accorgersi delle sue effettive di-mensioni, piuttosto ridotte nel conte-sto del mercato del lavoro.

* * *Nel WorkInps dedicato al lavoro

accessorio (ne abbiamo scritto più volte in questa rubrica) è contenuta una rifl essione signifi cativa che me-riterebbe di essere approfondita. Pos-sono i voucher costituire un’anticipa-zione del salario minimo? Leggiamo insieme: «Si può pensare – diversi osservatori già lo pensano – che i voucher siano la testa di ponte per l’introduzione del salario orario mini-mo. Quasi una sorta di aperitivo o, se si vuole, di esperimento non dichiarato. In effet-ti il valore nominale del voucher – 10 euro, di cui 7,5 al lavoratore – non è lontano dal valore che potrebbe avere il salario minimo e che sarebbe per il mercato del la-voro un esplicito valore di riferimento. Alcuni - prosegue il documento - si aspettano che tale valore, una volta intro-dotto, diventi «il pavi-mento» sotto il quale non si può scendere de-terminando in tal modo

una sorta di garanzia minima per i lavoratori, altri temono che defi nire un pavimento signifi chi indurre tutti i datori di lavoro a schiacciare i salari vicino ad esso. E’ certo che il valore del voucher corrisponde attualmen-te ad un importo inferiore a quello desumibile dagli schemi di qualsiasi retribuzione regolare alle dipendenze di un’impresa, come del resto abbiamo visto in precedenza considerando il costo orario minimo del lavoro som-ministrato». Se questa prospettiva ha un minimo di sbocco non avrebbe senso gettare – tramite il referendum abrogativo – il classico bambino con l’acqua sporca.

* * *«La ricezione, da parte del por-

tavoce, di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle in-dagini” non comporta alcuna automa-tica valutazione di gravità dei com-portamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5» ( il dovere del por-tavoce d’informare l’organizzazione in

caso di problemi giudiziari). È un brano tratto dal «Codice di

comportamento del MoVimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie». I commentatori ne hanno colto (con stupore, talvolta anche con ironia) il profi lo garantista. In base alle nuove regole, pur riser-vandosi il Movimento di esaminare i singoli casi e di assumere le opportu-ne decisioni, viene superato il peccato originale che aveva caratterizzato la vita associativa dei grillini, quando bastava uno sguardo di traverso di un usciere di Tribunale per determinare l’espulsione dei militanti coinvolti. In sostanza, i dirigenti del M5S non si genufl etteranno più davanti ai magi-strati. La domanda è: lo faranno solo per gli appartenenti al MoVimento o diventeranno garantisti anche quan-do la macchina del fango si riverserà su altri?

* * *Comunque vada a fi nire il Codice di

comportamento del M5S è un atto di intelligenza politica. Grillo e i suoi

accoliti si sono accorti che le procure avevano scoperto il loro tallone di Achille. Era suffi-ciente incolparli di qualcosa per metterli con le spalle al muro. Con le nuove regole è come se si fossero libe-rati di un complesso, avessero curato una nevrosi, che li espo-neva alla mercè degli avvisi di garanzia. In fondo bastava soltanto trovare la forza di non farci più caso.

Formiche.net

PUNTURE DI SPILLO

I voucher sono dei passeri sui quali si spara col cannone

Vignetta di Claudio Cadei

SCOVATI NELLA RETE

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6 Mercoledì 4 Gennaio 2017 P R I M O P I A N OUno straniero non riesce a capire come il Paese si fermi per discutere sul codice Grillo

Un dibattito politico raso terraIntanto in Puglia raddoppiano gli evasori del bollo auto

DI MARIO SECHI

Noi e gli altri. Come si legge il futuro di un paese? Osservando il suo dibattito pubbli-

co, la qualità di quello che si stampa, si trasmette, si irradia nell’etere.

Qual è la notizia del giorno in Italia? Beppe Grillo che di-venta garantista. È una notizia? Sì, per l’Italia lo è, ma è proprio l’essere quella cosa là, una noti-zia, cioè, a misurare la distanza siderale tra noi e gli altri. La no-stra crisi è tutta qui, nel corto-circuito ancora aperto tra eletti ed elettori, un incendio che il metodo democratico, altrove, risolve grazie a regole certe (la costituzione americana, quella tedesca, perfi no quella invec-chiata della Francia, sono una mappa per orientarsi) e in Italia ha l’esito surreale di un siste-ma dei partiti che oggi non ha neppure una legge per andare a votare.

Primo caffè e Corriere del-la Sera: «Il codice Grillo sugli indagati». Sì, proprio così, in via Solferino titolano Il codice Grillo. Repubblica ripubblica: «Il dietrofront di Grillo: chi è indagato non deve dimettersi». Ma nel ripubblicare il direttore Mario Calabresi scarta con intelligenza la critica scontata del fl ip fl op del comico sulla giu-stizia e mette in luce un punto nuovo: «È l’occasione per una nuova grammatica, in cui si mettono da parte automatismi e rifl essi pavloviani e si analiz-zano i casi nella loro specifi cità, valutandone gravità e respon-sabilità». È un fatto che attende una verifi ca in Parlamento e nel dibattito pubblico dei pentastel-lati, una prova con i militanti in perenne assetto da battaglia. C’è altro da leggere? Sì, seguite il titolare di List.

Ismail, la demografi a. La Stampa ha un richiamo in pri-ma che meritava un titolo più ampio e una forte copertura all’interno: «La rivoluzione di Ismail. Il primo nato a Vercelli è musulmano, lo insultano ma stare insieme è il futuro». Quel-la nascita, quei nomi di un altro mondo che in realtà è il nostro mondo sull’edizione online del giornale torinese sono stati co-perti di insulti, frasi razziste. Ogni nuovo nato è un miracolo, ogni parola che frusta un bim-bo è una porta dell’Inferno che si apre. Il 30 dicembre scorso l’Istat ha diffuso il suo report «L’Italia in cifre», ecco alcuni numeri sui quali costruire una politica per l’oggi che guarda al domani. Siamo un paese in declino. Non solo, ma anche un paese per vecchi.

Serve altro? Sì, la politica che conosce e delibera, l’infor-mazione che pubblica questi numeri e non corbellerie de-magogiche, la scuola che ne fa strumento per dare una bussola agli italiani di domani. L’Italia?

Fu fotografata così dal cinismo sulfureo di Giulio Andreot-ti: «Non attribuiamo i guai di Roma all’eccesso di popolazio-ne. Quando i romani erano solo due, uno uccise l’altro». È questo il carattere degli italiani? No, c’è anche altro, è un mondo fanta-stico.

Felix Puglia. Ti-tolo della Gazzet-ta del Mezzogiorno: «Bollo auto, in Pu-glia raddoppiato il numero degli eva-sori». Stesso gior-nale, titolo sopra la testata: «Puglia, sparita la riforma dei consorzi di bo-nifi ca. Hanno due-cento milioni di debiti». Torniamo a Prezzolini, l’Italia è divisa in due cate-gorie, i furbi e i fessi. Andiamo avanti.

Fel ix Cam-pania. Winston Churchill disse che gli italiani perdono le guerre come se fos-sero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guer-re. Perfi da Albione? Titolo del Mattino: «Tutto esaurito per il Real, code e proteste». Occhiello: «Venduti in cinque ore 42.500 biglietti, tribune online a 1.800 euro». Milleottocento euro. Fon-te Istat: il reddito netto mediano

annuale delle famiglie in Cam-pania è di 20.429 euro. Sì, siamo decisamente nel pallone.

The Italian Fox. Non c’è nessuna volpe in giro, l’intel-ligenza è merce rara. La Rai manda in onda uno speciale sul-la strage in Turchia, il pubblico

protesta perché a quell’ora do-veva andare in onda l’oroscopo di Paolo Fox. Sì, ci meritiamo tutto. Andiamo da un’altra par-te del mondo, qui siamo fermi a quello che Giacomo Leopar-di descrisse perfettamente: «La conoscenza degli effetti e l’ignoranza delle cause produs-se l’astrologia».

Dove va la Turchia? In Me-

dio Oriente. Nel 2017 la Turchia completerà la sua trasformazio-ne defi nitiva in paese del Medio Oriente. Fine della rotta verso l’Occidente. Sulla mappa di Er-dogan non ci sono più né Bru-xelles né gli Stati Uniti. È l’ana-lisi pubblicata dal The Maghreb

and Orient Courier.

L e s p i e di Obama. «Non c’è nes-suna prova di un’azione degli hacker russi durante le elezioni pre-sidenziali». Lo ha detto Sean Spicer, pros-simo portavo-ce di Donald Trump alla Casa Bianca. L’ordine di espulsione dei diplomatici russi per Oba-

ma si è tradotto in un disastro d’immagine senza precedenti. Non accadde neanche durante la Guerra Fredda.

Trump alla Casa Bianca. Il countdown è partito, Trump si insedia alla Casa Bianca il 20 gennaio. La fi ducia dei consuma-tori americani è al massimo dal 2001. Ma come sottolinea il Wall Street Journal, bisogna essere

prudenti. Il Nowcasting della Federal Reserve di New York indica un rallentamento della crescita americana nell’ultimo trimestre del 2016 e all’inizio del 2017. Le aspettative del mercato su Trump sono grandi. Forse troppo. Il New York Times riassume la faccenda così: «It’s put-up or shut-up time for Re-publicans». Devono realizzare quanto promesso. E non sarà tutto così facile come in cam-pagna elettorale. In ogni caso, è Toro e nessuno a Wall Street ha intenzione di tagliargli le orecchie.

Mercati, uno sguardo al futuro. Come sarà il 2017? Commercio mondiale (Trump), Europa e Regno Unito (Brexit), barile (prezzo del petrolio), ban-che (occhio all’Europa e in par-ticolare all’Italia), debito pub-blico (America e, ancora, effetto del rialzo dei tassi sull’Italia), mercato dei capitali e moneta (il dollaro e gli altri, questa è la storia), quotazioni sui mer-cati (quante Ipo?). Risponde il Financial Times e le previsioni alla fi ne sono buone. Ottimisti? Le previsioni economiche a vol-te fanno apparire rispettabile l’astrologia (lo disse John Ken-neth Galbraith) ma il titolare di List sconsiglia vivamente di fare investimenti seguendo i consigli dell’oroscopo.

Il Foglio.it – List

DI MARCO BERTONCINI

La cosiddetta svolta garantista di Beppe Grillo è soltanto un artifi cio per coprire problemi già emersi e soprattutto bubboni in

attesa di scoppiare. Non c’è un commen-tatore (ma si potrebbe dire nemmeno un attivista del M5s) che non abbia indivi-duato nel nuovo codice di comportamen-to una conseguenza del guaio giudiziario da tutti giudicato imminente ai danni di Virginia Raggi. Meglio prevenire che trovarsi col posteriore scoperto, è il ragionamento che i vertici pentastellati hanno compiuto, anche a costo d’infastidire un buon numero di militanti, cultori di un esasperato savonarolismo forcaiolo.

C’è, però, un lato positivo. Almeno, è prevedibile. D’ora in-nanzi i cinque stelle dovranno stare attenti a non lanciarsi troppo prestamente e troppo violentemente in assalti a politici o amministratori di altri partiti incappati in qualche problema con la giustizia. Per lo meno, potranno sfogarsi soltanto dopo una condanna in primo grado. Sarebbe altrimenti facile esse-re beccati in peccato di doppio-pesismo e accusati di praticare la tecnica dei padri Zappata.

Dovranno chiudersi la bocca ed evita-re le consuete campagne per chiedere dimissioni di avversari raggiunti da un’informazione di garanzia. Dovranno contenersi e limitare l’utilizzo dei proce-dimenti giudiziari per impiccare aderen-ti ai partiti tradizionali.

Soffrirà più di tutti Luigi Di Maio, considerato il volto più pulito fra i pen-tastellati ma altresì uno dei più feroci giustizialisti, un teorico del sospetto non già come anticamera della verità, bensì come condanna già emessa.

Siccome però Di Maio tradizionalmen-te si adegua con immediatezza, non di giorni, bensì di secondi, alle decisioni, agli ordini, ai suggerimenti (ammes-so che tali siano) giunti dall’alto, non c’è dubbio che si comporterà come se il nuovo codice etico non fosse lontano dalle opinioni da lui sempre espresse. La sua concezione si può riassumere nella certezza così dichiarata: ai politici non va applicata la presunzione d’innocenza; facendo i garantisti con i politici abbiamo rovinato lo Stato.

Sia chiaro che nul-la muterà nell’ani-mus dei grillini, ma per convenienza del movimento dovranno esternamente adat-tarsi a esigenze poli-tiche faticose da di-gerire. Naturalmente non arriveranno scuse nei confronti dei trop-pi sui quali per anni hanno versato fango, chiedendone la testa, quale che ne fosse l’affi liazione politica, da Alfano a Zinga-retti passando per la Boschi e Orfini, senza dimenticare de Magistris e Maroni e la De Girolamo.

ERA UNO DEI PIÙ FEROCI GIUSTIZIALISTI DEL M5S. ADESSO DEVE RIMANGIARSI CIÒ CHE HA DETTO

Di Maio deve fare la piroettaMa essendo abituato a cambiar parere ce la farà facilmente

SCOVATI NELLA RETE

Vignetta di Claudio Cadei

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7Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R I M O P I A N OCostretto dai fatti, il Comico ha cambiato abito di scena: da giustizialista a garantista

L’M5s però rimane tale e qualeUna democrazia diretta, non dagli iscritti, ma dai due boss

DI GIANFRANCO MORRA

Pochi giorni prima del 6 gennaio il M5S ha fatto la sua Epifania, ha rive-lato di essere un partito

come gli altri. Nato come ghi-gliottina per i partiti vecchi e corrotti, ha saputo convincere gli italiani più dicendo un «no» moralistico sugli altri che con un «sì» di proposte proprie, che forse non esistono nep-pure nel cervello di Beppe Grillo. E in-tanto, insieme con la conquista del potere locale, in non poche città i grillini hanno dato prova di una quasi totale incapa-cità di governo.

E tutti i difetti dei vecchi partiti sono riemersi den-tro il movimento: particolarismo delle correnti e dei leader, dissenso crescente fra gli aderenti, fai-de e denunce, familismo e ne-potismo, gestione totalitaria e centralista. Corruzione politica, ma anche, non di rado, possibili reati sui quali si è mossa la ma-gistratura (come le fi rme false elettorali). Tanto che, di fronte alla crescita delle indagini giu-diziarie sugli amministratori, hanno dovuto mettere da par-te il proclamato giustizialismo e ripiegare in un garantismo comodo e tardivo. Tu quoque, Grille.

Il quale, Grillo, lo ha capi-to e si è mosso. Ha cancellato il rigido e giustizialista codice di comportamento e lo ha sostitu-ito con un altro che fa pendere l’altalena dalla parte del giusti-

zialismo. Se prima bastava un avviso di garanzia per espellere dal movimento un politico elet-to, ora invece ha voltato pagina. Appare molto probabile che la ragione nascosta di questa deci-sione sia una prevedibile infor-mazione di garanzia per la sin-daca di Roma: Hodie tibi, cras mihi, cioè: oggi a te, domani a me. E su tale sospetto oppor-

tunismo, come è ovvio, hanno insistito tutti gli altri partiti.

Ma, in sé, si tratta di una decisione giusta o sbaglia-ta? Ce lo dice la Costituzione: «L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» (art. 27). Ora, un avviso di garanzia non indica colpevolezza, ma informa il cit-tadino che e come viene indaga-to, proprio perché possa difen-dere la sua innocenza. Anche se Grillo lo ha fatto «pro domo sua», si tratta di una decisione giusta. Non è un caso che que-sta prassi sia seguita da tutti gli altri partiti.

Anche perché l’avviso di garanzia si inserisce in un pro-blema assai più ampio e grave, quello dei rapporti tra il potere

giudiziario e quello politico. Abbiamo alle spalle quasi trent’anni in cui la magi-stratura, non sempre in termini leciti, ha pesante-mente condizionato il pote-re politico; anni in cui non pochi cittadini sono stati rovinati sul piano morale e politico da indagini anche dovute, ma non di rado ac-

canite, che sono poi cadute nel nulla o capovol-te da successivi gradi di giudizio. Quando ormai il credito e la buo-na fama del pre-sunto colpevole erano state distrutte.

Sul piano politico, però, la fi guraccia di Grillo è stata forte. Dopo anni di «lealtà, purezza e trasparen-za» gridate contro gli altri, in nome

di un giustizialismo di-sumano e anticostitu-zionale, ecco che Grillo passa dall’altra parte. Proprio nel momento in cui fa comodo al suo partito non-partito. Il Minosse si è fatto Machiavelli. Viene alla mente la saggia avvertenza dei nostri padri romani: «medice, cura te ipsum», medico cura te stesso.

E purtroppo c’è di peggio. Il nuovo codice etico redatto da Grillo e Ca-saleggio non solo si mostra fatto su misura per difendere il movimento dalle polemiche che potrebbero nascere se un avviso di garanzia raggiunge-

rà la fragile Raggi. Ma è stato pensato per renderla ancor più vassalla dei due consoli. Il nuo-vo codice, infatti, non dice solo che un politico avvisato non è tenuto a lasciare la carica, ma anche che spetta a Grillo «la discrezionalità nel valutare

la gravità dei fatti». Egli può dunque obbligarlo a mettersi da parte e anche cacciarlo dal movimento, con una decisione che spetta a lui, come garante, ed ai suoi probi viri, «in totale autonomia». «Caso per caso», ha

detto, con tutti i pericoli di arbitrarietà e autoritari-smo. «Uno vale Uno», ma solo dentro il parere del Capo assoluto.

Grillo dixit: ora tutti gli adepti non possono che accettare il suo codice. Anche l’aspirante premier, seppur non poco sinistra-to, Di Maio, che dovrà rimangiarsi una recente dichiarazione: «Nessuna presunzione di innocenza per i politici. Se uno è inda-gato, deve lasciare. Glielo chiedono gli elettori». Forse intendeva dire: glielo chie-de Grillo. Esistono, dunque,

due codici penali, uno scritto nelle leggi dello Stato e uno ge-stito dal web Rousseau.

Il salto dal vecchio al nuovo codice etico di Grillo è più apparente che reale. A ben guardare non è cambiato quasi nulla. Quando si sono accorti di

essere come e qual-che volta anche peg-gio degli altri partiti, hanno dimenticato l’intransigenza dra-coniana e hanno scoperto le garanzie democratiche. Con-tinuano a parlare di «democrazia di-retta», ma questa espressione è giusta solo se non è riferi-ta agli iscritti, ma signifi ca che tutto è «diretto» dalle deci-

sioni dei due padroni del Mo-vimento, il Gestore del web, al quale vanno comunicati tutti gli avvisi della magistratura, e il Comico che decide sulla loro gravità.

© Riproduzione riservata

DI FILIPPO MERLI

È la Bibbia dei grillini. È il codice di comportamento di M5s in caso di coinvolgi-mento in vicende giudizia-

rie. Decine di pagine per spiegare agli attivisti e ai candidati del Mo-vimento che, in nome della democra-zia, della lealtà e della trasparenza, decide tutto Beppe Grillo.

Il merito della stesura del nuo-vo regolamento è di Virginia Rag-gi. Metà della popolazione italiana è stata espulsa da M5s senza un mo-tivo preciso. Ora, per tenere Raggi al suo posto a Roma, i grillini sono addirittura diventati garantisti. Prima un indagato era colpevole a prescindere, soprattutto se era in di-saccordo col Movimento. Ora, invece, verrà giudicato dal tribunale grillino in base al nuovo codice, suddiviso in sei articoli principali. Vediamoli.

Articolo 1: principi ispiratori

del comportamento del singolo por-tavoce eletto. Ogni portavoce tiene comportamenti eticamente inecce-pibili, quindi può dare del cadavere a Mario Monti, della scrofa ferita a Matteo Renzi e può mandare affan-culo tutti i politici italiani, ma deve farlo col massimo rispetto e senza offendere nessuno.

Articolo 2: rapporti con eventuali procedimenti penali. Il garante del Movimento 5 stelle, il Collegio dei probiviri e i tribuni della plebe, quando hanno notizia dell’esisten-za di un procedimento penale che coinvolge un portavoce, compiono le loro valutazioni in totale autono-mia. La contesa potrà essere risol-ta con un duello di spada e scudo. Chi verrà accusato di fare accordi col Pd verrà giudicato dal tribunale dell’inquisizione e arso vivo in diret-ta streaming. I neonati grillini che non sapranno usare Internet, inve-ce, verranno gettati dalla rupe della

Casaleggio Associati. Articolo 3: autosospensione. In

qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce del Movimento può autosospendersi. La procedura funziona così: tu non ti vuoi autoso-spendere, ma i grillini ti obbligano ad autosospenderti. Se ancora non cedi, ti autoespellono.

Articolo 4: presunzione di gravi-tà. Il garante del Movimento 5 stelle, il Collegio dei probiviri e i consiglieri di corte valutano la gravità dei com-portamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un pro-cedimento penale. I magistrati sono degli sfi gati in confronto alle note conoscenze giuridiche di Alessan-dro Di Battista e Luigi Di Maio. I quali, dopo aver giudicato i porta-voce del Movimento 5 stelle, come veri magistrati si dedicheranno a rovinare Silvio Berlusconi.

Articolo 5: dovere d’informazio-ne. I portavoce, quando ne hanno

notizia, hanno l’obbligo d’informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito dell’esistenza di pro-cedimenti penali in corso. Attenzio-ne: la scusa «non ho capito la mail» è vecchia e non potrà più essere utiliz-zata. Se proprio dovete nascondere qualcosa, provate con «stavo facendo l’aggiornamento».

Articolo 6: amministratori. Ogni sindaco e presidente di Regione elet-to nelle liste del Movimento 5 stelle è tenuto a far rispettare il presente codice etico ai componenti delle pro-prie giunte. Sono esentati dal sud-detto compito i sindaci di Roma, To-rino, Venaria, Livorno, Porto Torres, Ragusa, Bagheria, Castelfidardo, Pomezia, Civitavecchia e i 17 parla-mentari europei, i 91 deputati, i 35 senatori e gli 88 consiglieri regionali del Movimento 5 stelle. Sì, il nuovo codice è uguale al vecchio: vale solo per Federico Pizzarotti.

© Riproduzione riservata

IL SOTTOSOPRA DI FILIPPO MERLI

Il nuovo codice di autodisciplina varato dal M5s presenta varie eccezioni. L’unico che non è esentato da niente è Federico Pizzarotti

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Il nuovo codice etico redatto da Grillo e Casaleggio non solo si mostra fatto su misu-ra per difendere il movimento dalle pole-

miche che potrebbero nascere se un avviso di garanzia raggiungerà la fragile Raggi. Ma è stato pensato per renderla ancor più vassalla dei due consoli. Il nuovo codice, infatti, non dice solo che un politico avvi-sato non è tenuto a lasciare la carica, ma anche che spetta a Grillo «la discrezionali-

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Adesso tutti gli adepti non possono che accettare il suo codice. Anche l’aspirante

premier dell’M5s, seppur non poco sinistra-to, Di Maio, dovrà rimangiarsi completa-

mente una recente dichiarazione: “Nessuna presunzione di innocenza per i politici. Se uno è indagato, deve lasciare. Glielo

chiedono gli elettori”. Forse intendeva dire: glielo chiede Grillo. Esistono, dunque, due codici penali, uno scritto nelle leggi dello

Stato e uno gestito dal web Rousseau

Beppe Grillo

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8 Mercoledì 4 Gennaio 2017 P R I M O P I A N OCoro di no (da Merola a Sala) contro la riapertura dei Centri di identii cazione ed espulsione

I Cie imbarazzano la sinistraVoluti da Turco e Napolitano, ora li riabilita Minniti

DI GIOVANNI BUCCHI

Ci voleva un ex dale-miano di ferro cre-sciuto nel Pci come Marco Minniti per

imprimere (per ora a livello di annunci) un giro di vite nelle politiche per la sicu-rezza, con buona pace di chi come Angelino Alfano doveva rap-presentare la stam-pella di centrodestra dell’esecutivo.

Il neo ministro de-gli Interni in quota Pd, profondo cono-scitore dei Servizi segreti italiani, in questi giorni è in viaggio tra Tunisia, Libia ed Egitto a caccia di accordi bi-laterali per favorire il rimpatrio degli immigrati irrego-lari, procedura che nel 2016 è andata a buon fine soltanto in 5mila casi a fronte di 30mila decreti di espulsione firmati.

Alti costi gestio-nali, lungaggini burocratiche, dif-ficoltà logistiche, numero spropositato di domande: sono tutti elementi che spesso impediscono di ri-spedire a casa chi è arriva-to illegalmente in Italia e non ha diritto di rimanerci, essendosi vista respinta la domanda di asilo politico.

Proprio per questo il Go-verno Gentiloni ha in men-te di riabilitare i vecchi Cie, i Centri di identificazione ed espulsione che fungo-

no da filtro nella gestione del complicato processo di espulsione, perché lì ven-gono indirizzati i migranti irregolari in attesa di espa-trio.

Queste persone, si ragio-na al Viminale dopo l’arrivo di Minniti, è meglio tenerle sotto controllo in apposite

strutture invece che la-sciarle a zonzo per le città, come accaduto con il tunisi-no Amis Amri, autore della strage di Berlino e freddato dalla Polizia nell’hinterland milanese.

In fondo, è stata la stes-sa sinistra a inventarsi i Cie. Era il 1998, all’ondata migratoria degli albane-si si mischiava quella dal centro e nord Africa, e gli allora ministri Pds-Ds del

Governo Prodi, Livia Tur-co e Giorgio Napolitano, promulgarono una legge che contemplava l’istitu-zione dei Centri di perma-nenza temporanea per tutti gli stranieri «sottoposti a provvedimenti di espulsio-ne e o di respingimento con accompagnamento coattivo

alla frontiera non imme-diatamente eseguibile». Il nome più g e n t i l e e meno com-promettente non cambia-va la sostan-za di quelli che poi sa-rebbero stati i Cie.

L e t o r -m e n t a t e vicissitudi-ni di questi Centri, accu-sati dall’asso-ciazionismo umanitar io d i e s s e r e veri e propri lager, aveva portato alla

loro parziale chiusura, tan-to che oggi se ne contano in funzione soltanto cin-que con meno di 400 posti disponibili, a fronte di una capienza inizialmente pre-vista di 1600 posti.

È la circolare diffusa dal capo della Polizia Franco Gabrielli a fine anno a riabilitarli, individuandoli come luogo fondamentale per la gestione delle espul-sioni di migranti irregola-

ri. Non appena i giornali ne hanno iniziato a parla-re (l’anticipazione è stata dell’Unità, poi sono andati a ruota il Corriere della Sera e altri) subito sono partite le proteste proprio da parte di quella stessa sinistra che ha inventato i Cie.

Caso singolare, tra le voci più autorevoli che si sono già scagliate contro la loro ria-pertura c’è la deputata e vi-cepresidente del Pd Sandra Zampa, stretta collaboratrice di quel Romano Prodi alla guida dell’esecutivo che nel 1998 ha avviato i primi Centri di permanenza. La Zampa ha coinvolto nella battaglia con-tro la riapertura dei Cie (in particolare quello di Bologna) il sindaco felsineo Virginio Merola e il senatore Sergio Lo Giudice.

Profondo imbarazzo an-che a Milano, dove è il cen-trodestra a plaudere all’ini-ziativa del Governo Gentiloni,

mentre il segretario del Pd Pietro Bussolati ha detto che l’area metropolitana ha già dato mentre la giunta guidata da Beppe Sala preferisce tenere i migranti irregolari lontano dalla città (ha indicato un’area di Mal-pensa) e non riaprire il Cie di via Corelli.

Lo stesso sindaco ha di-chiarato di volere chiari-menti da Minniti su questa decisione. Sempre dalla ga-lassia della sinistra arriva la forte presa di posizione con-tro i Cie da parte dell’Anci, la cui presidente nazionale Francesca Chiavacci ha esternato tutta la sua con-trarietà in una lettera al neo ministro. Secco no alla riapertura del Cie (in par-ticolare quello di Gradisca) anche dalla Regione Friuli Venezia-Giulia presieduta dalla piddina Debora Ser-racchiani.

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DI GAETANO COSTA

La chiamano la Stalingrado dell’ovest. Dal referendum istituzionale del 1946 è sem-pre stata amministrata dal

Pci e dai partiti che gli sono succedu-ti. Grugliasco, un comune di 40mila abitanti in provincia di Torino, è una storica roccaforte rossa. Alle elezio-ni amministrative in programma in primavera, però, il centrosinistra, per la prima volta, arriverà spaccato. E M5s, così com’è accaduto a Torino dopo 23 anni di governo della sini-stra, è pronto ad approfi ttarne.

Il 2017, a Grugliasco, è iniziato col sindaco Pd, Roberto Montà, che ha scaricato il suo vice, Luigi Musarò, eletto coi Moderati nella coalizione di centrosinistra. «Que-sto provvedimento è legato alla mancata condivisione, da parte del vicesindaco, di provvedimenti am-ministrativi che rientrano appieno

nel programma di mandato e fi na-lizzati a sostenere investimenti sul territorio e sull’associazionismo», ha spiegato Montà.

Oltre al vicesindaco, il primo cittadino, per altri motivi, ha per-so anche l’assessore Marianna Del Bianco, che ha lasciato la giunta di Grugliasco per candidarsi alla circo-scrizione di Torino. «Per entrambi i casi», ha proseguito Montà, «la pro-spettiva è quella della discontinuità per riavvicinare i cittadini alla vita politica attiva, dando spazio a perso-ne non di chiara militanza politica. Quindi non sistemazioni di equilibri politici, ma devono essere il segno di alternanza e innovazione». «Ho ricevuto il mandato di revoca», ha confermato l’ormai ex vicesindaco Musarò. «È strano, perché avevo anticipato al sindaco e alla giunta che mi sarei dimesso appena passa-te queste feste. Non condividevo le ultime delibere, e lo avevo già spie-

gato in giunta che non si possono spendere soldi così quando ci sono urgenze importanti come la torre in piazza del municipio, che è a rischio crollo». La resa dei conti arriverà alle elezioni, in cui Musarò è pronto a presentarsi con una propria lista. «Il mio progetto politico è riunire il centrosinistra intorno a un candi-dato sindaco alternativo a Montà: ci metterò tutto il mio impegno e la mia forza per riuscirci».

Il caso politico di Grugliasco riguarda tutto il Pd torinese e pie-montese. La sconfi tta dell’ex sindaco del capoluogo, Piero Fassino, con-tro la grillina Chiara Appendino, fa ancora male. I dem non possono permettersi di perdere anche un’al-tra roccaforte della sinistra a causa di una spaccatura interna. Secondo lo Spiffero, nei mesi scorsi il Pd di Grugliasco aveva già confermato di sostenere la ricandidatura di Mon-tà. C’è un pezzo del partito, però,

che è in disaccordo con gli altri. È la corrente vicina al presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus.

Alcuni esponenti democratici, con la regia dell’ex consigliere regiona-le, Mariano Turigliatto, sarebbe-ro pronti ad appoggiare il gruppo di Musarò per battere il sindaco Montà alle amministrative. Ci sarebbe an-che il nome del candidato: il medico Salvatore Amarù, ex capogruppo del Pd che ha già sfi dato Montà alle primarie dei dem del 2012.

La scissione del centrosinistra potrebbe favorire M5s, già pre-sente in Consiglio comunale. Inoltre, Beppe Grillo conosce bene Gru-gliasco: cinque anni fa, il leader del Movimento aveva riempito la piazza della città, richiamando centinaia di persone di fronte al viale principale. Quello che la Stalingrado dell’ovest ha dedicato ad Antonio Gramsci.

© Riproduzione riservata

IL CENTROSINISTRA SI SPACCA A GRUGLIASCO, LA STALINGRADO TORINESE SEMPRE ROSSA DAL 1946

Pd a pezzi anche nella roccaforte del PciDopo Torino, alle prossime elezioni M5s cercherà di fare il bis

Marco Minniti

L’euro compie 15 anni. Come tutti gli adolescenti è difficile da gestire, lo si vede poco e dà tanti pen-sieri.

* * *

Capodanno in Italia: 184 feriti di cui 12 gravi. E senza neanche bisogno di attentati.

* * *

Capodanno a Palermo, spara in piazza durante il concerto di Morgan e Luca Carboni. Rilasciato per legittima difesa.

* * *

In Italia se dici che Babbo Natale non esiste, ti li-cenziano. Se invece dici di aver visto la Madonna, ti pubblicano libri.

GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND

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9Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R I M O P I A N OGiulio Meotti: lo aveva previsto (anni 70) il tunisino Boumedienne, in un discorso all’Onu

Ci conquisteranno facendo figliIn Francia si stanno aprendo tre moschee alla settimana

DI GOFFREDO PISTELLI

Giulio Meotti ci ripro-va. Il giornalista di Il Foglio, 37 anni, areti-no, grande esperto di

Medio Oriente e noto per le sue simpatie, mai nascoste, per Israele e la sua democrazia, torna in libreria con un lavoro destinato a far discutere, La fine dell’Europa (Cantagalli), il cui sottotitolo dice già molto: Nuove moschee e chiese abban-donate. In 220 pagine sempre molto docu-mentate, Meot-ti spiega come l’Europa e gli europei si stia-no preparando a un futuro come quello descrit-to da Michel Houllebecq in Sottomissione (Bompiani) per la Francia, ossia una islamiz-zazione per via politica.

Domanda. Meotti, lei par-te dalla demografi a: la chia-ve della conquista islamica del Vecchio Continente sta-rebbe nel fatto che gli eu-ropei non vogliono più far fi gli mentre i musulmani ne fanno.

Risposta. I dati sono molto chiari: a parte Francia e Gran Bretagna, che fanno storia a sé, sono almeno 30 anni che in molti Paesi europei, dalla Spa-gna, all’Italia, alla Polonia, alla Germania, stiamo assistendo al crollo della fertilità, eppure...

D. Eppure?R. Eppure questi Paesi han-

no goduto di 70 anni di pace, di disponibilità di qualsiasi bene materiale, di libertà individuali che non hanno riscontri nei se-coli precedenti, da ogni punto d vista. La fertilità è dimezzata, però.

D. Spesso si associa la de-cisione di non far fi gli alle diffi coltà eco-nomiche.

R. Certo, la lettura main-stream di certi demografi è il disagio sociale: la mancanza di lavoro, di asili. La solita logica materialistica.

D. Sbaglia-ta?

R. Lo dicono i dati. Prenda il caso italia-no. Abbiamo smesso di fare figli all’inizio degli anni ’80, lo «sboom» co-mincia fra il 1982 al 1985, vale a dire in condizioni economiche eccellenti, con debito pubblico da paura, in cui si spendeva e spandeva anche a livello di Sta-to. Mio fratello che, allora anda-va all’asilo, aveva lo scuolabus che veniva a prenderlo sotto

casa, gratuitamente ovvio.D. Insomma, condizioni

ideali per far fi gli.R. Eppure si continuò a non

farne, e la tendenza accrebbe negli anni 90. E da allora si è continuato. Come osserva l’eco-nomista americano Nicholas Eberstadt, in tutta Europa diminuiscono i fi gli pro-capite mentre aumentano le vacanze, le auto, i telefonini per persona.

Un fenome-no comincia-to da tempo, anche nella cattolicissi-ma Polonia, e che acca-deva nella ricchissima Germania Ovest ante-r iuni f i ca-zione. Ma il problema si può vedere il anche os-

servando le eccezioni in occi-dente.

D. Del tipo?R. Penso agli Stati Uniti,

dove la protezione sociale per le famiglie è bassa e tutto è basato sull’individuo. Eppure si fanno ancora fi gli. O a Isra-ele, paese occidentale, aldilà della collocazione geografi ca, capitalistico, industrializzato, dove si fanno 3-4 fi gli a testa. E non stiamo parlando solo dei religiosi ortodossi. Il punto è da noi, in Europa, c’è un crollo del-la fi ducia. Mai, quanto oggi, la parola «occidente» è associata al crepuscolo.

D. Anche laddove di fi gli se ne fanno un po’ di più, come in Francia e Gran Bretagna?

R. Sì, perché là la demogra-fi a tiene per il fatto che ci sono grandi comunità musulmane che credono nella famiglia e fanno fi gli.

D. A cosa è dovuta la per-dita di fi ducia degli euro-pei, Meotti?

R. C’è stato il crollo della rel igiosità e una corri-spondente ondata di s e c o l a r i z -zazione. Lo svuotamento delle chiese è andato di pari passo al precipizio della fertili-tà. Ora, non è dimostra-bile un lega-

me diretto, fra i due fenomeni, ma l’osservazione della realtà è chiara.

D. Laddove si crede meno, si smette di far fi gli, dice?

R. Laddove individualismo ed edonismo prevalgono, i fi gli calano. Prenda la Spagna, che aveva, negli anni ’70, un tasso demografi co elevato, fra il 2,6

e il 2,7, in parte anche perché la dittatura franchista incen-tivava la maternità. Successi-vamente è piombata al record negativo di un tasso del 1,3-1,4: perderanno il 12-13% della po-polazione nei prossimi 30-40 anni. È come se il periodo di massimo splen-dore della civil-tà europea fosse stato raggiunto e fosse iniziato un declino inar-restabile.

D. In tut-to questo, le c a m p a g n e tipo Fertility Day, fanno piuttosto ar-rabbiare.

R. Sono un tabù vero. Quel-la del ministro Beatrice Lorenzin era stata una campagna piuttosto goffa, però in Italia del tema dell’in-verno demografi co non si può parlare. Non di può parlare dei nostri elevati tassi d’abor-to, non si può osservare che i raparti per gli animali, nei supermarket, siano ormai più grandi di quelli dedicati ai ne-onati. Guai a osservare che, se apri la tv, trovi un talk show in cui c’è un sindacalista che parla di pensioni e quasi mai di aiuti alla famiglia.

D. Lei, nel libro, parla di «peste bianca».

R. Le epidemie del Medio-evo, di peste nera appunto, ci decimarono. Quella attuale non sanguina, non fa morti, ma svuota i reparti di maternità. Ci sono paesi della vecchia Eu-ropa destinati a morire: come Ungheria, Romania, Repubbli-ca Ceca. E anche la Russia, per quanto Vladimir Putin pro-vi a invertire la tendenza con campagne un po’ plebiscitarie, perderà milioni di persone.

D. Poc’anzi lei annette-va la tendenza alla paral-lela secolarizzazione. Nel libro, associa poi fuga dal cristianesimo a crescita dell’Islam

R. Lo scenario è questo: alla scristianizzazione dell’Euro-pea si lega l’ascesa dell’Islam

europeo. Non si parla d’altro: dal burkini alle vignette su Maometto, il nostro immagina-rio è dominato dalla questione musulmana.

D. Una religione in asce-sa.

R. In Francia si aprono tre m o s c h e e alla setti-mana, lo dicono i dati ufficiali. In paral le lo, le chiese, ormai vuo-te, vengono riconvertite in moschee, p a l e s t r e , centri com-m e r c i a l i . Ne parlavo tempo fa con Rémi

Brague, l’intellettuale cattoli-co francese, il quale ha indivi-duato il declino del cristianesi-mo in una delle ragioni che han-no indotto i ter-roristi islamici ad attaccare a Parigi, a Mar-siglia, a Rouen: un paese che non crede più, che non ha fu-turo, ripiegato su stesso, è un obiettivo inte-ressante.

D. E a livel-lo europeo, la scristianiz-zazione che avanza di pari passo alla islamizzazione, che cosa comporterà?

R. Comporterà che, di qui al 2050, avremo un 20% di eu-ropei di fede islamica, che non sarà l’Eurabia, preconizzata da Oriana Fallaci, ma lei immagini, da un lato, 80 euro-pei su 100, vecchi ed esausti, e dall’altro, 20 europei giovani, credenti, imbevuti magari di Islam politico. Che ripercus-sioni si possono immaginare sulla vita pubblica?

D. Il romanzo di Houelle-becq che si avvera. Anzi, la profezia del leader algerino

Houari Boumedienne, in un discorso all’Onu degli anni 70: «Vi conquisteremo fa-cendo fi gli».

R. Come notava l’orientalista britannico Bernard Lewis, sarà il terzo tentativo di con-quista dell’Europa, stavolta riuscito, dopo che, a Poitiers e a Vienna, i musulmani erano stati fermati nei secoli scorsi.

D. Una sottomissione po-litica, lei dice?

R. Una sottomissione in-cruenta, soft. In prospettiva, gli islamisti ci disprezzano già per questo. Quando quelli dell’Isis dicono «noi amiamo la morte, voi la vita”» si riferiscono alla nostra stanchezza, al fatto che non reagiamo, non dico mili-tarmente, ma neppure cultu-ralmente. La considerazione dell’Europa è ‘zero’, come dice-va Abdelhamiid Abaaoud, mente dell’assalto al Bataclan. C’è paradossalmente molto più rispetto per Israele.

D. Paradosso per para-dosso: tutta la nostra mili-tata apertura non sembra servire a molto.

R. A be’, l’islamofi lia imper-versa. Gli stessi che 40 anni fa si battevano contro l’oscuran-tismo cristiano-cattolico, che fanno dell’antisemitismo un mantra, sono i primi che con-siderano il burka un simbolo di differenza da rispettare, fregandosene dei diritti delle donne. Gli stessi che si inal-berano quando la Francia, con una decisione peraltro grotte-sca, vieta il burkini.

D. Un’islamofi lia che im-perversa a sinistra.

R. Per una certa sinistra benpensante, gli immigrati

hanno sosti-tuto il prole-tariato, sono un bacino sentimenta-le, per così dire, i nuovi dannati del-la terra. E di qui scat-ta l’appea-sement (la pacificazio-ne ottenuta con conces-sioni, ndr): docili e in-dulgenti con

coloro che ci stanno divorando. Insomma stiamo sfamando il coccodrillo. Del resto il Cora-no cantato in chiesa l’abbiamo già avuto, a Firenze mi pare. Per carità, un’ibridazione an-che suggestiva, sapendo però cosa c’è da perdere e da gua-dagnare.

D. La Chiesa di France-sco mi pare non si faccia soverchi problemi.

R. Siamo al relativismo teo-logico, all’equivalenza sostan-ziale fra Bibbia e Corano. Io, che sono laico, lo posso dire senza problemi.

continua a pagina 10

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Da qui al 2050 avremo un 20% di

europei di fede isla-mica. Da un lato, ci saranno 80 europei su 100, in gran par-te vecchi ed esausti e dall’altro 20 euro-pei giovani, creden-ti, imbevuti magari

di islam politico

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In molti paesi euro-pei c’è il crollo del-la fertilità. Eppure questi sono paesi che hanno goduto di 70 anni di pace,

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Si nasce in meno, non per il disagio sociale. Abbiamo

smesso di fare figli agli inizi degli anni 80 mentre lo sboom comincia nel 1985. Le condizioni allora erano eccellenti. Lo stato e gli enti loca-li spendeva e span-devano con allegria

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In tutta Europa diminuiscono i fi gli pro-capite mentre

aumentano le vacan-ze, le auto, i telefoni-ni. Nei supermercati, ad esempio, i reparti per i prodotti per gli

animali sono diventati più grandi di quelli dedicati ai neonati

Vignetta di Claudio Cadei

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10 Mercoledì 4 Gennaio 2017 P R I M O P I A N OStabilimenti balneari aperti tutto l’anno: la si da del turismo parte dalla riviera romagnola

La spiaggia? Riscaldata e accoglienteLa Regione ci mette 3 mln. Ma l’Europa boicotta i bagnini

DI CARLO VALENTINI

Un colpo di reni in un paese troppo seduto. Avviene nel turismo, che spesso celebra

buone performance ma a ben guardare l’Italia scende ine-sorabilmente nella classifi ca. Secondo l’«Indagine campiona-ria sul turismo internazionale» elaborata dalla Banca d’Italia su dati Unwto (World tourism organization) il busi-ness del turismo, cioè la spesa dei vacanzie-ri stranieri, ammonta a 130 miliardi di euro negli Stati Uniti, 47 in Spagna, 43 in Francia, 39 in Cina e 33 in Ita-lia. Spagna e Francia ci hanno superato ne-gli ultimi anni e ora lo sta per fare la Thai-landia, che è a quota 32 miliardi. Anche per numero di visitatori il nostro Paese ha per-so posizioni e si situa solo al quinto posto (con 48 milioni di turisti internazionali), prece-duto da Francia (85 milioni), Stati Uniti (70), Spagna (61) e Cina (56).

Insomma, è giusta la sod-disfazione per le località mari-ne piene a ferragosto e quelle invernali da tutto-esaurito a Natale così come per l’interes-se che stanno destando le città d’arte. Ma sul piano interna-zionale l’immagine-Italia si è appannata e se il turismo è il nostro petrolio perdere l’oppor-tunità di attrarre consumatori è un fatto grave. Come sempre, le statistiche vanno interpre-tate. Prendiamo la Romagna, maggiore distretto nazionale del turismo estivo. Il 2016 si è chiuso col segno più, anche se l’aumento delle notti trascorse lungo la riviera è stato di appe-na l’1,2%. Ma dal 2006 a oggi nella provincia di Rimini sono stati chiusi 200 alberghi. Certo, il numero di quelli in attività rimane rilevante (2.057) ma se il 10% dei gestori ha deciso di dare forfait il malessere è piut-tosto diffuso.

Perciò s’è levato un coro da parte degli operatori turi-stici: o cambiare o perire. Ed è così partito il rovesciamen-to dello status quo: rendere usufruibile la spiaggia anche in inverno, il che signifi ca che bagnini, albergatori e commer-cianti lavoreranno tutto l’anno evitando di dovere tentare di fare quadrare i conti con un’at-tività che finora s’è limita a luglio e agosto, ma non basta più. L’SoS è stato talmente convincente che sia le Sovrin-tendenze, che le associazioni ambientaliste, che la Regione hanno abbandonato la politi-ca del «non si tocca niente». Ci saranno regole, ma la spiaggia potrà essere attrezzata, perfi no riscaldata: ci si potrà mettere in bikini sulla sabbia, anche se

fuori il termometro è sotto lo zero. E immergersi nell’idro-massaggio guardando il mare in burrasca.

Per il turismo, una rivolu-zione, che parte dalla capitale italiana della vacanza marina. E c’è da giurare che farà pro-seliti anche in altre riviere, a cominciare da quella ligure. Tra l’altro l’ordinanza che la Regione ha preparato trova concordi i due sindaci in peren-

ne battibecco, quello di Rimini, il pidiessino, Andrea Gnassi, e quella di Riccione, la civica di centrodestra, Renata Tosi. Dice Gnassi: «È inconcepibile pensare che la spiaggia deb-ba andare in soffi tta nei mesi invernali. Va reinterpretata, magari come parco marino». Concorda Renata Tosi: « Allun-gare ai mesi invernali l’apertu-ra facoltativa da parte degli operatori è una strada che già avevamo indicato. Vivere il mare anche nei mesi freddi rappresenta una sfi da ma allo stesso tempo anche una rispo-

sta ai problemi che sta vivendo il comparto del turismo«.

Plaudono i bagnini, non più relegati solo tra gli om-brelloni. «Siamo molto soddi-sfatti – afferma Mauro Van-ni, presidente dei bagnini di Miramare di Rimini- erano anni che stavamo cercando di rendere l’arenile utilizzabile anche d’inverno. Sulla spiaggia potranno sorgere cupole, gaze-bo, palloni. La soluzioni sono

tante. Così come le idee. Penso ad aree dedicate al benessere e allo sport, ma anche ai bimbi, all’in-trattenimento, alla ristorazione. Ognuno si spe-cializzerà come meglio crede».

Vanni gesti-sce anche Boa-bay, un singolare parco sull’acqua attrezzato con

strutture di gonna, per lo più gonfi abili: dagli acquascivoli ai trampolini. È quindi un profe-ta del nuovo corso del turismo marino, non più solo spiaggia e ombrelloni. Adesso progetterà un parco giochi acquatico nella spiaggia riscaldata. Mentre un collega sta pianifi cando una pi-sta per pattinaggio su ghiaccio sotto un tendone, vista mare. In tanti poi prevedono spa al posto delle tradizionali cabine, che in inverno non servono. Da parte sua la Regione ha stanziato quasi 3 milioni di euro per il restyling delle zone

a mare, in modo che possano accogliere più agevolmente i nuovi impianti.

Concorda Giuseppe Car-li, presidente della cooperativa degli stabilimenti balneari di Porto Garibaldi: «L’iniziativa dell’apertura invernale della spiaggia dà respiro ad un set-tore in affanno e va incontro alle esigenze dei turisti, desi-derosi di potere fare vacanza in riviera anche nei mesi fred-di. Del resto in un centinaio si sono buttati in mare il primo giorno dell’anno, complice il sole e tanta determinazione».

I sostenitori del «mare d’inverno» sostengono che, per esempio, in Bretagna, luo-go certamente più freddo della Romagna, si continua a fre-quentare la spiaggia anche col tempo gelido. Se lo fanno loro, perché non provarci a Rimini e dintorni? Da parte sua Si-mone Battistoni, presidente della Cooperativa stabilimenti balneari di Cesenatico, sostie-ne che «gli sportivi apprezze-rebbero di potersi tenere in forma con apposite strutture a bordo mare pure d’inverno, inoltre si potrà pensare a ker-messe a cavallo, improponibili quando la spiaggia, in estate, è piena». La conclusione è dell’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini: «La costa va pensata come un luogo attrattivo dodici mesi l’anno, con la spiaggia inte-grata nelle città, piscine ter-mali ed aree benessere negli stabilimenti. Se ci riusciamo ci saranno benefi ci per tutti».

La decisione della regio-ne di liberalizzare la spiag-gia si intreccia con lo sforzo promozionale su nuovi merca-ti. Ovvero non fare arrivare gli stranieri nei periodi di affolla-mento bensì nella stagione un tempo non sfruttata e che ora potrebbe diventare una piccola miniera d’oro. Aggiunge Corsi-ni: «Per la prima volta sul 2017 abbiamo strutturato un’azione forte su Dubai, pensiamo di avere le spalle robuste per andare su quei mercati».

Corsini passerà alla «sto-ria» come l’assessore che ha destagionalizzato un turismo che non sarà più solo ferrago-stano. Ma sul suo tavolo c’è una complessa matassa da sbrogliare: l’Unione europea preme, e non è più disposta a concedere deroghe, per l’applicazione della direttiva Bolkestein, che obbliga a gare internazionali per la gestione delle spiagge, fi nora invece as-segnate ai bagnini con proro-ghe generazionali e trattative private. Il rischio è che, orga-nizzata fi nalmente la spiaggia per accogliere i vacanzieri tut-to l’anno, arrivino a vincere le aste società tedesche o cinesi. Del resto, il fondo Eif Essen-tial International di Hong Kong ha già mandato i suoi emissari a verifi care la possi-bilità di acquisire due hotel, un’ex colonia da ristrutturare in resort, un’area edifi cabile. Dagli alberghi al bagnasciuga il passo è breve.

Twitter: @cavalent© Riproduzione riservata

D. Del resto Papa Bergoglio in-siste sovente sul fatto che Dio non sia cattolico.

R. Infatti. La sua visione è chiara. D’altra parte, dopo il discorso di Rati-sbona di Benedetto XVI, praticamente non trova traccia della parola Islam nei discorsi di un pontefice. Lo stes-so Ratzinger, per aver fatto quel di-scorso sull’Islam che si affermava con la spada, fu linciato pubblica-mente, con le uccisioni di religiose e di don Andrea Santoro in Turchia, e poi la diplomazia vaticana lo obbli-gò alla visita riparatoria alla Moschea blu di Istanbul.

D. Anche sul terrorismo, Fran-cesco è stato netto: non è religioso ma colpa dei traffi canti d’armi.

R. Sì, ricordando subito che i cri-stiani hanno i femminicidi. No, dopo Ratzinger che cercò di suonare la sveglia, l’approccio della Chiesa è cambiato radicalmente, a scapito dei cristiani di oriente, di comunità mil-lenarie.

D. Complessivamente mi pare

pessimista. Non è invece che gli islamici andranno sempre più oc-

cidentalizzandosi?R. No, non vedo in-

tegrazione. Non sta avvenendo. In Fran-cia, su sei milioni di musulmani, un buon 30% è di idee radical-salafi te: si rende conto quanti sono?

D. L’assimilazione, tentata dai francesi in vari decenni, è fallita.

R. Non ha funzio-nato. A n -c h e

perché, appunto, in Francia c’è questa idea di laicità un po’ paradossale, che consisterebbe nell’ab-bracciare i valori dell’Illuminismo al canto della Marsiglie-se: eh no, il Corano è un po’ più forte.

D. E dunque sot-tomissione inevi-tabile, anche in Europa

R. Finirà che introietteremo sempre più Islam nella vita sociale.

D. D’altronde, se un europeo su cinque sarà musulmano...

R. Infatti, i fi gli di quella sinistra che, per 40 anni, ci hanno venduto la liberazione sessuale e l’aborto di mas-sa, insomma i discendenti di questi se-colaristi impenitenti, si troveranno a negoziare con gli imam di turno. Solo che...

D. Solo che?R. A quegli incontri si berrà rigo-

rosamente succo d’arancia, mentre ai loro padri piaceva più il vino (ride).

D. A parte quello, che Europa sarà?

R. Un’Europa che abdicherà alla sua grandezza cultura-le e artistica, per tornare al settimo secolo dell’Arabia Saudita. Addio a Bach, addio a Bru-nelleschi, per non parlare di quell’isla-mofobo di Dante. Avremo sobrietà di costumi, separazio-ne di uomini e don-ne, emarginazione degli omosessuali. Insomma, non mi pare il migliore dei

mondi possibili.twitter @pistelligoffr

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SEGUE DA PAG. 9

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mondi possibili.

Coloro che 40 anni fa si battevano contro

l’oscurantismo cristiano sono gli stessi che consi-

derano il burka un simbolo da rispettare, fregandosene dei diritti

delle donne. Per una cer-ta sinistra gli immigrati

hanno sostituito il proletariato

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La scristianizzazione dell’Europa si lega

all’ascesa dell’Islam europeo. Fateci caso,

in Europa, non si parla d’altro: dal bur-kini, alle vignette su Maometto, all’Isis. Il nostro immaginario è dominato dalla que-stione musulmana

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Dal 2006 ad oggi hanno chiuso in provin-cia di Rimini, 200 alberghi. L’SoS è stato

talmente convincente che sia le Sovrintenden-ze, che le associazioni ambientaliste, che la Regione hanno abbandonato la politica del «non si tocca niente». Ci saranno regole, ma la spiaggia potrà essere attrezzata, perfi no riscaldata: ci si potrà mettere in bikini sulla sabbia, anche se fuori il termometro è sotto

lo zero. E immergersi nell’idromassaggio guardando il mare in burrasca

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11Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R I M O P I A N OÈ l’obiettivo di Giuseppe Bono (Fincantieri) nel rilevare i cantieri di Saint-Nazaire

Faremo l’Airbus delle grandi naviStavolta gli italiani acquistano un gioiello francese

da ParigiPIPPO CORSENTINO

Come aveva anticipato ItaliaOggi il 30 dicem-bre scorso, la vecchia gloriosa Fincantieri

(semi-privatizzata dopo una Opa infelice a 0,78 euro per azioni) sbarcherà in Francia e si prenderà la maggioranza dei cantieri navali di Saint-Nazaire, una delle (ormai) poche eccellenze industriali della cantieristica europea (da qui sono usciti alcuni tran-satlantici che hanno fatto la storia come il Normandie e il France e, l’anno scorso, la Harmony of the Seas, la più grande nave da crociera del mondo: vedere ItaliaOggi del 13 marzo scorso)

I cantieri Saint-Nazaire era-no fi niti, nel 2006, dopo il ritiro dell’azionista Alstom e un pas-saggio a un gruppo norvegese, nel gran calderone, è il caso di dire, della sudcoreana Stx Offshore and ShipBuilding, ex colosso dello shipping mondia-le travolto dalla crisi dei traf-fi ci marittimi e dal crollo dei noli e quindi approdato, con oltre sei miliardi di dollari di perdite, all’amministrazione giudiziaria sotto il controllo

del Tribunale civile distrettuale di Seul (vedere ItaliaOggi del 9 settembre).

Tribunale che martedì 3 gennaio, ieri per chi legge, ha deciso di accettare la proposta d’acquisto presentata, lunedì 26 dicembre, da Fincan-tieri (per una cifra ancora top secret, che dovrebbe aggirarsi at-torno ai cento milioni di dollari più un accollo parziale dei debiti) che così diventa, per dirla con un’espressione giuridica francese, «le candidat priviligié» per acquisire i cantie-ri atlantici con i suoi 19mila dipendenti, quattro miliardi di fatturato e un carnet di ordinazioni - ecco la polpa del deal - che garantisce continu-ità di lavoro almeno fino al 2026.

Anche se la continuità, hanno fatto sapere immedia-tamente dai vertici di Fin-cantieri, deve andare di pari passo con la profi ttabilità.

Perché non si possono co-struire grandi navi con i mar-

gini risicati (per non dire in perdita) a cui la cantieristica mondiale si è, diciamo così, ac-conciata in questi anni, accet-tando il ricatto commerciale dei colossi delle crociere, Msc e Royal Caribbean in primis, pur di far funzionare gli im-pianti e mantenere il livello di occupazione, vera criticità di un settore «labour intensive».

«Con l’acquisto di Stx France» ha dichiarato il più che soddisfatto ad di Fin-cantieri, Giuseppe Bono «il mercato della cantieristica mondiale si avvia verso il suo corretto equilibrio».

Non sarà più il mer-cato del compratore (le multinazionali delle crociere), ma un settore industria-le in cui finalmente si potranno ottenere prezzi giusti e quindi margini indispensabi-li per la crescita.

Alla vigilia delle trattative (perché il Tribunale di Seul ha detto sì, ma ora biso-gnerà negoziare non solo con il curatore

fallimentare coreano ma anche con Bercy, il ministero dell’Eco-nomia, che ha una quota del 33% dei cantieri e una «golden share»), Bono ha usato un’im-magine che accarezza l’orgoglio industriale francese e quasi rende omaggio alla politica di-rigista dei cosiddetti «campioni nazionali». «Fincantieri e Stx France» ha detto «creeranno in-sieme l’Airbus delle costruzioni navali».

Come a dire che, in que-sta fase storica dell’econo-mia, non poteva esserci, per i cantieri atlantici, part-ner miglior e più affi dabile del gruppo italiano che, sì è vero, ha creato a giugno scorso una joint-venture con la China State ShipBuilding Corp., compagnia di Stato interessata alla costruzione di grandi navi da crociera in Estremo Oriente, ma non può essere, per questo, sospettata di essere la «quinta colonna» dell’industria cinese, il caval-lo di Troia per esportare in Cina il «savoir-faire», le tecno-logie navali e le competenze dell’industria europea.

«L’Airbus delle costru-zioni navali» è molto di più di uno slogan, è un impegno preciso che dovrebbe (a Mon-falcone ne sono convinti) - far

giustizia di tutte le voci che, in questi mesi (dal 9 settembre, quando è partita la gara mon-diale per rilevare Stx France dal tribunale di Seul) hanno descritto Fincantieri come un predatore di tecnologie piut-tosto che come un partner industriale.

Sul punto erano scesi in campo anche i vertici mana-geriali di Saint-Nazaire, con il pdg Laurent Castaing in prima fi la, per ribadire la loro contrarietà all’ingresso degli italiani e sostenere, al contra-rio, la candidatura del colosso olandese Damen che, in effetti, ha messo in piedi una cordata insieme con Msc e Royal Ca-ribbean, i suoi principali clien-ti, per rilevare i cantieri.

Peccato, proprio come ha fatto rilevare ieri Bono, che gli interessi del costrut-tore di navi e delle multina-zionali delle crociere, siano andati velocemente in rotta di collisione. Gli olandesi di Damen avevano, giustamen-te, prospettato un aumento dei prezzi delle commesse di Saint-Nazaire, mentre gli svizzeri-americani di Msc e Royal Caribbean si sono oppo-sti (altrettanto giustamente, dal loro punto di vista) e sono usciti dal consorzio.

Un secondo pretendente, il gruppo cino-malese Gen-ting Hong Kong, è stato gen-tilmente convinto da Parigi, che ha - come detto - l’ultima parola sulla compagine aziona-ria, a lasciar perdere mentre il terzo, il tycoon franco-libanese Iskandar Safa (un personag-gio con molte ombre, ex socio di Gheddafi , presente nei fi le di Panama Papers e editore del settimanale di estrema destra «Valeurs Actuelles») si è fatto da parte da solo.

Fincantieri è rimasta da sola, ha fatto la sua offerta, ed è diventata «le candidat privi-ligié» a costruire il polo euro-peo delle costruzioni navali, l’Airbus dei transatlantici. Una bella soddisfazione nei giorni in cui sembra che i francesi si debbano prendere quel (poco) che resta del sistema Italia.

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Giuseppe Bono

DI ANDREA GIACOBINO

I Mezzaroma si avviano a una solu-zione meno traumatica della crisi del loro gruppo. Qualche giorno fa, infatti, Barbara Mezzaroma nel-

la sua qualità di presidente di Impreme, holding della nota famiglia di costruttori romani, durante un consiglio d’ammini-strazione ha informato il board di aver deciso di soprassedere sulla procedura di concordato con riserva avviata nelle scorse settimane, riservandosi invece di depositare a breve al tribunale di Roma un accordo di ristrutturazione dei debiti, per chiederne l’omologa. Ciò è il frutto da una parte del negoziato in corso col sistema bancario (Mps e Unicredit in primis) e dall’altra dell’avanzamento del piano industriale 2016-2022.La riunione consiliare è servita anche per presentare una situazione patrimoniale aggiornata alla fine dello scorso ottobre che evidenzia come Im-preme avendo segnato una perdita di periodo di 24,2 milioni di euro dopo il rosso di circa 30 milioni del 2015 abbia ormai un patrimonio netto negativo per 57 milioni. A bilancio, le controllate operative che si occupano dei lavori sono in carico a 84,4 milioni: la principale Impreme Sud, in carico a 43 milioni, è tutta in pegno a Unicredit a fronte di un finanziamen-to di 9 milioni così come la Regeim, in carico a 13 milioni, è in pegno a Mps, banca finanziatrice per 40 milioni e la Roim è in pegno a Unicredit e Aareal

Bank a garanzia di debiti per 89,5 mi-lioni. I debiti verso banche sono pari a 240 milioni su un indebitamento totale di 460 milioni: a garanzia dei finanzia-menti bancari risultano iscritte ipoteche sugli immobili per 657 milioni.

Operazioni immobiliarinella famiglia RotelliUna newco per valorizzare alcuni asset immobiliari di Policlinico San Donato (Psd). Qualche giorno fa, infatti, il gruppo ospedaliero presieduto da Paolo Rotelli e controllato dall’omonima famiglia, ha varato un progetto di scissione parziale di Psd e la costituzione della newco Im-mobiliare Lamarmora di cui Marco Ro-telli (fratello più giovane di Paolo) è stato nominato amministratore unico, che vede come azionista unico la Velca, holding che controlla anche Psd. Nel verbale d’assem-blea, Rotelli spiega che la scissione par-ziale è una «operazione legata al cessato utilizzo a fini strumentali del complesso immobiliare di proprietà della scindenda, sito a Milano in viale Lamarmora e via Orti. Tale complesso può essere oggetto di valorizzazione nell’ambito di una pro-fonda e radicale trasformazione». Il va-lore dell’attivo (fabbricati) trasferito alla newco è di 45,3 milioni di euro, il valore del passivo sono 42,6 milioni di riserve in sospensione d’imposta e 2,6 milioni di quota parte della riserva straordinaria tassata della scindenda.

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CARTA CANTA

Mezzaroma, soluzione meno traumatica

SCOVATI NELLA RETE

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12 Mercoledì 4 Gennaio 2017 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA In Germania, dal 2013. Quelli dei marocchini invece sono aumentati soltanto del 36%

Sestuplicati i reati di algerini Restano anche se non hanno diritto all’asilo politico

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Quanto è avvenuto o, meglio, non avvenuto a Capodanno, spiega perché Frau Angela

può essere sicura di vincere per la quarta volta alle elezioni del prossimo settembre. Quasi sicura, diciamo meglio. Dopo Trump, meglio essere prudenti nelle previsioni, ma in Germa-nia dovrebbe accadere qualco-sa di straordinariamente tra-gico per far perdere la Merkel. Dopo la strage al mercatino di Natale, a Berlino non si è voluto rinunciare alla grande festa di Capodanno alla Porta di Brandeburgo, un milione di persone assiepate a festeg-giare la mezzanotte. Una folla impressionante che, in parte, ha invaso il Tiergarten, il parco nel cuore della metropoli. Alle due del pomeriggio, si è chiuso l’accesso perché non ci sarebbe entrato un solo essere umano in più. E non è successo asso-lutamente nulla.

A Colonia si temeva un bis

delle violenze dell’anno scorso: 2 mila giovani arabi ubriachi aggredi-rono centinaia di donne, davanti ai poliziotti spa-ventati e impreparati. Un duro colpo alla politi-ca dell’accoglienza della Cancelliera. Stampa e Tv cercarono di censurare i fatti per cinque giorni. Quest’anno, la zona tra la stazione centrale e il Duomo era superprotet-ta da 2.300 agenti. An-che in riva al Reno non è accaduto nulla, ma Simone Peter, una lea-der dei Verdi, protesta, e non solo lei, perché i poliziotti hanno fatto i poliziotti: hanno fermato, denunciato, centina-ia di giovani solo a causa del loro aspetto di stranieri. E, la polizia nei comunicati interni, usa il termine in gergo da que-sturino «Nafris», per indicare i sospetti, cioè Nordafrikaner Intesivtäter, tizi che hanno compiuto già diversi reati. Per i buonisti, anche in Germania, la polizia avrebbe torto sempre, a prescindere. Avrebbero dovu-

to fermare gruppi di fi nlandesi alti e biondi, o di norvegesi?

Il capo della polizia, Jür-gen Mathies, si è scusato per il termine «Nafris», non verrà più usato, ma ha ribattuto: nonostante quanto era già av-venuto, a Colonia sono arrivati gruppi compatti di nordafri-cani, molti ubriachi, che non avevano all’apparenza alcuna intenzione di festeggiare il Capodanno. La polizia li ha ac-

cerchiati, controllati, ne ha fermati circa 900 e li ha ri-spediti indietro, non perché non «sembravano ariani», ma a causa del loro atteg-giamento. La Peter è stata criticata anche da molti suoi compagni di partito, perfi no da Cem Özdemir, il capo dei Grünen, i Verdi, di origine turca, e ha fatto rapidamente marcia indie-tro: si accontenta delle scu-se per il termine «Nafris», e delle assicurazioni ricevu-te. Ma il danno è fatto. «È preoccupante», commenta Özdemir, che non cade mai nella retorica del buon pro-

fugo, che centinaia di Flücht-lingen (fuggiaschi), siano tor-nati a Colonia con intenzioni preoccupanti… la triste verità è che molti capiscono solo un linguaggio duro e chiare misu-re di sicurezza».

I giovani del 31 dicem-bre 2015, e quelli dell’ultimo San Silvestro a Colonia erano quasi tutti del Maghreb, ma i profughi da Tunisia, Alge-ria, Marocco, non avrebbero

diritto all’asilo politico, e an-drebbero rimandati indietro. Ma nessuno dei fermati per le violenze è stato espulso. In quanto ai «Nafris», il 63% (8.653) dei marocchini giunti in Germania, e il 48% (8.034) degli algerini, risiedono in Nord Renania Westfalia, il Land di Colonia. Secondo i dati del Bka, il Bundeskri-minalamt, una specie di Fbi tedesca, il 22% dei profughi responsabile di reati appar-tiene al gruppo dei «Nafris», benché solo il 2% dei fuggia-schi venga da questa zona. Dal 2013, i reati compiuti nella regione da algerini è sestuplicato, quello dei ma-rocchini è aumentato del 36%. L’anno scorso il Land ha espulso appena 108 maroc-chini e 102 algerini. Adesso Frau Merkel chiede misure più effi caci, il ministro degli interni De Maziére promette espulsioni rapide. Altrimen-ti i populisti dell’AfD, giunti al 12%, in base ai sondaggi, continueranno a conquistare voti, anche a sinistra.

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DI ANGELICA RATTI

Le patron di Dakar, Etienne Lavi-gne glielo aveva già detto nel 2015 che non voleva che corresse il rally più famoso del mondo, ma il pilota

francese Philippe Croizon, che ha avuti amputati i quattro arti, ha la testa dura. Già avvezzo a cimentarsi con imprese impossi-bili a dispetto del proprio handicap, come la traversata della Manica a nuoto nel 2010, è tornato alla carica. E ha ottenuto final-mente il via libera per la corsa in auto che si svolgerà dal 2 al 14 gennaio parten-do dalla capitale del Paraguay, Asuncion, per arrivare a quel-la argentina, Buenos Aires.

Croizon ha avuto 17 mesi per prepa-rarsi e per formare la propria squadra asso-ciandosi a Yves Tartarin, 18 Dakar sulle spalle, che ha preparato la vettura del pilo-ta francese, un buggy equipaggiato con un cambio di velocità che Croizon comanderà con l’aiuto di un joystick e si è messo in cerca degli sponsor. C’erano da trovare 700 mila euro, e non era per niente facile per uno come Croizon che si è visto rivoluzionare la vita il 5 marzo del 1994, quando una linea elettrica da 20 mila volts lo fulminò mentre stava riparando la sua antenna Tv.

A trovare gli ultimi 100 mila euro che

mancavano per raggiungere il budget pre-stabilito (anche se in realtà ne servivano molti di più) è stato il qatarino, Nasser al-Attiyah, due volte laureato del Dakar.

Spinto dalla moglie Susanna, che l’ha incitato a lanciarsi in questa nuova sfi da, Philippe Croizon ha messo tutti gli atouts per riuscire nell’impresa. Ha lavorato fi si-camente e mentalmente con un terapeuta che pratica lunghe sedute per applicare un

metodo di rilassamento cardiaco che permette di limitare l’aumen-to dell’adrenalina e di guadagnare un mezzo secondo sul pericolo. Qualche giorno prima del via, Croizon ha di-chiarato a Le Figaro che non «ha bisogno di rischiare per sentirsi esistere», anche se pilo-ta il suo bolide soltanto da otto mesi.

Durante la corsa, il pilota senza arti sarà

affi ancato da una vettura di assistenza in caso di guai e di un camping-car per ripo-sarsi. Il suo co-pilota Cédric Duplé sarà il suo boysitter per tutto quello che riguarda la meccanica dell’auto. Croizon sogna di ve-dere Buenos Aires dopo 8.800 chilometri di sforzi, ma solo un pilota su due ci arriverà. Il messaggio che il pilota vuole far passare però è quello di non cedere alla tendenza a sentirsi vittime e che le cose possono cam-biare. E lui vuole esserne la prova.

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La sfida folle del pilota francese Philippe Croizon

Un quadri-amputatoparteciperà alla Dakar È

la regola: settant’anni dopo la morte dell’auto-re, 1946 nel caso specifico, gli scritti dell’econo-mista John Maynard Keynes vedono scadere i diritti e diventano pubblici. Quindi, dal 1°

gennaio 2017 gli editori non devono più versare i diritti per pubblicare i testi dell’economista più influente del secolo, sicuramente il più popolare soprattutto in Fran-cia. Keynesiano, ovvero sulla necessità dell’intervento statale nell’economia, è un aggettivo del linguaggio corrente che tutti hanno l’impressione di comprendere, secondo quanto ha pubblicato Le Figaro. A sinistra, Keynes è considera-to come il difensore del ruolo dello stato. A destra, visto dagli economisti neolibera-li keynesiano è un’of-fesa perché sancisce il ricorso ai fondi pubblici e significa il rifiuto delle riforme strutturali.

Gli editori fran-cesi non hanno mai fatto molti sforzi per diffonde-re un pensiero che in realtà è molto più sottile rispetto alla versione semplicistica del pensiero di Keynes che viene data durante i dibattici pubblici. In realtà, il grande economista (era alto due metri) di Cambridge è mal conosciuto: era un ardente difensore della società libe-rale europea davanti ai totalitarismi. I suoi precetti di rilancio miravano a preservare il capitalismo liberale e a non abbattere la crescita. Il suo humor britannico («a lungo termine saremo tutti morti») è stato quello di un umanista nel solco di Orazio. E le sue ultime parole furono: «Se solamente avessi bevuto più champagne».

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A 70 ANNI DALLA SCOMPARSA DELL’AUTORE

Le opere di Keynes non hanno più diritti

Simone Peter

John Maynard KeynesPhilippe Croizon

ai comandi del suo buggy

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13Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R I M O P I A N O

Turchia, gli italiani sopravvissuti: «Ci siamo salvati na-scondendoci dietro ai voucher».

Filippo Merli

AstroSam ha partorito. Però non ho capito in quale pro-gramma tv.

Claudio Cadei

La diffamazioni vanno punite

Concordo con la posizione espressa ieri dal direttore di ItaliaOggi in tema di diffamazione tramite la rete: così come esiste una libertà di stampa deve esistere anche una libertà di internet. In fondo, non si tratta altro che di un’estensione del principio di libertà di manifestazione del pensiero contenuto nella nostra Co-stituzione del 1948. C’è solo una cosa che però mi lascia un dubbio aperto: il giornalista che scrive un articolo è civilmente e penalmente responsabile per i contenuti pubblicati insieme al suo direttore; chi pubblica un contenuto offensivo su un social network, invece, molto spesso si maschera dietro l’anonimato o, ancor peggio, è un «troll», cioè un soggetto inesistente ma tecnologi-camente creato per «sputare» odio nei confronti di tutti coloro che vogliono esprimere una posizione diversa dalla sua. Che fare? Anch’io credo che non debbano esistere leggi o tribunali o authority pubbliche che possano controllare o bloccare questo mondo, però oc-correrebbe quantomeno riuscire a imporre ai gestori dei siti di garantire l’identificabilità massima delle persone che scrivono sui social network. Già potrebbe essere un buon passo avanti, credo.

Carlo Olivi

Il video di i ne anno di Beppe Grillo

E un paio di giorni che mi arrovello: ma il video di fine anno, Beppe Grillo, lo ha girato nel resort alle Maldive di Flavio Briatore? E anche la fatwa con-tro i giornali falsi e menzogneri è stata scritta sotto l’ombrellone della villa del fondatore del Billionaire? Ok, allora posso tornare a chattare anch’io sul mio smartphone sul balcone di Tor Bella Monaca! Perchè uno vale uno, no?

Sara Boccadoro

Il discorso corretto di Gentiloni

Il discorso corretto sul caso Vivendi-Mediaset è quello che sta facendo il presidente Paolo Gentiloni, e di cui è doveroso dargli atto: questa operazione, ha detto a Class Cnbc, non coinvolge lo Stato.

Mario Capisardi

Mediaset non era considerata strategica

Mediaset, alla cui difesa vengono adesso chiamati i «massimi livelli istituzionali» (Repubblica) non è che venisse considerata di valore strategico dai ministri della sinistra democristiana del governo Andreotti che si dimisero per protesta contro la legge che le consentiva di esistere. Né che tale venisse considerata dai proponenti della sterminata serie di iniziative di Parlamento e autorità volte a limitarne l’attività, serie culminata nel disegno di legge del 16 ottobre 2006 a firma proprio dell’attuale presidente del Con-siglio, che chiede di porre un tetto al suo fatturato pubblicitario pari al 45 per cento del totale dei ricavi dell’intero settore televisivo.

Mario Chittofrati

Fiscal compact? Non ci interessa

Quattro anni fa, il primo gennaio 2013 è entrato in vigore anche in Italia il fiscal compact, un accordo eu-ropeo che prevede l’obbligo di pareggio di bilancio, un rapporto defict/Pil inferiore allo 0,5%, una riduzione a tappe forzate del debito pubblico fino a scendere sotto il 60% del Pil. L’Italia ha modificato la sua Costituzio-ne per recepire queste norme. Perfetto, nel frattempo, invece di diminuire il rapporto debito /Pil italiano è aumento di 10 punti, passando dal 123 al 133%. Pen-savo che le leggi (soprattutto quelle costituzionali) fossero cose più serie, da rispettare e far rispettare ad ogni costo. Invece noto che, più se ne approvano, più se ignorano.

Vitale Longo

Sesso in canonica

Sesso in canonica, scandalo in Veneto: per don Contin l’af-fare s’ingrossa. In tutti i sensi.

Pierre de Nolac

COMMENTI

DI PAOLO SIEPI

Ennesima tegola sulla Raggi, che ora studia la nuova strate-gia: camminare lontano dai cor-nicioni. Antonio Satta. MF.

Tu sai come si fa in Israele a disperdere una folla? Si fa la questua. Colu-che, Elle est courte ma elle est bonne! Le Livre de Poche, 2000.

Certi libri, già dopo tre righe, mostrano un radiatore che brucia. Gesualdo Bufalino, Il malpensante. Bompiani, 1987.

La felicità non si definisce, c’è sempre. Quando Euridice sente Orfeo cantare la na-tura, gli chiede: ma che canti? E lui: canto la bellezza del creato. E allora perché la canti davanti a me? E lui: perché tu sei la bellezza del creato. Questa è felicità: averla davanti e comprenderla. E viverci assieme. Roberto Vecchioni, cantautore (Francesco Bat-tistini). Sette.

Se ieri evasione, divertimento e paura erano elementi suffi cien-ti per narrare, oggi non bastano più. Adesso il progetto deve ave-re senso. Lasciare qualcosa. Non sono diventato moralista, ma sono un po’ pre-occupato per come vanno le cose. Vedo follia diffusa. Disagi e disturbi ovunque. Auspico un ritorno al buonsenso che, mi preme dirlo, non è una parolaccia. Uno dei nostri più grandi intellettuali, Raffaele La Capria, ne ha capito la centralità e non si vergogna di dirlo. Va controcorrente, non punta il dito, è un mo-dello. Un democratico vero. Un uomo libero. Non appartiene a nessuna moda. All’inizio credevo che fosse soltanto il marito di Ilaria Occhini. Poi lessi le sue opere a partire dallo splendido L’estro quotidiano e gli scrissi una lettera d’amore esagerata. Pagine di una ri-conoscenza infi nita. Aveva tracciato la mappa dei comportamenti degli intellettuali italiani scrivendo in anticipo esattamente quello che io ho sempre pensato e non avevo mai trovato il modo di esprimere. Con sincerità assoluta. Conoscendolo ho capito che è una magnifi ca persona perché assomiglia alle sue opere. La Capria è una vera rarità, un Gronchi rosa. Nessun regista che conosco somiglia alle pro-prie opere. Predicano bene. E razzolano tutti malissimo. Pupi Avati (Malcolm Pagani e Fabrizio Corallo). Il Fatto.

Mi chiamò a Einaudi Alessandro Dalai, che era il direttore amministrativo e ni-pote di Oreste Del Buono. Il clima non era buono. C’era in atto uno scontro tra Giulio Einaudi e Dalai. Tra due concezioni. Una ancora legata al passato, al suo editore e alla fi gura di Roberto Cerati, e l’altra che tentava il fatidico svecchiamento. Da diret-tore editoriale il mio ruolo divenne sempre più marginale. Compresi due cose: l’inutilità dei cosiddetti mercoledì e il fatto che tutte le vere decisioni venivano prese durante le cene. Alle quali non andavo. Sono stato a Torino dal 1989 al 1993. Realizzai Petrolio di Pasolini. Mi sembrava che quell’autore così importante negli anni di Garzanti tornasse a nuova vita con un romanzo misterioso e incompiuto. Piero Gelli, già editor Gar-zanti, Einaudi e Rizzoli (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Filippo Maria lavorava in banca e non era sposato. Parlava con la erre moscia e mai in dialetto. Faceva molti viaggi, persino all’este-ro, sempre da solo. Vestiva con eleganza. Era uno dei tre voti liberali del paese. Solo le per-sone eleganti, infatti, votavano per il partito liberale. Marco Sant’Agata, Papà non era

comunista. Guanda.

Dopo la mia rottura su Cra-xi mi ritrovai con Montanelli quando rifiutai la direzione del Giornale perché avrebbero

comandato altri. Non potevo comportarmi come un Gian Galeazzo Biazzi Vergani. Quattro nomi, tutti inutili. Enzo Bettiza, giornalista (Aldo Cazzullo). Corsera.

Arriva la guerra dell’Iraq e il nostro Fast, sempre pronto a uc-cidere, va e uccide. Tutti hanno sparato e ucciso, e il ritorno in elicottero è una sequenza di ri-velazioni: ognuno gode l’attimo

in cui si sente vivo, ognuno toglie il caricato-re e la pallottola in canna, qualcuno piange, tutti lo guardano, tutti gli dicono che è okay, vengono gli psicologi, non per confortarlo, ma per capire se è ancora utilizzabile come soldato. Ferdinando Camon sul libro di David Tell Io sono un’arma, Longanesi. la Stampa.

Ai tempi della strafottenza, Marcello aveva inciso il suo nome con la punta delle chiavi accanto all’ascensore; un gesto guascone per marcare il territorio; ora, mentre aspettiamo, indico il graffi to: «Questo almeno resterà per sempre». Walter Siti, Exit strategy. Riz-zoli.

Nel maggio del 1954, al Con-gresso di Napoli della Demo-crazia cristiana, Ezio Vanoni spiegò che l’Italia era ad un bivio: «O continuiamo a pro-cedere», disse, «sulla via della ricostruzione con il necessario rigore» o «il nostro destino potrebbe essere di cadere in condizioni quasi coloniali, dalle quali non sapremmo più riprenderci». I congressisti (impegnati a spartirsi l’eredità politica di Alcide De Gasperi) quasi non prestarono attenzione alle parole di Vanoni. Quelle pa-role, invece, ben fi gurano nell’incipit di un libro assai coraggioso, L’arte del non governo. L’inesorabile declino della Repubblica italia-na (Marsilio), che Piero Craveri ha dedicato alla storia del nostro Paese negli ultimi set-tant’anni. Lo studioso è assai severo con i politici del dopoguerra. Defi nisce «malsicura» la loro conoscenza dell’economia di mercato e ironizza sul «male inteso primato della po-litica» dietro il quale quei leader cercarono di occultare le loro scarse virtù: si contano sulla punta delle dita le personalità della Dc e dei partiti laici che avevano in curriculum un’esperienza di studio o di lavoro nei Paesi occidentali, cosa che altrove era già consueta dalla fi ne degli anni Quaranta. Paolo Mieli (Corsera).

Il treno attraversa il Don su un lungo ponte di ferro, mentre i cipollini azzurro e oro delle cattedrali di Rostov si dissolvono nel violaceo della sera. Per rendere onore al grande fi ume ci mettiamo a cantare ballate cosacche, ten-tando di sopraffarci a vicenda in gorgheggi e note basse. La canea è indescrivibile. Piera Graffer, Caucaso. LoGisma, 1999.

Goloso, fanatico della macrobiotica, pro-vava, nella vista al supermercato, lo stesso godimento che ha il sultano nell’harem. Nan-tas Salvalaggio, Il salotto rosso. Monda-dori.

Il dentista dice al paziente: «Scusi sa, ma non occorre che lei apra tanto la bocca...». «Ah, sì? Ma scusi, dottore, non deve intro-durvi pinze, trapano, garza?». «Sì ma io resto fuori». Bramieri, Barzellette. De Vecchi editore, 1977.

Pensai anche al lastrico ove un giorno sa-rei andato a fi nire. Avvicinandosi alla cin-quantina, a un clown non restano che due possibilità: o il lastrico o il trionfo. Heinrich Böll, Opinioni di un clown. Mondadori,

1963.

A mia moglie posso chiedere tutto purché lei lo voglia. Rober-to Gervaso. Il Messaggero.

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14 Mercoledì 4 Gennaio 2017 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Quest’anno arriveranno le superproduzioni a partire dalla Grande Muraglia

Cina sfonda nel cinema mondialeMolti studi americani già passati sotto la bandiera cinese

DI SIMONETTA SCARANE

La Cina vuole la sua par-te nel mondo del cinema globale. Molti studios americani sono già pas-

sati sotto le insegne cinesi e nel 2017 arriveranno delle super-produzioni. Il gruppo Dalian Wanda ha acquisito, a gennaio scorso, per 3,5 miliardi di dolla-ri (3,3 mld di euro) Legendary Entertainment, produttore di Jurassic World, Pacifi c Rim e la trilogia di Batman. A set-tembre, Sony Pictures si è al-leato con Wanda per assicurare una migliore distribuzione dei propri fi lm in Cina. Inoltre, la società di produzione Fun-damental Films con sede a Shanghai è diventata con il 27,9% del capitale la seconda azionista di EuropaCorp, die-tro Luc Besson. Un mese dopo, Alibaba è entrato nel capitale di Amblin Partners, la so-cietà di produzione di Steven Spielberg per lanciare molte coproduzioni sino-americane. Inoltre, la controllata Alibaba Digital Media e Entertain-ment ha deciso di investire più

di 6,8 miliardi di euro in tre anni nel settore dei media e del diver-timento. A novembre, Wanda ha annuncia-to l’acquisizione per circa un miliardo di dollari (958 mila euro) della società che pro-duce i Golden Globe, i prestigiosi premi del cinema e delle tele-visioni americane. La lista si allungherà nel 2017.

L’industria ame-ricana guarda con invidia l’immenso mercato cinese del cinema dove i multiplex spuntano come funghi. La Cina conta 41 mila sale (200 più degli Usa). A questo ritmo il paese diventerà leader al box offi ce entro il 2019. Unico neo: per preservare l’industria nazio-nale, il governo di Pechino ha autorizzato la proiezione soltanto di una trentina di fi lm stranieri ogni anno. Nel 2016 le entrate dei cinema sono state pari a 5,7 miliardi

di dollari (5,4 mld di euro), e 150 milioni di dollari (143,8 milioni di euro) è il budget stanziato per La Grande Muraglia, il fi lm cinese più caro della storia prodotto da Wanda-Legendary, che per at-tirarsi il favore del pubblico occidentale ha affidato uno dei ruoli principali a Matt Damon.

La coproduzione permet-te di benefi ciare di una mi-gliore campagna marketing.

Wanda, che conta all’incirca 3 mila sale in Cina spinge i fi lm stranieri nei quali ha investi-to. Warcraft (Legendary) ha incassato più di 200 milioni di dollari in Cina, cinque volte più che nel proprio paese di origine.

Hollywood guarda al mercato cinese come a un’opportunità che le per-mette di fi nanziare nuovi pro-getti. Ma la Cina non intende

diventare un ricettacolo di fi lm americani, piuttosto la sua ambizione è di invade-re le sale americane ed eu-ropee con i propri fi lm che dovranno dare un’immagi-ne migliore del paese. Tut-tavia, la Cina non dispone ancora del know-how ne-cessario, specialmente nel settore degli effetti speciali e della postproduzione. E per questo si è alleata con i giganti occidentali che san-no come fare fi lm di grande spettacolo, secondo quanto ha riportato Le Figaro.

Il 2017 segnerà il de-butto dell’offensiva cinese nel cinema, con il lancio l’11 gennaio in Francia e a feb-braio negli Usa della «Grande Muraglia» (Wanda-Legenda-ry) che in Cina è uscito a fi ne dicembre. Osteggiato dalla critica che non ha approvato la scelta di affi dare il ruolo principale a un attore ame-ricano, in Cina ha incassato solamente 120 milioni di dol-lari in quindici giorni.

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DI ANGELICA RATTI

Il gruppo americano Gore, piccolo impero di materiali innovativi fondato 58 anni fa da Bill Gore, e noto per la sua rivolu-zionaria membrana impermeabile Gore-

Tex, fornitore dell’esercito e della sanità, ha aperto un nuovo centro di ricerca e sviluppo (R&D) e di test quattro volte più grande del precedente, nel proprio sito di Newark, nel cuore dello stato federale del Delaware. Ser-virà ad avvicinare la ricerca allo sviluppo e al controllo qualità con lo scopo di accelerare la trasformazione delle innovazioni in successi commerciali.

Gore è un gruppo tessi-le famigliare che fattura 3 miliardi di dollari (2,8 mld di euro), in cresci-ta del 6% nell’esercizio in corso che chiuderà a marzo, come ha racconta-to a Le Figaro, Bob Gore, fi glio del fondatore, Bill, che lavora nell’azienda che conta 10 mila dipen-denti nel mondo, dei qua-li 6.300 negli Usa e 4 mila brevetti depositati per proteggere le proprie innovazioni.

Gore ritrova la ripresa dopo qualche tempo di stagnazione. «Investiamo ogni anno l’equivalente del 10% del nostro fatturato in ricerca e sviluppo e nei test dei prodotti», ha osservato Bob Gore. Suo padre, Bill Gore, ex ingegnere chimico alla DuPont ha sviluppa-to una membrana rivoluzionaria, Ptfe (poli-tetrafl uoroetilene), per isolare i fi li elettrici. Nel 1960 i suoi componenti furono inviati sulla luna con la missione Apollo 11. Ma è di

Bob l’idea, nel 1968, di creare una versione espansa del Ptfe «per sigillare tubi idraulici», che è stata poi utilizzata in medicina, nella in chirurgia cardiovascolare. Per quanto im-permeabile è anche traspirante e si ritrova in un migliaio di prodotti: dispositivi medici impiantati nel corpo umano, corde di chitarra, componenti elettronici per il settore aerospa-ziale. E, dal 1976, nell’abbigliamento, con il nome di Gore-Tex.

Gore non realizza calzature e abbiglia-mento testati qui, ma produce tessuti nei

suoi stabilimenti negli Stati Uniti e in altri paesi, anche Germania e Cina. E partecipa alla progettazione di capi di abbigliamento, in colla-borazione con i marchi: Nike, The North Face, Adidas, Puma, Asics e Timberland. Ogni mo-dello di indumento, dal prototipo alla versione finale, viene inviato a Gore che li sottopone a test prima di mettergli

l’etichetta Gore-Tex etichetta. Dal 1989, Gore-Tex vende ai marchi e ai consumatori una «garanzia per mantenere il corpo asciutto». Ogni indumento inadempiente può essere restituito.

Se il Gore-Tex per anni ha regnato so-vrano, ora deve ora affrontare la concorrenza di marchi di abbigliamento come Uniqlo, per esempio, che stanno sviluppando propri tes-suti innovativi. Per stare al passo, Gore ha presentato in vent’anni più di 100 brevetti.

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IL GRUPPO INVESTE IL 10 PER CENTO DEL FATTURATO IN R&D

Un nuovo centro di ricerca di Gore-Tex a Newark (Usa)

Dopo tre anni di crescita, le vendite di champagne sono diminuite nel 2016. Il dato uffi ciale si conoscerà a febbraio, ma i professionisti si attengono alle spedizioni che quest’an-no sono state di soli 306 milioni di bottiglie, il 2% in meno rispetto al 2015.

Questo arretramento dei volumi a un livello inferiore a quello del 2014, è certamente limitato e il fatturato potrebbe rimanere vicino al record storico dello scorso anno (4,74 mi-liardi di euro), grazie alle buone vendite delle bottiglie più care (grandi marchi internazionali, annate di prestigio, rosato). Ma questa evoluzione conferma l’emergere di un mercato dello champagne a più velocità. Si tratta di una mini rivoluzione in un settore dove, per decenni, viticoltori, le cooperative e ne-gozianti avevano imparato a condivi-dere i frutti di una continua crescita a lungo termine inin-terrotta, malgrado le crisi decennali rapidamente di-menticate.

All’origine di questo fenomeno ci sono delle per-formance contrastate secondo i mercati: per il sesto anno consecutivo, le vendite sono diminuite in Francia, che rap-presenta la metà del mercato globale. Nonostante le massic-ce promozioni dei distributori che rendono lo champagne un prodotto a basso margine, le bottiglie più economiche sono vittime della concorrenza di prosecco e spumante, più acces-sibili. E il fenomeno è lo stesso nel resto d’Europa (un quarto delle vendite globali).

Le vendite sono aumentate solo nei paesi terzi. Ma soltanto i più grandi marchi sono attrezzati commercialmente per il grande export. E sfuggendo alla guerra dei prezzi, continuano a guadagnare quote di mercato, cosa che rischia di destabi-lizzare il settore.

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IN CALO DOPO 3 ANNI DI CRESCITA

Champagne: dopo il boom, la fiacca

306 milioni di bottiglie di champagne sono state spedite nel

2016, - 2% sul 2015Bob Gore e sua moglie Jane

Una scena del i lm cinese «La Grande Muraglia» con Matt Damon (al centro) nel ruolo di protagonista

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20 Mercoledì 4 Gennaio 2017

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

con

IONETELLEALI

in edicola

ROTTAMAZDELLE CART

ESATTORIAgricolturaOPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELOPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DEL

Oggi

Scatta l’obbligo di indicare la provenienza della materia prima. Anche per il lattiero-caseario

In Francia carni tutte in chiaroPersino i panini devono riportarne l’origine in etichetta

da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO

In Italia sarà solo per il lat-te, in Francia invece è sia per il latte sia per la carne (di ogni tipo, bovina, suina,

ovina, pollame e selvaggina). Dal 1° gennaio tutti i prodotti industriali in vendita nell’Esag-gono francese, dagli yogurt ai formaggi, dalle salsicce e dai salami fi no ai panini imbottiti e confezionati, debbono indica-re in etichetta la provenienza della materia prima: carne nazionale da animali alleva-ti, macellati e trasformati in Francia e latte francese da mucche, pecore e capre alle-vate e munte nelle migliaia di stalle che fanno di questo paese la piattaforma zootecnica più grande d’Europa.

Gli industriali, come si può immaginare, hanno provato a resistere, a chiedere un rinvio fi no a tre anni appellandosi a norme e regolamenti comuni-tari, ma il governo ha resistito e il ministro dell’agri-coltura, Stéphane Le Foll, alla fi ne ha fatto una sola concessio-ne: tre mesi di tempo per mettersi in re-gola, per smal-tire gli stock con le vecchie etichette.

E anche sulle per-centuali di carne e latte contenute nei prodotti trasformati, yogurt for-maggi o salami e salsic-ce, è riuscito a far fronte alle pressioni delle poten-tissime lobby industriali, dalla Fict (Fédération des industriels charcutiers traiteurs), l’organizzazione delle imprese specializzate nella lavorazione delle carni) di Robert Volut, una poten-za da 6,7 miliardi di fatturato e 1,2 miliardi di tonnellate di prodotti trasformati, all’Ania (Association nationale des industriels de l’agroali-mentaire, equivalente alla nostra Federalimentare) di Jean-Philippe Girard, il vero gigante del sistema che vale 170 miliardi di euro e rappresenta una delle voci più importanti della bilancia commerciale francese.

Gli industriali avevano chie-sto che il «tenore» di carne e latte dei prodotti trasformati

fosse, rispettivamente, del 50 e del 25% per far scattare l’obbligo dell’etichettatura con la relativa tracciabilità della materia prima (carne e latte francesi piuttosto che il gene-rico latte e carne di «origine europea»), e sul tema avevano

scatenato una fero-cissima polemi-

ca sul rischio che un obbli-go troppo stringente a v r e b b e finito per danneggia-

re le filiere nazionali. Ma

anche in questo caso il ministro Le Foll, reduce da una battaglia durissima in sede comunita-ria per ottenere da Bruxelles il via libe-

ra alla tracciabilità (si veda ItaliaOggi del 24

luglio scorso), è stato (quasi) infl essibile: l’obbligo scatta se il prodotto ha più dell’8% di carne e più del 25% di latte. Fine delle polemiche almeno per i prossimi due anni. Perché va ricordato che l’Unione euro-pea ha dato sì il via libera alla Francia ma solo per un esperi-mento biennale che, dal punto di vista strettamente giuridi-co, si fonda sul regolamento n. 1169 del 2011 che riguarda il diritto dei consumatori a es-sere informati su quello che mangiano, e sul regolamento di esecuzione della Commis-sione (n. 1337 del 2013) che riguarda l’obbligo di indicare i paesi d’origine della carne (fresca, congelata e surgelata)

bovina, caprina, ovina ma an-che di quella dei volatili (polli, tacchini, fagiani ecc.). Detto più semplicemente, fuori dal giuridecese, Le Foll (all’epoca con l’appoggio del suo ex col-lega ministro dell’economia Emmanuel Macron) è stato bravo a strappare una conces-sione ai «liberisti» di Bruxel-les (sensibili, come si sa, alle ragioni dell’industria) con la prospettiva che, dopo due anni, l’etichetta trasparente potrebbe diventare, magari grazie all’appoggio dell’Italia, uno standard per tutti i paesi dell’Ue. «Ci saranno dei costi aggiuntivi», già si lamenta il direttore generale del gruppo Ldc (uno dei colossi francesi della carne, controllato dalle famiglie Lambert Dodard e Chauchereul, 3,5 miliardi di fatturato), Philippe Gélin, «solo per la nostra carne a mar-chio Marie abbiamo stimato una spesa aggiuntiva di 2,5 milioni di euro. Se la Gdo non se ne farà carico, abbassando i suoi margini, ricadranno tutti sui consumatori sotto forma di aumento dei prezzi». Come ad avvertire che la trasparenza e la corretta informazione su quello che si mangia ha un co-sto («Non ci sono pasti gratis», diceva l’economista Keynes e la metafora è più che mai az-zeccata in questo caso) e che l’industria francese non inten-de fare regali a nessuno.

@pippocorsentino

MARCO TESTA, CEO DI VEDEMIA PHARMA, sale in FederSa-lus, associazione che raggruppa i produttori d’integratori alimentari. Già vicepresidente dal 2015, è stato nominato presidente. Siederanno accanto a lui nel cda i vicepresidenti Antonino Santoro (Difass) e Andrea Costa (Siit). En-trano nel cda Francesco Nicotra (Epo), Alessandro Sertorio (Farmaceutici Procemsa), Andrea Zanardi (Meda Pharma e Mylan) e Cinzia Pranzoni (Pasquali).

GIUSEPPE CASTIGLIONE E ANDREA OLIVERO sono i due sotto-segretari alle politiche agricole, alimentari e forestali. Sono stati nominati nei giorni scorsi nella riunione del consiglio dei ministri dal governo guidato da Paolo Gentiloni. Si tratta di una conferma rispetto al passato governo Renzi.

NUOVO INCARICO PER JÉRÔME GRÉGROI-RE NEL GRUPPO FERRERO. Il manager, che da quattro anni ricopriva l’incarico di country manager per Grecia, Cipro e Malta di Ferrero, è stato nominato amministratore delegato di Delacre, il chocolatier franco-belga che la multina-zionale di Alba ha appena acquisito.

EMANUELE ORSINI È IL CANDIDATO DESIGNATO come prossimo presidente di FederlegnoArredo. Modenese, direttore generale della Sistem Costruzioni e dal 2013 presidente di Assolegno e vicepresidente di FederlegnoArredo, dovrà essere confermato nella nuova posizione per il triennio 2017-2019 durante la prossima assemblea generale dell’associazione.

DANIELE SAPORETTI È IL NUOVO SEGRETARIO generale Fai Cisl Emilia Romagna. È stato eletto dopo le dimissioni di Davide Bergonzini. Nato a Forlì e residente a Ravenna, 53 anni, diplomato in ragioneria, Saporetti è sposato e ha due fi gli. È nel sindacato dal 1990 e ha ricoperto numerosi ruoli nel settore agricolo e agroalimentare. La segreteria della Fai Cisl Emilia-Romagna è stata completata con la nomina di Gianni Alviti e Roxana Vlad. [email protected]

ALESSIO DURAZZI È IL NUOVO DIRETTORE DEL CONSORZIO TUTELA MORELLINO DI SCANSANO DOCG. Già direttore per due anni, allo sviluppo del Consorzio di tutela Montecucco, Durazzi è laureato in economia e commercio all’università di Firenze, ha 38 anni ed è esperto di marketing con esperienza decennale

nell’export management di aziende agroalimentari. [email protected]

PROMOZIONE PER GIUSEPPE MONCIINO IN CAFFÈ MOAK, torrefattore e distributore di caffè di Modica-Rg. In azienda dal 2010, Morciino, 44 anni, catanese, dopo aver ricoperto il ruolo dapprima di direttore vendite per la Sicilia e poi per il Nord Italia e la Sardegna, è stato ora nominato direttore commerciale Italia. A lui farà capo una new entry in azienda: Marcello Vitellone, responsabile nazionale soci Scae Italia, che gestirà l’area commerciale del Centro-Sud Italia di Caffè Moak, oltre a collaborare con Marco Poidomani al progetto d’espan-sione della scuola di formazione Moak People Training. Altra new entry in Caffè Moak è Francesco Neri, no-minato export area manager e che riporterà a Marco Caudini, nuovo direttore vendite estero e amministratore delegato della nuova fi liale in Germania dell’azienda.

Luisa Contri e Andrea Settefonti

GIRI DI POLTRONE

Italia ancora ferma ai blocchi. Nonostante il decreto per l’obbligo di origine in etichetta del latte e dei formaggi sia stato fi rmato dai ministri alle politiche agricole e allo sviluppo economico, Maurizio Martina e Carlo Calenda, il 9 dicem-bre scorso (da ultimo si veda ItaliaOggi del 10/12/2016), a distanza di quasi un mese il provvedimento non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Uffi ciale. La cosa non è di poco conto visto che gli effetti del provvedimento si dispiegheranno a partire dal novantesimo giorno successivo alla pubblicazio-ne del decreto in Gazzetta. In sostanza, più il decreto tarda a essere uffi ciale, più tarda a entrare in vigore l’obbligo di etichettatura, più le sanzioni in caso di infrazione saranno rinviate. Ricordiamo che in etichetta bisognerà indicare il paese in cui è stato munto il latte e il paese in cui il latte è stato condizionato o trasformato.

In Italia l’obbligo di origineper il latte non è uffi ciale

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

[email protected]

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21Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 Gennaio 20AT T U A L I TÀÈ in provincia di Treviso, con 300 capi da latte vidor. A crearla l’azienda Ponte Vecchio

La prima stalla tutta robotizzataUn solo software tiene sotto controllo l’intera produzione

DI ARTURO CENTOFANTI

In provincia di Treviso la pri-ma stalla completamente robotizzata d’Italia. Dalla mungitura all’allattamen-

to dei vitelli, dall’alimentazio-ne al controllo delle malattie, tutto con una app. È l’azienda agricola Ponte Vecchio, un allevamento con 300 capi da latte a Vidor, in provincia di Treviso. Con un unico softwa-re viene tenuto sotto controllo l’intero andamento della stalla grazie ad un sistema messo a punto in collaborazione con Lely, azienda che si occupa proprio di robotizzazione degli allevamenti. Per, Fabio Cur-to, 33 anni titolare, presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto, «la nostra è la prima azienda a essere completamente robo-tizzata. La novità è che tutto è controllato dal computer o da una app sullo smartphone con un unico software, in maniera costante 24 ore su 24. Ogni fase, poi, è ottimizzata per le varie necessità dall’accre-scimento alla produzione di latte». Con un investimento di circa 500mila euro, Ponte Vecchio si è affi data total-mente ai computer. «Questo a garanzia non solo di una maggiore effi cienza produt-tiva, ma anche del benes-sere degli animali e di una maggiore qua-lità della pro-duzione. In qualun-

que momento sul telefonino posso avere sotto controllo la situazione delle stalle e sapere se le vacche mangiano e quan-to mangiano, se hanno qualche problema sanitario, quanto lat-te fanno, se sono in calore e se hanno la mastite, se i vitellini vengono allattati a suffi cienza. Qualsiasi tipo di anomalia o non conformità viene segnalata dal sistema, così come è possi-bile conoscere i dati sull’effi -

cienza dell’alle-vamento, sulla

produzione, sul consumo del l ’ener-gia», conti-nua. «Ov-v iamente non si so-s t i t u i s c e

l ’uomo, la sua presenza

è sempre

necessaria, la tecnologia am-plifi ca le capacità professionali di un allevatore, anche quelle negative. Perché un robot non fa il mestiere al posto tuo, lo devi saper fare», commenta Curto che gestisce l’azienda insieme al padre, al fratello e allo zio. «Di certo è un ottimo ausilio, con tutte le informa-zioni che arrivano puoi agire in prevenzione, ridurre i far-maci, aumentare il benessere degli animali rispetto a un alle-vamento tradizionale. Inoltre, abbiamo potuto ridurre del 50% la manodopera e al tem-po stesso aumentare del 25% il numero di capi con conseguen-te aumento della produzione del latte». Fabio Curto è gio-vani, ma certe scelte si fanno «con il supporto di tutti. Oggi è fondamentale evolversi anche per una miglior organizzazione del lavoro. A Natale non devo più alzarmi alle 5 per mungere, perché posso organizzare tutto con il software».

Carrefour Italia innova per intercettare nuove occasioni di consumo, in primis quella del pasto fuori casa, e garan-tire così redditività ai negozi di vicinato, spesso gestiti da imprenditori affi liati. La fi liale italiana del colosso europeo della distribuzione moderna ha da poco inaugurato, in corso Garibaldi, in zona Brera a Milano, il suo primo Express UrbanLife. Del negozio di vicinato, dove andare a fare la spesa alimentare, questo nuovo format conserva ben poco (appena due scaffalature: una per l’offerta di prodotti tipici italiani Terre d’Italia e una per circa 200 etichette di birre artigianali e speciali). Assomiglia piuttosto a una food court da centro commerciale, che s’è trasferita in città. A un locale che mette a disposizione dell’utente un ampio ventaglio di soluzioni pasto, dalle ricettazioni rispettose dei dettami della corretta alimentazione, da consumare in loco (nell’ampia sala al primo piano dell’UrbanLife che, grazie alla connessio-ne wi-fi gratuita e a una saletta affi ttabile a ore, può fungere anche da spazio di coworking) o da portare a casa o in uffi cio per un consumo differito. L’offerta spazia dalle pizze e torte salate ai primi e secondi piatti della gastronomia italia-na, ma anche etnica e vegana, dalle insalate da comporre a piacere alle macedonie di frutta, spremute e centrifugati da farsi preparare al momento, dal sushi da mangiar seduti al futomaki da consumare passeggiando, dalle birre alla spina ai dolci, dalle preparazioni tipiche della caffetteria all’italiana agli aperitivi e cocktail. L’Express UrbanLife è un’evoluzione dell’Express Eat&Shop, primo format inno-vativo della divisione prossimità di Carrefour Italia, metà food court e metà market per una spesa a misura di X gene-ration e millennials, che ha già superato a pieni voti la fase di test in via San Marco, sempre in zona Brera a Milano. Il negozio ha confermato il suo fatturato pre-trasformazione. E le vendite da spesa domestica che prima faceva si sono riversate sugli altri tre Express tradizionali presenti in zona, aumentando la quota di mercato locale di Carrefour Italia. Se un secondo Eat&Shop aprirà a marzo sotto il palazzo di Regione Lombardia, sempre a Milano, per un clone dell’UrbanLife bisognerà attendere.

Michela Achilli

Carrefour lancia UrbanLife,negozio del pasto fuori casa

Un’app consente di controllare l’intera stalla su smartphone

IL TORREFATTORE MILANESE MOKA-RABIA ha siglato una partnership con Business e via Italy, piattaforma di servizi alle aziende, con l’obiettivo d’accelerare il suo sviluppo sui mer-cati esteri, in particolare la Cina.

QUI FOUNDATION, onlus im-pegnata sul fronte della pre-venzione dello spreco di cibo promossa dal gruppo genove-se Qui Group, attivo nei ser-vizi di buoni pasto e moneta elettronica, ha stretto una partnership con City Har-vest London, la più grande organizzazione presente a Londra nella ridistribuzione del cibo. Le due realtà condivideranno best practice e piani d’azione contro gli sprechi alimentari nei rispettivi paesi, creando un precedente per una maggiore cooperazione inter-nazionale tra le organizzazione che operano nella lotta allo spreco.

IL GRUPPO DISTRIBUTIVO CRAI torne-rà a sviluppare a livello nazionale, con la formula del franchising, negozi di vicinato, supermercati e superstore a marchio Pellicano. Ha infatti rilevato la proprietà di quest’insegna dalla Lombardini Holding, che l’aveva dismessa dal 2012. A un mese dall’accordo sono

già otto i punti vendita che hanno adottato l’insegna Pellicano.

AR, JOINT-VENTURE FRA IL GRUPPO FRIULANO RONCADIN E APPETAIS, specializzata nella produzione di pizze surgelate senza glutine, ha cen-trato l’obiettivo dei 3 mln di fattura-to nel primo anno d’attività e punta

agli 8 mln euro il prossimo anno, incrementando dall’attuale 50

all’80% l’export.

LO SPECIALISTA IN COMPARA-

ZIONE dei prezzi degli operatori di e-commerce 7Pixel debutta

nella vendita on line di vino dando vita al sito Origini.it, che al debutto propone vini di oltre 50 produttori italiani.

AL VIA PARMA QUALITY RESTAU-R A NTS, consorzio promosso da Ascom, nato dalla volontà di alcuni ristoratori di Parma d’unirsi e farsi ambasciatori della cucina parmi-giana tipica, ma anche innovativa e comunque sempre nel segno dei prodotti locali. Ne fanno parte i ri-storanti Al Vedel di Colorno (il suo chef Enrico Bergonzi sarà il presi-dente del consorzio), Al tramezzo (il suo chef Ugo Bertozzi sarà vice presidente), Osteria dei mascalzoni,

Bolle in pentola, Antica hostaria tre ville tutti di Parma, 12 monaci di Fontevivo e Vecchia Fucina di Traversetolo.

ROSNEFT, leader russo nel settore oil & gas, sta valutando l’apertura di nuove caffetterie A-Cafè, marchio della multinazionale italiana Au-togrill, nelle aree di servizio della regione intorno a Mosca. Potrebbero essere cinque i nuovi locali in apertu-ra, in collaborazione con HmsHost, controllata di Autogrill. E si ag-giungerebbero agli otto aperti nel 2014 lungo le principali direttrici di traffi co che collegano l’area me-tropolitana di Sochi con l’aeroporto, il villaggio olimpico dei XXII Giochi olimpici invernali e il sito di Krasna Poljana.

CONCENTRAZIONE A CAVALLO della Manica nel settore dei dessert. L’inglese Destiny Foods s’è fusa con la francese La Compagnie des Desserts, dando vita a un gruppo da poco meno di 70,5 mln euro di fatturato. Le due società metteranno a fattor comune i rispettivi know how nella produzione di dessert, pasticcini, gelati e fl an.

CONCENTRAZIONE IN SPAGNA nel set-

tore delle soluzioni per orticole. La multinazionale americana Alltech ha acquisito Solbiosur, specialista murciano in biostimolanti naturali. Insieme le due imprese potranno ambire ad ampliare la gamma delle soluzioni proposte e a rendere più effi ciente la loro distribuzione nella Penisola Iberica, in primis in Anda-lusia, principale regione a vocazione orticola della Spagna.

LA FILIALE AMERICANA DEL GRUPPO BIRRARIO ABINBEV ha acquisito il birrifi cio artigianale texano Kar-back Brewing Co e sta progettando di triplicarne la produzione, portan-

dola a sfi orare i 179 mila hl.

IL COLOSSO ALIMENTARE CINESE BRIGHT FOOD GROUP sareb-be intenzionato a cedere la sua partecipazione del 60% nell’iconico marchio inglese dei cereali per la prima cola-

zione Weetabix. Le performance del brand sui mercati cinese e asia-tici non sono stati all’altezza delle aspettative del gruppo con attivo da Singapore, che ne aveva rilevato la maggioranza nel 2012 per 1 mld di sterline (1,17 mld euro) e ora vorreb-be recuperare il denaro investito.

Luisa Contri

RISIKO AGRICOLO

Fabio Curto

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22 Mercoledì 4 Gennaio 2017 M E R C AT O A G R I C O L OSan Marzano tra le mille selezionate dal London Stock Exchange Group

Cantine ispirano la CityA sedurla sono vendite e vocazione all’export

DI LUISA CONTRI

Più Italia nel futuro di Cantine San Mar-zano. E anche più vini rosé e bianchi di

Puglia. La cooperativa vitivi-nicola tarantina, unica azien-da vitivinicola del Sud Italia a essere entrata fra le mille aziende che ispirano l’Europa (classifi ca stilata dal London Stock Exchange Group), quest’anno ha in programma di consolidare la rapida crescita che l’ha portata da un fatturato di poco più di 22 mln euro nel 2014 ai 34 mln del 2015 (+54%) e ai 43 mln del 2016 (+30%). E a incrementare il peso delle vendite in Italia dal 10% del 2014 all’attuale 30%.

Non c’è la rivoluzione 4.0 dietro le performance invidia-bili di Cantine San Marzano. Ma, come spiega a ItaliaOggi Francesco Cavallo, presiden-te della cooperativa tarantina: «Un attaccamento unico dei 1.200 soci viticoltori, che hanno sposato totalmente il progetto aziendale e rinunciato alla pro-pria individualità per aderire a una coscienza collettiva. Una politica condivisa di qualità in vigna, fatta contenendo le rese per ettaro per far sì che le uve s’esprimano al massimo. Nei nostri vigneti più vecchi, per esempio, quelli coltivati ad alberello che producono le uve per il nostro vino icona, il Sessantanni primitivo di Man-duria Dop, la resa non supera i 40-50 q/ha, contro i 90 q/ha

ammessi dal disciplinare di quella Dop. E di qualità anche in cantina, mediante il per-fezionamento delle tecniche produttive e il controllo della fi liera del freddo e del processo di fermentazione. Entrambe ci hanno consentito d’elevare la qualità dei vini, d’abbandona-re la vendita di vino sfuso per passare a imbottigliare tutto il vino prodotto e d’aggredire con maggior effi cacia il consuma-tore fi nale. Né vanno dimenti-cati gli investimenti in risorse umane, senza i quali la crescita del fatturato non sarebbe sta-ta possibile». Come anticipato, Cantine San Marzano conta quest’anno di raccogliere ulte-riori frutti dal lavoro sul mer-cato domestico portato avanti dai due responsabili del canale gdo e tradizionale, rispettiva-mente Luca Buratti e Fabio Iannaccone, inseriti in orga-

nico lo scorso anno. Ma con-tinuerà anche a lavorare per crescere sui 70 mercati esteri presidiati. «Da poco», sottolinea Cavallo, «abbiamo affi ancato ai responsabili export due colla-boratori basati negli Stati Uni-ti e in Cina che li aiuteranno a sviluppare quei mercati. Due progetti che ci consentiranno di conquistare nuove quote di mercato a livello globale sono poi quelli del rosé da primitivo Salento in purezza, il Tramari Igp, molto richiesto negli Usa, che hanno prenotato buona parte della produzione 2016, passata a 100 mila bottiglie ri-spetto alle 10 mila del 2015. E quello del bianco Edda Salento Igp, un 80% Chardonnay, 20% moscatello selvatico, che sta piacendo in particolare in Ger-mania e Svizzera, ma anche in Vietnam e Bolivia».

Un asso che Cantine San

Marzano spera di poter cala-re al più presto è quello della Masseria Samia, la tenuta di 100 ha recentemente acquisita, ove Cavallo è impaziente di po-ter ospitare la clientela estera, ma anche italiana, per far vi-vere loro l’esperienza della più nobile vitivinicoltura pugliese. «Siamo in attesa dei permessi per poter procedere a un re-stauro rispettoso e conservativo sia del gioiello della masseria, un fabbricato del XVI secolo in località Torre Ovo, a due passi dal Mar Ionio, sia dei 20 pag-ghjiari, i trulli tipici della zona, che sorgono all’interno della tenuta». Fra le mille imprese d’ispirazione per l’Europa rien-trano altre tre fi rme del bere italiano: le aziende vitivinicole Le Contesse del Trevigiano e Sensi Vigne e Vini del Pisto-iese e la distilleria F.lli Caffo del Vibonese.

DI ANDREA SETTEFONTI

Dopo l’addio alle ita-liane Sella&Mosca e Teruzzi&Puthod, 62 mi-lioni di euro dalla cessione, il gruppo Campari conferma il proprio impegno a uscire completamente dal mer-cato del vino e cede anche il vino cileno Lapostolle. L’operazione, 30 milioni di euro, è avvenuta attraverso la vendita di Marnier In-vestissments ad Alexan-dra Marnier Lapostolle, che assieme a suo marito creò questo brand nel 1994 nella regione di Santa Cruz. Il brand sudamericano era entrato nel portafoglio del gruppo guidato dalla fami-glia Garavoglia, nella pri-mavera scorsa nell’ambito dell’acquisto di Grand Mar-nier. Il closing dell’operazio-ne è previsto entro due mesi e include una posizione fi nan-ziaria netta di 23,3 milioni di euro. Oggi la cantina pos-siede 370 ettari in tre diversi vigneti, oltre agli impianti di vinifi cazione e produzione, il magazzino, l’attivo immobi-liare e le attività alberghie-

re cilene come il «Lapostolle residence», e ha vini di alta gamma che vanno dal Sau-vignon Blanc, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Mer-lot, Carmenère e Syrah. Di-stribuito in più di 60 paesi in tutto il mondo, il portafo-glio Lapostolle comprende vini come Clos Apalta del 2005, al primo posto nella Top 100 di Wine Spec-tator nel 2008. Per Bob Kunze-Concewitz, chief executive offi cer del gruppo Campari «la cessione con-ferma l’impegno del gruppo a uscire completamente dal business del vino e a conti-nuare a razionalizzare le attività non-core a favore degli spirits. Dall’inizio del 2016 abbiamo ceduto atti-vità non strategiche per un valore complessivo di 96 milioni di euro». Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni (Milano), Campari conta 18 impianti produttivi e 2 aziende vini-cole in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 19 paesi. Il gruppo impiega circa 4 mila persone e nei primi nove mesi del 2016 ha fatturato 1,18 miliardi di euro.

VINO CILENO

Campari vende pure Lapostolle

Birra sempre più sostenibile, grazie a una maggiore at-tenzione alla water footprint, al crescente uso di energie rin-novabili e materiali riciclabili. La politica di sostenibilità aziendale del birrifi cio olandese Bavaria si basa su cinque temi, cura per l’uomo e per l’ambiente, utilizzo di acqua in modo responsabile, essere frugali con l’energia, gestione soste-nibile della supply chain. Bavaria da qualche anno è punto di riferimento per l’effi cienza energetica e per il consumo di acqua tra i produttori di birra. Lo dimostrano le certifi ca-zioni acquisite, è stata l’azienda di birra prima al mondo a ottenere la Iso 26000 sulla responsabilità sociale. E lo dicono e i riconoscimenti ricevuti tra cui quello per il progetto che coinvolge anche gli agricoltori sulla riduzione dell’uso di pesticidi ed erbicidi e sull’uso delle acque refl ue trattate per l’irrigazione e l’aumento dei livelli delle acque sotterranee locali. Tra agli obiettivi specifi ci che Bavaria porta avanti, ci sono quello per una riduzione del 2 al 5% l’anno di con-sumo di acqua, quello per abbassare la presenza di fosfati a 0,5 milligrammi per litro nelle acque refl ue di lavorazione con l’impiego della tecnologia biologica e quello per un uso sostenibile delle sorgenti di proprietà a favore di un impiego continuato a lungo termine delle acque sotterranee pulite. Per quanto riguarda l’energia, il 95% del biogas prodotto viene impiegato in azienda e entro il 2020 sarà utilizzata anche l’energia geotermica. Inoltre dal 2017 non sarà effettuato più alcun investimento in energia fossile ed entro il 2022 l’in-tenzione è quella di ridurre del 5% l’impiego di energia. Un processo, questo nel quale Bavaria vuole coinvolgere anche i propri fornitori in particolare sui trasporti con l’impiego di camion alimentati a gas naturale, e sugli imballaggi che siano sempre più sostenibili.

Andrea Settefonti

Bavaria ecologista investe su riciclo e rinnovabili

La Cantina LaVis torna a correre. Dopo il commissa-riamento, terminato ad aprile scorso, la cantina trentina ha visto virare in positivo i conti, con i debiti in calo, scesi a 48 milioni di euro, e le vendite che tornano a salire, quasi 33 milioni di euro. E se anche i profi tti per i soci conferitori sono ancora bassi, 88 euro a quintale per il vino è lontano da quanto pagano le altre cantine sociali della regione, in aumento è la resa a ettaro, arrivata a 11 mila euro, +10%. Le diffi coltà erano iniziate nel 2008 e la cantina, oggi 100 soci e 150 dipendenti, aveva dovuto rivedere il proprio assetto e i propri brand rappresentati da Poggio Morino e Villa Cafaggio in Toscana, Maso Franc, Cesarini Sforza e Casa Girelli. Il recupero economico ha visto la cooperati-va avviare una nuova strategia commerciale con la ricerca di mercati e segmenti che meglio si adattassero alla realtà della cantina. Quindi maggior attenzione al territorio e alla fi liera trentina che ha portato al potenziamento della rete vendita in Italia. Il mercato interno ha visto una crescita delle vendite nel canale horeca al 25% e anche il brand de-gli spumanti Cesarini Sforza, con le sue 800 mila bottiglie vendute, è arrivato a pesare da solo un quarto del bilancio del gruppo. Aumenti del 10% delle vendite anche per gli altri marchi della cooperativa, LaVis, Cembra e Durer Weg. A dover essere rivisti, invece, son ancora le strategie e i risultati per l’altro marchio della cooperativa, Girelli. Questo ramo del gruppo che commercializza vini di varie regioni italiane ha registrato una diminuzione dei ricavi del 15% rispetto all’annata precedente. Girelli deve trovare nuove prospettive commerciali e pensare al riposizionamento su altri mercati esteri oltre Inghilterra e Germania e rivedere la strategia sul mercato interno italiano.

Arturo Centofanti

Risorge la cantina LaVisMeno debiti e più vendite

Francesco Cavallo

Alexandra Marnier Lapostolle

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23Mercoledì 4 Gennaio 2017MTECNOLOGIA & INNOVAZIONEA Pordenone, a i ne gennaio, va in scena AquaFarm, la prima i era del settore nel Belpaese

Fattorie verticali nuova frontieraL’Italia studia prototipi, ma in Usa e Far east sono già realtà

DI GIOVANNI BUCCHI

In crescita negli Stati Uni-ti e in Asia, il vertical far-ming inizia a ritagliarsi il suo spazio anche in Italia.

A fare conoscere al grande pub-blico questa innovativa tecnica di agricoltura indoor ci aveva pensato Enea inaugurando a Expo 2015 la prima vertical farm italiana, una serra idro-ponica multistrato hi-tech rea-lizzata dall’azienda mantovana Idromeccanica Lucchi-ni per conto dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e svi-luppo economico sostenibi-le. In quella serra verticale alta 5 metri allestita alla manifestazione milanese si producevano lattuga e basilico coltivate su più strati in cubetti di torba pressata immersi in ac-qua, con soluzioni nutritive a riciclo continuo (sistema idroponico); ci pensava poi l’illuminazione a Led a riprodurre il ciclo della fotosintesi clorofilliana. Risultato: produzione doppia rispetto alle coltu-re tradizionali (da 6 a 14 kg di raccolta anno di in-salata per ogni piano), con un risparmio del 95% di acqua (2 soli litri al giorno per 1 kg di lattuga contro i 40/45 nel campo), oltre al risparmio di spazio.

Dopo l’esordio ad Expo nel 2015, il vertical farming farà tappa ad AquaFarm, la mani-festazione in programma il 26 e 27 gennaio 2017 a Pordenone e dedicata alle nuove frontiere della produzione sostenibile di alimenti. È la prima volta che nel nostro paese la produzione senza terra di specie vegetali in ambiente controllato vie-ne affrontata in maniera così approfondita nell’ambito di

un appuntamento fieristico, con tanto di focus suddiviso in più sessioni nelle quali esperti internazionali illustreranno le motivazioni sociali ed eco-nomiche alla base di questa metodologia, le tre tecnologie impiegate (acquaponica, aero-ponica, idroponica), le implica-zioni in ambito architettonico e logistico, i possibili sviluppi nel mercato della IV Gamma e nel-la produzione diffusa in centri commerciali e abitazioni.

Mentre in Italia sono ancora in corso studi e sperimentazio-ni (è il caso della ricerca con-dotta dall’ing. Matteo Ben-venuti in collaborazione con Regione Umbria e Univer-sità di Perugia), in giro per il mondo il vertical farming è già ampiamente sviluppato. A Singapore, complice l’evidente problema di spazi in uno de-gli Stati a più ad alta densità di popolazione, già dal 2012 è in funzione Sky Geens, pri-mo impianto commerciale di agricoltura al mondo allestito in torri di alluminio che pro-

ducono mezza tonnellata al giorno di insalata. Esperien-ze analoghe si stanno svilup-pando anche ad Hong Kong, dove nel 2013 è stato avviato l’impianto iVeggie dal Ve-getable Marketing Orga-nization (Vmo). Negli Stati Uniti (dove si ritiene che questa tecnica sia nata, ideata da Dickinson Despommier, docente di Microbiologia alla Columbus Universi-ty) c’è quella la più grande

fattoria vertical al mondo; è la AeroFarms di Newark, in New Jersey, e produce fi no a 250 varietà diverse di verdure a foglia e aromatiche per una produzione annua stimata di 2mila tonnellate, grazie a sistemi di coltivazio-ne aeroponica che consentono di ridurre del 95% l’impiego di acqua rispetto all’agricoltura in pieno campo. A Portage, in Indiana, c’è invece la Green Sens Farms che punta a espandersi creando un vero e proprio network di prodotti made in vertical farm.

EUROPA /Permettere di verifi care in tempo reale la pre-senza di sostanze nocive nei cibi tramite un’app scaricata sullo smartphone, abbattendo anche i costi dei controlli. È quanto si propone il progetto europeo FoodSmartphone, che dispone di un budget di oltre 2,8 mln euro del portafoglio Horizon 2020. Coordinato dall’olandese Rikilt Wageningen University & Research, il progetto sarà portato avanti dalla Queen’s University di Belfast (Uk), dalla Scuola chimico-tecnologica di Vysoka (Cz), dal Csic (Sp), dall’Università di Linköping (S), dalla società olandese Aquamarijn Micro Fil-tration e dal Centre Suisse electronique et de microtechnique. Il Rikilt già ha sviluppato con partner americani e tedeschi un’app che consente d’individuare un ormone proibito in una goccia di latte e un food scanner che i consumatori potranno utilizzare per determinare origine, scadenza e composizione d’un alimento.

GERMANIA /Multivac, produttore tedesco di soluzioni per il confezionamento delle carni, sostiene il progetto di ricerca triennale Quali Meat con un budget d 1 mln euro, che sarà coordinato da Mci Management Center Innsbruck e che sarà portato avanti in Baviera e in Austria.

OLANDA-ITALIA /Scienziati del Rikilt, l’Istituto per la sicurezza alimentare dell’università di Wageningen, in team con ricercatori dell’università del Sacro Cuore di Piacenza, del Cnr-Ibimet e dell’Iss, stimano che un aumento delle temperature compreso fra 2 e 5°C nei prossimi 100 anni è in grado di determinare un incremento della contaminazione da micotossine nel mais. Secondo un modello matematico che hanno messo a punto ad aumentare sarebbe in particolare l’afl atossina B2, la più tossica.

PORTOGALLO-SPAGNA-FRANCIA /Un nuovo stu-dio di ricercatori dell’università di Trás-os-Montes, dell’uni-versità Politecnica di Madrid e dell’Inra ha smentito la teoria che la diffusione della celiachia dalla fi ne del XX secolo a oggi sia da attribuirsi al consumo di varietà di grano moderne, se-lezionate per renderle più adatte alle lavorazioni industriali. Gli scienziati hanno infatti rilevato che anche in varietà antiche di grano, come per esempio nel triti-cum aestivum spp. vulgare landra-ces, sono presenti elevati quantitativi di gliadina, la proteine del glutine più direttamente implicata nello sviluppo della celiachia. Una maggior conoscenza delle diverse varietà di grano aiuterebbe un prodotto indicato per la panifi cazione ma non nocivo a chi soffre di celiachia.

SPAGNA /Scienziati del Csic e delle università di Cantabria e dei Paesi Baschi hanno stabilito che la prima domesticazione di cereali ebbe luogo in Siria nel periodo Neolitico. Testimonianze di una domesticazione dei cereali in fase iniziale sono state ritrovate nel sito di Tell Qarassa Nord, vicino alla città di Sweida, dove sono stati rinvenuti resti d’orzo e di due tipi grano: farro e farro spelta, dei quali il 30% già mostrava caratteri tipici dei grani domesticati, ma il restante 70% risultava ancora selvatico i. I ricercatori hanno potuto dedurre che in questa zona i cereali venivano seminati in autunno e raccolti, falciandoli alla base per sfruttarne anche la paglia, verso febbraio e marzo, quando le spighe non erano ancora mature, perché i chicchi non si disperdessero. I chicchi venivano poi separati, stoccati e macinati prima dell’uso.

USA /Ricercatori del Virginia Tech hanno scoperto che le luci a fl uorescenza, normalmente utilizzate nei punti vendita della distribuzione moderna per illuminare i banchi refrigerati ove è esposto il latte fresco confezionato in bottiglie di polietilene traslucido ad alta densità, possono avere un effetto negativo sul sapore e sull’apporto nutrizio-nale del prodotto. Favorirebbero infatti l’ossidazione della ribofl avina del latte. L’effetto indesiderato non si avrebbe con luci a Led.

Luisa Contri

RICERCANDO

Per sostenere la crescita, La Linea Ver-de torna a investire sul sito produttivo di Manerbio-Bs, già ampliato nel 2011 per una spesa di 15 mln euro. Lo specialista in insa-late di IV gamma e in zuppe pronte fresche, che dal 2010 a oggi ha in-crementato il suo giro d’affari d’oltre il 30%, passando da 171 mln euro nel 2010 a 225 quest’anno e anche la quota export salita dal 5% del 2008 al 30% del 2015, ha messo in conto un investimento per 10-15 mln euro nel triennio 2017-2019 per un potenziamento a tutto tondo del suo sito produttivo e per migliorarne la sostenibilità ambientale.

«La prima tranche di la-vori», anticipa a Italia-Oggi Andrea Bat-tagliola, direttore commerciale di La Linea Verde,

«riguarderà l’ampliamento delle aree de-stinate al transito merci e alle lavorazioni dei prodotti che rappresentano il nostro core business, ossia delle insalate in busta e del-le zuppe pronte. Lo step successivo sarà la

creazione di spazi che possano ospitare nuove tecnologie e aree di lavorazio-ne di nuovi prodotti che andremo a inserire. Non intendiamo infatti as-solutamente togliere il piede dall’ac-celeratore dell’innovazione».

Entro l’anno prossimo La Linea Verde conta inoltre di completare due progetti intesi a ridurre l’impatto am-

bientale dello stabilimento di Manerbio. «Il primo», precisa Battagliola, «partito quest’anno e che completeremo nel 2017

ci porterà a un risparmio d’acqua del 35%. Il secondo, da re-

alizzarsi il prossimo anno, mira a ridurre la bolletta energetica di un 30%».

Michela Achilli

Nuovo stabilimento per La Linea Verde

La AeroFarms di Newark, in New Jersey

Andrea Battagliola

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24 Mercoledì 4 Gennaio 2017

Ftse Mib +0,04% dopo aver superato il punto percentuale. Positivi i titoli bancari

Piazza Affari ripiega nel finaleLo spread sale a 160. Euro in discesa sotto 1,04 $

DI MASSIMO GALLI

Dopo essere rimasta per buona parte della giornata in territorio positivo, arrivando a

superare il punto percentua-le, Piazza Affari ha ripiega-to nel finale chiudendo poco sopra la parità, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,04% a 19.574 punti. In Europa hanno prevalso gli acquisti a Parigi (+0,35%) e Londra (+0,49%), mentre Franco-forte ha ceduto lo 0,12%. A New York il Dow Jones e il Nasdaq viaggiavano in pro-gresso rispettivamente dello 0,17 e dello 0,41%. Lo spread fra Btp decennali e Bund te-deschi è salito a 160.

A livello macroeconomico, negli Stati Uniti la spesa nel settore delle costruzioni, sia pubblica che privata, ha raggiunto fra gennaio e no-vembre i 1.180 miliardi di dollari (1.131 mld euro): è la cifra più elevata da dieci anni a questa parte. In Ger-mania l’indice dei prezzi al consumo preliminare è salito dello 0,7% a livello mensile e dell’1,7% su base annua: il dato è superiore alle attese del consenso.

A Milano ancora acquisti su Banco Bpm (+7,20%), in forte ascesa da lunedì, gior-no del debutto in seguito all’effi cacia della fusione tra Popolare di Milano e Banco popolare. Fra i bancari, su di giri Bper (+3,80%), Inte-sa Sanpaolo (+2,29%), Me-diobanca (+2,90%), e Ubi B. (+4,38%). Poco mossa, invece, Unicredit (+0,14%). Denaro,

nel comparto assicurativo, su Unipol (+1,66%), Uni-polSai (+2,03%) e Generali (+0,70%).

Nel segmento dei petrolife-ri debole Eni (-0,06% a 15,63 euro), su cui Bernstein ha al-zato il prezzo obiettivo a 19 euro, e Tenaris (-0,41%). Ben comprata Saipem (+2,06%).

Fra le altre blue chip ha perso terreno Mediaset (-1,25%). In rosso pure Luxot-tica (-2,71%), Stm (-2,41%) e B.Unicem (-2,13%), mentre ha brillato Fca (+1,90%) dopo le buone immatricolazioni di auto in dicembre: la casa italo-americana, ancora una volta, ha battuto la media del mercato in Italia.

Nel resto del listino an-cora in luce Class editori (+13,33%) che partecipa al capitale di questo giornale, Premuda (+22,42%) e Gas Plus (+17,92%).

Nei cambi, l’euro ha chiuso

in deciso calo a 1,0387 dollari e 122,55 yen.

Dopo l’aggiustamento di fi ne anno, legato a realizzi e ricoperture, è quindi ripresa la corsa del biglietto verde, trainato dai tre rialzi dei

tassi previsti dalla Federal Reserve per il 2017.

La valuta americana è avanzata inoltre a 117,98 su quella giapponese dopo ave-re toccato un massimo di se-duta di 118,61, il livello più alto da oltre due settimane. Per le materie prime, quota-

zioni petrolifere in calo, con il Brent a 55,90 dollari (-91 centesimi) e il Wti a 52,92 dollari (-80 cent).

Hanno invece prevalso gli acquisti sull’oro, in pro-gresso di 9 dollari a 1.161 dollari.

© Riproduzione riservata

London Stock Exchange ha siglato un accordo per cedere il business francese di clearing di derivati a Euronext. L’operazio-ne, che potrebbe eliminare gli ultimi ostacoli normativi alla mega fusio-ne transfrontaliera tra la borsa londinese e quella tedesca, porterà il gestore britannico a cedere Lch per 510 milioni di euro. Lse, che aveva conferma-to prima di Natale l’avvio di trattative in esclusiva con Euronext, intende utilizzare i proventi della dismissione per esigenze aziendali generiche.

Deutsche Boerse e Lse, con una capita-lizzazione di mercato ag-gregata di cir-ca 28 miliardi di dollari (26,9 mld euro) , puntano a creare il mag-giore operato-re borsistico

europeo, nonché un concorrente di maggior peso e rilevanza dei rivali americani Cme e Intercontinental Exchange. La loro fusione punta inoltre a contribuire all’integrazione

dei mercati finanziari del Vecchio continente, a migliorare la stabilità fi nanziaria e a fornire ad aziende e altri operatori del mercato una gamma più ampia di finanzia-menti.

La cessione di Lch po-trebbe alleviare i timori della Commissione Ue relativi agli effetti della

maxi fusione sul mercato degli scambi bor-sistici e, in particolare, sull’eccessivo potere nelle attività di clearing dei derivati e altri strumenti fi nanziari. Lse e Deutsche Boer-se, in attesa di risolvere altre problematiche, come la sede della nuova holding frutto del matrimonio, dovrebbero ricevere il parere di Bruxelles entro il 13 marzo, anche se il termine ultimo dell’indagine avviata dai fun-zionari comunitari è già stato prorogato due volte dallo scorso ottobre.

© Riproduzione riservata

Lse cede a Euronext il clearing derivati

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TA S S I E VA L U T ECambi

Divisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 27,02 27,021 -0,0010 26,0183

Corona Danese 7,4341 7,4349 -0,0008 7,1585

Corona Norvegese 9,0013 9,0543 -0,0530 8,6676

Corona Svedese 9,5348 9,5438 -0,0090 9,1813

Dollaro Australiano 1,4387 1,4574 -0,0187 1,3854

Dollaro Canadese 1,3962 1,407 -0,0108 1,3444

Dollaro N Zelanda 1,5016 1,5103 -0,0087 1,4459

Dollaro USA 1,0385 1,0465 -0,0080 -

Fiorino Ungherese 308,94 309,45 -0,5100 297,4868

Franco Svizzero 1,0702 1,0711 -0,0009 1,0305

Rand Sudafricano 14,284 14,367 -0,0830 13,7545

Sterlina GB 0,84565 0,8514 -0,0058 0,8143

Yen Giapponese 122,75 122,92 -0,1700 118,1993

Zloty Polacco 4,3934 4,4123 -0,0189 4,2305

Tasso uffi ciale di riferimento 0,00 0,15 0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 1,11 1,11 0,01

Tasso Infl azione ITA 0,10 -0,20 0,30

Tasso Infl azione EU 0,50 0,50 0,00

Indice HICP EU-12 100,70 100,90 -0,20

HICP area EURO ex tobacco 100,70 100,80 -0,10

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,99 0,83 0,16

Tasso di disoccupazione ITA 11,54 12,11 -0,57

Tassi DepositiDEPOSITIScadenza Bid Ask

Tassi FraFraScadenza Bid Ask

1 sett -0,45 -0,35

1 mese -0,44 -0,34

2 mesi -0,43 -0,33

3 mesi -0,40 -0,30

4 mesi -0,32 -0,22

5 mesi -0,30 -0,20

6 mesi -0,30 -0,15

7 mesi -0,27 -0,12

8 mesi -0,25 -0,10

9 mesi -0,22 -0,07

10 mesi -0,20 -0,05

11 mesi -0,15 -0,15

12 mesi -0,12 0,03

1X4 -0,342 -0,292

3X6 -0,335 -0,285

6X9 -0,318 -0,268

9X12 -0,302 -0,252

1X7 -0,242 -0,192

3X9 -0,230 -0,180

6X12 -0,208 -0,158

12X18 -0,171 -0,121

12x24 -0,016 0,034

Preziosi ($ per oncia)Oro 1160,69 1160,98Argento 16,35 16,37Palladio 708,51 709,53Platino 940,12 940,71Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1687 1686Rame 5500 5499,5Piombo 2014,5 2014Nickel 9910 9905

Stagno 21000 20950Zinco 2521 2520Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c) 245,72 286,94Sterlina (n.c) 247,56 290,83Sterlina (post 74) 247,56 290,83Marengo Italiano 196,24 225,17Marengo Svizzero 193,72 223,98Marengo Francese 193,72 223,98Marengo Belga 193,72 223,45

BtpBtpScadenza Rendimento

2Yr BTP -0,169

3Yr BTP -0,052

5Yr BTP 0,620

10Yr BTP 1,865

30Yr BTP 3,018

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera Scad. Denaro Lettera

1 anno -0,224 -0,1842 anni -0,184 -0,1443 anni -0,118 -0,0784 anni -0,036 0,0045 anni 0,068 0,1086 anni 0,187 0,2277 anni 0,314 0,3548 anni 0,442 0,482

9 anni 0,563 0,60310 anni 0,673 0,71312 anni 0,856 0,89615 anni 1,045 1,08520 anni 1,193 1,23325 anni 1,237 1,27730 anni 1,254 1,294

Fra: forward rate agreement

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25Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4MERCATI E FINANZALa società ha cambiato nome diventando Servizio elettrico nazionale

Enel, la tutela si rinnovaCon l’obbligo di avere un marchio distinto

Dal 1° gennaio Enel ser-vizio elettrico, la socie-tà del gruppo Enel che opera in Italia nell’am-

bito del Servizio di maggior tutela, ha cambiato nome in Servizio elettrico nazionale. Il cambiamento, ha precisato la società, risponde all’obbligo previsto dalla delibera dell’Au-torità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico che impone a tutte le società dei gruppi energetici, che operano sia nel mercato libero sia nel mercato della maggior tutela, di avere una denominazione sociale e un marchio distinti.

La nuova denominazione Servizio elettrico nazionale è riportata in tutte le comunica-zioni della società, sul portale web e sulle bollette a partire dal 1° gennaio. La bolletta ri-mane la stessa, mentre cambia l’intestazione che reca il nome Servizio elettrico nazionale: si tratta, infatti, della stessa società del gruppo Enel che gestisce il servizio di maggior tutela per l’energia elettrica. Cambia il nome, ma non l’ap-partenenza al gruppo guidato

dall’a.d. Francesco Starace.Le informazioni presenti

nei contratti, nelle condizioni economiche e la modulistica restano le stesse, così come il numero Verde (800.900.800) e gli altri canali di contatto. Cambia invece il sito web, che diventa www.servizioelettrico-nazionale.it. Per accompagna-re i clienti verso questo cam-biamento, dal mese di ottobre è stato attivato un piano di co-municazione attraverso infor-

mative nelle fatture, sul web, nei canali telefonici e fi sici di contatto.

I pagamenti delle bollette possono essere effettuati se-condo le attuali modalità. Pos-sono essere utilizzati, in una prima fase transitoria, i conti correnti bancari e/o postali, an-che se intestati a Enel servizio elettrico. In caso di domicilia-zione non è necessario dare alcuna comunicazione.

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La società di servizi legali MyRight ha avviato un’azio-ne legale Volkswagen, chie-dendo un risarcimento per i clienti tedeschi coinvolti dal-lo scandalo Dieselgate. Sono 10 mila i clienti Vw ad ave-re aderito all’iniziativa, che rappresenta la prima class action di questo genere in Germania. La casa di Wol-fsburg ha replicato di avere preso atto dell’azione legale, ma di non poter esprimersi sull’argomento non essendo in possesso della documen-tazione.

Alla casa automobilistica è stato chiesto di risarcire gli acquirenti fi no a 5 mila euro, oppure di riacquistare la vettura. Infatti, diversa-mente da quanto avvenuto negli Stati Uniti, Volkswa-gen ha fi nora negato un in-dennizzo o il riacquisto dei veicoli ai suoi clienti in Ger-mania e in Europa. Perciò la Commissione Ue, negli scor-si mesi, aveva alzato i toni sui mancati risarcimenti.

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DIESELGATE

Vw, parte class action

tedesca

Glencore ha completato l’accordo defi nitivo chiudendo la transazione, annunciata il 10 di-cembre, relativa alla partnership con il fondo Qatar Investment per l’acquisto del 19,50% del capitale di Rosneft per 10,2 miliardi di euro. Intesa Sanpaolo supporta l’operazione con un fi nanziamento fi no a 5,2 miliardi.

«Il consorzio», ha precisato un portavoce della banca italiana, «è costituito da due glo-bal player di primario standing nei rispettivi settori di riferimento: Qatar Investment Au-thority, il fondo sovrano del Qatar e uno dei principali investitori internazionali, e Glenco-re, leader mondiale nell’attività di produzione

e trading di materie prime. Intesa Sanpaolo con questo fi nanziamento, nel rispetto delle normative internazionali, supporta e conso-lida la relazione con due grandi player inter-nazionali, nell’ambito di un’operazione di alto profi lo e signifi cativa redditività, nonché di rilevanza per i mercati fi nanziari internazio-nali. Il fi nanziamento, che sarà oggetto di sin-dacazione, è coperto da un robusto pacchetto di garanzie». Intesa Sanpaolo ha aggiunto che la propria esposizione al settore energetico «è sensibilmente inferiore a quella delle princi-pali banche internazionali».

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Rosneft, da Intesa 5,2 mld a Qia-Glencore

Bper. Nessuno dei legit-timati titolari di azioni della banca ha perfeziona-to l’esercizio del diritto di recesso conseguente alla trasformazione in socie-tà per azioni deliberata dall’assemblea dei soci.

Good bank. È scaduto ieri il termine per presen-tare la domanda per il rimborso forfait dell’80% delle obbligazioni su-bordinate delle quattro banche (Etruria, Banca Marche, Carife, Carichie-ti) azzerate con il salva-taggio. Sono pervenute circa 14 mila pratiche. Al 30 dicembre ne sono state liquidate 2.648 per 35 mi-lioni di euro. Circa il 90% dei rimborsi riguarda una cifra inferiore a 20 mila euro. Mancano ancora le regole per accedere all’ar-bitrato, altra via indicata per cercare di ottenere un indennizzo per i bond subordinati.

Intesa Sanpaolo ha annunciato la prossima emissione di uno strumen-to di capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1), subordinatamente alle condizioni di mer-cato.

Fenicia, azienda cui fa capo il marchio Camicis-sima, brand italiano di camiceria e abbigliamen-to maschile che conta oltre

230 negozi a livello mon-diale, ha emesso un mini-bond da 8 milioni di euro, sottoscritto da Anthilia e Finint Investment sgr.

Vodafone e Liberty Global hanno perfeziona-to l’accordo per la costitu-zione di una joint venture paritetica per integrare le rispettive attività in Olan-da. La jv è stata denomi-nata VodafoneZiggo.

Australia and New Ze-aland Banking (Anz) ha siglato un accordo per cedere il 20% detenuto nel capitale di Shanghai Ru-ral Commercial Bank per 9,19 miliardi di yuan. «La cessione rifl ette la nostra strategia di semplifi care il business e migliorare l’effi cienza di capitale», ha spiegato il vice ammini-stratore delegato Graham Hodges. L’accordo prevede che il 10% venga ceduto a China Cosco Shipping e il restante 10% a Shanghai Sino-Poland Enterprise Management Develop-ment.

Britvic, azienda britan-nica di bevande analcoli-che, ha siglato un accordo per acquisire il produttore brasiliano di succhi di frutta Bela Ischia Alimen-tos per 218 milioni di re-ais. L’operazione dovrebbe essere perfezionata per la fi ne di marzo.

BREVI ASSEMBLEA

Ansaldo Sts all’azione su Bivona

La prossima assemblea dei soci di Ansaldo Sts, convocata per il 19 gennaio, dovrà discu-tere la proposta di azioni di responsabilità nei confronti dell’amministratore Giuseppe Bivona. L’integrazione dell’or-dine del giorno, promossa da Hitachi Rail Italy, socio di controllo di Ansaldo Sts, com-prende anche le dimissioni della società di revisione Kpmg e il conferimento del nuovo in-carico di revisione legale. Per quanto riguarda Bivona, Hi-tachi ha chiesto di mettere a disposizione del pubblico «la documentazione e le informa-zioni comprovanti il carattere censurabile del comportamen-to dell’amministratore indipen-dente», così da «poter adottare gli eventuali opportuni provve-dimenti».

Il cda di Ansaldo Sts ha rite-nuto alcuni comportamenti «in violazione dei doveri di ammi-nistratore, in quanto compiuti senza alcuna delega da parte del consiglio, in particolare in violazione dei poteri di rap-presentanza della società, e nell’interesse di terzi in con-fl itto con quello della società, tenuto conto della consulenza svolta dall’ing. Bivona a favore dei fondi Elliott, tramite la sua società BlueBell Partners».

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L’allarme sicurezza e i dati sull’infla-zione superiori al previsto hanno fat-

to precipitare la lira turca a nuovi minimi storici. La valuta di Ankara ha toccato quota 3,60 nei confronti del biglietto verde: un livello mai finora. La flessione è le-gata all’attentato terroristi-co accaduto a Istanbul nella notte di Capodanno, desti-nato a pesare sul turismo, settore vitale per il paese, e all’impennata dei prezzi al consumo, cresciuti dell’8,5% nel mese di dicembre.

Nel secondo semestre del 2016 la lira turca ha perso il 24% sul dollaro. È quin-di probabile che la banca centrale, in occasione del

direttivo del 24 gennaio, si trovi costretta ad alzare nuo-vamente i tassi di interesse, attualmente all’8%. Un costo del denaro così elevato, pur necessario a scongiurare una crisi valutaria, rischia di avere effetti recessivi, in quanto frenerebbe gli inve-stimenti.

Intanto il tasso di infl azio-ne annuo è aumentato più del previsto in dicembre, a causa dell’incremento dei prezzi delle bevande alco-liche e del tabacco: l’indice dei prezzi al consumo è sa-lito all’8,53% rispetto a un anno prima, sui massimi da luglio, registrando un incre-mento dell’1,64% rispetto a novembre.

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Al livello più basso di sempre a 3,60 $

Turchia, la lira crolla ai minimi

JSH GROUP S.P.A. - Sede legale in Galleria del Corso n. 1, 20122 Milano (MI), Italia - Capitale Sociale Euro 120.000,00 i.v. - Codice fiscale, Partita I.V.A. e Iscrizione nel Registro delle Imprese di Milano 03818200408

ESTRATTO DELL’AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI

I portatori di obbligazioni della società JSH Group S.p.A. (la “Società”), titolari di obbligazioni derivanti dell’emissione del prestito denominato “JSH Fixed Rate Bond 2019” codice ISIN IT0004991706, sono convocati ai sensi dell’art. 2415 c.c. in assemblea in Milano, Viale Bianca Maria n. 25, presso lo Studio del Notaio Giovanni De Marchi in (20122) Milano, viale Bianca Maria n. 25, il giorno 17 gennaio 2017, alle ore 15.00, in prima convocazione e, ove necessario, in seconda convocazione il giorno 18 gennaio 2017, alle ore 16.00, per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO1. Proposta della Società di modifica del Regolamento del Prestito Obbligazionario “JSH Fixed Rate Bond 2019” per estendere la durata del prestito fino al 31 luglio 2020 e modificare il piano di rimborso dello stesso e, conseguentemente, per modificare la denominazione di tale prestito; deliberazioni inerenti e conseguenti.

* * * * *Il testo integrale dell’avviso di convocazione dell’assemblea degli obbligazionisti è stato pubblicato sul web della Società www.jsh-hotels.com nella sezione “Investor Relations”, unitamente al modulo di delega.

Milano, 5 gennaio 2017JSH Group S.p.A.Il Presidente Dott. Andrea Cigarini

Francesco Starace

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26 Mercoledì 4 Gennaio 2017 MERCATI E FINANZAIl neopresidente: vanno tassati alcuni modelli importati dal Messico

Gm nel mirino di TrumpPer il costruttore le vendite Usa sono minime

Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, prosegue la sua offensiva contro le grandi aziende

americane e le loro produzioni all’estero. Stavolta è toccato a General Motors subire le dure accuse dell’ormai ex immobi-liarista, protagonista fin dalla campagna elettorale di dure reprimende contro le case auto-mobilistiche e tutte le aziende che hanno una presenza pro-duttiva in Messico. Trump, at-traverso il suo account twitter, ha indicato la necessità di tas-sare alcune versioni della Che-vrolet Cruze che il costruttore importa dal paese confinante. «General Motors sta inviando un modello prodotto in Messico della Chevy Cruze ai conces-sionari degli Stati Uniti senza pagare tasse. Producetele in Usa oppure pagate un grande dazio», è stato il cinguettio del neo presidente.

Il gruppo di Detroit produce

la maggior parte delle Cruze in una fabbrica a Lordstown, in Ohio, ma la variante com-patta viene importata negli Stati Uniti dallo sta-bilimento messicano di Ramos Arizpe. Gm si è limitata a rispondere a Trump che l’impianto messicano produce solo la versione compatta destinata ai mercati globali e venduta negli Usa in piccoli lotti.

Le accuse di Trump fanno seguito ai duri attacchi alla Ford e ri-portano in auge i toni duri utilizzati durante la campagna elettorale, che sembravano sopiti con la nomina di gran-di manager americani quali suoi consiglieri, a partire da Mary Barra, numero uno pro-prio di Gm. Del resto, Trump aveva più volte chiesto una ri-formulazione del North Ame-

rican Free Trade Agreement (Nafta) con Messico e Canada e, soprattutto, aveva indicato la possibilità di applicare dazi

elevati alle aziende che trasfe-riscono all’estero, in particolare in Messico, produzioni di beni destinati poi alla commercializ-zazione negli Usa.

Il neo presidente ha spesso

utilizzato il suo account Twit-ter per attaccare senza alcuna remora le grandi multinaziona-li. È il caso di Boeing per i costi,

ritenuti esorbitanti, dell’Air Force One. Per lo stesso motivo Trump ha minacciato di can-cellare il program-ma dei caccia F-35 di Lockheed Martin. Ford è stata dapprima vittima di duri attacchi durante la campagna elettorale, per l’inten-zione di delocalizzare la produzione di auto di piccola dimensione dal Michigan al Mes-sico nel 2018 e, poi, oggetto di lodi sperti-cate per la decisione di

mantenere la produzione delle Lincoln in Kentucky, anche se, in questo caso, molti sono stati i dubbi sulle effettive intenzioni della casa automobilistica.

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Intel intende rilevare una partecipazione nel capitale di Here, la socie-tà di geolocalizzazione e mappe digitali controlla-ta dalle case automobi-listiche premium tede-sche: perciò ha chiesto la relativa autorizzazione all’autorità antitrust del-la Germania. È quanto emerge dalla documen-tazione pubblicata dal Bundeskartellamt, senza fornire ulteriori dettagli sulla dimensione della partecipazione che Intel vuole acquisire. L’auto-rità tedesca ha un mese di tempo per decidere se approvare o meno l’ope-razione.

Here è controllata da Daimler, Bmw e Audi, che l’avevano comprata da Nokia nel 2015 per circa 2,5 miliardi di euro nel quadro delle strategie per creare una piattafor-ma per le auto a guida autonoma. La società, con sede a Berlino, è prossima ad aprire il ca-pitale ad altri investitori come Tencent, NavInfo e il fondo di Singapore Gic, che sono intenzionati ad acquisirne il 10% per una al momento sconosciuta.

La cartografia digitale

sarà essenziale per i vei-coli autonomi, che hanno bisogno di informazioni precise su tutto ciò che li circonda. Here fornisce mappe di circa 200 paesi, nonché altri dati e servizi a produttori di dispositi-vi di navigazione, società automobilistiche, siti web e app.

Daimler, Bmw e Audi avevano iniziato a cer-care potenziali partner subito dopo il perfezio-namento dell’acquisizio-ne verso la metà del 2015 e negli ultimi mesi hanno confermato le trattative con diversi investitori per allargare la base de-gli azionisti.

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MAPPE DIGITALI

Intel vuole una quota

di Here

Ford ha deciso di cancellare i pia-ni di investimento in Messico, dove avrebbe dovuto costruire una fabbrica per un costo di 1,6 miliardi di dollari (1,54 mld euro), per investire invece 700 milioni di dollari (672 mln euro) in uno stabilimento americano già at-tivo in Michigan.

Una mossa che sembra una resa parziale di fronte alle richieste e alle minacce del presidente eletto, Donald Trump, che sta conducendo una batta-glia contro le società statunitensi che delocalizzano. Nelle scorse settimane, peraltro, la casa automobilistica ave-

va difeso la sua scelta di produrre in Messico.

L’amministratore delegato Mark Fields ha annunciato che in Michigan saranno creati 700 posti di lavoro per trasformare ed espandere la fabbrica di Flat Rock, dove saranno prodotti veicoli autonomi ed elettrici, che si affi ancheranno a Mustang e Linco-ln Continental, già in produzione. Il costruttore ha presentato sette delle tredici vetture elettriche che prevede di immettere sul mercato nei prossi-mi cinque anni. Ford prevede di inve-stire 4,5 miliardi di dollari (4,3 mld

euro) fi no al 2020 nei veicoli di questo tipo.

Ford ha comunque precisato di avere ancora intenzione di spostare in Messico la produzione della prossi-ma generazione della Focus, che usci-rà dalla fabbrica di Hermosillo e non più da un nuovo impianto.

Pronta la reazione dello staff del presidente americano eletto, che è stata affi data a un tweet: «Ford can-cella fabbrica in Messico, investe in Michigan grazie alle politiche di Trump».

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Ford riporta in madrepatria la produzione messicana

Avviso ai sensi dell’art. 131 del Regolamentoapprovato con delibera Consob n. 11971/1999e successive modificazioni ed integrazioniCon riferimento al patto parasociale (il “Patto”) e al sub patto parasociale (il “Sub Patto”) aventi ad oggetto azioni ordinarie Iren S.p.A. (“Iren” o la “Società”), contenenti previsioni di voto e di blocco sulle medesime, stipulato in data 9 maggio 2016 che ha superato il precedente patto sottoscritto originariamente in data 28 aprile 2010 poi modificato in data 23 maggio 2013, ai sensi e per gli effetti dell’art. 131 del regolamento approvato con delibera Consob n. 11971/1999 e successive modificazioni ed integrazioni, si comunica che nel periodo 9 maggio 2016 – 31 dicembre 2016, i Comuni di Baiso, Campegine, Poviglio e Scandiano hanno venduto sul mercato azioni ordinarie Iren. Le seguenti tabelle indicano, con

riferimento al Patto ed al Sub Patto relativamente ai Comuni di Baiso, Campegine, Poviglio e Scandiano il numero delle azioni Iren conferite al Sindacato di Voto e di Blocco ed al Sindaco di Voto di Disciplina dei Trasferimenti Azionari, la percentuale da esse rappresentata rispetto al numero totale di azioni Iren conferite e al numero totale di azioni ordinarie Iren, il numero delle Azioni Bloccate, la percentuale rispetto al numero totale di Azioni Bloccate, la percentuale rispetto al capitale sociale nonchè il numero di azioni sottoposte al Diritto di Prelazione la percentuale da esse rappresentata rispetto al numero totale di Azioni Conferite o soggette al Diritto di Prelazione.

Aderenti al Patto Azioni Conferite % rispetto a totale Azioni Conferite

% rispetto a totale Azioni

Azioni bloccate % rispetto a totale Azioni Bloccate

% rispetto a capitale sociale

Comune di Baiso 761.648 0,1196% 0,0645% 528.065 0,1034% 0,0414%

Comune di Campegine 960.201 0,1507% 0,0813% 704.090 0,1379% 0,0552%

Comune di Poviglio 1.145.331 0,1798% 0,0969% 1.018.408 0,1995% 0,0798%

Comune di Scandiano 6.253.822 0,9818% 0,5292% 4.752.583 0,9310% 0,3724%

TOTALE N. 65 ADERENTI AL PATTO 636.978.762 100,00% 53,9024% 510.490.271 100,00% 40,00%

Aderenti al Sub Patto Azioni Conferite % su totale Azioni Conferite

% su totale Azioni Azioni sottoposte al Diritto di Prelazione

% su totale Azioni sottoposte al Diritto di Prelazione

% su totale Azioni

Comune di Baiso 761.648 0,3593% 0,0645% 233.583 0,3853% 0,0198%

Comune di Campegine 960.201 0,4530% 0,0813% 256.111 0,4225% 0,0217%

Comune di Poviglio 1.145.331 0,5403% 0,0969% 126.922 0,2094% 0,0107%

Comune di Scandiano 6.253.822 2,9502% 0,5292% 1.501.239 2,4763% 0,1270%

TOTALE N. 64 ADERENTIAL SUB PATTO 211.979.529 100,00% 17,9381% 60.624.829 100,00% 5,1302%

Tutte le disposizioni del Patto e del Sub Patto restano immutate e per le ulteriori informazioni a riguardo, si rinvia al sito internet www.gruppoiren.it.

4 gennaio 2017

Donald Trump

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27Mercoledì 4 Gennaio 2017

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Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

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Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 8163 del 06/04/2016

COMUNE DI COSENZASettore 12° - Programmazione e Risorse Finanziarie

Patrimonio Gestione e Valorizzazione

ESTRATTO BANDO D’ASTA PUBBLICA per alienazione di immobile comunaleIn esecuzione alla deliberazione commissariale n 22 del 29/04/2016, alla Determinazione Dirigenz. n. 2716 del 20/12/2016, nonché del Regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare comunale, approvato con atto del Consiglio Comunale n. 28 del 22 maggio 2014

RENDE NOTO che giorno 6 febbraio 2017, alle ore 12,00, per l’alienazione dell’ unita’ immobiliare denominata “Caffe’ Letterario”, avrà luogo l’asta pubblica che sarà espletata secondo la procedura di cui all’art. 10,comma 1, lett. A, del vigente Regolamento per l’alienazione del patrimonio immobiliare comunale.L’immobile è ubicato in Cosenza a ridosso di Piazza Giacomo Mancini e Piazza Giacomo Matteotti, catastalmente identifi cato nel foglio di mappa n.18 (catasto fabbricati), particella 270 sub. 1- Zona Cens. 2 – Categoria C/1 – Classe 4 della consistenza di mq.310 – Rendita € 4.819,06.L’immobile ricade in area con destinazione direzionale F3 nel Piano Attuativo Unitario (P.A.U.) “Vecchio Rilevato Ferroviario”.Il prezzo posto a base di gara: € 652.500,00MODALITÀ DI AGGIUDICAZIONE:L’aggiudicazione è fatta all’offerta più conveniente per il Comune di Cosenza. La gara intesa come maggior rialzo rispetto al prezzo posto a base d’asta verrà effettuata con il metodo delle offerte segrete. In caso di parità, viene richiesto a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento a chi ha formulato le offerte uguali di migliorare la propria offerta entro un termine perentorio di 15 giorni. Ove nessuno trasmetta offerta, si procederà in seduta pubblica a sorteggio. L’aggiudicazione può aversi anche in presenza di un’unica offerta valida, purchè non inferiore al prezzo posto a base d’asta.Non sono ammesse offerte in ribasso, in variante, indeterminate, condizionate, parziali o plurime.Il deposito cauzionale infruttifero di € 32.625,00 è pari al 5% del prezzo a base d’asta.La domanda di partecipazione, pena l’esclusione, dovrà essere inserita in apposita busta chiusa, sigillata e controfi rmata sui lembi di chiusura e recante all’esterno l’indicazione “contiene domanda di partecipazione all’asta pubblica per l’alienazione dell’unità immobiliare denominata “Caffe Letterario”.Il plico sigillato contenente l’offerta da presentare secondo le prescrizioni fi ssate dal bando di gara, dovrà essere indirizzato al SETTORE 12° – 2° piano – Sede Municipio – Piazza dei Bruzi e pervenire a mezzo raccomandata A.R. o potrà essere consegnato a mano, presso l’Uffi cio protocollo del Comune sito al 1° piano di Palazzo Ferrari, Piazza Eugenio Cenisio, entro le ore 12,00 del giorno 01/02/2017, pena l’esclusione dall’asta medesima.

Il bando integrale può essere scaricato e consultato nel sito internet del Comune di Cosenza www.comune.cosenza.gov.it o ritirato presso il Settore 12° - Programmazione e Risorse Finanziarie -Uffi cio Patrimonio sito al 3° piano della sede municipale- Piazza dei Bruzi – (tell.: 0984 813381/813382). La documentazione tecnico-amministrativa è consultabile presso lo stesso Uffi cio Patrimonio.

Cosenza, li 02/01/2017 IL DIRIGENTE dott. Giuseppe Nardi

COMUNE DI PIACENZADirezione Operativa Risorse

Unità Operativa Acquisti e Gare

ESITO di gara

Procedura aperta per l’assegnazione del servizio TESORERIA PER IL Comune di Piacenza per il periodo dal 01/01/2017 al 31/12/2021. Avviso pubblicato in GURI n. 97 del 24/08/2016. Ditte partecipanti n. 1. Come da Determina dirigenziale n. 1591 del 14.11.2016, per un importo contrattuale di Euro 50.000,00 iva esente aggiudicati alla Società Cariparma Crèdit Agricole.

Il Responsabile dell’Unità Operativa Sergio Fuochi

COMUNE DI FERRARA

Procedura aperta

Il Comune di Ferrara - Piazza del Municipio 2 – 44121 Ferrara - tel. 0532/419284 - fax 0532/419397 - e-mail: [email protected] - indice procedura aperta per il giorno lunedì 20 febbraio 2017, per lavori di riparazione e miglioramento strutturale post sisma della “Chiesa di San Cristoforo alla Certosa - Ferrara” – n. ordine R.E.R. 2756. Le offerte dovranno pervenire entro il giorno 13/02/2017, corredate dalla documentazione indicata nell’avviso pubblicato sul sito internet www.comune.fe.it/contratti e all’Albo pretorio del Comune di Ferrara in data 28/12/2016. Bando inviato alla G.U.C.E. in pari data. Ferrara, 28/12/16. Il Resp. del procedimento – arch. Natascia Frasson

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COMUNE DI VERONAESTRATTO DEL BANDO DI GARA N. 51/16

Per il giorno 3 febbraio 2017 alle ore 9:30, è indetta una procedura aperta telematica per l’affidamento di servizi di progettazione esecutiva, direzione e contabilità dei lavori, coordinamento per la sicurezza nelle fasi di progettazione ed esecuzione degli interventi di rifunzionalizzazione degli immobili del Comprensorio militare “Pianell – Li Gobbi – Dalla Bona” di Verona - CIG 6882568AC7. Importo dell’appalto: Euro 289.170,00, IVA e altri oneri esclusi. Termine di ricezione delle offerte: ore 10 del 2 febbraio 2017. I documenti di gara necessari per presentare offerta possono essere reperiti all’indirizzo http://www.comune.verona.it (tel. 0458077286/7812 - fax 0458077608). Spediz ione del l ’avviso al la GUUE: 29 dicembre 2016.Verona, 29 dicembre 2016

IL DIRIGENTE DIREZIONE EDILIZIA MONUMENTALE

ing. Sergio MENON

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Azienda per la Mobilità del Comune di Romawww.atac.roma.it

Sede Legale: Via Prenestina, 45 - 00176 – Roma

AVVISO PER ESTRATTO DI GARA ESPERITA N. 127/2016

CIG: 6798100197

Si informa che, sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (G.U.C.E), sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) n°2 del 04/01/2017, parte V serie speciale, è pubblicato l’avviso di gara esperita relativo alla procedura aperta per l’affidamento dell’appalto relativo al servizio di manutenzione preventiva e correttiva del sistema Radio Terra Treno e del sistema di radio copertura VVFF installati all’interno dei siti della Linea C della Metropolitana di Roma.Il suddetto avviso sarà pubblicato sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito dell’Osservatorio dal 04/01/2017 sull’Albo Pretorio del Comune di Roma e sul sito internet www.atac.roma.it nella sezione “Gare e Albo Fornitori”.

ATAC S.p.AStruttura Acquisti

Il Dirigente DelegatoAlberto Cortesi

Azienda per la Mobilità del Comune di Romawww.atac.roma.it

Sede Legale: Via Prenestina, 45 - 00176 – Roma

AVVISO PER ESTRATTO DI GARA ESPERITA N. 129/2016

CIG: 6657878EB8

Si informa che, sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (G.U.C.E), sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) n° 2 del 04/01/2017, parte V serie speciale, è pubblicato l’avviso di gara esperita relativo alla procedura aperta per l’affidamento dell’appalto relativo al servizio full service di manutenzione ordinaria, a guasto e fornitura dei ricambi che si rendessero necessari per le riparazioni sui gruppi statici di continuità (UPS), sui sistemi integrati di alimentazione e protezione per impianti ACEI (SIAP), sui raddrizzatori e i sistemi di alimentazione (RSDA) in ATAC S.p.A.Il suddetto avviso sarà pubblicato sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito dell’Osservatorio dal 04/01/2017 sull’Albo Pretorio del Comune di Roma e sul sito internet www.atac.roma.it nella sezione “Gare e Albo Fornitori”.

ATAC S.p.AStruttura Acquisti

Il Dirigente DelegatoAlberto Cortesi

REGIONE DEL VENETO

U.O. ACQUISTI CENTRALIZZATI - SSR

ESTRATTO DEL BANDO DI GARA

La Regione Veneto – Giunta Regionale –

U.O Acquisti Centralizzati – SSR, indice

gara d’appalto a mezzo procedura aperta,

mediante accordo quadro, per l’affidamento

per la durata di tre anni (con facoltà di

rinnovo per ulteriori due anni nonché di

proroga tecnica di 180 giorni) del Servizio

di implementazione, manutenzione e

assistenza del Sistema Informativo Anagrafe

Vaccinale Regionale (SIAVr) e servizio SMS.

CIG 6921076C95. Tutta la documentazione

di gara (disciplinare di gara e allegati)

è disponibile sul sito internet dell’U.O

Acquisti Centralizzati - SSR, raggiungibile

mediante il link http://www.regione.veneto.

it/acquisticentralizzati. Le spese per la

pubblicazione a termini di legge saranno

rimborsate alla Stazione Appaltante dalle

ditte aggiudicatarie.

Il Responsabile del Procedimento - Nicola

De Conti

GIUNTA REGIONALE

AVVISO PER ESTRATTO BANDO DI GARA

La Regione del Veneto, in esecuzione

della D.G.R.V. n. 324 del 24 marzo 2016

e del Decreto del Direttore della Direzione

Acquisti AA.GG. e Patrimonio n. 207 del 22

dicembre 2016, indice una procedura aperta

per l’affidamento del servizio triennale di

manutenzione dei natanti di proprietà della

Giunta Regionale del Veneto, con importo a

base di gara di € 345.000,00 (IVA esclusa),

mediante procedura aperta ex art. 60

D.Lgs. n. 50/2016 - C.I.G. 6915092271.

La documentazione di gara è consultabile

sul sito www.regione.veneto.it (all’interno

del link “Bandi, avvisi e concorsi”). Termine

tassativo per la presentazione delle offerte:

ore 13,00 del giorno 7 febbraio 2017

secondo le modalità indicate nel Disciplinare

di gara.

DIREZIONE ACQUISTI AA.GG. E PATRIMONIO

- Il Direttore avv. Giulia Tambato

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28 Mercoledì 4 Gennaio 2017 MERCATI E FINANZA

Valori al 02/01/2017

Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1513,45

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 27,29 30/12/2016 GBP 23,29 30/12/2016 USD 28,78 30/12/2016

Healthcare Opportunities EUR 21,64 30/12/2016 GBP 18,47 30/12/2016 USD 22,82 30/12/2016

Polar Japan Fund USD 22,13 30/12/2016 GBP 18,00 30/12/2016 JPY 2590,08 30/12/2016

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,25 18/11/2013 USD 16,50 18/11/2013 EUR 12,51 18/11/2013 GBP 10,49 18/11/2013 USD 16,89 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

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+ RICCO NEI CONTENUTI

+ FACILE DA NAVIGARE

NEW

CNP Alpenbank Aggressive 104,02 27/12/2016

CNP Alpenbank Balanced 96,59 27/12/2016

CNP Alpenbank Balanced 2 102,41 27/12/2016

CNP Alpenbank Dynamic 126,45 27/12/2016

CNP Alpenbank Substance 109,08 27/12/2016

CNP CIIS Aggressivo 95,32 27/12/2016

CNP CIIS Dinamico 96,42 27/12/2016

CNP CIIS Equilibrato 96,49 27/12/2016

CNP CIIS Moderato 98,31 27/12/2016

CNP CIIS Prudente 99,88 27/12/2016

CNP CIIS Total Return 97,41 27/12/2016

CNP CIIS Essential 87,39 27/12/2016

CNP CIIS Advanced 92,92 27/12/2016

CNP Aggressivo 99,67 11/10/2016

CNP Crescita 95,73 27/12/2016

CNP Dynamic Structured Opp 100,17 11/10/2016

CNP Equilibrato 98,88 27/12/2016

CNP Fondo Interno Certius IV 94,29 27/12/2016

CNP Fondo Interno Certius V 55,27 27/12/2016

CNP Linea Aggressiva 102,52 11/10/2016

CNP Linea Conservativa 97,14 27/12/2016

CNP Dinamico 98,41 27/12/2016

CNP Moderato 100,72 27/12/2016

CNP Protezione 98,63 27/12/2016

CNP Prudente 102,07 27/12/2016

CNP Reddito 98,95 27/12/2016

CNP Sviluppo 94,07 27/12/2016

CNP WB Alternative 101,34 11/10/2016

Dynamic Recovery 102,43 27/12/2016

Linea Prudente 100,25 28/12/2016

Linea Bilanciata - -

Linea Flessibile - -

Linea Total Return 99,93 28/12/2016

NATIONALE SUISSE VITA Gruppo HELVETIA

FONDI PENSIONE APERTI Valori in Euro

Valori al 30/11/2016

PREVISUISSE-Crescita-MAIN 15,44PREVISUISSE-Dinamica-MAIN 14,42PREVISUISSE-Garanzia-MAIN 16,02

UNIT LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

ATTIVO SPECIFICO

www.helvetia.it

Helvetia Vita S.p.A. Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.Sede Legale e Operativa Via G. B. Cassinis, 21 – 20139 Milano - Tel. 02 53.51.1 -Fax 02 53.72.89 E-mail PEC: [email protected] - www.helvetia.it - CapitaleSociale € 47.594.000 i.v. Num. Iscriz. del Reg. delle Imprese di Milano, C.F. e P.I.03215010962 - R.E.A. n. 1882793 - Iscriz. Albo Imprese di Ass. n. 1.00142 - IscrizioneAlbo Gruppi Assicurativi. n. d'ordine 031 - Società soggetta alla Direzione ed alCoordinamento della Helvetia Compagnia Svizzera d’Assicurazioni SA, RappresentanzaGenerale e Direzione per l'Italia - Società con unico Socio - Imp. Autor. all'eser. delle ass.sulla Vita con Provv. ISVAP n. 1979 del 4 dicembre 2001 (G.U. del 12/12/2001 n. 288)

INDEX LINKED

CANALE AGENTI E BROKER

BANCASSICURAZIONE

UNIDESIO 760071 12,167 23/12/2016

UNIDESIO 760072 12,625 23/12/2016

UNIDESIO 760073 12,648 23/12/2016

UNIDESIO 760075 13,006 23/12/2016

UNIDESIO 760078 11,772 23/12/2016

UNIDESIO 760080 12,192 23/12/2016

UNIDESIO 760082 11,925 23/12/2016

UNIDESIO 760085 10,820 23/12/2016

UNIDESIO 760088 12,657 23/12/2016

UNIDESIO 760091 12,700 23/12/2016

UNIDESIO 760095 10,568 23/12/2016

UNIDESIO 760098 12,523 23/12/2016

UNIDESIO 760099 11,747 23/12/2016

UNIDESIO 760102 11,271 23/12/2016

UNIDESIO 760104 11,185 23/12/2016

UNIDESIO 760105 10,605 23/12/2016

UNIDESIO 760106 11,878 09/12/2016

UNIDESIO 760109 11,609 23/12/2016

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,890 23/12/2016

AZZOAGLIO DINAMICO 6,228 23/12/2016

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 7,254 23/12/2016

UNIDESIO PRUDENTE 11,823 23/12/2016

UNIDESIO MODERATO 12,425 23/12/2016

UNIDESIO ATTIVO 13,136 23/12/2016

UNIDESIO VIVACE 13,436 23/12/2016

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,758 23/12/2016

AZIONARIO EURO 9,301 23/12/2016

AZIONARIO GLOBALE 13,267 23/12/2016

BILANCIATO 12,615 23/12/2016

CONSERVATIVE 10,411 23/12/2016

BOND MIX 10,855 23/12/2016

BALANCED 12,261 23/12/2016

GLOBAL EQUITY 15,648 23/12/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,277 23/12/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,113 23/12/2016

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 12,194 23/12/2016

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 16,614 23/12/2016

OBBIETTIVO 03/2021 9,852 23/12/2016

OBBIETTIVO 05/2021 10,434 23/12/2016

HIGH DIVIDEND 9,714 23/12/2016

MEGATREND 8,550 23/12/2016

PREVIMISURATO 13,901 22/12/2016

PREVIBRIOSO 14,677 22/12/2016

PREVIDINAMICO 14,726 22/12/2016

LINEA 1 12,170 30/11/2016

LINEA 1 - FASCIA A 12,640 30/11/2016

LINEA 1 - FASCIA B 12,391 30/11/2016

LINEA 2 13,446 30/11/2016

LINEA 2 - FASCIA A 13,769 30/11/2016

LINEA 2 - FASCIA B 13,927 30/11/2016

LINEA 3 13,527 30/11/2016

LINEA 3 - FASCIA A 13,773 30/11/2016

LINEA 3 - FASCIA B 14,907 30/11/2016

UNIDESIO 760125 12,358 23/12/2016

UNIDESIO 760129 12,171 23/12/2016

UNIDESIO 760130 10,840 23/12/2016

UNIDESIO 760139 11,924 23/12/2016

UNIDESIO 760140 11,985 23/12/2016

UNIDESIO 760147 12,141 23/12/2016

UNIDESIO 760149 12,037 23/12/2016

UNIDESIO 760150 12,070 23/12/2016

UNIDESIO 760156 10,213 23/12/2016

UNIDESIO 760157 13,036 23/12/2016

UNIDESIO 760159 12,111 23/12/2016

UNIDESIO 760169 13,916 23/12/2016

UNIDESIO 760170 12,808 23/12/2016

UNIDESIO 760174 12,475 23/12/2016

UNIDESIO 760179 11,961 23/12/2016

UNIDESIO 760180 12,125 23/12/2016

UNIDESIO 760183 11,596 23/12/2016

UNIDESIO 760185 11,562 23/12/2016

UNIDESIO 760186 11,505 23/12/2016

UNIDESIO 760187 12,141 23/12/2016

UNIDESIO 760189 12,210 23/12/2016

UNIDESIO 760191 10,462 23/12/2016

UNIDESIO 760192 11,969 23/12/2016

UNIDESIO 760193 12,382 23/12/2016

UNIDESIO 760201 11,629 23/12/2016

UNIDESIO 760202 12,428 23/12/2016

UNIDESIO 760203 13,565 23/12/2016

UNIDESIO 760205 10,895 23/12/2016

UNIDESIO 760206 10,895 23/12/2016

UNIDESIO 760210 12,847 23/12/2016

UNIDESIO 760216 11,300 23/12/2016

UNIDESIO 760229 11,711 23/12/2016

UNIDESIO 760234 10,083 23/12/2016

UNIDESIO 760235 10,091 23/12/2016

UNIDESIO 760243 10,289 23/12/2016

DUAL INDEX - 2012 104,025 28/12/2016

DUAL INDEX - 2013 101,534 28/12/2016

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 110,747 28/12/2016

INDEX EuroCrescita 2014 99,583 28/12/2016

INDEX TOP DIVIDEND 2013 111,934 28/12/2016

HELVETIA EUROCRESCITA 97,241 28/12/2016

LINEA GARANTITA 12,278 30/11/2016

LINEA BILANCIATO 13,626 30/11/2016

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,260 30/11/2016

LINEA AZIONARIO 10,443 30/11/2016

HELVETIA WORLD EQUITY 166,780 27/12/2016

HELVETIA EUROPE BALANCED 214,530 27/12/2016

HELVETIA WORLD BOND 252,150 27/12/2016

HELVETIA GLOBAL BALANCED 177,780 27/12/2016

HELVETIA GLOBAL EQUITY 135,250 27/12/2016

FONDO CONSERVATIVO 9,870 23/12/2016

FONDO SVILUPPO 9,931 23/12/2016

FONDO OPPORTUNITA 9,841 23/12/2016

Pick 25 10,136 23/12/2016

UNIBOND 10,054 23/12/2016

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,650 28/12/2016

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 13,780 28/12/2016

HELVETIA QUATTRO.10 98,740 28/12/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 108,806 28/12/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 96,914 28/12/2016

EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.Via Vittorio Veneto, 74 - 00187 - Roma

Tel. 06 474821

UNIT in EURO DATA PREZZO

www.eurovita.it

UNIT LINKED

Quality 28/12/2016 7,703

Progress 28/12/2016 7,129

Maximum 28/12/2016 5,709

Global Equity 28/12/2016 6,431

Global 100 28/12/2016 5,663

Flex Equity 100 28/12/2016 11,718

Opportunità Reddito 28/12/2016 4,955

Opportunità Reddito Plus 28/12/2016 4,928

Opportunità Crescita 28/12/2016 4,968

Opportunità Crescita Plus 28/12/2016 4,918

Consultinvest Crescita 28/12/2016 5,223

Privilege 28/12/2016 5,023

Eurovita Dynamic Allocation 28/12/2016 5,079

Eurovita Conservative Allocation 28/12/2016 5,125

Low Volatility Plus 28/12/2016 5,090

Platinum 1 28/12/2016 5,072

Syncro Bilanciato 28/12/2016 4,996

Syncro Flessibile 28/12/2016 4,899

Synchro Altamente Dinamico 28/12/2016 4,937

Platinum 2 28/12/2016 4,957

Consultinvest Investimento Reddito 28/12/2016 5,021

Butterfl y Altamente Dinamico 28/12/2016 5,183

Butterfl y Flessibile 28/12/2016 4,990

Eurovita Platinum GP 28/12/2016 5,023

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07/07/16

30/12/2016

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,276

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,187

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,083

Alico Gest.Bilanc.Glob 1,434

Alico Gest.Azion.Glob 1,501

Alico Gest.Bilanc.Eur 1,411

Alico Gest.Azion. Eur 1,391

Alico Aper.Indiciz.Eur 1,075

Alico Aper.Indiciz.Usa 1,857

Alico Aper.Indiciz.Glo 1,515

Alico Aper.Indiciz.Ita 0,800

Alico Liquidita’ 1,041

Alico R. Prudente 1,262

Alico R. Crescita 1,187

Alico R. Multi Comm. 0,406

Alico Multi Comm. 0,429

Alico Sec. Acc. 2017 1,094

Alico Long Investment 0,950

Alico Agriculture 0,381

Alico Metals 0,406

Valorizzazione al:

Valorizzazione al:

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29Mercoledì 4 Gennaio 2017

con

I017

in edicola c

Diritto& Fisco

La Cassazione dettaglia a quali condizioni si commette il reato di concorso online

Il sito risponde dei commentiDiffamazione commessa dall’utente: gestore complice

DI ANTONIO CICCIA MESSINA

Il gestore del sito Inter-net è complice della diffamazione commessa dall’utente che carica

un testo. La responsabilità, però, non scatta per la sola posizione di gestore del sito, ma sulla base della agevola-zione prestata alla commis-sione della diffamazione. Ad esempio mantenendo con-sapevolmente il documento sul sito e consentendo, con l’omessa rimozione, che lo stesso sviluppi la sua effi -cacia diffamatoria.

Il principio formulato dal-la Cassazione, sezione quin-ta penale, sentenza 54946 del 14/7/2016 depositata il 27/12/2016, dettaglia le condizioni alle quali si può commettere online il reato di concorso in diffamazione e ammette la responsabilità del titolare del sito per omes-sa rimozione di contenuto consapevolmente offensivi. Attenzione, tuttavia, a non generalizzare la pronuncia, che non riguarda la respon-sabilità dei provider.

Per il provider vige, infat-ti, il principio della assenza di un dovere generale di sor-veglianza sui contenuti (ar-ticolo 17 del dlgs 70/2003.

Ma analizziamo, innan-zi tutto, il contenuto della sentenza.

I fatti riguardano la pub-blicazione su un sito internet che si occupa di calcio di un commento di un soggetto che consulta frequentemente il sito (fa parte, come si dice in gergo, della community). Il commento, autonomamente caricato dall’utente, ripor-tava espressioni offensive su un personaggio del cal-cio italiano. La questione, oggetto del giudizio, è la responsabilità del gestore del sito: in primo grado è stato assolto, in appello con-dannato e la condanna (per concorso in diffamazione) è stata ora confermata dalla cassazione.

La pronuncia si sofferma sugli elementi che confi gu-rano questa responsabilità, che viene rintracciata, non tanto in un obbligo gene-ralizzato di sorveglianza, quanto in una condotta di agevolazione.

Si legge nella sentenza che

il gestore del sito ha mante-nuto il documento sul sito (descritto come un articolo) «consentendo che lo stesso esercitasse l’effi cacia diffa-matoria» per una decina di giorni (fi no all’esecuzione di un provvedimento cautelare di sequestro del sito).

La cassazione ha ritenuto accertato che il titolare del sito avesse consapevolezza e coscientemente abbia volu-to mantenere il documento online.

Dal tenore della decisione si può dedurre che l’assenza degli elementi indicati (con-sapevolezza del tenore offen-sivo del commento pubblica-to e volontà di mantenere la diffusione dello stesso) por-terebbe a risultati diversi.

In materia si deve, infatti, ricordare che il decreto legi-

slativo 70/2003, all’articolo 17, dispone che nella pre-stazione dei servizi online di semplice trasporto (trasmet-tere, su una rete di comuni-cazione, informazioni fornite da un destinatario del servi-zio, o nel fornire un accesso alla rete di comunicazione), di caching (memorizzazione automatica, intermedia e temporanea di informazioni trasmesse in rete effettuata al solo scopo di rendere più effi cace il successivo inoltro ad altri destinatari a loro richiesta) e di hosting (in-formazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio) il prestatore (il provider) non è assoggettato ad un obbligo generale di sor-veglianza sulle informazioni che trasmette o memorizza, né ad un obbligo generale di

ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attività illecite.

Questo non signifi ca che il provider sia esonerato da ogni adempimento: una vol-ta a conoscenza dell’illecito deve senza indugio avvisa-re le autorità, fornire loro i dati per individuare il col-pevole.

Inoltre l’omessa informa-tiva all’autorità o l’omessa rimozione del documento, su ordine dell’autorità, fonda la responsabilità civile per danni del provider.

Su queste basi la cassazio-ne (sentenza della sezione terza, n. 5107 del 17/12/2013) ha escluso la responsabilità per il reato di trattamento illecito di dati personali a carico degli amministratori e dei responsabili di una so-

cietà fornitrice di servizi di «Internet hosting provider», che ha memorizzato e reso accessibile a terzi un video contenente dati sensibili, in quanto il contenuto mul-timediale è stato rimosso immediatamente dopo le segnalazioni di altri utenti e la richiesta della polizia.

In ogni caso non c’è vio-lazione della libertà di in-formare se si impone a un sito di rimuovere espressio-ni offensive (Gran Came-ra della Corte europea dei diritti dell’uomo, sentenza 10 giugno 2015, nel caso n. 64569/09).

© Riproduzione riservata

Atti con limite massimo di pagine nel processo amministrativo. Nel rito del decreto ingiuntivo, elettorale o di ottemperanza, atti e ricorsi non possono superare le 15 pagine, pari a circa 30 mila caratteri. Nel rito or-dinario e negli appalti, si sale inve-ce a 70 mila (circa 35 pagine). Stop, inoltre, al copincolla nei ricorsi. Lo prevede il decreto del presidente del Consiglio di stato 22 dicembre 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 2 del 3 gennaio 2017, avente a oggetto «Disciplina dei criteri di re-dazione e dei limiti dimensionali dei ricorsi e degli altri atti difensivi nel processo amministrativo». Il decreto prevede tra l’altro che la domanda di misure cautelari autono-mamente proposta suc-cessivamente al ricorso è contenuta tra 10 mila caratteri (corrispondenti a circa cinque pagine nel

formato di cui all’art. 8) e 20 mila (corrispondenti a circa dieci pagine. La stessa forbice vale anche per le memorie di replica. Il decreto indi-vidua anche i criteri di redazione degli atti processuali di parte. Qual-che esempio. Gli atti introduttivi del giudizio, in primo grado o in sede di impugnazione, i ricorsi e le im-pugnazioni incidentali, i motivi ag-giunti, l’atto di intervento volontario recano distintamente la esposizione dei fatti e dei motivi, in parti specifi-camente rubricate, recano in distinti paragrafi, specificamente titolati, le eccezioni di rito e di merito, le ri-chieste di rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia Ue, le richieste

di rinvio alla Corte costituzionale, le istanze istruttorie e processuali, evitano la riproduzione pe-dissequa di parti

del provvedimento amministrativo o giurisdizionale impugnato, di do-cumenti e di atti di precedenti gra-di di giudizio mediante copincolla. Necessaria inoltre una impaginazio-ne dell’atto che consenta di inserire la parte di atto rilevante ai fini dei limiti dimensionali in pagine distinte rispetto a quelle contenenti le parti non rilevanti e sommari di sintesi dei contenuti. La valutazione in ordine alla sussistenza dei presupposti per il superamento dei limiti dimensionali visti sopra è effettuata dal presidente, rispettivamente, del Consiglio di sta-to, del Consiglio di giustizia ammini-strativa per la Regione Siciliana, del Tribunale amministrativo regionale, del Tribunale regionale di giustizia amministrativa - sezione autonoma di Trento o di Bolzano adito, o dal ma-gistrato a ciò delegato.

Giovanni Galli© Riproduzione riservata

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO: COPINCOLLA KO E PAGINE RIDOTTE

Processo amministrativo con sintesi obbligata

La massima

Il gestore del sito Internet è responsabile della diffamazione commessa dall’utente che carica autonomamente un testo.

La responsabilità deriva dal fatto di mantenere consapevolmente il contenuto offensivo sul sito e pertanto dall’avere consentito, con l’omessa rimozione, che lo stesso possa sviluppare la sua efi cacia diffamatoria.

La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

Il decreto sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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30 Mercoledì 4 Gennaio 2017 GIUSTIZIA E SOCIETÀTribunale di Roma, avvocati e giuslavoristi hanno elaborato linee guida per la redazione

Accertamenti preventivi hi-techAtti telematici con specifi ci collegamenti ipertestuali

DI GABRIELE VENTURA

Linee guida per la reda-zione degli atti telema-tici dell’accertamento tecnico preventivo, il

particolare procedimento teso a verifi care lo stato di luoghi o la qualità o la condizione di cose. Le hanno elaborate il Tribunale di Roma, il Consi-glio dell’ordine degli avvocati di Roma e l’Associazione degli avvocati giuslavoristi italiani, sezione Lazio. Il protocollo ri-entra in un progetto comune avviato da giudici, rappresen-tanti del foro e della cancelle-ria, volto alla defi nizione di un modello di redazione degli atti difensivi e dei provvedimenti del giudice che risponda ai principi di sinteticità e chia-rezza e consenta l’individua-zione immediata dei dati es-senziali della controversia, al fi ne di facilitare la lettura e la comprensione da parte di tut-ti i soggetti coinvolti nel pro-cesso. In questa prima fase, tribunale e avvocati capitolini hanno posto l’attenzione sul procedimento di accertamen-to tecnico preventivo previsto dall’art. 445-bis cpc, per indi-viduare alcune regole condi-vise di redazione degli atti, e in particolare del ricorso, in

vista della possibile costitu-zione del fascicolo processuale integralmente telematico. In caso di mancata adozione del-lo schema concordato, precisa la delibera adottata dall’ordi-ne di Roma, non ci saranno sanzioni, mentre «la predispo-sizione del ricorso introdutti-vo nelle forme individuate nelle linee guida potrà essere valutata, in applicazione dei parametri di liquidazione dei compensi professionali pre-visti dal decreto ministeriale pro tempore vigente, sotto il profi lo del maggior pregio dell’opera prestata dal profes-sionista». Entrando nel det-taglio, il passo iniziale della redazione delle linee guida è stato quello di predisporre un modello di redazione del ri-corso introduttivo quale atto che, esprimendo la domanda giudiziale, costituisce il fon-damento della successiva at-tività processuale. Il modello presenta una iniziale sezione a carattere schematico, volta all’individuazione immediata degli elementi essenziali per la comprensione della contro-versia e la gestione del fascico-lo processuale. Segue poi una parte in cui il ricorrente potrà esporre in maniera dettaglia-ta gli elementi fattuali e di di-

ritto fondanti la domanda, in linea con il diritto di difesa. Inoltre, una sezione viene de-dicata all’indice degli allegati, in merito ai quali sono state stabilite regole fi nalizzate a consentirne l’agevole indivi-duazione, visualizzazione e consultazione con immediato richiamo dal testo, attraverso un collegamento ipertestuale specifi co. Tra i dati rilevanti, il modello indica le domande re-lative a invalidità civile (data della domanda amministrati-va, data della visita-verbale, data della comunicazione del verbale, esito dell’accerta-mento amministrativo, indi-cazione della sede territoriale Inps e codice della domanda amministrativa) e le domande relative a invalidità ex artt. 1 e 21 della legge n. 222/84. Le linee guida raccomanda-no poi l’utilizzo del modello anche per la redazione del ricorso introduttivo in forma cartacea, in quanto volto ad agevolare, in via generale, la comprensione della domanda giudiziale.

Nonostante un calo generale dei sinistri denunciati, per oltre 1,4 milioni di automobilisti il 2017 si aprirà all’insegna di un aumento delle tariffe Rc auto. I numeri arrivano dall’analisi condotta da Facile.it su oltre 500 mila preventivi di rinnovo. La Toscana si conferma la regione con il maggior numero di denunce, a seguire Liguria e Lazio. In caso di incidente le donne sono più propense degli uomini a rivolgersi alle assicurazioni (4,6% contro 3,8%), mentre se si analizzano i numeri con un occhio alle professioni, pensionati e personale medico sono i più disattenti al volante, forze armate e vigili urbani le categorie di automobilisti più attenti.

«Un nuovo bando da 2 milioni di euro pronto per l’ini-zio del 2017 e una serie di iniziative per coinvolgere il mondo delle scuole e quello dello sport. Saranno questi i principali temi con i quali, dopo l’intenso lavoro svolto nel 2016, vogliamo continuare a contrastare il gioco d’azzardo patologico». Lo afferma l’assessore regionale al territorio, urbanistica, difesa del suolo e città metro-politana Viviana Beccalossi, team leader della giunta lombarda per le iniziative di contrasto alla ludopatia, annunciando i prossimi provvedimenti della regione sul tema.

Solo le regioni e i grandi comuni hanno uffi ci dedicati all’Ict (Information and communication technologies). Lo rileva L’Istat sottolineando che nel 2015 si «confer-mano sostanziali differenze nell’organizzazione delle funzioni dedicate all’Ict tra pubbliche amministrazioni locali più piccole e realtà grandi e complesse. Hanno uno specifi co uffi cio dedicato all’Ict tutte le regioni e province autonome e l’85,5% dei comuni sopra i 60 mila abitanti, contro il 5,5% dei comuni fi no a 5 mila abitanti.

BREVI

DI MARIO VALDO

Nessuna differenza di celebra-zione tra matrimoni e unio-ni civili. Il comune, infatti, non può dedicare uno spazio

a parte e meno decoroso per le ceri-monie relative alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, differente rispetto a quello utilizzato normal-mente per i matrimoni. Lo ha stabi-lito il Tar Lombardia, sezione Brescia, con la sentenza del 29 dicembre 2016, dove ha accolto il ricorso di una coppia contro il comune di Strezzano, che con deliberazione ad hoc aveva disposto che le unioni civili fossero costituite in una stanza adiacente all’uffi cio servizi anagrafi ci. Uno spazio, oltretutto «an-gusto e indecoroso», non idoneo «ad accogliere la cerimonia di costituzio-ne dell’unione» e molto diverso «dalla sala di rappresentanza del municipio riservata alla celebrazione dei matri-moni civili». Il Tar, in merito, specifi ca che la legge 76/2016 non ha percor-so la via del matrimonio egualitario optando invece per la soluzione pre-sente in alcuni paesi europei, i cui ordina-menti contemplano un istituto analogo al matrimonio ma da esso formalmente

distinto. In particolare, però, risulta identica la natura giuridica dell’at-to costitutivo: anche la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, infatti, avviene median-te atto formale e pubblico, successi-vamente registrato dall’uffi ciale di stato civile nell’archivio di stato civi-le. Inoltre, il comma 20 dell’articolo unico della legge 76/2016, sottolinea il Tar, stabilisce di fatto l’equiparazione tra unione civile e matrimonio.

La deliberazione del comune di Strezzano, invece, secondo il Tar in-troduce una «autonoma e distinta disciplina della celebrazione delle sole unioni civili». Individuando qua-li possibili celebranti del rito solo i consiglieri comunali disponibili o il dipendente comunale o l’uffi ciale di stato civile. La stessa delibera si rife-risce alle sole unioni civili anche per quanto riguarda i luoghi comunali messi a disposizione, creando quin-di due discipline tra loro «non solo distinte ma anche qualitativamente differenti». Oltretutto, conclude il Tar, il carattere deteriore impresso alle

modalità di svolgimento delle celebrazioni delle unioni civili «non si rive-la rispettoso del vigente quadro normativo».

© Riproduzione riservata

Una sentenza del Tar Brescia sulle celebrazioni

Unioni civili in spazi uguali ai matrimoni

DI ANTONIO CICCIA MESSINA

Il coniuge che divorzia in comu-ne deve andare personalmente all’ufficio dello stato civile; non può farsi sostituire da un av-

vocato. Lo ha precisato la circolare numero 19/2016 del 15 novembre del 2016 del ministero dell’interno, direzione centrale per i servizi de-mografici.

Sul punto si è dichiarato favore-vole all’intervento di un procurato-re speciale un decreto del tribunale di Milano, sez. IX, del 14 dicembre 2015, con il quale è stato annulla-to il rifiuto dell’ufficiale dello stato civile di un comune e, conseguente-mente è stato ordinato all’ufficiale medesimo di dare corso al proce-dimento instaurato dai coniugi ex articolo 12 del decreto legge 132 del 2014, anche se con la presenza del procuratore speciale.

Sulla questione il ministero dell’interno ha chiesto un parere al ministero della giustizia, che è pervenuto a opposte conclusioni.

Via Arenula ha sottolineato che l’articolo 12 del decreto leg-ge 132/2014 richiede ai coniugi di presentarsi personalmente davanti all’ufficiale dello stato civile.

Secondo il ministero della giusti-

zia la legge pretende la presenza fisica dei coniugi.

È vero che davanti al giudice, in un procedimento di divorzio, il coniuge deve comparire davanti al presidente del tribunale personal-mente, salvo gravi e comprovati motivi e con l’assistenza del difen-sore: quindi c’è la possibilità che i coniugi siano rappresentati da un procuratore speciale, ma solo per gravi e comprovati motivi. L’articolo 12, comma 3, invece, non prevede espressamente alcuna alternativa alla comparizione personale innan-zi all’ufficiale dello stato civile.

La conclusione è che non è am-messa la possibilità per i coniugi di farsi rappresentare da un pro-curatore speciale per divorziare in comune.

Una diversa interpretazione, cioè la possibilità di fare ricorso a un procuratore speciale nel procedi-mento, spiega la circolare, potreb-be far venir meno, proprio perché operanti in un contesto di degiu-risdizionalizzazione, la garanzia della genuinità e attualità delle dichiarazioni delle parti, ricevute dall’ufficiale dello stato civile, ga-ranzia data proprio dalla compari-zione personale delle stesse.

© Riproduzione riservata

Circolare dell’Interno: il legale non sostituisce

Divorzio in comune, in ufficio di persona

Le linee guidasul sito www.italiaog-gi.it/documenti

La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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LE NOVITÀ DELLA LEGGE DI BILANCIO 2017

26 gennaio 2017 - ore 9.30 - 13.00

L’adesione è gratuita e la partecipazione è valida ai fini della formazione professionale continuaper dottori commercialisti e consulenti del lavoro. Ordini professionali, Enti e Associazioni possono

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PROGRAMMA

IN COLLEGAMENTO CON LE SEDI DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEI CONSULENTI DEL LAVORO

Modera: Marino Longoni - Condirettore ItaliaOggi

Temi ed Esperti

La Voluntary Disclosure bis

I residenti non domiciliati

La rottamazione delle cartelle esattoriali

Addio agli studi di settore

Lo spesometro trimestrale e il pacchetto

semplificazioni

La nuova Iri e i beni ai soci

Il regime di cassa per le pmi

Novità fiscali in agricoltura

La riforma delle pensioni

Il pacchetto competitività per le aziende

Le novità sul Gruppo Iva

I premi di produttività e i bonus per le famiglie

I nuovi principi contabili Oic

RISPOSTE AI QUESITI DA PARTE DEI DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

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32 Mercoledì 4 Gennaio 2017 I M P O S T E E TA S S ELEGGE DI BILANCIO 2017/ Gli operatori sono in attesa dei provvedimenti attuativi

L’Iva di gruppo cambia pelleL’opzione va manifestata con la dichiarazione annuale

DI FRANCO RICCA

Dal 2017 nuove rego-le per la procedura di liquidazione Iva di gruppo, sia per la

manifestazione dell’opzione sia riguardo all’oggetto di «consolidamento». Le novi-tà sono contenute nel terzo comma dell’art. 73 del dpr n. 633/72, come riformulato dall’art. 1, comma 27, della legge n. 232/2016 (legge di Bilancio 2017). Per saperne di più, tuttavia, occorre attende-re i provvedimenti attuativi. La sola certezza, al momento, dovrebbe essere la modifi ca delle modalità e del termine per l’opzione, che prima dove-va essere esercitata attraver-so l’apposito modello Iva 26, mentre secondo le nuove di-sposizioni va manifestata con la dichiarazione annuale.

Le modifi che normative. In base al previgente testo dell’art. 73, terzo comma, le cui disposizioni di attuazione sono state emanate con dm 13 dicembre 1979, l’attivazione

della procedura di liquidazio-ne cosiddetta «di gruppo» da parte delle società controllan-ti e controllate (che, si ram-menta, nulla ha in comune con il «gruppo Iva» previsto dall’art. 11 della direttiva 2006/112/Ce e recepito dalla stessa legge n. 232/2016, ma solo dal 2018) comporta che le dichiarazioni delle società controllate siano presenta-te dalla controllante e che i versamenti dovuti da tutte le società aderenti al gruppo siano effettuati dalla società controllante, previa compen-sazione delle posizioni debi-torie e creditorie trasferite al gruppo dalle partecipanti.

Nella nuova versione del-la disposizione, come sosti-tuita dal predetto comma 27 dell’art. 1 della legge n. 232/2016, sono scomparsi i riferimenti alle dichiarazioni, mentre l’oggetto del «conso-lidamento» è ora circoscritto ai versamenti (periodici, in acconto e a saldo). Inoltre, la norma stabilisce ora che l’ente o società «commercia-le» controllante comunica

all’Agenzia delle entrate l’esercizio dell’opzione per la predetta procedura di ver-samento «con la dichiara-zione ai fi ni dell’imposta sul valore aggiunto presentata nell’anno solare a decorrere dal quale intende esercitare l’opzione». Il successivo com-ma 28 demanda ad un decre-to ministeriale di adeguare le disposizioni secondarie alle suddette modifiche. Il com-ma 30, infi ne, stabilisce che le nuove disposizioni si appli-cano dal 1° gennaio 2017.

Per quanto riguarda la sop-pressione del riferimento alle dichiarazioni, la portata della novità risulterà ben compren-sibile solo dopo l’adeguamento delle disposizioni secondarie (ed il recepimento nel modello di dichiarazione annuale). Si osserva, al riguardo, che la corte di cassazione, con sen-tenza n. 10207 del 18 maggio 2016, ha ritenuto legittimo il recupero, da parte dell’agen-zia delle entrate, di un credito Iva inesistente, oggetto di vari passaggi e infi ne trasferito da una società controllata a una

società controllante, effettua-to dall’amministrazione at-traverso la notifi ca dell’avviso di accertamento alla sola so-cietà controllante. La senten-za si basa proprio sul regime dichiarativo (precedentemen-te) previsto nell’ambito della procedura di liquidazione di gruppo, in particolare sull’ob-bligo della società controllan-te che «abbraccia, oltre alla propria dichiarazione, anche le dichiarazioni delle società controllate unitamente al prospetto di liquidazione», da cui discendono immediate ricadute in tema di respon-sabilità, accertamento e san-zioni.

Modalità e termini dell’opzione. Per quanto riguarda l’attivazione della procedura di liquidazione di gruppo, l’art. 3 del dm 13/12/1979 prevede(va) la presentazione dell’opzione, da parte della controllante, entro il termine per la liqui-dazione dell’Iva relativa al mese di gennaio, attraverso l’apposito modello Iva 26.

L’adempimento, ora, è disci-plinato in modo differente di-rettamente dalla legge, che prevede, come si è detto, la comunicazione dell’opzione nella dichiarazione annua-le Iva presentata nell’anno solare a decorrere dal quale l’opzione ha effetto. Pertanto, se le nuove disposizioni de-vono trovano applicazione, come previsto, dal 1° gennaio 2017, l’opzione per attivare l’Iva di gruppo per il 2017 dovrebbe essere comunica-ta dalle società interessate nella dichiarazione annuale Iva 2017, relativa al 2016, da presentare entro il 28 febbra-io prossimo. Di conseguenza, nel modello di dichiarazione Iva 2017 in corso di appro-vazione dovrebbero trovare spazio i campi necessari per consentire la manifestazione dell’opzione in esame (che non figurano invece nella bozza resa nota qualche giorno fa). A meno che non intervenga una modifi ca della norma, oppure un’interpretazione volta a dif-ferirne gli effetti.

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Otto per mille ancora troppo poco trasparente. No-nostante il miglioramento nella completezza e cor-rettezza dei dati sulle assegnazioni diffusi dal Mef, perdura lo «scarso interesse» dello stato per la quota di propria competenza, «nonostante si sia aggiunta, tra le fi nalità fi nanziabili, la ristrutturazione degli edifi ci scolastici». Ancora opachi i comportamenti di alcuni intermediari (Caf), sui quali l’Agenzia delle entrate sta portando avanti dal 2014 controlli stringenti. Irrisolta pure la problematica delle scelte non espresse, che essendo attribuite in proporzione alle scelte effettua-te «avvantaggia i maggiori benefi ciari» e «ha portato, in alcuni casi, quasi a far triplicare le risorse a disposizio-ne delle confessioni». È quanto rileva la Corte dei conti, che nella delibera n. 16/2016/G del 23 dicembre scorso ha fatto il punto sull’istituto dell’8 per mille, esaminando le azioni intraprese dalle autorità coinvolte a seguito delle precedenti relazioni. In passato, infatti, i magistrati con-tabili della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello stato avevano letteralmente «stroncato» l’istituto, mettendo in luce una serie di cri-ticità e chiedendo a gran voce iniziative urgenti (si veda ItaliaOggi del 3 novembre 2015). Nel nuovo monitoraggio la Corte dà atto alle Finanze di aver garantito «un mi-glioramento nella trasparenza e nella completezza della diffusione dei dati». Ma le altre problematiche rimangono aperte. A cominciare dai comportamenti degli interme-diari, cui è demandato il compito di trasmettere al fi sco le volontà dei contribuenti. A partire dal 2014 l’Agenzia delle entrate ha avviato a livello regionale una serie di verifi che nei confronti di alcuni Caf: attività che hanno fatto emergere casi di ingerenza nel processo decisionale dei contribuenti assistiti, mancata conservazione della documentazione originale o vera e propria difformità tra la scelta effettuata nel 730 e quella poi trasmessa all’amministrazione fi nanziaria. Sul punto, sottolinea la relazione, «nell’adunanza del 30 novembre 2016, il rap-presentante della Consulta nazionale dei Caf riferisce di aver sensibilizzato gli operatori sulle problematiche segnalate dall’Agenzia e si è impegnato a inviare a que-sta Corte le linee guida e di indirizzo che la Consulta riterrà opportuno diramare ai suoi aderenti».

Valerio Stroppa© Riproduzione riservata

L’otto per mille è ancora troppo poco trasparente

La parola d’ordine del 2017 per l’Agen-zia delle entrate è compliance. Lo scrive Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia ai suoi dipendenti in un’editoriale pubblicato sulla rivista interna dell’Agenzia, «Pagine online».

Il direttore scrive che compliance non sarà una semplice parola d’ordine ma «il cuore di una rinnovata strategia e le fon-damenta della nostra cultura organizza-tiva».

L’Agenzia nel 2017 sarà chiamata dunque a cambiare verso ma come scrive sempre la Orlandi «non è lo slogan quello che conta. Come saprete», spiega ai suoi 40 mila di-pendenti, «la convenzione che abbiamo sti-pulato con il ministero esalta il nuovo profi -lo della “prevenzione” dell’evasione rispetto all’approccio mirato sul solo contrasto. Per dirla in maniera diretta: “guardie e ladri” è un gioco che non funziona più. Eravamo tutti convinti che la nostra sola arma fos-se la deterrenza: ora abbiamo capito che è una delle leve su cui possiamo agire, da azionare in maniera intelligente solo dopo aver utilizzato, in modo altrettanto intel-ligente, tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per costruire un rapporto di fi ducia con i nostri concittadini».

Il numero uno dell’Agenzia precisa me-glio questi ambiti evidenziando che «il nostro compito non è inseguire le mere violazioni formali per sanzionarle seve-ramente. Dobbiamo abbandonare ogni atteggiamento autoritativo: le persone che abbiamo di fronte sono generalmen-te in buona fede. So che per tanti di noi già è così», sottolinea la Orlandi che ag-giunge: «Il “contrasto” va indirizzato solo verso quei soggetti con vo-lontà di sottrarsi ai propri doveri nei confronti della

collettività, dobbiamo impiegare le nostre energie migliori verso i fenomeni signifi ca-tivi di evasione. Quando avremo appurato che di fronte a noi non abbiamo persone in buona fede, ma evasori consapevoli e in-calliti, utilizzeremo giustamente e in modo vigoroso gli strumenti a nostra disposizio-ne. Allora sì che il nostro intervento sarà un’azione virtuosa e legittima nell’interesse della comunità». Per la Orlandi la missione è quella di tutelare il principio di solidarie-tà sociale, di partecipare equamente al fun-zionamento della cosa pubblica ciascuno secondo la propria capacità contributiva, e per tutelare gli operatori economici onesti rispetto a chi pratica concorrenza sleale. «Solo così», sottolinea il direttore, «potremo ribaltare un’ingiusta percezione negativa del nostro lavoro, che invece da sempre si fonda su principi di integrità morale, cor-rettezza e imparzialità».

Cristina Bartelli

ROSSELLA ORLANDI MOTIVA I SUOI DIPENDENTI

Le Entrate puntano sulla compliance

Rossella Orlandi

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33Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4I M P O S T E E TA S S EDopo l’approvazione del modello voluntary disclosure si guarda al monitoraggio i scale

Vd 2, valutazioni sulle sanzioniCumulo giuridico meno oneroso della riduzione a 1/3

DI FRANCESCO SQUEO

Vd-bis, sanzioni sul monitoraggio fiscale al test di convenien-za. Infatti, in sede di

autoliquidazione occorrerà verifi care se la sanzione uni-ca di cui al cumulo giuridico sia meno onerosa di quella prevista con la riduzione delle sanzioni definite a un terzo in via ordi-naria. La nuova procedura deve infatti calibrarsi tenendo conto del crescere dei pe-riodi di imposta rilevanti, di cui all’inclusione del 2014 e del 2015. In passato è stato abbastanza automatico escludere la fruizione della sanzione unica in quanto, a parità di condizioni, conside-rato il numero di periodi di imposta coinvolti si è rite-nuto più conveniente, cifre alla mano, benefi ciare della riduzione a un terzo della

somma dei minimi editta-li previsti per le violazioni commesse con riferimento a ciascun periodo di imposta. La nuova norma che ha ria-perto i termini di accesso al 31 luglio 2017, chiarisce che il cumulo giuridico si appli-ca, specifi cando anche, impli-

citamente, come determinare la sanzione unica nella Vd-bis. In particolare si assume la viola-zione più grave quale sanzione base, cui si ap-plica la maggio-razione del 50%. Tale modalità di calcolo rende necessario verifi -

care l’ammontare della san-zione unica rispetto a quella di cui alla somma delle san-zioni per periodo di imposta ridotte a un terzo. Laddove la sanzione unica risulti più conveniente, parrebbe possi-bile versare tale somma così regolarizzando le violazioni sottese. Va evidenziato che

non solo la nuova norma di cui all’art.5-octies dl n.167/90 specifica l’applicabilità del cumulo giuridico e quindi della sanzione unica, ma ciò viene pure ribadito nelle istruzioni alla compilazione del nuovo modello Vd. Infat-ti, nel format di relazione da ultimo reso disponibile dalle Entrate, si specifi ca che con riferimento alla Sezione II del nuovo modello, «occorre, inoltre, esplicitare in tale se-zione i calcoli effettuati per la determinazione dell’importo indicato nel rigo VD 17». Viene chiarito, invece, nelle istruzioni: «In particolare, nel campo va indicata la sanzione dovuta, calcolata applicando le disposizioni di cui all’art.5-quinquies, commi 4 e 7, del decreto legge n.167/90 ed all’articolo 12, commi 1 e 5, del decreto legislativo n.472 del 1997 e riducendo tale im-porto a un terzo come previ-sto dall’art.16, comma 3, del medesimo decreto». Il test di convenienza economica in discorso, tra sanzione unica e sanzione ridotta, è stato in

parte anche trattato dalla As-sonime, con la circolare n.16 del 19 maggio 2015, a mente della quale si rilevava come al ricorrere della convenien-za economica in termini di minor esborso, dovesse es-sere possibile corrispondere la sanzione unica. Valga il seguente esempio. Un contri-buente ha detenuto in Fran-cia 1 milione di euro per sette periodi di imposta (dal 2009 al 2015 incluso), in violazione del monitoraggio fi scale. Ap-plicando il cumulo giuridico la sanzione unica sarebbe pari alla sanzione base, pari a euro 15 mila, maggiorata della metà, pertanto pari a euro 22.500. La riduzione della sanzione determinata ai sensi dell’art.16, comma 3, dlgs. n.472/97 vedrebbe, inve-ce, operarsi il confronto tra un terzo della sanzione uni-ca, pari quindi a euro 7.500 e il terzo dei minimi edittali previsti per le violazioni più gravi relative a ciascun tribu-to (e cioè 5 mila euro molti-plicati per i sette periodi di imposta, per complessivi 35

mila euro). Essendo la san-zione unica più conveniente della riduzione a un terzo, si dovrebbe poter regolarizzare le violazioni corrispondendo 22.500 euro e cioè la sanzione unica tout-court, senza bene-fi ciare di ulteriori riduzioni. Va poi evidenziato pure come restando fermo l’esempio in argomento, per violazioni commesse per soli quattro periodi di imposta, sarebbe più conveniente benefi ciare della riduzione a un terzo di cui all’art.16, comma 3, Dlgs. n.472/97, corrispondendo euro 20.000 (e cioè euro 5.000 moltiplicati per i quattro pe-riodi di imposta) in quanto comportante un esborso infe-riore a euro 22.500 di cui alla sanzione unica. Si ricorda che l’art.5-quinquies, comma 6, dl n.167/90 non pare derogato. Conseguentemente, così ope-rando verrebbe finalmente garantita l’applicazione del cumulo giuridico, rendendo più equo l’ammontare delle sanzioni dovute tenendo con-to della continuazione delle violazioni commesse.

Società inglesi nel mirino del governo di Theresa May per combattere l’elusione fi scale nel 2017. Il Tesoro di sua maestà Elisabetta II, per voce del segretario, Jane Ellison, ha fatto sapere che l’anno nuovo porta con sé due novità in materia fi scale. La prima riguarda l’intenzione di voler introdurre nuove sanzioni a livello societario, di portata più ampia rispetto al passato. Diventerà, quindi, possibile sanzionare l’azienda nel caso in cui un individuo, che opera all’interno della stessa, venga ritenuto responsabile di avere consigliato a un cliente pratiche fi scali scorrette. In precedenza ciò era possibile solo se c’era la prova che il consiglio di amministrazione era a conoscenza del fatto. La se-conda novità riguarda una proposta normativa che nei prossimi mesi verrà messa in consultazione. Questa ha come oggetto le imprese e gli individui che danno vita a sistemi fi scali complessi con l’obiettivo di eludere le tasse in patria. Altra novità, arrivata il 31 dicembre 2016, riguarda i consulenti fi scali inglesi che consigliano ai propri clienti pratiche fi scali ritenute aggressive. Il Tesoro di sua maestà Elisabetta II ha reso, infatti, uffi ciali le sanzioni, contenute all’interno della proposta normati-va messa in consultazione fi no al 31 ottobre 2016, per tutti quei consulenti che consiglieranno pianifi cazioni fi scali aggressive. Per questi soggetti sono previste multe fi no al 100% del capitale evaso dal cliente o sanzioni fi no a 3 mila sterline (l’importo verrà deciso in base alla somma maggiore da poter attribuire al consulente). La nuova stretta sull’evasione era sta-ta annunciata nel 2015 dall’allora cancelliere George Osborne e poi confermata dal governo di Theresa May. L’Hmrc (Agenzia delle entrate inglese) per la prima volta potrà penalizzare direttamente i consulenti fi -scali e non solo i clienti che si avvalgono di strumenti per evadere il fi sco nazionale. Annunciando le nuove sanzioni, il segretario del Tesoro, Jane Ellison, ha di-chiarato che «l’evasione fi scale è un crimine e come governo abbiamo guidato la riforma del sistema fi scale inglese. La serie di misure che abbiamo introdotto per affrontare elusione e l’evasione creerà condizioni di parità per la stragrande maggioranza delle persone e delle imprese e tutti pagheranno ciò che è dovuto».

Giorgia Pacione Di Bello

Uk, multe più stringenti per le società che eludono

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IL DECRETOFISCALE

Tutte le novità del dl 193 commentate dagli esperti di ItaliaOggi

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34 Mercoledì 4 Gennaio 2017 I M P O S T E E TA S S EDal 2017 percorso per chi non sceglie la dichiarazione di intento per ogni operazione

Imprese votate al monitoraggioCi sarà controllo del plafond di ogni singolo fornitore

DI ANDREA BONGIE FABRIZIO G. POGGIANI

Dal 2017, si complica la vita dell’esportatore abituale. Le imprese, infatti, sono obbligate

al monitoraggio del plafond di ogni singolo fornitore, al fi ne di evitare possibili splafonamen-ti, se non sceglie di emettere la dichiarazione d’intento per singola operazione.

Con il dlgs 175/2014 è sta-ta modificata la modalità di comunicazione dei dati delle dichiarazioni d’intento, con-fermando che l’obbligo è stato trasferito in capo all’esportato-re abituale ma, con un provve-dimento direttoriale (n. 213221 del 2/12/2016), l’Agenzia delle entrate ha diffuso il nuovo modello di comunicazione dei dati, per le operazioni indicate dalla lettera c), comma 1, art. 8, dpr 633/1972. Il 22 dicem-bre scorso, la stessa Agenzia delle entrate, ha emanato un comunicato con il quale dava conto di aver fornito, con uno specifi co documento di prassi (risoluzione n. 120/E/2016), le istruzioni per la corretta com-pilazione dei modelli di dichia-razioni d’intento, stante il fat-to che il nuovo modello dovrà essere utilizzato a partire dal prossimo 1° marzo.

Quindi, le Entrate hanno chiarito che il vecchio modello di dichiarazione resta valido anche per le operazioni esegui-te dopo tale data (1/3/2017) ma a patto che siano stati compila-ti il campo 1 o 2 e non i campi 3 e 4, quest’ultimi concernenti le operazioni riferibili a un deter-minato periodo (generalmente dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno).

Al contrario, se l’impresa ha

inviato le proprie comunicazio-ni con l’indicazione del periodo, queste ultime avranno valenza esclusivamente per le operazio-ni eseguite sino al 28 febbraio prossimo, con la necessità che la stessa impresa dovrà emet-tere una nuova comunicazione per gli acquisti successivi a tale data, tenendo conto del plafond già utilizzato e monitorando i vari destinatari, stante il fatto che, in alternativa all’indica-zione per «singola» operazione, la comunicazione potrà valere fi no a un ammontare prestabi-lito a monte.

Di conseguenza, è chiaro che le operazioni eseguite sino al prossimo 28 febbraio devo-no essere comunicate con la dichiarazione d’intento nella versione attualmente in uso, mentre, a partire dal 1° marzo prossimo, l’impresa dovrà pre-

sentare la dichiarazione nella nuova versione.

In estrema sintesi, l’espor-tatore dovrà necessariamente quantifi care il plafond residuo alla data del 1° marzo, valu-tare l’opportunità di inviare di volta in volta una singola dichiarazione d’intento o di determinare, in partenza, l’ammontare massimo su cui il fornitore non applicherà il tributo (circ. 3/406976/1984 e risoluzione 355235/1985), se-guendo il procedimento cono-sciuto di invio all’amministra-zione fi nanziaria.

A decorrere dal 2015, infat-ti, la procedura per l’invio e la consegna delle dichiarazioni d’intento risulta modificata poiché, l’esportatore è tenuto a trasmettere telematicamen-te la stessa comunicazione all’Agenzia delle entrate, che

rilascia apposita ricevuta te-lematica e, successivamente, l’esportatore consegna al for-nitore, o in dogana, la dichia-razione d’intento e la relativa ricevuta di presentazione pres-so l’Agenzia.

Il fornitore è tenuto, per-tanto, a verifi care l’avvenuta trasmissione all’Agenzia delle entrate prima di eseguire la re-lativa operazione, pena l’appli-cazione della sanzione dal 100 al 200% dell’imposta (dal 1° gennaio 2016, la sanzione ap-plicabile varia da 250 a 2.000 euro, ai sensi del comma 4-bis, dell’art. 7, dlgs 471/1997).

Quindi, se l’imprenditore sceglie di comunicare un va-lore (fi no a concorrenza di un determinato importo), lo stesso si dovrà organizzare in modo tale da monitorare l’utilizzo del plafond per singolo desti-

natario, tenendo conto dell’ese-cuzione dell’operazione e non della data della fattura ricevu-ta (Agenzia delle dogane, circ. 8/2003, § 2 e 3); in particolare, il cedente è tenuto a verifi care che la dichiarazione d’intento sia anteriore all’effettuazione dell’operazione e non riguardi beni o servizi a Iva indetrai-bile, ovvero fabbricati o aree fabbricabili.

Si ricorda, inoltre, la possi-bile applicazione della sanzio-ne amministrativa dal 100 al 200% dell’imposta nei confron-ti dell’esportatore abituale, se, in mancanza dei presupposti richiesti dalla legge, dichiara all’altro contraente o in do-gana di volersi avvalere della facoltà di acquistare o di im-portare merci e servizi senza pagamento dell’imposta, ovve-ro ne benefi cia oltre il limite consentito (comma 4, art. 7 del dlgs 471/1997).

Le problematiche che emer-gono sono numerose, a partire dal fatto che le disposizioni richiamate non dispongono in tal senso (applicazione a sin-gola operazione o plafond pre-fi ssato) e che il provvedimento direttoriale è sicuramente di rango inferiore rispetto alle disposizioni che regolano tale disciplina e, infi ne, dal punto di vista pratico, in attesa di un necessario documento di prassi delle Entrate, c’è da capire se, una volta superato il tetto, allo stesso fornitore è possibile in-viare una nuova dichiarazione con un ulteriore plafond utiliz-zabile e se, al contrario, resta disponibile ulteriore plafond per un fornitore allo stesso pos-sa essere inviata una lettera di revoca, spostando il residuo su un altro fornitore.

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Ruling fi scali senza segreti nell’Ue. A partire dal 1° gennaio 2017 è entrato in vigore l’obbligo per le tax authori-ties degli stati membri di scambiarsi le informazioni relative agli accor-di preventivi stretti con le aziende multinazionali. La novità, prevista dalla direttiva Ue n. 2015/2376, si applica anche in Italia, dove è in fase di ultimazione il processo di recepimento normativo. La delega al governo è stata concessa dalla legge n. 170/2016 e il relativo dlgs è attualmente in parlamento per i pa-reri obbligatori delle commissioni (si veda ItaliaOggi del 16 dicembre scorso). La commissione finanze della camera ha calendarizzato la trattazione del provvedimento per il prossimo 10 gennaio. Soddisfazione, intanto, è stata espressa dalla Commissione euro-pea. «Abbiamo il dovere di rendere più equa e trasparente l’imposta sulle società e di ricorrere a tut-ti i mezzi possibili per ostacolare gli abusi fi scali e il trasferimento

degli utili», ha spiegato ieri l’euro-commissario agli affari economi-ci e finanziari, Pierre Moscovici, «l’entrata in vigore dello scambio automatico di informazioni sui ru-ling fi scali transfrontalieri segna un importante passo in avanti. Gli stati membri e le amministrazioni fi sca-li nazionali disporranno di tutte le informazioni di cui hanno bisogno per individuare le pratiche fi sca-li abusive e per adottare i dovuti provvedimenti».La direttiva dispone lo scambio automatico tra stati membri del-le informazioni riguardanti ruling e Apa (gli accordi preventivi sul transfer pricing, che possono coin-volgere anche più paesi contempo-raneamente) stipulati, modifi cati o rinnovati dopo il 31 dicembre 2016. La cooperazione avverrà tramite un repertorio centrale telematico, ac-cessibile sia ai verifi catori dei sin-goli stati sia alla Commissione Ue. Resta facoltà dei governi escludere dall’obbligo di comunicazione gli

accordi fi rmati prima del 1° aprile 2016 che vedono come controparti società (diverse da quelle fi nanzia-rie) con ricavi inferiori ai 40 milioni di euro nell’ultimo anno di osserva-zione. Fuori dall’invio pure i ruling e Apa conclusi con paesi extra Ue: in questo caso i contenuti potranno viaggiare tramite lo scambio auto-matico di informazioni di matrice Ocse, ma solo qualora l’accordo fi scale internazionale tra i paesi coinvolti ne consenta la divulgazio-ne tra autorità competenti. In applicazione della direttiva Ue 2015/2376, ogni sei mesi le autorità fi scali nazionali invieranno all’archi-vio unico di Bruxelles una relazione in cui saranno elencati tutti i ruling fi scali transfrontalieri da esse ema-nati. Gli altri stati membri potranno così consultare gli elenchi e chiedere al paese di emanazione informazio-ni più dettagliate su un particolare accordo. Il primo scambio dovreb-be aver luogo entro il 1° settembre 2017. Entro il 1° gennaio 2018 gli

stati membri dovranno poi fornire le stesse informazioni per tutti i ruling transfrontalieri emanati dall’inizio del 2012.Sempre con riferimento all’anno 2017, infi ne, dovrebbe partire anche lo scambio automatico dei dati rela-tivi al country by country reporting, la documentazione paese per paese sui prezzi di trasferimento che le multinazionali con fatturati sopra i 750 milioni di euro sono tenute a compilare con «fotografia» sul 2016 indicando ricavi, utili, tasse pagate e numero di dipendenti per ogni giurisdizione in cui il gruppo opera. Si tratta di un adempimento particolarmente incisivo nel con-trasto all’elusione, raccomandato dall’Ocse nell’ambito del pacchetto Beps. Sul punto bisognerà però at-tendere che le proposte di modifi ca alla direttiva sulla cooperazione amministrativa in Ue siano forma-lizzate e attuate dalle istituzioni comunitarie.

Valerio Stroppa

Dal 1° gennaio parte lo scambio di informazioni sui ruling

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Dichiarazioni d’intento: le problematiche irrisolte

NormeIl provvedimento direttoriale è sicuramente di «rango» inferiore rispetto alle disposizioni che regolano la disciplina

MonitoraggioLe imprese devono attrezzarsi, in caso di scelta per un ammontare prefissato, per monitorare ogni «singolo» fornitore, pena forti sanzioni in caso di splafonamento

Operatività

La dichiarazione d’intento deve essere inviata al fornitore anteriormente all’esecuzione dell’operazione con la conseguenza che, in caso di scelta per operazione singola, aumentano gli adempimenti a carico degli operatori

Residuo

Non è chiaro se l’esportatore abituale può revocare la comunicazione in presenza di fornitore per il quale non è stato interamente utilizzato il plafond assegnato e se il residuo può essere utilizzato da altro fornitore, previo invio di ulteriore dichiarazione

Utilizzo totaleSembra possibile che al fornitore che ha utilizzato interamente l’importo assegnato si possa inviare nuovamente una nuova dichiarazione con un ulteriore plafond

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35Mercoledì 4 Gennaio 2017MercoledENTI LOCALI E STATOChiarimento di Ragioneria e Palazzo Chigi ai quesiti sulle spese per scuola e ambiente

Spazi finanziari portati avantiTrasferimento al 2017 col fondo pluriennale vincolato

DI MATTEO BARBERO

Gli spazi finanziari acquisiti dagli enti locali nel 2016 per escludere dal pareg-

gio di bilancio spese per edili-zia scolastica e bonifi che am-bientali coperte dall’avanzo di amministrazione possono essere trasferiti al 2017 me-diante il fondo pluriennale

vincolato.È q u a n t o

hanno chiarito Ragio- neria generale dello Stato e Strut-tura di missione di Palazzo Chigi, rispondendo ad alcuni quesiti delle amministrazio-ni benefi ciarie degli sconti.

Queste ultime hanno posto la seguente domanda: cosa

accade se una spesa agevo-lata nel 2016 mediante la concessione di spazi fi nan-ziari presenta un andamento più lento di quello previsto e deve essere reimputata tra-mite fondo pluriennale vin-colato (fpv) al 2017 e anni seguenti?

A rigore, tali spazi dove-vano essere utilizzati solo per impegni di spesa in con-to capitale assunti nel 2016 ed esigibili nell’anno 2016 e non per sterilizzare il fpv.

Tuttavia, la recente l 232/2016 ha nuo-vamente incluso il fpv nel saldo di pa-reggio anche per i prossimi anni, al netto della sola

quota derivante da debito. Alla luce di

tale evoluzione, quindi, la Ragioneria generale dello Stato, rispondendo a un al-tro quesito, ha ammesso la possibilità di «traslare» da un anno all’altro gli spazi acquisiti mediante i patti di solidarietà. Essa ha evi-denziato che «gli impegni di

spesa in conto capitale per i quali sono attribuiti agli enti spazi fi nanziari con i patti regionalizzati, ai sensi dei commi 728 e segg. dell’art. 1 della legge n. 208/2015, sono da intendersi come impegni di spesa in conto capitale di competenza dell’anno 2016 ed esigibili nell’anno 2016. Ad ogni buon conto, qualora

non tutti gli impegni coperti da avanzo sostenuti a valere sugli spazi attribuiti siano esigibili nell’anno 2016, si ritiene che gli spazi possano essere utilizzati altresì a co-pertura del fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale da reimputare negli anni successivi, al netto della quota fpv fi nanziata da debi-

to». Ebbene, con la risposta più recente viene conferma-to che lo stesso meccanismo vale anche per gli spazi attri-buiti dallo Stato per le spese di edilizia scolastica e di bo-nifi ca ambientale in base ai commi 713 e seguenti della l 208. Restano però esclusi i casi in cui la spesa agevolata sia stata fi nanziata median-te mutui o altre forme di prestito: in tali fattispecie, gli spazi inutilizzati sono persi. Gli enti interessati dovranno prestare attenzio-ne alla corretta compilazione del prospetto di monitorag-gio del pareggio. Per i patti di solidarietà, gli importi da indicare nelle voci «R)» ed «S)» del modello MONIT/16 (riguardanti, rispettivamen-te, il Patto regionalizzato e il Patto orizzontale nazionale) dovranno essere inseriti al lordo dell’eventuale fpv di spesa. Analogamente occor-rerà procedere per compilare le caselle riguardanti edili-zia scolastica (L5) e bonifi che ambientali (I6 e L6).

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CONTENUTO GENERICO ORDINE DEL GIORNO E APPROVAZIONE DELLA RELATIVA DELIBERA

«In tema di condominio negli edifi ci, la delibera as-sembleare che abbia ad oggetto un contenuto generico e programmatico (quale, nella specie, la ricognizione del riparto dei poteri tra singoli condòmini, amministratore ed assemblea) non necessita, ai fi ni della sua validità, che il relativo argomento sia tra quelli posti all’ordine del giorno nell’avviso di convocazione, trattandosi di conte-nuti non suscettibili di preventiva specifi ca informativa ai condòmini e, comunque, costituenti possibile sviluppo della discussione e dell’esame di ogni altro punto all’or-dine del giorno». Lo ha stabilito la Cassazione (sent. n. 10865/’16, inedita).

a cura dell’Uffi cio legale della Confedilizia

GIURISPRUDENZA CASA

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LEGGE DIBILANCIO 2017

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DI DARIO FERRARA

Anticorruzione sì, ma nel rispetto del principio di legalità. L’authority non può

ordinare al responsabile per la prevenzione (Rpc) dell’ente vigilato di dichiarare la nullità della nomina perché l’incari-co risulta inconferibile. E ciò perché non si può riconoscere all’autorità un potere d’ordine tanto penetrante, anche in ve-ste di «estremo garante» contro il malaffare nella pubblica am-ministrazione: procedere spetta soltanto al Rpc interno all’ente, che assumerà poi le conseguen-ti decisioni. Così la sentenza 11270/16 del 14/11/2016 del Tar Lazio, sez. I. Accolto il ri-corso di un consorzio Asi cam-pano: alla presidenza dell’area di sviluppo industriale approva un sindaco di un comune della zona e la delibera Anac accerta l’inconferibilità dell’incarico. Il bello è che l’autorità ordina al Rpc interno all’Asi di procedere alla contestazione e di irrogare anche la sanzione ex art. 18 del dlgs 39/2013, attuativo della legge Severino. Ma in base alla stessa riforma l’Anac non può intervenire in luogo del respon-sabile della prevenzione nell’en-te vigilato ma deve limitarsi a

esprimere al destinatario il suo orientamento, sicuramente «molto qualifi cato»: spetta poi all’ente, nel rispetto della sua autonomia organizzativa, adot-tare le decisioni necessarie in materia di incompatibilità degli incarichi nel rispetto della leg-ge; diversamente, concludono i giudici amministrativi, si fi ni-rebbe per trasformare in modo surrettizio il controllo dell’au-thority in un vero e proprio po-tere di sostituzione, al di fuori di un «adeguato riconoscimen-to delle previsioni legislative». Sbaglia l’Anac quando sostiene che a escludere l’esistenza di un potere di sostituzione dell’auto-rità sull’ente vigilato si verifi -cherebbe un «vuoto di tutela» con il rischio di «sterilizzare» gli effetti perseguiti dalla normati-va anticorruzione: non bisogna dimenticare, sottolinea il Tar, che l’atto del responsabile della prevenzione interno all’ammi-nistrazione può sempre essere annullato dal giudice ammi-nistrativo. Spese compensate per complessità della materia e novità della questione.

ANTICORRUZIONE/ Tar del Lazio

Il responsabile vince sull’Anac

La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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36 Mercoledì 4 Gennaio 2017 DIRITTO E IMPRESAIl ministero dei beni culturali ha messo a punto il portale per chiedere il credito d’imposta

Tax credit, istanze dal 9 gennaioCorsa al bonus per riqualifi care le strutture alberghiere

DI CINZIA DE STEFANIS

Arriva la piattaforma informatica per l’invio dell’istanza per il cre-dito d’imposta per la

riqualifi cazione delle struttu-re alberghiere. A predisporla il ministero dei beni culturali. L’indirizzo web è https://proce-dimenti.beni-culturali.gov.it/procedimenti/concors i /pa -gepubliclogin.aspx. L’istanza, andrà presen-tata in forma t e l e m a t i c a , insieme all’at-testazione di effettività delle spese sostenute nell’anno 2016. È con l’avviso del 30 dicembre 2016 che il mi-nistero dei beni culturali detta le regole per l’accesso al tax credit. Il legale rappresentante dell’impresa, non ancora iscrit-to, può registrarsi sul portale

dei procedimenti di cui sopra e compilare l’istanza dalle ore 10:00 del 9 gennaio 2017 fi no alle ore 16:00 del 27 gennaio 2017. La compilazione defi ni-tiva dell’istanza potrà essere effettuata dalle ore 10 del 2 febbraio 2017 fi no alle ore 16 del 3 febbraio 2017. Lo Stato

ha messo a di-sposizione 20 milioni di euro per l’anno 2015 e 50 milioni di euro per gli anni dal 2016 al 2019 e fi no ad esauri-mento delle ri-sorse disponibili di ciascuno degli esercizi mede-simi. Le spese si considerano effettivamente

sostenute secondo quanto pre-visto dall’articolo 109 del dpr 22 dicembre 1986, n. 917 (testo unico delle imposte sui redditi). È competente ad attestare l’ef-fettività delle spese sostenute il presidente del collegio sindaca-

le, il revisore legale iscritto nel registro dei revisori legali, il professionista iscritto nell’albo dei dottori commercialisti e de-gli esperti contabili, il professio-nista iscritto nell’albo dei periti commerciali, il professionista iscritto nell’albo dei consulenti dei lavoro e il responsabile del centro di assistenza fi scale il portale dei procedimenti pro-duce in formato pdf l’attesta-zione dell’effettività delle spese sostenute, che deve essere fi r-mata digitalmente dal soggetto autorizzato. Tra gli interventi ammessi al credito d’imposta vi è la costruzione dei servizi igienici in ampliamento dei volumi di quelli esistenti, la demolizione e ricostruzione anche con modifi ca della sa-goma ma nel rispetto della volumetria, con esclusione degli immobili soggetti a vin-colo ai sensi del dlgs 22 gen-naio 2004, n. 42, per i quali è necessario il rispetto sia del volume che della sagoma e il miglioramento e adeguamen-to sismico.

Per registrare una nuova misura di aiuto nel nuovo registro nazionale degli aiuti di stato il referente indicato in fase di registrazione dell’autorità responsabile, deve utilizzare le funzioni disponibili nella sezione «le misure di aiuto» presente nella home page riservata del registro https://bdaregistro.incentivialleimprese.gov.it. Ad ogni misura registrata è as-sociato un codice identifi cativo (Car) assegnato dal sistema in fase di creazione della misura stessa. Per registrare una nuova misura di aiuto è necessario verifi care che sia stata precedentemente registrata, nella sezione «gestione norme». Questo è quanto si legge nelle nuove Faq del ministero dello sviluppo economico sul nuovo registro nazionale degli aiuti di stato. La registrazione di un aiuto individuale può avve-nire in modalità singola o massiva attraverso le procedure informatiche disponibili nella sezione «gli aiuti Individuali». Gli aiuti possono essere anche registrati in modalità appli-cativa tramite web services. Le informazioni sulle misure di aiuto e sugli aiuti individuali concessi e registrati sono rese pubbliche e accessibili nella sezione trasparenza del regi-stro. Pertanto, i soggetti gestori nel registrare le misure e gli aiuti assolvono contestualmente gli adempimenti normativi comunitari relativi alla trasparenza tra i quali quello della realizzazione di un portale nazionale dedicato alla pubbli-cità delle informazioni sugli aiuti concessi previsto dal re-golamento Ue n. 651/2014. Alla data di avvio del registro (1° luglio 2016) sono pubblicate, in detta sezione, le misure agevolative (e i rispettivi aiuti) note come «zone franche ur-bane» e «beni strumentali - nuova Sabatini». La sezione si arricchirà con l’inserimento nel registro di nuove misure e di aiuti individuali da parte dei rispettivi soggetti gestori. Per accedere all’area riservata del registro aiuti è necessario disporre preventivamente delle credenziali di accesso. Le cre-denziali sono nominative, associate al codice fi scale dell’uten-te e inviate dal sistema, previa identifi cazione da parte del referente per gli adempimenti, alla casella email dell’utente come indicato dal referente stesso in fase di registrazione.

Marco Ottaviano

Nel registro aiuti di stato con un codice identifi cativo

DI GIORGIO AMBROSOLI

Valutazione d’impatto ambien-tale (Via) e Valutazione ambien-tale strategica (Vas) a carico del-le imprese. Istruttorie e controlli saranno infatti pagati dal pro-ponente che contribuirà con una somma variabile (fi no a 15 mila euro per la Vas e fi no allo 0,5 per mille del valore dell’opera da rea-lizzare per la Via) ai costi sostenu-ti dall’Autorità statale per l’orga-nizzazione e lo svolgimento delle attività istruttorie, di monitorag-gio e controllo delle procedure di valutazione di impatto ambien-tale e di valutazione ambientale strategica. Il nuovo sistema scat-terà dal 17 gennaio prossimo ed è previsto dal dm dell’Ambiente 25 ottobre 2016 n. 245, pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale n. 1 del 2 gennaio scorso (si veda ItaliaOggi di ieri). Il sistema trova un precedente nelle tariffe Ippc (direttiva sul controllo integrato degli inquinamenti) deter-minate con il dm 4 aprile 2008 che individua costi per le istruttorie e per i successivi controlli. Un sistema ormai ampiamente conosciuto da im-prese e contribuenti e copiato anche per le procedure Ets (emissions trading

scheme) dove l’iscrizione al registro e le relative attività istruttorie sono coperte (anche in questo caso) da tariffe. Il dm determina gli oneri economici anche per la valutazione ambientale strategica, quella cioè che viene utilizzata per i più ampi piani e programmi edilizi o per le infrastrutture di rete, e per le pro-

cedure relative alle richieste di riesame dei provvedimenti di Via e Vas (25% di quanto già versato a titolo di 0,5 per mille

per le procedure di Via; euro 3 mila per le procedure di Vas). Le disposizioni si appliche-ranno alle istruttorie avviate dopo l’entrata in vigore del dm, ovvero il 17 gennaio prossimo. Lo stesso decreto determina gli oneri economici dovuti per le Vas/Via avviate ai sensi Legge Obiettivo (legge n. 443/2001) e della normativa sugli appalti (dlgs n. 163/2006). Ma alla completa ope-ratività della copertura degli oneri economici dovuti manca ancora un importante tassello. Infatti, l’art. 5

del dm prevede che le modalità di versamen-to degli oneri economici dovuti ai sensi del de-creto siano disciplinate con decreto del ministe-ro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare da adottarsi entro 90 giorni dall’emana-zione del regolamento. Fino all’adozione le ricevute in originale dell’avvenuto pagamen-to degli oneri economici sono presentate conte-stualmente all’istanza

di avvio delle singole istrutto-rie, corredate da una dichiarazio-ne sostitutiva di atto notorio, rila-sciata dal legale rappresentante de l la soc ie tà proponente, at-testante quanto versato, completa di eventuale ta-bella riportante

le singole voci di costo, ai sensi delle disposizioni transitorie indicate nel-la circolare del ministero dell’am-biente prot. DSA/2004/22981 del 18 ottobre 2004.

Valutazioni ambientali, dal 17 gennaio il conto (salato) lo paga l’impresa

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Doppio step per la domanda

- l’istanza preliminare va presentata tra le 10:00 del 9 gennaio 2017 e le

16:00 del 27 gennaio 2017

- la compilazione dei nitiva dell’istanza potrà essere effettuata dalle 10:00

del 2 febbraio 2017 alle ore 16:00 del 3 febbraio 2017

Il decreto sul sito www.italiaoggi.it/documenti

del modto ddovcretconro dtutemar90 gzionFinricedellto dsonstua

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Quanto si pagaOneri economici per le procedure di Via

a) 0,5 per mille del valore delle opere da realizzare per le procedure di Via

b) 0,25 per mille del valore dell’opera da realizzare e, comunque, nel limite

massimo dell’importo di euro 10 mila per le procedure preliminari di verii ca

di assoggettabilità a Via.

Oneri economici per le procedure di Valutazione ambientale strategica

1) euro 15 mila per le procedure di Vas ;

2) euro 10 mila per le procedure di Vas qualora l’istanza di Vas sia stata

preceduta da una procedura di verii ca di assoggettabilità a Vas;

3) euro 5 mila per le procedure di verii ca di assoggettabilità a Vas di minore

entità.

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37Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì 4 GennaiP R O F E S S I O N ILe iniziative dell’ente di previdenza dei dottori commercialisti in scadenza a marzo 2017

Cnpadc, welfare formato famigliaBorse di studio per i fi gli e assistenza agli anziani

DI BRUNO FIORETTI

Dalla Cassa di pre-videnza dei dottori commercialisti tre nuovi bandi di con-

corso per l’assegnazione di borse di studio a favore degli iscritti e dei loro figli nonché per l’erogazione di contribu-ti per spese di ospitalità in case di riposo. Ci sarà tem-po fino al 15 marzo 2017 per presentare le domande. La modulistica è disponibile sul sito dell’ente www.cn-padc.it.

Case di riposo. L’ero-gazione del contributo per spese di ospitalità in case di riposo o istituti di ricovero per anziani, malati cronici o lungodegenti riguarda il pe-riodo compreso tra il 1° gen-naio 2016 e il 31 dicembre 2016. E riguarda gli iscritti alla cassa; i titolari di trat-tamenti di pensione erogati dalla cassa; i coniugi su-perstiti titolari di pensione indiretta o di reversibilità; i familiari legati ai soggetti precedentemente indicati

da vincoli di coniugio e di parentela in linea retta di primo grado. L’importo com-

plessivo a disposizione è di 350.000 euro.

Borse di studio. L’ente di

previdenza mette a disposi-zione due bandi specifi ci in materia di istruzione: uno

per i dottori commercialisti (non titolari di trattamenti pensionistici in questo caso) e uno per i loro figli. Nel primo caso si prende come riferimento la frequenza di corsi universitari di laurea, dottorati di ricerca e ma-ster universitari nell’anno accademico 2014/2015 per complessivi 45.000 euro. Le borse di studio, per questa tipologia di avviso, sono ero-gate per l’anno di riferimen-to per un importo massimo di 2.500 euro ciascuna. Tale importo massimo è elevato a 4.000 euro in caso in cui il corso universitario o il dot-torato di ricerca e il master siano stati svolti all’estero. Il secondo bando è più ar-ticolato e prevede diverse tipologie di borse di studio, da 1.500 a 3.500 euro, per i fi gli dei dottori commercia-listi che hanno frequentato con profi tto nell’anno acca-demico 2014/2015 istituti scolastici, scuole ed univer-sità statali o legalmente ri-conosciuti dallo stato.

© Riproduzione riservata

Semaforo verde per il risarcimento a favore degli eredi delle vittime dell’amianto deceduti nell’esecuzione di operazioni portuali, che hanno vinto una causa contro le imprese operanti nel porto. Le procedure e le modalità di erogazione per gli anni 2016-2018, sono contenute in un decreto del ministero del lavoro del 27 ottobre (in G.U. n. 1 del 2 gennaio 2017). Provvedimento emanato per dare attuazione a quanto previsto dalla legge di Stabilità 2016 (art. 1, comma 278, legge 208/2015) che, a tal fi ne, ha istituito un apposito fondo. Nel dettaglio, possono accedere alle prestazioni gli eredi di coloro che sono deceduti per le patologie asbesto-correlate, per esposi-zione all’amianto nell’esecuzione delle operazioni por-tuali, nei confronti dei quali sia dovuto il risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, come liqui-dato con sentenza esecutiva. I soggetti che intendono accedere alle prestazioni del fondo per gli anni 2017 e 2018 devono presentare domanda all’Inail entro e non oltre il 28 febbraio, rispettivamente, dell’anno 2017 o dell’anno 2018, con riferimento alle sentenze esecutive depositate nel corso dell’anno precedente, dandone contestuale comunicazione all’impresa debitrice così come individuata nella sentenza esecutiva. Le presta-zioni del fondo, inoltre, concorrono al pagamento in favore degli interessati di quanto agli stessi è dovuto, a titolo di risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, così come liquidato con sentenza ese-cutiva nella misura di una quota percentuale, uguale per tutti gli aventi diritto, che sarà stabilita dall’Inail, entro i 15 giorni successivi alla data di scadenza delle domande per ciascun anno. Il tutto nel rispetto delle risorse messe a disposizione dal fondo: pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. Da sottolineare come la predisposizione delle istruzioni operative volte a defi nire gli aspetti tecnici e procedu-rali per l’accesso alle prestazioni del fondo, sia affi data

all’Inail. Le prestazioni del fondo, infine, non escludono la fruizione dei diritti derivanti dalle norme generali e speciali dell’ordinamento e si cu-mulano con essi.

Leonardo Comegna

Amianto nei porti,via libera ai risarcimenti

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Le borse di studio per i fi gli dei dottori commercialisti

Numero di borse di studio

Importo Descrizione

85 Euro 1.500Per il conseguimento della licenza di scuola media inferiore

200 Euro 2.000Per la frequenza di corsi di istruzione di scuola media superiore fino al penultimo anno di corso

60 Euro 2.500

Per il conseguimento del diploma o superamento degli esami di maturità previsti al termine dell’ultimo anno dei corsi di studio di scuola media superiore

90 Euro 3.500Per la frequenza di facoltà universitarie per la durata legale dei relativi corsi

N e i l i m i t i d e l l ’ i m p o r t o complessivo

Euro 40.000 complessivi Euro 2.000 pro capite massimo

Per la frequenza di dottorati di ricerca e master universitari

Fonte: www.cnpadc.it

il decreto del mi-nistero del lavorosul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

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38 Mercoledì 4 Gennaio 2017 P R O F E S S I O N IItaliaOggi mette a confronto Longobardi e Miani, candidati alla presidenza del Cndcec

Commercialisti pronti alle urneAl centro formazione, quote e ruolo della categoria

1) Auspico che le interlocuzioni avviate col Mef e l’Agenzia delle en-trate all’indomani della proclama-zione dello sciopero possano farlo rientrare; in altri termini mi augu-ro che gli adempimenti oggi previsti dal dl 193/2016 vengano fortemente semplifi cati. So solo che se si ferma-no i medici si ferma la Sanità, se si fermano gli avvocati si ferma la Giu-stizia, ma se di fermano i commercia-listi si ferma l’Economia.

2) Il Consiglio nazionale da me presieduto, al netto delle tensioni di fi ne 2016, ha avviato un dialogo positivo con il Mef e con le Entrate. Penso ad esempio che abbiamo ot-tenuto l’assicurabilità delle somme dovute dai commercialisti nel caso di visto infedele sul 730, alle garanzie che ci sono state accordate nell’assi-stenza alla clientela nella Voluntary disclosure, alla sospensione dei ter-mini feriali in favore dei contribuenti dal 1° agosto al 4 settembre di ogni anno, alla soppressione degli studi di settore per i professionisti a decorre-re dal 2017.

3) Se posso essere sincero dove non abbiamo ottenuto nulla o meglio, abbiamo peggiorato la nostra condi-zione iniziale è stato sulla normati-va antiriciclaggio. Eravamo partiti speranzosi con la promessa fattaci dall’allora viceministro Zanetti di ottenere la depenalizzazione delle violazioni e una riduzione delle san-zioni amministrative. Ma i risultati non sono stati quelli sperati.

4) Preso atto della avvenuta cri-stallizzazione delle rispettive platee demografi che, nessuna ipotesi di fu-sione tra i due enti di previdenza di categoria potrà essere promossa e/o stimolata dal Consiglio. Saremo co-munque sempre attenti alle conside-razioni provenienti dalle nostre due Casse.

5) Occorrerà ampliare l’offerta dell’e-learning, facendo sì che questa sia resa gratuita al 100%. L’obiettivo della for-mazione, senza dimenticare l’attività di aggiornamento di base, deve essere indirizzato alle specializzazioni profes-sionali. La Fpc dovrà servire per ren-dere riconoscibile all’utenza le specia-lizzazioni di cui sono provvisti i singoli Iscritti (una sorta di «bollino blu» per chi abbia sostenuto un percorso for-mativo certifi cato). Occorrerà infi ne rivedere alcuni criteri, quali, sostan-zialmente, la riduzione ad un terzo dell’obbligo formativo per gli over 65 e l’esonero totale per i non esercenti la professione e gli iscritti nell’Elenco speciale.

6) Quando nel corso della prece-dente competizione elettorale dicevo che occorreva ridurre la quota ai neoi-scritti i miei concorrenti dicevano che facevo della demagogia. Le cose sono andate poi diversamente: con il mio mandato la quota per i neoiscritti, per i primi cinque anni di iscrizione, è sta-ta ridotta del 50%. In futuro si può fare però di più: occorrere rimuovere le barriere all’entrata che esistono nella nostra Professione e queste non sono rappresentate solo dalla quota d’iscrizione annua. Penso ad esempio a una Polizza Rc con premio e con-dizioni modulati per tutti gli Iscritti che tenga in maggior conto le varia-bili che interessano le giovani gene-razioni (quali, ad esempio, la clientela ridotta) con l’intento di calmierare i prezzi. Ma penso anche a un software unico per tutti gli Iscritti. Una piat-taforma unica di software potrebbe essere di particolare aiuto sia tecnico sia economico se sviluppata dal Con-siglio nazionale. Come fi nanziare il progetto? Utilizzando una consistente parte dell’avanzo disponibile in capo al Cndcec, attualmente oltre 15 mi-lioni di euro.

Al via il conto alla rovescia per il rinno-vo dei vertici del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti con-tabili. Tutto è pronto per lunedì 9 gennaio, quan-do, dalle 17 alle 19 la categoria sarà chia-mata a scegliere se lasciare alla guida del Consiglio nazionale l’attuale presidente, Gerardo Longobardi o affidare all’attuale consigliere con delega all’Università, tiro-cinio, rapporti con gli ordini e scuole di

Alta formazione Massimo Miani la guida dell’organo di vertice dei dottori commer-cialisti. Un compito sicuramente non facile quello che attende il vincitore, visto e con-siderato che, nonostante le iscrizioni ed i redditi illustrino una situazione migliore rispetto a quella di molti altri professio-nisti in Italia, la categoria di recente ha manifestato a piena voce il proprio disagio su più fronti: dalle istituzioni sorde alle esigenze dei professionisti, ai tavoli di

confronto con l’amministrazione finanzia-ria e il governo che non hanno portato ai risultati sperati, fino al continuo aumento degli adempimenti burocratici sempre più pressanti. In occasione della tornata elettorale Ita-liaOggi ha posto a confronto i due candi-dati, interrogandoli su alcuni temi cari non solo ai colleghi più giovani, ma anche a chi la professione ormai la esercita da anni.

Beatrice Migliorini

1) Indubbiamente la categoria versa in uno stato di disagio, dovuto a molteplici fattori e questo non può più essere ignorato. Lo sciopero, in quanto tale, a seguito della mani-festazione del 14 dicembre, sarà un ulteriore e concreto elemento di protesta. Ciò detto, però, è altret-tanto vero che l’astensione non potrà andare avanti ad oltranza e non potrà diventare lo strumento a cui ricorrere sempre in casi di necessità. È necessario, infatti, evi-tare che lo «stato di necessità» si crei in partenza, ecco perché sia le istituzioni, sia l’amministrazione finanziaria, sia i colleghi non po-tranno fare a meno di avviare un tavolo di confronto serio per risol-vere, tra le varie criticità, prima di tutto quella legata al moltiplicarsi negli anni di adempimenti inutili che non permettono al professio-nista di esercitare la professione al meglio anche e soprattutto per i contribuenti.

2) In ogni caso dovremo conti-nuare a perseguire la strada del dialogo. Il sostegno ai colleghi re-sterà sempre una priorità anche se, in termini pratici, lo scontro non potrà andare oltre lo sciope-ro. Sono convinto, però, che questa azione darà i suoi frutti ecco, per-ché, mi aspetto una apertura sia da parte del governo, sia da parte del Fisco.

3) Negli ultimi tempi abbiamo ri-scontrato una maggiore possibilità di dialogo con l’amministrazione fi nanziaria e molta meno con il go-verno. In particolare, negli ultimi mesi, è stato proprio l’esecutivo a disattendere alcune iniziative che, invece, erano state condivise con il Consiglio nazionale.

4) A mio avviso è assolutamente opportuno che le gestioni previden-

ziali restino separate così come lo sono ora.

Sarebbe altrettanto opportuno, però, avviare una seria rifl essione sulle possibilità di rilancio della professione in modo che entrambe le Casse non abbiamo problemi a garantire l’equilibrio del sistema. A tal proposito, visto che da poco a Cassa ragionieri è stata data la possibilità di accogliere gli esperti contabili sarebbe opportuno lavo-rare per fare in modo che le iscri-zioni aumentino.

5) Per quanto riguarda la for-mazione professionale e l’aggior-namento credo che le possibili-tà di intervento vertano sulla quantità di crediti attribuibili. Per esempio, per l’aggiornamen-to siamo all’interno del quadro di un credito ogni ora, mentre per la formazione stiamo spingendo fino a due crediti all’ora e questo è già un passo. Per quanto riguarda il futuro, dovremo lavorare sul far valere l’autoaggiornamento, ovve-ro sul far valere tutte quelle at-tività che gli iscritti fanno spon-taneamente come, ad esempio, i gruppi di studio all’interno degli ordini o giornate di approfondi-mento.

6) Da un punto di vista stret-tamente economico, la quota di iscrizione è stata già ridotta per i più giovani. Credo che, in realtà, in questa direzione ci possano essere ancora dei margini di miglioramen-to in termini di riduzione dei costi del Consiglio nazionale e, di con-seguenza, della quota. L’esigenza vera, però, della categoria è quella di avere un Consiglio nazionale che porti avanti una politica che dia dei vantaggi concreti a chi ogni giorno porta avanti la professione.

© Riproduzione riservata

Gerardo Longobardi Massimo Miani

RISPONDE GERARDO LONGOBARDI RISPONDE MASSIMO MIANI

SEI DOMANDE CATTIVE AI CANDIDATI

Il primo sciopero della categoria, in programma dal 28/2 al 7/3, è immi-1. nente. Se come strumento non dovesse bastare, come categoria, fi no a che punto pensate di potervi spingere? Le recenti tensioni tra la categoria e le istituzioni rifl ettono anche una 2. palese diffi coltà nel rapporto tra fi sco e contribuenti. Alla luce di questo, fi no a che punto sarete disposti al dialogo? Nel dialogo con il Fisco e le istituzioni, con chi avete trovato maggiori dif-3. fi coltà? Chi vi ha maggiormente deluso, se di delusione si può parlare?Cambiando tema, a livello previdenziale, pensate che l’ipotesi di fusione 4. delle due casse possa essere una strategia perseguibile un domani? Per quanto riguarda la formazione e l’aggiornamento professionale, tra le 5. criticità emerse dalla categoria risulta esserci quella della diffi coltà, sia in termini di tempo sia in termini di costi, di rispettare gli adempimenti previsti. Ci sono margini di intervento su questo tema? I neoiscritti ma non solo, spesso evidenziano l’onerosità della quota di 6. iscrizione, considerata da molti ancora troppo alta. Pensa che ci possano essere dei margini di miglioramento ulteriori su questo punto? Anche in termini di una riduzione di spese da parte del Consiglio nazionale?

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39Mercoledì 4 Gennaio 2017Mercoledì PROPRIETÀ EDILIZIAContabilizzazione del calore: sei mesi in più ai condomini per adeguarsi

Termovalvole entro giugno Evitate sanzioni fi no a 2.500 € ad alloggio

Il consiglio dei ministri ha disposto il rinvio al 30 giugno 2017 del termine, prima fissato

al 31 dicembre scorso, en-tro il quale nei condomini occorre installare sistemi di termoregolazione e con-tabilizzazione del calore, previa verifica che tale in-stallazione determini effi-cienza di costi e risparmio energetico.

Lo ha comunicato in anteprima Confedilizia, sulla base di informazioni assunte presso il governo. Pochi giorni fa, Confedili-zia, reiterando un’azione svolta nei confronti del precedente governo, ave-va scritto al sottosegre-tario alla presidenza del consiglio per segnalare che in molti edifici non è stato possibile adempiere a quanto imposto dalla leg-ge a causa del ritardo con cui è stato approvato il de-creto che ha modificato le regole applicabili e dell’im-possibilità materiale, per le imprese, di soddisfare le innumerevoli richieste.

Con il conseguente ri-schio dell’applicazione di forti sanzioni, da 500 a 2.500 euro per ciascuna unità immobiliare, nei confronti di moltissimi proprietari di casa.

«Diamo atto al governo, ha dichiarato il presiden-te di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, di aver po-sto rimedio, pur con le dif-ficoltà derivanti dai vincoli europei, a un problema che

aveva creato forte allarme nelle famiglie, come te-stimoniato dalle continue segnalazioni delle nostre Associazioni territoriali impegnate nella quotidia-na attività di assistenza ai condomini.

I sei mesi in più a dispo-sizione potranno consen-tire, ai tanti proprietari e amministratori condomi-niali in difficoltà per colpe non a loro addebitabili, di attivarsi fin d’ora per svol-gere il complesso iter ne-cessario per l’applicazione della normativa».

© Riproduzione riservata

Entro il 28 febbraio 2017, gli amministratori di condominio dovranno inviare all’Agenzia delle entrate, per via telema-tica, una comunicazione contenente i dati relativi alle spese sostenute nel 2016 dal condominio con riferimento agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualifi cazio-ne energetica effettuati sulle parti comuni di edi-fici residenziali nonché con riferimento all’acqui-sto di mobili e di grandi elettrodomestici per l’ar-redo delle parti comuni dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Nella comunicazione dovranno essere indicate le quote di spesa imputate ai sin-goli condòmini. Lo segna-la Confedilizia, facendo presente che tale nuovo adempimento, fi nalizzato all’elaborazione delle di-chiarazioni precompilate, è previsto da un decreto del ministero dell’econo-mia e delle fi nanze appena pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale. Per quanto con-cerne le modalità tecniche per inviare la comunica-zione in questione (che dovrà effettuarsi entro il 28 febbraio di ogni anno con riferimento alle spe-se sostenute nel corso dell’anno precedente), si dovrà attendere un appo-sito provvedimento del di-rettore dell’Agenzia delle entrate.

EDIFICI E SGRAVI

Spese 2016, due mesi per invio al fisco

Chi non possiede l’apparecchio televisivo ha tempo fi no al 31.1.’17 per presentare l’apposita dichiarazione ed evitare così di pagare il canone Rai per l’intero 2017 (anche se potrebbe vedersi addebitata co-munque una rata nella bolletta della luce relativa a gennaio, della quale potrà poi chiedere il rimborso). La dichiarazione sostitutiva (che non deve essere presentata dai contribuenti che non sono titolari di un’utenza di fornitura di energia elettrica per uso domestico resi-denziale) ha validità annuale e, per avere l’esonero integrale del canone tv per l’an-no 2017, andava presentata dall’1.7.’16 al 31.1.’17. Le dichiarazioni presentate dall’1.1.’17 al 30.6.’17 avranno effetto per il canone dovuto per il semestre solare suc-cessivo a quello di presentazione. Il modello di dichiarazione sostitutiva è disponibile sui siti Internet dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it) e della Rai (www.canone.rai.it) e va pre-sentato direttamente dal contribuente o

dall’erede tramite un’applicazione web, disponibile sul sito Internet dell’Agenzia, utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel, oppure tramite gli intermediari abilitati (Caf e professionisti). Nei casi in cui non sia possibile l’invio te-lematico, il modello può essere spedito, insieme a un valido documento di ricono-scimento, tramite servizio postale in plico raccomandato senza busta all’indirizzo: Agenzia delle entrate Uffi cio di Torino 1, Sat-Sportello abbonamenti tv, Casella Po-stale 22, 10121 Torino.La dichiarazione sostitutiva può essere fi r-mata digitalmente e presentata anche tra-mite posta elettronica certifi cata (all’indi-rizzo cp22.sat@postacertifi cat).Per evitare truffe, si evidenzia che solo il sito dell’Agenzia delle entrate consente la trasmissione telematica delle dichiara-zioni di non detenzione del canone tv e di eventuali richieste di rimborso. L’invio è gratuito e nessun tipo di pagamento è do-vuto dai contribuenti.

Canone Rai, l’esonero va chiesto a gennaio

È fissata allo 0,1%, a decorrere dal 1° gennaio 2017, la misura del saggio degli interessi legali, che si applica, fra l’altro, per la corresponsione degli interessi sui depositi cauzionali nei contratti di locazione. Come noto, infatti, il codice civile prevede che il saggio possa essere modificato annualmente con decreto ministeriale «sulla base del ren-dimento medio annuo lordo dei titoli di Stato di durata non superiore a 12 mesi e tenuto conto del tasso di inflazione registrato nell’anno».

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CON DECORRENZA DA CAPODANNO 2017

Affitti, tasso dello 0,1% sui depositi cauzionali

Su queste colonne abbiamo già trattato di quanto previsto dall’art.1129 cod. civ. e, in parti-colare, dal suo quinto comma, il

quale stabilisce che «sul luogo di accesso al condominio o di maggior uso comune, accessibile anche ai terzi», sia «affissa l’in-dicazione delle generalità, del domicilio e dei recapiti, anche telefonici, dell’ammi-nistratore» (cfr. Cn mag. ‘16).

Nella circostanza, dopo aver ricordato che trattasi di previsione non sanzionata, evidenziavamo le diverse criticità della norma.

In questa prospettiva, e nel rinviare al citato articolo per una più ampia disami-na del problema, vogliamo, allora, anche sottolineare che, con riferimento alla spe-sa connessa all’adem-pimento in questione (tra l’altro ricorrente a ogni cambio di am-ministratore), deve ritenersi, nel silenzio della legge sul punto, che ogni decisione al riguardo sia di compe-

tenza dell’assemblea che, ove decida di provvedere all’affi ssione» in parola (ter-mine che fa pensare a un supporto car-taceo), dovrà quindi, in relazione a tale affi ssione, oltreché determinare l’esatto luogo, anche deliberare la somma occor-rente (cfr. C. Sforza Fogliani, Codice del nuovo condominio dopo la riforma, ed. La Tribuna, III). E dato che la compagine condominiale non potrà certo evitare le conseguenze economiche di una eventuale scelta favorevole alla targhetta, la somma di cui trattasi, è pure da ritenersi, non potrà che gravare sul condominio, fatto salvo, naturalmente, un diverso accordo intervenuto con l’amministratore in sede di accettazione dell’incarico.

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L’AFFISSIONE E LE SPESE SONO DELIBERATE DALL’ASSEMBLEA

La targhetta dell’amministratore viene pagata sempre dai condomini

Questa pagina viene pubblicata ogni primo mercoledì del mese

ed è realizzata dall’UFFICIO STAMPA

della CONFEDILIZIAL’ORGANIZZAZIONE DELLA PROPRIETÀ IMMOBILIARE

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